Pas77 gioco della passione

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Anne Rainey

Il gioco della passione


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: So Sensitive © 2011 Anne Rainey Aphrodisia Books-Kensington Publishing Corp. Italian language rights handled by Agenzia Letteraria Internazionale, Milano, Italy Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion marzo 2013 Seconda edizione Harmony Passion settembre 2013 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 77 del 26/09/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo

Gracie non riusciva proprio a distogliere lo sguardo dall'uomo appoggiato alla sua scrivania. Un brivido d'emozione le percorse la spina dorsale mentre contemplava il suo viso affascinante, illuminato da un sorriso cordiale e incorniciato da capelli castano scuro leggermente mossi, e il suo fisico imponente, con braccia perfette per stringere una donna. Ma la cosa migliore era il fatto che l'Adone muscoloso che aveva di fronte la stava guardando come un cercatore d'oro che ha appena trovato una grossa pepita. «Non ci siamo presentati» stava dicendo mentre Gracie lo fissava inebetita. «Mi chiamo Wade Harrison e sono un amico di Cherry.» Dio, la voce di quel fusto era seducente come il suo aspetto! Calda, profonda, leggermente roca, come se si fosse appena alzato dal letto. Gracie esitò qualche secondo perché dovette fare appello a tutto il proprio autocontrollo per rispondere senza balbettare penosamente. «Piacere, signor Harrison. Sono Gracie Baron, la nuova segretaria di Cherry.» «Piacere, mio, Gracie. Ti prego, diamoci del tu, vuoi?» la invitò. Con il suo sorriso seducente, Wade le porse la mano. Gracie posò prontamente la penna e gliela strinse. La presa salda delle dita le provocò un fremito di natura inequivocabile al bassoventre. Wade chinò il capo portandosi la mano di Gracie alle labbra e gliela baciò. Quando si sentì 5


sfiorare la pelle da quella bocca morbida e virile al tempo stesso Gracie era pronta a farsi conquistare. Lui le lasciò libera la mano strizzandole l'occhio. Gracie ebbe subito nostalgia del calore della sua stretta, ma si costrinse a riprendere la penna con disinvoltura, fingendo di non essere turbata. Wade la stava scrutando come se volesse esaminarle il corpo da capo a piedi, ma il suo sguardo fu arrestato dalla barriera della scrivania che gli impedì di scivolare verso il basso. Tornò a fissarla con le iridi color cioccolato e le chiese: «Dimmi, Gracie, cosa fai quando non sei impegnata a rispondere al telefono e a fissare appuntamenti qui a Serene Comfort?». «Ho anche un altro impiego» sospirò lei. «Sono segretaria di amministrazione.» Lui sollevò le sopracciglia con aria sorpresa. «Hai due lavori?» «Sì, ho bisogno di soldi poiché do una mano a mio padre, economicamente parlando» gli spiegò pensando con tristezza alle tante bollette scadute del genitore che avrebbe dovuto pagare. Lui raddrizzò la schiena e incrociò le braccia. «Una figlia modello» commentò. Lei s'irrigidì. «Se vogliamo metterla così» commentò, sostenuta. Pur sembrando una figlia affezionata agli occhi di Wade, più che altro era lo zerbino di suo padre, si disse. Però era inutile autocommiserarsi. Non sarebbe cambiato nulla se lei si fosse lamentata. Suo padre avrebbe continuato a spendere in alcolici l'assegno di disoccupazione, per poi chiamarla in preda al panico perché rischiava di farsi sfrattare per non aver pagato l'affitto. Gracie era stufa di essere la sua ancora di salvezza ma non aveva il coraggio di dirgli di arrangiarsi. Dopotutto era suo padre. «Sei impegnata con qualcuno quando non lavori, Gracie?» le chiese con voce suadente. 6


