RASSEGNA STAMPA DEL 10 FEBBRAIO 2020

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Padova Lunedì 10, Febbraio 2020

IN NOVECENTO A DECLAMARE I CANTI DANTESCHI SULL’ANTICA CINTA DI CITTADELLA

Santa Scolastica. Consacrata a Dio fin dall’infanzia, ebbe insieme con il fratello, san Benedetto, una tale comunione in Dio, da trascorrere una volta all’anno un giorno intero nelle lodi di Dio.

5°C 11°C Il Sole Sorge 7.23 Tramonta 17.29 La Luna Sorge 19.03 Cala 8.23

Calcio serie C

Rugby Capraro dedica la partita a Lisa morta a 18 anni: «Piena di gioia»

Padova raggiunto nel finale: a Cesena due punti buttati I biancoscudati in vantaggio al 33’ del secondo tempo con Buglio, si fanno raggiungere dai romagnoli quasi al novantesimo minuto.

Trentin a pagina XXIX

Cecchetto a pagina IX

Malagoli e Miola alle pagine XII e XIII

Il Papa nella capitale dei volontari Il 27 settembre il Santo Padre potrebbe essere a Belluno `«Quel giorno, in Prato, in migliaia alla festa della solidarietà, per la beatificazione di Luciani: Giordani ha un progetto il Pontefice sarà a soli 20 minuti di elicottero: ci sto lavorando» `

Il piano di Giordani: portare il Papa a Padova nell’anno del volontariato. Il 27 settembre Prato della Valle sarà invaso da migliaia di giovani per la festa regionale del volontariato, nell’ambito di Padova capitale europea. Si chiuderà anche “Solidaria” in fiera, un salone che richiamerà persone da tutt’Italia. Ma è anche il giorno in cui Papa Francesco potrebbe arrivare a Canale d’Agordo per rendere omaggio a Papa Luciani, che sarà beatificato quest’anno. «In elicottero, da lì a Padova ci vogliono 20 minuti- puntualizza il sindaco Sergio Giordani - Per questo sto lavorando per portare il Papa a Padova». Intanto proseguono le manifestazioni. Giacon e Cappellato alle pagine II e III

Casale di Scodosia Ieri la prima sfilata dei carri

Padova

Arriva Salvini, le “sardine” al Portello Salvini oggi al Gran Teatro Geox, le “sardine” al Portello. Alle 18.30 il leader della Lega sarà nella struttura di corso Australia con il governatore Luca Zaia e l’ex ministro Lorenzo Fontana per parlare di vitivinicoltura, turismo, università e sport. Alla stessa ora in piazza Portello le “sardine” si sono date appuntamento per protestare contro la presenza dell’ex ministro dell’Interno in città. Rodighiero a pagina V

PAPA Giordani lo vuole a Padova

In fuga con i capi griffati Armani

Il controllo

San Pietro in Gu: furto in azienda di abiti per 50mila euro, usato un furgone-ariete

Al volante ubriachi: via 12 patenti

Spaccata di abiti griffati a San Pietro in Gu: i banditi sono fuggiti con trecento capi di Armani pronti per la spedizione, per un valore di cinquantamila euro. In azione l’altra notte, secondo i primi accertamenti, un gruppo di sette malviventi, che sono riusciti ad entrare nella sede padovana della Trans World Shipping, azienda specializzata in spedizioni in tutto il mondo. Per entrare i banditi hanno divelto il cancello e poi sfondato la vetrata dell’ingresso utilizzando un furgone. Cecchetto a pagina VIII

Controllo notturno della Polizia stradale alla Stanga: 190 gli automobilisti identificati, dodici di loro sono tornati a casa senza patente di guida. Tra questi, cinque sono stati anche denunciati per guida in stato d’ebbrezza. Una giovane impiegata di Rubano è stata trovata positiva all’alcol e anche alla cocaina. Nella lista dei denunciati figura pure uno studente 24enne, con una positività all’alcol doppia rispetto al limite consentito. Arcolini a pagina VII

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Piove di Sacco

Straniero violento, l’opposizione: «Ora va cacciato» «Va mandato via da Piove, con il Daspo o qualsiasi altro mezzo». È la richiesta di Lega e Forza Piove, dopo il nuovo atto violento del marocchino Abdelouahed Atourabi. Benvenuti a pagina VII

In diecimila per il Carnevale più grande FESTA In diecimila ieri a Casale di Scodosia per l’apertura della 72. edizione del Carnevale. Oltre alla sfilata dei carri, spazio per musica, spettacoli e giochi. Alla conferenza inaugurale, commosso ricordo del sindaco scomparso Stefano Farinazzo. Bovo a pagina IX

Mobilità sostenibile, nel piano il parcheggio Prandina Alla Prandina si dovrà realizzare un parcheggio che, tra le altre cose, dovrà sostituire quello di piazza Insurrezione. A dirlo nero su bianco è il Piano urbanistico della mobilità sostenibile (Pums), che disegna la mobilità della Grande Padova da qui ai prossimi 20 anni. Nel dispositivo si mettono in fila una serie di interventi che dovrebbero rendere più sostenibile la mobilità dei padovani: dal potenziamento del trasporto su rotaia, all’istituzione nei centri urbani delle “aree 30”, interi rioni dove i veicoli non potranno superare i 30 chilometri orari. E nel capitolo dedicato ai parcheggi si affronta la questione Prandina. Rodighiero a pagina V

Nuovo tram

I “No-rotaie”: «Mappe non aggiornate, quell’assemblea pubblica è stata inutile»

POSTI AUTO Parcheggi, nel Pums c’è la soluzione Prandina

Inutile, secondo il comitato “No rotaie Voltabarozzo”, l’assemblea pubblica dell’altra sera tra residenti e vice sindaco Arturo Lorenzoni con i tecnici al seguito: «Sono stati snocciolati numeri su numeri - afferma la portavoce del comitato Liliana Gori - utilizzando una cartografia non aggiornata». Morbiato a pagina VIII

COMITATO Una passata protesta

Redazione Padova: 35122 - Padova, via Squarcione 5 - Tel. 049.8756011 - fax 041.665174 padova@gazzettino.it

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LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

il governatore replica alle critiche di un lettore

Zaia: «Niente tagli nella sanità bellunese Ci sono importanti investimenti in corso» I due sindaci di Belluno e Feltre replicano: non basta l’elicottero, restano irrisolti i problemi dei collegamenti con la periferia Francesco Dal Mas BELLUNO. Per la sanità in montagna sono stati fatti solo tagli? «È una bugia» replica Luca Zaia, presidente della Regione, in una risposta al nostro lettore Diego De Toffol che in una lettera al giornale pubblicata ieri aveva evidenziato una serie di problemi. Il lettore, in verità, aveva soprattutto elogiato il reparto di dermatologia dell’ospedale di Belluno, e anche il pronto soccorso, chiamando eroi coloro che ci lavorano e sottolineando la carenza di personale. In un passaggio della lettera ha chiamato in causa “i signori della Laguna che si vantano dei meriti”. Tanto è bastato a Zaia per inviare al giornale una lettera in risposta al lettore. Dice Zaia: «Non abbiamo chiuso o ridimensionato nessun ospedale o servizio: abbiamo tenuto aperti tutti i punti nascita in montagna lottando contro il Ministro che voleva chiuderli; abbiamo salvato con un’operazione difficile e nuova il Codivilla di Cortina; abbiamo evitato la chiusura della struttura (privata) di Misurina garantendo 1,3 milioni l’anno di convenzione pubblica per tre anni; nel solo 2019 abbiamo investito in montagna in interventi e apparecchiature 13 milioni 505 mila euro». Il governatore ricorda anche il nuovo pronto soccorso di Pieve di Cadore e la nuova piazzola dell’elisoccorso, che tra poco avrà il via libera per il volo notturno; il rilancio dell’ospedale di Feltre con il nuovo pronto soccorso

Il governatore del Veneto Luca Zaia con il direttore generale dell’Usl Rasi, in occasione della donazione di Fiabane per i farmaci antiblastici

Il dibattito è molto vivo in questi giorni con le polemiche sulle ambulanze e una nuova risonanza magnetica; la struttura a Belluno per autoprodurre farmaci antiblastici contro il tumore. «Stiamo lavorando per dare tutto ciò che serve al Punto di Primo Intervento di Auronzo – assicura il presidente – così come pensiamo anche al futuro avendo inserito nei progetti per accedere ai fondi nazionali del Cipe il miglioramento sismico dell’o-

spedale di Belluno per più di 39 milioni e l’adeguamento e riqualificazione del padiglione Della Palma dell’Ospedale di Feltre per 20 milioni». Quanto alla mancanza di medici, «è vero – ammette Zaia – ma in tutta Italia e non per colpa delle Regioni, ma di una programmazione nazionale sbagliata. Da anni. E tra le specialità in cui si fatica a trovare professionisti c’è proprio anche la dermatologia» citata dall’interlocutore bellunese. Rivolgendosi sempre a De Toffol, Zaia conclude: «Sono tutte circostanze verificabili. Se Lei ha dati diversi, li renda pubblici».

La lettera cade in un momento di particolare fibrillazione della sanità bellunese, a partire dal dibattito sul servizio di emergenza in Val d’Ansiei e in Val Comelico. «Se è vero che la Regione ha consolidato tanti servizi sanitari sulle Dolomiti (si pensi solo a Feltre) e se è vero che il problema più grave, la mancanza di medici, è il risultato di un’errata programmazione nazionale, è anche vero – ammette il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin – che rimane parzialmente irrisolto il nodo dell’emergenza nella nostra periferia più estrema, dove ci vuole spesso ben più di un’ora per ricoverare un inci-

Massaro: «Ci sono troppe dismissioni di servizi sul territorio» dentato un malato in ospedale». Perenzin riconosce che su questo versante «non si è fatto ancora abbastanza da parte della Regione», ma la responsabilità – aggiunge – è anche nostra, di noi sindaci di città o di fondo valle, con gli ospedali sottocasa, che non ci rendiamo conto, ad esempio, che non basta l’elicottero per raggiungere i bor-

ghi e le case, o le strade più lontane e, magari, anche più inaccessibili. Jacopo Massaro, sindaco di Belluno e presidente della Conferenza dei sindaci, è ancora più perentorio. «Diciamo pure che la Regione ha disatteso le richieste delle terre più alte di poter contare su tempi di percorrenza accettabili per salvare una vita umana», puntualizza Massaro. «Il tempo di un’ora per soccorrere un malato grave, come prevedono le disposizioni, non è rispettato in troppi casi. E l’elicottero non può rappresentare un’alternativa». Secondo il presidente della Conferenza, inoltre, l’esternalizzazione del servizio di emergenza, come progressivamente di altre attività, aggrava la situazione, avvantaggiando di fatto la privatizzazione. E, restando nell’emergenza, la prospettiva si aggraverà perché dall’Agordino al Comelico si contrae ogni anno di più la disponibilità di volontari che recuperano con l’ambulanza chi ha bisogno. E i sindaci per primi sono preoccupati. Massaro riconosce quanto la Regione ha fatto, ma pone sotto i riflettori quanto resta da fare. Anche relativamente al personale sanitario, medico in particolare, la cui carenza, secondo lui, non ha solo responsabilità nazionale. O, ancora, per quanto riguarda l’assistenza psichiatrica, con dismissioni di servizi sul territorio. Qualche risposta, probabilmente, già sabato prossimo, nell’incontro dell’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, con i sindaci del Cadore e del Comelico». —


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Chioggia

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

«Romea, 10 anni di cantieri aperti con le rotatorie» `Il comitato: «La Regione che e l’amministrazione citta-

sbaglia a sottovalutare i problemi della statale» CHIOGGIA

TERMINAL D’ALTURA Il progetto della piattaforma per l’attracco delle navi porta-container al largo di Chioggia.

Il Vgate approda in Consiglio Operatori e cittadini potranno intervenire `Il terminal marittimo avrà bisogno di addetti sulle conseguenze economiche e turistiche ma taglierà fuori degli insediamenti turistici `

CHIOGGIA Il progetto ”Vgate”, visto con sospetto se non con ostilità dalle associazioni degli operatori turistici (a causa dell’inevitabile impatto ambientale), accende, invece, le speranze di molti giovani. Confidano, infatti, che il terminal marittimo d’altura ed il potenziamento dei collegamenti stradali e ferroviari possano generare un cospicuo numero di nuovi posti di lavoro. Se ne parlerà in Consiglio comunale. «Nel corso di una seduta aperta che si terrà entro una decina di giorni – annuncia il presidente Endri Bullo – potranno intervenire anche i portavoce delle categorie interessate ed i cittadini» Presentato lo scorso anno da una società veneziana, il progetto per la creazione della piattaforma d’attracco dedicata alle navi porta container, collegata alla terraferma mediante un ponte ferroviario e stradale (dotato di marciapiedi, piste ciclabili e di una campata alta 20 metri a garanzia del passaggio dei pescherecci), lungo quasi due chilometri e mezzo, imbarazza la politica. Nessuno oggi dispone di stime attendibili dalle quali si possano desumere i potenziali esiti, positivi o negativi,

sull’ambiente e sull’economia. E’, comunque, certo che l’accesso al ponte comporterebbe almeno l’eliminazione di un campeggio e di alcuni pubblici esercizi che si trovano a Punta Bacucco, vicino alla foce del Brenta. Scontato pure l’esproprio della fascia, lunga alcuni chilometri, che dovrebbe accogliere i binari e la nuova strada di raccordo con la Romea. Inevitabili, i rumori dovuti al passaggio dei camion e dei convogli ferroviari. Tutto lascerebbe presumere che la vocazione turistica di una

buona porzione dell’Isola Verde e dell’estremità meridionale della spiaggia di Sottomarina ne risulterebbe sacrificata. Mancano, inoltre, dettagliati studi sugli effetti che la presenza della piattaforma e dei piloni del ponte potrebbero determinare sulle correnti e sull’apporto della sabbia che scende dal Brenta. D’altro canto, come prevede Alessandro Santi, presidente della società titolare del progetto, l’avveniristica piattaforma al largo di Sottomarina attrarrebbe le principali compagnie di naviga-

zione. Consentirebbe, infatti, di risparmiare ben 5 giorni di viaggio per le merci provenienti da Suez, dirette all’Europa centrale. Per questo, a suo avviso, le future attività collegate ai traffici marittimi compenserebbero ampiamente la perdita di posti di lavoro nel settore turistico tradizionale. Da tenere conto che le nuove, gigantesche navi, a causa del forte pescaggio, non possono varcare il “Mose” di Malamocco per poi raggiungere Marghera. Roberto Perini

Chioggia

Da oggi cinque incontri sulla violenza contro le donne «La violenza sulle donne è “democratica”, non conosce estrazione sociale, né luogo di provenienza, e nemmeno fascia d’età». E’ la frase centrale dell’opuscolo con cui la parrocchia di Borgo San Giovanni presenta una serie di cinque incontri a teatro parrocchiale, a partire da questa sera, alle 20.45, sul delicato tema della violenza contro le donne che, ogni anno, fa registrare parecchi episodi anche a Chioggia. Lo scopo

dell’iniziativa è insegnare a riconoscere le dinamiche psicologiche, a volte impercettibili, ma sempre devastanti per le vittime, che stanno dietro a questi episodi e offrire l’aiuto per uscire da tali situazioni. Un team di esperti ne illustrerà i vari aspetti, da quello medico a quello psicologico e religioso. Oggi la dott.ssa Alice Zorzan, del Centro antiviolenza di Chioggia, parlerà degli aspetti culturali e antropologici della

violenza di genere; il 24 febbraio l’avv. Davide Vianello e un ispettore della Polizia illustreranno la rete di aiuto esistente; il 7 marzo visione del film “Ti do i miei occhi”; il 30 don Alberto Alfiero interverrà sull’aspetto religioso; l’11 maggio “Dalla violenza alla libertà: in viaggio verso la gioia”. Tutti gli incontri saranno condotti da Anna Paola Lova, del sindacato Fsp Polizia di Stato di Venezia. D.Deg.

