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GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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La sfida delle Regioni Zaia applaude
«Benvenuto tra noi e a fianco di Mattarella»
Luca Zaia VENEZIA. «Benvenuto tra
nazionale. Le differenze tra le Regioni a statuto ordinario e le Regioni a statuto speciale e quanto siano cambiate le prassi e gli spazi legislativi dal 2001 in poi, anche attraverso le sentenze della Corte Costituzionale. Quest'anno le Regioni a statuto ordinario compiono 50 anni ed è un dovere proiettarsi nei prossimi 50 indicando una rotta. I rappresentanti delle Sardine hanno posto quesiti e temi rilevanti con la chiarezza e la semplicità di una forza civica e sociale. Dalla lotta alle diseguaglianze, all'impegno per le aree interne e le aree di montagna a rischio spopolamento. Dalla perequazione infrastrutturale alla perequazione dei servizi passando per una moderna stagione di responsabilità amministrative dei livelli più vicini ai cittadini. Il disegno di legge quadro esposto oggi impone il rispetto di tutti gli articoli della costituzione correlati al 116. Dal 114 al 119 avendo come stella polare l'articolo 3 che impone allo Stato di rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale. La legge quadro è una cintura di sicurezza al Paese che obbliga in sede di intesa istituzionale il rispetto della Costituzione». Ma il via libera del governo quando arriverà? — Albino Salmaso
noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del Presidente Mattarella sul fatto che l’ autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo». Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, la prima ad avviare e portare a termine positivamente un referendum costituzionale sulla materia, commenta le dichiarazioni del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in audizione in commissione Bicamerale per le questioni regionale. Dalle 8,30 alle 9,45 il ministro ha sottolineato come chi è contrario all'autonomia differenziata delle Regioni sia contrario alla Costituzione». Infatti, come ha ribadito il Presidente della Repubblica, l'autonomia rafforza l'unità nazionale. «Dico benvenuto tra noi al ministro Boccia - prosegue Luca Zaia - non per spirito polemico, ma perché ha detto finalmente quello che noi dicemmo fin dall'inizio del nostro cammino referendario, anche a chi, come il governo Renzi, tentò di impedirci di fare il referendum e ci costrinse a celebrarlo senza poter usare la tessera elettorale». —
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2002 contro i 107 del 2019 (dati Arpa Lombardia). «L’aria è migliorata perché sono state adottate infatti misure strutturali e non emergenziali, in molte regioni e in particolare in quelle del bacino padano. Infatti si è sancito per legge di non poter utilizzare generatori fino a 2 stelle a parti-
lo nel Bacino Padano». Ma la quota di emissioni imputabile alla combustione di biomasse legnose è aumentata? «No, anche questa affermazione non è corretta. Le rilevazioni di Arpa Lombardia danno evidenza che dal 2010 al 2015 le emissioni di Pm10 dalla combustione di biomasse in Regione Lombardia sono diminuite di circa il 30%. Anche un’indagine condotta da Arpa Veneto ha confermato una riduzione del 20% delle Pm10 prodotte da legna e pellet dal 2006 al 2013. Questo grazie al “turnover tecnologico”, ovvero alla sostituzione dei vecchi apparecchi con generatori sempre a biomasse ma più performanti dal punto di vista tecnico-ambientale». —
A sinistra Mattia Santori, leader della “Sardine”, mentre entra nella sede del ministro Boccia. A destra i governatori delle 20 Regioni con il premier Conte e Boccia
Sardine, richiesta a Boccia «Garanzie sull’autonomia» Tre ore di colloquio, le risposte del ministro soddisfano il movimento di Santori I delegati del Sud: incontro costruttivo, fondamentale il rispetto della Costituzione PADOVA. L’autonomia? Sta scolpita nella Costituzione e rafforza l’unità del Paese, come ha spiegato il presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno. Con questi due concetti, il ministro Francesco Boccia ieri ha convinto le “Sardine” che la sua legge quadro non è un atto sacrilego, una sorta di attentato al Sud, come pensano l’ex ministra grillina Lezzi e Faraone, di Italia Viva. Mattia Santori, leader del del movimento sceso in piazza a Bologna e poi in tutt’Italia contro Salvini, ieri ha varcato la soglia del ministero degli Affari regionali in via del Tritone e per tre ore ha tentato di demolire la strategia di Boccia. Con lui la delegazione del Sud, i veneti non sono stati convocati. Il braccio di ferro, con discussioni molto animate, si è concluso con un’analisi
che mette fine a tutte le ambiguità. Zaia, Bonaccini e Fontana possono stare tranquilli: la pacifica protesta di piazza non bloccherà l’autonomia, gli ostacoli vanno rimossi dal Parlamento e dai partiti di maggioranza, che alzano ancora i muri sulla strada del federalismo. Alle 19,40 Jasmin Cristallo, portavoce delle “Sardine” in Calabria ha messo fine a tutti i dubbi: «Abbiamo posto delle domande e avuto risposte e rassicurazioni. Il ministro Boccia si è detto disponibile a venire nei territori per esporre il suo progetto in maniera più chiara, anche di fronte a una folla di detrattori, di fronte a quelli che hanno il dubbio sul rispetto della Costituzione e che il Sud possa essere spazzato via da questo tipo di provvedimento. Dal confronto nascono le cose buone. Siamo pron-
ti a condividere con gli altri l’esperienza di oggi ». Boccia ha sfoderato la sua dialettica da docente universitario per spiegare che i Lep e il fondo di perequazione da 3,4 miliardi l’anno sono l’unica strada per annullare il gap tra Nord e Sud, tra la montagna e l’area metropolitana. Non è stato facile. «Ci è stato garantito che qualsiasi testo approvato si muoverà nell’alveo della Costituzione» ha detto Lorenzo Donnoli. «Il disegno di legge come strumento garantisce che sia il Parlamento a decidere su questa materia». E dopo i ministri Boccia e Provenzano ora c’è in agenda il summit con il premier a Palazzo Chigi. «L’incontro con Giuseppe Conte? Non abbiamo ancora una data», ha risposto Cristallo. «Il confronto con Boccia è partito dal tema delle diseguaglianze in generale,
le analisi dell’osservatorio aiel
«Il legno non avvelena l’aria rottamare un milione di stufe» l Pm10 è un pericolo per i polmoni. Negli ultimi sei anni il consumo di biomasse è sceso da 260 mila tonnellate Il nodo della riconversione PADOVA. Il Pm10 è un pericolo per la salute dei polmoni, le polveri sottili nell’aria hanno superato i livelli di guardia Oms per 35 giorni e le città vietano il traffico, fino ai diesel euro 6, come a Roma. Ma an-
che il riscaldamento a biomassa legnosa, legna e pellet, è stato additato da più parti come principale responsabile dell’emergenza smog. Ma è vero che il Pm10 è legato alle legna che brucia nelle stufe che sono da rottamare? Non è così. L’ultimo rapporto statistico GSE attesta che negli ultimi 6 anni il consumo di legna e pellet nel settore residenziale è rimasto sostanzialmente stabile e a livello re-
gionale una indagine di Arpa Veneto del 2013 ha registrato un calo dei consumi di legna rispetto al 2006 di ben 260.000 tonnellate. Chi afferma il contrario è ente disinformato. I dati dell’Osservatorio Aiel, l’associazione italiana energie agroforestal i che ha sede ad Agripolis a Legnaro, sostiene che il numero dei generatori sia addirittura in leggero calo passando da 9,4 milioni nel 2014 a 9,1 nel 2018.
come ad esempio nei trasporti al Sud: da Messina a Palermo 11 ore di treno. Poi abbiamo parlato e di luoghi comuni, come il Trentino Alto Adige che ha tre volte i dipendenti pubblici della Puglia anche se ha quattro volte e mezzo in meno di popolazione», ha spiegato Massimiliano Perna, portavoce della Sicilia. «Abbiamo raccolto una grande disponibilità da parte di Boccia, ora siamo pieni di documenti da studiare» aggiunge Alessandra Caiulo, portavoce della Puglia. «Dobbiamo condividere tutto con la comunità delle Sardine da nord a sud. Sicuramente non vogliamo leggi che ci tutelino come luogo geografico, ma come cittadini». E il ministro Boccia? Su Facebook spiega com’è andata. «Oltre due ore e mezzo di confronto sui principi di autonomia, sussidiarietà e unità
Anche a livello regionale si conferma questo trend, Arpa Lombardia ha rilevato che nell’arco di 8 anni dal 2008 al 2015 i generatori sono rimasti intorno alle 600.000 unità, mentre Arpa Veneto ha rilevato solo un lieve incremento dell’1% dal 2006 al 2013 (672.000). La qualità dell’aria è peggiorata in questi ultimi anni? No, anzi. Lo dice l’Agenzia Europea per l’ambiente che attesta negli ultimi 30 anni un generale miglioramento della qualità dell’aria. Ad esempio a Milano nel 2005 i giorni oltre i limiti consentiti furono 152, mentre nel 2019 sono stati solo 72. Nelle serie storiche il picco massimo nel capoluogo lombardo fu di 309 microgrammi/metro cubo nel
Per l’Agenzia Europea dell’ambiente la qualità dell’aria è migliorata in 30 anni re dal 2018 e fino a 3 stelle a partire dal 1° gennaio di quest’anno», dice l’Aiel. «Stiamo parlando di almeno 1 milione di generatori so-
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CORTINA
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Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
verso le olimpiadi 2026
“Infrastrutture Milano-Cortina” i lavori li deciderà il territorio La prima parte della nuova Legge Olimpica stasera all’esame del Governo Il sindaco Ghedina: «Abbiamo chiesto e ottenuto il federalismo olimpico»
Francesco Dal Mas CORTINA. Nel Consiglio dei ministri di questa sera sarà varata la nuova Legge Olimpica, che riguarda la governance dei Giochi, ma che non dettaglierà le opere infrastrutturali da fare. Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, ammette la sua soddisfazione dopo aver letto la bozza: «Abbiamo chiesto e ottenuto il federalismo olimpico. La legge, infatti, recepisce sostanzialmente le proposte che abbiamo avanzato come Veneto e Cortina e tra queste le sedi decisionali sul territorio per avere voce in capitolo sulle infrastrutture, ma non solo», anticipa il sindaco, mentre da Bruxelles, dove è in missione, il presidente Luca Zaia conferma che le linee guida sono state suggerite dalla Regione, oltre che dagli altri protagonisti in campo. I punti fermi sono questi: un Consiglio olimpico congiunto, formato da 15 rappresentanti, con funzioni di “indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi”; le funzioni di Comitato organizzatore dei Giochi assegnate
La delegazione italiana in festa dopo l’assegnazione delle Olimpiadi 20206
alla Fondazione Milano Cortina 2026, costituita lo scorso 9 dicembre, con compiti di “gestione, organizzazione, promozione, comunicazione degli eventi sportivi relativi ai Giochi, tenuto conto degli indirizzi generali del Consiglio Olimpico congiunto”; una nuova società denominata Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026 Spa, partecipa-
ta dai ministeri dell’Economia (35%), delle Infrastrutture (35%), dalle Regioni Lombardia (10%) e Veneto (10%), dalle Province autonome di Trento e Bolzano, col 5% ciascuna. E proprio qui si sofferma il sindaco Ghedina per far sapere che questa società sarà ramificata, non solo operativamente, ma anche sul piano gestionale. «In so-
stanza, ciò che ci sarà da fare nel nostro territorio», spiega, «lo deciderà la Regione insieme a Cortina. E in Regione avremo uffici distaccati di “Infrastrutture”, come pure a Cortina, in modo da non avere sorprese». Strategico il compito di Infrastrutture Milano Cortina. Opererà quale centrale di committenza e stazione appaltante delle opere. Le
quali – fa sapere il parlamentare Roger De Menech - saranno individuate con un separato decreto che prevederà anche norme di semplificazione per superare i tempi lunghi, anzi lunghissimi della legislazione vigente, di cui si è sofferto per tanti cantieri dei Mondiali 2021. Il capitale sociale di Infrastrutture ammonta a un milione di euro. Il cda sarà composto da cinque membri, tre dei quali nominati dal ministero delle Infrastrutture di concerto con il Mef e il Ministero dello sport, tra cui saranno scelti il presidente e l’amministratore delegato, e due nominati congiuntamente da Regione Lombardia, Veneto, e Province autonome di Trento e Bolzano. Al Cda potrà partecipare, ma senza diritto di voto, l’ad della Fondazione. È previsto anche l’Ufficio dello Sport con un Forum per la sostenibilità e l’eredità olimpica, in modo da evitare gli sprechi e la dissipazione del patrimonio olimpico. L’Istituto per il credito sportivo sarà potenziato in modo da poter attivare un apposito fondo speciale destinato al finanziamento di attività e interventi strumentali all’abbattimento delle barriere architettoniche e al potenziamento della sostenibilità ambientale delle infrastrutture sportive. Tra i 15 componenti del Consiglio olimpico congiunto, vi saranno rappresentanti anche di Regione e Cortina. Lo Stato, sul piano delle garanzie, parteciperà con circa 58 milioni, ossia per un settimo del totale. Quest’ultimo è valutato in circa 420 milioni di euro. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’appuntamento
Lunedì a Milano l’investitura a Novari CORTINA. Il federalismo olimpico scaturirà anche dalla relazione programmatica che il Ceo del Comitato organizzativo delle Olimpiadi, Vincenzo Novari, illustrerà nel primo incontro del Cda della Fondazione lunedì 17 a Milano. «Ho avuto modo di leggere alcune sue anticipazioni e come territorio, mi riferisco a Cortina e al Veneto, possiamo ritenerci rassicurati dalle sue garanzie», anticipa il sindaco Gianpietro Ghedina, che sarà anche lui presente all’assemblea di Milano. In quella sede, infatti, Novari riceverà l’investitura ufficiale di Ceo, dal momento che Cio, Regioni e Comuni l’hanno solo indicato. La seduta si terra al Pirellone, dove ben due piani saranno riservati al Comitato organizzatore. «Quando parlo di Giochi federalisti», spiega ancora il sindaco, «intendo che non tutto sarà concentrato a Milano, ma specifici uffici saranno aperti anche a Cortina e Venezia». E a questo riguardo si sa che la nuova legge olimpica tutelerà puntualmente la titolarità delle proprietà olimpiche che sono, ad esempio, la bandiera, il simbolo, il motto e gli inni. — F.D.M.
la polemica
Regole vietate alle donne: «Cortina è retrograda» Laura e Paola Valle contestano la mancata apertura: «Voi regolieri vi state costruendo il recinto Sarete una riserva indiana» CORTINA D’AMPEZZO. Si alzano le voci delle donne rimaste escluse dallo status di Regoliere. I “fioi de sote famea”, cioè i figli dei consorti regolieri che hanno compiuto il 25° anno di età, sono a un passo dal diventare regolieri a pieno titolo, mentre le donne aventi fratelli maschi restano ancora escluse. Il lavoro degli undici marighi per il parziale rinnovo del laudo delle undici Regole ampezzane (due alte e nove basse) è arrivato quasi alla fine. All’appello manca soltanto la Regola Alta di Ambrizzola, che dovrà riconvo-
La Casa delle Regole a Cortina d’Ampezzo
care l’assemblea “sotto pena del laudo”, cioè con qualsiasi numero di partecipanti, per modificare gli articoli 5 e 7 alla presenza del notaio e permettere ai giovani che hanno compiuto i 25 anni di età di godere dei diritti
di regoliere all’interno di ogni singola Regola di appartenenza e non solo in seno alla Comunanza. L’ultimo passaggio sarà poi l’approvazione da parte della Comunanza, che dovrà adeguarsi di conseguenza per
permettere alla stessa persona di ricoprire le cariche di marigo nella Regola Bassa e di deputato nella Comunanza delle Regole. Le donne, tuttavia, restano escluse da questa apertura. Così, Laura e Paola Valle hanno mandato una lettera alle Regole d’Ampezzo relativamente alla «perenne mancanza di apertura dell’ente a favore delle donne». «Fa specie vedere come un paese in questo mondo moderno e sulla bocca di tutti per manifestazioni quali Mondiali di sci e Olimpiadi sia, in realtà e per molti versi, del tutto retrogrado», spiega Paola Valle. «Leggo sull’ultima edizione del Notiziario delle Regole che le 9 Regole Basse con la Regola alta di Larieto hanno modificato il loro laudo
inserendo la variante che riguarda i “fioi de sote famea” . Il tutto viene espresso con ampia soddisfazioni e orgoglio di chi scrive l’articolo», si legge ancora nella lettera. «Mi sorge spontanea la domanda: a quando una qualche apertura alle donne?». Paola Valle ha fatto parte di più commissioni per la revisione del laudo, iniziate circa 30 anni fa, ma che si sono risolte con un nulla di fatto. «È noto che la Regione del Veneto nel momento di istituire il Parco d’Ampezzo aveva espressamente chiesto di riconoscere anche alle donne la possibilità di entrare in Regola, ma ciò è stato sempre disatteso: tanto i contributi arrivano sempre e comunque», spiega nella lettera. «Recentemente,
con mia sorella, abbiamo avuto modo di riscontrare che, anche nella gestione delle nostre prestigiose ed antiche cappelle, è e resta in vigore del relativo capitolo la regola che la donna non può ereditare il titolo di consorella che aveva la madre: cosa vuol dire? Che la fede della donna vale meno di quella dell’uomo? Strana questa cosa, avevamo capito che davanti al Signore siamo tutti uguali». «Bene», concludono Paola Valle anche a nome della sorella, «spesso sentiamo dire dai più pessimisti che finiremo o, meglio, finirete – perché chi scrive non è Regoliera – in una sorta di riserva indiana. Quello che nessuno realizza è che siete voi regolieri che vi state costruendo il recinto». Marina Menardi
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La sfida delle Regioni Zaia applaude
«Benvenuto tra noi e a fianco di Mattarella»
Luca Zaia VENEZIA. «Benvenuto tra
nazionale. Le differenze tra le Regioni a statuto ordinario e le Regioni a statuto speciale e quanto siano cambiate le prassi e gli spazi legislativi dal 2001 in poi, anche attraverso le sentenze della Corte Costituzionale. Quest'anno le Regioni a statuto ordinario compiono 50 anni ed è un dovere proiettarsi nei prossimi 50 indicando una rotta. I rappresentanti delle Sardine hanno posto quesiti e temi rilevanti con la chiarezza e la semplicità di una forza civica e sociale. Dalla lotta alle diseguaglianze, all'impegno per le aree interne e le aree di montagna a rischio spopolamento. Dalla perequazione infrastrutturale alla perequazione dei servizi passando per una moderna stagione di responsabilità amministrative dei livelli più vicini ai cittadini. Il disegno di legge quadro esposto oggi impone il rispetto di tutti gli articoli della costituzione correlati al 116. Dal 114 al 119 avendo come stella polare l'articolo 3 che impone allo Stato di rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale. La legge quadro è una cintura di sicurezza al Paese che obbliga in sede di intesa istituzionale il rispetto della Costituzione». Ma il via libera del governo quando arriverà? — Albino Salmaso
noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del Presidente Mattarella sul fatto che l’ autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo». Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, la prima ad avviare e portare a termine positivamente un referendum costituzionale sulla materia, commenta le dichiarazioni del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in audizione in commissione Bicamerale per le questioni regionale. Dalle 8,30 alle 9,45 il ministro ha sottolineato come chi è contrario all'autonomia differenziata delle Regioni sia contrario alla Costituzione». Infatti, come ha ribadito il Presidente della Repubblica, l'autonomia rafforza l'unità nazionale. «Dico benvenuto tra noi al ministro Boccia - prosegue Luca Zaia - non per spirito polemico, ma perché ha detto finalmente quello che noi dicemmo fin dall'inizio del nostro cammino referendario, anche a chi, come il governo Renzi, tentò di impedirci di fare il referendum e ci costrinse a celebrarlo senza poter usare la tessera elettorale». —
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2002 contro i 107 del 2019 (dati Arpa Lombardia). «L’aria è migliorata perché sono state adottate infatti misure strutturali e non emergenziali, in molte regioni e in particolare in quelle del bacino padano. Infatti si è sancito per legge di non poter utilizzare generatori fino a 2 stelle a parti-
lo nel Bacino Padano». Ma la quota di emissioni imputabile alla combustione di biomasse legnose è aumentata? «No, anche questa affermazione non è corretta. Le rilevazioni di Arpa Lombardia danno evidenza che dal 2010 al 2015 le emissioni di Pm10 dalla combustione di biomasse in Regione Lombardia sono diminuite di circa il 30%. Anche un’indagine condotta da Arpa Veneto ha confermato una riduzione del 20% delle Pm10 prodotte da legna e pellet dal 2006 al 2013. Questo grazie al “turnover tecnologico”, ovvero alla sostituzione dei vecchi apparecchi con generatori sempre a biomasse ma più performanti dal punto di vista tecnico-ambientale». —
A sinistra Mattia Santori, leader della “Sardine”, mentre entra nella sede del ministro Boccia. A destra i governatori delle 20 Regioni con il premier Conte e Boccia
Sardine, richiesta a Boccia «Garanzie sull’autonomia» Tre ore di colloquio, le risposte del ministro soddisfano il movimento di Santori I delegati del Sud: incontro costruttivo, fondamentale il rispetto della Costituzione PADOVA. L’autonomia? Sta scolpita nella Costituzione e rafforza l’unità del Paese, come ha spiegato il presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno. Con questi due concetti, il ministro Francesco Boccia ieri ha convinto le “Sardine” che la sua legge quadro non è un atto sacrilego, una sorta di attentato al Sud, come pensano l’ex ministra grillina Lezzi e Faraone, di Italia Viva. Mattia Santori, leader del del movimento sceso in piazza a Bologna e poi in tutt’Italia contro Salvini, ieri ha varcato la soglia del ministero degli Affari regionali in via del Tritone e per tre ore ha tentato di demolire la strategia di Boccia. Con lui la delegazione del Sud, i veneti non sono stati convocati. Il braccio di ferro, con discussioni molto animate, si è concluso con un’analisi
che mette fine a tutte le ambiguità. Zaia, Bonaccini e Fontana possono stare tranquilli: la pacifica protesta di piazza non bloccherà l’autonomia, gli ostacoli vanno rimossi dal Parlamento e dai partiti di maggioranza, che alzano ancora i muri sulla strada del federalismo. Alle 19,40 Jasmin Cristallo, portavoce delle “Sardine” in Calabria ha messo fine a tutti i dubbi: «Abbiamo posto delle domande e avuto risposte e rassicurazioni. Il ministro Boccia si è detto disponibile a venire nei territori per esporre il suo progetto in maniera più chiara, anche di fronte a una folla di detrattori, di fronte a quelli che hanno il dubbio sul rispetto della Costituzione e che il Sud possa essere spazzato via da questo tipo di provvedimento. Dal confronto nascono le cose buone. Siamo pron-
ti a condividere con gli altri l’esperienza di oggi ». Boccia ha sfoderato la sua dialettica da docente universitario per spiegare che i Lep e il fondo di perequazione da 3,4 miliardi l’anno sono l’unica strada per annullare il gap tra Nord e Sud, tra la montagna e l’area metropolitana. Non è stato facile. «Ci è stato garantito che qualsiasi testo approvato si muoverà nell’alveo della Costituzione» ha detto Lorenzo Donnoli. «Il disegno di legge come strumento garantisce che sia il Parlamento a decidere su questa materia». E dopo i ministri Boccia e Provenzano ora c’è in agenda il summit con il premier a Palazzo Chigi. «L’incontro con Giuseppe Conte? Non abbiamo ancora una data», ha risposto Cristallo. «Il confronto con Boccia è partito dal tema delle diseguaglianze in generale,
le analisi dell’osservatorio aiel
«Il legno non avvelena l’aria rottamare un milione di stufe» l Pm10 è un pericolo per i polmoni. Negli ultimi sei anni il consumo di biomasse è sceso da 260 mila tonnellate Il nodo della riconversione PADOVA. Il Pm10 è un pericolo per la salute dei polmoni, le polveri sottili nell’aria hanno superato i livelli di guardia Oms per 35 giorni e le città vietano il traffico, fino ai diesel euro 6, come a Roma. Ma an-
che il riscaldamento a biomassa legnosa, legna e pellet, è stato additato da più parti come principale responsabile dell’emergenza smog. Ma è vero che il Pm10 è legato alle legna che brucia nelle stufe che sono da rottamare? Non è così. L’ultimo rapporto statistico GSE attesta che negli ultimi 6 anni il consumo di legna e pellet nel settore residenziale è rimasto sostanzialmente stabile e a livello re-
gionale una indagine di Arpa Veneto del 2013 ha registrato un calo dei consumi di legna rispetto al 2006 di ben 260.000 tonnellate. Chi afferma il contrario è ente disinformato. I dati dell’Osservatorio Aiel, l’associazione italiana energie agroforestal i che ha sede ad Agripolis a Legnaro, sostiene che il numero dei generatori sia addirittura in leggero calo passando da 9,4 milioni nel 2014 a 9,1 nel 2018.
come ad esempio nei trasporti al Sud: da Messina a Palermo 11 ore di treno. Poi abbiamo parlato e di luoghi comuni, come il Trentino Alto Adige che ha tre volte i dipendenti pubblici della Puglia anche se ha quattro volte e mezzo in meno di popolazione», ha spiegato Massimiliano Perna, portavoce della Sicilia. «Abbiamo raccolto una grande disponibilità da parte di Boccia, ora siamo pieni di documenti da studiare» aggiunge Alessandra Caiulo, portavoce della Puglia. «Dobbiamo condividere tutto con la comunità delle Sardine da nord a sud. Sicuramente non vogliamo leggi che ci tutelino come luogo geografico, ma come cittadini». E il ministro Boccia? Su Facebook spiega com’è andata. «Oltre due ore e mezzo di confronto sui principi di autonomia, sussidiarietà e unità
Anche a livello regionale si conferma questo trend, Arpa Lombardia ha rilevato che nell’arco di 8 anni dal 2008 al 2015 i generatori sono rimasti intorno alle 600.000 unità, mentre Arpa Veneto ha rilevato solo un lieve incremento dell’1% dal 2006 al 2013 (672.000). La qualità dell’aria è peggiorata in questi ultimi anni? No, anzi. Lo dice l’Agenzia Europea per l’ambiente che attesta negli ultimi 30 anni un generale miglioramento della qualità dell’aria. Ad esempio a Milano nel 2005 i giorni oltre i limiti consentiti furono 152, mentre nel 2019 sono stati solo 72. Nelle serie storiche il picco massimo nel capoluogo lombardo fu di 309 microgrammi/metro cubo nel
Per l’Agenzia Europea dell’ambiente la qualità dell’aria è migliorata in 30 anni re dal 2018 e fino a 3 stelle a partire dal 1° gennaio di quest’anno», dice l’Aiel. «Stiamo parlando di almeno 1 milione di generatori so-
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GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Regionali Veneto 2020
Tra borghesia cattolica e centri sociali la sfida di Lorenzoni, professore green Il vicesindaco di Padova, con la sua coalizione a tinte civiche, ha il via libera di Zingaretti e Martella: sarà lui a sfidare Zaia li; nella manica, il jolly borghese rappresentato dalla moglie Anna, socia del potente studio di consulenza Cortellazzo & Soatto, in portafoglio clienti del calibro della Compagnia delle Opere.