Il modo in cui pronunciava il suo nome le faceva pensare a lenzuola di seta e candele accese. Era un'immagine piacevole, stuzzicante... Ma la realtà s'insinuò prepotentemente nei suoi pensieri quando rifletté sulla domanda. «No, non frequento nessuno al momento. A dire la verità non ne avrei il tempo.» Il sorriso di Wade divenne più luminoso, come se quella fosse stata la risposta che sperava. «Che ne diresti allora di cenare con me venerdì sera? Vorrei conoscerti meglio.» Il suo invito era l'equivalente di un cono gelato fatto dondolare davanti a un bambino di cinque anni. Gracie aveva l'acquolina in bocca per l'entusiasmo e l'emozione al pensiero di una serata in compagnia di quell'uomo davvero affascinante. «Sarei veramente...» Un trillo proveniente dal computer la interruppe. Era il segnale che indicava l'arrivo di un'e-mail. Gracie guardò lo schermo e fece una smorfia, raggelata, quando riconobbe l'indirizzo di posta elettronica del mittente sotto la colonna Da. Era il suo inquietante ammiratore segreto il quale le ricordava che, pur non avendo un marito né un fidanzato, nella sua vita in effetti c'era un uomo. Il fatto che lei non lo volesse pareva irrilevante per quell'importuno. Era inutile illudersi; come avrebbe potuto frequentare Wade quando aveva due lavori, un padre alcolizzato a cui badare e uno squilibrato che la tormentava via Internet? Non le restavano energie sufficienti per avere una vita sociale. «Ehi, ci sei?» le chiese lui. Lei si riscosse. «Oh, scusa!» sussultò. «Perdonami, ma non è un buon momento. Possiamo riparlarne in un'altra occasione, sempre che l'invito sia ancora valido?» Lui poggiò le mani aperte sul piano della scrivania e si sporse fino a trovarsi con il viso a pochi centimetri da quello di Gracie. «So essere molto paziente, mia cara.» Il suo sguardo deciso e penetrante le inviò una scarica di 7


adrenalina in tutto il corpo, insieme alla consapevolezza improvvisa che i suoi giorni erano contati. Si era resa conto che non avrebbe potuto sfuggirgli tanto facilmente se avesse voluto. Ma lei non voleva...

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Due mesi dopo «Se mi dessi un valido motivo per cui non vuoi uscire con me ti lascerei in pace. Invece non fai altro che borbottare e ringhiarmi contro. Non sono modi accettabili di esternare il tuo dissenso, Gracie.» «Ti ho già detto di no. Dovrebbe essere sufficiente per indurti a desistere. Un altro al tuo posto si sarebbe già scoraggiato. Tu invece ti sei intestardito solo perché qualsiasi altra donna che inviti cade ai tuoi piedi sbavando come se fossi una tavoletta di cioccolato. È terrificante.» Wade si sforzò di non sorridere, ma invano. La similitudine fatta da Gracie lo lusingava. «Una tavoletta di cioccolato, eh? Suppongo che l'immagine ti sia venuta in mente perché sei golosa.» La fronte aggrottata di Gracie si spianò e gli angoli della sua bocca s'incurvarono in un sorriso ironico. «Veramente sono allergica al cioccolato, tant'è vero che mi basta vedere un cioccolatino per farmi venire voglia di buttarlo dalla finestra.» Wade si portò le mani al cuore in un gesto esageratamente teatrale. «Ahi... Sei inquietante!» Lei raddrizzò le spalle e si voltò verso lo schermo del computer per tornare a dedicare la propria attenzione al lavoro, in un chiaro invito a lasciar perdere perché aveva da fare. «Esatto. Perciò vai a trovarti una bambolina dolce e disponi9