Sfrattano l’inquilino (moroso) e lo derubano CHIOGGIA Hanno sfrattato l’inquilino moroso e poi non hanno esitato a impossessarsi dei suoi oggetti personali lasciati nell’appartamento. Sono finiti in guai seri due professionisti della provincia padovana. Lei, D. B. E., 55enne di Codevigo, medico anestesista, e lui, C. C., 52enne di Chioggia, agente di commercio, sono infatti stati denunciati dai carabinieri della Compagnia di Este per appropriazione indebita in concorso. La coppia aveva affittato un appartamento a Este a un 51enne del posto, che però negli ultimi mesi non era più riuscito a pagare l’affitto. Per questo i due avevano infine deciso di sfrattare l’inquilino, seguendo regolarmente tutto l’iter previ-

sto in casi come questi. Al momento di uscire di casa, però, il 51enne ha lasciato all’interno dell’appartamento alcuni oggetti di sua proprietà: alcuni elettrodomestici e alcuni strumenti musicali. Nei giorni successivi, il 51enne ha tentato di contattare la coppia, chiedendo che gli venissero restituiti i propri averi. Ma nonostante i ripetuti tentativi di contatto, non è mai riuscito a farsi ridare quanto gli apparte-

I PROPRIETARI SI SONO IMPOSSESSATI DEGLI ELETTRODOMESTICI E DEGLI STRUMENTI MUSICALI DELL’AFFITTUARIO

CARABINIERI I due proprietari sono stati denunciati

neva. Non vedendo altra via di uscita, l’uomo si è infine deciso a rivolgersi ai carabinieri di Este, che hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire tutti i tasselli della vicenda. Ad un certo punto è pure scattata la perquisizione nelle abitazioni dei due affittuari, con tanto di elenco dei beni mai restituiti al 51enne di Este, che ha riportato a un esito clamoroso. A casa del chioggiotto, infatti, i carabinieri hanno trovato due apparecchiature musicali appartenenti al vecchio inquilino: un amplificatore e una tastiera Yamaha. Entrambi gli strumenti sono stati sequestrati per essere restituiti al legittimo proprietario. I due vecchi affittuari sono stati denunciati per appropriazione indebita. Ca.B.

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«Ma il vostro Comitato vorrebbe che Chioggia diventasse la capitale del Veneto». È stata questa frase, pronunciata del presidente della II commissione regionale, Francesco Calzavara, a rinsaldare l’idea dell’avvocato Giuseppe Boscolo, presidente del Comitato per la legge speciale regionale per Chioggia, che la Regione abbia «una percezione insufficiente dei problemi che riguardano la viabilità di Chioggia. In particolare il fatto che la Romea non è “uno” dei punti critici della viabilità regionale, ma è “il” punto critico». L’avvocato Boscolo ha svolto queste considerazioni venerdì pomeriggio, all’incontro pubblico cui erano presenti amministratori e consiglieri comunali, all’indomani dell’audizione che il suo Comitato ha avuto, appunto, in II Commissione. Lo scopo era esaminare le osservazioni, presentate a suo tempo dal Comitato, al Piano regionale trasporti e le controdeduzioni della Giunta che, nell’arco di questo mese, andranno all’esame del consiglio regionale, per la formulazione finale del Piano. Nelle osservazioni il Comitato aveva chiesto una programmazione pluriennale che contemplasse il potenziamento della ferrovia Chioggia Adria, anche in relazione alle esigenze del porto di Chioggia e al collegamento con il percorso cicloturistico Ven.To (Venezia Torino), l realizzazione della linea ferroviaria Chioggia Piove di Sacco, uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza della Romea, per la quale ci sono 250 milioni e varie ipotesi di intervento, la limitazione del traffico pesante sulla statale alle sole ore notturne fino a quando non sarà completata la messa in sicurezza. La Giunta regionale ha accolto solo la prima richiesta ma non ha escluso le altre, rimandandone la valutazione a momenti successivi. Il senso dell’incontro di venerdì era, quindi, quello di fare squadra con le forze politi-

dina per far sì che le richieste “rinviate” vengano prese in considerazione dal consiglio come «attuali», ha spiegato Boscolo. Va da sé, quindi, che le parole di Calzavara non abbiano accontentato l’avvocato-presidente che insiste nelle sue richieste, anche “tirando le orecchie” all’assessore regionale De Berti che aveva cassato la ferrovia Chioggia Piove definendola troppo costosa, «oltre 500 milioni». «Non è vero – replica Boscolo – uno studio di fattibilità del 2010 (che ora potrà essere aggiornato in base all’ok espresso del Mit e Rfi) esaminava cinque ipotesi di tracciato, 3 delle quali erano molto costose, compresa questa dei 500 milioni, ma altre due sostenibili. Una delle quali dal costo di 130 milioni, più altri 70 per il prolungamento a Padova». Quanto alla Romea, «le dieci rotonde previste dall’Anas tra Chioggia e Mestre, trasformeranno la strada in un cantiere per i prossimi dieci anni», da cui l’opportunità di limitare il traffico pesante e la necessità di uno studio di fattibilità delle “varianti”, per le quali il Comitato non esprime scelte, ma chiede dati tecnici in base ai quali scegliere. Diego Degan © RIPRODUZIONE RISERVATA

«BISOGNA LIMITARE IL TRAFFICO PESANTE E TROVARE DELLE VARIANTI. SERVONO DATI TECNICI PER SCEGLIERE»

STATALE 309 La viabilità della Romea, tra code e incidenti

Gpl, Marcato replica a Baldin «Si rivolga ai sui ministri» CHIOGGIA «La Regione non ha mai avuto alcuna competenza sull’autorizzazione al deposito gpl. La Baldin si rivolga ai suoi ministri». Polemica risposta dell’assessore regionale Roberto Marcato (Lega) alla consigliera regionale Erika Baldin (M5S) che aveva invitato il presidente regionale Luca Zaia a ritirare la sua firma sull’intesa Stato Regione del 2015 che ha portato all’autorizzazione interministeriale per il deposito. In realtà la Baldin non aveva fatto altro che ripetere la richiesta già formulata dal Comitato No-gpl che aveva invitato, alcuni giorni fa, Zaia a recarsi

a Chioggia, compiendo questo gesto di discontinuità, anche come stimolo verso i ministeri (Mit e Mise, rispettivamente Pd e 5S) che, da mesi, non danno segnali sull’argomento. Al di là degli effetti pratici poteva essere un segnale. La Baldin, sollecitando, a sua volta, Zaia, ha portato il confronto su un piano più politico ed è arrivata la risposta di Marcato che definendo la firma di allora di Zaia «priva di contenuti tecnici», ossia solo formale, rilancia la palla in campo romano. Dando, però, anche l’impressione che la Regione, sul Gpl non voglia prendere un’esplicita posizione contraria ma preferisca evidenziare le contraddizioni dell’altra parte. (D.Deg.)


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Cronaca

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Il Pums: «Prandina, sì al parcheggio» La parola fine sul destino dell’area è stata messo dal piano `La zona di sosta sostituirà quella di piazza Insurrezione, urbanistico della mobilità sostenibile “targato” Lorenzoni dove verrà avviato dal Comune un progetto di riqualificazione `

LA CITTÀ CHE CAMBIA PADOVA Alla Prandina si dovrà

realizzare un parcheggio e dovrà sostituire l’area di sosta di piazza Insurrezione. A mettere la parola fine sul destino dell’ex caserma, affacciata su corso Milano, è il Piano urbanistico della mobilità sostenibile, il così detto Pums. Di fatto, uno dei fiori all’occhiello del vicesindaco Arturo Lorenzoni. Un piano che va a disegnare la mobilità della Grande Padova da qui ai prossimi 20 anni.

IL PROGETTO Nel dispositivo si mettono in fila una serie di interventi che dovrebbero rendere più sostenibile il modo di muoversi dei padovani del futuro. Si va dal potenziamento del trasporto su rotaia, all’istituzione nei centri urbani, delle aree trenta, ovvero interi rioni dove le auto non potranno superare i 30 chilometri orari. Nel capitolo dedicato ai parcheggi, però, si affronta anche la questione Prandina. “La città di Padova parte da una buona dotazione

degli spazi di sosta: ammontano a poco meno di 9.700 di cui il 30% a bordo strada tariffati, più del 50% affidati alla gestione di Aps e altri operatori privati e il rimante 20% rappresentato dai parcheggi scambiatori – si legge nella relazione allegata al Pums - Lo scenario di riferimento ci consegna l’inserimento di spazi di sosta nell’area dell’ex caserma Prandina”. “Il numero di stalli da precisare, così come la tipologia e il modello di gestione dell’impianto terrà conto dell’esito del percorso di partecipazione avviato nell’ambito di Agenda 21 – si aggiunge - Tale intervento dovrà assorbire la dotazione di sosta attualmente presente nel parcheggio di piazza Insurrezione, quest’ultimo interessato da un progetto di riqualificazione”. Insomma, una circostanza viene data per scontata: aldilà del numero dei posti auto, il futuro dell’ex caserma non può prescindere dalla realizzazione di un nuovo parcheggio, anche perché ci sono da recuperare i posti auto che si perderanno in piazza Insurrezione. Una conclusione che mal si

concilia con la recente presa di posizione di Coalizione civica.

LA POLITICA «Senza ombra di dubbio, una delle nostre priorità resta la lotta all’inquinamento – ha spiegato la settimana scorsa Susanna Scotti, del coordinamento politico del popolo arancione - Per questo siamo per il potenziamento del trasporto pubblico e per dire basta alle nuove aree di sosta. In modo particolare, vogliamo ribadire che per noi alla Prandina non deve essere realizzato alcun parcheggio. Al massimo si possono ricavare dei posti auto da destinare a chi lavorerà all’interno delle strutture che troveranno posto nell’ex caserma». Indirettamente ora la rispo-

SUSANNA SCOTTI DI COALIZIONE CIVICA: «IL NOSTRO OBIETTIVO È LA LOTTA ALLO SMOG, VOGLIAMO POTENZIARE IL TRASPORTO PUBBLICO»

L’operazione L’agenzia del Demanio è padrona del terreno La caserma Prandina, attualmente di proprietà dell’Agenzia del Demanio, entrerà nella disponibilità del Comune entro la prossima estate. L’operazione, infatti, prevede che palazzo Moroni permuti l’area di via Anelli (liberata dalle 6 palazzine) con l’ex caserma. Al posto del complesso Serenissima, verrà realizzata la nuova questura. Alla Prandina, invece, troverà posto un mega parcheggio a servizio del centro storico. Un’operazione che il Comune ha già finanziato con 4.5 milioni di euro. Il cantiere in via Anelli, intanto, dovrebbe chiudesi entro l’estate. Sabato scorso, per esempio, sono iniziate le demolizioni della seconda palazzina. La prima, invece, è stata rasa al suolo a dicembre. A breve, le ruspe dovrebbero poi aggredire lo stabile al civico 25, quello che fino ad una decina di anni fa ospitava una moschea.

sta arriva dal piano su cui, per anni, ha lavorato proprio Lorenzoni. Il Piano urbanistico della mobilità sostenibile dà per scontato che nell’ex caserma troverà posto un’area di sosta. Una circostanza che rischia, ancora una volta, di infiammare gli animi in maggioranza. Sulla questione, per esempio, a più riprese, ha avuto parole molto dure anche la consigliera arancione Daniela Ruffini che ha insistito sul fatto che, un nuovo parcheggio a ridosso del centro storico, rischia di trasformarsi in un attrattore del traffico. Al contrario, soprattutto tra le fila della lista Giordani, c’è chi preme sull’acceleratore per realizzare all’interno dell’ex caserma un maxi parcheggio. Alberto Rodighiero

LA CONSIGLIERA RUFFINI HA SEMPRE DICHIARATO COME UN NUOVO PARKING IN CENTRO POSSA SOLO ATTIRARE ALTRO TRAFFICO

EX PRANDINA Il posteggio all’interno dell’ex caserma adesso è realtà grazie al piano urbanistico della mobilità sostenibile voluto da Lorenzoni

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Salvini al Geox, Sardine al Portello INCONTRI POLITICI PADOVA Matteo Salvini al

Gran Teatro Geox e le sardine al Portello. Quella di oggi sarà una giornata decisamente intensa per la politica padovana. Alle 18 e 30, infatti, al Gran teatro Geox di corso Australia arriverà il leader della Lega. Ad accompagnare Matteo Salvini ci saranno il governatore Luca Zaia e l’ex ministro Lorenzo Fontana. L’incontro, che si concentrerà soprattutto su questioni legate al mondo vitivinicolo, del turismo, dell’Università e dello sport, vedrà partecipazione, tra gli altri, del campione di sci alpino Kristian Ghedina. Sempre alle 18.30, ma in piazza Portello, si sono date appuntamento, per protestare contro la presenza dell’ex ministro dell’Interno in città, le sardine padovane. Ad aderire all’evento sono anche l’attore Andrea Pennacchi e il cantautore Giorgio Gobbo. «Saremo in tante, saremo colorate, saremo decise e belle strette, ma di questi tempi è meglio stringersi che perdersi. Non credete? – spiegano le sardine - quando Salvini inizierà il suo show, noi saremo lì fuori, , in mezzo alla gente, ci stringeremo fino a soffocare per far arrivare un segnale forte e chiaro: noi siamo in tanti e siamo veri, e voi?». «Padova non ha bisogno della politica dei citofoni, del bullismo sui social, della propaganda costruita sulle bugie, fatta a spese dei più deboli. Abbiamo un’altra idea di politica, partecipata ed inclusiva, con parole d’ordine di speranza, non di odio – aggiungono gli organizzatori dell’evento Per questo lanciamo un flash-mob nella nostra Padova». Al.Rod.


Treviso Lunedì 10, Febbraio 2020

SPRITZ E CICCHETTI SUI BANCHI DELLA PESCHERIA «COME UNA PICCOLA BARCELLONA»

Santa Scolastica. Consacrata a Dio fin dall’infanzia, ebbe insieme con il fratello, san Benedetto, una tale comunione in Dio, da trascorrere una volta all’anno un giorno intero nelle lodi di Dio.

7°C 11°C Il Sole Sorge 7.22 Tramonta 17.27 La Luna Sorge 19.01 Cala 8.22

Calcio Dilettanti

Il Carnevale Un weekend di sfilate: 27mila persone ai carri

Monte ancora ko in casa la salvezza si complica La Liventina cade in casa. Istrana e Portomansuè pareggiano Colpo salvezza Liapiave. In Promozione Opitergina e Treviso ok

A pagina VIII

Filini a pagina II

Ca’ Foncello nuova area per donne e bambini

Da pagina XIX a pagina XXXI

Volley e basket Pantere come un rullo, il derby alla Reyer

Cittadella, avanzano i lavori nel monoblocco centrale accessi separati per Ostetricia e Pediatria durrà direttamente alle degenze di Ostetricia, al gruppo Parto con le sale operatorie dedicate, alla Terapia intensiva neonatale e pediatrica e all’area del nido. Una volta terminato il complesso in costruzione, inoltre, la zona sarà collegata anche alla nuova Pediatria, che verrà realizzata nell’edificio accanto. Nel monoblocco centrale ci saranno 438 posti letto. Favaro a pagina III

Asolo

Suv nel posto per disabili il sindaco lo fa stangare

Il caso a Belluno

«Ho sbagliato io» E l’arbitro cancella il rigore L’arbitro fischia un rigore per gli avversari, ma l’attaccante trevigiano Giovanni Madiotto (a lato) fa cambiare idea all’arbitro che aveva fischiato il calcio dal dischetto: «Non è rigore per noi, ho toccato io il pallone con il braccio». Un gesto di fair play al 13’ della ripresa della sfida tra Union Clodiense - Belluno. Lanza a pagina XVIII

Imoco sul velluto, De’ Longhi stop GIOIE E DOLORI Tutto facile per la capolista Imoco al Palaverde 3-0 nel testacoda contro la formazione di Caserta. Nel derby veneto del Taliercio la De’ Longhi lotta alla pari contro la Reyer tricolore e si arrende solo nel finale perdendo 79-73. Da pagina XII a pagina XV

«Bepi, per sempre»: oggi l’addio al papà dei Bibanesi «Foscolo, nei Sepolcri, dice che solo chi ha fatto cose grandi nella vita si garantisce l’immortalità. Bepi, perché per noi suoi concittadini era semplicemente l’amico Bepi, l’ha sicuramente conquistata, per l’impegno sociale, il successo imprenditoriale, il suo amore per l’arte e la cultura che lo facevano del tutto speciale». Con queste parole, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda Giuseppe Da Re, l’industriale trevigiano che ha inventato i “Bibanesi”, morto sabato all’età di 76 anni dopo una lunga malattia. Oggi alle 15.30 l’ultimo saluto all’imprenditore nella chiesa della sua Bibano. Collodet a pagina VII

