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VENEZIA E MESTRE
Corriere del Veneto Martedì 23 Aprile 2019
Il 25 aprile
Tra due giorni si celebrerà il 74esimo anno dalla fine della seconda guerra mondiale e la sconfitta dal nazifascismo ma la «linea Maginot» della storia dell’Italia democratica nata dalla sconfitta di fascisti e nazisti è ancora un limite invalicabile e nei Comuni della provincia di Venezia si litiga come se fosse il primo giorno del matrimonio tra Repubblica e Nazione italiana. Con ampio codazzo di polemiche. Matteo Salvini con un tweet ha disegnato la frontiera («Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine nel cuore della Sicilia») e chi vuole intendere , intenda. Il vicegovernatore del Veneto Gianluca Forcolin ha inteso e dà il segnale ai sindaci di area: «Io non parteciperò quest’anno alle celebrazioni per motivi personali — spiega — ma francamente questi diktat che leggo da parte dell’Anpi (l’associazione dei partigiani, ndr) che minacciano le amministrazioni comunali di non partecipare alle celebrazioni se non gli fanno cantare “Bella Ciao”, francamente mi hanno stancato». Hanno stancato per prima l’Anpi, che non solo non minaccia di disertare le celebrazioni ma rivendica pure che l’argomento del 25 aprile «è la denuncia del nazifascimo», ricorda il presidente di Venezia Gianluigi Placella, non tanto «Bella Ciao», canzone popolare che dal 1947 è diventata un simbolo della cacciata del totalitarismo di destra e dopo 72 anni è ancora motivo di diatriba. «Quando si compiono sempre gli stessi errori e quando a questi non si rimedia, significa che sono progetti — dice Placella —. L’unico argine a questa deriva è la Costituzione, che impedisce di arrivare al diritto di parola da parte di forze violente
«Bella Ciao» divide ancora Diktat dei sindaci ad Anpi Forcolin diserta la piazza
VENEZIA
ad antidemocratiche». Si parlerà molto di Costituzione nelle celebrazioni di giovedì. Alle 10.30 la presidente Anpi di Mestre Maria Cristina Paoletti sarà a Jesolo, alle 11 la celebrazione a Mestre e alle 11,30 in campo del Ghetto Novo ci sarà il presidente emerito dell’associazione partigiani Carlo Smuraglia, classe 1923 (l’elenco completo delle cele-
brazioni nel comune di Venezia sul sito internet www.comune.venerzia.it). Il presidente provinciale Diego Collovini sarà a Mira e spiega qual è la ritualità su «Bella Ciao»: «Il presidente Carlo Azeglio Ciampi ad un quesito posto da Portogruaro rispose che, all’uscita del picchetto delle forze armate, era discrezione di ogni Comune decide-
re se farla suonare». Il «triangolo delle Bermude» in tal senso è il distretto Quarto D’Altino- Meolo-Marcon: l’anno scorso il coro dei bambini intonò «Bella Ciao» a fine celebrazioni, mentre i sindaci voltavano le spalle e se ne andavano. Loretta Aliprandi, sindaca Pd, si amareggiò per lo sgarbo. Marcon ( sindaco Matteo Romanello, Lega), Quarto ( sindaco Claudio Grosso, centrodestra) e Meolo, faranno celebrazioni ciascuno per conto proprio. «Io sì che farò cantare Bella Ciao — dice Aliprandi — È un canto popolare della Liberazione e la cacciata della dittatura è fondamento della Repubblica». Il sindaco di Quarto Claudio Grosso ha replicato il programma dell’ex giunta Pd senza «Bella Ciao» in scaletta. «Ma chiunque può cantarla — precisa — rispettando lo spirito democratico, senza pensare di imporre niente. Basta polemiche, la Costituzione dà dignità a ogni pensiero democratico». Monica Zicchiero
● Le celebrazioni San Marco, patrono e boccolo La rievocazione storica con la sfida tra i sestieri VENEZIA Un «Elogio a San Marco», per non dissociare la tradizione del bòcolo, che ogni 25 aprile viene regalato alla propria amata, alla ricorrenza del patrono di Venezia. Questo l’obiettivo sottolineato dal consigliere delegato alla Tutela delle tradizioni Giovanni Giusto, del cartellone di eventi in programma, all’insegna delle rievocazioni storiche. Alle ore 15.45 di giovedì ci
sarà la sfilata di 100 figuranti in uniforme d’epoca dei Reggimenti Treviso e Marini, partendo dalle colonne di San Marco e Todaro per poi raggiungere il palco sotto il museo Correr. Dopodiché vi sarà un quartetto d’archi con 3 fiati, diretti dalla maestra Cecilia Franchini del conservatorio Benedetto Marcello, con danze storiche del Settecento veneziano con abiti dell’epoca, seguito dagli
atleti della scuola di arti marziali venete che rievocheranno lo storico scontro sul ponte dei pugni tra Nicolotti e Castellani, con scene di combattimento con armi e a mani nude. Infine si esibirà il mezzosoprano Karine Ohanyan con l’attrice Elisabetta Bonazza, la quale racconterà in versi una storia simile a quella tradizionale sul bòcolo. Alle 17 a Palazzo Ducale, sarà conferito il
Il nuovo caso
Ricerche al pc per il figlio dipendente licenziato La data ● Il 25 aprile è la festa della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo ● E’ stata scelta quella data perché il 25 aprile del 1945 ci fu la simbolica cacciata degli occupanti da Milano, dopo che il comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia aveva diramato un dispaccio in cui li invitava ad «arrendersi o perire» ● Ogni anno però ci sono polemiche
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Premio San Marco alle eccellenze veneziane. “Il 25 aprile invito tutti gli uomini a comprare il bòcolo in negozi “ufficiali”, per poi raggiungere insieme San Marco e rievocare le nostre radici comuni — dice Giusto — non abbiamo liberato Piazza San Marco, ma riportato il buon senso». In passato non sono mancate tensioni tra centri sociali e gruppi di venetisti, che portavano la bandiera di San Marco di colore blu. «Le bandiere di colore blu – dice Giusto – fanno parte della storia di Venezia: il 25 aprile e la festa della Liberazione sono distinte, ma vengono fatte convivere con reciproca continuità». (c. ga.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da domani rivoluzione del mercato di Mestre. Iniziano i lavori della nuova struttura fissa asfaltato, della ex scuola De Amicis: eliminate le erbacce, i calcinacci e persino la cancellata, si spera così di iniziare il processo di recupero del complesso abbandonato. Una piccola rivoluzione che, seppur provvisoria, già spaventa i commercianti della zona e a cui tutti gli altri dovranno abituarsi, a cominciare dai passeggeri Actv. L’occupazione di via San Pio X obbliga infatti ben 12 linee a cambiare percorso: le linee 20, 21, 80, 31H, 32H e 9H in arrivo da via Castellana e dal Terraglio passeranno per via Circonvallazione, via Carducci, via Olivi e piazza XXVII Ottobre, da dove riprenderanno il regolare percorso (in sostituzione delle fermate di via San Pio X si sfrutteranno Circonvallazione-Olimpia, Carducci-Pascoli e Olivi-Mestrina); le linee 13, 48H ed extraurbane 5E, 6E, 8E e 8AE in arrivo da via Terra-
COMUNE DI VENEZIA
Direzione Servizi Amministrativi e Affari Generali Settore Gare Contratti e Centrale Unica Appalti ed Economato AVVISO DI BANDO DI GARA A PROCEDURA APERTA PER APPALTO DI LAVORI Il Comune di Venezia, Tel. +39 0412748546 – Fax +39 0412748626, bandisce la seguente: GARA N. 38/2019: RESTAURO E RISANAMENTO STATICO DEL COMPLESSO EX MANIFATTURA TABACCHI E RISTRUTTURAZIONE AD USO UFFICI GIUDIZIARI DI VENEZIA - II° LOTTO FUNZIONALE CIG 7839480F89). Importo complessivo dell’appalto (compresi oneri per la sicurezza e opere in economia): € 15.246.289,55 oneri fiscali esclusi. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12.00 del giorno 29/05/2019, esclusivamente tramite la piattaforma telematica attiva all’indirizzo internet https://venezia.acquistitelematici.it. L’avviso integrale è disponibile sui siti Internet www.comune.venezia.it/node/18919 e www. serviziocontrattipubblici.it. IL DIRIGENTE - Dott. Marzio Ceselin
VE
Agenzia Entrate
La De Amicis abbatte la recinzione, autobus deviati MESTRE Dodici linee autobus deviate su altri percorsi e la cancellazione delle strisce blu dei parcheggi a pagamento. Domani mattina, dopo mesi di confronti e ipotesi, i banchi del mercato settimanale non si posizioneranno più tra via Fapanni, via Lazzari e piazzetta Coin ma «invaderanno» anche via San Pio X, obbligando di conseguenza auto e bus a cercare altre strade nelle mattinate di mercoledì e venerdì, i giorni in cui si svolge il mercato. Il trasloco si è reso necessario per consentire ai venditori d e l m e rca to f i s s o d i v i a Fapanni, che presto sarà riorganizzato da Veritas e Insula, di lasciare campo libero alle ruspe e trasferirsi proprio dove fino alla scorsa settimana si piazzavano gli ambulanti. Da sottolineare lo spazio riservato ai venditori di scarpe, che guadagnano il cortile, ora
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glio, via Circonvallazione e via Castellana proseguiranno invece per via Torre Belfredo, viale Garibaldi e via Colombo (anche qui, in sostituzione delle fermate di via San Pio X, ci sarà Garibaldi-Municipio). Le deviazioni dureranno dalle 6 alle 15, in quella stessa fascia oraria saranno ovviamente anche vietati transito e sosta di auto private lungo via San Pio X. Le novità, comunque, non si fermano qui: sempre a partire da domani gli operatori giornalieri di vendita di fiori e piante, che solitamente prendevano posto in via Lazzari, saranno riposizionati in via Allegri, sempre come misura provvisoria; il farmer’s market del giovedì e il mercatino del biologico del sabato, invece, saranno allestiti in Riviera XX Settembre. Gi. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA
N
on era passato nemmeno un anno dallo scandalo che nel giugno del 2017 ha portato all’arresto di alcuni suoi colleghi, accusati di corruzione per aver «alleggerito» le sanzioni fiscali ad alcuni imprenditori in cambio di denaro. Lui non è stato coinvolto in quell’inchiesta ben più grave, ma forse anche grazie a una serie di controlli più stringenti degli audit interni dell’Agenzia delle Entrate si è scoperto che per anni – dal 2011 al 2017 – aveva effettuato degli accessi al sistema informatico (cioè all’Anagrafe tributaria) che non avevano legami con il suo lavoro d’ufficio, ma che poi sono stati collegati alla professione del figlio, che era revisore contabile: gli accessi infatti si riferivano ai clienti di quest’ultimo, di cui controllava le dichiarazioni e verificava i relativi versamenti. E per questo il dipendente dell’Agenzia Giacomo Maria De Vita nell’aprile del 2018 è stato licenziato e quel provvedimento è stato confermato prima in via d’urgenza, come prevede la riforma Fornero, e poi, nei giorni scorsi, anche in sede di opposizione da parte del giudice del lavoro Anna Menegazzo. Secondo le indagini, De Vita era entrato svariate volte per controllare la posizione di ben 53 persone, 47 delle quali erano seguite dal figlio come intermediario autorizzato. Lui aveva cercato di difendersi dicendo che erano accessi per motivi d’ufficio, ma non è riuscito a convincere il giudice. «Non era autorizzato ad acquisire notizie a favore di propri conoscenti o parenti, né di soggetti che si erano rivolti al figlio», scrive la dottoressa Menegazzo. Idem il fatto che quelle informazioni potessero essere considerate «non riservate», come aveva sostenuto il suo difensore. «Comunque questi le ha ottenute abusando delle proprie credenziali e per ragioni assolutamente personali», continua il giudice. La difesa aveva anche sostenuto che De Vita non aveva avuto alcuna finalità lucrativa, ma nella sentenza si dice che in realtà non è così: sebbene non fosse lui ad averne un vantaggio, ce l’aveva il figlio. Il giudice ricorda anche che la stessa Agenzia aveva emanato un regolamento interno in cui è scritto che l’accesso abusivo all’Anagrafe tributaria comporta una sanzione della sospensione fino a sei mesi, che però si aggrava fino al licenziamento nel caso in cui i dati così raccolti vengano diffusi all’esterno. Per cui è evidente che il comportamento del dipendente ha gravemente fatto venir meno il cosiddetto «rapporto fiduciario» con il datore di lavoro e dunque il licenziamento, che è la misura più grave, è stato un provvedimento adeguato. A. Zo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CRONACA VERONA
Martedì 23 Aprile 2019 Corriere di Verona
La lavatrice spaziale veronese conquista il titolo mondiale Successo in Texas per la squadra di robotica del liceo don Bosco
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Il docente I ragazzi sapevano di avere un progetto solido, ma non si aspettavano di sbaragliare tutti
VERONA Come
si lava un vestito nello spazio? Fare la lavatrice in assenza di gravità è altamente sconsigliabile. C’è c h i h a p e n s a to s i p o s s a «scomporre» un tessuto, passare un filo attraverso un composto, non liquido, che rimuova lo sporco e poi intrecciare nuovamente la fibra nella forma originale. Macchinoso? Forse, ma può valere la pena quando si è a migliaia di chilometri dalla terra e si hanno a disposizione pochi asciugamani. L’idea è già di per sé visionaria, metterla in pratica è ancora più difficile. C’è chi ha provato a testarla con un prototipo. Non sono scienziati, magari qualcuno di loro lo diventerà, intanto si accontentano di frequentare con profitto il liceo scientifico. E la loro intuizione è stata messa in pratica con tanto ingegno e qualche mattoncino Lego.È quello che prevedeva, del resto, la sfida della First Lego League, una competizione internazionale sotto l’egida del colosso che produce quelli che per i più piccoli possono essere semplici giochi, ma per i più grandi un materiale accessibile per produrre robot e ingranaggi complessi. Fatto sta che la «lavatrice spaziale» è piaciuta. Prima ai giudici italiani, poi a quello internazionale.