bile che ti scaldi il letto, Wade. Io non sono interessata, davvero.» Lui tornò a piegarsi verso di lei. «Una donna oggetto non mi soddisferebbe quando ho preso di mira una bella rossa sensuale con un caratterino difficile.» «Wade, smettila d'importunare la mia segretaria!» esclamò una voce femminile alle sue spalle. Lui si voltò e vide Cherry DuBois, futura signora Ricci, poiché stava per sposare l'italiano che lavorava come consulente finanziario nell'ufficio accanto a Serene Comfort. Cherry si stava avvicinando con un caffè in un bicchiere di carta in una mano e il cellulare nell'altra. Il suo passo deciso trasudava sicurezza e dinamismo. Wade le sorrise con affetto; era fiero di lei. Cherry era sua amica da anni e aveva trascorso un brutto periodo dopo che Brody, il suo primo marito, le aveva chiesto il divorzio. Tuttavia il suo impegno nel lavoro aveva fatto decollare il centro di massoterapia, Serene Comfort, e il successo nel lavoro l'aveva aiutata a sentirsi più sicura di sé e indipendente, e a capire che non le serviva un uomo come Brody. L'incontro con Dante Ricci aveva dato la spinta definitiva alla sua felicità. Dante amava molto Cherry e stravedeva per lei. Se avesse proprio dovuto essere sincero fino in fondo, Wade sarebbe stato costretto ad ammettere di provare un pizzico d'invidia per la coppia d'innamorati. «Sono venuto per invitarti a pranzo ma tu eri già uscita» le spiegò. «Perciò ho chiesto alla signorina Perfettini di pranzare con me» aggiunse ironico, indicando Gracie con un cenno del capo. «Io e Dante abbiamo mangiato a casa. Avresti dovuto avvertirmi e avrei cambiato i miei programmi.» Wade si voltò verso di lei e incrociò le braccia, appoggiando i fianchi alla scrivania di Gracie. «E avresti piantato in asso Dante per me?» chiese, scettico. «Avrei potuto...» «Non devi trovare una scusa se vuoi passare più tempo possibile con Dante. Ora siete fidanzati» la interruppe Wade 10


in tono più conciliante. «E non è poi un gran sacrificio per me stare in compagnia della tua bella segretaria.» Cherry si avvicinò e lo salutò con un bacio sulla guancia, poi guardò Gracie da sopra la spalla dell'amico. «Sei autorizzata ufficialmente a prenderlo a calci e a sbatterlo fuori se t'importuna, mia cara. Gli farebbe bene una lezioncina.» Gracie rise ma Wade si accorse che la sua era una risata forzata. Aveva ormai capito che Gracie non era mai veramente a suo agio con le persone, neanche con Cherry, nonostante fosse un tipo con cui tutti andavano d'accordo. «Non preoccuparti» rispose lei. «Comunque se ne stava giusto andando, no?» Wade sbuffò e si staccò dalla scrivania. «Sì, certo. Il mio povero cuore non potrebbe sopportare l'ennesimo rifiuto.» In quell'istante squillò il telefono. Gracie trasalì e si affrettò a rispondere. Wade ne approfittò per salutare Cherry e si diresse verso la porta. Uscì dal centro ed era già quasi arrivato all'auto quando si rese conto di aver dimenticato di riferire a Cherry della telefonata ricevuta dal suo ex marito, che di colpo sembrava aver deciso di volersi riconciliare con l'ex moglie. Quel bastardo di Brody, però, non aveva capito che sarebbe stata un'eventualità impossibile. Wade tornò sui suoi passi; attraversò di nuovo il parcheggio e aprì la porta. Quando rientrò guardò in direzione della scrivania di Gracie, aspettandosi di trovarla lì, ma vide che la sedia era vuota. Immaginò che avesse fatto una pausa e si avviò verso l'ufficio di Cherry in fondo al corridoio. Passando davanti al bagno sentì un suono che lo indusse a fermarsi e a tendere l'orecchio. Dietro la porta chiusa c'era una donna che piangeva. Era Cherry o Gracie? Bussò sommessamente. Non avrebbe voluto intromettersi, ma gli sarebbe dispiaciuto in entrambi i casi, che fosse la sua amica o la bella segretaria la donna che in quel momento singhiozzava disperata. «S... sì?» balbettò Gracie. Wade si accigliò, preoccupato. «Tutto bene?» 11