Mogliano

Due assalti ai negozi in due giorni vertice tra Comune e commercianti

IL LUTTO Giuseppe Da Re scomparso: inventò i Bibanesi

Auto pirata la travolge «Aiutatemi a trovarla» Centrata da un’auto che non si è fermata per prestare soccorso a lei e ai suoi amici, ha creato una pagina Facebook per rintracciare il pirata della strada. Protagonista una 26enne di Villorba che venerdì sera è rimasta vittima di un incidente in via Tommaso Salsa a Treviso. «Siamo riusciti a vedere modello e colore, è un’Audi A4 del 2007 o 2008 grigio metallizzato. La targa inizia con DM... aiutateci a trovarla»! l’appello, già condiviso da decine di persone sui social, pubblicato dalla ragazza, che ha rimediato 10 giorni di prognosi per le ferite riportate. Beltrame a pagina V

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Un ospedale nell’ospedale dedicato alla cura della donna e del bambino. La nuova cittadella sanitaria del Ca’ Foncello avrà un ingresso pensato direttamente per le pazienti e per i più piccoli. Verrà realizzato all’altezza del terzo piano del monoblocco, oggi giunto al getto del primo solaio, che sta crescendo accanto al pronto soccorso. L’accesso per le donne e i bambini sarà accanto a quello generale. Ma distinto: con-

Treviso

«È bello vedere che i cittadini non si girano dall’altra parte, che reagiscono e collaborano per il bene comune». Il plauso dell’assessore Albanese a commesse e commercianti che hanno permesso ai carabinieri di arrestare tre rapinatori a Mogliano. E ora summit con i negozianti sulla sicurezza. Beltrame a pagina V

L’ASSESSORE Carlo Albanese

Redazione Treviso: 31100 - Treviso, via Toniolo 17 - Tel. 0422.410270 - fax 041.665179 treviso@gazzettino.it

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«Chi parcheggia nei posti riservati ai disabili, oltre ad essere un cretino, non merita Asolo». Ha fatto infuriare il sindaco Mauro Migliorini il proprietario del Range Rover che sabato sera ha parcheggiato di traverso nella centralissima piazza Garibaldi su due posti riservati alle persone disabili. Un posteggio durato a lungo tanto che l’automobilista non si è nemmeno accorto dell’intervento dei carabinieri e del carro attrezzi. È stato proprio il primo cittadino, erano circa le 18, a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine dopo la segnalazione dei residenti. A pagina V


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Belluno

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Dal centro storico a Borgo Piave: la città si fa bella in tv `Giornata di riprese

per “La Zanzega” in onda su Antenna 3 IL FOCUS BELLUNO Dal centro storico a Villa Buzzati fino su, alle scuole Agosti di Baldenich. Il capoluogo dolomitico torna a farsi bello sul piccolo schermo. Questa volta lo fa dall’emittente Antenna 3, all’interno del programma La Zanzega. Le immagini sono state girate la scorsa

settimana. In due giorni la troupe con il conduttore Daniele Marcassa ha girato il centro cittadino a caccia degli scorci più belli, è entrato a Palazzo Fulcis e si è spinto fino a Villa Buzzati San Pellegrino per un focus dedicato allo scrittore bellunese. La puntata andrà in onda giovedì alle 21.15, con replica domenica alle 17. A raccontare la città si vedrà anche un volto noto per i bellunesi, quello dell’assessore Marco Perale che di tanto in tanto interviene nella passeggiata del conduttore lungo le vie e le piazze di Belluno per regalare perle stori-

che su monumenti, porte e luoghi. I bellunesi riconosceranno la loro città e le zone più frequentate, forse dai racconti impareranno anche qualcosa di nuovo. «Siamo stati a Villa San Pellegrino – spiega Marcassa entusiasta -, quindi abbiamo girato all’interno di un’osteria tipica, del museo civico Fulcis, della chiesa di Santo Stefano». Ma non solo, ci saranno vedute di piazza dei Martiri e del Duomo. La troupe si è poi spinta fino all’estremità sud del centro, a Borgo Piave, per raccontare la storia degli zattieri, della loro economia e del loro coraggio a solcare le acque tur-

bolente del Piave dal Cadore a Venezia in equilibrio su pochi tronchi di legno e fino all’Istituto Agosti a Baldenich. Non è la prima volta che la provincia di Belluno è protagonista all’interno del programma La Zanzega. Lo scorso fine dicembre, infatti, la troupe era arrivata per girare immagini tra il Feltrino e Cortina, peraltro già andate in onda. In quell’occasione aveva anche fatto tappa al jazzclub Unisono, condendo con la musica la puntata. Antenna 3 è visibile ai canali 13 - 16 e 17 e in live streaming sulle piattaforme web. (atr)

Dopo gli insulti per Vaia minacce ai magistrati

Gli Amici del Museo tra bilanci e iniziative L’ASSEMBLEA BELLUNO Sorretta dall’impegno di dare continuità ad un sodalizio che gli anni (40 dalla fondazione) e l’attività svolta hanno reso tanto meritorio nella realtà culturale cittadina, l’Associazione Amici del Museo domani si riunirà in assemblea (ora 17.30) in Sala Bianchi per un bilancio dell’anno appena trascorso, approvare il bilancio 2019 e presentare le iniziative in programma nel 2020. Ad ordine del giorno esaurito, Giorgio Ghe, socio e membro del consiglio direttivo, proietterà alcune foto scattate durante le visite guidate a Venezia, in Val Zoldana e a Vallada Agordina. Il programma 2020 avrà uno sviluppo analogo a quello del 2019, che si è concluso con un bilancio positivo. Nel primo semestre Mario Po’ parlerà della Scuola Grande di San Marco di Venezia di cui è direttore; Gabriele Mancuso, ebraista e docente universitario, muovendo dalla realtà del Ghetto veneziano, ci guiderà alla conoscenza dei Ghetti d’Italia e delle problematiche connesse a tale sistema socio-politico. Ritornerà poi la storica dell’arte Benedetta Fanciulli per parlarci di Tiziano e completare così con il sommo Maestro la triade dei pittori protagonisti del Cinquecento veneziano. Ed infine accoglieremo in veste di scrittore Mario Brunello, che ci introdurrà nelle vie del “Silenzio”, lungo le quali ha condotto una ricerca spirituale e di costume confluita nel libro omonimo, edito da “il Mulino”.

LE RIPRESE La troupe guidata dall’assessore Marco Perale

`Protagonista

ancora Laura Internicola: bresciana già nei guai IL CASO IL CASO I furti di nanetti non rappresentano una novità: vanno a ruba nei giardini delle case

I nanetti vanno a ruba: spariti dal Monte Serva Posizionati da un residente lo scorsa estate: denuncia social

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IL FURTO BELLUNO Ladri di nanetti nei boschi del Monte Serva. Sono spariti i nani e la Biancaneve sistemati da un residente sotto un albero, nel bosco a pochi metri dalla chiesetta antica di San Liberale. L’uomo, P.D.S., li aveva appoggiati lì la scorsa estate insieme ai nipoti per ingentilire il luogo e per l’allegria dei bambini. Le mini sculture, colorate e buffe come se ne vedono tante nei giardini delle abitazioni, sono rimaste al loro posto per meno di un anno perché di recente l’uomo, tornato da quelle parti, non ne ha più trovata traccia. Subito è scattata la denuncia del furto, sebbene di poco valore, al popolo di Facebook at-

traverso il gruppo “Sei di Cavarzano o di Cusighe se...”. «Ringrazio quel morto di fame che se li è portati a casa», ha scritto il derubato pubblicando anche due foto dei nani nella loro posizione sotto la pianta e dando così il via ad una lunga colonna di commenti indignati. Certo sarà praticamente impossibile risalire all’autore o agli autori del gesto, ma qualcu-

IL PROPRIETARIO: «RINGRAZIO QUEL MORTO DI FAME CHE SE LI È PORTATI A CASA» MA DIFFICILMENTE SI SAPRÀ IL SUO NOME

no nel gruppo apre alla speranza di poter ritrovare i personaggi della fiaba poco distante dal boschetto, magari spostati da qualcuno in vena di dispetti. Non è la prima volta, d’altra parte, che la zona ai piedi del Serva diventa obiettivo di incivili e maleducati. Facilmente raggiungibile in auto e relativamente isolata, perché le case attorno sono una manciata, l’area della chiesetta antica è stata a più riprese minacciata da adolescenti che si ritrovano per mangiare la pizza dai cartoni e bere birre proprio davanti all’ingresso lasciando tutti i rifiuti sul luogo, quando non si arrampicano sulla fragile strutture dell’edificio del Trecento per scattarsi selfie dal tetto di pietra. Alessia Trentin

BELLUNO «Caro Pm di Belluno se non ti dai una regolata alla svelta lo sai dove te lo ficco sto proiettile vero?». Parole accompagnate dalla fotografia di un proiettile d’artiglieria: una bomba. Alza il tiro Laura Internicola, una residente nella cittadina lombarda di Carpenedolo e appassionata di sci e montagna. La donna era finita nei guai dopo un altro post, sempre affidato al social network Facebook, tre mesi dopo Vaia. In quell’occasione se l’era presa con i bellunesi. «Siete semplicemente indegni ed indecenti. A 3 mesi dalla frana e devastazione pensate solo a prendere i soldi del parcheggio, del trenino estivo e a pulire per terra in paese, canyon chiuso e alberi sulle strade lasciati a remengo. Popolazione di lazzaroni ed assistenzialisti. Ma piegate la schiena a lavorare, che vivete di questo e rendete il paradiso in cui state un inferno (...) E c’è gente che gli vuol pure dare soldi… Per cosa, quando la mentalità è marcia». Un commento che aveva scatenato indignazione ed ha spinto il Sindaco di Rocca Pietore e la Regione ad avanzare una richiesta di risarcimento per i danni d’immagine, oltre ad una denuncia in sede penale per la diffamazione a mezzo

stampa. Andrea De Bernardin, primo cittadino di Rocca Pietore, aveva anche chiesto l’oscuramento delle pagine web. E all’epoca ad intervenire in prima persona era stato addirittura lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia che si era detto esterrefatto delle offese rimarcando gli sforzi dei bellunesi. A quindici mesi di distanza Internicola restringe il campo. E punta dritta al Pm che indaga sulla vicenda. A chiarire che l’obiettivo della bomba è la magistratura sono le parole che seguono: «Te e tutti i togati del circo, quindi a mali estremi, estremi rimedi». Difficile immaginare possa finire a tarallucci e vino. Andrea Zambenedetti

PROIETTILE D’ARTIGLIERIA La foto a corredo della minaccia

CONTRO LA DONNA C’È GIÀ UNA RICHIESTA DI RISARCIMENTO PER DANNO D’IMMAGINE A SPORGERLA REGIONE E COMUNE

Legno ed elettronica: il Centro Consorzi “sforna” tredici nuovi operatori `I corsi di qualifica

professionale conclusi: 800 ore di formazione LA SPECIALIZZAZIONE BELLUNO Ci sono 8 nuovi operatori del legno e 5 operatori elettronica in provincia. Sì, perché sono da pochi giorni terminate le lezione dei corsi di qualifica professionale rivolti a persone adulte del territorio, sia occupate che disoccupate, organizzate dal Centro Consorzi di Sedico. Con 800 ore di formazione, di cui 600 dedicate alle discipline relative all’area professionale del legno o dell’elettronica e 200 alle materie culturali come ita-

liano, diritto, matematica e inglese, il percorso ha portato 13 persone a ottenere una qualifica e competenze facilmente spendibili nel mercato del lavoro. I nuovi operatori sono: Andrea Bortolas, Gianluca Casanova, Arrigo Da Rozze, Marika De Moliner, Antonio Mattiuzzo, Erika Paolin, Oscar Saorin e Antonella Sartoni per il settore legno; Giovanni Abate, Michele Balen, Rabii Jabal, Mark Qarraj e Sabina Susana per l’elettronico. Per alcuni corsisti è stata prevista la misura del tirocinio curriculare: della durata di 120 ore per coloro che avevano già maturato esperienza di lavoro affine e di 320 ore per chi era alle prime armi in ambito affine e doveva quindi approcciare ex novo al settore di interesse. I professori

QUALIFICATI Gli operatori del legno a corso ultimato dopo le lezioni che si sono svolte al Centro Consorzi di Sedico

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sono rimasti soddisfatti, perché al termine del corso, conclusosi con il mese di gennaio, quasi tutti i disoccupati hanno trovato lavoro. La novità positiva di questa edizione è stata la presenza di ben quattro donne in due settori generalmente di interesse prettamente maschile. «Il valore aggiunto di queste proposte di formazione – spiegano dalla scuola - è l’attenzione rivolta alle persone da parte del corpo docente e del personale del Centro di formazione. Risorse personali e aspettative dei corsisti sono i nodi su cui il lavoro di tutti viene indirizzato. Con la formazione si possono così valorizzare le potenzialità di ciascun corsista andando anche ad arricchire le conoscenze ed abilità in ingresso».

Il Centro Consorzi è un organismo di formazione con sede a Sedico presente e attivo da oltre trent’anni. Forma ragazzi e adulti e affianca le imprese bellunesi offrendo servizi nel settore, anche, della sicurezza, delle reti di impresa e della connessione internet/telefono. La formazione rivolta agli adulti è una novità abbastanza recente, per il Centro, questa infatti è stata la terza edizione; l’interesse e la partecipazione dimostrati anche da questi ultimi corsisti dimostrano come la proposta continui a piacere e a rispondere alle esigenze di chi è senza lavoro e cerca una specializzazione per rientrare nel mercato e di chi, invece, l’impiego ce l’ha ma vuole affinare le proprie competenze. (atr)


10 Cronaca

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 10 Febbraio 2020

LOTTAAL CRIMINE. Ipoliziotti dellevolanti sonointervenutiall’Eurospardi vialeRoma

Razziedicioccolatini Bloccatoilladroseriale Denunciato un senzatetto già noto Icolpi effettuatisucommissione Larefurtivavienepoirivenduta almercato nerodiCampoMarzo Valentino Gonzato

Ruba quasi esclusivamente cioccolatini, ma le razzie non c’entrano nulla con la festa di San Valentino alle porte. Sono mesi che mette a segno furti di questo tipo, perché agirebbe su commissione. La refurtiva, infatti, sarebbe destinata al “mercato nero” allestito a Campo Marzo da alcuni immigrati provenienti dall’Europa dell’est. È il sospetto della questura, che venerdì ha bloccato il ladro seriale di cioccolatini, G.R. (sono state fornite solamente le sue iniziali), 43 anni, senzatetto di nazionalità romena, già noto alle forze dell’ordine per aver collezionato una lunghissima lista di guai soprat-

Iltaccheggiatore avevasottratto molteconfezioni Ilvaloretotale dellarefurtiva èdi180euro

tutto per reati predatori e occupazioni abusive. Lo straniero aveva tentato di mettere a segno l’ennesima intrusione al supermercato Eurospar di viale Roma, ma è stato smascherato dalla guardia giurata e denunciato dai poliziotti delle volanti.

darsene. A quel punto il senzatetto ha consegnato una scatola di cioccolatini, dicendo che era l’unica che aveva preso senza pagare. L’addetto alla sicurezza, però, non gli ha creduto e ha chiamato immediatamente il 113 della questura per chiedere l’intervento di una pattuglia. La centrale operativa ha dunque dirottato in viale Roma un equipaggio delle volanti. I poliziotti hanno poi verificato che il valore del bottino ammontava a circa 180 euro. Il taccheggiatore è stato quindi accompagnato in questura per essere denunciato con l’accusa di tentato furto. IL“MERCATONERO”. Per il clo-

IL TENTATO FURTO. Secondo

la ricostruzione della questura, il clochard ha messo piede nel punto vendita di pomeriggio. La guardia giurata lo ha però riconosciuto immediatamente per averlo già pizzicato in passato. L’addetto alla sicurezza, dunque, non lo ha mai perso di vista. Il taccheggiatore pensava di poter agire indisturbato. Ha quindi preso di mira gli scaffali dove sono esposti cioccolatini e caramelle e ha arraffato una ventina di confezioni di “Mon cheri”, che ha nascosto sotto i vestiti. Terminata la razzia, lo straniero ha superato le casse facendo finta di non aver preso nulla. L’allarme anti-taccheggio, però, è entrato in funzione e la guardia giurata ha bloccato il “furbetto” prima che potesse an-

ILCASO. Inviatouna notapureaiservizi sociali

Lapolizia ha fermatoilladro serialedi cioccolatini. ARCHIVIO

Iltaccheggiatore ha presodi miral’Eurospar diviale Roma. ARCHIVIO

Fotonotizia

chard si tratta dell’ennesima denuncia negli ultimi mesi per aver cercato di rubare cioccolatini. L’esperienza dei poliziotti insegna che si tratta sicuramente di furti su commissione. Lo dicono la tipologia di refurtiva e la quantità di scatole che lo straniero cerca di far sparire dai supermercati che prende di mira. Da tempo in questura si sono inoltre accorti della presenza di un gran numero di immigrati dell’Europa dell’est che si ritrova in determinati giorni della settimana nella zona di Campo Marzo vicina a viale Verdi. Lì sarebbe stato organizzato un vero e proprio “mercato nero” dove finiscono i prodotti rubati nei supermercati. Non solo cioccolatini, ma anche caffè e Grana che verrebbero venduti a metà prezzo agli acquirenti. Tra questi ultimi ci sarebbero anche diverse badanti. La questura sta cercando di andare a fondo della questione, ma fare breccia nel muro di omertà è complicato. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Lapolizia ha scopertoche lacoppia spacciavain casa. ARCHIVIO

