RASSEGNA DEL 12 FEBBRAIO 2020

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Mercoledì 12 Febbraio 2020 Corriere del Veneto

VE

Venezia&Mestre

NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina

venezia@corriereveneto.it

0412385648 0412385668 0412385653

Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio

0412385659 0412385661 0412385678

MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino

0412385631 0412385639 0412385642

FARMACIE AlleCatene Comun.Garibaldi AidueS.Marchi

041922072 0415350422 0415225865

AlledueColonne Pellestrina S.Albano Excelsior

0415225411 3355396721 041730048 0415261587

Bar Ai Scalzi VENEZIA «Entro maggio saranno formate le nuove squadre e saranno concluse tutte le opere delle gallerie principali, tra cui i compressori. Mancherà la control room, ma le quattro squadre saranno coordinate con un ponte radio». Il supercommissario del Mose Elisabetta Spitz risponde con piglio deciso alla raffica di domande della commissione Ambiente della Camera, che ieri ha iniziato le audizioni sul progetto di legge speciale per Venezia di Nicola Pellicani (Pd). E ribadisce che da giugno ci saranno le condizioni per sollevare le dighe tutte assieme, seppur con qualche sforzo organizzativo e senza – per esempio – quelle gallerie secondarie per i casi di guasto. «Mi sono insediata due mesi fa e ho lavorato subito a un cronoprogramma per intercettare dal prossimo autunno le acque alte di emergenza», spiega lei, nominata pochi giorni dopo il tragico 12 novembre. Il lavoro va avanti, anche se resta qualche dubbio sui finanziamenti. «Per poter consentire l’attivazione delle quattro barriere ho fatto una verifica puntuale sulle risorse e non sono ancora del tutto disponibili», deve ammettere. Anche se poco prima il provveditore reggente Cinzia Zincone aveva promesso che i soldi sarebbero arrivati dalle casse pubbliche, dopo le recenti schermaglie con i commissari del Consorzio Venezia Nuova su chi dovesse pagare: «Anticiperemo tutto ciò che serve a mettere in funzione l’opera, salvo poi verificare a chi spettino i costi». Spitz e Zincone hanno ammesso i rallentamenti di questi anni: è saltata la scadenza di fine 2018 per la fine dei cantieri, che avrebbero dovuto dare il via ai tre anni di avviamento. «Ma ora stiamo recuperando», ha detto il provveditore. Spitz ha spiegato che i test in corso sono già «avviamento» e che i dati saranno utilissimi per il collaudo. «Abbiamo inoltre avviato degli studi per valutare l’effetto di chiusure parziali delle bocche in alcune circostanze particolari di marea e vento», ha

Lavoro

Apre il primo locale a prova di acqua alta La vicenda

«Squadre e un ponte radio per sollevare il Mose I test? Cerchiamo i soldi» Spitz alla Camera. Pellicani: legge speciale, torni il Magistrato In tribunale

Spintoni per salire sul treno senza biglietto No global a giudizio

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u quel treno ci volevano salire, pur essendo senza biglietto. E per farlo avrebbero spintonato il personale di Trenitalia che cercava di non farli entrare dalle porte o quanto meno di controllarli. Per questo sei esponenti del mondo «no global», tra cui i «soliti» Tommaso Cacciari, Michele Valentini e Jacopo Povelato, sono stati ieri rinviati a giudizio per resistenza dal gup Gilberto Stigliano Messuti. I fatti risalgono però al gennaio 2011 e dunque non sarà facile evitare la prescrizione del reato. La prima udienza è stata fissata per il 22 maggio. (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

aggiunto, spiegando che per esempio Chioggia potrebbe essere chiusa a metà per far passare i pescherecci. Quanto alla manutenzione, ha ribadito che si sta studiando un modo per ridurre i costi, ora previsti di 80-100 milioni l’anno. Pellicani e il collega Renato Brunetta (Forza Italia) hanno auspicato il ritorno del Magistrato alle Acque. «E’ stato un errore abolirlo nel 2014», ha detto il primo. «Fu un esempio della sensibilità ambientalista ante litteram dei veneziani», ha aggiunto il secondo. Zincone si è detta più che d’accordo: «La laguna è un unicum e le competenze non vanno spezzettate - ha detto la storia le aveva attribuite al Magistrato, anche se poi è giusto coinvolgere anche gli altri enti». Il provveditore ha auspicato anche una sorta di

«Comitatone locale»: «Quello di Roma è troppo lontano dal territorio». Spitz ha invece chiarito il suo punto di vista sulla governance: «I tre commissari del Cvn sono gli esecutori e devono concludere l’opera - ha detto - poi per me il 31 dicembre 2021, con la consegna, il loro ruolo si conclude, come in tutti gli appalti pubblici. Il Provveditorato ha compiti più ampi, io devo invece fare il rodaggio al Mose». E per il futuro? «Abbiamo 18 mesi per discutere, ma poi dev’esserci un soggetto chiaro che fa clic, senza troppe sovrastrutture - ha concluso - E dev’essere pubblico, perché le esperienze di affidamento a privati di opere “fredde”, che non creano ricavi, non ha mai funzionato» A. Zo.

● Il deputato del Pd Nicola Pellicani ha lanciato una proposta di nuova legge speciale, che punta ad affrontare tutto assieme il «dossier Venezia», tra salvaguardia, turismo, grandi navi, residenzialità, bonifiche e sviluppo economico ● La commissione Ambiente della Camera ha iniziato ieri le audizioni dei primi soggetti coinvolti: il provveditore reggente Cinzia Zincone e il supercommissario del Mose Elisabetta Spitz (in foto). Mercoledì 19 toccherà a Luigi Brugnaro

Oltre duecento nuove assunzioni da completare quest’anno. Cento posti sono riservati agli agenti della polizia locale, ma gli altri 105 sono divisi tra maestre, tecnici, amministrativi, avvocati e assistenti sociali. Il piano di assunzioni 2020 disegnato dalla giunta di Ca’ Farsetti, nelle parole del sindaco Luigi Brugnaro vuole «ringiovanire progressivamente e migliorare ancora la macchina comunale, adeguandola alle richieste dei cittadini». Ecco allora che saranno fatti concorsi per cento vigili, 33 tecnici, 50 amministrativi, otto assistenti sociali, sei avvocati, quattro dirigenti e quattro maestre (che si aggiungono alle nove previste già in precedenza per l’assunzione nel 2020). Servi-

Vigili, maestre, avvocati, amministrativi Ca’ Farsetti assume oltre 200 persone La vicenda ● Il Comune di Venezia farà concorsi per saranno fatti concorsi per cento vigili, 33 tecnici, 50 amministrativi, otto assistenti sociali, sei avvocati, 4 dirigenti e altrettante maestre ● Serviranno a coprire i 92 pensionamenti del 2020

ranno a coprire i 92 pensionamenti previsti nel corso dell’anno, così come nel 2016 erano andati a concorso 266 posti per coprire 182 partenze. Nel nuovo piano è prevista anche una quota riservata agli interni, pari al 30 per cento, per cercare di facilitare gli avanzamenti di carriera negli uffici comunali. In questo senso va sottolineato come, a fronte di un posto liberatosi per la progressione di un dipendente verso un’altra categoria, il Comune provvederà alla copertura assumendo dalla relativa graduatoria, evitando quindi che eventuali «promozioni» corrispondano a mancate assunzioni nel totale dei 205 posti liberi in organico. «Negli anni passati la macchina comunale era arri-

vata a contare fino a 3200 lavoratori, con una struttura rigida e troppo legata a vecchi sistemi di lavoro — commenta l’assessore al Personale, Paolo Romor —. Siamo riusciti a renderla più agile ed efficace, con un numero di dipendenti

Pattarello – Abbiamo deciso che era arrivato il momento di investire in sicurezza». Sono stati chiamati quindi gli architetti Marco Ferretto e Andrea Bonini, che nel progettare il restyling hanno saputo anticipare tutte quelle misure che, di lì a qualche settimana, sarebbero diventato parte del nuovo regolamento edilizio: impianto elettrico - prese comprese - sopra quota 190, pavimento rialzato, frigoriferi sopraelevati, corsie per le paratie d’acciaio sulle aperture. Si tratta di obblighi che, con il nuovo regolamento, riguarderanno tutte le attività. Oggi, alle 17, è prevista l’inaugurazione. Gi. Co.

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Brugnaro:puntiamoaigiovaniealtalento.Isindacati:pochi,serviziall’osso

VENEZIA

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omani dovranno essere tutti così, oggi ce n’è solo uno. Inaugura oggi, dopo aver giocato d’anticipo con i lavori, il primo locale «a prova di acqua alta» di Venezia, il bar Ai Scalzi, ai piedi del ponte. «L’acqua alta ha messo a dura prova i nostri impianti e i macchinari, che negli anni hanno più volte accusato il colpo. L’evento eccezionale dello scorso novembre ha provocato danni in tutto il locale – spiegano i titolari Alessio e Andrea Dola, Filippo Bettin e Giuliano

minore e una struttura apicale più snella (i direttori sono passati da 25 a 13 e i dirigenti di ruolo da 64 a 43, ndr), ma più orientata alle necessità dei cittadini». Diversa la lettura di Cigl e Uil, che avanzano forti critiche: «È il minimo indispensabile, anzi, anche meno, considerando che gli uffici e gli sportelli comunali sono già in forte sofferenza — attacca Mario Ragno (Uil) — Ancora una volta, l’unica eccezione è per la polizia locale, solo per poter usare i vigili come strumento di propaganda in vista delle elezioni». Anche Daniele Giordano (Cgil) contesta lo squilibrio a favore della polizia locale, ma non solo: «Molti dei posti messi a bando prevedono assunzioni con con-

tratto di formazione e lavoro, viene raddoppiato il periodo di prova del neoassunto con uno svilimento del ruolo del lavoratore. Più volte avevamo chiesto un confronto, sempre negato, per fare in modo che fossero adeguatamente valorizzate le risorse interne». Chi plaude è la Cisl, pur con qualche riserva: «Quando vediamo previste oltre duecento assunzioni non possiamo che essere contenti — dice Carlo Alzetta — Certo, speriamo sia solo un altro passo nella direzione giusta, che magari l’anno prossimo potrebbe vedere più amministrativi, ma è anche vero che oggi i servizi sono cambiati, tra prenotazioni e risposte online». Ca’ Farsetti comunque tira dritto: «Siamo nel pieno di una fase di assunzioni, dopo un attento e puntuale lavoro di ottimizzazione amministrativa e reperimento delle risorse», assicura il sindaco. «Come farebbe un buon padre di famiglia», fa eco Romor. Giacomo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

verso le elezioni regionali

L’ultimatum di Salvini irrita il centrodestra «Alleati, non satelliti» De Carlo (Fdi): «L’autonomia al palo? Al governo c’era lui... » Zuin (Fi): «Senza la nostra legge né referendum né riforma»

REAZIONI PUNGENTI

Filippo Tosatto VENEZIA. Matteo Salvini fa la

voce grossa e detta le regole ai potenziali partner del centrodestra: «La Lega stringerà alleanze elettorali solo con chi, prima del voto, sottoscriva la proposta sull’autonomia di Luca Zaia, e ciò vale sia per le regionali del Veneto che in vista del governo nazionale». LE CONDIZIONI DETTATE

Il diktat, pronunciato lunedì davanti alle migliaia di militanti che gremivano il Gran Teatro Geox a Padova, scalda il cuore della base (notoriamente allergica ai compagni di cordata) e ancor più dei colonnelli, per nulla entusiasti alla prospettiva di spartire le poltrone assicurate dal prevedibile successo.E i destinatari dell’ultima-

noi siamo all’opposizione dall’inizio della legislatura, Salvini non incolpi noi se il regionalismo differenziato è al palo. Detto ciò, con Sergio Berlato abbiamo sostenuto a suo tempo il referendum popolare e ribadiamo la nostra posizione: maggiore autonomia abbinata al presidenzialismo per garantire la tenuta complessiva del Paese. Come finirà? Mi auguro prevalga il buonsenso, certo in Veneto i leghisti sono forti ma ricordino che in Lombardia noi votammo Maroni presidente quando superavano a fatica il 4%. Alleati sì, satelliti mai».

Centrodestra veneto:Luca De Carlo (Fdi) e Michele Zuin (Forza Italia)

tum? «Mi sorprendono questi toni», replica Luca De Carlo, deputato-sindaco di Calalzo e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia «noi abbiamo sempre creduto che l’unità del centrodestra rappresenti la formula vincente,

quella premiata dal nostro elettorato, e ci comportiamo con coerenza. L’autonomia? A differenza della Lega, che per 14 mesi ha condiviso il governo con il M5S e ha condotto la trattativa Stato-Regioni con il ministro Stefani,

Dai toni spicci del cadorino quelli felpati (ma incisivi) del veneziano Michele Zuin, parlamentare e assessore in laguna: «Nessun problema sull’autonomia e mi stupisce che gli amici leghisti la sollevino in termini divisivi», le parole di Michele Zuin, il coordinatore dei forzisti veneti «faccio notare che la legge regionale promossa dal Corte costituzionale, e poi sottoposta a referendum, reca la firma di Forza Italia: altri all’epoca inseguivano la secessione ma senza la nostra iniziativa non saremo qui a discutere di materie e competenze. Detto ciò, esiste un’intesa nazionale tra i leader del centrodestra e sono convinto che a maggio, anche in Veneto, correremo uniti a sostegno dell’ottimo governatore Zaia». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sanitÀ, l’incontro in regione

Dieci milioni di premio ai medici in prima linea C’è il sì dei sindacati VENEZIA. I sindacati dei camici bianchi accolgono con sostanziale favore la mossa della Regione che ha stanziato 10 milioni di fondi aggiuntivi per compensare i medici ospedalieri del Veneto che operano nella “linea del disagio” rappresentata da pronto soccorso, emergenza-urgenza, reperibilità, guardie festive e notturne. Nell’atteso incontro tra le parti svoltosi a Venezia, il direttore dell’area sanità e sociale Domenico Mantoan - affiancato per l’occasione dal responsabile personale Claudio Costa - ha illustrato al ventaglio dei rappresentanti sindacali lo spirito del provvedimento (che si tradurrà in un fondo annuale permanente alimentato dal Patto della salute) raccogliendo gran parte delle osservazioni e delle richieste emerse dal tavolo. A cominciare dall’esigenza di linee guida da parte dell’amministrazione, cosi da evitare confusione e disparità applicative: la legge al momento non consente contrattazioni su base regionale (è una delle principali richieste del “pacchetto autonomia” di Luca Zaia) perciò la definizione dei compensi

avverrà su base aziendale ed è essenziale che manager delle Ulss e organizzazioni sindacali agiscano secondo criteri omogenei; a riguardo, Mantoan ha promesso che al prossimo incontro, fissato per il 3 marzo, presenterà un protocollo dettagliato. Di che parliamo nel concreto? Di riconoscere il valore di prestazioni fin qui compensate con cifre irrisorie: dalla reperibilità - i 20 euro oggi “elargiti” dovrebbero diventare 200 - all’indennità domenicale e notturna che dai 20-30 euro attuali balzerebbe a 250; prima tappa di un’azione perequativa a vasto raggio. «A tutt’oggi siamo in concorrenza con le elemosine», il commento sarcastico di Giovanni Leoni, segretario regionale del Cimo, che saluta con soddisfazione l’inizio di un«percorso comune per correggere le disuguaglianze di retribuzione, a parità di attività svolta, per i colleghi di tutte le aziende del Veneto» dove la “forbice stipendiale” raggiunge i «500-600 euro netti al mese in più o in meno per singolo medico». — Filippo Tosatto © RIPRODUZIONE RISERVATA

nuovo centro logistico

Amazon apre nel Rodigino e assume 900 dipendenti CASTELGUGLIELMO

(ROVIGO).

