SED18_INCANTEVOLE OSSESSIONE

Page 1


MARGARET MALLORY

Incantevole ossessione


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Guardian Hachette Book Group Inc. © 2011 Peggy L. Brown Traduzione di Elena Vezzalini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Storici Seduction giugno 2013 Questo volume è stato stampato nel maggio 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI STORICI SEDUCTION ISSN 2240 - 1644 Periodico mensile n. 18 del 26/06/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 556 del 18/11/2011 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo Isola di Skye, Scozia, 1500 Teàrlag MacDonald, membro più anziano del clan e indovina di discreta fama, lasciò vagare lo sguardo dell'occhio sano da un ragazzo all'altro. Di rado riceveva visite nel suo minuscolo cottage in riva al mare. «Come mai siete venuti a trovarmi in questa notte tempestosa?» «Vogliamo conoscere il nostro futuro, Teàrlag» dichiarò il giovane Connor. «Potete dirci cosa ci attende?» Quello che aveva parlato era il secondogenito del signore del clan, un ragazzone di dodici anni con i capelli neri come la pece, che aveva ereditato dalla madre. «Siete sicuri di volerlo sapere? Non sapete che spesso predico la morte?» I quattro ragazzi si guardarono, ma nessuno fece un passo verso la porta. Erano molto coraggiosi, più di tanti altri. Tuttavia, lei si domandò cosa li avesse condotti in casa sua, a sgocciolare sul suo pavimento proprio quella sera. «Temete che io possa morire prima di avervi predetto il futuro, non è vero?» Fissò il più giovane, un ragazzo di dieci anni dai capelli neri come il cugino Connor e gli occhi azzurri come un 5


cielo d'estate, il quale arrossì, confermando i suoi sospetti. «Be', non credo di morire così presto, Ian MacDonald.» Lui inarcò un sopracciglio. «Mi conoscete, Teàrlag?» «Ma certo. Voi tre...» Puntò il dito su Ian e i cugini Alex e Connor. «... siete miei consanguinei.» Scoprire di essere imparentati con una donna con un occhio solo e la gobba non sembrò rallegrarli. Teàrlag ridacchiò tra sé mentre si girava per gettare una manciata di erbe nel fuoco, che crepitò e fece faville; a quel punto si chinò in avanti per inspirarne il fumo pungente. Nel momento in cui i ragazzi erano entrati nel cottage portando con sé l'odore di cani, lana bagnata e salmastro, aveva visto il bagliore arancione che precedeva l'arrivo di una visione e che di solito circondava una persona sola. Forse quella era un'eccezione perché i quattro erano molto legati, comunque non stava a lei mettere in dubbio le proprie doti. «Vieni tu per primo» disse indicando Ian. Il ragazzo sgranò gli occhi. Quando uno dei suoi compagni gli diede una spinta, fece il giro del tavolo per avvicinarsi. Veloce come un lampo, Teàrlag gli fece scivolare nella bocca spalancata un piccolo sasso levigato, che non l'avrebbe aiutata a predirgli il futuro ma aggiungeva un tocco di mistero, e gli avrebbe impedito di parlare. «Non ingoiare il sasso, perché moriresti.» Ian guardò il cugino Connor, che lo rassicurò con un cenno. Dopo avergli posato una mano sul capo, Teàrlag chiuse gli occhi: la visione, che aveva cominciato a prendere forma nel momento in cui lui aveva varcato la soglia, si 6


completò. «Ti sposerai due volte, la prima perché sarai costretto, la seconda per amore.» «Due mogli!» Alex, il ragazzo dai capelli biondi ereditati dagli antenati vichinghi, scoppiò a ridere sguaiatamente. «Sarai molto occupato.» Ian sputò il sasso nella mano. «Non era ciò che volevo sapere, Teàrlag. Non potreste dirmi qualcosa di interessante... quante battaglie combatterò, se morirò in mare...?» «Non sono io che decido, ragazzo. Se la visione sceglie di parlare d'amore e di donne, non posso farci nulla.» Guardò gli altri. «Chi vuole venire adesso?» I tre fecero delle smorfie, come se avessero bevuto una delle sue pozioni dal sapore amaro. Ridacchiando, l'indovina colpì il tavolo con una mano. «Dov'è finito il vostro coraggio?» «Non è giusto fermarsi qui, ora tocca a voi» si lamentò Ian. Dopo avere rivolto un sorrisetto agli altri due, Alex si scambiò di posto col cugino. «Non ho bisogno della visione per sapere che tu sei nato per mettere nei guai le ragazze» esordì Teàrlag scuotendo la testa. Tutti e quattro sarebbero diventati uomini bellissimi, ma quello in particolare aveva uno sguardo a cui era impossibile resistere. «Peccato, non c'è rimedio.» «A me sembra un'ottima notizia» rispose lui, divertito. «Mmh.» L'indovina prese un altro sasso dal piatto che c'era sul tavolo, glielo infilò in bocca e gli impose le mani. Per fortuna quella mattina aveva raccolto dei bei sassi sulla spiaggia. «Bah, non è affatto come credi. Un giorno incontrerai una donna seduta su uno scoglio, la cui bellezza ti ferirà gli occhi.» Aprì gli occhi e lo colpì sul petto. 7


