RASSEGNA STAMPA DEL 20 FEBBRAIO 2020

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GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

VENETO ECONOMIA

il crac delle banche popolari venete

Gli indennizzi ai risparmiatori non sono soggetti a tassazione Conferma ufficiale dall’Agenzia delle Entrate interpellata dal tributarista Mazzon l’esenzione riguarda sia i ristori parziali già percepiti che i rimborsi previsti dal Fir

Nicola Brillo TREVISO. Gli indennizzi ai risparmiatori delle ex popolari non sono da tassare. La buona notizia è stata recapitata nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate al tributarista Loris Mazzon, che aveva rivolto un “interpello” sulla delicata questione fiscale. Il professionista padovano aveva formulato all’agenzia la richiesta, per conto di un ex azionista-risparmiatore, su come comportarsi con le erogazioni ricevute dal Fondo. La risoluzione 2020-956-2143/2019 del tributarista Mazzon coglie l’occasione per far chiarire ufficialmente all’Agenzia delle Entrate che «sia le somme già percepite dai risparmiatori per gli indennizzi ricevuti dalle due ex banche venete, che quelle che gli stessi percepiranno tramite il Fir, sono entrambe esenti da tassazione». Le somme cui fa riferimento sono anche quelle messe a di-

Il tributarista Loris Mazzon e una manifestazione di protesta dei risparmiatori truffati dalle ex popolari

sposizione dalle due popolari venete per il ristoro del 15% nel 2017. La decisione per i risparmiatori degli istituti bancari coinvolti del Fir significa che le somme percepite non saranno toccate del fisco (e dunque

con l’aiuto di cdp e banca finint

Il Gruppo Codess cresce Minibond per 10 milioni PADOVA. Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Banca Finint sono intervenuti nell’emissione di un Minibond da 10 milioni di euro da parte Gruppo Codess, una delle principali cooperative sociali attive in Italia con sede a Padova. I proventi dell’emissione andranno a supporto del piano industriale 2019-2025 della cooperativa per rafforzare ed espandere le attività in Friuli Venezia Giulia e per finanziare lavori di ammodernamento delle attuali strutture in gestione alla società. «Si tratta del primo “Mini-

bond sociale” in cui interveniamo come arranger» afferma Simone Brugnera, responsabile Area Minibond di Banca Finint «Questa operazione ci consente di ampliare i nostri settori di intervento verso il settore del sociale». Il Minibond di Codess era inizialmente previsto per un valore di 7,5 milioni di euro, ma visto il forte interesse riscontrato da investitori di elevato standing come Cdp è stato aumentato fino a 10 milioni. Al termine del collocamento è stata inoltre prevista una riapertura di ulteriori 2 milioni, per far sì

non vedranno ridursi di almeno un altro quarto gli indennizzi). La risposta dell’Agenzia spiega che «il Fir ha la finalità di indennizzare i risparmiatori titolari di azioni e obbligazioni subordinati delle banche, che hanno subito un pre-

che altri soggetti interessati possano partecipare all’operazione. Cdp e Finint sono intervenute hanno sottoscritto 5 milioni. «Uno strumento che ci aiuta nello sviluppo» commenta il direttore generale di Codess Sociale Luca Omodei «considerando che nei prossimi anni crescerà esponenzialmente il fabbisogno di servizi residenziali e domiciliari e di servizi educativi». Codess Sociale è specializzata nei servizi all’infanzia, per la disabilità e la terza età, con un giro d’affari da 150 milioni. «L’operazione si inserisce nel solco della strategia di Cdp, orientata a una sempre maggiore vicinanza al territorio», ha sottolineato Andrea Nuzzi, Head of Corporate and Financial Institutions di Cassa Depositi e Prestiti. — N. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA

il programma della regione

Garanzia Giovani Veneto attrae Quasi 18 mila iscritti nell’ultimo anno Il 58% trova impiego o apprendistato VENEZIA. Circa 18mila giovani

nell’ultimo anno si sono iscritti a Garanzia Giovani Veneto, l’iniziativa contro la disoccupazione avviata nel 2014 dalla Regione Veneto. Si tratta di giovani tra i 15 e i 29 anni non impegnati in attività lavorative né inseriti in un percorso di studi e possono però usufruire di “buoni” per la formazione. È quanto emerge dal report di monitoraggio a cura di Re-

gione del Veneto e Veneto Lavoro diffuso ieri con dati aggiornati al 31 dicembre 2019. Dalla sua nascita il programma ha registrato complessivamente 150mila adesioni in poco più di cinque anni e ha consentito di prendere in carico quasi 100mila giovani, 27mila dei quali tutt’ora inseriti all’interno dei percorsi previsti dall’iniziativa. La maggior parte dei giovani iscritti è di citta-

dinanza italiana, risiede in Veneto, ha un’età compresa tra i 20 e i 24 anni e possiede un diploma di scuola superiore. «I giovani che hanno avuto un’occasione di lavoro dopo l’adesione a Garanzia Giovani sono circa 90mila, e in 65mila risultano tuttora occupati con un contratto di lavoro dipendente», fa sapere l’assessorato al Lavoro della Regione Veneto «e a questi si aggiungono

giudizio da parte di banche e loro controllate» per «ragioni di violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza». E stabilisce: «Sotto il profilo fiscale l’indennizzo forfetario

non è stato considerato riconducibile a un perdita reddituale bensì a un mero reintegro patrimoniale e in quanto tale privo di rilevanza impositiva». Dunque: «Le somme corrisposte dal Fir non assumono rilevanza reddituale ai sensi dell’art. 6, comma 2, del Tuir in quanto finalizzate a reintegrare “forfetariamente” la perdita economica patrimoniale (danno emergente) subita dal percettore a fronte delle predette condotte poste in essere dalle banche». L’agenzia interviene in una situazione che dura da due anni, quando una prima “risposta” aveva mandato nel panico decine di migliaia di risparmiatori. Nel corso del 2017, in piena campagna indennizzi forfettari delle due banche all’epoca esistenti, un risparmiatore aveva presentato l’interpello 97-65/2017 all’Agenzia delle Entrate, chiedendo alla stessa, se doveva tassare tali indennizzi ricevuti. La risposta alla domanda formulata allora fu positiva. «L’Agenzia delle Entrate rispose correttamente alla domanda» spiega Mazzon, che è partner dello studio legale Bettiol di Padova e dell’ass. Ezzelino III da Onara «che però, purtroppo per tutti gli indennizzati, è stata formulata in modo inappropriato senza conoscere i corretti e complessi principi tributari che disciplinano la materia tributaria. L’interpello questa volta è stato fatto per conto di un risparmiatore e dunque può essere esteso a tutti i risparmiatori». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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operaZione ubi/1

Le fondazioni azioniste sostengono Intesa MILANO. Dalle fondazioni bancarie azioniste di Intesa Sanpaolo arriva la benedizione all’operazione con Ubi. Le fondazioni, che detengono il 16, 539% del capitale di Ca ’de Sass, non temono la diluizione minima delle loro quote che sarà di gran lunga compensato da un aumento delle cedole. Una valutazione positiva arriva dalla Fondazione Cariplo che detiene il 4, 381% del capitale di Intesa. Il presidente Giovanni Fosti ritiene si tratti di «un’ottima operazione, importante e complessa, che ci fa guardare con fiducia al futuro del gruppo». In favore dell’operazione si era già espresso il presidente della Compagnia di San Paolo (6, 79% del capitale), Francesco Profumo, convinto che sia un’operazione «meravigliosa con grandissima fiducia nel management di Intesa Sanpaolo». Restano in silenzio i presidenti delle fondazioni di Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (1, 908%), fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (1, 848%) e fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (1, 611%). –

ristoraZione all’aeroporto

operaZione ubi/2

Autogrill, altri 7 anni di contratto a Las Vegas

Pozza chiede alla banca serio impegno per le imprese

MILANO. Autogrill Spa, attraverso la sua controllata HMSHost, ha prolungato per ulteriori 7 anni – dal 2028 al 2035 – la gestione dei servizi di ristorazione al McCarran International Airport (LAS) di Las Vegas. L’accordo, appena approvato dal Clark County Board of Commissioners, prevede ricavi stimati per il Gruppo per circa 1,5 miliardi di dollari nel periodo e un ulteriore miglioramento dell’offerta, già oggi rappresentata da oltre 60 ristoranti gestiti da HMSHost, attraverso un rinnovo dei format esi-

quanti potrebbero aver avviato un’attività di lavoro autonomo, svolto solo esperienze di tirocinio o aver trovato lavoro all’estero». Chi vuole accedere a questa opportunità deve rivolgersi a un Centro per l’Impiego o Youth Corner abilitato (presso agenzie interinali), dove viene svolta l’attività di accoglienza, presa in carico e orientamento. I giovani accedono poi gratuitamente a un percorso combinato di attività che include l’orientamento specialistico, la formazione, l’accompagnamento al lavoro e il tirocinio, anche fuori regione o all’estero. Al termine del corso di formazione i giovani si inseriscono più facilmente nel mercato del lavoro con un contratto a

stenti e l’apertura di nuovi locali. Il McCarran International Airport è uno dei primi dieci degli Stati Uniti. Con un traffico sempre in crescita negli ultimi nove anni, nel 2019 il McCarran ha battuto il suo record storico con 51, 5 milioni di passeggeri (+3,8% rispetto al 2018). Le prossime novità sono previste a partire dal 2021: insieme al restyling dell’esistente, verranno inaugurati all’interno del terminal alcuni tra i ristoranti e i coffee shop locali più amati dell’area di Las Vegas. —

tempo determinato o di apprendistato (58% dei casi), per passare poi a contratti più stabili. Mentre quelli che stipulano sin da subito un contratto a tempo indeterminato sono il 14%.Turismo, industria metalmeccanica, commercio e made in Italy i settori nei quali è più frequente trovare un impiego, mentre i territori più attrattivi risultano Vicenza, dove si concentra il 20% di quanti hanno trovato lavoro, seguita da Treviso (18%) e Padova (17%). Per maggiore informazioni (www.garanziagiovaniveneto.it). Per gli over 29 la formazione gratuita avviene attraverso l’Assegno per il Lavoro (www.cliclavoroveneto.it). — N.B. © RIPRODUZIONE RISERVATAN.B.