Amazon bis in Veneto, è ufficiale: il centro di distribuzione di Castelguglielmo, nel Rodigino, entrerà in funzione entro il prossimo autunno e impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato. A partire da ieri sono aperte anche le candidature per le posizioni manageriali, tecniche e per le funzioni di supporto. Ieri mattina Amazon ha ufficialmente annunciato l’apertura dei due nuovi centri di distribuzione in Italia che saranno operativi entro la fine del 2020: uno a Colleferro, nella città metropolitana di Roma, e l’altro tra Castelguglielmo e San Bellino, in provincia di Rovigo. Concretizzato in numeri, si tratta di un doppio investimento che vale 140 milioni di euro e 1.400 posti di lavoro, che si sommano ai 4 miliardi già investiti nel nostro Paese dal 2010 e ai 6.900 dipendenti attualmente impiegati da Amazon in Italia (fra questi ci sono gli addetti in servizio a Vigonza, nel Padovano). «Nel 2020 celebriamo i dieci anni dal nostro arrivo in Italia, periodo in cui abbiamo destinato considerevoli investimenti a questo Paese e dato lavoro a migliaia di persone qualificate, che ricevono una retribuzione competitiva e benefit sin dal primo giorno» commenta Roy Perticucci, vicepresidente di Ama-

Un magazzino Amazon

zon Operations in Europa «Questo nuovo investimento rappresenta un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno nei confronti della comunità locale: ci consentirà infatti di creare oltre 1.400 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato e di potenziare la nostra rete di consegna per raggiungere sempre più persone in tutto il Paese». Rimanendo in Veneto, il centro di distribuzione polesano – si trova a 25 chilometri da Rovigo – impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato entro tre anni dall’inizio delle attività. Il si-

to, i cui lavori di costruzione sono stati affidati a P3 Logistic Parks, sarà equipaggiato con la più avanzata tecnologia di Amazon Robotics per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro dei dipendenti, riducendo ad esempio i loro spostamenti grazie a speciali scaffali di stoccaggio dei prodotti che si muovono in modo automatizzato verso la postazione degli operatori. Amazon promette massima attenzione anche nella realizzazione di strutture sostenibili, capaci di integrare sistemi per il risparmio energetico riducendo l’impronta ambientale grazie a ridotti livelli di emissioni. Attraverso il link www. amazon. jobs/en/locations/castelguglielmo è possibile candidarsi per una posizione manageriale, tecnica e per le funzioni di supporto. Le selezioni per operatori di magazzino saranno invece aperte in estate. Per queste figure professionali è previsto un inquadramento al quinto livello del Ccnl della Logistica e dei Trasporti, con salario d’ingresso pari a 1.550 euro lordi e un pacchetto di benefit che include gli sconti su Amazon.it e l’assicurazione sanitaria privata contro gli infortuni, oltre a un serio percorso formativo. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

l’invecchiamento della popolazione

Fra trent’anni in Veneto 82 inattivi ogni 100 lavoratori Welfare in pericolo La tendenza si può combattere, a partire dalle politiche locali applicando i principi di sussidiarietà e uguaglianza GIANPIERO DALLA ZUANNA Europa ospita il 10% della popolazione mondiale, produce il 20% del PIL, ma la sua spesa per il welfare è il 50% di quella mondiale. Gli adulti europei, produttori di reddito, attraverso il prelievo fiscale e i contributi pensionistici sostengono il benessere di bambini e anziani, ossia di quanti il reddito non sono ancora o non sono più in grado di produrlo. Per mantenere il nostro welfare, i produttori devono essere così numerosi da sostenere i consumatori di welfare. Quando parliamo di welfare europeo dobbiamo quindi parlare anche di demografia. La sfida che ci attende nei prossimi decenni è difficile. In Europa fra il 1960 e il 2020 il rapporto fra le potenziali “bocche da sfamare” di età 0-19 e 70+ e i potenziali lavoratori di età 20-69 è stato sostenibile, perché il continuo aumento degli anziani è stato compensato dalla rapida diminuzione dei giovani. Nella seconda metà del Novecento la demografia è stata quindi favorevole al welfare e allo sviluppo economico. Nel prossimo trentennio, invece, anche tenendo conto delle possibili immigrazioni, gli adulti in Europa diminuiranno rapidamente (2 milioni e 400 mila persone in età 20-69 in meno ogni anno), mentre i figli del baby boom nati nel 1950-70 diventeranno vecchi (un milione e 800 mila ultra-settantenni in più ogni anno). Nel 2050 in Europa vi saranno 70 “bocche da sfamare” ogni 100 persone in età di lavo-

L’

ro, mentre oggi ce ne sono 53. La sfida da affrontare in l’Italia e nel Veneto è ancora più drammatica. Da qualche anno l’Italia e il Veneto vivono una “tempesta demografica perfetta” a causa dell’incremento della sopravvivenza oltre i 70 anni, di una prolungata bassa fecondità e di saldi migratori negativi o debolmente positivi per i giovani e per gli adulti. Nel 2050 in Italia e nel Veneto, se le prudenti previsioni dell’Istat si realizzeranno, ci saranno 82 persone da accudire ogni 100 persone in età da lavoro, contro 70 su 100 nella già vecchia Europa. Partendo da questi dati, un gruppo di lavoro promosso dal Forum di Limena e dall’ASVESS presenta una serie di proposte per mantenere la sostenibilità del welfare veneto. Sono azioni che – fin da oggi – la Regione, i Comuni, le imprese e le associazioni venete potrebbero intraprendere per contrastare il declino demografico, o almeno per mitigarne gli effetti. Il documento – che verrà presentato sabato alle 9.30 al centro Parrocchiale di Limena – è assai articolato: parla di contributi europei, di fondi pensione, di welfare aziendale, di lotta allo spopolamento, di case di riposo, di politiche di integrazione degli stranieri, di scuole per l’infanzia statali e paritarie, dei Comuni amici della famiglia, di tempi delle città, di politiche familiari regionali, e di molto altro ancora. Il documento prende sul serio le idee di sussidiarietà e di uguaglianza, declinandole in proposte concrete. Applicare la sussidiarietà

vuol dire favorire le iniziative messe in atto dalle “formazioni sociali ove si svolge la personalità dell’uomo” (art. 2 della Costituzione). Un esempio di (mancata) sussidiarietà è la politica della Regione Veneto per le scuole per l’infanzia paritarie. Il contributo regionale alle scuole paritarie e comunali è sceso da 42 milioni l’anno del 2014 a 31 milioni l’anno nel 2019, un calo molto superiore rispetto alla diminuzione degli alunni. È facile non aumentare le tasse, tagliando i servizi! Lottare per l’uguaglianza vuol dire eliminare le differenze dovute – ad esempio – al luogo di residenza. Una parte del documento è dedicata allo spopolamento, che colpisce molte aree della nostra regione, non solo montane. Il Veneto potrebbe adottare misure già messe in atto in altre realtà italiane, come contributi ai piccoli negozi, deroghe nelle dimensioni delle classi scolastiche, nella localizzazione dei presìdi sanitari fissi e mobili, degli uffici postali e degli altri presìdi pubblici. Vanno inoltre potenziati i collegamenti con mezzi pubblici. Diversamente, tutti i centri del Veneto piccoli e isolati rischiano di diventare paesi-fantasma, come è già accaduto in altri luoghi d’Italia, in particolare negli Appennini e in alcune aree alpine. Per fare queste cose, rendendo più facile e confortevole la vita per le famiglie, è necessario ripensare la distribuzione del welfare, Questo documento propone qualche passo concreto in questa direzione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aumenterà sempre di più la quota di anziani nella popolazione, calerà la quota di persone attive

Giovani, adulti e anziani nel Veneto fra il 1960 e il 2050

VALORI PERCENTUALI DI RIGA

VALORI ASSOLUTI MIGLIAIA

ANNO

1960 1990 2020 2050

0-19

1.282 998 876 794

CLASSI DI ETÀ 20-69 70+

2.361 2.916 3.178 2.651

211 451 854 1.376

TOTALE

0-19

CLASSI DI ETÀ 20-69 70+

3.848 4.365 4.908 4.821

33% 23% 18% 16%

61% 67% 65% 55%

sabato il convegno

Esperienze concrete e proposte elaborate dal Forum di Limena PADOVA. Il documento Demografia e welfare sostenibili: il Veneto e le sue comunità locali verrà presentato sabato alle 9.30 al centro parrocchiale di Limena (viale della Rimembranza, 29). Dopo un’introduzione di Sandro Castegnaro, del Forum di Limena, Maria Letizia Tanturri e Gianpiero Dalla Zuanna, demografi dell’Università di Padova, parleranno dell’importanza della sostenibilità demografica.

Seguiranno tre interventi sulle politiche possibili nel Veneto e nei suoi Comuni. Erica Bertoncello, già assessore al Sociale di Bassano, racconterà cosa possono fare i Comuni per le famiglie con figli; Antonio (Gianni) Saccardin, già vicesindaco di Rovigo, parlerà di misure di contrasto allo spopolamento; Michele Testolina, funzionario comunale, ragionerà sulle sperimentazioni di welfare innovativo. Se-

guirà un momento di discussione, che sarà concluso da Giorgio Santini, presidente di ASVESS. Il Forum di Limena – costituito nel 2019 da un gruppo di cristiani, sacerdoti e laici, del Triveneto – propone occasioni di riflessione e di incontro sui fondamenti dell’impegno politico e sulle conseguenti politiche possibili nelle regioni del Nord Est. Il suo documento fondativo è stato sottoscritto da più di 500 persone. ASVESS (Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile) promuove a livello regionale gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, per un futuro in cui il benessere delle persone e delle formazioni sociali cresca in armonia con quello dell’ambiente. —

PAOLO GURISATTI

La sostenibilità è motore di innovazione e di business

N

TOTALE

100% 100% 100% 100%

Fonte: Istat, popolazione residente e previsioni della popolazione, ipotesi mediana. In demo.istat.it

IL COMMENTO

onostante le dichiarazioni di Trump, all’annuale World Economic Forum di Davos, contrarie all’ideologia ecologista e favorevoli al mantenimento del business così com’è, il mercato globale si sposta sempre più in direzione di prodotti e processi sostenibili. I cittadini/consumatori dei paesi occidentali non sono disposti a rinunciare al benessere, come dice Trump, ma tendono a premiare soluzioni

6% 10% 17% 29%

compatibili con l’ambiente, meno inquinanti e con un minor impatto sull’atmosfera. Sovranisti sì, ma non così ciechi da continuare a darsi la zappa sui piedi. Lo percepiscono prima di altri le nostre imprese manifatturiere, che sono chiamate a produrre servizi, e soprattutto tecnologie, che soddisfino le nuove richieste del mercato globale. Non è un caso che Mario Moretti Polegato, presente a Davos anche quest’anno, abbia

pubblicamente dichiarato la propria attenzione alla new wave ambientalista e alla pressante richiesta di innovazioni da parte dei giovani. Geox è un’azienda recente, che ha costruito il proprio successo proprio sviluppando materiali innovativi (la famosa suola che respira) e prestando attenzione alle tendenze moda e alla cultura della sostenibilità. Sulla stessa linea imprenditori vicentini come Elio Marioni, da anni pioniere della mobilità elettrica, o Massimo Nere-

sini, amministratore delegato di un’azienda (SICIT) che trasforma gli scarti umidi di conceria in integratori per l’agricoltura, sostanze che aiutano le piante ad affrontare il Climate Change. Premiati non a caso dalla borsa italiana. Anche Gianfranco Zoppas in SIPA ha anticipato i tempi sviluppando una tecnologia che “divora” le bottiglie di plastica usate, le riduce in frammenti, e consente la produzione di bottiglie nuove sterilizzate, a partire da PET riciclato. E

a costi nettamente inferiori agli impianti che utilizzano PET fresco di fabbrica. Sono solo esempi, e ce ne sono molti altri per fortuna, che indicano un cambio di fase, paradossalmente favorevole alla nostra industria, nonostante l’impatto negativo, a breve, del protezionismo trumpiano e l’apparente transitorietà dei movimenti ecologisti. La new wave ambientalista è destinata a durare e può diventare un motore di innovazione per le nostre industrie,

da sempre orientate al risparmio energetico e al recupero di materiali di scarto. Tra le prime quella tessile e della moda (si pensi allo specifico ruolo di distretti come Prato e Biella), quella della carta e del legno, ma anche, più recentemente, quella della plastica bio-degradabile (ultima nata). Gli italiani, dai tempi di Enimont a oggi, sono in prima fila nello sviluppo di soluzioni interessanti per il mercato globale, sempre più attento alla sostenibilità e al Climate Change. E l’Italia e il Nordest possono essere al primo posto nella cosiddetta economia circolare. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


VI

Feltrino

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Commercio, per resistere nasce l’idea del consorzio `Il sindaco Ivan Minella

mozionali per attirare il pubblico nel comune e nelle attività.

ha incontrato i negozianti IL CONFRONTO di Santa Giustina L’amministrazione SANTA GIUSTINA Gettate le basi per la nascita del consorzio dei commercianti di Santa Giustina. Un organismo che avrà l’obiettivo di mettere in rete tutti coloro che hanno un’attività nel comune della destra Piave, in modo tale da poter unificare pubblicità, marketing ma anche creare eventi pro-

comunale, guidata dal sindaco Ivan Minella, ha organizzato per lunedì sera un incontro con i commercianti del comune per capire come fare, tutti insieme, a superare questo momento difficile per il settore. La risposta è stata molto positiva. Sono stati ben un centinaio i negozianti di Santa Giustina che si sono presentati per ascoltare gli interventi del sindaco, ma anche del presidente Ascom provinciale Doglioni e

IL SINDACO Ivan Minella

il direttore Dal Poz. «Lo stato di salute del commercio santagiustinese è abbastanza buono – afferma il sindaco Minella -. Nonostante questo abbiamo ritenuto di fare un incontro per capire quali siano le necessità dei commercianti. Al di là degli aspetti economici e di difficoltà a livello di tassazioni, c’è anche un problema sociale. C’è chi non vuole impegnarsi per intraprendere un’attività imprenditoriale o, ancora, tanti che una volta finiti gli anni di lavoro, giunti quindi alle porte della pensione, non trovano nessuno che subentri nella loro attività e sono quindi

costretti a chiudere».

LE STRATEGIE «La discussione è stata molto animata e numerose sono le sollecitazioni che ci sono state date da parte di tutti i presenti – spiega ancora il sindaco Minella -. La cosa più interessante emersa è la proposta di creare un consorzio. Un’idea che avevo già in mente da tempo e che ritengo positiva perché permette di fare marketing, di fare pubblicità unitaria, di promuovere i prodotti di qualità, promuovere insomma un marchio Santa Giustina creato ad hoc. Senza di-

menticare l’organizzazione di eventi e manifestazioni». È evidente che anche per il Comune, così, diventa più facile aiutare il settore. «Come amministrazione non possiamo dare un contributo alle singole attività. Se invece c’è un consorzio è possibile dare dei contributi e sostenere quindi un po’ tutti i commercianti che decideranno di aderirvi», spiega il primo cittadino. Al termine della serata quindi l’assemblea si è sciolta con il proposito di incontrarsi a breve giro di boa per capire concretamente come creare questo consorzio. E.S.

Rilancio di Col Perer: si punta sulle malghe `Maxi-investimento

per il nuovo look a Campo e Celado ARSIÈ

IL CONTO danni da cinghiali e cervi nel Feltrino 130mila euro: gli agricoltori a raccolta a Busche, chiedono aiuto ai cacciatori

Flagello di cinghiali e cervi: conto salato da 130mila euro prattutto che non vengono rimborsati (agli agricoltori qualcosa viene riconosciuto)».

LE SOLUZIONI

LA SFIDA

Tra le soluzioni che più hanno preso corpo c’è quella della creazione di una sinergia fra agricoltori e cacciatori. «Abbiamo cercato di mettere sul piatto della bilancia le esigenze di tutti – afferma Garlet -. Abbiamo chiesto un aiuto ai cacciatori per limitare la presenza di questi animali e come poterli aiutare a livello di spese. È poi stata paventata l’ipotesi di creare una filiera della carne, coinvolgendo qualcuno che lavora le carni in modo tale da commercializzare anche questo prodotto e riuscire quindi a ricavarne un introito che sopperisca alle perdite». Eleonora Scarton

L’amministrazione comunale di Luca Strappazzon per creare movimento turistico sulla vasta area di Col Perer punta a dare una nuova immagine alle già gestite malghe, i cui gestori hanno rinnovato da alcuni mesi il contratto d’affitto. E sta mettendo in gestione il nuovo Ostello creato sull’antica Caserma di Col de Gnela sotto Forte Leone su cui non sono mancati gli investimenti per conservare la costruzione fortezza della Grande Guerra. Con le strategie su questo complesso di edifici anche storici dovrebbe arrivare una virata positiva per tutta la montagna a nord di Mellame e

È il bilancio, per il Feltrino, solo del 2019 `I tanti agricoltori sfiniti e disperati fatto lunedì sera in un incontro a Busche chiedono l’intervento dei cacciatori

La fauna selvatica, in particolare cinghiali e cervi, è una vera e propria spina nel fianco per gli agricoltori. Nel Feltrino si stima un danno che si aggira sui 130mila euro solo per i terreni che non si sono potuti trebbiare. A questi vanno poi aggiunti i danni economici derivanti dalla mancata lavorazione e commercializzazione dei prodotti.

L’INCONTRO Erano in tanti lunedì sera all’incontro organizzato dalla cooperativa di Cesiomaggiore. Oltre agli agricoltori del territorio feltrino i rappresentanti delle locali riserve di caccia per capire come gestire insieme la situazione. La sala del “bicigrill”

di Busche era piena. Era presente anche il consigliere provinciale delegato alla caccia che ha snocciolato qualche numero a livello provinciale: le ultime stime dicono che la popolazione di ungulati, cinghiali esclusi, si aggira tra i 33 e i 35mila capi. E le domande di risarcimento da parte degli agricoltori si moltiplicano. Nel 2019 si sono registrate 135 denunce, di cui 98 da aziende agricole e 37 da privati, per un ammontare complessivo di oltre 220mila euro di danni.

