Pas66 notte di tentazione

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A. McIntyre - C. Featherstone - K. Astor

Notte di tentazione


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: DARK PLEASURES Master Of Desire Wicked Temptation Midnight Sins Spice Books © 2012 Spice Books © 2012 Pamela Johnson © 2012 Charlotte Featherstone © 2012 Kristina Cook Hort Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion marzo 2013 Questa edizione Harmony Passion settembre 2013 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 76 del 12/09/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


MAGICI PIACERI

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PERVERSA SEDUZIONE

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NOBILE DESIDERIO

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Prologo

I Signori Oscuri di notte puoi vedere E ogni donna faranno godere S'infileranno nel tuo letto Ti batterà forte il cuore in petto Perché l'anima tua ruberanno E un bacio dalle tue labbra carpiranno Ti daranno il piacere dell'amore Ma porteranno via il tuo cuore. La festa celtica di Samhain, che si celebra il 31 ottobre, segna la conclusione del periodo del raccolto e l'inizio dell'inverno. Con un baccanale di piaceri carnali, tra cibo, vino e abbandono dei sensi, si celebra l'oscurità che segue la luce, e l'inizio di un nuovo anno tra le sfumature violette del tramonto. Un'antica leggenda narra di foreste incantate che avvolgono i villaggi con la loro magia in diverse zone del paese. Vengono chiamate i Boschi Oscuri, e si mormora che tra le ombre dei loro anfratti si nascondano creature ultraterrene. I superstiziosi abitanti dei paesi a ridosso dei boschi ammoniscono i viandanti a tenersi lontani dai loro sentieri arcani e misteriosi dopo il calar delle tenebre. Quando i falò illuminano il cielo nero con le loro alte fiamme ardenti, si sussurra che chiunque si addentri nei Boschi Oscuri potrebbe scomparire per sempre, inghiottito dai misteri che albergano negli anfratti più segreti e nascosti del7


la foresta, dove regnano divinità tenebrose. Eppure quel bosco sacro è un luogo che spinge a esplorarlo, e stuzzica la fantasia. Esercita un richiamo irresistibile su tutti coloro che ambiscono a sfidarne i pericoli per cercare di scoprirne i segreti. Non c'è persona, pare, che non ceda alla tentazione di fare esperienze inconfessabili e non cada vittima del suo fascino, dopo essersi addentrata tra quelle fronde. Secondo una diceria secolare, le donne dovrebbero custodire gelosamente nel cuore i loro desideri più segreti durante la festa di Samhain, quando il velo tra il mondo reale e quello sovrannaturale si assottiglia, poiché i Signori Oscuri sono attratti dalla dolce e inebriante fragranza delle loro brame. Escono dai loro nascondigli di tenebra e vagano sulla terra, spinti dall'impulso di placare quegli appetiti. La loro segreta missione carnale è irrefrenabile, la loro lussuria insaziabile, il loro scopo il dominio assoluto di corpo e anima. Voi fanciulle, che vi addentrate nella luce sanguigna del tramonto per i sentieri oscuri di questi boschi carichi di tentazioni, tendete l'orecchio al sibilo del vento di Samhain e ascoltate attentamente, poiché tra lo stormire delle fronde sempre più spoglie, gli scricchiolii delle foglie secche sotto i vostri piedi e il richiamo inquietante di un uccello notturno, la vostra anima potrebbe udire un canto antico... La ruota della vita Questa notte ripartirà E l'anno vecchio Al tramonto finirà. Nel cielo brillante Di rosso e di viola Al dio del sole Il nostro omaggio s'invola. O fuoco della passione Sacro e vero 8


Dai ascolto al nostro Desiderio piĂš sincero Corrono misteriose creature Nella notte scura, Denudiamo l'anima Senza alcuna paura E il nostro desiderio, Che sia fama o ricchezza, Gli Dei Oscuri Nella loro bellezza Apparsi nella notte Con passione esaudiranno E nascosti alla vista Ai nostri sensi attenteranno. In questa notte pensa bene A cosa davvero vuoi PerchĂŠ i Signori Oscuri Sono nei pensieri tuoi.