Cocanelpasseggino Tribunale dei minori avvisato dalla polizia Laquesturahasegnalatoildegrado nelqualevivonoifiglidellacoppia Il lavoro della questura non è terminato con l’arresto del capofamiglia e la denuncia della sua compagna. I poliziotti delle volanti stanno ora prendendo contatti con i servizi sociali del Comune e con la sezione civile del tribunale per i minori per segnalare a entrambi la condizione di degrado nella quale sono costretti a vivere i quattro figli della coppia. Gli agenti, inoltre, hanno avviato un accertamento sull’appartamento a Parco città dove i conviventi sono ospiti della nonna di lei e dove abita anche uno zio di quest’ultima. Il blitz dei poliziotti risale alla mattina di venerdì. Si sono presentati nell’abitazione dove risiede M.C. (omettiamo le generalità per tutelare i fi-

gli minorenni), algerino di 31 anni, che si trovava agli arresti domiciliari per spaccio di droga. Gli agenti avevano ricevuto alcune soffiate e volevano verificare se le informazioni fossero corrette. Per questo motivo, hanno perquisito la casa e il garage trovando circa 100 grammi di hashish e 11 dosi di cocaina. Queste ultime erano state nascoste in uno dei passeggini dei bambini. Durante l’ispezione è stato sequestrato anche un machete che l’algerino avrebbe usato per ferire un acquirente. A quel punto, lo straniero è stato portato in carcere mentre la compagna vicentina, di 33 anni, pure lei coinvolta nello spaccio, è stata invece denunciata. • V.G. © RIPRODUZIONERISERVATA

LA MANIFESTAZIONE. Il movimento ha proposto un sit-in in concomitanza con la fiera Hit Show

Unastrada perricordare NormaCossetto L’assessoreregionaleElenaDonazzanhaaderitoconlapropria firmaall’iniziativaavviataperintitolare una via cittadina a Norma Cossetto, la studentessa istriana torturata e uccisa dai partigianislavinel1943.L’iniziativa è promossa dal comitato “Vicentine per Norma Cossetto”,compostodisoledonne,che hal’obiettivodiottenerel’intitolazione in ogni comune di una viaaricordo di Norma.

Grazie al Progetto finanziato dalla Regione Veneto “Incontri intergenerazionali per una comunità che valorizza le competenze” l corsi si svolgeranno dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso il CSV di Vicenza Contrà Mure San Rocco, 37/A. Park interno per persone con disabilità.

Per informazioni e iscrizioni tel. 0444.235308 o via email a info@csv-vicenza.org

Mercoledì 12 febbraio 2020

Gestire le relazioni inter-organizzative nell’era del welfare generativo Docente: Theofanis Vervelacis - Sociologo, esperto di processi organizzativi

Lunedì 24 febbraio 2020

Verso una nuova immagine della vecchiaia. L’invecchiamento attivo e in salute Lorella Molteni - Sociologa, esperta nella tematica dell’invecchiamento attivo Alberto Maistrello - Presidente Associazione Volontari Assistenza Anziani OdV

FA_13998

Docenti:

LeSardine“avvisano” Salvini «Parlianchedi Mose edi Pfas» «Laviolenza sia esclusa daicontenutie daitoni dellapolitica». Illeader dellaLega èatteso oggi Karl Zilliken

In 150 per dire «no» alla presenza di Matteo Salvini, che oggi pomeriggio sarà in fiera per Hit Show. Le Sardine di Vicenza ieri hanno replicato e, dopo l’ottimo risultato di due mesi fa in piazza Matteotti, hanno portato a casa un bottino di presenze più magro, ma che li ha soddisfatti. «Salvini inizia la sua campagna elettorale in una fiera con partecipazione pubblica, che propone armi di ogni tipo e consente anche ai bambini di entrare – spiegano dal microfono gli organizzatori Speriamo che il leader della Lega si fermi anche a parlare del Mose, della Pedemontana, di Miteni e dei Pfas e non si limiti alla solita passerella. Quello che chiedono le Sardine è semplice: pretendiamo che chi è stato eletto non faccia campagna elettorale permanente; pretendiamo che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi su canali istituzionali; trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network e trasparenza dal mondo dell’informazione». Dopo qualche momento

LeSardine vicentinesi sonoriuniteieri davantiallafiera. COLORFOTO

di impasse a causa della mancanza di corrente elettrica, che ha impedito che partisse un ormai classico “Bella ciao”, l’evento è proseguito senza intoppi e si è concluso poco dopo le 18. «Vogliamo che la violenza sia esclusa dai contenuti e dai toni della politica, che deve abrogare il decreto sicurezza». Tra un “Salta per l’indignazione” di Luca Bassanese e un’altra versione di “Bella ciao”, gli interventi hanno toccato anche altri temi: «In un momento di emergenza climatica è doveroso protestare di fianco alla fiera delle armi e della caccia. Siamo fieramente contro questa fiera. La foto con Benetton non rappresenta le decine di migliaia di persone scese in piazza». Prima dell’avvio del sit-in, dall’alta struttura del parcheggio è stato srotolato un grande striscione con la sardina “Tina” che prende il nome dalla partigiana Tina Costa e che ha fatto il suo esordio nel capoluogo berico per poi partire verso altre piazze. E se oggi alle 15 Salvini sarà a Hit Show, poi si sposterà a Padova: in piazza Portello è già pronta l’accoglienza delle Sardine patavine. • © RIPRODUZIONERISERVATA

GUARDAIL VIDEO

Canti,slogan e cartelliperribadire il“no”alla campagnadi Salvini

SUL SITO INTERNET www.ilgiornaledivicenza.it


20 Bassano ROSÀ

IlGiornodel ricordo inbiblioteca

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 10 Febbraio 2020

TEZZE

Serata di lettura nella sala conferenze della biblioteca di Rosà, domani, alle 20.30. “Foibe-il giorno del ricordo” è il tema che sarà sviluppato,seguendountestoliberamentesceltodallibro“Foibe rosse”, per un evento curato dall’associazione Rabbit Hole, con intermezzimusicalieinterventi storici.

MadonnadiLourdes Ilritrovo

Come da tradizione, la comunità è invitata a partecipare al momento di preghiera in occasione dell’anniversario della Madonna di Lourdes. La cerimonia avrà luogo al Cippo della Fratellanza, al confine dei Comuni di Cartigliano, Rosà e Tezze, domani alle 20, conlacelebrazione dellamessa.

MUSSOLENTE. Un incendio è scoppiato nella tarda serata di sabato inviaSan Rocco a Casonia causa delsurriscaldamento di una canna fumaria

Tetto in fiamme, abitazione inagibile

Ci ha insegnato come si vive e come si muore. Dopo lunga malattia, è mancata serenamente ed amorevolmente assistita

Sonogiuntesquadre deivigili delfuocodiBassano Vicenzae Cittadella che hannosalvato lacopertura dellostabile dovevi sono altriappartamenti Francesca Cavedagna

Paura nella notte di sabato a Mussolente, dove il tetto di un’abitazione è stato distrutto dalle fiamme. Evacuati i residenti. L’immediato intervento dei vigili del fuoco, accorsi da diversi distaccamenti del territorio, ha scongiurato il rischio che l’incendio si propagasse alle abitazioni dello stabile. I pompieri sono riusciti infatti a isolare la zona rovente della copertura, limitando l’estendersi delle fiamme. I danni restano comunque molto ingenti, l’appartamento andato parzialmente distrutto dalle fiamme è stato dichiarato inagibile. L’allarme in via San Rocco 34, zona vicina al centro della frazione di Casoni, dove vivono i coniugi Elio Viero e Ivana Manfron, è scattato l’altro giorno poco prima delle 23, quando i residenti in un appartamento al secondo piano hanno sentito un forte odore di fumo, che in poco tempo ha invaso buona parte

dei locali. I pompieri di Bassano sono intervenuti in pochi minuti e, capita la gravità dell’incendio, probabilmente innescato dal surriscaldamento di una canna fumaria, che aveva generato i primi focolai nel tetto ventilato del palazzo, hanno immediatamente richiesto rinforzi, che hanno visto arrivare anche le squadre di Vicenza e Cittadella, per un totale di 15 operatori, a bordo di tre autopompe e un’autoscala. Il personale di Bassano è riuscito nell’immediatezza a tagliare con una motosega una parte di tetto non ancora andato a fuoco, riuscendo a bloccare l’estensione del rogo. L’operazione è stata decisiva dal momento che le fiamme si stavano velocemente estendendo alle abitazioni attigue. Subito dopo le altre squadre hanno scoperchiato il tetto per quasi 200 metri quadri, partendo dalla rimozione di coppi e guaina per arrivare così al tavolato interessato dalle fiamme e metterlo in

sicurezza. Le operazioni hanno richiesto quasi quattro ore di lavoro. Durante il complesso intervento, la strada è stata chiusa al traffico sia per motivi di sicurezza che per agevolare il lavoro dei vigili del fuoco. I residenti hanno assistito impotenti. L’appartamento interessato dal rogo, ora di fatto senza copertura, è stato dichiarato inagibile e tale lo resterà fino al termine dei lavori di ripristino del tetto, al rifacimento dell’impiantistica e a quando sarà dichiara nuovamente idonea la salubrità dei locali. I danni sono ovviamente ingentissimi, ancora non c’è una stima ufficiale, ma si sfiorino i centomila euro. Grazie alla perizia dei vigili del fuoco è stato comunque possibile limitare le fiamme e quindi salvare le abitazioni adiacenti che non sono state interessate dai danni collaterali del fumo, pertanto ai residenti è stato possibile rientrare nelle loro case a operazioni concluse. • © RIPRODUZIONERISERVATA

NOVE. IlComunein linea conledirettivenazionali eregionali

MARIA BORIN in GEROLIMETTO di anni 71

Ivigili delfuoco appenagiunti invia SanRocco aCasoni nella tardaseratadi sabato

L’allarme

Ivicinidicasa svegliati dallegrida deiconiugi Idue inquilini,cheabitano invia S.Rocco dal 2007, ieri mattina stavanolavorando con la figlia, perripristinare quelpo’ che potevano.Lecondizioni dell’appartamentoli costringonoad andarevia da casaesisistemeranno dalla

Si ringraziano fin d'ora quanti vorranno partecipare al lutto della famiglia. Unmomento dell’interventodeivigili delfuoco. FOTO VVFF figlia,a Cassola. Pare,dalleprime testimonianze,che sianostati i componentidellafamiglia del pianoterraa rendersiconto di quantostavaaccadendo eadare l’allarme.Altri vicinisono stati

CASSOLA. Approvato ilprogetto esecutivo

OkallaVarianteverde Unanuovorotatoria inlocalità Marini Stopalconsumodisuolo I lavori in primavera Sinoal205 edificabilial massimo12,71 ettari Riccardo Bonato

Pianificazione urbanistica a Nove al passo con i tempi e in linea con le direttive regionali e nazionali. La direzione intrapresa nel centro della ceramica è quella di evitare ulteriori sprechi di suolo: fino al 2050 a Nove non si potranno consumare più di 12,71 ettari da porre in rapporto di bilancio con l’eventuale incremento del verde per le varianti eventualmente accolte, oltre che incentivare il riuso dell’edificato. È di questi giorni la pubblicazione dell’ormai consueto avviso pubblico per le cosiddette “varianti verdi. Fino al prossimo 27 marzo sarà possibile inoltrare al Comune la richiesta di riclassificazione delle aree considerate edificabili dagli attuali strumenti urbanistici, privandole della potenzialità edificatoria. Le richieste saranno oggetto di analisi e valutazione, che a fine fase istruttoria sarà avviata come procedura di variante. L’assessore all’urbanistica Rachele Sebellin spiega che le “varianti verdi” riguardano delle situazioni particolari. «Possono ridiventare aree verdi alcune superfici che in

Unaveduta di Nove.Il Comune dice stopal consumodi suolo

genere si trovano in contesti poco urbanizzati, in realtà dove la disponibilità di verde è notevole e magari consolidata da tempo – spiega – Diciamo che anche le varianti verdi contribuiscono alle più recenti disposizioni regionali sul contenimento dell’uso del suolo». Ma in tema di urbanistica c’è da dire che Nove è uno dei pochi Comuni ad aver completato l’iter recependo le direttive più recenti. L’ingegnere Mario Garbino, tecnico incaricato dal comune per le recenti innovazioni urbanistiche, precisa il percorso compiuto.

«Prima c’è stato l’accordo Stato-Regioni, successivamente è venuto il regolamento tipo della Regione Veneto e di Anci Veneto – spiega l’ing. Garbino – A Nove questo regolamento è stato adattato e calato nella realtà locale, rivedendo di fatto e dalla base il vecchio regolamento edilizio». Lo scorso autunno il Consiglio comunale ha pertanto varato il nuovo regolamento e provveduto all’adozione della variante elle norme tecnico-operative al piano degli interventi, divenuta vigente prima della fine del 2019. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ne danno il triste annuncio il marito CLAUDIO, le figlie MARGHERITA e MARTA con MICHELE, i nipoti NICOLÒ, JACOPO e GREGORIO, il fratello ENZO, la sorella CHIARA, i cognati, le cognate, i nipoti e parenti tutti. I funerali avranno luogo mercoledì 12 febbraio alle ore 10.30 nella chiesa di S. Francesco, giungendo dall'Hospice Casa Gerosa di Bassano del Grappa. Dopo le esequie la cara MARIA proseguirà per la cremazione.

Unaccordopubblico-privato Prevista anche una ciclopedonale Approvato il progetto esecutivo per il nuovo rondò ai Marini. In primavera il via ai lavori. Con un accordo pubblico-privato, verrà acquisito un terreno di 400 mq a ovest dell'incrocio. Il Comune di Cassola accelera dunque sulla razionalizzazione dell'intersezione tra via Marini e via Ca' Mora. Entro la primavera, prenderanno il via i lavori per il completo rifacimento dell'attuale rotonda, ancor oggi provvisoriamente individuata da blocchi di “new jersey” e troppo piccola per consentire un adeguato spazio di manovra ai mezzi pesanti. Prima della fine del 2019 la Giunta del sindaco Aldo Maroso ha dato il via libera al progetto esecutivo e già nei prossimi giorni gli uffici cominceranno a predisporre la gara d'appalto. La futura rotatoria sarà leggermente più ampia di quella attuale e avrà l'asse spostato verso sud per agevolare le svolte di camion e tir, i quali potranno salire anche sull'anello più centrale, concepito come una banchina. Nell'ambito dell'intervento sarà inoltre realizzato, a nord ovest, un percorso pedonale di collega-

mento tra la pista ciclabile di via Ca’ Mora (di recente realizzazione) e il marciapiedi di via Marini. «L'operazione – ricorda l'assessore ai lavori pubblici Marco Giacobbo – costerà 170 mila euro e sarà cofinanziata dalla Provincia di Vicenza, che ha già dato il suo benestare e stanziato 85 mila euro». Il cantiere si aprirà molto presto; in modo da poter dare il via ai lavori entro la primavera. «Un ruolo importante nella velocizzazione dell'iter progettuale è stato giocato dall'area urbanistica – aggiunge – che si è adoperata per formalizzare un accordo pubblico – privato che consentirà alla municipalità di acquisire un lotto di 400 metri quadri a ovest dell'intersezione». «I privati – spiega l'assessore all'urbanistica Giannantonio Stangherlin si sono impegnati a cedere all'ente il terreno di loro proprietà e a demolire l'immobile, ormai fatiscente, presente al suo interno, in cambio di un credito edilizio pari a a 2500 metri cubi. Un volume che potrà essere venduto o utilizzato in altra zona del territorio cassolese». • © RIPRODUZIONERISERVATA

svegliatidallegrida deidue coniugielihanno visti già all’esterno,illesima disperati mentrele fiammeelevate destavanoimpressione. L.Z.