E, per la prima volta, una squadra italiana ha vinto la competizione a livello mondiale. È successo nel fine settimana, a Houston, Texas, città che è legata nell’immaginario collettivo ai viaggi nello spazio. La squadra di giovani ingegneri si chiama «iDB TechNo-Logic» ed è quella del Liceo don Bosco di Verona, sezione scientifico – tecnologica, che ha sbaragliato la concorrenza di 108 team
La due giorni
Torna il TedX veronese Tra gli ospiti il baby-dottore e il «custode» delle sementi I «talks»
● Tra gli ospiti il giovane scienziato Giuseppe Bungaro, il biologo norvegese Asmund Asdal, il fotografo Settimio Benedusi (foto) ● Tra i veronesi, terranno i «talk» Francesca Rossi, Evelina Tacconelli, Bruno Bertelli e Zeno Pisani
VERONA Giuseppe Bungaro è il più giovane
Alfiere della Repubblica Italiana con il merito di aver progettato, a 18 anni, uno stent coronarico che riduce i rischi post-operatori di pazienti cardiopatici. Asmund Asdal è il biologo norvegese che gestisce il deposito di conservazione del patrimonio genetico mondiale delle sementi. Settimio Benedusi è l’unico fotografo italiano ad aver firmato per sette anni le copertine di «Sport Illustrated». Sono solo alcuni dei dodici relatori che il 5 maggio saliranno sul palco della Gran Guardia per la quinta edizione di TedXVerona, l’evento-conferenza nato per diffondere idee di valore. «Zero, la libertà di essere» è il tema cardine del 2019. «Lo zero è un numero che simboleggia il cambiamento - spiega Francesco Magagnino, uno degli organizzatori - sopraffatti dai ritmi frenetici della modernità ci siamo interrogati sull’importanza di concentrarsi sull’essenziale, il punto di inizio, lo zero delle cose». I relatori veronesi di quest’anno sono Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici, Evelina Tacconelli, direttore della Clinica delle Malattie Infettive all’ateneo veronese, il creativo Bruno Bertelli, Alberto Mattiello, docente di Digital Innovation alla Bocconi, e Zeno Pisani, talent manager specializzato nella conduzione di trattative utili a portare celebrità ad eventi. Per il secondo anno consecutivo, quello di Verona sarà il solo Ted italiano ad articolarsi in due giorni. La conferenza del 5 maggio verrà anticipata da una giornata di laboratori, il 4: venti workshop sull’innovazione applicata a temi come fake news, smart cities e longevità. «Anche quest’anno per noi si rinnova la possibilità di ampliare l’evento attraverso laboratori che favoriscono la partecipazione - continua Magagnino - un’opportunità avuta dalla fondazione americana di Ted che premia le sezioni locali che propongono contenuti di grande richiamo». Camilla Pisani
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● La parola
FIRST LEGO LEAGUE Il First (For Inspiration and Recognition of Science and Technology) Lego League World Championship, è un campionato internazionale di robotica sotto l’egida della Lego rivolto agli studenti. Le finali si tengono a Houston in Texas.
provenienti da tutto il mondo e che, prima, aveva annichilito gli avversari delle altre scuole italiane. Un successo costruito anno dopo anno e – è il caso di dirlo – mattoncino dopo mattoncino. In tutto quello che hanno fatto gli otto ragazzi (Alessio Montignani, Beatrice Ligozzi, Camilla Salvagno, Filippo Oliosi, Maddalena Zuccato, Paolo Venturini, Pietro Formenti e Pietro Fornalè) c’è pochissima improvvisazione,
Trionfo La squadra dell’Istituto salesiano don Bosco che ha vinto il campionato mondiale della First Lego League a Houston in Texas con il progetto di lavatrice spaziale
e tanta preparazione. Giunti in quarta superiore, è il terzo anno che partecipano alla sfida. La prima volta si erano distinti a livello nazionale. La seconda, l’anno scorso, con un progetto ambientalista contro l’inquinamento dei mari, erano riusciti ad accedere alla finale, sempre negli Usa, a Detroit. Ma andarci non era alla portata di tutti, almeno dal punto di vista economico. Così si sono fatti avanti alcuni sponsor privati, che li hanno sostenuti anche quest’anno. E i risultati si sono visti, prima con una menzione speciale, adesso con il primo posto in assoluto. «L’emozione è stata grande per tutti – racconta Luca Zanetti, il professore che fin dal primo anno segue e accompagna la squadra – i ragazzi sapevano di avere un progetto solido, ma non si aspettavano di sbaragliare tutti». Come «premio» (anche se sarebbe successo in ogni caso), una gita a New York, prima di rientrare in Europa. Ai ragazzi sono arrivati i complimenti dell’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan: «Un risultato frutto di un duro lavoro», dice ricordando che il team aveva già ottenuto importanti risultati gli scorsi anni. «Quest’anno a Houston invece i giovani veronesi hanno sbaragliato su tutto: - sottolinea Donazzan - progetto scientifico, innovazione, programmazione, presentazione e lavoro di squadra. I ragazzi del Don Bosco hanno con onore rappresentato il Veneto e l’Italia tutta. Un risultato straordinario: il modello salesiano ancora una volta si riconferma un riferimento nel panorama del sistema educativo e formativo nazionale». Davide Orsato © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CRONACHE
Il caso di Riccardo Bruno
Martedì 23 Aprile 2019 Corriere della Sera
«Usate le scale, fa bene alla salute» Zaia e la crociata negli edifici pubblici Veneto, il presidente: avvisi (per legge) sugli ascensori come sui pacchetti di sigarette
In Puglia
40
anni è il periodo di attività superato dalla metà più anziana degli ascensori italiani, pari a 400 mila chilometri percorsi
19
anni è l’età media degli ascensori in Puglia, la regione che detiene il primato italiano degli ascensori più vecchi
Governatore Luca Zaia, 51 anni, presidente della Regione Veneto dal 13 aprile 2010, eletto per due volte con la Lega (Foto Ansa)
legge vera e propria, con pressanti consigli se non proprio divieti. «I genitori dovrebbero insegnarlo ai propri figli», aggiunge il governatore. L’obiettivo è il benessere individuale, ma anche la tenuta dei conti pubblici. «La nostra è una Regione che ha adottato tutte le buone pratiche nel settore della Sanità, ha introdotto soluzioni innovative, ha il tasso di ospedalizzazione più basso d’Italia, la chirurgia robotica è presente in tutti gli hub provinciali — elenca orgoglioso Zaia —. Ma possiamo fare molto altro per migliorare la salute». L’inattività fisica è considerata uno dei principali fattori di rischio e si stima che ogni anno nel mondo i morti superino i tre milioni. Qualche rampa in più non è la soluzione, ma può essere un inizio. «Come utilizzare la bici, oppure parcheggiare non proprio sotto l’ufficio, così siamo costretti a camminare un po’», conclude Zaia, che, nell’attesa dell’approvazione della legge, continua a macinare gradini. «Anche a Milano, alla presentazione della candidatura olimpica di Milano-Cortina, sono salito a piedi sulla Terrazza Martini. Sono arrivato con il fiatone, mi sono tolto la giacca e ho chiesto: era il quattordicesimo piano». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il mezzo moderno e la svolta del 1853 Nella prima metà dell’Ottocento nasce l’ascensore moderno. Ma la svolta si ha nel 1853: l’americano Elisha Otis deposita il brevetto che impedisce la caduta violenta della cabina in caso di guasti o rotture
1 Corriere.it Leggi tutte le notizie e segui gli approfondimenti sul nostro sito www.corriere.it
Il primo esemplare a New York Il 23 marzo 1857 viene installato e messo in funzione il primo vero e moderno ascensore per il trasporto di persone in un negozio di porcellane a New York, che viaggia alla velocità di 12 metri al minuto
Gioielli e Orologi XX Secolo 6 Maggio 2019 Four Seasons Hotel Milano
Trova nei rifiuti un gratta e vinci da 100 mila euro
CB studio
T
utti i giorni rovistava nei cestini della spazzatura vicino ai bar per controllare i «gratta e vinci» gettati via dagli avventori. Costanza che ha premiato — ha riferito ieri l’edizione online della Gazzetta del Mezzogiorno — un ex pescatore disoccupato di 50 anni che a Mola di Bari ha trovato, tra i rifiuti di una stazione di servizio, un biglietto con una vincita da 100 mila euro buttato da un giocatore sbadato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La storia
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L’
iniziativa politica nasce dall’esperienza personale. «A casa uso le scale. Un paio di rampe, in effetti poca cosa. Ma anche in Regione avrò preso l’ascensore non più di tre volte, gli uscieri mi sono testimoni». Se le grandi rivoluzioni partono da piccole azioni, la nuova battaglia di Luca Zaia, governatore veneto dal 2010, ha buone prospettive. «Lo so, qualcuno dirà che con tutti i problemi che ci sono io mi preoccupo proprio di questo. E invece è un gesto che non ci costa niente e che può portare grandi benefici». Premette che non ha nulla contro gli ascensori: «Al contrario, sono un elemento di civiltà, abbattono le barriere architettoniche. Però è anche vero che chi è nelle condizioni potrebbe tranquillamente farne a meno e guadagnarne in salute». L’idea prende spunto dai moniti sui pacchetti di sigarette. «Mi immagino una norma che imponga sulle porte degli ascensori degli edifici pubblici un cartello: sui quali va scritto non che nuoce alla salute, ma semmai che sarebbe meglio prendere le scale. È da un po’ che ci penso, è una forma di allenamento a portata di mano, e giorno dopo giorno alza il tuo target. La prima settimana i muscoli ti faranno male, accumulerai un po’ di acido lattico, ma dopo i risultati si vedranno: si bruciano calorie, si dimagrisce, si tonificano i muscoli e si allena il cuore». L’invito a non evitare le scale da parte di medici e sportivi è ricorrente. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda 30 minuti al giorno di attività fisica moderata (come una camminata veloce) e un’attività di potenziamento muscolare due o tre volte alla settimana. I gradini sono una sintesi semplice ed efficace. Diverse ricerche hanno provato a quantificare il numero minimo: 90 al giorno oppure, per chi ama l’impegno fisico, almeno 60 in 20 secondi. E Zaia non è il primo amministratore a porsi il problema. Nel 2013 la Regione EmiliaRomagna lanciò il progetto con locandine e depliant: «Le scale. Musica per la tua salute». Ma adesso si ipotizza una
