PS41_LUSSURIA

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Charlotte Featherstone

Lussuria


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Lust Spice Books © 2011 Charlotte Featherstone Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion marzo 2011 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 41 del 31/03/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


LA MALEDIZIONE DEL REGNO OSCURO

È noto che c'è un legame sottile e misterioso tra il mondo degli uomini e quello degli spiriti. Sin dai tempi più remoti, esseri umani e creature eteree hanno vissuto in universi paralleli, ma le loro dimensioni si sono spesso sovrapposte. Gli spiriti buoni dimorano nel Regno della Luce, dove dominano la serenità e la gioia. Loro antagonisti sono gli esseri sovrannaturali che vivono nel Regno delle Tenebre, anche conosciuto come Regno Oscuro. Questi demoni sono misteriosi e sensuali, dediti ai piaceri della carne. Si dice che basti contemplare il loro volto attraente e il loro fisico scultoreo, per essere attirati magicamente nel loro mondo voluttuoso ed erotico. Una volta inghiottiti da quella dimensione di estasi carnale, il destino dell'umano che si è lasciato incantare è segnato. Il suo corpo non gli appartiene più, la sua volontà è soggiogata. E questo è esattamente ciò che accadde tanto, tanto tempo fa a una bella Regina degli Spiriti, che ebbe la sfortuna di attirare l'attenzione di un Re Oscuro. Il re, infatuatosi nell'istante stesso in cui posò lo sguardo su di lei, cominciò a smaniare per possederla. Doveva essere sua a tutti i costi. La regina Aine, perché questo era il suo nome, era diventata il suo chiodo fisso. Ma lei lo respinse, e re Duir si trovò costretto a rapirla dalla sua corte dorata mentre dormiva. Non diversamente da Persefone condotta nell'oltretomba da Ade che se n'era incapricciato, Aine fu portata da Duir nel suo Regno Oscuro, dove lui tentò di ammaliarla con le sue 5


arti erotiche. Il re era sicuro di poterla conquistare facendole conoscere tutti i piaceri più sensuali, ma la regina lo disprezzava e non si piegò mai alle sue lusinghe. Per lungo tempo cercò di escogitare uno stratagemma per sfuggire al suo rapitore, ma Duir la teneva prigioniera, asservita come concubina per sfogare su di lei i suoi desideri depravati. La regina odiava Duir sempre di più, e non pensava ad altro che a vendicarsi. Spinta dall'odio, tentò invano di liberarsi, finché un giorno diede alla luce due gemelli. Estasiato dalla nascita della sua progenie e grato alla regina per avergli donato due bei figlioletti, Duir divenne meno accorto. Alla regina fu concessa maggiore libertà, e fu così che Aine trovò finalmente il modo di abbandonare il Regno Oscuro. Una notte riuscì a sgattaiolare via dalla corte e portò con sé uno dei gemelli, il bimbo biondo che era nato a sua immagine e somiglianza, abbandonando il fratello bruno che era il ritratto del padre. Fuggendo, Aine gettò un incantesimo sul Regno Oscuro, condannando tutti i suoi abitanti a perire di una lenta consunzione. Il regno non sarebbe più prosperato finché un Principe Oscuro non fosse riuscito a trovare una virtù fatta persona, disposta a donarsi a lui di sua spontanea volontà. Aine maledì anche i figli dei fratelli di Duir, e tutti i futuri discendenti del re, gravando ognuno di loro con uno dei sette peccati capitali per distruggere le loro possibilità di trovare una donna virtuosa che si donasse volontariamente a loro, con amore. L'incantesimo della regina tiene ancora avvinta la corte del suo nemico. Il Regno Oscuro sta morendo. C'è una sola speranza per la sua rinascita: che i principi trovino le sette donne che incarnano le virtù. Sette fanciulle che rappresentino castità, temperanza, carità, fede, pazienza, bontà e umiltà, e la cui essenza profonda risvegli i peccati insiti in ognuno dei principi, stimoli in loro la brama di corrompere le loro virtù attraverso il piacere dei sensi. 6


PerchĂŠ il Regno Oscuro sopravviva, i principi dovranno riuscire a irretire le fanciulle depositarie delle virtĂš in modo che si concedano volontariamente a loro, soddisfacendo il richiamo dei loro peccati. Forse ognuna di queste virtuose giovanette, nel segreto del suo cuore, anela a un assaggio di peccato. Pagina