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Romanzo

MAGICI PIACERI Amanda McIntyre


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Londra, 1789 Francesca si girò da un lato, poi dall'altro, osservando con occhio critico il suo riflesso allo specchio a figura intera nel suo camerino. Era ancora affascinante, anche se forse non aveva la freschezza di alcune delle giovanette del coro, con la carnagione liscia e il sorriso luminoso. Comunque era tuttora in grado di far voltare gli uomini al suo passaggio e di calamitare l'attenzione dei presenti su di lei quando entrava in una stanza. In gioventù non le erano mancati appassionati incontri erotici con aitanti stalloni, baldi giovani pieni di energia e resistenza senza limiti, pronti a soddisfare ogni suo desiderio e ad appagarla con prestazioni audaci e vigorose. Ma il numero di tali piacevoli avventure si era ridotto gradualmente con il passare degli anni e Francesca aveva scoperto che per restare sempre sulla cresta dell'onda servivano sforzi maggiori nell'arte della seduzione. Si sistemò meglio i seni nel corpetto aderente dell'abito turchese e li sospinse verso l'alto per farli spuntare dalla scollatura, assicurandosi così che gli occhi di tutti gli uomini presenti in sala si sarebbero concentrati su di lei, provocando agli spettatori un certo movimento sotto la cintura. Era diventata una sfida, ormai, mantenere l'attenzione di coloro che erano più importanti per la sua carriera. Francesca non era tanto orgogliosa da rifiutare un invito a cena da parte di un possibile mecenate, se poteva comportare la garan13


zia di un altro ruolo da primadonna. Era brillante nella seduzione, e sfruttava il proprio fascino per far rizzare la verga di qualche pomposo ammiratore danaroso, ammaliandolo con un crescendo di lodi sperticate per le sue prodezze erotiche. Aveva il dono della tentazione e della conquista, e attingeva a man bassa alla propria sensualità non solo per interesse e per continuare a essere ammirata, ma anche per trovare qualche momento di fuga dalla solitudine. Era felice? Aveva imparato con l'esperienza della maturità che la felicità era di scarsa importanza rispetto al suo desiderio di continuare a ottenere l'adorazione del pubblico. Fece scivolare le mani lungo il corpo, accarezzando le curve voluttuose che l'età aveva reso più piene rispetto alla snella figuretta che aveva in gioventù. Sì, c'erano ancora uomini che la trovavano attraente, tuttavia si trattava sempre più spesso di signori attempati, con baffi candidi, calvizie incipiente e ventri gonfi come otri, piuttosto che giovani aitanti dal fisico scultoreo, chiome fluenti e spalle ampie. Francesca sospirò. Le sembrava passato un secolo dall'ultima volta in cui le mani di un uomo abile e appassionato avevano toccato il suo corpo. Eppure ricordava ancora perfettamente i prestanti corteggiatori con cui s'intratteneva un tempo. Brillanti spasimanti, che fossero nobili, cantanti lirici o attori, facevano a gara per attirare la sua attenzione e carpirle un bacio, gettandole rose e complimenti ai piedi al suo passaggio. Lei era facile preda dei desideri erotici, e non faceva domande sul loro stato civile; non giudicava, purché soddisfacessero i suoi appetiti carnali e le garantissero un posto sulla vetta del mondo operistico. Un'altra donna si sarebbe scandalizzata dei suoi facili costumi, ma Francesca aveva capito che, per avere successo, avrebbe dovuto fare ricorso a tutte le risorse di cui disponeva. E le sue erano vaste e impareggiabili; poteva contare sulla bellezza del fisico e della voce, una potente combinazione di talento e fulgore che le aveva assicurato la fama. 14


