Ps78 ballando con il fuoco

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Edy Tassi

Ballando con il fuoco


Ballando con il fuoco © 2013 Edy Tassi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion novembre 2013 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 78 del 14/11/2013 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Arianna sfiorò con una mano il corpetto di raso turchese e sistemò i numerosi strati del gonnellino di tulle che le copriva a malapena le natiche, mentre dall'altra parte del pesante tendone fucsia arrivava il ritmo ovattato della musica e il vociare dei clienti del locale. «E chi saresti oggi? La fata turchina?» Arianna si voltò, facendo un mezzo sorriso e sollevando una spalla nuda. «O la puffetta... Un confetto gigante... Che importanza ha? Tanto là fuori mi guardano solo le tette e il sedere...» Poi corrugò la fronte e osservò meglio Christine, la sua collega e coinquilina, notando che indossava ancora la tuta di ciniglia nera con cui era arrivata all'Icing on the Cake. «Tu non ti cambi?» Christine si sedette sul tavolino del trucco di Arianna facendo dondolare una gamba, e sorseggiò il caffè che stringeva in mano. «Mi esibisco fra un'ora e qui si muore di freddo. Non ho nessuna intenzione di farmi venire una broncopolmonite perché sono rimasta mezza nuda più del necessario.» Come evocato da quelle parole, un brivido improvviso scivolò lungo la schiena di Arianna, che si lasciò sfuggire una risatina e si sfiorò i lunghi ricci mogano. «Hai ragione, sembra sempre che ci sia una porta aperta da qualche parte!» Christine annuì. «Secondo me lo fanno apposta. Per tenerci i capezzoli dritti come soldatini! Così si vedono bene sotto il costume.» Arianna si guardò allo specchio. La scollatura profonda, decorata con la stessa passamaneria argentata del gonnellino, 5


le arrivava quasi fino all'ombelico e le copriva a stento il seno pieno. «Mi sa che hai ragione.» Si sfiorò un capezzolo turgido. «Non ci avevo mai pensato.» «Trucchi del mestiere...» replicò Christine. «Si vede che hai cominciato da poco.» Poi si staccò dal tavolino e diede ad Arianna un colpetto sulla spalla. «Forza, tocca a te. Il tuo festeggiato ti starà aspettando con ansia...» Arianna la osservò allontanarsi in direzione della rastrelliera dov'erano radunati tutti i costumi. Un tripudio di rasi, velluti, paillettes, passamaneria, piume e perline che avrebbe fatto brillare di meraviglia gli occhi di qualsiasi bambina. Ma che invece, in quel caso, serviva ad accendere di eccitazione quelli degli uomini che affollavano quasi ogni sera l'Icing. Si sedette davanti allo specchio e avvertì il freddo della sedia di metallo sulla pelle. I capelli le ricadevano ondulati e lucidi oltre le spalle; gli occhi grigi, bordati da un tratto pesante di eyeliner nero, scintillavano sotto lo spesso strato di ombretto argentato; e le labbra rilucevano come piccoli specchi rosei. Afferrò i lunghi guanti dello stesso azzurro del costume e se li infilò meditabonda. Christine aveva ragione. Era da poco che aveva cominciato quel mestiere, se così lo si poteva definire... E non contava di esercitarlo a lungo. Giusto il tempo necessario per sistemare le cose. Macy, la ragazza che coordinava le esibizioni del locale, le arrivò alle spalle e si chinò su di lei, affiancando il proprio viso completamente privo di trucco al suo. Era divertente come da quella parte del locale fossero quasi tutte donne, compresa la prosperosa proprietaria mulatta, Shona Wallace, detta Madame, mentre dall'altra ci fossero praticamente solo uomini. «Pronta?» Arianna annuì e si alzò, ondeggiando sui tacchi altissimi. Lavorare con quelle trappole ai piedi era come avventurarsi su una pista di ghiaccio senza saper pattinare: potevi finire a gambe all'aria in qualsiasi momento. E lì pretendevano addirittura che ci ballasse! 6