Romanzo

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Prologo

Caro diario, non sono una persona qualunque, questo lo so. Ho un dono speciale? Una maledizione? Forse tutt'e due le cose. Mi è stato detto che il mio concepimento, e quello delle mie sorelle, fu un evento eccezionale, segnato da un fausto presagio, un po' come la visita dell'arcangelo Gabriele alla Vergine Maria. La nostra nascita fu oggetto di una simile annunciazione, perché a mio padre apparve in sogno la Regina delle Fate, che gli predisse la nostra nascita e l'importanza non solo mia, ma anche delle mie tre sorelle. La regina gli rivelò che avremmo avuto un ruolo fondamentale in un mondo che non avevamo ancora visto e di cui, a quanto pare, non faremo mai veramente parte come tutti gli altri comuni mortali. La regina infuse in mio padre tutte le qualità che gli uomini hanno sempre desiderato possedere, e che sono oggetto delle loro preghiere. Attraverso il suo seme, lui riversò in noi le nostre virtù: umiltà, bontà, temperanza e castità. Siamo legate a tali virtù come all'aria che respiriamo; sono insite in noi come il nostro sangue. Ci definiscono, formano parte integrante della nostra personalità, plasmano le nostre speranze, danno forma ai nostri desideri... Ci rendono schiave. Siamo assoggettate a esse, incatenate, fino al giorno in cui ci sarà rivelato il nostro scopo nel nostro piccolo mondo. È il nostro destino. Come lamentarci? C'è chi direbbe che altri hanno patito molto più di noi. Dopotutto, siamo nate nella 9


dinastia dei Lennox, una famiglia potente la cui influenza si estende dal sud dell'Inghilterra alle aspre terre della Scozia. La nostra è una casata ricca e fiorente, temuta e riverita, che incute soggezione anche per il prodigio delle quattro figlie nate a pochi minuti l'una dall'altra. Per questo siamo circondate da un alone di mistero, ed esposte al sospetto di essere streghe. So che siamo temute, e che molti si tengono lontani da noi per questo motivo. Altri, invece, sono così bramosi di potere e ricchezza da non essere intimoriti dalle bizzarre circostanze della nostra nascita. Pur tuttavia siamo destinate a qualcosa di più di una vita semplice, perché ci ergiamo al di sopra dei piaceri e delle ambizioni umane. E per questo siamo intoccabili. Siamo nate pure, giuste, virtuose... e inesorabilmente sole. È impossibile per una persona normale immaginare cosa significhi vivere senza mai provare tutto ciò che l'esistenza ha da offrire, sognare un futuro i cui percorsi ci sono ignoti, anche se intuisco che non siamo state create per occupazioni banali come badare alla casa e alla famiglia, ma per scopi mistici e imperscrutabili. Forse non saremo mai gli angeli del focolare, ma credo che siamo veramente questo: angeli in terra. Eppure è un vero tormento non avere alcuna esperienza del contatto con un corpo maschile, non avvertire mai alcun desiderio carnale, mentre le fanciulle normali parlano dei loro spasimanti. Sento le mie amiche scambiarsi confidenze sulle loro esperienze amorose, sui loro palpiti per gli uomini con cui danzano, o per avere scorto un contadino che lavorava la terra a torso nudo e aver avvertito un brivido d'eccitazione nel contemplare i suoi muscoli guizzanti, lucidi di un velo di sudore. È un'emozione potente, di cui non comprenderò mai appieno l'impatto, io che non ho mai provato il rossore improvviso che fa avvampare le gote di una giovane donna alla vista di un fisico virile. Nessuno può capire cosa significhi non sospirare mai per il 10


fascino mascolino di uno sguardo intenso, non sentire il calore che rende vischioso il sangue quando quello sguardo accarezza il corpo di una donna, indugiando sulle curve femminili che dovrebbero farmi sentire desiderabile, e che invece mi suscitano solo indifferenza, come se fossi asessuata. Mi hanno definito altezzosa, pudibonda, gelida, ma io non sono così. Sono Chastity Lennox; il mio nome rappresenta la virtù che incarno. È ciò che sono, è la mia essenza più vera e intima. È anche, temo, la mia condanna, la mia prigione.

