RASSEGNA STAMPA DEL 2 FEBBRAIO 2020

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REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Domenica 2 Febbraio 2020

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Cgia: «Tasse e burocrazia, salasso da 13 miliardi» Aziendevenetesepoltedaicostidelletroppeleggi.Baretta:«ConleRegionaliinvista,partiamodaqui»

5,4 La Cgia calcola nel carico sulle aziende 5,4 miliardi di tasse

7,6 L’altro elemento è il costo della pesantezza nei rapporti con lo Stato

VENEZIA Tasse e burocrazia pesano sulle aziende venete per tredici miliardi di euro l’anno, pari all’otto per cento del Pil, e sono numeri che «zavorrano le aziende e frenano l’economia». Lo sostiene l’Ufficio studi della Cgia di Mestre sommando i 5,4 miliardi di euro di tassazione ai 7,6 collegati alla pesantezza dei rapporti con la pubblica amministrazione a causa, soprattutto, della eccessiva mole normativa. «Numeri interessanti ai quali sono interessato – è la risposta a stretto giro del sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta – ma messi così mi sembrano sganciati dal contesto, cioè non rapportati ad altre dimensioni quali, ad esempio, i risultati economici e gli sconti fiscali. La proposta che mi sento di avanzare è di approfittare della campagna elettorale che si

sta per aprire per un confronto a tutto campo su che Veneto sia il nostro e su quale Veneto vogliamo. Sono disponibile a parlarne in qualsiasi sede, anche a casa della Cgia». L’input del sabato mattina dell’organizzazione artigiana mestrina è come di consueto firmato dal coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, e dal segretario, Renato Mason. Per il primo le cifre rappresentano «un mix micidiale» sul quale il governo dovrebbe cominciare a riflettere. «Se, a causa della situazione dei nostri conti pubblici, abbattere il carico fiscale in misura significativa non appare affatto semplice – evidenzia Zabeo una drastica riduzione della cattiva burocrazia, invece, potrebbe essere ottenuta a costo zero, o quasi. Si tratterebbe di ridurre il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legi-

Baretta (sottosegretario al Mef) Ben venga il contributo della Cgia, la discussione sull’autonomia verte proprio sul rapporto fra tasse versate e quanto deve rimanere sul territorio Ma la discussione va fatta a 360 gradi

slativa che ha fatto diventare la burocrazia una nemica invisibile difficilmente superabile». Mason cita a questo proposito lo studio «The European House – Ambrosetti» che stima in 160 mila le norme in vigore in Italia di cui 71 mila promulgate a livello centrale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000. «La responsabilità di questa iper legiferazione - spiega Mason - è ascrivibile alla mancata abrogazione delle leggi concorrenti e al fatto che il nostro quadro normativo negli ultimi decenni ha visto aumentare esponenzialmente il ricorso ai decreti legislativi. Molti investitori stranieri non vengono in Italia proprio per la farraginosità del nostro sistema burocratico, il quale ha generato un velo di sfiducia tra le imprese private che non sarà facile rimuovere».

«Che le tasse siano troppe non è una notizia – risponde Baretta - e neppure che la semplificazione sia una priorità è un argomento nuovo. Ben venga il contributo della Cgia, la discussione sull’autonomia verte proprio sul rapporto fra tasse versate e quanto deve rimanere sul territorio. Però questa discussione facciamola interamente e usando ogni indicatore. Invito pertanto i vertici della associazione ad aprire un confronto fra le rappresentanze di ogni parte economica e sindacale e tutte le componenti politiche che scenderanno in campo per contendersi il governo del Veneto. Sarà un’ottima occasione – conclude l’esponente di governo – per analizzare bene la situazione attuale e progettare gli obiettivi che tutti insieme vogliamo raggiungere». G.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso

Mafia, ambiente e furti in casa boom di fascicoli in Veneto Spesa record per le cause lente

del falso deportato

Anno giudiziario, Zaia all’attacco: «Scandalosa mancanza di personale» VENEZIA Una cifra record di oltre

2 milioni di euro pagati dallo Stato per la lentezza dei processi in Veneto. Ecco uno degli «effetti collaterali» della crisi della giustizia della nostra regione, che emerge dalla relazione della presidente della Corte d’appello Ines Marini. Nel 2018 si era arrivati vicini a quella soglia, che lo scorso anno è stata superata, anche se non c’è ancora il dato ufficiale. Ma a impressionare è la crescita esponenziale delle cause iscritte: erano 223 nel 2015/2016 (l’anno giudiziario va dall’1 luglio al 30 giugno), 422 l’anno dopo, poi 389, ma ora sono salite a 567. Ieri, nel corso della cerimonia a Palazzo Grimani, l’appello al governo per avere maggiori risorse, soprattutto umane, è arrivato da tutta la giustizia veneta, che non si accontenta dei 23 magistrati (o, meglio, posti) in più della recente proposta ministeriale. Oltre a Marini, anche il procuratore generale Antonio Mura, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia Giuseppe Sacco («la distribuzione “a pioggia” è una mancanza di sensibilità verso il Veneto») e quello della Camera penale Renzo Fogliata («sembra quasi una punizione per chi ha votato l’autonomia»), il segretario della giunta veneta dell’Anm Vincenzo Sgubbi («anche con dieci magistrati in più la Corte d’appello di Venezia avrebbe il doppio del carico di tutte le altre Corti del nord»). «Ho visto una bella squadra di magistrati e tanta voglia di fare ha chiosato il governatore Luca Zaia - ma c’è una scandalosa mancanza di personale». Da Roma però non sono arrivate molte risposte. Il membro del Csm Alessio Lanzi si è concentrato sugli scandali della magistratura dell’ultimo anno, la dirigente del ministero della Giustizia Gemma Tuccillo ha promesso una «particolare attenzione» sull’edilizia giudizia-

847 il totale del personale amministrativo: dovrebbero essere 1117

88 mila le cause civili iscritte l’anno scorso: 3 mila in meno del precedente

65 Autorità L’inaugurazione a Palazzo Grimani: la Corte guidata da Ines Marini (la seconda) entra tra Luca Zaia e il patriarca Moraglia (foto Vision)

ria di Venezia, ma ha snocciolato una serie di cifre nazionali, dagli investimenti (9 miliardi) al personale (9 mila immissioni nel triennio) e all’informatizzazione, per dire che il governo sta facendo il possibile. Ma proprio sull’informatica, Marini e Mura hanno ricordato che il centro di assistenza è a Brescia («troppo lontano») e conta 22 tecnici per un’area, quella del Nordest, con 5377 tra magistrati e cancellieri. Mura ha fatto il quadro del lavoro delle procure venete. E ha spiegato che prendendo i processi con citazione diretta o per direttissima, le assoluzioni con formula piena sono il 16 per cento. «Limite fisiologico - ha detto - l’azione penale viene esercitata con ponderazione». Venendo ai reati, calano gli omicidi (da 51 a 44), soprattutto quelli tentati (da 186 a 66), anche se restano stabili i 35 complessivi con le donne come vittime. Stabili o in diminuzione i reati di terrorismo, la corruzio-

Mura Stabilità dei fenomeni criminosi ma resta l’insicurezza nella gente Sacco I magistrati a pioggia sono una mancanza di sensibilità per il Veneto

ne, le rapine e i casi di stalking, mentre crescono i furti in abitazione e gli scippi (da 6451 a 6750), gli omicidi colposi sul lavoro (da 30 a 53), i reati informatici (sia le frodi che gli accessi abusivi), quelli ambientali. I numeri sono fortunatamente bassi, ma l’anno scorso sono stati iscritti 16 fascicoli per mafia rispetto ai 5 di 12 mesi prima. Ci sono stati inoltre 2593 «bersagli» di intercettazioni, di cui 626 per mafia e 38 per terrorismo. «C’è una stabilità dei fenomeni criminosi - ha commentato Mura - resta il problema dell’insicurezza percepita dai cittad i n i » . L e c a r c e r i ve n e t e continuano a essere sovraffollate, con 2432 detenuti a fronte di una capienza di 1942: ci sono stati 2 suicidi, 81 tentativi e 674 episodi di autolesionismo. Idem in quello minorile di Treviso, dove ci sono 16 detenuti per 12 posti, con 26 atti di autolesionismo. Alberto Zorzi © RIPRODUZIONE RISERVATA

mila i nuovi procedimenti penali: un dato in linea con quello degli ultimi due anni

Il figlio di Liliana Segre: «La vicenda di Artale manna per i negazionisti» PADOVA La notizia che Samuel Gaetano Artale fosse un millantatore, era diffusa tra le comunità ebraiche. Lo stesso Gadi Luzzato Voghera che guida il Cedac (Centro di documentazione ebraica contemporanea) di Milano, aveva avvertito scuole e sindaci, anche l’amministrazione comunale di Cessalto, l’ultima in ordine di tempo a ospitare l’83enne, sapeva dei dubbi sulla testimonianza del padovano. Ma sono andati avanti comunque, facendo precedere l’intervento del falso deportato da un messaggio della senatrice Liliana Segre. E questo ha segnato il limite. Oggi interviene il figlio della senatrice, Luciano Belli Paci: «Purtroppo di millantatori ce ne sono in ogni campo, ma quando si parla di Shoah i casi come Artale rappresentano una manna per il negazionismo». Ieri siamo tornati a casa di Artale. Nonostante la malattia lo costringa al bastone e alla sedia a rotelle, l’uomo ha un portamento austero, sottolineato dall’accento tedesco che si nota ad ogni singola parola, un dettaglio che alla luce di quanto emerso in questi giorni, risulta piuttosto ambiguo. Gli chiediamo se qualcuno può mostrarci qualche documento che comprovi la sua versione dei fatti, ossia di essere veramente nato a Rostock come racconta, e di essere stato deportato ad Auschwitz. Ma nemmeno questa volta, come il giorno prima, la risposta può essere esaudita. «I documenti sono tutti giù in cantina, solo la mia segretaria sa dove sono, io non vi posso aiutare perché non sono capace di fare le scale». E poi aggiunge, riferendosi alle accuse, «sono le comunità ebraiche che ce l’hanno con me perché non rispetto il shabbat, sono loro i veri razzisti». Gli chiediamo la carta di identità (nella foto): la sua nascita è registrata nel ’37 a Laino Borgo, in provincia di Cosenza, e non esiste nessun Samuel, ma solo un Gaetano Artale, ingegnere specializzato nelle certificazioni industriali. Una verità scomoda la sua, che addolora soprattutto le persone che in tutti questi anni lo hanno ascoltato e seguito con commozione. Roberta Polese © RIPRODUZIONE RISERVATA


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DOMENICA 2 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

le reazioni politiche

«Dagli Stati generali risposte concrete» Ora Padrin sollecita a mettersi al lavoro Per il Fondo da cento milioni occorre presentare dei progetti «Per la banda larga dovrebbe essere la volta buona»