VENEZIA. «Le recenti notizie che giungono dal fronte bancario non possono lasciarci indifferenti rispetto alle dinamiche economico-finanziarie di un territorio ancora sotto shock per quanto accaduto in questi anni. Considerare straordinaria l’operazione annunciata dal Ceo di Banca Intesa Carlo Messina, appare quasi scontato. Per il mondo economico-finanziario veneto è fondamentale poter contare su banche solide». Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto commenta così l’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni lanciata da Banca Intesa a Ubi. «Corre dunque l’obbligo di ricordare che questo è un territorio reticolare, in cui decine di migliaia di piccole e medie imprese, che cercano quotidianamente un sostegno nel proprio lavoro, devono potersi interfacciare con un sistema della finanza agile e compente», aggiunge Pozza «questo mi pare essere il vero richiamo per una banca che si assume una tale responsabilità: noi abbiamo bisogno di Intesa, ma dobbiamo sapere che in quella banca da domani troveremo risposte ancora più efficaci ed efficienti di quanto accada oggi». —


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Primo Piano

Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Le infrastrutture del futuro

Maxi Carosello, Bolzano favorevole L’assessore Alfreider: «Nessun preconcetto sul comprensorio `«La mobilità non ha confini, bisogna cambiare strategia. che ci unirebbe a Cortina. Gli impianti a fune utili ai trasporti» Ma serve l’intesa con gli abitanti interessati dalle opere»

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DA FAVOLA Una pista ad Arabba, nelle intenzioni della Regione potrebbe essere collegata agli impianti di Cortina. Una parte del più importante comprensorio sciistico al mondo.

OLTRE CONFINE BELLUNO «Nessun preconcetto su un comprensorio che ci colleghi anche a Cortina. Nessuna rivalità. Anzi». Chi si aspettava che l’Alto Adige chiudesse la porta all’idea di un maxi Carosello che potrebbe collegare tutti gli impianti della provincia di Belluno e quindi anche quelli dell’Alto Adige (Arabba e Corvara sono già collegati attraverso il Sellaronda) deve ricredersi. Il progetto degli imprenditori funiviari e della regione Veneto di collegare piste e impianti di risalita di Zoldano, San Pellegrino e Cortina, permetterebbe di creare un sistema molto più grande visto che da Arabba si possono già raggiungere Val Gardena, Alta Badia e Val di Fassa. Insomma la rete verrebbe estesa alle due province. Al convegno degli industriali il governatore del Veneto Luca Zaia ha spiegato che diventerebbe: «Il più importante comprensorio sciistico al mondo». Un piano davanti al quale i vicini di casa avrebbero quantomeno diritto di veto. Non sarà così. A Bolzano, invece, guardano con grande interesse al piano.

CAMBIO DI STRATEGIA «La mobilità non ha confini, bisogna cambiare strategia. Pensare e agire a livello integrato. Solo così possiamo vincere». È rinchiuso in queste due frasi l’approccio dell’Alto Adige su come sono destinati a cambiare i rapporti con il Veneto. A parlare è Daniel Alfreider, assessore della provincia di Bolzano con delega

SULLA PADOLA SESTO: «MI DISPIACE MOLTO, SONO CONVINTISSIMO CHE QUEL PIANO PORTEREBBE GRANDI BENEFICI»

a infrastrutture e mobilità (oltre a cultura Ladina e formazione). Alfreider vive a Colfosco, il borgo abitato più elevato dell’Alta Badia ed è stato assessore a Corvara. Ma è più per il ruolo, che per il luogo di residenza, che il suo parere ha un peso elevato nel progetto.

LA PREMESSA Alfreider parte però da una premessa: «Quello che è importante è che la volontà nasca anche dal territorio. Il progetto deve essere creato assieme alla gente che ci vive. Spero che i dettagli del progetto possano essere discussi sul posto perché oggi, parlandone in modo generico si fatica a entrare nel dettaglio. Da parte nostra comunque non c’è preclusione a essere collegati con Cortina. Anzi. Però, ripeto, ci deve essere condivisione».

COLLEGAMENTI I rapporti con i vicini di casa dell’Alto Adige nella programmazione in chiave olimpica saranno determinanti, soprattutto

sul fronte della realizzazione delle opere. «Stiamo seguendo lo sviluppo delle infrastrutture anche a Livinallongo con il progetto che riguarda Pieve e con la mobilità per le Olimpiadi - prosegue l’assessore - credo valga lo stesso modello anche per gli impianti a fune che ormai rappresentano parte integrante della mobilità. Noi vediamo che dove è integrata la mobilità con il treno e le zone sciistiche i risultati stanno arrivando e sono importanti».

PADOLA SESTO Un’altra opera a cui l’Alto Adige guarda con grande interesse è la Padola Sesto. Il Carosello del Comelico, bloccato dai vincoli della sovrintendenza e sui cui passi in avanti, nessuno sembra in grado di sbilanciarsi apertamente. «Per la situazione di quel collegamento dispiace molto, so che ci si sta ragionando. Ma sono convintissimo che potrebbe portare grandi benefici. Anche sul fronte della mobilità urbana». Andrea Zambenedetti

Viabilità

Prolungamento Autostrada? «Vediamo i progetti» «Innanzitutto bisogna capire quali sono i progetti, dal momento che ci troviamo in una zona sensibile». Daniel Alfreider, assessore provinciale alla mobilità e alle infrastrutture, della provincia di Bolzano segue con attenzione il dibattito Veneto attorno all’ipotesi di prolungamento dell’Autostrada A27. «Chiariamo subito che il passaggio in superficie è impensabile, attraversare le valli in questo modo non è possibile. Se ci sono idee e proposte per un valico in galleria si può e si deve parlare. Diciamo che non è sbagliato parlarne ma dobbiamo pensare alle soluzioni». L’altro asse, di pari passo allo sbocco a nord

dell’Autostrada A27, è quello ferroviario per il quale nel 2014 venne firmata una convenzione tra il governatore Zaia e l’Alto Adige per un collegamento

su rotaia tra Cortina e Dobbiaco. «Dalle verifiche tecniche, sul fronte Veneto spiega Alfreider - so che emersero dei costi importanti. E quindi questo è rimasto fermo. Nel frattempo però il dialogo con l’assessore Elisa De Berti e con la Regione Veneto è continuato con grande intesa e collaborazione. Così ci sono importanti lavori per la ciclabile e per il fondo per unire Cortina a Dobbiaco. La mobilità sostenibile è importantissima e noi ci crediamo». Insomma i margini per intervenire potrebbero esserci. Spetta al Veneto sfruttarli e forse anche alla Provincia di Belluno dare un segnale. AZ

«No parchi divertimento sulle Dolomiti La febbre olimpica non ha colpito tutti» LIVINALLONGO «Di parchi divertimento sciistici, in giro per le Dolomiti, ce ne sono anche troppi. Preserviamo il territorio del Settsass che è di una bellezza mozzafiato e puntiamo su forme di valorizzazione alternative, come lo sci alpinismo e le ciaspolate in inverno e le passeggiate e le mountain bike in estate. Perché la gente sarà sempre più alla ricerca di una montagna vera. Pura». L’altra sera a Pieve di Livinallongo, all’incontro organizzato dal comitato “Ju le màn da nosta tiera”, non solo critiche al possibile carosello spinto dalla Regione Veneto, con collegamento tra Cortina e Arabba. Ma anche proposte concrete e fattive per investire in un turismo che non sia distruttivo bensì conciliante con la natura.

LA POSIZIONE Il neonato organismo, presieduto da Denni Dorigo, ha pre-

sentato la sottoscrizione aperta non solo ai residenti ma anche a coloro che amano Livinallongo e le sue bellezze. «Totale e convinta opposizione alla realizzazione di nuovi impianti sciistici di collegamento fra il comprensorio di Arabba e quello di Corti-

A LIVINALLONGO C’È STATA LA PRIMA RIUNIONE DEL COMITATO “JU LE MÀN DA NOSTA TIERA” LEGAMBIENTE ANNUNCIA BATTAGLIA: «AL VOSTRO FIANCO IN TUTTO, PARTENDO DAL SUPPORTO GIURIDICO»

na passando per la zona Settsass - è stato sottolineato a più riprese martedì sera - Non è accettabile che un progetto di questa entità, la cui realizzazione ricade pressoché interamente nel Comune di Livinallongo, non sia concertato con la comunità locale. Così come non è credibile che la realizzazione di questo percorso possa combattere lo spopolamento della montagna e migliorare la mobilità sulle strade (anche durante la stagione estiva). Va sottolineato poi che si ipotizza che questi nuovi impianti di risalita potranno non sostenersi dal punto di vista economico, viste le caratteristiche morfologiche dei luoghi e la posizione periferica rispetto ai grandi centri turistici, creando quindi dei problemi». «Siamo contrari - ha ribadito il comitato - a sacrificare un immenso patrimonio paesaggistico/ambientale che crediamo vada mantenuto e preservato anche per le generazioni future. Infine, i luoghi interessati godono di una valen-

za storica impareggiabile: la storia del Castello di Andraz/Schloss Buchenstein e del Col di Lana con il Monte Sief/Spiz de le Selëghe impongono di guardare a questi territori con rispetto e attenzione».

IL DIBATTITO In sala Taulac, l’altra sera, tantissimi fodomi. Vari coloro che hanno detto la propria opinione, tutti allineati al “no” secco al nuovo collegamento. «Sono i luoghi del nostro cuore - ha detto un cittadino - dove possiamo camminare in piena serenità, riconciliandoci con il mondo. Sono i posti dei nostri ricordi da bambini, di quando li frequentavamo con i nostri genitori e nonni. Ma sono anche i boschi e i prati sotto i quali giacciono i resti di chissà quanti caduti della Prima guerra mondiale. Non è accettabile che queste aree vengano violate come vorrebbe il progetto della Regione». «Imponendoci queste idee dall’alto - ha detto un altro resi-

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DETERMINATI I presenti all’incontro di Livinallongo del Col di Lana

dente - fa male vedere come la Lega del presidente Luca Zaia e dell’assessore Federico Caner rinneghi quell’autodeterminazione dei popoli che tanto ha sbandierato». «La zona in questione - ha sottolineato la guida alpina Franz Brunner - ha delle potenzialità naturalistiche e storiche enormi: si perseguano queste». «Sappiate che in questa battaglia ci sono anche molti ampezzani - ha detto Roberta

De Zanna che a Cortina fece parte del movimento che chiese un referendum per la realizzazione delle Olimpiadi - La febbre olimpica, fortunatamente, non ha colpito tutti noi in Ampezzo». «Per quanto ci riguarda - ha evidenziato Legambiente Veneto saremo al vostro fianco in tutto: dal supporto giuridico a quello di protesta». Presenti alla serata anche alcuni esponenti del Cai. Raffaella Gabrieli


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Villorba Casier Monastier

Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Il sindacato entra anche alla Texa «Siamo credibili» Dopo 28 anni l’azienda ha i primi rappresentanti, tutti della Cgil: «Provocazione positiva per crescere ancora» `

MONASTIER È uno dei big dell’economia trevigiana e una delle industrie più innovative del comparto metalmeccanico nazionale e non solo. Finora alla Texa, tuttavia, non era presente una rappresentanza sindacale organizzata. Nei giorni scorsi i lavoratori hanno eletto per la prima volta le proprie “rsu”: una piccola rivoluzione nelle relazioni industriali interne, anche se fino ad oggi le cronache non hanno registrato particolari vertenze. Fondata nel 1992, in meno di trent’anni Texa è diventata una multinazionale leader nelle tecnologie di diagnosi per motori. Il gruppo impiega oltre 700 persone nel mondo, di cui circa mezzo migliaio nella Marca. Una forza lavoro dall’età media molto contenuta, al di sotto dei 35 anni, e, di contro, con un grado di qualificazione assai elevato: il 45 per cento del personale è laureato, a partire dagli oltre 120 tra ingegneri e specialisti.