«Guardati da lei, perché potrebbe essere una selkie, una donna foca, che ha assunto sembianze umane per adescarti e farti morire.» «Meglio una selkie che due mogli» borbottò Ian dall'altro lato del tavolo. Ripudiare una moglie per prenderne un'altra era un'usanza molto comune fra i MacDonald di Sleat, che erano soliti spezzare il cuore delle donne che li amavano. Teàrlag chiuse di nuovo gli occhi ed emise una risata così fragorosa che la fece tossire. Quella era davvero una sorpresa. «Alex, vedo che corteggerai una ragazza brutta e butterata» disse asciugandosi gli occhi con lo scialle. «Temo che sia anche robusta. E non intendo dire rotondetta, capisci.» Gli altri ragazzi si piegarono in due dal ridere, con i volti arrossati. «Credo che vi stiate prendendo gioco di me» disse Alex guardandola in tralice, «perché non ho alcuna intenzione di sposarmi. E se cambierò idea, mia moglie dovrà essere molto bella.» «Questo è ciò che ho visto.» Teàrlag lo spinse via e si avvicinò a Duncan, un giovane robusto dai capelli rossi, la cui madre era stata la balia di Connor. «Nelle vene di questo giovane scorrono il sangue della strega del mare dei MacKinnon e quello di Scáthach, la regina guerriera dei celti, perciò non mettetevi mai contro di lui» dichiarò agitando il dito verso gli altri tre. Poi si rivolse a Duncan: «Da loro hai ereditato la fierezza e il temperamento». Il giovane rimase immobile, con un'espressione seria sul viso, quando gli mise il sasso in bocca e gli impose le mani. Di colpo l'indovina fu sopraffatta da una sensazione di 8


vuoto e di desiderio troppo violento per una persona della sua età, perciò sollevò la mano per fermarla. «Sei sicuro di volerlo sapere, ragazzo?» chiese dolcemente. Duncan le rivolse uno sguardo deciso e annuì. «Temo che ti aspettino giorni tristi» dichiarò stringendogli una spalla, «ma sappi che a volte un uomo può cambiare il proprio futuro.» Duncan sputò il sasso e la ringraziò con fare educato. Il figlio del signore fu l'ultimo. «Io vorrei conoscere il futuro del nostro clan» disse Connor spostando il sasso in bocca. Anche il padre, poco tempo prima, le aveva posto la stessa domanda e lei gli aveva risposto che, un giorno, avrebbe dovuto allontanare il figlio per poterlo mettere in salvo. Quando posò la mano sul capo di Connor, Teàrlag udì gemiti di moribondi e vide alcuni uomini del proprio clan stesi in un campo intriso di sangue scozzese. Poi le apparvero i quattro giovani, cresciuti e forti, su una nave che solcava il mare. Le visioni si succedettero, una dopo l'altra, causandole un senso di grande stanchezza. «Teàrlag, vi sentite bene?» le chiese lui. Alex le porse una tazza di whisky. «Bevete, vi farà bene.» Lei lo guardò con gli occhi socchiusi mentre ubbidiva, chiedendosi dove l'avesse trovata. «Vedo molti pericoli per tutti voi. Dovrete stare vicini, se vorrete sopravvivere.» I ragazzi non sembravano spaventati da quelle parole. Essendo nati nelle Highlands, sapevano senza bisogno di un'indovina che il futuro aveva in serbo per loro momenti 9