Francesco Dal Mas BELLUNO. «Troppa grazia», come si dice, dagli Stati Generali della Montagna? «Né troppa, né grazia – risponde il presidente della Provincia Roberto Padrin -. Ciò che abbiamo strappato a Roma lo inseguivamo da tempo e, quel che è più significativo, è che vi hanno lavorato tutte le componenti bellunesi insieme». Ma facciamo un po’ di conti. Il ministro Francesco Boccia ha annunciato un Fondo unico da 100 milioni per le terre alte d’Italia. La cifra è da suddividere tra quasi tutte le Regioni avendo, chi più e chi meno, un po’ di Alpi o un po’ di Appennini. «Sarebbe già molto – mette le mani avanti Padrin – se di quei 100 milioni ci arrivasse il 10%. Noi, per la verità, speriamo almeno in 15 milioni. Si tratta ora di vedere se la suddivisione sarà per

territori o, più probabilmente, per progetti. Dobbiamo quindi attrezzarci subito perché, come ha fatto intuire il ministro Boccia, le risorse saranno distribuite attraverso bandi, quindi progetti di area vasta». Progetti mirati prioritariamente al contrasto allo spopolamento e quindi al mantenimento dei servizi e di ogni possibile forma di welfare. Significa, in altre parole, che con quei soldi non si faranno né piste ciclabili né altre opere pubbliche. Il Fondo è per il 2020 ma la speranza è che questa sia solo la prima annualità. Bisogna però essere realisti, dal Fondo dei Comuni di confine arrivano più soldi: «Ben 26 milioni l’anno» ricorda il presidente del Comitato di gestione, Roger De Menech, che precisa: «Il Fondo unico è tuttavia politicamente molto importante perché sdogana tutta la montagna italiana e quindi apre a nuove pro-

spettive». Dagli Stati Generali è arrivata anche un’altra assicurazione: l’ex Fondo Letta sarà incrementato di 4 milioni per cui complessivamente sarà dotato di 24 milioni. È destinato ai Comuni di confine del Veneto con il Friuli Venezia Giulia e a quelli piemontesi a ridosso della Valle D’Aosta. Soldi in arrivo quest’anno e i sindaci interessati sperano anche in futuro; sta di fatto che il Fondo Letta ha funzionato solo per due annualità. In questo caso gli investimenti non saranno di area vasta ma ciascun Comune impegnerà le somme sulla base di progetti in proprio. «Abbiamo portato a casa da Roma anche un altro risultato molto concreto – evidenzia Padrin -: la banda larga per la digitalizzazione. L’ha chiesta con forza Confindustria Belluno, si è associata tutta la delegazione provinciale, ha rilanciato il mini-

Roberto Padrin durante gli Stati Generali della Montagna svoltosi a Roma

stro Pisano. Questa è la volta buona che finalmente diamo copertura a tutta la Provincia perché, purtroppo, l’assenza di rete e di rete veloce non riguarda solo le valli più periferiche come la Val Visdende». E in fatto di copertura, Padrin ha portato a casa anche l’assicurazione, da parte del presidente di Anas Claudio Andrea Gemme, che si rimedierà all’assenza di segnale telefonico in tante gallerie,

il sociologo analizza il risultato del vertice di roma

Cason: per battere lo spopolamento servono le risorse e gli strumenti BELLUNO. «Bene i soldi; ne arri-

vassero anche di più di milioni. Ma non bastano le risorse finanziarie per contrastare lo spopolamento, per rigenerare le nostre quote ormai desertificate». Diego Cason, sociologo, promuove gli Stati Generali della montagna, anche se invita ancora una volta i bellunesi a stare in guardia. Che cosa considera più interessante di quanto avvenuto a Roma? «Senza dubbio la folta delegazione di bellunesi che si è presentata coesa, in tanti casi dettando anche la linea». E i risultati? «Il Fondo unico da 100 milioni è poca cosa se lo confrontiamo, ad esempio, con i Fon-

di per i Comuni di confine. Testimonia un’inversione di tendenza che si riscontra anche su altri capitoli. Mi preoccupa il mancato coinvolgimento della Regione, da cui dipende l’attuazione di queste politiche». Da dove ripartire per fermare lo spopolamento? «L’agricoltura di montagna, la zootecnia in particolare, deve essere la priorità. Ci vogliono risorse e strumenti, anche perché non bastano le stalle, ci vogliono le famiglie che vi lavorano. Bisogna ricreare i presupposti per le nuove imprese». Quali presupposti? «Uno di questi è la ricomposizione fondiaria. Almeno 15-20 ettari a famiglia».

Diego Cason, sociologo e studioso

prime tra tutte quelle dell’Alemagna e delle altre strade Anas (presenti e future). «Gemme – informa Padrin – mi ha riferito che, per la verità, l’Anas sta già provvedendo agli interventi necessari attraverso le società di telefonia mobile. Ho insistito perché almeno lungo l’Alemagna il problema sia risolto in occasione dei prossimi Mondiali di Sci». Altri risultati strategici degli Stati Generali sono il coin-

volgimento da parte del Governo delle aziende di Stato perché emulino le Poste Italiane e le aperture sulla defiscalizzazione sia delle famiglie che delle imprese operanti in quota. «Bisognerà mettersi subito al lavoro – conclude Padrin – per proporre a Roma efficaci politiche di progressiva riduzione delle tasse per chi sfida le difficoltà delle terre alte». —

In alta montagna solo aziende agricole? «Anche imprese artigianali. E quindi ci vogliono i servizi. La banda larga è uno di questi. Ma attenzione: in montagna manca la manodopera. I servizi servono per trattenere le famiglie. Anziché implementare le alte quote di nuovi impianti sciistici, investiamo quei pochi soldi che abbiamo in scuole, ambulatori e negozi». Agli Stati Generali i bellunesi hanno chiesto nuove forme di autonomia. «Finalmente si sono resi conto che la Legge Delrio sulle Province non è riformabile, tanto è stata devastante. In provincia dobbiamo ritrovare la capacità di una progettazione locale del nostro futuro. L’autonomia deve servire a questo. A Roma se n’è parlato ma ancora in termini troppi generici. Va restituito potere alle comunità locali». Anche queste affermazioni rischiano la genericità. «E allora le faccio un esempio: chi ha deciso le Olimpiadi a Cortina? Il presidente Zaia

ha consultato qualcuno prima di scaricarci addosso questo evento? I Giochi possono davvero portarci il rinascimento? Ma a quali prezzi?». Mi vien da dire che ha proprio ragione il presidente Zaia quando afferma che i bellunesi sono incontentabili. «La questione è molto semplice: noi vogliamo comandare a casa nostra». L’altro ieri a Roma si è fatto appello anche alle grandi Aziende di Stato perché copino le Poste Italiane che hanno scelto di presidiare anche i borghi più piccoli. «Sì, ma dalle Aziende di Stato noi non vogliamo l’assistenzialismo. L’elemosina la rifiutiamo». Tanti loro servizi sono indispensabili per trattenere la gente in quota. Questo è assistenzialismo? «Evidentemente no. Ma questi servizi sono un nostro diritto. Non sono la “carità” che noi di certo non elemosineremo da questi colossi che se qui sono presenti, lo sono per sfruttarci». — F.D.M.

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Corriere di Verona Domenica 2 Febbraio 2020

VR

Economia

Cattolica verso l’assemblea Summit tra soci e comitati

Il blitz di A2a

Ascopiave, scontro nella Holding vero punto debole

Bedonichiamaaraccoltaazionistieagenti.Verticetraassociazionidomani Cattolica chiama a raccolta, da martedì, soci e agenti. E le associazioni tentano, da domani sera, di definire una linea comune sulle proposte di modifica allo statuto. Entra nel vivo la corsa verso l’assemblea straordinaria dei soci della società assicurativa, il 7 marzo. Primo appuntamento, l’incontro che Cattolica organizza con i soci dopodomani, alle 19, al Cattolica center di via Germania 33, a Verona, doppiato da una seconda serata, l’11 febbraio. «Per una società solidale - Comprendere il presente per progettare il futuro», il titolo che campeggia nell’invito ai soci (esteso ad un accompagnatore) firmato dal presidente Paolo Bedoni. Al centro della serata l’intervento del sociologo dell’Università Cattolica di Milano, Mauro Magatti, sulla cooperazione come modello necessario nell’economia sostenibile. Ma i soci di certo, in un’accelerazione progressiva verso l’attualità, non troveranno meno interessanti l’aggiornamento sulle attività della Fondazione Cattolica e la panoramica sull’andamento della società. In tre mesi ne sono successe di cose, dalla messa alla porta dell’amministratore delegato Alberto Minali all’arrivo nella sede centrale di Lungadige Cangrande degli ispettori di Ivass e Consob. E magari la cena a buffet, che chiuderà la serata, sarà il momento più favorevole per i vertici della compagnia di tastare il polso ai soci sull’assemblea del 7 marzo, convocata dopo la richiesta dei soci Francesco Brioschi, Massimiliano Cagliero, Giuseppe Lovati Cottini e Credit Network & Finance di Luigi Frascino. Le riunioni delle prossime due settimane rinnovano la tradizione degli incontri con i soci che va avanti dal 2009. Di solito tra novembre e gennaio sul territorio. Slittati quest’anno a febbraio, anche per il periodo turbolento innescatosi da fine ottobre. E concentrati al Cattolica Center, per sfruttare l’allestimento già predisposto per l’assemblea, che ospiVERONA

terà anche la convention degli agenti, prevista per la terza settimana di febbraio. Terminali rilevanti sia sul piano operativo, dopo il passaggio dei comandi da Alberto Minali a Carlo Ferraresi, sia per la messa in moto dei soci per l’assemblea. Che già si annuncia come una possibile battaglia all’ultimo voto. E mobilitazio-

ne dei soci e raccolta delle deleghe (ogni socio ne può rappresentare fino a cinque) appaiono determinanti per mettere al sicuro il risultato per i due campi opposti. In ballo una proposta, da votare in blocco, prendere o lasciare: eventuali proposte alternative dovevano arrivare entro l’altro ieri, per entrare all’ordine del

Il bilancio Crescita anche nel 2019

Villa Sandi, ricavi a 95 milioni di euro «Brexit, meglio la chiarezza» TREVISO (g.f.) «Oggi è la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova. Ma per chi deve pianificare progetti e investimenti, meglio la chiarezza dell’incertezza, specie se prolungata». Parole di Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, casa vitivinicola di Crocetta del Montello, nel primo giorno dopo la Brexit. Data scelta per diffondere i risultati 2019, con vendite per 95 milioni contro i 93,8 dell’anno precedente, il 60% dei quali dai mercati esteri. E, soprattutto, da Regno Unito, Stati Uniti e Germania. In due anni la società ha investito circa 10 milioni per ampliare lo stabilimento di Crocetta e costruire una nuova linea «4.0» per l’imbottigliamento, e l’intero rinnovo della linea pre-esistente. «Per il