«S... sì» ripeté Gracie. Col cavolo, pensò Wade. Da quando la conosceva, aveva visto Gracie infuriata, timida, sarcastica, scostante, ma non aveva mai sentito la sua voce tremare in quel modo. Gli sembrava spaventata, e la cosa non gli piaceva affatto. Era deciso ad andare a fondo della questione. Mentre rifletteva, aspettando che lei uscisse dal bagno, fu colpito da un orribile sospetto che lo raggelò. Forse era stato proprio lui la causa del turbamento di Gracie, con la sua insistenza e la sua sottile presa in giro? Fino ad allora aveva pensato che le sue punzecchiature facessero parte del gioco esistente tra lui e Gracie, in cui lui faceva la parte del gatto e lei quella del topo; ma forse le sue provocazioni l'avevano messa a disagio più di quanto fosse stata disposta ad ammettere. La porta si aprì e Wade s'irrigidì nel vedere Gracie che usciva a testa bassa, intenta a tamponarsi gli occhi con un fazzolettino di carta. Non avendolo visto, andò a sbattere proprio contro di lui e barcollò, perdendo l'equilibrio. Wade l'afferrò al volo per le spalle, per sostenerla prima che cadesse all'indietro. Lei alzò la testa di scatto e lo guardò con i begli occhi verdi pieni di lacrime. La situazione non prometteva affatto bene, pensò Wade. «Credo che dovresti dirmi quale problema hai» esordì. «E, per favore, non cercare neanche di convincermi che va tutto bene.» Lei scosse la testa e si soffiò il naso, poi tentò di aggirarlo per sfuggirgli, ma Wade le bloccò il passo, le prese il mento tra due dita e la costrinse ad alzare lo sguardo verso di lui. «È colpa mia?» le chiese, concitato. «Ti ho fatto qualcosa?» Lei rimase interdetta per qualche secondo, battendo le palpebre, come se non avesse capito a cosa Wade si riferisse, poi scoppiò in una risata isterica. «Wade, hai davvero un ego spropositato!» Il fatto che ridesse tra le lacrime rappresentava un'ulteriore prova del suo stato d'animo; Gracie era sconvolta, questo era 12


evidente. Per la prima volta da quando la conosceva, Wade non si soffermò solo sul suo aspetto fisico, ma andò oltre la bellezza del viso, la massa morbida e fluente dei capelli rossi, il fisico procace e le labbra carnose, e notò i suoi occhi cerchiati e i lineamenti tirati come se non dormisse da giorni. «Gracie, mi rendo conto che magari siamo partiti con il piede sbagliato» esordì, sentendosi in colpa. «Se ti va di parlare, sono bravo ad ascoltare.» Lei raddrizzò le spalle e si asciugò gli occhi, facendo un respiro profondo per cercare di riprendere il controllo delle proprie emozioni. «Sto bene, Wade, davvero. Sono solo cose da donne.» La campanella sopra la porta d'ingresso annunciò l'arrivo di un cliente. «Grazie per l'interessamento ma devo tornare al lavoro.» Gli passò davanti battendo in fretta in ritirata. Sconcertato, la seguì con lo sguardo. Il suo sesto senso gli diceva che c'era sotto qualcosa di più grave di una banale sindrome premestruale. Ci avrebbe scommesso. Tuttavia non c'era nulla che potesse fare, a meno di legarla a una sedia e sottoporla a un interrogatorio. Quando si avviò verso la porta e passò davanti alla sua scrivania, le cercò gli occhi con lo sguardo. Lei gli sorrise; sembrava composta e pacata come al solito. Se non fosse stato per gli occhi rossi, nessuno avrebbe potuto capire che qualcosa l'aveva turbata, e il suo atteggiamento lo indusse a chiedersi se non fosse una maschera che ormai era abituata a portare. Gracie Baron era una donna enigmatica, ma Wade era deciso a scoprire cosa si nascondesse sotto quella calma apparente e a svelare i misteri della sua personalità intrigante. Certo, sarebbe stato meglio se lei non fosse stata tanto ostinata... Gracie seguì con lo sguardo Wade attraverso la grande vetrata mentre lui saliva in macchina e andava via. Emise un sospiro di sollievo, perché aveva ormai capito che quell'uomo rappresentava una minaccia al suo equilibrio precario. Se il 13