Filippo Tosatto PADOVA. Dal cilindro di un
centrosinistra in debito d’ossigeno, spunta, faticosamente, il profilo di Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova e alfiere di una coalizione variopinta, riflesso delle energie degli antagonismi di una modernità spesso estranea al Veneto profondo. Ma chi è davvero “King Arthur” («Per favore, non chiamatemi così») e perché - in vista delle regionali di maggio - la sua figura sta persuadendo i dem, azionisti di maggioranza, a desistere da una candidatura di partito, rinunciando perfino alle sospirate primarie?
DECISIVO NEL KO BITONCI
Tant’è: al primo turno raccoglie a sorpresa 22. 357 voti (il 23%) piazzandosi alle spalle del leghista Massimo Bitonci e di Sergio Giordani, imprenditore civico di rito Pd; l’alleanza con quest’ultimo risulta decisiva al ballottaggio e gli vale la piazza d’onore a Palazzo Moroni scandita da una pioggia di deleghe: politiche del territorio e sviluppo urbano sostenibile, università, mobilità e viabilità, agen-
LO STATUS ACCADEMICO
Cinquantatré anni, sposato e padre di tre ragazzi, Lorenzoni insegna Economia dell’Energia ed Electricity Market Economics alla Scuola di ingegneria industriale dell’Università patavina dove coltiva un ventaglio di interessi scientifici che includono l’economia applicata al settore dell’energia, la regolamentazione del settore, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’efficienza dei consumi. Già consulente di istituzioni pubbliche e aziende private, collabora a progetti finanziati dall’Unione europea e nel suo medagliere spicca lo spin off Galileia, che impiega giovani ingegneri. Non propriamente incolto (mastica tre lingue e sta prendendo lezioni di cinese), cattolico praticante educato dai gesuiti, debutta in politica nel 2017, candidandosi a sindaco di Padova sotto le bandiere di Coalizione civica, un’alleanza che tiene insieme ambientalisti e sinistra radicale, volontariato e mondo delle professioni; al suo fianco, Rifondazione comunista e i centri socia-
La sua scommmessa abbina le suggestioni dell’economia digitale alla piazza delle Sardine
LA BENEDIZIONE DEL PD
da digitale, servizi informatici e telematici, in primis. Il bilancio amministrativo? Luci e ombre, a sentire gli osservatori indipendenti. I progressi importanti sul versante del bike sharing (che rende la città del Santo capitale delle due ruote) e dell’innovativo servizio di night bus; i ritardi evidenti nel capitolo tram dove la seconda linea, pur finanziata, resta ancora malinconicamente sulla carta. SCINTILLE CON GIORDANI
Arturo Lorenzoni insegna Economia dell’Energia alla Scuola di ingegneria industriale dell’ateneo di Padova
le eleZioNi ComUNali Nel CapolUogo
Venezia, primo sì a Chiellino dall’alleanza di centrosinistra L’imprenditrice cattolica titolare di un’azienda al Vega è fortemente sostenuta dai dem Rischi di conflitto d’interessi? Bettin: vogliamo serie garanzie VENEZIA. Fumata grigia. Il centrosinistra si muove verso l’unità per il candidato sindaco. Non c’è ancora la firma degli alleati, ma un importante passo avanti è stato fatto ieri pomeriggio. Il Pd ha ufficializzato il
l’aperto contrasto in occasione dello sgombero dell’ex Macello e la cacciata delle 13 associazioni occupanti: «Ero all’oscuro», sbotta pochi istanti dopo l’intervento della polizia «è un precedente grave che non deve ripetersi». Il fuoco sotto la cenere, è il timore di qualche caporione del Pd. Incluso Massimo Bettin, portavoce e “guardia del corpo” del sindaco; grande sponsor di Lorenzoni in seno ad un partito diviso e recalcitrante, ne caldeggia la candidatura con un ardore a tratti sospetto: «Con lui a Venezia, Giordani avrebbe finalmente campo libero», malignano i rivali dem, per nulla entusiasti alla prospettiva di cedere il passo «all’unto del signore» senza colpo ferire. Apocalittici e integrati, new economy e avanti popolo, con il soccorso di piazza delle Sardine e l’occhiolino all’establishment acculturato: eccola, la scommessa arturiana.
nome che gira da giorni. Quello di Gabriella Chiellino, imprenditrice cattolica e titolare di azienda al Vega. Il tavolo della coalizione ha alla fine convenuto sul percorso e firmato un comunicato congiunto: «Tutte le forze civiche e politiche riunite al tavolo di coalizione hanno ritenuto di verificare se attorno a Gabriella Chiellino ci sono le condizioni per un’ampia condivisione per la candidatura a Sindaco di Ve-
nezia. Il tavolo si è riconvocato a lunedì per assumere una decisione finale». Nelle prossime ore, forse già oggi pomeriggio, cominceranno le riunioni bilaterali sul programma tra le forze politiche e la candidata. Rimasta a questo punto l’unica ipotesi su cui i partiti, i comitati e le civiche potranno trovare l’unità. Per andare insieme al primo turno alla sfida con il sindaco uscente Luigi Brugnaro. La proposta del nome l’han-
no fatta i due segretari del Pd veneziano, Giorgio Dodi e Luciano Favaron. «Segno di responsabilità per non rompere la coalizione». La prima proposta, quella del rettore Michele Bugliesi non era stata accolta con entusiasmo dalla sinistra e dagli ex rossoverdi. Da Roma e dal segretario Zingaretti è arriva l’indicazione: «Non rompiamo con la sinistra». Così è spuntata l’idea Chiellino. Donna, volto nuovo per la grande politica. L’ala che rappresenta la sinistra ha accolto la proposta con interesse. Qualche dubbio sulla sua attività che ha incrociato più volte interessi «forti» di aziende e Autorità portuale. La sua azienda «e-Ambiente», con sede al Vega, ha elaborato studi e consulenze anche sul contestato canale Contorta.
La coabitazione con il riformista Giordani? Rapporti umani distesi, qualche boccone amaro da ingoiare - leggi il nuovo policlinico universitario a est, una destinazione a lungo osteggiata - l’insofferenza dell’elettorato progressista per il proliferare senza freni dei centri commerciali,
Gabriella Chiellino, imprenditrice
Qualcuno evoca anche il possibile «conflitto di interessi». Ecco che allora che da sinistra si chiedono «garanzie». Il programma sottoscritto dagli alleati parla di «città differente» e «sviluppo sostenibile»: «Su
Certo, se otterrà la nomination – sempre più probabile vista la benedizione romana impartita da Nicola Zingaretti e Andrea Martella – il professoregreen dovrà vedersela con un avversario meno divisivo e assai più trasversale rispetto all’antico rivale bitonciano. Luca Zaia, governatore uscente, è il grande favorito della vigilia, abile a cementare il consenso dando voce senza strillare - al sentiment identitario e autonomista di una “piccola patria veneta”, troppe volte misconosciuto o schernito dalla sinistra salottiera. Arturo Lorenzoni vive in centro storico ma, dalle arrampicate alla bicicletta, ama gli sport di fatica : l’opportunità della scalata, banco di prova dei ciclisti di razza, non gli mancherà. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
questo chiederemo garanzie precise», dice a riguardo Gianfranco Bettin. Aperture importanti sono venute dai socialisti «Siamo disponibili a valutare la proposta per mantenere l’unità e costituire una forte alternativa a Brugnaro», dice Luigi Giordani. Ugo Bergamo annuncia la sua disponibilità. «Per senso di responsabilità siamo pronti a parlarne». Intorno al nome di Chiellini potrebbero convergere dunque anche gli altri partecipanti al tavolo. Come «Più Europa», a cui ha aderito anche l’ex candidato dei movimenti e della Lega nel 2015 Gian Angelo Bellati, e gli autonomisti dell’ultimo referendum. E poi «Azione» di Carlo Calenda, Italia in Comune dell’ex grillino Pizzarotti. —
II
Belluno
Giovedì 13 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Lotto: «Per portare qui i medici servono gli incentivi» `La segretaria Dem
interviene sulla carenza di camici bianchi LA PROPOSTA BELLUNO «Dobbiamo attrezzarci
per rendere attrattivo il lavoro dei medici in montagna e in provincia di Belluno. Lo dico senza alcuno spirito polemico nei con-
fronti della Regione Veneto, ma con l’urgenza di dover fare fronte a un’emergenza lunga e alla necessità di garantire il servizio sanitario e dunque il diritto alla salute a tutti i cittadini, a chi abita in città e chi vive nei piccoli comuni di montagna». La segretaria provinciale del Pd, Monica Lotto, fa la sintesi di una serie di incontri con medici e operatori del settore sanitario avvenuti negli ultimi giorni. «La parola chiave è una sola - dice Lotto - incentivi. Più soldi per i medici che de-
cidono di trasferirsi nel Bellunese, benefit che riguardano gli alloggi e qualsiasi altra azione che renda appetibile il lavoro dei medici e degli operatori sanitari in periferia e in montagna in particolare». Del resto, negare l’esistenza del problema o «continuare a spiattellare gli investimenti realizzati, come continuano a fare la giunta regionale e i dirigenti dell’Usl non cambia di una virgola la situazione. Ci sono reparti che sono di fatto chiusi, come Dermatologia a Belluno, o come
il punto nascite a Pieve di Cadore, formalmente aperto ma privo di ginecologi e pediatri, quindi inattivo, ci sono liste di attesa lunghe e chi ha bisogno di una visita specialistica lo sperimenta tutti i giorni, c’è un aumento del flusso di pazienti che si rivolge a strutture esterne o ai privati». «La raccolta firme avviata da alcuni sindaci del Bellunese per la difesa del diritto alla salute afferma la segretaria - è positiva e va sostenuta perché pone il tema all’attenzione dei decisori.
SEGRETARIA Monica Lotto partito democratico provinciale
Tutti hanno il diritto alla sicurezza e qui non chiediamo di avere un ospedale in ogni comune, ma solo di garantire le strutture indispensabili per salvaguardare la possibilità di vivere in montagna. Inoltre, con l’organizzazione dei Mondiali di Sci 2021 e delle Olimpiadi 2026, il territorio dovrà essere attrezzato anche dal punto di vista sanitario per assistere le migliaia di atleti e le decine di migliaia di turisti e visitatori che parteciperanno ai grandi eventi».
Riforma Province: Bard e sindaci dal sottosegretario `Per
del testo unico sugli enti loca-
i piccoli Comuni li». ad andare a Roma TEMPI LUNGHI Il Bard ha consegnato nelle è stato Carlo Zanella L’INCONTRO BELLUNO Il Bard a colloquio
LA DECISIONE Arrivando a Belluno da Venezia l’unica alternativa per arrivare a Cortina è la Statale 51 di Alemagna
Prolungamento dell’A27: il sindacato convoca tutti `La camera di commercio spiega: Al dibattito organizzato dalla Cisl parteciperà anche l’assessore regionale «Sbocco a nord utile a tutta la Regione» `
IL DIBATTITO BELLUNO L’appuntamento è per
domani a Mestre. Il tema però riguarda Belluno da vicinissimo. Si parlerà di “rotte economiche globali”. Del porto di Venezia e dell’autostrada A27. Non è certo il primo incontro sul tema, né il secondo. Forse non sarà neppure l’ultimo. Basta affacciarsi ad una qualsiasi discussione su Facebook tra chi interviene sul prolungamento dell’autostrada per rendersi conto che l’arrivo di un’arteria di scorrimento veloce a Cortina non è considerata come un’ipotesi impossibile. Ma di più. «Se ne parla da 50 anni» è il refrain. «Il fatto che se ne parli da anni spiega Rudy Roffaré della Cisl non deve essere una giustificazione. C’è voglia di discutere di questi temi. Il declino di questa provincia è già in atto ci deve essere una risposta forte e coesa, si tratta di decidere in un confronto serrato quali sono le priorità. Le Olimpiadi sono un occasione ma non lo snodo cruciale del futuro». «Non possiamo mettere in contrapposizione treno e viabilità su strada - anticipa il presidente della provincia di Belluno, Roberto Padrin - tutte le soluzioni infrastrutturali pos-
sono portare benefici. Poter collegare più velocemente e in maniera più strategica il capoluogo regionale con il nostro territorio è una partita che dobbiamo giocare fino in fondo.
L’ORDINE DEL GIORNO «Un passaggio diretto, un valico, tra il Veneto e l’Austria che colleghi l’Autostrada A27, con la rete autostradale che percorre l’Europa Centro Orientale. L’idea non è nuova, anzi c’è un progetto vecchio di trent’anni che però è rimasto nei cassetti a seguito di numerosi veti - spiega la Cisl, che ha organizzato il convegno - ora questa idea torna di grande attualità, anche a seguito della fame di infrastrutture connettive che caratterizza l’economia regionale, cresciuta grazie all’export e al turismo, settori dove le comunicazioni sono strategiche per la competitività».Seguirà la tavola rotonda con la partecipazione dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti e il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. A salire sul palco anche Iolanda Conte di Uniontrasporti: «Da ottobre del 2018 anticipa da Milano - il Sistema camerale sta eseguendo un attento monitoraggio su quello che sta succedendo. Dal contin-
gentamento ai divieti di transito per le merci lungo il Brennero dove, per esempio le piastrelle o l’acciaio, possono transitare solo su camion Euro 6 immatricolati dopo l’agosto del 2018. Per il prolungamento dell’A27 c’è uno studio di fattibilità che è fermo dal 2011». «Il problema dello sbocco del Veneto verso il nord – aggiunge il Presidente di Unioncamere del Veneto – è un tema che da tempo stiamo af-
frontando attraverso lo studio e l’analisi dei dati del traffico, flussi di merci, scelte politiche. Il prolungamento dell’A27 è un’infrastruttura fondamentale non solo per il territorio montano bellunese per i flussi turistici abituali e in vista dei grandi eventi Cortina 2021 e Milano-Cortina 2026, ma anche per tutto l’asse infrastrutturale del Veneto». Andrea Zambenedetti
Gli artigiani
De Biasi alla guida dei Serramentisti E’ Andrea De Biasi il nuovo presidente del mestiere Serramentisti di Confartigianato Belluno. De Biasi subentra a Gianluigi Collazuol, che ha guidato il mestiere e la Federazione del Legno per oltre vent’anni. Andrea De Biasi rappresenta la terza generazione della storica falegnameria alle porte di Belluno. Sono già chiari i punti su cui il neo presidente si impegnerà. «Abbiamo
bisogno - ha spiegato - di recuperare un gap di informazione, che sta interessando il nostro mestiere. Ma anche monitorare le bozze delle nuove normative attualmente in fase di esame parlamentare».De Basi pensa anche di coinvolgere il più possibile i colleghi, facendoli partecipare alla definizione dell’attività di sindacato del mestiere.
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con il sottosegretario agli interni. Il tema sul tavolo: le province e l’elettività. Un mandato diretto dai cittidini. La necessità per Belluno di avere una maggiore autonomia. «Incontro cordiale, ma tra luci e ombre». Sono queste le parole usate dal Bard per commentare l’incontro al Viminale con l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati. Ad aggiungersi alla delegazione del movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti anche il sindaco di Cesiomaggiore, Carlo Zanella, a rappresentare i piccoli comuni. «Il sottosegretario Variati ci ha illustrato l’iter delle riforme delle legislazioni sulle province, in particolare della legge Delrio - spiega il presidente Andrea Bona, anche lui a Roma con il vice Roberto Brustolon – quello che ci preoccupa però è il tempo preventivato dal sottosegretario per il completamento di questi passaggi, stimati in un paio di anni per la riscrittura
mani del sottosegretario anche il report del Consiglio d’Europa che “bacchetta” l’Italia anche per la riforma delle province, non resterà ad attendere: «Abbiamo già chiesto di tener conto e di inserire in questo cammino la specificità montana della Provincia di Belluno, con un riconoscimento di autonomia, soprattutto per il suo particolare status di realtà incastrata tra enti a statuto speciale e confinante con stato estero e di territorio abitato da una consistente minoranza linguistica», sottolinea Bona.
PROVVEDIMENTI URGENTI «Il sottosegretario Variati si è impegnato ad individuare comunque nel frattempo dei provvedimenti urgenti a favore delle province interamente montane. - aggiunge Zanella – Inoltre, ha annunciato per aprile il decreto di aumento di indennità dei sindaci fino a 3000 abitanti e, per il 2021 e 2022, il rifinanziamento del fondo di solidarietà con somme più cospicue, fino a ripristinare i trasferimenti ai comuni per spesa corrente ai valori antecedenti alle modifiche della legge»
Vigne e Zollet nella giunta di Confindustria Veneto LA SQUADRA BELLUNO C’è un tandem bellu-
nese nella giunta degli industriali del Veneto. A trovare posto Vittorio Zollet, che avrà la delega all’Ecological Flow (Deflusso ecologico), e Gianluca Vigne che si occuperà di organizzare la formazione tecnica superiore. Con la condivisione e l’approvazione definitiva in Consiglio di Presidenza, è stato deliberato il nuovo impianto organizzativo di Confindustria Veneto, che dà vita alla squadra del presidente Enrico Carraro. Sono stati confermati i principali coordinamenti settoriali mentre si è proceduto, in sostituzione del classico modello della “delega”, alla definizione di un nuovo format: quello dei progetti strategici. «La filosofia - spiegano gli Industriali - è di lavorare su alcuni temi strategici, finalizzati ad obiettivi misurabili
e con un orizzonte temporale definito (quello di febbraio 2021, termine del mandato dell’attuale presidenza). Ciascun progetto strategico è in capo ad un Advisor, che ne gestirà le attività e lo sviluppo». A spiegare il cambio di strategia lo stesso Presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro: «Ho proposto, sempre nell’ottica dell’unitarietà, questo nuovo modello organizzativo a tutte le Associazioni Territoriali. Insieme abbiamo condiviso da un lato la necessità di mantenere l’attività dei gruppi settoriali in grado di raccogliere e convogliare le istanze della nostra base associativa verso le istituzioni e gli stakeholder regionali; dall’altro di dare una impronta più “target oriented” ad alcune tematiche trasversali, oggi fondamentali come leva di sviluppo, al fine di raggiungere più velocemente obiettivi concreti».
IV
Primo Piano
Giovedì 13 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Gli stati generali dell’Ascom
«Mancano strade, il futuro si gioca sulla mobilità» Dal vescovo al rettore, le istituzioni `Il sindaco lancia “Padova 2020-2030” convocate in Camera di Commercio Obiettivo: essere la Capitale del Nordest `
LE PROSPETTIVE PADOVA Siamo sempre lì, a un passo dallo sbocciare oppure dallo sfiorire. E i prossimi dieci anni saranno quelli decisivi, tanto che il sindaco Giordani, ieri, alla chiamata alle armi dell’Ascom, in Camera di Commercio sul disegno della città futura, ha lanciato un’idea. «Un piano decennale che avanzi indipendentemente da chi sarà al mio posto. Non possiamo più permetterci di fermare le opere per la politica». E il fatto che ad ascoltarlo ci fossero il vescovo Cipolla, il prefetto Franceschelli, il presidente della Camera Santocono, l’assessore regionale Marcato, il presidente della Provincia, Bui, il rettore Rizzuto e il presidente della Fondazione Cariparo, Muraro, significa che il “fare sistema” tanto invocato ha già dato i suoi frutti. Anche perchè in sala erano presenti i sindaci di 13 Paesi, da Abano a Montagnana, da Ponte S. Nicolò a Saonara.
ragionato con gli attori istituzionali su vari tavoli, ieri ha trovato la sintesi. Che potremmo definire così: Padova ha tutte le carte in regola per diventare la capitale del nordest, quello che vuole essere. Ha un’università fra le prime nel mondo che sta investendo 100 milioni nell’edilizia, costruirà un ospedale eccellenza italiana, sta finendo il centro congressi più grande del Triveneto. Ma tutto questo è un ragionare interno.
LA MOBILITÁ Per vincere “fuori” bisogna capire che il futuro si gioca sulla mobilità. Ad esempio se la statale 308 continuerà a morire a Castelfranco senza innestarsi sulla Pedemontana tutto il mondo produttivo resterà tagliato fuori. Allo stesso modo se il protocollo firmato dal Comune e Regione con le Fs per l’alta velocità non ridurrà i tempi, previsti in
dieci anni, per farla passare per Padova, la città si sgonfierà come un soufflé. Non parliamo del collegamento diretto con il Marco Polo o dell’Sfmr, quasi imprescindibili per diventare una piccola Milano, ma oggi lettera morta. Qualche speranza in più invece dovrebbe toccare all’Interporto che ha bisogno del raddoppio dei binari per non soffocare: Rfi l’ha promesso. Perché sarà la mobilità: dei turisti, delle merci, dei pendolari, degli studenti, ovvero la capacità della città di “trasportarsi” nel mondo esterno il discrimine fra vivere o morire. Con una premessa però, ricordata dal vescovo Cipolla citando la “Laudato sì” del papa: «Il progresso, se non lascia un mondo migliore non è progresso».