2020 puntiamo a superare i 100 milioni di ricavi – spiega ancora Moretti Polegato – considerando anche i risultati entusiasmanti che stiamo ottenendo negli Usa e in Australia. In Europa le soddisfazioni maggiori vengono da Austria e Inghilterra, Paese che risulta il primo in assoluto per il Prosecco in tutte le sue denominazioni». Da qui le riflessioni su come potrà impattare l’uscita del Regno Unito dall’Ue: «Abbiamo parlato di Brexit per troppo tempo. Ora sappiamo che fino al 31 dicembre non cambierà nulla e c’è il tempo per negoziare accordi che non penalizzino né i produttori italiani né i consumatori oltremanica». © RIPRODUZIONE RISERVATA

giorno; e i termini sono scaduti senza che nulla arrivasse. Al centro della proposta anche una norma transitoria che, se approvata, farebbe decadere dalla successiva assemblea di bilancio Bedoni e altri tre consiglieri. E che potrebbe aprire un periodo complicato di ricorsi. È lo snodo più critico sul tavolo anche del summit tra le associazioni dei soci di domani, alle 18.30, nella sede delle suore della Nigrizia a Verona. Invitati i leader di Apaca, Maurizio Zumerle, Unica, Enrico Noris, Valorizziamo Cattolica, Luigi Spellini, Asscat, Sebastiano Messina, e Vivi Cattolica, Amedeo Portacci. Non invece il gruppo dei proponenti delle modifiche portate in assemblea. A convocare il tavolo Cattolica al centro, guidata dall’anno scorso da Giulio Polati. Sigla tutt’altro che schierata per default con Bedoni, avendo nel 2016 e 2018 promosso le liste alternative guidate da Michele Giangrande. Polati dice di non aver ancora definito una posizione e di voler tentare di farlo con gli altri. E magari discuterne con i proponenti: «L’iniziativa del buongoverno è positiva come tentativo di migliorare lo statuto, pur se ci si può non trovare d’accordo su tutto». Il nodo è però la norma transitoria che determinerebbe la decadenza immediata di Bedoni e di altri tre consiglieri. «Delicata sia nella sostanza che nei rischi di illegittimità - sostiene Polati -. Proposta che per altro sembra aperta. E che i proponenti dovrebbero precisare meglio. Per il bene della compagnia credo si debba prendere una posizione ponderata». In sostanza, par di capire, se l’esito della norma, così com’è scritta, è aperto, un’interpretazione che facesse scattare il cambio di requisiti per il cda dalla prossima tornata, nel 2022, e non subito allargherebbe il favore tra le associazioni. Il pallino di quale sia l’interpretazione autentica è nelle mani dei proponenti. Federico Nicoletti © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vicenda

Entra nel vivo la partita dell’assemblea straordinaria dei soci di Cattolica per le modifiche statutarie, che potrebbero disarcionare il presidente Paolo Bedoni (in alto). La corsa verso il 7 marzo parte da un lato con le riunioni che la società farà con i soci i prossimi due martedì e poi con gli agenti. Ma intanto domani si riuniscono anche le associazioni dei soci, per tentare di definire una linea comune. Sullo sfondo resta l’ispezione Ivass-Consob aperta dopo la cacciata dell’ex ad, Alberto Minali (sotto)

TREVISO «Su Ascopiave spero di sbagliarmi. Ma oggi sono demoralizzato e la vedo nera». Enrico Marchi, il finanziere a capo di Banca Finint e alla guida di Save, ritorna sul tema a lui caro delle multiutility. Tema del giorno, dopo la guerra scatenatasi intorno ad Ascopiave tra il colosso lombardo A2a e quello emiliano Hera. Innesco, la vendita della quota del fondo Amber della utility trevigiana del gas. Finita per un 2,5% ad Hera, per 9,3 milioni, alleato di Pieve di Soligo, dopo lo scambio tra clienti del mercato libero e reti di distribuzione; ma per l’altro 4,16% ad A2a, per un prezzo di 42 milioni, facendo schizzare il titolo in Borsa di quasi il +9%. Ingresso clamoroso, che fa di A2a, il secondo socio. Perché raddoppia a Treviso, a parti invertite, la «guerra fredda» in Veneto tra i due colossi, aperta sulla fusione Agsm-Aim, che hanno scelto A2a come partner industriale. Con tanto di critiche di Hera, e Ascopiave, per la mancanza di una gara trasparente. Potrebbe essere il blitz di A2a un monito al fronte avversario su Verona-Vicenza? Probabile: nell’immediato l’operazione non può portare rischi in Ascopiave. E tuttavia la questione è più ampia. Perché il rinnovato interesse su Pieve di Soligo riaccende i riflettori sul vero punto di debolezza: Asco Holding. Il riassetto che ha ristretto il gruppo dei Comuni al comando, con una quota del 51% ora arrotondata di un 1%, non ha superato tutti i dubbi sulla tenuta della quota di controllo. Dove i soci privati di Plavisgas, dopo un lungo contenzioso e la vendita della loro quota, sono rimasti con lo 0,7%. Minimo, ma decisivo. Da un lato perché, se messa sul mercato, è l’unica chiave di accesso al piano superiore di Ascopiave. Dove è vero che il riassetto ha imposto uno stop di due anni alla vendita delle quote dei Comuni; ma il primo è già trascorso. E poi è tutt’altro che risolta la diatriba legale tra Plavisgas e i Comuni leghisti. Davanti al Tribunale delle imprese di Venezia giace sempre la causa civile con cui Plavis chiede l’esclusione dalla società di 18 Comuni che non avevano adempiuto in tempo alla riforma Madia. Comuni che sarebbero tenuti a vendere le azioni; a Plavisgas, unico socio con un diritto di prelazione che può far valere, visto che i Comuni, per la Madia, non possono acquistare. Mettendo in mano a Plavisgas i destini della Holding e di Ascopiave. Pur se ci vorrà un altro anno perché la causa entri nel vivo, ce n’è abbastanza già così. Tirare le fila, per Marchi, che era entrato nella partita Ascopiave da consulente, è tutt’altro che difficile. Quali gli errori compiuti? «Non bisognava vendere il parco clienti - sostiene Marchi -. Poi era necessario cercare di mettere insieme Agsm, Aim, Alperia e Dolomiti Energia. Non si sarebbe raggiunta la dimensione di Hera; ma con qualche milione di clienti si sarebbe potuto restare a testa alta nel mercato del gas». E le responsabilità? «Della politica che non ha fatto la cabina di regia. Poi penso che anche chi ha gestito l’operazione fosse sottodimensionato rispetto al ruolo che ha voluto assumere. Il Veneto sarà l’unica grande regione a non avere una propria multiutility per sviluppare politiche sull’energia. L’autonomia si svuota di contenuti se diamo le strade all’Anas e le multiutility ad altre regioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

«JUNIOR CALLY A SANREMO? INDIGNIAMOCI» L’assessore veneta Elena Donazzan (Fdi): «Il giovane rapper usa parole di violenza da disgusto. Da donna e rappresentante delle istituzioni non guarderò il Festival».

Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

L’intervista Roberto Marcato er lui la politica è passione, non rancore. Con una stella polare, l’autonomia. Un obiettivo, cioè far sì che quelle venete siano “città di luce” e non buie perché si spengono le insegne delle botteghe costrette a chiudere. E con una certezza: Luca Zaia sarà riconfermato governatore perché su temi cruciali, quali sanità, occupazione e turismo, a suo dire ha fatto talmente bene, che neppure l’opposizione riesce ad attaccarlo. Roberto Marcato, assessore regionale con delega allo Sviluppo Economico e alle Attività Produttive, nonché membro della segreteria federale con Matteo Salvini e del direttorio che regge la Lega in Veneto, parla con toni accorati del presente e del futuro del “suo” Veneto, non disdegnando, per rafforzare i concetti, di ricorrere al dialetto. Del resto per lui, abituato a salutare con un sorriso e la battuta “Bojorno paròn”, non potrebbe che essere così.

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«Autonomia, patto di sangue con Fdi e Fi o corriamo soli» L’assessore regionale lancia il tris di Zaia `«Se saremo ancora alleati di Brugnaro «Rivincerà, centrosinistra troppo diviso» a Venezia non faremo più le comparse»

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me, e l’unico collante è la paura di perdere la “carega”. Per governare il Veneto, però, serve ben altro. Certo, non sottovaluto nessuno, tanto meno Lorenzoni, ho rispetto di ogni avversario, perché lo reputo tale, non un nemico. Ma una cosa è evidente: la dote di Zaia è pesantissima, tanto che le minoranze fanno fatica a criticarlo».

Assessore, partiamo proprio dalle regionali. A sfidarvi potrebbe esserci una grande coalizione capeggiata da Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova. «È un’alleanza divisa ancor prima di nascere. Con il Pd che vuole un candidato suo e i pentastellati che non intendono correre con i democratici. D’altro canto pure l’attuale governo di Padova è un insieme di contraddizioni e contrapposizioni pesantissi-

In che senso? «Nel Veneto abbiamo la migliore sanità d’Italia, certificata dal governo giallorosso, il più basso tasso di disoccupazione, la crescita più alta del Pil, siamo al primo posto in Italia e al secondo in Europa per presenze turistiche. Il presidente, poi, senza mai una lite, ha coronato il

percorso politico per le Olimpiadi a Cortina, le colline del prosecco patrimonio dell’umanità e sta lottando per il riconoscimento Unesco per Padova. Non a caso alle europee un veneto su due ha votato Lega». Chi sceglierà i candidati del Carroccio? «Il nostro partito è strutturato e i nomi verranno vagliati dalla segreteria provinciale di Padova con il commissario Filippo Lazzarin e poi condivisi con il direttorio veneto, cui spetteranno le designazioni definitive». Del partito dei veneti cosa pensa? «Ben venga, se dà la misura dell’effervescenza politica del territorio. Però ricordo che è costituito da forze indipendentiste-secessioniste. Non mi fa ben sperare che sprechino il loro tempo contro Zaia e Marcato, invece di contrastare il sistema centralista romano. E poi imma-

ginare che gli indipendentisti facciano un’alleanza con Pd e grillini, che stanno massacrando le regioni, fa sorridere». Il centrodestra si presenterà unito alle regionali? «Dipendesse da me, andremmo da soli e mi batterò per questo. A meno che non si verifichino due condizioni: che Berlusconi e Giorgia Meloni sottoscrivano un patto di sangue sull’autonomia presentata dalla delegazione capitanata da Zaia. E che FdI tolga questa “opa ostile” nei confronti della Lega e smetta di andare a caccia dei nostri amministratori». Come vede la situazione politica delle città venete? «Parto da Venezia e da Brugnaro, oggi nostro alleato. Su temi quali il Mose, Porto Marghera, ma anche nel rapporto con il governo, ha lavorato bene. Ma nel caso dovesse ricandidarsi e l’alleanza dovesse essere riconfer-

«IL PARTITO DEI VENETI SEGNA EFFERVESCENZA MA NON FA BEN SPERARE CHE SPRECHI TEMPO CONTRO LA LEGA INVECE CHE ROMA CENTRALISTA»

