Lynda Aicher
Lasciati guardare
ISBN 978-88-6183-442-2 Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Bonds Of Trust Carina Press © 2012 Lynda Aicher Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion febbraio 2014
Prologo
«Le piace essere legata?» «Non lo so.» «Essere sculacciata o frustata? Preferisce il gatto a nove code, il frustino o la paletta?» «Non saprei.» «La eccita l'esibizionismo, essere una schiava sessuale, servire un padrone?» «Non ne ho idea.» «Ha una propensione per la pioggia dorata e altri generi di giochi con l'acqua?» «Come?» Cali Reynolds trasalì poi fu scossa da un brivido. Giochi con l'acqua? «Dio, no! Non m'interessano...» Seth Mathews, uno dei proprietari del Den, si bloccò, interrompendo la lunga raffica di domande per scrutarla intensamente, poggiando un gomito sulla scrivania e protendendosi leggermente verso di lei mentre la sottoponeva al suo sguardo indagatore. Quel movimento fece flettere i bicipiti muscolosi, tendendo il cotone della polo azzurra sulle spalle ampie e possenti. Era un omaccione dal fisico imponente e dallo sguardo torvo, con i capelli lunghi e l'aria minacciosa; non per nulla era l'ultimo ostacolo da superare prima di poter essere ammessa tra i soci di quell'esclusivo circolo privato. In effetti, 5
pensò Cali, era perfetto per incarnare il ruolo di Cerbero... Seth abbozzò un sorriso, evidentemente divertito dall'espressione di disgusto che Cali sospettava di avere dipinta sul volto. «Diversi nostri soci si dilettano proprio con queste attività, signora Reynolds» le disse in tono imperturbabile, di superiorità, quasi altezzoso. «Le mie sono domande di routine per i nostri colloqui d'ammissione. Mi auguro che eviti di esprimere così platealmente la sua opinione davanti agli estimatori del genere.» Cali fece una live smorfia e s'irrigidì, mortificata da quell'osservazione carica di disapprovazione. Serrò i pugni in grembo sperando che l'ampia scrivania che li divideva nascondesse il suo gesto agli occhi acuti di Cerbero... «Non era mia intenzione mancare di rispetto o criticare i gusti altrui» replicò con sussiego, sulla difensiva. «Però certe cose proprio non fanno per me.» Seth accolse quella spiegazione con un secco cenno d'assenso, poi abbassò lo sguardo sul modulo davanti a lui sul piano della scrivania e tracciò una crocetta. A una prima occhiata le era parso subito più giovane di quanto si fosse aspettata da un esaminatore; doveva avere tra i trentacinque e i quarant'anni, pensò. Tuttavia la sua età non sminuiva l'autorevolezza dell'atteggiamento. «Allora cos'è che cerca, esattamente?» ribatté continuando a osservarla con i suoi occhi penetranti a cui sembrava non sfuggire nulla. Cali deglutì. Aveva lo stomaco stretto da una morsa di agitazione. «Non lo so con precisione» rispose arrossendo per l'imbarazzo. Distolse lo sguardo dal viso di Seth Mathews e lo abbassò a fissare le mani contratte, tormentando nervosa6