Esposizione: Via Montenapoleone 9 dal 15 Aprile su appuntamento 2 e 3 Maggio ore 10:00/18:00 - 4 e 5 Maggio ore 15:00/19:00
L’esordio in Italia (nel 1870) In Italia il primo ascensore moderno per il trasporto delle persone viene installato nel 1870 e precisamente nell’albergo Costanzi di Roma. L’esemplare venne progettato dalle officine Stigler
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A Seul il più veloce al mondo: 35 km/h Dentro il grattacielo «Lotte World Tower» di Seul, Corea del Sud (555 metri d’altezza), si trova «Sky Shuttle», l’ascensore più veloce del mondo: dal 1° al 121° piano in un minuto alla velocità massima di 35,4 km/h
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MARTEDÌ 23 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
GIORNO&NOTTE
Appuntamento dal 27 aprile al 5 maggio: “Amici fragili “ presenterà cinque film dedicati al post tempesta Vaia
aperte le iscrizioni
Omaggio ai boschi al Trento Film Festival Una sezione sul rapporto tra uomo e alberi CINEMA E NATURA
Walter Musizza er il manifesto della 67ª edizione del Trento Film Festival, che si svolgerà dal 27 aprile al 5 maggio, lo spagnolo Javier Jaén ha ideato il viso di un uomo che assomiglia a una montagna e sopra il suo naso un altro uomo che guarda verso il cielo. Come hanno spiegato il presidente Mauro Leveghi e la direttrice Luana Bisesti, il significato è duplice: da una parte il rapporto tra uomo e natura ha precisi limiti che noi non dobbiamo superare rispettando la montagna, dall’altra questa resta il luogo in cui coltiviamo i nostri sogni e viviamo importanti prove fisiche e spirituali. Dati questi presupposti il festival non poteva certo ignorare il disastro di fine ottobre che ha colpito le nostre montagne, con milioni di alberi abbattuti. Ecco allora proposta una sezione speciale, con opere in grado di dar-
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Una scena del film “Wildland” di Alex Jablonski e Kahlil Hudson
domenica 5 maggio
Scoprire museo Cazzetta palazzo Chizzali e Andraz col Gruppo Archeologico CALALZO. Con la visita alle
strutture culturali e storiche programmate per domenica 5 maggio, il Gruppo Archeologico Cadorino prosegue la sua attività rivolta a far conoscere ai soci le ricchezze presenti sul territorio della parte alta della provincia. In questa occasione focus sull’Alto Agordino, con il museo “Vittorino Cazzetta” di Selva di Cadore; il Castello di Andraz e la casa Chizzali-Bonfadin, più conosciuta come Cèsa de Jan, di Colle Santa Lu-
cia. La gita seguirà la via tracciata dall’associazione “Trame di Storia” nel suo “Cultural Trail n° 1” . Il programma prevede la partenza alle ore 7 da piazza Vigo di Auronzo e alle 7, 30 dal piazzale Dolomiti di Tai. La prima tappa sarà alle 9.30, con l’arrivo al Museo Vittorino Cazzetta di Selva, dove la comitiva effettuerà la visita animata con dimostrazioni di scheggiatura della selce e lavorazioni preistoriche. Nel percorso saranno visibili
anche i nuovi allestimenti dedicati all’archeologia d’alta quota dal Neolitico all’Epoca romana. Dopo pranzo la comitiva arriverà a Colle Santa Lucia, dove ci sarà la visita guidata al Seicentesco palazzo Chizzali, antica sede amministrativa delle miniere del Fursil e ora sede dell’Istitut Ladin Cesa de Jan e al centro storico di Colle, noto anche per la bellezza del camposanto che circonda la chiesa e per lo straordinario panorama che è possibile vedere. Alle 15.30 partenza per Andraz, dove dalle 16 alle 17.30 sarà possibile visitare con una guida, il Castello di Andraz e il borgo di Cjastel. Alle 18, partenza per il rientro con arrivo previsto alle 19.30 a Tai e alle 20 ad Auronzo. La quota di partecipazione è di 60 euro e comprende anche il pranzo. —
ci esempi paradigmatici dei cambiamenti climatici in atto e di tante calamità sempre più ricorrenti in tutto il mondo. La sezione è intitolata “Amici fragili” ed è organizzata in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco: cinque film per una sorta di ricognizione sulla migliore produzione cinematografica recente, con al centro gli alberi e il rapporto che noi abbiamo coi boschi. Il primo film proposto sarà “Le Temps des forêts” (Francia, 2018) di François-Xavier Drouet, dedicato alle foreste francesi che stanno cambiando, strette tra meccanizzazione, monocoltura, fertilizzanti e pesticidi. Lo sfruttamento del legname sarà al centro di “Bamboo Stories” (Germania/Bangladesh, 2019), del pluripremiato regista Shaheen Dill-Riaz: il regista ci porterà nel mondo aspro degli uomini che lavorano da generazioni nei boschi e sui fiumi per consegnare in tempo il bambù ai grossisti della capitale Dhaka. Il terzo film sarà “Wildland” (Stati Uniti, 2018) di Alex Jablonski e Kahlil Hudson, incentrato sulla
minaccia forse più grande e comune che incombe sui boschi di tutto il mondo: gli incendi. Un dramma vissuto attraverso l’impegno di una squadra di vigili del fuoco. “Walden” (Svizzera, 2018) del regista, artista e coreografo Daniel Zimmermann proporrà in 13 impressionanti piani sequenza circolari il provocatorio trasporto di una partita di legname dalle Alpi austriache alla Foresta Amazzonica brasiliana. Infine “Acid Forest” (Lituania, 2018) di Rugile Barzdžiukaite ci mostrerà alberi ancora in piedi, ma comunque morti per l’aggressione chimica degli escrementi della colonia di cormorani che ha eletto un bosco della costa baltica a propria ideale residenza, facendone paradossalmente un’attrazione turistica tra le più visitate del paese. Ci sarà pure un cortometraggio, “Forest on Location” (Olanda/Germania/Polonia, 2018) degli artisti olandesi Persijn Broersen e Margit Lukács, ricostruzione digitale astratta della foresta vergine di Bialowieza, in Polonia. —
sedico
“Suoni e immagini”, domani concerto a Villa Patt SEDICO. Una serata dal titolo
“Suoni e immagini” dedicata a Ivano Battiston, uno dei più brillanti e conosciuti fisarmonicisti bellunesi. È in programma domani a Villa Patt, un concerto con musiche di Ivano Battiston. Il concerto sarà interpretato dall’ensemble di clarinetti “Il Fischio” che è diretto da Andrea Formentin, dagli allievi dell’accademia Gioacchino Rossini, coordinati da Fulvio Zanin e Svetlana Pletneva, dalla soprana Liana Maeran e dallo stesso Ivano Battiston, alla fisarmonica. Prima, alle 18, 30, la sala conferenze di Villa
Patt ospiterà l’inaugurazione di una mostra di Battiston dal titolo “Persone e luoghi”. Sempre a Sedico, venerdì alle 16 nella sede della protezione civile gruppo Alpini, a Peron di Sedico, aprirà “Immagini e documenti storici della prima metà del’900 dalle raccolte di Gianni Da Rold”. Verrà allestita anche un’esposizione di foto del gruppo Folk Peron dalla collezione di Gabriella De Poi “Roni”, Infine, sabato 27 alle 17, nella sede del Centro anziani Mas-Peron e dintorni verrà inaugurata una mostra di Renzo Miola. —
il viaggio
Amici delle scuole in rete a spasso per l’Europa BELLUNO. Nuovo viaggio in Eu-
ropa per gli Amici delle scuole in rete. L’associazione, che raggruppa ex studenti e adulti impegnati su vari temi di cittadinanza attiva, nei giorni scorsi ha organizzato il secondo viaggio alla scoperta delle istituzioni europee, proseguendo nel percorso di approfondimento in vista delle elezioni europee di maggio. Una cinquantina i partecipanti che hanno fatto diverse tappe. Prima visita è stata a
Francoforte per andare alla Banca centrale europea, poi Bruxelles per andare alla Commissione europea, la sede distaccata della Regione Veneto e il parlamento europeo. Dal Belgio si è poi passati all’Olanda nella città de L’Aia e più precisamente alla corte internazionale di giustizia. Poi trasferimento a Noodwijk al centro Estec ovvero il centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale. Infine la Germania con la storia me-
Foto di gruppo per i partecipanti al viaggio degli Amici delle Scuole in Rete
dioevale di Aquisgrana e poi i vari castelli del Reno. Infine Ulm con la sua cattedrale e il suggestivo castello di Neuschwanstein.
Gli organizzatori, Antonio Da Col, Giovanni Bino e Franco Chemello, ringraziano i partecipanti e sottolineano lo scopo raggiunto del diffonde-
re anche agli adulti l’educazione alla cittadinanza europea che già è proposta da tempo per gli studenti. — E. D. C.
Gli organizzatori
Gosèr Trail aiuta “Dolomiti Orizzonte Paralimpico” BELLUNO. Sono aperte le iscrizioni alla terza edizione del Gosèr Trail, la competizione di corsa in montagna “made in Tisoi” che si disputerà domenica 28 luglio e che sostiene il progetto “Dolomiti Orizzonte Paralimpico”, nato dalla collaborazione con Assi Onlus. Oltre che nella tradizionale gara da 17 chilometri, quest’anno ci si potrà cimentare anche in un percorso leggermente più facile, da 10 chilometri, con un dislivello positivo di 600 metri. «Abbiamo pensato anche a tutte quelle persone che vogliono cimentarsi sportivamente in una gara non troppo impegnativa come la 17 km», spiega il presidente dell’Asd Al Gosèr, Enrico Dal Farra, «ma allo stesso tempo che ripercorra lo stile del trail, correndo tra sentieri e tracciati in una splendida cornice naturale come quella offerta tra Tisoi e il Monte Talvena». Per tutto il mese di aprile sarà possibile iscriversi a un prezzo agevolato (14 euro per il Gosèr Trail da 17 km, 8 euro per la 10 km), accedendo alla pagina www.algoser.it/gara/iscrizioni. L’iscrizione al minitrail da 5 km, invece, potrà essere effettuata solamente il 27 e 28 luglio direttamente allo stand che verrà allestito a Tisoi. «Il progetto Dolomiti Orizzonte Paralimpico», spiega Eugenio Tramontin, vicepresidente del Gosèr, «è stato avviato per dare un senso alla nostra gara, affinché tutto il lavoro svolto in dieci mesi non termini con l’arrivo dell’ultimo concorrente, ma possa aiutare qualcuno nel concreto». Grazie al progetto, infatti, nella passata edizione è stato possibile acquistare quasi 3 mila euro di attrezzatura destinata in gran parte a bambini di 10 anni. «Solamente chi vive il mondo della disabilità», sottolinea Davide Giozet, segretario dell’Assi, «può comprendere come l’aspetto economico sia un grande scoglio, soprattutto quando si è giovani e le priorità sono altre. È difficile spendere qualche migliaio di euro per l’acquisto di protesi sportive, carrozzine o attrezzature che con il crescere dell’atleta devono essere modificate o addirittura sostituite». — N. P.