Macy le stava già tenendo aperto il coperchio della grande torta finta che faceva parte della sua esibizione. Arianna si aggrappò al bordo di compensato e lo scavalcò. Prese dalle mani di Macy il lungo boa di piume turchine che completava il suo abbigliamento e se lo avvolse attorno al collo, poi si acquattò sul fondo. Quando Macy le incastrò il coperchio sopra la testa, si ritrovò completamente al buio, le ginocchia premute contro il petto in quello spazio angusto che sapeva vagamente di muffa. Sfiorò con dita leggere la parete circolare e soffiò spazientita per allontanare le piume che le solleticavano il naso e che rischiavano di scatenare un eccesso di starnuti poco adatti alla situazione. Nel giro di pochi istanti, infatti, si sarebbe trovata sotto i riflettori, avvolta dal frastuono della musica e delle incitazioni cameratesche ed eccitate degli uomini che la stavano aspettando. Ma in quel momento, l'unico rumore che le rimbombava nelle orecchie era il battito accelerato del suo cuore. Nicholas era in piedi contro il bancone dorato, i gomiti appoggiati sulla superficie liscia alle sue spalle e un'espressione dubbiosa sul viso. «Cosa ti fa pensare che questo posto mi farà sentire meglio?» domandò, protendendosi verso il ragazzo accanto a lui. Jakob aveva insistito per portarlo in quel locale, che distava qualche centinaio di metri dalla sede della NM Company, la sua compagnia di danza, garantendogli che sarebbe stato un toccasana per il suo umore. Figurarsi! Lavorava tutto il giorno con ragazze più nude che vestite e non aveva certo bisogno di vedere uno spettacolino di dubbio gusto per tirarsi su dopo una giornata pesante. E quella era stata solo l'ultima di una lunga serie di giornate estremamente pesanti. «Fidati» gli assicurò Jakob, che fece un cenno al ragazzo dietro al banco per ordinare due birre. «Sono convinto che il numero a cui stai per assistere ti piacerà.» Poi assunse la stessa posizione di Nicholas contro il bancone. «E alla fine mi ringrazierai.» 7


Nicholas storse la bocca e si voltò ad afferrare la bottiglia che gli avevano appoggiato dietro la schiena. La sollevò e accennò un brindisi in direzione di Jakob. «Allora alla salute!» Bevve un sorso e accolse con un sospiro la birra fresca che gli scorreva lungo la gola. Ancora non capiva perché si fosse lasciato convincere dal suo assistente ad andare in un locale il cui unico pregio era quello di non essere pieno di fumo. D'altra parte non aveva molte alternative. Poteva tornarsene a casa a rimuginare sui problemi dello spettacolo che stava allestendo, o cercare di distrarsi infilandosi nel letto di Fiona. E in quel momento nessuna delle due alternative gli appariva particolarmente allettante. La prospettiva di licenziare una ballerina, se non due, a un mese dalla prima era a dir poco infausta, senza parlare della seccatura di dover organizzare un'audizione per sostituirle. E l'idea di rotolarsi fra le lenzuola con Fiona aveva cominciato ad apparirgli sempre meno eccitante già da qualche settimana. «Sai cosa mi meraviglia?» chiese, lanciando un'occhiata ironica a Jakob. «Che tu conosca un posto come questo.» Jakob fece scorrere lo sguardo sulle teste delle persone sedute ai tavolini; sul piccolo palco circolare chiuso da un sipario fucsia bordato di nappe dorate; sulle pareti, da cui pendevano fiocchi, tendaggi e sagome di frutta candita tempestata di finte pietre preziose. «Non ti piace?» Nicholas bevve un altro sorso di birra e inarcò un sopracciglio. «Be', è sorprendente come questa specie di scatola di caramelle sia così piena di uomini!» «Ah, ma ti posso garantire che durante le esibizioni il testosterone sale alle stelle!» ribatté Jakob con l'aria di chi la sa lunga. «Ne deduco che ci sei venuto più volte.» Nicholas lo guardò incuriosito. «E io che pensavo di conoscerti!» Jakob sollevò una spalla. «Hai presente Flashdance? Da bambino lo adoravo. Un vero cult.» Nicholas gettò indietro la testa e scoppiò a ridere. «Quindi vieni qui nella speranza di scoprire anche tu una nuova promessa della danza? Non ti facevo un sognatore!» 8