Udì dei colpi concitati alla porta del camerino. «Dieci minuti, signora» l'avvertì Bruin, il direttore del teatro. «Stasera c'è il tutto esaurito. Ovviamente una simile folla è qui per voi» la blandì. Francesca era agitata al pensiero che di lì a poco si sarebbe alzato il sipario. Il momento che un tempo la riempiva di emozione ora le provocava disagio e scetticismo. Molti direttori di teatro si erano avvicendati in quegli anni, e ormai tutti i membri della troupe erano più giovani di lei. Quel pensiero la faceva rabbrividire. Com'era possibile che fosse così invecchiata? Il tempo era trascorso senza che se ne accorgesse, ma per fortuna la sua presenza era ancora tale da riempire il teatro a ogni rappresentazione, e per questo Francesca era grata al destino. Il tempo... Era un ladro silenzioso che agiva di soppiatto e si divertiva a rubare in maniera subdola la sua passione, la sua ambizione, quella intensa competitività che un tempo la rendeva la più fulgida stella nel firmamento della lirica. Tutti i suoi colleghi coetanei erano svaniti nella nebbia dell'oblio o tra le braccia di una morte prematura, incapaci di sostenere il peso della ricerca continua della fama. Ormai restava solo Francesca, ancora all'apice della carriera, ancora in grado di strappare applausi scroscianti prima di aver aperto bocca. Ma le attrattive della celebrità erano ormai stantie come un pezzo di pane secco, e Francesca si sentiva soffocare. Era una sensazione inaspettata per lei, di solito succube della sua ambizione. L'ammirazione che ora riceveva non era l'adorazione spontanea che si tributava a una fresca debuttante, che suscitava meraviglia nel pubblico. Le sembrava quasi che gli applausi fossero solo una dimostrazione di rispetto per una carriera che si avviava inesorabilmente verso il tramonto. «Grazie» rispose alla chiamata. Sospirò; era ora di andare in scena. Continuò il suo esame impietoso allo specchio. Tirò con 15


due dita la pelle ai lati del mento, girò il viso di qua e di là per assicurarsi che non ci fosse qualche nuova piega cascante e che nottetempo non si fosse formata qualche ruga che richiedeva l'intervento di un altro strato di cipria. Francesca sperava di non diventare mai come certe mature matrone, il cui collo ondeggiava come quello di un tacchino ogni volta che parlavano. C'era poco da fare, temeva con orrore la vecchiaia. Per fortuna, finché avesse avuto ampie disponibilità economiche, avrebbe potuto procurarsi i lussi e le cure estetiche che miglioravano il suo aspetto. Era convinta che gli agi facessero bene alla pelle; la fatica era la nemica di una carnagione radiosa. Francesca non era vanesia di per sé, ma era conscia del fatto che la sua bellezza era la confezione che avvolgeva il dono del suo talento, e ne valorizzava l'importanza. Mentre fissava il suo riflesso, l'immaginazione trasformò la sua figura in quella della snella giovanetta che era stata, una promessa del bel canto, un usignolo dotato di un viso incantevole e una voce che rapiva gli animi, in grado di lasciare il pubblico con il fiato sospeso a ogni gorgheggio e stuoli di uomini ai suoi piedi. Una risatina stridula davanti alla porta del camerino la fece riscuotere da quelle fantasticherie, seguita da un richiamo concitato, espresso sottovoce da un uomo. «Ssh, fai piano, o ci scopriranno.» Incuriosita, Francesca si avvicinò di soppiatto alla porta e la socchiuse appena per sbirciare nel corridoio in penombra dietro le quinte. Non dovette far scorrere lo sguardo troppo lontano per trovare la coppia a cui appartenevano le voci, perché vide due figure avvinghiate, seminascoste tra i costumi appesi a un lungo bastone. Riconobbe subito la sua giovane sostituta che aveva le labbra socchiuse e un'espressione estasiata impressa sul viso rivolto verso l'alto. La sua gonna voluminosa copriva due gambe maschili. Il suo compagno di avventure proibite girò la testa di lato e sorrise mettendosi l'indice sulle labbra per 16