difficili. Ed essendo giovani, l'idea li eccitava più che preoccuparli. Teàrlag ritenne opportuno non rivelare loro tutto ciò che aveva visto, solo l'essenziale. «Vuoi sapere cosa potrai fare per aiutare il clan?» chiese a Connor. «Sì, certo.» «Allora sappi che il futuro dipenderà dalla donna che sposerai.» «Io? Ma sarà mio fratello a diventare il signore.» Teàrlag si strinse nelle spalle: il giovane avrebbe conosciuto presto il dolore che lo attendeva. «Potete dirmi quale donna dovrò scegliere?» le domandò, la fronte corrugata per la preoccupazione. «Sarà lei a scegliere te» rispose l'indovina pizzicandogli una guancia. «E dovrai capirlo da solo.» Guardò la porta prima ancora che qualcuno bussasse. Alex, che era il più vicino, la aprì e scoppiò a ridere quando vide sulla soglia una bambina con i capelli rossi scompigliati. «È Sìleas, l'amichetta di Ian» informò gli altri mentre la tirava dentro e chiudeva la porta per non fare entrare il freddo. Dopo avere osservato la stanza, i grandi occhi verdi della bambina si posarono su Ian. «Cosa fai in giro da sola al buio?» «Stavo cercando te.» «Quante volte devo dirti di stare attenta?» Ian si strinse nel mantello e si rivolse agli altri: «È meglio che la riporti a casa dal padre». Teàrlag pensò che quell'uomo meritava di essere scuoiato vivo se lasciava che la figlia andasse in giro da sola. Ma probabilmente non sapeva che farsene di lei. «Non hai paura che le fate ti rapiscano?» le domandò. 10


Sìleas scosse il capo. La poverina sapeva che le fate portavano via solo i bambini amati dai genitori. «Andiamo» disse Ian prendendola per mano. «Ti racconterò la storia di una selkie lungo la strada.» Sìleas alzò lo sguardo sul giovane, e i suoi occhi scintillarono come se Dio in persona le avesse mandato il guerriero più forte e coraggioso delle Highlands a proteggerla.

11


1 Isola di Skye, Scozia, 1508 Le mani di Sìleas urtavano e raschiavano le pareti di terra mentre fuggiva nell'oscurità. La precedevano, correndo, delle piccole bestiole, spaventate quanto lei. Ma non c'era l'eco di passi alle sue spalle. Non ancora. Le apparve un cerchio di luce grigia, segno che stava arrivando in fondo al passaggio. Quando lo raggiunse, si mise carponi e strisciò attraverso la stretta apertura, col fango che si attaccava alle gonne. I rovi le graffiarono il viso e le mani nel momento in cui uscì all'aperto. Un refolo di aria di mare cancellò il fetore di umidità del passaggio. Inspirò a fondo, sapendo che non poteva fermarsi. Mentre si arrampicava su per la collina, alcune pecore al pascolo la fissarono stupite, altre si spostarono per farla passare. Si augurò di non essere arrivata troppo tardi. Quando finalmente raggiunse il sentiero, si nascose dietro un grande masso, in attesa. E prima che il suo respiro tornasse regolare, udì il tonfo degli zoccoli di un cavallo. Era meglio accertarsi che si trattasse di Ian. Con i battiti del cuore che le echeggiavano nelle orecchie, sbirciò e, appena il cavaliere ebbe girato la curva, gridò il suo nome e saltò sul sentiero. 12


«È stata un'azione avventata la tua, Sìl» disse lui arrestandosi. «Ho rischiato di investirti.» Era così bello, con i capelli neri al vento, avvolto nella luce del tramonto, che per un attimo lei dimenticò i propri problemi. «Cosa fai qui? E come sei riuscita a sporcarti a quel modo?» «Sto fuggendo dal mio patrigno» rispose lei riscuotendosi dai propri pensieri. «Sono uscita dal passaggio segreto quando ho visto che ti hanno respinto al cancello.» «Intendevo fermarmi per la notte, sto rientrando a casa, ma mi hanno detto che metà degli abitanti del castello è gravemente ammalata e non mi hanno fatto entrare.» «Hanno mentito» lo informò tendendogli una mano. «Presto, andiamo prima che si accorgano che sono fuggita.» Ian la sollevò e la mise davanti a sé sulla sella. Con un sospiro – la schiena le faceva un male terribile – Sìleas si appoggiò a lui: era salva. Le era mancato negli ultimi mesi, quando si era recato presso la corte di Scozia e a combattere al confine. Le sembrò di tornare indietro nel tempo, quando era una bambina e lui la aiutava sempre a uscire dai guai in cui si era cacciata. Ma questa volta il problema era davvero serio. Se avesse nutrito dei dubbi sulla gravità della situazione, l'apparizione della Green Lady in lacrime sopra il suo letto sarebbe stata un chiaro avvertimento. Quando Ian girò il cavallo in direzione del castello, si voltò per guardarlo in viso. «Cosa stai facendo?» «Ti riporto a casa. Non voglio essere accusato di rapimento.» 13