I PROGETTI La Camera sostiene le imprese (119mila) anche se dove com-
battere. Santocono: «Volevamo mettere 6 milioni sul territorio ma il governo ci ha stoppato. Ma la smart city in fiera sorgerà anche se c’è bisogno di collegamenti fra stazione e zip. Diventeremo la capitale dell’innovazione». Marcato a sua volta ha fatto un invito esplicito nel suo stile: «Non dobbiamo farci sopraffare dalle altre province. Raddoppio della 308 e collegamento con la Pedemontana intanto, e poi una nuova tangenziale verso Cittadella, alternativa alla Valsugana. Noi ci siamo, come sull’ospedale che finanzieremo con 650 milioni. E poi continuiamo a pensare alla Città della musica, possiamo diventare un polo per i grandi eventi, centro del nordest». Giordani ha parlato delle azioni “di rammendo” che ha completato in questi due anni e mezzo: via Anelli, piazzale Boschetti, la rinascita della Fiera,
IL DISEGNO La città ha bisogno di maggiori collegamenti
INVESTIMENTI PER 150 MILIONI, MA SONO OBBLIGATORI IL COLLEGAMENTO CON LA PEDEMONTANA E L’ALTA VELOCITÁ
LA SINTESI Ci voleva la sollecitazione di Confcommercio con il vulcanico presidente Tiziano Bertin, ma va bene così, perchè il punto d’arrivo del “tutti convocati” l’iniziativa che in questi mesi ha
NUOVO OSPEDALE: «SARÁ IN APRILE LA FIRMA CON ZAIA SULL’ACCORDO PER PADOVA EST E GIUSTINIANEO»
IL TAVOLO Le autorità presenti ieri al tavolo organizzato dalla Confcommercio Ascom Padova, in Camera di Commercio
l’illuminazione dell’Arcella e l’accordo con Hera per passare a Led tutta la città, ricordando la sua battaglia per l’Alta velocità e il potenziamento dell’interporto. E pure i sondaggi per l’arena della musica. «L’ospedale? Firma dell’Accordo in aprile. Prandina? L’avremo a giugno». Il presidente Bui si è soffermato sulle strade e sulle scuole cardini del suo impegno. «La nascita di nuove scuole soprattutto per la formazione professionale. Vogliamo un campus a Brusegana, ma se non è lì va bene anche da un’altra parte, basta che ce lo diano». Per il rettore parlano i numeri: «60mila studenti, 3500 dei quali fanno stage in azienda, 3-4 punti di media in più sugli assunti dopo la laurea. E poi il lavoro per ridare identità ai luoghi, come il polo umanistico e quello delle scienze sociali». Per la Fondazione basterà un numero snocciolato da Muraro: «Erogheremo 45 milioni di cui 30 a Padova per stimolare progetti di assistenza e di lavoro». Mauro Giacon
Marcato: «Sei milioni alle imprese per innovare e sbarcare all’estero» IL PROGRAMMA PADOVA Sei milioni di euro per sostenere l’acquisto di servizi per l’innovazione e per l’internazionalizzazione da parte delle piccole e medie imprese venete. Ieri al Best Western Plus Hotel Galileo sono stati presentati i trenta nuovi bandi del programma “Por Fesr 2014-2020” per quanto riguarda la materia dello sviluppo economico. All’evento hanno partecipato aziende e associazioni del mondo imprenditoriale. Le novità sono state introdotte dall’assessore regionale allo sviluppo economico ed energia, Roberto Marcato. «Altri 6 milioni di euro destinati al rilancio del nostro tessuto imprenditoriale di piccole e medie imprese – afferma Marcato - Bandi a disposizione degli
imprenditori per sbarcare sui mercati esteri e per innovare le proprie realtà produttive. Due ambiti essenziali per rafforzare l’imprenditoria veneta, rilanciare l’economia regionale e garantire uno sviluppo reale, offrendo prospettive all’intero nostro sistema imprenditoriale, che insieme alle reti innovative regionali sono stati definiti dal rettore dell’Università di Padova una vera e propria rivoluzione copernicana nell’ambito della ricerca
L’ASSESSORE REGIONALE HA PRESENTATO DUE BANDI DESTINATI A SOSTENERE LE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE
e dell’innovazione».
I CONTENUTI Il primo bando “Sostegno per l’acquisto di servizi per rinnovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale delle imprese” (Azione 1.1.2 Por Fesr 2014-2020), rivolto alle piccole e medie imprese che intendono investire sull’innovazione, garantisce un sostegno all’acquisto di servizi specialistici finalizzati a innovazione tecnologica, innovazione strategica e innovazione organizzativa. Il secondo bando “Incentivi all’acquisto di servizi di supporto all’internazionalizzazione a favore delle piccole e medie imprese” (Azione 3.4.2 Por Fesr 2014-2020) mira ad aumentare il numero di imprese venete che intraprendono percorsi di internazionalizzazione, sostenendo l’accesso a
servizi che garantiscano l’incremento dell’apertura commerciale e la diversificazione dei mercati. È previsto il finanziamento a servizi collocati in specifici progetti di internazionalizzazione. In entrambi i bandi è prevista una procedura a sportello. Tre gli sportelli attivati per ogni bando, ciascuno dei quali mette a disposizione un milione di euro per un totale, dunque, di sei milioni di contributi.
LO STRUMENTO Il Programma operativo regionale (Por) è lo strumento attraverso cui la Regione del Veneto, grazie ai circa 600 milioni di euro messi a disposizione dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione stessa, svilupperà dal 2014 al 2020 un piano di crescita sociale ed economica nei settori dello sviluppo indu-
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L’INCONTRO L’assessore regionale Roberto Marcato alla presentazione
striale, dell’agenda digitale, dell’ambiente e dell’innovazione. Il Fondo europeo di sviluppo regionale, detto sinteticamente Fesr, è uno dei fondi strutturali e di investimento europei il cui obiettivo è quello di finanziare progetti di sviluppo all’interno dell’Unione europea. Il Por-Fesr è articolato in 7 assi di intervento suddivisi in specifiche azioni
che definiscono le attività ammissibili. «La Regione Veneto è sempre accanto alle nostre imprese – aggiunge l’assessore Marcato – e questi nuovi bandi lo dimostrano ancora una volta. Mettiamo a disposizione risorse per innovare e internazionalizzare le piccole e medie imprese, offrendo un aiuto concreto». Elisa Fais
XVIII
Villa del ConteCamposampiero
Giovedì 13 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
«Così farò l’assessore alla solitudine» La nuova delega a Graziella Vigri: «Ogni giorno incontro `Il sindaco Argenti: «In molti cittadini ho riscontrato tante persone che hanno bisogno di conforto e aiuto» un grande senso di smarrimento di fronte ai problemi» `
VILLA DEL CONTE A Villa del Conte creato l’assessorato alla solitudine. L’idea è della sindaca Antonella Argenti, dallo scorso anno alla guida del Comune. «Dopo otto mesi di mandato ho ricevuto un migliaio di persone, da sole o in gruppo - ammette la prima cittadina -. In questo periodo ho dedicato molto tempo all’ascolto di tutti, in municipio o nei diversi momenti comunitari. Personalmente in tantissime di loro ho riscontrato un grande senso di smarrimento, non solo per svolgere e adempiere le più semplici pratiche burocratiche ma soprattutto per far fronte alle diverse problematiche individuali e familiari. Le persone non sanno dove e da chi andare. Sono a dir poco disorientate e il fatto, oggettivo, della difficoltà di accedere ai servizi dai vari risponditori automatici dei cen-
tralini pubblici non agevola la situazione. Anzi - aggiunge la sindaca- la maggior parte delle persone, anche se vivono in famiglia, sono abbandonate a se stesse nella quotidianità delle mansioni da svolgere. Il solo esempio di prenotare una visita medica, anche non urgente, è di una difficoltà enorme per il diretto interessato poco avvezzo all’utilizzo della tecnologia. Tutti siamo di corsa e non c’è il tempo di fermarsi e “aiutare” nelle pratiche burocratiche il parente in affanno».
SPORTELLO In un primo momento per andare incontro alle esigenze dei concittadini l’amministrazione comunale aveva pensato di istituire uno sportello per accogliere tutte le istanze di aiuto pratico, ma la giunta ha deciso di fare qualcosa di più. «L’aprire il solo sportello sarebbe stato un provvedimento troppo “freddo” e lontano dalla gente - spiega la sindaca co-
mitense -. Per questo abbiamo deciso di metterci la faccia, in particolare mia e dell’assessore al sociale Graziella Vigri, in modo da trasmettere anche un po’ di calore umano che in questi frangenti è importantissimo. Da oggi il nostro concittadino che ha qualsiasi tipo di problema burocratico inerente la salute, le prenotazioni in ospedale o l’adempimento di qualsiasi pratica si può rivolgere a noi senza problemi». Entusiasta per il suo delicato nuovo incarico, il neo assessore alla solitudine di Villa del Conte Graziella Vigri è determinata a fare bene questo compito e da-
«CHIEDONO SOSTEGNO E SUPPORTO ALLA RICERCA DI SOLUZIONI CHE NESSUNO DELLA LORO CERCHIA SA OFFRIRE»
Fontaniva Tenta il furto da AlìPer Sessantenne denunciato Ha cercato di non pagare prodotti per un valore complessivo di 300 euro, ma è stato individuato dal personale della sicurezza interna e bloccato dai carabinieri di Cittadella. Il fatto è avvenuto domenica scorsa nel supermercato AlìPer di Fontaniva. Protagonista B.G., 60 anni, residente nel medesimo centro, che è stato denunciato a piede libero con l’accusa di tentato furto. La richiesta al pronto intervento dei carabinieri è giunta alle 11,20. L’uomo ha tentato di eludere le casse con prodotti voluttuari di pregio. Il servizio antitaccheggio lo aveva però notato occultare la merce ed ha così dato l’allarme. M.C.
re il massimo della disponibilità. «Ogni giorno incontro tanti cittadini che hanno bisogno di conforto e aiuto- conferma l’assessore –. In tanti chiedono un sostegno e un supporto alla ricerca di soluzioni che nessuno della propria cerchia di conoscenza sa offrire. La formula dell’assessorato alla solitudine non è riferita necessariamente alle persone sole ma a tutte coloro che non sanno affrontare i loro problemi contingenti e che desiderano avvalersi di un supporto fattivo “umano“ come noi amministratori pubblici». La sindaca Argenti alcuni giorni fa ha affidato nuove deleghe anche agli altri assessori. Vigri, oltre al sociale e alla solitudine si occuperà anche di turismo. Il vicesindaco Giacinto Pegoraro ha ricevuto la delega della salute, mentre all’assessore Davide Pastorello spetterà il compito di occuparsi del controllo del territorio. Luca Marin
MUNICIPIO A Villa del Conte è stato creato l’assessorato alla solitudine. L’iniziativa è della sindaca Antonella Argenti, che dallo scorso anno si trova alla guida del Comune. A destra l’assessore Graziella Vigri, che ha ricevuto tra le altre la nuova delega, e la prima cittadina
Incendio di Londra, mail da choc sui pannelli CAMPOSAMPIERIO «Nelle aziende multinazionali coinvolte, giravano delle mail interne che dimostrano come i pannelli della Grenfell Tower e di altri edifici del Regno Unito erano e continuano ad essere pericolosi. Si sapeva e si sa. Il pericolo è stato tenuto nascosto pur di realizzare il business. Ci sono mail degli addetti ai lavori che contengono conversazioni di questo tipo». E’ grande lo sconcerto di Giannino Gottardi, il papà di Marco morto assieme alla fidanzata Gloria Trevisan nel disastroso incendio della Grenfell Tower nel quartiere di North Kensington di Londra la notte tra il 13 ed il 14 giugno 2017, nel com-
mentare il contenuto delle mail acquisite dai giudici inglesi. Le mail potrebbero diventare, perciò, un elemento molto importante nell’inchiesta in corso sulle cause dell’incendio alla torre. Nelle mail interne tra il personale delle multinazionali che hanno fornito il materiale per il restauro della torre si parla del tipo di materiale da usare. Il parere tra il personale non concorda. Alcuni dipendenti reputavano sicuro usare i pannelli che poi si sono dimostrati avere favorito l’incendio, altri non erano d’accordo. «In nome del guadagno - sostengono da sempre i genitori di Marco e Gloria - non è ammissibile che si metta a repentaglio la vita delle persone in questo modo».
Intanto, la commissione d’inchiesta indipendente inglese sta facendo il suo corso. Sta preparando la seconda fase di audizione dei testimoni. Dovrà decidere se garantire o meno l’immunità penale a tutti i testimoni anche nel caso dovessero accusarsi o accusare. I testimoni, in particolare, sono quelli delle tre multinazionali e della Municipalità di Kensington e
AL PROCESSO I MESSAGGI DELLE AZIENDE CHE AVEVANO PARTECIPATO AL RESTAURO DELLA TORRE DOVE MORIRONO GLORIA TREVISAN E IL FIDANZATO
FIDANZATI Gloria Trevisan e Marco Gottardi
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Chelsea. Con la loro testimonianza potrebbero essere incolpati. «E’ una cosa di una vergogna inaudita - sbotta Giannino Gottardi - nell’ordinamento giuridico inglese è previsto questo strumento che consente di dire quello che so a patto che mi venga garantita l’immunità penale. Da parte nostra faremo il possibile perché l’immunità penale non venga concessa. Confido che tra i tantissimi testimoni ci sia qualcuno disposto a testimoniare e dichiarare quello che è veramente avvenuto. Che parli anche delle mail dove è scritto di prestare attenzione ai pannelli perché erano pericolosi. In Inghilterra ci sono altri palazzi dove sono stati usati quei pannelli». Gianni Prataviera
Sanpellegrino Marini nominato nuovo ad SAN GIORGIO IN BOSCO Da Milano è giunta notizia di un avvicendamento ai vertici di Sanpellegrino, azienda di riferimento nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche che ha uno stabilimento decentrato di produzione anche in via Valsugana a San Giorgio in Bosco, che dà lavoro a molte persone. Stefano Marini, milanese, 47 anni, è stato nominato infatti nuovo amministratore delegato. Il manager è profondo conoscitore del settore beverage, avendo maturato una ventennale carriera in azienda, rafforzata con esperienze lavorative in Italia e all’estero. La scelta è ricaduta su di lui con l’intendimento di rafforzare la posizione di leadership del Gruppo nel mercato delle acque minerale e delle bevande analcoliche, settore che vede diversi protagonisti in scena. Il neo-nominato ricopre, quindi, la carica più alta in assoluto del Gruppo e sarà il riferimento massimo dell’azienda in tutti gli ambiti e soprattutto l’interlocutore cui interfacciarsi per gli enti locali, come nel caso di San Giorgio in Bosco per i proventi economici da emungimento di acqua dal sottosuolo che l’azienda riconosce in percentuale alla Regione Veneto che poi, a propria volta, provvede a girare al Comune. Sposato e padre di due bambini, Stefano Marini, è laureato in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano. E’ entrato nel Gruppo Sanpellegrino nel 1999 come Product Manager e Brand Manager, occupandosi, tra gli altri, di Levissima e delle Bibite Sanpellegrino. Negli anni ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in area marketing e commerciale fino a diventare nel 2012 Direttore del Generating Demand di Nestlé Waters. «Auspico che ci sia la massima attenzione e disponibilità a valorizzare la realtà produttiva locale», ha detto il sindaco di San Giorgio in Bosco, Nicola Pettenuzzo nell’apprendere la notizia. Il primo cittadino ha aggiunto: «Rivolgo al nuovo amministratore delegato i migliori auguri di buon lavoro, nello spirito di una aperta collaborazione e dialogo, come peraltro sempre dimostrato in questi anni con i suoi predecessori». G.C.
AMMINISTRATORE DELEGATO Stefano Marini
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L’ACCORDO dal nostro inviato
TRIESTE Tic, toc, tac. Prima un rimbalzo, poi un secondo, quindi un terzo: il suono del sasso, scagliato per 170 metri giù nell’abisso di Plutone, squarcia il silenzio del Carso. Adesso che la ricorrenza del 10 febbraio è passata, portando via con sé l’enfasi delle cerimonie e il clamore delle polemiche, nel vicino sacrario di Basovizza restano le corone d’alloro e i nastri tricolore. Ma la commozione è già qui, in questa gola intitolata al dio degli inferi che si apre in fondo alla dolina, dove una rappresentanza del Consiglio regionale del Veneto ascolta ammutolita il tonfo della pietra, lanciata da Massimiliano Lacota proprio per far sentire l’effetto che fa. «Ecco, ventuno persone vennero buttate nello strapiombo così, legate l’una all’altra con il filo di ferro, sotto una scarica di mitra che colpì quelle davanti affinché il loro peso trascinasse pure quelle dietro», spiega il presidente dell’Unione degli Istriani, l’associazione che ha appena disertato la solenne celebrazione del Giorno del ricordo al Senato per protesta contro la mancata revoca del cavalierato repubblicano al maresciallo Josip Broz Tito, «il criminale responsabile della tragedia delle foibe e dell’esodo di 350.000 italiani»: una richiesta condivisa all’unanimità dall’assemblea legislativa veneta (e invece solo a maggioranza da quella friulgiuliana), arrivata in delegazione a Trieste per sottoscrive-
«VIA IL CAVALIERATO AL CRIMINALE TITO»: A VENEZIA RICHIESTA ALL’UNANIMITÀ, A TRIESTE SINISTRA E SLOVENI CONTRARI
Foibe, l’impegno veneto «Coltiviamo la memoria» Visita del Consiglio regionale a Basovizza `Politici e studenti lungo il confine orientale e firma dell’intesa con l’Unione degli Istriani «Siamo di esempio contro il negazionismo» `
re un accordo che punta a promuovere le visite dei politici e degli studenti nei luoghi della memoria lungo il confine orientale.
LE EMOZIONI La firma matura al culmine di una mattinata ad alto tasso di emozioni, che oltre alle foibe di Plutone e Basovizza vede pure la visita al centro raccolta profughi di Padriciano, ora museo di carattere nazionale, ma che a partire dagli anni ‘50 fu un campo di concentramento capace di rinchiudere fino a 4.000
sfollati in contemporanea. Qui morì anche la piccola Marinella, omaggiata da Simone Cristicchi nello spettacolo “L’esodo”. E qui sabato arriverà da Roma la sindaca Virginia Raggi, con un gruppo di giovani. Le foto in bianco e nero degli esuli, i loro mobili numerati e ammassati, le immagini sacre che le famiglie non riuscirono a mettere in valigia prima di essere imbarcate sul piroscafo Toscana che da Pola le avrebbe deportate a Venezia o Ancona. «Questa è la Pompei di un mondo che improvvisamente si è
AL SACRARIO I rappresentanti del Consiglio regionale del Veneto davanti a una lapide a Basovizza
«Il convegno sulle Olimpiadi? Non so niente, quindi non serve» LA POLEMICA VENEZIA «Io non so niente, e se non lo so io che sono l’ideatore della candidatura di Cortina vuol dire che non serve». Così il governatore del Veneto, Luca Zaia - da Bruxelles dove si trova per partecipare alla plenaria del Comitato europeo delle Regioni che inaugura il nuovo mandato 2020-2025 - risponde alle polemiche scatenate nei giorni scorsi dal mancato invito dei presidenti delle Regioni di Veneto e Lombardia a un evento sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 organizzato al Parlamento Ue dal gruppo dei Socialisti e democratici. A chi gli chiedeva aggiornamenti su un possibile invito alla conferenza dopo le polemiche politiche, Zaia risponde: «Io me ne sono accorto dagli articoli di giornale», e ricorda che «molti esponenti del Pd mi hanno preso in giro quando ho candidato Cortina. Addirittura hanno protestato in consiglio regionale perché non ero presente ma ero a Tokyo alla presentazione della candidatura». Il convegno in questione è fissato per il 22 aprile in una sala
IL GOVERNATORE: «HO APPRESO LA NOTIZIA DAI GIORNALI» OGGI LA LEGGE A PALAZZO CHIGI
interrotto», mormora Lacota, mostrando i quaderni su cui i bambini scrivevano i dettati della propaganda comunista: «Tito è il nostro compagno». Aggiunge il leader dell’Unione: «Il guaio è che ancora oggi nei testi scolastici sloveni troviamo pagine tratte dalla narrazione degli anni ‘50. Purtroppo la polemica con la Slovenia non finirà mai, perché il problema da storico è diventato culturale. E certo non aiuta il fatto che in Italia l’estrema destra gonfi i numeri degli infoibati, che invece noi stimiamo prudentemen-
del Parlamento Europeo a Bruxelles. I politici italiani chiamati a intervenire, insieme ai rappresentanti del Coni, sono tutti del Pd e del M5s (tranne il sindaco bellunese Gianpietro Ghedina, espressione di una civica dall’orientamento di centrodestra). Lega e Forza Italia, partiti che governano Veneto e Lombardia e cioè le Regioni che sono il motore della macchina organizzativa olimpica, sono insorte, accusando il Pd di voler «intestarsi i Giochi», mentre l’eurodeputata dem Alessandra Moretti, che è tra i relatori, ha parlato di «polemica senza senso».
LA LEGGE Oggi intanto sul tavolo del Consiglio dei ministri - inizialmente in agenda alle 16 ma poi spostato alle 20 - dovrebbe approdare anche una misura per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 e per lo svolgimento delle finali Atp, il torneo di tennis che si disputerà nel 2021 a Torino. In Preconsiglio è stata presentata la bozza di Legge olimpica che definisce la struttura organizzativa dei Giochi. Sono confermati i quattro organi di gestione e organizzazione. La legge prevede anche 58 milioni di garanzie da parte dello Stato nei confronti del Cio e un ruolo per l’Istituto per il Credito sportivo. Da chiarire il nodo relativo alla governance dell’Istituto, essendo prevista una riforma dello statuto e una riformulazione del consiglio entro 30 giorni dall’approvazione del decreto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervento
Autonomia e Costituzione Il plauso di Zaia a Boccia VENEZIA «Benvenuto tra noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del presidente Mattarella sul fatto che l’autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo». Con queste parole, il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato le dichiarazioni del ministro Francesco Boccia in audizione in Commissione Bicamerale per le Questioni regionali. «Chi è contrario all’autonomia differenziata delle Regioni - ha detto Boccia - è contrario alla Costituzione. Autonomia e sussidiarietà sono scolpite nella nostra Costituzione. Il nodo è come attuare l’autonomia: se lo si fa perequando, attuando il principio di sussidiarietà e contrastando le disuguaglianze allora si rispettano tutti gli articoli. Come sottolineato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “l’autonomia rafforza l’unità nazionale”».
Il commissario
«Mose, più che i soldi mancano gli uomini Quello che manca per sollevare tutte le barriere del Mose, non sono le risorse finanziarie, ma quelle umane. Un problema che sarà superato nel giro di qualche mese, come ha assicurato il commissario straordinario Elisabetta Spitz, l’altro giorno, in audizione alla commissione ambiente alla Camera. «Per consentire l’attivazione delle quattro barriere è stato necessario fare una verifica della disponibilità di risorse già addestrate. Queste risorse oggi, a febbraio, non sono ancora del tutto disponibili. É stato avviato un piano di formazione di altro personale. La formazione si concluderà nel mese di maggio. Questo il motivo per cui si è ritenuto di attivare le barriere non prima di giugno».
te in 5-7.000 se consideriamo solo i civili e in 10-15.000 se sommiamo pure i militari».
IL CONSENSO In questi luoghi, ma anche sulle trincee della Grande Guerra e sulle tracce della Serenissima, dal prossimo anno scolastico verranno invitate le scuole superiori venete, in forza del protocollo d’intesa siglato per il Consiglio regionale dal segretario generale Roberto Valente, che porta così il saluto del presidente leghista Roberto Ciambetti: «Raccogliamo l’invito di Sergio Mattarella a coltivare la memoria, nella consapevolezza che il vero avversario insidioso da combattere è l’indifferenza». Su questo il consenso è traversale a Palazzo Ferro Fini: «Nelle votazioni abbiamo registrato l’unanimità perché la politica deve essere di esempio, tanto più in tempi di negazionismo», afferma lo zaiano Alberto Villanova, numero uno della commissione Cultura che ha promosso l’iniziativa. «Invece qui il Secondo Dopoguerra brucia ancora moltissimo nella contrapposizione e nel silenzio», osserva Alessia Rosolen, assessore nella Giunta di centrodestra del Friuli Venezia Giulia. «Vedremo come andrà in aula la prossima settimana con il progetto di legge dedicato al Giorno del ricordo», dice Mauro Bordin, capogruppo friulgiuliano della Lega, ricordando la contrarietà di centrosinistra e minoranza slovena alla mozione su Tito. «Queste divisioni non hanno più senso di esistere», concordano dal fronte veneto la dem Francesca Zottis e il pentastellato Simone Scarabel, presente con la collega Erika Baldin. «Peccato però – sottolinea il leghista vicentino Maurizio Colman – che ci siano Comuni come Schio che, dopo aver rifiutato le pietre d’inciampo in memoria delle vittime della Shoah, ora non vuole deliberare nemmeno l’omaggio ai martiri delle foibe...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN CORSA Stefano Zecchi con Alessio Morosin. Ieri l’ufficializzazione della candidatura del filosofo
L’ANNUNCIO VENEZIA Dopo essersi battuto per la separazione di Venezia da Mestre, ora Stefano Zecchi si lancia in una nuova avventura: il filosofo, accademico e scrittore che compirà 75 anni martedì prossimo, sarà candidato sindaco di Venezia per il Partito dei Veneti. Anche se la sua residenza è a Milano, Zecchi ha una casa in città, per la precisione al Lido. A Venezia è nato e cresciuto. Per dire: era in classe con Massimo Cacciari. In laguna, poi, ha già svolto per due mandati l’attività di consigliere comunale: nel 2000 è stato capolista del Pdl quando Renato Brunetta perse contro Paolo Costa e nel 2010, dopo la parentesi di assessore e consigliere delegato a Milano, è stato capolista della lista Brunetta quando l’economista si ricandidò contro Giorgio Orsoni. E tre anni fa, durante l’amministrazione di Luigi Brugnaro, è stato il curatore del Padiglione Venezia alla Biennale Arte. Adesso l’impegno con gli autonomisti/indipendentisti di Alessio Morosin e Antonio Guadagnini. «Gli amici, soprattutto quelli scontenti dell’attuale ammi-
IL FILOSOFO SI ERA BATTUTO PER LA SEPARAZIONE DALLA TERRAFERMA «MI PIACE IL PROGETTO DI CAPITALE D’EUROPA»
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Venezia, Stefano Zecchi candidato sindaco per il Partito dei Veneti nistrazione, mi hanno chiesto: perché non fai qualcosa per la nostra città? Ed eccomi qua racconta Zecchi - Mi piace il progetto di Venezia capitale d’Europa, Venezia ha bisogno di una sua autonomia mentre Mestre può diventare una city».