A Padova però c’è un’“isola” di centrosinistra... «Infatto purtroppo Padova non ha il ruolo che le spetterebbe. Incontro spesso il rettore Rizzuto, il prefetto Franceschelli, il questore Fassari e i rappresentanti delle categorie, e conosco bene la situazione. La sicurezza è uno degli elementi di debolezza strutturale del centrosinistra, padovano e nazionale, All’ombra del Santo, città universitaria e capitale del volontariato, c’è invece una recrudescenza della criminalità legata all’immigrazione, sottovalutata per questioni ideologiche. La maggioranza ha contaminato Giordani, sostenendo un’accoglienza senza regole. Io immagino sì una Padova accogliente, ma dove l’osmosi tra etnie e culture diverse trova sintesi nel rispetto della legge. Pensare, come sta avvenendo, di accogliere tutti gli stranieri, sistemandoli magari in qualche caserma dismessa dove vivono come animali e ingrassando le cooperative, è un errore. Bisogna dare loro l’opportunità di una vita dignitosa, senza dover delinquere. Padova, poi, deve decollare e il sindaco fare da motore. Invece sulla Fiera siamo fermi, sul traffico la maggioranza ha visioni contrapposte e il centro si sta desertificando. Ogni qualvolta si spegne l’insegna di un negozio, muore un pezzo di città. Padova “città della luce” è possibile: basta volerlo. Stop, quindi, alle grandi strutture di vendita e aiutiamo i piccoli commercianti. Perché il futuro è loro, come dimostrano Francia e Stati Uniti dove spariscono i centri commerciali e riaprono le botteghe». Nicoletta Cozza © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CONGRESSO ROVIGO Riccardo Mortandello, sindaco di Montegrotto Terme, è il nuovo segretario regionale del Psi. Ieri a Rovigo è stato rinnovato il direttivo eleggendo l’unico candidato alla successione di Luca Fantò, che così sarà più presente a Roma per continuare nel partito l’incarico di referente nazionale scuola, ruolo in cui - ha detto il segretario nazionale del Psi, Enzo Maraio - è diventato un punto di riferimento per i diritti dei docenti precari. La nomina di Mortandello non è avvenuta all’unanimità, per l’uscita dalla sala della Gran Guardia, che ha ospitato le operazioni congressuali, del delegato del Psi della Federazione di Venezia Michele Bertaggia, che ha lasciato il dibattito chiedendo che le porte del Psi Veneto restino aperte anche alla diversità di pareri, di rimando all’affermazione conclusiva del nuovo segretario: «Le porte del Partito socialista, che è un partito accogliente, sono aperte». Con Riccardo Mortandello, 38enne nato a Padova e cresciu-

mata, non siamo disposti a fare le comparse come avviene adesso che non abbiamo gli spazi che meriteremmo, considerato quello che rappresentiamo. Se in futuro saremo ancora insieme, governeremo alla pari».

PADOVANO Roberto Marcato è assessore regionale e componente del direttivo federale della Lega con Salvini

LA SALA Il congresso regionale del Psi a Rovigo (foto MASSIMILIANO SANDRI / STUDIOMAX)

Il Psi si rinnova (ma si divide subito): Mortandello nuovo segretario veneto to a Montegrotto, dove nel 2009 fondò «assieme a un gruppo di amici e compagni» il Circolo Sandro Pertini, diventando prima consigliere comunale di minoranza nel 2011, e poi sindaco alle amministrative 2016, conti-

AL MOMENTO DEL VOTO PER IL SINDACO DI MONTEGROTTO (UNICO CANDIDATO) IL DELEGATO DI VENEZIA ABBANDONA LA SALA

nua il percorso di rinnovamento del Partito socialista che guarda ai giovani, punta a cogliere le opportunità della comunicazione digitale e vuole essere “smart”: è stato avviato in Italia con il passaggio del testimone da Riccardo Nencini al 41enne Enzo Maraio, che ieri a Rovigo ha auspicato che il Psi nelle 6 Regioni al voto in maggio corra con liste proprie, sedendosi al tavolo di coalizione del centrosinistra.

è scontato un bel nulla che Luca Zaia sia rieletto governatore», ha detto Maraio. Il perché l’ha spiegato nel quadro di un paese in cui pesa l’astensionismo e l’elettorato «è mobile», e per le «inadempienze» del centrode-

ALLEANZE L’auspicio vale anche in Veneto, dove «è ora che il Pd sciolga il nodo del candidato» e dove «non

SEGRETARIO Riccardo Mortandello

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IL GAROFANO CON IL CENTROSINISTRA L’APPELLO AL PD: «SCIOLGA IL NODO DEL CANDIDATO ALLE REGIONALI»

stra in Veneto, da manifestare per smontare la tesi che è una Regione ben governata. Parole in sintonia con quelle dei rappresentanti delle diverse anime del centrosinistra intervenute al congresso: dal coordinatore veronese di Azione Marco Wallner alla consigliera regionale e coordinatrice di Italia in Comune Patrizia Bartelle, dalla portavoce per il Veneto di +Europa Anna Lisa Nalin al consigliere regionale Pd Graziano Azzalin. “Costruire il futuro” è stato il titolo del sesto congresso regionale del Psi e anche la sostanza della relazione di Mortandello, che tra gli strumenti per affrontare i cambiamenti socio-economici e intercettare i bisogni locali ha promosso la costituzione di un Tavolo degli amministratori del Veneto «perché bisogna ripartire dal territorio». Ha poi imputato al governo Zaia la perdita per il Veneto del 9% di prodotto interno lordo dal 2007, un modello di sanità diretto alla privatizzazione e «la propaganda del referendum sull’autonomia costato oltre 15 milioni di euro, mentre bastava una raccomandata da 6 euro come ha fatto l’Emilia-Romagna». Nicola Astolfi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Padova

Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Coalizione, attacco su quattro fronti Il bilancio di due anni e mezzo con Giordani è l’occasione `«No al park Prandina e anche liquidare la Zip è un errore per puntualizzare il proprio dissenso su alcune scelte Supermercati da bloccare e progetto di Pediatria sbagliato»

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PALAZZO MORONI PADOVA La Prandina? Non va realizzato nessun parcheggio. La liquidazione della Zip? Un errore madornale. Nuovi supermercati? Giordani deve bloccarli tutti. La nuova Pediatria? Il progetto è tutto sbagliato. Nonostante le rassicurazioni del capogruppo Nicola Rampazzo che ha fatto di tutto per spiegare che il popolo arancione non ha alcuna intenzione di staccare la spina all’amministrazione comunale e che, tutto sommato, il bilancio dei primi due anni e mezzo di governo della città è positivo, ieri mattina a palazzo Moroni il coordinamento politico di Coalizione civica arrivato in Municipio per fare il bilancio in occasione del giro di boa (i 2 anni e mezzo appunto) della giunta Giordani, non ha risparmiato nulla alla compagine governativa di cui è parte integrante. Tutto questo, dopo un incontro non esattamente disteso nell’ufficio del vicesindaco Arturo Lorenzoni.

LE CRITICHE Ad aprire le ostilità ha provve-

duto Susanna Scotti. «In questi due anni e mezzo sono state fatte molte cose positive penso, per esempio, al night bus o al progetto della nuova linea del tram» ha premesso l’esponente di Coalizione che poi ha suonato la carica: «Senza ombra di dubbio, una delle nostre priorità resta la lotta all’inquinamento. Per questo siamo per il potenziamento del trasporto pubblico e per dire basta alle nuove aree di sosta. Vogliamo ribadire che per noi alla Prandina non dev’essere realizzato alcun parcheggio. Al massimo si possono ricavare dei posti auto per chi lavorerà all’interno delle strutture nell’ex caserma». Su questo, però, c’è da ricordare che Lorenzoni non ha mai escluso di realizzare un’area di sosta, seppure piccola, alla Prandina. Scotti, però, si è anche spinta oltre: «In questi anni stiamo assistendo al proliferare in città di nuovi supermercati e centri commerciali. Sappiamo anche che il Comune può fare ben poco. All’amministrazione, però, chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti penso, per esempio, a quelli legati alla viabilità, per bloccare la nascita di nuovi insediamenti commerciali».

A gettare altra benzina sul fuoco ha provveduto anche Enrica Guzzonato che ha puntato il dito contro la liquidazione della Zip: «Su questa partita, dobbiamo avere la capacità di riconoscere il fallimento dell’amministrazione. Ciò che hanno fatto con il loro voto Camera di commercio e Provincia è di una gravità inaudita e il Comune non è stato in grado di opporsi. Qui in ballo ci sono decine e decine di posti di lavoro e la nostra zona industriale rischia di finire nelle mani degli speculatori». «Noi, però – ha aggiunto – vogliamo dare il nostro contributo organizzando un convegno per riflettere sul futuro del Consorzio».

LE INTESE A stemperare i toni è stata, però, Francesca Contarello. «Biso-

MA CI SONO ANCHE PUNTI A FAVORE: «BENE L’ESPERIENZA DEL NIGHT BUS, IL TRAM E IL RECUPERO DELL’EX MARCHESI»

Il Carroccio

Salvini il 10 al Geox con il presidente Zaia Il leader del Carroccio Matteo Salvini torna a Padova. «Lunedì 10 febbraio dalle 18.30 è in programma un grande evento del provinciale della Lega al Gran teatro Geox in via Tassinari 1 - ha annunciato ieri il commissario provinciale del Carroccio Filippo Lazzarin - L’invito è rivolto in particolare a tutti i militanti, sostenitori, simpatizzanti del movimento non solo della provincia di Padova». Oltre a Matteo salvini è atteso il governatore del Veneto Luca Zaia.

gna dire che sul fronte dei beni comuni si è lavorato proficuamente – ha spiegato – penso, per esempio, al recupero dell’ex Marchesi all’Arcella. Sullo sgombero della Clac dall’ex Macello, ribadiamo la nostra contrarietà. E’ positivo, però, che ora sia stata avviata un’interlocuzione con le associazioni coinvolte». «Noi rifiutiamo il ricatto della Regione che sostiene che chi è contro a questo progetto della nuova pediatria – ha tuonato, invece Paolo Pesiri – è contro i bambini e le loro famiglie. Molto semplicemente, il progetto proposto da Zaia non va incontro alle esigenze dei piccoli degenti, per questo noi siamo contrari. Vanno trovate delle soluzioni alternative e in tempi rapidi. Anche perché l’intervento non potrà essere realizzato prima di 4 - 5 anni». Sulla nuova Pediatria, a più riprese, però, il vicesindaco si è detto favorevole. Rampazzo, infine, dopo aver rivendicato i risultati portati a casa dall’amministrazione, ha sottolineato che nel caso in cui Lorenzoni dovesse “traslocare” in Regione, le deleghe dell’Urbanistica e della Mobilità, dovrebbero rimanere nell’orbita di Coalizione civica. Alberto Rodighiero

LA POLITICA Coalizione civica che in consiglio comunale sostiene il sindaco Giordani ha fatto un bilancio critico dei due anni e mezzo dell’alleanza

Al Comune l’asilo nido della zona industriale SCUOLE PADOVA La liquidazione della

Zip rischia di lasciare un’eredità molto pesante a palazzo Moroni. Non solo la grana politica con Coalizione civica che proprio non ne vuole sapere di dire addio all’ente che gestisce la zona industriale. A breve, infatti, la giunta Giordani rischia di dover accollarsi un asilo di cui non sentiva certo la mancanza. Parte integrante del Consorzio è, infatti, il Centro infanzia Zip di via Perù. L’avveniristica struttura voluta dall’ex presidente Angelo Boschetti per accogliere i figli dei lavoratori della zona industriale, al suo interno ospita un nido in grado di accogliere 42 bambini dai 3 mesi ai 3 anni e una scuola materna che mette a disposizione 37 posti. La struttura attualmente è gestita dalla Cooperativa Codess. In virtù della liquazione, però, uno dei tre soci pubblici dovrà accollarsi la struttura voluta da Boschetti. Dal momento che appare molto difficile che Provincia e Camera di commercio decidano di farsene carico, il centro per l’infanzia, alla fine, con ogni probabilità, entrerà a far parte del patrimonio palazzo Moroni. Peccato che l’amministrazione comunale ne farebbe volentieri a meno. A Camin, infatti, il Comune già gestisce direttamente il nido “Il Piccolo principe” di via Basilicata che accoglie 48 bambini. Sempre nel quartiere è presente anche la scuola materna paritaria “Sacro Cuore“ di via Piva. Insomma, i Servizi scolastici proprio non sentono la mancanza di una nuova struttura da gestire. Non solo l’asilo. La liquidazione della Zip sta, infatti, agitando, e non poco, la maggioranza che regge palazzo Moroni. Da una parte troviamo i centristi soprattutto della lista Giordani che approvano la linea del sindaco (favorevole alla liquidazione) e, dall’altra, Coalizione civica che, invece, non nasconde la sua contrarietà alla chiusura del Zip. In mezzo, come sempre, il Partito democratico che preferisce mantenere un profilo più che basso. A.R.