«Ma quel bastardo vuole darmi in sposa al peggiore dei MacKinnon.» «Attenta a come parli, non dovresti chiamare il tuo patrigno in quel modo.» «Non mi stai ascoltando, quell'uomo mi ha promessa a Angus MacKinnon.» Ian fermò il cavallo. «Sono certo che ti sbagli. Nemmeno lui arriverebbe a tanto. Tuttavia riferirò a mio padre e a mio zio le tue parole.» «Lo farò io stessa, quando mi porterai da loro.» Scosse la testa. «Non ho intenzione di dare inizio a una guerra tra clan col tuo rapimento. Anche se ciò che dici è vero, il matrimonio non può essere imminente: sei ancora una bambina.» «Non è vero, ho tredici anni» rispose lei incrociando le braccia. «Be', comunque non hai ancora il seno e nessun uomo ti sposerà prima che si sviluppi. Ahi! Non c'è bisogno di darmi una gomitata solo perché ho detto la verità.» Sìleas ricacciò indietro le lacrime. Dopo tutto ciò che aveva sopportato quel giorno, erano parole difficili da digerire, soprattutto perché erano state pronunciate dall'uomo che intendeva sposare. «Se non vuoi aiutarmi, Ian MacDonald, andrò a piedi.» Mentre cercava di scendere da cavallo, lui la trattenne. Le prese il viso tra le mani e col pollice le accarezzò una guancia, rendendo sempre più difficile il proposito di non piangere. «Non volevo offendere la tua sensibilità, piccola. Non puoi fuggire da sola, la casa più vicina dista ancora parecchio e comincia a fare buio.» «Non tornerò al castello.» «Immagino che, se ti riportassi indietro, fuggiresti di 14


nuovo attraverso quel passaggio segreto.» «Proprio così.» Sospirando, Ian girò il cavallo. «In questo caso, è meglio muoversi. Ma, se sarò impiccato per rapimento, la colpa sarà tua.» Al calare delle tenebre, Ian decise di fermarsi a dormire. Se Sìleas non fosse stata con lui, probabilmente sarebbe stato tentato di procedere, ma la casa della sua famiglia era ancora lontana, ed era rischioso viaggiare nell'oscurità. Quella faccenda gli sarebbe costata cara, e tutto a causa della fervida immaginazione della fanciulla. La guardò di sottecchi. Povera Sìleas. Quel nome bellissimo, pronunciato come un sospiro, sembrava prendersi gioco di lei, che era una creatura pelle e ossa, con i denti troppo grandi e una massa di capelli rossi scarmigliati che accecava gli occhi. Anche quando il suo seno si fosse sviluppato, nessun uomo l'avrebbe sposata per il suo aspetto. Se non altro, si era lavata il viso dal fango. Dopo avere steso la coperta, le lanciò un'occhiata ammonitrice. «Sdraiati, e non dire una parola.» «Non è colpa mia...» «Invece sì, anche se sai bene che nessuno ti biasimerà.» Sìleas si raggomitolò in un angolo della coperta, infilando i piedi sotto il mantello. Ian si sdraiò rivolgendole la schiena, e si avvolse nel plaide. Era stata una lunga giornata di viaggio, ed era molto stanco. Mentre stava per addormentarsi, lei lo scosse per una spalla. «Ho udito un rumore.» Afferrata la spada, si mise a sedere in ascolto. «Credo sia un cinghiale, o un orso enorme» gli sussurrò. 15