suggerirle di avere maggiore cautela. Era il coprotagonista dell'opera, un bel giovanotto che aveva dieci anni meno di Francesca. Come ipnotizzata, lei osservò le due figure avvinghiate e avvertì un fremito al basso ventre in reazione a ciò che immaginava stesse avvenendo sotto le gonne della ragazza. Richiuse la porta con circospezione, attenta a non fare rumore, e ingoiò cocenti lacrime di invidia. Il giovane era lo stesso che, durante l'audizione, l'aveva corteggiata cercando di far colpo su di lei con il suo fascino virile. Francesca aveva riconosciuto immediatamente in lui la brama del successo che l'aveva divorata alla sua età. Appena le aveva preso la mano, ricoprendola di complimenti e svenevolezze, e sostenendo di essere stato immensamente fortunato di avere lei come coprotagonista, Francesca aveva compreso al volo il suo intento, perché era maestra nell'arte della seduzione ambiziosa. Lui era scandalosamente bello, dotato nell'ugola quanto al basso ventre, e pieno di talento sul palcoscenico e anche a letto. Tuttavia la loro relazione aveva avuto vita breve perché lui si era lasciato distrarre da una ragazza del coro e, quando aveva tentato di rientrare nelle grazie di Francesca, lei non si era fatta impietosire. Del resto lui non era ancora famosissimo e lei non faceva beneficenza; doveva tenere in considerazione innanzitutto la propria carriera. Tuttavia udire i sommessi sospiri di piacere della sua sostituta la portò inconsapevolmente a identificarsi con lei. Le sembrava che non fosse passato tanto tempo da quando anche lei era una giovanetta ambiziosa, che ardeva dalla brama di vedere il proprio nome a caratteri cubitali nel ruolo di primadonna. Il suo unico desiderio era salire sul piedistallo della fama, ed essere ammirata e invidiata dai suoi pari. All'epoca il protagonista dell'opera era, ovviamente, un cantante maturo e avvezzo a sedurre tutte le giovanette della troupe. Ma Francesca, essendo l'ultima arrivata, credeva che le attenzioni di cui la circondava fossero esclusive. Dopo settimane di sguardi civettuoli e sorrisi timidi e maliziosi in 17


risposta ai complimenti del famoso cantante, una sera lui l'aveva ghermita poco prima di andare in scena e, con il favore delle ombre dietro le quinte, le aveva dichiarato con fervore drammatico che non poteva più resistere al suo fascino e doveva farla sua o sarebbe impazzito. Quella dichiarazione, resa più incisiva da anni di esercizio nelle manifestazioni di teatralità, era servita a sedurre Francesca che, ingenua, credeva che il desiderio di tenere nascosta la loro relazione clandestina fosse dovuto unicamente alla prudenza, perché gli altri non avrebbero potuto capire e approvare il loro amore a causa della differenza di età. L'orgoglio per essere riuscita a conquistare il cuore di quel mostro sacro dell'opera l'aveva spinta a fare cose a cui mai avrebbe pensato di poter accondiscendere. Non avrebbe mai dimenticato il loro primo e unico incontro... «Mia cara!» aveva sussurrato lui, rapito, abbassandole una manica lungo la spalla per scoprire la sua pelle candida. La bocca dell'uomo aveva lasciato una scia incandescente di baci sul suo splendido décolleté, generosamente esposto dall'ampia scollatura dell'abito di scena, mentre con la mano lui era impegnato ad abbassare anche l'altra manica finché non era riuscito a calare il corpetto fino alla vita, lasciandole il busto nudo, esposto al suo sguardo avido. «Sei veramente un bel bocconcino, e vedo che hai molte doti» si era complimentato, strizzandole un capezzolo turgido. «Dimmi, Francesca, ti piace se ti faccio così?» Seminuda davanti a lui, si sentiva vulnerabile, ma non era del tutto ignara di certi giochi d'amore. Tuttavia le sue esperienze erano limitate a giovanotti poco esperti nell'arte del corteggiamento, mentre il famoso cantante era maturo, abile, sapeva ciò che voleva, e Francesca si era illusa che avesse riconosciuto in lei la sua anima gemella e avesse deciso di abbandonare i suoi modi da seduttore per stare esclusivamente con lei. Perciò aveva chiuso gli occhi e si era ab18


