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Logan Belle

Piume blu


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Blue Angel © 2011 Logan Belle Aphrodisia Books-Kensington Publishing Corp. Italian language rights handled by Agenzia Letteraria Internazionale, Milano, Italy Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion maggio 2013 Questa edizione Harmony Passion gennaio 2014 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 80 del 16/01/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Per tutto il tragitto in taxi lui continuò a dirle che era una sorpresa, rifiutandosi di rivelarle il benché minimo indizio, malgrado le sue insistenze. «Non mi piacciono le sorprese» ripeté Mallory per l'ennesima volta mentre lo seguiva. I due entrarono in un palazzo buio e anonimo, privo d'insegne ed elementi distintivi in una traversa della Bowery. «È il tuo compleanno!» protestò Alec in tono enfatico. «Che compleanno è senza sorprese?» Le fece l'occhiolino e lei non poté resistere all'impulso istintivo di ricambiarne il sorriso. Purtroppo quello era il suo punto debole nei confronti di Alec; per quanto lui potesse farla infuriare, lo amava troppo per tenergli il broncio. E poi, in fondo, perché avrebbe dovuto essere di cattivo umore? Finalmente erano andati a convivere dopo tre anni di relazione a distanza mentre lei portava a termine gli studi di giurisprudenza. Ora Mallory aveva un buon posto presso un prestigioso studio legale, la vita le sorrideva e per giunta era il suo compleanno. Venticinque anni era un'età da festeggiare, un quarto di secolo! Per l'occasione Alec l'aveva portata fuori, a trascorrere una seratina romantica nella sua nuova città. Però... il posto tetro e inquietante in cui si trovavano non le sembrava un ristorante romantico, ideale per un tête à tête. 5


Furono accolti all'ingresso da una donna che aveva in mano una cartellina di plastica dura con la molla d'acciaio che reggeva un foglio. Molto professionale... e anche misterioso, pensò Mallory. La donna aveva un tatuaggio a forma di farfalla sul collo e un viso perfetto. Alle sue spalle c'era una tenda di velluto blu, come un sipario, che impediva di vedere nel locale. «Alec Martin e Mallory Dale. Siamo in lista» annunciò lui, prendendo per mano Mallory con fare possessivo e orgoglioso. La donna fece un cenno d'assenso e li invitò ad accomodarsi con un gesto. Quando furono entrati, Mallory si guardò intorno incuriosita e vide che si trovavano in una specie di bar, con tavolini, divanetti, e una pedana che fungeva da piccolo palcoscenico, con un sipario di velluto. Fin lì niente di strano; tuttavia rimase sbalordita nel notare un nano e una donna in topless che indossava solo perizoma e reggicalze, calze nere sexy con la riga e scarpe di vernice rossa dai tacchi a spillo. Il suo stupore aumentò quando vide un uomo travestito da cowboy di rodeo, che brandiva una lunga frusta. «Dove diavolo mi hai portato?» sussurrò ad Alec, sconcertata. «Al Blue Angel, è un locale di burlesque» le spiegò lui con un sorriso orgoglioso e compiaciuto, come se le avesse appena regalato un anello con diamante. Burlesque?, pensò Mallory. Era l'argomento dell'articolo che Alec stava scrivendo per Gruff, la rivista di cultura pop per cui lavorava... e una scusa perfetta per guardare donne seminude e provocanti! «Quindi mi stai dicendo che festeggeremo il mio compleanno facendo ricerche per il tuo articolo?» borbottò lei, contrariata. Alec la guidò verso il tavolino più vicino al palcoscenico. La sala era piena all'inverosimile, ma Mallory notò un 6