Ian si lasciò cadere all'indietro, emettendo un gemito. «È solo il vento che soffia tra gli alberi. Non mi hai torturato abbastanza per oggi?» Tuttavia... come avrebbe potuto dormire sentendo che Sìl tremava al suo fianco? Non aveva carne sulle ossa che la scaldasse. «Hai freddo?» le domandò. «Da morire» rispose lei con una vocina triste. Sospirando, rotolò su un fianco e stese la coperta su entrambi. A quel punto era sveglio del tutto. Dopo avere fissato a lungo i rami degli alberi che si agitavano al vento, sussurrò: «Sìl, sei sveglia?». «Sì.» «Presto mi sposerò» le disse, sorridendo tra sé. «L'ho incontrata a corte, a Stirling, sto andando a parlare con i miei genitori.» La sentì irrigidirsi. «Sono stupito quanto te. Non avevo intenzione di sposarmi prima di qualche anno, ma quando un uomo incontra la donna giusta... Ah, Sìl, lei è tutto ciò che desidero.» Sìleas restò in silenzio per un po', poi gli domandò con la sua voce roca e buffa: «Cosa ti fa pensare che sia la donna giusta?». «Philippa è di rara bellezza, ha gli occhi che brillano e capelli biondi lisci come seta. Le sue curve lasciano gli uomini senza respiro.» «Mmh... Non c'è altro che puoi dirmi di questa Philippa, a parte il suo aspetto fisico?» «Ha la grazia della regina delle fate, e una risata deliziosa, squillante.» «È per quello che vuoi sposarla?» Quel tono scettico lo fece ridere. «Non dovrei dirtelo, piccola, ma devi sapere che ci sono donne che un uomo 16


può avere senza sposarle, altre invece no. Questa appartiene al secondo gruppo, e io la desidero da morire.» Dopo averle posato un braccio sulla spalla, si abbandonò al sonno con un sorriso stampato sul volto. Evidentemente dormiva come un ghiro, perché fu svegliato all'improvviso dal rumore di zoccoli di cavalli. In un baleno si liberò del plaide e si alzò, con la spada in mano, quando tre cavalieri arrivarono e cominciarono a girare in cerchio. Li riconobbe come membri del proprio clan, ma non abbassò l'arma. Lanciò un'occhiata da sopra la spalla per accertarsi che Sìleas stesse bene. Era seduta, col plaide tirato sopra la testa, e sbirciava fuori da una fessura che aveva creato nelle pieghe del tessuto. «È forse il nostro giovane Ian, di ritorno dalle battaglie sul confine?» chiese uno dei cavalieri. «Perbacco, è lui! Abbiamo appreso del vostro successo contro gli inglesi» dichiarò un altro, mentre continuavano a girare in tondo, «a quanto pare si alzano tardi.» «Pare che abbiano aspettato educatamente che foste voi a scegliere il momento e il luogo del combattimento» aggiunse il terzo, «considerato che dormivate così profondamente da non sentire dei cavalli che si avvicinavano al vostro campo.» Ian strinse i denti, mentre i cavalieri continuavano a prendersi gioco di lui. «Dunque dobbiamo presumere che gli inglesi combattano come delle femmine?» domandò il primo. In quel momento giunsero altri tre uomini. «A proposito di donne, chi è la coraggiosa donzella che non teme di giacere accanto al nostro valoroso guerriero?» gridò un altro. 17


«Vostra madre vi ucciderà se le porterete in casa una sgualdrina.» Quel commento sollevò un coro di risate. «Voglio esserci quando accadrà. Avanti, Ian, mostratecela.» «Non c'è nessuna donna» dichiarò lui sollevando il plaide, «è solo Sìleas.» Dopo essersi riappropriata della coperta con uno strattone, la giovane fissò gli uomini davanti a sé. I cavalieri si zittirono. Seguendo i loro sguardi, Ian lanciò un'occhiata da sopra la spalla e vide suo padre e suo zio, il signore del loro clan, che si erano fermati al margine del campo. Nel silenzio totale, interrotto solo dallo sbuffare dei cavalli, gli occhi di suo padre si posarono prima su Ian poi su Sìleas, per tornare sul figlio con furia feroce. «Tornate a casa» ordinò lo zio ai cavalieri. «Vi raggiungeremo tra poco.» Suo padre smontò dalla sella, ma aspettò che gli uomini fossero lontani prima di parlare, per non essere udito. «Esigo una spiegazione, Ian MacDonald» esordì con il tono che di solito preannunciava una buona dose di legnate. «Non capisco come posso non avere udito l'arrivo dei cavalli, padre. Io...» «Non fare il furbo con me, sai benissimo che ti sto chiedendo perché viaggiavi con Sìleas e perché giacevi accanto a lei.» «Non è così, padre. In effetti viaggiavo con lei, anche se non era mia intenzione» borbottò lui, «ma non giacevamo insieme!» Da rosso che era, il volto dell'uomo divenne color porpora. «Non cercare di negare l'evidenza. C'è soltanto una 18