IL PROBLEMA Il problema maggiore riscontrato dagli agricoltori sono i danni causati dai cervi e dai cinghiali. «I contadini sono stanchi di subire questi danni – afferma il presidente della cooperativa La Fiorita, Eugenio Garlet -. Non li

subiscono solo coloro che lavorano la terra, a causa della mancata trebbiatura, e il rischio che gli agricoltori gettino la spugna lasciando i terreni incolti è cosa concreta. Ma anche chi, come la nostra cooperativa, non ha poi il prodotto da commercializzare. Un esempio? Se non facciamo la trebbiatura dei campi di mais sponcio non abbiamo poi il prodotto per realizzare i vari lavorati. Il gusto dato da questo tipo di mais non è riscontrabile in altri per cui non avremmo più la possibilità di realizzare e vendere questi prodotti». Nel Feltrino, nel 2019, si parla di circa 8 ettari di terreno non trebbiato a causa dei danni causati dalla fauna selvatica (circa 120/130mila euro). A questi vanno sommati poi i mancati introiti della vendita, difficilmente quantificabile e so-

IL DECLINO In passato l’afflusso non mancava con 2 alberghi, la sciovia con pista da fondo di Celado. Ma i privati investitori non hanno retto al cambiamento e hanno mollato. Per ultima ha gettato la spugna la parrocchia di Asolo, che acquistò una buona parte dell’edificio dell’ex-albergo San Martino per fare una Casa per Ferie. Purtroppo da 4 anni ha il cartello vendesi. A Col Perer sono rimaste le villette e qualcuna è stata aggiunta recuperando vecchi ruderi.

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CESIOMAGGIORE

Il Comune d’Arsié cerca per la sua montagna di Col Perer un’inversione di tendenza con il nuovo look alle malghe di Cima Campo e Celado. Il Lago di Corlo grazie anche ad investimenti privati e pubblici non da poco, vede crescere il movimento turistico, posizionando Arsié al secondo posto nel Feltrino. Ma sono lontani i tempi di Col Perer località turistica di punta per tutto il comune di Arsié.

Rivai, servite da una strada provinciale fino a Col Perer e poi da una intercomunale fino a Catello Tesino.

L’INVESTIMENTO Sulle malghe di Col Perer e Celado le varie amministrazioni hanno sempre creduto ed è stata fatta anche l’elettrificazione Enel. Nei pressi di Cima Campo c’è inoltre un’attività di ristoro di un privato con annesso allevamento animali. Con un progetto di massima redatto dal capo dell’Ufficio Tecnico comunale, Roberto Smaniotto sono stati ottenuti 500mila euro dal Fondo comuni di confine, annualità 2019, per le “aree svantaggiate di montagna”. Ora siamo sulla via del progetto definitivo-esecutivo.

IL PROGETTO L’incarico per le analisi e la relazione sulle numerose strutture esistenti di entrambe le malghe è stato dato all’ingegnere Alessandro Moino di Feltre per 2mila 80 euro. I rilievi plano altimetrici e dei manufatti e relativa situazione grafica è stato assegnato al geometra Stefano Sartor di Borgo Valbelluna per 3mil 500 euro. I risultati saranno poi trasmessi al progettista, che deve ancora essere individuato e il Comune sta cercando per il progetto definitivo-esecutivo (la spesa sarà di 50 mila 644,65 euro). Valerio Bertolio

NUOVO LOOK per le malghe

Certottica a Vas per futuri manager di occhialeria Droga nascosta negli alberi QUERO VAS

L’INCONTRO sabato a Vas Certottica

Sabato 15 febbraio alle 15.00 l’Area Formazione di Certottica si sposterà nella sede de “La Cartiera” di Vas per illustrare tutti i dettagli dell’Its Academy in Design e Tecnica dell’Occhiale, biennio specializzato per la formazione di Eyewear Product Manager del settore occhialeria. Il Basso Feltrino, infatti, con Longarone e il Cadore, è un’area del Bellunese ricca di aziende del settore occhiale e per agevolare i giovani interessati al cor-

so, Certottica promuove incontri dimostrativi con cadenza annuale. L’Its - biennio post diploma finanziato da Regione Veneto e Miur e promosso dalla Fondazione Fashion Academy Its Cosmo, che ad ottobre l’Area Formazione attiverà all’interno del Politecnico Internazionale dell’Occhiale per la 7° edizione - è un’alternativa valida e completa all’Università che in 2 anni permette di affrontare un percorso altamente specialistico in cui vengono condensate 1200 ore di lezione e ben 800 ore di tirocinio. Una

volta sostenuti positivamente gli esami finali, gli allievi conseguono il Diploma di Tecnico Superiore - 5° livello EQF (European Qualification Framework) - che ha valore legale e consente il riconoscimento di Crediti Formativi (Cfu) spendibili in ogni Università. L’Eyewear Product Manager è una figura richiesta da un numero sempre maggiore di aziende: ad attestarlo la percentuale, che sfiora il 90%, di neo diplomati che siglano un contratto di lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo.

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anche un feltrino alla sbarra FELTRE È iniziato lunedì a Treviso il processo alla banda che per lungo tempo aveva monopolizzato il mercato della droga tra Castelfranco, Montebelluna, Asolo e Feltre. Alla sbarra anche Ivo Gadenz, 56enne di Feltre, considerato però una figura di secondo piano nella scala gerarchica dell’organizzazione criminale ma funzionale, come dettagliante. Il traffico che ruotava soprattutto intorno all’ha-

shish, ma anche altre droghe pesanti. Gli otto imputati – cinque nordafricani e tre italiani, tra i quali il feltrino– avevano creato una vera rete di distribuzione di hashish accumulando una discreta fortuna. L’arresto di un pusher magrebino nel 2014 aveva però aperto una falla nell’organizzazione, tanto che con l’ausilio di fototrappole disposte dalla Forestale venne smantellata la rete dello spaccio e i depositi degli stupefacenti, che erano in tronchi d’albero o ai margini di campi coltivati.


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Nordest

MANOVRE VENEZIA Un uomo in Regione Veneto, una donna in Comune di Venezia. Né l’uno né l’altra con la tessera del Partito Democratico in tasca. Civico il primo, un po’ più avvezza ai partiti la seconda. Innegabilmente entrambi sullacarta perdenti perché a Venezia Luigi Brugnaro ha il vento in poppa e in Regione Luca Zaia resta sempre il governatore più amato d’Italia. Tra l’altro l’uno e l’altra non potranno neanche presentarsi come l’unica alternativa perché l’opposizione - di qua e di là rischia di frammentarsi. Eppure, se non altro per le 2.500 sardine riunite a Padova in contemporanea alla kermesse con Matteo Salvini, la partita di Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino potrebbe farsi interessante.

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Regione, Padova e Venezia a sinistra un difficile risiko Pd e alleati e il nodo candidature: verso ` Anche se M5s non farà alleanze coi dem, la scelta di 2 civici contro Zaia e Brugnaro Renzi e Calenda orientati ad andare da soli `

Autonomia la bicamerale in trasferta a Venezia

CHI SONO Le candidature di Lorenzoni e di Chiellino circolano sui tavoli della politica - quello di lui ormai da mesi, quello di lei da una manciata di giorni - ma dai rumors tutto lascia presagire che otterranno il via libera. Lui è noto: docente universitario, leader di Coalizione Civica a Padova dove è il vicesindaco di Sergio Giordani. I detrattori lo definiscono un catto-comunista, vicino al mondo della Chiesa, sensibile ai temi della sostenibilità ambientale. Gli è riconosciuta la capacità di essere riuscito ad aggregare in Coalizione Civica vecchi e giovani. Compirà 54 anni il prossimo settembre. Lei è una mestrina di adozione, imprenditrice della green economy. Vanta il primato di essere stata la prima laureata in Scienze Ambientali a Ca’ Foscari. Cattolica, fa parte del consiglio di amministrazione del Duomo di Mestre. Dall’inizio del 2017 è la delegata veneziana della Fondazione Bellisario, che punta a costruire un paese a misura di donne e di crescita. Da giovanissima è stata consigliera comunale per la Margherita a Conegliano, dove nel 2002 è

MARCO CARRAI: «L’ASSEMBLEA A VICENZA PER L’AVVIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE NON DEL CANDIDATO»

LA SEDUTA

IN PISTA Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino: sono i papabli sfidanti di Luca Zaia e Luigi Brugnaro. A lato Marco Carrai del coordinamento Il Veneto che Vogliamo

Anci Veneto

Nuove assunzioni, riparte la battaglia dei Comuni VENEZIA Riparte la battaglia di Anci Veneto per il turnover dei dipendenti municipali. «I Comuni del Veneto sono virtuosi e lo dicono i numeri – dice il presidente regionale Mario Conte – infatti il rapporto tra popolazione e personale nelle nostre amministrazioni è tra i più bassi d’Italia, con 5,07 dipendenti ogni mille abitanti. Ci sono Regioni in cui si sforano gli 11 dipendenti ogni mille abitanti. È evidente che i criteri del personale non possono penalizzare i Comuni

del Veneto e i sindaci che hanno bisogno di assumere». Dal 2010, per effetto della spending review, si calcola che i municipi abbiano perso circa ottantamila dipendenti, pari al 20% del totale, andati in pensione e non rimpiazzati. Lo scorso 11 dicembre è stato dato il via libera in Conferenza Stato-Città al decreto attuativo sulla nuova disciplina delle assunzioni a tempo indeterminato, da considerare in aggiunta alla sostituzione del personale che va in pensione. Ma secondo

l’associazione quella bozza contiene delle criticità, al punto che in alcuni casi i sindaci sarebbero costretti paradossalmente a ridurre la dotazione organica e non ad assumere. «Se non saranno modificati i criteri – promette il leghista – siamo pronti a battere i pugni sul tavolo come fatto con il Fondo di Solidarietà per trovare una soluzione condivisa che non penalizzi chi ha i conti in ordine ed amministra in modo corretto senza sprecare un euro».

VENEZIA Per capire cosa vuole il Veneto con la sua richiesta di autonomia differenziata, deputati e senatori arriveranno a Venezia. Accadrà martedì 18 febbraio, con la seduta in esterna della commissione bicamerale per le Questioni Regionali, attorno a cui prevedibilmente sarà imperniato l’iter parlamentare della riforma. La presidente pentastellata Emanuela Corda ha accolto l’invito del governatore Luca Zaia a svolgere una missione sul territorio interessato. In questi giorni è in corso di definizione il programma dei lavori, che potrebbero vedere l’audizione della delegazione trattante della Regione e forse anche dei capigruppo consiliari. L’idea era maturata lo scorso 30 gennaio, quando lo stesso Zaia era intervenuto a Roma, per fare il punto sul negoziato. In quella stessa sede stamattina sarà sentito il ministro dem Francesco Boccia, che ieri ha dichiarato: «L’autonomia è a buon punto: il mio lavoro l’ho completato e ora penso sia utile, giusto e corretto dare la parola al Parlamento». Sempre a proposito della riforma, ieri è stato pubblicato sul Bur il decreto con cui Zaia ha nominato il direttore dell’Osservatorio regionale sull’autonomia differenziata. Si tratta dell’avvocato Mario Caramel, attuale segretario della Giunta regionale. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

stata anche candidata sindaco. Ha 50 anni. Saranno incoronati Arturo e Gabriella? A Venezia, come dice il sociologo ed esponente dei Verdi Gianfranco Bettin, «è un mix tra una corte di Bisanzio e un’assemblea al Petrolchimico dei bei tempi». Tutto può succedere. Senza contare che in laguna ha fatto più vittime il toto-candidati che il coronavirus: esempio illustre il rettore Michele Bugliesi. Il tavolo del centrosinistra veneziano è convocato per oggi. Resta poi da capire - e vale sia per il capoluogo che per la Regione - quanto peserà la forza interna del Pd che spinge per le primarie visto che l’orientamento è di non farle.

IL VERTICE DEI CIVICI Capitolo regionali, la settimana in corso prevede due appuntamenti: venerdì a Padova la direzione del Pd, sabato a Vicenza l’assemblea del Veneto che vogliamo (Vcv), cioè il ressemblement che ha messo assieme associazioni e movimenti a partire da Coalizione Civica. Ma non per ufficializzare la candidatura di Lorenzoni, com’era parso nei giorni scorsi: «Con l’assemblea di Vicenza - dice Marco Carrai del coordinamento regionale del Vcv - continueremo i gruppi di lavoro e si ufficializzerà l’inizio della campagna elettorale, non la candidatura di Arturo Lorenzoni. Arturo è un soggetto importante per Vcv, ma intendiamo ragionare con le altre forze politiche, in primis con il Pd, con il quale si sta facendo un approfondito ragionamento per individuare la candidatura più idonea a contrastare il centrodestra. Lorenzoni si messo a disposizione di questo progetto, ma da parte nostra non ci sarà nessuna fuga in avanti».

IL TERZO POLO Mentre a Padova già si parla di rimpasto di giunta per sostituire Lorenzoni a Palazzo Moroni (in pole position l’assessore Francesca Benciolini), i più danno per scontato che calendiani e renziani correranno da soli: avevano messo il veto sui grillini, ora che il M5s nonostante i tentativi del suo ministro Federico D’Incà ha deciso di fare una corsa solitaria nulla osterebbe a far parte della coalizione. Ma Azione e Italia Viva paiono intenzionate a snobbare il Pd. Il ragionamento sarebbe: vincerà comunque Zaia, tanto vale cominciare a farsi conoscere sul territorio. Alda Vanzan

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Olimpiadi 2026, organi e funzioni: presentata la legge né gettoni. La Fondazione Milano-Cortina 2026, costituita il 9 dicembre da Coni, Comitato Paralimpico, Regione Lombardia e Veneto e Comuni di Milano e Cortina, assume le funzioni di Comitato Organizzatore dei Giochi. E cioè le attività di gestione, organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi. Anche questo ente è a costo zero per la finanza pubblica. Poi c’è la spa Infrastrutture Milano-Cortina 2026, con sede a Ro-

IL TESTO VENEZIA La legge olimpica è pronta. Porta la data del 10 febbraio e il premier Giuseppe Conte l’ha trasmessa ai capi dell’Ufficio legislativo in vista della discussione in Consiglio dei ministri previo esame del preconsiglio. In tutto sono 24 articoli, comprendenti anche le Finali Atp Torino 2021-2025. Oltre a stabilire chi fa cosa, la legge individua i capitoli di spesa per il finanziamento dei Giochi: 350mila arriveranno da una minore spesa inizialmente destinata anche a interventi a favore di categorie sociali svantaggiate.

700mila euro e la legge riporta i capitoli di spesa: da una parte il fondo del Mef di cui all’articolo 1 comma 95 della legge 145/2018, dall’altra una riduzione dell’autorizzazione di spesa recata dall’articolo 145, comma 33, della legge 388/2000. In pratica i 350mila euro del Mit vengono presi dal capitolo di spesa per “iniziative relative a studi, ricerche e sperimentazioni in materia di edilizia residenziale e all’anagrafe degli assegnatari di abitazioni” e per “interventi a favore di categorie sociali

Cosa dice il provvedimento

GLI ORGANI La legge definisce i compiti di tre organi: il Consiglio Olimpico Congiunto, il Comitato Organizzatore, la Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 spa. Il Consiglio Olimpico Congiunto è composto da 15 membri (dentro ci sono tutti, dal Cio alle Regioni a Palazzo Chigi) e ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Non sono previsti compensi

ma e così partecipata: ministero dell’Economia e delle Finanze 35%, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 35%, Regione Lombardia 10%, Regione Veneto 10%, Provincia di Trento 5%, Provincia di Bolzano 5%. La vigilanza è in capo al Mit. Lo scopo statutario è la realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, delle opere. La società ha durata fino al 31 dicembre 2026, il capitale sociale è fissato in un milione di euro. I due ministeri mettono complessivamente

PREPARATIVI Pronta la legge olimpica per Milano-Cortina

I 350.000 EURO DEL MINISTERO DEI TRASPORTI PRESI DAL FONDO PER LE CATEGORIE SVANTAGGIATE

Distinzione dei ruoli Un Cda di 5 membri Monete e francobolli tra Consiglio e Comitato per la spa Infrastrutture E sui proventi niente tasse Il Consiglio Olimpico Congiunto ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Il Comitato Organizzatore dei Giochi coincide con la Fondazione Milano-Cortina 2026 costituita il 9 dicembre scorso.

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Infrastrutture Milano-Cortina 2026 è la spa partecipata da Mef (35%), Mit (35%), Lombardia (10%), Veneto (10%), Trento (5%), Bolzano (5%). Il Cda è composto da 5 membri; presidente e amministratore delegato spettano ai due ministeri.

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Per finanziare i Giochi il Comitato Organizzatore potrà far coniare monete celebrative e stampigliare francobolli commemorativi. Sui proventi percepiti anche nell’esercizio di attività commerciali, svolte in conformità agli scopi istituzionali, non pagherà l’Ires.