IL MONITO Per quanto riguarda le elezioni regionali, il candidato governatore del Partito dei Veneti dovrebbe essere Roberto Brazzale, 57 anni, vicentino di Thiene, conosciuto per essere il signore del Gran Moravia, il re del burro. «Nessuna anticipazione - dice Alessio Morosin Posso solo dire che il Partito dei Veneti conta di arrivare al secondo posto dopo Luca Zaia. Al PalaGeox l’altra sera Zaia è stato condannato da Salvini a confermare la coalizione di centrodestra e questo significa che sarà schiavo di Fratelli d’Italia che lo terranno in scac-
co. Zaia sappia che ci saremo noi a salvare il Veneto, ma il prezzo sarà molto alto».
CENTROSINISTRA Sul fronte del centrosinistra, la candidatura di Arturo Lorenzoni a candidato governatore del Veneto si avvia all’ufficializzazione. Ieri un vertice tra big a Roma, domani sera la direzione regionale Pd. Analogo via libera si prospetta per la candidatura a sindaco di Venezia dell’imprenditrice Gabriella Chiellino: “Tutte le forze civiche e politiche riunite al tavolo di coalizione - recita la nota diffusa ieri dopo la riunione - hanno ritenuto di verificare se attorno a Gabriella Chiellino ci sono le condizioni per un’ampia condivisione per la candidatura a sindaco di Venezia. Il tavolo si è riconvocato a lunedì per assumere una decisione finale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’ACCORDO dal nostro inviato
TRIESTE Tic, toc, tac. Prima un rimbalzo, poi un secondo, quindi un terzo: il suono del sasso, scagliato per 170 metri giù nell’abisso di Plutone, squarcia il silenzio del Carso. Adesso che la ricorrenza del 10 febbraio è passata, portando via con sé l’enfasi delle cerimonie e il clamore delle polemiche, nel vicino sacrario di Basovizza restano le corone d’alloro e i nastri tricolore. Ma la commozione è già qui, in questa gola intitolata al dio degli inferi che si apre in fondo alla dolina, dove una rappresentanza del Consiglio regionale del Veneto ascolta ammutolita il tonfo della pietra, lanciata da Massimiliano Lacota proprio per far sentire l’effetto che fa. «Ecco, ventuno persone vennero buttate nello strapiombo così, legate l’una all’altra con il filo di ferro, sotto una scarica di mitra che colpì quelle davanti affinché il loro peso trascinasse pure quelle dietro», spiega il presidente dell’Unione degli Istriani, l’associazione che ha appena disertato la solenne celebrazione del Giorno del ricordo al Senato per protesta contro la mancata revoca del cavalierato repubblicano al maresciallo Josip Broz Tito, «il criminale responsabile della tragedia delle foibe e dell’esodo di 350.000 italiani»: una richiesta condivisa all’unanimità dall’assemblea legislativa veneta (e invece solo a maggioranza da quella friulgiuliana), arrivata in delegazione a Trieste per sottoscrive-
«VIA IL CAVALIERATO AL CRIMINALE TITO»: A VENEZIA RICHIESTA ALL’UNANIMITÀ, A TRIESTE SINISTRA E SLOVENI CONTRARI
Foibe, l’impegno veneto «Coltiviamo la memoria» Visita del Consiglio regionale a Basovizza `Politici e studenti lungo il confine orientale e firma dell’intesa con l’Unione degli Istriani «Siamo di esempio contro il negazionismo» `
re un accordo che punta a promuovere le visite dei politici e degli studenti nei luoghi della memoria lungo il confine orientale.
LE EMOZIONI La firma matura al culmine di una mattinata ad alto tasso di emozioni, che oltre alle foibe di Plutone e Basovizza vede pure la visita al centro raccolta profughi di Padriciano, ora museo di carattere nazionale, ma che a partire dagli anni ‘50 fu un campo di concentramento capace di rinchiudere fino a 4.000
sfollati in contemporanea. Qui morì anche la piccola Marinella, omaggiata da Simone Cristicchi nello spettacolo “L’esodo”. E qui sabato arriverà da Roma la sindaca Virginia Raggi, con un gruppo di giovani. Le foto in bianco e nero degli esuli, i loro mobili numerati e ammassati, le immagini sacre che le famiglie non riuscirono a mettere in valigia prima di essere imbarcate sul piroscafo Toscana che da Pola le avrebbe deportate a Venezia o Ancona. «Questa è la Pompei di un mondo che improvvisamente si è
AL SACRARIO I rappresentanti del Consiglio regionale del Veneto davanti a una lapide a Basovizza
«Il convegno sulle Olimpiadi? Non so niente, quindi non serve» LA POLEMICA VENEZIA «Io non so niente, e se non lo so io che sono l’ideatore della candidatura di Cortina vuol dire che non serve». Così il governatore del Veneto, Luca Zaia - da Bruxelles dove si trova per partecipare alla plenaria del Comitato europeo delle Regioni che inaugura il nuovo mandato 2020-2025 - risponde alle polemiche scatenate nei giorni scorsi dal mancato invito dei presidenti delle Regioni di Veneto e Lombardia a un evento sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 organizzato al Parlamento Ue dal gruppo dei Socialisti e democratici. A chi gli chiedeva aggiornamenti su un possibile invito alla conferenza dopo le polemiche politiche, Zaia risponde: «Io me ne sono accorto dagli articoli di giornale», e ricorda che «molti esponenti del Pd mi hanno preso in giro quando ho candidato Cortina. Addirittura hanno protestato in consiglio regionale perché non ero presente ma ero a Tokyo alla presentazione della candidatura». Il convegno in questione è fissato per il 22 aprile in una sala
IL GOVERNATORE: «HO APPRESO LA NOTIZIA DAI GIORNALI» OGGI LA LEGGE A PALAZZO CHIGI
interrotto», mormora Lacota, mostrando i quaderni su cui i bambini scrivevano i dettati della propaganda comunista: «Tito è il nostro compagno». Aggiunge il leader dell’Unione: «Il guaio è che ancora oggi nei testi scolastici sloveni troviamo pagine tratte dalla narrazione degli anni ‘50. Purtroppo la polemica con la Slovenia non finirà mai, perché il problema da storico è diventato culturale. E certo non aiuta il fatto che in Italia l’estrema destra gonfi i numeri degli infoibati, che invece noi stimiamo prudentemen-
del Parlamento Europeo a Bruxelles. I politici italiani chiamati a intervenire, insieme ai rappresentanti del Coni, sono tutti del Pd e del M5s (tranne il sindaco bellunese Gianpietro Ghedina, espressione di una civica dall’orientamento di centrodestra). Lega e Forza Italia, partiti che governano Veneto e Lombardia e cioè le Regioni che sono il motore della macchina organizzativa olimpica, sono insorte, accusando il Pd di voler «intestarsi i Giochi», mentre l’eurodeputata dem Alessandra Moretti, che è tra i relatori, ha parlato di «polemica senza senso».
LA LEGGE Oggi intanto sul tavolo del Consiglio dei ministri - inizialmente in agenda alle 16 ma poi spostato alle 20 - dovrebbe approdare anche una misura per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 e per lo svolgimento delle finali Atp, il torneo di tennis che si disputerà nel 2021 a Torino. In Preconsiglio è stata presentata la bozza di Legge olimpica che definisce la struttura organizzativa dei Giochi. Sono confermati i quattro organi di gestione e organizzazione. La legge prevede anche 58 milioni di garanzie da parte dello Stato nei confronti del Cio e un ruolo per l’Istituto per il Credito sportivo. Da chiarire il nodo relativo alla governance dell’Istituto, essendo prevista una riforma dello statuto e una riformulazione del consiglio entro 30 giorni dall’approvazione del decreto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervento
Autonomia e Costituzione Il plauso di Zaia a Boccia VENEZIA «Benvenuto tra noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del presidente Mattarella sul fatto che l’autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo». Con queste parole, il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato le dichiarazioni del ministro Francesco Boccia in audizione in Commissione Bicamerale per le Questioni regionali. «Chi è contrario all’autonomia differenziata delle Regioni - ha detto Boccia - è contrario alla Costituzione. Autonomia e sussidiarietà sono scolpite nella nostra Costituzione. Il nodo è come attuare l’autonomia: se lo si fa perequando, attuando il principio di sussidiarietà e contrastando le disuguaglianze allora si rispettano tutti gli articoli. Come sottolineato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “l’autonomia rafforza l’unità nazionale”».
Il commissario
«Mose, più che i soldi mancano gli uomini Quello che manca per sollevare tutte le barriere del Mose, non sono le risorse finanziarie, ma quelle umane. Un problema che sarà superato nel giro di qualche mese, come ha assicurato il commissario straordinario Elisabetta Spitz, l’altro giorno, in audizione alla commissione ambiente alla Camera. «Per consentire l’attivazione delle quattro barriere è stato necessario fare una verifica della disponibilità di risorse già addestrate. Queste risorse oggi, a febbraio, non sono ancora del tutto disponibili. É stato avviato un piano di formazione di altro personale. La formazione si concluderà nel mese di maggio. Questo il motivo per cui si è ritenuto di attivare le barriere non prima di giugno».
te in 5-7.000 se consideriamo solo i civili e in 10-15.000 se sommiamo pure i militari».
IL CONSENSO In questi luoghi, ma anche sulle trincee della Grande Guerra e sulle tracce della Serenissima, dal prossimo anno scolastico verranno invitate le scuole superiori venete, in forza del protocollo d’intesa siglato per il Consiglio regionale dal segretario generale Roberto Valente, che porta così il saluto del presidente leghista Roberto Ciambetti: «Raccogliamo l’invito di Sergio Mattarella a coltivare la memoria, nella consapevolezza che il vero avversario insidioso da combattere è l’indifferenza». Su questo il consenso è traversale a Palazzo Ferro Fini: «Nelle votazioni abbiamo registrato l’unanimità perché la politica deve essere di esempio, tanto più in tempi di negazionismo», afferma lo zaiano Alberto Villanova, numero uno della commissione Cultura che ha promosso l’iniziativa. «Invece qui il Secondo Dopoguerra brucia ancora moltissimo nella contrapposizione e nel silenzio», osserva Alessia Rosolen, assessore nella Giunta di centrodestra del Friuli Venezia Giulia. «Vedremo come andrà in aula la prossima settimana con il progetto di legge dedicato al Giorno del ricordo», dice Mauro Bordin, capogruppo friulgiuliano della Lega, ricordando la contrarietà di centrosinistra e minoranza slovena alla mozione su Tito. «Queste divisioni non hanno più senso di esistere», concordano dal fronte veneto la dem Francesca Zottis e il pentastellato Simone Scarabel, presente con la collega Erika Baldin. «Peccato però – sottolinea il leghista vicentino Maurizio Colman – che ci siano Comuni come Schio che, dopo aver rifiutato le pietre d’inciampo in memoria delle vittime della Shoah, ora non vuole deliberare nemmeno l’omaggio ai martiri delle foibe...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN CORSA Stefano Zecchi con Alessio Morosin. Ieri l’ufficializzazione della candidatura del filosofo
L’ANNUNCIO VENEZIA Dopo essersi battuto per la separazione di Venezia da Mestre, ora Stefano Zecchi si lancia in una nuova avventura: il filosofo, accademico e scrittore che compirà 75 anni martedì prossimo, sarà candidato sindaco di Venezia per il Partito dei Veneti. Anche se la sua residenza è a Milano, Zecchi ha una casa in città, per la precisione al Lido. A Venezia è nato e cresciuto. Per dire: era in classe con Massimo Cacciari. In laguna, poi, ha già svolto per due mandati l’attività di consigliere comunale: nel 2000 è stato capolista del Pdl quando Renato Brunetta perse contro Paolo Costa e nel 2010, dopo la parentesi di assessore e consigliere delegato a Milano, è stato capolista della lista Brunetta quando l’economista si ricandidò contro Giorgio Orsoni. E tre anni fa, durante l’amministrazione di Luigi Brugnaro, è stato il curatore del Padiglione Venezia alla Biennale Arte. Adesso l’impegno con gli autonomisti/indipendentisti di Alessio Morosin e Antonio Guadagnini. «Gli amici, soprattutto quelli scontenti dell’attuale ammi-
IL FILOSOFO SI ERA BATTUTO PER LA SEPARAZIONE DALLA TERRAFERMA «MI PIACE IL PROGETTO DI CAPITALE D’EUROPA»
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Venezia, Stefano Zecchi candidato sindaco per il Partito dei Veneti nistrazione, mi hanno chiesto: perché non fai qualcosa per la nostra città? Ed eccomi qua racconta Zecchi - Mi piace il progetto di Venezia capitale d’Europa, Venezia ha bisogno di una sua autonomia mentre Mestre può diventare una city».
IL MONITO Per quanto riguarda le elezioni regionali, il candidato governatore del Partito dei Veneti dovrebbe essere Roberto Brazzale, 57 anni, vicentino di Thiene, conosciuto per essere il signore del Gran Moravia, il re del burro. «Nessuna anticipazione - dice Alessio Morosin Posso solo dire che il Partito dei Veneti conta di arrivare al secondo posto dopo Luca Zaia. Al PalaGeox l’altra sera Zaia è stato condannato da Salvini a confermare la coalizione di centrodestra e questo significa che sarà schiavo di Fratelli d’Italia che lo terranno in scac-
co. Zaia sappia che ci saremo noi a salvare il Veneto, ma il prezzo sarà molto alto».
CENTROSINISTRA Sul fronte del centrosinistra, la candidatura di Arturo Lorenzoni a candidato governatore del Veneto si avvia all’ufficializzazione. Ieri un vertice tra big a Roma, domani sera la direzione regionale Pd. Analogo via libera si prospetta per la candidatura a sindaco di Venezia dell’imprenditrice Gabriella Chiellino: “Tutte le forze civiche e politiche riunite al tavolo di coalizione - recita la nota diffusa ieri dopo la riunione - hanno ritenuto di verificare se attorno a Gabriella Chiellino ci sono le condizioni per un’ampia condivisione per la candidatura a sindaco di Venezia. Il tavolo si è riconvocato a lunedì per assumere una decisione finale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Alto
RESPONSABILITÀ L’uomo aveva causato il tamponamento guidando una vettura di una terza persona
Polesine
Giovedì 13 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
rovigo@gazzettino.it
Fuggì dopo lo scontro: denunciato `Il giovane è finito nei guai per lesioni personali colpose, I carabinieri sono risaliti all’identità del 29enne romeno scappato dopo il tamponamento a catena in via Ca’ Mignola oltre che per essersi allontanato dal luogo dell’incidente `
BADIA POLESINE È fuggito lasciando divampare le fiamme sulla sua auto dopo un tamponamento a catena, senza preoccuparsi delle conseguenze. Ma alla fine è stato rintracciato e denunciato. Non solo per lesioni personali colpose, ma anche per il reato di fuga dopo incidente. L’incidente in questione era avvenuto attorno alle 18.30 del 9 novembre scorso e aveva creato non poca apprensione. Non solo per il triplo “botto” fra le tre auto coinvolte, all’incrocio fra via Ca’ Mignola e viale delle Industrie, ma anche perché una di queste, una Punto blu, aveva poi preso fuoco. E proprio l’uomo che si trovava al volante della Punto e che aveva causato il tamponamento, si era dato alla fuga abbandonando l’auto. Le persone coinvolte avevano riportato solo lievi lesioni, ma questo non ha reso meno grave il comportamento dell’uomo, scappato subito dopo l’incidente. La persona cui era intestata la macchina è risultata estranea ai fatti. E questo ha complicato notevolmente le indagini dei carabinieri della Stazione di Badia, che lavorando in particolare sui filmati delle telecamere della videosorveglianza e sulle testimonianze raccolte, sono comunque risaliti all’identità dell’uomo al volante quel pomeriggio, un 29enne romeno, residente in Polesine, N. C. le sue iniziali, che è stato così denunciato, lunedì scorso.
LE INDAGINI I pirati della strada non fanno generalmente molta strada. Più o meno in quei giorni, nella notte fra il 27 e il 28 ottobre, era fuggito senza prestare soccorso anche l’uomo che ha investito un 65enne residente a Bellombra, che stava camminando su via Corcrevà, all’altezza del cimitero. Dopo la chiamata al 118, che sembrerebbe essere stata fatta dallo stesso investitore, l’ambulanza accorsa ha trovato il ferito in gravi condizioni, tanto che dopo il trasporto all’ospedale di Adria, era stato trasferito a Rovi-
BADIA POLESINE UNA “CAMINADA” IN ISTRIA (F.Ros.) Nuovo appuntamento alla Casa della cultura e della legalità di Salvaterra. Domani, alle 21, la villa in via dei Partigiani intitolata all’appuntato Silvano Franzolin ospita “Istria: ‘na caminada tra storia e paesaggi”, con Paolo Cattaneo e Roberto Tombesi “per raccontare di una terra sorella incontrata e conosciuta da viaggiatori leggeri. Terra di confine, complessa e per questo ricca di paesaggi, di cultura e diversità”. L’appuntamento è come di consueto promosso dal Centro documentazione polesano con il patrocinio del Comune.
GIACCIANO CARNEVALE, FESTA A EL CAMBORIO
VIA CA’ MIGNOLA Tre le auto coinvolte all’incrocio con viale delle Industrie; dopo il tamponamento la Fiat Punto blu aveva preso fuoco
go visto il quadro clinico critico, con schiacciamento del torace oltre alla lesione a una vertebra e a una frattura multipla a una gamba. Il pirata, già il 10 novembre era stato individuato e denunciato. Al meccanico, quando si era presentato per far riparare la sua auto, gravemente danneggiata sul parabrezza e sul cofano, aveva detto di aver colpito un grosso volatile. Invece, aveva investito un uomo ed era poi fuggito senza attendere l’arrivo dei soccorsi.
Badia Polesine
I colori di Varliero al Riportico
OMISSIONE DI SOCCORSO Lo scorso gennaio, invece, è stato condannato a 3 anni e 2 mesi il 31enne cuoco lendinarese che all’alba del 7 giugno scorso, investì e uccise il 75enne cicloturista trentino Riccardo Ferrari sulla regionale 88, alle porte di Lendinara, senza fermarsi a
Sarà aperta fino al domani la mostra della pittrice Monica Varliero allestita al bar Riportico di Badia. L’artista di
San Bellino nei giorni scorsi è sbarcata a Badia Polesine per una rassegna delle sue opere. Il filo conduttore della kermesse è stato l’amore, nelle sue mille sfaccettature, non a caso l’esposizione resterà visitabile fino a domani, giorno di San Valentino, festa degli innamorati. La Varliero è reduce dall’esposizione “Magic Winter” al Garden Center. Altre mostre dell’artista, invece, hanno riguardato il tema della femminilità nelle donne e l’eleganza dei fenicotteri rosa. F.Ros.
prestare soccorso. Via Ca’ Mignola, sia la “vecchia” che la “nuova”, si confermano, fra l’altro, due strade con un altro tasso di incidentalità. Una lapide all’altezza dell’Abafood ricorda la tragica morte di Luca Traina, il 23 giugno 2016. In via Ca’ Mignola Nuova la sua Yamaha Fazer, in sella alla quale aveva appena oltrepassato la rotonda sulla Sr88 che divide l’abitato di Lendinara da quello di Badia, è stata colpita da una Lexus RX 400h, che stava proprio svoltando a sinistra in direzione dello stabilimento che produce bevande biologiche. Più o meno nello stesso punto, il 18 luglio del 2018, un altro scontro auto moto aveva fatto temere il peggio per le sorti di un 35enne centauro, risultato poi aver riportato lesioni alle gambe. Francesco Campi
Casa di riposo, la questione finisce in Consiglio BADIA POLESINE Il Partito democratico lancia l’allarme per il futuro della casa di riposo. Dopo la presa di posizione della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil e l’annuncio di una nuova lotta sindacale, i Dem tornano alla carica. «La drammatica situazione che si respira all’interno della Casa del sorriso, non lascia spazio ai dubbi e certifica quanto sosteniamo da mesi – accusa il circolo di via Cigno - Regione e Lega hanno gettato il nostro sistema di ricovero locale nel baratro. A fronte dei continui aumenti delle rette, del mancato ascolto delle dichiarazioni del Comitato familiari, e dell’assenza di una nuova politica di ge-
stione della Casa del sorriso, la situazione che si è venuta a creare non può che destare preoccupazione sia sulle capacità manageriali dell’attuale cda che sul potere di controllo dell’amministrazione. Le giustificazioni del vertice della struttura, sindaco, Lega e presidente della Regione Luca Zaia, a nulla serviranno se non a certificare il fallimento politico di questa gestione».
mente il cda in consiglio per chiarire la grave situazione finanziaria dell’ente, e valutare anche un cambio dei vertici dell’ente dato che il “corridoio verde” con la Lega non sta producendo nulla di buono, se non la messa in pericolo dei servizi forniti e del futuro dei lavoratori». Per il Pd la strada per rilanciare la struttura: «Non deve essere un semplice ricovero per
IN CONSIGLIO
«PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO DELLA STRUTTURA: IL SINDACO CONVOCHI IL CDA PER CHIARIRE LA SITUAZIONE»
I Dem, guidati dal segretario Enrico Mercadante, invocano quindi una seduta pubblica del consiglio comunale per affrontare di nuovo il futuro della casa di riposo. «Il sindaco Giovanni Rossi – auspica il Pd - farebbe bene a convocare urgente-
PD Da sinistra Dall’Aglio, Mercadante e Berengan
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anziani, ma un incubatore sociale della collettività che possa aprirsi ed offrire servizi ed opportunità che rafforzino il benessere sociale, senza contare la presenza di un nucleo dedicato alla cura dell’Alzheimer che non ha precedenti nel Basso Veneto, che potrebbe essere implementato e potenziato per diventare fulcro di cura, studio e ricerca. La Regione dovrebbe perdere meno tempo in proclami e iniziare a erogare le giuste risorse alla struttura mettendo seriamente mano alla riforma delle Ipab annunciata già cinque anni fa e mai discussa in sede consiliare, ma pronta ad essere riutilizzata come carta elettorale alle prossime regionali». Federico Rossi
(E.Tos.) Domenica di coriandoli e stelle filanti nel piazzale El Camborio a Baruchella, davanti alle poste, per la Grande Festa di Carnevale che inizierà alle 14.30 con partecipazione gratuita per grandi e piccini. Pro Loco e amministrazione comunale aspettano tutti in maschera per la festa di Carnevale e invitano a costruire la maschera più creativa per partecipare al concorso con la sfilata del costume più carino e originale. Non mancheranno animazione, musica e divertimento con il gruppo Stars. Si giocherà per tutto il
pomeriggio nell’area verde comunale con il truccabimbi, la baby dance, i palloncini, i giochi della tradizione con premi e gadget per tutti i partecipanti, mentre saranno distribuiti bevande calde, crostoli e frittelle.
CASTELMASSA NOTE DI SOLIDARIETÀ PER I FRATI CAPPUCCINI Mercato coperto affollato per lo spettacolo Note di solidarietà organizzato sabato da Pro Loco, Missione Frati Cappuccini Triveneto, Ies e parrocchia di Santo Stefano a favore della missione mozambicana dei Frati Minori Cappuccini insieme alle corali parrocchiali di Castelmassa e Ceneselli. Sul palco il giovane presentatore Massimiliano Cranchi e la sua band mentre fra’ Luca ha presentato le iniziative cappuccine in Mozambico.
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Nordest
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L’ACCORDO dal nostro inviato
TRIESTE Tic, toc, tac. Prima un rimbalzo, poi un secondo, quindi un terzo: il suono del sasso, scagliato per 170 metri giù nell’abisso di Plutone, squarcia il silenzio del Carso. Adesso che la ricorrenza del 10 febbraio è passata, portando via con sé l’enfasi delle cerimonie e il clamore delle polemiche, nel vicino sacrario di Basovizza restano le corone d’alloro e i nastri tricolore. Ma la commozione è già qui, in questa gola intitolata al dio degli inferi che si apre in fondo alla dolina, dove una rappresentanza del Consiglio regionale del Veneto ascolta ammutolita il tonfo della pietra, lanciata da Massimiliano Lacota proprio per far sentire l’effetto che fa. «Ecco, ventuno persone vennero buttate nello strapiombo così, legate l’una all’altra con il filo di ferro, sotto una scarica di mitra che colpì quelle davanti affinché il loro peso trascinasse pure quelle dietro», spiega il presidente dell’Unione degli Istriani, l’associazione che ha appena disertato la solenne celebrazione del Giorno del ricordo al Senato per protesta contro la mancata revoca del cavalierato repubblicano al maresciallo Josip Broz Tito, «il criminale responsabile della tragedia delle foibe e dell’esodo di 350.000 italiani»: una richiesta condivisa all’unanimità dall’assemblea legislativa veneta (e invece solo a maggioranza da quella friulgiuliana), arrivata in delegazione a Trieste per sottoscrive-
«VIA IL CAVALIERATO AL CRIMINALE TITO»: A VENEZIA RICHIESTA ALL’UNANIMITÀ, A TRIESTE SINISTRA E SLOVENI CONTRARI
Foibe, l’impegno veneto «Coltiviamo la memoria» Visita del Consiglio regionale a Basovizza `Politici e studenti lungo il confine orientale e firma dell’intesa con l’Unione degli Istriani «Siamo di esempio contro il negazionismo» `
re un accordo che punta a promuovere le visite dei politici e degli studenti nei luoghi della memoria lungo il confine orientale.