L’ELEZIONE Il 13 febbraio sono state indette le votazioni tra gli addetti del quartier generale trevigiano e sono state eletti sei rappresentanti sindacali (rsu) e tre rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), tutti della Fiom Cgil. Un risultato che Enrico Botter, segretario provinciale della sigla delle tute blu, non esita a definire storico: «Sindacalizzare una realtà così importante del nostro territorio rappresenta per i metalmeccanici trevigiani un risultato davvero importante che conferma, ancora una volta, l’attualità e la credibilità della nostra iniziativa sindacale, anche in aziende maggiormente tecnologiche e meno manifatturiere, dove gli impiegati sono la stragrande maggioranza della forza lavoro. Per noi entrare in Texa significa raccogliere la “provocazione positiva” che i lavoratori hanno voluto lanciare all’impresa, sostenendoli e affiancandoli in questo nuovo percorso».

IL PRIMO NUCLEO Dopo che in passato ci si limitava a qualche singolo iscritto, dalla scorsa estate si è costituito un primo nucleo di tesserati. «L’obiettivo che ci poniamo è quello di gettare, nel confronto tra i lavoratori e l’impresa, le basi per relazioni industriali co-

struttive e, a partire da queste, per una contrattazione aziendale che sappia migliorare la redistribuzione della ricchezza prodotta, ma che sappia anche dare risposte alle condizioni lavorative e in particolare al rapporto tra i tempi di vita e lavoro» sottolinea ancora Botter.

IL PRESIDENTE

IL FONDATORE Bruno Vianello

VIANELLO SOSPENDE IL GIUDIZIO: «SONO CURIOSO, SPERO CHE SI EVITINO ANACRONISTICHE IDEOLOGIE»

Bruno Vianello, fondatore e presidente di Texa, si dice pronto a raccogliere la “provocazione” del sindacato. «Sono curioso – conferma - relativamente al contributo che potrà essere dato all’azienda da parte della nuova rappresentanza sindacale, per cui tengo ogni giudizio sospeso. Se si svilupperà una collaborazione leale, volta ad incrementare ulteriormente i già noti ed elevati standard di Texa in termini di competitività, non potrò che essere lieto di avere validi suggerimenti». L’imprenditore trevigiano ha sempre puntare sul capitale umano: «Quello che mi auguro è che invece non ci si barrichi su anacronistiche posizioni ideologiche». Gli eletti in ordine di preferenze ricevute: Paolo Orlando, Alberto Bossi, Gian Luca Pilotti (questi tra hanno anche il mandato di Rls), Nicolas Thondojee, Federico Prete, Sergio Pugliese. Mattia Zanardo

L’ESPANSIONE La Dba Group è impegnata nel porto di Baku. In alto il presidente Francesco De Bettin

Dba Group in Azerbaijan lavori per 150mila euro VILLORBA Dba Group consolida la propria attività in Azerbaijan. Il gruppo di Villorba, specializzato nelle tecnologie informatiche e di telecomunicazioni, ha ricevuto un nuovo incarico per la progettazione e i sistemi di gestione delle reti di telefonia e di fibra ottica da parte delle principali compagnie del paese: BakTelecom, operante nella regione di Baku, sia per AzTelekom, operante sul resto dello stato. Valore della commessa: circa 150mila euro.

LE COMMESSE

QUARTIER GENERALE La facciata moderna della Texa a Monastier

Dba lavora già da alcuni anni nell’ex republica sovietica, importante crocevia lungo la nuova Via della seta: dal 2016 ad oggi ha progettato i nuovi uffici e il terminal passeggeri del Porto di Baku ad Alat. Ha inoltre fornito il software per digitalizzare l’infrastruttura del nuovo scalo marittimo.

Nell’ultimo biennio, poi, ha supportato il Ministero e la partecipata Baktelecom come consulente per la realizzazione delle nuove reti in fibra.

IL FORUM La società trevigiana parteciperà anche all’International Business Forum Italia – Azerbaijan, in programma in calendario domani a Roma, organizzato dal ministero degli Esteri in collaborazione con Ice, Azpromo e Confindustria. Davanti al presidente della Repubblica dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev, al ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, ai rappresentanti di azien-

GESTIRÀ LE RETI DI TELEFONIA E FIBRA OTTICA PER BAKTELECOM A BAKU E AZTELECOM NEL RESTO DEL PAESE

de dei due paesi azere e italiane, Dba avrà il compito di illustrare alcuni esempi di successo nella cooperazione di società pubbliche del ministero dei Trasporti, delle telecomunicazioni e dell’high tech. «Dba Group ha una pluridecennale esperienza di reti e di digitalizzazione e siamo in grado di mobilitare squadre di tecnici da inviare in ogni parte del mondo e di gestire gruppi di lavoro con l’ausilio delle nostre piattaforme tecnologiche. Si va consolidando, come programmato nel piano industriale, la nostra presenza all’estero e in particolare nell’area dei Balcani e negli snodi delle nuove vie della seta. La leva del successo è sempre la capacità del Gruppo di portare e diffondere conoscenza» nota il presidente Francesco De Bettin. L’imprenditore, questa sera, sarà anche tra gli invitati al gala al Quirinale offerto per accogliere in Italia il presidente azero e la sua delegazione. (zan)

Donazzan alla Came: «Impegnati nell’innovazione» CASIER L’azienda trevigiana Came e la Regione Veneto alleate per rafforzare i progetti di alternanza scuola-lavoro e di formazione professionale dedicati ai giovani. A sancire questa rinnovata sinergia, che si concretizzerà anche in una futura, ulteriore collaborazione con l’Its Academy Meccatronico Veneto, l’incontro tra Paolo Menuzzo, fondatore del gruppo di Dosson, e Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e alla formazione. Ieri, infatti, l’esponente della giunta Zaia ha visitato il quartier generale dell’azienda a Dosson di Casier, che negli anni si è specializzata in sistemi tecnologicamente avanzati per l’automazione degli edifici e degli ambienti pubblici.

GLI INVESTIMENTI

LE CIFRE

«Il gruppo Came si è contraddistinto negli anni per la sua propensione ad importanti investimenti in ricerca e sviluppo – sottolinea Donazzan prova ne siano i 120 progettisti dedicati e gli oltre 50 brevetti maturati fino ad oggi. Ma forte è stato da sempre anche l’impegno rivolto al capitale umano, come nel caso del Campus Came per gli stage in azienda o delle tante opportunità di occupazione rivolte ai giovani studenti».

Il gruppo trevigiano conta più di 1.700 dipendenti e, oltre al quartier generale di Dosson di Casier, possiede stabilimenti produttivi a Sesto al Reghena e Spilimbergo in provincia di Pordenone, Avignone (Francia), Barcellona (Spagna), Londra (Inghilterra) e Kocaeli (Turchia). Andrea Menuzzo, figlio del fondatore, è il presidente di Came spa (il padre è tuttora alla guida della holding). Grazie anche a filiali in 21 paesi esteri e a una rete di partner e distributori commerciali, l’industria opera in 118 Paesi in tutto il mondo. Nel 2018 ha registrato un fatturato di 250 milioni di euro. «Menuzzo - rimarca l’assessore - è stato un vero e proprio pioniere, capace di immaginare già alla fine degli anni ‘60 il ruolo che l’automazione prima e la domotica poi avrebbero rico-

L’ASSESSORE REGIONALE: «CON LORO ANCHE PROGETTI PER LA FORMAZIONE DEGLI STUDENTI» eee57847-d35e-44e7-a960-3eb43b56d44a

perto oggi sia in ambito civile che industriale. Un uomo orgoglioso delle proprie origini, che esibisce con fierezza nello showroom di Came la sua prima auto aziendale ed i primissimi prodotti di automazione da lui ideati e realizzati». Ma guardando anche al futuro, a partire dalla formazione del capitale umano. «Un fronte comune all’azione della Regione del Veneto – conclude Donazzan - che da sempre investe nell’alternanza scuola-lavoro per aiutare i giovani a migliorare non solo nelle proprie competenze di indirizzo ma anche nella la propria condotta. La disponibilità in tal senso manifestata dal fondatore del gruppo Came consentirà a dar vita a future collaborazioni con le scuole della formazione professionale e con l’Its Academy Meccatronico Veneto». (zan)


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Economia

Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

«Cambiamo l’Italia attraverso Confindustria» La candidata alla presidenza Licia Mattioli punta a riorganizzare `«Si respira ancora un pregiudizio verso di noi e manca ancora l’associazione: «Tre centri forti per il rilancio anche a Bruxelles» una politica industriale che guardi a programmi di lungo termine» `

L’INTERVISTA VENEZIA «Il mio sogno è cambiare l’Italia attraverso Confindustria come facciamo ogni giorno nelle nostre imprese. E il primo passo per concretizzare questo sogno è diventare presidente dell’organizzazione». Licia Mattioli è una donna appassionata. Imprenditrice del settore orafo, da 4 anni è vicepresidente con delega all’internazionalizzazione della squadra capitanata da Vincenzo Boccia, in scadenza a maggio. Insieme a Carlo Bonomi e Giuseppe Pasini si è candidata alla guida della Confindustria 2020-2024. Per ora di alleanze e di giudizi sulla gestione Boccia non si può proprio parlare anche se l’impressione è che la sua sia una candidatura non proprio in continuità col leader campano. Questa intervista telefonica è l’occasione per approfondire le sue posizioni, senza fare “sgambetti” agli altri due imprenditori in corsa.

