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XII
Mestre
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Laboratorio analisi Cinque milioni di test in un anno `Prestazioni in crescita Ancora, i Laboratori dell’Ulss
grazie al nuovo sistema informatico SANITÀ MESTRE I numeri sono in cresci-
ta, con 5.496.471 esami effettuati l’anno scorso, di cui 3.864.993 all’ospedale dell’Angelo. E, intanto, l’organizzazione del lavoro è stata rivoluzionata, con una nuova dotazione di 70 computer e 90 postazioni la cui messa a punto generale ha occupato l’ultimo semestre.
NUOVE DOTAZIONI STATISTICHE Cresce il numero degli anziani non autosufficienti nell’area metropolitana: sono oltre 21mila
Anziani, allarme autonomia Una persona su quattro ha più di 65 anni `I sindacati: «Pesa la mancata riforma In aumento le persone non autosufficienti delle Ipab, si intervenga al più presto» `
POLITICHE SOCIALI MESTRE Sempre più vecchi e sem-
pre meno autosufficienti. Nel veneziano 38.347 persone con più di 80 anni vivono da sole, sei su 10 su un totale di 64.700; mentre uno su quattro non è più in grado di badare a sé stesso, del tutto o parzialmente. È quanto emerge da una ricerca sull’invecchiamento e l’assistenza della terza e quarta età elaborata a livello regionale da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Veneto. Sul piano generale cresce la fetta di popolazione anziana e vecchia: in Veneto, se nel 2015 gli over 65 erano 1.066.554, oggi sono 1.122.005; gli over 80, invece, sono cresciuti da 315.812 a 347.165.
L’EVOLUZIONE Nella nostra provincia gli uomini e le donne (queste ultime, come noto, vivono di più) con più di 65 anni sono 210mila e sono il 24,5% della popolazione quando dieci anni fa erano il 21,1%: in pratica si è passati da quasi uno su cinque a quasi uno su quattro. Gli over 65 non autosufficienti sono 21.496 rispetto ai 21.231 di cinque anni fa (+1,25%) e rappresentano il 10,27% del totale. Nello stesso arco di tempo, gli over 80 non au-
tosufficienti sono cresciuti da 15.604 a 15.983 (+2,43%), uno su quattro (24,69%) del totale. Dati chiari che impongono una riflessione sull’evoluzione di una società in cui l’età media e l’aspettativa di vita crescono sempre di più e sulla presa in carico delle persone. Per chi non può più essere accudito a casa, attualmente nel veneziano sono disponibili 3.947 posti letto nelle case di riposo, col settore privato (2.211) che prevale sul pubblico (1.736). «La non autosufficienza – spiegano da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Veneto – è un problema molto sentito nella città storica di Venezia, che ospita tantissimi anziani in un territorio molto complesso per ciò che riguarda la mobilità. La non autosufficienza non è uno scherzo e se non cambia in fretta l’offerta dei servizi sociosanitari, ma anche una certa mentalità che vede nell’anziano solo un peso,
«SE NON CAMBIA L’OFFERTA DI SERVIZI PER I VECCHI SARÀ UNA SFIDA DA AFFRONTARE IN SOLITUDINE»
il futuro di questa fascia della popolazione sarà una vera e propria sfida da affrontare in solitudine. Soprattutto per le donne». Ben il 72,8% degli ultraottantenni che vivono soli sono infatti di sesso femminile. Per i sindacati è giunto il tempo di fare di più per chi è più avanti con gli anni. «Il problema della non-autosufficienza – sostengono – è collegato a doppio filo alla riforma delle strutture per anziani. Il Veneto è rimasta l’unica regione d’Italia a non aver riformato le Ipab, sono 9 quelle pubbliche nel venezia-
no. Ciò perché non è stata recepita una legge nazionale del 2000 che prevedeva la loro trasformazione in strutture da inserire nella rete di assistenza territoriale. In questa situazione il settore privato è stato enormemente favorito grazie ai minori costi di gestione e ai minori controlli. Serve una politica molto attenta nei confronti delle persone anziane e per questo chiediamo da tempo una legge nazionale sulla non autosufficienza». Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
MESTRE Il 94,35% di presenze in
aula, cinque disegni di legge come primo firmatario, altri 54 come co-firmatario, più 23 interrogazioni parlamentari, 9 mozioni come primo firmatario e 29 sottoscritte insieme ad altri colleghi Senatori. Sono i numeri riferiti all’attività svolta nel 2019 snocciolati ieri sera all’Officina del Gusto di Mestre ai militanti ed elettori del Pd dal senatore Andrea Ferrazzi che, esattamente come un anno fa, ha presentato il proprio “report” su 12 mesi di vita parlamentare trascorsa tra sedute in Aula, interventi, Commissioni parlamentari e missioni istituzionali. Una rendicontazione di ciò che l’ex assessore e consigliere comunale elet-
to nel 2018 ha prodotto ed intende realizzare. E se sul nome del candidato sindaco di Venezia che a maggio dovrà vedersela con la corazzata Brugnaro il senatore non ha proferito parola, preferendo lasciare l’ingrato compito ai segretari comunali e provinciali del partito, davanti ai suoi elettori Ferrazzi non si è risparmiato, facendo lo slalom tra bilancio politico, proposte, slide e tabelle illustrative. «L’attività politica non è facile, piena di contraddizioni e compromessi e quelli trascorsi in Senato sono stati quasi due anni davvero molto intensi – ha ricordato Ferrazzi – durante i quali ho ricoperto e ricopro ruoli importanti come quello di capogruppo per il Pd in Commissione ambiente e territorio e come componente della Commissione lavori pub-
ENTRO L’ANNO SARÀ COMPLETATA L’INTEGRAZIONE FRA LE VARIE SEDI CON UN RISPARMIO COMPLESSIVO
Ex dirigente comunale
Scomparso a 95 anni Salvatore Lumine
MESTRE Si è spento l’altro ieri all’età di 95 anni Salvatore Lumine, ex dirigente comunale
e del Casinò. Giornalista pubblicista, Lumine era stato segretario del ministro Giovanni Ponti dal 1947 al 1954 e successivamente dei sindaci di Venezia Spanio e Tognazzi fino al 1958. Grande ufficiale della Repubblica, per nove anni è stato membro di cancelleria della Scuola Grande di San Rocco di Venezia, con la carica di “guardian da matin”. Domani alle 15.30 nella chiesa di San Marco evangelista saranno celebrati i funerali.
Ferrazzi: «Ora acceleriamo sulle bonifiche» IL BILANCIO
Sono le due principali novità dei Laboratori di analisi, diretti dal dottor Paolo Carraro, che col suo staff da un lato a dovuto far fronte all’incremento delle attività quotidiane e all’evoluzione delle stesse metodiche di analisi; dall’altro ha affrontato il rinnovamento tecnologico reso necessario anche dall’integrazione delle strutture a seguito della nascita della grande Ulss metropolitana, la 3 Serenissima. «Per la mole di lavoro svolto, la medicina di Laboratorio della nostra azienda si conferma una delle principali a livello nazionale», sottolinea il direttore generale Giuseppe Dal Ben. Dal reparto spiegano che molto si è operato su quella che gli addetti chiamano “appropriatezza”, ovvero la capacità di rendere gli esami sempre più puntuali ed efficaci, con l’introduzione di test più specifici e la dismissione di altri considerati desueti o, con le disponibilità odierne, di minor significato diagnostico.
3 hanno lavorato sull’appropriatezza degli esami effettuati nelle ricerche di droghe d’abuso, togliendo le sostanze non più diffuse tra i tossicodipendenti e ricercandone piuttosto altre di più recente introduzione come la Ketamina; pure nel campo dei marcatori cardiaci: L’altra sfida ha riguardato l’introduzione del nuovo sistema informatico. «In concreto – spiega Carraro – alle 15 del 21 giugno scorso è stato spento il vecchio sistema, sono stati collegati rapidamente 70 analizzatori ad altrettanti nuovi computer, sono state installate circa 90 nuove postazioni in tutte le sedi ospedaliere e del territorio nei punti prelievo… e dopo tre ore il nuovo sistema era operativo». Adesso l’integrazione dei cinque laboratori di analisi dell’intera Ulss 3 è pronta ad andare a regime. «Il progetto – riferisce Carraro – prevede un accentramento delle prestazioni specialistiche, con una conseguente migliore efficienza, un potenziamento delle analisi, un miglioramento della tempestività ed interoperabilità delle urgenze presenti in ogni sede. Tutto questo con un risparmio economico complessivo. Confidiamo di completarlo entro quest’anno». Alvise Sperandio
IL BILANCIO DELL’ATTIVITÀ DI DUE ANNI IN SENATO DEL PARLAMENTARE VENEZIANO
blici. E per Venezia abbiamo fatto un grande lavoro basti pensare anche solo alle decine di milioni che abbiamo portato a seguito dell’emergenza di novembre ma anche per l’ordinaria manutenzione della città e questo a prescindere dal colore politico del sindaco». E da quanto illustrato si presenta fitta l’agenda di Ferrazzi per i mesi a venire. «Per noi sarà centrale il tema della salvaguardia ambientale e morfologica di Venezia e poi bisogna lavorare sulle bonifiche e la riqualificazione complessiva dell’area. Proprio ieri siamo arrivati al via libera definitivo al Protocollo Fanghi e ora puntiamo a recuperare il tempo perduto, si tratta di una partita importante da un punto di vista economico ma anche per la compatibilità ambientale». (p.gui.)
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IN CRESCITA Il laboratorio analisi all’Ospedale dell’Angelo e, a destra, il responsabile Paolo Carraro
Via Piave, Gruppo di lavoro «estraneo alle candidature» VERSO LE ELEZIONI MESTRE Sensibili alla politica
ma estranei alle voci che li vorrebbero vicini a candidati e gruppi politici in vista delle prossime elezioni comunali. Il Gruppo di lavoro di via Piave, da 13 anni in prima linea per favorire la riqualificazione dell’area, ribadisce che «sono destituite di ogni fondamento voci, supposizioni, articoli di stampa che attribuiscono al Gruppo appoggi, consensi, collaborazioni con qualsiasi candidato o raggruppamento politico». La volontà di allargare al più presto le coalizioni con una forte connotazione civica hanno indotto ad accostare i
volontari del Gruppo di lavoro a qualche aspirante candidato sindaco. «L’Associazione - si legge in una nota - è aperta al contributo di ogni cittadino che intenda collaborare con le finalità statutarie, in forma volontaria, ed a titolo personale; l’Associazione è apartitica, e non partecipa né promuove alcuna attività a scopo elettorale; ogni aderente all’Associazione, che, conformemente a quanto previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana, intenda liberamente appoggiare o svolgere attività politica a favore di una qualsiasi persona o di un qualsiasi partito o soggetto politico impegnato nell’agone elettorale, lo fa, ovviamente, a titolo personale».
REGIONE
DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
lettera di veneto, lombardia, piemonte ed emilia
Inquinamento dell’aria le Regioni padane al governo «Norme sulle stufe a legna» VENEZIA. Gli assessori regio-
nali all’Ambiente delle quattro regioni del bacino padano – Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna – hanno scritto una lettera congiunta al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per chiedere interventi urgenti del Governo per far fronte ai problemi legati alla qualità dell’aria. «Si tratta di una lettera a quattro firme» sottolinea l’assessore all’Ambiente del Veneto, Gianpaolo Bottacin «nella quale innanzi tutto chiediamo l’immediata attuazione delle misure nazionali previste dal Protocollo d’intesa collegato al Piano di
L’assessore veneto all’Ambiente Gianpaolo Bottacin
azione per il miglioramento della qualità dell’aria nazionale come previsto dalla Commissione europea». Tra le altre richieste, l’anticipazione dell’applicazione in Italia del Regolamento Ecodesign per fissare specifiche ambientali più rigorose in materia di impianti domestici a biomasse, rendere obbligatoria la certificazione dei pellet e dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solidi, e adeguare la disciplina nazionale in tema di incentivi. «Non si tratta solo di richieste» sottolinea l’assessore del Veneto Gianpaolo Bottacin «noi vogliamo es-
sere coinvolti nella gestione di una questione che sta molto a cuore a tutta la popolazione del bacino padano. Ricordo che stiamo parlando della pianura più grande d’Europa, dove vive il 40 per cento della popolazione italiana e dove si produce più della metà del Pil nazionale. Il Governo non può restare indifferente al problema della qualità dell’aria nei nostri territori». «Abbiamo chiesto un incontro al ministro nel quale discutere più apertamente le nostre proposte e valutare le nostre richieste» conclude Bottacin «ci aspettiamo che il ministro, vedendo che si tratta di una lettera che valica anche gli schieramenti politici, decida finalmente di prestare attenzione alle nostre richieste». Nella lettera al ministro, gli assessori scrivono anche che «è urgente perfezionare gli atti per il trasferimento delle risorse previste nel fondo, stimato nel Protocollo fino a 400 milioni di euro per anno». —
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Giunta reGionale
Mezzo miliardo di lavori per gli ospedali veneti VENEZIA. La Giunta regionale
ha approvato progetti di intervento strutturale sugli ospedali veneti per un totale di 547,8 milioni di euro. Le Usl iniziano ora il cammino per attingere ai fondi nazionali Cipe «ex articolo 20» destinati a progetti per l’edilizia ospedaliera. Si tratta di 34 interventi, in buona parte di adeguamento antisismico e antincendio, che riguardano tutte le Usl, l’Azienda Ospedaliera di Verona e l’Istituto Oncologico Veneto, e che fanno parte del Programma di investimenti 2020-2029 messo a punto dalla Regione. «I tagli nazionali che hanno caratterizzato molte annate» precisa il presidente della Regione Luca Zaia «hanno reso vitale la capacità di predisporre pro-
gettazioni valide per ottenere i fondi nazionali». Per l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin «il Veneto ha sviluppato negli anni un’importante esperienza specifica, arrivando a ottenere e spendere anche il 100% dei finanziamenti». Le opere inserite in questo provvedimento riguardano l’Usl 1 Dolomiti per 59,6 milioni; la 2 Marca Trevigiana per 72,1 milioni; la 3 Serenissima per 127,6 milioni; la 4 Veneto Orientale per 23,9 milioni; la 5 Polesana per 49,3 milioni; la 6 Euganea per 82 milioni; la 7 Pedemontana per 5,4 milioni; la 8 Berica per 50,3 milioni; la 9 Scaligera per 60 milioni; l’azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona per 10 milioni; lo Iov per 7, 4 milioni.
davanti al cantiere vittoria
Motovedette alla Libia manifestazione ad Adria Denunciati 5 giovani ADRIA. Ieri mattina il cantiere navale Vittoria di Adria è stato oggetto di una manifestazione organizzata dai centri sociali del Nordest nell’ambito della campagna #lesvocalling contro la collaborazione fra il governo italiano e quello libico nel controllo dell’emigrazione via mare. Nello stabilimento vengono infatti costruite anche imbarcazioni poi vendute al governo libico, che le utilizza per pattugliare le coste del Paese. Un’attività fortemente contestata dai centri sociali, che accusano i libici di essere nel contempo trafficanti di uomini e torturatori degli africani che affrontano il viaggio della speranza attraverso il loro territorio. Il cantiere Vittoria viene definito non un’azienda inconsapevole di quanto avvenga in Libia, ma un’azienda specializzata in cantieristica navale militare e paramilitare direttamente coinvolta nel fornire le conoscenze e la
Un momento della protesta
strumentazione necessarie per portare avanti le attuali politiche di respingimento. Nel corso della manifestazione sono state anche lanciate uova piene di vernice. Cinque giovani, tutti tra i 25 e i 30 anni, sono stati denunciati a piede libero dal personale del commissariato di polizia di Adria. Per tutti, si ipotizzano i reati di manifestazione non autorizzata e di imbrattamento, per due anche di resistenza a pubblico ufficiale. —
il nuovo partito
Lega Salvini Premier già 1.500 tesserati VENEZIA. Sono circa 1.500 le
nuove tessere registrare ai gazebo della Lega Salvini Premier in Veneto, allestiti ieri. Ne dà notizia l’onorevole Lorenzo Fontana, definendo un successo anche la raccolta firme per la proposta di legge leghista per l’elezione diretta del presidente della Repubblica e per l’abolizione dei senatori a vita: circa 3.500 le sottoscrizioni raccolte solo il primo giorno. I gazebo rimarranno alle-
stiti fino a domani in 250 piazze venete. «Numeri importanti» sottolinea Fontana, commissario, a nome del direttorio Veneto «Grazie ai tantissimi che stanno dando fiducia alla Lega. Questo grande dato di nuove adesioni è una dimostrazione di apprezzamento per l’operato della Lega al governo della Regione e anche un segnale di sostegno a Matteo Salvini, processato per aver tutelato la sicurezza del Paese». —
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REGIONE
DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Forum di limena e associazione veneta Per lo sviluPPo sosteniBile
Welfare, la tempesta demografica perfetta «La Regione concentri tutte le sue risorse» Nei prossimi 30 anni crescita esponenziale degli inattivi. Il demografo Dalla Zuanna e l’ex senatore Santini: «Fare presto» Riccardo Sandre LIMENA. «Se nel decennio 2010-20 la popolazione attiva dei 40-44enni in Italia era di 4,4 milioni nel 2020-30 questa calerà di circa un milione di unità e i tassi di occupazione scenderanno dal precedente 74% circa al previsto 60-64%. Una potenziale catastrofe per il Paese». Con queste parole allarmate Giorgio Santini, presidente di AsVeSS, già senatore Pd e prima ancora sindacalista di lungo corso nelle file della Cisl, ha concluso i lavori del Forum di Limena. Ieri mattina, nel centro parrocchiale del comune alle porte di Padova, amministratori locali e demografi, sociologi ed esperti di politiche pubbliche, si sono confrontati sui dati dello studio promosso dal Forum di Limena con l’Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile. Una situazione che rischia concretamente di vedere nei prossimi 30 anni una crescita esponenziale della popolazione inattiva e anziana a fronte di un sempre più esiguo numero di occupati nei diversi settori di attività. Entro il 2050, in Veneto il tasso di dipendenza della popolazione potrebbe arrivare ad 82, circa 20 punti in più rispetto al 1960. SCELTE CONCRETE
Sostenibilità delle pensioni, del welfare, del processo economico per come lo conosciamo ma pure sostegno alla natalità, desertificazione dei piccoli centri urbani e politiche migratorie sono state al centro di un confronto serrato che, oltre ad evidenziare “la tempesta demografica perfetta” che incombe sul Veneto, ha tentato di indicare alcune possibili vie d’uscita. «I numeri ci dicono che il sistema non reggerà a lungo» ha detto Santini. «Ci troviamo a dover affrontare scelte concrete di breve e medio termine per cercare di arginare il problema».
Il professor Dalla Zuanna durante il suo intervento all’incontro di Limena sulle ricadute del crollo demografico sul welfare
Nella sua relazione conclusiva il presidente di AsVeSS ne ha riassunte alcune tra quelle proposte dal documento finale del Forum di Limena. «La Regione, come il governo centrale, investe molto denaro in mille piccoli interventi di supporto o di incentivo, molti dei quali, pure consistenti in termini di risorse, hanno ampiamente dimostrato negli anni di non avere prodotto risultati tangibili» ha spiegato Santini. «Quello che possiamo fare è agire sulla Regione Veneto, fin da subito, per una riorganizzazione delle risorse puntando principalmente, in tema di sostenibilità demografica, sui giovanissimi e sugli anziani. Dobbiamo nel contempo concentrare tutti i fondi europei disponi-
la tendenza
La popolazione invecchia il Veneto si scopre fragile Il Veneto si scopre più fragile e più vecchio. Nel 1960 per ogni ultra settantenne c'erano più di 5 bambini e ragazzi dagli zero ai 19 anni. Ora il rapporto è di uno a uno. Tra trent’anni le cose andranno ancora peggio: ci sarà un solo giovanissimo ogni due anziani e il rapporto tra over 70 e popolazione attiva (quella convenzionalmente di età compresa tra i 20 e i 69) sarà di 29 anziani ogni 55 adulti, sperando che lavorino tutti. Un rapporto che era di 10 adulti per ogni anziano nel 1960 e di poco meno di 1 a 4 di questo 2020.