spiegazione, perciò faresti bene a confessare che siete fuggiti per sposarvi in segreto.» «No, non ci siamo sposati.» Durante il viaggio di ritorno a casa, Ian aveva immaginato gli occhi di suo padre luccicanti di orgoglio al racconto delle prodezze da lui compiute combattendo contro gli inglesi al confine. Invece gli stava parlando come se fosse un bambino colpevole di una marachella. «Non giacevamo insieme nel senso che voi intendete, padre» si giustificò Ian cercando, senza successo, di mantenere la calma. «Sarebbe disgustoso. Come avete potuto pensarlo?» «Allora perché la ragazza è con te?» «Si è messa in testa che il suo patrigno vuole sposarla a un MacKinnon. Vi giuro che sarebbe fuggita da sola, se non l'avessi presa con me.» Suo padre si accovacciò accanto a lei. «Stai bene, piccola?» «Sì, grazie.» Era commovente vederla raggomitolata nel plaide di Ian, con la pelle bianca che contrastava con il rosso dei capelli scarmigliati. Le prese la mano tra le proprie, enormi. «Vuoi dirmi cosa è accaduto?» Era davvero troppo. Suo padre stava parlando con Sìleas come se non avesse alcuna responsabilità in quella vicenda. «È vero, Ian non voleva aiutarmi» confermò lei. «Ma io ho insistito perché il mio patrigno vuole farmi sposare a suo figlio per poter rivendicare Knock Castle.» Dopo avere abbassato lo sguardo, continuò con voce tremante: «E non è tutto, ma preferisco non aggiungere altro». «È una fortuna che abbia scoperto il loro progetto e sia 19


fuggita» si intromise lo zio di Ian. «Non possiamo permettere ai MacKinnon di soffiarci Knock Castle.» «Anche se non era tua intenzione, hai compromesso la reputazione di Sìleas» disse il padre a Ian, mettendogli una mano sulla spalla. Il giovane avvertì una contrazione alla bocca dello stomaco quando si rese conto dell'imminente disastro. «Ma, padre, non può essere. La conosco da una vita, ed è così giovane che nessuno penserà male se ho trascorso una notte nei boschi con lei.» «Gli uomini che vi hanno trovato sono convinti del contrario. La notizia si diffonderà presto.» «Non è accaduto nulla. Non ci ho mai nemmeno pensato!» «Non importa.» «Non siete preoccupato per la virtù di Sìleas, non è vero?» domandò Ian avvicinandosi al padre con le mani strette a pugno. «In realtà, non volete che le sue terre finiscano nelle mani dei MacKinnon.» «Non nego che anche quello sia importante» ammise. «Ma tu hai compromesso la sua reputazione, ed esiste un'unica soluzione per sistemare la faccenda: vi sposerete appena giungeremo a casa.» Ian era inorridito. «No, non la sposerò.» «Se tu non lo farai, allora la vergogna ricadrà su tua madre e anche su di me» fu la dura risposta. «Dai miei figli io mi aspetto un comportamento onesto, anche quando richiede un sacrificio. Anzi... soprattutto quando richiede un sacrificio.» «Io...» «Hai un dovere nei confronti della fanciulla e del tuo clan. Sei un MacDonald, e ti comporterai di conseguenza.» 20


«Radunerò gli uomini» propose lo zio. «I MacKinnon non saranno entusiasti alla notizia.» Sìleas oscillava avanti e indietro piangendo in silenzio, col viso coperto dal plaide. «Prendi le tue cose» le disse il padre di Ian imbarazzato, dandole una pacca affettuosa. «Dovete sposarvi prima che i MacKinnon vengano a riprenderti.»

21


Amore e perdizione JENNIFER ASHLEY INGHILTERRA, 1884 - Quando Eleanor riceve delle fotografie che ritraggono il suo ex amante in tutta la sua virile nudità, non può che ricordare i torbidi piaceri dei sensi cui lui l'ha iniziata. Così, intravedendo la possibilità di rinnovare l'amicizia con l'avvenente gentiluomo, decide di svelare il mistero di quello che appare come un potenziale scandalo. Invece si ritrova avviluppata in una rete di infuocata passione. Hart, però, che ha fama di incallito libertino, nasconde un passato difficile dal quale sta tentando di riscattarsi. Il ritorno di Eleanor nella sua vita segnerà il suo riscatto o la sua perdizione?