I famigliari ringraziano sentitamente tutto il personale dell'Hospice Casa Gerosa per le cure amorevoli prestate alla nostra MARIA. Bassano del Grappa, 10 febbraio 2020

© RIPRODUZIONERISERVATA

È mancata serenamente all'affetto dei suoi cari

SERVIZI FUNEBRI GENERALI O.F. BIZZOTTO Bassano Tel. 0424.567713

MARIO ed ELEONORA, LALLINA, FLAVIA, SANTA e RICCARDO, FABIO si stringono al fratello CLAUDIO e alle sue figlie nel ricordo della cara

MARIA BORIN GEROLIMETTO Bassano del Grappa, 10 febbraio 2020

AVELINA BERTORELLE (Lina) ved. MASIN di anni 95

Lo annunciano i figli GIUSEPPINA con ANTONIO, DARIO con STEFANIA e FRANCO con CECILIA, i nipoti, i pronipoti, la sorella, il fratello, le cognate e i parenti tutti. Il funerale avrà luogo martedì 11 febbraio alle ore 10.00 nella chiesa parrocchiale di Santa Croce, giungendo dall'ospedale San Bassiano. Dopole esequiela caraLINA riposerà nel cimitero di San Zeno. La veglia di preghiera sarà oggi 10 febbraio alle ore 19.15 in chiesa. Bassano del Grappa, 10 febbraio 2020 SERVIZI FUNEBRI GENERALI O.F. BIZZOTTO Bassano Tel. 0424.567713

I cugini commossi sono vicini con affetto a MARTA e MARGHERITA per la perdita della loro mamma

MARIA BORIN GEROLIMETTO Bassano del Grappa, 10 febbraio 2020

FRANCO BARBARO con MARINA partecipa commosso al dolore di CLAUDIO per la perdita della cara

MARIA BORIN GEROLIMETTO e abbraccia con affetto tutta la famiglia. Milano, 10 febbraio 2020

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IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 10 Febbraio 2020

Ivenetidioggi l’INTERVISTA

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Sottotitolo altobasso L’intervistadel lunedì

di FRANCESCO CASSANDRO

IL PERSONAGGIO

ENRICOCARRARO

«Seguidiun’azienda sentilaresponsabilità pertuttalacomunità» A

mava giocare con i trattorini, Enrico. Come tutti i bambini. Solo che la sua sala giochi aveva il respiro di una enorme officina brulicante di trattori veri: quelli che sbuffano, tossiscono, graffiano e mordono la terra. Ci sono vite che sembrano segnate da copioni già scritti, da sentieri già tracciati. Ma quasi sempre non basta seguirne il flusso, assecondarne la corrente. Serve passione, costanza, mestiere, e anche una montagna di autostima per saltare un’asticella generazionale che sembrava proibitiva, alzata da un padre che ha segnato la storia dell’imprenditoria veneta. Questo racconta la storia di Enrico Carraro. Ed altro. Perché non bastasse, complici i misteriosi girotondi della vita, dopo aver ereditato un gruppo industriale che produce sistemi di trasmissione per macchine agricole in Italia, India, Argentina, Cina e Brasile, da qualche mese si è ritrovato su un’altra poltrona, anch’essa segnata dal padre Mario: la presidenza di Confindustria Veneto. Dove inizia, Enrico Carraro, il suo viaggio? Sono nato a Padova, ma il mio primo ricordo è una villa di campagna, a Campodarsego, il paese dei nonni e dove abbiamo l’azienda. Ci ho vissuto fino ai sei anni, poi nei periodi di vacanza, e ancor oggi. Dopo la villa? C’è l’azienda, naturalmente. Da piccolo vi giocavo dentro, con trattorini e macchine. Le macchine utensili mi hanno sempre affascinato. Sotto gli occhi severi di papà? No, papà non è mai stato un uomo severo. Rigoroso è la parola giusta. In famiglia e nel lavoro. È stato il mio riferimento fino a qualche anno fa, quando è uscito dall’azienda. E lei ne ha preso il posto. Fin da piccolo ha studiato da presidente? La mia vita ha sempre coinciso con l’azienda. Vedi che è una cosa bella, grande… Che non vuol dire ricca, ma che ti dà la possibilità di investire il tuo futuro. Me la sono sempre immaginata così.

Il debutto? A 22 anni, impegnato nella parte amministrativa di una nostra fonderia a Montebelluna.

EnricoCarraro, natoa Padova 57annifa, è entratoin aziendaa22 annie oggiè presidentedi Confindustria Veneto

Nel 1977, invece, scopre il fascino della televisione. È un investimento che ho fatto con Sandro Parenzo: Telelombardia a Milano e Telenordest qui, nel Veneto. Erano anni particolari, intensi, quelli. Sì. Il Nordest viveva una stagione molto speciale, sia dal punto di vista politico sia da quello economico. La politica era attraversata dal fermento impresso dal Movimento dei sindaci; l’economia viveva un momento frizzante, che il Veneto non ha più avuto. È una stagione che sono contento di avere vissuto.

Miopapà?La parolagiustaè rigoroso,sullavoro einfamiglia.Ma Confindustrianon l’hoereditatadalui

Nella sua esperienza di imprenditore televisivo cosa non ha funzionato? Il duopolio della raccolta pubblicitaria Rai-Fininvest non offriva spazi, e nei fatti il settore non poteva crescere. È un’esperienza che ho dimenticato. Così è rientrato nell’azienda di famiglia. In realtà non l’avevo mai lasciata. A fine 1996 lei riceve una telefonata da Palazzo Chigi… Ricordo molto bene. Era la segreteria della presidenza del Consiglio che chiedeva di papà, che in quei giorni si trovava negli Stati Uniti per seguire un’acquisizione. Il ministro Di Pietro si era dimesso: il premier Prodi pensava di reclutare suo padre. Che per fortuna rinunciò. Nel 2012 si completa il passaggio generazionale: lei presidente, suo fratello Tommaso vice. Convivenza complicata? Assolutamente no. Quando siamo entrambi in azienda pranziamo insieme. Abbiamo dei compiti diversi, e il grande vantaggio di avere un’azienda grande, che permette ai componenti della famiglia di impegnarsi in ambiti e in ruoli diversi. Il papà come vi ha preparati a questo importante e delicato passaggio? Insegnandoci, innanzitutto, a trattare l’azienda, anche se era nostra, come non fosse

Iononho dirittodivotosul dopo-Boccia,ma unaregioneunita vapiùavantidiuna regionedivisa

stato un bene non nostro. Con una certa distanza, con un dovere di responsabilità che un’azienda ha anche nei confronti della comunità. Poi ci ha insegnato di non innamorarci di alcuni specifici settori, ma di avere una visione un po’ più alta e un po’ più generalista. Mantenendo una certa distanza si possono fare scelte un po’ più libere. Dopo la staffetta in azienda, ora la guida di Confindustria Veneto: entrambe segnate sempre da suo padre. Sì, ma sono due cose diverse. La presidenza dell’azienda l’ho ereditata; quella in Confindustria me la sono guadagnata. Ci sono arrivato per caso: non era nella mia agenda divenire presidente degli industriali veneti. Cosa l’ha spinta ad accettare? Ogni tanto bisogna anche dire di sì, mettersi a disposizione. Altrimenti non ci si può lamentare di come vanno le cose. Devo dire che sono orgoglioso, molto orgoglioso di questo incarico. Cercherò di farlo al meglio. Ho tanti attestati di stima, che spero siano sinceri. È un compito difficile? È un compito difficile e anche complicato, perché è necessario interpretare le necessità di un sistema complesso, di territori che esprimono sensibilità diverse.

Sonolontano dallaLega.Stimo Zaiaperl’indipendenzadaSalvini,gli riconoscocapacità amministrative

L’attuale situazione economica, poi, non aiuta. A livello nazionale si resta sospesi intorno allo zero: un +0,1, un -0,1. In Veneto la situazione è meno peggio, grazie ad un export sempre forte. Pur non dimenticando che nei nostri territori c’è stato un grande riscatto sociale ed economico, di certo oggi servirebbe un maggiore sprint.

Hainiziato lacarriera inazienda a22 anni

Èilnuovopresidente diConfindustriaVeneto Natoil17 aprile1962, Enrico Carraroentra nell’aziendadi famigliaa 22 anni. Inizia ilsuo percorsoprofessionalein diverserealtà eareeaziendali. Gradualmentesegue un percorsochelo porterà a ricoprireruolidisempre maggioreresponsabilità.Nel 2007assumela vice presidenzaesecutivadi Carrarocon delegaalle iniziativediNewbusiness development.Coordinale attivitàdiricerca,valutazionee definizionedinuovi businessei relativipianidisviluppo nel medioelungo termine. Da

aprile2012èpresidentedel GruppoCarraro.Dafebbraio 2011èdiventatomembrodella Giuntadi ConfindustriaPadovae nelluglio 2012membrodella Commissioneper la riformadi Confindustria.Da aprile2013a febbraio2017èstato anchevice presidentediConfindustria Venetocon delega all’internazionalizzazione.Da giugno2018èvice presidentedi ConfindustriaVenetoCentro, natadalla fusione diConfindustria PadovaediUnindustria Treviso. Infinedal 28ottobre 2019è presidentediConfindustria Veneto.

Dovesse segnalare una strada? Additerei l’Emilia-Romagna, che è pur sempre nel Nordest, dove c’è una maggiore efficienza e dei comparti molto innovativi.

Veneto ha incontrato il governatore Luca Zaia. Com’è andata? Premetto che stimo Zaia per la sua indipendenza da Salvini, e gli riconosco capacità amministrative. Ma non è un giudizio politico.

“Piccolo non è più bello”, ha recentemente sostenuto. Il piccolo deve esserci, perché così si nasce. Ma andava bene fintanto le nostre aziende lavoravano in Italia, con la Lombardia, la Germania… Oggi il mondo è cambiato, è più grande, e servono delle dimensioni minime per rappresentarlo e scalarlo.

Perché questa precisazione? Perché politicamente sono sempre stato lontano da quel partito.

Complicato? Difficile, molto difficile, perché impone agli imprenditori di mettersi insieme, di aggregarsi, di dotarsi di nuovi strumenti di crescita. E questo è un processo che impone anche una cultura diversa. All’indomani della sua elezione a presidente di Confindustria

Che messaggio ha lasciato al governatore? Da imprenditore, che serve uno scatto in avanti. Ci siamo mai chiesti perché Treviso e Vicenza paghino più di altri territori la fuga di cervelli? Secondo lei? Un po’, forse, perché ci sono più giovani che hanno soldi per viaggiare e fare esperienze, ma soprattutto, credo, perché questi giovani sono alla ricerca di aziende più innovative, più grandi, dove possano fare un percorso professionale diverso, che oggi forse il

Veneto, pur con le sue mille eccellenze, non offre. Anche per questo oggi in Veneto c’è bisogno di cambiare passo. L’autonomia sarebbe d’aiuto. Certo. Un Veneto con un margine superiore di autonomia avrebbe una marcia in più. A partire dalla scuola. Argomento delicato e controverso quello di una delega alle regioni in materia scolastica. Lo so bene, ma quando parlo di scuola non penso ad un insegnamento chiuso, venetista. A cosa pensa? Alla possibilità di poter investire di più, di avere percorsi di crescita, di insegnanti diversi, di scuole professionali potenziate. Non dimentichiamo che la scuola è un punto strategico per lo sviluppo. Tornando alla stretta attualità, è iniziata la partita per il successore di Vincenzo Boccia. Quale ruolo intende svolgere? Il presidente del Veneto non vota e non ha voti in assemblea per eleggere il presidente. Il presidente del Veneto sostiene che una regione unita va più avanti di una regione divisa. Il suo mandato scadrà fra un anno. Dopo? Non so, non mi interessa, non sono alla ricerca di una riconferma. Questo impegno me l’hanno chiesto i colleghi della Regione, e questa cosa non è scontata. Pentito? No, ho scelto con responsabilità. Ci teneva? Sì, mi è sembrato un incarico tagliato per me, per quello che sapevo fare. © RIPRODUZIONERISERVATA


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LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA

SPORT - VARI

L’INTERVISTA / L’assessore regionale Cristiano Corazzari traccia un bilancio sullo stato di salute dello sport nel Veneto

verso il 2026

Contributi e investimenti I conti in tasca ai Giochi invernali

«Con le Olimpiadi una bella immagine che farà bene a tutto il movimento» Diego Zilio PADOVA. Tra attività di base, im-

pianti e grandi eventi. L’assessore Cristiano Corazzari, 45 anni, avvocato rodigino di Stienta, traccia un bilancio relativo allo stato di salute dello sport veneto. La delega allo sport è infatti in primo piano tra quelle da lui gestite e fra le quali figurano Pianificazione territoriale e urbanistica, Parchi e aree protette, Sicurezza, Cultura e identità veneta. «La Regione ha tra i suoi obiettivi il sostegno dello sport di base, e quindi dilettantistico. I numeri ci dicono che sono oltre 480 mila gli atleti tesserati dalle varie federazioni, il che significa che un veneto su 10 pratica una disciplina sportiva. Un dato che ci pone tra i protagonisti assoluti a livello nazionale: dopo la Lombardia e il Lazio ci siamo noi», spiega l’assessore regionale Corazzari. «Ovviamente questo favorisce l’emergere di risultati agonistici di rilievo, quella che definirei la punta dell’iceberg, vale a dire la parte più visibile del movimento. In Veneto operano 45 federazioni sportive, con 19 le discipline sportive associate. Si tratta di tutte quelle riconosciute dal Coni. Abbiamo 5.549 società, che corrispondono all’8,7% di tutte quelle italiane, numero che ci mette, anche questo, al terzo posto fra le regioni. Ma citare queste cifre significa anche parlare di quella rete di volontariato che in Veneto coinvolge oltre 100 mila persone e che oggi è indispensabile per lo svolgere delle attività». Cosa fa la Regione per il movimento sportivo? «Da un lato sosteniamo i grandi eventi attraverso una legge specifica a supporto di eventi come i campionati italiani ed europei delle varie discipline. Dall’altro ci sono le norme apposite a sostegno dei Mondiali del 2021 di sci alpino e dei Giochi Olimpici del 2026. E poi attraverso l’assessorato sosteniamo l’attività di base attraverso una serie di bandi che si occupano di impiantistica, cioè di quelle strutture che, nel tempo, necessitano di manutenzione, in modo da evitarne l’obsolescenza e metterle in sicurezza: nel 2019 abbiamo destinato circa 2,6 milioni di euro ai piccoli interventi nelle infrastrutture locali, interessando più di 100 comuni della regione. Poi ci sono le iniziative in favore dello sport "inclusivo", rivolte ai disabili e alle categorie più deboli, con un occhio di riguardo nei confronti delle scuole: a riguardo penso alle giornate dello sport proposte

assieme all’assessore Donazzan negli istituti scolastici del territorio. A questo filone nell’ultimo anno abbiamo destinato circa un milione di euro». Soffermiamoci sugli impianti: da qualche tempo state lavorando a un censimento generale, quando sarà pronto? «Prima della fine della legislatura. Un lavoro imponente portato avanti assieme al Coni. Quanto raccolto sarà messo a disposizione degli enti locali e ci permetterà di intervenire dove c’è bisogno». Veniamo adesso al capitolo Olimpiadi. Eventi di questo tenore sono sempre accompagnati da riserve legate a potenziali sprechi, anche se il calcolo costi-benefici ha fatto ricredere pure i più scettici. «Aver ottenuto l’organizzazione dei Giochi è una delle gioie più grandi. Ci siamo riusciti grazie a uno straordinario lavoro di squadra, condotto dal presidente Zaia. E, se li abbiamo ottenuti, è perché abbiamo dimostrato di poterli gestire in modo trasparente. Eventi del genere pongono la nostra montagna al centro del mondo e consentono di poter operare investimenti sul territorio in grado di lasciare qualcosa di concreto e utile». Il beneficio? « Il beneficio è sia nell’immagine che nelle infrastrutture, e questo devono riconoscerlo tutti. Dopodiché sono il primo a dire che se ci sono pratiche da monitorare, occorre farlo nella massima efficienza. Ma eventi come questo faranno da traino anche per tutto il resto del movimento sportivo, non dimentichiamolo. E sarà l’occasione per far conoscere una parte del Veneto che ha potenzialità enormi dal punto di vista turistico». Dal suo punto di vista, cosa si può fare di più? «Lo sport è sempre più centrale nella vita di tutti i giorni, ed è sempre più un veicolo di crescita della comunità. Una delle sfide sarà quella di riuscire a investire ancora di più nell’attività di base». Le elezioni regionali sono alle porte: dove si vede nei prossimi anni? «Ricoprire questo ruolo è stato un onore e una grande opportunità: quella di conoscere in modo più approfondito un mondo fantastico e che mi ha dato tantissimo soprattutto in termini di esperienza umana. Chiaro che per quanto riguarda il futuro non dipende solo da me, e non posso aggiungere altro. Ma io mi metto a disposizione». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cristiano Corazzari

480.000 Gl atleti tesserati dalle varie federazioni sportive del Veneto: questo vuol dire che un veneto su dieci pratica attività sportiva in modo continuativo..