Quali sono i suoi obiettivi? «Sto proponendo due tipi di programmi: uno interno e uno esterno. Sul versante interno, punto alla riorganizzazione del nostro si-

«DOBBIAMO APRIRCI DI PIÚ AI MERCATI ESTERI E AIUTARE LE PMI A CRESCERE, CREDITO A RISCHIO CON BASILEA»

SERVIZI LOCALI VENEZIA Botta e risposta a suon di pagine pubblicitarie sui giornali veneti tra Hera e A2a. La sfida per il Nordest accende la polemica tra le due super multiutility che hanno incrociato le loro partecipazioni in Ascopiave. È partita ieri la bolonese Hera (+ 2,48% ieri in Borsa), alleata dei trevigiani nella vendita di energia, che in una pagina pubblicitaria è andata giù dura: «A2a sbaglia in forma e sostanza». La multitulity di Milano e Brescia ha rilevato a fine gennaio il 4,1% di Ascopiave (+ 0,45%), e quest’ultima ha comprato in risposta il 3,6% della lombarda Acsm-Agam, controllata proprio da A2a (+ 0,9%). Per Hera, l’ingresso di A2a nel capitale «ha il sapore di una autoimposizione.

stema confindustriale: venendo da 4 anni di vicepresidenza conosco perfettamente quello che nel sistema funziona e quello che c’è da cambiare».

CONFINDUSTRIA Il presidente uscente Vincenzo Boccia e uno dei tre candidati a sostituirlo: la piemontese Licia Mattioli

E sul versante esterno? «Voglio costruire una squadra di persone molto competenti per realizzare un piano di politica industriale per i prossimi quattro-cinque anni, chi meglio degli imprenditori sa quali sono queste necessità?»

Le crisi invece si moltiplicano: Ilva, Alitalia, Air Italy? «Bisogna scegliere subito, non trascinarsi per mesi, anni. Oppure ci creiamo crisi che potrebbero non esserci, come per le trivelle. E qui Confindustria potrebbe davvero dare una mano, come abbiamo fatto a Torino durante la mia presidenza dell’Unione industriali».

Chi ci sarà nella sua squadra? «Non posso fare nomi in questa fase: la squadra sarà fatta da persone che hanno singole competenze». I problemi della macchina di Confindustria? «Più che dell’attuale macchina le parlerò di cosa vorrei fare se diventassi Presidente. Immagino una Confindustria che abbia non più uno, ma tre centri: da una parte le Federazioni, le categorie e i Territori, con le Regioni e le Province, da un’altra Roma, e infine Bruxelles, sempre più forte. In un mondo che vive di comunicazione, inoltre, dobbiamo essere i primi a raccontare il nostro mondo, quello che vogliamo, perché ci sia più libertà per creare impresa e lavoro. Oggi non è così. In tutte le nazioni che ho visitato ho trovato grande apprezzamento per le nostre aziende e i nostri imprenditori. Che spesso non ritrovo in Italia. Per prima cosa vorrei cambiare questo atteggiamento anti-impresa». In questi anni è proprio manca-

La corsa

Vicenza, Verona e Udine l’appoggiano VENEZIA (m.cr.) Una corsa partita in salita ma l’imprenditrice piemontese Licia Mattioli sta guadagnando terreno tanto che dopo l’appuntamento di Padova di martedì scorso pare abbia raccolto consensi sia a Verona che a Vicenza e Udine, le associazioni del Nordest meno propense ad appoggiare il front runner Carlo Bonomi, che avrebbe già in tasca l’appoggio di Assindustria Venetocentro (tranne quelche padovano che punta su Giuseppe Pasini),

Confindustria Venezia-Rovigo e Confindustria Alto Adriatico. Bonomi avrebbe già i consensi per approdare alla seconda fase del confronto che da metà marzo vedrà in campo solo due candidati. La partita della Mattioli dunque si gioca contro Pasini, che comunque potrebbe diventare anche il suo alleato della seconda fase. Ma di ticket per ora non si parla. Il Veneto con i suoi 27 voti su 178 in consiglio generale si annuncia decisivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ta una politica industriale? «C’è stata poca politica industriale. Bisogna applicare con intelligenza certe riforme. Prendiamo il programma Ue Green Deal 2050. Noi siamo già il Paese d’Europa più avanti nell’economia circolare, dobbiamo vigilare perché le nuove regole vengano applicate a supporto delle imprese». La politica può veramente dare risposte? «Si dice sempre che noi italiani diamo il meglio quando siamo ai minimi termini. Ora siamo ai minimi termini: la crescita è dello 0, siamo in quasi stagnazione, è il momento per agire». Nel frattempo, le esportazioni rallentano.

Hera attacca A2a: in Veneto da invasori La risposta: «Alleanza aperta a tutti» Il rispetto istituzionale vorrebbe che se l’investimento non è puramente finanziario ma industriale al tavolo dei soci ci si sieda se invitati o avendo verificato prima di essere graditi». Hera è tornata anche a prendere posizione sulla vicenda Aim-Agsm, che puntano su A2a come alleato, esprimendo nuovamente «perplessità» sulla scelta e dichiarando di essere ancora in attesa delle valutazioni dell’advisor indipendente sulla propria proposta. La risposta di A2a arriverà oggi sempre sulla stampa: «Colpisce e appare irrituale il fatto che il gruppo Hera senta l’urgenza di fornire una

«Abbiamo fatto passi da gigante nell’export, però continuiamo a esportare molto meno della Germania. Dobbiamo aprire i mercati esteri a molte più aziende. Qui impatta anche l’altro tema: la dimensione delle nostre imprese. Servirebbe un trattamento fiscale dedicato per aiutare la crescita ed eventualmente anche le fusioni».

propria interpretazione, peraltro fantasiosa, di fatti che non la riguardano direttamente. Sorprende inoltre che Hera si autoassegni il ruolo di rappresentante di Ascopiave, avendo deciso di acquistarne il 2,5% come A2a. Il di-

PIEVE DI SOLIGO La sede di Ascopiave

DUELLO A COLPI DI PAGINE PUBBLICITARIE TRA LE DUE MULTIUTILITY DEL NORD ENTRAMBE SOCIE DI ASCOPIAVE

segno strategico di A2a non prevede la conquista del Veneto, ma parte dall’idea di una grande alleanza industriale sollecitata e condivisa da Agsm Verona e Aim Vicenza. Crediamo che in Veneto ci sia la possibilità di costituire un grande player di livello nazionale a maggioranza pubblica. Disegno probabilmente più difficile da realizzare per Hera, che ha già integrato aziende venete e vede la nascita di una nuova multiutility indipendente come un possibile ostacolo».

GRANDE ALLEANZA

Il sistema bancario deve cambiare? «Sicuramente vanno aperte le maglie del credito per le imprese, ma è con il sistema bancario che dobbiamo dialogare per rivedere gli accordi di Basilea. E per far questo dobbiamo appoggiarci anche alle Confindustrie di Germania e Francia». Articolo 18 e rapporto con i sindacati? «Il Jobs Act deve essere confermato e bisogna lavorare molto di più sugli accordi di secondo livello rendendo più snello il contratto nazionale. E il cuneo fiscale deve ridursi». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA

zione del 4,1% trevigiano: «Non c’è alcuna intenzione ostile da parte di A2a di ingerire nella gestione di Ascopiave, semplicemente si è ritenuto che l’acquisizione di una piccola partecipazione potesse essere funzionale a futuri possibili progetti in comune tra le aziende del Veneto. Del resto il disegno della grande alleanza veneta è esattamente quello che Agsm, Aim e A2a avevano proposto ad Ascopiave. Restiamo quindi disponibili a valutare ogni opportunità e chiederemo un incontro ai sindaci azionisti di Ascopiave». In serata la contro contro replica di Hera: «Presenti nel Nordest da quasi 10 anni con società con adeguata autonomia e siamo pronti a dare sviluppo come abbiamo fatto nelle Marche». M.Cr.

Poi la spiegazione dell’acquisi-

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La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano

Quotaz.

Var.%

1,0800 119,3500 0,8315 1,0621 336,3300 24,9620 4,2712 16,1425 7,5538 3,6946 4,7184

-0,148 0,548 0,196 0,019 0,448 0,257 -0,080 -0,840 -0,256 -0,221 0,372

ORO E MONETE Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

FTSE MIB A2a

1,896

0,90

1,652

1,894

1033685

Atlantia

22,69

-0,48

20,11

22,98

166345

Azimut H.

24,19

1,34

20,75

24,39

128401

Banca Mediolanum

8,745

0,58

8,158

9,060

129176

Banco Bpm

2,456

1,91

1,864

2,463

3156057

Bper Banca

4,127

-0,34

4,113

4,627

1791474

10,550

0,38

10,195 11,170

53326

Buzzi Unicem

22,88

1,46

21,14

23,50

26635

Brembo

Denaro

Lettera

Campari

8,680

-3,39

8,081

9,068

726683

44,80 505,05 330,10 262,90

48,05 543,00 360,40 285,70

Cnh Industrial

8,810

0,25

8,522 10,021

288132

Enel

8,566

1,17

7,183

Eni

12,938

0,22

Exor

75,26

0,27

Fca-fiat Chrysler A

12,268

Ferragamo

16,725

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

Finecobank

11,190

3,23

10,527 11,694

536142

Ubi Banca

4,323

0,23

Generali

18,880

0,53

17,651 18,823

385300

Unicredito

14,132

0,51

Intesa Sanpaolo

2,603

0,13

2,259

2,609 12930392

Unipol

5,498

2,77

4,617

5,430

425399

Italgas

6,294

1,68

5,474

6,264

183672

Unipolsai

2,646

1,15

2,407

2,638

722159

11,255

-1,19

10,515 11,773

223907

NORDEST Ascopiave

4,440

0,45

3,800

4,606

26471

13,624 15,695

30945

Leonardo Mediaset

2,326

-1,98

2,335

2,703

422189

Mediobanca

9,750

0,97

9,089

9,969

320464

B. Ifis

Moncler

39,04

3,72

37,71

42,77

165055

Carraro

Poste Italiane

15,690

1,42

1,842

0,55

2,701

4,319 4005201

12,155 14,267

1330658

1,804

2,231

6870

7,082

11,510

1,50

9,920 11,513

456945

Cattolica Ass.

7,405

1,30

7,477

85799

Prysmian

24,71

3,26

20,32

24,74

238639

Danieli

15,060

-0,40

14,816 16,923

3846

Recordati

42,16

1,52

37,69

42,02

37617

De’ Longhi

17,950

0,17

16,151 19,112

13154

Saipem

3,790

1,04

3,713

4,490 1047608

Eurotech

8,340

10,61

7,368

8,715

168927

8,544

2951941

Snam

5,100

0,83

4,628

5,085

961838

Geox

1,104

-1,43

1,076

1,193

81418

12,615 14,324

1376218

Stmicroelectr.

29,12

4,60

23,83

28,97

439498

M. Zanetti Beverage

5,740

0,35

5,705

6,025

561

75,46

31179

Telecom Italia

0,5219

0,48

1,807

-0,50

1,698

2,025

123409

0,51

11,797 13,339

593232

Tenaris

9,460

0,47

9,290 10,501

343540

Stefanel

0,1100

0,00

0,1103 0,1103

N.R.