cliente di Cherry non si fosse presentato proprio al momento giusto, avrebbe finito per sfogarsi con quell'individuo imponente e affascinante che l'attraeva e la intimidiva in uguale misura. Sapeva che sarebbe stato un grave errore coinvolgere un estraneo nella sua vita complicata e disastrosa. Era già terribile che lei fosse costretta a sopportare delle situazioni angoscianti, non voleva obbligare altri a condividere con lei il peso che portava sulle spalle. Tornò a guardare lo schermo del computer ed emise un gemito di raccapriccio. Un'altra e-mail dal suo persecutore, forse ancora più sinistra delle precedenti. Non era la prima volta che la minacciava, ma stavolta nelle parole che leggeva sul monitor sembrava esserci una nota di agghiacciante disperazione che non prometteva niente di buono. Ti osservo ogni giorno, amore mio. Ogni tuo gesto è per sempre impresso nella mia mente, nella mia anima. Adoro il modo in cui ti muovi; sei aggraziata e leggiadra anche quando vai di fretta. Tuttavia ci tengo a farti sapere che non approvo affatto il tuo secondo lavoro. Ti ho chiesto di lasciare l'impiego, però tu hai ignorato la mia preghiera. Questa situazione non può continuare oltre. Finora ti ho lasciato divertire, ma è giunto il momento che tu comprenda cosa significa veramente l'obbedienza. È per il tuo bene, non dimenticarlo. Ti amo, Gracie Lynn. Nonostante ciò, a volte sarò costretto a essere forte e autoritario e ad agire con il pugno di ferro per dimostrarti che il nostro amore può superare ogni ostacolo. Per sempre tuo, l'Ammiratore Segreto Rabbrividendo d'angoscia e inquietudine, Gracie salvò l'email nella sua penna USB per caricarla poi sul portatile una volta a casa, come faceva ogni volta. Aveva cominciato a salvare tutti i suoi messaggi in una cartella sul portatile quando si era resa conto che non si trattava solo di un Ammiratore Segreto, come si firmava, bensì di un vero e proprio squili14


brato. Ormai aveva collezionato almeno un centinaio di email. All'inizio le era parso innocuo. Le scriveva lettere piene di complimenti e si firmava sempre allo stesso modo, l'Ammiratore Segreto. Gracie non aveva mai risposto ma doveva ammettere di essersi sentita lusingata. La prima volta in cui lui aveva utilizzato il suo secondo nome, Gracie aveva provato una sottile inquietudine, poi aveva cominciato ad allarmarsi sempre più. Il suo secondo nome, Lynn, non compariva sull'elenco del telefono né in alcun documento, dalla patente alle carte di credito. Chiunque fosse l'autore delle e-mail, la conosceva bene oppure aveva preso informazioni accurate sul suo conto. Gracie aveva capito che continuare a ignorare i messaggi non l'avrebbe indotto a desistere, perciò aveva fatto la cosa più ovvia per una donna perseguitata da uno stalker. Si era rivolta alla polizia, però senza alcun risultato. L'ispettore con cui aveva parlato le aveva spiegato che il suo ammiratore non aveva fatto niente di male perché non l'aveva minacciata, perciò le aveva consigliato di conservare le e-mail e contattarlo di nuovo se la situazione fosse peggiorata. Da allora erano trascorse due settimane ma le e-mail non erano cessate; anzi, erano diventate più insistenti e frequenti. Ormai il suo ammiratore le inviava puntualmente un messaggio farneticante ogni tre ore, in cui scriveva che l'amava, che presto sarebbero stati insieme e sarebbero vissuti per sempre felici e contenti. Era sempre attento a non minacciarla esplicitamente, perciò Gracie non aveva nessun elemento per rivolgersi di nuovo alla polizia. Le faceva venire la nausea l'idea che esistesse un pazzo del genere e che avesse preso di mira proprio lei. Era terrorizzata al pensiero di cos'avrebbe potuto farle lo stalker per tenerla tutta per sé. Per un attimo pensò a Wade Harrison, però cancellò in fretta la sua immagine dalla mente. Non poteva pensare a Wade; se gli avesse confidato il suo problema, lui avrebbe voluto aiutarla, ma Gracie era restia a coinvolgerlo. Non osava immaginare le possibili rappresaglie del suo am15