venezia
Biennale senza Baratta in cda l’ex presidente uscirà di scena Il ministro Franceschini sceglierà un altro consigliere dopo aver manifestato massima stima per colui che ha rilanciato l’ente culturale VENEZIA. Non sarà Paolo Baratta il nuovo consigliere di amministrazione della Biennale in rappresentanza del ministero dei Beni Culturali che il ministro Dario Franceschini designerà tra pochi giorni conte-
stualmente al decreto di nomina di Roberto Cicutto a nuovo presidente della Fondazione. Prendendo appunto il posto di Baratta. A lungo si è pensato infatti che il rapporto tra il presidente e la Biennale non si interrompesse del tutto, proprio per la grande stima che Franceschini nutre per lui, avendo tra l’altro provato a riconfermarlo ancora, modificando lo statuto della Biennale per consentir-
gli un nuovo mandato, ma incontrando su questa intenzione la ferma opposizione del M5S. A creare le aspettative per una nuova presenza di Baratta nel cda della Biennale, erano state le dichiarazioni ufficiali rilasciate da Franceschini e dallo stesso Cicutto subito dopo la designazione del ministro del produttore cinematografico veneziano che ora è alla guida di Cinecittà Luce. «Negli ulti-
bili per questi temi su pochi interventi, creando un volano che sviluppi la massa critica necessaria a modificare i trend demografici di questa regione». PIÙ CONTRIBUENTI
Ma Santini ha sottolineato anche il ruolo strategico delle Fondazioni di origine bancaria e della finanza sociale nell’orientare azioni destinate all’inversione di una dinamica potenzialmente catastrofica. «Un welfare che non regge ha bisogno di supporto da parte di tutti» ha detto l’ex sindacalista «anche e soprattutto di una platea di contribuenti più ampia: dobbiamo spingere per un aumento del lavoro femminile, i cui indicatori sono fin troppo bassi ri-
mi anni - aveva infatti dichiarato Franceschini all’atto della nomina di Cicutto - la Biennale ha vissuto un processo di rinnovamento in tutti i settori di attività e ha incrementato la sua già notevole fama sulla scena internazionale. Questo è stato possibile grazie al prezioso lavoro di Paolo Baratta e della sua squadra che ringrazio. Sono certo che Baratta, con la sua autorevolezza, continuerà a impegnarsi per la Biennale». E Cicutto, da parte sua, aveva aggiunto: «Conto molto sui consigli e le indicazioni di Baratta, anche se per Cinema, Arti Visive e Architettura per fortuna ci sono già i direttori al lavoro. Anzi, spero proprio che Baratta che non ci molli, che ci dia una mano e ci stia dietro». Dichiarazioni che avevano ali-
(PIRAN)
spetto agli altri paesi europei, nel contempo garantendo nuove e più forti tutele per la natalità. Ma dobbiamo dare una struttura anche al welfare aziendale, individuando strumenti più o meno consoni alla sfida che abbiamo di fronte: una cosa è il sostegno al welfare familiare un’altra sono le palestre gratuite o altro. Tutto deve contribuire a quell’effetto volano su investimenti a tutela degli anziani e a un incremento necessario delle nascite». Tra i tanti interventi è stato il demografo dell’Università di Padova Gianpiero Dalla Zuanna, anche lui ex senatore Pd, a mettere l’accento sul tema delle migrazioni. «Il saldo migratorio del Veneto nell’ultimo decennio è circa
un quinto di quello del periodo tra il 2000 e il 2010» ha detto lo studioso. «In pratica se nel 2003 potevamo contare sull’ingresso di nuova popolazione per pagare le nostre pensioni, per i tassi di dipendenza, per la popolazione attiva e per la natalità, la prolungata crisi economica degli ultimi 10 anni ci ha resi molto meno attrattivi e questi effetti benefici sono scomparsi. Non solo, ha creato pure un’emigrazione di giovani professionalizzati come non si era mai vista prima, soprattutto dalle città capoluogo e dai centri universitari. Ci troviamo in una situazione preoccupante che non può essere risolta che da un nuovo auspicato boom economico». —
mentato appunto l’idea che il ministro Franceschini - d’intesa con Cicutto - potesse nominare Baratta come suo consigliere, per non perderne la collaborazione. Ma non sarà così. Dopo un’attenta riflessione ha prevalso evidentemente la considerazione che la presenza di
avrebbe potuto risultare non semplice da gestire per il neopresidente della fondazione. Si tratta ora di capire se l’auspicata vicinanza tra la Biennale e Baratta - che sarebbe rimasto volentieri, non considerando concluso il lavoro di rilancio dell’istituzione sotto la sua presidenza - proseguirà in altre forme o sarà invece interrotta. Di concreto intanto che c’è che l’ultimo consiglio di amministrazione presieduto da Baratta - in “prorogatio” con il cda fino alla firma del decreto di nomina del nuovo presidente - è stato anticipato dal 27 al 24 febbraio, proprio perché l’ufficializzazione di Cicutto come neopresidente da parte del ministro sembra ormai vicina. — Enrico Tantucci
Il “board” anticipato di qualche giorno: vicina la nomina di Cicutto a capo della Fondazione Baratta in consiglio - con un ruolo che non avrebbe potuto essere evidentemente quello di un consigliere “normale”, data la sua autorevolezza –
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II
Belluno
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
“Ri-Costruire” apre una finestra sull’arte delle nostre Dolomiti Taglio del nastro per la rassegna che spazia sull’edilizia sostenibile. Padrin: «Settore in crisi, ma c’è una ripresa» `
LA VETRINA LONGARONE Si è accesa nel nome di un binomio il nuovo appuntamento fieristico di Longarone Fiere che ieri da una parte ha ospitato l’inaugurazione della 15^ edizione di “Ri-Costruire 3.0”, il salone dell’edilizia, del risparmio energetico e della sicurezza, dall’altra la vernice del nuovo appuntamento con la vetrina d’arte moderna “Arte in Fiera Dolomiti”. Un’occasione doppia per attirare visitatori ed accendere un faro sulle strategie di recupero e di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente. Ieri mattina al taglio del nastro sono intervenuti il presidente della Provincia e sindaco di Longarone Roberto Padrin, i parlamentari Roger De Menech e Dario Bond, la sindaca di Selva di Cadore Silvia Cestaro, il presidente di Longarone Fiere Gian Angelo Bellati, il presidente di Confcommercio Belluno Paolo Doglioni, la vicepresidente della Camera di Commercio Nadia Zampol e il direttore di Arte in Fiera Dolomiti Franco Fonzo.
L’INTRODUZIONE È toccato a Padrin introdurre l’appuntamento: «Il nuovo anno di Longarone Fiere si apre con questo evento che la conferma polo di riferimento della montagna. Il settore edilizio ha risentito molto della crisi, per fortuna ora c’è una leggera ripresa. Per il futuro è fondamentale la formazione dei giovani per offrire loro nuovi sbocchi occupazionali che si stanno profilando o altri che ci sono già, ma che scontano carenza di manodopera». Dopo il giro d’onore tra gli stand, i lavori si sono aperti con il convegno “Slovene Alpine Architecture 2008–2018” all’interno del quale si è svolta la cerimonia di consegna del 5° Premio Ri-Costruire 3.0: i riconoscimenti sono andati alla ditta Varettoni, per la categoria Green, mentre la categoria Sistema casa montagna ha premiato Mondocasa. La giuria era composta da Giovanni Viel, direttore del Consorzio Cipa di Confindustria, Michele De Col di Appia
Cna Belluno e Danilo De Zaiacomo, direttore Centro per la formazione e sicurezza di Belluno.
L’OPERA Subito dopo le autorità hanno scoperto l’opera che i mascherai alpini hanno realizzato in occasione dell’ultima edizione di Arredamont: due alberi schiantati dalla tempesta Vaia sono diventate altrettante panchine che portano incise e decorate le maschere
tipiche dei Carnevali alpini. Gian Angelo Bellati ha poi dato i numeri di questa 15. edizione: «Sono presenti 152 aziende provenienti da varie zone d’Italia, diversi paesi dell’Unione Europea e anche degli Usa a conferma della vocazione internazionale di Longarone Fiere. Si tratta di una fiera tipicamente di montagna, nei cui padiglioni si vedono e scoprono materiali e si imparano tecniche tipiche di questo ambiente con le sue peculiari caratteristiche. È un’occasione utile per ragionare di economia circolare che ha il suo punto di forza proprio nel recupero: la sfida che abbiamo davanti non è cementificare o consumare altro suolo, bensì riprendere situazioni già esistenti, migliorarle e riqualificarle».
ARCHITETTURA ALPINA
L’INTERVENTO Roberto Padrin
CONSEGNATI I PREMI ALLA VARETTONI PER IL SETTORE GREEN E A MONDOCASA PER LA CAPACITÀ DI FARE SISTEMA
Ieri è stata presentata anche la mostra dedicata all’architettura alpina slovena: 30 pannelli con i migliori lavori e progetti realizzati in Slovenia nel decennio fra il 2008 ed il 2018. Oggi Ri-Costruire prosegue (apertura 10-19) con un programma che prevede due convegni: al mattino (ore 11) incontro di approfondimento tecnico sul miglioramento del comfort abitativo e la riduzione delle dispersioni energetiche degli immobili esistenti, nel pomeriggio (ore 16,45) focus sull’innovazione per le coperture. La fiera riaprirà nel prossimo fine settimana, da venerdì 21 a domenica 23 febbraio. Giovanni Santin
RECUPERO Le panchine realizzate con gli alberi abbattuti da Vaia
PREMIAZIONI La giuria assieme alle ditte premiate, la Varettoni e la Mondocasa
Le sfide future del turismo: convegno sulle prospettive IL CONVEGNO BELLUNO Un unico tema affrontato in tre momenti diversi da più relatori. Il museo diocesano di Feltre organizza per venerdì prossimo, 21 febbraio, un incontro dal titolo “Cultura e turismo”. L’incontro – in programma alle ore 17 nella sala conferenze dello stesso Museo - è articolato appunto in tre momenti e si propone come un momento in cui fare il punto sulle sfide future poste dal turismo. Una proposta rivolta a tutti, ma che ha una particolare attenzione per gli insegnanti e gli operatori turistici. L’appuntamento sarà anche l’occasione per presentare due nuovi strumenti: un video ed un’applicazione. Ad aprire dunque il pomeriggio sarà il contributo di Giuliano Vantaggi, direttore del Consorzio Dmo Dolomiti, con un intervento dedicato proprio al tema “Le nuove sfide future del turismo” con cui delineerà quali siano il panorama e le prospettive che aspettano il territorio. Seguirà la pre-
sentazione del nuovo video che offre anche la ricostruzione in 3D e che, oltre all’italiano, nelle versioni in inglese, tedesco e francese racconta la storia dell’antico palazzo dei vescovi di Feltre: il lavoro è stato curato da monsignor Giacomo Mazzorana, direttore del Museo, e dall’architetto Gloria Manera; all’appuntamento saranno presenti anche le traduttrici che hanno anche prestato la loro voce per il video: Manuela Salton per la versione in inglese, Idea Tarquilla per il tedesco e Isabella Pilo per la parte in francese. Il video, oltre ad essere utilizzato dai visitatori che non parlano italiano, può essere uno strumento didattico per le scuole, un motivo in più per far muovere ed attirare
APPUNTAMENTO IL 21 FEBBRAIO AL MUSEO DIOCESANO SARÀ PRESENTATA ANCHE LA STORIA DEL PALAZZO IN 3D
turisti di ogni nazionalità verso il Museo diocesano. Un luogo dove, oltre alle splendide opere esposte, si ammira anche un palazzo straordinario, con una storia che affonda le radici nel primo millennio. L’approccio dedicato alla storia del palazzo e del patrimonio artistico del territorio è sì discorsivo, ma allo stesso tempo anche documentato e scientifico. Infine, ed è questa l’ultima parte prevista dal programma, ci sarà la presentazione da parte di Veronica Menel dell’applicazione izi travel “Combin…arte” dedicata ad alcune opere esposte al Museo. L’incontro è aperto a tutti, ma in particolare agli insegnanti lingue, lettere, storia, storia dell’arte e religione - e a quanti operano nel campo del turismo: Provincia, Comuni limitrofi, Pro loco, agenzie di viaggi, attività ricettive in genere, organizzatori di eventi, nonché a coloro che operano nel campo della storia e del territorio fra cui guide, accompagnatori, organizzatori di conferenze. G. S.
«Prolungamento A27, dall’Europa arriva un secco no» MOBILITÀ BELLUNO Le associazioni ambientaliste tornano alla carica contro il progetto del prolungamento dell’autostrada A27 fino a Monaco di Baviera. Prendono lo spunto dal convegno svoltosi a Mestre con il quale si è messo in relazione lo sviluppo del Porto di Venezia con il prolungamento della A27, ritenendolo necessario. Ma dall’Europa, affermano, arriva un secco no a nuove strade.
Cadore, Gruppo promotore Parco del Cadore, Comitato Peraltrestrade Dolomi -. Questo ancora non avviene perché vi sono rappresentanti ufficiali della Regione Veneto che, ostinatamente propongono il prolungamento dell’A31 e della A27».
MANCA UN PIANO Sostengono che manchi un piano condiviso che offra un sistema integrato di mobilità di lungo periodo, sia interno che extraregionale e transfrontaliero, per il qua-
FALSE INFORMAZIONI «Le sottoscritte associazioni ritengono sia giunto il momento che i cittadini vengano correttamente informati sulle prospettive di come migliorare la mobilità nel Veneto - scrivono Cifra Italia, Ecoistituto Langer, Italia Nostra di Belluno, Mountain Wilderness, Wwf Terre del Piave, Libera
LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE CITANO IL CONVEGNO CON GLI ESPERTI UE «QUEL PROGETTO NON SI FARÀ MAI»
le le associazioni ambientaliste si battono da anni. La chiamano «politica miope», indicando come modello il Trentino Alto Adige. Citano il convegno internazionale BrennerLEC “Driving through the Alps respectfully” tenutosi a Bolzano il 6 febbraio scorso, dove si è parlato di efficientamnto dei flussi sulla A22, l’avanzare della costruzione del tunnel ferroviario ad alta capacità del Brennero, che richiederà il potenziamento dei tratti ferroviari che portano in Val Pusteria, in Val Venosta e nelle Dolomiti, con interventi nella logistica dello scambio gomma/rotaia. «In questa sede ai relatori sono stati chiesti chiarimenti sulle reali possibilità che A27 e A31 trovino completamento - scrivono ancora le associazioni -. Herald Ruijters, capo della Direzione generale nobilità e traffico della Commissione Europea, ha ribadito
che l’Unione Europea non sostiene alcun potenziamento stradale, nemmeno di profilo regionale: “E’ venuto il momento di dire basta a ogni ulteriore sviluppo del trasporto su gomma. Quindi i prolungamenti di A27 e di A31 non rientrano in alcun modo nelle prospettive di sostegno dell’Unione Europea, e mai vi rientreranno».
EUSALP DICE NO
PIAN DI VEDOIA La lunga battaglia sull’ipotesi prolungamento
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Ancora più esplicito sarebbe stato Patrick Skoniezki, coordinatore europeo delle politiche di Eusalp, la Macroregione Alpina, e direttore di AG4 Lead Team–Mobility: «La A27 non subirà alcun potenziamento in quanto la Convenzione delle Alpi non permette la costruzione di altra viabilità veloce transalpina, e tale progetto non troverà alcuno spazio nella progettualità di Eusalp. Questa è una certezza». Parole che fanno
esultare le associazioni.
CISL E UNIONCAMERE «Risulta quindi incomprensibile, alla luce della programmazione europea - spiegano gli ambientalisti -, la proposta stessa del convegno organizzato per il 14 febbraio a Mestre da Cisl e Unioncamere Veneto, teso a sostenere il prolungamento autostradale da Venezia verso Monaco. I rappresentanti della Regione Veneto in Eusalp stanno continuando imperterriti in un’azione di promozione del prolungamento della A27 che non trova nessun fondamento nella programmazione europea, la quale va in tutt’altra direzione». Il vero obiettivo dell’Europa? «Ridurre le emissioni in atmosfera degli ossidi di azoto e carbonio e liberare i cittadini dalla morsa del traffico del trasporto merci su gomma».
II
Primo Piano
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Rimpasto a Palazzo Moroni
«Dimissioni? A tempo debito» Arturo Lorenzoni, il giorno dopo l’incoronazione dal Pd, `E Sergio Giordani in vista dell’avvicendamento spiega: annuncia che per ora non lascia gli incarichi in Comune «La giunta non è mai stata unita come in questo momento» `
L’OPERAZIONE PADOVA Mancavano sette minuti
all’una, l’altra notte, quando dal comignolo di via Beato Pellegrino, dove si era appena conclusa la riunione regionale dei dem, è uscita la fumata bianca, con il Pd che ha sdoganato la candidatura di Arturo Lorenzoni nella corsa per la poltrona di governatore del Veneto. Una scelta tutt’altro che scontata, ma sulla quale alla fine ha pesato significativamente la regia di Massimo Bettin, portavoce di Sergio Giordani che fin da giovanissimo conosce fin nelle pieghe il Partito Democratico, il quale ha preso due piccioni con una fava: far uscire nel migliore dei modi da Palazzo Moroni il professore che occupa la poltrona numero due, visto che al massimo entro un mese e mezzo l’attuale vice dovrà per forza dimettersi, e nel contempo dare al suo partito, anche se insieme all’area civica, la possibilità di diventare competitivo in una regione a vocazione leghista. 24 i voti favorevoli, 12 gli astenuti e 5 i contrari. Di questi ultimi uno è di Stefano Fracasso, che si era proposto in antitesi a Lorenzoni, e gli altri quattro di persone a lui vicine. E sull’incoronazione da Roma è arrivata la “benedizione” del segretario nazionale Nicola Zingaretti, che ha ringraziato il gruppo dirigente veneto, plaudendo al sostegno di Lorenzoni che ha definito figura «competitiva per vincere». «Mi spiace solo - si è rammaricato Bettin che i 5Stelle non abbiano colto la grande occasione di far parte di questa alleanza. Poteva essere un’opportunità ulteriore». Lo stesso primo cittadino, che nei giorni scorsi si era speso per l’esponente arancione, ieri ha rincarato: «Osservo con rispetto il dibattito in corso nel centro sinistra veneto che finalmente giunge a sintesi. Vedo saggezza,
apertura, generosità. Sia da parte del PD, il quale si conferma una forza cruciale e in grado di scelte forti e importanti, sia da parte di tante energie che desiderano dare un contributo positivo. E’ una buona notizia. Su questi presupposti possono nascere progetti molto interessanti e un cammino di lungo periodo che guarda anche oltre maggio, e che arricchirà di nuovi contenuti e stimoli il dibattito e le progettualità in favore delle nostre comunità». «Arturo Lorenzoni - ha aggiunto Giordani - è una persona per bene, che stimo. Moderata, equilibrata, concreta e di grandi ideali. Gli faccio un grande “in bocca al lupo” e sono certo saprà fare squadra con tutti come ha
fatto a Padova, e guidare un progetto che pone alla base l’ascolto e la condivisione. Per quanto riguarda Padova, la giunta non è mai stata così unita. Stiamo lavorando a tantissime progettualità e continueremo con l’impegno totale per la città. Per i passaggi interni ci prenderemo il tempo giusto. Mi confronterò con Artu-
INTANTO TRAPELANO I RETROSCENA SULLA DECISIONE IN CASA DEM CON LA REGIA DI MASSIMO BETTIN
ro e tutta la mia squadra con grande serenità per poi fare le scelte migliori per Padova».
L’APPELLO
È stata molto complessa l’operazione che ha portato alla candidatura per la presidenza della Regione del docente padovano, nonostante ci fosse l’indicazione di Zingaretti di appoggiarlo. Uno dei protagonisti della mission-Lorenzoni è stato Marco Carrai, ex assessore e attualmente tra i leader del “Veneto che vo-
gliamo”. «Il nostro appello - ha osservato - adesso è rivolto alle forze riformiste, progressiste e socialdemocratiche, affinché anch’esse condividano la candidatura unitaria, assieme a noi, al Pd e ai Verdi». Il diretto interessato, invece, ieri pomeriggio, dopo la riunione a Vicenza del movimento civico, ha affidato a un post le sue considerazioni: «Una giornata importante, densa. Tre mesi fa sembrava impossibile. Ma di cose impossibili ne abbiamo affrontate molte in questi anni. Oggi vo-
glio ringraziare il Pd, che con generosità si è aperto ad una proposta nuova, alternativa e forte, la rete delle civiche e chi ha lavorato per arrivare fino a qui. Abbiamo davanti giorni importanti in cui vanno definite molte cose per costruire un percorso che sappia segnare un vero cambio di passo in Veneto. Speriamo che i prossimi siano mesi belli, divertenti, con momenti di crescita collettiva e condivisione, che ci portino a disegnare il Veneto che vogliamo e, perché no, a vincere.
finora anche grazie ai nostri iscritti e simpatizzanti, per costruire proposte e progetti condivisi, per coinvolgere i cittadini e per richiamare alla coesione tutto il centrosinistra in Veneto – ha auspicato Tramarin che apre anche alle sardine - Si costruisca pertanto un fronte che vada dalle forze politiche organizzate a
quelle civiche e si apra ai nuovi movimenti spontanei e giovanili che chiedono alla politica delle risposte». «In questo senso Padova, già più di due anni e mezzo fa, ha anticipato i tempi – ha aggiunto - Ho sempre difeso e creduto convintamente nel cosiddetto “modello Padova”, che non è un totem del politichese, ma
IN COMUNE A Palazzo Moroni è in arrivo il rimpasto di giunta dopo l’ufficializzazione della candidatura di Lorenzoni
La maggioranza si spacca: con il “no” della Ruffini e le frecciatine di Tarzia LE DIVISIONI PADOVA Soddisfazione, ma anche qualche mal di pancia. Sono queste le reazioni con cui la maggioranza che sostiene il sindaco Sergio Giordani ha accolto la candidatura in Regione di Arturo Lorenzoni. «Il Pd si conferma un partito aperto, inclusivo, capace di costruire reti e trovare mediazioni per allargare i confini delle coalizioni che lo circondano. Si prosegue, così, quel percorso virtuoso iniziato nel 2017 con Giordani che ha consentito di battere Bitonci e la Lega estremista a Padova – ha spiegato ieri il segretario provinciale del Partito democratico Vittorio Ivis -. Siamo un
partito che mette a disposizione la sua esperienza e la sua grande forza non solo attraverso le personalità che lo animano, ma anche nella definizione di strategie comuni. La vocazione al dialogo e alla collaborazione con i mondi civici non è solo retorica, ma un fatto. Oggi, grazie a questa scelta, è in campo un’alternativa
DAVIDE TRAMARIN (PARTITO DEMOCRATICO): «DOBBIAMO COSTRUIRE PROPOSTE E PROGETTI CONDIVISI DA TUTTO IL CENTROSINISTRA»
alla Lega e a Zaia». «Costruiamo insieme il più largo e coeso fronte alternativo alla cultura leghista, che qualcuno vorrebbe propinare come egemone e evitiamo divisioni tattiche – ha aggiunto L’alternativa ora c’è, scriviamo tutti insieme una pagina nuova di speranza, rispetto e concretezza nella politica veneta. Noi siamo pronti a fare la nostra parte con tante donne, uomini, giovani motivati e appassionati che non aspettano altro che iniziare la campagna elettorale insieme ad Arturo Lorenzoni». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario cittadino dei Dem Davide Tramarin. «Ora il tempo che abbiamo a disposizione sia speso per dare valore al percorso fatto
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III
Primo Piano
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’opposizione: «Lasci la poltrona oppure sfiduceremo il sindaco» `Mosco (Cambiamo!): «Deve essere coerente Cavatton (FdI): «Questo conferma che nulla ha di civico, candidatura sostenuta dal centrosinistra» con il mandato che gli hanno dato i padovani» `
LE REAZIONI
IL PROTAGONISTA Arturo Lorenzoni ha incassato l’appoggio del Pd sulla candidatura alle regionali. E ora auspica di riuscire a coinvolgere anche renziani, calendiani e socialisti
Lavoreremo a un progetto comune, che sia sentito proprio da tutti». «Ora - ha detto poi a margine dell’incontro in terra berica - c’è bisogno dei renziani, dei calendiani e dei socialisti per condividere un progetto che deve essere il più ampio possibile». Sulla possibilità di rassegnare le dimissioni a stretto giro, Lorenzoni ha risposto: «Non è il tema di questi giorni. A tempo debito lo affronterò con le liste che mi hanno sostenuto e con Giordani». Nicoletta Cozza
un’esperienza di ottimo governo e un esempio di prospettiva politica per il centrosinistra anche a livello nazionale. Lorenzoni di certo, in qualità di vicesindaco, ne è un protagonista importante».