Il “re dei navigli” augura la morte al capo della Lega, polemica IL CASO PADOVA Chicco Contin augura la

morte a Matteo Salvini e Fabrizio Boron lo”impallina”. A far salire sugli scudi il consigliere regionale della lista Zaia è stato un post su Facebook del patròn dei navigli che, commentando le critiche al governo di Salvini sulla gestione del Coronavirus ha tuonato: «Visto che l’uomo non riesce a fermare questo povero scemo, ci sarà pur una mano divina che gli tappa per sempre la bocca... Non è possibile leggere e sentire ogni giorno le sue innumerevoli str…!”. L’ex assessore della giunta Bitonci è andato, così, alla carica. «Stavo pensando proprio ieri, leggendo le iniziative “green” e

di controllo previste durante lo svolgimento degli eventi lungo i “Navigli” di Padova, che, tutto sommato, Federico Contin, nel suo piccolo, ha anche idee intelligenti, notevoli e condivisibili – ha tuonato Boron - E’ quando apre la bocca per esprimersi su temi che non lo riguardano, che il palco precipita. Sarebbe più opportuno che tornasse a occuparsi di feste universitarie, baldoria e quanto altro». «Mettiamo un attimo da parte battute, sarcasmo e cotillon: la sinistra tutta, dai rappresentanti dei Comuni a quelli dalle Regioni, dalle sardine al governo centrale, parla tutti i giorni di antifascismo, di lotta all’odio, di eradicazione dei linguaggi estremisti dalle pagine social dei politici – ha rincarato la dose il presiden-

te della Commissione regionale Sanità - giusto lunedì si è ricordato, in occasione della Shoah, che l’uomo deve rimanere legato alla sua umanità e non diventare bestia. E questo “signore” cosa fa? Scrive un post su un canale social, seguito peraltro da giovani e persone di ogni età, con il quale augura la morte a Matteo Salvini». «Che bell’esempio di coeren-

CHICCO CONTIN SU FB: «UNA MANO DIVINA GLI CHIUDA LA BOCCA» BORON: «PENSI ALLE SUE BALDORIE, QUESTO È ODIO»

LA SCINTILLA Un post di Contin ha ricevuto la reazione della Lega

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za verso la cittadinanza – ha concluso Boron - Quando c’è gente così in giro, c’è poco da dire e poco da fare, probabilmente le sardine avranno già costruito un altare sacro con la foto di Contin. Ed io non intendo dare spazio a personaggi così più del dovuto. Però voglio essere chiaro, oggettivo e assolutamente fuori da faziosità di destra e di sinistra: poteva anche esserci chiunque altro, al posto di Matteo Salvini; ma chiunque fosse, qualunque essere umano fosse stato preso di mira, la morte non si augura a nessuno. Mai». Alle ultime elezioni amministrative, Contin si è candidato con la lista Giordani ottenendo 53 preferenze e non riuscendo, così, ad entrare in consiglio comunale. A.R.


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Padova

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Coalizione, attacco su quattro fronti Il bilancio di due anni e mezzo con Giordani è l’occasione `«No al park Prandina e anche liquidare la Zip è un errore per puntualizzare il proprio dissenso su alcune scelte Supermercati da bloccare e progetto di Pediatria sbagliato»

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PALAZZO MORONI PADOVA La Prandina? Non va realizzato nessun parcheggio. La liquidazione della Zip? Un errore madornale. Nuovi supermercati? Giordani deve bloccarli tutti. La nuova Pediatria? Il progetto è tutto sbagliato. Nonostante le rassicurazioni del capogruppo Nicola Rampazzo che ha fatto di tutto per spiegare che il popolo arancione non ha alcuna intenzione di staccare la spina all’amministrazione comunale e che, tutto sommato, il bilancio dei primi due anni e mezzo di governo della città è positivo, ieri mattina a palazzo Moroni il coordinamento politico di Coalizione civica arrivato in Municipio per fare il bilancio in occasione del giro di boa (i 2 anni e mezzo appunto) della giunta Giordani, non ha risparmiato nulla alla compagine governativa di cui è parte integrante. Tutto questo, dopo un incontro non esattamente disteso nell’ufficio del vicesindaco Arturo Lorenzoni.

LE CRITICHE Ad aprire le ostilità ha provve-

duto Susanna Scotti. «In questi due anni e mezzo sono state fatte molte cose positive penso, per esempio, al night bus o al progetto della nuova linea del tram» ha premesso l’esponente di Coalizione che poi ha suonato la carica: «Senza ombra di dubbio, una delle nostre priorità resta la lotta all’inquinamento. Per questo siamo per il potenziamento del trasporto pubblico e per dire basta alle nuove aree di sosta. Vogliamo ribadire che per noi alla Prandina non dev’essere realizzato alcun parcheggio. Al massimo si possono ricavare dei posti auto per chi lavorerà all’interno delle strutture nell’ex caserma». Su questo, però, c’è da ricordare che Lorenzoni non ha mai escluso di realizzare un’area di sosta, seppure piccola, alla Prandina. Scotti, però, si è anche spinta oltre: «In questi anni stiamo assistendo al proliferare in città di nuovi supermercati e centri commerciali. Sappiamo anche che il Comune può fare ben poco. All’amministrazione, però, chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti penso, per esempio, a quelli legati alla viabilità, per bloccare la nascita di nuovi insediamenti commerciali».

A gettare altra benzina sul fuoco ha provveduto anche Enrica Guzzonato che ha puntato il dito contro la liquidazione della Zip: «Su questa partita, dobbiamo avere la capacità di riconoscere il fallimento dell’amministrazione. Ciò che hanno fatto con il loro voto Camera di commercio e Provincia è di una gravità inaudita e il Comune non è stato in grado di opporsi. Qui in ballo ci sono decine e decine di posti di lavoro e la nostra zona industriale rischia di finire nelle mani degli speculatori». «Noi, però – ha aggiunto – vogliamo dare il nostro contributo organizzando un convegno per riflettere sul futuro del Consorzio».

LE INTESE A stemperare i toni è stata, però, Francesca Contarello. «Biso-

MA CI SONO ANCHE PUNTI A FAVORE: «BENE L’ESPERIENZA DEL NIGHT BUS, IL TRAM E IL RECUPERO DELL’EX MARCHESI»

Il Carroccio

Salvini il 10 al Geox con il presidente Zaia Il leader del Carroccio Matteo Salvini torna a Padova. «Lunedì 10 febbraio dalle 18.30 è in programma un grande evento del provinciale della Lega al Gran teatro Geox in via Tassinari 1 - ha annunciato ieri il commissario provinciale del Carroccio Filippo Lazzarin - L’invito è rivolto in particolare a tutti i militanti, sostenitori, simpatizzanti del movimento non solo della provincia di Padova». Oltre a Matteo salvini è atteso il governatore del Veneto Luca Zaia.

gna dire che sul fronte dei beni comuni si è lavorato proficuamente – ha spiegato – penso, per esempio, al recupero dell’ex Marchesi all’Arcella. Sullo sgombero della Clac dall’ex Macello, ribadiamo la nostra contrarietà. E’ positivo, però, che ora sia stata avviata un’interlocuzione con le associazioni coinvolte». «Noi rifiutiamo il ricatto della Regione che sostiene che chi è contro a questo progetto della nuova pediatria – ha tuonato, invece Paolo Pesiri – è contro i bambini e le loro famiglie. Molto semplicemente, il progetto proposto da Zaia non va incontro alle esigenze dei piccoli degenti, per questo noi siamo contrari. Vanno trovate delle soluzioni alternative e in tempi rapidi. Anche perché l’intervento non potrà essere realizzato prima di 4 - 5 anni». Sulla nuova Pediatria, a più riprese, però, il vicesindaco si è detto favorevole. Rampazzo, infine, dopo aver rivendicato i risultati portati a casa dall’amministrazione, ha sottolineato che nel caso in cui Lorenzoni dovesse “traslocare” in Regione, le deleghe dell’Urbanistica e della Mobilità, dovrebbero rimanere nell’orbita di Coalizione civica. Alberto Rodighiero

LA POLITICA Coalizione civica che in consiglio comunale sostiene il sindaco Giordani ha fatto un bilancio critico dei due anni e mezzo dell’alleanza

Al Comune l’asilo nido della zona industriale SCUOLE PADOVA La liquidazione della

Zip rischia di lasciare un’eredità molto pesante a palazzo Moroni. Non solo la grana politica con Coalizione civica che proprio non ne vuole sapere di dire addio all’ente che gestisce la zona industriale. A breve, infatti, la giunta Giordani rischia di dover accollarsi un asilo di cui non sentiva certo la mancanza. Parte integrante del Consorzio è, infatti, il Centro infanzia Zip di via Perù. L’avveniristica struttura voluta dall’ex presidente Angelo Boschetti per accogliere i figli dei lavoratori della zona industriale, al suo interno ospita un nido in grado di accogliere 42 bambini dai 3 mesi ai 3 anni e una scuola materna che mette a disposizione 37 posti. La struttura attualmente è gestita dalla Cooperativa Codess. In virtù della liquazione, però, uno dei tre soci pubblici dovrà accollarsi la struttura voluta da Boschetti. Dal momento che appare molto difficile che Provincia e Camera di commercio decidano di farsene carico, il centro per l’infanzia, alla fine, con ogni probabilità, entrerà a far parte del patrimonio palazzo Moroni. Peccato che l’amministrazione comunale ne farebbe volentieri a meno. A Camin, infatti, il Comune già gestisce direttamente il nido “Il Piccolo principe” di via Basilicata che accoglie 48 bambini. Sempre nel quartiere è presente anche la scuola materna paritaria “Sacro Cuore“ di via Piva. Insomma, i Servizi scolastici proprio non sentono la mancanza di una nuova struttura da gestire. Non solo l’asilo. La liquidazione della Zip sta, infatti, agitando, e non poco, la maggioranza che regge palazzo Moroni. Da una parte troviamo i centristi soprattutto della lista Giordani che approvano la linea del sindaco (favorevole alla liquidazione) e, dall’altra, Coalizione civica che, invece, non nasconde la sua contrarietà alla chiusura del Zip. In mezzo, come sempre, il Partito democratico che preferisce mantenere un profilo più che basso. A.R.