LE EMOZIONI La firma matura al culmine di una mattinata ad alto tasso di emozioni, che oltre alle foibe di Plutone e Basovizza vede pure la visita al centro raccolta profughi di Padriciano, ora museo di carattere nazionale, ma che a partire dagli anni ‘50 fu un campo di concentramento capace di rinchiudere fino a 4.000
sfollati in contemporanea. Qui morì anche la piccola Marinella, omaggiata da Simone Cristicchi nello spettacolo “L’esodo”. E qui sabato arriverà da Roma la sindaca Virginia Raggi, con un gruppo di giovani. Le foto in bianco e nero degli esuli, i loro mobili numerati e ammassati, le immagini sacre che le famiglie non riuscirono a mettere in valigia prima di essere imbarcate sul piroscafo Toscana che da Pola le avrebbe deportate a Venezia o Ancona. «Questa è la Pompei di un mondo che improvvisamente si è
AL SACRARIO I rappresentanti del Consiglio regionale del Veneto davanti a una lapide a Basovizza
«Il convegno sulle Olimpiadi? Non so niente, quindi non serve» LA POLEMICA VENEZIA «Io non so niente, e se non lo so io che sono l’ideatore della candidatura di Cortina vuol dire che non serve». Così il governatore del Veneto, Luca Zaia - da Bruxelles dove si trova per partecipare alla plenaria del Comitato europeo delle Regioni che inaugura il nuovo mandato 2020-2025 - risponde alle polemiche scatenate nei giorni scorsi dal mancato invito dei presidenti delle Regioni di Veneto e Lombardia a un evento sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 organizzato al Parlamento Ue dal gruppo dei Socialisti e democratici. A chi gli chiedeva aggiornamenti su un possibile invito alla conferenza dopo le polemiche politiche, Zaia risponde: «Io me ne sono accorto dagli articoli di giornale», e ricorda che «molti esponenti del Pd mi hanno preso in giro quando ho candidato Cortina. Addirittura hanno protestato in consiglio regionale perché non ero presente ma ero a Tokyo alla presentazione della candidatura». Il convegno in questione è fissato per il 22 aprile in una sala
IL GOVERNATORE: «HO APPRESO LA NOTIZIA DAI GIORNALI» OGGI LA LEGGE A PALAZZO CHIGI
interrotto», mormora Lacota, mostrando i quaderni su cui i bambini scrivevano i dettati della propaganda comunista: «Tito è il nostro compagno». Aggiunge il leader dell’Unione: «Il guaio è che ancora oggi nei testi scolastici sloveni troviamo pagine tratte dalla narrazione degli anni ‘50. Purtroppo la polemica con la Slovenia non finirà mai, perché il problema da storico è diventato culturale. E certo non aiuta il fatto che in Italia l’estrema destra gonfi i numeri degli infoibati, che invece noi stimiamo prudentemen-
del Parlamento Europeo a Bruxelles. I politici italiani chiamati a intervenire, insieme ai rappresentanti del Coni, sono tutti del Pd e del M5s (tranne il sindaco bellunese Gianpietro Ghedina, espressione di una civica dall’orientamento di centrodestra). Lega e Forza Italia, partiti che governano Veneto e Lombardia e cioè le Regioni che sono il motore della macchina organizzativa olimpica, sono insorte, accusando il Pd di voler «intestarsi i Giochi», mentre l’eurodeputata dem Alessandra Moretti, che è tra i relatori, ha parlato di «polemica senza senso».
LA LEGGE Oggi intanto sul tavolo del Consiglio dei ministri - inizialmente in agenda alle 16 ma poi spostato alle 20 - dovrebbe approdare anche una misura per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 e per lo svolgimento delle finali Atp, il torneo di tennis che si disputerà nel 2021 a Torino. In Preconsiglio è stata presentata la bozza di Legge olimpica che definisce la struttura organizzativa dei Giochi. Sono confermati i quattro organi di gestione e organizzazione. La legge prevede anche 58 milioni di garanzie da parte dello Stato nei confronti del Cio e un ruolo per l’Istituto per il Credito sportivo. Da chiarire il nodo relativo alla governance dell’Istituto, essendo prevista una riforma dello statuto e una riformulazione del consiglio entro 30 giorni dall’approvazione del decreto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervento
Autonomia e Costituzione Il plauso di Zaia a Boccia VENEZIA «Benvenuto tra noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del presidente Mattarella sul fatto che l’autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo». Con queste parole, il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato le dichiarazioni del ministro Francesco Boccia in audizione in Commissione Bicamerale per le Questioni regionali. «Chi è contrario all’autonomia differenziata delle Regioni - ha detto Boccia - è contrario alla Costituzione. Autonomia e sussidiarietà sono scolpite nella nostra Costituzione. Il nodo è come attuare l’autonomia: se lo si fa perequando, attuando il principio di sussidiarietà e contrastando le disuguaglianze allora si rispettano tutti gli articoli. Come sottolineato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “l’autonomia rafforza l’unità nazionale”».
Il commissario
«Mose, più che i soldi mancano gli uomini Quello che manca per sollevare tutte le barriere del Mose, non sono le risorse finanziarie, ma quelle umane. Un problema che sarà superato nel giro di qualche mese, come ha assicurato il commissario straordinario Elisabetta Spitz, l’altro giorno, in audizione alla commissione ambiente alla Camera. «Per consentire l’attivazione delle quattro barriere è stato necessario fare una verifica della disponibilità di risorse già addestrate. Queste risorse oggi, a febbraio, non sono ancora del tutto disponibili. É stato avviato un piano di formazione di altro personale. La formazione si concluderà nel mese di maggio. Questo il motivo per cui si è ritenuto di attivare le barriere non prima di giugno».
te in 5-7.000 se consideriamo solo i civili e in 10-15.000 se sommiamo pure i militari».
IL CONSENSO In questi luoghi, ma anche sulle trincee della Grande Guerra e sulle tracce della Serenissima, dal prossimo anno scolastico verranno invitate le scuole superiori venete, in forza del protocollo d’intesa siglato per il Consiglio regionale dal segretario generale Roberto Valente, che porta così il saluto del presidente leghista Roberto Ciambetti: «Raccogliamo l’invito di Sergio Mattarella a coltivare la memoria, nella consapevolezza che il vero avversario insidioso da combattere è l’indifferenza». Su questo il consenso è traversale a Palazzo Ferro Fini: «Nelle votazioni abbiamo registrato l’unanimità perché la politica deve essere di esempio, tanto più in tempi di negazionismo», afferma lo zaiano Alberto Villanova, numero uno della commissione Cultura che ha promosso l’iniziativa. «Invece qui il Secondo Dopoguerra brucia ancora moltissimo nella contrapposizione e nel silenzio», osserva Alessia Rosolen, assessore nella Giunta di centrodestra del Friuli Venezia Giulia. «Vedremo come andrà in aula la prossima settimana con il progetto di legge dedicato al Giorno del ricordo», dice Mauro Bordin, capogruppo friulgiuliano della Lega, ricordando la contrarietà di centrosinistra e minoranza slovena alla mozione su Tito. «Queste divisioni non hanno più senso di esistere», concordano dal fronte veneto la dem Francesca Zottis e il pentastellato Simone Scarabel, presente con la collega Erika Baldin. «Peccato però – sottolinea il leghista vicentino Maurizio Colman – che ci siano Comuni come Schio che, dopo aver rifiutato le pietre d’inciampo in memoria delle vittime della Shoah, ora non vuole deliberare nemmeno l’omaggio ai martiri delle foibe...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN CORSA Stefano Zecchi con Alessio Morosin. Ieri l’ufficializzazione della candidatura del filosofo
L’ANNUNCIO VENEZIA Dopo essersi battuto per la separazione di Venezia da Mestre, ora Stefano Zecchi si lancia in una nuova avventura: il filosofo, accademico e scrittore che compirà 75 anni martedì prossimo, sarà candidato sindaco di Venezia per il Partito dei Veneti. Anche se la sua residenza è a Milano, Zecchi ha una casa in città, per la precisione al Lido. A Venezia è nato e cresciuto. Per dire: era in classe con Massimo Cacciari. In laguna, poi, ha già svolto per due mandati l’attività di consigliere comunale: nel 2000 è stato capolista del Pdl quando Renato Brunetta perse contro Paolo Costa e nel 2010, dopo la parentesi di assessore e consigliere delegato a Milano, è stato capolista della lista Brunetta quando l’economista si ricandidò contro Giorgio Orsoni. E tre anni fa, durante l’amministrazione di Luigi Brugnaro, è stato il curatore del Padiglione Venezia alla Biennale Arte. Adesso l’impegno con gli autonomisti/indipendentisti di Alessio Morosin e Antonio Guadagnini. «Gli amici, soprattutto quelli scontenti dell’attuale ammi-
IL FILOSOFO SI ERA BATTUTO PER LA SEPARAZIONE DALLA TERRAFERMA «MI PIACE IL PROGETTO DI CAPITALE D’EUROPA»
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Venezia, Stefano Zecchi candidato sindaco per il Partito dei Veneti nistrazione, mi hanno chiesto: perché non fai qualcosa per la nostra città? Ed eccomi qua racconta Zecchi - Mi piace il progetto di Venezia capitale d’Europa, Venezia ha bisogno di una sua autonomia mentre Mestre può diventare una city».
IL MONITO Per quanto riguarda le elezioni regionali, il candidato governatore del Partito dei Veneti dovrebbe essere Roberto Brazzale, 57 anni, vicentino di Thiene, conosciuto per essere il signore del Gran Moravia, il re del burro. «Nessuna anticipazione - dice Alessio Morosin Posso solo dire che il Partito dei Veneti conta di arrivare al secondo posto dopo Luca Zaia. Al PalaGeox l’altra sera Zaia è stato condannato da Salvini a confermare la coalizione di centrodestra e questo significa che sarà schiavo di Fratelli d’Italia che lo terranno in scac-
co. Zaia sappia che ci saremo noi a salvare il Veneto, ma il prezzo sarà molto alto».
CENTROSINISTRA Sul fronte del centrosinistra, la candidatura di Arturo Lorenzoni a candidato governatore del Veneto si avvia all’ufficializzazione. Ieri un vertice tra big a Roma, domani sera la direzione regionale Pd. Analogo via libera si prospetta per la candidatura a sindaco di Venezia dell’imprenditrice Gabriella Chiellino: “Tutte le forze civiche e politiche riunite al tavolo di coalizione - recita la nota diffusa ieri dopo la riunione - hanno ritenuto di verificare se attorno a Gabriella Chiellino ci sono le condizioni per un’ampia condivisione per la candidatura a sindaco di Venezia. Il tavolo si è riconvocato a lunedì per assumere una decisione finale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 13 Febbraio 2020
VENETO
BELLUNO.ScialpinistavenezianomuoresulNuvolau
ScivolatafataleierisulNuvolauperGiovanniGatti,venezianodi75anni,chestavasalendoversoil rifugioNuvolauconunamicocheloprecedevaeunopiùdietro:quasiarrivato,èscivolatodalpendio sommitalesulversanteest,versoleCinqueTorri,precipitandoper50metrisulleroccesottostanti.
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
BRUXELLES. Ilpresidente del FerroFini guidala delegazioneitaliana del Comitatodelle Regioni
«Laleggesul vicinato faràscuola alivello Ue»
Accordoa Trieste
LaRegioneva ascuoladagli Istriani esiliati
Ciambetti:«Lavoro con Raggiealtri governatori perfar sentire lavoce deglientiinUe. Regionali?Mi ricandido.Alleati?FdIdeve chiarirsi» Cristina Giacomuzzo
Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, il vicentino Roberto Ciambetti, è il nuovo capo della delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni. È l'assemblea che ha lo scopo di far sentire la voce degli enti locali e regionali a livello europeo. Per intenderci tra i componenti italiani c’è il sindaco di Roma, Virginia Raggi, come tanti presidenti di Regione. Ciambetti sarà il loro portavoce. Un ruolo delle istituzioni europee di prestigio che nessun veneto o leghista aveva mai ricoperto fino ad oggi.
«Ehopresospunto quandoeroa Bruxellesdaaltri Paesiperproporre laleggesui camminiveneti»
Ciambetti, al momento del voto ilPd èuscitodall’aula. Perché?
Hanno giocato tutte le carte che avevano per far contare meno i numeri che oggi abbiamo, ma senza riuscire a scardinare il rapporto tra noi della Lega, FdI e FI. Si è trattato di un normale cambio di rappresentanza: 5 anni fa i numeri li aveva il Pd perché c’erano più Comuni e Regioni di area centrosinistra. Adesso la situazione è opposta. Sono stato scelto perché mi dicono che ho lavorato bene in questi ultimi anni: sono entrato nel gruppo come supplente nel 2015, poi nel 2017 sono diventato effettivo ora rinominato con un nuovo ruolo. Che voce può portare il Veneto inEuropa?
L’appuntamento importante è con la “Conferenza per il futuro dell’Europa” che la presidente della Commissione Ue, la tedesca Ursula von der Leyen, ha lanciato perché si è resa conto che le cose non
funzionano e serve avvicinarsi ai cittadini. Nella sessione plenaria di marzo si dovrà decidere la composizione di questo gruppo. Mi auguro che possa esserci la concreta occasione per portare la posizione di regioni importanti come il Veneto. Ma è tutto da capire. Con questanomina aumenterà il suocaricodi lavoro?
Non più di quanto è stato negli ultimi due anni e mezzo quando ho sempre lavorato come componente del Comitato senza tralasciare gli incarichi della Regione. Ora avrò anche un ruolo di sostegno a tutti i delegati e di raccordo con gli uffici presidenziali del comitato delle Regioni per far sì che l’azione italiana sia incisiva. A breve, però, il Consiglio regionalescadrà. Resterà inUe?
Per questo ruolo a Bruxelles serve essere un consigliere regionale o comunale. In questo momento ricopro entram-
Nei giorni scorsi Salvini è stato in Veneto e ha posto la condizioneperl’alleanzaconFdI:accordo scritto su autonomia, o la Lega corredasola.Anchedaconsiglierecomunale, cosanepensa?
Fra alleati i rapporti dovrebbero essere diversi da quelli che abbiamo visto a Vicenza e non solo. Non è creando problemi alla Lega piuttosto che alla Lista del sindaco Rucco o di Sboarina a Verona che si consolida un rapporto di maggioranza. Questa è però la linea che FdI ha tenuto in Veneto. Quindi serve chiarirsi bene e capire cosa intendano fare sull’autonomia, ma anche sul programma che deve essere per i veneti.
Èstato firmatoieria Trieste dalSegretario generaledel Consiglio,RobertoValente, il protocollodiintesa tra l’assemblealegislativa veneta el’associazione“Unione degli IstrianiLibera provincia dell’Istriainesilio”, perla divulgazionee approfondimentodellastoria deiprofughi edell’esilioa cui furonocostrettimigliaiadi cittadiniitaliani, istro-veneti, giulianiedalmatia partiredal 1943conla tragediadelle foibe.Graziea questaintesa l’Unionedegliistriani presenteràalConsiglio regionaleunaserie diiniziative formativeper i consiglieri regionaliea cui potranno partecipareanche aglistudenti veneti.Alla cerimonia,svoltasi nellasedetriestina dell’associazionedegli esuli istriani,erapresente una delegazionediconsiglieri regionaliveneti,guidatidal presidentedellaVI commissione,Alberto Villanova. Primadellacerimonia della firma,ladelegazione veneta ha visitatoilcampo diPadriciano, laFoiba Plutonequindi siè recataa Basovizza.
© RIPRODUZIONERISERVATA
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be le cariche. Lasuacapacitàdiguardareoltre VicenzaeilVenetol’haportataa presentare una legge per il riconoscimento dei Cammini del Veneto.ÈstataapprovatainConsiglio: nascerà a breve il Registro dei cammini veneti con i vari itinerari che saranno valorizzati e promossi anche all’estero perchéilturismo lentovendebene.
In realtà, è stato stando qui a Bruxelles che ho visto come la stessa iniziativa in altri Paesi, e non parlo di Santiago, ha avuto riscontri positivi. Ho raccolto l’idea e l’ho trasformata in un’iniziativa legislativa in Veneto che permetterà di far arrivare nuovi turisti. PortalasuafirmaanchelaLegge sul vicinato, prima del genere in Italia.Ènata allo stessomodo?
No, semmai per questa norma vale l’esatto contrario. Ho scoperto questa iniziativa a livello locale, nel Veneziano. L’ho promossa in regione, facendo scuola a livello nazionale. Ed è ora mia inten-
RobertoCiambettiguidala delegazioneitaliana delComiatoRegioni
zione, contattando l’associazione europea dei controlli di vicinato, di portarla all’attenzione della Commissione europea per divulgarla al massimo. Ciambetti, solo negli ultimi due mesi l’abbiamo vista insieme al Papaeallacampionessaolimpionica Federica Pellegrini. Adesso è lanciato a Bruxelles. Cosa prevedeperiprossimimesi?
Come gruppo Lega in Regione puntiamo a chiudere questa legislatura bene per cui siamo concentrati su questo. Da marzo inoltrato si parlerà anche di campagna elettorale che va fatta bene perché non c’è nulla di scontato. Presidente, dopo essere stato per una legislatura assessore al bilancio per un’altra, questa cge sta per finire, guida del Consi-
glio,cosa farà?Siricandida?
Sì, mi candido. I ruoli? Li vedremo poi.
IERI IN PARLAMENTO. Mail ministro annuncia: «Se un Ministero non dà i dati, gli tagliamo ifondi» «SIACAPITALE EUROPEA». Con Guadagnini
Bocciacambialalegge-quadro «NienteLep,nienteautonomia» Peròavverte:«Chinonlavuoleè controlaCostituzione».Zaiaplaude Piero Erle
«Chi è contrario all’autonomia differenziata è contro la Costituzione». Parole chiare da Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali, tornato ieri mattina presto in commissione bicamerale “Questioni regionali” (con la presidente grillina Emanuela Corda spesso a dare segni di assenso alle sue affermazioni). Boccia cita anche il presidente Sergio Mattarella che di fronte alle istituzioni, a Natale, ha sancito che “l’autonomia rafforza l’unità nazionale”. Parole che Luca Zaia, governatore veneto, plaude subito: «Benvenuto tra noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del presidente Mattarella sul fatto che l’autonomia è un valore costituzionale, che non mina
Giàpertrevolteha dovutomodificare ildisegnodilegge Confermailfondo diperequazioneper leinfrastrutture
solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obiettivo». Zaia a dir la verità non perde l’occasione per far capire che non considera “nemico dell’autonomia” Boccia, ma qualcun altro: «Boccia ha detto finalmente ciò che dicemmo fin dall’inizio del cammino referendario, anche a chi, come il governo Renzi, tentò di impedirci di fare il referendum». TESTOCAMBIATOANCORA. Za-
ia chiude: «Confido che il tutto vada al più presto in Consiglio dei ministri e, subito dopo, in Parlamento». Anche Boccia, per la verità, spiega che “non vede l’ora” di arrivare alla discussione in Parlamento della sua legge-quadro che dovrà poi riaprire la strada alle trattative con le singole Regioni («sono salite a 7, adesso», avvisa). Ma sbotta: «Questo è il disegno di legge più concertato della storia». Già per tre volte, confessa, ha dovuto cambiare il testo nei confronti con ministri e partiti. E ora ha appunto cambiato di nuovo. La legge-quadro che propone conferma sì la nuova impostazione, e cioè che si firmano inte-
Lep, non vanno affidati servizi sociali, istruzione, servizi per i minori e altro. Viceversa, Boccia ritiene che sia «opportuno delegare alle Regioni» al più presto competenze amministrative come internazionalizzazione, promozione sul territorio, manutenzione dei porti, autorizzazioni-controlli tecnici e altro. LA GARANZIA. Ma Boccia va
Ilministro Francesco Boccia
se sull’autonomia con ciascuna Regione ma in una cornice che fissa i paletti di solidarietà nazionale: ad esempio, se lo Stato deve fare manovra di finanza per far reggere i conti nazionali può imporre norme alle singole Regioni. Inoltre, resta il “fondo di perequazione” da 3,4 miliardi per costruire infrastrutture nelle aree rimaste indietro, a Sud come a Nord. Ma l’ultima versione della proposta di legge ha una novità di sostanza: se per ogni materia non vengono stabiliti prima i Lep, cioè i Livelli essenziali di prestazione che in ogni angolo dell’Italia vanno garantiti ai cittadini, non si può affidare alle Regioni quelle stesse materie anche se sono previste dalla Costituzione. Tradotto: alle Regioni, senza che ci siano i
più in là: riconosce che le Regioni hanno ragione a diffidare dei Ministeri che tendono a non fornire i dati per calcolare i “Lep”, perché «ci sono Amministrazioni centrali che tengono in mano più la gestione dei fondi e dei bandi per i Comuni e gli altri enti, invece che gli indirizzi amministrativi da diramare. Ma un bando sui fondi sa farlo benissimo anche la Regione, o il Comune». E allora? Allora il testo dice “niente Lep, niente autonomia”. Ma Boccia annuncia che in Parlamento proporrà un emendamento: se un Ministero non fornisce entro alcuni mesi i dati necessari per il futuro “commissario governativo per i Lep”, gli saranno tagliati i fondi. Attenzione: se Boccia preannuncia un emendamento “successivo” significa che dentro al Governo, che deve dare il primo via libera alla legge, il clima non è certo sereno. • © RIPRODUZIONERISERVATA
GARA DELLA REGIONE
Sr 10 da Carceri finoaLegnago Aggiudicato ilprogetto MESTRE ((VE)
AntonioGuadagnini e Stefano Zecchi
Venezia,i venetisti candidanosindaco ilfilosofoZecchi VENEZIA
Colpo di scena ad opera del Partito dei Veneti, nato dall’unione delle formazioni indipendentiste: candiderà come sindaco di Venezia il filosofo Stefano Zecchi, 74 anni, noto opinionista televisivo che ha tenuto per anni la cattedra di Filosofia teoretica all’Università di Padova e ha insegnato in varie Università italiane e straniere. «Accolgo con favore l’invito del Partito dei Veneti di candidarmi, condividendo la loro idea di amministrazione della città: Venezia capitale europea. Noi - spiega Zecchi - la pensiamo come capitale europea e il Veneto come area metropolitana di questa capitale europea, un’area integrata e per-
fettamente inserita nel contesto europeo». Zecchi immagina «la Grande Venezia con tutto ciò che comporta in termini di politica dei trasporti, dei servizi e delle infrastrutture. La mia candidatura a sindaco interpreta un pensiero e un’esigenza internazionale in grado di affrontare un problema di carattere locale che, tuttavia, esige con urgenza la presa di coscienza collettiva per amministrare un bene che oltrepassa i confini cittadini, un bene su cui sono rivolti gli occhi di tutto il mondo: la nostra Venezia che attende nuove risposte ai suoi problemi antichi». Con lui il consigliere regionale Antonio Guadagnini, che lavora anche per il candidato governatore dei venetisti. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Si è conclusa ieri a “Veneto Strade”, stazione appaltante, la seduta per l’apertura delle offerte economiche della gara per la progettazione definitiva ed esecutiva della nuova strada regionale 10 «Padana Inferiore» che deve completare il collegamento tra Carceri (Padova) e Legnago (Verona), tagliando trasversalmente il Veneto meridionale e incrociando anche l’A31 Valdastico. Si è provvisoriamente aggiudicato la gara il raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dalla «Pro Iter Progetto infrastrutture territorio» di Milano e con mandanti «Sinergo Spa» di Martellago (Ve), Erre Vi.A. Ricerca viabilità ambiente di Trezzano sul Naviglio (Mi) e “Sp Ingegneria srl» di Verona. Ha presentato un ribasso del 31,13% sull’importo a base d’asta di 3,152 milioni, chiedendo 2,17 milioni. «Finalmente si riparte concretamente per il completamento della Sr 10 - sottolinea l’assessore Elisa De Berti - un’arteria di collegamento importante tra due realtà territoriali rilevanti della nostra regione. L’offerta presentata non è anomala, quindi dopo le necessarie verifiche di legge, si procederà con la stipula del contratto». •
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PADOVA
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO
verso le elezioni regionali
Lorenzoni anti-Zaia, c’è il via libera di Zingaretti Il segretario dem spiana la strada alla candidatura del vicesindaco. Domani sera la decisiva direzione regionale del Pd proprio dal Pd regionale. VERSO L’UFFICIALITÀ
Per il via libera ufficiale mancano però ancora alcuni passi e lo stesso vicesindaco si tiene rigidamente abbottonato, rimandando ai «tempi della politica». Domani sera è fissata la direzione regionale del Pd che dovrebbe arrivare a una valutazione finale, respingendo la proposta di primarie arrivata dal “forum delle democratiche”. Sabato, infine, si chiude a Villa Lattes, a Vicenza, il percorso “dal basso” per individuare il candidato governatore di “Il Veneto che vogliamo”, cioè la lista che ha raggruppato le espe-
Fondamentali anche le connessioni con Ermete Realacci e Paolo Gentiloni Arturo Lorenzoni (di spalle) al tavolo con Zingaretti. A destra in alto Fracesco Bicciato, sotto Ermete Realacci
Claudio Malfitano La scelta di Arturo Lorenzoni come anti-Zaia per le prossime regionali ha ottenuto l’imprimatur del segretario Pd Nicola Zingaretti. A questo punto, dunque, è davvero difficile che le resistenze di una parte dei dem veneti (dal segretario Alessandro Bisato al forum delle donne con in testa Alessandra Moretti) possano fermare la candidatura del vicesindaco di Palazzo Moroni. Un’uscita di scena dalla politica comunale, dunque, per l’ingresso in grande stile in quella nazionale. Visto che ormai il Veneto è visto come un possibile laboratorio per il Paese, soprattutto per l’apertura ai mondi civici rappresentati simbolicamente dal movimento ambientalista di “Fridays for future” na-
to dal gesto rivoluzionario della giovanissima svedese Greta Thunberg, e dallo spontaneismo delle “sardine” nate in Emilia-Romagna ma ormai capaci di incidere anche a livello veneto, come dimostrato lunedì scorso con la contrapposizione all’arrivo del leader della Lega Matteo Salvini. VIA LIBERA DA ROMA
Non è un mistero che la linea politica di Zingaretti, come anticipato ieri da La Repubblica, si basi proprio sulla stessa operazione di apertura ai mondi civici avviata da Lorenzoni tre anni fa e culminata, dopo il primo turno delle comunali, in un’alleanza solida con il Pd e i gruppi centristi. Il “modello Padova” dunque, che continua a far scuola a livello nazionale. In più Zingaretti sta portan-
do avanti un’idea di valorizzazione di sindaci e amministratori nella costruzione di una proposta politica. E Lorenzoni è un perfetto interprete in questa ottica. A favore del vicesindaco giocano anche il buon rapporto con Ermete Realacci, ex deputato e leader della galassia ambientalista vicina al centrosinistra, nonché amico di Paolo Gentiloni. Proprio l’appoggio dell’ex premier sarebbe rassicurante invece per l’area cattolica dei dem. Insomma Lorenzoni è ritenuto il più credibile nell’interpretazione in salsa veneta del Green New Deal proposto dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. Perché docente di Economia dell’energia al Bo ma anche per la sua ricerca sul “Veneto sostenibile” realizzata pochi mesi fa e finanziata
rienze civiche in regione, a partire proprio dal movimento arancione di Padova. «Arturo Lorenzoni, con la sua esperienza civica maturata nell’amministrazione di Padova, ha tutte le competenze e un curriculum per poter ambire a governare la nostra regione», ha spiegato Giorgio de Zen, portavoce della lista. «Siamo convinti che un candidato civico possa rappresentare al meglio il centro sinistra in questo delicato momento politico – aggiunge l’altra portavoce de “Il Veneto che vogliamo” Elena Ostanel – C’è bisogno di una coalizione ampia a sostegno di un candidato, ma ancora di più c’è bisogno di una convergenza su alcuni temi fondamentali: ambiente, trasporto pubblico, sanità, politiche del lavoro». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Per l’ex assessore nessun ingresso in giunta
Il “gran rifiuto” di Bicciato «Non sono interessato ma serve continuità» L’INTERVISTA
o, non sono interessato. Sgomberiamo subito il campo». Francesco Bicciato resterà a coprire l’impegnativo compito di segretario generale del Forum della finanza sostenibile, che lo porta a un girovagare tra Padova, Milano e Bruxelles. Il suo è uno dei nomi più accreditati come possibile vicesindaco nell’eventualità di una candidatura alle regionali di Lorenzoni. Non le è venuta voglia di fermarsi per un po’ a Padova? «No, non è previsto un mio coinvolgimento personale nell’impegno politico al momento. Il che non vuol dire che non continuo a sostenere e supportare il progetto complessivo portato avanti da Arturo Lorenzoni e dai mondi civici». A proposito, come lo vede il vicesindaco nel ruolo di anti-Zaia? «Può essere un ottimo candidato. Il vero interprete di un’alleanza larga. È il momento giusto, anche visto quello che è successo in Emilia-Romagna». Anche con l’M5S? «È una decisione che riguarda più loro che noi. Bisogna vedere che tipo di processo e riflessioni hanno fatto al loro interno».