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svantaggiate”. Il Cda è composto da 5 membri dei quali 3 nominati dal Mit di concerto col Mef (uno presidente e uno ad), gli altri 2 congiuntamenti da Regioni e Province.

GARANZIE Ammonta a un massimo di 58.123.325,71 euro la garanzia dello Stato per rimborsare quanto ricevuto dal Cio a titolo di anticipo sui diritti televisivi «laddove l’evento sportivo dovesse subire limitazioni, spostamenti o venisse cancellato». La legge contempla anche il “diritto di circolazione”, con procedure “rapide e semplificate” quanto ai visti e ai permessi di soggiorno. Al Comitato Organizzatore è consentito, per supportare il finanziamento dei Giochi, un programma di coniazione di monete e stampigliatura di francobolli. Infine i proventi percepiti dal Comitato organizzatore - anche nell’esercizio di attività commerciali svolte in conformità agli scopi istituzionali - non concorreranno a formare reddito imponibile ai fini Ires. Ossia, non pagheranno le tasse. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

MANOVRE VENEZIA Un uomo in Regione Veneto, una donna in Comune di Venezia. Né l’uno né l’altra con la tessera del Partito Democratico in tasca. Civico il primo, un po’ più avvezza ai partiti la seconda. Innegabilmente entrambi sullacarta perdenti perché a Venezia Luigi Brugnaro ha il vento in poppa e in Regione Luca Zaia resta sempre il governatore più amato d’Italia. Tra l’altro l’uno e l’altra non potranno neanche presentarsi come l’unica alternativa perché l’opposizione - di qua e di là rischia di frammentarsi. Eppure, se non altro per le 2.500 sardine riunite a Padova in contemporanea alla kermesse con Matteo Salvini, la partita di Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino potrebbe farsi interessante.

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Regione, Padova e Venezia a sinistra un difficile risiko Pd e alleati e il nodo candidature: verso ` Anche se M5s non farà alleanze coi dem, la scelta di 2 civici contro Zaia e Brugnaro Renzi e Calenda orientati ad andare da soli `

Autonomia la bicamerale in trasferta a Venezia

CHI SONO Le candidature di Lorenzoni e di Chiellino circolano sui tavoli della politica - quello di lui ormai da mesi, quello di lei da una manciata di giorni - ma dai rumors tutto lascia presagire che otterranno il via libera. Lui è noto: docente universitario, leader di Coalizione Civica a Padova dove è il vicesindaco di Sergio Giordani. I detrattori lo definiscono un catto-comunista, vicino al mondo della Chiesa, sensibile ai temi della sostenibilità ambientale. Gli è riconosciuta la capacità di essere riuscito ad aggregare in Coalizione Civica vecchi e giovani. Compirà 54 anni il prossimo settembre. Lei è una mestrina di adozione, imprenditrice della green economy. Vanta il primato di essere stata la prima laureata in Scienze Ambientali a Ca’ Foscari. Cattolica, fa parte del consiglio di amministrazione del Duomo di Mestre. Dall’inizio del 2017 è la delegata veneziana della Fondazione Bellisario, che punta a costruire un paese a misura di donne e di crescita. Da giovanissima è stata consigliera comunale per la Margherita a Conegliano, dove nel 2002 è

MARCO CARRAI: «L’ASSEMBLEA A VICENZA PER L’AVVIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE NON DEL CANDIDATO»

LA SEDUTA

IN PISTA Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino: sono i papabli sfidanti di Luca Zaia e Luigi Brugnaro. A lato Marco Carrai del coordinamento Il Veneto che Vogliamo

Anci Veneto

Nuove assunzioni, riparte la battaglia dei Comuni VENEZIA Riparte la battaglia di Anci Veneto per il turnover dei dipendenti municipali. «I Comuni del Veneto sono virtuosi e lo dicono i numeri – dice il presidente regionale Mario Conte – infatti il rapporto tra popolazione e personale nelle nostre amministrazioni è tra i più bassi d’Italia, con 5,07 dipendenti ogni mille abitanti. Ci sono Regioni in cui si sforano gli 11 dipendenti ogni mille abitanti. È evidente che i criteri del personale non possono penalizzare i Comuni

del Veneto e i sindaci che hanno bisogno di assumere». Dal 2010, per effetto della spending review, si calcola che i municipi abbiano perso circa ottantamila dipendenti, pari al 20% del totale, andati in pensione e non rimpiazzati. Lo scorso 11 dicembre è stato dato il via libera in Conferenza Stato-Città al decreto attuativo sulla nuova disciplina delle assunzioni a tempo indeterminato, da considerare in aggiunta alla sostituzione del personale che va in pensione. Ma secondo

l’associazione quella bozza contiene delle criticità, al punto che in alcuni casi i sindaci sarebbero costretti paradossalmente a ridurre la dotazione organica e non ad assumere. «Se non saranno modificati i criteri – promette il leghista – siamo pronti a battere i pugni sul tavolo come fatto con il Fondo di Solidarietà per trovare una soluzione condivisa che non penalizzi chi ha i conti in ordine ed amministra in modo corretto senza sprecare un euro».

VENEZIA Per capire cosa vuole il Veneto con la sua richiesta di autonomia differenziata, deputati e senatori arriveranno a Venezia. Accadrà martedì 18 febbraio, con la seduta in esterna della commissione bicamerale per le Questioni Regionali, attorno a cui prevedibilmente sarà imperniato l’iter parlamentare della riforma. La presidente pentastellata Emanuela Corda ha accolto l’invito del governatore Luca Zaia a svolgere una missione sul territorio interessato. In questi giorni è in corso di definizione il programma dei lavori, che potrebbero vedere l’audizione della delegazione trattante della Regione e forse anche dei capigruppo consiliari. L’idea era maturata lo scorso 30 gennaio, quando lo stesso Zaia era intervenuto a Roma, per fare il punto sul negoziato. In quella stessa sede stamattina sarà sentito il ministro dem Francesco Boccia, che ieri ha dichiarato: «L’autonomia è a buon punto: il mio lavoro l’ho completato e ora penso sia utile, giusto e corretto dare la parola al Parlamento». Sempre a proposito della riforma, ieri è stato pubblicato sul Bur il decreto con cui Zaia ha nominato il direttore dell’Osservatorio regionale sull’autonomia differenziata. Si tratta dell’avvocato Mario Caramel, attuale segretario della Giunta regionale. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

stata anche candidata sindaco. Ha 50 anni. Saranno incoronati Arturo e Gabriella? A Venezia, come dice il sociologo ed esponente dei Verdi Gianfranco Bettin, «è un mix tra una corte di Bisanzio e un’assemblea al Petrolchimico dei bei tempi». Tutto può succedere. Senza contare che in laguna ha fatto più vittime il toto-candidati che il coronavirus: esempio illustre il rettore Michele Bugliesi. Il tavolo del centrosinistra veneziano è convocato per oggi. Resta poi da capire - e vale sia per il capoluogo che per la Regione - quanto peserà la forza interna del Pd che spinge per le primarie visto che l’orientamento è di non farle.

IL VERTICE DEI CIVICI Capitolo regionali, la settimana in corso prevede due appuntamenti: venerdì a Padova la direzione del Pd, sabato a Vicenza l’assemblea del Veneto che vogliamo (Vcv), cioè il ressemblement che ha messo assieme associazioni e movimenti a partire da Coalizione Civica. Ma non per ufficializzare la candidatura di Lorenzoni, com’era parso nei giorni scorsi: «Con l’assemblea di Vicenza - dice Marco Carrai del coordinamento regionale del Vcv - continueremo i gruppi di lavoro e si ufficializzerà l’inizio della campagna elettorale, non la candidatura di Arturo Lorenzoni. Arturo è un soggetto importante per Vcv, ma intendiamo ragionare con le altre forze politiche, in primis con il Pd, con il quale si sta facendo un approfondito ragionamento per individuare la candidatura più idonea a contrastare il centrodestra. Lorenzoni si messo a disposizione di questo progetto, ma da parte nostra non ci sarà nessuna fuga in avanti».

IL TERZO POLO Mentre a Padova già si parla di rimpasto di giunta per sostituire Lorenzoni a Palazzo Moroni (in pole position l’assessore Francesca Benciolini), i più danno per scontato che calendiani e renziani correranno da soli: avevano messo il veto sui grillini, ora che il M5s nonostante i tentativi del suo ministro Federico D’Incà ha deciso di fare una corsa solitaria nulla osterebbe a far parte della coalizione. Ma Azione e Italia Viva paiono intenzionate a snobbare il Pd. Il ragionamento sarebbe: vincerà comunque Zaia, tanto vale cominciare a farsi conoscere sul territorio. Alda Vanzan

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Olimpiadi 2026, organi e funzioni: presentata la legge né gettoni. La Fondazione Milano-Cortina 2026, costituita il 9 dicembre da Coni, Comitato Paralimpico, Regione Lombardia e Veneto e Comuni di Milano e Cortina, assume le funzioni di Comitato Organizzatore dei Giochi. E cioè le attività di gestione, organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi. Anche questo ente è a costo zero per la finanza pubblica. Poi c’è la spa Infrastrutture Milano-Cortina 2026, con sede a Ro-

IL TESTO VENEZIA La legge olimpica è pronta. Porta la data del 10 febbraio e il premier Giuseppe Conte l’ha trasmessa ai capi dell’Ufficio legislativo in vista della discussione in Consiglio dei ministri previo esame del preconsiglio. In tutto sono 24 articoli, comprendenti anche le Finali Atp Torino 2021-2025. Oltre a stabilire chi fa cosa, la legge individua i capitoli di spesa per il finanziamento dei Giochi: 350mila arriveranno da una minore spesa inizialmente destinata anche a interventi a favore di categorie sociali svantaggiate.

700mila euro e la legge riporta i capitoli di spesa: da una parte il fondo del Mef di cui all’articolo 1 comma 95 della legge 145/2018, dall’altra una riduzione dell’autorizzazione di spesa recata dall’articolo 145, comma 33, della legge 388/2000. In pratica i 350mila euro del Mit vengono presi dal capitolo di spesa per “iniziative relative a studi, ricerche e sperimentazioni in materia di edilizia residenziale e all’anagrafe degli assegnatari di abitazioni” e per “interventi a favore di categorie sociali

Cosa dice il provvedimento

GLI ORGANI La legge definisce i compiti di tre organi: il Consiglio Olimpico Congiunto, il Comitato Organizzatore, la Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 spa. Il Consiglio Olimpico Congiunto è composto da 15 membri (dentro ci sono tutti, dal Cio alle Regioni a Palazzo Chigi) e ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Non sono previsti compensi

ma e così partecipata: ministero dell’Economia e delle Finanze 35%, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 35%, Regione Lombardia 10%, Regione Veneto 10%, Provincia di Trento 5%, Provincia di Bolzano 5%. La vigilanza è in capo al Mit. Lo scopo statutario è la realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, delle opere. La società ha durata fino al 31 dicembre 2026, il capitale sociale è fissato in un milione di euro. I due ministeri mettono complessivamente

PREPARATIVI Pronta la legge olimpica per Milano-Cortina

I 350.000 EURO DEL MINISTERO DEI TRASPORTI PRESI DAL FONDO PER LE CATEGORIE SVANTAGGIATE

Distinzione dei ruoli Un Cda di 5 membri Monete e francobolli tra Consiglio e Comitato per la spa Infrastrutture E sui proventi niente tasse Il Consiglio Olimpico Congiunto ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Il Comitato Organizzatore dei Giochi coincide con la Fondazione Milano-Cortina 2026 costituita il 9 dicembre scorso.

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Infrastrutture Milano-Cortina 2026 è la spa partecipata da Mef (35%), Mit (35%), Lombardia (10%), Veneto (10%), Trento (5%), Bolzano (5%). Il Cda è composto da 5 membri; presidente e amministratore delegato spettano ai due ministeri.

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Per finanziare i Giochi il Comitato Organizzatore potrà far coniare monete celebrative e stampigliare francobolli commemorativi. Sui proventi percepiti anche nell’esercizio di attività commerciali, svolte in conformità agli scopi istituzionali, non pagherà l’Ires.

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svantaggiate”. Il Cda è composto da 5 membri dei quali 3 nominati dal Mit di concerto col Mef (uno presidente e uno ad), gli altri 2 congiuntamenti da Regioni e Province.

GARANZIE Ammonta a un massimo di 58.123.325,71 euro la garanzia dello Stato per rimborsare quanto ricevuto dal Cio a titolo di anticipo sui diritti televisivi «laddove l’evento sportivo dovesse subire limitazioni, spostamenti o venisse cancellato». La legge contempla anche il “diritto di circolazione”, con procedure “rapide e semplificate” quanto ai visti e ai permessi di soggiorno. Al Comitato Organizzatore è consentito, per supportare il finanziamento dei Giochi, un programma di coniazione di monete e stampigliatura di francobolli. Infine i proventi percepiti dal Comitato organizzatore - anche nell’esercizio di attività commerciali svolte in conformità agli scopi istituzionali - non concorreranno a formare reddito imponibile ai fini Ires. Ossia, non pagheranno le tasse. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Economia

VERONAFIERE: L’ ASSEMBLEA DEI SOCI APPROVA ALL’UNANIMITÁ AUMENTO DA 30 MILIONI PER SVILUPPO Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

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Air Italy in liquidazione, l’ira del governo Perdita di 230 milioni di euro nel 2019 e i soci non ricapitalizzano `Immediato stop dei voli. Parte, con altri vettori, chi ha un biglietto fino De Micheli: «Scelta gravissima. Adotteremo ogni misura possibile» al 25 febbraio. Dopo scatteranno i rimborsi. Coinvolti 35.000 passeggeri `

LA CRISI ROMA Air Italy, la compagnia aerea che serve in particolare i voli da e per la Sardegna, chiude. I soci (51% la società Alisarda di cui è proprietario l’Aga Khan e 49% Quatar Airways) ieri hanno deciso la liquidazione in bonis. In cassa non ci sono più soldi da tempo, le perdite si sono accumulate (ai 163 milioni di euro del 2018 si sono aggiunti 230 milioni del 2019), per far volare in sicurezza ancora gli aerei, pagare il personale, la manutenzione, la benzina e tutto il resto, ci sarebbero voluti almeno altri duecento milioni di euro subito. Ma i soci, duranteun’assemblea duratanonpiù di 25 minuti, hanno detto no. Niente ricapitalizzazione. L’avventura, iniziata appena due anni fa sulle ceneri di Meridiana, è già finita. «A causa delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà del mercato» si legge in una scarna nota stampa. In realtà - ha fatto poi sapere il socio di minoranza - «Qatar Airways era pronta a sostenere il rilancio e la crescita della compagnia aerea, ma ciò sarebbe stato possibile esclusivamente solo con l’impegno di tutti gli azionisti». Insomma, è stato il fondo dell’Aga Khan che ha gettato la spugna, rifiutando la via della ricapitalizzazione. «Non c’erano concrete pro-

STAMANE AL MIT I DUE COMMISSARI NOMINATI DALLA COMPAGNIA I SINDACATI PROCLAMANO LO SCIOPERO NAZIONALE DELL’INTERO SETTORE

Un aereo della compagnia Air Italy

spettive di qualsiasi miglioramentoperilfuturo» ha replicatoilsocio di maggioranza. Ricordando, tra le altre cose, che quando fu rilevata Meridiana, nel 2017, aveva una perdita di 40 milioni di euro con un fatturato superiore ai 350 milioni. Adesso la perdita di 230 milioni è arrivataal70%delfatturato.