IN DISACCORDO «Il mio in bocca al lupo va ad
PADOVA «Se Lorenzoni non si dimetterà immediatamente, lunedì prossimo in consiglio comunale presenteremo una mozione di sfiducia nei confronti di Giordani». La candidatura del vicesindaco Arturo Lorenzoni alle regionali ieri ha fatto salire sulle barricate l’opposizione. «Ormai il re è nudo. La designazione del vicesindaco a sfidante di Luca Zaia – ha tuonato il capogruppo del “misto” Matteo Cavatton – è la conferma che Lorenzoni nulla ha di civico. La sua candidatura, infatti, sarà sostenuta dai partiti del centrosinistra. La sua presenza in giunta, in questi anni, ha costretto il resto della maggioranza ad appiattirsi su posizioni di sinistra radicale». «La cosa più grave però è un’altra – ha rincarato la dose l’esponente di Fratelli d’Italia – a più riprese Giordani ha ribadito che la permanenza nella sua giunta è incompatibile con un’eventuale candidatura in Regione. A questo punto le strade da seguire sono due: o Lorenzoni si dimette spontaneamente, oppure il sindaco gli toglie le deleghe». «Se tutto questo non dovesse accadere nelle prossime ore, – ha concluso Cavatton – noi non siamo disponibili a rimanere a guardare. Già in occasione del consiglio comunale di lunedì, siamo pronti a presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Giordani. È del tutto evidente che un sindaco non può mentire davanti ai suoi cittadini. Gli impegni presi vanno mantenuti». Sulla necessità delle dimissioni da parte del vicesindaco, ieri ha insistito anche il consigliere leghista Alain Luciani. «Ormai siamo arrivati all’ufficialità, Lorenzoni sarà lo sfidante di Luca Zaia
Arturo Lorenzoni che sfiderà Luca Zaia alle prossime regionali in Veneto – ha detto, invece, Luigi Tarzia della lista Giordani -. La sua candidatura costituisce un’occasione unica per la Regione, la città e l’Università». L’esponente centrista però, non ha rinunciato a una frecciatina nei confronti del vicesindaco: «Chi si candida alle regionali, però, deve dimettersi. Amministriamo una città che di giorno è vissuta da 400 mila persone e serve un impegno h/24 per rispondere al meglio alle diverse richieste che arrivano dai cittadini». Ad attaccare a testa bassa ha provveduto, invece, la consigliera di Coalizione civica Daniela Ruffini. «Io non sono d’accordo con questa candidatura – ha tuonato l’ex assessore alla Casa – la trovo politicamente sbagliata. Davanti agli elettori Lorenzoni si è preso un impegno di almeno 5 anni. Non è corretto andarsene in questo modo». «Come se non bastasse – ha concluso – in Regione sulle gradi opere, sull’ambiente e sull’autonomia, il Pd e la Lega hanno le stesse posizioni». Al.Rod.
LA MINORANZA Matteo Cavatton dai banchi dell’opposizione critica la candidatura di Arturo Lorenzoni per le regionali
LUCIANI (LEGA): «ORMAI SIAMO ARRIVATI ALL’UFFICIALITÀ, MI CHIEDO SE IL PROSSIMO CONSIGLIO SARÀ L’ULTIMO PER IL NUMERO DUE» CUSUMANO (5 STELLE): «IN QUESTA VICENDA EMERGE UN FATTO INCONTESTABILE, IL PD NON HA AVUTO CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA»
GLI SCENARI PADOVA Per capire le conseguenze sulla città della scelta di Arturo Lorenzoni bisogna pensare non al domani ma al dopodomani, come fanno i politici. Cioè alle elezioni comunali del 2022. Alle quali a questo punto, Giordani sarà “costretto” a ricandidarsi se vuole salvare la città dall’assalto del centrodestra. Glielo chiederanno in ginocchio tutti, dal Pd ai centristi. Però il sindaco da oggi è più solo. Il suo vice si è chiamato fuori per molte ragioni. La prima è costruire un movimento di respiro regionale in previsione del fatto che fra cinque anni Zaia non potrà più ricandidarsi. È lì che si giocherà la vera partita, dunque niente di meglio che un balcone sulla laguna. Il secondo aspetto è che per lui diventare sindaco sarebbe un sogno proibito, per l’intervento della “cupola” Pd che in questi giorni ha promosso con sincero compiacimento la sua partenza. Il terzo aspetto è che la platea di elettori, difficilmente avrebbe sommato quel 20 per cento che lo ha fatto decol-
alle prossime elezioni Regionali – ha commentato Luciani – Mi chiedo se per il vicesindaco lunedì prossimo sarà l’ultimo consiglio comunale. Lo chiedo soprattutto a Giordani. Il sindaco non vorrà mica a fare la figura del “conta balle” o del “quaquaraqua” con i padovani? Per ora non possiamo fare altro che attendere fiduciosi». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la capogruppo di “Cambiamo!” Eleonora Mosco. «Ora sono curiosa di vedere se Lorenzoni sarà coerente con il mandato che gli hanno dato i padovani – ha tuonato Mosco – chi l’ha votato gli ha dato fiducia perché governasse la città. Di conseguenza, non può fare altro che dimettersi». «In questa occasione, vedremo anche se Giorda-
ni, per la prima volta da quando è stato eletto, manterrà la parola data – ha concluso - Aveva detto che chi si candida in Regione deve dimettersi dalla giunta, giusto? Allora cosa aspetta a togliere le deleghe a Lorenzoni. Sono anche molto curiosa di scoprire chi andrà a sostituire il vicesindaco. Il mio timore è quello che, aldilà delle persone, la musica rimanga sempre la stessa». «Mi pare più che opportuno che il vicesindaco ora si dimetta – ha polemizzato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giacomo Cusumano - In tutta questa vicenda, emerge anche una fatto incontestabile: in queste elezioni il Partito democratico non ha avuto neppure il coraggio di metterci la faccia».
Giordani “costretto” a ricandidarsi altri cinque anni
LA GIUNTA Giordani dovrà sacrificarsi per il secondo mandato
LA PARTITA SI GIOCA SULLE DELEGHE, COALIZIONE VUOLE LA MOBILITÁ: ZTL, PARCHEGGI E L’ADDIO ALLA PRANDINA
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lare. Il professore un tempo osannato alle assemblee degli arancioni, oggi avrebbe molto meno seguito, per non aver rispettato certi patti ambientalisti. Se la strada per Giordani si presenta in discesa, perchè non approfittarne? E poi un sinda-
«Sulla candidatura di Lorenzoni, pesa quello che in questi anni non è riuscito a fare a Padova – ha aggiunto – Penso per esempio alla contestatissima pista ciclabile di corso Milano, all’atteggiamento contraddittorio tenuto sulla Prandina o sulla gestione più che discutibile della nuova linea del tram». Preferisce far ricorso all’ironia, il presidente dell’Associazione commercianti del centro storico Massimiliano Pellizzari che, in questi anni, ha polemizzato a più riprese con il vicesindaco. Commentando su Facebook la candidatura di Lorenzoni, infatti Pellizzari si è limitato ad un laconico ed ironico: «Davvero una bella notizia». Alberto Rodighiero
co nei primi cinque anni termina sempre i “rammendi” del precedente poi disegna la città a suo piacimento. Potrebbe perdere però Andrea Micalizzi, uno che i numeri e i voti ce li ha e sta ricevendo molte pressioni per candidarsi in Regione. Come governerà fino ad allora? La politica si fa con il pallottoliere. In Giunta finora due posizioni a Coalizione civica (Gallani e Nalin), due ai civici lorenzoniani, Benciolini e il vicesindaco, più Tagliavini come presidente del consiglio. Ma attenzione: Lorenzoni era espressione di equilibrio a metà fra Coalizione la sua civica, un garante, dunque si stava tre a tre. E così dovrà avvenire ora. L’unica sarà spacchettare le sue deleghe, Urbanistica e Mobilità. Sarebbe l’optimum dare l’Urbanistica a Coalizione, che sul consumo di suolo ha fondato una religione. Ma a loro interessa la Mobilità, perchè oltre al tram c’è una certa Prandina da togliere di mezzo. Giordani non li accontenterà mai. Quello che può dargli è: Mobilità a un tecnico condiviso, l’Urbanistica a Tagliavini (vice?) e la presidenza del Consiglio a Coalizione. Mauro Giacon
IX
Adria San Martino Papozze
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Assalto al Cantiere navale Vittoria Blitz dei centri sociali del Nordest contro l’azienda dalla famiglia Duò per le forniture di mezzi alla Libia `
ADRIA “Stop accordi con la Libia” e “Cantiere Vittoria kills people” gli slogan che una cinquantina di manifestanti dei centri sociali del Nord-Est hanno urlato e impresso con la vernice rossa all’ingresso dei Cantieri navali. Ieri, poco dopo le 11, una nuvola di fumogeno rosso invadeva la strada, si sentivano urla dal megafono provenire da un numeroso gruppo di persone coperte da tute bianche da imbianchino, maschere antigas sulla faccia e con il cappuccio in testa. Gli adriesi pensavano a uno sciopero, ma era una protesta di ben altro tenore. Gli attivisti dei centri sociali del Nordest e della campagna “Lesvos Calling”, tutti provenienti da fuori provincia, hanno fatto visita al Cantiere Navale Vittoria.
riato di Adria. Nelle auto dei manifestanti, perquisite dalla Polizia, sono state trovate tute bianche da tinteggiatori, vernice ros-
FORNITURE MILITARI I cantieri sono stati “sanzionati” dai centri sociali, questo il gergo usato dagli attivisti, in quanto costruttori di incrociatori destinati all’uso militare in Libia. Ragioni economiche lecite per la legge, sancite dagli accordi Libia-Italia e confermate dagli accordi resi noti a livello internazionale nell’ultima settimana e validi per i prossimi tre anni, ma non eticamente tollerabili per gli esponenti dei centri sociali veneti. «Il Cantiere Navale Vittoria ha le mani sporche di sangue - gridavano gli attivisti al megafono -. È il sangue delle persone migranti torturate, violentate e abusate nei lager libici, tenute segregate dai trafficanti e dalle milizie libiche, in collaborazione con la stessa guardia costiera libica che in questi anni ha ricevuto motovedette e addestramento dall’impresa veneta».
FUGGI FUGGI ALL’ARRIVO DELLE FORZE DELL’ORDINE, CINQUE PERSONE FERMATE E DENUNCIATE
sa, maschere antigas e altro materiale utilizzato per manifestare in modo illecito. Per tutti i giovani fermati si configura il quadro di manifestazione non autorizzata e di imbrattamento; inoltre per due di loro, ad aggravare la situazione c’è anche la resistenza a pubblico ufficiale. Sul fatto è intervenuto a caldo anche il sindaco Omar Barbierato: «Esprimo solidarietà alla proprietà dei Cantieri Navali Vittoria per quanto subito. Esistono altri strumenti per dimostrare in modo democratico le proprie ragioni o proposte». Un paio d’ore dopo la manifestazione, il personale addetto era già al lavoro per pulire i resti lasciati dalla protesta. «Il blitz è un gravissimo attacco ad un settore trainante dell’economia italiana ed a un luogo dove si producono alcuni dei mezzi militari italiani». La denuncia arriva dal deputato e segretario regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. «Siamo di fronte all’ennesimo esempio di democrazia, lanciato da persone che non rispettano il lavoro e le idee di chi non la pensa come loro. Non è imbrattando e attaccando di nascosto un’impresa che si alza il livello del dibattito politico». Roberta Paulon
L’incursione dei centri sociali è stata terminata dall’intervento delle forze dell’ordine che ha causato il fuggi fuggi generale. Su una cinquantina di manifestanti, cinque giovani tra i 25 e i 30 anni sono stati bloccati dalla Polizia e denunciati a piede libero dal personale del commissa-
Pacifico e Ligia Mancin, toccante ricordo della diaspora dall’Istria Nella Biblioteca comunale si è commemorato il Giorno del ricordo con il contributo di Erminio Colò, docente e sindaco di Guarda Veneta, laureato in Storia del Novecento, e di Daniele Milan, delegato per Rovigo dell’associazione Venezia Giulia Dalmazia. Salutato dal presidente Paolo Rigoni e dall’assessore Chiara Mancin, il primo dei relatori
ADRIA La protesta innanzi il Cantiere navale Vittoria: sede imbrattata, scrittte nel piazzale e fumogeni
Amina, da profuga incinta al riscatto sulle passerelle SAN MARTINO DI VENEZZE
CINQUE FERMATI
PAPOZZE
Sede imbrattata di rosso, fumogeni e slogan contro l’attività dell’azienda da parte delle “tute bianche” `
ha tracciato un approfondito quadro storico del confine orientale e delle cause che hanno determinato le violenze estreme delle foibe e l’esodo di centinaia di migliaia di connazionali dalla terre istriane e giuliano-dalmate.
NAZIONALISMO Colò ha parlato delle rivendicazioni nazionalistiche che hanno arroventato i rapporti tra le popolazioni, inaspritisi ulteriormente dall’occupazio-
ne nazifascista e dalla guerra di liberazione condotta dalle milizie del maresciallo Tito che, con l’eliminazione fisica di migliaia di italiani e di ogni altro ostacolo, realizzò il sogno nazionalista di formare una Grande Serbia. Daniele Milan ha invece parlato della “venezianità” e delle testimonianze architettoniche e culturali delle città abbandonate dagli italiani sotto la spinta del clima di paura indotto nelle zone occupate dagli slavi alla fine della guerra. Presenti tra il pubblico due testimoni del dramma dell’esodo e della cancellazione per tanti decenni di quei dolorosi eventi dalla memoria nazionale: Pacifico Mancin e la sorella Ligia che, con la madre Nilda Puozzo e i fratelli Francesco e Vinicio alla fine del ’44 hanno abbandonato, seguiti poco dopo dal padre Giuseppe, la propria abitazione a Dignano, ad una decina di km da Pola, per riparare a Papozze alla Bianchina, la vecchia corte di nonni. Moreno Tenani
Da profuga incinta, ad un passo dalla morte, a modella. È la storia della 25enne nigeriana Amina Amino, giunta in Italia nel 2016, al termine di uno dei tantissimi viaggi della disperazione fatti in gommone da uomini e donne in cerca di un futuro migliore, e accolta in Polesine nel 2017. Fisico statuario, 175 centimetri di altezza per circa 60 chilogrammi, occhi e capelli neri, anche se lei ama farsi le extension bionde, Amina aveva colpito tutti per la sua bellezza naturale, già quando si trovava ospite a San Martino di Venezze, assieme ad altre ragazze e ad una coppia di marito e moglie, nell’ex scuola elementare, gestita dalla cooperativa Porto Alegre, come luogo di accoglienza per donne immigrate in difficoltà. Quindi la sua storia era balzata agli onori delle cronache, quando alla fine di ottobre del 2017, aveva battezzato il figlio Andrea, avendo come padrino di eccezione, niente meno che il sindaco di San Martino, Vinicio Piasentini, che assieme alla moglie Laura, ha seguito questa ragazza, fino a quando è rimasta nel Comune rivierasco.
MODA Amina Amino nel backstage di una servizio fotografico
LA VITA A VERONA Poi la decisione di partire verso una città più grande e con più occasioni di lavoro e soprattutto di una vita diversa, come Verona. Proprio qui ha trovato lavorato in un famoso laboratorio di sartoria, mettendosi in luce per le sue capacità e la sua passione per la moda, tant’è che il contratto di lavoro le è stato quasi subito rinnovato. Ora la possibile svolta, con la possibilità di indossare capi di abbigliamento di alcuni marchi importanti della moda italiana e chissà mai che qualcuno non possa vedere in lei una futura modella italo-nigeriana. «In qualità di padrino del figlio Andrea (che a giugno compirà 3 anni, ndr), e conoscendo molto bene quella che è stata la vicenda personale di Amina, oltre che la sofferenza patita da questa ragazza, mi fa piacere che pos-
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sa realizzare il suo sogno e integrarsi al meglio nel nostro Paese - commenta il sindaco Vinicio Piasentini -. E se riuscirà ad avere spazio nella moda, visto che tra l’altro è una bellissima ragazza, oltre che dotata di una grande intelligenza, ne sarò ancora più felice. Le faccio un grande augurio, anche per il suo bambino. Ha dimostrato grande forza e determinazione nell’imporsi in una società non facile. Speriamo nasca una nuova Naomi Campbell».
LE PASSERELLE Amina ha fatto il suo esordio come modella, la scorsa estate, partecipando ad una sfilata di moda, svoltasi sempre a Verona, con tanto di riprese televisive. Il luogo dove
lavora è stato anche oggetto di un servizio del Tg 3 Veneto, visto che assieme a lei lavorano ragazze e donne di tante etnie, tutte con storie diverse. Amina sogna per il figlio Andrea un futuro di medico. «Alle 4 di venerdì ero già sveglia - racconta in esclusiva per Il Gazzettino di Rovigo -. Ero troppo emozionata per essere stata scelta come modella per il famoso marchio online Zalando. Noi realizziamo vestiti anche per loro. La mia referente mi aveva avvisato di presentarmi alle 8.30, o anche cinque minuti prima, nel palazzo che ospita gli uffici del laboratorio. Ad attenderci c’era il personale addetto a trucco e pettinatura. A tutte le modelle era stato chiesto di presentarsi senza trucco, con capelli al naturale e con biancheria intima bianca. Ognuna ha poi scelto il trucco preferito. Siamo state impegnate fino alle 17». Per Amina potrebbe essersi aperto un nuovo mondo, lei che è sempre stata molto affascinata dalla moda, ma che non avrebbe mai immaginato un giorno di essere scelta come modella d’eccezione per un giorno intero. E così sono lontani i ricordi di quando rischiava la vita per approdare in Italia, anche se ovviamente questa triste storia sarà per sempre presente nella sua mente. Marco Scarazzatti
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Nordest
IL CENTROSINISTRA VENEZIA C’è pure il giallo dei numeri. Chi dice 22, chi 23, chi 24 voti a favore su un totale di 39. Cifre differenti dovute probabilmente a un calo di attenzione degli scrutatori, visto che la votazione si è svolta all’una di notte. Ma i dati politici sono altri. Il primo è che il Partito Democratico del Veneto, decidendo di sostenere la candidatura a governatore del civico Arturo Lorenzoni, attuale vicesindaco di Padova e leader del rassemblement Il Veneto che Vogliamo, bocciando di fatto l’autocandidatura del capogruppo in Regione Stefano Fracasso, non ha fatto nulla di nuovo: già in passato il centrosinistra si era affidato a esterni, nel 2005 l’imprenditore Massimo Carraro, nel 2010 il manager Giuseppe Bortolussi (che in direzione prese 39 voti contro i 29 per Laura Puppato). Il secondo: la decisione di convergere su Lorenzoni il Pd l’ha assunta con una votazione del suo massimo organo dirigente, la direzione regionale, cosa che, in tempi di nomine e scelte calate dall’alto, va registrata. Il terzo dato è che sul professore padovano il partito si è spaccato - 22 sì, 12 astensioni, 5 no - escludendo le primarie. Da Roma il segretario nazionale Nicola Zingaretti ha benedetto la decisione. Ma la domanda è: poteva il Pd decidere diversamente?
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Zingaretti: «Bene Lorenzoni ora lavoriamo per vincere» Il segretario del Pd plaude alla scelta `Partito spaccato, lo sconfitto Fracasso: di candidare il vicesindaco di Padova «Mancato il coraggio, ha vinto la paura» `
IL VOTO 22 a favore 12 astenuti 5 contrari
GLI EQUILIBRI
`La direzione
regionale del Pd ha votato sabato notte la candidatura a governatore del Veneto di Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, non iscritto ad alcun partito. I dem si sono spaccati
L’ERRORE Il Partito Democratico del Veneto una colpa ce l’ha: dopo la batosta presa nel 2015 con Alessandra Moretti, non è riuscito in cinque anni a costruire una proposta di candidatura interna. C’è stata quella, tardiva e respinta senza neanche passare per il voto, di Stefano Fracasso per il quale non si sono spesi neanche i suoi sei colleghi a Palazzo Ferro Fini. Tra i cinque che sabato notte, nella sede padovana del Pd, hanno votato contro Lorenzoni c’era lo stesso Fracasso: per essere il capogruppo in Regione, non è che si siano stracciati le vesti per sostenerlo. C’era stato il tentativo del sottosegretario Achille Variati di puntare sul giovane vicentino Giacomo Possamai, ma ha dovuto fare i conti con questioni di opportunità familiari. Altri si sono fatti avanti o erano pronti a partecipare alle primarie (Andrea Zanoni, Laura Puppato, Anna Maria Bigon), ma la verità è che nessuno andava bene
NIENTE PRIMARIE RESPINTA ANCHE LA PROPOSTA DEL DEPUTATO DAL MORO DI NOMINARE TRE SAGGI PER LE CONSULTAZIONI
IL CENTRODESTRA VENEZIA La data delle elezioni regionali ancora non c’è, ma Forza Italia ha già pronti i candidati. Michele Zuin, coordinatore veneto degli azzurri, ha deciso di cominciare subito la campagna elettorale e di far muovere immediatamente quelli che saranno in pista. La scelta non è stata improvvisata: «A partire da dicembre - dice Zuin - ho fatto tre incontri con ciascuna provincia, ci siamo confrontati con i singoli coordinatori provinciali, i parlamentari, i consiglieri regionali di competenza. E abbiamo concordato i nomi dei candidati. Le liste non sono chiuse, ma una buona parte delle candidature è decisa, significa che gli interessati possono già iniziare a fare attività sui territori». La scelta di Zuin ha un senso:
a tutti e nemmeno a una maggioranza relativa. È mancato, se non un leader, una figura capace di fare sintesi. E la maggioranza del partito, per quanto non amplissima, ha deciso di aprirsi all’esterno nel tentativo di rappresentare tutto il movimentismo anti Lega delle Sardine fino ai giovani dei Fridays for Future, anche a costo di perdere i centristi di Renzi e Calenda. Nella battaglia tra presunti conservatori (chi voleva una scelta interna) e innovatori (chi l’ha spuntata aprendosi all’esterno con Lorenzoni), forse a perdere è stato l’intero partito che unito non lo è stato mai, ma adesso un po’ più diviso lo è. I 12 dell’astensione sono quelli di Base riformista di Roger De Menech e Gianni Dal Moro (con la defezione dell’assessore padovano Antonio Bressa che non poteva non sostenere il suo vicesindaco Lorenzoni) più Lucio Tiozzo dell’area Martina. Dal Moro fino all’ultimo ha insistito per la “via tosca-
L’intervista Alessandro Bisato lessandro Bisato, segretario del Pd veneto, a mezzanotte e mezza passata del 15 febbraio, ha messo ai voti la candidatura di Arturo Lorenzoni: sì o no. «Un partito dice - deve discutere, riflettere, confrontarsi. Ma alla fine deve decidere. Bisognava uscire dall’ignavia politica».