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CORTINA - CADORE
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il riordino sanitario
«Sono una malata psichiatrica Che succede ora che chiudono Pieve?» L’allarme di una utente: «Sul territorio siamo in 800» Il primario Candeago: «In montagna mancano specialisti»
Stefano Vietina PIEVE DI CADORE. «Non mi ver-
gogno di dire che sono una malata psichiatrica: siamo persone come le altre, ma più fragili». L’approccio è diretto, di quelli che ti lasciano senza parole. Un ottimo attacco per un articolo, viene da pensare. Ma queste parole, che arrivano via messenger, provengono da una vita di dolore. E non possono restare senza risposta. Dice infatti Maria (la chiameremo così per garantirle l’anonimato): «Sono una comeliana, leggo sempre quello che lei scrive, so che lei si è occupato anche dell’ospedale di Pieve. La novità è che da alcuni giorni hanno chiuso la psichiatria. Tra Cadore e Comelico gli utenti sono circa 800; resteranno attive sul territorio solo le visite a casa di personale qualificato, i medici faranno il possibile vedendo le persone nei loro studi medici, presso il Csm (centro di salute mentale, ndr) di Pieve di Cadore dove ci sono una psicologa, un assistente sociale e un centro diurno. Ripeto, 800 persone che, chi più chi meno, hanno bisogno di essere seguite, parlo perché sono
una paziente». Questo è il sommesso atto di dolore di Maria. Una vita di sofferenza che lei racchiude in poche righe. «Il disagio l’ho provato sulla mia pelle, ho fatto l’esaurimento da parto e da allora ho sempre avuto problemi. Non ho mai pensato di fare del male agli altri, ma a me stessa. Non mi vergogno di dire che sono una malata psichiatrica: siamo persone come le altre ma più fragili, non ho mai visto un menefreghista ricoverato, sono vi-
L’unità operativa è stata declassata da complessa a semplice cino a tutte le persone che soffrono, il dispiacere per questa chiusura è grande; ma se andiamo avanti così (e non è pessimismo) a Pieve resteranno il pronto soccorso ed il Suem. Ho ascoltato diverse lamentele, ma non possiamo farci niente, e non sappiamo neanche a chi dire grazie». Le parole di Maria squarciano un velo fatto di numeri, tabelle, soldi, investimenti (o tagli) per la sanità pubblica. Dietro a tutto questo ci sono però le persone. Persone
come Maria. Cosa sta avvenendo a Pieve? «In montagna si fa fatica a reclutare medici specialisti», spiega Fabio Candeago, primario dell’Unità operativa di psichiatria del Cadore «tanto che dopo gli ultimi due concorsi, gennaio 2018 e gennaio 2019, nessun collega ha accettato di venire a lavorare qui. Inoltre la nostra unità operativa è stata declassata da complessa a semplice e questo vuol dire che non servirà più un primario. Quando si accorpano i servizi (abbiamo oggi un unico dipartimento di salute mentale che copre tutta la provincia), la periferia ovviamente ne soffre». Ma i pazienti invece aumentano. «Da Cortina al Comelico trattiamo effettivamente 700/800 pazienti all’anno, con interventi ambulatoriali di vario tipo, alcuni assidui, altri sporadici. Perdiamo adesso i 6 posti letto per pazienti in fase acuta, ma potenzieremo il Centro di salute mentale con anche dei posti di Day Hospital territoriale, oltre al già esistente Centro diurno. Poi ad Auronzo sono attive due Comunità psichiatriche. Il problema dunque sarà limitato a coloro che avranno necessità di ricovero ospedaliero e dovranno andare a Belluno. Nella strut-
L’ospedale di Pieve di Cadore
tura piccola come la nostra, che basa il lavoro sulla qualità della relazione interpersonale, il paziente che si è sempre sentito accolto può darsi che adesso possa percepire una perdita di servizio». Quali forme di malattia trattate? «È chiaro che l’isolamento tipico della montagna possa acuire il malessere ed il disagio: trattiamo dai disturbi gravi di tipo psicotico, che non sono in aumento, ai disturbi della personalità, alle situazioni miste con uso di sostanze, e con danni importanti, ai disturbi affettivi, ansia, depressione». È quello che vive Maria, e che sintetizza in una sua lettera. «È tanto che non scrivo e so che mi fa bene mettere la sofferenza sul foglio, ti aiuta a superarla, e quanta dai 22 ai 54 anni. Parlo del male oscuro, depressione e altro che ancora oggi fa male, anche se a periodi. Ti passa con
dopo quattro mesi
Danni della tempesta Vaia Vodo ottiene tutti i risarcimenti VODO. Ottenuti tutti finanziamenti richiesti per ripristinare i danni dell’uragano di fine ottobre. «È un grande risultato», commenta il sindaco di Vodo di Cadore Domenico Belfi, «a quattro mesi dalla tempesta Vaia abbiamo tutte le risorse chieste per ripristinare i danni. Ora con la primavera partiranno i cantieri. Posso solo ringraziare il Governo per la tempestività e il governatore Luca Zaia per aver mantenuto le promesse e aver provveduto a girare ai Comuni i finanziamenti erogati dallo Stato». A Vodo vanno 176 mila euro, ossia la cifra richiesta, frutto della conta dei dan-
ni. Per ripristinare la frana scesa in autunno, sulla strada comunale che da Peaio sale a Vinigo, saranno investiti 106 mila euro. Saranno poi spesi 70 mila euro per la frana scesa in località Savine. «Aver ottenuto i contributi in maniera così celere», sottolinea Belfi, «ci consente di evitare di accendere un mutuo. Avevamo infatti pensato di accendere un mutuo per 95 mila euro per sistemare i danni causati dalla frana scesa in autunno, sulla strada comunale che da Peaio sale a Vinigo. Il lavoro è urgente dato che la strada dà accesso a case abitate e le opere si possono
Recupero di schianti nel lago
l’aiuto dei farmaci, lo sai che è là e che da un momento all’altro può arrivare. Quante persone ho visto in questi anni in ospedali vari con problemi diversi». «Tanti sensi di colpa verso i figli; e tu spiega che non c’eri perché non ce la facevi», prosegue Maria «e li hai dovuti sballottare di qua e di là; è difficile. E quanti avranno una storia di sofferenza come la mia! Non voglio fare la vittima, ma posso dire solo che non lo auguro a nessuno. Un piede ingessato si vede, il male che hai dentro no e dicono pure che lo fai apposta (chi non c’è passato). Quanta angoscia, quanti pianti e poi altro, provi a stare a casa, ma arriva il momento che proprio non ce la fai. Dicono che la sofferenza ti aiuta a crescere, non è così; nel mio caso un medico che ricorderò sempre, negli anni Novanta, telefonava a casa tutti i giorni, do-
po 3 mesi di ospedale, e l’ultimo medico mi ha fatto finalmente staccare il cordone ombelicale da mia madre (che io adoro), ma sono diciamo più indipendente. Un po’ di sano egoismo, questo mi sono sentita dire spesso dai medici, perché qualsiasi cosa detta fa male, siamo sensibili, facciamo da spugna e poi si scoppia. Gli eventi della vita come a tutti ti restano dentro e ti segnano. Si l’ho fatto, ho fatto anch’io (qui Maria intende il tentativo di suicidio, ndr); il Signore ha voluto che mi hanno preso in tempo non ricordo niente e per questo amo la vita, ma resto di sasso quando succede a qualcuno che non è così fortunato». «Sto bene in questi paesi che sono la mia terra dove conosco tutti», spiega Maria, «non vivrei mai in città. Ho finito il foglio e ne avrei di cose da scrivere». —
realizzare in questi mesi. Essendo però arrivato il contributo eviteremo l’indebitamento». Vodo, inoltre, come gli altri Comuni del Bellunese, investirà 70 mila euro che la Provincia ha destinato per interventi di dissesto alle unioni montane. L’uragano ha danneggiato anche la strada comunale che da Vodo sale a Zoppè di Cadore, nel tratto prima del torrente Boite. Qui il Comune investirà il contributo dell’Unione montana della valle del Boite. In tema di opere pubbliche aprirà a breve, entro metà maggio, il cantiere sul torrente Rudan per terminare le opere finanziate dalla Regione Veneto, sempre in tema di dissesto. All’amministrazione è poi pervenuto un contributo del Bim di 60 mila euro che sarà investito per co-finanziare la realizzazione della strada silvo-pastorale che da Vinigo sale verso l’Antelao. Il progetto complessivo ammonta a 212 mi-
la euro, e la Regione Veneto ha già stanziato 132 mila euro. Il Comune metterà la parte rimanente. «I lavori inizieranno entro ottobre», dichiara Belfi, «e il progetto prevede la creazione di una nuova strada che avevamo pensato prima dell’urgano, ma che dopo l’evento si è resa ancora più necessaria, in quanto nella zona ci sono numerosissimi alberi schiantati che vanno tolti e ai quali senza strada è quasi impossibile accedervi». Dal Governo, infine, è arrivato un contributo di 40 mila euro che è stato erogato a tutti i Comuni con meno di 2 mila abitanti con il vincolo di iniziare i lavori entro la metà di maggio. «Avevamo il progetto pronto per sistemare con asfaltature la strada che da Vodo porta a Zoppè di Cadore», conclude il sindaco, «e ora stiamo affidando i lavori entro i tempi previsti dal Governo per non perdere questo contributo. Le opere inizieranno a settimane». — Alessandra Segafreddo
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MARTEDÌ 23 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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La sfida delle elezioni europee
Le candidature a Strasburgo sgambetti e “fuoco amico” Nella Lega, grande favorita, malumore per l’esclusione dei consiglieri vicini a Zaia Pd, duello Variati-Moretti: rischiano entrambi. Per il M5S prova d’appello decisiva
luogo, e Alessandra Moretti, consigliere in Regione; il primo ha incassato la benedizione del segretario nazionale Zingaretti - al suo fianco nel lancio della campagna - e conta sul “partito degli amministratori”; Moretti replica con incursioni televisive graffianti che ne consolidano la notorietà. Né va trascurata Isabella De Monte, forte del sostegno compatto dei democratici friulani. UNA CRONISTA D’ASSALTO
Filippo Tosatto Un mese di campagna europea con i sondaggi convergenti nel delineare una mappa politica dai contorni già marcati, circostanza che alimenta il “fuoco amico” tra candidati della stessa lista. Decriptato dal politichese, a Nordest il 26 maggio promette una vistosa avanzata della Lega, un brusco calo del Pd rispetto al boom renziano della tornata precedente, un esame di maturità per i 5 Stelle a vocazione governativa che contenderanno la piazza d’onore ai dem, un autentico “test di sopravvivenza” per Forza Italia
azzannata al fianco dai famelici alleati di Fdi. BIZZOTTO- DA RE BLINDATI
Così, se i leghisti ambiscono a 6-7 seggi dei quattordici a disposizione, per i runners veneti, avvezzi alla parte del leone, la concorrenza è spietata, con Emilia, Friuli e Trentino cresciuti moltissimo da cinque anni a questa parte e decisi a conquistare una rappresentanza a Strasburgo. Blindata Mara Bizzotto, europarlamentare uscente, tranquillo anche il segretario regionale Gianantonio “baffo” Da Re (unico in lizza nella roccaforte trevigiana) nonostante l’irritazione dei consiglieri regio-
nali vicini a Luca Zaia, depennati in blocco dalla corsa elettorale e punzecchiati dal veterano di Vittorio Veneto («Non vedo dei Maradona rimasti in panchina... ») che non ha gradito il loro malcontento. Il governatore, pure intervenuto presso Matteo Salvini per scongiurare un clamoroso ridimensionamento della quota lighista, ha fatto buon viso a cattivo gioco - «Sono così bravi che vogliamo tenerceli stretti... » - ma gli esclusi potrebbero ricambiare la cortesia dirottando i consensi su altri sfidanti, magari Paola Ghidoni a Padova o Rosanna Conte di Caorle, mentre nel Veronese il giovane Paolo Borchia confida
nella longa manus dell’influente ministro Lorenzo Fontana. LA VARIANTE DE CASTRO
In casa dem, due seggi sembrano appannaggio in partenza del capolista romano Carlo Calenda e della vicepresidente dell’Emilia Elisabetta Gualmini. Il partito, ragionevolmente, mira ad una terza poltrona e la contesa si profila agguerrita: con l’ex ministro Paolo De Castro, assai radicato nel circuito agroalimentare (ha retto a più riprese le Politiche agricole) e renziano doc; con i due vicentini nemici per la pelle: Achille Variati, per dieci anni sindaco del capo-
Nell’arcipelago del M5S il voto d’opinione prevale largamente sul (gracilissimo) radicamento territoriale. Prevedibile il successo della capolista Sabrina Pignedoli, la giornalista di Reggio Emilia autrice di coraggiose inchieste sull’infiltrazione della ’ndragheta al Nord che le hanno valso un plebiscito on line; buone chance anche per l’uscente Marco Zullo, fiero animalista veronese di nascita e friulano d’adozione, e per la triestina Viviana Dal Cin. Ci proverà anche “Anthony” Candiello, alfiere della lotta ambientalista a Porto Marghera, ma la sensazione è che l’esito pentastellato sia legato soprattutto alle di-
Le aziende sono ancora in salute ma chiedono non solo di essere protette a livello europeo, ma di essere comprese
Nell’urna anche la frenata del Nordest così la politica dimentica le imprese L’INTERVENTO