miratore se avesse avuto sentore del fatto che le piaceva qualcuno. Fino a quel momento non aveva fatto nulla di concreto contro di lei, ma Gracie sapeva che in parte la tranquillità del suo ammiratore era dovuta anche al fatto che conduceva una vita piuttosto ritirata. Non frequentava uomini, non usciva con gli amici. Quando non lavorava, era sempre sola. Era sicura che, se nella sua vita fosse entrato un uomo, oltretutto affascinante come Wade, la situazione sarebbe precipitata. Non voleva mettere in pericolo Wade oltre che se stessa. Il resto del pomeriggio passò in fretta tra un cliente e l'altro. Gracie era contenta di essere impegnata perché il lavoro la distraeva. Dopo l'ultimo appuntamento, spense il computer e prese la penna USB contenente le e-mail del folle. Mentre la stava infilando in borsa, Cherry uscì dalla sua stanza e si avvicinò alla scrivania. «Sei pronta? Possiamo andare?» le chiese. «Sì.» Cherry insisteva sempre affinché uscissero insieme. Spesso veniva a prenderla Dante che le accompagnava fuori. A Gracie piaceva quella coppia; erano brave persone, gentili e premurose. Come se l'avesse chiamato con il potere della mente, Dante apparve sulla soglia e tenne aperta la porta mentre le due donne uscivano. Attese finché Cherry non ebbe inserito l'allarme e chiuso a chiave, poi la prese per mano. Nel guardarli, Gracie avvertì una lieve fitta d'invidia. Non riusciva a immaginare cosa si provasse a vivere un legame così profondo e intenso, un amore appassionato come il loro. L'avrebbe mai sperimentato anche lei? «Ora che Wade non è qui, vorrei che sapessi che se t'importunasse, ti basterebbe farmelo sapere e gli parlerei subito» le disse Cherry. «Non vorrei che ti mettesse a disagio con i suoi modi.» Gracie sorrise per la prima volta dopo ore di tensione. «No, non mi dà fastidio» la rassicurò. «Però mi diverto a tenerlo sulle spine.» 16


Cherry sorrise. «L'avevo immaginato. Ti piace?» Gracie s'irrigidì, esitante. «È un bell'uomo e devo ammettere che non mi dispiacerebbe uscire con lui, ma in questo momento non ho proprio il tempo di frequentare un uomo.» Cherry lanciò un'occhiata complice a Dante e il suo sorriso divenne più luminoso. «A volte vale la pena trovarlo, il tempo» sentenziò. Gracie annuì, fingendo di aver capito. In realtà non sapeva proprio cosa si provasse a essere amata veramente e ad amarsi come Cherry e Dante. Aveva avuto dei ragazzi, ma le sue relazioni erano sempre state superficiali. Non aveva idea di cosa significasse aver trovato l'uomo della propria vita. Una volta salita in macchina, Gracie si avviò verso casa, ripensando al giorno in cui Cherry l'aveva assunta come segretaria. Gracie era stata entusiasta. Lo stipendio le avrebbe permesso di aiutare il padre pagandogli le bollette, pur continuando a vivere da sola. Forse se avesse continuato ad avere due lavori, un giorno sarebbe riuscita a estinguere tutti i debiti. Ma chi prendeva in giro? Suo padre era un patetico fanfarone e un ubriacone. Cominciava a bere appena sveglio e non smetteva fino a quando andava a dormire. Riusciva ad avere ancora un tetto sulla testa solo grazie ai due lavori di sua figlia. Se lei non avesse avuto abbastanza soldi per mantenerli entrambi, uno dei due sarebbe finito in mezzo a una strada. Imboccata la via che portava al suo caseggiato, Gracie tornò con la mente a Wade. Era veramente attraente e sensuale, con il fisico atletico, virile, i capelli perennemente scompigliati e i begli occhi scuri. Appena le aveva sorriso la prima volta lei era stata subito conquistata dal suo fascino. Quando lui l'aveva invitata a uscire insieme, aveva quasi ceduto. Poi, come un presagio infausto, aveva sentito il trillo che indicava l'arrivo di un'e-mail sul suo computer. Appena aveva riconosciuto l'indirizzo di posta elettronica del suo stalker, le parole che stava per pronunciare, per accettare la proposta di Wade, le si erano spente in gola. Da allora Gracie 17