«Ulteriori passaggi? Inutili, il risultato sarebbe stato identico»
Cos’è che ha sbloccato l’impasse? «Quando si è capito che c’era una maggioranza determinata su Lorenzoni, invece di fare ulteriori passaggi che comunque avrebbero portato al medesimo risultato, ho messo ai voti la proposta. La discussione è stata ampia, la linea era univoca anche se rappresentata da una parte con un voto di astensione».
quando si decise la candidatura di Bortolussi».
do esterno, alle sardine, ai giovani dei Venerdì per il futuro».
Una volta l’equazione era Pd uguale primarie. Stavolta le avete rinnegate. «Io penso che, per come era stato impostato il ragionamento, non fossero più uno strumento utile. Sia chiaro, non le sto giudicando negativamente a priori».
Rinunciando a un proprio candidato il Pd non ha dimostrato debolezza? «Potevamo tranquillamente avere un candidato unitario, ma
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Ma il partito si è spaccato, «È stata una decisione presa a maggioranza, anche in altre occasioni si era arrivati a un voto in direzione, penso ad esempio
Lei ha votato a favore di Lorenzoni. «Il Partito Democratico ha la forza di decidere e ha dimostrato di saper uscire dalle pastoie interne. A maggioranza, è vero, ma ha deciso di aprirsi al mon-
«DECISIONE A MAGGIORANZA MA SIAMO USCITI DALL’IGNAVIA POLITICA» Alessandro Bisato
la domanda che ci siamo posti è stata: vogliamo rappresentare un pezzo significativo di Veneto? siamo in grado di aprirci al mondo esterno? Questo non significa rinunciare alla propria identità, anzi, la vogliamo rafforzare». Italia Viva, Azione, Psi, +Europa: scegliendo Lorenzoni li avete persi? «Io invece penso che si possano recuperare, l’appello che avevo rivolto loro non era un ultimatum ma una apertura a confrontarsi sui temi. Noi non stiamo assolutamente derogando alla nostra funzione riformista». Adesso cosa succede? «Lorenzoni adesso non è il candidato presidente. Faremo un tavolo a brevissimo con le altre forze del centrosinistra, con i Verdi, i socialisti e, spero, tutti gli altri». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Forza Italia anticipa le liste: ecco chi correrà in Regione aspettare l’avvio ufficiale della campagna elettorale con la presentazione delle liste sarebbe tardivo, le attività vanno messe in campo subito. «Le nostre saranno liste principalmente di amministratori - spiega il coordinatore regionale di Forza Italia - E quin-
IL COORDINATORE MICHELE ZUIN: «ABBIAMO DECISO DI INIZIARE SUBITO LA CAMPAGNA ELETTORALE»
di sindaci, assessori, consiglieri comunali, ex presidenti di Provincia, ma anche coordinatori del partito. Tutta gente che può prendere voti, abituata a far scrivere il proprio nome sulla scheda». Zuin dice che non è una scelta prematura, anche se ancora non si sa come sarà composta la coalizione: «Io mi attengo ai tavoli nazionali. E ai tavoli nazionali risulta che il centrodestra si presenterà unito in tutte le Regioni chiamate al voto e che in Veneto il candidato governatore sarà Luca Zaia».
I NOMI Quanto ai primi candidati, manca Belluno perché gli azzurri hanno deciso di aspettare l’esito
delle elezioni provinciali. Ecco i nomi. Padova: Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana; Maurizio Conte, consigliere regionale; Mirko Patron, sindaco di Campodarsego; Elisa Venturini, consigliera comunale di Casalserugo e vicepresidente Anci Veneto. Rovigo: Luigi Viaro, sindaco di Lendinara; Laila Marangoni, consigliera comunale di Taglio di Po. Treviso: Emanuele Crosato, consigliere comunale di Cessalto; Davide Acampora, consigliere comunale di Treviso; Gaia Maschio, assessore di Conegliano; Elisa De Zan, vicesindaco di Gaiarine. Venezia: Michele Celeghin, coordinatore provinciale di FI ed ex sindaco di Noale; Otello Bergamo, as-
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COORDINATORE Michele Zuin
LA SCELTA È CADUTA PRINCIPALMENTE SU SINDACI, CONSIGLIERI COMUNALI, ASSESSORI E COORDINATORI PROVINCIALI
na”: al posto delle primarie, incaricare tre saggi per le consultazioni, come si fa in Confindustria. Magari si sarebbe comunque confluiti su Lorenzoni. O magari, come si vocifera, qualcuno avrebbe potuto tentare un patto su Fracasso per poi andare alle primarie tra lui e Lorenzoni. La decisione l’ha presa Bisato mettendo ai voti una sola domanda: Lorenzoni sì o no? I 5 contrari Fracasso, la segretaria provinciale di Vicenza Chiara Luisetto, Sabrina Doni, Angelo Guzzo, Luciano Sguotti - segnano anche la presa di distanza dei vicentini dal loro sottosegretario Variati. E il sì a Lorenzoni indica nuovi equilibri geopolitici: il controllo del partito che da almeno un decennio era in mano ai vicentini, ora passa a Padova, Venezia, Treviso. Se ci sono vincitori, oltre al sottosegretario Andrea Martella che ha curato la regia dell’operazione, uno è sicuramente il portavoce del sindaco di Padova, Massimo Bettin, che per primo ha spinto per il vice del suo Sergio Giordani. Dopodiché i veri vincitori e i veri sconfitti li decreteranno le urne.
LE REAZIONI «Bene il sostegno del Pd veneto alla candidatura di Lorenzoni alla presidenza della Regione ha commentato il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti Figura indipendente, proveniente dal mondo civico e competitiva per vincere. Grazie a tutto il gruppo dirigente, molto plurale, ma che ha saputo affrontare questo passaggio unito con grande intelligenza e spirito unitario. Ora tutti mobilitati per vincere». «Alla fine - ha detto Martella - si è deciso di avviare una svolta concreta, verso una nuova dimensione di partito aperto». Il padovano Massimo Bettin: «Dobbiamo promuovere una fase innovativa che ci veda anche oltre le regionali protagonisti di un nuovo schema di contrasto, proposta e resistenza attiva ai populisti e alla Lega». Di tutt’altro tenore il post su Fb, con tanto di emoticon, di Stefano Fracasso: «Quando manca il coraggio, vince la paura». E Lorenzoni? «Il Pd - ha detto il candidato governatore - ha dimostrato responsabilità e fiducia, possiamo costruire qualcosa di veramente nuovo». A Vicenza, all’assemblea del Veneto che Vogliamo, ha confermato: pronto a fare l’anti-Zaia. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAMBIANO GLI EQUILIBRI INTERNI L’ASSE SI SPOSTA DA VICENZA A PADOVA, VENEZIA E TREVISO
sessore di Jesolo; Beniamino Boscolo, consigliere comunale di Chioggia; Massimo Calzavara, assessore ed ex sindaco di Pianiga; Andrea Martellato, sindaco di Fiesso D’Artico; Maria Giovanna Boldrin, capogruppo di Mirano; Sara Furlanetto, presidente casa riposo Francescon di Portogruaro; Mafalda Ziroldo, capogruppo di San Michele al Tagliamento. Verona: Claudio Melotti, coordinatore provinciale di Verona e sindaco di Bosco Chiesanuova; Antonio Pastorello, sindaco di Roveredo di Guà, ex presidente della Provincia; Fausto Sachetto, ex sindaco di Valeggio; Anna Leso, consigliera comunale di Verona. Vicenza: Pierpaolo Longo, avvocato; Veronica Rigoni, coordinamento provinciale giovani. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Attualità
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Quattro Regioni al ministro Costa: subito interventi contro lo smog
LA PROTESTA A sinistra l’assessore all’Istruzione del Veneto Elena Donazzan e a destra la protesta in alcune scuole del Veneziano per il licenziamento delle maestre con il solo diploma magistrale
I numeri
3000 Sono le maestre con il diploma magistrale conseguito prima del 2001-2002 che perdono il posto in Veneto
6 Il giorno di marzo che vedrà le principali sigle sindacali della scuola scioperare, in anticipo rispetto alla data iniziale del 17. Al centro del contendere il mancato rispetto del governo degli accordi presi a dicembre.
LA LETTERA
Maestre diplomate scattano in Veneto i primi licenziamenti L’assessore Donazzan sul caso delle docenti non laureate: «Sono capaci di insegnare. Vicenda imbarazzante per i governi» `
SCUOLA VENEZIA Ha battagliato con tutte le armi a sua disposizione e ora che arrivano in Veneto i primi licenziamenti delle maestre prova amarezza e anche una certa rabbia per una situazione che secondo lei si poteva risolvere. «La vicenda dei diplomati magistrali, della quale mi occupo oramai da anni, appare ad oggi drammaticamente grave per le insegnanti licenziate e assolutamente imbarazzante per i governi che si sono succeduti - attacca Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione del Veneto - è stata ignorata l’esistenza degli insegnanti diplomati magistrali in forze da anni nelle nostre scuole primarie, senza risolvere la paradossale situazione di essere incardinati nel sistema scolastico, evidentemente capaci di insegnare, ma licenziati dallo Stato che non ha previsto di
MOBILITAZIONE PER IL MANCATO RISPETTO DEGLI ACCORDI IN TEMA DI ABILITAZIONI, RECLUTAMENTO E CONTRATTO
risolvere con una norma questa problematica». Con le sentenze di merito stanno diventando esecutivi i licenziamenti delle maestre con il solo diploma magistrale con tutto quello che comporta, compreso il disappunto delle famiglie che in alcune realtà - come è successo in questi giorni a Camponogara nel Veneziano - hanno deciso di scioperare con i propri figli con tanto di cartello “Vogliamo la nostra maestra”.
LA VICENDA La vicenda riguarda le maestre che insegnano con il solo diploma magistrale conseguito prima dell’anno scolastico 2001-2002. Solo in Veneto sono tremila gli insegnanti della scuola primaria che avevano ottenuto l’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento attraverso contenzioso legale, poco meno di un terzo di loro aveva raggiunto anche l’immissione in ruolo. Il Consiglio di Stato in adunanza plenaria si era però espresso negativamente sui giudizi pendenti. Decisione in Veneto accolta con una sollevata di scudi: manifestazioni, sit-in, cortei, forti nel difendere la loro esperienza maturata sul campo dopo anni di insegnamento. Gli insegnanti quindi inseriti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento dovevano andarsene. E ora quei licenziamenti annunciati stanno diventando realtà.
L’IMBARAZZO
Catania
Lite tra ragazzine e video sui social: due all’ospedale `Scaramucce verbali a scuola
che si concludono con qualche presa in giro non gradita. Ed è per futili motivi che scatta l’agguato fuori dall’istituto: prendono due loro coetanee per le spalle, le trascinano a terra per i capelli e le colpiscono con calci e pugni. Ad interrompere il pestaggio i genitori di altri studenti. Protagoniste della vicenda due ragazzine, di 14 e 11 anni, di una scuola di Catania, che completano la “vendetta” riprendendo l’aggressione con uno smartphone e postando il video su Youtube e Facebook, assieme a insulti volgari e pesanti nei confronti della due vittime, che dopo l’aggressione finiscono all’ospedale. Non prima di essere minacciate: «... se mi fai la denuncia te ne vai da Catania...» Ma dalla dirigenza della scuola è partita la segnalazione alla Procura per i minori: guai in arrivo per la 14enne mentre la più piccolina non è imputabile.
«È a dir poco imbarazzante per un’istituzione che le famiglie scendano in strada a protestare perché ai loro figli non venga tolta la maestra che ormai lavora da anni e che evidentemente è brava» prosegue Donazzan ricordano che molte forze politiche si erano dette pronte a risolvere il problema, per poi dimenticare l’esistenza di questi insegnanti. «La Regione del Veneto purtroppo non ha poteri normativi in questo campo ed è anche per questo che auspico l’autonomia nell’ambito dell’Istruzione - prosegue - un’autonomia piena, capace di rispondere anche a questa problematica legata all’organizzazione della scuola». Il Consiglio regionale del Veneto sulla vicenda si era comunque espresso con due ordini del giorno, e la Regione del Veneto era stata tra le capofila nella Nona Commissione della Conferenza Stato-Regioni nel sollecitare una risoluzione del problema a favore delle diplomate. «Ho incontrato personalmente molte di queste insegnanti, ho conosciuto le loro storie a Padova come a Venezia, a Rovigo come a Belluno: insegnanti per anni, apprezzate dai propri dirigenti scolastici e dalle famiglie, tutte con alle spalle l’anno di prova superato - continua l’assesso-
re - ma in uno Stato più burocratico che capace sono state comunque messe fuori dalla porta della scuola. Era sufficiente un articolo di legge inserito in finanziaria o nel milleproroghe, ma evidentemente non si è voluto fare».
LA MOBILITAZIONE Intanto è stato anticipato al 6 marzo lo sciopero della scuola indetto dai maggiori sindacati per difendere i diritti dei precari e protestare contro il mancato rispetto degli accordi sottoscritti con il Governo in tema di abilitazioni, reclutamento e contratto. «La decisione di anticipare la data della mobilitazione, inizialmente prevista per il 17 marzo spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams - è dettata dall’urgenza e dalla gravità della posta in ballo e dalla totale chiusura dimostrata dalla ministra Azzolina». Uno sciopero che per la Cisl «mette al centro le questioni che riguardano in modo specifico precariato, reclutamento e abilitazioni, per le quali la ministra sta assumendo sempre più atteggiamenti di chiusura, apprestandosi a compiere scelte in netto contrasto con gli obiettivi condivisi in mesi di trattative fra le parti». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Gli assessori regionali all’Ambiente delle quattro regioni del Bacino Padano - Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna - hanno scritto una lettera congiunta al ministro dell’ambiente, Sergio Costa, per chiedere interventi urgenti del Governo per far fronte ai problemi legati alla qualità dell’aria. «Si tratta di una lettera a quattro firme sottolinea l’assessore veneto Gianpaolo Bottacin - nella quale innanzitutto chiediamo l’immediata attuazione delle misure nazionali previste dal Protocollo d’intesa collegato al Piano di azione per il miglioramento della qualità dell’aria nazionale come previsto dalla Commissione Europea». Tra le altre richieste, l’anticipazione dell’applicazione in Italia del Regolamento ‘Ecodesign’(previsto a partire dal 1° gennaio 2022) per fissare specifiche ambientali più rigorose in materia di impianti domestici a biomasse; rendere obbligatoria in Italia la certificazione dei pellet e dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solidi e introdurre in Italia divieti di vendita di apparecchi che non siano almeno 4 stelle e di pellets di qualità certificata; adeguare la disciplina nazionale in tema di incentivi (“conto termico”) e detrazioni fiscali al fine di introdurre requisiti di prestazione ambientale per gli apparecchi nuovi.
COINVOLGIMENTO «Non si tratta solo di richieste - dice Bottacin - noi vogliamo essere coinvolti nella gestione di una questione che sta molto a cuore a tutta la popolazione del bacino padano. Ricordo che stiamo parlando della pianura più grande d’Europa, dove vive il 40% della popolazione italiana e dove si produce più della metà del Pil nazionale. Il Governo non può restare indifferente al problema della qualità dell’aria nei nostri territori. Abbiamo chiesto un incontro al ministro nel quale discutere più apertamente le nostre proposte e valutare le nostre richieste. Ci aspettiamo che il ministro, vedendo che si tratta di una lettera che valica anche gli schieramenti politici, decida finalmente di prestare attenzione alle nostre richieste». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Suicida come la sorella, indagato il marito: «Maltrattamenti» IL DRAMMA TERAMO «Non ho niente da nascondere, so come ho vissuto in questi anni, tutto si chiarirà quando questa vicenda sarà chiusa». Le poche parole di Luca Amprino, torinese di 51 anni, direttore di banca e marito di Simona Viceconte, le pronuncia con uno sguardo alle figlie: «Sono qui accanto, ora devo pensare a loro». E l’accusa, pesante, di maltrattamenti? «È un avviso di garanzia che deve permettere alla giustizia di fare il suo corso. Sono sicuro che non metterà nessuna nota negativa sulla nostra famiglia» dice prima di chiudere questo papà che nel quartiere dove vive, Colleatterrato di Teramo, tutti chiamano «il direttore» e lo descrivo-
no come «una brava persona, sempre con le bambine. Voleva prendere una casa qui vicino, per stare accanto alle figlie perché si stava separando».
LA SEPARAZIONE Lungo il crinale di questa separazione, che qualcuno definisce «burrascosa», giovedì scorso la moglie Simona Viceconte, casalinga di 45 anni, si è tolta la vita
L’AUTOPSIA CONFERMA: SI È IMPICCATA NIENTE PERCOSSE SI STAVA SEPARANDO LUI: «DEVO PENSARE ALLE MIE FIGLIE»
LE SORELLE Da sinistra, Simona e Maura Viceconte
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impiccandosi con un foulard nel sottoscala della sua abitazione. Ha scelto non a caso il 13 febbraio, il giorno di San Maura, onomastico della sorella, la campionessa morta suicida un anno fa, il 10 febbraio 2019, anche lei trovata impiccata a un albero con un foulard. Diversi manoscritti, con la vita e le accuse di Simona, sono stati ritrovati dai carabinieri di Teramo in una cartellina: il contenuto è stato secretato. In casa c’era anche la lettera di addio alle figlie di 16 e 8 anni. «Vi chiedo scusa se non sarò al vostro fianco nei momenti più importanti della vostra vita. Vi chiedo scusa, ma non mi sento più adeguata nel ruolo di mamma. Non mi sento più adeguata a questa vita. Vivo in un luogo dove non vorrei mai stare e faccio quello che non avrei
mai voluto fare su questa terra». Simona, viveva a Teramo da alcuni anni, aveva seguito i trasferimenti del marito, prima nelle Marche, ora in Abruzzo. Ma il suo cuore era in Piemonte, dove vive la sua famiglia e dove fino a un anno fa c’era l’amatissima sorella Maura, azzurra all’Olimpiade di Sydney 2000 e primatista italiana sui 10mila. Poi la malattia, un tumore al seno, affrontato con grande forza da Maura, e la paura di perdere il lavoro: il suo suicidio. Due sorelle, due destini uguali. L’autopsia, eseguita ieri dal medico legale Giuseppe Sciarra, ha confermato il decesso per «asfissia da impiccamento». Sul corpo di Simona non c’erano segni di maltrattamenti o percosse. Rosalba Emiliozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL BILANCIO
Portogruaro
Il Centro diritti del malato: «Molti segnalano le lunghe attese per i codici meno urgenti. E resta il problema dell’ampliamento della sala d’aspetto»
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Pronto soccorso, boom di accessi Dal 2016 al 2019 registrato un aumento che sfiora il 10 per cento `«D’ora in poi i pazienti seguiti stabilmente da un pool formato L’Ulss corre ai ripari e vara una nuova organizzazione del reparto da un medico e due infermieri fissi. Così riduciamo lo stress» `
rivolgono a noi per segnalarci soprattutto le lunghe attese dei codici più bassi. La media dovrebbe essere di 4 ore ed invece a Portogruaro le attese sono superiori. C’è ancora in piedi il tema dell’ampliamento della sala d’attesa su cui al momento non abbiamo aggiornamenti». Il tutto mentre l’attività svolta dal personale del Pronto soccorso conferma un trend in costante aumento, sia sul territorio e sia per quanto riguarda gli accessi diretti alla struttura. Le uscite con l’ambulanza sono passate dalle 3.728 del 2016 alle 4.012 del 2019 (+7 per cento), mentre il totale degli accessi al Pronto soccorso è salito dai 30.920 del 2016 ai 33.722 nel 2019 (+9 per cento). «È quindi sempre più necessario formulare modelli organizzativi - spiegano ancora dall’Ulss -, in particolare per le esigenze di persone anziane e fragili. Nuovi modelli, come in questo caso, che consentono inoltre di fornire un punto di riferimento sia all’utente che ai propri familiari». Teresa Infanti
SANITÁ Pronto soccorso riorganizzato per seguire più attentamente i pazienti che arrivano in ambulanza. Dal 1. febbraio scorso al Pronto Soccorso di Portogruaro ha preso il via la sperimentazione di un nuovo modello organizzativo, a fronte di un boom di pazienti che, nel giro di appena tre anni, ha fatto registrare un aumento di accessi che sfiora il 10 per cento. PORTOGRUARO
TEAM DI SOCCORSO
La novità consiste nel fatto che il paziente viene seguito da un team composto da due infermieri e un medico che si occupano di lui costantemente, ossia dal momento del soccorso in ambulanza, per tutta la durata della permanenza in Pronto soccorso e fino alla dimissione o all’eventuale ricovero. Se finora i medici e infermieri che uscivano col mezzo di soccorso non erano gli stessi che seguivano poi la persona presa in carico, con questa riorganizzazione ciascun paziente, nei momenti difficili dell’emergenza, viene assistito sempre dallo stesso pool di specialisti. «Tale aspetto - commenta la dottoressa Miranda Zoleo, direttore del Pronto soccorso di Portogruaro - è importantissimo per poter ridurre quanto più possibile lo stress del paziente in condizioni di emergenza. Avere sempre delle persone di riferimento aiuta infatti ad aumentare la sensazione di sicurezza di chi è in difficoltà». «Questo modello di gestione del paziente aggiunge il direttore del dipartimento di emergenza-urgenza, Fabio Toffoletto - costituisce un nuovo passo in avanti sul fronte dell’umanizzazione delle cure».