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«Vostra Altezza, è giunto il momento.» Niall lo sapeva già. Gli sembrava di sentire quei lamenti strazianti da giorni ormai. L'eco gli risuonava nelle orecchie e neanche nel suo salottino privato riusciva a isolarsi da quelle grida che angosciavano la sua corte. Nel castello riecheggiò un altro urlo, più agghiacciante dell'ululato di un lupo. S'insinuò nel suo sangue come un sussurro di morte, gli percorse rapidamente le vene come un veleno e s'insediò nel suo cuore nero. La maledizione incombeva su tutti loro. Niall, il potente sovrano del Regno Oscuro, figlio di Duir, era fermo a gambe larghe e braccia conserte davanti all'enorme caminetto. Fissava le fiamme senza battere le palpebre, come ipnotizzato dalle lingue rossastre di fuoco che avvolgevano un ceppo, sprigionando scintille che volavano su per la cappa del camino. Un altro grido di donna lacerò l'aria; il suono raggelante trafisse Niall fin nel profondo anche se la sua espressione non recava traccia alcuna dell'orrore che provava. «Vostra Altezza...» «Chi è la donna che soffre per dare alla luce suo figlio?» «Gertrude, la sposa d'Irian.» Niall chiuse gli occhi, addolorato perché presagiva la sofferenza di suo cugino. Irian era il miglior guerriero del regno, forse proprio per il suo sangue elfico. A Niall non importava che suo cugino fosse un mezzosangue. Irian era leale e affi12


dabile; per lui era come un fratello, più di quello con cui aveva condiviso il ventre di sua madre. Finora il sangue misto di Irian non era stato un problema. «È stato un errore concedergli accesso alla corte» brontolò il suo saggio consigliere. «È incorso nell'ira della Grande Madre e ora soffriremo tutti.» Sforzandosi di tenere a bada l'ira, Niall fece un respiro profondo. «Non è la madre di tutte le creature che ha gettato una maledizione su di noi, Gwynad, ma mia madre.» Il veggente mugugnò e batté con irritazione la punta del bastone contro il pavimento dorato, ma Niall ignorò il gesto di stizza di Gwynad; nessuno lo intimidiva, neanche il vecchio stregone. «Come ha fatto la donna a venire presso la nostra corte?» gli chiese, sperando che lei e il neonato fossero risparmiati e che l'odio di sua madre non si abbattesse anche su di loro. Gwynad sospirò e si avvicinò; la sua veste di velluto frusciò a ogni passo. «La ragazza era una serva. Irian la comprò da un mortale per trenta pezzi d'argento e una benedizione.» «Mi sembra un prezzo equo» borbottò, benché il timore gli stringesse il cuore in una morsa di ghiaccio. La donna non gridava più da qualche minuto. Gwynad si avvicinò ancora di più. «Non voleva venire alla nostra corte, malgrado Irian le avesse assicurato che sarebbe stata trattata come una principessa. Lei cercò di convincere il mortale a riprenderla, ma Irian si fece trasportare dal suo impulsivo carattere d'elfo e la rapì per portarla qui» gli sussurrò quasi all'orecchio. «Perciò non è venuta di sua spontanea volontà, né si è ammansita con il tempo» aggiunse, ricordando a Niall la maledizione gettata da sua madre sul Regno Oscuro. Irian amava la donna, Niall lo sapeva. Però lei non era mai arrivata a ricambiare i suoi sentimenti, e per questo erano condannati entrambi a perire, e con loro la creatura che stava per nascere... come tutta la corte. Improvvisamente i pesanti battenti della porta della sala si 13


aprirono e Niall sentì il respiro affannoso del dolore. «È morta.» Due parole piene di tormento. Niall chiuse gli occhi per un istante e si fece forza per resistere all'angoscia che traspariva dalla voce di Irian. «Dannazione, è morta!» ripeté suo cugino. Niall si girò lentamente e vide il corpo senza vita di Gertrude tra le braccia di Irian. Il suo viso era pallido come la veste che indossava, chiazzata di sangue dalla vita in giù. «Le verrà concesso l'onore di una sepoltura formale come se fosse stata tua moglie, Irian. Poiché tu sei un principe, lei sarebbe stata principessa, e la sua morte verrà celebrata come quella di uno di noi.» Niall guardò il viso del cugino, distorto dalla pena; purtroppo le sue parole non gli erano di alcun conforto. «Cosa ne è stato della creatura?» chiese Gwynad. Irian dominò la sua rabbia. «È maschio ed è vivo, ma non so per quanto tempo potrà restare in vita. La levatrice dice che è nato troppo presto.» «Gwynad, vai a prendere una femmina affinché lo allatti» ordinò Niall. Il vecchio mago lo fissò come se al sovrano avesse dato di volta il cervello. «Da anni non nascono più infanti in questo regno, sire. Le nostre donne non hanno latte.» «Allora hai il mio permesso di rapire una mortale dal regno degli uomini.» «Per scatenare un disastro ancora più grave sulle nostre teste?» ribatté il veggente con foga. «Vostra Altezza, vi prego, basta! Non possiamo rapire altre mortali. La nostra corte sta morendo. Dobbiamo trovare il modo di spezzare l'incantesimo di vostra madre...» «E cosa credi che io abbia fatto in tutto questo tempo?» lo interruppe Niall, frustrato. «Da quando sono salito al trono, non penso ad altro!» Il consigliere s'inchinò e fece un passo indietro, timoroso. 14