VENEZIA. Ma quanto costerà

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5.549 E’ il numero delle società sportive federate, che corrispondono all’8,7 per cento di tutte quelle italiane.

100.000 E’ il numero stimato di volontari che si impegnano per far funzionare lo sport di base nelle nostre città.

2,6 Sono i milioni di euro destinati dalla regione Veneto ai piccoli interventi nelle infrastrutture sportive locali, interessando più di cento comuni.

845 Sono i milioni di euro che arriveranno come contributo dal comitato olimpico internazionale per i giochi olimpici invernali nel 2026

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4,2 Sono i miliardi stimati come giro d’affari complessivo per i 17 giorni di manifestazione olimpica a Cortina nel 2026

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1. Festeggiamenti per Cortina città delle olimpiadi invernali 2026. 2 Il palaindoor di Padova, una delle più belle strutture venete. 3. Alex Zanardi, campione paralimpico

organizzare i Giochi olimpici invernali del 2026? Intanto va detto che dal Comitato Olimpico Internazionale arriverà un contributo di circa 845 milioni di euro. Dopodiché va aggiunto che una delle ragioni per cui l’Italia si è aggiudicata l’organizzazione risiede nel fatto che buona parte degli impianti è già esistente: si tratta di 14 sedi di gara. Ex novo, a Milano, verrà costruito solo il PalaItalia di Rogoredo, un’arena che diventerà polifunzionale, con una capienza tra i 15 e i 18 mila posti. Quattro di quelle 14 sedi di gara già esistenti saranno da ristrutturare. Tra queste la pista di bob di Cortina, la cui stima di costo attuale è di 42 milioni di euro. Gli investimenti previsti in totale sono pari a circa 346 milioni complessivi, in cui si includono anche la realizzazione dei villaggi olimpici e dei media center. La morale è che alla fine le Olimpiadi dovrebbero portare molti più benefici che costi, visto che uno studio della Bocconi ha previsto che, a fronte di ogni singolo euro speso, ci saranno ricavi pari a 2,7 euro, stimando il giro d’affari complessivo dei 17 giorni di manifestazione in 4,2 miliardi. Oltre agli incassi derivanti dai diritti televisivi, dagli sponsor e dalla vendita dei biglietti per assistere alle varie gare, si è calcolato anche un beneficio per l’indotto pari a 1,5 miliardi derivanti dai consumi e dagli spostamenti delle varie delegazioni e dei visitatori. I Giochi dovrebbero poi portare un aumento medio di 5.500 posti di lavoro a tempo pieno, con un picco di 8.500 nell’anno del loro svolgimento. Le entrate fiscali stimate sono di 601,9 milioni di euro, in ogni caso superiori ai 415 che l'amministrazione centrale conta di spendere per la sicurezza. Un affare, dunque, anche se l’ultimo precedente, i Giochi di Torino 2006, non è molto incoraggiante a riguardo. Il dossier della candidatura, all’epoca, prevedeva costi pari a 500 milioni. Alla fine però il conto è stato molto più salato: 1,5 miliardi sono stati spesi per l’organizzazione dei Giochi e 2 miliardi per la realizzazione delle opere (quasi tutte ex novo). Gli incassi totali invece non hanno raggiunto neanche il miliardo. Per Milano-Cortina, però, sembrerebbero esserci garanzie di tutt’altro tenore. — D.Z.


LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2020 LA TRIBUNA

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TREVISO

Treviso Corso del Popolo, 42 Centralino0422/417.611 Fax 0422/579.212 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 0422/575611

il risiko dei vigneti

Le nozze vip di Botter & Serena Nasce il colosso del Prosecco Le due aziende trevigiane insieme fatturano 240 milioni La nuova super società diventerà la più grande del settore Nasce, tra la pianura e i colli, il nuovo colosso del Prosecco. La Botter di Fossalta di Piave, e la Vinicola Serena, ovvero la Serena Wines di Conegliano – due aziende che dall’imbottigliamento e dalla produzione di fusti si sono da tempo ingrandite fino a diventare aziende vitivinicole tout court, a 360 gradi – hanno infatti sottoscritto recentemente un accordo che ha già creato una joint venture fra le due realtà. E su queste basi, a breve, dovrebbe nascere per processo di fusione tra le due aziende una nuova super società da 240 milioni di euro di fatturato, di gran lunga la più grande del comparto. Sin qui lo era la Botter, con i suoi 160 milioni di fatturato (ottavo assoluto su scala nazionale), che dunque compie un altro salto di qualità nelle nozze con la Serena, fondata nel lontanissimo 1887, che a sua volta ha superato il traguardo degli 80 milioni di fat-

turato. La scommessa è quella di unirsi per interpretare al meglio le sfide del mercato globale e consolidare la propria posizione sui mercati strategici, non solo negli States, ma anche sulle piazze emergenti e nei possibili nuovi mercati, in grado di assicurare sbocchi alle bollicine trevigiane e venete sempre più trendy nei cinque continenti. L’export è già oggi il cavallo di battaglia delle due realtà: adesso l’unione tra i due big dovrebbe rafforzare la presenza nel mondo. La notizia dell’intesa fra le due aziende e dell’imminente nascita del colosso, tiene banco in tutto il mondo vitivinicolo veneto. Dal consorzio Doc ai due consorzi Docg, sia tra Conegliano e Valdobbiadene, sia da Asolo al Montello. Non a caso: la Botter, fondata nel 1928 (era un piccola rivendita di vini), domina la distribuzione della Docg asolan-montelliana, secondo alcuni ben oltre il 70%. E il suo

presidente Alessandro Botter siede nel cda del Consorzio Doc, dov’è ritenuto uno dei grandi dominus del settore. Basti dire che uno studio Mediobanca incorona l’azienda fossaltese come leader vinicola in Italia per percentuale di esportazione (il 96% del fatturato), con un autentico focus sul mercato americano dove rifornisce la grande catena Costco, la seconda del paese a stelle e strisce. I vini Botter sono presenti in 60 paesi, e sin dal 2011 ha aperto anche alla produzione bio. Numeri ed export che non nascono a caso: la Botter è stata fra le prime a spingere sulla globalizzazione come sbocco per i vini, in primis quelli prodotti nella tenuta di famiglia a Motta di Livenza, e poi via via alle autorizzazioni per imbottigliare le bollicine Docg e altri vini italiani prodotti in altre 6 regioni fra Centro e Sud. Oggi, con Alessandro, c’è la terza generazione: Luca Botter è direttore commerciale, Annalisa Bot-

il dibattito sul glifosato

Chies: «Abbiamo imboccato una strada diversa dagli Usa» Il rappresentante del Conegliano Valdobbiadene Docg nella fondazione Unesco, non ché presidente di Confagricoltura Ludovico Giustiniani non poteva non aspettarsi una reazione. Ma il no secco di Luca Zaia ha dato fiato alle trombe. «Il no glifosato è legge, non si tocca. Almeno nei 15 Comuni della core zone e della buffer zone delle Colline Unesco». Il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, si sorprende dell’«improvvido» dibattito sollevato in sede locale sulla base di evenienze scientifiche negli Usa. «Lasciamo agli statunitensi comportarsi di conseguenza, noi abbiamo scelto una strada diversa: no alla chimica. Una strada che intendiamo prosegui-

re dopo il riconoscimento Unesco» insiste Chies. Anzi, l’auspicio del sindaco è che anche altri Comuni, dopo quelli Unesco, possano aderire allo stesso regolamento di polizia rurale che vieta, appunto, il glifosato. E un secondo auspicio è che trovi rapidamente riscontro la volontà del presidente del Consorzio Doc, Stefano Zanette, e dei suoi collaboratori perché il ricorso ai fitosanitari diventi un auto-obbligo anche per tutti gli aderenti al Consorzio stesso. Secondo Chies, il dibattito che si è aperto va chiuso immediatamente per non inficiare l’azione della nuova governance delle Colline Unesco, ma anche il business stesso dei produtto-

Effetto glifosato su un vigneto

ri di prosecco, che potrà consolidarsi soltanto nella misura in cui i vignaioli perseguiranno la sostenibilità. Condividono l’impostazione di Chies anche gli altri col-

Una veduta del podere della Serena Wines a Conegliano

ter è responsabile marketing & sistema qualità. Non meno vocata e votata all’export la vinicola Serena, che ha avuto anche margini di crescita a doppia cifra, nel fatturato, proprio grazie all’export (due anni fa passato dal 30% al 42%). E già nel 2017 l’azienda aveva centrato l’obiettivo dei 25 milioni di bottiglie annui. Il business tradizionale è quello di vini in fusti. — Andrea Passerini © RIPRODUZIONE RISERVATA

leghi sindaci. E non solo Vincenzo Sacchet di Tarzo e Bepi Maset di San Fior, che sono componenti del Cda dell’Associazione Unesco. Ma anche i vari Antonio Miatto di Vittorio Veneto e Stefano Soldan di Pieve di Soligo. Un no trasversale, quindi, alla chimica. Sulla medesima lunghezza d’onda si sintonizza il consigliere regionale Alberto Villanova di Pieve di Soligo. «Il glifosato, utilizzato come erbicida belle colture agricole, è stato saggiamente e felicemente sostituito con alternative più ecosostenibili nell’area del Prosecco. Anche perché si sta arrivando, grazie all’impegno dei sindaci del territorio, a una cultura diffusa della sostenibilità dell’ambiente, in funzione di un aspetto estetico non marginale che ci ha spianato la strada nella conquista del riconoscimento Unesco» dice Villanova, presidente del comitato scientifico Vitivinicolo di Conegliano. – Francesco Dal Mas © RIPRODUZIONE RISERVATA

dietro le Quinte

Bollicine, è la rivoluzione dei big I piccoli sempre più in affanno «Non è il produttore che fa il commerciale, è il mercato che “disegna” la produzione. Noi piccoli siamo formiche, domani sempre più minuscole». Lo sfogo di un produttore storico delle colline è la miglior fotografia di quanto sta avvenendo dai colli Unesco alla pianura. Ovunque ci siano bollicine, la distribuzione, specie sui mercati strategici, chiede quantità e dimensioni. Peculiarità che mettono alla corde i piccoli ed esaltano i grandi proprietari, le gran-

di aziende che governano la filiera, i colossi. La riprova? L’incoronazione delle colline a patrimonio Unesco. Da allora, guarda caso, sono scesi in campo solo i big. Trasversalmente a consorzi, confini e alle stesse denominazioni. Potenza dei mercati. E fra i Colli, si fanno due conti: di questo passo, più di 8 bottiglie Docg su 10, nel 2025, arriveranno da non più di 6-7 maxi produttori. Il resto agli altri: vignaiolo avvisato... — A.P.


8 Cronaca

L'ARENA

Lunedì 10 Febbraio 2020

LAPOLEMICA. Dopolo scontrotra favorevoliecontrari, intervienela dirigentedel Miur

Drugtesta scuola? «Interventosanitario previstodalla legge» AugustaCelada,direttoreregionale dell’Ufficio scolasticoVeneto:«Non èstato benspiegato cheil Protocolloè un accordodisanitàpubblica» Camilla Ferro

La bagarre scoppiata sul Drug test nelle scuole superiori veronesi, con la divisione tra favorevoli e contrari sia tra gli amministratori della città che tra i presidi (al momento sarebbero 6 i dirigenti che hanno detto “no“) e pure tra medici, sarebbe nata per un grande equivoco di fondo. Ciò che non è chiaro, forse, ai più, è che il «Protocollo» scritto dal Dipartimento delle Dipendenze dell’Ulss 9 diretto dal professor Giovanni Serpelloni, non è un semplice «accordo» tra due parti, una specie di intesa da sottoscrivere a tavolino tra istituzioni che decidono di affrontare insieme il problema “droga“ tra studenti minorenni, ma è un «Protocollo Sanitario». «Credo sia fondamentale sottolinearlo», interviene a fare chiarezza la dottoressa Augusta Celada, direttore generale dell’Ufficio scolastico

regionale per il Veneto (ex preside - ultimo incarico dirigenziale negli istituti superiori veronesi - all’Educandato agli Angeli), «per dirimere ogni possibile mal interpretazione: l’aggettivo sanitario blocca sul nascere interventi di natura diversa da quella per la quale è prevista ed autorizzata questa attività, normata e regolata dal legislatore». La dirigente regionale del ministero dell’istruzione teme che molta confusione sia nata appunto dal «non avere spiegato che il Drug Test nelle scuole rientra in un quadro più articolato di azioni di sanità pubblica già esistenti e attivate sulla base del Dpr 309/90». E puntualizza: «Non potrebbe essere altrimenti, nel senso che non sarebbe mai potuto accadere che l’Ulss e l’Ufficio Scolastico territoriale di Verona (il Provveditorato, ndr) avessero deciso di comune accordo di procedere, mettendo una semplice firma sotto al docu-

mento, con il nulla osta dei presidi. Eventualmente è la Regione, ad un livello amministrativo sovra provinciale, a convocare un tavolo istituzionale con assessorato alla sanità e all’istruzione per affrontare questo tema e aprire un confronto con tutti i soggetti coinvolti». E continua: «Ecco, specificato quindi che il Protocollo è sanitario, e lo ribadisco così sia più chiaro a tutti, esso prevede una serie di azioni in capo all’autorità preposta, nel caso specifico il Dipartimento delle Dipendenze, dirette alla prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti e di alcol nelle scuole». Anche ai dubbi sollevati dai «contrari» relativi soprattutto alla mancanza di tutela della privacy degli studenti che risultassero positivi, la professoressa Celada torna sempre al busillis di fondo: «Il principio dell’anonimato ribadito nel Protocollo sanitario è stabilito sempre dalla stessa legge, la 390: è un obbligo, non

AugustaCelada

Lapolemica ènatadalfatto cheèstato omessol’aspetto sanitarioedi prevenzione

LaRegione, competenteperle politiche sanitarie, èl’unicaingradodi istituireuntavolo diconfronto

Campioniprelevatiper untest antidroga. Nel mondodellascuola nonsi placano lepolemiche

un optional», sottolinea la responsabile della scuola del Veneto, «per cui rientra in una cornice normativa che ha tra i criteri base la tutela della privacy e dei dati sensibili. Ripeto quindi che, all’interno della configurazione del testo di legge, si possono introdurre attività sanitarie di prevenzione dell’uso di droghe ed alcol come sono appunto anche questi Drug tests». E’ ricordato, nel Protocollo stesso, che «la persona risultata positiva potrà chiedere la non registrazione dei propri dati anagrafici conservando l’anonimato completo

SCENARIPOLITICI. AllaGran Guardiail lancio delprogetto diFilippo Rossi. Eda Roma ametà marzo partiranno i circoli

così come esplicitamente previsto dall’articolo 120 del Dpr 309/90». E ancora: «Tutti i dati saranno coperti e trattati dagli operatori dell’Ulss come dati sanitari e secondo le regole della privacy secondo la legge 196/2003». Perchè allora tanta tensione, da settimane, tra presidi, politici e Ulss Scaligera? «Credo essenzialmente perchè, in origine», ribadisce Celada, «non s’è insistito a spiegare il carattere di esclusiva sanità pubblica dell’intervento, effetto anche della mancanza di un tavolo tra gli ad-

detti ai lavori che stabilisse gli accordi: mancando la regia, tutti, dai partiti in giù, si sono sentiti di esprimere i propri punti di vista che non sono certamente quelli istituzionali. Se si deciderà di avviare un confronto a Venezia, naturalmente anche noi del Miur ci saremo. Dirò di più: le competenze per le politiche sanitarie sono della Regione ed è esclusivamente la Regione che, se lo riterrà opportuno, potrà promuovere un confronto sui Drug Tests da cui scaturiranno decisioni valide per tutto il Veneto, non solo per Verona». •

L’INCONTRO. Appuntamentoalle 20.45

TosieBendinelli nellanuovadestra Colombopresenta ilsuo ultimo libro «Liberale,riformista, non sovranista» allaGenovesa «Serveun soggettoserio,moderato, alternativoallasinistra eallaLega diSalvini»

destra sovranista e populista è anti-italiana perché non investe sull’idea altissima di politica consegnataci dai nostri avi: decidere per il futuro e non essere una difesa sindacale degli interessi», prosegue Rossi.