ATTESE E SPAZI
Del servizio offerto dal Pronto soccorso cittadino se ne occupa spesso anche il Centro Diritti del malato che proprio lunedì ha incontrato il primario per fare un bilancio sull’anno appena trascorso. «I cittadini - spiega la presidente Ivana Franceschinis - si
OSPEDALE Il Pronto soccorso di Portogruaro
(foto Vinicio Scortegagna)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ambulanti Forte dei Marmi, torna il mercato-boutique `Domenica prossima
le bancarelle del Made in Italy di nuovo in città PORTOGRUARO Tornano a gran richiesta in centro storico “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi”, l’esclusivo appuntamento con l’evento-mercato più famoso d’Italia. Le famosissime “boutique a cielo aperto”, con il meglio del Made in Italy artigianale, come pelletteria (borse e scarpe) di unica ed esclusiva fattura artigianale, la migliore produzione di cachemire, nuove collezioni moda, tessuti di arte fiorentina e tanta qualità garantita dal Consorzio al prezzo migliore, saranno in
centro storico e in via Garibaldi domenica prossima, 23 febbraio, con orario continuato (anche in caso di maltempo) dalle 8 alle 19. Si tratta della terza volta che le vivaci e colorate bancarelle sbarcano in riva al Lemene per portare vivacità e una ventata di novità. Il Consorzio (depositario del marchio unico e registrato “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi”), nato nel 2002 dall’unione di alcuni dei migliori banchi presenti nello storico e famoso mercato di Forte dei Marmi, con lo scopo di renderne itinerante lo spettacolo nelle piazze nazionali, è stato da allora oggetto di diversi tentativi di imitazione, ed è impegnato nelle competenti sedi legali in difesa della sua originalità ed unicità di marchio e format. L’anno
RITORNO Il mercato a Portogruaro
scorso, il Consorzio ha organizzato oltre 100 tappe di questo spettacolo in giro per l’Italia, con un pubblico stimato ad evento mediamente oltre le 20mila persone e con importanti ricadute di indotto turistico e commerciale per le città che ospitano. «Il nostro è un invito a diffidare di ogni tentativo di imitazione e valutare, invece, passando direttamente tra i nostri banchi, la qualità delle nostre merci e l’immagine coordinata delle nostre bancarelle» spiega il presidente del Consorzio, Andrea Ceccarelli. «Un’occasione di ritrovo e rivitalizzazione per la città - commenta il sindaco Senatore - pronta a cogliere le opportunità di svago, divertimento e tempo libero che la rendono attrattiva e interessante per cittadini e visitatori». (t.inf.)
Pochi iscritti, prima classe in bilico a Lugugnana PORTOGRUARO/CAORLE Pochi iscritti alla prima elementare di Lugugnana, i Comuni di Caorle e Portogruaro si appellano all’Ufficio scolastico regionale affinché conceda comunque la formazione della classe. La Giunta di Portogruaro ha approvato nei giorni scorsi una richiesta di deroga alla normativa in materia scolastica per poter formare, anche per l’anno scolastico 2020-2021, una prima elementare alla primaria Mazzini dell’Istituto comprensivo Portogruaro 2 “Dario Bertolini”, nella frazione di Lugugnana. Attualmente gli iscritti, nati nel 2014, risultano solamen-
te dieci. La normativa vigente impone tuttavia di un minimo di 15 bambini per formare la classe e assegnare di conseguenza i docenti. Senza una deroga, il rischio concreto è quello di perdere la prima elementare in questa scuola di periferia. L’amministrazione comunale di Portogruaro, che qualche giorno fa ha incontrato il dirigente scolastico e le famiglie, ha assunto l’impegno di trovare una soluzione per i neo-alunni della scuola Mazzini che rimane l’unico plesso di riferimento della zona. Una particolarità, questa, che Lugugnana condivide con la località di Castello di Brussa, che ricade però nel territorio comunale di Caorle. Lugu-
PRIMARIA La scuola “Mazzini”
LA SCUOLA È FREQUENTATA ANCHE DALLA FRAZIONE DI CASTELLO DI BRUSSA. PORTOGRUARO E CAORLE CHIEDONO UNA DEROGA ALL’UFFICIO REGIONALE
gnana e Castello di Brussa distano rispettivamente dal proprio capoluogo circa 12 chilometri la prima e addirittura 30 chilometri la seconda. Tali distanze comportano attualmente tempi di percorrenza dei servizi scuolabus superiori ai 50 minuti, che rappresentano una tempistica al limite della praticabilità. Estendere ulteriormente questa tempistica, oltre ad arrecare sicuro disagio agli utenti, non consentirebbe nemmeno il rispetto degli orari didattici. Alla richiesta di deroga formalizzata alla direzione dell’Ufficio scolastico territoriale di Venezia dalla Giunta di Portogruaro si è quindi affiancata anche quella di Caor-
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le. «Abbiamo condiviso l’urgenza delle problematiche emerse dalla cittadinanza. Come le famiglie e la scuola stessa - commentano il sindaco Maria Teresa Senatore e l’assessore al Bilancio e alla Scuola Bertilla Bravo - consideriamo importante non perdere classi nel territorio, anche perché contribuiscono con il loro apporto e la loro presenza a tenere vive le nostre comunità». Non è la prima volta che i due Comuni si mettono assieme per chiedere deroga alla normativa generale per la formazione delle classi. Una analoga iniziativa era stata infatti intrapresa anche otto anni fa, nel 2012. T.Inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Via alla Fiera dell’accoglienza Inaugurazione con Luca Zaia CAORLE Ospitalità, accoglienza, ristorazione, innovazione e tradizione: sono queste le parole d’ordine dell’edizione numero 50 della Fiera dell’Alto Adriatico, al via questa mattina fino a mercoledì. Alle 10 nel Palaexpomar di Caorle il Governatore veneto Luca Zaia taglierà il nastro della più importante rassegna dedicata al settore Ho.re.ca del Nordest. C’è grande attesa tra il pubblico degli operatori per questo evento giunto al considerevole traguardo del mezzo secolo di vita. Tanti gli eventi in programma per questa prima giornata: alle 11, nella Sala Gialla, Federalberghi Veneto proporrà il convegno “Mission im-possible: attrarre i clienti conquistando anche i propri collaboratori”, mentre alle 11.30, nella Sala Azzurra, si terrà il seminario “Sinergie tra enti locali e imprese turistiche per lo sviluppo e la tutela della costa veneta” organizzato da Unionmare Veneto. Da non perdere anche gli assaggi e le degustazioni della Fisar di San Donà e Portogruaro e della confraternita “Risi e Tochi”. Op Bivalvia Veneto offrirà le vongole di Caorle e l’associazione Cozza Mitilla proporrà assaggi della Cozza di Pellestrina. Nel pomeriggio, dalle 15, appuntamento dedicato all’imprenditoria al femminile nel settore vinicolo. (r.cop.)
TAGLIO DEL NASTRO ALLE 10, POI UN RICCO PROGRAMMA DI INIZIATIVE E APPUNTAMENTI Fossalta Studentessa investita «Non guardava il cellulare» «Quando è stata investita non aveva il cellulare in mano che, invece, era riposto nella tasca del giubbotto». In merito all’incidente avvenuto mercoledì scorso a Fossalta di Portogruaro, la cui notizia è stata riportata dal Gazzettino, la famiglia della quindicenne investita da un’auto dopo essere scesa da un pullman precisa, attraverso l’avvocatessa Marzia Paron, che la loro figlia non stava tenendo lo smartphone in mano mentre attraversava la strada, e che il telefonino era invece custodito nel giubbotto. «Sono in corso accertamenti per verificare le responsabilità di quanto accaduto» conclude l’avvocatessa Paron.
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REGIONE
DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Forum di limena e associazione veneta Per lo sviluPPo sosteniBile
Welfare, la tempesta demografica perfetta «La Regione concentri tutte le sue risorse» Nei prossimi 30 anni crescita esponenziale degli inattivi. Il demografo Dalla Zuanna e l’ex senatore Santini: «Fare presto» Riccardo Sandre LIMENA. «Se nel decennio 2010-20 la popolazione attiva dei 40-44enni in Italia era di 4,4 milioni nel 2020-30 questa calerà di circa un milione di unità e i tassi di occupazione scenderanno dal precedente 74% circa al previsto 60-64%. Una potenziale catastrofe per il Paese». Con queste parole allarmate Giorgio Santini, presidente di AsVeSS, già senatore Pd e prima ancora sindacalista di lungo corso nelle file della Cisl, ha concluso i lavori del Forum di Limena. Ieri mattina, nel centro parrocchiale del comune alle porte di Padova, amministratori locali e demografi, sociologi ed esperti di politiche pubbliche, si sono confrontati sui dati dello studio promosso dal Forum di Limena con l’Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile. Una situazione che rischia concretamente di vedere nei prossimi 30 anni una crescita esponenziale della popolazione inattiva e anziana a fronte di un sempre più esiguo numero di occupati nei diversi settori di attività. Entro il 2050, in Veneto il tasso di dipendenza della popolazione potrebbe arrivare ad 82, circa 20 punti in più rispetto al 1960. SCELTE CONCRETE
Sostenibilità delle pensioni, del welfare, del processo economico per come lo conosciamo ma pure sostegno alla natalità, desertificazione dei piccoli centri urbani e politiche migratorie sono state al centro di un confronto serrato che, oltre ad evidenziare “la tempesta demografica perfetta” che incombe sul Veneto, ha tentato di indicare alcune possibili vie d’uscita. «I numeri ci dicono che il sistema non reggerà a lungo» ha detto Santini. «Ci troviamo a dover affrontare scelte concrete di breve e medio termine per cercare di arginare il problema».
Il professor Dalla Zuanna durante il suo intervento all’incontro di Limena sulle ricadute del crollo demografico sul welfare
Nella sua relazione conclusiva il presidente di AsVeSS ne ha riassunte alcune tra quelle proposte dal documento finale del Forum di Limena. «La Regione, come il governo centrale, investe molto denaro in mille piccoli interventi di supporto o di incentivo, molti dei quali, pure consistenti in termini di risorse, hanno ampiamente dimostrato negli anni di non avere prodotto risultati tangibili» ha spiegato Santini. «Quello che possiamo fare è agire sulla Regione Veneto, fin da subito, per una riorganizzazione delle risorse puntando principalmente, in tema di sostenibilità demografica, sui giovanissimi e sugli anziani. Dobbiamo nel contempo concentrare tutti i fondi europei disponi-
la tendenza
La popolazione invecchia il Veneto si scopre fragile Il Veneto si scopre più fragile e più vecchio. Nel 1960 per ogni ultra settantenne c'erano più di 5 bambini e ragazzi dagli zero ai 19 anni. Ora il rapporto è di uno a uno. Tra trent’anni le cose andranno ancora peggio: ci sarà un solo giovanissimo ogni due anziani e il rapporto tra over 70 e popolazione attiva (quella convenzionalmente di età compresa tra i 20 e i 69) sarà di 29 anziani ogni 55 adulti, sperando che lavorino tutti. Un rapporto che era di 10 adulti per ogni anziano nel 1960 e di poco meno di 1 a 4 di questo 2020.
venezia
Biennale senza Baratta in cda l’ex presidente uscirà di scena Il ministro Franceschini sceglierà un altro consigliere dopo aver manifestato massima stima per colui che ha rilanciato l’ente culturale VENEZIA. Non sarà Paolo Baratta il nuovo consigliere di amministrazione della Biennale in rappresentanza del ministero dei Beni Culturali che il ministro Dario Franceschini designerà tra pochi giorni conte-
stualmente al decreto di nomina di Roberto Cicutto a nuovo presidente della Fondazione. Prendendo appunto il posto di Baratta. A lungo si è pensato infatti che il rapporto tra il presidente e la Biennale non si interrompesse del tutto, proprio per la grande stima che Franceschini nutre per lui, avendo tra l’altro provato a riconfermarlo ancora, modificando lo statuto della Biennale per consentir-
gli un nuovo mandato, ma incontrando su questa intenzione la ferma opposizione del M5S. A creare le aspettative per una nuova presenza di Baratta nel cda della Biennale, erano state le dichiarazioni ufficiali rilasciate da Franceschini e dallo stesso Cicutto subito dopo la designazione del ministro del produttore cinematografico veneziano che ora è alla guida di Cinecittà Luce. «Negli ulti-
bili per questi temi su pochi interventi, creando un volano che sviluppi la massa critica necessaria a modificare i trend demografici di questa regione». PIÙ CONTRIBUENTI
Ma Santini ha sottolineato anche il ruolo strategico delle Fondazioni di origine bancaria e della finanza sociale nell’orientare azioni destinate all’inversione di una dinamica potenzialmente catastrofica. «Un welfare che non regge ha bisogno di supporto da parte di tutti» ha detto l’ex sindacalista «anche e soprattutto di una platea di contribuenti più ampia: dobbiamo spingere per un aumento del lavoro femminile, i cui indicatori sono fin troppo bassi ri-
mi anni - aveva infatti dichiarato Franceschini all’atto della nomina di Cicutto - la Biennale ha vissuto un processo di rinnovamento in tutti i settori di attività e ha incrementato la sua già notevole fama sulla scena internazionale. Questo è stato possibile grazie al prezioso lavoro di Paolo Baratta e della sua squadra che ringrazio. Sono certo che Baratta, con la sua autorevolezza, continuerà a impegnarsi per la Biennale». E Cicutto, da parte sua, aveva aggiunto: «Conto molto sui consigli e le indicazioni di Baratta, anche se per Cinema, Arti Visive e Architettura per fortuna ci sono già i direttori al lavoro. Anzi, spero proprio che Baratta che non ci molli, che ci dia una mano e ci stia dietro». Dichiarazioni che avevano ali-
(PIRAN)
spetto agli altri paesi europei, nel contempo garantendo nuove e più forti tutele per la natalità. Ma dobbiamo dare una struttura anche al welfare aziendale, individuando strumenti più o meno consoni alla sfida che abbiamo di fronte: una cosa è il sostegno al welfare familiare un’altra sono le palestre gratuite o altro. Tutto deve contribuire a quell’effetto volano su investimenti a tutela degli anziani e a un incremento necessario delle nascite». Tra i tanti interventi è stato il demografo dell’Università di Padova Gianpiero Dalla Zuanna, anche lui ex senatore Pd, a mettere l’accento sul tema delle migrazioni. «Il saldo migratorio del Veneto nell’ultimo decennio è circa
un quinto di quello del periodo tra il 2000 e il 2010» ha detto lo studioso. «In pratica se nel 2003 potevamo contare sull’ingresso di nuova popolazione per pagare le nostre pensioni, per i tassi di dipendenza, per la popolazione attiva e per la natalità, la prolungata crisi economica degli ultimi 10 anni ci ha resi molto meno attrattivi e questi effetti benefici sono scomparsi. Non solo, ha creato pure un’emigrazione di giovani professionalizzati come non si era mai vista prima, soprattutto dalle città capoluogo e dai centri universitari. Ci troviamo in una situazione preoccupante che non può essere risolta che da un nuovo auspicato boom economico». —
mentato appunto l’idea che il ministro Franceschini - d’intesa con Cicutto - potesse nominare Baratta come suo consigliere, per non perderne la collaborazione. Ma non sarà così. Dopo un’attenta riflessione ha prevalso evidentemente la considerazione che la presenza di
avrebbe potuto risultare non semplice da gestire per il neopresidente della fondazione. Si tratta ora di capire se l’auspicata vicinanza tra la Biennale e Baratta - che sarebbe rimasto volentieri, non considerando concluso il lavoro di rilancio dell’istituzione sotto la sua presidenza - proseguirà in altre forme o sarà invece interrotta. Di concreto intanto che c’è che l’ultimo consiglio di amministrazione presieduto da Baratta - in “prorogatio” con il cda fino alla firma del decreto di nomina del nuovo presidente - è stato anticipato dal 27 al 24 febbraio, proprio perché l’ufficializzazione di Cicutto come neopresidente da parte del ministro sembra ormai vicina. — Enrico Tantucci
Il “board” anticipato di qualche giorno: vicina la nomina di Cicutto a capo della Fondazione Baratta in consiglio - con un ruolo che non avrebbe potuto essere evidentemente quello di un consigliere “normale”, data la sua autorevolezza –
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II
Belluno
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
“Ri-Costruire” apre una finestra sull’arte delle nostre Dolomiti Taglio del nastro per la rassegna che spazia sull’edilizia sostenibile. Padrin: «Settore in crisi, ma c’è una ripresa» `
LA VETRINA LONGARONE Si è accesa nel nome di un binomio il nuovo appuntamento fieristico di Longarone Fiere che ieri da una parte ha ospitato l’inaugurazione della 15^ edizione di “Ri-Costruire 3.0”, il salone dell’edilizia, del risparmio energetico e della sicurezza, dall’altra la vernice del nuovo appuntamento con la vetrina d’arte moderna “Arte in Fiera Dolomiti”. Un’occasione doppia per attirare visitatori ed accendere un faro sulle strategie di recupero e di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente. Ieri mattina al taglio del nastro sono intervenuti il presidente della Provincia e sindaco di Longarone Roberto Padrin, i parlamentari Roger De Menech e Dario Bond, la sindaca di Selva di Cadore Silvia Cestaro, il presidente di Longarone Fiere Gian Angelo Bellati, il presidente di Confcommercio Belluno Paolo Doglioni, la vicepresidente della Camera di Commercio Nadia Zampol e il direttore di Arte in Fiera Dolomiti Franco Fonzo.
L’INTRODUZIONE È toccato a Padrin introdurre l’appuntamento: «Il nuovo anno di Longarone Fiere si apre con questo evento che la conferma polo di riferimento della montagna. Il settore edilizio ha risentito molto della crisi, per fortuna ora c’è una leggera ripresa. Per il futuro è fondamentale la formazione dei giovani per offrire loro nuovi sbocchi occupazionali che si stanno profilando o altri che ci sono già, ma che scontano carenza di manodopera». Dopo il giro d’onore tra gli stand, i lavori si sono aperti con il convegno “Slovene Alpine Architecture 2008–2018” all’interno del quale si è svolta la cerimonia di consegna del 5° Premio Ri-Costruire 3.0: i riconoscimenti sono andati alla ditta Varettoni, per la categoria Green, mentre la categoria Sistema casa montagna ha premiato Mondocasa. La giuria era composta da Giovanni Viel, direttore del Consorzio Cipa di Confindustria, Michele De Col di Appia
Cna Belluno e Danilo De Zaiacomo, direttore Centro per la formazione e sicurezza di Belluno.
L’OPERA Subito dopo le autorità hanno scoperto l’opera che i mascherai alpini hanno realizzato in occasione dell’ultima edizione di Arredamont: due alberi schiantati dalla tempesta Vaia sono diventate altrettante panchine che portano incise e decorate le maschere
tipiche dei Carnevali alpini. Gian Angelo Bellati ha poi dato i numeri di questa 15. edizione: «Sono presenti 152 aziende provenienti da varie zone d’Italia, diversi paesi dell’Unione Europea e anche degli Usa a conferma della vocazione internazionale di Longarone Fiere. Si tratta di una fiera tipicamente di montagna, nei cui padiglioni si vedono e scoprono materiali e si imparano tecniche tipiche di questo ambiente con le sue peculiari caratteristiche. È un’occasione utile per ragionare di economia circolare che ha il suo punto di forza proprio nel recupero: la sfida che abbiamo davanti non è cementificare o consumare altro suolo, bensì riprendere situazioni già esistenti, migliorarle e riqualificarle».