«Sire, so che state cercando un modo per...» «Basta!» tuonò Niall. «Gwynad, ordina a due servi di prendere il latte dalla mucca del fattore Douglas. Non se ne avrà a male. Con la mia magia ho donato a lui e a sua moglie la capacità di procreare, che gli era stata negata da Madre Natura. Ora hanno un bel bambino e chiudono un occhio quando i nostri servi mungono le sue bestie.» Si rivolse verso Irian. «La seppelliremo secondo le nostre usanze, cugino.» Irian non riuscì a trattenere un singhiozzo mentre guardava il volto cereo della sua donna. «Non sarebbe voluta restare per sempre con me e la nostra gente. Quando ha capito che stava per morire, mi ha implorato di liberarla e io le ho promesso che lo avrei fatto.» Niall guardò Irian accasciarsi in ginocchio e piangere sul corpo della sua amata Gertrude. Per l'ennesima volta inveì contro sua madre, la Regina degli Spiriti, per l'incantesimo che aveva gettato sul Regno Oscuro. Maledì ugualmente suo padre per aver permesso che passassero decenni senza curarsi di cercare un modo per sciogliere l'incantesimo. Ma soprattutto maledì il giorno in cui sua madre aveva preso il suo gemello ed era fuggita, abbandonandolo lì, a guardare la sua gente spegnersi e morire. «Irian» mormorò, mettendo una mano sulla spalla del cugino. «Vendicheremo la sua morte, te lo prometto. Troverò la maniera di spezzare la maledizione. Sono sicuro che incontrerai un'altra donna, che ti desidererà con la stessa intensità della tua passione.» Irian alzò lo sguardo verso di lui; i suoi occhi risplendevano come onice, ma il suo volto era contratto per l'angoscia. «Siamo tutti maledetti, Niall. Il Regno Oscuro sta morendo. Malgrado le nostre ricchezze, l'abbondanza in cui viviamo e i lussi di cui godiamo, siamo tutti maledetti. Abbiamo ogni bene materiale che essere umano o spirito possa mai desiderare, ma ci manca l'amore di una donna e la benedizione di una prole per veder sopravvivere la nostra razza.» 15


«Spezzerò la maledizione, Irian, a qualsiasi costo. Te lo giuro.» L'espressione di Irian passò dal dolore all'ira. «E chi mai potrà volerci, quando siamo condannati dai nostri peccati?» Niall entrò nella camera di suo padre. Era sicuro che vi fosse celato il segreto che gli avrebbe permesso di liberare il Regno Oscuro dall'incantesimo. Si guardò intorno con un brivido di orrore. La stanza era piena di ragnatele perché nessuno vi aveva più messo piede dopo la morte di Duir. L'ambiente era gelido e gli trasmetteva un senso di oppressione; assomigliava alla personalità dell'uomo che un tempo occupava quella camera. Malgrado i drappi colorati, i cuscini di velluto e seta, i tappeti e i broccati, sembrava una tomba. In quella stanza si era consumato lo stupro della Regina degli Spiriti da parte di Duir, e il concepimento di Niall e del gemello, nonché la loro nascita. Da lì era fuggita sua madre, portando con sé il figlio che era il suo ritratto, e lasciando lui che era l'immagine del padre. Niall era cresciuto solo, affidato alle cure dell'uomo che era ormai solo un pazzo farneticante. Quella stanza recava la testimonianza del loro passato macchiato dal peccato; tra i suoi oscuri segreti era celata la chiave che li avrebbe liberati tutti dalla maledizione. Niall guardò il letto, con le lenzuola di seta color avorio, e rivide l'immagine del re morente, sul punto di lasciare lui alla guida di una corte priva di ogni speranza, infettata dai peccati di suo padre. Gli parve quasi di sentire la voce spettrale di sua madre pronunciare il rito della maledizione. Le parole sembravano vergate con il sangue sulla sua pelle, perché erano intrecciate alle fibre del suo essere. Alzò lo sguardo verso il ritratto di sua madre, appeso sopra il letto. Aine aveva i capelli d'argento e gli occhi viola; Niall aveva i suoi occhi. Proveniva dal Regno della Luce, mentre 16