cartellino Riservato sul tavolo. A quel punto fu sicura che la serata organizzata da Alec in realtà era stata programmata dalla rivista Gruff, che era di proprietà di un giovane milionario, Billy Barton. Alec aveva conosciuto Billy tramite la rete degli ex alunni dell'università che avevano frequentato entrambi, la Penn. Contrariamente ad Alec e alla maggior parte dei loro amici, che erano a New York solo da qualche anno, Billy aveva le conoscenze giuste per aprire tutte le porte e prenotare i tavoli migliori in qualunque locale. Quel posto privilegiato era indubbiamente opera sua... «No» replicò Alec. «Ho deciso di passare una serata divertente, nuova e interessante per festeggiare il tuo compleanno. Anche se il burlesque è l'argomento del mio articolo, sono sicuro che ti piacerà lo spettacolo. Aspettami qui, vado a prendere da bere.» Alec si diresse verso il bar prima che lei potesse protestare. Mallory si rammaricò di non aver deciso d'indossare qualcosa di diverso. Improvvisamente la gonna pied de poule bianco e nero lunga le parve eccessivamente sobria e castigata. Nella sala c'era parecchia carne in mostra, e tutte le donne presenti sembravano esibire le gambe in un modo o nell'altro. Dovunque si girasse, vedeva reggicalze e tacchi a spillo, cosce nude, o inguainate in calze a rete. Oltretutto, sopra la gonna castigata, lei indossava un semplice maglioncino nero a collo alto, per cui non aveva nemmeno un centimetro di pelle scoperto. Nell'angolo in fondo alla sala c'erano due donne che ridevano e parlavano con il tizio vestito da cowboy. Quella con il cappotto leopardato era la prima persona che Mallory aveva notato entrando. Era impossibile ignorarla, d'altronde. Oltre a essere stupenda e appariscente, aveva l'aspetto curatissimo, senza un capello fuori posto, la carnagione chiara, le labbra rosse e carnose e capelli neri lisci tagliati a caschetto. Come se avesse avvertito lo sguardo di Mallory 7


su di sé, la donna si voltò e puntò su di lei i suoi penetranti occhi azzurri. Colta in flagrante, Mallory trasalì e distolse in fretta lo sguardo ma, quando tornò a voltarsi, vide che la donna la stava ancora osservando, come se stesse aspettando d'incrociare di nuovo il suo sguardo. Si fissarono e Mallory ebbe uno stranissimo tuffo al cuore. «Ehi, non sei arrabbiata, vero?» le chiese Alec, tornando a sederlesi accanto e passandole una birra. Mallory bevve un sorso, resistendo all'impulso di voltarsi ancora verso la bella bruna. «Come? Oh, non so, forse sono delusa...» ammise con sincerità. «Dai, Alec, confessalo, volevi prendere due piccioni con una fava. Vuoi fare delle ricerche e, visto che è il mio compleanno e saremmo comunque usciti, hai approfittato per portarmi qui. Non hai pensato a come avrei voluto festeggiare, vero?» Le dispiaceva sembrare ingrata e lamentosa, però era preoccupata, non per il suo compleanno, ma per il loro rapporto. Non avrebbe voluto ammetterlo, ma nella loro relazione c'era qualcosa che non andava da quando lei si era trasferita a New York sei mesi prima. Alec era stato fagocitato dal mondo spietato e frenetico dei media newyorchesi, mentre lei aveva degli orari di lavoro assurdi allo studio legale in cui faceva praticantato e nel frattempo studiava per ritentare l'esame per poter esercitare la professione legale e iscriversi all'Ordine degli Avvocati. Inoltre c'era un elemento stonato, che la inquietava; di recente Alec avanzava spesso la proposta di avere un rapporto a tre con un'altra ragazza. Sulle prime, quando lui aveva fatto allusioni a quel gioco erotico trasgressivo, Mallory aveva creduto che volesse solo provocarla, ma alla fine si era resa conto che diceva sul serio e che gli sarebbe piaciuto sperimentare veramente un ménage à trois. Non sapendo come porsi al riguardo, si era limitata a relegare il problema in un angolino della mente tra le questioni spinose di cui non aveva voglia di occuparsi. 8