mente una pellicina sul pollice mentre si chiedeva se i pantaloni neri a sigaretta con il maglioncino viola non fossero una scelta d'abbigliamento un po' troppo seria e castigata per quel genere di colloquio. Seth sospirò e buttò la penna sulla scrivania con un gesto spazientito, poi appoggiò meglio la schiena alla spalliera della poltrona e incrociò le braccia, un gesto che gli fece gonfiare ancora di più i bicipiti, e mise in evidenza i pettorali. «Allora perché è qui, signora Reynolds?» l'apostrofò, visibilmente irritato. «Il Den è il club privé sadomaso più esclusivo di Minneapolis. Se non sa cosa vuole o cosa le piace, perché venire da noi, allora?» Cali sollevò il mento per darsi un contegno, anche se nella sua voce s'insinuò una nota disperata quando rispose: «Proprio perché siete un circolo esclusivo, voglio entrare qui da voi». «Ma perché?» insistette lui. Cali riabbassò la testa e puntò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, un gesto che le era abituale quando voleva prendere tempo e calmarsi. Già... perché?, ripeté mentalmente. «Non ci proverei mai in un altro club.» Fece una pausa, aspettandosi che lui commentasse quell'affermazione, ma Seth Mathews rimase in silenzio, perciò riprese a parlare, spiegandogli con assoluta sincerità la sua situazione. «Ho impiegato moltissimo tempo per arrivare a capire cosa io desideri veramente, e altrettanto tempo ad accettare che i miei gusti sessuali esulino da quello che è comunemente considerato come normale, poi mi ci è voluto ancora più tempo per decidere di concretizzare le mie propensioni e mettere in pratica le mie fantasie erotiche. Per me non è un gioco, se è questo che sospetta.» 7
Seth riprese in mano la penna e la rigirò distrattamente tra le dita, giocherellandovi. «Perché proprio adesso?» «È ora o mai più» sentenziò lei, decisa. Fece un respiro profondo sperando che lui le credesse, dato che era la verità. Era la sua unica possibilità di ottenere ciò che desiderava segretamente e realizzare le sue fantasie, ma senza pericoli. Non poteva correre il rischio di essere scoperta rivolgendosi altrove. Lui si piegò in avanti avvicinandosi al bordo della poltrona. «Perché è convinta di essere adatta al ruolo di schiava se non ha mai partecipato a giochi di sottomissione?» insinuò. «E lei come ha fatto a capire di essere un dominatore?» ribatté Cali. Era evidente il tipo d'uomo che aveva di fronte, ed era stanca di quel gioco, delle sue domande, dei dubbi e dell'incredulità che le dimostrava. Non intendeva farsi intimidire dal suo scetticismo fino al punto da rinunciare. «Come ha scoperto quali fossero le sue propensioni e i suoi desideri senza provare praticamente a mettere in atto quelle stesse fantasie? Ci sarà stato un momento in cui anche lei ha avuto dei dubbi che potevano essere sciolti solo dall'esperienza diretta. Allora se non aver mai partecipato a simili incontri è l'unico fattore che m'impedisce di essere ammessa nel suo circolo, mi chiedo in quale altro modo io possa sperimentare e imparare ciò che voglio...» Seth la fissò dritto negli occhi e stavolta Cali non distolse lo sguardo, ma lo sostenne senza battere ciglio. Aveva gettato il guanto di sfida e ora non intendeva battere in ritirata. Chissà, forse Seth Mathews l'avrebbe sbattuta fuori, oppure forse – magari! – l'avrebbe fatta piegare sulla scrivania e le avrebbe dato una sonora sculacciata per averlo provocato. Al solo pensiero ebbe un 8
tuffo al cuore e fu sopraffatta da un'ondata improvvisa di calore. In ogni caso avrebbe avuto la risposta che attendeva. Dopo un lungo minuto di silenzio carico di tensione, che le parve interminabile, Seth incurvò lentamente le labbra sensuali in un accenno di sorriso. Si alzò, incombendo su di lei con il suo fisico imponente, e le porse la mano. «Benvenuta al Den, signora Reynolds.»