bandonata alle sensazioni suscitate dalle sue abili carezze, lusingata dal fatto che un uomo di quel calibro e fama nutrisse sentimenti appassionati nei suoi confronti. Francesca aveva lasciato correre a briglia sciolta la fantasia, immaginando il loro futuro luminoso, i loro nomi vicini sui cartelloni, le passeggiate a braccetto tra due ali di folla in visibilio al loro passaggio, vacanze in località di lusso, champagne, cibi esotici, gioielli e bei vestiti... «Toccami anche tu, cara, non c'è niente di male» le aveva detto lui prendendole la mano e mettendosela sull'inguine mentre Francesca era persa con la fantasia dietro sogni di gloria. «Mi prenderò cura di te, vedrai. Farò di te una stella, la più splendente di tutte!» Lei aveva sentito un rigonfiamento duro sotto il palmo e lo aveva stretto sopra i pantaloni, procurandogli una smorfia di piacere. «Ah, sì!» aveva sussurrato lui a denti stretti. «Ora ti mostro come accarezzarmi per darmi piacere.» Si era abbassato i calzoni, liberando il membro, e aveva guidato la mano di lei fino a farglielo racchiudere nel pugno per poi imprimere un movimento ritmico alle sue dita. «Ecco, brava, continua così» l'aveva incitata. Mentre Francesca obbediva, aveva chinato il capo sul suo seno, titillandolo con la lingua. Lei aveva fatto un respiro profondo, sentendo il corpo che si risvegliava sotto quella bocca famelica. Convinta di essere l'unica in grado di suscitargli piaceri così sublimi, aveva continuato ad accarezzarlo con vigore, determinata a ricambiare il godimento che lui le stava procurando. «Sì, sì!» aveva bisbigliato l'uomo, incoraggiante, mentre infilava una mano sotto la gonna di Francesca per accarezzarle la coscia nuda e insinuare le dita tra le sue gambe in cerca di un contatto più intimo. «Apri bene, fammi sentire il tuo calore!» l'aveva esortata. Le era parso irresistibile nella sua prestanza virile, nonché sincero e premuroso, attento ai suoi bisogni carnali. 19


Francesca gli aveva offerto un accesso agevole al suo fiore segreto e, quando le sue dita l'avevano penetrata, lo aveva gratificato con un lungo gemito estatico. Quei giochi proibiti erano scandalosi quanto pericolosi; qualcuno avrebbe potuto sorprenderli, ma non avrebbe mai osato negarsi a lui perché era convinta che quell'uomo l'avesse scelta come sua pari, sua compagna d'arte e d'amore, e soddisfarlo sarebbe stato un piacere anche per lei. La bocca ardente di lui aveva lasciato una scia di baci lungo il collo di Francesca e, per un istante, lei aveva ripensato alla carriera fallita di sua madre. Tuttavia si era detta che lei era più assennata della sua genitrice, perché non aveva dubbi sulla sincerità del suo amante. Si stava donando a lui in piena consapevolezza, sicura che non fosse un vigliacco come suo padre, che aveva conquistato il cuore di sua madre, una stella in ascesa, per poi lasciarla sola e squattrinata, con tre figli da mantenere. No, per lei era tutto diverso. Il suo collega l'amava e le aveva promesso che si sarebbe occupato della sua carriera. Sarebbero assurti alle vette della gloria insieme, avrebbero conquistato folle di spettatori e, con lui, lei avrebbe condotto l'esistenza che sua madre non aveva mai avuto. Infiammata da quella certezza inebriante, Francesca aveva chiuso gli occhi e si era abbandonata a un'estasi incredibile che l'aveva scossa tutta, continuando a massaggiare il membro di lui con entusiasmo fino a sentire un calore liquido scivolarle tra le dita. «Ah, brava, così!» aveva esclamato l'uomo con un gemito. Le aveva dato un bacio sulla fronte, poi si era pulito con un fazzoletto di fine batista, aveva rimesso a posto il pene, quindi l'aveva aiutata a sistemarsi il corpetto. «Vedi, Francesca cara, hai appena avuto la tua prima lezione e ammetto che impari in fretta» aveva commentato. «Ci vorrà ben più di una bella voce per diventare famosa. E ora ricomponiti, sistemati e renditi presentabile per calcare 20