MARIO POZZA*
L
iste e simboli per le europee depositati, ora attendiamo programmi credibili. Al momento, si leggono molti tic e altrettante ossessioni. Il centrosinistra sembra avere soltanto tre voci nella propria faretra: migranti, ambiente e diritti civili. Ora, rilevo che in tutta Europa il numero dei migranti rimane al di sotto del 5 per cento della popolazione; l’ambiente lo si affronta a partire dal terrore di fosche previsioni tutte da dimostrare e i diritti riguardano, anch’essi, una sparuta minoranza di cittadini italiani e continentali. I partiti di governo si dibattono in un estenuante litigio sull’universo mondo, gli uni alla ricerca di una purezza morale impossibile da raggiungersi per noi modesti mortali destinati, anche se dovesse andare in disuso, al purgatorio; gli altri a non far raggiungere il paradiso alle colonie di africani in fuga più dalla povertà che dalle guerre. L’inferno dei numeri rimane addosso alle quasi 500 mila aziende venete, come dimostrano gli ultimi dati appena sfornati da un rapporto Prometeia di cui non ho ancora riscontrato importanti reazioni da parte della politica nazionale e locale. Alla politica, infatti, sembra che della
vita delle nostre aziende importi davvero poco. Diciamo che l’identità economica rimane sullo sfondo. Invece, si tratta del centro della nostra vita comunitaria e ormai del futuro nostro, più che di quello dei nostri figli. Prometeia rivede al ribasso i dati economici nazionali: va bene, era previsto da tutti tranne che da chi se ne dovrebbe curare. Ma, di più, ricalcola in negativo anche quelli del nostro Veneto. Una frenata decisa, rileva l’autorevole istituto, che certo deriva da un rallentamento mondiale. In particolare Prometeia ci assicura che rallenterà il commercio globale, ma il fatto che l’economia veneta rallenterà nel corrente 2019 attestandosi su un debolissimo +0,3 per cento, contro lo 0,6 previsto a gennaio, dovrebbe farci tremare le vene ai polsi. La crescita rimarrà ferma allo zero virgola in tutti i settori e di pari passo andrà il mercato del lavoro. Solo le esportazioni hanno qualche numero incoraggiante, ma di sicuro saremmo dei folli se pensassimo di far gravare tutto il peso del nostro sviluppo sulle spalle di quegli eroi che, nonostante tutto, continuano a operare, spesso da soli, su mercati difficilissimi e scivolosi.Le cifre di Prometeia meriterebbero attenzione e analisi, prese di posizione e politiche adeguate soprattutto in ambito europeo. Eppure, rimaniamo scon-
fortati dalla disattenzione che è sempre più evidente. Non si tratta di giocare a chi sia più qualunquista nello sparare addosso ai partiti, ai movimenti e agli schieramenti. Si tratta di essere realisti e di difendere sul piano continentale una economia fatta da aziende ancora in salute che chiedono non solo di essere protette ma, di più, di essere comprese dalla testa dei nostri rappresentanti e infine di essere registrate sulla loro
La più macroscopica assenza riguarda una seria analisi sulle infrastrutture L’autonomia, risposta adeguata nel metodo e nel metodo, è ora ostaggio nel governo
namiche nazionali, ovvero alle capacità di recupero rispetto all’emorragia di gradimento che ha scandito fin qui la loro partecipazione al litigioso governo gialloverde del Paese. LO STRAPPO DELLA GARDINI
Tempi duri per Forza Italia, colpita dalla clamorosa defezione di Elisabetta Gardini alla vigilia della presentazione delle liste; dopo vent’anni di mandato europeo, la padovana - già prediletta dal Cavaliere - è trasmigrata in Fdi, scagliando contumelie all’indirizzo di Antonio Tajani. Che dire? L’alleanza con la Svp garantirà a Silvio Berlusconi una frazione di voto in più su base nazionale ma il prezzo sarà un seggio certo agli altoatesini né il ripescaggio di Irene Pivetti - collocata al terzo posto - desta particolari entusiasmi. Fratelli d’Italia, si diceva: Sergio Berlato, paladino delle doppiette, è realisticamente convinto di superare la soglia vitale del 4%; non così +Europa-Italia in Comune, con Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma, costretto a correre in salita. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
agenda. La più macroscopica assenza riguarda (ma da quanto tempo lo stiamo predicando inascoltati?) una seria analisi sulle infrastrutture. Dall’incompiuta del Mose, che se dovesse rimanere così sarebbe una lacerante sconfitta per tutti e non solo per i furbetti del quartierino, alla stupefacente assenza della tratta Verona-Padova sulla linea dell’alta velocità, fino all’ultimo umiliante schiaffo di Ferrovie al Veneto che produce e a cui è stato scippato un treno prezioso. La sensazione è che rimaniamo, in Veneto, il fanalino di coda di ogni politica di investimento. Possono diventare le Camere di Commercio volano per l’economia come prospettato dal vicepresidente Di Maio nei giorni scorsi nell’Assemblea Unioncamere? In tale occasione egli le ha ritenute indispensabili per sostenere le imprese nell’export, come pure ha riconosciuto grande valore ai progetti specifici su digitalizzazione, turismo e cultura, orientamento al lavoro che hanno sviluppato nell’ultimo triennio. Il sistema camerale, nonostante il disastro provocato dalla riforma Renzi è vivo ed è a disposizione. Insomma, rispondiamo: se voi chiamate noi ci siamo. Credo che l’autonomia potrebbe essere una risposta di metodo e di merito adeguata. Quell’autonomia che però, al di là delle promesse, sembra essere diventata un ostaggio con cui un governo a trazione diversificata continua a baloccarsi, immaginando che in Veneto abitino cinque milioni di stupidi. Alla fine di maggio avremo tra le mani una scheda elettorale. Speriamo non diventi inutile orpello di un sistema al tramonto. — * Presidente Unioncamere del Veneto BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Martedì 23 Aprile 2019
Città d’acqua Punta della Dogana sul bacino di San Marco, il cuore del centro storico di Venezia, città d’acqua
Venezia:«Aiutiperridurreidebiti? Grazie,maicontisonogiàinordine» «Salva Roma» esteso ai capoluoghi delle città metropolitane. Zuin: «Noi virtuosi» «Aiuti? Non li rifiutiamo, ma camminiamo tranquillamente con le nostre gambe», dice l’assessore al Bilancio di Venezia Michele Zuin. Poco importa quindi se il governo, per far «digerire» nel decreto legge per la Crescita la riduzione del debito di Roma (sono 12 i miliardi contratti dalla Capitale), vuole inserire tra coloro che beneficeranno degli aiuti anche i capoluoghi delle altre Città metropolitane, Ca’ Farsetti guarda quasi disinteressata VENEZIA
Assessore Michele Zuin al Bilancio
considerando che i debiti al 31 dicembre 2018 ammontavano a 243 milioni, sessantaquattro in meno (erano 307) rispetto a quattro anni fa quando fu eletto sindaco Luigi Brugnaro. Adesso il bilancio è in ordine, il debito cala ogni anno, Venezia ha liquidità di cassa e può programmare investimenti grazie anche ai fondi previsti dal Patto siglato ormai nel novembre 2016 tra il sindaco e l’allora premier Matteo Renzi. La settimana scorsa gli assessori dei comu-
ni capoluogo delle Città metropolitane (che rappresentano quasi il trenta per cento degli italiani) sono stati convocati per parlare proprio del decreto Crescita: l’idea è quella di rinegoziare i mutui con la Cassa depositi e prestiti, riducendo il tasso di interesse e allungandone la durata. «Va benissimo, non rinunciamo a niente, ma Venezia riesce tranquillamente a pagare i propri debiti — sottolinea Zuin — Per noi sono i numeri a parlare: assieme a Milano,
siamo stati riconosciuti come il Comune che ha il bilancio migliore». Non è trascurabile nemmeno che dei 243 milioni di debito rimasto, solo 81 siano stati contratti con la Cdp (un terzo) e quindi la rinegoziazione per Ca’ Farsetti avrebbe un impatto decisamente trascurabile considerando che il bilancio complessivo supera i 640 milioni. Il provvedimento invece risulta fondamentale per Roma ma anche per altre città italiane, soprattutto del sud Italia
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Zuin Noi e Milano con i bilanci migliori. Sia convocato il Comitatone
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che oltre ad essere ad un passo dal default, come Catania e Palermo, hanno anche una evasione quasi record per le tasse locali. Un esempio è dato dalla Tari, la tassa dei rifiuti. «Ci sono città — sottolinea l’assessore — con l’evasione che sfiora il 50 per cento, Venezia si assesta all’otto sulle singole bollette. E se consideriamo i successivi due/tre anni, tra richiami e procedure che adottiamo, arriviamo ad avere il 99 per cento dei pagamenti regolari». Piuttosto che la rimodulazione del debito Brugnaro e Zuin continuano a chiedere, invece, la convocazione del Comitatone che, tra le sue competenze, annovera anche la suddivisione dei fondi di Legge speciale per la salvaguardia della città. Sono 265 i milioni ormai stanziati da tempo, ma che senza l’ultimo «timbro» continuano a rimanere fermi nelle casse dello Stato. «Sono questi i veri fondi che aspettiamo — precisa Michele Zuin — il sindaco ha chiesto la convocazione del Comitatone in tutte le lingue, quei fondi, suddivisi in annualità fino al 2026, servono a Venezia, ma anche a Cavallino e Chioggia che ne sono beneficiari in maniera minore, e ai comuni della gronda lagunare». Qualche settimane fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti nella sua visita a Venezia aveva rassicurato Brugnaro sulla riunione entro l’estate. F. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Infrastrutture e territorio, il nodo politico VENEZIA Il binario morto su cui
si è arenata la Tav veneta è tutto romano. Ma è nel Veronese, snodo cruciale della linea ad alta velocità, che la politica, tutta al femminile per inciso, sta alzando la voce. Il braccio di ferro fra Lega e M5S si gioca sul quadruplicamento o meno della tratta veneta. I pentastellati, infatti, sperano ancora di portare a casa il potenziamento della linea storica come per la Venezia-Trieste. Questa puntata del feuilleton che inchioda il corridoio Mediterraneo giusto nel tratto in cui incrocia, a Verona appunto, il corridoio Scandinavo prende le mosse dal giallo sull’analisi costi-benefici sulla Brescia-Padova commissionata dal ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli al professor Marco Ponti. Interrogato una settimana fa in commissione Trasporti, il sottosegretario del Mit (ministero delle Infrastrutture e Trasporti) Michele Dell’Orco (M5S) negava l’analisi fosse pronta ma al Corriere del Veneto risulta che il dossier sia sul tavolo di Toninelli da più di un mese. A lanciare il primo j’accuse, nei giorni scorsi, la prima delle tre veronesi protagoniste, la deputata del Pd Alessia Rotta: «Ci risulta che l’analisi non solo sia pronta, nonostante Dell’Orco abbia negato in commissione, ma anche che tracci un bilancio negativo per 2 miliardi circa. È curioso, infine, che nel M5S si cominci a parlare con insistenza delle 309 prescrizioni soprattutto ambientali formulate dal Cipe». L’ipotesi è che la soddisfazione di alcu-
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L’assessore Linea storica ormai satura. Quadruplicamento necessario subito
Tav veneta, analisi pronta: negativa per due miliardi De Berti: «Inaccettabile» 309
Sono 309 le prescrizioni del Cipe sulla tratta fra Brescia e Verona, quasi tutte ambientali ma anche di adeguamento sismico
ne delle prescrizioni ambientali possa aiutare a far ingoiare il boccone amaro di un quadruplicamento su cui la Lega, in Veneto pare non transigere. Proprio in questi giorni un’altra veronese, la deputata del M5S Francesca Businarolo, già nota per aver eletto il proprio domicilio istituzionale in uno dei terreni espropriati per la Tav, ha postato una lunga nota: «Io sono da sempre contraria alla realizzazione del Tav Brescia-Verona. Chi mi conosce lo sa. Ebbene dopo tante mobilitazioni, ora
siamo di fronte ad una situazione nuova: infatti, nei giorni scorsi, il Governo ha reso noto che sono allo studio le soluzioni migliori per rendere più sostenibile ed efficiente possibile un’opera ereditata dal passato, ma che può ancora essere modificata in modo significativo». Il riferimento, ci spiega Businarolo, è «alle parole di Di Maio al Vinitaly, perché quelle 309 prescrizioni arrivano dai Comuni toccati, sono in gran parte ambientali e riguardano, ad esempio, l’adeguamento anti sismico dell’opera». Ponti, da parte
sua, si limita a un laconico: «Sì, al ministero si è in fase di analisi delle modifiche migliorative al progetto iniziale». Chi a Roma si è interessato delle sorti della Tav veneta si lascia scappare un «uno dei temi sul tavolo è ancora il potenziamento dell’esistente». La parte più difficile spetta ai pentastellati sul territorio, la deputata Arianna Spessotto valuta: «Non anticipo nulla, aspetto l’annuncio del ministero. Noi siamo sempre stati per il potenziamento della linea storica ma la Lega preme per il quadruplicamento».