9
1
Inspira... espira... Erano due azioni semplici, che si eseguivano per riflesso, ma che per Cali erano praticamente impossibili. Continuava a imporsi di respirare, ripetendosi che l'ossigeno era necessario, ma non riusciva a concentrarsi perché i battiti del cuore le rimbombavano nelle orecchie, impedendole di sentire i propri pensieri. Erano trascorsi quattro giorni dal colloquio... quattro giorni in cui aveva potuto digerire la notizia di essere stata ammessa e rimuginare sul fatto che ora era socia di quell'esclusivo circolo privato. Sarebbe stato umiliante se qualcuno l'avesse scoperta lì. Il solo pensiero le provocava un'ondata d'ansia e imbarazzo. Ma no, non l'avrebbe saputo nessuno di sua conoscenza. Avrebbe potuto soddisfare la sua curiosità e dare libero sfogo alle esigenze più segrete, vivendo quel lato della sua esistenza in assoluto anonimato. Per cercare di distrarsi e concentrarsi su qualcosa che non fosse la sua ansia sempre maggiore, si sforzò di guardarsi intorno nella stanza in cui si trovava. L'ambiente era di dimensioni ridotte ma arredato con gusto sui toni del bordeaux e del verde. Il divanetto a due posti di pelle nera su cui Cali era seduta era posto di fronte a due poltroncine abbinate. Nel complesso era una sala d'aspetto raffi10
nata, con tinte calde ma sobrie e mobili eleganti, chiaramente di pregio; l'arredamento era più adatto agli uffici di una prestigiosa società che a un sex club! Perché la stavano facendo attendere?, si chiese, sempre più sulle spine. Forse il circolo aveva deciso di revocarle l'iscrizione ancora prima che avesse cominciato a frequentarlo? In tal caso, però, perché aveva trascorso l'ultima mezz'ora ad ascoltare le istruzioni che venivano impartite al gruppetto di persone riunite in una saletta adiacente, neofiti come lei? Le erano state ripetute le regole del circolo, come a tutti, però solo lei era stata individuata in mezzo al gruppo, presa da parte e isolata. Eppure aveva seguito scrupolosamente la procedura; aveva riempito un esauriente questionario, sostenuto un colloquio e versato l'esorbitante quota d'iscrizione. Aveva compilato il modulo distribuito ai nuovi soci, mettendo le crocette sulle caselle di una lista infinita di possibili gusti sessuali, passando in rassegna attività erotiche che, al solo pensiero, la facevano avvampare e le facevano battere più forte il cuore per le immagini peccaminose ed eccitanti che evocavano. Sottomissione, sculacciate, bondage, rapporti anali, voyeurismo, esibizionismo... Basta, cerca di darti un contegno!, si disse Cali, annaspando. Aveva voglia di farsi aria, tanto era accaldata! Decisamente avrebbe fatto meglio a pensare ad altro. Espirò lentamente, ma non serviva a niente cercare di applicare a quella situazione conturbante le tecniche di respirazione che conosceva. Inspira... espira... Era perfettamente inutile, perché non riusciva a infonderle la calma di cui aveva bisogno per superare quel momento difficile, carico d'incertezza e trepidazione. Il silenzio assoluto che regnava nella stanza era un'ulteriore tortura. Non si udiva 11
una musichetta di cortesia, del genere che si sente spesso nelle sale d'aspetto; neanche il ticchettio di un orologio da seguire mentalmente per farsi distrarre da quel ritmo regolare. No, era stata lasciata sola con i suoi pensieri, sempre più nervosa e combattuta, sforzandosi di non cedere all'impulso di fuggire. Si alzò di colpo, esitò per qualche secondo poi tornò a sedersi rimproverandosi mentalmente per quello scatto di nervi. Istintivamente si ravviò i capelli ma, quando puntò una ciocca dietro l'orecchio, si fermò appena toccò la chioma ribelle e sentì i riccioli liberi invece del solito carré liscio. Come la minigonna e la camicetta scollata, le ciocche ricciute che le incorniciavano il viso contribuivano a rivelare un altro lato della sua personalità, quello che abitualmente teneva ben nascosto come un segreto inconfessabile, perché le sembrava inaccettabile, sconveniente... sporco. Però era la parte di sé che anelava