le scene con il grande maestro. Un giorno, se continuerai a essere accomodante come oggi, capirai che la notorietà è tutta una questione di seduzione, e dovrai conquistare il pubblico procurandogli piacere come hai appena fatto con me. Compreso?» Lei aveva annuito e, benché confusa, si era affrettata a obbedire, lisciandosi la gonna e ravviandosi i capelli, poi aveva sollevato il viso arricciando le labbra in attesa di un bacio di commiato. Lui l'aveva guardata con un sorriso sornione, e lei non aveva potuto fare a meno di pensare quanto fosse bello. Lo avrebbe seguito in capo al mondo. «Ah, bricconcella, guarda! Per colpa tua mi sono macchiato i calzoni. Ora devo andare a cambiarmi!» Le aveva dato un buffetto su una guancia, poi si era allontanato. Non si erano più incontrati, e Francesca aveva imparato la sua prima lezione, preziosissima per avanzare lungo la strada che portava al firmamento delle stelle della lirica. Proprio come in quel giorno lontano, un brivido gelido riportò Francesca alla realtà. Si allontanò dalla porta, pensando che anni di sacrifici, favori e dure lezioni sull'animo umano avevano fatto diventare di pietra il suo cuore e l'avevano resa immune ai sentimenti. Sapeva molto sulle varie sfumature della passione, ma non era sicura di essere in grado di riconoscere l'amore se lo avesse incontrato. Si guardò un'ultima volta allo specchio. Per un istante gli anni le scivolarono via di dosso e lei rivide la sua bellezza di un tempo, senza macchie a deturparne il fulgore. Si ripeté che era all'apice della carriera, era riuscita a raggiungere tutti gli obiettivi che si era posta e avrebbe dovuto esserne felice. Aprì la porta e si tuffò nel caos che regnava sempre dietro le quinte. Gli inservienti e i tecnici correvano di qua e di là. I membri del coro, con i visi pesantemente truccati, aspettavano il via, trepidanti. Nessuno l'aveva ancora vista 21


mentre incedeva tra le ombre, ma quando prese posizione dietro il sipario, in attesa di fare la sua ennesima entrata trionfale, tutti si zittirono all'improvviso. Lei accettò quel silenzio come un segno d'omaggio, come quello che si presta ai reali al loro passaggio. La sua cameriera personale, Olivia, le sistemò i capelli. La truccatrice le imbellettò le guance e le passò sul naso un piumino da cipria, mentre Francesca restava immobile, ben eretta, accettando quei gesti di devozione. Entrò in scena a testa alta e batté le palpebre pesantemente bistrate quando fu investita dal calore delle luci. Fu accolta da un boato di applausi. Prese posto al centro del proscenio e unì le mani, beandosi dell'ammirazione che le veniva tributata. Ogni suo gesto, cenno o sorriso faceva scatenare gli applausi. Quella era l'adorazione che aveva tanto bramato, che si era impegnata per ottenere. Incrociò lo sguardo del direttore d'orchestra nella buca davanti a lei, che sorrideva soddisfatto delle manifestazioni di affetto del pubblico e aspettava che gli applausi si fossero calmati, raggiante come un padre orgoglioso. Francesca sorrise e fece un cenno per indicare che ora potevano smettere di applaudire, in modo che lei potesse dare loro una dimostrazione del motivo per cui erano venuti ed esibire la potenza della sua voce. Inviò un muto messaggio al direttore d'orchestra, indicandogli con lo sguardo che poteva attaccare. Lui si riscosse, come se fosse stato tanto ammaliato da aver dimenticato perché si trovava lì, si voltò verso l'orchestra e si affrettò a battere la bacchetta sul podio. Francesca fece un respiro profondo, aprì la bocca e cominciò a cantare. Nel teatro era sceso un silenzio profondo, assoluto. Con la voce melodiosa che faceva da contrappunto alla musica dell'orchestra, Francesca soggiogava il pubblico con un potente incantesimo, seduceva i presenti in un gioco sensuale, in un crescendo di piacere, modulando il suo 22