1,15

16,271 19,241

92401

Terna

6,786

1,83

5,855

472842

Zignago Vetro

14,140

-0,28

12,464 14,309

3320

66,78

920d71ae-7ec4-4ae2-8bd5-89a81fc88dc6

0,4818 0,5621 6700586 6,752

Ovs


V

Venezia

Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Raffica di furti nei negozi della stazione Tutti lamentano la presenza di ladri che si mischiano tra i clienti `Il racconto delle commesse, che non riescono a controllare Ma ci sono anche ragazzine che pagano con soldi frutto di borseggi chi arriva. «Capita che siano sempre gli stessi, li conosciamo»

`

L’ALLARME VENEZIA Stazione ferroviaria colpita da furti ripetuti. I negozi sono ogni giorno sottoposti a sottrazione di merce non tanto ad opera dei grandi flussi, ma questi servono da paravento. «La situazione è molto difficile - dicono dalla “Nike”, ai piedi del ponte della Costituzione - sono soprattutto zingari i quali aspettano che il negozio sia pieno per compiere i loro furti. Siamo sempre sotto osservazione da parte di persone con facce poco raccomandabili che vengono da Piazzale Roma o dall’interno della stazione». «Troviamo spesso le placche anti taccheggio sparse per il negozio o nei camerini - raccontano da “Mango”, abbigliamento alle volte ci chiediamo davvero come fanno. È una microcriminalità che ci fa pensare a professionisti del furto». Poco più in là, “Sephora”. «Abbiamo subìto furti anche

perché avevamo apparati antifurto non bene funzionanti - dicono da “Disegual” – una delle cause del loro aumento rispetto all’inventario annuale». «Ci hanno da poco rubato un paio di scarpe – avvisano da “Parfois” – l’interno della stazione è tutto un emporio ed è molto difficile star dietro a tutti i clienti. Ecco che ci scappano anche i ladri ed è difficile sia individuarli che coglierli sul fatto».

Il fuoribordo E-tec 40 senza patente per legge

LE VITTIME

VENEZIA È stato approvata de-

NAUTICA

mo ovunque i cartellini antitaccheggio, non solo nei camerini ma anche negli scaffali e negli altri contenitori in metallo. Vuol dire che un capo d’abbigliamento è sparito. Pensiamo che i ladri siano ben conosciuti anche dalle forze dell’ordine, ma ci risulta che poche volte vengano intercettati e comunque subiscono qualche ora in

guardina, una segnalazione e basta, soprattutto se sono minorenni». Da “Pimkie” si fa strada la medesima impressione: «Rubano soldi e poi vengono a comprare, riciclando immediatamente il maltolto. Un sistema che purtroppo sembra funzionare». Tullio Cardona

Recuperate opere d’arte rubate 7 anni fa

XVIII secolo e due cornici in legno intagliato di bottega piacentina del XVIII secolo (la cui parte interna a stampa era stata sostituita da degli specchi). Le opere, appunto, erano sparite sette anni fa. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno accertato che i beni dopo il furto e la ricettazione erano stati illecitamente esportati all’estero. Qui erano stati messi in vendita in una nota fiera dell’antiquariato inglese. Ricostruendo le varie transazioni nel mercato italiano, i militari sono riusciti a individuare gli ultimi anelli della catena, dei collezionisti di Venezia (Veneto orientale), Milano e Pavia. Collezionisti ignari, è bene sottolinearlo, della provenienza delle opere. I beni recuperati sono stati riconosciuti dal legittimo proprietario e la magistratura ha già disposto la restituzione. Una persona di Pavia è stata denunciata per ricettazione.

finitivamente la norma che elimina l’obbligo di patente nautica per i possessori di motori fuoribordo a due tempi iniezione con cilindrata superiore ai 750 cc. Si tratta del famoso Evinrude 40 E-tec che negli ultimi due anni è stato oggetto di incertezza in quanto la sua cilindrata supera gli 860 cc. Dopo la proroga che ne aveva consentito l’utilizzo libero nel 2019, dal primo gennaio sarebbe stato fuorilegge. Ora, portando a 900 cc il tetto per la circolazione senza patente, si è di fatto sanata una situazione che in laguna aveva tenuto col fiato sospeso molti proprietari di barca. Soddisfatta la deputata della Lega Ketty Fogliani, che aveva presentato l’emendamento al decreto Milleproroghe, approvato questo mese sia alla Camera che al Senato. « L’iter è stato complesso, iniziato a maggio 2019 con la presentazione della mia Pdl e poi con la sua approvazione prima alla Camera e poi al Senato, e ora, grazie all’ottimo lavoro di squadra del gruppo Lega siamo in grado di risponde alle esigenze degli operatori della nautica commenta - nonostante questo governo, siamo riusciti comunque a portare a casa questo importante risultato che permette di evitare danni economici al settore nautico, di tutelare la stagione turistica estiva e di accogliere, finalmente, le richieste di imprese che si occupano appunto di turismo e quelle dei proprietari di imbarcazioni. Provvedimento, di cui abbiamo votato la fiducia, che evidenzia quanto sia indispensabile che non entri in vigore questo obbligo per tutto il comparto nautico italiano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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«NON CAPIAMO COME FACCIANO: TROVIAMO I CARTELLINI ANTITACCHEGGIO SPARSI OVUNQUE»

FURTI D’ARTE VENEZIA Le opere erano state rubate tra febbraio e marzo del 2013 dalla chiesa di Sant’Ilario Vescovo a Rivergaro (Pc). Dopo vari passaggi, come spesso accade, erano finite nelle collezioni di vari esperti d’arte, tra questi anche qualcuno nel Veneziano. I carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia e di Roma, sono riusciti a recuperarle al termine di una lunga e delicata indagine. I militari, infatti, anche sfruttando il prezioso patrimonio della banca dati delle opere rubate, hanno individuato così questi nove oggetti preziosi. Le opere recuperate rappresentano importanti testimonianze della scultura eccle-

Anche da Kiko – cosmetica – i furti sono continui. «Avvengono soprattutto nel secondo pomeriggio – racconta il personale – ad opera soprattutto di ragazzine. Fra loro c’è chi ruba e c’è chi paga, estraendo dalla borsa pezzi da 50 e 100 euro. Soldi improbabili per una ragazzina, perciò viene da pensare che siano borseggiatrici che rubano portafogli e poi pagano il conto». Da “Boggi Milano” li conoscono ad uno ad uno. «Sappiamo chi sono, ormai li conosciamo. Soprattutto zingari. Quando arrivano, facciamo attenzione e li seguiamo passo passo. Eppure qualche volta riescono a farcela sotto il naso, soprattutto se il negozio è affollato. Non sono i viaggiatori a darci problemi, casomai è la semplice ressa. I ladri sono sempre gli stessi ma crediamo che questo capiti in

VENEZIA La stazione di Santa Lucia, molti negozi presi di mira per furti

tutte le più importanti stazioni italiane».

PROVENTI DI BORSEGGI «Furti sì e molti – dicono da “Z” – siamo certi che sia gente locale che approfitta del carnevale per derubare i viaggiatori in stazione. Poi con i soldi vengono qui a comprare merce o a rubare ulteriormente. Trovia-

siastica dell’Emiliano e del Piacentino nel periodo compreso tra il XVIII e il XIX secolo di ambito ecclesiastico del XVIII e XIX secolo in territorio emiliano-piacentino: si tratta di un crocifisso in legno di uno scultore emiliano del XVIII e XIX secolo, due candelieri in legno e argento della seconda metà del XIX secolo, altri quattro candelabri in legno e argento del

I CARABINIERI HANNO TROVATO ALCUNE SCULTURE ECCLESIASTICHE DEL XVIII E XIX SECOLO SCOMPARSE NEL 2013

NUCLEO TUTELA PATRIMONIO Al centro il comandante Christian Costantini

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In Ghetto Furti e imbrattamenti nei due asili IL CASO VENEZIA Caccia ai vandali che nel fine settimana si sono introdotti nell’edificio del Ghetto che ospita le due scuole comunali: il nido Arcobaleno e quella d’infanzia Comparetti. La polizia è al lavoro per cercare di dare un volto a chi ha forzato gli ingressi, ha imbrattato le aule (anche con escrementi), ha forzato gli armadietti, rovesciato il materiale e si è portato via pure un computer. Un’opera che appare più da balordi, che da professionisti del crimine, e che arriva dopo un’altra doppia incursione di ladri notturni, verificatasi a inizio gennaio, quando l’obiettivo dei visitatori pare fossero più le monete contenute nelle macchinette per il caffè.

L’ALLARME DEI GENITORI Per i genitori il ripetersi di questi episodi è preoccupante,

Danni a Comparetti e Arcobaleno Polizia al lavoro per scovare i vandali anche per la presenza di una porta anti-panico che dà sul giardino e che sarebbe facile da forzare dall’esterno. «Il fatto era già stato segnalato al Comune dopo le visite notturne di gennaio - riferisce una mamma - Ora pare che i ladri siano passati proprio di lì anche sta-

LA PREOCCUPAZIONE DELLE FAMIGLIE: «TROPPO FACILE FORZARE LA PORTA ANTIPANICO CHE DA’ SUL GIARDINO»

volta». Un problema da affrontare su più fronti, per il Comune, che punta ad accelerare l’istallazione di videocamere. Ieri, dopo un giorno di pulizie generali, le due scuole hanno aperto regolarmente. E nel pomeriggio sono tornati anche i falegnami per sistemare tutti gli ingressi, sia lato campo del Ghetto, sia lato calle retrostante, tutti forzati dai vandali che non è chiaro da dove siano entrati. La polizia comunque sta indagando e ha mandato sul posto anche la scientifica, alla ricerca di tracce che possano essere significative.

PIÙ CONTROLLI IN ARRIVO L’assessore

alle

politiche

VENEZIA Danneggiamenti alla scuola materna Comparetti di Cannaregio

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educative, Paolo Romor, ieri ha voluto «ringraziare il personale di Ames per aver provveduto alla sanificazione degli ambienti ed al loro riordino in tempi rapidissimi, tanto che in mattinata le attività scolastiche sono regolarmente riprese, e Polizia municipale e polizia di stato che stanno indagando in perfetta sinergia e con grande impegno ed attenzione a questo caso». Anche l’assessore alla sicurezza Giorgio D’Este ribadisce la linea dura: «Si tratta di fatti che non digerisco. I luoghi dei bambini non vanno violati. Avevamo già previsto l’installazione delle telecamere, nel rispetto delle norme, nelle aree esterne delle scuole. Procederemo su questa strada e intensificheremo i controlli notturni. Di questo dovremo ragionare anche in sede di Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza». R. Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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«TREVISO-OSTIGLIA PRONTA PER IL 2022» Impegno di Regione, Veneto Strade e Comuni a completare la ciclabile. L’assessore Elisa De Berti: «L’opera sarà finanziata con altri 6,7 milioni».