Jakob lo guardò con aria sorniona. «Come ti ho già detto, sono sicuro che alla fine mi ringrazierai.» Nicholas ne dubitava, ma aveva espresso già con sufficiente chiarezza le sue perplessità e non era il caso di insistere. Ormai era lì, in quella via di mezzo fra un boudoir e un negozio di gelatine alla frutta. Tanto valeva accontentare Jakob e sperare di tornarsene a casa il prima possibile. Non aveva più senso negare che, per come stavano le cose, il suo spettacolo rischiava di non essere il successo sfolgorante che inseguiva da tempo, e che bisognava prendere almeno una decisione scomoda. Melanie aveva la testa altrove, a New York per l'esattezza, e non sembrava avere né la voglia né la capacità di riportarla dove doveva, cioè lì a Londra. Quanto ad Arianna... pensava di aver visto in lei una scintilla speciale, ma doveva essersi trattato di un abbaglio. Perché negli ultimi due mesi la sua danza non aveva espresso nient'altro che tecnica. Mentre lui, nella sua compagnia, voleva qualcosa di più di una ballerina capace di fare bene i compiti... In quel momento le luci cominciarono a roteare sulla piccola platea e sul sipario, mentre un breve rullo di tamburi copriva le voci e le zittiva di colpo. Il velluto fucsia scivolò all'indietro e i faretti vennero sostituiti da due fasci di luci morbide che si incrociarono al centro del palco, sopra una grande torta finta, una forma burrosa decorata da ciuffi di panna e ciliegine candite. Sull'ultimo strato svettava una donnina in abiti succinti voltata di tre quarti, che metteva in mostra il fondoschiena in una posa ammiccante da pin-up. Poi tutto si fece buio per una frazione di secondo. Nicholas batté le palpebre davanti a quell'improvvisa oscurità, subito squarciata dall'occhio di bue che si accese sulla torta. Se non altro in quel locale sapevano come alzare la tensione in sala, riconobbe con un mezzo sorriso. Anche lui si sentiva attirato verso il piccolo palco come tutti gli altri, in attesa di vedere chi sarebbe saltato fuori dalla torta. Qualche volgare copia a grandezza naturale della pin-up di tre quarti, senza dubbio... Nel silenzio della sala cominciarono a risuonare grida e fi9


schi di incitamento, e come in risposta a tanta impazienza, dagli altoparlanti si rovesciò un nuovo, imperioso rullo di tamburi. Quando il rullo raggiunse l'apice, il coperchio della torta saltò via. Un'esplosione di coriandoli argentati si rovesciò dal soffitto e cadde volteggiando maliziosa sulla figura vestita con pochi centimetri di raso azzurro che era comparsa fra le grida di apprezzamento del pubblico. Nicholas fissò quell'apparizione per qualche secondo e venne colto di sorpresa da un repentino spasmo all'inguine, che liquidò come una sana reazione maschile alla vista di tanta carne nuda, poi si voltò verso Jakob, che gli strizzò l'occhio e gli fece cenno di tornare a guardare sul palco. La ragazza nella torta era immobile, con le braccia sollevate verso l'alto e un boa di piume azzurre avvolto attorno al collo. «Tanti auguri, Barry... Goditi la tua festa di compleanno all'Icing on the Cake» annunciò una voce suadente dagli altoparlanti. Dal tavolino più vicino al palco si alzarono battimani e fischi assordanti. Nicholas si spostò di un passo per vedere meglio il festeggiato, un uomo con i capelli ricci e una camicia bianca, al quale gli amici assestavano sonore pacche sulle spalle. E bravo Barry, goditi la tua festa, pensò sollevando la birra. Aveva appena finito quel piccolo brindisi, che la sala si saturò di musica e lui impiegò un millesimo di secondo per riconoscere la canzone. Do you think I'm sexy. La ragazza sul palco cominciò a far ondeggiare i fianchi. Abbassò le braccia con movimenti fluidi, si aggrappò ai bordi della finta torta e ne uscì con un movimento aggraziato. L'eccitazione del pubblico crebbe di intensità, mentre lei compiva un piccolo giro su se stessa e guardava la platea da sopra la spalla con fare malizioso, muovendo il bacino con movimenti rotatori che mettevano in mostra le natiche appena velate dal gonnellino. Lo sguardo di Nicholas scivolò dai vertiginosi sandali alla 10