ARCHITETTURA ALPINA
L’INTERVENTO Roberto Padrin
CONSEGNATI I PREMI ALLA VARETTONI PER IL SETTORE GREEN E A MONDOCASA PER LA CAPACITÀ DI FARE SISTEMA
Ieri è stata presentata anche la mostra dedicata all’architettura alpina slovena: 30 pannelli con i migliori lavori e progetti realizzati in Slovenia nel decennio fra il 2008 ed il 2018. Oggi Ri-Costruire prosegue (apertura 10-19) con un programma che prevede due convegni: al mattino (ore 11) incontro di approfondimento tecnico sul miglioramento del comfort abitativo e la riduzione delle dispersioni energetiche degli immobili esistenti, nel pomeriggio (ore 16,45) focus sull’innovazione per le coperture. La fiera riaprirà nel prossimo fine settimana, da venerdì 21 a domenica 23 febbraio. Giovanni Santin
RECUPERO Le panchine realizzate con gli alberi abbattuti da Vaia
PREMIAZIONI La giuria assieme alle ditte premiate, la Varettoni e la Mondocasa
Le sfide future del turismo: convegno sulle prospettive IL CONVEGNO BELLUNO Un unico tema affrontato in tre momenti diversi da più relatori. Il museo diocesano di Feltre organizza per venerdì prossimo, 21 febbraio, un incontro dal titolo “Cultura e turismo”. L’incontro – in programma alle ore 17 nella sala conferenze dello stesso Museo - è articolato appunto in tre momenti e si propone come un momento in cui fare il punto sulle sfide future poste dal turismo. Una proposta rivolta a tutti, ma che ha una particolare attenzione per gli insegnanti e gli operatori turistici. L’appuntamento sarà anche l’occasione per presentare due nuovi strumenti: un video ed un’applicazione. Ad aprire dunque il pomeriggio sarà il contributo di Giuliano Vantaggi, direttore del Consorzio Dmo Dolomiti, con un intervento dedicato proprio al tema “Le nuove sfide future del turismo” con cui delineerà quali siano il panorama e le prospettive che aspettano il territorio. Seguirà la pre-
sentazione del nuovo video che offre anche la ricostruzione in 3D e che, oltre all’italiano, nelle versioni in inglese, tedesco e francese racconta la storia dell’antico palazzo dei vescovi di Feltre: il lavoro è stato curato da monsignor Giacomo Mazzorana, direttore del Museo, e dall’architetto Gloria Manera; all’appuntamento saranno presenti anche le traduttrici che hanno anche prestato la loro voce per il video: Manuela Salton per la versione in inglese, Idea Tarquilla per il tedesco e Isabella Pilo per la parte in francese. Il video, oltre ad essere utilizzato dai visitatori che non parlano italiano, può essere uno strumento didattico per le scuole, un motivo in più per far muovere ed attirare
APPUNTAMENTO IL 21 FEBBRAIO AL MUSEO DIOCESANO SARÀ PRESENTATA ANCHE LA STORIA DEL PALAZZO IN 3D
turisti di ogni nazionalità verso il Museo diocesano. Un luogo dove, oltre alle splendide opere esposte, si ammira anche un palazzo straordinario, con una storia che affonda le radici nel primo millennio. L’approccio dedicato alla storia del palazzo e del patrimonio artistico del territorio è sì discorsivo, ma allo stesso tempo anche documentato e scientifico. Infine, ed è questa l’ultima parte prevista dal programma, ci sarà la presentazione da parte di Veronica Menel dell’applicazione izi travel “Combin…arte” dedicata ad alcune opere esposte al Museo. L’incontro è aperto a tutti, ma in particolare agli insegnanti lingue, lettere, storia, storia dell’arte e religione - e a quanti operano nel campo del turismo: Provincia, Comuni limitrofi, Pro loco, agenzie di viaggi, attività ricettive in genere, organizzatori di eventi, nonché a coloro che operano nel campo della storia e del territorio fra cui guide, accompagnatori, organizzatori di conferenze. G. S.
«Prolungamento A27, dall’Europa arriva un secco no» MOBILITÀ BELLUNO Le associazioni ambientaliste tornano alla carica contro il progetto del prolungamento dell’autostrada A27 fino a Monaco di Baviera. Prendono lo spunto dal convegno svoltosi a Mestre con il quale si è messo in relazione lo sviluppo del Porto di Venezia con il prolungamento della A27, ritenendolo necessario. Ma dall’Europa, affermano, arriva un secco no a nuove strade.
Cadore, Gruppo promotore Parco del Cadore, Comitato Peraltrestrade Dolomi -. Questo ancora non avviene perché vi sono rappresentanti ufficiali della Regione Veneto che, ostinatamente propongono il prolungamento dell’A31 e della A27».
MANCA UN PIANO Sostengono che manchi un piano condiviso che offra un sistema integrato di mobilità di lungo periodo, sia interno che extraregionale e transfrontaliero, per il qua-
FALSE INFORMAZIONI «Le sottoscritte associazioni ritengono sia giunto il momento che i cittadini vengano correttamente informati sulle prospettive di come migliorare la mobilità nel Veneto - scrivono Cifra Italia, Ecoistituto Langer, Italia Nostra di Belluno, Mountain Wilderness, Wwf Terre del Piave, Libera
LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE CITANO IL CONVEGNO CON GLI ESPERTI UE «QUEL PROGETTO NON SI FARÀ MAI»
le le associazioni ambientaliste si battono da anni. La chiamano «politica miope», indicando come modello il Trentino Alto Adige. Citano il convegno internazionale BrennerLEC “Driving through the Alps respectfully” tenutosi a Bolzano il 6 febbraio scorso, dove si è parlato di efficientamnto dei flussi sulla A22, l’avanzare della costruzione del tunnel ferroviario ad alta capacità del Brennero, che richiederà il potenziamento dei tratti ferroviari che portano in Val Pusteria, in Val Venosta e nelle Dolomiti, con interventi nella logistica dello scambio gomma/rotaia. «In questa sede ai relatori sono stati chiesti chiarimenti sulle reali possibilità che A27 e A31 trovino completamento - scrivono ancora le associazioni -. Herald Ruijters, capo della Direzione generale nobilità e traffico della Commissione Europea, ha ribadito
che l’Unione Europea non sostiene alcun potenziamento stradale, nemmeno di profilo regionale: “E’ venuto il momento di dire basta a ogni ulteriore sviluppo del trasporto su gomma. Quindi i prolungamenti di A27 e di A31 non rientrano in alcun modo nelle prospettive di sostegno dell’Unione Europea, e mai vi rientreranno».
EUSALP DICE NO
PIAN DI VEDOIA La lunga battaglia sull’ipotesi prolungamento
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Ancora più esplicito sarebbe stato Patrick Skoniezki, coordinatore europeo delle politiche di Eusalp, la Macroregione Alpina, e direttore di AG4 Lead Team–Mobility: «La A27 non subirà alcun potenziamento in quanto la Convenzione delle Alpi non permette la costruzione di altra viabilità veloce transalpina, e tale progetto non troverà alcuno spazio nella progettualità di Eusalp. Questa è una certezza». Parole che fanno
esultare le associazioni.
CISL E UNIONCAMERE «Risulta quindi incomprensibile, alla luce della programmazione europea - spiegano gli ambientalisti -, la proposta stessa del convegno organizzato per il 14 febbraio a Mestre da Cisl e Unioncamere Veneto, teso a sostenere il prolungamento autostradale da Venezia verso Monaco. I rappresentanti della Regione Veneto in Eusalp stanno continuando imperterriti in un’azione di promozione del prolungamento della A27 che non trova nessun fondamento nella programmazione europea, la quale va in tutt’altra direzione». Il vero obiettivo dell’Europa? «Ridurre le emissioni in atmosfera degli ossidi di azoto e carbonio e liberare i cittadini dalla morsa del traffico del trasporto merci su gomma».
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Primo Piano
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Rimpasto a Palazzo Moroni
«Dimissioni? A tempo debito» Arturo Lorenzoni, il giorno dopo l’incoronazione dal Pd, `E Sergio Giordani in vista dell’avvicendamento spiega: annuncia che per ora non lascia gli incarichi in Comune «La giunta non è mai stata unita come in questo momento» `
L’OPERAZIONE PADOVA Mancavano sette minuti
all’una, l’altra notte, quando dal comignolo di via Beato Pellegrino, dove si era appena conclusa la riunione regionale dei dem, è uscita la fumata bianca, con il Pd che ha sdoganato la candidatura di Arturo Lorenzoni nella corsa per la poltrona di governatore del Veneto. Una scelta tutt’altro che scontata, ma sulla quale alla fine ha pesato significativamente la regia di Massimo Bettin, portavoce di Sergio Giordani che fin da giovanissimo conosce fin nelle pieghe il Partito Democratico, il quale ha preso due piccioni con una fava: far uscire nel migliore dei modi da Palazzo Moroni il professore che occupa la poltrona numero due, visto che al massimo entro un mese e mezzo l’attuale vice dovrà per forza dimettersi, e nel contempo dare al suo partito, anche se insieme all’area civica, la possibilità di diventare competitivo in una regione a vocazione leghista. 24 i voti favorevoli, 12 gli astenuti e 5 i contrari. Di questi ultimi uno è di Stefano Fracasso, che si era proposto in antitesi a Lorenzoni, e gli altri quattro di persone a lui vicine. E sull’incoronazione da Roma è arrivata la “benedizione” del segretario nazionale Nicola Zingaretti, che ha ringraziato il gruppo dirigente veneto, plaudendo al sostegno di Lorenzoni che ha definito figura «competitiva per vincere». «Mi spiace solo - si è rammaricato Bettin che i 5Stelle non abbiano colto la grande occasione di far parte di questa alleanza. Poteva essere un’opportunità ulteriore». Lo stesso primo cittadino, che nei giorni scorsi si era speso per l’esponente arancione, ieri ha rincarato: «Osservo con rispetto il dibattito in corso nel centro sinistra veneto che finalmente giunge a sintesi. Vedo saggezza,
apertura, generosità. Sia da parte del PD, il quale si conferma una forza cruciale e in grado di scelte forti e importanti, sia da parte di tante energie che desiderano dare un contributo positivo. E’ una buona notizia. Su questi presupposti possono nascere progetti molto interessanti e un cammino di lungo periodo che guarda anche oltre maggio, e che arricchirà di nuovi contenuti e stimoli il dibattito e le progettualità in favore delle nostre comunità». «Arturo Lorenzoni - ha aggiunto Giordani - è una persona per bene, che stimo. Moderata, equilibrata, concreta e di grandi ideali. Gli faccio un grande “in bocca al lupo” e sono certo saprà fare squadra con tutti come ha
fatto a Padova, e guidare un progetto che pone alla base l’ascolto e la condivisione. Per quanto riguarda Padova, la giunta non è mai stata così unita. Stiamo lavorando a tantissime progettualità e continueremo con l’impegno totale per la città. Per i passaggi interni ci prenderemo il tempo giusto. Mi confronterò con Artu-
INTANTO TRAPELANO I RETROSCENA SULLA DECISIONE IN CASA DEM CON LA REGIA DI MASSIMO BETTIN
ro e tutta la mia squadra con grande serenità per poi fare le scelte migliori per Padova».
L’APPELLO
È stata molto complessa l’operazione che ha portato alla candidatura per la presidenza della Regione del docente padovano, nonostante ci fosse l’indicazione di Zingaretti di appoggiarlo. Uno dei protagonisti della mission-Lorenzoni è stato Marco Carrai, ex assessore e attualmente tra i leader del “Veneto che vo-
gliamo”. «Il nostro appello - ha osservato - adesso è rivolto alle forze riformiste, progressiste e socialdemocratiche, affinché anch’esse condividano la candidatura unitaria, assieme a noi, al Pd e ai Verdi». Il diretto interessato, invece, ieri pomeriggio, dopo la riunione a Vicenza del movimento civico, ha affidato a un post le sue considerazioni: «Una giornata importante, densa. Tre mesi fa sembrava impossibile. Ma di cose impossibili ne abbiamo affrontate molte in questi anni. Oggi vo-
glio ringraziare il Pd, che con generosità si è aperto ad una proposta nuova, alternativa e forte, la rete delle civiche e chi ha lavorato per arrivare fino a qui. Abbiamo davanti giorni importanti in cui vanno definite molte cose per costruire un percorso che sappia segnare un vero cambio di passo in Veneto. Speriamo che i prossimi siano mesi belli, divertenti, con momenti di crescita collettiva e condivisione, che ci portino a disegnare il Veneto che vogliamo e, perché no, a vincere.
finora anche grazie ai nostri iscritti e simpatizzanti, per costruire proposte e progetti condivisi, per coinvolgere i cittadini e per richiamare alla coesione tutto il centrosinistra in Veneto – ha auspicato Tramarin che apre anche alle sardine - Si costruisca pertanto un fronte che vada dalle forze politiche organizzate a
quelle civiche e si apra ai nuovi movimenti spontanei e giovanili che chiedono alla politica delle risposte». «In questo senso Padova, già più di due anni e mezzo fa, ha anticipato i tempi – ha aggiunto - Ho sempre difeso e creduto convintamente nel cosiddetto “modello Padova”, che non è un totem del politichese, ma
IN COMUNE A Palazzo Moroni è in arrivo il rimpasto di giunta dopo l’ufficializzazione della candidatura di Lorenzoni
La maggioranza si spacca: con il “no” della Ruffini e le frecciatine di Tarzia LE DIVISIONI PADOVA Soddisfazione, ma anche qualche mal di pancia. Sono queste le reazioni con cui la maggioranza che sostiene il sindaco Sergio Giordani ha accolto la candidatura in Regione di Arturo Lorenzoni. «Il Pd si conferma un partito aperto, inclusivo, capace di costruire reti e trovare mediazioni per allargare i confini delle coalizioni che lo circondano. Si prosegue, così, quel percorso virtuoso iniziato nel 2017 con Giordani che ha consentito di battere Bitonci e la Lega estremista a Padova – ha spiegato ieri il segretario provinciale del Partito democratico Vittorio Ivis -. Siamo un
partito che mette a disposizione la sua esperienza e la sua grande forza non solo attraverso le personalità che lo animano, ma anche nella definizione di strategie comuni. La vocazione al dialogo e alla collaborazione con i mondi civici non è solo retorica, ma un fatto. Oggi, grazie a questa scelta, è in campo un’alternativa
DAVIDE TRAMARIN (PARTITO DEMOCRATICO): «DOBBIAMO COSTRUIRE PROPOSTE E PROGETTI CONDIVISI DA TUTTO IL CENTROSINISTRA»
alla Lega e a Zaia». «Costruiamo insieme il più largo e coeso fronte alternativo alla cultura leghista, che qualcuno vorrebbe propinare come egemone e evitiamo divisioni tattiche – ha aggiunto L’alternativa ora c’è, scriviamo tutti insieme una pagina nuova di speranza, rispetto e concretezza nella politica veneta. Noi siamo pronti a fare la nostra parte con tante donne, uomini, giovani motivati e appassionati che non aspettano altro che iniziare la campagna elettorale insieme ad Arturo Lorenzoni». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario cittadino dei Dem Davide Tramarin. «Ora il tempo che abbiamo a disposizione sia speso per dare valore al percorso fatto
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III
Primo Piano
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’opposizione: «Lasci la poltrona oppure sfiduceremo il sindaco» `Mosco (Cambiamo!): «Deve essere coerente Cavatton (FdI): «Questo conferma che nulla ha di civico, candidatura sostenuta dal centrosinistra» con il mandato che gli hanno dato i padovani» `
LE REAZIONI
IL PROTAGONISTA Arturo Lorenzoni ha incassato l’appoggio del Pd sulla candidatura alle regionali. E ora auspica di riuscire a coinvolgere anche renziani, calendiani e socialisti
Lavoreremo a un progetto comune, che sia sentito proprio da tutti». «Ora - ha detto poi a margine dell’incontro in terra berica - c’è bisogno dei renziani, dei calendiani e dei socialisti per condividere un progetto che deve essere il più ampio possibile». Sulla possibilità di rassegnare le dimissioni a stretto giro, Lorenzoni ha risposto: «Non è il tema di questi giorni. A tempo debito lo affronterò con le liste che mi hanno sostenuto e con Giordani». Nicoletta Cozza
un’esperienza di ottimo governo e un esempio di prospettiva politica per il centrosinistra anche a livello nazionale. Lorenzoni di certo, in qualità di vicesindaco, ne è un protagonista importante».
IN DISACCORDO «Il mio in bocca al lupo va ad
PADOVA «Se Lorenzoni non si dimetterà immediatamente, lunedì prossimo in consiglio comunale presenteremo una mozione di sfiducia nei confronti di Giordani». La candidatura del vicesindaco Arturo Lorenzoni alle regionali ieri ha fatto salire sulle barricate l’opposizione. «Ormai il re è nudo. La designazione del vicesindaco a sfidante di Luca Zaia – ha tuonato il capogruppo del “misto” Matteo Cavatton – è la conferma che Lorenzoni nulla ha di civico. La sua candidatura, infatti, sarà sostenuta dai partiti del centrosinistra. La sua presenza in giunta, in questi anni, ha costretto il resto della maggioranza ad appiattirsi su posizioni di sinistra radicale». «La cosa più grave però è un’altra – ha rincarato la dose l’esponente di Fratelli d’Italia – a più riprese Giordani ha ribadito che la permanenza nella sua giunta è incompatibile con un’eventuale candidatura in Regione. A questo punto le strade da seguire sono due: o Lorenzoni si dimette spontaneamente, oppure il sindaco gli toglie le deleghe». «Se tutto questo non dovesse accadere nelle prossime ore, – ha concluso Cavatton – noi non siamo disponibili a rimanere a guardare. Già in occasione del consiglio comunale di lunedì, siamo pronti a presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Giordani. È del tutto evidente che un sindaco non può mentire davanti ai suoi cittadini. Gli impegni presi vanno mantenuti». Sulla necessità delle dimissioni da parte del vicesindaco, ieri ha insistito anche il consigliere leghista Alain Luciani. «Ormai siamo arrivati all’ufficialità, Lorenzoni sarà lo sfidante di Luca Zaia
Arturo Lorenzoni che sfiderà Luca Zaia alle prossime regionali in Veneto – ha detto, invece, Luigi Tarzia della lista Giordani -. La sua candidatura costituisce un’occasione unica per la Regione, la città e l’Università». L’esponente centrista però, non ha rinunciato a una frecciatina nei confronti del vicesindaco: «Chi si candida alle regionali, però, deve dimettersi. Amministriamo una città che di giorno è vissuta da 400 mila persone e serve un impegno h/24 per rispondere al meglio alle diverse richieste che arrivano dai cittadini». Ad attaccare a testa bassa ha provveduto, invece, la consigliera di Coalizione civica Daniela Ruffini. «Io non sono d’accordo con questa candidatura – ha tuonato l’ex assessore alla Casa – la trovo politicamente sbagliata. Davanti agli elettori Lorenzoni si è preso un impegno di almeno 5 anni. Non è corretto andarsene in questo modo». «Come se non bastasse – ha concluso – in Regione sulle gradi opere, sull’ambiente e sull’autonomia, il Pd e la Lega hanno le stesse posizioni». Al.Rod.
LA MINORANZA Matteo Cavatton dai banchi dell’opposizione critica la candidatura di Arturo Lorenzoni per le regionali
LUCIANI (LEGA): «ORMAI SIAMO ARRIVATI ALL’UFFICIALITÀ, MI CHIEDO SE IL PROSSIMO CONSIGLIO SARÀ L’ULTIMO PER IL NUMERO DUE» CUSUMANO (5 STELLE): «IN QUESTA VICENDA EMERGE UN FATTO INCONTESTABILE, IL PD NON HA AVUTO CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA»
GLI SCENARI PADOVA Per capire le conseguenze sulla città della scelta di Arturo Lorenzoni bisogna pensare non al domani ma al dopodomani, come fanno i politici. Cioè alle elezioni comunali del 2022. Alle quali a questo punto, Giordani sarà “costretto” a ricandidarsi se vuole salvare la città dall’assalto del centrodestra. Glielo chiederanno in ginocchio tutti, dal Pd ai centristi. Però il sindaco da oggi è più solo. Il suo vice si è chiamato fuori per molte ragioni. La prima è costruire un movimento di respiro regionale in previsione del fatto che fra cinque anni Zaia non potrà più ricandidarsi. È lì che si giocherà la vera partita, dunque niente di meglio che un balcone sulla laguna. Il secondo aspetto è che per lui diventare sindaco sarebbe un sogno proibito, per l’intervento della “cupola” Pd che in questi giorni ha promosso con sincero compiacimento la sua partenza. Il terzo aspetto è che la platea di elettori, difficilmente avrebbe sommato quel 20 per cento che lo ha fatto decol-
alle prossime elezioni Regionali – ha commentato Luciani – Mi chiedo se per il vicesindaco lunedì prossimo sarà l’ultimo consiglio comunale. Lo chiedo soprattutto a Giordani. Il sindaco non vorrà mica a fare la figura del “conta balle” o del “quaquaraqua” con i padovani? Per ora non possiamo fare altro che attendere fiduciosi». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la capogruppo di “Cambiamo!” Eleonora Mosco. «Ora sono curiosa di vedere se Lorenzoni sarà coerente con il mandato che gli hanno dato i padovani – ha tuonato Mosco – chi l’ha votato gli ha dato fiducia perché governasse la città. Di conseguenza, non può fare altro che dimettersi». «In questa occasione, vedremo anche se Giorda-
ni, per la prima volta da quando è stato eletto, manterrà la parola data – ha concluso - Aveva detto che chi si candida in Regione deve dimettersi dalla giunta, giusto? Allora cosa aspetta a togliere le deleghe a Lorenzoni. Sono anche molto curiosa di scoprire chi andrà a sostituire il vicesindaco. Il mio timore è quello che, aldilà delle persone, la musica rimanga sempre la stessa». «Mi pare più che opportuno che il vicesindaco ora si dimetta – ha polemizzato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giacomo Cusumano - In tutta questa vicenda, emerge anche una fatto incontestabile: in queste elezioni il Partito democratico non ha avuto neppure il coraggio di metterci la faccia».