Il “re dei navigli” augura la morte al capo della Lega, polemica IL CASO PADOVA Chicco Contin augura la

morte a Matteo Salvini e Fabrizio Boron lo”impallina”. A far salire sugli scudi il consigliere regionale della lista Zaia è stato un post su Facebook del patròn dei navigli che, commentando le critiche al governo di Salvini sulla gestione del Coronavirus ha tuonato: «Visto che l’uomo non riesce a fermare questo povero scemo, ci sarà pur una mano divina che gli tappa per sempre la bocca... Non è possibile leggere e sentire ogni giorno le sue innumerevoli str…!”. L’ex assessore della giunta Bitonci è andato, così, alla carica. «Stavo pensando proprio ieri, leggendo le iniziative “green” e

di controllo previste durante lo svolgimento degli eventi lungo i “Navigli” di Padova, che, tutto sommato, Federico Contin, nel suo piccolo, ha anche idee intelligenti, notevoli e condivisibili – ha tuonato Boron - E’ quando apre la bocca per esprimersi su temi che non lo riguardano, che il palco precipita. Sarebbe più opportuno che tornasse a occuparsi di feste universitarie, baldoria e quanto altro». «Mettiamo un attimo da parte battute, sarcasmo e cotillon: la sinistra tutta, dai rappresentanti dei Comuni a quelli dalle Regioni, dalle sardine al governo centrale, parla tutti i giorni di antifascismo, di lotta all’odio, di eradicazione dei linguaggi estremisti dalle pagine social dei politici – ha rincarato la dose il presiden-

te della Commissione regionale Sanità - giusto lunedì si è ricordato, in occasione della Shoah, che l’uomo deve rimanere legato alla sua umanità e non diventare bestia. E questo “signore” cosa fa? Scrive un post su un canale social, seguito peraltro da giovani e persone di ogni età, con il quale augura la morte a Matteo Salvini». «Che bell’esempio di coeren-

CHICCO CONTIN SU FB: «UNA MANO DIVINA GLI CHIUDA LA BOCCA» BORON: «PENSI ALLE SUE BALDORIE, QUESTO È ODIO»

LA SCINTILLA Un post di Contin ha ricevuto la reazione della Lega

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za verso la cittadinanza – ha concluso Boron - Quando c’è gente così in giro, c’è poco da dire e poco da fare, probabilmente le sardine avranno già costruito un altare sacro con la foto di Contin. Ed io non intendo dare spazio a personaggi così più del dovuto. Però voglio essere chiaro, oggettivo e assolutamente fuori da faziosità di destra e di sinistra: poteva anche esserci chiunque altro, al posto di Matteo Salvini; ma chiunque fosse, qualunque essere umano fosse stato preso di mira, la morte non si augura a nessuno. Mai». Alle ultime elezioni amministrative, Contin si è candidato con la lista Giordani ottenendo 53 preferenze e non riuscendo, così, ad entrare in consiglio comunale. A.R.


XI

Mestre

Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Corteo funebre per gli alberi Decine di persone alla manifestazione di Altobello `La Municipalità: «Il Comune non ci ha informato» contro il taglio delle piante nell’area dell’Italgas I cittadini: «È come rivivere la fine di Parco Ponci»

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LA PROTESTA MESTRE Lo hanno chiamato “cor-

teo funebre” in memoria degli alberi abbattuti. Muniti di megafoni e striscioni ieri mattina decine di persone si sono radunate davanti ai giardini di via Costa per poi muoversi lungo via Altobello e camminare fino alla curva da cui prima si vedeva un boschetto e ora si vedono gli alberi appena abbattuti all’interno dell’area di Italgas. Alberi tagliati che si scorgono anche più a sud, da via Torino e lungo via dello Squero, proprio davanti ai condomini Ater. Una passeggiata appoggiata dalla stessa Municipalità di Mestre Carpenedo, organizzata in segno di protesta per quello che i partecipanti hanno definito “uno scempio” in terreni sui quali fin dagli anni ’60 i residenti hanno sempre rivolto grande attenzione perché considerato un oasi verde in mezzo al cemento.

ISTITUZIONI ALL’OSCURO E per chi ha preso parte alla manifestazione di ieri nessun piano di bonifica né il taglio delle piante malate poteva giustificare l’abbattimento di decine di alberi. «Nessuno ha spiegato le motivazioni di questo intervento, sappiamo che l’Amministrazione tratta solo con le parti interessate senza coinvolgere i cittadini, con il risultato che qui i residenti si sono trovati davanti al fatto compiuto – ha osservato Vincenzo Conte, presidente della Municipalità di Mestre Carpenedo - per questo ora faremo una verifica attraverso un accesso agli atti e vedremo se tutto quello che è stato fatto è regolare e se ora, a cose fatte, si può almeno mettere una pezza rimediando a questo enorme danno ecologico che è stato arrecato alla città». «Qui inizialmente il piano regolatore prevedeva un’area verde estesa da via Torino fino al Canal Salso – ha ricordato Michele Boato – poi con i Piani di intervento hanno diviso la zona e dato il

I RESIDENTI: «QUEST’AREA ERA DESTINATA A VERDE PUBBLICO E NON RISULTAVA AFFATTO INQUINATA»

permesso di costruire ed ora, pezzo dopo pezzo, dell’area verde non è rimasto nulla. Nessuno sa che ne sarà di questi terreni privati appena disboscati, probabilmente c’è un progetto di edificazione che nessuno ha mai potuto vedere. Hanno detto che dovevano bonificare l’area ma non si è mai visto da nessuna parte che una bonifica venga fatta tagliando gli alberi».

MESTRE Interviene il Comune

per cercare una soluzione al problema dell’ambulatorio di pediatria di Carpenedo assegnato in via provvisoria a un medico che riesce a garantire l’apertura solo due giorni alla settimana. Del caso sollevato della mamme costrette a lunghe attese telefoniche per prenotare un appuntamento o chiedere un certificato a un call centre di Schio, cui fa riferimento la pediatra che ha preso il posto della dottoressa Lucia Magagnato, in pensione dallo scorso ottobre, si sta occupando la consigliera comunale Deborah Onisto. Alcune famiglie si sono rivolte a lei

È mancato ieri, al termine di una malattia che lo ha consumato in poche settimane, Alberto Semenzato, una delle anime del Comitato “Mestre off limis” impegnato nella lotta al degrado in centro città. Dirigente dell’area manager della multinazionale Bayer, si era speso per promuovere la sicurezza e il decoro nell’area di via Carducci, dove aveva abitato a lungo.

LE TESTIMONIANZE «Sembra la ripetizione di quanto accaduto con il Parco Ponci – ha gridato una signora che risiede nel quartiere – hanno disboscato e distrutto questo pezzo di verde dove si era creato anche un micro-habitat di animali, siamo stufi di assistere al taglio degli alberi in una zona in cui d’estate si crepa dal caldo per tutto il cemento che c’è». «Sembra che il sindaco sia allergico al verde – le fa eco un’altra residente - basta guardare al disastro che hanno fatto in via Costa». Nell’aera compresa tra via Torino e via Altobello il Piano di coordinamento del 2010 prevedeva tre lottizzazioni ed ora i residenti temono che il taglio degli alberi sia l’avvio di una nuova cementificazione. «Abbiamo riscontrato un deficit di comunicazione da parte dell’amministrazione comunale che ha spiazzato i cittadini – commenta Carlo Pagan, segretario del Circolo Pd di Altobello – ed ora i residenti vogliono sapere cosa vuole fare la proprietà in un sedime molto esteso che va da via Torino fino al canal Salso e quali sono i piani futuri per quest’area strategica di Mestre che è parzialmente edificabile».

VERDE SCOMPARSO L’intera area del Piano di coordinamento si estende per 141.000 metri quadri mentre prima del taglio degli alberi il verde ad alto fusto era disseminato su un territorio di 20.000 metri quadri. «Il luogo dov’era il boschetto il terreno non era affatto inquinato e nel Contratto di quartiere del 2005 questa zona era destinata a verde pubblico – spiega il consigliere di Municipalità di Articolo 1 Lorenzo Visentin che ha organizzato la marcia di protesta – mentre ora per creare una nuova area verde cuscinetto ci vorranno almeno 20 anni». Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA

MANIFESTAZIONE Residenti e ambientalisti in corteo contro il taglio degli alberi nell’area Italgas di Altobello, (Nuove Tecniche/ Alessandro Scarpa) ora disboscata

per segnalare il problema, segnalato dal Gazzettino, che da settimane sta creando una situazione a dir poco paradossale: genitori costretti a contattare il centralino di Schio per un appuntamento a Carpenedo, mamme veronesi (dove risiede la pediatra “precaria”) in trasferta a Mestre e mestrini che fanno il tragitto opposto in caso di urgenze nei giorni in cui l’ambulatorio è chiuso. Per trovare una soluzione, la consigliera Onisto ha scritto al direttore generale dell’Ulss 3 Giuseppe Dal Ben, alla dirigente del distretto dell’Ulss Erika Sampognaro e all’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini. «Rilevo - si legge nella lettera - che ci sia la necessità di formulare quanto

Ma era noto anche nell’ambito dello sport: vespista appassionato, faceva parte dello Sci club Mestre e aveva organizzato ai primi di novembre la festa per i cinquant’anni del sodalizio. Lascia la moglie Paola e la figlia Anna. I funerali saranno celebrati mercoledì alle 14 nella chiesa dei Santi Patroni di Marcon.

TOPONOMASTICA UNA ROTATORIA INTITOLATA A LEITENBERGER

Al via i lavori per la riqualificazione del verde pubblico in viale Garibaldi AMBIENTE MESTRE Sono iniziati ieri i lavori di riqualificazione e ripristino del verde di viale Garibaldi, la strada alberata progettata a inizio Novecento da Napoleone Ticozzi. Un lavoro articolato, coordinato dall’assessorato all’Ambiente e dalla Direzione Progetti strategici, suddiviso in tre fasi. Prima di tutto verranno messi a dimora 42 giovani esemplari di tigli per sostituire le piante morte per cause naturali e non più sicure. Il passo successivo comporterà una potatura di conte-

nimento dell’intero viale di alberi, che interesserà un totale di 322 tigli lungo l’arteria principale e il filare di carpini della rotonda Garibaldi. A seconda delle necessità verranno utilizzate piattaforme aeree e la tecnica del “tree-climbing” e saranno privilegiati tagli di ritorno per evitare la proliferazione di rami con biforcazioni. Si stima che i lavori dureranno una ventina di giorni. Il terzo intervento consisterà nella riqualificazione dei parterre e delle tazze con aiuole, mediante la rimozione delle specie vegetali erbacee e arbustive presen-

ti, l’aggiunta di nuovo terriccio, concimi e pacciamature e la posa di nuove specie arbustive, erbacee perenni e graminacee. «I lavori di riqualificazione di viale Garibaldi – spiega l’assessore Massimiliano De Martin – sono solo una parte degli interventi voluti dall’Amministrazione per ripristinare il verde urbano in tutto il territorio comunale. Complessivamente, nelle aree verdi comunali, si stanno piantando in questi giorni ulteriori 200 nuovi alberi, di cui 91 a Venezia e Lido e 109 in Terraferma».