Non era infastidita perché la scandalizzava il pensiero di fare sesso con un'altra donna; non rifiutava la cosa a priori. Anzi, da ragazzina le era capitato di accorgersi a volte che guardava le amiche più carine con occhio interessato. In particolare ricordava che un anno, al campeggio estivo, aveva conosciuto una coetanea, Carly Klein, che le piaceva moltissimo. Era bella e atletica, e giocava a pallavolo come se mirasse alla medaglia d'oro alle Olimpiadi. Mallory aveva persino fatto un sogno erotico in cui Carly era protagonista, e poi si era sentita in colpa e imbarazzatissima per giorni. Però ora era cresciuta e aveva superato il periodo delle cotte adolescenziali; era adulta, e aveva una relazione stabile e matura. Alec mise una mano sulla sua mentre nella sala si diffuse a tutto volume una canzone di Lady Gaga. Le luci si abbassarono e il sipario di velluto blu che chiudeva il palco si aprì lentamente. Il tizio vestito da cowboy avanzò al centro della pedana e si fermò sotto un riflettore; dalla folla partì un boato di applausi e fischi di approvazione. «Signore e signori...» Il cowboy fece una pausa a effetto. «Benvenuti al Blue Angel!» esclamò con entusiasmo. Fece schioccare la frusta e Mallory sussultò. Ci furono altri applausi e ululati. Malgrado il suo malumore iniziale, Mallory avvertì una certa trepidazione. Nella sala c'era un'atmosfera elettrica, vibrante, che le ricordava quella di un concerto rock. Non voleva dare ad Alec la soddisfazione di vederla sorridere perché, per quanto lui insistesse a negarlo, aveva scelto il locale per il suo articolo. Tuttavia per la prima volta da quando era entrata lì provava una certa emozione ed era curiosa di vedere lo spettacolo. Nutriva una certa diffidenza nei confronti di quel genere di locali. Quando era all'università a Philadelphia una volta era andata in un night ad assistere a uno strip tease, ed era tornata in un posto simile, con una certa riluttanza, poco 9


dopo essersi trasferita a New York. Entrambe le volte non si era divertita affatto. Le spogliarelliste avevano l'aria scontenta e infastidita, e lei si era sentita una guardona morbosa perché assisteva alla loro esibizione, anche se non avrebbe potuto fare altrimenti. Si era sentita a disagio nel vederle mentre gli uomini infilavano delle banconote nel loro perizoma, ed era stato ancora più sgradevole essere costretta a fare altrettanto su insistenza dei suoi amici. Loro ridevano e sembravano divertirsi un mondo; l'avevano esortata a essere meno seria. Tuttavia Mallory era un'accesa sostenitrice dei diritti delle donne e delle pari opportunità, non poteva entrare in un locale del genere lasciando i suoi ideali al guardaroba. Ciò che temeva di più in un posto simile era la sensazione imbarazzante di non sapere dove guardare, provando compassione per le ragazze e fastidio per trovarsi lì in mezzo agli spettatori. Perciò, quando la prima spogliarellista si presentò in scena, Mallory era piuttosto nervosa. Però la folla era chiassosa ed esuberante, e lei si rese conto di essere l'unica nel locale a non fare alcun rumore. Alec batteva le mani ed emetteva esclamazioni d'incitamento. Si voltò a guardarla solo per un istante e le fece l'occhiolino. Mallory tornò a concentrarsi sul palcoscenico. Dagli altoparlanti uscirono le prime note della canzone Diamonds Are a Girl's Best Friend e i riflettori illuminarono la ragazza con una luce fucsia. Era bionda ed era stranamente molto vestita. Indossava stivali di vernice rosa che arrivavano alle cosce, con tacchi vertiginosi e il plateau, un corsetto bianco, lunghi guanti candidi e reggeva due giganteschi ventagli di piume rosa e bianche, che agitava per coprirsi il viso e il corpo. Di tanto in tanto faceva capolino da dietro le piume e sorrideva al pubblico con fare ammiccante. Quando gli ululati e i battimani raggiunsero un volume assordante, gettò via i ventagli e si fermò dritta, a gambe lar10