«N
Ma Zaia è battibile? «Il Veneto è una regione dura, lui è un candidato forte. Ma stavolta dobbiamo provarci fino in fondo. Sinceramente se mi chiedesse per quale azione di rilancio del Veneto debbano essere ricordati questi anni di governo Zaia non mi verrebbe in mente nulla». Le Olimpiadi? Il riconoscimento Unesco alle colline del Prosecco? La Pedemontana? «Il Forum della finanza sostenibile mi porta a vedere realtà innovative in Europa. È un peccato non essere più quel Nordest produttivo che eravamo. Servirebbe una rinascita, finora non c’è stata». E il suo giudizio sulla giunta Giordani-Lorenzoni a metà mandato? «È un esperimento riuscito, ora va consolidato. Abbiamo amministratori giovani e bravi, assieme a un sindaco che riesce a fare sintesi. Mi piace molto il clima che si è creato: si può fare molto». E come si potrebbe sostituire il vicesindaco? «Serve una soluzione in continuità. Si costruisce con il dialogo tra Giordani, Coalizione civica e Orizzonti. Credo si possa serenamente trovare la quadra. In questo momento è importante rimanere uniti: con l’unità si portano a casa risultati importanti. Occorre coesione». — C.MAL.
lo sgombero dell’ex macello
Clac, oggi vertice con la giunta: «Ascoltate le comunità» Presidio sotto Palazzo Moroni in occasione dell’incontro tra le associazioni di via Cornaro con sindaco e assessori «Ecco perché torneremo lì»
Un mese dopo lo sgombero dell’ex Macello di via Cornaro, le associazione della Clac si siederanno al tavolo con il sindaco e l’amministrazione. È in programma oggi infatti il vertice che proverà a ricomporre il quadro della rigenerazione di quell’area, ambita per un progetto di Museo della Scienza e della Tecnica oppure uno spazio per ospitare le attività di tante realtà sociali cittadine. Gli attivisti della Clac, mentre una delegazione sarà al tavolo, hanno organizzato un presidio sotto Palazzo Moroni, alle 17. «Abbiamo navigato in un mare agitato durante queste
L’assemblea della Clac domenica scorsa in Prato della Valle
settimane. Avere l’accesso interdetto all’ex Macello ha avuto un duplice effetto: da un lato ha provocato profonde ferite interne, dall’altro ci ha fatti riflettere ancora una volta sulla natura della Clac: non un semplice contenitore di associazioni, ma prima di tutto comunità», spiegano gli attivisti a poche ore dall’incontro. «In questo mese in cui siamo stati senza “casa” siamo stati accolti da moltissime realtà che hanno messo a disposizione il loro tempo e i loro spazi per permetterci di continuare ad incontrarci, dimostrandoci una solidarietà incredibile e non scontata. Molte di queste realtà, ed un migliaio di persone erano con noi, domenica scorsa in Prato della Valle, per una giornata colorata e creativa, di condivisione di pratiche dal basso, attraversata e vissuta da centi-
naia di persone. Una piazza plurale e accogliente che è stata in grado di parlare alla città – proseguono gli attivisti della Clac – Un momento di incontro di riflessione e di scambio importante, la cui intenzione era quella di aprire un dibattito pubblico e aperto sul tema degli spazi in città e su cosa intendiamo per partecipazione attiva dei cittadini. Siamo convinti che le comunità siano la reale risorsa per un cambiamento migliorativo del territorio. Senza il coinvolgimento diretto delle comunità questo cambiamento non solo è irrealizzabile ma, peggio, si aprono le porte alla speculazione ed alla predominanza degli interessi economici e privatistici rispetto all’uso realmente pubblico ed aperto degli spazi cittadini». Da qui lo spirito con cui si arriva all’incontro di oggi: «Ci auguriamo
non solo di essere ascoltati come Clac, ma anche come espressione di un pezzo di città che ha fortemente a cuore lo sviluppo sostenibile ed inclusivo del territorio che abita – affermano – L’ex Macello di via Cornaro è un simbolo tangibile di come un luogo possa definirsi veramente aperto nelle sue pratiche quotidiane, uno spazio pubblico, animato dalla comunità, punto di riferimento per il quartiere e non solo. Ci auguriamo che con questo incontro la comunità della Clac e la cittadinanza tutta, possa tornare a viverlo di nuovo e in modo ancora più forte di prima. Ci auguriamo di poter dare concretezza al percorso di rigenerazione partecipata iniziato lo scorso luglio e che anche la scorsa domenica ha intercettato e coinvolto decine di persone». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PADOVA
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO
verso le elezioni regionali
Lorenzoni anti-Zaia, c’è il via libera di Zingaretti Il segretario dem spiana la strada alla candidatura del vicesindaco. Domani sera la decisiva direzione regionale del Pd proprio dal Pd regionale. VERSO L’UFFICIALITÀ
Per il via libera ufficiale mancano però ancora alcuni passi e lo stesso vicesindaco si tiene rigidamente abbottonato, rimandando ai «tempi della politica». Domani sera è fissata la direzione regionale del Pd che dovrebbe arrivare a una valutazione finale, respingendo la proposta di primarie arrivata dal “forum delle democratiche”. Sabato, infine, si chiude a Villa Lattes, a Vicenza, il percorso “dal basso” per individuare il candidato governatore di “Il Veneto che vogliamo”, cioè la lista che ha raggruppato le espe-
Fondamentali anche le connessioni con Ermete Realacci e Paolo Gentiloni Arturo Lorenzoni (di spalle) al tavolo con Zingaretti. A destra in alto Fracesco Bicciato, sotto Ermete Realacci
Claudio Malfitano La scelta di Arturo Lorenzoni come anti-Zaia per le prossime regionali ha ottenuto l’imprimatur del segretario Pd Nicola Zingaretti. A questo punto, dunque, è davvero difficile che le resistenze di una parte dei dem veneti (dal segretario Alessandro Bisato al forum delle donne con in testa Alessandra Moretti) possano fermare la candidatura del vicesindaco di Palazzo Moroni. Un’uscita di scena dalla politica comunale, dunque, per l’ingresso in grande stile in quella nazionale. Visto che ormai il Veneto è visto come un possibile laboratorio per il Paese, soprattutto per l’apertura ai mondi civici rappresentati simbolicamente dal movimento ambientalista di “Fridays for future” na-
to dal gesto rivoluzionario della giovanissima svedese Greta Thunberg, e dallo spontaneismo delle “sardine” nate in Emilia-Romagna ma ormai capaci di incidere anche a livello veneto, come dimostrato lunedì scorso con la contrapposizione all’arrivo del leader della Lega Matteo Salvini. VIA LIBERA DA ROMA
Non è un mistero che la linea politica di Zingaretti, come anticipato ieri da La Repubblica, si basi proprio sulla stessa operazione di apertura ai mondi civici avviata da Lorenzoni tre anni fa e culminata, dopo il primo turno delle comunali, in un’alleanza solida con il Pd e i gruppi centristi. Il “modello Padova” dunque, che continua a far scuola a livello nazionale. In più Zingaretti sta portan-
do avanti un’idea di valorizzazione di sindaci e amministratori nella costruzione di una proposta politica. E Lorenzoni è un perfetto interprete in questa ottica. A favore del vicesindaco giocano anche il buon rapporto con Ermete Realacci, ex deputato e leader della galassia ambientalista vicina al centrosinistra, nonché amico di Paolo Gentiloni. Proprio l’appoggio dell’ex premier sarebbe rassicurante invece per l’area cattolica dei dem. Insomma Lorenzoni è ritenuto il più credibile nell’interpretazione in salsa veneta del Green New Deal proposto dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. Perché docente di Economia dell’energia al Bo ma anche per la sua ricerca sul “Veneto sostenibile” realizzata pochi mesi fa e finanziata
rienze civiche in regione, a partire proprio dal movimento arancione di Padova. «Arturo Lorenzoni, con la sua esperienza civica maturata nell’amministrazione di Padova, ha tutte le competenze e un curriculum per poter ambire a governare la nostra regione», ha spiegato Giorgio de Zen, portavoce della lista. «Siamo convinti che un candidato civico possa rappresentare al meglio il centro sinistra in questo delicato momento politico – aggiunge l’altra portavoce de “Il Veneto che vogliamo” Elena Ostanel – C’è bisogno di una coalizione ampia a sostegno di un candidato, ma ancora di più c’è bisogno di una convergenza su alcuni temi fondamentali: ambiente, trasporto pubblico, sanità, politiche del lavoro». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Per l’ex assessore nessun ingresso in giunta
Il “gran rifiuto” di Bicciato «Non sono interessato ma serve continuità» L’INTERVISTA
o, non sono interessato. Sgomberiamo subito il campo». Francesco Bicciato resterà a coprire l’impegnativo compito di segretario generale del Forum della finanza sostenibile, che lo porta a un girovagare tra Padova, Milano e Bruxelles. Il suo è uno dei nomi più accreditati come possibile vicesindaco nell’eventualità di una candidatura alle regionali di Lorenzoni. Non le è venuta voglia di fermarsi per un po’ a Padova? «No, non è previsto un mio coinvolgimento personale nell’impegno politico al momento. Il che non vuol dire che non continuo a sostenere e supportare il progetto complessivo portato avanti da Arturo Lorenzoni e dai mondi civici». A proposito, come lo vede il vicesindaco nel ruolo di anti-Zaia? «Può essere un ottimo candidato. Il vero interprete di un’alleanza larga. È il momento giusto, anche visto quello che è successo in Emilia-Romagna». Anche con l’M5S? «È una decisione che riguarda più loro che noi. Bisogna vedere che tipo di processo e riflessioni hanno fatto al loro interno».
«N
Ma Zaia è battibile? «Il Veneto è una regione dura, lui è un candidato forte. Ma stavolta dobbiamo provarci fino in fondo. Sinceramente se mi chiedesse per quale azione di rilancio del Veneto debbano essere ricordati questi anni di governo Zaia non mi verrebbe in mente nulla». Le Olimpiadi? Il riconoscimento Unesco alle colline del Prosecco? La Pedemontana? «Il Forum della finanza sostenibile mi porta a vedere realtà innovative in Europa. È un peccato non essere più quel Nordest produttivo che eravamo. Servirebbe una rinascita, finora non c’è stata». E il suo giudizio sulla giunta Giordani-Lorenzoni a metà mandato? «È un esperimento riuscito, ora va consolidato. Abbiamo amministratori giovani e bravi, assieme a un sindaco che riesce a fare sintesi. Mi piace molto il clima che si è creato: si può fare molto». E come si potrebbe sostituire il vicesindaco? «Serve una soluzione in continuità. Si costruisce con il dialogo tra Giordani, Coalizione civica e Orizzonti. Credo si possa serenamente trovare la quadra. In questo momento è importante rimanere uniti: con l’unità si portano a casa risultati importanti. Occorre coesione». — C.MAL.
lo sgombero dell’ex macello
Clac, oggi vertice con la giunta: «Ascoltate le comunità» Presidio sotto Palazzo Moroni in occasione dell’incontro tra le associazioni di via Cornaro con sindaco e assessori «Ecco perché torneremo lì»
Un mese dopo lo sgombero dell’ex Macello di via Cornaro, le associazione della Clac si siederanno al tavolo con il sindaco e l’amministrazione. È in programma oggi infatti il vertice che proverà a ricomporre il quadro della rigenerazione di quell’area, ambita per un progetto di Museo della Scienza e della Tecnica oppure uno spazio per ospitare le attività di tante realtà sociali cittadine. Gli attivisti della Clac, mentre una delegazione sarà al tavolo, hanno organizzato un presidio sotto Palazzo Moroni, alle 17. «Abbiamo navigato in un mare agitato durante queste
L’assemblea della Clac domenica scorsa in Prato della Valle
settimane. Avere l’accesso interdetto all’ex Macello ha avuto un duplice effetto: da un lato ha provocato profonde ferite interne, dall’altro ci ha fatti riflettere ancora una volta sulla natura della Clac: non un semplice contenitore di associazioni, ma prima di tutto comunità», spiegano gli attivisti a poche ore dall’incontro. «In questo mese in cui siamo stati senza “casa” siamo stati accolti da moltissime realtà che hanno messo a disposizione il loro tempo e i loro spazi per permetterci di continuare ad incontrarci, dimostrandoci una solidarietà incredibile e non scontata. Molte di queste realtà, ed un migliaio di persone erano con noi, domenica scorsa in Prato della Valle, per una giornata colorata e creativa, di condivisione di pratiche dal basso, attraversata e vissuta da centi-
naia di persone. Una piazza plurale e accogliente che è stata in grado di parlare alla città – proseguono gli attivisti della Clac – Un momento di incontro di riflessione e di scambio importante, la cui intenzione era quella di aprire un dibattito pubblico e aperto sul tema degli spazi in città e su cosa intendiamo per partecipazione attiva dei cittadini. Siamo convinti che le comunità siano la reale risorsa per un cambiamento migliorativo del territorio. Senza il coinvolgimento diretto delle comunità questo cambiamento non solo è irrealizzabile ma, peggio, si aprono le porte alla speculazione ed alla predominanza degli interessi economici e privatistici rispetto all’uso realmente pubblico ed aperto degli spazi cittadini». Da qui lo spirito con cui si arriva all’incontro di oggi: «Ci auguriamo
non solo di essere ascoltati come Clac, ma anche come espressione di un pezzo di città che ha fortemente a cuore lo sviluppo sostenibile ed inclusivo del territorio che abita – affermano – L’ex Macello di via Cornaro è un simbolo tangibile di come un luogo possa definirsi veramente aperto nelle sue pratiche quotidiane, uno spazio pubblico, animato dalla comunità, punto di riferimento per il quartiere e non solo. Ci auguriamo che con questo incontro la comunità della Clac e la cittadinanza tutta, possa tornare a viverlo di nuovo e in modo ancora più forte di prima. Ci auguriamo di poter dare concretezza al percorso di rigenerazione partecipata iniziato lo scorso luglio e che anche la scorsa domenica ha intercettato e coinvolto decine di persone». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 MESSAGGERO VENETO
REGIONE
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Comitato delle Regioni
L’asse da Bruxelles: alleanza col Veneto per un fisco leggero I governatori Fedriga e Zaia per fronteggiare Austria e Slovenia «La concorrenza è il terreno sul quale dobbiamo muoverci» dall’inviato Mattia Pertoldi BRUXELLES. Il rapporto tra i due è stretto da tempo. Non soltanto in virtù della comune appartenenza politica, ma anche, se non soprattutto, a livello personale Massimiliano Fedriga e Luca Zaia dimostrano di parlare la stessa lingua. Pure a Bruxelles dove entrambi siedono nel Comitato delle Regioni e dove i due governatori, ieri, hanno continuato a discutere delle possibili forme di ulteriore collaborazione tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, al di là di quelle – come nel campo del turismo – già messe in atto nel corso del primo anno e mezzo di legislatura regionale.
Da sinistra, Ciambetti, Fedriga, Zaia e Zanin, presidenti di Veneto e Fvg
C’è un campo, in particolare, in cui Fedriga crede che un possibile asse con il Veneto sia in grado di ottenere risultati positivi anche in Europa: la concorrenza. «Stiamo parlando di un tema centrale – sostiene il governatore – e basta pensare alle procedure di infrazione aperte, come nel caso della benzina agevolata, per capirlo. Dobbiamo, però,
riuscire a fare cambiare il modo in cui Bruxelles vede e valuta la concorrenza stessa. Non si può accettare che da una parte esistano Stati “Moloch”, come l’Italia, che non possono varare politiche differenziate rispetto alle necessità dei territori, e dall’altra Paesi più piccoli che, grazie alla dinamicità e alle dimensioni delle Regioni, si muovono at-
traverso regole diverse e più vantaggiose per i propri cittadini». Un obiettivo, questo, che Fedriga spera di ottenere attraverso il lavoro all’interno del Comitato. «Il concetto da trasmettere – prosegue – è quello secondo cui se noi effettuiamo determinati interventi, penso al taglio dell’Irap oppure al bonus carburante, non entriamo nel campo degli aiuti di Stato, ma soltanto nelle politiche che un ente, legittimamente eletto, può portare avanti, ovviamente nel rispetto delle regole generali». La disparità di fiscalità tra Friuli Venezia Giulia e il duo confinante formato da Slovenia e Austria è noto da tempo, ma secondo il presidente, come accennato, anche il Veneto ha i suoi problemi e per questo si può pensare di riuscire a muoversi in sintonia. «Credo che Zaia abbia tutto l’interesse ad affrontare un tema di questo tipo – conferma Fedriga –, perché anche il Veneto vive una situazione simile alla nostra, pur a livello nazionale, con l’Alto Adige». Prospettive e ipotesi, queste, discusse a margine di un Comitato dove la Lega è riuscita a eleggere un proprio esponente come capo delegazione italiana, nonostante uno strappo – netto – con il Pd che ha portato gli esponenti dem a lasciare l’Aula al momento della votazione. «Ab-
biamo dimostrato per l’ennesima volta come la Lega sia in grado di mettere in campo – sostiene il presidente della Regione – esponenti competenti e capaci di rappresentare il nostro Paese ai massimi livelli. Quanto agli esponenti del Pd faccio loro un appello alla responsabilità. Cinque anni or sono, quando i numeri erano a favore del centrosinistra, i leghisti hanno appoggiato l’elezione di un loro rappresentante. Questa volta i rapporti di forza sono cambiati e credo debbano accettarlo perché l’importante è stare insieme e collaborare per il bene dell’Italia e, nel nostro caso, del Friuli Venezia Giulia. Mi auguro che il Pd lo capisca». Per il bene dell’Italia e per cambiare l’Europa. «Sono convinto che il Comitato delle Regioni – conclude Fedriga – sarà in grado di aiutare l’Unione europea a cambiare direzione rispetto a quella tenuta in questi anni molto vicina alla burocrazia, ma lontana dalle imprese e dalle persone. Anche perché, e questo penso sia un particolare da tenere sempre in considerazione, noi siamo rappresentanti eletti dai cittadini a differenza di chi siede, invece, in altre istituzioni». Voluto è il riferimento del governatore alla Commissione europea e ai suoi nuovi componenti. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
zanin
«Vogliamo portare in Fvg risorse vere e importanti» Piero Mauro Zanin punta sulle sinergie con gli altri esponenti dei Consigli presenti al Comitato delle Regioni. Il presidente del parlamentino di piazza Oberdan – supplente di Fedriga per il Friuli Venezia Giulia all’interno del Comitato stesso – ha, infatti, la sua idea su Bruxelles e non la nasconde affatto. «Cercheremo di portare in regione risorse vere e importanti – sostiene – su progetti locali, ma di respiro europeo. Credo che il Friuli Venezia Giulia abbia sempre tenuto nella giusta considerazione l’Europa e sono convinto che la nostra presenza qui sia in grado di aiutare a toccare una nuova definizione di Unione che non può essere quella della tecnocrazia e delle banche, ma quella dei popoli e dei territori che risponda realmente alle esigenze delle persone. Gran parte delle risorse che vedo utilizzate in Parlamento a Bruxelles si sprecano e non servono a nulla. Semplificando la macchina burocratica e amministrative, invece, potremo indirizzarle direttamente a favore dei cittadini europei». M.P.