suo padre era il sovrano di una corte di oscuri peccati carnali. Se Aine era il giorno, Duir era la notte misteriosa; rappresentava un mondo di magia oscura, di bellezza cupa, di sensualità ed erotismo. Sua madre aveva provato repulsione per la loro corte, ma a Duir non importava. La sua passione era troppo potente, il suo desiderio irresistibile, perciò l'aveva rapita mentre era addormentata e l'aveva costretta ad accettarlo come sposo. Suo padre, nella sua visione parziale del mondo e dei sentimenti, aveva creduto di potersi far amare, di avvincerla a sé attraverso il sesso, ma sua madre non si era mai ammorbidita, proprio come Gertrude. Non aveva mai capitolato, arrendendosi alle lusinghe sensuali del piacere che Duir le prometteva. Era piena d'odio e di desiderio di vendetta contro la corte intera, e con la sua maledizione li aveva puniti tutti. Infatti ora era impossibile per uno di loro portare nel Regno Oscuro un mortale o un immortale contro la sua volontà e sperare che provasse amore. Era necessario che venissero a loro spontaneamente, per donarsi anima corpo ai Principi Oscuri. Ma Niall era sicuro che nessuna donna avrebbe voluto lui o un altro principe, una volta scoperta la loro vera identità. La loro bellezza sovrannaturale nascondeva tutti i peccati del mondo. Lussuria, invidia, superbia, gola... Tutti e sette i peccati capitali erano rappresentati dai principi: a ognuno il suo. Il peccato di Niall era l'ira che gli fremeva sottopelle, quella sera più che mai. Aveva seta di vendetta. Vendetta sanguinosa e spietata contro sua madre, il suo gemello e tutto il Regno della Luce. «Ditemi» bisbigliò in tono urgente, rauco. «Come faccio a risolvere questo problema e a riportare prosperità in questa corte?» Niall sperava di essere ascoltato dagli spiriti che abitavano fra quelle mura. Che fossero malvagi o benigni, poco importava; ciò che contava era che salvassero la sua gente. «Ditemi come spezzare la maledizione e salvare il mio re17


gno dalla disperazione e da una morte certa.» Niall fu sfiorato da un alito di vento, che portò al suo orecchio un sussurro appena udibile. Un movimento nei pressi della libreria attirò la sua attenzione. Si avvicinò e scorse una pergamena ingiallita, decorata da un bordo di fregi dorati. Quando la srotolò, notò con sorpresa che il foglio era vuoto, ma, appena lo fissò, Niall vide apparire sotto il suo sguardo delle parole nell'antica lingua degli spiriti, vergate in oro con caratteri elaborati. Magicamente, gli apparve davanti agli occhi la formula dell'incantesimo, e un barlume di speranza gli illuminò la mente per la prima volta da quando si era insediato sul trono del padre. Alcuni si elevano con il peccato, e altri cadono per la virtù...

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Gli Amanti di Eden Bradley Bettina, scrittrice di talento, accetta l'invito a trascorrere un'estate al mare con un gruppo di colleghi, per scrivere insieme e confrontarsi. Le dinamiche del gruppo sono molto complesse, perché ognuno è affascinante a modo suo e si porta dentro il proprio bagaglio di dolori, delusioni, insicurezze. Sorprendentemente, Bettina viene sedotta dal fascino esotico e sensuale della bella Audrey, che le fa provare sensazioni e piaceri sconosciuti. Il loro equilibrio, però, si spezza con l'arrivo dell'aitante Jack, che tutti desiderano, e che innescherà in Bettina una miscela esplosiva di passione, emozioni contrastanti e sentimenti forti.

Lussuria di Charlotte Featherstone Un'antica contesa oppone la regina degli Spiriti ai Principi Oscuri. Una maledizione generata dalla collera e dall'inganno condannerà il Regno delle Tenebre alla disperazione se i suoi principi non riusciranno a conquistare una mortale e a farsi amare senza coercizione, amandola a loro volta. Così il principe Thane, che incarna la Lussuria, s'infiltra nell'Inghilterra dell'epoca Georgiana per sedurre la nobile Chastity Lennox, che rappresenta la purezza. Ma la conquista di Thane si dimostra più ardua del previsto e piena d'insidie. Nessuna donna ha mai resistito al suo fascino erotico, ma c'è sempre una prima volta! Chastity, con la sua forza d'animo, lo intriga e lo avvince in un gioco sensuale di provocazioni.


ritorna a MAGGIO con 2 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 26 MAGGIO


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