ghe, poi cominciò a togliersi lentamente un guanto. Gli spettatori rumoreggiavano come se si fosse scoperta il seno. Mallory non sapeva cos'aspettarsi dall'esibizione. Non aveva idea se le donne rimanessero nude in quel genere di spettacolo. A poco a poco la bionda si spogliò; prima si tolse i guanti, poi gli stivali, e infine voltò le spalle al pubblico e abbassò lentamente la cerniera posteriore del corsetto. Mallory si rese conto con stupore che stava trattenendo il fiato, trepidante, in attesa che se lo togliesse. Alla fine la bionda buttò a terra il corsetto e si voltò verso gli spettatori con le mani sul seno. Mallory fu percorsa da una specie di scossa elettrica quando la ragazza tolse di colpo le mani, allargando le braccia verso l'alto in una posa sexy. Aveva seni piccoli e sodi, perfetti, con i capezzoli coperti da fiori di paillettes rosse. Nel vederla ballare in perizoma rosso, Mallory avvertì un misto di sollievo e delusione, perché capì che non si sarebbe spogliata completamente. La folla acclamava febbrilmente, e Mallory si unì agli applausi. La donna, incitata dall'entusiasmo del pubblico, si avvicinò al bordo del palcoscenico ondeggiando sensualmente a tempo con la musica, poi si voltò con una piroetta e si chinò per mostrare il fondoschiena agli spettatori, palpandosi giocosamente le natiche. Il pubblico rumoreggiava sempre più anche se il frastuono era già assordante. Il sipario si chiuse, il cowboy tornò in scena ed esclamò: «Un altro grande applauso per Poppy LaRue!». Non c'era bisogno d'incitare la folla che era già scatenata all'inverosimile. «Che ti sembra?» le chiese Alec, accarezzandole affettuosamente una gamba. «È stato...» Mallory esitò. «Divertente.» «Sapevo che ti sarebbe piaciuto.» Soddisfatto, Alec si 11


chinò verso di lei e le diede un bacio su una guancia. Mentre il cowboy si lanciava in un breve monologo comico, molto frizzante e pieno di riferimenti di satira politica, arrivò a sorpresa Billy Barton che si sedette accanto ad Alec. Indossava una camicia lilla e bretelle viola; essendo bello e dotato di un fisico prestante, poteva permettersi un abbigliamento stravagante e anche eccessivamente vistoso. «Mi sono perso qualcosa d'interessante?» esclamò a voce alta. «Non lo so, tu che ne dici, Mallory? Secondo te è stato interessante?» le chiese Alec. Mallory alzò gli occhi al cielo e per fortuna non ebbe il tempo di rispondere perché il cowboy esclamò in tono roboante: «Signori e signore, ed ecco a voi l'affascinante, bellissima e pericolosa... Bette Noir!». Mallory capì subito quali fossero i clienti abituali perché, nel sentirla annunciare, intonarono in coro il suo nome. Nella sala si diffuse l'attacco di un brano di Marilyn Manson, dal ritmo serrato, cupo e suggestivo. Poi il sipario si aprì e Mallory vide due sedie di legno e un tavolinetto con sopra una sfera di cristallo. Una donna, seduta con le spalle curve, aveva in testa un enorme cappello nero a punta da strega che le oscurava il volto. Si alzò lentamente, ondeggiando, avvolta da un lungo abito nero. Quando guardò il pubblico con aria spavalda, di sfida, Mallory la riconobbe; era lei, la donna stupenda dal cappotto leopardato. Mallory conosceva bene la canzone che le piaceva molto; ricordava che faceva parte della colonna sonora di un film di David Lynch, Strade Perdute. Erano anni che non la sentiva, ma ne rammentava perfettamente il crescendo incalzante. Al culmine del brano la ballerina si tolse l'abito nero e rivelò il suo corpo perfetto, coperto solo da un reggiseno dalle coppe a punta in stile vintage, slip di pizzo nero, calze con la riga nera, reggicalze e décolleté di vernice nera 12