strumento, la voce, con maestria esaltante. Il suo potere era immenso, tanto che quasi incuteva timore. Con una minima variazione dell'inflessione poteva far nascere sospiri e persino lacrime. La musica si gonfiò come un'onda in un crescendo pieno di pathos e lei fece una lieve pausa per richiamare a sé tutta la propria potenza vocale mentre si preparava a emettere quell'ultima nota che avrebbe fatto andare tutti in visibilio. Spostò lo sguardo sul pubblico, sulle sagome indistinte, rese quasi spettrali dalle luci accecanti sul palco. Seducili, come hai sedotto me..., le sussurrò una voce incorporea. Facendo leva sulla loro brama di emozioni, si donò agli spettatori come se fosse nuda, senza trattenere nulla. Sollevò leggermente le braccia impostando il diaframma, allettando il pubblico con la trepidazione dell'ultimo acuto. Chiuse gli occhi e scivolò sulla nota con facilità, poi socchiuse la palpebre, sperando di cogliere qualche espressione rapita. Le cadde lo sguardo sul palchetto più vicino al proscenio, occupato da un uomo dalla bellezza ultraterrena, quasi demoniaca. Era solo, e i suoi occhi scuri e scintillanti la trapassavano con spudorata sensualità. La nota le rimase strozzata in gola; le facevano male i polmoni per lo sforzo. Lui la guardò negli occhi e, chissà come, parve prendere il controllo della sua voce. Chinò il mento e attirò la voce verso il basso, poi lo sollevò e la nota si librò con purezza, aumentando di volume. Francesca aveva l'impressione di non avere più alcun controllo sul suo corpo mentre lui la dominava, intimandole silenziosamente di continuare a cantare. Lei si riempì i polmoni con respiri rapidi per seguire il potere che lui manteneva sulla sua voce. Gli occhi penetranti erano accesi dalla passione; era chiaro l'intento dell'uomo di prendere il possesso del suo corpo e della sua voce. Attraverso la nebbia che le aleggiava nella mente si fecero largo delle immagini seducenti, sensuali, dei loro corpi avvinghiati in mezzo alle lenzuola spiegazzate da un am23


plesso furibondo. Il desiderio la travolse, sfiorandola con lingue di fiamma che incenerirono la sua volontà. Nelle orecchie sentiva i propri ansiti all'apice del piacere, i gemiti, le parole imploranti con cui lo supplicava di prenderla con maggior vigore. Lui sollevò il viso verso l'alto con un sorriso mefistofelico mentre una nota acuta le sgorgava dalla gola. Francesca si sentì sollevare a mezz'aria e fu invasa da un intenso fremito orgasmico. La nota si librò sospesa nel tempo e nello spazio, sull'onda della sua estasi erotica. Poi tutto finì. Lei socchiuse le labbra, quasi incapace di respirare, e rimase immobile, la pelle cosparsa da un velo di sudore freddo mentre fissava l'uomo come se nel teatro ci fossero solo loro due. Lui appoggiò più comodamente le spalle allo schienale della poltroncina e le fece un cenno di approvazione, sollevando gli angoli della bella bocca in un sorriso compiaciuto. Ci fu un attimo di silenzio. Tutti trattennero il fiato, poi dal pubblico partì un lungo applauso scrosciante. Gli spettatori si alzarono all'unisono tributandole un omaggio entusiastico per quella esibizione. Trasognata, Francesca si riscosse e tornò in sé, come se solo allora fosse nuovamente in grado di vedere i presenti in sala. Incerta della propria capacità di coordinare i movimenti, abbozzò una riverenza piegando le gambe malferme. Si umettò le labbra riarse; era piena di energia, come se il suo corpo fosse appena stato attraversato da un fulmine. Si sentiva potente, invincibile... immortale. Si chiese se qualcun altro avesse notato l'uomo dal fascino sinistro che sembrava comandare la sua voce. Spostò lo sguardo verso il palco e si stupì vedendolo vuoto. Girò la testa e fissò quello accanto e quello sopra, ma lui era scomparso. Improvvisamente prosciugata di tutte le energie, vacillò, salutò con un gesto stanco e uscì di scena. Il direttore accorse dietro il sipario per sorreggerla. Olivia l'accompagnò nel camerino, ma Francesca le ordi24