AEREI A TERRA SUBITO Ai 1.200 dipendenti (1.500 con l’indotto) la «difficile scelta» è stata comunicata con una lettera del presidente della compagnia, Roberto Spada, in cui si annuncia lo stop immediato dei voli «per motivi di sicurezza e a tutela sia degli equipaggi che di tutti i passeggeri». Chi haintascaun bigliettoAirItalycon data fino al 25 febbraio, arriverà a destinazione «nei giorni e negli orari previsti» con altri vettori che la stessa compagnia si occuperà di

trovare. Chi invece ha biglietti dal 26 febbraio in poi - si legge in una nota della società - sarà «riprotetto o rimborsato integralmente». Secondo le prime stime delle associazioni dei consumatori sono circa 35.000iviaggiatori coinvolti. Air Italy - si legge ancora nella nota - continuerà a «garantire i servizi contrattualizzati con il Ministerodella Difesae glioneridi servizio pubblico, per tutta la durata degli impegni assunti». Verranno pagati «tutti i creditori, inclusi i fornitori di servizi aeroportuali». A gestire il piano saranno due commissari liquidatori: Enrico Laghi (già commissario di Alitalia e prima ancora di Ilva) e Franco Lagro (un passato da revisore di Price Waterhouse Coopers). Per i dipendenti inizia l’incubo verso l’ignoto. Il tavolo previsto al Mise oggi, richiesto a gran voce dai

sindacati proprio per affrontare una situazione che si annunciava molto difficile, è saltato. Ora si sta cercando di mettere su un altro tavolo al Ministero dei Trasporti. La ministra Paola De Micheli ieri ha fatto la voce grossa, definendo la scelta «gravissima»: «Non è accettabile la decisione di liquidare un’azienda di tali dimensioni senza informare prima il governo e senza valutare seriamente eventuali alternative, pertanto mi aspetto

che Air Italy sospenda la deliberazione fino all’incontro che possiamo calendarizzare a partire dalle prossime ore». «Il ministero - ha poi aggiunto - adotterà tutte le misure possibili per garantire i diritti dei passeggeri e i collegamenti fino ad oggi coperti dalla compagnia». Già stamane i commissari liquidatori sono stati convocati al Mit per una riunione con la stessa ministra, la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde, e il presidente di EnacNicolaZaccheo. I sindacati, che da tempo denunciavano la crisi del vettore, sono ovviamente sul piede di guerra. L’Anpav, l’associazione degli assistenti di volo, accusa il management della compagnia di «ripetute scelte errate». Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo hanno proclamato per tutta la giornata del 25 febbraio lo sciopero nazionale dell’intero settore del trasporto aereo, ricordando che sul tavolo c’è anche l’altra difficilissima e irrisoltavertenzache riguardaAlitalia. PerlaSardegnaresta comunque uno scenario tragico visto che Air Italy era il vettore principale per i collegamenti con l’isola. Air Italy si è impegnata a continuare a svolgere i collegamenti in continuità territoriale con la Sardegna solo fino al 16aprile,datadella conclusionedel regimeattualmentevigente. Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tessitura Monti: parte la cigs, c’è un investitore interessato IL RILANCIO TREVISO Chi vorrà rilevare la Tessitura Monti dovrà mantenere l’attività nel quartiere generale di Maserada, in provincia di Treviso, e garantire i livelli occupazionali. Le condizioni, peraltro previste da alcuni vincoli di legge, sono state poste dal commissario giudiziale Fabio Pettinato anche all’investitore che, nelle scorse settimane, ha manifestato un possibile interesse per la storica azienda trevigiana.

GARANZIE OCCUPAZIONALI L’ultracententario gruppo tessile, tra i più noti produttori italiani di tessuti per camiceria, a fronte di una pesante situazio-

ne debitoria (a fine 2018, ultimi dati ufficiali, l’esposizione sfiorava gli 84,5 milioni di euro) è stato inserito in amministrazione straordinaria lo scorso 7 febbraio. Ieri, in Regione, a Venezia, è stato firmato l’accordo per la cassa integrazione straordinaria, ulteriore tassello per l’opera di risanamento e rilancio (e, a sua volta, elemento necessario per la concessione della procedura). L’incontro ha visto al tavolo l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, e i tecnici dell’unità di crisi, i rappresentanti della proprietà, di Assindustria VenetoCentro, i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e Fabio Pettinato, commercialista milanese inca-

Pettinato ha ribadito le valutazioni, espresse nella sua relazione consegnata ai giudici, secondo cui sussistono i presupposti per un recupero dell’equilibrio economico e ha confermato di aver avuto dei contatti con un possibile investitore, su cui si mantiene massima riservatezza. Anche perché, per ora, non c’è alcuna vera e propria offerta ufficiale. Nel contempo, è stata sottoscritta l’intesa per la cassa integrazione straordinaria, a parti-

IL CASO ROMA «I commissari giudiziali hanno espresso parere positivo sulla fattibilità giuridica ed economica del piano e della proposta di concordato». Lo riferisce il gruppo Astaldi, il giorno dopo il deposito in Tribunale a Roma della relazione sulla proposta di concordato preventivo in continuità aziendale. La società riferisce che nella relazione la proposta di concordato viene qualificata come «sicuramente più vantaggiosa per i creditori chirografari» rispetto all’amministrazione straordinaria. La relazione s’inserisce nell’ambito della procedura concordataria, per cui sono convocate a Roma assemblee degli obbligazionisti UK per 140 milioni di euro e Usa per 750 milioni per deliberare sulla proposta di concordato preventivo in continuità, il 25 febbraio, 10 marzo e 24 marzo (prima, seconda, terza convocazione). Assemblee che il Comitato bondholder Astaldi, che rappresenta 70 milioni di euro degli investitori in obbligazioni scadenza 2020 e 2024, ha chiesto di revocare, non ritenendole competenti «a decidere quale voto il loro rappresentante dovrà esprimere nell’adunanza dei creditori».

MASERADA SUL PIAVE La sede principale della Tessitura Monti

ricato dal Tribunale della gestione in questa fase (si attende a giorni la nomina del commissario straordinario che peraltro potrebbe essere lo stesso professionista).

RILANCIO POSSIBILE

Astaldi, c’è l’ok dei commissari alla proposta di concordato

re dal 23 dicembre scorso, per un anno, per 238 dei 248 dipendenti oggi in forza (restano esclusi, nove dirigenti e un apprendista). Verrà applicata a seconda delle esigenze produttive del momento.

ATTACCAMENTO L’assessore Donazzan si è rivolta anche gli altri industriali veneti: «La Regione c’è e ci sarà sempre al fianco di Tessitura Monti, in ogni fase di questa procedura - ha dichiarato l’esponente della Regione Vene-

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to rivolgendosi al commissario Pettinato, a cui ha riconosciuto grande passione e competenza - sia nei confronti dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico che nei riguardi del ter-

L’ASSESSORE DONAZZAN: «REGIONE A FIANCO DI LAVORATORI ENCOMIABILI, ORA SERVONO IMPRENDITORI VENETI CORAGGIOSI»

ritorio. Questo territorio infatti, ma soprattutto questi lavoratori, hanno dato prova di un totale attaccamento alla propria azienda, lavorando anche in condizioni difficili quando, ad esempio, sono stati costretti da un inconveniente a lavorare al freddo - ricorda la responsabile dell’assessorato al lavoro e alla formazione in Veneto -. L’appello principale che faccio è agli imprenditori veneti, affinché guardino con il coraggio, che da sempre li contraddistingue, al futuro di Tessitura Monti». Per ora il presidio produttivo trevigiano è salvo anche con la cigs. Almeno fino a fine anno. Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 12 Febbraio 2020

VENETO

BELLUNO.Ilforteventoscoperchiaunalbergo

Fortiraffichedivento,stimateintornoai120chilometriorari,hannoinvestitoieriil Belluneseprovocandonumerosidannitracuiloscoperchiamentodiunalbergo(per fortunaprivodiospiti)aCanaled’AgordoinvaldiGares:nessunapersonaferita.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

POLITICA. Il leader della Lega a Padova ha candidato Zaia. Nel partito avanza la riorganizzazione

Salvini:«AlleaticonFdI? Servepattosuautonomia» Finco:«Adessochiederà a Melonil’accordo scritto perchélei sultema nonèmai statachiara.Senzafirma,noiin Venetocorriamodasoli» Cristina Giacomuzzo

Dal palco del PalaGeox di Padova, Matteo Salvini, leader della Lega, detta la linea del partito. Sono due le dichiarazioni che brillano come un faro nella notte per i leghisti veneti. Prima. L’investitura dell’uscente Luca Zaia a candidato alla presidenza del Veneto. Sì, perché, alle precise e reiterate domande dei cronisti, in questo periodo il governatore ha sempre dribblato: «Intanto, penso a finire il mandato». Dal palco padovano Zaia ha ricevuto l’incarico ufficiale per la corsa numero tre a governatore veneto. «Con Zaia - ha detto Salvini qui non c’è bisogno di fare campagna elettorale. Verrò solo a bermi un bicchiere di amarone». La seconda dichiarazione che sgombera il campo riguarda le alleanze. La Lega in Veneto potrebbe correre da sola. Tutto dipenderà dalle altre forze politiche. Gli occhi sono puntati in

particolare su FdI. Salvini l’ha spiegato così: «A Roma, come a livello locale, siamo disponibili ad allearci solo con chi, prima del voto, sottoscriverà l’impegno ad approvare la legge per l’autonomia».

tutti a costi. E il punto cruciale si chiama autonomia. Serve un accordo scritto con la leader di FdI, Giorgia Meloni, che ha sempre dato segnali contrastanti sull’argomento. A questa partita, ovviamente, ne vanno aggiunte altre per definire l’alleanza a livello nazionale. Ma diciamo che questa è per Salvini fondamentale. Noi andremo di conseguenza, fosse solo perché non dobbiamo certo convincere i regionali di FdI che si sono impegnati fin dall’inizio, dalla campagna referendaria sull’autonomia. L’incognita, insomma, è Meloni a Roma perché è lì che il nuovo Governo deciderà davvero sul futuro dell’autonomia». LISTE E LEGA SALVINI. L’altro

L’ATTESA. Con questi due

punti fissi si può finalmente parlare di campagna elettorale in casa Lega. L’immobilismo imposto da Zaia stava facendo salire la tensione soprattutto tra chi scalpita per correre ed entrare in consiglio regionale. E sono tanti che nutrono speranze visto che la Lega in Veneto è data per favorita. O meglio, per scontata vincitrice. A fronte di questo, tuttavia, non sono state convocate riunioni del direttorio. E non si sono tenuti incontri con le altre forze politiche che compongono la coalizione con cui Zaia ha vinto nel 2015 cioè FdI, FI e indipendentisti. Non si muove foglia. Volutamente. La scelta del silenzio di Zaia in questo

INQUINAMENTO. Per l’acquedotto in zona rossa

AlcentroMatteo Salvini con LucaZaia e NicolaFinco sulla destra

periodo potrebbe essere pura tattica. Starebbe cioè lasciando gli onori della cronaca agli avversari, al centrosinistra in particolare che, scomposto, sta tentando di organizzarsi. LECONSEGUENZE. Adesso che

Salvini ha indicato la via, il quadro è più chiaro e le truppe di “Zaia boys” sono pronte a mobilitarsi. Il rapporto con

FdI è il prossimo nodo da sciogliere. Ne è convinto Nicola Finco, capogruppo Lega in Regione. Lui siede nel direttorio ed è vice commissario veneto: «Qui anche da soli vinciamo, si sa. Salvini da Padova ha ribadito che sta lavorando per un centrodestra unito ed è quello che si augura. Ma ha pure detto chiaramente che non si può unire a

nodo da chiarire sono le liste. Quante saranno oltre alla Lega e alla lista di Zaia? Se ne ipotizza una terza, una civica. Intanto, una certezza: è stato ufficializzato nome e simbolo che correrà alle elezioni. È “Liga Veneto-Lega Salvini Premier” dove confluiranno le new entry. Questo perché nei giorni scorsi sono state costituite le 13 associazioni regionali, tra cui la veneta, che si aggiungono a quelle già avviate al Sud. In pratica sono i primi passi del nuovo soggetto politico che manda in pensione la Lega con la parola Nord. In Veneto la segreteria è formata dal direttorio. È stato nominato come amministratore l’ex sottosegretario, Massimo Bitonci. • © RIPRODUZIONERISERVATA

EmergenzaPfas Arrivatigliultimi 23milionidalloStato Salgonocosì a 80imilioni in cassa «Primitubiprontiperfineanno» Lo scorso 6 febbraio è stata pubblicata l’ordinanza del Dipartimento di protezione civile nazionale che stanzia gli ultimi 23 milioni e mezzo di euro che servono per realizzare in emergenza le nuove tubature che porteranno acqua pulita nella “zona rossa” dei Pfas, cioè tra le province di Vicenza, Padova e Verona. Questa è l’ultima tranche di soldi che arriva dallo Stato che ha finanziato in totale 80 milioni di euro. L’intera opera ammonta a 120 milioni. I restanti 40 arrivano dai gestori (e quindi anche dalle tariffe) che sono in prima linea nella lotta all’inquinamento da Pfas. Non solo. Queste opere, va ricordato, rientrano in una programmazione più ampia pianificata dalla Regione che ha respiro decennale che si chiama Mosav, cioè Modello strutturale degli acquedotti in Veneto, che ha un obiettivo ambizioso, come annunciato da tempo dal governatore, Luca Zaia: riuscire ad affrontare le emergenze come quella dei Pfas. Come?

Creando una rete di acquedotto capace di isolare l’eventuale zona che risulti inquinata e supplendo con acqua pulita che arriva da altri tubi. Con l’emergenza Pfas è cambiata la priorità degli interventi del Mosav, realizzando cioè prima quelli funzionali alla zona rossa. Le opere, coordinate dal commissario regionale Nicola Dell’Acqua, stanno procedendo come da programma. Il primo stralcio - cioè il pozzo a Recoaro e condotte di collegamento (soggetto attuatore ViAcqua) - è realizzato al 50% e terminerà entro fine anno. La condotta LonigoBelfiore sta procedendo bene: i lavori (il soggetto attuatore è Acque Veronesi) sono stati affidati lo corso 30 maggio. Poi c’è il collegamento Montecchio-Brendola (soggetto attuatore: Veneto Acque): lì il cantiere si è aperto lo scorso mese. Infine, il tratto Ponso-Montagnana-Pojana (Acque Venete) è in corso di aggiudicazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA

AUDIZIONEALLACAMERA. Ilneo-supercommissario Spitze ilprovveditorealle opere Zincone

«VediamoseilMoseèefficace conbarrierealzatesoloinparte» «Èundovereverificarlo:si potrebberotutelarele attività delporto» Piero Erle

Di sicuro sa già quello che succederà venerdì, il supercommissario governativo per il Mose, Elisabetta Spitz, chiamato ieri per la prima volta a fare il punto in Parlamento. Venerdì infatti scatterà l’evento-manifestazione “E se Rovesciamo Venezia?”, promosso da Assoagenti con il mondo delle imprese della laguna: «Spedizionieri, agenzie marittime, terminalisti, armatori, e industriali, con l’appoggio esterno delle parti sindacali - dice una nota - faranno sentire la loro voce per sbloccare la situazione del porto di Venezia, la cui sopravvivenza e competitività a livello commerciale sono messe a rischio da anni a causa di ritardi burocratici e immobilismo della politica sulla manutenzione ordinaria portuale». “Rovesciare Venezia”, per gli organizzatori, significa «riaffermare che il porto è la vita della città». APRIRE SOLO IN PARTE. Di si-

curo lo sa, il commissario Spitz. Tant’è vero che ieri di fronte alla commissione “Ambiente” della Camera ha aperto uno spiraglio su una delle questioni più dibattute per il

ElisabettaSpitz

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sistema Mose: la possibilità che si riesca ad evitare livelli alti di marea a Venezia senza però alzare proprio le barriere con tutte le 110 paratoie del Mose, in modo da lasciare un “varco” per le navi che devono entrare o uscire dal porto. «La navigazione è garantita comunque anche con le barriere tutte alzate - ha precisato Spitz ai parlamentari - perché ci sono le conche di navigazione, e vi posso dire che abbiamo approvato da poco la modifica della conca di Malamocco che era stata danneggiata nel 2015. È anche vero però che i tempi di navigazione con questo sistema sono più lunghi». Nulla di deciso, quindi, ma «è un dovere verificare se, ad esem-

pio, è ipotizzabile in alcune condizioni di acqua e di vento ci sia la possibilità di chiudere solo metà barriera alla bocca di porto di Chioggia». E far passare navi. ACCELERATA SUI LAVORI. Ri-

spondendo alle domande dei deputati (tra cui, a più riprese, Nicola Pellicani del Pd e il forzista Renato Brunetta), Spitz ha anche confermato vari punti. Ritiene l’opera pronta al 93% e che i lavori sono in corso. Gli operatori saranno formati fino a maggio, in parallelo alle prove, per arrivare a luglio a poter attivare le paratoie in caso di emergenza anche se non tutta l’opera è completa. Un’area adeguata per alcune ma-

nutenzioni del Mose potrebbe essere la “Pagnan” di Marghera, «ma prima c’è da decidere come organizzarle: vanno divise le manutenzioni “hardware” da quelle “software”». Infine ha annunciato di aver chiesto al consorzio Venezia Nuova di «ridurre le aree di cantiere, cosa mai fatta: è un segnale anche per la gente vedere che i cantieri cominciano a chiudere, e ci sono zone ad esempio al Cavallino che ormai sono inutilizzate». Prima di lei Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, aveva confermato ai deputati che dall’estate sarà possibile un utilizzo provvisorio del Mose e che «è progettato per contenere maree fino a tre metri di altezza: in novembre avrebbe ridotto a 113 centimetri il picco che salì invece a 187». Zincone ha spiegato che c’è un ritardo dei lavori ma che adesso si sta accelerando, unendo lavori e avviamento dell’opera, per averla pronta a fine 2021. E ha ammesso che c’è corrosione di alcune parti del sistema, ma «questo non influisce sul funzionamento, semmai accorcia i tempi previsti di durata dei materiali». Con costi futuri maggiori, quindi. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Èstatoaffidatoa Konstruttiva,conThetise Mate Engineering

MaSanMarcofiniscesottocomunque Prontoil progetto specialeper la piazza Alberto Minazzi VENEZIA