dai tacchi altissimi. In una mano aveva una lucida bacchetta nera da strega. Quando guardò di nuovo il pubblico, fissò direttamente Mallory. Poi puntò la bacchetta verso di lei, anche se per i primi due secondi Mallory pensò di averlo solo immaginato, finché Bette Noir non le fece cenno di salire sul palcoscenico. Mallory distolse lo sguardo e finse di non aver capito e non essersene accorta, ma la folla aveva visto benissimo il gesto di Bette e la incitava. Il cowboy si materializzò al suo fianco per assisterla e Mallory maledisse mentalmente Billy Barton e il suo tavolino riservato in prima fila. Si voltò verso Alec che non le fu di alcun aiuto, perché rideva e la esortava ad andare. Mallory si ritrovò sulla pedana senza ricordare esattamente come ci fosse salita. In qualche maniera finì seduta su una delle due sedie, davanti alla sfera di cristallo, mentre Bette Noir le danzava intorno prima di sedersi di fronte a lei, voltandole le spalle. Le fece segno di slacciarle il reggiseno e Mallory obbedì con mani tremanti sfiorando la pelle lattea e morbidissima della donna. Quando Bette si voltò verso di lei a seno nudo, Mallory ebbe l'impressione che si esibisse solo per lei e che il pubblico fosse scomparso. Non sentiva più il chiasso né la musica. A un certo punto si accorse che Bette le stava parlando e si concentrò per cercare di capire cosa le dicesse. La stava invitando a togliersi il maglione e Mallory l'accontentò solo per non rovinare lo spettacolo. Esitò per qualche secondo poi, emozionata, si sfilò lentamente il maglioncino a collo alto. Bette la osservava senza sorridere. Non batté neanche le lunghe ciglia finte. Prese in consegna l'indumento con calma assoluta, si avvicinò al bordo del palcoscenico e lo buttò sulla poltroncina da cui Mallory si era appena alzata. La folla schiamazzava e Mallory, con il cuore in gola, restava 13


immobile in gonna e reggiseno bianco a balconcino. Pur chiedendosi quanto tempo ancora si sarebbe dovuta prestare a quella scena, al tempo stesso non aveva voglia di scendere dal palco. Si sentiva viva come non mai; i suoi sensi erano acuiti dall'emozione di trovarsi sul palco e dall'eccitazione provocata dalla presenza di Bette. Le sembrava che tutto fosse amplificato, le girava la testa e, nel tentativo di recuperare un minimo di stabilità, guardò in direzione del pubblico in cerca di Alec. Si accorse che lui la fissava intensamente, e la sua concentrazione le diede forza. Fece un respiro profondo e rimase immobile mentre Bette ballava girando per il palcoscenico intorno a lei, con addosso solo un tanga ornato da strass e le scarpe con i tacchi vertiginosi, agitando la bacchetta mentre si muoveva in una coreografia aggraziata, molto sensuale e provocante. Poi il sipario si chiuse. Poppy LaRue sbirciò in sala da dietro il sipario e fece scorrere lo sguardo sugli spettatori. Stentava ancora a credere che Bette avesse fatto salire sul palcoscenico la ragazza bruna durante il suo numero. Aveva già i nervi a fior di pelle; le era parso uno sgarbo il fatto che Agnes, con un pizzico di sadismo, le avesse fatto aprire lo spettacolo quando era solo la seconda volta che si esibiva. Avrebbe voluto lamentarsi, ma Agnes era troppo impegnata a dare una strigliata a Bette per aver fatto salire sul palcoscenico una spettatrice. «Ti ha dato di volta il cervello? Non siamo al circo!» gridava Agnes con il suo pesante accento polacco. Il suo vero nome era Agnieszka Wieczorek, abbreviato in Agnes per praticità. Ex ballerina di Varsavia, era la proprietaria del Blue Angel ed era un tipo rigido e inflessibile, poco incline a chiudere un occhio quando s'infrangevano le regole. «Invece sì, questo è proprio un circo» ribatté Bette con calma assoluta, accendendosi una sigaretta. «Gli spettatori 14