disperatamente a venire alla luce ed essere libera. Lasciò ricadere la mano e la strinse forte con l'altra per cercare di restare immobile, non agitarsi nervosamente né cedere al panico o all'impulso di darsi alla fuga. Era quasi convinta di essere stata lasciata lì a friggere perché stavano mettendo alla prova la sua resistenza. Se era un test, intendeva superarlo. Rinsaldata la determinazione, cominciò a respirare con un po' meno tensione. Ce l'avrebbe fatta, sarebbe andata fino in fondo, si disse per farsi coraggio. Le ci erano voluti quarantaquattro anni, due figli grandi e un divorzio per arrivare lì, ma ormai non avrebbe voltato le spalle a quell'occasione di ottenere finalmente ciò che voleva. Quella sera avrebbe fatto sesso con un uomo. Jake McCallister appoggiò più comodamente la schie12
na alla poltrona e i piedi sul bordo della scrivania incrociando le caviglie. Quel movimento, per quanto banale, gli parve strano e capì che non aveva provocato lo scricchiolio che ormai era abituato a udire e di cui sentiva quasi la mancanza. Aggiustò la posizione agitandosi leggermente contro la pelle morbida, rammaricandosi di non avere più la vecchia poltrona che era come un pugno in un occhio, ma ormai si adattava alla perfezione alla forma del suo corpo. Purtroppo era finita nel camion dei rifiuti ingombranti che era passato quella mattina. Sospirando, chiuse gli occhi per qualche istante; aveva bisogno di una breve pausa di riposo prima che iniziasse la serata e arrivasse una folla di persone ansiose di riversargli addosso i loro desideri e le loro aspettative. Due minuti, pensò. Non desiderava altro. Due minuti di silenzio per far riposare il cervello. La porta del suo ufficio venne spalancata di colpo e nella stanza penetrò invadente l'eco pulsante della musica rock che proveniva dalla sala. «Ehi, Jake!» lo chiamò Seth mentre entrava nell'ufficio. «Hai il fascicolo con la scheda della matricola di stasera?» E i suoi due minuti di quiete erano andati a farsi benedire, pensò Jake. Aprì gli occhi e raddrizzò la schiena, riportando i piedi a terra con un tonfo sordo. Spostò i fogli che ingombravano la scrivania finché non trovò la cartellina che il suo socio gli aveva chiesto. Era il primo venerdì del mese, la serata dedicata ai nuovi iscritti del circolo; quella sera i novellini sarebbero stati presentati ufficialmente agli altri membri del club. «Ecco qua» disse porgendo il fascicolo a Seth, poi ag13
giunse: «Hai già affidato i vari incarichi?». La prima sera, al loro arrivo i candidati venivano assegnati a un dipendente che aveva il compito di far fare loro un giro e rispondere alle eventuali domande. Era sia una cortesia sia una precauzione, senza obblighi per nessuno dei due interessati. Tuttavia i proprietari prestavano molta attenzione negli abbinamenti tra nuovo iscritto e dipendente, perché le coppie spesso finivano per trascorrere la notte insieme... in un modo o nell'altro. «Quasi tutti» rispose Seth dando un'occhiata all'elenco. «Però ce n'è una che mi crea qualche problema. Speravo che fossi disposto a farle un altro colloquio per valutare la mia decisione prima di mandarla in giro.» Jake trattenne a stento un grugnito di disappunto. «Quando?» «Fra un quarto d'ora.» «Fammi indovinare.» Jake si sistemò meglio in poltrona e rifletté sull'elenco dei nuovi clienti che aveva appena consegnato a Seth. «È la divorziata quarantaquattrenne in cerca di trasgressione, che però non ha idea di cosa l'aspetta. Cerca disperatamente di sentirsi ancora giovane dopo il fallimento del suo matrimonio, perciò ritiene che il circolo possa dare un impulso alla sua autostima e dimostrarle che è ancora desiderabile.» Seth chiuse la porta, eliminando il disturbo della musica che proveniva da fuori, poi si sedette. Non era un buon segno. «Sai benissimo che non avrei accettato la sua candidatura se avessi avuto il minimo sentore del fatto che non fa sul serio e non è adatta allo stile del circolo» dichiarò, lanciando a Jake un'occhiata carica di rimprovero. «A prima vista sembra come l'hai descritta, ma è un'impressione superficiale, credimi. Non riesco a inquadrarla, contrariamente a quanto mi capita di solito con le matri14