schiava che imprigionavano le caviglie sottili, lungo i polpacci eleganti e le cosce toniche. La ragazza si allena... Poi rimase incantato a fissare i glutei sodi accarezzati dal tulle argentato e la piccola striscia di raso che vi si insinuava in mezzo, maliziosa. La ragazza si voltò, troppo presto per i suoi gusti, e si avvicinò al proscenio, cominciando a srotolare il boa. Qualche piuma si staccò e ondeggiò leggera a terra. Nicholas le osservò la vita sottile, che il costume stile corsetto stringeva al punto da domandarsi come facesse a respirare, e il seno sodo, che i suoi movimenti studiati stavano mettendo lentamente in mostra. Il costume aveva una scollatura profonda quasi oscena. Nicholas riusciva a distinguerne i capezzoli turgidi anche da lì. Un fisico da ballerina con un seno da spogliarellista, connubio interessante... Corrugò la fronte. Non era la prima volta che formulava un giudizio del genere negli ultimi tempi. E quando l'aveva fatto era stato per... «Allora?» Nicholas staccò con una certa riluttanza lo sguardo dall'esibizione e guardò Jakob. «Cosa ne pensi?» insistette il ragazzo. Nicholas storse la bocca. «Intrigante. Si muove bene. Ma ancora non vedo perché dovrei ringraziarti...» Jakob fece un gesto in direzione del palco con la mano che reggeva la birra. «Forse dovresti osservarla un po' meglio.» Ora la ragazza stava davanti a Barry, che si godeva i movimenti fluidi e sensuali di quel corpo agile. Era brava, dovette ammettere Nicholas, che provò un altro spasmo all'inguine quando vide che, di spalle, si piegava in avanti per concedere a Barry una vista strepitosa. I capelli avevano la tinta calda delle bucce di castagna e le scendevano oltre le scapole in riccioli simili a morbidi viticci, fra i quali rilucevano alcuni coriandoli argentati e qualche piuma turchese. 11


Improvvisa, si parò davanti agli occhi di Nicholas l'immagine di quei capelli che lo accarezzavano tutto, solleticandogli la pelle del torace, dello stomaco, dell'inguine. Con uno sforzo di volontà si impose di non allungare la mano verso il cavallo dei pantaloni, per raddrizzare un inizio di erezione che lo avrebbe messo in imbarazzo davanti a Jakob, se il suo assistente si fosse accorto di quel gesto. Altro che sana reazione maschile... Si stava eccitando come uno di quei patetici forsennati che fischiavano e ululavano in prima fila! Quando la ragazza si girò, Nicholas si concentrò sul suo viso. E quasi si strozzò con l'ultimo sorso di birra. Cristo santo! Strinse le palpebre per assicurarsi di non avere le traveggole. Gli occhi della ragazza erano una pozza argentea bordata pesantemente di nero, il viso minuto riluceva pallido sotto i faretti e le labbra brillanti erano leggermente socchiuse in un sorriso consapevole e invitante. Lui era abituato a vederla struccata, con i capelli stretti in uno chignon severo, in una sala di danza, con il body macchiato di sudore, il viso tirato dalla fatica e il respiro ansante. Non con addosso quell'espressione sensuale e una pretesa di costume fatta apposta per eccitare. La musica continuava a rimbombare imperiosa dagli altoparlanti. Nicholas avvertì un violento senso di calore e rimpianse di non aver lasciato il giubbotto di pelle al guardaroba. «Ma quella è...» Incredulo si voltò verso Jakob, che lo guardava soddisfatto. «Arianna Radburn, proprio così. Qui però la chiamano Sweet Thunder. Che sorpresa, eh? E pare che vada fortissimo...» Nicholas tornò a guardare la sua ballerina, che stava tormentando Barry con movimenti provocanti. Arianna si sfiorò tutto il corpo con il boa in una carezza sensuale e lo lanciò verso l'uomo, che lo afferrò al volo. Poi cominciò a sfilarsi i lunghi guanti a ritmo di musica, allonta12