vengono qui per questo, e noi li accontentiamo.» Senza aggiungere altro, Bette le passò davanti ed entrò in camerino, poi sbatté la porta. Nessuno tranne Bette Noir avrebbe potuto passarla liscia dopo un affronto del genere. «Devo entrare per prendere le scarpe» protestò Poppy. Agnes borbottò qualcosa d'incomprensibile nella sua lingua e, con aria disgustata, fece un gesto vago in direzione della porta chiusa. Poppy attese finché non si fu allontanata, poi bussò con discrezione al camerino. «Vaffanculo» fu la risposta di Bette. «Sono Poppy.» Interpretò il silenzio di Bette come un invito a entrare. Quando aveva cominciato a lavorare al Blue Angel, sei mesi prima, non avrebbe mai osato entrare in una stanza in cui c'era Bette se si era accorta che era di cattivo umore. Tuttavia ormai aveva abbastanza confidenza con lei da non aver più paura. In realtà la sua segreta speranza era di approfondire la loro conoscenza. Non era mai stata con una donna, ma aveva saputo che a Bette piacevano solo le ragazze e, se quello era l'unico modo per farsi benvolere e farsi prendere sotto la sua ala protettrice, Poppy non aveva alcun problema all'idea di sedurla. «Non credo che Agnes sia veramente arrabbiata con te» commentò Poppy, fermandosi davanti allo specchio. Non poté fare a meno di ammirare il proprio riflesso, in un impulso di vanità. Aveva da poco accorciato i capelli biondo platino e ora li portava a caschetto, lunghi fino al mento. Il nuovo taglio assomigliava moltissimo a quello della chioma corvina di Bette. Avevano entrambe la carnagione chiarissima e gli occhi azzurri, anche se Bette era un po' più bassa di lei. Poppy era sempre stata contenta di essere alta; tuttavia, da quando aveva conosciuto Bette, si era sorpresa a rammaricarsi di non avere qualche centimetro in 15


meno. Bette sembrava avere il fisico perfetto per il burlesque, compatto e sensuale. Malgrado la differenza d'altezza, a Poppy piaceva pensare che fossero complementari, come una foto e il suo negativo, a causa della stessa pettinatura in nero e biondo platino. Spesso Poppy immaginava che sarebbe stato bello trovarsi a letto insieme a Bette, che le sembrava la versione più sexy e torbida di se stessa. «Non m'importa cosa pensa Agnes» disse Bette, alzando lo sguardo dal cellulare che aveva in mano e fissando Poppy con i suoi penetranti occhi da gatta. «Non ho intenzione di restare a lavorare qui a centocinquanta dollari a sera per il resto della mia vita. Sai chi era seduto a quel tavolo?» «La ragazza che hai chiamato sul palcoscenico? No. È famosa?» «Non lei! Mi riferisco al tizio con quelle ridicole bretelle viola.» Poppy era sconcertata. Era forse un attore? Non l'aveva guardato in faccia. L'aveva notato a malapena, e solo per le bretelle. Decise che avrebbe fatto meglio a non dire niente, tanto Bette le avrebbe comunque rivelato chi fosse. «Era Billy Barton!» esclamò infatti Bette. Poppy non diede segno di averlo riconosciuto, e Bette sospirò esasperata. «È il proprietario della rivista Gruff! La conosci, spero. Ogni anno esce un numero speciale dal titolo Hot, dedicato a tutte le novità più interessanti e cool dell'anno a New York. L'ultima uscita aveva Megan Fox in copertina.» «Ah, sì, ho capito... Certo, anch'io leggo sempre quella rivista» mentì Poppy. «Be', stasera in sala c'era Billy Barton! È importante, Poppy» disse Bette, concitata. «Se sulla rivista dovesse uscire un articolo sul locale, potremmo mirare a una clientela migliore. Immagina, avere ricchi e potenti uomini d'affari tra i nostri spettatori, invece che universitari in piena tempesta ormonale...» 16