Ilsistema diparatoiemobili Mose,alle bocchediportodi Venezia,èingradodigarantire cheillivello dell’acqua, all’internodellaLaguna, non superii 110 centimetri sullo zeromareografico dipunta dellaDogana.Una quota “gestibile”per la città,ma che nonsalvaguarda le zonepiù basse,come piazzaSan Marco. Bastipensare chegià a +60sul mediomare ilnartece della Basilicainiziaad allagarsi,a +71iniziano a formarsi in piazzale prime “pozzanghere”, a+81%èallagato il 20% della piazzaetra 87 e89centimetri metàdiPiazzaSan Marcoè sottoacqua, con l’acquache iniziaa entrarenelnartece ancheper sormontodelle barriere.Bastanoqueste cifre percapire cheil Moseè fondamentaleper scongiurare eventidrammaticicome quelli delloscorsonovembre,ma chiaramentenonbasta. Servonocioè opere diffusee progettispecificiper tutelare lavita quotidianadellacittà, oltrechei capolavoriartistici cherendonounicaVenezia. Eccoperché, suimpulso del Provveditore,nel2017èstato avviatouniternel qualeil ConsorzioVenezia Nuovaha affidatoa un’associazione temporaneadiimprese(Thetis eConsorzioKonstruttiva,che

Acquaalta inpiazza S.Marco hapoi indicatoMateEngineering comesua consorziataper la materialeesecuzione dell'incarico)ilcompito di realizzareun progettoper salvaguardarePiazzaSan Marco daquelleacquealte chenonsono copertedal Moseo dal recente sistemarealizzato appositamente peril nartece(che adesso èin gradodifronteggiare le maree finoa 89centimetri). Il progetto definitivoèorapronto:èstato consegnatodall’Atial Consorzio a metàgennaioeieri èstato ufficialmenteillustratodai presidentidi Kostruttiva(Devis Rizzo)eMate(Raffaele Gerometta)e daitecnici chene hannoseguito le varie fasi,a

partiredal massiccio lavorodi indaginesvolto sulla piazza,il cui perimetro,per inciso,sarà l’unicoa esseretutelatodal sistema di valvole,mentreadesempio l’adiacentecalledellaCanonica saràancora soggettaall’acqua alta,nellafascia tra 90 e112 centimetri.Èun progetto complessoedarticolato, delcosto stimatodicirca unatrentina di milionidieuro.Prevede interventi diprotezionedelbordo di sormonto,dichiusura controllata dialcuneconnessioni idrauliche (mentrealcune, nonpiù funzionali, sarannodefinitivamentechiuse), dirisanamento deicunicoli edi riordinodeisottoservizi (compresala separazionedelle acquenere). Con laconsegnaal committente,chesvolgerà adessola faseistruttoria interna, parteadesso ilvagliodelle autoritàedeglienti (apartire dal ProvveditoratoalleOpere Pubblicheedalla Soprintendenza),dopo dichesi potràpassareallaprogettazione esecutiva.«Dall’approvazione e dall’iniziodeilavori- hadichiarato Rizzo-posso dire chepensiamo cheinunpaio d'annisi possa passareall’esercizioprovvisorio, perevitare l’allagamento della piazza».Unimpianto diquesto tipo,con ilsistema di valvoleche verràchiuso con unlivellodi mareadi70centimetri, necessiteràinfatti diunaintera stagioneinvernale perla taratura definitiva. © RIPRODUZIONERISERVATA


MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO

CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO

31

I disoccupati snobbano il lavoro in Comune Al bando pubblicato due volte si presentano solo 9 candidati per 15 posti, il sindaco: «È colpa del reddito di cittadinanza» Silvia Bergamin CITTADELLA. Il Comune pro-

muove progetti di lavoro per persone disoccupate, non sarà il mitico posto fisso pubblico, ma comunque di una opportunità si tratta; il problema è che si sono presentati in pochissimi rispetto agli anni precedenti. E il motivo qual è? «Non ci sono storie, è tutta colpa del reddito di cittadinanza», scandisce il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon, che stigmatizza la negatività della misura simbolo varata dal M5S al governo. A scuotere l’amministrazione e a far scattare il campanello d’allarme sono i dati: per i lavori di “pubblica utilità”, di solito si

presentavano quaranta persone già alla prima chiamata; in questo caso – invece – è stato necessario pubblicare il bando due volte e, alla fine, si sono presentati in nove su quindici posti a disposizione. La misura è stata esposta alla cittadinanza nei mesi scorsi ed è stata finanziata dalla Regione Veneto con un decreto, il numero 739, di inizio ottobre dello scorso anno. Il progetto è “Cittadella per la pubblica utilità” e permette al Comune di assumere 15 persone con contratto a tempo determinato per la durata di 6 mesi; grazie al contributo di Venezia, le persone beneficiarie dell’opportunità verranno impiegate sia nell’area amministrativa sia nell’area tecnica del munici-

Un cittadino chiede una consulenza al centro di assistenza fiscale

pio. Per chi è pensata la politica attiva del lavoro? Essenzialmente per i disoccupati di lunga durata, con più di trent’anni, residenti nel terri-

torio di Cittadella e che non percepiscano ammortizzatori sociali o pensioni ed abbiano un Isee non superiore ai 13 mila euro. La misura è sta-

Ruzzante (Leu) incalza il governatore del Veneto: «La Lega ex-Nord prenda provvedimenti» E sui social continuano a volare insulti e colpi bassi tra gruppi autonomisti e indipendentisti

«Zaia spieghi chi paga il bollo per le targhe Serenissime» LA POLEMICA

Giusy Andreoli auto targata “Serenisima Nasion Veneta dela Venesia” è in regola con il pagamento della tassa automobilistica? Lo chiede il consigliere regionale di Veneto 2020 – Leu, Piero Ruzzante, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata indirizzata alla Giunta regionale. «Zaia e i suoi assessori non dovrebbero limitarsi a prendere atto della situazione» scrive Ruzzante «mi permetto di ricordare loro che, oltre a essere in campagna elettorale permanente, sarebbero anche al governo della nostra regione da venticinque anni». Per Ruzzante, insomma, è doveroso un control-

L’

lo per verificare se il proprietario della Suzuki paghi la quota dovuta alla Regione. Resta, però, da capire, chi deve versare la gabella. Secondo quanto sostenuto da Roberto Fongaro, sedicente funzionario della “motorizzazione” dello Stato Veneto che l’avrebbe immatricolata, la Suzuki con targa venetista è di proprietà dello Stato Veneto. Inutile chiedere al “funzionario” se il veicolo è in regola con il bollo. «Se volete sapere qualsiasi cosa mandate una richiesta via mail al “funsionariovenezia@libero.it” e vi risponderemo» ha tagliato corto Fongaro. Per la mail non c’è ancora il riconoscimento dello Stato veneto... Ovviamente l’incombenza del pagamento del bollo si estende anche alle altre auto venetiste. Chi, invece, non ha problemi a dire che il bollo non lo paga è Gabriele De Pie-

campo san martino

Derubavano gli anziani Stanati i finti tecnici CAMPO SAN MARTINO. Anziani

nel mirino dei ladri senza scrupoli: falsi addetti comunali nei guai. I carabinieri della stazione di Piazzola sul Brenta hanno denunciato in stato di libertà per furto e tentato furto in abitazione D. R., 22 anni, e D. F., di 25, entrambi originari della Romania, pregiudicati per reati della stessa specie e senza fissa dimora. Gli accertamenti, eseguiti

anche attraverso individuazione fotografica, hanno permesso ai militari del luogotenente Pietro Ligorio di stabilire che i denunciati, il 9 gennaio dello scorso anno, a Campo San Martino, si erano spacciati per dipendenti del Comune e con la scusa di verificare alcune perdite d’acqua, si erano introdotti nell’abitazione di una pensionata di 81 anni, rubandole 70 euro in contanti. La malcapitata si era resa

La targa della “Nasion Veneta” al centro delle polemiche

ri, “presidente” dell’autoproclamato “Governo Nasionae Veneto”, nemico giurato di Serenisima Nasion. «Abbiamo cinque auto con targa veneta e il bollo non lo paghiamo» fa sapere De Pieri. E la copertura assicurativa? «Stiamo aspettando che la compagnia ce le assicuri» affer-

ma De Pieri «Quale? Una compagnia straniera». Dopo la targa, la questione del bollo auto si sposta sul piano politico. Ruzzante accusa il Carroccio di tollerare le posizioni dei venetisti. «La Lega ex-Nord continua a strizzare l’occhio agli indipendentisti. Basta, la facciano finita e prendano

conto dell’ammanco troppo tardi, quando ormai i delinquenti erano lontani dalla sua proprietà e pronti a colpire un’altra ignara vittima. Successivi sviluppi investigativi hanno infatti consentito di accertare che la coppia, pochi istanti dopo il primo blitz, aveva tentato – utilizzando lo stesso modus operandi – di mettere a segno un secondo furto nell’appartamento di un’altra 81enne: l’anziana, in questo caso, aveva intuito le cattive intenzioni della coppia, ed era riuscita ad allontanarla senza che le portasse via nulla. Entrambi gli episodi erano stati denunciati alle forze dell’ordine, che in questi mesi hanno chiuso il cerchio. — S. B.

san martino di lupari

ta seguita da un ente di formazione, Attivamente Srl, e dalla società cooperativa consortile Veneto Insieme. «Grazie, si fa per dire, al reddito di cittadinanza», sottolinea il primo cittadino, «si sono presentati solo in nove, ma di solito erano una quarantina i candidati». Quindi ci sarebbero altri sei posti di lavoro a disposizione. «Abbiamo pubblicato il bando due volte», sottolinea l’amministratore. La prima scadenza era in autunno, si è dovuto rilanciare, ed ancora quota 15 non è stata raggiunta. Pierobon non nasconde una certa sorpresa: «Non me lo aspettavo, credevo ci sarebbe stata una risposta immediata da parte della cittadinanza, come avvenuto nel-

le passate edizioni. Considerando poi che questo tipo di percorso porta ad un’occupazione stabile per il 30-40% dei partecipanti. Ed invece probabilmente il sistema di pagare la gente spinge a rimanere a casa, a rinunciare. E questo è un approccio negativo. Con il reddito di cittadinanza tutto rimane fermo, è un approccio da stato assistenzialista», insiste il sindaco, «e chi è abituato a vivere senza fare nulla può continuare a farlo. Riproporremo comunque ancora il bando, anche se dovessimo aiutare una sola persona. È un peccato dovere rinunciare ad un’opportunità di questo tipo per le persone che sono in difficoltà». —

provvedimenti» sbotta Ruzzante «com’è possibile che sia consentito al sedicente “Stato veneto dele Venesie” di utilizzare lo stemma del leone di San Marco?». E chiede al governatore Zaia di adottare gli opportuni provvedimenti, anche in via giudiziale, per tutelare i simboli di rappresentanza della Regione e le forme di autogoverno previste dallo Statuto regionale. Ma c’è un episodio che la dice lunga sulla volontà di osservare le norme in tema di veicoli dello Stato italiano. L’esperienza è stata vissuta dal coordinatore triveneto dell’Unasca (Unione autoscuole e agenzie pratiche automobilistiche) Carlo Rizzardi nella sua veste di consulente sulla sicurezza di mezzi pericolosi. Era andato a fare un contratto a un autonomista, ma quando ha cominciato a elencare leggi e norme si è sentito dire: «Noi siamo del Veneto e mi dai leggi italiane? Non voglio saperne niente e se non fai presto ad andar via tira fuori lo TDJPQP». Intanto rimane d’attualità la contesa della primogenitura della targa venetista, rivendicata da De Pieri che mal sopporta la “pubblicità” ottenuta dall’auto di Fongaro e del suo sodale Enrico Vella, l’ex imprenditore di Cerea al vertice dello Stato Veneto delle Venesie o Serenisima Nasion Vene-

ta Sovrana dela Venesia. Ieri De Pieri ha lanciato una provocazione sulla mancata assicurazione delle auto indigene. «Se trovo per strada il veicolo di Vella mi faccio investire, voglio proprio vedere come andrà a finire, chi mi pagherà i danni?». Una rivalità conclamata. Sul sito del suo Governo nasionae, De Pieri mette in guardia «iscritti e simpatizzanti sulle voci riguardanti una possibile adesione del Governo a progetti o gruppi con altre pseudo realtà fantasiose che compongono la galassia venetista. L’unica autorità riconosciuta a rappresentare il popolo veneto a livello nazionale e internazionale è solamente ed esclusivamente il Governo nasionae veneto del popolo veneto» aggiunge «Pertanto il Governo nasionae proseguirà il suo percorso giuridico per il diritto di “autodeterminazione del popolo veneto” scevra da influenze, affiliazioni o apparentamenti con pseudo indipendentisti da strapazzo». Da parte sua Fongaro aveva già dichiarato che l’ «abusivo» è De Pieri poiché presenta documenti “in lingua italiana”, al contrario della Serenisima Nasion che scrive e parla solo in dialetto. Ma il segretario della Lega di Trebaseleghe Gianni Carraro mette a posto tutti e due: «Sono carnevalate» .—

Precipita per 8 metri È salvo per miracolo SAN MARTINO DI LUPARI. Cade

dal tetto del capannone e si fa un volo di otto metri, ma – miracolosamente – non corre pericolo di vita. Tragedia sul lavoro sfiorata, ieri mattina, a San Martino di Lupari. Vittima dell’incidente un giovane di 22 anni, originario del Marocco e residente a Bondeno, in provincia di Ferrara, che era impegnato in un lavoro di bonifica delle celle frigorifere sistemate sopra il tetto di un

capannone di via Palù, all’interno del quale svolge la propria attività la ditta “Agostini Elio snc”. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Martino di Lupari, che hanno svolto i rilievi e si sono occupati di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Secondo quanto è emerso finora, l’operaio – che lavora per la Ma Srl di Napoli – era impegnato nello svolgimento delle sue mansioni di

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bonifica delle celle frigorifere quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato nel vuoto, schiantandosi a terra dall’altezza di otto metri. Immediatamente è scattato l’allarme e sul posto è intervenuta una ambulanza del pronto soccorso di Cittadella che ha accompagnato il ferito in ospedale, dove ha ricevuto le cure necessarie. Al momento la prognosi è in via di definizione, quello che fortunatamente è però certo è che il malcapitato non corre pericolo di vita. La procedura è seguita ora dai tecnici dello Spisal di Camposampiero, che stanno cercando di appurare cosa sia accaduto nei dettagli. — S. B.


MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA

PRIMO PIANO

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I problemi della laguna Rinviata a maggio dal gup Stigliano Messuti la prossima udienza per valutare la norma che estingue il reato a chi salda l’evasione

Mose, le fatture false a rischio estinzione grazie a una norma della Finanziaria 2020 SENZA FINE

Roberta De Rossi a nuova Finanziaria 2020 fa cadere l’accusa penale nel caso di evasori che abbiano saldato i propri conti con l’Erario (con tanto di sanzioni, ovviamente) se l’evasione è stata messa a segno con false fatture come quelle che a decine hanno alimentato i fondi neri del Mose? È per chiarire questo interrogativo sollevato dalle difese - legato alla recentissima manovra del governo, non ancora pienamente conosciuta in tutte le sue parti - che ieri il giudice Gilberto Stigliano Messuti ha rinviato al 12 maggio l’udienza “Mose 6”, uno dei tanti procedimenti “figliati” dall’inchiesta madre sulle Tangenti Mose. In aula, i vertici delle società che hanno realizzato otto cassoni del Mose per la bocca di porto di Chioggia - sei di soglia e due di spalla - accusati in questo caso di evasione fiscale, per aver emesso false fatture, sovradimensionate rispetto alle spese reali. Sono i soldi rimborsati a pie’ di lista con fondi pubblici per la realizzazione dei cassoni del Mose, la cui differenza - rispetto a spesa reale - serviva ad alimentare i fondi neri per tangenti e donazioni pagate dal Consorzio Venezia Nuova dell’era Mazzacurati. Chiuso il capitolo tangenti con condanne e patteggiamenti, resta ora ancora aperto quello fiscale, perché l’ammontare

L

complessivo delle false fatturazioni è stato anche detratto dalle imposte delle singole società, come spese per l’acquisto di merce: costi però sovradimensionati, che quindi - secondo l’accusa mossa dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto - hanno così procurato ai titolari delle ditte un indebito vantaggio fiscale. Evasione fiscale. Soldi sottratti all’Erario per oltre 4 milioni di euro, secondo le contestazioni. Una vera e propria cresta sui cassoni del Mose. Ieri, però, gli avvocati della difesa hanno sollevato una questione, chiedendo al giudice di valutare se nelle pieghe della finanziaria 2020 - che inasprisce le pene per i reati fiscali - sia stata al contempo estesa l’estinzione del reato penale anche all’evasione con false fatturazioni , nel caso in cui le pendenze con l’Erario siano state sanate e il Fisco pubblico abbia avuto tutti i soldi dovuti, con relative sanzioni. Seppur in ritardo e dopo essere stati scoperti dalle inchieste. In questi mesi, le parti faranno i loro accertamenti. Sotto indagine per questo filone dell’inchiesta Mose sono, a vario titolo: Sandro Zerbin, presidente della Mose 6 Chioggia e della Clea (avvocata Stefania Pittarello), Franco Morbiolo e Pio Savioli di Coveco (avvocato Massimo Benozzati), Stefano Tomarelli per Clodia Scarl (avvocato Claudio Coratella), Duccio Astaldi per Condotte e Antonio Picca per Clodia (avvocato Luca Marafioti). — © RIPRODUZIONE RISERVATA

CIFRE E DATI

2021 La data per ora non cambia. Secondo il cronoprogramma stilato nei mesi scorsi entro il 31 dicembre del prossimo anno il Mose potrà essere messo in funzione.