Giovedì 20 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Il Tar: «Il testo anti-pesticidi non è legge» Prosecco, il Consorzio Docg di Conegliano e Valdobbiadene `«Non è un documento scientifico e ufficiale di un’autorità: si era dato regole severe, in linea con le indicazioni regionali il Comune non può imporre il metodo biologico al produttore» `

mento virtuoso in ambito fitosanitario, tramite la selezione delle sostanze attive utilizzabili in viticoltura, secondo princìpi rigorosi ed oggettivi». Osservano i giudici: «Ora, se è vero che il Protocollo fornisce agli operatori del settore le opportune linee guida per una gestione della difesa integrata della vite nell’ambito, a sua volta, delle Linee tecniche di difesa integrata (Ltdi) predisposte dalla Regione Veneto, lo stesso tuttavia è privo del carattere tipico di un documento scientifico ed ufficiale proveniente da un’Autorità sanitaria pubblica, competente in materia di tutela della salute e dell’incolumità pubbliche». Inoltre per il Tar «è fonte di perplessità» l’ordine all’impresa vitivinicola di seguire il metodo biologico certificato, in quanto «la coltivazione “biologica” può avvenire a prescindere dalla certificazione, la quale non ha carattere di ufficialità». Oltretutto l’obbligo del bio per i nuovi vigneti è stato previsto da una deliberazione illegittima, perché «non è consentita una variazione unilaterale di un atto collegiale approvato da una pluralità di soggetti pubblici», qual è il regolamento intercomunale adottato da tutti i 15 municipi dell’area Docg.

LA SENTENZA VENEZIA Meno quantità, più qualità, chimica zero: la linea politica della Regione sulle bollicine è stata ribadita lunedì dal governatore Luca Zaia, richiamando il settore al fatto che «il boom del Prosecco ora va accompagnato con qualche sforzo in più». Ma la sentenza depositata l’indomani dal Tar, a proposito di un vigneto trevigiano che da un anno vede contrapposti un’azienda agricola e un asilo pubblico, smonta il “Protocollo viticolo“ di cui nel 2019 si è dotato il Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg, proprio allo scopo di «minimizzare l’impatto ed il rischio dell’uso dei prodotti fitosanitari nei confronti dell’uomo e dell’ambiente», in sintonia con le linee guida emanate da Palazzo Balbi e con il regolamento intercomunale di polizia rurale delle colline Unesco. Secondo i giudici, quel documento «non solo non può assurgere al rango di fonte normativa a contenuto prescrittivo obbligatorio, ma neppure a base di riferimento per un atto ordinatorio di un’amministrazione pubblica».

LA VICENDA Per quanto riguarda il caso specifico, il ricorso della Tenuta Agricola San Martino contro il Comune di Vittorio Veneto è stato accolto parzialmente. In uno dei due terreni di sua proprietà, a destinazione agricola, l’attività potrà continuare. Invece in quello più grande, che ha una diversa classificazione urbanistica e confina con l’asilo di San Giacomo di Veglia (dunque con un sito altamente sensibile), la piantumazione potrà essere effettuata solo dopo un eventuale convenziona-

IL VERDETTO SUL CASO TREVIGIANO DI UN ASILO CHE PROTESTAVA PER UN NUOVO VIGNETO: ACCOLTO PARZIALMENTE IL RICORSO DELLA DITTA

LE PIANTUMAZIONI CONTESTATE Sopra le barbatelle messe a dimora a Vittorio Veneto

mento con l’ente pubblico «che ne disciplini la funzione di interesse generale per la collettività». Inoltre la richiesta di risarcimento dei danni è stata respinta, poiché nulla qualifica «come illecita la condotta dell’amministrazione comunale». Ma c’è un aspetto che va ben oltre i confini locali della vicenda. Si tratta delle prescrizioni contenute in una delle ordinanze impugnate: da un lato che «la coltivazione della vite avvenga con metodo biologico certificato, in adesione allo specifico disciplinare dettato dal Protocollo Viticolo del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg»; dall’altro che «la lavorazione del vigneto e delle pertinenze in esclusive fasce orarie e giorni esterni all’attività della scuola materna avvenga in modo da evitare dispersione di polveri e rumori».

IL DECALOGO Per quanto riguarda il primo punto, il Tribunale amministrativo regionale ricorda che il Consorzio di tutela è un «soggetto di natura privata», che ha affidato a una commissione di esperti l’incarico di redigere un decalogo più restrittivo delle vigenti normative italiane ed europee, proponendolo ai produttori come «disciplinare di difesa integrata avanzata di tipo volontario che vuole promuovere un atteggia-

LE LIMITAZIONI

Il presidente Nardi

gestione del territorio. Ora i giuristi faranno le loro considerazioni sulla sentenza, ma noi la riteniamo una dimostrazione del fatto che Conegliano Valdobbiadene è un laboratorio di sostenibilità ambientale veramente avanzato e unico nel suo genere, in grado di sperimentare condotte che non sono ancora disciplinate dalla legge. Ora però sappiamo che la Regione sta prendendo ad esempio il nostro Protocollo, tarandolo su una realtà più grande e variegata, con maglie leggermente più ampie delle nostre». (a.pe.)

Quanto alle limitazioni temporali imposte dal Comune, sempre sulla base della delibera regionale dedicata ai siti altamente sensibili, secondo il Tar risulta «indeterminata la prescrizione a svolgere l’attività in fasce orarie e giorni estranei all’orario ed al calendario scolastico» e «questa indeterminatezza non giova alla chiarezza ed all’estensione precettiva di un atto il cui scopo fondamentale è di tutelare in via precauzionale la salute degli alunni». I magistrati rimarcano infine che non possono essere impedite, in una formulazione tanto generica, lavorazioni prive di impatto sulla salute: «Si pensi, ad esempio, alla potatura, al taglio dell’erba tra i filari, all’ordinaria cura della pianta della vite o alla stessa attività di vendemmia». Angela Pederiva

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«Nessun obbligo, ma i sindaci stanno con noi» VENEZIA «Non abbiamo imposto niente, ma i Comuni vorrebbero che le nostre regole avessero un fondamento giuridico, evidentemente perché le considerano giuste». Innocente Nardi (in foto), presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg , commenta così il verdetto del Tar che ha dichiarato illegittima l’ordinanza che imponeva l’attuazione del “Protocollo vinicolo” emanato nel 2019. «Com’è scritto anche nella premessa – afferma

Nardi – il documento stilato da una commissione di agronomi suggerisce di applicare le migliori tecniche di agricoltura integrata avanzata, cioè tutto ciò che è utile per ridurre l’uso della chimica. Di base è un lavoro secondo noi molto qualificato, ma resta uno strumento volontario, anche se i sindaci lo hanno preso come riferimento». Il numero uno della Docg trevigiana rivendica lo sforzo dei produttori: «Abbiamo voluto autocontrollarci, il che prova la nostra sensibilità nella

Fratelli d’Italia nella bufera: «Via Togliatti? Mai» IL CASO VENEZIA Bufera nel partito veneto di Giorgia Meloni dopo le dichiarazioni del nuovo capogruppo in consiglio regionale, Andrea Bassi. «Mi sembra che i nuovi Fratelli d’Italia abbiano perso la strada», sbotta Massimo Giorgetti, punto di riferimento della destra in Regione, approdato nel partito della Meloni assieme all’assessore Elena Donazzan ben prima dell’arrivo degli ex tosiani Bassi e Stefano Casali. Questi ultimi l’altro giorno hanno convocato una conferenza stampa a palazzo Ferro Fini per presentare una mozione che impegna la Regione a sensibilizzare le amministrazioni comunali affinché nelle nuove lottizzazioni intitolino una strada ad An-

na Frank. Non solo: Bassi ha detto che voterebbe anche a favore di una via intitolata a Palmiro Togliatti e di altre figure politiche della storia repubblicana. E ad insorgere, oltre a Giorgetti, è stato anche il leghista Alberto Villanova, presidente della Sesta commissione: «Impossibile dedicare una via a chi, come Palmiro Togliatti, ha lasciato morire i nostri alpini».

LE DISTANZE In FdI a farsi interprete della “rivolta” nel partito - raccontano di chat ribollenti e commenti inferociti - è Giorgetti: «Credo di interpretare il sentimento di tanti di noi». E qui va fatta una precisazione: adesso in consiglio regionale gli appartenenti a Fratelli d’Italia sono cinque, solo che Bas-

VERONESE Massimo Giorgetti

MOZIONE SU ANNA FRANK MASSIMO GIORGETTI SMENTISCE IL NUOVO CAPOGRUPPO BASSI: «LA DESTRA NON DEVE PIÙ DIMOSTRARE NIENTE»

si, Casali e il subentrato a Berlato Joe Formaggio sono nel gruppo che porta il nome del partito, mentre Giorgetti e Donazzan sono nel gruppo Più Italia! - Amo il Veneto. Giorgetti sbotta: «Bassi voterebbe per l’intitolazione di strade a Togliatti? Cioè a un anti-italiano e filosovietico? Nemmeno la sinistra arriverebbe a tanto. Certo è che il primo atto del nuovo gruppo di Fratelli d’Italia, cioè la mozione per Anna Frank, è stato quello di sentire la necessità di scusarsi di un’accusa che nessuno gli ha rivolto. La destra non deve più dimostrare niente. Giusto una settimana fa abbiamo votato in consiglio all’unanimità una legge sulla Shoah e Bassi sente il bisogno di dire che non siamo razzisti? I Fratelli d’Italia non devono scusarsi di niente». E, rin-

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cara Giorgetti, «non esiste neanche si baratti, io do Togliatti a te e tu dai Almirante a me. Io ritengo assolutamente sbagliato ricorrere all’intitolazione di strade per scusarsi di qualcosa tanto più che non c’è nulla di cui scusarsi». Giorgetti non era presente alla conferenza stampa, dice di aver visto il video su Facebook. E sferza: «Compito della politica è indicare la strada per la soluzione dei problemi, non intitolare le strade».