cole. Ho scorto in lei una nota di curiosità innocente, quasi... virginale, che contrasta con la sua età.» «Allora falle tu il colloquio, visto che la comprendi così bene.» «Non posso. Ho un appuntamento alle dieci e poi ha già sostenuto l'incontro preliminare con me. Vorrei un secondo parere.» «Non può farlo Dek?» Deklan Winters era il terzo socio. I tre uomini avevano fondato il circolo privato cinque anni addietro, correndo degli enormi rischi e basandosi su un'idea folle, sui loro desideri e su scarsi fondi, potendo contare solo sullo stretto necessario per aprire i battenti. Seth si piegò verso l'amico, posando i gomiti sulle ginocchia. «Tu sei il più comunicativo e intuitivo, ci sai fare con le persone, Jake. Potresti capirla molto più in fretta di quanto faremmo io o Dek.» Esitando, aggrottò le sopracciglia e inclinò il capo di lato, pensoso. «Perché cerchi di evitare la cosa?» «E tu perché hai aspettato fino ad adesso per informarmi delle tue perplessità?» Seth raddrizzò la schiena. «È sempre stata prassi comune al Den richiedere un secondo parere quando abbiamo dei dubbi.» Jake lanciò un'occhiata ai monitor che tappezzavano una parete. In ogni sala del club era installata una telecamera di sicurezza, senza eccezioni. Il circolo aveva una reputazione da mantenere. I tre soci si erano impegnati strenuamente per consolidare la posizione del Den nell'ambiente del sadomaso ed erano riusciti a farlo diventare il più rinomato tra i club di Minneapolis. Tuttavia sapevano perfettamente che le mode cambiavano alla velocità della luce e che la popolarità poteva essere persa o guadagnata nell'arco di una singola notte. 15
I criteri fondamentali della discrezione, della sicurezza e dell'esclusività del circolo l'avevano reso così prestigioso, ed erano dei fattori a cui si attenevano scrupolosamente. «E va bene» sospirò Jake mentre passava in rassegna gli schermi con occhio allenato, controllando i clienti che si dedicavano a giochi erotici nelle salette private e quelli che si esibivano nelle Segrete. «Dammi la sua scheda, ci penserò io» si arrese, tornando a guardare Seth. «Con chi l'hai accoppiata?» Seth tirò fuori un foglio dal fascicolo e lo consegnò a Jake, poi si appoggiò allo schienale della sedia con una posa più rilassata, ora che aveva avuto il consenso del socio. Si passò una mano fra i capelli castani ravviandosi le ciocche lisce che ricaddero a sfiorargli le spalle. Jake notò quel gesto rivelatore e capì che, per qualche motivo, quella cliente l'aveva fatto agitare. «Con Marcus» rispose Seth. «Però non ne sono convinto. Non ho nulla contro Marcus, intendiamoci, è uno dei nostri migliori dominatori, ma l'istinto mi dice che c'è qualcosa che non va, che ho trascurato qualche dettaglio importante.» «Cioè?» Seth serrò per un istante le labbra, frustrato, poi fece un lungo sospiro. «Cavoli, non lo so... È per questo che vorrei che la vedessi.» Si alzò di scatto e attraversò la stanza, si fermò davanti al frigobar, ne aprì lo sportello con un gesto veemente e guardò all'interno, poi lo sbatté e tornò a voltarsi verso Jake senza aver preso niente da bere. «Non corrisponde al tipo che mi hai descritto. Dal colloquio con lei non ho avuto l'impressione che fosse la divorziata insicura che ha bisogno di un'iniezione di autostima né la panterona a caccia di facili emozioni.» 16