5,5 Sono i miliardi fin qui spesi per la realizzazione della grande opera.

2014 L’anno dell’inchiesta che ha travolto i vertici del Consorzio Venezia Nuova.

Le paratoie in sollevamente durante una delle prove effettuate a Chioggia

78 Sono le paratoie che costituiscono il sistema Mose. Una volta alzate tutte, la città di Venezia dovrebbe essere risparmiata dalle maree superiori ai 110 centimetri.

187 I centimetri di marea che il 12 novembre scorso hanno allagato il 90% per cento di Venezia. Si tratta della seconda marea più alta di sempre dopo i 194 centimetri raggiunti nel ’66.

la denuncia dei tecnici

«Sabbia e detriti quando si sollevano le paratoie» «Le paratoie sono state progettate in modo che quando vengono sollevate aumenta il deposito dei sedimenti». Un nuovo problema potrebbe interessare la manutenzione del Mose. Lo ha sollevato nel corso del convegno di sabato all’Ateneo Veneto il professor Enrico Foti, docente all’Università di Catania e già consulente del Consorzio Venezia Nuova. Durante le manovre di sollevamento, ha rivelato l’in-

gegnere, la quantità di sedimenti depositati aumenta. Un tema con cui si deve fare i conti. Perché proprio il deposito delle sabbie sopra le paratoie nella barriera di Treporti ne aveva provocato il mancato utilizzo dopo le prime prove di sollevamento del 2017. Notevole il costo per la pulizia dei fondali e degli alloggiamenti. Dove le paratoie non erano rientrate. Il Consorzio ha affidato uno studio per capire di che entità debba essere questa manutenzione. Il deposito di sabbia e sedimenti è particolarmente massiccio nella bocca di Lido, in particolare a Punta Sabbioni. Del resto il topo-

ieri via all’iter con l’audizione di elisabetta spitz

Torna il Magistrato alle Acque La nuova proposta di legge Riportare in vita il Magistrato alle Acque. E rinforzare la sua struttura tecnica, che dovrà avere importanti responsabilità sulla gestione e la manutenzione del Mose. È la novità più importante contenuta nella nuova Proposta di Legge Speciale depositata alla Camera dal deputato pd Nicola Pellicani. Ieri l’iter è stato avviato con l’audizione della commissaria Elisabetta Spitz e del provveditore alle

Opere pubbliche Cinzia Zincone. Entrambe hanno confermato davanti ai deputati della commissione Ambiente che il cronoprogramma della grande opera resta immutato. Sarà cioè pronta e collaudata entro il 31 dicembre del 2021. «Entro giugno del 2020», ha assicurato Spitz, le quattro schiere di paratoie saranno pronte a essere sollevate in caso di emergenza. Sarà allestito un ponte ra-

dio con cui le squadre di emergenza alle bocche potranno comunicare tra loro». Spitz ha ribadito che «i soldi del Mose ci sono». Perché allora, come denunciano le piccole imprese del Consorzio, «i lavori già fatti non vengono pagati?» «Non è responsabilità nostra», ha detto Zincone, «ma delle procedure». Zincone ha ammesso l’esistenza di molte criticità che riguardano il Mose. «La cor-

Cinzia Zincone

Elisabetta Spitz

rosione esiste, l’ho vista con i miei occhi. Anche se non influirà sul funzionamento del sistema ma sulla sua durata. Risolta e riparata la criticità del jack-up, la nave per toglie-

re le paratoie costata ben 53 milioni di euro. Infine la manutenzione. Più difficile del previsto, costerà almeno 100 milioni l’anno». «Quella notte il Mose non si poteva alza-

nimo testimonia di storici insabbiamenti per via delle correnti in quel tratto di mare. Problemi che adesso dovranno essere affrontati. Intanto si programmano i nuovi sollevamenti. Il prossimo dovrebbe essere il 17 febbraio. Ma il mancato pagamento delle imprese e le polemiche sollevate lo mettono in dubbio. «Se non ci pagano i lavori fatti e non ci danno garanzie per il futuro bloccheremo i lavori», avevano scritto le piccole imprese del Consorzio alla commissaria Spitz, ai commissari del Consorzio e al provveditore Zincone. Non hanno mai avuto risposta. — A.V.

re, sarebbe stato pericoloso» Quanto allo stato di avanzamento dei lavori del Mose, la «solita» cifra del 93 per cento è stata in parte smentita. «Bisogna vedere cosa si considera», ha detto Zincone, «nel prezzo chiuso, 5493 milioni di euro, non c’è solo il Mose ma anche i lavori del Piano Europa, per l’impatto ambientale dopo la procedura di infrazione europea. E poi lavori compensativi, l’inserimento architettonico». Infine, i costi dell’avviamento, che non si sa a chi vanno messi in conto. Si è parlato anche della nuova HPWFSOBODF in vista dello scioglimento del Consorzio dopo il 2021. «Dovrà decidere il Parlamento», ha detto Pellicani. — A.V.


Cronaca 13

L'ARENA

Mercoledì 12 Febbraio 2020

30

Icontrolliinaula

«IL30 PERCENTODEGLI STUDENTI HAPROVATOLADROGA LEGGERA»

Nonsi placanole discussionisul protocollosanitario

L’usodidrogheealcol,el’incidentalità alcol-droga correlata, è la prima causa di morte nella fascia 15-19anni.Dipiù:il30%deiragazziveronesi,dai14ai19anni,hacon-

fermato di aver consumato stupefacentialmeno unavolta nellavita. E’ sulla base di dati come questi che l’Ulss 9 ha deciso di proporre il Drug test nelle scuole in modo di

intercettarepertempo i consumatori.Chiiniziaadusaresostanze,arrivaadavereilprimocontattoconi servizisanitaridopo6-8anni,quandoladipendenza ècronica.

ILCASO. Ilsindacospiega: all’inizionon era chiarose cifosse«la presain carico»dei positivi

Sboarina:«Perchédicosì aitestantidroga nellescuolediVerona» L’interventodaamministratoreegenitore nellapolemicachedividelacittàeilmondopolitico «Opportunitàdasfruttareperaiutareinostrigiovani» Camilla Ferro

«Sono d’accordo. Ora che è stato chiarito, rispetto alla bozza iniziale, che ci sarà la presa in carico da parte dei servizi sanitari dei ragazzi che risultassero positivi, non posso che essere favorevole al Drug Test nelle scuole, anzi, come amministratore della città e anche come genitore faccio un appello: mi auguro che il Protocollo sanitario disposto dal Dipartimento delle Dipendenze dell’Ulss 9 sia da tutti valutato come un aiuto nella battaglia alla droga, uno strumento “in più“ offerto in primis alle famiglie, e poi alla collettività, a tutela della salute dei nostri giovani». Il sindaco Sboarina rompe il silenzio ed interviene, dopo che l’hanno fatto docenti, presidi, medici e politici «pro» e «contro», sulla querelle scoppiata in queste settimane a Verona: benedice il progetto, «sperando che le polemiche finiscano e si inizi a lavorare». Maproprio lei,sindaco, dentro al Palazzo,haassessorieconsiglieri contrari ai test. Vi siete parlati?

Certo e posso dire che le perplessità iniziali dell’assessore al sociale Bertacco e della consigliera Adami, ora sono rientrate. C’è stato un equivoco di fondo: in Comune era arrivata una bozza non definitiva del documento, secondo noi mancava tutta la parte riguardante il sostegno sanitario post-esame, per cui lì sono scattate le grandi domande: non era chiaro, in sintesi, che fine avrebbero fatto gli

studenti “positivi“ all’uso di sostanze. Inrealtàneldocumentoèspiegatochenonc’èintentodiscriminatorio,echesarannogarantitipercorsispecialisticieducativiepsicologici dal Dipartimento delle Dipendenze.

È sfuggito, evidentemente, o non era scritto in maniera così diretta. Il timore era che ragazzini di 14, 15, 16 anni venissero abbandonati al dato nudo e crudo, schedati come tossici con il rischio di essere segnalati senza appello come assuntori, senza l’offerta di un percorso di cura e recupero. E a noi non andava bene. L’assessore Bertacco l’ha detto chiaramente, il rischio grosso che secondo noi si correva era la punizione fine a sè stessa, un elenco di buoni e cattivi con la lista di quelli etichettati come drogati tout court. Non è così e siamo i primi, a questo punto, a fare un passo indietro. Quindi, sindaco, il Comune è a fiancodeldottorSerpelloni,fautoretramitel’Ulss9delProtocollo insieme al Punto Ascolto del Provveditorato?

Di fronte a un intervento sanitario come è il Drug Test, la cui natura giuridica è normata dal dpr 309/90, come ha anche ricordato la dottoressa Augusta Celada (direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, ndr), l’amministrazione comunale non può certo opporsi. Per essere ancora più esplicito, il Comune non ha firmato il Protocollo perchè non è ente autorizzato a farlo, non è chiamato in gioco, non è mestiere suo: si tratta di una attività di sanità pubblica in capo alla

Regione, titolare esclusiva per tutto ciò che riguarda la materia. Questo dovrebbe di per sè dipanare le idee ai contrari. Sarebbe quindi auspicabile che a Venezia istituissero un tavolo con gli addetti ai lavori e decidessero la linea da adottare in tutte le province, non solo qui a Verona. Ipresiditemonol’effettonegativo per i loro istituti: dicono che nonè tutelatalaprivacy deidati, con la perdita di attrattività delleloroscuole.

È un altro degli aspetti che poteva lasciare perplessi ma anche questa eventualità è scartata a priori: il Protocollo chiarisce che gli eventuali casi positivi saranno comunicati solo ai genitori e ai ragazzi. Il preside non ne verrà mai a conoscenza. Sarà un “affare“ esclusivo tra Ulss e studente. L’iter è semplice: l’Ulss propone lo screening alle scuole, se il dirigente acconsente, si fa, a campione, sempre e solo dopo avere avuto il consenso della famiglia. Anzi, se mamma e papà acconsentono ma il figlio no, vale la sua parola, anche se minorenne. Ecco quindi che l’aspetto della volontarietà è garantito, così come quello dell’anonimato. Che ruolo potrebbe avere il Comune nella filiera prevenzione-repressione-presa in carico delDrugTest?

Detto che l’esame delle urine a scuola non è di nostra competenza, ricordo comunque che la linea dell’amministrazione sulla droga è quella della tolleranza zero: di fronte ad un problema che sta crescendo e che negli anni vede abbassata l’età del primo approccio alle sostanze, abbia-

Ilsindaco Federico Sboarina

mo deciso di mettere in campo forze e risorse dedicate esclusivamente ad affrontare il problema. La polizia locale da poco è stata rinforzata dall’unità cinofila: il cane Pico sta già lavorando con ottimi risultati. Non si può stare con le mani in mano di fronte a numeri preoccupanti: se alcuni reati a Verona sono diminuiti, sono aumentati quelli legati alla droga e allo spaccio. E da sindaco garantisco la massima concentrazione sulla piaga del traffico degli stupefacenti. Se il Drug test è uno degli strumenti messi in campo dall’autorità sanitaria nelle scuole, quello del Comune è di contrastare, con altri strumenti, il triste mercato delle sostanze che coinvolge troppi dei nostri giovani. Lei è quindi un proibizionista a tutto campo o sta dalla parte di chi minimizza, ad esempio, sulla «primacanna»?

Sono contrario alla droga, a tutta, anche allo spinello. Mi sento di dire però che se un giovane prova a fumare la classica «prima canna», consapevole dei rischi che corre e dei danni che comporta, solo per curiosità e la faccenda finisce lì, tenderei a non essere punitivo. Ripeto, resta comunque il mio più grande “no“ ad ogni tipo di stupefacente. Direi di più: quello che era Verona negli anni ’80,

Unragazzomentresi accende unospinello inaula, spesso si cominciaa scuola

Servizisociali esanitari esicurezza

Elunedìlacommissione congiuntasulProtocollo Richiestaaccolta.Sarà lunedì prossimo,alle 13,nellasalaBlu delmunicipio,la riunione congiuntadellaPrima commissioneconsiliare, quella sullasicurezza, presieduta dal leghistaRoberto Simeoni, e dellaQuinta,sui servizi socialie sanitari,guidata come presidentedaMariaFiore Adami,consiglieradiFratelli d’Italia.Era stataquest’ultima, insiemeall’assessore ai servizi socialieall’istruzione,Stefano Bertacco- entrambi inizialmentecritici sul test antidroganellascuole esul MetodoProattivo -a chiederla, vistocheil tema erastato affrontatosolo nellaPrima. LaAdami, comeL’Arena ha riportatoneigiorniscorsi, avevaespresso infatti «il rammaricodinon esserestata coinvolta.Le fugheinavanti sperononsiano dovute ascopi legatial consenso.La mia commissioneQuinta ha semprelavoratoproponendo progettualitàecondivisione perun possibile percorsodi realizzazione». Bertacco,contestualmente, avevapurecriticato il

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considerata una delle piazze più attive in Europa per lo spaccio e il consumo, ecco, forse è stato effetto anche della disattenzione delle istituzioni: bisogna tenere le antenne sempre alte e collaborare, tutti, dalla politica alle forze dell’ordine, dalle famiglie alle scuole, per evitare che i venditori di morte tornino ad imporsi. Guai mettere la testa sotto alla sabbia. Dapapà, autorizzerebbe la scuolaa fareil DrugTestaisuoi figli?

MariaFioreAdami diFdI protocollodicendo tral’altro che «nonprevede la presaincarico, lasciandoil caricosulla famiglia di dovergestireunasituazione devastanteper gliequilibri familiari.E nonsono certo cheun ragazzino,adesempio di13 anni, unavolta accertatoconsumatore ecomunicatoaigenitori diventidi fattoun tossicodipendente. Sono puntisucui cisarebbe piaciuto discutereinfase preliminare». Lunedì,comunque,ci sarà la commissioneconsiliare congiunta, incui iltema sarà affrontato in manieracomplessiva,dopole forti polemiche,ancheinterne alla maggioranzadicentrodestra, oltrechedell’opposizione,nei confrontidel Protocollo.Con un dibattitochesièallargato a 360 gradi,incittà. E.G.