Pediatra “pendolare”, il Comune si appella all’Ulss SANITÀ

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prima alle stesse le dovute informazioni per permettere di usufruire di un servizio per i propri bambini, in particolar modo in un periodo come questo, sia per la stagione sia per il doveroso rapporto fiduciario che deve instaurarsi e permettere quindi le scelte migliori. In virtù della sempre proficua e positiva collaborazione tra amministrazione comunale e

LA CONSIGLIERA DEBORAH ONISTO CHIEDE UN CONFRONTO ALL’AZIENDA SANITARIA PER TROVARE UNA SOLUZIONE

CONSIGLIERA Deborah Onisto si appella all’Ulss 3

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azienda sanitaria, facendo riferimento all’assessore Venturini, chiedo ci sia quanto prima un incontro pubblico sia esso attraverso la commissione competente o presso l’azienda stessa per poter esplorare le possibili immediate soluzioni». La speranza è che il confronto possa portare a una soluzione del problema: per l’Ulss 3 lo scoglio è legato ai tempi necessari per il bando per l’assegnazione definitiva dell’incarico per l’ambulatorio di pediatria, in un’area densamente popolata e con un elevato numero di piccoli pazienti. Per i genitori, la possibilità di poter disporre di un pediatra a “chilometri zero” come avveniva fino a pochi mesi fa. (a.fra.)

È stataintitolata alla memoria di Maria Luigia Leitenberger la rotatoria all’incrocio tra via Vallenari, via Anselmi e via delle Messi a Bissuola. La cerimonia di intitolazione si è svolta venerdì mattina alla presenza dell’assessore alla Toponomastica Paola Mar, dei consiglieri comunali Giancarlo Giacomin e Alessio De Rossi, di una delegazione dell’Ordine delle professioni infermieristiche e di allieve e colleghe e di amici della Leitenberger. Maria Luiga Leitemberger è stata, nella sua lunga e intensa vita (era nata nel 1921 ed è spirata nel 2009) dapprima infermiera professionale e assistente sanitaria, poi insegnante, e infine fondatrice e direttrice della scuola professionale infermieristica e per assistenti sanitari di Mirano. È ricordata inoltre per aver messo le basi del volontariato organizzato a Venezia.

BISSUOLA APRE IL BAR INCLUSIVO AL PARCO Oggi, domenica, alle 11.30 riapre il bar nell’area della piscina del parco Albanese a Bissuola. Il progetto è condiviso tra la cooperativa S.Ar.Ha e la Polisportiva Terraglio in collaborazione con il Comune per il rilancio dell’attività di bar e piccola ristorazione collegato all’impianto natatorio del Parco Albanese gestito dalla Nuotatori Veneziani. L’attività del “Double C” avrà anche una forte vocazione sociale, essendo stata pensata per la massima accoglienza di disabili, anzianie bambini con l’obiettivo di tornare a farne quell’importante punto di aggregazione che è stato e che è nella sua natura essere.


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Treviso

Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Verso le elezioni

IN CORSA Dall’alto il sindaco di Montebelluna Marzio Favaro, uno dei possibili candidati della Lega; sotto il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni: in tanti lo vorrebbero candidato governatore

Regionali, big in campo sarà sfida tra sindaci Lega, Pd e FI si affidano agli amministratori in campo anche Favaro, Cappelletto e Chies `

I DUELLI TREVISO Una lista di amministratori, o comunque gente che un passato in amministrazione lo ha avuto con adeguato consenso, in grado di raccogliere voti un po’ in tutta la provincia. E un obiettivo chiaro: mandare un consigliere in Regione. Forza Italia, nella Marca, riorganizza le truppe. E si conta: «Chi doveva andarsene, lo ha fatto - sottolineano Duilio Vendramin e Giuseppe Maso, del coordinamento provinciale adesso vogliamo costruire una lista che ambisca a portare un nostro consigliere a Venezia. Cinque anni fa, purtroppo, non ne abbiamo eletto nessuno».

LE PROPOSTE A metà settimana il direttivo provinciale ha tratteggiato le

prossime mosse. La Marca è stata divisa in cinque settori, da qui dovranno uscire nove candidati. E Forza Italia ha chiesto ai propri big di scendere in campo. La posizione di capolista sarà riservata a Fabio Chies, sindaco di Conegliano, poi ci potrebbe stare il deputato Raffaele Baratto che ha dato la propria disponibilità a correre. «Ma non ci sarà spazio per i cavalli di ritorno. Chi in passato ha corso contro le liste di Forza Italia, magari con una civica», precisa Vendramin. Tra i nomi più accreditati per entrare in lista c’è quello di Davide Acampora, consigliere comunale di Treviso. A lui spetterà il compito di andare a caccia di voti nel capoluogo, dove la concorrenza si preannuncia agguerrita.

LA SFIDA Treviso, come al solito, sarà il

Anche Baratto pronto a correre per gli azzurri Dem divisi tra l’appoggio a Zanoni o a Lorenzoni `

La polemica Le Sardine a Fabrica la lite diventa “social” Scintille sui social tra il leghista Riccardo Barbisan e il segretario cittadino del Pd Giovanni Tonella. Barbisan è caustico nel commentare la visita dei fondatori delle “Sardine” a Fabrica: «La sinistra ha sempre odiato operai e piccoli imprenditori mentre si è sempre contraddistinta per l’amore verso i miliardari, le sardine non fanno altro che confermare questa tendenza». lL replica di Tonella: «Onestamente la sinistra è esattamente l’opposto di quello che dici tu».

fortino più conteso. Acampora si troverà davanti una batteria di candidati non da poco. In Lega sono almeno tre i nomi pesanti in ballo: il capogruppo in consiglio comunale Riccardo Barbisan, e consigliere uscente; l’assessore regionale Federico Caner e l’ex presidente di Ascotrade Stefano Busolin, che è di Paese ma andrà a pescare nel bacino trevigiano. Così come il vicesindaco di Quinto Mauro Dal Zilio, altro big in rampa di lancio. Il Pd, alle prese

FdI PUNTA SU CREA, TAVERNA E RAZZOLINI A TREVISO SFIDA TRA BARBISAN, CANER, BUSOLIN, CALÒ E ACAMPORA

con le tensioni interne dovute alla scelta del candidato governatore, pensa invece ad Antonio Calò, che alle ultime europee si è ben comportato dimostrando di avere il giusto consenso. Ma c’è anche chi sogna un profilo diverso, come quello di Paolo Pavan, docente di Ca’ Foscari. E poi c’è il caso Andrea Zanoni, consigliere uscente che divide animi e opinioni: sarà sicuramente in lista con l’appoggio di tanti militanti del capoluogo, ma 12 circoli del montebellunese lo vogliono candidato governatore con o senza primarie. Il resto del partito resta sull’appoggio ad Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova. E questa divisione alla lunga peserà. Anche i Dem punteranno su sindaci o ex importanti, due nomi: il primo cittadino di San Biagio Alberto Cappelletto e l’ex sindaco di Silea Silvano Piazza. Ma le liste

sono ancora lavorazione in un po’ tutti gli schieramenti. Nel Carroccio poi c’è da sciogliere il rebus sul numero delle compagini: due o tre? Intanto i candidati più gettonati restano sempre gli stessi, oltre ai già citati. Ci sono gli uscenti Gianpiero Possamai, Alberto Villanova, Silvia Rizzotto e Sonia Brescacin. E poi l’ex sindaco di Mogliano Giovanni Azzolini; l’ attuale sindaco di Montebelluna Marzio Favaro, l’ex sindaco di Motta e assessore provinciale Paolo Speranzon. In rampa di lancio anche l’ex sindaco di Codogné Roberto Bet, Paolo Mares, già primo cittadino a Castelcucco.

IN FERMENTO Sempre su Treviso ci sarà anche l’avvocato Fabio Crea, portacolori di Fratelli d’Italia, partito in ebollizione. Sebbene manchi ancora l’ufficialità, i possibili candidati sono già partiti con la campagna elettorale: il segretario provinciale Sandro Taverna e Tommaso Razzolini hanno già cominciato a esporre i propri manifesti; Luigi Susin ha lanciato una vera e propria campagna sui social entrando anche in argomento concreti come l’appoggio ai “truffati” dalla banche. E ben presto arriveranno anche gli altri da Marina Aliprandi, Nicole Bessega, Barbara Gardeman, Barbara Haas consigliere comunale a Villorba, Simone Colapietra, e l’ex sindaco di Vedelago Paolo Quaggiotto. Paolo Calia

Gazzabin punta su Arcade, a Spresiano centrodestra diviso COMUNALI TREVISO Cinque comuni, altrettante partite importanti da giocare. Accanto alle Regionali, il prossimo 24 maggio si andrà a votare anche per le amministrative. Occhi puntato sulla situazione di Castelfranco e Spresiano, i centri maggiori, ma attenzione anche a cosa accadrà a Chiarano (comune commissariato), Vidor (dove la corsa è paerta per prendere il posto di Albio Cordiali al secondo mandato) e Arcade. La novità principale arriva proprio da qui, da Arcade, dove la Lega è intenzionata a schierare come candidato sindaco Fabio Gazzabin, braccio destro del governatore Luca Zaia, da anni capo di gabinetto in tutte le sue avventure

(da assessore in Provincia, a vicepresidente della Regione con Giancarlo Galan, all’esperienza da ministro, fino al suo ritorno a Venezia) e adesso pronto ad andare in pensione. «Impossibile che se ne stia senza fare niente, lui è abituato a lavorare 30 ore al giorno», sorridono al K3 sicuri che la proposta fatta verrà accolta. Gazzabin non si sbilancia: «Ci sto pensando, dobbiamo ancora parlarci». Questa scelta risolverebbe un grosso problema alla Lega, alla ricerca di un candidato alternativo a Domenico Presti, sindaco uscente arrivato al secondo mandato e già rischierato come candidato nella vicina Spresiano.

SCINTILLE Proprio Spresiano presenta

una situazione completamente diversa. Il centrodestra diviso si guarda in cagnesco. Da una parte il primo cittadino uscente, Marco Della Piettra, sostenuto da Fratelli d’Italia e la civica d’area di Roberto Fava, uscito da Forza Italia e ora vicino al movimento di Toti. Dall’altra la Lega con Presti e che avrà il sostegno proprio di Forza Italia. Terzo incomodo il centrosinistra, che pe-

AMMINISTRATIVE: A CASTELFRANCO TORNA MARCON A VIDOR IL DOPO CORDIALI CHIARANO VUOLE USCIRE DAL COMMISSARIAMENTO

rò scioglierà le riserve sul nome del candidato solo la prossima settimana.