Incuriosito, Jake esaminò i dati personali della cliente riportati sulla scheda. La signora Cali Reynolds stava diventando un enigma stuzzicante, più allettante del previsto... e lui era restio a farsi trascinare. Negli ultimi mesi aveva avuto il sentore che l'irrequietudine stesse tornando a tormentarlo, facendogli provare il desiderio ineludibile e persistente di voltare pagina e cambiare vita, dirigersi verso nuovi orizzonti. Il suo impegno aveva una scadenza di cinque anni e sarebbe terminato a fine dicembre, e Jake sapeva già che avrebbe lasciato la società. Seth e Dek erano suoi fratelli non di sangue ma di fatto, sin da quando avevano legato schivando pugni e maltrattamenti presso la famiglia a cui tutti e tre erano affidati. Gli avevano fatto promettere che sarebbe stato vincolato alla società per cinque anni; conoscendolo bene ed essendo quindi consapevoli della sua smania di libertà e voglia di esplorare, gli avevano richiesto un impegno concreto, sottoscritto, altrimenti non avrebbero corso il rischio di diventare suoi soci, non per mancanza di fiducia ma perché temevano che li avrebbe piantati in asso appena si fosse stancato di quella vita. Per questo Jake aveva pochissima voglia di farsi coinvolgere nelle beghe del Den con i clienti proprio in un periodo in cui cercava di liberarsi a poco a poco di tutti gli impegni presi. Da questo derivava la sua riluttanza a condurre il colloquio. Tuttavia non poteva trovare una scusa per esimersi senza insospettire Seth, proprio quando sia lui sia Deklan erano sul chi vive. Jake li vedeva; avevano sempre le orecchie tese e gli occhi bene aperti, in cerca dei segnali rivelatori del fatto che fosse pronto a fare le valigie. Prese il foglio a cui erano attaccate con una graffetta due foto, una a mezzo busto e una a figura intera. «È molto bella» commentò. Alzò lo sguardo verso 17
Seth, che lo fissava un po' troppo intensamente. «Sei sicuro di aver segnato l'età giusta?» Seth si accigliò e incrociò le braccia in una posa minacciosa. «Credi che Dek commetterebbe un errore del genere? Sai che tutte le informazioni contenute nel fascicolo sono state controllate e confermate.» I candidati che facevano domanda per essere ammessi al circolo erano sottoposti a rigorosi controlli e dovevano sostenere un severo colloquio prima di entrare a far parte del Den; ogni particolare del loro passato e della loro vita era verificato. Jake abbozzò un sorriso mortificato. «Sì, scusa, lo so. È solo che... a giudicare dalle foto sembra più giovane di almeno dieci anni.» La bionda ritratta nelle fotografie aveva il viso liscio e il fisico di una trentenne. Anzi, sembrava molto più in forma di tante ragazze più giovani. «Perché, scusa, tu dimostri quasi quarant'anni?» Seth sbuffò. «Dai, Jake, proprio tu più di tutti dovresti sapere che le apparenze ingannano.» «Hai ragione» ammise Jake annuendo con aria grave. Tutti lo ritenevano più giovane di quanto fosse in realtà. Staccò a fatica lo sguardo dai begli occhi verdi dall'espressione malinconica della donna ritratta nella foto e buttò i fogli sulla scrivania. «Quindi sarà Marcus ad accoglierla?» Seth annuì. «Gli ho detto di accompagnare la signora Reynolds in Sala Uno dopo aver terminato la presentazione preliminare.» Si diresse verso la porta, ma si fermò prima di aprirla e guardò Jake con un sorrisetto malizioso. «Be', fammi sapere come va con la panterona...» Jake fece una risata secca, un riflesso istintivo che gli sgorgò dalla gola quasi suo malgrado. «Panterona? A guardarla, e in base a quello che scrive di sé, sembra più 18
che altro una gattina bagnata. Non mi sorprenderebbe se fuggisse dal club a gambe levate, tremante di paura, dopo essersi trovata ad assistere a certe situazioni da vicino» osservò, sarcastico. «Non esserne tanto sicuro.» Seth aprì la porta, e nell'ufficio filtrò il rumore ritmico della batteria di sottofondo. «Te l'ho detto, c'è qualcosa di particolare in lei.» Uscì prima che Jake potesse replicare. Seth sapeva che filarsela era l'unico modo per avere l'ultima parola. Accidenti. Contrariato, Jake riprese in mano la foto a mezzo busto. Cali Reynolds era adatta a sottomettersi? Aveva degli occhi da cerbiatta, ma con un bagliore vivace che rivelava la sua intelligenza. Non che una donna dovesse essere stupida per sottomettersi a un dominatore, ma quasi tutte le schiave erotiche avevano un'espressione ansiosa di compiacere il proprio padrone. La signora Reynolds aveva i capelli perfettamente acconciati in un carré sobrio che le sfiorava appena le spalle, e un rossetto rosa chiaro che