LA CRITICA Sull’intitolazione di strade a Togliatti è intervenuto anche lo zaiano Alberto Villanova, presidente della Commissione regionale Cultura: «Che Palmiro Togliatti sia stato un politico che ha influenzato in modo netto la sto-

ria della Repubblica italiana, non c’è alcun dubbio: è un fatto incontestabile. Parimenti, tuttavia, va ricordato come alcune sue scelte, in un momento storico come quello della seconda guerra mondiale, ebbero conseguenze pesantissime su migliaia di italiani. La vicenda della lettera, resa nota solo nel 1992, ma da lui firmata nel 1943, sui soldati italiani dell’Armir fatti prigionieri in Unione Sovietica, è una ferita ancora aperta per i familiari di chi ha perso la vita per la Patria, per la nostra memoria storica, per chi ancora oggi, dopo tutto, ogni anno commemora il sacrificio di chi è andato avanti. Per questo una simile ipotesi è quanto mai fuori luogo ed inopportuna». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VERSO LE ELEZIONI VENEZIA I suoi detrattori dicono che si è voluto “liberare” di Arturo Lorenzoni in vista delle elezioni di Padova nel 2022. Gli amici, al contrario, gli riconoscono il merito di essere riuscito a estendere lo schema padovano alla Regione e quindi di aver gettato le basi per tentare di conquistare, tra un quinquennio, Palazzo Balbi. Comunque la si voglia mettere, dietro l’operazione civica approvata con non poche lacerazioni dal Partito Democratico per le Regionali di maggio, c’è un giovanotto di 34 anni che non è mai stato iscritto ai Ds e neanche alla Margherita e che per quattro anni, dal 2013 al 2017, è stato segretario dei dem in provincia di Padova. Ora siede sia in direzione regionale che nazionale del partito, oltre ad essere il portavoce del sindaco Sergio Giordani. «Io lo stratega? Non è vero», dice Massimo Bettin. Che però difende con vigore la scelta di candidare a governatore Lorenzoni. Anche se il Pd dovesse perdere voti come a Padova nel 2017? «Se il Partito Democratico si apre ai mondi civici, in prospettiva può esserne punto di riferimento. A Padova è successo: non ci sono più i sovranisti a governare la città e il partito è cresciuto sia alle Politiche che alle Europee».

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«Il Pd non è autosufficiente Così proviamo a vincere» Parla Massimo Bettin, lo “stratega” `«A Padova sconfitta la destra sovranista dell’alleanza con i civici di Lorenzoni In Regione decisivo il cambio di gioco» `

I VOLTI A sinistra Massimo Bettin con Sergio Giordani. Sopra Arturo Lorenzoni e Alessandro Bisato. A destra Stefano Fracasso

LA STRATEGIA «Nel Pd non c’è stata una conta su un cognome - dice Bettin - C’è stata una discussione importante su un nuovo schema di gioco in Veneto che può avviare, e non solo a livello regionale, una fase di lungo periodo con elementi nuovi». Il ragionamento di Bettin è che «il Pd in Veneto non è autosufficiente. Lo abbiamo visto anche quando eravamo al 40%, epoca Renzi Europee 2014. E se un partito non è autosufficiente, il suo gruppo dirigente deve interrogarsi sul da farsi. Non fare questo sforzo sarebbe da irresponsabili». Anche nel 2015 il Pd aveva altre liste di supporto, stavolta

«IL PASSO DI LATO DEI DEMOCRATICI NON È SUI CONTENUTI E LA PROSPETTIVA È DI FARE DIECI PASSI IN AVANTI»

Appello dei sindaci a Renzi e Calenda IL DOCUMENTO VENEZIA Da Alessio Albertini di Belfiore a Paolo Vendramini di Ponte nelle Alpi, passando per Sergio Giordani di Padova, Jacopo Massaro di Belluno, Edoardo Gaffeo di Rovigo, ma anche Alessandro Bisato di Noventa Padovana e Andrea Cereser di Noventa di Piave e Mauro Migliorini di Asolo: sono i sindaci, in tutto una quarantina, molti del Pd, altri civici, che hanno sottoscritto un appello per scongiurare le divisioni e costruire invece «un Veneto migliore». Un appello rivolto ai centristi di Renzi e Calenda, ma anche a +Europa e ai socialisti. «Come sindaci - recita il docu-

mento - misuriamo quotidianamente la complessità del periodo storico che stiamo attraversando. Abbiamo ben chiaro quanto sia necessario affrontare il passaggio delle elezioni regionali senza incertezze, con forza e soprattutto unità. Di fronte a noi c’è una grande opportunità, quella di poter finalmente offrire ai veneti una proposta concreta e alternativa, un progetto nuovo e popolare. Per farlo dobbiamo essere uniti e responsabili e dobbiamo compiere scelte leali e generose. Crediamo che affrontare le elezioni regionali del Veneto in un clima conflittuale e di contrapposizione, che porti lo scontro direttamente nel campo del centrosinistra sia dannoso e lontano dai bisogni dei veneti, in-

spiegabile agli occhi della gente». La scelta di convergere sul vicesindaco di Padova: «Reputiamo positiva la sintesi fin qui raggiunta, che mette al centro il buon governo e l’esperienza dei territori. Arturo Lorenzoni, e il suo profilo moderato ed innovativo, ben rappresenta il riformismo concreto degli amministratori locali e interpreta pienamen-

LETTERA DI QUARANTA PRIMI CITTADINI AI CENTRISTI: «DIVIDERSI È SEMPRE SBAGLIATO, SERVE UNA ALLEANZA VASTA»

te quello spirito di apertura e condivisione di cui questo percorso ha bisogno. Lanciamo, dunque, un appello a tutte le forze democratiche, riformiste, progressiste e liberali, a concorrere positivamente alla costruzione di una alleanza vasta per il Veneto, mettendo al centro delle proprie scelte esclusivamente il benessere dei nostri cittadini. Chiediamo a tutti di evitare l’errore grave di trasformare la ricchezza e la pluralità del campo riformista e democratico in debolezza. Dividersi è sempre sbagliato. Siamo di fronte ad una scelta di campo. Ciascuno senta su di sé la responsabilità di indicare con chiarezza ai veneti da che parte decide di stare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

“Regionarie” M5s, 54 in pista Due candidature per Cappelletti LA VOTAZIONE VENEZIA È il giorno delle Regionarie. Oggi il popolo del Movimento 5 Stelle potrà votare, a partire dalle 10 e fino alle 19, i 54 aspiranti candidati al consiglio regionale del Veneto in vista delle elezioni regionali di maggio. Le votazioni avverranno su base provinciale, ma stavolta non c’è stata la ressa nel proporsi. Dei quattro consiglieri regionali in carica l’unico a non ripresentarsi è stato l’attuale capogruppo Jacopo Berti. Di nuovo in corsa Erika Baldin, Manuel Brusco, Simone Scarabel. Doppia candidatura per Enrico Cappelletti: l’ex senatore ha dato la disponibilità a correre sia come consigliere regionale che come candidato presidente di Regione (lo fece anche Berti nel 2015), anche se c’è chi sostiene che avrebbe già consumato i suoi due mandati essendo stato in passato consigliere di quartiere a Padova. Tesi che l’interessato contesta. E sta facendo

discutere anche la candidatura di Simone Borile: la regola del M5s dice che non è possibile dimettersi (nel suo caso da consigliere comunale a Padova, incarico lasciato a fine 2018) per correre a una carica superiore.

I CASI DISCUSSI In un lungo post su Facebook, Cappelletti - candidato in provincia di Treviso in quanto residente a Pieve del Grappa - si dice «onorato di prendere parte a una battaglia che vede due “eserciti” schierati, uno dotato di potenti risorse, forte di possedere le leve del comando e di maneggiarle spudoratamente a proprio van-

L’EX SENATORE SI PROPONE ANCHE COME GOVERNATORE A PADOVA IL CASO DELLE DIMISSIONI DI SIMONE BORILE

taggio, da 25 anni. Dall’altra parte di risorse ne abbiamo pochine. Ma abbiamo la forza straordinaria che deriva dalla consapevolezza che siamo noi ad esserci schierati dalla parte giusta della storia». Anche perché, dice, il Veneto non è quel “paradiso” dipinto da Zaia. Ma Cappelletti può candidarsi avendo già fatto due mandati, uno da consigliere di quartiere e uno da parlamentare? «Il mandato da consigliere di quartiere non conta - dice Cappelletti - Valgono solo quelli da consigliere comunale in su. E comunque sono stato eletto in consiglio di quartiere 17 anni prima la nascita del Movimento». Per quanto riguarda Simone Borile, le sue dimissioni da consigliere comunale di Padova risalgono al 21 novembre 2018, poco più di un anno dopo le elezioni comunali: «Impegni di lavoro mi costringono a lasciare», aveva detto. Solo che il regolamento interno esclude candidature per chi si è dimesso o ha rinunciato a una carica elettiva. Tra l’altro Bo-

dov’è la differenza? «La differenza è che ci rivolgiamo a un vasto polmone civico, forse troppo eterogeneo, che se si organizza può rappresentare per il futuro un importantissimo compagno di viaggio. Con l’obiettivo di vincere. A Padova, Belluno, Adria è successo. Perché non dovrebbe succedere anche in Veneto?».

I SEGNALI Bettin dice che i segnali ci sono: le 2.500 Sardine a Padova, la marcia nel parco della Lessinia. «Ma sono meccanismi che non possono consolidarsi in passaggi assembleari, vanno consacrati nelle urne». Il Pd non rischia di rimetterci? Secondo Bettin no: «Vedo più opportunità che rischi per il Partito Democratico. Il passo a lato del Pd non è sui contenuti, ma sul candidato presidente, con la prospettiva però di fare dieci passi in avanti e farli diventare strutturali, non episodici». Certo, dice Bettin appoggiando l’appello dei sindaci ai centristi, in questo nuovo schema di gioco c’è bisogno di tutti. Obiezione: Lorenzoni ha fama di essere troppo di sinistra. «Non è così. Arturo conta sul sostegno decisivo di ambienti cattolici e delle libere professioni, altro che estrema sinistra. Semmai, adesso i mondi civici dovranno dimostrarsi all’altezza di superare alcuni pregiudizi nei confronti dei partiti e avviare percorsi realmente inclusivi. Fino ad ora il Pd ha scelto di giocare nel campo di gioco di Zaia, cioè puntando su un elettorato moderato. Ma, che piaccia o no, Zaia è il leghista più moderato che possa esserci, tanto che il nostro gruppo consiliare non può che essere ringraziato per il lavoro che ha svolto in condizioni direi proibitive. Solo che non è contrapponendo a Zaia una “brutta copia” che si può rompere il gioco di specchi. Questo non significa spostarsi a sinistra. Significa cambiare schema di gioco. Scommettiamo che su certi temi, ambiente, lavoro, salute, potremmo intercettare anche voti di destra?». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

«ZAIA È IL PIÙ MODERATO DEI LEGHISTI CONTRAPPORGLI UNA “BRUTTA COPIA” NON BASTA A ROMPERE IL GIOCO DI SPECCHI»

VOTAZIONI Enrico Cappelletti candidato consigliere e candidato governatore. Oggi il voto sulla piattaforma Rousseau

ni, ecco i candidati resi noti a ieri. A Belluno Barbara Lando, Daniele Campedel, Massimo Trento. A Rovigo Elena Suman, Achille Astoldi, Federico Rizzi. A Venezia, oltre a Erika Baldin, Elena La I NOMI Rocca, Falvio Baldan, Fabio RosIn attesa dei risultati, attesi signati, Simone Augusti, Mauro per stasera o al massimo doma- Basso, Dario Dedi, Andrea Pego-

rile non rientrerebbe neanche nel famoso “articolo 1 lettera H” che consente il terzo mandato. Comunque sia, risultava in lista per le “regionarie”.