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA
CHIOGGIA - SOTTOMARINA - CAVARZERE
31
chioggia
In duemila per l’addio a Pierangelo Laurenti «Grazie di tutto don» Chiesa di San Martino piena per l’ultimo saluto al parroco scomparso a 51 anni. Messa celebrata da monsignor Zenna
Daniele Zennaro CHIOGGIA. Una folla immensa,
straripante. Un’ora prima dell’inizio della funzione la chiesa di San Martino, a Sottomarina è già quasi piena, stracolma di gente che si è stretta attorno al feretro contenente il corpo di don Pierangelo Laurenti, ai piedi di quell’altare dove aveva celebrato messa mille volte, portato in chiesa la sera prima. Sopra la bara di legno di legno chiaro una stola bianca, fermata da un’unica rosa sempre di colore bianco. Un quarto d’ora prima della celebrazione in chiesa non si riesce più ad entrare. Non c’è posto nemmeno per uno spillo, molti si accontentano di rimanere fuori pur di riuscire a dare l’ultimo saluto a questo sacerdote di 51 anni, vinto da un
carcinoma particolarmente aggressivo. Sull’altare tutti i sacerdoti della diocesi, mentre la messa è stata officiata dal vescovo monsignor Adriano Tessarollo, assieme a padre Cesare Mucciardi ed al vicario generale monsignor Francesco Zenna. Ed è stato proprio monsignor Zenna ad iniziare la celebrazione tracciando un profilo di don Pierangelo, della sua pur breve ma intensa vita sacerdotale. «Don Pierangelo è stato una grande dono che Dio ha fatto alla nostra Chiesa e alla nostra società. La sua morte ha gettato nello sconforto l’intera comunità. Attestati di cordoglio sono arrivati da tutto il mondo». Presente alla messa anche il vescovo emerito monsignor Alfredo Magarotto che, nonostante i suoi 93 anni, non ha voluto mancare all’ultimo saluto a don Pieran-
gelo che aveva ordinato sacerdote nel’93, mentre l’amministrazione comunale era rappresentata dal presidente del Consiglio Comunale Endri Bullo. Don Pierangelo viene ricordato come un prete ed un uomo dotto, pio, paziente, sereno, servizievole, con un sorriso illuminante e che anche in punto di morte ha riconosciuto ed accettato la volontà di Dio. Il Vescovo lo ha voluto ricordare con una frase di Sant’Agostino: «Signore non dobbiamo chiederci perché ce lo hai tolto, ma ringraziarti perché ce lo hai donato». In chiesa il gonfalone della sezione di Chioggia della Unitalsi. «Ci hai fatto conoscere Cristo», lo ricordano i parrocchiani, «nel modo più limpido, pacifico e semplice. Grazie don Pierangelo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Folla commossa tra amici e parrocchiani nella chiesa di San Martino
FOTO PÒRCILE
contingenze si mette in evidenzia ancora una volta l’isolamento cronico del nostro territorio. Con una strada fuori uso, andiamo in agonia. Le possibilità di sviluppo di vie alternative ci sono, ma il problema è che se ne parla sempre e poi non si fa niente, la colpa rimbalza tra gli addetti ai lavori e a pagare il conto sono la città e una delle economie portanti». Contrariato anche il mondo dei balneari. «Ci sono attenzioni diverse per i diversi contesti territoriali questa purtroppo è la verità», sbotta il presidente di Ascot, Giorgio Bellemo, «quando vedo le dinamiche turistiche, anche di carattere sovracomunale, che tendono a valorizzare solo ciò che succede a nord di Venezia, quando constato una sensibile disattenzione alla parte meridionale,
con ciò includendo anche la realtà magnifica del Delta del Po, questo forse, e anche soprattutto, dipende da una mancata presenza della politica locale. Se poi aggiungiamo a strade e ponti, l’impianto gpl e il progetto VGate, penso a una strategia politica... ». Contro i ritardi di Anas si scaglia anche il presidente del Consiglio. «A novembre 2018», spiega Endri Bullo, «eravamo tutti presenti a un incontro nel quale ci è stato promesso un tavolo di concertazione per valutare tutte le soluzioni possibili uscire dall'isolamento: la ferrovia e il by-pass della Romea a ovest di Sant'Anna, collegato alla provinciale Arzerone, dopo l’esecuzione di lavori propedeutici all’allargamento del sedime». — E.B.A.
chioggia. la denuncia di montanariello (Pd)
chioggia
Rifiuti e canestri rotti dentro la Pista Rosa Telecamere fuori uso
Lavori sul translagunare operatori preoccupati «Il turismo è a rischio» CHIOGGIA. Cantiere sul trans-
lagunare fino a maggio, operatori turistici preoccupati per l’avvio della stagione. Lo avevano già detto a novembre, quando il cantiere sembrava imminente, mettendo le mani avanti, ma ora, con la certezza che i lavori sul translagunare all’altezza del canale delle Trezze si apriranno a marzo e dureranno a tre mesi provocando il transito a senso unico alternato, lo dicono in modo chiaro. «I mesi primaverili per la
nostra località valgono il doppio», spiega il presidente degli albergatori, Giuliano Boscolo Cegion, «sono i mesi delle prenotazioni per le vacanze estive, intasare con lunghe code vuol dire spostare i potenziali clienti in località limitrofe, nostre competitor. Un danno che poi si riflette su tutto il sistema di servizi offerti dalla città. Ci chiediamo perché i lavori di Anas non siano partiti come era stato detto a fine novembre. Siamo alle solite, con queste
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Reti sventrate all’interno della Pista Rosa CHIOGGIA. Reti e canestri rot-
ti, rifiuti e scritte sui gradini. Il capogruppo del Pd Jonatan Montanariello torna a denunciare il degrado della pista rosa, ritrovo per bande di ragazzini che evidentemente si divertono a rovinare le cose di tutti. Lo spazio pubblico è stato risistemato di recente, ma già si possono contare i danni. «Ricevo segnalazioni sempre più frequenti di genitori preoccupati per le frequentazioni della pista rosa», spiega il consigliere dem, «questi giovani occupano gli spazi per il gioco dei bambini per bivaccare, fumare e buttare rifiuti per terra, senza contare gli atti di vandalismo sulle strutture del parco. Il problema è sempre quello, riconducibi-
le a una miope visione di questa amministrazione che dispone di telecamere sulla rivetta del Lusenzo, ma non sono collegate a nessun server delle forze dell’ordine o della polizia locale. Un’amministrazione che vuole istituire la zona traffico limitata e che si preoccupa di comprare nuove telecamere senza pensare a come rendere operative quelle già montate. Qualcuno potrà rispondere che il problema si protrae da anni, ma nel momento in cui si fa un importante intervento, collegare le telecamere deve diventare una priorità, tanto per la tutela del patrimonio pubblico tanto per la sicurezza dei fruitori della zona». — Elisabetta B.Anzoletti
chioggia. la senatrice vanin (m5s)
«Acqua alta, gravi ritardi su risarcimento danni» CHIOGGIA. Quando arriveranno i fondi per il risarcimento dei danni patiti dai negozi e dai privati dei centri storici di Chioggia e Sottomarina nell’acqua grande del 12 novembre? Lo chiede il Movimento Cinque stelle con un intervento della senatrice Orietta Vanin con l’obiettivo di fare il punto sulla procedura di risarcimento avviata a seguito della marea eccezionale . «La Protezione Civile»,
spiega la senatrice grillina, «ha riferito che l’ordinanza del 17 dicembre (la 622, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 dicembre), stabilisce che la ripartizione dei risarcimenti spetti al Commissario, in questo caso al presidente della Regione, Luca Zaia. Il provvedimento stabilisce 60 giorni per predisporre il piano degli interventi e la relativa rendicontazione che a oggi ancora non è ancora perve-
nuta al dipartimento della Protezione Civile. Il termine per la rendicontazione scade il prossimo 21 febbraio. I tempi stringono, chiediamo quindi a Zaia di provvedere con estrema urgenza affinché anche i cittadini e le aziende di Chioggia possano avere quanto loro destinato dal Governo per coprire le spese sostenute per tornare alla normalità dopo un evento così straordinario. Speriamo anche che questi indennizzi non diventino l’ennesima occasione di strumentalizzazione della politica di un evento tragico per molte persone, che ha messo in ginocchio anche l’intera città di Chioggia». — E. B. A.
IN BREVE Chioggia Spettacolo di Karima all’auditorium S. Nicolò Karima sul palco dell’auditorium San Nicolò sabato prossimo, alle 21. 15, per la XXIII rassegna concertistica di Chioggia, promossa dall’Associazione lirico musicale clodiense in collaborazione con Veneto Jazz. La cantante, resa nota dal talent televisivo “Amici”, si esibirà con la band romagnola dei Jazz Inc. con Fabio Nobile e Alessandro Fariselli. Biglietti interi 20 euro, ridotti 17, in vendita al botteghino un’ora prima.
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Stefano Zecchi si candida «Serve la grande Venezia» Il filosofo ed accademico correrà con il Partito dei Veneti di Guadagnini Con lui Del Zotto, Mirto, Busetto e Bernardi: «Guardiamo ai delusi della Lega» Marta Artico Il Partito dei Veneti lancia Stefano Zecchi candidato sindaco di Venezia. C’è un nuovo volto nel parterre – per ora scarno – di aspiranti allo scranno di primo cittadino. Il docente, ex ordinario di estetica, filosofo e scrittore milanese, con casa a Venezia, sarà il candidato del Partito dei Veneti. All’hotel Bologna ieri mattina aveva al suo fianco il consigliere regionale Antonio Guadagnini e il futuro capolista, Pierangelo Del Zotto, già assessore provinciale. Presenti i vertici del partito: Giacomo Mirto, coordinatore provinciale, Cesare Busetto e Fabrizio Bernardi. Zecchi, 75 anni, si getta dunque nell’arena deciso a erodere voti al centrodestra e a quella parte dei leghisti scontenti dell’alleanza tra il parti-
Stefano Zecchi durante la presentazione con Pierangelo Del Zotto
to di Salvini, il presidente della Regione, Luca Zaia, e il sindaco Luigi Brugnaro, mal di pancia che arriva da lontano. «La mia candidatura a sindaco» spiega «interpreta un’esigenza internazionale in grado di affrontare un problema a carattere locale che, tuttavia, esige con urgenza la presa di coscienza collettiva per amministrare un bene che oltrepassa i confini cittadini su cui sono rivolti gli occhi di tutto il mondo: la nostra Venezia che attende nuove risposte ai suoi problemi antichi». E ancora: «Venezia sollecita l’abbandono di un’idea amministrativa ordinaria. La città deve essere gestita superando le logiche dell’interesse personale, quelle che degradano la politica rendendola. Questa è la nostra sfida: una politica per la città che non sia succube di decisioni legislative utili solo a retoriche mediatiche che al-
la fine risultano ostili a una cultura del cambiamento». «Venezia deve diventare capitale europea» ripete Zecchi «e il Veneto area metropolitana di questa capitale europea, una "Grande Venezia"». Zecchi sogna una città dove i veneziani possano vivere e lavorare senza essere schiacciati da un turismo “usa e getta” alla base del quale non c’è una “visione”. E per Mestre una vera «anima» come la definisce l’accademico, che si traduce in investimenti importanti e in un progetto ben definito di terraferma che oggi manca. Precisa: «Spero di dare un senso alla nostra partecipazione alle elezioni attraverso il reclutamento di un pensiero leghista che non trova nell’alleanza con Brugnaro la sua espressione, spero che tanta gente moderata di centrodestra, della Lega e di sinistra non contenta, voti me». «Quella con la Lega» sintetizza Guadagnini «è un’alleanza mal digerita, perché ai leghisti Brugnaro non piace, fatta a vantaggio reciproco dei candidati presidente e sindaco, che non scalda i cuori di militanti ed elettori: noi siamo la vera alternativa e faremo di tutto per far capire che Mestre è come Padova e Vicenza, Mestre è il capoluogo di provincia alla pari delle altre sei, Venezia lagunare è capitale del Veneto». Prosegue: «Finora non siamo stati percepiti per quello
che siamo realmente, noi siamo il popolo veneto che si pone in mezzo e in alternativa alternativo alle forze nazionali di destra e di sinistra. Siamo l'unica novità di queste elezioni comunali e regionali. Siamo il popolo dell’autogoverno e siamo qui per governare la città di Venezia e il Veneto». Chiude: «Ho rispetto per Brugnaro, che sarà un grande imprenditore, ma per Venezia oggi vedo meglio Zecchi come sindaco di lui». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
la risposta della lega
«Si era proposto a noi appena un mese fa» «Stefano Zecchi candidato a sindaco di Venezia con il ‘Partito dei Veneti’? In bocca al lupo, lo stimo molto come filosofo e come professore». Caustico il commissario provinciale della Lega, Andrea Tomaello: «Ricordo al ‘Partito dei Veneti’ che Zecchi, solo fino a qualche settimana fa, si era proposto come candidato sindaco della Lega, dicendo che aveva già l’appoggio di Fratelli d’Italia. Saremo tipi all’antica, ma per noi della Lega le idee e la coerenza sono ancora dei valori. E ne siamo orgogliosi».
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Nel centrodestra lo schema nazionale Alla Lega il vicesindaco e le municipalità Lista fucsia alleata con Salvini, Fratelli d’Italia e Forza Italia: sicurezza e commercio tra le richieste. Colle in uscita Un vicesindaco forte, espressione diretta della segreteria politica della Lega. «Non voglio perdere tempo a parlare con intermediari» fa sapere Brugnaro dopo l’incontro con Matteo Salvini in piazza San Marco. Il primo e più importante nodo legato all’accordo nel centrodestra sembra essere stato superato in questo modo: Brugnaro accetterà che il suo vice sia un leghista, alla condizione però che sia un uomo (o una donna) che parla direttamente con Matteo Salvini e Luca Zaia, senza anticamera. Il profilo sembra tendere sul giovane Andrea Tomaello, commissario provinciale della Lega, ma il suo nome potrebbe anche lasciar posto a un professionista di partito calato dall’esterno. A Salvini è piaciuta l’idea del voucher sport destinato ai ragazzi: «La proporrò in tutte le città» ha detto. Nei prossimi giorni l’incontro che dovrebbe perfezionare l’accordo: Brugnaro attende sul suo tavolo il «decalogo» che i circoli leghisti hanno elaborato, una serie di richieste che spaziano dalla sicurezza al rilancio del commercio. Le deleghe pesanti sono altre, naturalmente, e su quelle Brugnaro certamente farà muro: urbanistica, pianificazione, bilancio, edilizia privata e lavori pubblici sono tutti assessorati di serie A. Difficile che il sindaco, in caso di vittoria, scarichi i fedelissimi Renato Boraso e Michele Zuin, qust’ultimo pure coor-
a murano
Striscione sul futuro “cancellato” dai social
Luigi Brugnaro con Matteo Salvini a San Marco. A destra, il “ritocco” sulla foto apparsa sulle pagine social del sindaco
dinatore regionale di Forza Italia da poche settimane. Più delicata la situazione della vicesindaco Luciana Colle, mai del tutto leghista e dunque esclusa dall’identikit che lo stesso Brugnaro ha descritto nelle trattative con la Lega. La sua sarebbe una “testa” destinata a essere sacrificata sull’altare dell’accordo. L’alleanza sin dal primo turno, comunque, si farà: conviene a entrambi. A Brugnaro per affrontare la corsa con il bagaglio di voti portati
dal simbolo di Salvini, alla Lega per entrare finalmente a pieno titolo nella stanza dei bottoni cittadini, con la prospettiva di un ticket da gestire tra cinque anni. Dove il candidato potrebbe essere espressione proprio della Lega. A scanso di equivoci e conoscendo la scaltrezza dell’imprenditore Brugnaro, la Lega chiederà un accordo scritto, suggellato alla presenza dei big. Ancora forte è la scottatura di cinque anni fa, quando
alla Lega erano state promesse alcune partite, poi vanificate dopo il voto, a partire dal referendum sulla separazione. Per questo la Lega correrà con una sua lista e un capolista forte, per portare quanti più consiglieri a Ca’ Farsetti ed essere determinante. L’alleanza elettorale di centrodestra dovrebbe presentarsi unita: Lista Brugnaro “fucsia”, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e un altro paio di liste civiche che il sinda-
co ha in testa. Uno schema che ricalca l’alleanza nazionale, dove Salvini, Berlusconi e Meloni daranno l’imprimatur definitivo. Sulle municipalità, la partita resta aperta: la Lega è disposta a lasciare la presidenza di Favaro all’uomo di Boraso ma punta alle altre, a partire da quella di Mestre centro. Di sicuro, con l’alleanza le municipalità torneranno ad essere centrali: un rospo che Brugnaro dovrà ingoiare. —
Se non fosse stata ritoccata nessuno se ne sarebbe accorto, ma quella foto con lo striscione «Venezia è il mio futuro» oscurato con photoshop non è passata inosservata. Lunedì sera è stata inaugurata la sede della lista fucsia a Murano, in Calle del Convento. Proprio sopra la sede, nel terrazzo al primo piano a sinistra, un inquilino aveva appeso lo striscione con la scritta “Venezia è il mio futuro” del Gruppo 25Aprile, parte di una campagna iniziata due anni fa a favore della residenzialità. Nel tweet del sindaco sull’apertura del nuovo spazio a Murano, lo striscione è però coperto da una nuvola nera che si confonde con i colori della sera, ma è balzato all’occhio di chi aveva visto lo striscione. Insomma, alla fine per coprire un lenzuolo che di notte non si sarebbe nemmeno visto, lo si è reso al contrario ancora più visibile. —
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Presentata la lista civica le città
Dalla giunta Orsoni al centrodestra Panciera e Paruzzolo con Brugnaro “Il sindaco del fare” predomina sulle correnti di pensiero politiche. È con questa motivazione che ieri mattina all’Hotel Nigra Roberto Panciera e Antonio Paruzzolo, protagonisti della scorsa giunta Orsoni, hanno presentato la lista civica Le Città a sostegno di Luigi Brugnaro. I due ex assessori, Panciera del Turismo e Paruzzolo alle Attività produttive, non rinnegano il loro orientamento di centrosinistra, ma spiegano di voler contribuire a rendere Venezia un posto migliore, puntando sul perfezionamento di alcuni settori come il turismo e trasporti. «Già a ottobre avevamo detto che saremmo andati avanti con una nostra civica» hanno detto.
«Ora che Brugnaro non dovrà più pagare lo scotto di dover riorganizzare la macchina, si potranno portare avanti alcuni obiettivi. Brugnaro è un sindaco del fare e contiamo su una collaborazione che c’è già stata in passato». Il simbolo ha i colori rosso è oro del gonfalone che formano dei ponti con una fila di persone stilizzate al centro. Le città sono Mestre e Venezia, due organi dello stesso corpo che hanno esigenze diverse, ma che non possono separarsi. Tra gli obiettivi quello di riprendere lo statuto delle città d’arte: «Esiste e prevede che si possano utilizzare uno o due punti dell’Iva per finanziare progetti rivolti alla città» spiega il capolista Pancie-
ra. «In questo modo si può andare a Roma e presentare un vero progetto di autofinanziamento». Per Paruzzolo la civica può controbilanciare la coalizione che si sta formando di centrodestra: «Brugnaro ha inizialmente pagato l’inesperienza della macchina comunale, ma dobbiamo constatare che ha dato un contributo alla città. Diciamo che si è trovato a dover riparare un rubinetto che perdeva acqua con le soluzioni dell’oggi, ma che ha dimostrato di progettare anche le soluzioni del domani». Un esempio è la questione del turismo: inizialmente per tamponare una situazione emergenziale Brugnaro ha provato con i tornelli, ma poi ha proposto il con-
tributo d’accesso. «Già quando ero assessore si pensava a un modo per prenotare gli arrivi, ora si può andare in quella direzione, per esempio dicendo che da aprile a settembre bisogna prenotare o inserendo una serie di incentivi o disincentivi a seconda del periodo» prosegue Panciera. Insieme a loro i primi sostenitori, pronti a dare un contributo: il ricercatore scientifico Edoardo Peroni che ha come sogno quello di una città che non viva di monocultura turistica, capace di offrire anche al mondo della ricerca delle opportunità; il professore in pensione Giuseppe Gurnari contrario alla cultura del brontolare è pronto a candidare il vetro di Murano Patri-
La presentazione della lista civica Le Città
monio dell'Umanità come il Prosecco; la designer di interni Luisa Cioffi che si impegnerà su diversi fronti e il commerciante Alberto Pietroni che vuole rilanciare il commercio al dettaglio di Mestre: «Ci vuole un vero Piano Marshall perché la situazione è gravissima». Insomma la squadra è fatta e, a mano a
mano che ci si avvicina alle elezioni, le proposte saranno più concrete. Oltre al turismo la civica ha intenzione di lavorare sul piano dei trasporti affinché Venezia diventi una città sempre più moderna e in grado di migliorare le distanze in termini di tempo. — Vera Mantengoli
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 LA TRIBUNA
CASTELFRANCO - MONTEBELLUNA
caerano
Morti nel velivolo precipitato Medico verso l’archiviazione Era accusato di omicidio colposo per aver rilasciato il certificato di idoneità Per il consulente la vittima, già colpita da infarto, non glielo aveva comunicato CAERANO. Va verso l’archivia-
zione l’inchiesta su Stefano Semenzin, il 64enne medico montebellunese che aveva firmato il certificato di abilitazione sanitaria al settantenne Mario Ceccato, accusato di omicidio colposo in relazione all’incidente aereo in cui persero la vita lo stesso Ceccato e Juri Bortoli. A escludere una sua responsabilità è infatti la relazione finale del consulente Antonello Cirnelli per il quale il medico non aveva a disposizione tutte le informazioni che l’avrebbero portato a negare il certificato a Ceccato. L’INCIDENTE
Sono stati traditi dal motore dopo aver fallito un tentativo di atterraggio con l’ultraleggero su cui stavano volando e che si è schiantato su una casa a Caerano nel maggio dell’anno scorso. È la conclusione cui sono arrivati gli investigatori che, coordinati dal sostituto procuratore Da-
L’aereo schiantato sulla casa di Caerano e il pilota deceduto Mario Ceccato
vide Romanelli, hanno ricostruito i drammatici istanti prima dell’incidente. Lo schianto sul tetto di una casa di Caerano è avvenuto nel corso di un secondo tentativo di atterraggio dopo che pochi minuti prima Ceccato,
che era alla guida dell’ultraleggero, era arrivato troppo veloce sulla pista di atterraggio. E l’incidente che è costato la vita ai due è avvenuto proprio durante queste manovre. La Procura aveva dunque aperto un fascicolo ipo-
tizzando il reato di omicidio colposo. Dalle prime ricostruzioni e dalle testimonianze raccolte sembrano esserci pochi dubbi sulle cause dell’incidente che è costato la vita al settantenne Ceccato, che aveva anche costruito il mezzo,
il programma
Carnevale castellano al via sabato col luna park CASTELFRANCO. Torna da
sabato 22 febbraio l’appuntamento con maschere, carri allegorici e luna park in piazza Giorgione, ovvero il Carnevale castellano. L’evento è organizzato dall’assessorato alle Attività produttive guidato da Marica Galante, in collaborazione con il gruppo I Sensa Pasiensa di San Floriano. Tre i momenti clou: sabato 22 dalle 14.30 la sfilata dei carri allegorici, mentre il giorno dopo, domenica 23, sempre alla stessa ora si terrà il concorso “Frittola Castellana” che premierà la migliore produzione del dolce tradizionale del carnevale. Sia prima che dopo la piazza sarà animata da un intrattenimento musicale con dj. Idem per la giornata finale, Martedì Grasso: l’animazione in piazza inizierà alle 14 e proseguirà fino alle 21 quando si terrà il tradizionale Incendio del Castello, show pirotecnico ritmato dalla musica. Da sabato prossimo tutti i giorni fino al 25 febbraio dalle 14 sarà attivo il luna park. Per questi giorni è in vigore una ordinanza che vieta alle maschere di avere con sè armi o oggetti atti ad offendere e l’uso di materiali imbrattanti o pericolosi. — D.N.