nò di non far entrare nessuno. Aveva bisogno di restare qualche minuto da sola per riprendersi dopo quell'insolita ed emozionante esperienza. Chiusa la porta, si appoggiò al battente e fece qualche respiro profondo. Di colpo notò un inconfondibile odore di legno e sempreverde in mezzo alla fragranza dolciastra della profusione di fiori che trovava sempre in camerino, gli omaggi dei suoi ammiratori. Che stranezza!, pensò. Chiuse gli occhi, cercando di calmare i battiti affrettati del cuore. Di sicuro, quel profumo di bosco era solo frutto della sua immaginazione. Sentì un respiro caldo su una guancia, poi udì un sospiro profondo, maschile. Aprì gli occhi di scatto, spaventata. Era sola. Eppure avvertiva la sensazione di una mano che scivolava sul suo abito. Appoggiò la testa alla porta e protese il busto, anelando al contatto. La sensazione di calore le percorse il collo, poi il solco tra i seni, come una lingua ardente, mentre qualcosa le premeva contro l'inguine. Francesca sollevò istintivamente la gonna e allargò le cosce per permettere a quella mano invisibile di calmare il desiderio ardente che la faceva fremere. Si voltò verso la porta e vi poggiò gli avambracci mentre un piacere etereo la riempiva, provocandole un brivido erotico. Spalancò le gambe e sporse il bacino all'indietro per assecondare la penetrazione del membro enorme, duro, del suo amante fantasma. Non riusciva neanche a respirare per l'intensità della sensazione che la invadeva. Sapeva che era inutile tentare di razionalizzare, e si abbandonò a ciò che provava. Una voce le bisbigliò all'orecchio mentre gli affondi andavano a tempo con i battiti rapidi del suo cuore. «Sì, così, mia bella, è questo ciò che desideri. Lo hai sognato tante volte, non è vero?» «Sì...» mormorò lei, abbandonandosi in un'altra dimensione, dove regnava un'estasi irreale. «Allora avrai ciò che desideri.» 25


Il corpo di Francesca esplose in mille bagliori multicolori di luce scintillante, la sua mente era prigioniera del godimento che la invadeva. Quando gli spasmi del piacere si furono placati, lei aprÏ gli occhi, ancora ansante dopo quell'esperienza onirica, e si guardò intorno. Non c'era niente di diverso, eppure le sue sensazioni erano inequivocabili. Era in preda a un languore sazio e appagato.

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Notte di tentazione di A. McIntyre, C. Featherstone, K. Astor Tre donne subiscono il fascino di una tentazione magicamente erotica. Sono donne a cui la vita non ha ancora donato i palpiti della passione, e per questo sono facili prede di fascinosi e misteriosi seduttori. Anelano a provare tutti i piaceri dei sensi, ma saranno pronte a pagare il prezzo per realizzare i loro desideri più trasgressivi? Francesca, una seducente cantante d'opera, Celeste, fanciulla dolcissima e sensibile e Madeline, intrappolata in un matrimonio arido e privo d'amore, sono le protagoniste di tre racconti in cui un pizzico di magia permette loro di fuggire da una realtà che non le soddisfa per ritrovare se stesse e far emergere la loro innata, provocante sensualità.

Il gioco della passione di Anne Rainey La timida Gracie Baron ha una vita complicata e non ha tempo per l'amore, nonostante sia attratta dall'aitante e volitivo Wade Harrison, investigatore privato che le fa una corte spietata. Ma quando un misterioso stalker attenta alla sua vita, la cosa più naturale è cercare la sua protezione. Perciò Gracie si affida a lui, e si lascia trascinare in un gioco di passione irruenta che le fa scoprire una dimensione fino ad allora sconosciuta. Lei ha paura di lasciarsi andare perché non è abituata a fidarsi degli uomini, ma le indagini di Wade procedono di pari passo con i loro incontri erotici, sempre più travolgenti. E ben presto tutte le barriere cadono, perché Wade non è solo un investigatore instancabile e un amante sensuale, ma anche l'uomo più adatto per insegnarle la fiducia, il piacere e forse anche l'amore.


ritorna a NOVEMBRE con 2 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 29 NOVEMBRE


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