«Interessante» commentò Poppy con scarsa convinzione. «Vuoi qualcosa da bere?» Bette si voltò di scatto sulla sedia e scrutò Poppy da capo a piedi, soffermandosi con lo sguardo sul suo seno. Nonostante indossasse una vestaglia di raso rosa sopra i copricapezzoli e il tanga, Poppy si sentì più nuda di quanto si fosse sentita sul palcoscenico davanti a cinquanta estranei che la fissavano avidamente. Trepidante, si costrinse a restare immobile mentre Bette si alzava. Ora erano a faccia a faccia. Bette infilò la mano all'interno della vestaglia di Poppy e le racchiuse il seno nel palmo. Poppy non osava quasi respirare. Per mesi era stata ignorata da Bette, che poi aveva cominciato a parlarle praticamente a monosillabi. Ogni volta Poppy doveva strapparle le parole di bocca. Non si era mai sentita tanto invisibile. E ora... questo! Le sembrava che tutto fosse cambiato di colpo tra loro. «Togliti questi cosi» le disse Bette, sfiorando con il pollice uno dei fiori di paillettes che coprivano i capezzoli di Poppy. Tornò a sedersi, per una volta nella parte della spettatrice mentre Poppy si toglieva lentamente i copricapezzoli. Poppy sentì in sottofondo la canzone Fever. Era l'ultimo numero, quello di Cookie. Di solito era Bette a chiudere lo spettacolo, ma lei e Cookie avevano fatto una scommessa e Cookie aveva vinto, perciò si era aggiudicata l'ultima esibizione. Poppy non sapeva altro al riguardo; le due colleghe non le avevano rivelato ulteriori particolari sulla scommessa; a volte si sentiva proprio esclusa e si chiedeva quando la sua situazione sarebbe cambiata. Per quanto tempo ancora avrebbe dovuto lavorare al Blue Angel prima che la facessero sentire una di loro, parte del gruppo, prima che Agnes le rivolgesse la parola e che i clienti gridassero il suo nome? Un anno, due? Ma in quel momento tutti i suoi dubbi e le sue insicurez17


ze non avevano alcuna importanza. Tutto ciò che contava era il fatto che la sua vestaglia fosse a terra e che Bette stesse fissando i suoi seni nudi. Poppy decise di prendere l'iniziativa. Era il suo nuovo mantra. Aveva letto su Cosmopolitan un articolo che l'aveva colpita e da allora aveva deciso che non avrebbe più aspettato che le cose succedessero da sole; se voleva qualcosa, doveva fare in modo che accadesse, prendere l'iniziativa, appunto. Fece un passo avanti, fissando negli occhi Bette. Per quanto le costasse ammetterlo, per la prima volta in vita sua si trovava davanti una persona più sexy di lei. «Veramente stasera non ho voglia di bere niente» disse Bette, rispondendo alla sua offerta di poco prima. Poi tornò a dedicare la sua attenzione al cellulare.

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Piume blu di Logan Belle Mallory Dale ha una brillante carriera nell'avvocatura davanti a sé e un fidanzato giornalista, Alec. La sua vita serena è sconvolta quando lui le fa una sorpresa per festeggiare il suo compleanno: la porta al Blue Angel ad assistere a uno spettacolo di Burlesque. Così le si spalancano le porte di un mondo in cui regnano seduzione e trasgressione, popolato da ammiccanti e stupende ballerine, prima fra tutte la fascinosa Bette Noir. Alec le propone dei giochi erotici per approfondire insieme la conoscenza di Bette, ma la situazione gli sfugge di mano e a poco a poco la vita di Mallory va a rotoli. Perde il lavoro, il fidanzato, le sue sicurezze. Allora lei si reinventa come donna e scopre anche un insospettato lato malizioso ed esibizionista di sé, che la porterà a calcare le scene del Blue Angel.

Una carezza, un brivido di Anne Rainey Dopo una delusione d'amore, il bel tenebroso Dean Harrison è diventato un seduttore senza scrupoli. Gli unici legami a cui tiene sono quelli famigliari. È affezionatissimo alla gemella Deanna e al fratello maggiore Wade, felice sposo di Gracie. Ma quella famiglia molto unita sta per fare posto a una nuova arrivata: l'affascinante Catherine Michaels, che si presenta come la sorella di cui Gracie non sospettava l'esistenza. Dean è attratto da lei, anche se tutto ciò che può darle è la chiave per entrare nel suo mondo di torrida passione e incontri erotici trasgressivi. Catherine vorrebbe qualcosa di più, ma si trova davanti un muro invalicabile di diffidenza. Mentre è costretta ad affrontare un torbido segreto del passato, dovrà tentare di convincere Dean che la felicità non si trova solo tra le lenzuola.


ritorna a MARZO con 2 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 27 MARZO


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