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raro. Padova: Giorgio Burlini, Simone Bugin, Mauro Bisello, Flavio Pinton, Maria Francesca Ormanni, Simone Borile, Andrea Barbiero, Daniano Biasiolo, Enrico Schiavon. A Treviso, oltre a Simone Scarabel e Enrico Cappelletti, Maurizio Mestriner, Valentino Borin, Daniele Facco, Luigi Capoani, Vincenzo Grimaldi, Rosa Poloni, Nazario Michele giuliani, Daniela Bolzan. A Vicenza oltre all’ex consigliera comunale di Montecchio, Sonia Perenzoni, in prima linea contro i Pfas, ci sono Alessia Gambia, Caterina Ivana, Igor Ferrazzi, Maria Sandra Viale, Francesca Ferraro, Raffaele Di Guida, Giacomo Bortolan, Marco Di Gioia. A Verona, oltre al consigliere uscente Manuel Brusco, ci sono Gloria Testoni, Stefano Pedrollo, Andrea Torresani, Maurizio Fumaneri, Viktoria Vlasovskaia, Antonio Gallo, Katia Bannò, Fabio Donatelli, Paolo Luparello, Amdrea Pompele, Gennaro Pasquariello. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA

VENEZIA

il nodo della crocieristica

Grandi navi, ecco l’avamporto presentato ieri ai senatori I Cinquestelle rilanciano: «Navi fuori dalla laguna». Vanin e Contorti: «Un bel progetto». Il Venis Cruise sul tavolo, ma manca l’ok dei Beni culturali

Alberto Vitucci Per il governo le grandi navi vanno a Marghera. Ma i Cinquestelle rilanciano: «le crociere devono andare fuori dalla laguna». Ieri la senatrice veneziana del M5s Orietta Vanin ha ricevuto a palazzo Madama insieme al presidente della commissione Lavori pubblici del Senato Mauro Coltorti i proponenti del progetto di «avamporto galleggiante», Stefano Boato e Vincenzo Di Tella. «Soluzione removibile e graduale, come prevede la legge Speciale», dice Vanin, «già sperimentata al porto di Livorno. Tra l’altro il progetto è stato donato al ministero e mai preso in esame. Si tratta di una piattaforma con pontoni modulari incernierati fra loro e ancorati al fondale, che non bucano il caranto lagunare». «Con l’incidente del 7 luglio 2019», continua Vanin, «si è finalmente compreso quali conse-

Da sinistra; Di Tella, Vanin, Coltorti, Boato

guenze disastrose possono accadere in città a causa di questi condomini galleggianti. Il problema è anche quello dell’erosione provocata dal passaggio delle grandi navi. Non si devono scavare canali in laguna. Si devono scegliere le alternative su basi scientifiche e non di interessi di par-

te». Il presidente della commissione ha annunciato che il progetto adesso sarà esaminato dal Parlamento. Si aggiunge così una soluzione di facile realizzazione a quelle già individuate dall’Autorità portuale e ora all’esame del ministero. Come ad esempio la trasformazione

delle banchine del terminal traghetti a Fusina e le banchine Lombardia della Tiv a Marghera per dimezzare il passaggio delle grandi navi in bacino San Marco. Soluzione ritenuta insufficiente dai comitati, che insistono perché le grandi navi vadano «fuori dalla laguna».

Da anni c’è depositato un altro progetto, il Venice cruise, per mettere le navi a San Nicolò di Lido, davanti all’isola del Mose. La proposta firmata da Duferco-De Piccoli, aveva ottenuto il via libera dal ministero per l’Ambiente con prescrizioni. Ma nella procedura di Via il ministero dei Beni culturali aveva espresso nel 2017 «parere negativo», sulla base dell’istruttoria tecnica della Soprintendenza. Dunque la procedura di Via non si è mai conclusa, avendo bisogno del parere dei due ministeri. Il porto a San Nicolò ha anche il parere contrario del comune di Cavallino Tereporti, per l’impatto che avrebbe a Punta Sabbioni. E secondo i suoi oppositori non rispetterebbe nemmeno le direttive dell’Unesco, che prevede di avere i nuovi scali per le grandi navi «fuori dalla laguna».. Adesso irrompe nel panorama delle alternative il progetto dell’avamporto galleggiante. «Il nostro progetto», assicurano Boato e Di Tella, che si sono avvalsi anche della collaborazione di Carlo Giacomini e Maria Rosa Vittadini, «non costa molto, si può realizzare in brevissimo tempo. Ma soprattutto non ha basi in cemento ed è facilmente rimovibile». Di navi si parlerà nel Comitatone convocato per il 3 marzo a Roma. Al ministero delle Infrastrutture, guidato da Paola De Micheli, è arrivato in questi giorni il dossier dell’Autorità di sistema portuale sulle possibili «alternati-

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ve provvisorie». Riguardano Marghera. A lungo termine il progetto che piace a Vtp, Regione e Comune è quello di Marghera (Canale Industriale Nord, banchina Nord). Ma anche qui i problemi non mancano, a cominciare dall’interferenza di questi traffici con l’attività del porto commerciale e le navi portacontainer che entrano in laguna dal canale Malamocco Marghera. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

accademia belle arti

Catena solidale verso la Cina dopo il coronavirus La Cina ha bisogno di materiale medico, l'Accademia di Belle Arti corre in aiuto. Mentre il coronavirus miete vittime e mette a dura prova le strutture sanitarie di Wuhan l'Accademia veneziana 1400 iscritti, di cui 250 cinesi - lancia un'asta di beneficenza di opere d'arte. L'operazione umanitaria si chiama "Arts Carrying". A promuoverla il direttore Giuseppe La Bruna che allo scoppio del contagio si è messo in contatto con musei e fondazioni cinesi. "Mi sento cittadino del mondo e qui non ci sono differenze tra studente e studente. Questa è una situazione in cui tutti siamo coinvolti. L'Accademia farà la propria parte offrendo solidarietà concreta", annota con forza La Bruna. N.D.L.

Da oggi le riprese dietro Strada Nuova del film con Tom Cruise L’attore si lancerà in corse e inseguimenti senza controfigura

Una grande chiatta con gru per il set di“Mission Impossible” LA STORIA

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na chiatta davanti all’hotel Gritti per il film “Mission Impossible” con Tom Cruise, le cui riprese inizieranno oggi dietro Strada Nuova. La grande piattaforma, sulla quale è montata una gru, servirà da “appoggio” per le scene spettacolari di corse, virate e insegui-

menti in Canal Grande. Oltre seicento le comparse che faranno da sfondo alle riprese, che coinvolgeranno alcune zone e alcuni palazzi della città tra cui campo Santa Maria del Giglio con vista sulle trifore dell’hotel Gritti, la zona della Salute, campo Santo Stefano, il Conservatorio Benedetto Marcello. Nel nuovo film “Libra”, l’attore vestirà i panni adell’agente specia-

le della Cia Ethan Hunt, alle prese con una masnada di malvagi (Nicholas Hoult di X-Men in testa) ma anche con il fascino di Rebecca Ferguson. L’attore non dovrebbe usare controfigure, neppure per le scene più pericolose, essendo abituato a lanciarsi con il paracadute o a saltare come nulla fosse da un palazzo all’altro. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

La chiatta con la gru davanti all’hotel Gritti per le riprese del nuovo film con Tom Cruise

in aeroporto

Polaria, controlli record per gli agenti Ognuno ha verificato 82 mila documenti Frontiera aerea di Venezia: nel 2019 controllati 82.582 passeggeri per ogni agente. «Sono numeri folli, non possiamo continuare in questa maniera. Il ministero dell’Interno sta riorganizzando gli uffici della Polizia di Frontiera in Italia, Venezia non può rimanere la Cenerentola d'Italia e lontana dai numeri necessari per garantire la sicurezza delle nostre frontiere. C’è l’estrema necessità di

agenti», denuncia e chiede Mauro Armelao, segretario regionale del sindacato di polizia Fsp. «Si sta discutendo di riorganizzazione della polizia di frontiera intesa come specialità. Il progetto in esame va ad analizzare il volume di traffico passeggeri, controlli effettuati, arresti e denunce di ogni singolo ufficio e sulla base di questi dati va a quantificare un nuovo organico

con relativo aumento del personale dove necessario. Ancora una volta, in questo progetto in via di definizione, per Venezia si prevede si, un aumento dell’organico pari a 70 unità, ma questi non compenseranno mai il divario che esiste - spiega Armelao -. L’organico di Venezia è fermo al 1989, sono passati trent’anni e a Venezia arrivano milioni di turisti da porto e aeroporto. c’è la mi-

naccia continua del terrorismo e la città resta un obiettivo sensibile». La Polaria di Venezia sta lavorando quasi il doppio rispetto ai colleghi di Fiumicino e un terzo in più rispetto a quelli di Malpensa. Considerando il personale in servizio e il numero di passeggeri in transito negli aeroporti, a Fiumicino a fronte dei 769 poliziotti in servizio sono transitati 43.532.573 di passeggeri,

quindi nel 2019 sono stati controllati circa 56.609 passeggeri per agente. A Malpensa invece a fronte degli attuali 435 poliziotti in servizio alla Polaria sono transitati 28.846.299 di passeggeri pari a 66.313 passeggeri controllati per agente. A Venezia invece, a fronte dei soli 140 poliziotti sono transitati 11.561.594 di passeggeri pari a 82.582 passeggeri controllati per agente. «Però, non si capisce perché, gli aumenti maggiori sono destinati agli altri aeroporti, A Venezia si rischia il collasso, ma soprattutto si rischia che i controlli saltino paralizzando l’attività dell’aeroporto», conclude il segretario Armelao. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

FOTO INTERPRESS

CITTA’ METROPOLITANA DI VENEZIA S.U.A. Stazione Unica Appaltante In relazione alla procedura aperta indetta per conto del Comune di San Michele al Tagliamento Ve per l’affidamento in PPP (concessione), tramite finanza di progetto di cui all’art. 183 del d.lgs. 50/2016, del servizio energia per gli stabili comunali e del servizio di gestione dell’illuminazione pubblica nel Comune di San Michele al Tagliamento CIG 81201564B6, si informa che è stato prorogato il termine per la presentazione delle offerte per rettifica di documentazione di gara. Tutta la documentazione di gara è consultabile sulla piattaforma telematica https://cmvenezia.pro-q.it/ Il dirigente dr. Stefano Pozzer


20-FEB-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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