Il quadro ● L’analisi costi-benefici sulla Tav veneta sarebbe sul tavolo del ministro Toninelli da più di un mese ● La mancata pubblicazione sarebbe legata all’esito negativo per circa due miliardi. ● Il rischio, alla vigilia delle Europee e con un clima già teso in seno al governo, è che si apra un nuovo fronte fra Lega e Movimento 5S
Che ormai non sia una battaglia combattuta in punta di fioretto bensì all’arma bianca è confermato dalla terza veronese sulle barricate: l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti: «Potenziamento della linea storica? Non esiste! E non esiste per un motivo: il potenziamento non risolve i problemi di saturazione della linea». De Berti, paziente tessitrice del difficile dialogo col Mit, ormai ha perso le staffe: «Basta una freccia in ritardo perché, a cascata, siano in ritardo i regionali e anche i treni merci. Le aziende a Transpotec mi hanno supplicato di risolvere il problema del trasporto merci. Su quella linea non ci sta neppure un treno in più! Vediamo di capirci: il quadruplicamento non serve tanto per la velocità quanto per separare i tipi di traffico. È fondamentale che la linea storica sia dedicata al trasporto regionale dei pendolari, si riuscirebbe così a potenziarla. Sulla nuova linea correrebbero le frecce e ci sarebbe lo spazio per i merci. Ci sono interventi possibili per risparmiare? Ci mancherebbe, siamo qui. Ma che la finissero con questo non decidere! Abbiamo perso un anno. Sarà bene che riparta la Brescia-Verona fermata dalle dichiarazioni a mezzo stampa più letali degli atti ufficiali e che si inizi a progettare i 45 km fra Vicenza e Padova. L’A4 è satura, un incidente al giorno, la ferrovia pure. Che cosa vogliono, il teletrasporto? Non c’è più tempo». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cadore Comelico
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Bidello licenziato: «Mi incateno» Il 60enne cadorino con sclerosi multipla, non idoneo al lavoro `Ha denunciato il preside che avrebbe cancellato alcuni decreti ora è senza entrate: si legherà per protesta all’ufficio scolastico Ma la dirigenza afferma: «Atto dovuto, procedura ineccepibile» `
Liberazione in memoria dei partigiani cadorini
PIEVE DI CADORE Bidello malato di sclerosi multipla licenziato due volte. Il lavoratore ha denunciato il preside e è pronto a incatenarsi a Venezia per protesta di fronte all’ufficio scolastico regionale. Un 60enne cadorino si ritrova senza lavoro e senza pensione con una figlia da mantenere. Ritiene di aver subìto un’ingiustizia e per questo si è rivolto alla Questura. Il provveditorato bellunese invece afferma che tutto è stato fatto correttamente “da manuale”: nel caso non avessero proceduto al licenziamento sarebbero finiti nei guai per omissione di atti d’ufficio.
CALALZO
LA STORIA Il collaboratore scolastico, dipendente del Cpia, centro formazione per adulti di Belluno, svolgeva attività nella scuola a Pieve di Cadore. Dopo le numerose assenze per la malattia è stato giudicato dalla commissione medica di verifica «non idoneo» in modo assoluto e permanente. Il 4 febbraio è stato risolto di diritto il rapporto di lavoro. Pochi giorni dopo però, il 12 febbraio, il bidello, che ormai era senza lavoro, è stato “licenziato” a far data dal 5 settembre 2017, per aver superato il periodo di assenze normali previste per malattia (non per la sclerosi multipla considerata grave patologia). «Sono stati cancellati i decreti della mia grave patologia e non riconoscendomi la grave patologia sono stato licenziato», denuncia il collaboratore scolastico, anche in una querela alla polizia ritenendo ci siano stati un presunto falso e presunte lesioni, visto che lo stato di salute si è aggravato. Ha dovuto lottare per avere il via libera all’accesso agli atti e per avere i vecchi decreti che sembrano spariti in quanto documentazione risalente nel tempo e sembra ormai annullata. L’uomo che sta cercando di ottenere al più presto la pensione di inabilità e ha scritto anche al governatore Zaia ed è andato dal Prefetto, ha già annunciato gesti eclatanti: «Mi incatenerò a Venezia, di fronte all’ufficio scolastico o sul ponte della Libertà: qualcuno mi deve ascoltare». Con il doppio licenziamento infatti oltre al danno la beffa: dovrà risarcire gli stipendi presi per circa 33mila euro e non avrà i contributi versati per quasi due anni.
L’UFFICIO SCOLASTICO Dall’ufficio scolastico territoriale il dirigente Gianni De Bastiani spiega: «Non sono due li-
IL CASO bidello con sclerosi multipla, assente dal 2015, licenziato dalla scuola per adulti: dovrà restituire 33mila euro e si ritrova senza soldi
cenziamenti sono due atti dovuti. La persona in questione era assente dalla prestazione lavorativa, in modo continuativo, dal 7 gennaio 2015. Aveva superato il periodo di comporto e questo ha come conseguenza di legge la verifica della capacità lavorativa del dipendente che è stato sottoposto a visita medico collegiale e visto l’esito di inidoneità si è proceduto all’esonero dal lavoro». Nella sua denuncia il bidello ha citato più volte il dirigente scolastico Gianni Maddalon, accusandolo di aver cancellato i decreti della grave patologia, che non prevede periodi di comporto. «Il dirigente scolastico - afferma De Bastiani - ha applicato la legge: i periodi di malattia dovuti a ricovero e a terapie non entrano nel periodo di comporto. Posso attestare che c’è stata correttezza dei procedimenti da parte del dirigente scolastico, Gianni Maddalon, ovvero il dirigente reggente, titolare a Treviso e reggente al Cpia di Belluno: la procedura è stata ineccepibile: sono atti dovuti. Il lavoratore è inidoneo a qualsiasi mansione: deve farsi seguire da un patronato, ci sono altri strumenti, la pensione o altro». Ma per la pensione i tempi sono lunghi e nel frattempo come mangia e come mantiene una figlia minorenne? Olivia Bonetti
Pronti ad una mobilitazione per sciare tra Padola e Sesto COMELICO SUPERIORE Una Pasqua arrabbiata, quella che si è vissuta a Comelico Superiore, discutendo sulle modalità di esprimere il disagio della popolazione, che attende da un decennio la realizzazione dell’impianto di collegamento tra Padola e Sesto Pusteria e invece constata che a Venezia e a Roma si fa di tutto per impedire questo progetto. E ciò che rende ancora più amara questa frustrazione è il confronto con ciò che accade nella vicina provincia di Bolzano quando si tratta di ottenere i permessi, anche in caso di parere negativo della Soprintendenza locale. Era accaduto per l’impianto di collegamento tra Signaue e Monte Elmo nel carosello di Sesto, quando una delibera della Provincia superò il parere negativo della Soprintendenza. Accade in queste settimane a Castelrotto per
la nuova cabinovia. Da anni il Comune chiede un collegamento funiviario tra la zona di Marinzen e l’Alpe di Siusi. Un modo per mettere in connessione diretta il paese con l’area sciistica sull’alpe. E finalmente la Giunta provinciale, pur con il voto contrario di un paio di assessori, ha espresso parere favorevole. A Comelico Superiore si vuole far pressione affinché la parole dei politici, tutti favorevoli a sostenere il collegamento, si traducano in atti decisionali che portino al definitivo avvio dei lavori. Dal comitato
RABBIA TRA LA GENTE DOPO LA BOCCIATURA DEL PROGETTO: «A BOLZANO SUPERANO ANCHE LA SOPRINTENDENZA»
popolare, che ha realizzato gli striscioni ed i volantini che hanno invaso tutti gli esercizi pubblici del comprensorio, è partito l’appello per organizzare una marcia di protesta che percorra la strada nazionale dal municipio di Candide alla partenza della seggiovia di Padola. In questi giorni si sta lavorando per l’ottenimento dei permessi necessari e poi verrà diffusa la data ed il programma, con relative adesioni. Verrà richiesta anche la partecipazione dei parlamentari bellunesi e degli assessori regionali, affinché sia reso visibile il legame che la gente del Comelico vuole constatare tra politica e realtà locale. C’è anche una parte della popolazione che vorrebbe restituire i certificati elettorali e disertare le urne il prossimo 26 maggio. Di sicuro in Comelico si sta vivendo una primavera molto agitata. Lucio Eicher Clere
E’ tutto pronto per la cerimonia del 25 aprile nella chiesetta di San Francesco d’Orsina a Calalzo dove si rinnova l’annuale appuntamento con la storia. L’invito a partecipare alla Festa della Liberazione è firmato anche quest’anno dai Comuni di Pieve e di Calalzo di Cadore. L’appuntamento è per le 10.30 quando sarà celebrata la messa alla quale seguirà la commemorazione del 74° anniversario della Liberazione. La chiesa di San Francesco d’Orsina, donata all’Associazione nazionale alpini dal maggiore Luigi Seracchioli nel 1931 per ricordare i volontari Alpini del Cadore e il 7° Alpini, è diventata anche un importante punto di riferimento per ricordare la Resistenza. All’esterno del sagrato infatti ci sono le lapidi in memoria dei partigiani della Brigata Calvi. Ed è soprattutto a loro che il Cadore dedicherà la festa della Liberazione. Dopo i saluti delle autorità, l’intervento ufficiale quest’anno sarà affidato da uno studente del liceo scientifico di Pieve. San Francesco d’Orsina è chiamata anche la chiesa degli Alpini. L’idea della donazione è nata dalla volontà dell’ufficiale di creare un sacrario dedicato ai Caduti del 7º, il reparto dove aveva combattuto. La chiesetta era diventata un rudere e dopo la donazione si rese necessario un accurato restauro. Al suo interno oggi ci sono due sarcofaghi in pietra. Contengono i resti dei cadorini caduti nelle battaglie del 1848 e del 1866, e la salma di un cappellano cadorino più volte decorato al valor militare: don Piero Zangrando. Sono ricordati anche i “Volontari Alpini del Cadore” che hanno combattuto nel primo conflitto mondiale. La chiesetta è uno dei rari esemplari di architettura gotica che esistano nel Bellunese. Fu fatta costruire, nel 1512, da Matteo Palatini di Pieve. (gb)
Ancora fuoco sul monte Carro: elicottero e uomini al lavoro anche a Pasqua `I focolai sono stati
spenti, ma l’emergenza resta ancora attiva SANTO STEFANO In attesa della copiosa pioggia, prevista in queste ore, le fiamme in Comelico, tra Presenaio e Sappada, domenica si sono riattivate. Richiamando subito all’opera i tempestivi volontari della squadra antincendio boschivo della protezione civile di Auronzo, i tecnici regionali e l’elicottero dei servizi forestali regionali. Il velivolo negli ultimi due giorni, ha fatto continuamente la spola tra il greto del Piave, per recuperare l’acqua della vasca di accumu-
lo, e la zona interessata dal rogo. Domenica è stata la fotocopia dei giorni precedenti, con i focolai spenti in serata e il sorvolo della zona con l’elicottero della Regione nella mattinata seguente. Ieri, soprattutto nel tardo pomeriggio, la colonna di fumo è tornata ben visibile, in particolare sul versante della montagna situata di fronte al paese di Presenaio, alle spalle del ponte Cordevole, che conduce ai primi tornanti per la Val Visdende. Il presidio da parte dei volontari antincendio boschivo auronzani è stato continuo. L’altro ieri l’impegno della protezione civile regionale è stato presente, oltre che in Comelico, anche a Tarzo, nel trevigiano, e in località Brussa, a Caorle. In
LE OPERAZIONI spegnimento domenica a Pasqua sul monte Carro
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tutti tre i casi ogni operazione si è svolta sotto il coordinamento della struttura tecnica della Regione Veneto, con i volontari e dei vigili del fuoco. «Un doveroso ringraziamento a tutte queste persone – ha affermato Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile – che anche nelle giornate di festa sono pronte ad intervenire per la nostra sicurezza». Un’attenzione che non è sfuggita a numerosi cittadini che pure, nei loro post sui social network, hanno rivolto un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorando nei giorni festivi e per l’assiduo impegno dimostrato nello spegnere le fiamme. Ieri l’incendio ha inanellato il quinto giorno di attività, sep-
pur non continuativa. Da giovedì, quando si è sviluppato nella fascia amministrativa del Comune di Santo Stefano, lungo il confine territoriale con Sappada, ha lasciato soltanto alcune ore di tregua, per riprendersi, ogni volta, a causa di alcuni focolai. L’incendio si era sviluppato giovedì pomeriggio, nell’area del cantiere della M.G. disgaggi di Mel, probabilmente per l’uso improprio di una mola a disco. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per incendio colposo, per ora senza indagati. Nella primissima fase ha costretto persino alla chiusura della sottostante strada regionale 355 Val Degano, riaperta soltanto venerdì a mezzogiorno. Yvonne Toscani
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Cadore Comelico
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Bidello licenziato: «Mi incateno» Il 60enne cadorino con sclerosi multipla, non idoneo al lavoro `Ha denunciato il preside che avrebbe cancellato alcuni decreti ora è senza entrate: si legherà per protesta all’ufficio scolastico Ma la dirigenza afferma: «Atto dovuto, procedura ineccepibile» `
Liberazione in memoria dei partigiani cadorini
PIEVE DI CADORE Bidello malato di sclerosi multipla licenziato due volte. Il lavoratore ha denunciato il preside e è pronto a incatenarsi a Venezia per protesta di fronte all’ufficio scolastico regionale. Un 60enne cadorino si ritrova senza lavoro e senza pensione con una figlia da mantenere. Ritiene di aver subìto un’ingiustizia e per questo si è rivolto alla Questura. Il provveditorato bellunese invece afferma che tutto è stato fatto correttamente “da manuale”: nel caso non avessero proceduto al licenziamento sarebbero finiti nei guai per omissione di atti d’ufficio.