Certo, anzi, dirò di più: i miei bambini sono ancora piccoli ma, quando arriveranno all’adolescenza, sarò ben contento di sapere che nelle loro scuole si faranno questi controlli. Anzi, ringrazierei presidi, insegnanti e medici per essere al mio fianco nella loro educazione: dove non posso arrivare io, è rassicurante sapere che c’è una squadra che lavora per il benessere dei miei figli. E’ una opportunità non un castigo. In classe non si studia solo ma si affronta anche la realtà di tutti i giorni, parlando ai ragazzi dei pericoli reali della vita, educandoli, facendo sensibilizzazione e anche test di questo tipo. Per aiutarli, per prenderli per tempo, per fare tutti insieme quadrato attorno a chi si è messo in pericolo e, forse, non sa quanto. • © RIPRODUZIONERISERVATA

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ATTUALITÀ

MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

l’invecchiamento della popolazione

Fra trent’anni in Veneto 82 inattivi ogni 100 lavoratori Welfare in pericolo La tendenza si può combattere, a partire dalle politiche locali applicando i principi di sussidiarietà e uguaglianza GIANPIERO DALLA ZUANNA Europa ospita il 10% della popolazione mondiale, produce il 20% del PIL, ma la sua spesa per il welfare è il 50% di quella mondiale. Gli adulti europei, produttori di reddito, attraverso il prelievo fiscale e i contributi pensionistici sostengono il benessere di bambini e anziani, ossia di quanti il reddito non sono ancora o non sono più in grado di produrlo. Per mantenere il nostro welfare, i produttori devono essere così numerosi da sostenere i consumatori di welfare. Quando parliamo di welfare europeo dobbiamo quindi parlare anche di demografia. La sfida che ci attende nei prossimi decenni è difficile. In Europa fra il 1960 e il 2020 il rapporto fra le potenziali “bocche da sfamare” di età 0-19 e 70+ e i potenziali lavoratori di età 20-69 è stato sostenibile, perché il continuo aumento degli anziani è stato compensato dalla rapida diminuzione dei giovani. Nella seconda metà del Novecento la demografia è stata quindi favorevole al welfare e allo sviluppo economico. Nel prossimo trentennio, invece, anche tenendo conto delle possibili immigrazioni, gli adulti in Europa diminuiranno rapidamente (2 milioni e 400 mila persone in età 20-69 in meno ogni anno), mentre i figli del baby boom nati nel 1950-70 diventeranno vecchi (un milione e 800 mila ultra-settantenni in più ogni anno). Nel 2050 in Europa vi saranno 70 “bocche da sfamare” ogni 100 persone in età di lavo-

L’

ro, mentre oggi ce ne sono 53. La sfida da affrontare in l’Italia e nel Veneto è ancora più drammatica. Da qualche anno l’Italia e il Veneto vivono una “tempesta demografica perfetta” a causa dell’incremento della sopravvivenza oltre i 70 anni, di una prolungata bassa fecondità e di saldi migratori negativi o debolmente positivi per i giovani e per gli adulti. Nel 2050 in Italia e nel Veneto, se le prudenti previsioni dell’Istat si realizzeranno, ci saranno 82 persone da accudire ogni 100 persone in età da lavoro, contro 70 su 100 nella già vecchia Europa. Partendo da questi dati, un gruppo di lavoro promosso dal Forum di Limena e dall’ASVESS presenta una serie di proposte per mantenere la sostenibilità del welfare veneto. Sono azioni che – fin da oggi – la Regione, i Comuni, le imprese e le associazioni venete potrebbero intraprendere per contrastare il declino demografico, o almeno per mitigarne gli effetti. Il documento – che verrà presentato sabato alle 9.30 al centro Parrocchiale di Limena – è assai articolato: parla di contributi europei, di fondi pensione, di welfare aziendale, di lotta allo spopolamento, di case di riposo, di politiche di integrazione degli stranieri, di scuole per l’infanzia statali e paritarie, dei Comuni amici della famiglia, di tempi delle città, di politiche familiari regionali, e di molto altro ancora. Il documento prende sul serio le idee di sussidiarietà e di uguaglianza, declinandole in proposte concrete. Applicare la sussidiarietà

vuol dire favorire le iniziative messe in atto dalle “formazioni sociali ove si svolge la personalità dell’uomo” (art. 2 della Costituzione). Un esempio di (mancata) sussidiarietà è la politica della Regione Veneto per le scuole per l’infanzia paritarie. Il contributo regionale alle scuole paritarie e comunali è sceso da 42 milioni l’anno del 2014 a 31 milioni l’anno nel 2019, un calo molto superiore rispetto alla diminuzione degli alunni. È facile non aumentare le tasse, tagliando i servizi! Lottare per l’uguaglianza vuol dire eliminare le differenze dovute – ad esempio – al luogo di residenza. Una parte del documento è dedicata allo spopolamento, che colpisce molte aree della nostra regione, non solo montane. Il Veneto potrebbe adottare misure già messe in atto in altre realtà italiane, come contributi ai piccoli negozi, deroghe nelle dimensioni delle classi scolastiche, nella localizzazione dei presìdi sanitari fissi e mobili, degli uffici postali e degli altri presìdi pubblici. Vanno inoltre potenziati i collegamenti con mezzi pubblici. Diversamente, tutti i centri del Veneto piccoli e isolati rischiano di diventare paesi-fantasma, come è già accaduto in altri luoghi d’Italia, in particolare negli Appennini e in alcune aree alpine. Per fare queste cose, rendendo più facile e confortevole la vita per le famiglie, è necessario ripensare la distribuzione del welfare, Questo documento propone qualche passo concreto in questa direzione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aumenterà sempre di più la quota di anziani nella popolazione, calerà la quota di persone attive

Giovani, adulti e anziani nel Veneto fra il 1960 e il 2050

VALORI PERCENTUALI DI RIGA

VALORI ASSOLUTI MIGLIAIA

ANNO

1960 1990 2020 2050

0-19

1.282 998 876 794

CLASSI DI ETÀ 20-69 70+

2.361 2.916 3.178 2.651

211 451 854 1.376

TOTALE

0-19

CLASSI DI ETÀ 20-69 70+

3.848 4.365 4.908 4.821

33% 23% 18% 16%

61% 67% 65% 55%

sabato il convegno

Esperienze concrete e proposte elaborate dal Forum di Limena PADOVA. Il documento Demografia e welfare sostenibili: il Veneto e le sue comunità locali verrà presentato sabato alle 9.30 al centro parrocchiale di Limena (viale della Rimembranza, 29). Dopo un’introduzione di Sandro Castegnaro, del Forum di Limena, Maria Letizia Tanturri e Gianpiero Dalla Zuanna, demografi dell’Università di Padova, parleranno dell’importanza della sostenibilità demografica.

Seguiranno tre interventi sulle politiche possibili nel Veneto e nei suoi Comuni. Erica Bertoncello, già assessore al Sociale di Bassano, racconterà cosa possono fare i Comuni per le famiglie con figli; Antonio (Gianni) Saccardin, già vicesindaco di Rovigo, parlerà di misure di contrasto allo spopolamento; Michele Testolina, funzionario comunale, ragionerà sulle sperimentazioni di welfare innovativo. Se-

guirà un momento di discussione, che sarà concluso da Giorgio Santini, presidente di ASVESS. Il Forum di Limena – costituito nel 2019 da un gruppo di cristiani, sacerdoti e laici, del Triveneto – propone occasioni di riflessione e di incontro sui fondamenti dell’impegno politico e sulle conseguenti politiche possibili nelle regioni del Nord Est. Il suo documento fondativo è stato sottoscritto da più di 500 persone. ASVESS (Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile) promuove a livello regionale gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, per un futuro in cui il benessere delle persone e delle formazioni sociali cresca in armonia con quello dell’ambiente. —

PAOLO GURISATTI

La sostenibilità è motore di innovazione e di business

N

TOTALE

100% 100% 100% 100%

Fonte: Istat, popolazione residente e previsioni della popolazione, ipotesi mediana. In demo.istat.it

IL COMMENTO

onostante le dichiarazioni di Trump, all’annuale World Economic Forum di Davos, contrarie all’ideologia ecologista e favorevoli al mantenimento del business così com’è, il mercato globale si sposta sempre più in direzione di prodotti e processi sostenibili. I cittadini/consumatori dei paesi occidentali non sono disposti a rinunciare al benessere, come dice Trump, ma tendono a premiare soluzioni

6% 10% 17% 29%

compatibili con l’ambiente, meno inquinanti e con un minor impatto sull’atmosfera. Sovranisti sì, ma non così ciechi da continuare a darsi la zappa sui piedi. Lo percepiscono prima di altri le nostre imprese manifatturiere, che sono chiamate a produrre servizi, e soprattutto tecnologie, che soddisfino le nuove richieste del mercato globale. Non è un caso che Mario Moretti Polegato, presente a Davos anche quest’anno, abbia

pubblicamente dichiarato la propria attenzione alla new wave ambientalista e alla pressante richiesta di innovazioni da parte dei giovani. Geox è un’azienda recente, che ha costruito il proprio successo proprio sviluppando materiali innovativi (la famosa suola che respira) e prestando attenzione alle tendenze moda e alla cultura della sostenibilità. Sulla stessa linea imprenditori vicentini come Elio Marioni, da anni pioniere della mobilità elettrica, o Massimo Nere-

sini, amministratore delegato di un’azienda (SICIT) che trasforma gli scarti umidi di conceria in integratori per l’agricoltura, sostanze che aiutano le piante ad affrontare il Climate Change. Premiati non a caso dalla borsa italiana. Anche Gianfranco Zoppas in SIPA ha anticipato i tempi sviluppando una tecnologia che “divora” le bottiglie di plastica usate, le riduce in frammenti, e consente la produzione di bottiglie nuove sterilizzate, a partire da PET riciclato. E

a costi nettamente inferiori agli impianti che utilizzano PET fresco di fabbrica. Sono solo esempi, e ce ne sono molti altri per fortuna, che indicano un cambio di fase, paradossalmente favorevole alla nostra industria, nonostante l’impatto negativo, a breve, del protezionismo trumpiano e l’apparente transitorietà dei movimenti ecologisti. La new wave ambientalista è destinata a durare e può diventare un motore di innovazione per le nostre industrie,

da sempre orientate al risparmio energetico e al recupero di materiali di scarto. Tra le prime quella tessile e della moda (si pensi allo specifico ruolo di distretti come Prato e Biella), quella della carta e del legno, ma anche, più recentemente, quella della plastica bio-degradabile (ultima nata). Gli italiani, dai tempi di Enimont a oggi, sono in prima fila nello sviluppo di soluzioni interessanti per il mercato globale, sempre più attento alla sostenibilità e al Climate Change. E l’Italia e il Nordest possono essere al primo posto nella cosiddetta economia circolare. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

futura sede di protezione civile e altri uffici

Ex giocatore del Milan dona tre immobili alla Regione dano di Dario Barluzzi, classe 1935, ex portiere di calcio e vecchia gloria del Milan, che ha finito la propria carriera a Varese dove attualmente risiede» è il grazie di Luca Zaia, presidente della Regione. «Barluzzi non ha dimenticato la propria terra, tanto da voler donare alla Regione del Veneto di assoluta generosità: quegli spazi – centralissimi a Belluno – saranno prestissimo messi a disposizione dei servizi regionali per la Difesa del Suolo e della Protezione Civile, ed utilizzati per incrementare la sicurezza del territorio». Zaia rivolge a Barluzzi «il più sincero ringraziamento da parte mia e della gente veneta per la concreta iniziativa solidale che ha voluto destinare alla comunità di Belluno. Un gesto concepibile

solamente dall’animo di un grande campione, che nella sua città natale ha compiuto l’impresa più bella in una vita piena di successi sportivi. Un dono da “numero 1” nei fatti». In questi giorni, per la verità, si sono valutate anche altre possibilità, rispetto alla sede della Protezione civile. Il genio Civile, per esempio, rimanendo dov’è adesso potrebbe approfittare degli nuovi spazi per implementare qualche ufficio, ma soprattutto i magazzini. Dei rumors ipotizzavano anche un trasferimento della stessa sede del Genio, ma proprio l’assessore Bottacin ieri l’ha escluso. «Ci siamo dati qualche mese di tempo per individuare le proposte di maggiore utilità» fa sapere l’assessore. — Francesco Dal Mas

Torna lo sbocco a nord convegno della Cisl per parlare di prospettive

rinzia. Seguirà la tavola rotonda “Una porta a nord per il Veneto” con la partecipazione dell’assessore regionale Elisa De Berti, l’assessore del Comune di Venezia allo Sviluppo economico del territorio – Infrastrutture, Simone Venturini, il sindaco di Treviso, Mario Conte e il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. Concluderà i lavori il segretario della Cisl nazionale Andrea Cuccello. «Si tratta di un’occasione importante di vero confronto e approfondimento, senza pregiudizi, per definire cosa serve al territorio in tema di viabilità. Per noi è importante tornare a ragionare su un reale sbocco a nord con una strada a scorrimento veloce e anche sul miglioramento della viabilità ordinaria, con particolare riferimento ai collegamenti intervallivi». Nessuna paura, conclude Roffarè, delle possibili contestazioni ambientaliste, perché quello che andremo a realizzare sarà puntualmente compatibile. — F. D. M.

Il valore è di 250mila euro Gli spazi si trovano in via Simon da Cusighe Zaia ha ringraziato Dario Barluzzi per la generosità BELLUNO. Dario Barluzzi ha donato alla Regione Veneto tre immobili commerciali in via Simon da Cusighe, a Belluno, per un valore catastale di circa 250 mila euro. Le tre unità sono comprese in un complesso condominiale ai civici 35 e 37. «Non abbiamo ancora deciso come utilizzarli» informa l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. «Abbiamo chiesto al Genio Civile e ai Servizi Forestali se questi ambienti possono interessarli». La Regione ha coinvolto anche la Protezione Civile. Ed ecco la novità. Questi spazi potrebbero

Le vetrine degli spazi commerciali donati alla Regione

tribunale

essere la sede distaccata, provinciale, della Protezione Civile che oggi esercita a Marghera. «Abbiamo introdotto una riforma che coinvolge anche il territorio – fa sapere Bottacin – e che prevede la possibilità di distaccamenti locali, quanto meno provinciali. È evidente che Belluno sarà il primo a materializzarsi, per ragioni più che evidenti». L’intenzione, insomma, è quella di creare in via Simon da Cusighe una “cittadella del territorio”, con servizi che attendono alla sicurezza idraulica, forestale e dell’emergenza. In questa prospettiva la Regione è riconoscente al donatore per la sua generosità che viene incontro ad un’esigenza precisa di implementazione di servizi in città. «A Belluno – e non solo – in molti si ricor-

la mobilità

Lesioni al vicino di casa altri sei mesi di carcere per il croato Ahmetovic BELLUNO. È stato condannato a sei mesi di reclusione per lesioni, il croato Paso Ahmetovic difeso dall’avvocato Erminio Mazzucco. L’uomo è già detenuto in carcere per il tentato omicidio del consigliere comunale Bruno Longo. I fatti risalgono al 4 settembre 2016, in via Vittorio Veneto, davanti al bar all’Angolo. L’imputato avrebbe colpito con una testata al volto un vicino, provocandogli una frattura scomposta al naso per una prognosi di 25 giorni. Il gesto sarebbe arrivato durante una discussione nata per il rumore che stavano provocando le figlie del vicino, mentre stavano giocando in strada. Ieri mattina al tribunale di Belluno gli avvocati hanno presentato al giudice Cristina Cittolin le loro arringhe. Il pubblico ministero Gialuca Tricoli ha chie-

sto una condanna a nove mesi di reclusione. A questa richiesta ha risposto l’avvocato Mazzucco che ha precisato come il suo assistito non ha mai negato di aver dato una testata al vicino, ribadendo la legittima difesa in quanto Ahmetovic in quel momento si era sentito minacciato. Il difensore ha anche evidenziato come la parte offesa, nel frattempo, ha ritirato la querela. Per questo ha chiesto l’assoluzione dell’imputato perché il fatto non sussiste, o in subordine il proscioglimento per estinzione del reato visto il ritiro della denuncia. Richiesta che è stata contestata dal pm il quale ha precisato come le lesioni con una prognosi oltre i 20 giorni si perseguono di ufficio. Alla fine il giudice, pur riconoscendo la responsabilità dell’imputato, non ha considerato le aggravanti. —

tribunale/1

Maltratta la moglie condannato il marito BELLUNO. Per anni ha sopportato i maltrattamenti fisici, verbali e psicologici del marito anche davanti alla loro figlia minorenne. Ma ieri mattina F.M., 42 anni (difeso dall’avvocato Alessandra Conti) è stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione e al pagamento di ottomila euro come risarcimento all’ex convivente costituitasi parte civile con l’avvocato Giuseppe Triolo. Per l’imputato il pm Rober-

ta Gallego aveva chiesto 2 anni e otto mesi di reclusione. Le violenze sono andate avanti per anni dal 2012 al 2018 quando la donna è finita all’ospedale dopo che l’uomo le aveva mandato a sbattere la testa contro un termosifone. Ma le violenze e le umiliazioni erano pressoché quotidiane e neppure quando la moglie era incinta l’uomo si sarebbe fermato, sferrandole una gomitata dritta sulla pancia. —

Auto incolonnate sulla A27 nella zona di Pian di Vedoia

BELLUNO. Una strada a scorrimento veloce, comunque con pedaggio, da Pian di Vedoia fino al confine con l’Austria, anzi con sbocco verso Lienz. La chiederà la Cisl Bellunese e del Veneto in un convegno a Mestre venerdì. La proposta di uno sbocco a Nord è già stata condivisa da tutte le categorie economiche e pure dal sindacato (Cgil, Cisl e Uil) nella piattaforma che la presidente di Confindustria, Lorraine Berton, ha presentato al Governatore Zaia. Di nuovo c’è che la Cisl esce dal Bellunese, con questa richiesta, coinvolge la sua organizzazione regionale e soprattutto il porto di Venezia. Un salto di qualità, dun-

que. Meglio un’autostrada che il Treno delle Dolomiti? «Intanto noi parliamo di una strada a scorrimento veloce – risponde il segretario aggiunto della Cisl di Belluno Treviso – e per quanto riguarda il treno, questo ha una sua funzione, che però non è quella di sfondare a Nord, che è la nostra priorità, ma anche di Treviso e Venezia». Per quanto riguarda le risorse necessarie si sa che al convegno sarà annunciato il budget auspicato. Su queste considerazioni si svilupperà il convegno «Il Veneto nelle nuove rotte economiche globali. Porto di Venezia e autostrada A27», organizzato da Cisl Veneto e Unioncamere Veneto, in programma per ve-

nerdì all’Hotel NH Laguna Palace di Mestre. I lavori saranno introdotti dal segretario generale della Cisl Veneto, Gianfranco Refosco e dal presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza. Interverranno Iolanda Conte di Uniontrasporti, che illustrerà il sistema infrastrutturale del Nordest; il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Pino Musolino, che parlerà del Porto di Venezia; il rappresentante del Veneto in Eusalp – mobilità Giovanni Campeol, che tratterà del valico alpino con l’Austria, e il deputato al Parlamento austriaco Christian Ragger, che descriverà le politiche infrastrutturali della Ca-


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