Laura Perina

Prove di dialogo per favorire l’avanzata, in Italia, in Veneto e a Verona, di una destra liberale, riformista ed europeista, più istituzionale e patriottica. Se la Lega di Luca Zaia vincesse le regionali di maggio correndo da sola, il Veneto potrebbe essere il laboratorio in cui sperimentare un modello politico di cui al momento sono «orfani» gli elettori del centrodestra. Ne sono convinti Flavio Tosi, consigliere comunale della Lista Tosi, leader del movimento Fare!, e il deputato di Italia Viva Davide Bendinelli, sindaco di Garda. La cornice: il 15 marzo, da Roma, si lanciano in tutta Italia i nuovi «circoli della buona destra», buona secondo la definizione coniata dal giornalista Filippo Rossi nel pamphlet «Dalla parte di Jekyll.

IlsindacodiGarda «Veronasempre piùlontanadal centro decisionale della Regione,cioè laTrevisodiZaia»

VARIEGATA la platea, da Lo-

DasinistraBendinelli,Rossi, Moroni, Tosi, Urbano,DiGregorio e Poltronieri allaGran Guardia

Manifesto per una buona destra» di cui l’autore ha discusso alla Gran Guardia , davanti a oltre cento persone, con il vicesindaco di Nogara Marco Poltronieri, e con gli analisti politici Luigi Di Gregorio e Chiara Moroni - entrambi docenti all’università della Tuscia, a Viterbo - durante un incontro moderato dal giornalista de L’Arena Enrico Giardini. Tosi parteciperà all’evento nella capitale ed è stato invitato pure Bendinelli, che di recente ha abbandonato la mili-

tanza storica in Forza Italia per aderire al partito fondato da Matteo Renzi dopo la fuoriuscita dal Pd. «INVISTA delle elezioni politi-

che del 2023 con il sistema proporzionale», spiega Tosi, «chi non è di sinistra e non si riconosce nel sovranismo dovrà dar vita a un soggetto alternativo serio, assente nel centrodestra dopo la debacle di Forza Italia e la destrutturazione della Lega da parte di Salvini». Bendinelli parla di «contenitore che si collochi

nello scacchiere politico come un terzo polo, guardando oltre al breve periodo» (anche se Verona, dice, «è affetta da immobilismo amministrativo e sempre più lontana dal baricentro decisionale della regione, cioè Treviso», la città di Zaia), ma è ipotizzabile uno schieramento che assomigli più a un partito che a una coalizione? «È doveroso farlo», commenta Rossi. «Anche se con il proporzionale sarà minoritario, indirizzerà il Paese nei prossimi decenni, senza intrupparsi. La

renzo Dalai e Valeria Pernice (entrambi passati dal Pd a Italia Viva, lei col ruolo di coordinatrice per Verona), al nutrito gruppo tosiano: i consiglieri comunali Alberto Bozza e Patrizia Bisinella, di Fare!, la vicepresidente della Seconda circoscrizione Patrizia De Nardi, gli ex consiglieri comunali Giorgio Pasetto e Salvatore Papadia, gli ex assessori Enrico Toffali, Pierluigi Paloschi e Gian Arnaldo Caleffi, quest’ultimo tra i fondatori dell’associazione «La città che sale» presieduta da Alberto Battaggia, pure lui in sala. Ancora Niko Cordioli, consigliere a Villafranca, l’ex sindaco di Sant’Ambrogio Pierluigi Toffalori e l’ex di San Pietro in Cariano Sergio Ruzzenente, e Roberto Bissoli, in passato assessore e consigliere regionale, per la Dc, in seguito attivo nel centro moderato e già presidente di Serit, per l’area di Tosi. • © RIPRODUZIONERISERVATA

L’exmagistratodiManiPulite hascritto«Labambinatuttaverde» L’ex magistrato Gherardo Colombo sbarca alla cooperativa sociale La Genovesa per presentare "La bambina tutta verde", il suo nuovo libro rivolto al pubblico dei più piccoli e pubblicato da Salani Editore. Questa sera, lunedì 10 febbraio, alle 20.45, Colombo introdurrà la storia uscita dalla sua penna, in cui affronta con delicatezza e maestria tematiche a lui da sempre care, come il senso di giustizia, l’inclusione, l’accettazione della diversità in un mondo in cui essere differenti è bello. È la storia di una bambina tutta verde, che vive in una casa tutta verde, ha giocattoli e vestiti tutti verdi, mangia addirittura cibi tutti verdi. È felice in questo piccolo universo a un colore, così come hanno deciso i suoi genitori, convinti che il verde sia il colore più bello del mondo. Ma quando la bambina inizia la scuola scopre intorno a sé una realtà tutta nuova e coloratissima. Come convincere la mamma e il papà che il rosso, il giallo, il blu non sono una minaccia ma una bellissima alternativa da avvicinare al verde? In questa favola saranno quindi i

LacopertinadellibrodiColombo

bambini a portare il colore nella vita degli adulti, che hanno perso il potere dell’immaginazione. Un’opera nata per dare a tutti, grandi e piccoli, il coraggio di aprirsi al mondo, e capire che «se tutti fossimo dello stesso, identico colore ci mancherebbe la vivacità della vita». Gherardo Colombo è nato a Briosco, in provincia di Milano ora Monza Brianza, il 23 giugno 1946. Dal 1989 al 2005 è stato Pubblico Ministero alla Procura della Repubblica di Milano. l’ex magistrato dialogherà con il giornalista Beppe Muraro negli spazi della cooperativa in Strada della Genovesa 31. • C.BAZZ.


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San Donà

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Rotonda “attraversata” il Comune corre ai ripari SAN DONÀ

FAVOREVOLE Nel tondo Gianluca Forcolin, qui sopra l’associazione che ha ripulito l’ex caserma

«Ex caserma, la Regione ci sta» Il vice governatore Forcolin sosterrà l’idea `«Si può siglare un accordo con l’Inail» di trasformarla in un centro per la sicurezza Intanto arriva l’associazione di softair `

SAN DONÀ «La Regione è pronta a fare la sua parte per trasformare l’ex caserma Tombolan Fava in un centro di formazione per la sicurezza sul lavoro». A prometterlo è il vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin in merito al progetto redatto da tre sandonatesi che si occupano di sicurezza sui luoghi di lavoro a livello professionale: il perito Mauro Cattai, il geometra Andrea Zacchello, formatore della scuola edile di Venezia, e Luciano Babbo, pensionato che ha fatto parte del comitato paritetico territoriale del settore edile della Provincia di Venezia. Un progetto che consentirebbe di avviare una ristrutturazione dell’ex base militare, abbandonata dal 2001, realizzando un “Parco della sicurezza sul lavoro”.

analizzato con Santo Romano, responsabile del dipartimento che si occupa di lavoro, formazione e sicurezza della Regione. «La Regione non può finanziare quest’opera, ma si può siglare un accordo di programma con l’Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che può avere un ruolo centrale in questa partita, ed è dotato di fondi specifici. La Regione è disponibile ad attivarsi nel cercare la strada giusta per mettere nero su bianco e nel pro-

mulgare la cultura della legalità e della sicurezza nei posti di lavoro». Una struttura che potrebbe mettere in sinergia le società che si occupano già di formazione dello stesso settore, e che potrebbero usufruire degli spazi comuni, con corsi e prove specifiche, usufruendo di un coordinamento che razionalizza gli spazi e i mezzi. «Può trattarsi di un centro di valenza regionale – continua il vice di Zaia -. Per come ci è stato esposto in prima battuta può essere al servizio di un terri-

IL PROGETTO Nelle intenzioni dei promotori si può partire con un’area di circa 10-15mila metri quadrati, che potrebbe ampliarsi in un momento successivo, in base all’interesse di privati ed associazioni di categoria, in primis quelle legate alle professioni edili, industriali e agricole. Forcolin spiega di conoscere il progetto, e averlo

TAGLIO DEL NASTRO L’inaugurazione di ieri alla Tombolan Fava

torio vasto, tanto da interessare anche il Friuli». La struttura è affidata al Comune di San Donà fino al 2022, con il sindaco Andrea Cereser che ha previsto per il mese di marzo un incontro con tutti gli enti e soggetti interessati tra cui Ulss 4, Conferenza dei Sindaci e appunto Inail e Regione.

L’INAUGURAZIONE Nel frattempo, in attesa di trovare una destinazione definitiva, il Comune ha siglato un patto di collaborazione con l’associazione “Delta wolf pack” che si occupa di softair, ossia un’attività sportiva con valenza ricreativa basata sulla simulazione di azioni militari. Ieri mattina l’inaugurazione della nuova destinazione temporanea è stata l’occasione per visitare il complesso. L’ex caserma è stata affidata al gruppo che ne ha curato la pulizia, riempiendo due container di rifiuti, calcinacci, e materiale di risulta. Al taglio del nastro erano presenti il sindaco Cereser, accompagnato dall’assessore allo Sport Stefano Serafin, l’assessora ai Lavori pubblici Lorena Marin e i consiglieri Luca Morosin (Cittàinsieme), Costante Marigonda (Lega), Elio Monegato (5stelle), Massimiliano Rizzello (Fdi). Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Via dei Mille, nuovo look da un milione di euro JESOLO Un milione di euro per riqualificare via dei Mille. Gli aggiustamenti e accorgimenti segnalati all’amministrazione da cittadini e commercianti, come l’abbassamento delle rampe dei marciapiedi, la sistemazione delle pendenze delle caditoie per la raccolta delle acque piovane, sono terminati pochi giorni fa. Sono gli interventi realizzati dai privati come beneficio pubblico previsto dal Piano urbanistico attuativo dell’ex hotel Salisburgo, avviati nei mesi scorsi e ora ufficialmente terminati. La parte più consistente delle opere sono state eseguite nel tratto compreso tra piazza Nember e via

dei Navigatori, dove in quasi seicento metri di strada è stata rifatta la pavimentazione stradale. Rifatta anche la rete di raccolta delle acque meteoriche, dei marciapiedi, la realizzazione di attraversamenti pedonali con masselli di cemento colorati e il rifacimento segnaletica orizzontale e verticale. Gli interventi hanno interessato anche le alberature presenti caratterizzate da pini marittimi. Per indirizzare la crescita delle radici e mitigare i danni ad asfalto e marciapiedi sono stati creati cordoli anti-radice al confine con le proprietà private e una fondazione armata per le cordonate. Le radici sono state sottoposte a disinfestazione, potate le chiome e deviate le reti di sottoservizi. Ogni pianta

è stata sottoposta a indagini per verificarne lo stato di salute e la staticità. Rinnovata anche l’illuminazione con la posa di 66 nuovi pali con tecnologia a led. Gli operai sono intervenuti anche in via Usodimare dove sono stati rifatti i marciapiedi e dove è stato rifatto l’asfalto, mentre nel relativo accesso al mare è stata installata una telecamera di videosorveglianza. Adeguamenti hanno interessato un tratto di via Gorizia, con rifacimento della pavimentazione stradale, dei camminamenti pedonali e della rete di scolo delle acque piovane e di una decina di parcheggi. Nell’area dell’ex hotel Salisburgo infine è stata realizzata anche una piazzetta pubblica. «Con questo intervento – spie-

Si chiamano rotonde perché si deve girarci attorno, anche se a San Donà gli automobilisti provano ad attraversarle con una certa frequenza. L’ultimo incidente risale a venerdì sera in via Eraclea. Quella rotonda è una delle più “attraversate” da quando è stata installata, nell’estate del 2017. La creazione del rondò intendeva trovare una soluzione all’intenso traffico in entrambi i sensi di marcia dal centro alla periferia. Ma la situazione è talmente problematica che ha suscitato un certo dibattito in rete e il Comune sta pensando di correre ai ripari. «È sconfortante assistere a questi incidenti, di regola a causa di velocità sostenuta o distrazione – sbotta l’assessora a Mobilità e Lavori pubblici Lorena Marin – si compiono degli interventi per migliorare la sicurezza. Di regola le rotonde portano a maggiore sicurezza negli incroci. Quella, infatti, ha reso più fluido il traffico in uno snodo nevralgico». Anche se la stessa viene abbattuta con una certa periodicità. Le ipotesi al vaglio per trovare una soluzione prevedono di «verificare con la Polizia locale se sia possibile installare una segnaletica più evidente o aumentare l’illuminazione, magari con un lampeggiante arancio – continua - Il limite è 30 chilo-

metri all’ora in via Eraclea ma anche chi arriva dall’argine dovrebbe rallentare in prossimità dell’incrocio», oppure rafforzare il rondò con un cordolo «ma potrebbe aggravare la situazione in caso di incidente e ridurrebbe lo spazio di manovra». Ma non è l’unico punto del centro interessato da questi problemi. «Incidenti analoghi accadono di frequente sullo spartitraffico in via Dante, vicino all’attraversamento pedonale – continua Marin - ogni tanto va giù il segnale sulla rotonda del Ponte della Vittoria. Qualcuno è riuscito a “salire” sulle rotonde di via Brusade, di via Zanin e quella tra le vie Saretta e Manzoni, anche contromano». A Mussetta è stato risolto il problema con i dossi vicino nella rotonda a fagiolo. Nel frattempo sono tre gli interventi di ripristino delle strade disposti nell’arco di un mese: uno riguarda l’aiuola spartitraffico di viale Libertà, danneggiata sempre a seguito di incidente, affidata alla ditta Calcinotto di Eraclea per una spesa di 2.400 euro. Lavori anche in via Calvecchia, con 11mila euro stanziati per sistemare i pilastri in cemento del ponticello, rovinato da un altro sinistro. Altra sistemazione riguarda la cordonata di delimitazione di via Mario del Monaco, a cura all’azienda Gps di Fossalta per un costo di 4mila euro. D.Deb.

ga l’assessore all’Urbanistica, Otello Bergamo – è stata recuperata l’area dell’hotel Salisburgo, che si trovava da tempo in situazione di degrado e grazie all’impegno dei privati, la città ha ottenuto un’importante riqualificazione degli spazi pubblici. Jesolo ha bisogno di rinnovare il suo tessuto urbano, recuperando il patrimonio immobiliare esistente, spesso datato e in alcuni casi in stato di degrado e renderlo più efficiente dal punto di vista energetico e moderno. In questo processo di rinnovamento c’è anche lo spazio per l’adeguamento e la sistemazione di spazi e arredi pubblici, per creare una città che sia a misura di persona». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

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VIA ERACLEA La rotonda danneggiata dagli automobilisti. Il Comune sta valutando di installare un semaforo lampeggiante

Sfilate, musica e stand Carnevale: si comincia ERACLEA Deciso il programma del Carnevale di Eraclea. L’evento, arrivato alla 41.edizione, si terrà sabato 22 febbraio. Come sempre con l’attesa sfilata notturna, una delle poche organizzate in tutto il litorale. Come sempre, in cabina di regia, il Comune e le associazioni locali. Il via alla festa scatterà alle 18, con l’apertura degli stand enogastronomici allestiti in centro città. Prima della parata dei carri allegorici ci sarà poi l’intrattenimento con uno spettacolo di musica live. Alle 20, l’inizio della sfilata con oltre una decina di carri allegorici allestiti da gruppi di carristi locali e dei comuni limitrofi. Ad aprire la sfilata la presenza di alcuni gruppi masche-

rati e folcloristici. Il percorso si snoderà dal parcheggio della scuola media fino a piazza Garibaldi, di fronte al Municipio. Per garantire lo svolgimento della manifestazione le strade interessate alla sfilata verrà bloccato il traffico e vietata la sosta. Fissati gli appuntamenti anche a Jesolo: domenica 23 febbraio verrà allestita una festa a Jesolo Paese, in piazza I Maggio. Martedì 25 febbraio sarà festa al Parco Grifone: dalle 14.15 ci sarà animazione e giochi per i bambini con i dolci tipici del carnevale. Domenica 1 marzo l’appuntamento più atteso, con la suggestiva sfilata dei carri di carnevale lungo tutte le vie della città. A sfilare saranno oltre trenta carri, provenienti anche dalle provincie limitrofe. (G.bab.)