CALALZO
LA STORIA Il collaboratore scolastico, dipendente del Cpia, centro formazione per adulti di Belluno, svolgeva attività nella scuola a Pieve di Cadore. Dopo le numerose assenze per la malattia è stato giudicato dalla commissione medica di verifica «non idoneo» in modo assoluto e permanente. Il 4 febbraio è stato risolto di diritto il rapporto di lavoro. Pochi giorni dopo però, il 12 febbraio, il bidello, che ormai era senza lavoro, è stato “licenziato” a far data dal 5 settembre 2017, per aver superato il periodo di assenze normali previste per malattia (non per la sclerosi multipla considerata grave patologia). «Sono stati cancellati i decreti della mia grave patologia e non riconoscendomi la grave patologia sono stato licenziato», denuncia il collaboratore scolastico, anche in una querela alla polizia ritenendo ci siano stati un presunto falso e presunte lesioni, visto che lo stato di salute si è aggravato. Ha dovuto lottare per avere il via libera all’accesso agli atti e per avere i vecchi decreti che sembrano spariti in quanto documentazione risalente nel tempo e sembra ormai annullata. L’uomo che sta cercando di ottenere al più presto la pensione di inabilità e ha scritto anche al governatore Zaia ed è andato dal Prefetto, ha già annunciato gesti eclatanti: «Mi incatenerò a Venezia, di fronte all’ufficio scolastico o sul ponte della Libertà: qualcuno mi deve ascoltare». Con il doppio licenziamento infatti oltre al danno la beffa: dovrà risarcire gli stipendi presi per circa 33mila euro e non avrà i contributi versati per quasi due anni.
L’UFFICIO SCOLASTICO Dall’ufficio scolastico territoriale il dirigente Gianni De Bastiani spiega: «Non sono due li-
IL CASO bidello con sclerosi multipla, assente dal 2015, licenziato dalla scuola per adulti: dovrà restituire 33mila euro e si ritrova senza soldi
cenziamenti sono due atti dovuti. La persona in questione era assente dalla prestazione lavorativa, in modo continuativo, dal 7 gennaio 2015. Aveva superato il periodo di comporto e questo ha come conseguenza di legge la verifica della capacità lavorativa del dipendente che è stato sottoposto a visita medico collegiale e visto l’esito di inidoneità si è proceduto all’esonero dal lavoro». Nella sua denuncia il bidello ha citato più volte il dirigente scolastico Gianni Maddalon, accusandolo di aver cancellato i decreti della grave patologia, che non prevede periodi di comporto. «Il dirigente scolastico - afferma De Bastiani - ha applicato la legge: i periodi di malattia dovuti a ricovero e a terapie non entrano nel periodo di comporto. Posso attestare che c’è stata correttezza dei procedimenti da parte del dirigente scolastico, Gianni Maddalon, ovvero il dirigente reggente, titolare a Treviso e reggente al Cpia di Belluno: la procedura è stata ineccepibile: sono atti dovuti. Il lavoratore è inidoneo a qualsiasi mansione: deve farsi seguire da un patronato, ci sono altri strumenti, la pensione o altro». Ma per la pensione i tempi sono lunghi e nel frattempo come mangia e come mantiene una figlia minorenne? Olivia Bonetti
Pronti ad una mobilitazione per sciare tra Padola e Sesto COMELICO SUPERIORE Una Pasqua arrabbiata, quella che si è vissuta a Comelico Superiore, discutendo sulle modalità di esprimere il disagio della popolazione, che attende da un decennio la realizzazione dell’impianto di collegamento tra Padola e Sesto Pusteria e invece constata che a Venezia e a Roma si fa di tutto per impedire questo progetto. E ciò che rende ancora più amara questa frustrazione è il confronto con ciò che accade nella vicina provincia di Bolzano quando si tratta di ottenere i permessi, anche in caso di parere negativo della Soprintendenza locale. Era accaduto per l’impianto di collegamento tra Signaue e Monte Elmo nel carosello di Sesto, quando una delibera della Provincia superò il parere negativo della Soprintendenza. Accade in queste settimane a Castelrotto per
la nuova cabinovia. Da anni il Comune chiede un collegamento funiviario tra la zona di Marinzen e l’Alpe di Siusi. Un modo per mettere in connessione diretta il paese con l’area sciistica sull’alpe. E finalmente la Giunta provinciale, pur con il voto contrario di un paio di assessori, ha espresso parere favorevole. A Comelico Superiore si vuole far pressione affinché la parole dei politici, tutti favorevoli a sostenere il collegamento, si traducano in atti decisionali che portino al definitivo avvio dei lavori. Dal comitato
RABBIA TRA LA GENTE DOPO LA BOCCIATURA DEL PROGETTO: «A BOLZANO SUPERANO ANCHE LA SOPRINTENDENZA»
popolare, che ha realizzato gli striscioni ed i volantini che hanno invaso tutti gli esercizi pubblici del comprensorio, è partito l’appello per organizzare una marcia di protesta che percorra la strada nazionale dal municipio di Candide alla partenza della seggiovia di Padola. In questi giorni si sta lavorando per l’ottenimento dei permessi necessari e poi verrà diffusa la data ed il programma, con relative adesioni. Verrà richiesta anche la partecipazione dei parlamentari bellunesi e degli assessori regionali, affinché sia reso visibile il legame che la gente del Comelico vuole constatare tra politica e realtà locale. C’è anche una parte della popolazione che vorrebbe restituire i certificati elettorali e disertare le urne il prossimo 26 maggio. Di sicuro in Comelico si sta vivendo una primavera molto agitata. Lucio Eicher Clere
E’ tutto pronto per la cerimonia del 25 aprile nella chiesetta di San Francesco d’Orsina a Calalzo dove si rinnova l’annuale appuntamento con la storia. L’invito a partecipare alla Festa della Liberazione è firmato anche quest’anno dai Comuni di Pieve e di Calalzo di Cadore. L’appuntamento è per le 10.30 quando sarà celebrata la messa alla quale seguirà la commemorazione del 74° anniversario della Liberazione. La chiesa di San Francesco d’Orsina, donata all’Associazione nazionale alpini dal maggiore Luigi Seracchioli nel 1931 per ricordare i volontari Alpini del Cadore e il 7° Alpini, è diventata anche un importante punto di riferimento per ricordare la Resistenza. All’esterno del sagrato infatti ci sono le lapidi in memoria dei partigiani della Brigata Calvi. Ed è soprattutto a loro che il Cadore dedicherà la festa della Liberazione. Dopo i saluti delle autorità, l’intervento ufficiale quest’anno sarà affidato da uno studente del liceo scientifico di Pieve. San Francesco d’Orsina è chiamata anche la chiesa degli Alpini. L’idea della donazione è nata dalla volontà dell’ufficiale di creare un sacrario dedicato ai Caduti del 7º, il reparto dove aveva combattuto. La chiesetta era diventata un rudere e dopo la donazione si rese necessario un accurato restauro. Al suo interno oggi ci sono due sarcofaghi in pietra. Contengono i resti dei cadorini caduti nelle battaglie del 1848 e del 1866, e la salma di un cappellano cadorino più volte decorato al valor militare: don Piero Zangrando. Sono ricordati anche i “Volontari Alpini del Cadore” che hanno combattuto nel primo conflitto mondiale. La chiesetta è uno dei rari esemplari di architettura gotica che esistano nel Bellunese. Fu fatta costruire, nel 1512, da Matteo Palatini di Pieve. (gb)
Ancora fuoco sul monte Carro: elicottero e uomini al lavoro anche a Pasqua `I focolai sono stati
spenti, ma l’emergenza resta ancora attiva SANTO STEFANO In attesa della copiosa pioggia, prevista in queste ore, le fiamme in Comelico, tra Presenaio e Sappada, domenica si sono riattivate. Richiamando subito all’opera i tempestivi volontari della squadra antincendio boschivo della protezione civile di Auronzo, i tecnici regionali e l’elicottero dei servizi forestali regionali. Il velivolo negli ultimi due giorni, ha fatto continuamente la spola tra il greto del Piave, per recuperare l’acqua della vasca di accumu-
lo, e la zona interessata dal rogo. Domenica è stata la fotocopia dei giorni precedenti, con i focolai spenti in serata e il sorvolo della zona con l’elicottero della Regione nella mattinata seguente. Ieri, soprattutto nel tardo pomeriggio, la colonna di fumo è tornata ben visibile, in particolare sul versante della montagna situata di fronte al paese di Presenaio, alle spalle del ponte Cordevole, che conduce ai primi tornanti per la Val Visdende. Il presidio da parte dei volontari antincendio boschivo auronzani è stato continuo. L’altro ieri l’impegno della protezione civile regionale è stato presente, oltre che in Comelico, anche a Tarzo, nel trevigiano, e in località Brussa, a Caorle. In
LE OPERAZIONI spegnimento domenica a Pasqua sul monte Carro
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tutti tre i casi ogni operazione si è svolta sotto il coordinamento della struttura tecnica della Regione Veneto, con i volontari e dei vigili del fuoco. «Un doveroso ringraziamento a tutte queste persone – ha affermato Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile – che anche nelle giornate di festa sono pronte ad intervenire per la nostra sicurezza». Un’attenzione che non è sfuggita a numerosi cittadini che pure, nei loro post sui social network, hanno rivolto un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorando nei giorni festivi e per l’assiduo impegno dimostrato nello spegnere le fiamme. Ieri l’incendio ha inanellato il quinto giorno di attività, sep-
pur non continuativa. Da giovedì, quando si è sviluppato nella fascia amministrativa del Comune di Santo Stefano, lungo il confine territoriale con Sappada, ha lasciato soltanto alcune ore di tregua, per riprendersi, ogni volta, a causa di alcuni focolai. L’incendio si era sviluppato giovedì pomeriggio, nell’area del cantiere della M.G. disgaggi di Mel, probabilmente per l’uso improprio di una mola a disco. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per incendio colposo, per ora senza indagati. Nella primissima fase ha costretto persino alla chiusura della sottostante strada regionale 355 Val Degano, riaperta soltanto venerdì a mezzogiorno. Yvonne Toscani
III
Primo Piano
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Discarica di Torretta, la Procura di Verona vuole vederci chiaro Il fascicolo sugli effetti del sito sulla qualità dell’acqua nelle falde è stato riaperto grazie alle “pressioni” polesane `
no, senza mezzi termini, un’autentica minaccia ecologica.
SINDACI IN TRINCEA ROVIGO Ancora una volta viene disatteso e resta inascoltato lo studio prodotto dalla consulente scientifica in materia ambientale Marina Lecis sulla discarica di Torretta, l’impianto di Legnago sorto nel 1968 sull’ex alveo del Tartaro ai confini con Bergantino e Castelnovo Bariano. Lo studio della professoressa Lecis ha mostrato nelle vicinanze della discarica la presenza, in concentrazioni oltre la soglia consentita, di sostanze come ferro ed arsenico nelle acque della falda e in quelle utilizzate per l’irrigazione. Nell’acqua di falda è stata trovata una quantità importante di Pfas e di cobalto. Inoltre è stato presentato un esposto alla Procura di Verona da parte di Massimo Biancardi, sindaco di Castelnovo Bariano, comune del rodigino toccato dalla discarica.
INCHIESTA APERTA
INCHIESTA Sopra e nella pagina a fianco, due strade bianche di Trecenta nelle quali sarebbero avvenuti gli sversamenti di materiali nocivi e il leader nazionale dei Verdi Angelo Bonelli
Inizialmente sembrava che il fascicolo d’indagine venisse archiviato per il mancato riscontro di elementi penalmente rilevanti, ma successivamente il giudice per le indagini preliminari ha deciso per un sup-
Rotatoria Buso-Sarzano bloccata dalla nuova “valutazione ambientale» NUOVA ROTATORIA ROVIGO L’attesa per la realizzazione della rotatoria tra Buso e Sarzano sarà ancora lunga. Il nuovo intoppo riguarda la “Vas”, la Valutazione Ambientale Strategica, che dovrà essere eseguita da un esperto esterno al Comune e il cui costo non è ancora possibile né quantificarlo né sostenerlo a causa delle ristrettezze economiche a cui è sottoposto Palazzo Nodari.