nandosi e avvicinandosi ammiccante al proscenio. Ecco perché il suo corpo gli era familiare, pensò Nicholas, lo vedeva tutti i giorni da due mesi! Ma non ebbe tempo di pensare ad altro, perché Arianna lanciò a Barry anche i guanti e agile si sedette sul bordo del palco, mandando in visibilio il pubblico con una serie di accavallamenti delle gambe. Con le mani si sfiorò le caviglie, risalì fino alle cosce e poi si voltò a pancia in giù, oscillando avanti e indietro con tutto il corpo. Il raso e l'argento del suo costume scintillavano sotto i faretti, mentre lo sguardo di tutti era incatenato alla sua schiena inarcata, al suo viso rivolto verso l'alto, alle sue labbra socchiuse. Poi tornò a sedersi e con un saltino scese tra il pubblico. L'entusiasmo in sala salì alle stelle e Nicholas capì che stava arrivando il pezzo forte dell'esibizione. Arianna si appoggiò con le mani alle ginocchia di Barry, facendogli ondeggiare davanti il seno a ritmo di musica, poi si insinuò fra le sue gambe e si voltò di spalle, ancheggiando e offrendogli una visione ravvicinata delle natiche rotonde. Il tulle del gonnellino gli sfiorava il viso e Nicholas pensò che qualsiasi uomo degno di quel nome non sarebbe riuscito a rimanere immobile davanti a una simile, deliziosa provocazione. Lui no di certo! Si protese verso Jakob. «Ma gli hanno legato le mani?» Jakob rise e scosse la testa. «Le ragazze non si possono toccare... fa parte del regolamento.» Nicholas inarcò un sopracciglio. «Un locale di spettacolini sexy con un codice morale, eh? Interessante.» E inverosimile. Voltò la testa per osservare le pareti laterali in cerca di qualche porta sospetta. Di sicuro, pagando il dovuto, ci si sarebbe potuti appartare con le ragazze per uno spettacolo più privato, pensò riportando l'attenzione su quanto avveniva davanti a lui. Barry teneva le mani appoggiate sulle cosce e Arianna gliele scostò con decisione, poi scese cavalcioni su di lui ancheggiando. Il viso di Barry si fece quasi paonazzo. Arianna si muoveva a ritmo di musica sul suo inguine, inarcandosi e contorcendosi maliziosa, ma anche stranamente elegante. 13


Nicholas non aveva dubbi che Barry fosse eccitato e che in quella posizione Arianna potesse avvertire l'erezione che gli stava gonfiando i pantaloni. E il pensiero che una sua ballerina si strusciasse contro uno sconosciuto in un locale pieno di uomini urlanti era scioccante... ma anche maledettamente eccitante. E il sangue, che per una frazione di secondo aveva cominciato ad andargli alla testa, precipitò verso il basso, facendolo diventare più duro di quanto fosse mai stato. Arianna era protesa in avanti e stuzzicava Barry sfiorandogli ritmicamente il viso con la punta del seno. Poi si piegò all'indietro. Il suo ancheggiare si fece più lento, concentrato. Scivolava avanti e indietro, rapita dalla musica, come in un vero amplesso, mentre quella vista seccava la gola agli amici di Barry e ne attenuava i fischi e le roche grida di incitamento. Mio Dio, lo sta masturbando attraverso i pantaloni... Nicholas deglutì e serrò la mascella. Il peso del giaccone divenne insostenibile. Che cosa gli prendeva? Stava reagendo come un adolescente brufoloso che sfoglia il suo primo giornaletto porno nascosto nei bagni della scuola. Arianna si alzò e invitò Barry a fare lo stesso. Lo prese per mano e lo portò con sé sul palco. Poi gli girò attorno sfiorandolo ovunque con le natiche, un fianco, la punta del seno... in una vera e propria tortura pubblica a cui lui sembrava ben contento di sottomettersi. La musica crebbe di volume e Arianna fece voltare Barry verso il fondale del palco, frapponendolo fra sé e il pubblico. Poi, sbirciò maliziosa da dietro la sua spalla. Con un movimento repentino si strappò di dosso il costume e lo lanciò di lato fra gli applausi e gli ululati dei presenti. Nicholas trattenne il fiato, in attesa di quello che sarebbe successo. Arianna si fece prendere in braccio da Barry, che si voltò davanti a tutti stringendo estasiato quel trofeo sgambettante e seminudo, che si copriva pudicamente il seno con un braccio. «Okay, possiamo andare» ordinò a quel punto Nicholas, 14