Un’immagine tratta dal videogame Batterfield 1 che è ambientato sul monte Grappa
Storici, sindaci e associazioni contro Batterfield 1 ambientato sul Massiccio, ma c’è chi vede nel gioco un’occasione per imparare
Il videogame sul Grappa fa discutere: «Io ho portato appassionati sul posto» DDAD
’uscita del nuovo filmato che pubblicizza il videogioco “Avanti Savoia” di Battlefield 1, ha portato a una levata di scudi da parte degli alpini e dei sindaci del Massiccio del Grappa. Lo storico di Crespano, Loren-
L
zo Capovilla, commenta: «I videogiochi non ricalcano gli eventi storici. Sono fatti per divertire e per eccitare l’aggressività». Capovilla è uno storico che ha studiato a fondo i due conflitti mondiali. L’eroe nel videogioco è un ardito, Luca Vincezo Cocchiola, che combatte sulle pendici del massiccio, attaccando con rapidità le posta-
zioni austriache e lasciando dietro di sé uno stuolo di cadaveri. Il riferimento è agli arditi, le truppe d’assalto del primo conflitto mondiale. «Erano organizzati per intervenire puntualmente in determinate situazioni», spiega il professore, «avevano base a villa Fietta, a Borso del Grappa, Pieve del Grappa, e quando bisognava
e al quarantasettenne Bortoli. L’ultraleggero ha perso quota ed è andato a schiantarsi sul tetto di una casa in via Giorgione poco dopo il decollo dal vicino campo di volo. IL CERTIFICATO
Mario Ceccato aveva avuto un infarto tre mesi prima l’incidente. Per questo nel registro degli indagati per quel tragico schianto era stato iscritto Stefano Semenzin, il medico montebellunese che ad aprile aveva rilasciato il certificato di idoneità al volo libero a Ceccato. «Per quel che mi riguarda», aveva spiegato Stefano Semenzin, «risultava tutto in regola secondo le disposizioni di legge». Mario Ceccato era infatti andato a rinnovare il certificato medico di idoneità al volo. «Ovvio che era risultato tutto in regola», aveva aggiunto Semenzin, «altrimenti non avrei rilasciato il certificato di idoneità. Precisiamo una cosa e il discorso vale sia per il certificato di idoneità al volo libero che per la certificazione per l’attività sportiva: il certificato ha validità per un anno e nell’arco di un anno può succedere di tutto». Sono stati mesi difficili per il medico montebellunese per la piega che aveva preso la vicenda. «Io ho studiato per curare la gente e con Ceccato ho fatto quello che era previsto come ho sempre fatto con tutti». Ora per lui sta per arrivare l’archiviazione.— Giorgio Barbieri © RIPRODUZIONE RISERVATA
annullare una postazione d’artiglieria nemica, sbloccare un confronto problematico con le trincee avversarie, venivano caricati nei camion e portati in vetta». Il vero eroe degli arditi nel Grappa non è però questo Luca Vincenzo Cocchiola, protagonista del videogioco, bensì Ettore Viola, il cosiddetto “ardito del Grappa” che dal maggio al settembre del 1918 fu artefice di molte operazioni che sbilanciarono gli esiti delle battaglie a favore degli italiani. «Ettore, l’ardito del Grappa, descrive nelle sue memorie queste operazioni d’incursione che hanno danneggiato moltissimo lo schieramento austriaco», continua Capovilla, «gli arditi sono stati essenziali nella battaglia del Col Moschin, il colle che ora dà il nome all’attuale reparto militare di intervento speciale, e nel Monte Pertica». Anche Silvia Rizzotto, capogruppo regionale della Lista Zaia, interviene sul tema: «Mi unisco al coro di pareri sfavorevoli alla reale utilità di un passatempo come questo: la memoria storica di un evento sempre violento qual è la guerra, con morti, feriti, sangue versato di padri di famiglia mai rientrati a casa, non può essere derubricata a sollazzo sul divano di casa, in un pomeriggio noioso ed annebbiato». Prosegue Silvia Rizzotto: «I nostri alpini sono la testimonianza più reale e veritiera di quegli eventi. Vorrei far presente ai più giovani e ai loro genitori, che vengono organizzate visite annuali guidate proprio in quelle zone e proprio dalle nostre penne nere: approfittatene per fare due passi all'aria aperta, insieme, in famiglia». Ma non tutti sposano la teoria del villipendio alla memo-
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IN BREVE Giardini del Sole Tente di rubare felpa e giubbotto, arrestato Arrestato in flagranza di reato per aver rubato un giubbotto e una felpa di marca per un valore complessivo di 286 euro in un negozio del centro commerciale I Giardini del Sole. Si tratta di un pregiudicato resanese di 27 anni che martedì pomeriggio se la stava svignando dopo aver staccato con un taglierino i dispositivi antitaccheggio. All’uscita ha trovato ad attenderlo i carabinieri di Castelfranco, chiamati dal personale del negozio.
Biblioteca civica Il teatro dei burattini ieri e oggi: incontro Il teatro dei burattini tra contemporaneità e sperimentazioni sarà il tema dell’incontro che si terrà stasera in biblioteca comunale alle 20.30 nell’ambito della mostra dedicata al burattinaio castellano Bepe Pastrello. A confronto Cristina Grazioli, curatrice dell’esposizione, e Fernando Marchiori, scrittore e critico teatrale. L’incontro verterà sul dialogo tra teatro di figura e altre arti performative.
ria. Una voce fuori dal coro è quella di Fausto Bosa, presidente Confartigianato di Asolo e Montebelluna, che di mestiere fa il driver (noleggio con conducente) e il massiccio è la sua seconda casa: «Due anni fa ho portato su una famiglia di Venezia: il figlio, grande appassionato di Battlefield, era venuto a conoscenza della grande guerra proprio attraverso il videogioco e voleva conoscere il Grappa. Abbiamo passato il pomeriggio insieme, li ho portati su alcuni siti della guerra e poi li ho riaccompagnati in stazione. Che ci piac-
Lo studioso Capovilla: «Serve solo per eccitare l’aggressività» Bosa (artigiani) dissente cia o no, i videogiochi e i social, sono il mondo dei giovani e ci si confronta con loro anche con questo linguaggio. Piuttosto l'oltraggio alla montagna viene fatto da chi non fa la manutenzione, da chi lo sporca e da chi non lo rende accessibile, anche se la stagione è bella». Sulle stesse corde di Bosa, Massimiliano Artuso, cittadino di Pieve: «I miei bisnonni sono morti sul Grappa e io sono un appassionato della storia e ho portato la mia famiglia sulle trincee. E sono appassionato di videogiochi, come mio figlio: ho comprato il gioco proprio per la mia passione per il Grappa: davvero, non ha niente a che vedere con la realtà. Tanto meno con la memoria. Anche se le mappe sono molto accurate». — Elia Cavarzan Maria Elena Tonin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CONEGLIANO - QUARTIER DEL PIAVE
doPo la svolta di confagricoltura
susegana
Legambiente: «Stop al glifosate» appello a Consorzi e viticoltori
Trattativa Electrolux Altro incontro il 26 marzo
Gli ecologisti: «Non venga dato nessun premio alle aziende che continuano a usare l’erbicida» già pronunciato contro l’erbicida. Così pure l’assessore all’ambiente, Gianpaolo Bottacin. Fermamente contrario è Stefano Zanette, presidente del Consorzio Doc, che ribadisce anche l’impegno degli associati nella stessa direzione.
Francesco Dal Mas CONEGLIANO. Legambiente Veneto e Friuli Venezia Giulia avanza una richiesta pubblica alle due Regioni ed alla Doc del Prosecco: la sospensione immediata dell’uso dell’erbicida glifosate, come misura cautelativa per la salute pubblica. Dopo le evidenze scientifiche annunciate negli Usa che non sarebbe tossico, Confagricoltura del Veneto e quella del Fvg hanno chiesto che l’uso del pesticida sia ripristinato. Si è pronunciata allo stesso modo Coldiretti di Pordenone, mentre quella trevigiana e la Coldiretti del Friuli Venezia Giulia hanno ribadito il loro “no”. «VIA PER SEMPRE»
Alle Regioni e al Consorzio Legambiente chiede, dunque, la rimozione definitiva del glifosate da tutti i disciplinari di produzione delle Denomininazioni di Origine Controllata che ne contemplano l’im-
IL DIVIETO ATTUALE
Filari di vigneti “segnati” dall’uso dell’erbicida glifosate
piego e di trovare il modo di escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso, evitando così di premiare e promuovere «l’uso di prodotto possibile cancerogeno». «Serve coraggio e chiarezza - prosegue Legambiente - da parte delle Istituzioni e da parte delle Denominazio-
Studentessa coneglianese su Canale 5
Clarissa sfiora il colpaccio al quiz di Paolo Bonolis
Clarissa Marin, 23 anni, alla trasmissione “Avanti un altro!”
L’EXPLOIT
È
arrivata in finale alla trasmissione “Avanti un altro”, ma non è riuscita a superare la serie di ventuno domande per vincere i 225 mila euro. Clarissa Marin, ventitreenne studentessa universitaria e modella di Conegliano, è stata a pochi passi dal conquistare l’ingente cifra. Si è fermata dopo aver risposto a oltre metà dei quesiti del quiz finale, ma per la giovane è stata comunque un’esperienza da incorniciare. «Prendersi in giro fa parte del gioco, sono io la prima a prendermi in giro nella vita di tutti i giorni. È stato davvero divertentissimo», ha spiegato Clarissa, che ha realizzato un suo
piccolo sogno nell’entrare nel mondo dello spettacolo. La studentessa frequenta Scienze della società e del servizio sociale a Ca’ Foscari ed ha la passione per gli animali. Fidanzata, ha scherzato con Paolo Bonolis perché è sempre in ansia quando ha degli appuntamenti con i ragazzi. Anche durante il quiz si è agitata, ma è stata la migliore concorrente nella puntata del 7 febbraio. «Ammetto che la mia paura più grande era uscire alla prima domanda invece ho sorpreso tutti, anche un po' me stessa – ha aggiunto - è stata davvero un'esperienza bellissima e ansiogena allo stesso tempo. Potevo farcela, lo so, se magari avessi bevuto 100 tisane alla camomilla». — Di.B.
Ma solo nei 15 Comuni dell’area Docg vige il divieto, per iniziativa dei sindaci che hanno condiviso il regolamento di polizia rurale. Legambiente ricorda, in una nota, che la scienza e la ricerca «ci stanno dicendo che proseguire con un uso invasivo ed incosciente del suolo - modello che ha purtroppo prevalso fino ad oggi - è mancare di rispetto al naturale equilibrio tra agricoltura e ambiente naturale che porta inevitabilmente a conseguenze negative per la società, per l’economia, per l’ambiente e per la salute». «Le Regioni e il Consorzio Doc - conclude Legambiente battano un colpo». —
SUSEGANA. È dal 2007 che
il contratto collettivo aziendale in Electrolux non viene rinnovato. Dopo lo storico accordo per la nuova fabbrica di Susegana, dello scorso giugno, si sviluppa ora il tavolo negoziale sulla piattaforma approvata con il 93% dei consensi dai lavoratori e dalle lavoratrici del Gruppo a fine 2019. Piattaforma che è stata presentata martedì dal Coordinamento Sindacale - che raggruppa le Sigle di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil ai vertici aziendali all’Electrolux Innovation Factory di Porcia. Nel corso dell’incontro l’azienda ha dichiarato che l’obiettivo è la sostenibilità dei siti produttivi in Italia. Il prossimo appuntamento è previsto per fine marzo, probabilmente il 26. «Una trattativa decisamente di rilievo – aveva dichiarato Enrico Botter, segretario generale Fiom Cgil di Treviso – vista l’importanza che lo stabilimento di Susegana, e l’investimento ad esso correlato, riveste per tutto il metalmeccanico trevigiano». —
ni, che dovrebbero intervenire a tutela degli interessi collettivi, a maggior ragione quando quelli particolari minacciano gli interessi dell’agricoltura, dell’economia locale, della dell’ambiente e della salute dei cittadini». «Bisogna eliminare da subito l’utilizzo del glifosate, molecola
la cui pericolosità è ampiamente dimostrata, senza attendere la scadenza della Commissione europea del 2022. A rischio gli interessi dell’agricoltura di qualità e la salute di cittadini oltre che un crollo dell’immagine dei prodotti nostrani». Il presidente della Regione, Luca Zaia, si è
soligo
da ieri le rilevaZioni
Moschetta è il nuovo capogruppo dell’Ana
Test sull’aria nella zona Unesco La centralina a Valdobbiadene
FARRA DI SOLIGO. Passaggio
Arpav ha deciso di posizionare per 80 giorni in via Piva una stazione mobile Monitorati ozono, Pm10, monossido e altre sostanze
del testimone alla guida del Gruppo Alpini di Soligo: Antonio Moschetta è il successore di Carlo Dal Piva. Dopo tanti anni alla guida del gruppo Alpini di Soligo, nel corso della prima seduta annuale di fine gennaio presso la sede al civico 1 di Piazzetta degli Alpini, il capogruppo uscente delle penne nere di Soligo, Carlo Dal Piva, ha dunque passato le consegne al nuovo dirigente Antonio Moschetta. Il neo capogruppo sarà affiancato da un consiglio direttivo del tutto rinnovato, che vedrà Paolo Zambon e Maurizio Ceschin suoi vice, Rudi Pancot nel ruolo di segretario e Nicola Favretto come tesoriere. Gli altri membri del consiglio, di cui fa parte anche l'ex capogruppo Carlo Dal Piva, sono: Olivo Ballancin, Adriano Benincà, Lino Bernardi, Michele Bonacin, Luigi Busetti, Michele Cietto, Renzo Dalla Longa, Mario De Faveri, Massimo De Faveri, Angelo Dorigo, Gino Dorigo, Mirco Dozza, Dario Frare, Silvano Paset, Martino Quaglio, Roberto Stradiotto, Alessio Tittonel e Federico Zago. Ad oggi, il Gruppo Alpini di Soligo vanta 187 soci alpini e 98 soci aggregati. — R.M.
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VALDOBBIADENE. È iniziata ie-
ri a Valdobbiadene la campagna di rilevamento dello stato di salute dell’aria nel cuore delle colline Patrimonio Unesco da parte dell’Arpav (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto). Mediante una delle due centraline mobili a disposizione dell’agenzia regionale di controllo che per 80 giorni rimarrà posizionata in via Piva, Arpav raccoglierà dati inerenti le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici in modo da comprendere le condizioni tipiche dell'aria sia del semestre freddo, che di quello caldo, al fine di mantenere l’archivio dati sempre aggiornato. La postazione sarà in grado di rilevare i livelli, ad esempio, di biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, Pm10 ed altre particelle presenti nell’aria sul territorio del Valdobbiadene. Dati che, una volta conclusa la campagna esplorativa, verranno elaborati e messi a confronto con quelli delle centraline fisse presenti nel territorio provinciale e raccolti in una relazione tecnica al centro di futuri
Rodolfo Bassan, dirigente provinciale dell’Arpav
studi. «Si tratta di una campagna di nostra iniziativa, voluta da Arpav - dice Rodolfo Bassan, Direttore del dipartimento provinciale di Treviso dell’agenzia di protezione ambientale - questi controlli non hanno alcun motivo di allarme, servono semplicemente a permetterci di completare il monitoraggio del nostro territorio. Grazie alle nostre due centraline mobili - conclude Bassan - spostate periodicamente su tutta la provincia riusciamo ad avere un quadro sempre aggiornato e puntuale sulle condizioni dell’aria che respiriamo in
quelle aree non completamente coperte dalle centraline fisse, e nel caso, agire di conseguenza». Un lavoro assai prezioso e fondamentale, in ambito di prevenzione e salvaguardia della salute collettiva, poiché la Pianura Padana e la provincia di Treviso, purtroppo, risultano tutt’oggi tra le aree più inquinate d’Europa per i livelli di polveri sottili presenti nell’aria legati a vari fattori, come l’inquinamento industriale o le emissioni dei motori diesel. — Riccardo Mazzero © RIPRODUZIONE RISERVATA
Cronaca 19
L'ARENA
Giovedì 13 Febbraio 2020
PASSIONE DUE RUOTE. Sabato e domenica in Fiera il Festival della bicicletta: tra storia e futuro
CosmoBikeShow Dal Pirata all’e-bike sullapista«verde» Quarantaeventi,180 marchi,campioni-testimoni Mantovani:«Grandemomento dicomunicazione ebanco di prova». Bergonzi:«Ormai è anche festa»
Solidarietà FONDAZIONE.AlCosmo bikeshow, cisarà anchela Fondazionecittàdella speranza.Questa,da 25 anni,si ponel’obiettivo di migliorarelecondizionidi curaeassistenza dei bambiniconpatologie oncoematologichee di finanziarelaricerca. La fondazionesostiene la clinicaOncoematologica pediatricadi Padova, centrodi riferimento nazionaleperladiagnosi dileucemia,linfomi e sarcomie l’Istitutodi ricercapediatricaCittà dellasperanza.«Quando unbambino si ammala,la primacosa che sogna, quandoescedall’ospedale, èfare ungiro in bicicletta»,spiega StefaniaFochesato referentedella Fondazione.«Cosmo bike»,aggiunge, «è così unabella occasioneper far conoscereil nostrocentro esensibilizzare». N.V.
Nicolò Vincenzi
Marco Pantani e bici elettriche. Cosmo bike show, che aprirà le porte della fiera sabato e domenica, si muove all’insegna dei grandi campioni del ciclismo e delle nuove tecnologie. Il 13 gennaio scorso, Pantani, avrebbe compiuto 50 anni. E per celebrare questa data storica, al festival che pone Verona a capitale delle due ruote, verrà allestita la mostra «Tu lo conosci Marco?», realizzata in collaborazione con amici e colleghi del Pirata. Verranno raccontati gli aneddoti del campione romagnolo, esposte le sue bici e cimeli. Ma ci sarà spazio anche per l’innovazione con la E-bike première 2020: una vetrina per i modelli più avanzati di bicicletta elettrica e a pedalata assistita. Non mancheranno nemmeno i temi «green», legati
Dasinistra, Fochesato,Mantovani, Bergonzi, Coine Casellati
alla sostenibilità e all’intermodalità bici-treno grazie alla partecipazione delle Ferrovie dello Stato. Un paio di padiglioni saranno dedicati alle due ruote, mentre un terzo, il 10, sarà dedicato alle prove per gli appassionati. A Cosmo bike ci saranno 180 marchi e più di 40 eventi insieme con i gran-
di campioni del presente e del passato. La «Gazzetta dello Sport», legata a doppio filo con le due ruote, organizzerà infatti incontri per tutto il fine settimana. Sabato il palcoscenico sarà dedicato al Giro d’Italia, con la presentazione delle tappe venete della corsa 2020. Seguirà poi l’appuntamento con «La maglia rosa
AMICIAQUATTROZAMPE. Iniziativalanciata da Comune,guardiezoofile, Anaci eUlss 9
«Con…fido nel mio quartiere» Alviail progettoinottoserate Damartedìincontrinei quartieri peraffrontarecon gli esperti iproblemipiù diffusi legati allavitain città concani e gatti Silvia Allegri
Li amiamo tanto, ma spesso nel modo sbagliato. E in una società in cui circa una famiglia su due ha in casa un animale, va a finire che l’oggetto delle discordie diventano proprio loro, cani, gatti e altri pets. I motivi? Sporcano le strade, abbaiano, rovinano i giardini, girano liberi spaventando altri animali e mettendo in pericolo le persone. È evidente, quindi, che il problema vero non è rappresentato dai nostri compagni a quattro zampe, ma dai proprietari che spesso non sanno come gestirli e adottare comportamenti corretti, dentro e fuori casa. Nasce per risolvere questo problema l’iniziativa «Con…fido nel mio quartiere», promossa dal Comune e Guardie Zoofile Oipa Verona in collaborazione con Anaci, Associazione nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, e l’Ulss 9, presentata ieri in una conferenza stampa in Comune che ha
visto l’intervento di Laura Bocchi, consigliere comunale delegato alla Tutela e al benessere degli animali, Massimiliano D’Errico, comandante delle Guardie zoofile Oipa Verona, Michele Ischia, presidente provinciale dell’Anaci, e Stefano Adami, direttore dei Servizi veterinari dell’Ulss 9, insieme ai presiotto Circoscrizioni. «Riceviamo moltissime segnalazioni relative agli animali», spiega Laura Bocchi. «Dai maltrattamenti ai problemi di vicinato, per non parlare della maleducazione di alcuni proprietari o delle condotte errate, soprattutto di chi abita in condominio. Ecco perché abbiamo pensato di portare sul territorio alcuni esperti in grado di dare consigli e suggerimenti utili alla vita di tutti i giorni». Saranno otto, dunque, gli appuntamenti del progetto «Con…fido nel mio quartiere» aperti alla cittadinanza, tutti alle 20.30. Si parte martedì 18 febbraio, nella sala civica Elisabetta Lodi di via San Giovanni in Valle a Vero-
Canial guinzaglio apasseggioin città
netta. Seguiranno gli incontri di mercoledì 19 febbraio, nella sala Turazza Cimarrusti di via Sogare, in zona stadio; lunedì 16 marzo al Centro Tommasoli di via Perini, in Borgo Santa Croce; martedì 17 marzo nella sala consiliare di via Villa in Borgo Trento; mercoledì 15 aprile nella sala Alberto Benato di via Mincio, alle Golosine; lunedì 20 aprile nella sala Papa Giovanni Paolo II in piazza Penne Nere a Montorio; lunedì 18 maggio nella sala consiliare di San Michele extra, in piazza del Popolo; mercoledì 20 maggio nella sala di via Benedetti in Borgo Roma. «Crediamo profondamente nella mission della
prevenzione», ha aggiunto il dottor Stefano Adami. «Che si fa anche attraverso la comunicazione e gli incontri sul territorio». E Adami sottolinea come, spesso, gli animali siano un vero e proprio pretesto per dare vita a tensioni facilmente evitabili. «Sono le conflittualità tra persone, in tanti casi, il vero problema». Ecco, allora, l’importanza di conoscere e non infrangere norme previste da ordinanze, regolamenti e leggi. «In una società come la nostra il rispetto delle regole permette a tutti di vivere in serenità, che si tratti di animali o di persone», ha sottolineato il comandante Massimiliano D’Errico. •
Visitatorieappassionati davantiaunabicicletta supertecnologica espostanella scorsa edizione
racconta», cui interverranno Gianni Bugno, Stefano Garzelli e Ivan Basso. Domenica, con Filippo Pozzato, verrà svelato in anteprima il tracciato del campionato italiano professionisti. «Vogliamo confermare Verona capitale della bici dopo che l’anno scorso l’ultima tappa del Giro d’Italia è iniziata proprio del piazzale della fiera», commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. «Mi piace chiamarlo Festival, perché è un festival della bicicletta che», aggiunge Mantovani, «non cresce come fiera delle due ruote, ma come un grande evento di comunicazione, cultura e banco di prova dei
Seminario «L’odorato» un’esperienza sensoriale Stasera alle 20.30 penultimo incontro del ciclo «Giovedì Culturali dell’Issr» che quest’anno ha come tema i cinque sensi. Nel seminario maggiore (Veronetta, ingresso vicolo Bogon), il tema sarà «L’Odorato», sviluppato dall’equipe Sophia in un’esperienza sensoriale dal titolo «E tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo»; seguirà lo sviluppo biblico a cura di suor Grazia Papola. Giovedì 20 febbraio, legata a «Il Gusto», interverranno la stessa suor Grazia, direttrice dell’istituto superiore di scienze religiose (Issr) di Verona, il vescovo di Pinerolo monsignore Dario Olivero su «Lo stupore della tavola» e l’enologo Luigi Biemmi che guiderà una degustazione di vino brut Franciacorta. «In questo ciclo» dice il coordinatore don Luca Merlo «il percorso Sophia, promosso dall’istituto di scienze religiose San Pietro Martire, sta proponendo un itinerario alla scoperta dei cinque sensi e della loro importanza per l’esperienza cristiana. La valorizzazione di opere d’arte del nostro patrimonio locale ha impreziosito una proposta già ricca». M.U.
nuovi prodotti». «Non è più solo una fiera espositiva. È diventata una festa della bici», spiega invece Pier Bergonzi vicedirettore della Gazzetta dello Sport. In Italia nel 2018 sono state assemblate 2,4 milioni di biciclette, una conferma come primo produttore europeo di due ruote. Il cicloturismo nel Belpaese vale un fatturato di 7,6 miliardi di euro e conta 77,6 milioni di presenze l’anno, secondo i dati Isnart. Per questo Cosmo bike, in collaborazione con Viagginbici, la rivista di settore, organizza l’Italian Green Road Award: un’iniziativa che premia i luoghi della penisola in cui si sanno valorizzare le risorse del terri-
torio, rendendole accessibili in bicicletta. La premiazione si svolgerà al padiglione 11, sabato alle 12. Saranno presenti Renato di Rocco, presidente della Federazione ciclistica italiana, e il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Ci occupiamo di turismo», spiega Ludovica Casellati direttrice di Viagginbici, «e abbiamo così creato una sezione con un Oscar per parlare di cicloturismo e bike-economy». «Sarà una manifestazione con un grande cuore», conclude Paolo Coin, project manager dell’evento. «Con questa formula unica lavoriamo per costruire una visione della bici nuova e diversa». • © RIPRODUZIONERISERVATA
EDICOLA& CAFFÈ
ArmandoLuzilegge L’Arena all’edicolaScandoladi viaStanga
IlDrugtestnellescuole? Èunostrumentovalido Armando Luzi, medico geriatra in pensione, legge L’Arena all’edicola Scandola, in via Stanga 19. Drug test nelle scuole: dopo le moltepolemiche,ilsindacoSboarinasidicefavorevole.Leichene pensa?
Se i genitori degli studenti sono d’accordo, trovo che questo possa essere uno strumento valido per combattere la diffusione della droga tra i ragazzi. Il Comune esenta dalla tassa di soggiornoimalatichesonoaVeronaperterapie e iloro parenti.
Lo trovo un provvedimento più che giusto. Queste persone devono sobbarcarsi i costi della permanenza in città per potersi sottoporre alle cure; quindi offrire loro un’agevolazione è decisamente un’azione di buonsenso.
Facoltà a numero aperto o chiuso? È scontro tra il precedente e ilnuovorettore.
Io direi: né aperto né chiuso. Non si può, cioè, prendere questa decisione a prescindere dalle esigenze del Paese e dalla domanda del mercato del lavoro, che determinano il successo o meno di ogni mestiere. Un ragionamento verso una maggiore apertura dei corsi universitari si potrebbe fare, ad esempio, per Medicina e altre professioni sanitarie, perché oggi c’è carenza di tali figure. Via Mameli, San Michele, viale DalCero:molticantieriinpartenzaperil filobus.
Indipendentemente dai disagi provocati dai lavori, il filobus sarà utile nella misura in cui si allargherà la Zona a traffico limitato e si ridurranno i parcheggi. • L.CO.