Giordani “costretto” a ricandidarsi altri cinque anni
LA GIUNTA Giordani dovrà sacrificarsi per il secondo mandato
LA PARTITA SI GIOCA SULLE DELEGHE, COALIZIONE VUOLE LA MOBILITÁ: ZTL, PARCHEGGI E L’ADDIO ALLA PRANDINA
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lare. Il professore un tempo osannato alle assemblee degli arancioni, oggi avrebbe molto meno seguito, per non aver rispettato certi patti ambientalisti. Se la strada per Giordani si presenta in discesa, perchè non approfittarne? E poi un sinda-
«Sulla candidatura di Lorenzoni, pesa quello che in questi anni non è riuscito a fare a Padova – ha aggiunto – Penso per esempio alla contestatissima pista ciclabile di corso Milano, all’atteggiamento contraddittorio tenuto sulla Prandina o sulla gestione più che discutibile della nuova linea del tram». Preferisce far ricorso all’ironia, il presidente dell’Associazione commercianti del centro storico Massimiliano Pellizzari che, in questi anni, ha polemizzato a più riprese con il vicesindaco. Commentando su Facebook la candidatura di Lorenzoni, infatti Pellizzari si è limitato ad un laconico ed ironico: «Davvero una bella notizia». Alberto Rodighiero
co nei primi cinque anni termina sempre i “rammendi” del precedente poi disegna la città a suo piacimento. Potrebbe perdere però Andrea Micalizzi, uno che i numeri e i voti ce li ha e sta ricevendo molte pressioni per candidarsi in Regione. Come governerà fino ad allora? La politica si fa con il pallottoliere. In Giunta finora due posizioni a Coalizione civica (Gallani e Nalin), due ai civici lorenzoniani, Benciolini e il vicesindaco, più Tagliavini come presidente del consiglio. Ma attenzione: Lorenzoni era espressione di equilibrio a metà fra Coalizione la sua civica, un garante, dunque si stava tre a tre. E così dovrà avvenire ora. L’unica sarà spacchettare le sue deleghe, Urbanistica e Mobilità. Sarebbe l’optimum dare l’Urbanistica a Coalizione, che sul consumo di suolo ha fondato una religione. Ma a loro interessa la Mobilità, perchè oltre al tram c’è una certa Prandina da togliere di mezzo. Giordani non li accontenterà mai. Quello che può dargli è: Mobilità a un tecnico condiviso, l’Urbanistica a Tagliavini (vice?) e la presidenza del Consiglio a Coalizione. Mauro Giacon
IX
Adria San Martino Papozze
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Assalto al Cantiere navale Vittoria Blitz dei centri sociali del Nordest contro l’azienda dalla famiglia Duò per le forniture di mezzi alla Libia `
ADRIA “Stop accordi con la Libia” e “Cantiere Vittoria kills people” gli slogan che una cinquantina di manifestanti dei centri sociali del Nord-Est hanno urlato e impresso con la vernice rossa all’ingresso dei Cantieri navali. Ieri, poco dopo le 11, una nuvola di fumogeno rosso invadeva la strada, si sentivano urla dal megafono provenire da un numeroso gruppo di persone coperte da tute bianche da imbianchino, maschere antigas sulla faccia e con il cappuccio in testa. Gli adriesi pensavano a uno sciopero, ma era una protesta di ben altro tenore. Gli attivisti dei centri sociali del Nordest e della campagna “Lesvos Calling”, tutti provenienti da fuori provincia, hanno fatto visita al Cantiere Navale Vittoria.
riato di Adria. Nelle auto dei manifestanti, perquisite dalla Polizia, sono state trovate tute bianche da tinteggiatori, vernice ros-
FORNITURE MILITARI I cantieri sono stati “sanzionati” dai centri sociali, questo il gergo usato dagli attivisti, in quanto costruttori di incrociatori destinati all’uso militare in Libia. Ragioni economiche lecite per la legge, sancite dagli accordi Libia-Italia e confermate dagli accordi resi noti a livello internazionale nell’ultima settimana e validi per i prossimi tre anni, ma non eticamente tollerabili per gli esponenti dei centri sociali veneti. «Il Cantiere Navale Vittoria ha le mani sporche di sangue - gridavano gli attivisti al megafono -. È il sangue delle persone migranti torturate, violentate e abusate nei lager libici, tenute segregate dai trafficanti e dalle milizie libiche, in collaborazione con la stessa guardia costiera libica che in questi anni ha ricevuto motovedette e addestramento dall’impresa veneta».
FUGGI FUGGI ALL’ARRIVO DELLE FORZE DELL’ORDINE, CINQUE PERSONE FERMATE E DENUNCIATE
sa, maschere antigas e altro materiale utilizzato per manifestare in modo illecito. Per tutti i giovani fermati si configura il quadro di manifestazione non autorizzata e di imbrattamento; inoltre per due di loro, ad aggravare la situazione c’è anche la resistenza a pubblico ufficiale. Sul fatto è intervenuto a caldo anche il sindaco Omar Barbierato: «Esprimo solidarietà alla proprietà dei Cantieri Navali Vittoria per quanto subito. Esistono altri strumenti per dimostrare in modo democratico le proprie ragioni o proposte». Un paio d’ore dopo la manifestazione, il personale addetto era già al lavoro per pulire i resti lasciati dalla protesta. «Il blitz è un gravissimo attacco ad un settore trainante dell’economia italiana ed a un luogo dove si producono alcuni dei mezzi militari italiani». La denuncia arriva dal deputato e segretario regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. «Siamo di fronte all’ennesimo esempio di democrazia, lanciato da persone che non rispettano il lavoro e le idee di chi non la pensa come loro. Non è imbrattando e attaccando di nascosto un’impresa che si alza il livello del dibattito politico». Roberta Paulon
L’incursione dei centri sociali è stata terminata dall’intervento delle forze dell’ordine che ha causato il fuggi fuggi generale. Su una cinquantina di manifestanti, cinque giovani tra i 25 e i 30 anni sono stati bloccati dalla Polizia e denunciati a piede libero dal personale del commissa-
Pacifico e Ligia Mancin, toccante ricordo della diaspora dall’Istria Nella Biblioteca comunale si è commemorato il Giorno del ricordo con il contributo di Erminio Colò, docente e sindaco di Guarda Veneta, laureato in Storia del Novecento, e di Daniele Milan, delegato per Rovigo dell’associazione Venezia Giulia Dalmazia. Salutato dal presidente Paolo Rigoni e dall’assessore Chiara Mancin, il primo dei relatori
ADRIA La protesta innanzi il Cantiere navale Vittoria: sede imbrattata, scrittte nel piazzale e fumogeni
Amina, da profuga incinta al riscatto sulle passerelle SAN MARTINO DI VENEZZE
CINQUE FERMATI
PAPOZZE
Sede imbrattata di rosso, fumogeni e slogan contro l’attività dell’azienda da parte delle “tute bianche” `
ha tracciato un approfondito quadro storico del confine orientale e delle cause che hanno determinato le violenze estreme delle foibe e l’esodo di centinaia di migliaia di connazionali dalla terre istriane e giuliano-dalmate.
NAZIONALISMO Colò ha parlato delle rivendicazioni nazionalistiche che hanno arroventato i rapporti tra le popolazioni, inaspritisi ulteriormente dall’occupazio-
ne nazifascista e dalla guerra di liberazione condotta dalle milizie del maresciallo Tito che, con l’eliminazione fisica di migliaia di italiani e di ogni altro ostacolo, realizzò il sogno nazionalista di formare una Grande Serbia. Daniele Milan ha invece parlato della “venezianità” e delle testimonianze architettoniche e culturali delle città abbandonate dagli italiani sotto la spinta del clima di paura indotto nelle zone occupate dagli slavi alla fine della guerra. Presenti tra il pubblico due testimoni del dramma dell’esodo e della cancellazione per tanti decenni di quei dolorosi eventi dalla memoria nazionale: Pacifico Mancin e la sorella Ligia che, con la madre Nilda Puozzo e i fratelli Francesco e Vinicio alla fine del ’44 hanno abbandonato, seguiti poco dopo dal padre Giuseppe, la propria abitazione a Dignano, ad una decina di km da Pola, per riparare a Papozze alla Bianchina, la vecchia corte di nonni. Moreno Tenani
Da profuga incinta, ad un passo dalla morte, a modella. È la storia della 25enne nigeriana Amina Amino, giunta in Italia nel 2016, al termine di uno dei tantissimi viaggi della disperazione fatti in gommone da uomini e donne in cerca di un futuro migliore, e accolta in Polesine nel 2017. Fisico statuario, 175 centimetri di altezza per circa 60 chilogrammi, occhi e capelli neri, anche se lei ama farsi le extension bionde, Amina aveva colpito tutti per la sua bellezza naturale, già quando si trovava ospite a San Martino di Venezze, assieme ad altre ragazze e ad una coppia di marito e moglie, nell’ex scuola elementare, gestita dalla cooperativa Porto Alegre, come luogo di accoglienza per donne immigrate in difficoltà. Quindi la sua storia era balzata agli onori delle cronache, quando alla fine di ottobre del 2017, aveva battezzato il figlio Andrea, avendo come padrino di eccezione, niente meno che il sindaco di San Martino, Vinicio Piasentini, che assieme alla moglie Laura, ha seguito questa ragazza, fino a quando è rimasta nel Comune rivierasco.
MODA Amina Amino nel backstage di una servizio fotografico
LA VITA A VERONA Poi la decisione di partire verso una città più grande e con più occasioni di lavoro e soprattutto di una vita diversa, come Verona. Proprio qui ha trovato lavorato in un famoso laboratorio di sartoria, mettendosi in luce per le sue capacità e la sua passione per la moda, tant’è che il contratto di lavoro le è stato quasi subito rinnovato. Ora la possibile svolta, con la possibilità di indossare capi di abbigliamento di alcuni marchi importanti della moda italiana e chissà mai che qualcuno non possa vedere in lei una futura modella italo-nigeriana. «In qualità di padrino del figlio Andrea (che a giugno compirà 3 anni, ndr), e conoscendo molto bene quella che è stata la vicenda personale di Amina, oltre che la sofferenza patita da questa ragazza, mi fa piacere che pos-
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sa realizzare il suo sogno e integrarsi al meglio nel nostro Paese - commenta il sindaco Vinicio Piasentini -. E se riuscirà ad avere spazio nella moda, visto che tra l’altro è una bellissima ragazza, oltre che dotata di una grande intelligenza, ne sarò ancora più felice. Le faccio un grande augurio, anche per il suo bambino. Ha dimostrato grande forza e determinazione nell’imporsi in una società non facile. Speriamo nasca una nuova Naomi Campbell».
LE PASSERELLE Amina ha fatto il suo esordio come modella, la scorsa estate, partecipando ad una sfilata di moda, svoltasi sempre a Verona, con tanto di riprese televisive. Il luogo dove
lavora è stato anche oggetto di un servizio del Tg 3 Veneto, visto che assieme a lei lavorano ragazze e donne di tante etnie, tutte con storie diverse. Amina sogna per il figlio Andrea un futuro di medico. «Alle 4 di venerdì ero già sveglia - racconta in esclusiva per Il Gazzettino di Rovigo -. Ero troppo emozionata per essere stata scelta come modella per il famoso marchio online Zalando. Noi realizziamo vestiti anche per loro. La mia referente mi aveva avvisato di presentarmi alle 8.30, o anche cinque minuti prima, nel palazzo che ospita gli uffici del laboratorio. Ad attenderci c’era il personale addetto a trucco e pettinatura. A tutte le modelle era stato chiesto di presentarsi senza trucco, con capelli al naturale e con biancheria intima bianca. Ognuna ha poi scelto il trucco preferito. Siamo state impegnate fino alle 17». Per Amina potrebbe essersi aperto un nuovo mondo, lei che è sempre stata molto affascinata dalla moda, ma che non avrebbe mai immaginato un giorno di essere scelta come modella d’eccezione per un giorno intero. E così sono lontani i ricordi di quando rischiava la vita per approdare in Italia, anche se ovviamente questa triste storia sarà per sempre presente nella sua mente. Marco Scarazzatti
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Nordest
IL CENTROSINISTRA VENEZIA C’è pure il giallo dei numeri. Chi dice 22, chi 23, chi 24 voti a favore su un totale di 39. Cifre differenti dovute probabilmente a un calo di attenzione degli scrutatori, visto che la votazione si è svolta all’una di notte. Ma i dati politici sono altri. Il primo è che il Partito Democratico del Veneto, decidendo di sostenere la candidatura a governatore del civico Arturo Lorenzoni, attuale vicesindaco di Padova e leader del rassemblement Il Veneto che Vogliamo, bocciando di fatto l’autocandidatura del capogruppo in Regione Stefano Fracasso, non ha fatto nulla di nuovo: già in passato il centrosinistra si era affidato a esterni, nel 2005 l’imprenditore Massimo Carraro, nel 2010 il manager Giuseppe Bortolussi (che in direzione prese 39 voti contro i 29 per Laura Puppato). Il secondo: la decisione di convergere su Lorenzoni il Pd l’ha assunta con una votazione del suo massimo organo dirigente, la direzione regionale, cosa che, in tempi di nomine e scelte calate dall’alto, va registrata. Il terzo dato è che sul professore padovano il partito si è spaccato - 22 sì, 12 astensioni, 5 no - escludendo le primarie. Da Roma il segretario nazionale Nicola Zingaretti ha benedetto la decisione. Ma la domanda è: poteva il Pd decidere diversamente?
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Zingaretti: «Bene Lorenzoni ora lavoriamo per vincere» Il segretario del Pd plaude alla scelta `Partito spaccato, lo sconfitto Fracasso: di candidare il vicesindaco di Padova «Mancato il coraggio, ha vinto la paura» `
IL VOTO 22 a favore 12 astenuti 5 contrari
GLI EQUILIBRI
`La direzione
regionale del Pd ha votato sabato notte la candidatura a governatore del Veneto di Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, non iscritto ad alcun partito. I dem si sono spaccati
L’ERRORE Il Partito Democratico del Veneto una colpa ce l’ha: dopo la batosta presa nel 2015 con Alessandra Moretti, non è riuscito in cinque anni a costruire una proposta di candidatura interna. C’è stata quella, tardiva e respinta senza neanche passare per il voto, di Stefano Fracasso per il quale non si sono spesi neanche i suoi sei colleghi a Palazzo Ferro Fini. Tra i cinque che sabato notte, nella sede padovana del Pd, hanno votato contro Lorenzoni c’era lo stesso Fracasso: per essere il capogruppo in Regione, non è che si siano stracciati le vesti per sostenerlo. C’era stato il tentativo del sottosegretario Achille Variati di puntare sul giovane vicentino Giacomo Possamai, ma ha dovuto fare i conti con questioni di opportunità familiari. Altri si sono fatti avanti o erano pronti a partecipare alle primarie (Andrea Zanoni, Laura Puppato, Anna Maria Bigon), ma la verità è che nessuno andava bene
NIENTE PRIMARIE RESPINTA ANCHE LA PROPOSTA DEL DEPUTATO DAL MORO DI NOMINARE TRE SAGGI PER LE CONSULTAZIONI
IL CENTRODESTRA VENEZIA La data delle elezioni regionali ancora non c’è, ma Forza Italia ha già pronti i candidati. Michele Zuin, coordinatore veneto degli azzurri, ha deciso di cominciare subito la campagna elettorale e di far muovere immediatamente quelli che saranno in pista. La scelta non è stata improvvisata: «A partire da dicembre - dice Zuin - ho fatto tre incontri con ciascuna provincia, ci siamo confrontati con i singoli coordinatori provinciali, i parlamentari, i consiglieri regionali di competenza. E abbiamo concordato i nomi dei candidati. Le liste non sono chiuse, ma una buona parte delle candidature è decisa, significa che gli interessati possono già iniziare a fare attività sui territori». La scelta di Zuin ha un senso:
a tutti e nemmeno a una maggioranza relativa. È mancato, se non un leader, una figura capace di fare sintesi. E la maggioranza del partito, per quanto non amplissima, ha deciso di aprirsi all’esterno nel tentativo di rappresentare tutto il movimentismo anti Lega delle Sardine fino ai giovani dei Fridays for Future, anche a costo di perdere i centristi di Renzi e Calenda. Nella battaglia tra presunti conservatori (chi voleva una scelta interna) e innovatori (chi l’ha spuntata aprendosi all’esterno con Lorenzoni), forse a perdere è stato l’intero partito che unito non lo è stato mai, ma adesso un po’ più diviso lo è. I 12 dell’astensione sono quelli di Base riformista di Roger De Menech e Gianni Dal Moro (con la defezione dell’assessore padovano Antonio Bressa che non poteva non sostenere il suo vicesindaco Lorenzoni) più Lucio Tiozzo dell’area Martina. Dal Moro fino all’ultimo ha insistito per la “via tosca-
L’intervista Alessandro Bisato lessandro Bisato, segretario del Pd veneto, a mezzanotte e mezza passata del 15 febbraio, ha messo ai voti la candidatura di Arturo Lorenzoni: sì o no. «Un partito dice - deve discutere, riflettere, confrontarsi. Ma alla fine deve decidere. Bisognava uscire dall’ignavia politica».
«Ulteriori passaggi? Inutili, il risultato sarebbe stato identico»
Cos’è che ha sbloccato l’impasse? «Quando si è capito che c’era una maggioranza determinata su Lorenzoni, invece di fare ulteriori passaggi che comunque avrebbero portato al medesimo risultato, ho messo ai voti la proposta. La discussione è stata ampia, la linea era univoca anche se rappresentata da una parte con un voto di astensione».
quando si decise la candidatura di Bortolussi».
do esterno, alle sardine, ai giovani dei Venerdì per il futuro».
Una volta l’equazione era Pd uguale primarie. Stavolta le avete rinnegate. «Io penso che, per come era stato impostato il ragionamento, non fossero più uno strumento utile. Sia chiaro, non le sto giudicando negativamente a priori».
Rinunciando a un proprio candidato il Pd non ha dimostrato debolezza? «Potevamo tranquillamente avere un candidato unitario, ma
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Ma il partito si è spaccato, «È stata una decisione presa a maggioranza, anche in altre occasioni si era arrivati a un voto in direzione, penso ad esempio
Lei ha votato a favore di Lorenzoni. «Il Partito Democratico ha la forza di decidere e ha dimostrato di saper uscire dalle pastoie interne. A maggioranza, è vero, ma ha deciso di aprirsi al mon-
«DECISIONE A MAGGIORANZA MA SIAMO USCITI DALL’IGNAVIA POLITICA» Alessandro Bisato
la domanda che ci siamo posti è stata: vogliamo rappresentare un pezzo significativo di Veneto? siamo in grado di aprirci al mondo esterno? Questo non significa rinunciare alla propria identità, anzi, la vogliamo rafforzare». Italia Viva, Azione, Psi, +Europa: scegliendo Lorenzoni li avete persi? «Io invece penso che si possano recuperare, l’appello che avevo rivolto loro non era un ultimatum ma una apertura a confrontarsi sui temi. Noi non stiamo assolutamente derogando alla nostra funzione riformista». Adesso cosa succede? «Lorenzoni adesso non è il candidato presidente. Faremo un tavolo a brevissimo con le altre forze del centrosinistra, con i Verdi, i socialisti e, spero, tutti gli altri». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Forza Italia anticipa le liste: ecco chi correrà in Regione aspettare l’avvio ufficiale della campagna elettorale con la presentazione delle liste sarebbe tardivo, le attività vanno messe in campo subito. «Le nostre saranno liste principalmente di amministratori - spiega il coordinatore regionale di Forza Italia - E quin-
IL COORDINATORE MICHELE ZUIN: «ABBIAMO DECISO DI INIZIARE SUBITO LA CAMPAGNA ELETTORALE»
di sindaci, assessori, consiglieri comunali, ex presidenti di Provincia, ma anche coordinatori del partito. Tutta gente che può prendere voti, abituata a far scrivere il proprio nome sulla scheda». Zuin dice che non è una scelta prematura, anche se ancora non si sa come sarà composta la coalizione: «Io mi attengo ai tavoli nazionali. E ai tavoli nazionali risulta che il centrodestra si presenterà unito in tutte le Regioni chiamate al voto e che in Veneto il candidato governatore sarà Luca Zaia».
I NOMI Quanto ai primi candidati, manca Belluno perché gli azzurri hanno deciso di aspettare l’esito
delle elezioni provinciali. Ecco i nomi. Padova: Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana; Maurizio Conte, consigliere regionale; Mirko Patron, sindaco di Campodarsego; Elisa Venturini, consigliera comunale di Casalserugo e vicepresidente Anci Veneto. Rovigo: Luigi Viaro, sindaco di Lendinara; Laila Marangoni, consigliera comunale di Taglio di Po. Treviso: Emanuele Crosato, consigliere comunale di Cessalto; Davide Acampora, consigliere comunale di Treviso; Gaia Maschio, assessore di Conegliano; Elisa De Zan, vicesindaco di Gaiarine. Venezia: Michele Celeghin, coordinatore provinciale di FI ed ex sindaco di Noale; Otello Bergamo, as-
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COORDINATORE Michele Zuin
LA SCELTA È CADUTA PRINCIPALMENTE SU SINDACI, CONSIGLIERI COMUNALI, ASSESSORI E COORDINATORI PROVINCIALI
na”: al posto delle primarie, incaricare tre saggi per le consultazioni, come si fa in Confindustria. Magari si sarebbe comunque confluiti su Lorenzoni. O magari, come si vocifera, qualcuno avrebbe potuto tentare un patto su Fracasso per poi andare alle primarie tra lui e Lorenzoni. La decisione l’ha presa Bisato mettendo ai voti una sola domanda: Lorenzoni sì o no? I 5 contrari Fracasso, la segretaria provinciale di Vicenza Chiara Luisetto, Sabrina Doni, Angelo Guzzo, Luciano Sguotti - segnano anche la presa di distanza dei vicentini dal loro sottosegretario Variati. E il sì a Lorenzoni indica nuovi equilibri geopolitici: il controllo del partito che da almeno un decennio era in mano ai vicentini, ora passa a Padova, Venezia, Treviso. Se ci sono vincitori, oltre al sottosegretario Andrea Martella che ha curato la regia dell’operazione, uno è sicuramente il portavoce del sindaco di Padova, Massimo Bettin, che per primo ha spinto per il vice del suo Sergio Giordani. Dopodiché i veri vincitori e i veri sconfitti li decreteranno le urne.
LE REAZIONI «Bene il sostegno del Pd veneto alla candidatura di Lorenzoni alla presidenza della Regione ha commentato il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti Figura indipendente, proveniente dal mondo civico e competitiva per vincere. Grazie a tutto il gruppo dirigente, molto plurale, ma che ha saputo affrontare questo passaggio unito con grande intelligenza e spirito unitario. Ora tutti mobilitati per vincere». «Alla fine - ha detto Martella - si è deciso di avviare una svolta concreta, verso una nuova dimensione di partito aperto». Il padovano Massimo Bettin: «Dobbiamo promuovere una fase innovativa che ci veda anche oltre le regionali protagonisti di un nuovo schema di contrasto, proposta e resistenza attiva ai populisti e alla Lega». Di tutt’altro tenore il post su Fb, con tanto di emoticon, di Stefano Fracasso: «Quando manca il coraggio, vince la paura». E Lorenzoni? «Il Pd - ha detto il candidato governatore - ha dimostrato responsabilità e fiducia, possiamo costruire qualcosa di veramente nuovo». A Vicenza, all’assemblea del Veneto che Vogliamo, ha confermato: pronto a fare l’anti-Zaia. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAMBIANO GLI EQUILIBRI INTERNI L’ASSE SI SPOSTA DA VICENZA A PADOVA, VENEZIA E TREVISO
sessore di Jesolo; Beniamino Boscolo, consigliere comunale di Chioggia; Massimo Calzavara, assessore ed ex sindaco di Pianiga; Andrea Martellato, sindaco di Fiesso D’Artico; Maria Giovanna Boldrin, capogruppo di Mirano; Sara Furlanetto, presidente casa riposo Francescon di Portogruaro; Mafalda Ziroldo, capogruppo di San Michele al Tagliamento. Verona: Claudio Melotti, coordinatore provinciale di Verona e sindaco di Bosco Chiesanuova; Antonio Pastorello, sindaco di Roveredo di Guà, ex presidente della Provincia; Fausto Sachetto, ex sindaco di Valeggio; Anna Leso, consigliera comunale di Verona. Vicenza: Pierpaolo Longo, avvocato; Veronica Rigoni, coordinamento provinciale giovani. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Attualità
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Quattro Regioni al ministro Costa: subito interventi contro lo smog
LA PROTESTA A sinistra l’assessore all’Istruzione del Veneto Elena Donazzan e a destra la protesta in alcune scuole del Veneziano per il licenziamento delle maestre con il solo diploma magistrale
I numeri
3000 Sono le maestre con il diploma magistrale conseguito prima del 2001-2002 che perdono il posto in Veneto
6 Il giorno di marzo che vedrà le principali sigle sindacali della scuola scioperare, in anticipo rispetto alla data iniziale del 17. Al centro del contendere il mancato rispetto del governo degli accordi presi a dicembre.