Incantevole ossessione MARGARET MALLORY SCOZIA, 1508 - 1513 - Accusato ingiustamente di aver compromesso la giovane Sìleas, dopo le nozze Ian è andato a combattere in Francia. Quando torna in Scozia, scopre sorpreso che la moglie si è trasformata da goffa e insignificante fanciulla in una tentatrice affascinante. E che non ha la minima intenzione di rimanere sposata con l'uomo che l'ha abbandonata. Per un fiero guerriero come Ian, si tratta di una sfida irresistibile, così mette in campo tutte le proprie armi di seduzione per riconquistare quella giovane donna tanto sensuale, capace di risvegliare in lui una passione infuocata. Ma...


Fascino bollente STEPHANIE LAURENS INGHILTERRA, 1816 - Christian Allardyce non ha mai dimenticato Lady Letitia, e quando lei gli chiede aiuto per smascherare l'assassino del marito, accetta di mettersi al suo servizio. Nel giro di pochi giorni l'antica passione riaffiora: Christian assapora di nuovo quelle labbra di cui non ha mai dimenticato il sapore delizioso, accarezza la pelle di velluto e le forme morbide che ha sognato nelle solitarie notti degli ultimi anni e capisce di essere ancora prigioniero del fascino di Letitia. Lei, in apparenza, è immune dal desiderio che lo consuma, ma Christian ha in mente una strategia di seduzione...

Tempesta di passione TERRI BRISBIN SCOZIA, 1098 - Per vendicarsi di Connor, che con le proprie visioni profetiche ha causato la morte dei suoi famigliari, Moira si spaccia per una delle fanciulle che gli vengono donate come schiave e finisce per fare l'amore con lui. L'esperienza la turba: mai avrebbe immaginato che quell'uomo potesse suscitare in lei un desiderio cosÏ ardente. Le mani di Connor hanno svelato parti sensibili del suo corpo che poi la bocca ha assaporato; la sua lingua le ha sfiorato la pelle suscitando sensazioni sconosciute e deliziose. Ma la sete di vendetta rischia di soffocare ciò che i sensi le suggeriscono, e Moira... Dall'8 agosto


Presenta

IL NUMERO PERFETTO

UNA RELAZIONE A TRE. UNA PASSIONE IRREFRENABILE.

PIÙ SENSUALE. PIÙ SORPRENDENTE.

PIÙ DI DUE: TRE. Ma tre è davvero IL NUMERO PERFETTO?

Il matrimonio perfetto esiste. È quello di Meredith, Charlie... e Tesla. ”Un erotico perfetto. Da leggere in coppia.” Amazon Reviews

In un mercato dominato dalla narrativa erotica, Megan Hart riesce ancora a sorprendere con un romanzo che supera ogni confine della sensualità. Perché quando nel letto di una coppia sposata si fa spazio a un’altra persona, non ci sono più limiti e ogni fantasia può diventare realtà...

In libreria e nei migliori supermercati dal 28 maggio

www.harlequinmondadori.it - Seguici su


Ogni sfumatura del desiderio. Siete pronte per osare al di là di ogni immaginabile sfumatura? Torna l’antologia cult della letteratura erotica, con nove racconti inediti capaci di esplorare ogni sfaccettatura dell’attrazione; nove bollenti storie firmate dalle autrici più amate del momento, come SUSAN LYONS, MEGAN HART, AMANDA MCINTYRE, SASKIA WALKER. Preparatevi: ogni trasgressione sarà concessa, perché ogni voglia, anche la più piccola, deve essere appagata. Una proposta di matrimonio da un uomo che non ama e una passione del passato mai dimenticata: cosa sceglierà, Rina Goldberg? Per fortuna, ci sono sempre le amiche a dare dei buoni consigli… Tornano le Sex 4 the City, le 4 amiche di Vancuover brillanti, ironiche e senza alcuna inibizione. Un nuovo piccante romanzo firmato SUSAN LYONS. “Le fans di Sex And The City le adoreranno” Linda Hall, Romance Divas

In vendita dal 30 maggio Scoprili su www.eHarmony.it - Seguici su


SPECIALE ESTATE!

Questo mese 4 titoli: un romanzo per ogni donna che sei!

In vendita dal 14 giugno

Scoprili su www.eHarmony.it - Seguici su


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.