appoggiando con un colpo secco la bottiglia vuota sul bancone. Si fece largo fra gli uomini che affollavano il bar e si avviò con passo deciso verso l'uscita, senza guardare se Jakob lo stesse davvero seguendo. Una volta fuori inspirò a fondo, contento che l'aria gelida della notte gli congelasse per qualche istante la gola e i polmoni e gli raffreddasse il sangue. «Hai gradito lo spettacolo?» Jakob si allacciò la cerniera del bomber nero e si calò in testa un berretto di lana dello stesso colore. «Avanti, non ti piacerebbe che Sweet Thunder ballasse così anche per te?» aggiunse, mentre il suo respiro si trasformava in piccole nuvole candide. Nonostante il freddo, Nicholas avvertì un nuovo fiotto di calore in tutto il corpo. «In che senso?» «Non certo nel senso di farle fare la lap dance sulle gambe degli altri ballerini...» Jakob alzò gli occhi al cielo. «Sono o non sono settimane che ti lamenti che nella sua danza manca qualcosa, che è troppo tecnica e poco espressiva? E che forse è stato un errore prenderla nella compagnia?» Nicholas annuì e si avviò lungo il marciapiedi, in direzione della macchina. «Be', questa sera mi sembra che Arianna abbia dimostrato di saper essere molto espressiva, quando vuole» continuò Jakob seguendolo. «E se riuscissimo a farle tirare fuori questa sensualità anche in sala prove? Avanti, ammettilo. Sarebbe perfetta.» Nicholas si fermò davanti al suo fuoristrada grigio metallizzato. «Sì, può essere» concesse pensieroso. Jakob sembrò accontentarsi di quella piccola vittoria sul suo coreografo e batté un paio di volte i piedi per terra. «Okay, allora pensaci. Ci vediamo domani.» Con un cenno della mano salutò Nicholas e poi si avviò a passo veloce verso la bocca spalancata di una stazione della metropolitana. Nicholas salì nell'abitacolo freddo e si soffiò un po' di aria calda sulle mani intirizzite. Subito nella sua mente si formò l'immagine di Arianna che sfiorava con le cosce snelle le gambe di Barry. 15


Avanti, non ti piacerebbe che Sweet Thunder ballasse cosÏ anche per te? Appoggiò la testa all'indietro e fissò il tettuccio della macchina. Gli sarebbe piaciuto moltissimo. E non solo per il bene della compagnia e dello spettacolo.

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Ballando con il fuoco di Edy Tassi Arianna Radburn ha una doppia vita: ballerina instancabile di giorno presso una delle compagnie di danza più prestigiose di Londra e creatura conturbante di notte, quando, con il nome di Sweet Thunder, mostra il suo corpo perfetto all'Icing on the Cake. Ma gli occhi famelici degli uomini non l'hanno mai eccitata, finché non riceve una proposta: esibirsi per un solo cliente, notte dopo notte, dietro lauto compenso. A sconvolgere Arianna non è tanto la natura della proposta, ma l'uomo che gliela fa. Nicholas Morgan, infatti, è il suo coreografo. Un uomo bellissimo, affascinante e implacabile in sala prove. Che ha una regola ferrea: mai fare sesso con una delle sue ballerine. La donna provocante che si esibisce per lui, però, non è la stessa che lavora nel suo affermato corpo di ballo...

Mi piaci da morire di Anne Rainey Si può desiderare la sorella del proprio socio nonché migliore amico? Forse, purché l'amico in questione non sia il temibile Wade Harrison, uomo tutto d'un pezzo, iperprotettivo nei confronti della sorella, la sensuale ed esuberante Deanna. Le cose si complicano ulteriormente perché Deanna ha un gemello, Dean, che si atteggia a tutore della sua virtù. Ma lei è abituata a fare di testa propria e non permette a nessuno di darle ordini... almeno fuori dalla camera da letto. Perciò all'inizio la sua reazione alla corte spietata del bel tenebroso Jonas Phoenix è un sonoro NO, ma quando lui le propone un weekend di fuoco nella casa al mare a Miami, lei accetta di trascorrere in sua compagnia giorni e notti di travolgenti giochi erotici. Il pericolo d'innamorarsi, però, non è l'unico che Deanna corre...


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