TRADIZIONE Sia a Eraclea sia a Jesolo ci si prepara per gli eventi del Carnevale. Presentati i programmi ufficiali


III

Primo Piano

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Sanità di montagna

«Qui manca tutto: i politici vengano a vedere di persona» Sfogo del medico di base di Vodo, Bozza `Dopo i dati snocciolati dall’assessore che ha visto ridurre negli anni l’ospedale «Salga qui per capire: basta un weekend» `

LA BATTAGLIA CADORE/COMELICO «Oggi mi ha chiamato la mamma di un bimbo con la febbre tra 38 e 39: le ho suggerito di prendere antipiretici e attendere che domani ci sia di nuovo il pediatra. La scelta? Prendere il bimbo e andare a Belluno». È accaduto ieri. In un’ordinaria giornata in cui in Cadore e Comelico si fa i conti con la sanità di montagna. Il suggerimento alla mamma preoccupata è arrivato dal medico di base di Vodo e Borca, Enzo Bozza, che non ha potuto fare altro: la Pediatria a Pieve di Cadore è chiusa da alcuni anni e la scelta in caso di emergenza è di un viaggio di almeno 3 quarti d’ora. Insomma o i bimbi di montagna si ammalano durante la settimana, quando ci sono i pediatri, o si deve correre a Belluno. Ma la Pediatria dell’ospedale di Pieve è uno dei tanti pezzi persi dalla sanità di montagna, come il punto nascite, cancellato in Cadore tre anni fa, o la Psichiatria che ha chiuso recentemente i battenti a Pieve, o ancora il pronto soccorso (Punto di primo intervento) di Auronzo che verrà “esternalizzato”, perdendo un’ambulanza. Il grido delle genti di montagna per questa emergenza è risuonato, tramite Mauro Corona, su Raitre. La risposta è arrivata dall’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, che in un comunicato ha snocciolato tutto quello che è stato fatto per la

NON C’È PIÙ NEANCHE LA PEDIATRIA «MI HA CHIAMATO UNA MAMMA IN ANSIA, DOVRÀ ATTENDERE LUNEDÌ PER LA VISITA»

montagna.

IO STO CON CORONA «Quale verità?», si chiede il medico di base Enzo Bozza, che lavora tra Vodo e Borca. «Mi dispiace per l’assessore - dice -: io sto con Mauro Corona, perché le sue parole nascono dal disagio di chi vive in montagna, a Erto. E io vivo a Vodo di Cadore da trenta anni. Manuela Lanzarin venga qui e vedrà se snocciolare le cifre o sentire quanto sola è la gente di montagna se vive tra Cortina e Belluno. Se poi, vorrà tornare a casa, mai di domenica tra le 15 e le 20, per non restare imbottigliata tra le gallerie di questa splendida montagna». «Perché uno dovrebbe vivere qui, se non in vacanza si chiede amaramente -? Quando la politica si occupa del territorio, perché non viene a vedere?».

altolocata e Belluno, la provincia fantasma del Veneto. In mezzo, una Statale 51 che tra buche, frane e lavori in corso arriverà con i suoi duecento anni alle Olimpiadi. E c’è Pieve di Cadore con un ospedale che sopravvive tra tagli, mancanza di personale».

IL VIAGGIO «Basta veramente poco - prosegue -: un soggiorno di un weekend da queste parti. In Cadore. Questa montagna ha due poli di intervento: Cortina vacanziera e LA PROTESTA Il dottor Enzo Bozza

I TAGLI «Vogliamo parlare del “rilancio” del Codivilla? - si chiede il medico - Non si poteva spostare l’ortopedia nell’ospedale di Pieve?». Nell’ospedale di Pieve di Cadore infatti, al momento, c’è solo l’ortopedico che visita, ma le sale operatorie non sono attive ed un eventuale intervento, ora che il Codivilla è in ristrutturazione, deve esser fatto a Belluno. «E i medici che lavorano in ospedale a Pieve con turni senza sosta e ferie perennemente in “forse” poiché nel reparto di Medicina sono rimasti in due?», prosegue. E snocciola i tagli: «Un reparto di Psichiatria chiuso e i tanto sbandierati punti nascita così rarefatti da costringere le gestanti alla via crucis della Statale 51 verso Belluno. Devono ricorrere alla medicina privata per avere sempre lo stesso ginecologo e fare lunghe attese dai medici di base per avere le ricette perché i ginecologi privati non possono farle». Infine i medici di base, con più ambulatori, che pagano tre affitti e duemila euro di spese di riscaldamento: non come i col-

LA BATTAGLIA Comelico e Cadore lottano per la sanità “a pari diritti”

«TAGLIATI PSICHIATRIA, PUNTO NASCITE, CON DONNE CHE RICORRONO AL PRIVATO, IN MEDICINA SONO IN 2»

leghi di città uniti nei poliambulatori. «Avevamo chiesto, anni fa, una indennità di disagio, ovviamente picche», conclude Bozza. Insomma fare il medico a Conegliano e il medico in Cadore non è la stessa cosa. Ma anche stare male a Conegliano e stare male in montagna non è la stessa cosa. Olivia Bonetti

La petizione

La protesta contro il cambio di servizio a Auronzo: «Date a tutti la possibilità di firmare» Cresce l’attesa in vista della nuova puntata di Cartabianca e, soprattutto, della finestra da Venezia con Mauro Corona. I cittadini del Cadore attendono un nuovo appello dello scrittore sulla necessità di avere ad Auronzo la doppia ambulanza e, più in generale, una sanità di montagna alla pari con quella di pianura. Nel frattempo si susseguono gli episodi che vedono l’uscita contemporanea di entrambi i mezzi di pronto soccorso dall’ospedale Rizzardi.

Mentre l’amministrazione comunale della sindaca Tatiana Pais Becher marca stretto l’attività dell’azienda sociosanitaria e parla di «fatti che parlano da soli, con la doppia uscita dell’ambulanza tre volte in quattro giorni». E prosegue anche la raccolta delle firme per la petizione contro ogni forma di privatizzazione o esternalizzazione dei servizi sanitari essenziali nonché contro la riduzione delle risorse. In molti, però, stanno

sollecitando una modifica sulle modalità della sottoscrizione, che si può fare solo nei 5 municipi del Comelico più in quello di Auronzo, durante l’orario di apertura degli uffici. Luoghi e tempi che vengono considerati troppo limitati per anziani e lavoratori. «Per il bene della nostra sanità – tuona Roger De Bernardin, capogruppo di minoranza nel Consiglio comunale di Santo Stefano, riferendosi alla giunta regionale del

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governatore Luca Zaia – questi vanno mandati a casa e le schede sanitarie stracciate. Servizi pubblici che vengono tagliati e si trasformano in disservizi, ambulanze dimezzate in un territorio che, per sua natura e morfologia, richiede tempo per i tragitti; intervalli che si allungano; l’arrivo dell’elicottero che non può essere garantito con continuità, basti considerare le condizioni di maltempo». De Bernardin ritorna sulle parole dell’assessore alla

sanità Manuela Lanzarin. «Insieme ai cittadini – replica – sto ancora aspettando che l’assessore spieghi quali siano i punti nascita salvati in montagna: lo sanno tutti che a Pieve non esiste più, come nota è l’attuale situazione caotica del Codivilla di Cortina, con la sala operatoria del Giovanni Paolo II pronta ma non in funzione. È ora di smetterla di prendere in giro i cittadini sul settore basilare della sanità». Yvonne Toscani


10

Nordest

CERVI E DAINI TRIPLICATI IN VENETO In 30 anni la presenza di caprioli, cervi e daini in Veneto è quasi triplicata: dai 20mila capi censiti nel 1990 ai quasi 53 mila del 2019. Così il report presentato a Hit Show di Vicenza

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Regionali, ticket Lorenzoni-Possamai Nel centrosinistra cresce l’ipotesi di intesa. Il vicesindaco `Variati promuove Arturo: «Può unire mondi diversi» di Padova verrebbe affiancato dal giovane vicentino del Pd Moretto (Italia Viva) respinge l’ultimatum di Bisato `

potrebbe essere il via libera a un ticket Lorenzoni-Possamai.

VERSO LE ELEZIONI VENEZIA Mentre i renziani di Italia Viva respingono l’ultimatum del segretario del Pd, Alessandro Bisato, di dire subito cosa intendono fare, nel centrosinistra si profila un ticket tra il civico Arturo Lorenzoni e l’ex capogruppo dem in consiglio comunale a Vicenza Giacomo Possamai. Un ticket sì perdente stavolta contro la Lega di Luca Zaia, ma con la prospettiva di costruire una progetto per un Veneto diverso: Lorenzoni, oggi vicesindaco di Padova, sarebbe il candidato in pectore per Palazzo Balbi, mentre il giovane Possamai, 30 anni compiuti ieri, sarebbe la persona in grado di aggregare e fare da catalizzatore per il Partito Democratico.

IL PD

TERZO POLO

ITALIA VIVA La deputata Sara Moretto

PD Il vicentino Giacomo Possamai

CIVICO Il consigliere Franco Ferrari

Stasera, intanto, ci sarà una riunione tra Italia Viva, i calendiani di Azione, +Europa e Partito Socialista. «Parteciperemo all’incontro - ha detto la deputata di Italia Viva, Sara Moretto - con l’obiettivo di fare squadra tra noi quattro e provare ad essere un unico interlocutore». Ma, al di là dei tempi, Bisato vi ha chiesto di dire come intendete comportarvi alle prossime elezioni regionali: rientrerete nella coalizione di centrosinistra o farete una corsa solitaria? «Dipende dalla progettualità e dal candidato. Noi siamo

Le piazze Santori: «Foto con Benetton? Abbiamo imparato»

In un’intervista al Giornale di Vicenza, il sottosegretario dem Achille Variati ha fatto il nome di Giacomo Possamai e l’ha elogiato: «Esprime la forza delle idee, non ha pesi del passato sulle spalle, non è polemico, può mettere insieme più generazioni». Occhio, non per candidarlo a governatore: «Il punto vero è che, candidatura o non candidatura, un Pd che guarda avanti deve puntare su figure come la sua». Ai più non è sfuggito il fatto che Variati non ha fatto il nome del capogruppo in Regione Stefano Fracasso che invece vorrebbe candidarsi a governatore, mentre ha avuto parole di apprezzamento per Lorenzoni: «Lo considero un uomo molto capace, può unire mondi diversi». Non solo: il sottosegretario ha escluso le primarie: «Troppo tardi». Traduzione del Variati pensiero? Secondo alcuni

M5S, OGGI IL TERMINE DELLE “REGIONARIE”. IN CAMPO ENRICO CAPPELLETTI MA C’È IL PROBLEMA DEI DUE MANDATI

pronti sia ad una coalizione larga che a una corsa per conto nostro come terzo polo». Il civico Lorenzoni vi andrebbe bene? «Ne parleremo alla nostra riunione. Di sicuro non accettiamo ultimatum. L’appello del Pd a sbrigarci fa sorridere: noi siamo nati lo scorso settembre, praticamente l’altroieri, mentre il Partito Democratico aveva cinque anni di tempo, per non parlare del “tavolo” che non ha prodotto niente. E a muoverci dovremmo essere noi? Non mettiamo veti sul Pd, ma devono essere loro a darsi delle scadenze».

FERRARI CORTEGGIATO In campo c’è anche Futuroggi, il braccio politico dell’associazione Semplice Italia che fa capo al banchiere Ubaldo Livolsi. Referente in Veneto di Futuroggi, di cui a livello nazionale è presidente l’ex dg della Rai Lorenza Lei, è l’avvocato padovano Riccardo Ronchitelli. Che sta cercando di convincere il consigliere regionale Franco Ferrari a candidarsi alla presidenza della Regione: «È un ottimo consigliere, sarebbe il candidato governatore ideale. Potrebbe coagulare attorno a sè anche partiti, movimenti, liste civiche per portare avanti un progetto per il Veneto». Tradotto: Ferrari dovrebbe essere il candidato di tutti quelli che non staranno con il Pd e con Lorenzoni. Azione e Italia Viva, però, sul nome di Ferrari nicchiano. E nicchia lo stesso Ferrari.

Primo round della due giorni anti-Salvini delle Sardine in Veneto. Sulle note di “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla ha esordito a Vicenza la sardina Tina che, dopo essere stata srotolata dalla struttura del park Fiera ha dato il via alla manifestazione che anticipa la visita del segretario della Lega, Matteo Salvini, e l’analogo flash mob di oggi a Padova sempre in concomitanza con il tour del leader del Carrocio. Circa 150 i manifestanti. Intanto il portavoce dei “pesciolini” Mattia Santori andava in tv a “Che tempo che fa” per parlare (anche) della contrastata visita a Fabrica - nella foto sopra - con Luciano Benetton e Oliviero Toscani: «C’è chi ha approfittato di quella foto per fare finta di spaccare il movimento... Abbiamo imparato che prima di fare una foto bisogna pensarci molto».

Raccolta firme dei pensionati Cia per la sanità

Oggi a mezzogiorno scadrà il termine per presentare le candidature al M5s attraverso le “regionarie”. Quanto al candidato governatore, il Movimento avrebbe puntato sul padovano Enrico Cappelletti, ma dovrà inventarsi qualcosa per aggirare il limite dei due mandati elettivi. «Questa regola non si cambia né esisteranno mai deroghe», ebbe a dire Beppe Grillo. Cappelletti nel 1995 è stato eletto consigliere al Cdq 7 S. Croce - S. Osvaldo a Padova per la Lega e nel 2013 è stato eletto senatore per il M5s. Alda Vanzan

VENEZIA «Le politiche della Regione Veneto in materia di sanità sono insufficienti, soprattutto per i territori rurali, cioè quelli più lontani dai servizi sanitari e dalle strutture ospedaliere. E quelli che più di altri subiscono queste scelte sono gli anziani, in particolare nelle aree montane e interne, dove la carenza delle strutture e dei servizi, unitamente agli effetti della crisi economica, costringono tanti anziani a rinunciare alle cure, anche a quelle essenziali». È quanto sostiene Anp Veneto (l’associazione dei pensionati di Cia Agricoltori Italiani) che ha lanciato una petizione indirizzata al presidente della Regione Luca Zaia e all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin. «Serve – spiega il presidente di Anp Veneto Giuseppe Scaboro uno sforzo per affrontare le criticità ancora presenti nel nuovo Piano socio-sanitario del Veneto». Le richieste: rafforzamento dei punti di emergenza e assistenza, garantendoli h 24, 7 giorni su 7; accorciamento delle liste d’attesa; estensione del sistema delle cure primarie con realizzazione su vasta scala di poliambulatori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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M5S

Sardine, primo round a Vicenza e oggi tocca a Padova

La petizione

Carnevale, partenza con protesta: corteo senza remiere LA FESTA VENEZIA È iniziato ufficialmente il Carnevale veneziano. La festa ha registrato nel fine settimana circa 70mila persone in laguna, 7mila dei quali erano presenti all’inaugurazione il sabato sera. Per gli albergatori però i problemi legati all’errata percezione dell’acqua alta di novembre e al coronavirus continuano. Infatti, le camere disponibili per la festa sarebbero ancora il 30%, fatto anomalo rispetto al solito, quando si registra il tutto esaurito. E anche le feste private registrano mediamente il 50% di prenotazioni in meno. Oltre a questo, c’è anche da segnalare la protesta delle remiere veneziane che si sono rifiutate di prender parte alla ma-

nifestazione inaugurale di ieri mattina, con la sfilata della pantegana in Canal Grande, a causa dei mancati provvedimenti da parte del Comune sul moto ondoso. L’amministrazione aveva negato il 19 gennaio scorso alle remiere stesse la possibilità di manifestare in corteo in Canal Grande e così la “pantegana” (la barca a forma di topo emblema della festa, ndr) ha aperto i festeggia-

LA DISERZIONE PER I MANCATI PROVVEDIMENTI SUL MOTO ONDOSO ENTRA IN FUNZIONE IL CONTATURISTI

menti con meno della metà dei soliti accompagnatori.

LA PANTEGANA

LA PANTEGANA La tradizionale parata remiera di Carnevale

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Ma l’affluenza dei veneziani alla tradizionale parata non è venuta meno. Rive di Cannaregio affollatissime, pubblico in maschera, tra costumi d’epoca, balli e travestimenti stravaganti. Intorno a mezzogiorno il corteo ha solcato le acque di Cannaregio scortando l’ospite d’onore, da anni al centro della scena: la celebre pantegana. A bordo della sua peata, imbarcazione storica per i materiali pesanti, l’animale di cartapesta è giunto al Ponte dei Tre Archi, esplodendo con tanto di coriandoli e stelle filate colorate. In questo contesto nasce il contaturisti. Il sistema entrerà in vigore la prossima settimana, ha

annunciato l’assessore al turismo di Venezia Paola Mar. «Sono 34 telecamere posizionate in punti strategici della città. Il sistema prevede una telecamera che individui i passanti ed elabori attraverso un software le immagini ogni 25 centesimi di secondo, trasmettendo il segnale alla smart control room ogni cinque secondi. Non violeremo la privacy di nessuno - continua Mar - dato che non monitorerà i visi. Potremmo però capire la provenienza delle persone perché, interfacciandosi alle celle telefoniche saremo in grado di comprendere la provenienza della persona. Non riconosceremo il signor Bob, ma sapremo che qualcuno di statunitense è transitato lì». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA


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