si accordava perfettamente con la carnagione lattea e valorizzava le labbra a cuore, incurvate in un sorriso timido e schivo che contrastava con il luccichio malizioso dello sguardo. Intrigante... Jake si voltò verso gli schermi delle telecamere a circuito chiuso e li scrutò in cerca della donna misteriosa. Individuò una bionda tutta sola, seduta in Sala Uno; voltava le spalle alla telecamera che inquadrava la schiena rigida e una massa di riccioli morbidi che ondeggiarono quando lei girò la testa per guardarsi intorno. Aveva il viso nascosto e Jake si protese istintivamente verso lo schermo nel vano tentativo di scorgerne i lineamenti. Si scostò di scatto quando si rese conto di cosa stesse facendo. Ma che cavoli... 19
Buttò la foto sul piano della scrivania e si alzò. Aprì e chiuse i pugni per farsi passare l'indolenzimento derivante dall'ultimo appuntamento, con una cliente fissa a cui piaceva farsi sculacciare il venerdì dopo l'orario di lavoro, prima di tornare a casa dal fidanzato. Era il suo modo per terminare una lunga e impegnativa settimana in ufficio scaricando la tensione accumulata. Ridacchiò tra sé e sé. Era un vero peccato che la cliente non potesse parlare con sincerità con il fidanzato e comunicargli i suoi desideri. Tuttavia non c'era da stupirsi; il mondo del sadomaso era oggetto di tante critiche e incomprensioni che impedivano a moltissime persone di ammettere apertamente con il proprio partner cosa desiderassero, di cos'avessero bisogno nella loro vita. Non era solo una questione di sesso, ma ben pochi lo capivano. Comunque non era un suo problema. Uno dei vantaggi di essere socio di un club come il Den era quello di poter godere delle situazioni trasgressive che offriva il circolo, situazioni che Jake si divertiva a incoraggiare tra i clienti abituali nonché a sfruttare personalmente. Si lisciò addosso la sua tenuta da dominatore. Indossava pantaloni di pelle nera e maglietta nera d'ordinanza, come gli altri colleghi che lavoravano al club. Era tutta una questione d'immagine; Jake lo sapeva e si prestava a ottemperare a uno dei criteri del circolo, anche se una natura veramente dominatrice non aveva bisogno di tanti orpelli o abiti particolari. La necessità di mantenere la facciata era un altro degli obblighi di cui si andava rapidamente stancando. Uscì dall'ufficio con un sorrisetto teso impresso sulle belle labbra. Era ora di esibirsi. E via, si va in scena! 20
Eccitanti alchimie di Samantha Ann King È sbagliato desiderare due uomini allo stesso tempo? Hailey pensa di no, anche se forse non è tanto normale desiderare entrambi con la stessa intensità. Mark e Tony sono i protagonisti delle fantasie proibite che popolano i sogni di Hailey. Sogni che forse, complice una vacanza alle Hawaii, stanno per trasformarsi in realtà.
Il richiamo dei sensi di Beth Kery writing as Bethany Kane Cosa fa una sexy fiscalista di Hollywood in un paesino sperduto tra i boschi dell'Illinois? Katie Hughes si è lasciata alle spalle il mondo dorato di Beverly Hills, con uno scopo ben preciso: salvare Rill Pierce dall'autodistruzione. Il famoso regista, nonché carissimo amico, è infatti diventato un eremita.
Tentazione e orgoglio di Simona Liubicich Chi è lady Lucinda Orrefors? In apparenza una giovane gentildonna dai modi impeccabili. In realtà una delle spie più letali e spietate al servizio della Corona inglese. La sua fama è leggendaria, tanto da meritarle il soprannome di dama oscura, e il suo passato è avvolto nel mistero. Mentre si trova a Parigi in missione...
Lasciati guardare di Lynda Aicher Jake McCallister è uno dei tre proprietari del Den, un esclusivo club di Minneapolis dove tutto è permesso e ogni fantasia, anche la più trasgressiva, può essere realizzata. E quando incontra Cali, una nuova cliente, capisce che dai loro giochi proibiti, di controllo e sottomissione, potrebbero nascere emozioni travolgenti...
ESCLUSIVO:
ritorna ad APRILE 2014 con 4 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE E SCOPRI LE TRAME SUL SITO
www.eharmony.it