si era aggrappata a qualsiasi scusa possibile per tenerlo a bada ma, accidenti!, lui era proprio tenace. Doveva ammettere che non era fastidioso con la sua insistenza. Gracie era sicura che, se lei l'avesse respinto con decisione e in maniera credibile, lui avrebbe capito l'antifona e l'avrebbe lasciata in pace. Tuttavia Wade aveva intuito che non era solo lui a provare una certa attrazione nei suoi confronti, però non riusciva a comprendere perché lei fosse tanto riluttante ad accettare il suo invito. Purtroppo Gracie non poteva semplicemente dirgli la verità a bruciapelo. Ah, a proposito, avevo dimenticato di dirti che sono il bersaglio delle attenzioni di uno psicopatico e temo che potrebbe prenderti di mira se io e te uscissimo insieme. Sai, il mio ammiratore segreto ha il pallino di tenermi tutta per sé... Sì, sarebbe stato fantastico dirglielo. Arrivata a poco più di cinquecento metri da casa, Gracie cercò di cancellare dalla mente quei pensieri e di concentrarsi sulla guida. Ammiratore o no, teneva parecchio alla sua integrità fisica. Era venerdì sera, si disse, ed era immancabilmente sola. Patetico! Aveva appena superato la curva quando sentì sbattere contro il paraurti posteriore della sua vettura. Frenò automaticamente e l'auto rallentò. Con le mani tremanti, Gracie fu invasa dal panico. Guardò nello specchietto retrovisore ma vide solo l'oscurità, interrotta dai fari di un'auto che la seguiva. Era troppo buio per riuscire a scorgere altri particolari utili. Cominciò ad accostare al bordo della carreggiata, intenzionata a chiamare la polizia, quando un altro impatto, ancora più violento, fece fare un testacoda alla sua macchina. «Oddio!» gridò, angosciata. L'ansia si trasformò in terrore allo stato puro mentre l'altra automobile accelerava e sbatteva di nuovo contro la sua. Dal parabrezza Gracie vedeva un fitto bosco di conifere; sapeva che un profondo burrone era nascosto dalla macchia a non più di quindici metri di distanza da lei. Tenendo stretto il vo18


lante premette con tutta la forza sul freno. Il suo unico pensiero era riuscire a evitare di precipitare nel baratro. L'auto si schiantò in mezzo al bosco, falciando i cespugli. Il mondo si capovolse poi, improvvisamente, e l'oscurità la inghiottÏ.

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Notte di tentazione di A. McIntyre, C. Featherstone, K. Astor Tre donne subiscono il fascino di una tentazione magicamente erotica. Sono donne a cui la vita non ha ancora donato i palpiti della passione, e per questo sono facili prede di fascinosi e misteriosi seduttori. Anelano a provare tutti i piaceri dei sensi, ma saranno pronte a pagare il prezzo per realizzare i loro desideri più trasgressivi? Francesca, una seducente cantante d'opera, Celeste, fanciulla dolcissima e sensibile e Madeline, intrappolata in un matrimonio arido e privo d'amore, sono le protagoniste di tre racconti in cui un pizzico di magia permette loro di fuggire da una realtà che non le soddisfa per ritrovare se stesse e far emergere la loro innata, provocante sensualità.

Il gioco della passione di Anne Rainey La timida Gracie Baron ha una vita complicata e non ha tempo per l'amore, nonostante sia attratta dall'aitante e volitivo Wade Harrison, investigatore privato che le fa una corte spietata. Ma quando un misterioso stalker attenta alla sua vita, la cosa più naturale è cercare la sua protezione. Perciò Gracie si affida a lui, e si lascia trascinare in un gioco di passione irruenta che le fa scoprire una dimensione fino ad allora sconosciuta. Lei ha paura di lasciarsi andare perché non è abituata a fidarsi degli uomini, ma le indagini di Wade procedono di pari passo con i loro incontri erotici, sempre più travolgenti. E ben presto tutte le barriere cadono, perché Wade non è solo un investigatore instancabile e un amante sensuale, ma anche l'uomo più adatto per insegnarle la fiducia, il piacere e forse anche l'amore.


ritorna a NOVEMBRE con 2 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 29 NOVEMBRE


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