LA LETTERA
Maestre diplomate scattano in Veneto i primi licenziamenti L’assessore Donazzan sul caso delle docenti non laureate: «Sono capaci di insegnare. Vicenda imbarazzante per i governi» `
SCUOLA VENEZIA Ha battagliato con tutte le armi a sua disposizione e ora che arrivano in Veneto i primi licenziamenti delle maestre prova amarezza e anche una certa rabbia per una situazione che secondo lei si poteva risolvere. «La vicenda dei diplomati magistrali, della quale mi occupo oramai da anni, appare ad oggi drammaticamente grave per le insegnanti licenziate e assolutamente imbarazzante per i governi che si sono succeduti - attacca Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione del Veneto - è stata ignorata l’esistenza degli insegnanti diplomati magistrali in forze da anni nelle nostre scuole primarie, senza risolvere la paradossale situazione di essere incardinati nel sistema scolastico, evidentemente capaci di insegnare, ma licenziati dallo Stato che non ha previsto di
MOBILITAZIONE PER IL MANCATO RISPETTO DEGLI ACCORDI IN TEMA DI ABILITAZIONI, RECLUTAMENTO E CONTRATTO
risolvere con una norma questa problematica». Con le sentenze di merito stanno diventando esecutivi i licenziamenti delle maestre con il solo diploma magistrale con tutto quello che comporta, compreso il disappunto delle famiglie che in alcune realtà - come è successo in questi giorni a Camponogara nel Veneziano - hanno deciso di scioperare con i propri figli con tanto di cartello “Vogliamo la nostra maestra”.
LA VICENDA La vicenda riguarda le maestre che insegnano con il solo diploma magistrale conseguito prima dell’anno scolastico 2001-2002. Solo in Veneto sono tremila gli insegnanti della scuola primaria che avevano ottenuto l’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento attraverso contenzioso legale, poco meno di un terzo di loro aveva raggiunto anche l’immissione in ruolo. Il Consiglio di Stato in adunanza plenaria si era però espresso negativamente sui giudizi pendenti. Decisione in Veneto accolta con una sollevata di scudi: manifestazioni, sit-in, cortei, forti nel difendere la loro esperienza maturata sul campo dopo anni di insegnamento. Gli insegnanti quindi inseriti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento dovevano andarsene. E ora quei licenziamenti annunciati stanno diventando realtà.
L’IMBARAZZO
Catania
Lite tra ragazzine e video sui social: due all’ospedale `Scaramucce verbali a scuola
che si concludono con qualche presa in giro non gradita. Ed è per futili motivi che scatta l’agguato fuori dall’istituto: prendono due loro coetanee per le spalle, le trascinano a terra per i capelli e le colpiscono con calci e pugni. Ad interrompere il pestaggio i genitori di altri studenti. Protagoniste della vicenda due ragazzine, di 14 e 11 anni, di una scuola di Catania, che completano la “vendetta” riprendendo l’aggressione con uno smartphone e postando il video su Youtube e Facebook, assieme a insulti volgari e pesanti nei confronti della due vittime, che dopo l’aggressione finiscono all’ospedale. Non prima di essere minacciate: «... se mi fai la denuncia te ne vai da Catania...» Ma dalla dirigenza della scuola è partita la segnalazione alla Procura per i minori: guai in arrivo per la 14enne mentre la più piccolina non è imputabile.
«È a dir poco imbarazzante per un’istituzione che le famiglie scendano in strada a protestare perché ai loro figli non venga tolta la maestra che ormai lavora da anni e che evidentemente è brava» prosegue Donazzan ricordano che molte forze politiche si erano dette pronte a risolvere il problema, per poi dimenticare l’esistenza di questi insegnanti. «La Regione del Veneto purtroppo non ha poteri normativi in questo campo ed è anche per questo che auspico l’autonomia nell’ambito dell’Istruzione - prosegue - un’autonomia piena, capace di rispondere anche a questa problematica legata all’organizzazione della scuola». Il Consiglio regionale del Veneto sulla vicenda si era comunque espresso con due ordini del giorno, e la Regione del Veneto era stata tra le capofila nella Nona Commissione della Conferenza Stato-Regioni nel sollecitare una risoluzione del problema a favore delle diplomate. «Ho incontrato personalmente molte di queste insegnanti, ho conosciuto le loro storie a Padova come a Venezia, a Rovigo come a Belluno: insegnanti per anni, apprezzate dai propri dirigenti scolastici e dalle famiglie, tutte con alle spalle l’anno di prova superato - continua l’assesso-
re - ma in uno Stato più burocratico che capace sono state comunque messe fuori dalla porta della scuola. Era sufficiente un articolo di legge inserito in finanziaria o nel milleproroghe, ma evidentemente non si è voluto fare».
LA MOBILITAZIONE Intanto è stato anticipato al 6 marzo lo sciopero della scuola indetto dai maggiori sindacati per difendere i diritti dei precari e protestare contro il mancato rispetto degli accordi sottoscritti con il Governo in tema di abilitazioni, reclutamento e contratto. «La decisione di anticipare la data della mobilitazione, inizialmente prevista per il 17 marzo spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams - è dettata dall’urgenza e dalla gravità della posta in ballo e dalla totale chiusura dimostrata dalla ministra Azzolina». Uno sciopero che per la Cisl «mette al centro le questioni che riguardano in modo specifico precariato, reclutamento e abilitazioni, per le quali la ministra sta assumendo sempre più atteggiamenti di chiusura, apprestandosi a compiere scelte in netto contrasto con gli obiettivi condivisi in mesi di trattative fra le parti». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Gli assessori regionali all’Ambiente delle quattro regioni del Bacino Padano - Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna - hanno scritto una lettera congiunta al ministro dell’ambiente, Sergio Costa, per chiedere interventi urgenti del Governo per far fronte ai problemi legati alla qualità dell’aria. «Si tratta di una lettera a quattro firme sottolinea l’assessore veneto Gianpaolo Bottacin - nella quale innanzitutto chiediamo l’immediata attuazione delle misure nazionali previste dal Protocollo d’intesa collegato al Piano di azione per il miglioramento della qualità dell’aria nazionale come previsto dalla Commissione Europea». Tra le altre richieste, l’anticipazione dell’applicazione in Italia del Regolamento ‘Ecodesign’(previsto a partire dal 1° gennaio 2022) per fissare specifiche ambientali più rigorose in materia di impianti domestici a biomasse; rendere obbligatoria in Italia la certificazione dei pellet e dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solidi e introdurre in Italia divieti di vendita di apparecchi che non siano almeno 4 stelle e di pellets di qualità certificata; adeguare la disciplina nazionale in tema di incentivi (“conto termico”) e detrazioni fiscali al fine di introdurre requisiti di prestazione ambientale per gli apparecchi nuovi.
COINVOLGIMENTO «Non si tratta solo di richieste - dice Bottacin - noi vogliamo essere coinvolti nella gestione di una questione che sta molto a cuore a tutta la popolazione del bacino padano. Ricordo che stiamo parlando della pianura più grande d’Europa, dove vive il 40% della popolazione italiana e dove si produce più della metà del Pil nazionale. Il Governo non può restare indifferente al problema della qualità dell’aria nei nostri territori. Abbiamo chiesto un incontro al ministro nel quale discutere più apertamente le nostre proposte e valutare le nostre richieste. Ci aspettiamo che il ministro, vedendo che si tratta di una lettera che valica anche gli schieramenti politici, decida finalmente di prestare attenzione alle nostre richieste». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Suicida come la sorella, indagato il marito: «Maltrattamenti» IL DRAMMA TERAMO «Non ho niente da nascondere, so come ho vissuto in questi anni, tutto si chiarirà quando questa vicenda sarà chiusa». Le poche parole di Luca Amprino, torinese di 51 anni, direttore di banca e marito di Simona Viceconte, le pronuncia con uno sguardo alle figlie: «Sono qui accanto, ora devo pensare a loro». E l’accusa, pesante, di maltrattamenti? «È un avviso di garanzia che deve permettere alla giustizia di fare il suo corso. Sono sicuro che non metterà nessuna nota negativa sulla nostra famiglia» dice prima di chiudere questo papà che nel quartiere dove vive, Colleatterrato di Teramo, tutti chiamano «il direttore» e lo descrivo-
no come «una brava persona, sempre con le bambine. Voleva prendere una casa qui vicino, per stare accanto alle figlie perché si stava separando».
LA SEPARAZIONE Lungo il crinale di questa separazione, che qualcuno definisce «burrascosa», giovedì scorso la moglie Simona Viceconte, casalinga di 45 anni, si è tolta la vita
L’AUTOPSIA CONFERMA: SI È IMPICCATA NIENTE PERCOSSE SI STAVA SEPARANDO LUI: «DEVO PENSARE ALLE MIE FIGLIE»
LE SORELLE Da sinistra, Simona e Maura Viceconte
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impiccandosi con un foulard nel sottoscala della sua abitazione. Ha scelto non a caso il 13 febbraio, il giorno di San Maura, onomastico della sorella, la campionessa morta suicida un anno fa, il 10 febbraio 2019, anche lei trovata impiccata a un albero con un foulard. Diversi manoscritti, con la vita e le accuse di Simona, sono stati ritrovati dai carabinieri di Teramo in una cartellina: il contenuto è stato secretato. In casa c’era anche la lettera di addio alle figlie di 16 e 8 anni. «Vi chiedo scusa se non sarò al vostro fianco nei momenti più importanti della vostra vita. Vi chiedo scusa, ma non mi sento più adeguata nel ruolo di mamma. Non mi sento più adeguata a questa vita. Vivo in un luogo dove non vorrei mai stare e faccio quello che non avrei
mai voluto fare su questa terra». Simona, viveva a Teramo da alcuni anni, aveva seguito i trasferimenti del marito, prima nelle Marche, ora in Abruzzo. Ma il suo cuore era in Piemonte, dove vive la sua famiglia e dove fino a un anno fa c’era l’amatissima sorella Maura, azzurra all’Olimpiade di Sydney 2000 e primatista italiana sui 10mila. Poi la malattia, un tumore al seno, affrontato con grande forza da Maura, e la paura di perdere il lavoro: il suo suicidio. Due sorelle, due destini uguali. L’autopsia, eseguita ieri dal medico legale Giuseppe Sciarra, ha confermato il decesso per «asfissia da impiccamento». Sul corpo di Simona non c’erano segni di maltrattamenti o percosse. Rosalba Emiliozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
XXI
IL BILANCIO
Portogruaro
Il Centro diritti del malato: «Molti segnalano le lunghe attese per i codici meno urgenti. E resta il problema dell’ampliamento della sala d’aspetto»
Domenica 16 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Pronto soccorso, boom di accessi Dal 2016 al 2019 registrato un aumento che sfiora il 10 per cento `«D’ora in poi i pazienti seguiti stabilmente da un pool formato L’Ulss corre ai ripari e vara una nuova organizzazione del reparto da un medico e due infermieri fissi. Così riduciamo lo stress» `
rivolgono a noi per segnalarci soprattutto le lunghe attese dei codici più bassi. La media dovrebbe essere di 4 ore ed invece a Portogruaro le attese sono superiori. C’è ancora in piedi il tema dell’ampliamento della sala d’attesa su cui al momento non abbiamo aggiornamenti». Il tutto mentre l’attività svolta dal personale del Pronto soccorso conferma un trend in costante aumento, sia sul territorio e sia per quanto riguarda gli accessi diretti alla struttura. Le uscite con l’ambulanza sono passate dalle 3.728 del 2016 alle 4.012 del 2019 (+7 per cento), mentre il totale degli accessi al Pronto soccorso è salito dai 30.920 del 2016 ai 33.722 nel 2019 (+9 per cento). «È quindi sempre più necessario formulare modelli organizzativi - spiegano ancora dall’Ulss -, in particolare per le esigenze di persone anziane e fragili. Nuovi modelli, come in questo caso, che consentono inoltre di fornire un punto di riferimento sia all’utente che ai propri familiari». Teresa Infanti
SANITÁ Pronto soccorso riorganizzato per seguire più attentamente i pazienti che arrivano in ambulanza. Dal 1. febbraio scorso al Pronto Soccorso di Portogruaro ha preso il via la sperimentazione di un nuovo modello organizzativo, a fronte di un boom di pazienti che, nel giro di appena tre anni, ha fatto registrare un aumento di accessi che sfiora il 10 per cento. PORTOGRUARO
TEAM DI SOCCORSO
La novità consiste nel fatto che il paziente viene seguito da un team composto da due infermieri e un medico che si occupano di lui costantemente, ossia dal momento del soccorso in ambulanza, per tutta la durata della permanenza in Pronto soccorso e fino alla dimissione o all’eventuale ricovero. Se finora i medici e infermieri che uscivano col mezzo di soccorso non erano gli stessi che seguivano poi la persona presa in carico, con questa riorganizzazione ciascun paziente, nei momenti difficili dell’emergenza, viene assistito sempre dallo stesso pool di specialisti. «Tale aspetto - commenta la dottoressa Miranda Zoleo, direttore del Pronto soccorso di Portogruaro - è importantissimo per poter ridurre quanto più possibile lo stress del paziente in condizioni di emergenza. Avere sempre delle persone di riferimento aiuta infatti ad aumentare la sensazione di sicurezza di chi è in difficoltà». «Questo modello di gestione del paziente aggiunge il direttore del dipartimento di emergenza-urgenza, Fabio Toffoletto - costituisce un nuovo passo in avanti sul fronte dell’umanizzazione delle cure».
ATTESE E SPAZI
Del servizio offerto dal Pronto soccorso cittadino se ne occupa spesso anche il Centro Diritti del malato che proprio lunedì ha incontrato il primario per fare un bilancio sull’anno appena trascorso. «I cittadini - spiega la presidente Ivana Franceschinis - si
OSPEDALE Il Pronto soccorso di Portogruaro
(foto Vinicio Scortegagna)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ambulanti Forte dei Marmi, torna il mercato-boutique `Domenica prossima
le bancarelle del Made in Italy di nuovo in città PORTOGRUARO Tornano a gran richiesta in centro storico “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi”, l’esclusivo appuntamento con l’evento-mercato più famoso d’Italia. Le famosissime “boutique a cielo aperto”, con il meglio del Made in Italy artigianale, come pelletteria (borse e scarpe) di unica ed esclusiva fattura artigianale, la migliore produzione di cachemire, nuove collezioni moda, tessuti di arte fiorentina e tanta qualità garantita dal Consorzio al prezzo migliore, saranno in
centro storico e in via Garibaldi domenica prossima, 23 febbraio, con orario continuato (anche in caso di maltempo) dalle 8 alle 19. Si tratta della terza volta che le vivaci e colorate bancarelle sbarcano in riva al Lemene per portare vivacità e una ventata di novità. Il Consorzio (depositario del marchio unico e registrato “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi”), nato nel 2002 dall’unione di alcuni dei migliori banchi presenti nello storico e famoso mercato di Forte dei Marmi, con lo scopo di renderne itinerante lo spettacolo nelle piazze nazionali, è stato da allora oggetto di diversi tentativi di imitazione, ed è impegnato nelle competenti sedi legali in difesa della sua originalità ed unicità di marchio e format. L’anno
RITORNO Il mercato a Portogruaro
scorso, il Consorzio ha organizzato oltre 100 tappe di questo spettacolo in giro per l’Italia, con un pubblico stimato ad evento mediamente oltre le 20mila persone e con importanti ricadute di indotto turistico e commerciale per le città che ospitano. «Il nostro è un invito a diffidare di ogni tentativo di imitazione e valutare, invece, passando direttamente tra i nostri banchi, la qualità delle nostre merci e l’immagine coordinata delle nostre bancarelle» spiega il presidente del Consorzio, Andrea Ceccarelli. «Un’occasione di ritrovo e rivitalizzazione per la città - commenta il sindaco Senatore - pronta a cogliere le opportunità di svago, divertimento e tempo libero che la rendono attrattiva e interessante per cittadini e visitatori». (t.inf.)
Pochi iscritti, prima classe in bilico a Lugugnana PORTOGRUARO/CAORLE Pochi iscritti alla prima elementare di Lugugnana, i Comuni di Caorle e Portogruaro si appellano all’Ufficio scolastico regionale affinché conceda comunque la formazione della classe. La Giunta di Portogruaro ha approvato nei giorni scorsi una richiesta di deroga alla normativa in materia scolastica per poter formare, anche per l’anno scolastico 2020-2021, una prima elementare alla primaria Mazzini dell’Istituto comprensivo Portogruaro 2 “Dario Bertolini”, nella frazione di Lugugnana. Attualmente gli iscritti, nati nel 2014, risultano solamen-
te dieci. La normativa vigente impone tuttavia di un minimo di 15 bambini per formare la classe e assegnare di conseguenza i docenti. Senza una deroga, il rischio concreto è quello di perdere la prima elementare in questa scuola di periferia. L’amministrazione comunale di Portogruaro, che qualche giorno fa ha incontrato il dirigente scolastico e le famiglie, ha assunto l’impegno di trovare una soluzione per i neo-alunni della scuola Mazzini che rimane l’unico plesso di riferimento della zona. Una particolarità, questa, che Lugugnana condivide con la località di Castello di Brussa, che ricade però nel territorio comunale di Caorle. Lugu-
PRIMARIA La scuola “Mazzini”
LA SCUOLA È FREQUENTATA ANCHE DALLA FRAZIONE DI CASTELLO DI BRUSSA. PORTOGRUARO E CAORLE CHIEDONO UNA DEROGA ALL’UFFICIO REGIONALE
gnana e Castello di Brussa distano rispettivamente dal proprio capoluogo circa 12 chilometri la prima e addirittura 30 chilometri la seconda. Tali distanze comportano attualmente tempi di percorrenza dei servizi scuolabus superiori ai 50 minuti, che rappresentano una tempistica al limite della praticabilità. Estendere ulteriormente questa tempistica, oltre ad arrecare sicuro disagio agli utenti, non consentirebbe nemmeno il rispetto degli orari didattici. Alla richiesta di deroga formalizzata alla direzione dell’Ufficio scolastico territoriale di Venezia dalla Giunta di Portogruaro si è quindi affiancata anche quella di Caor-
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le. «Abbiamo condiviso l’urgenza delle problematiche emerse dalla cittadinanza. Come le famiglie e la scuola stessa - commentano il sindaco Maria Teresa Senatore e l’assessore al Bilancio e alla Scuola Bertilla Bravo - consideriamo importante non perdere classi nel territorio, anche perché contribuiscono con il loro apporto e la loro presenza a tenere vive le nostre comunità». Non è la prima volta che i due Comuni si mettono assieme per chiedere deroga alla normativa generale per la formazione delle classi. Una analoga iniziativa era stata infatti intrapresa anche otto anni fa, nel 2012. T.Inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Via alla Fiera dell’accoglienza Inaugurazione con Luca Zaia CAORLE Ospitalità, accoglienza, ristorazione, innovazione e tradizione: sono queste le parole d’ordine dell’edizione numero 50 della Fiera dell’Alto Adriatico, al via questa mattina fino a mercoledì. Alle 10 nel Palaexpomar di Caorle il Governatore veneto Luca Zaia taglierà il nastro della più importante rassegna dedicata al settore Ho.re.ca del Nordest. C’è grande attesa tra il pubblico degli operatori per questo evento giunto al considerevole traguardo del mezzo secolo di vita. Tanti gli eventi in programma per questa prima giornata: alle 11, nella Sala Gialla, Federalberghi Veneto proporrà il convegno “Mission im-possible: attrarre i clienti conquistando anche i propri collaboratori”, mentre alle 11.30, nella Sala Azzurra, si terrà il seminario “Sinergie tra enti locali e imprese turistiche per lo sviluppo e la tutela della costa veneta” organizzato da Unionmare Veneto. Da non perdere anche gli assaggi e le degustazioni della Fisar di San Donà e Portogruaro e della confraternita “Risi e Tochi”. Op Bivalvia Veneto offrirà le vongole di Caorle e l’associazione Cozza Mitilla proporrà assaggi della Cozza di Pellestrina. Nel pomeriggio, dalle 15, appuntamento dedicato all’imprenditoria al femminile nel settore vinicolo. (r.cop.)
TAGLIO DEL NASTRO ALLE 10, POI UN RICCO PROGRAMMA DI INIZIATIVE E APPUNTAMENTI Fossalta Studentessa investita «Non guardava il cellulare» «Quando è stata investita non aveva il cellulare in mano che, invece, era riposto nella tasca del giubbotto». In merito all’incidente avvenuto mercoledì scorso a Fossalta di Portogruaro, la cui notizia è stata riportata dal Gazzettino, la famiglia della quindicenne investita da un’auto dopo essere scesa da un pullman precisa, attraverso l’avvocatessa Marzia Paron, che la loro figlia non stava tenendo lo smartphone in mano mentre attraversava la strada, e che il telefonino era invece custodito nel giubbotto. «Sono in corso accertamenti per verificare le responsabilità di quanto accaduto» conclude l’avvocatessa Paron.