LA SVOLTA

RIFLESSIONE Fabio Gazzabin accanto al governatore Luca Zaia: sta valutando la proposta di correre come sindaco ad Arcade

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A Castelfranco invece è ritornato in corsa Stefano Marcon, sindaco a fine mandato e presidente della Provincia, che aveva annunciato il suo ritiro dall’attività politica per problemi personali per poi ripensarci. Scelta che ha dato nuovo slancio al Carroccio, che si è tolto un peso. Anche qui però il centrodestra rischia di correre diviso e questo a vantaggio di un Pd che sta riorganizzando le sue forze sotto la guida di Giovanni Zorzi, segretario provinciale Dem che ha preso in mano le redini della campagna elettorale. P. Cal.


IL GIORNALE DI VICENZA

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Domenica 2 Febbraio 2020

CRONACADIVICENZA Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: cronaca@ilgiornaledivicenza.it

GIUSTIZIA. I dati dell’attività investigativa vicentina sono stati presentati ieri in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Venezia. In aumento il “codice rosso”

Violenza sulle donne, un’inchiesta al giorno Uncentinaioicasidiabusisessuali esono10leindaginiperomicidio Rimanecostantelapiagadeifurti Cresceperòlalottaaireatitributari Diego Neri

Più di un caso di violenza contro le donne al giorno. È quanto emerge dall’attività della procura vicentina, presentata ieri a Venezia all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Uno dei dati più significativi è quello che riguarda i reati che oggi rientrano nel “Codice rosso”, che nel periodo di riferimento (primo luglio 2018 - 30 giugno 2019) non era ancora entrato in vigore. Nell’anno sono stati 10 i fascicoli aperti per omicidio volontario, altri 5 per tentato omicidio, e la maggior parte delle vittime sono state donne. Un numero che preoccupa, anche in relazione alla recente escalation di femminicidi in Italia, e a cui si aggiungono un centinaio di casi di violenza sessuale, e 180 per atti persecutori. Se a questi reati si sommano maltrattamenti in famiglia e lesioni, si comprende perchè l’ex procuratore Antonino Cappelleri, che ha scritto la relazione prima di lasciare Vicenza per Padova, abbia creato un pool di 5 magistrati per seguire le “fasce deboli”. Una scelta portata avanti dall’attuale procuratore Orietta Canova, che ha sempre coordinato l’area. CONTRO IL PATRIMONIO. Nel

Vicentino rimane alta la pressione della criminalità, soprattutto micro; il novero totale dei furti ammonta ad almeno una quarantina al giorno; 666 quelli in casa, uno su sei gli scoperti. Le rapine 169, le estorsioni 123.

Laprocuradeve affrontarenuovi carichidilavoro conunacarenza «larghissima» dipersonale

FISCO E BANCAROTTA. Un’al-

tra piaga per la provincia è l’evasione fiscale, ma la lotta a chi non paga le tasse è in aumento, come dimostra il numero dei sequestri per equivalente. Sono stati aperti 125 fascicoli per fatture false, 279 in totale per reati tributari; un centinaio quelli per bancarotta e falso in bilancio.

INFORMATICA. Uno stillicidio le truffe su internet, diverse centinaia; 86 le frodi, scoperte raramente, 45 i casi di accesso abusivo. ALTRI REATI. Una trentina le

inchieste per reati contro la pubblica amministrazione (quasi tutte per peculato), mentre sono 420 i fascicoli per droga. Le indagini per inquinamento restano numerose (208), al pari degli abusi edilizi (102). LEDIFFICOLTÀ. Oggi la procu-

ra è quasi a pieno organico come numero di magistrati, che hanno smaltito diverse pendenze (da 10.879 a 10.440), ma lavorando in un contesto reso molto difficile dalla «larghissima scopertura» dell’organico del personale amministrativo (manca il 25 per cento in una pianta assai insufficiente). Per questo Cappelleri e Canova hanno dato vita all’“ufficio affari semplicissimi”, che smaltisce i fascicoli subito archiviati, o trasferiti, alleggerendo il carico. Però l’attività è gravata dalla burocrazia legata al monitoraggio delle scadenze e dalle incombenze legate alle intercettazioni. «Ne consegue - scrive Cappelleri - un depotenziamento delle inchieste, in specie di quelle più complesse: una parte dell’azione viene virata al riordino formale dei casi meno importanti. Le innovazioni normative non hanno tenuto conto della necessità di aumentare le risorse umane». •

L’intervento «MAGISTRATIONORARI SITUAZIONEDI DISAGIO» «Daoltre unventennio le disposizioniche riguardanola magistraturaonorariaci confinanoinuna situazioneinvero peggiore diquella diun lavoratore innero».Lo ha detto ieri, in occasione dell’inaugurazione dell’annogiudiziario a Venezia,ilgiudice vicentinoLuigi Giglio, rappresentantedel VenetodellaFedermot. Gigliohaaggiunto: «Nell’attesacheinostri dirittipossano essere affermatiin sede sovranazionale,la categoriapermane inuna condizionidigrande vessazione,avendo quale unicacolpaquella dinon averepoteri fortialle spalle».Ilgiudice ha poi attaccatoil Governoche «nonè stato capacedi attrarrenelle postedi bilancio,che pure impegnanoperdiversi miliardilaspesa pubblica delpersonale giudiziario e dellamagistratura,la modestasommadi 100 milioniperun utilizzofull timeea condizioni dignitosedei magistrati onorari.Ilrispetto dell’equilibriodi bilancio è principiosacrosanto e insuperabile,ma come è possibilecheuno Stato capaceditrovaremiliardi dieuro periredditidi cittadinanzanon trovi100 milioniperrisollevare il gettitoerarialederivante dauna maggioreevasione delcontenzioso giudiziario?».Giglioha concluso:«Nonchiediamo alcunaparificazioneai magistratidiruolo o l’accessoallaloro carriera, macertamente rivendichiamoun grado adeguatodi tutele retributive,previdenziali, assistenzialie disciplinari checonsentadi vivere dignitosamenteilnostro impegnolavorativo».

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Via Pasubio, 68 Sovizzo (VI) Tel. 0444 877665

12 anni fa, un sogno e una scommessa personale: aprire la PRIMA agenzia di viaggi nel mio paese: SOVIZZO. Ora, posso solo che ringraziare: mio marito Mario, i miei genitori Annalisa e Renato e tutti i miei CLIENTI, non nego, che alcuni di loro sono più di questo!

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me ...tutti voai teaveatencocrraedufatoceinndo, grazie! e lo st

Lescarperosse, simbolodellalotta allaviolenza controledonne.Nel Vicentino laprocura apreun fascicolo algiorno. ARCHIVIO

L’APPELLO. Gliavvocati del Venetohannosegnalato il rischioparalisi

«PfaseBancapopolare Qui servono più giudici» Iltimore èquello cheil tribunalepossabloccarsi Riformadella prescrizione «Iprocessi? Inunlimbo» «Il rischio è la paralisi». Lo hanno sottolineato ieri, a Venezia, gli avvocati veneti parlando del tribunale di Vicenza alle prese con due maxiprocessi, rimarcando l’appello dell’Ordine vicentino e del presidente del tribunale stesso Alberto Rizzo. «Il tribunale di Vicenza - ha detto il presidente degli avvocati veneziani Giuseppe Sacco - deve fronteggiare due eventi che rischiano di farlo ricadere nella gravissima crisi in cui versava non meno di cinque anni fa. Come noto è in corso il processo contro gli ex vertici della Banca popolare di Vicenza in cui sono costituite 8.200 parti civili con più di 200 avvocati. Con tutta probabilità il prossimo anno si

L’exprocuratoreAntonino Cappelleri con l’attuale,OriettaCanova

procederà alla celebrazione del processo sui Pfas, con la plausibile costituzione di decine di migliaia di parti civili. Questi due processi, dall’impatto devastante per un tribunale di medie dimensioni come quello vicentino, debbono essere affrontati con provvedimenti immediati come

l’applicazione di magistrati extra-distrettuali per poter fare fronte al prevedibile “blocco” del settore penale del tribunale». Al momento, però, rinforzi non ne sono arrivati. E ieri si è ragionato a lungo anche di prescrizione, che oggi frena quasi la metà dei fascicoli che arrivano in Appel-

lo. La nuova disciplina sulla prescrizione «rischierà di confinare i processi in una sorta di eterno limbo, di violare il dettato costituzionale che ne impone invece la ragionevole durata, di far ricadere sul cittadino, (imputato o vittima) le conseguenze dell’inefficienza della giustizia, e sullo Stato la relativa responsabilità risarcitoria». Lo ha sottolineato la presidente della Corte d’Appello, Ines Maria Luisa Marini. La legge, ha precisato, «è apprezzabile perchè è finalizzata a “salvaguardare” l’attività svolta dall’intera “filiera” e a scoraggiare strategie dilatorie. Dovrà però essere contestualmente accompagnata dall’aumento delle “forze lavoro” (di magistrati e di personale amministrativo), dalla riforma delle procedure e da una intensa depenalizzazione. Diversamente avrà effetti dirompenti su gran parte degli uffici giudiziari, e tra essi, sulla Corte di Venezia, perchè l’impossibilità di continuare a beneficiare di migliaia di definizioni de plano per prescrizione causerà l’aumento esponenziale delle pendenze, rendendole ingestibili». • © RIPRODUZIONERISERVATA

LASENTENZA. Si era introdottonel negozio “Rosatea” invialeTrieste

Avevarapinatolafioreria Il giudice gli infligge 1 anno I suoi precedenti penali potrebbero riempire la pagine di un libro. Volume che adesso deve aggiornarsi visto che Alex Giovanditto, 42 anni, attualmente detenuto nella casa circondariale del quartiere San Pio X, l’altro giorno ha patteggiato un anno di reclusione e 300 euro di multa. Giovanditto, difeso dall’avvocato Rosanna Pasqualini, era finito a processo, davanti al giudice per l’udienza preliminare, Cristina Arban, per avere commesso una rapina

alla fioreria “Rosatea” di viale Trieste. La spaccata era avvenuta nell’agosto 2016. L’imputato si era introdotto nel negozio (in quei giorni chiuso per ferie) forzando, con una pinza multiuso, gli infissi dell’attività commerciale, cercando poi di darsi alla fuga gettandosi dalla finestra. Il proprietario dell’immobile, Riccardo Chimetto, che ospitava la fioreria, allarmato dai rumori che provenivano dal negozio era andato a verificare cosa stesse succe-

AlexGiovanditto

dendo imbattendosi quindi in Giovanditto. Che per garantirsi la fuga aveva anche minacciato Chimetto arrivando a puntargli un oggetto metallico alla gola. Il titolare dell’edificio aveva infatti intimato al rapinatore di fermarsi gettandosi poi su di lui per fermarlo. Erano poi intervenuti anche gli agenti delle volanti che avevano provveduto ad accompagnare il rapinatore al pronto soccorso considerate le sue condizioni dopo la caduta dalla finestra avvenuta mentre cercava di scappare. Denunciato per la rapina e per il possesso di oggetti da scasso, l’altro giorno Giovanditto ha patteggiato l’ennesima pena. • © RIPRODUZIONERISERVATA


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