BANDO REGIONALE Nell’estate del 2016 l’Amministrazione Bergamin aveva deciso di partecipare a un bando regionale per fondi da destina-
SI ALLUNGANO I TEMPI PER LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI INCROCI SULLA STRADA DIRETTA AD ADRIA
re alle infrastrutture. Con l’elevato numero di incidenti automobilistici che avvengono sulla strada regionale 443 in direzione Adria, dove si incontrano le strade dirette alle due frazioni, la Giunta aveva deciso di realizzarvi una rotatoria. La risposta dalla Regione è arrivata nel luglio del 2017 e da allora è stato detto a più riprese che i lavori sarebbero partiti a breve. Invece solo lo scorso novembre l’ex assessore al Lavori Pubblici Antonio Saccardin, interrogato sul perchè non fosse ancora partito il cantiere a due anni dal progetto, ha rivelato che ci sarebbe voluto ancora parecchio tempo (la sua stima dell’epoca era di circa un anno). Già una prima complicazione sulla fattibilità del progetto è stata la presenza delle condotte idriche e del gas, perché si rende necessaria una modifica delle tubature, i cosiddetti “sottoservizi”, ed è un costo che ha aumentato la cifra complessiva a carico del Comune per la realizzazione della rotatoria (il cui costo complessivo si aggira sui 720 mila euro).
VALUTAZIONE AMBIENTALE La novità più recente, ora, è quella della valutazione ambientale, una procedura burocratica che va a “migliorare” la più nota Via (Valutazione d’ Impatto Ambientale), finalizzata ad integrare considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi di sviluppo urbanistico per migliorare la qualità decisionale complessiva. Sostanzialmente, la valutazione serve ad avere un parere
EX ASSESSORE Gianni Saccardin ha seguito l’iter del progetto
sull’opera da realizzare in considerazione dell’evoluzione della zona circostante e del resto della città. Per fare questa operazione il Comune si deve rivolgere ad un professionista esterno, il cui costo non è attualmente quantificabile con precisione. Proprio il fattore economico rallenta l’opera, visto che all’epoca non era stata vincolata una cifra per svolgere questa valutazione ambientale. Una volta fatta, la Regione Veneto avrà 90 giorni di tempo per rispondere: se dovesse andare bene la valutazione, il progetto approderà in consiglio comunale, altrimenti andrà fatto un altro passaggio burocratico ancora più complesso. Alla luce di tutto questo, l’ipotesi dello scorso novembre di Saccardin, oggi candidato sindaco di Presenza Cristiana, rischia di rivelarsi fin troppo ottimistica: sarà difficile vedere le ruspe in azione a metà del prossimo autunno. Alberto Lucchin
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EMERGENZA AMBIENTALE
PROTESTE L’area di Torretta
plemento d’indagine affidato ora ad un altro sostituto procuratore, il dottor Gennaro Ottaviano. La magistratura veronese vuole dunque continuare a indagare su di una discarica che alcuni definisco-
L’IMPIANTO DI LEGNAGO È PROPRIO DI FRONTE AGLI ABITATI DI BERGANTINO E CASTELNOVO
Entro due anni, intanto, in Italia, non solo dell’Alto Polesine, non sapremo più dove mettere la spazzatura. Tutte le discariche del Paese saranno sature. Quelle del Centro, in realtà, lo saranno tra meno di un anno, mentre in diverse aree del Sud è già emergenza. È questo l’allarme contenuto nel rapporto presentato a Roma da Fise Assombiente. «In Italia – si legge – si producono ogni anno 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e circa 30 di rifiuti urbani». Di queste, finiscono a riciclo, rispettivamente, soltanto il 65 e il 47 per cento. Per far fronte al pericolo, lo Stato dovrà «riconsiderare la gestione delle discariche, facendo riferimento solo a impianti moderni e sostenibili cui destinare esclusivamente le frazioni residuali trattate». Per mettere in pratica un vero modello di economia circolare è «imprescindibile realizzare le condizioni per chiudere il cerchio della gestione rifiuti. Ovvero aumentare il riciclo e il recupero energetico, così da minimizzare l’uso delle discariche». Annalisa Boschini
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Rovigo
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
“Pedalate lente e cordiali” alla scoperta del territorio `Una ventina in media soci dell’associazione, ma aper- il suo bosco biologico ripensato appuntamenti sono ripresi con
i partecipanti alle iniziative della Fiab AMICI DELLA BICI ROVIGO La Fiab Amici della Bici
di Rovigo ha colto nel segno: le pedalate “Lente e cordiali” sono riuscite, nell’edizione 2019, a portare tanti appassionati dell’aria aperta e dell’ambiente a contatto con la natura e con i luoghi suggestivi del Polesine. Una proposta ormai consolidata e attesa che Fiab propone ai
ta a chiunque voglia scoprire il Polesine inedito e ricco di tesori. In questa edizione primaverile, Fiab ha scelto quali mete piccole aziende agricole, realtà poco note ai più ma molto interessanti sotto vari profili. Il primo appuntamento, il 9 febbraio, ha portato a raggiungere Pontecchio per visitare le numerose ville rurali: una visita prettamente culturale condotta da Giuseppe Segato, cittadino appassionato della storia del suo paese. Il 16 febbraio meta della pedalata è stata l’azienda agricola Fattoria Corte Veneziana a Canale di Villadose con
come attività agricola, che accoglie asini, mucche, galline, maiali. Come terza uscita i partecipanti delle “pedalate” cordiali si sono recati a San Martino di Venezze all’azienda agricola Le Barbarighe, specializzata nelle coltivazione biologiche di grani teneri, farro, orzo, segale e avena, grano saraceno e mais.
ESCURSIONE FOTOGRAFICA Costante l’adesione alle uscite, sempre oltre una ventina i soci presenti che sono continuate fino a metà aprile. Dopo la pausa del 2 marzo, infatti, gli
una speciale pedalata tutta in ambito urbano. Il 9 marzo, il gruppo si è cimentato in una escursione fotografica. E’ stata poi la volta della visita ad altre aziende agricole come il Birrificio 1058 a Canaro il 16 marzo, che ha riservato una speciale ospitalità e una graditissima degustazione. Ancora, il 23 marzo, le pedalate lente e cordiali si sono spinte fino a Villanova del Ghebbo alla Corte dei sapori e ai suoi salumi. Infine, il 13 aprile, la visita all’azienda biologica Gli orticelli di Giulia ad Adria, ha concluso l’iniziativa riservando ai partecipanti il gusto
TUTTINBICI Un’uscita della Fiab
del pane fatto in casa e i tanti prodotti dell’orto. Tutte le uscite, oltre al loro interesse intrinseco, hanno inteso valorizzare il territorio polesano e le sue eccellenze in agricoltura e, allo stesso tempo, promuovere l’uso della bicicletta per la sua capacità di essere leggera e quindi rispettosa dell’ambiente e per quella sua particolare caratteristica di creare socialità. Queste iniziative raccontano un approccio alla vita, tutto in bici, appunto lenta e cordiale. Le “pedalate lente e cordiali” verranno proposte anche nel mese di ottobre. Elisabetta Zanchetta
Sanità: «Troppo spazio ai privati» `In Quinta Commissione regionale prosegue il confronto Per la consigliere regionale Bartelle la percentuale di posti letto in Polesine in strutture non pubbliche è del 30% anche oggi sull’assetto ospedaliero della provincia di Rovigo `
La Liberazione sfratta le bancarelle dalla piazza
SANITÀ ROVIGO Le proteste su quanto pre-
visto dalle nuove schede di dotazione ospedaliera, in Polesine, in questi ultimi giorni, sono state forti ed articolate, in particolare per il “taglio” subito dall’ospedale di Adria. Nel frattempo, la Quinta commissione regionale, che si occupa di sanità e di sociale e che sta discutendo sulla proposta formulata dalla Giunta, nella seduta di giovedì 18 aprile ha completato le audizioni con i cosiddetti “soggetti portatori di interesse”. E proprio su quanto accaduto in quell’occasione interviene la consigliera polesana, ex Movimento 5 stelle oggi di Italia in comune, Patrizia Bartelle. In particolare, la consigliera Bartelle ribatte a quanto sostenuto davanti alla commissione dal rappresentante dell’Aiop, Associazione italiana ospedalità privata del Veneto, rinfocolando così lo scontro sullo spazio occupato dai privati nella sanità pubblica veneta e, di conseguenza, anche polesana.
MERCATO ROVIGO Il mercato di giovedì 25
POSTI LETTO Il casus belli, in questo caso, riguarda i posti letto messi a disposizione dei privati e per i quali il pubblico, ovvero la Regione, paga. «Il rappresentante dell’Aiop – esordisce Bartelle ha voluto precisare che i posti letto privati in Veneto sono solo il 15% del totale regionale e quindi sono solo il 50% della media nazionale, quasi a dire che il privato nella Sanità veneta ha poco spazio». In pratica, secondo le stime della consigliera, i posti letto privati in Veneto sono al di sotto della media nazionale. Praticamente la metà rispetto al resto d’Italia. Secondo la consigliera Bartelle, il problema va affrontato a livello di singole aree territoriali: «Si è però scordato di dirci – sottolinea in riferimento a quanto spiegato dal rappresentante dell’Aipo - che questo 16% di privato si concentra soprattutto nelle province di Verona e Rovigo dove, in rapporto al numero di abitanti sul totale regionale, diventa ben più del 16% e supera di molto la media nazionale del 30%. In sostanza, vi sono due territori in cui il privato ha un ruolo preponderante,
A PREOCCUPARE SONO I TAGLI PREVISTI PER GLI OSPEDALI DI ADRIA E TRECENTA, OLTRE AL MANTENIMENTO DEI SERVIZI DI BASE
STRUTTURE IN CONVENZIONE La Casa di Cura di Porto Viro, che opera in convenzione con il servizio sanitario, e la consigliere regionale Bartelle
ma mentre i cittadini veronesi non sembrano soffrirne, i polesani non accettano lo smantellamento progressivo degli ospedali pubblici e difendono con forza Adria e Trecenta, bastonati dalle schede di Zaia a favore dei privati di Rovigo e di Porto Viro».
Dai Templari polesani 25 quintali di alimenti per poveri e bisognosi
MEDICI DI BASE
SOLIDARIETÀ
Gli strali della Bartelle vengono poi scagliati proprio in direzione del governatore Zaia «che, sempre in quella audizione, a domanda sul tema ha risposto che il privato è pronto a farsi carico anche della Medicina di base che la Regione ha deciso di esternalizzare a società private, di fatto delegando al profitto anche la sanità territoriale». Dal canto suo, l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin ha ribadito che «le schede ospedaliere tengono conto dei parametri nazionali e della situazione reale di bisogno e occupazione. L’analisi generale ci conferma che la dotazione esistente è in linea con le necessità del territorio. Nel quadro complessivo regionale, infatti, va tenuto presente il riconoscimento di aree disagiate alle province di Belluno, Venezia e Rovigo». Proprio oggi è in programma una nuova seduta della V commissione regionale nella quale proseguirà l’esame delle schede ospedaliere. Francesco Campi
ROVIGO Si è chiuso sabato, con una
visita agli ospiti dell’Iras, il Progetto solidale Pasqua 2019 che i Cavalieri Templari della Nova Militia Christi della Precettoria di Rovigo hanno organizzato per essere ancora una volta a fianco delle persone sole e in difficoltà: a loro hanno consegnato 2.500 chilogrammi di generi alimentari, verdura e abbigliamento, frutto della carità dei Cavalieri, delle Dame e dei Novizi del Polesine. «Per queste festività abbiamo scelto, una volta di più, di essere a fianco dei fratelli meno fortunati, su tutti bambini e anziani poveri, soli, abbandonati e malati, vittime privilegiate della povertà - spiega Raffaele Mautone, priore delle Tre Venezie - con un importante Progetto solidale, suddiviso in quattro distinti interventi, nel tentativo di alleviarne le difficoltà, almeno per la Pasqua». Il primo intervento è stato a sostegno delle attività solidali dei frati benedettini olivetani di Lendinara,
dei frati francescani di Rovigo e di alcuni sacerdoti del Polesine, come don Virgilio Poletto, don Gianni Vettorello a Rovigo e don Peter Onyenso a Lendinara. La Precettoria di Rovigo si è rivolta inoltre ad associazioni locali che assistono famiglie in situazioni di disagio, come il Centro per la Vita di Rovigo e la Casa famiglia di San Cassiano diretta da suor Emanuela Sanna. La visita agli ospiti dell’Iras di Rovigo, per lo scambio di auguri e il consueto “taglio dell’uovo con la spada”, ha chiuso il progetto ma «il nostro impegno contro la povertà - conti-
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nua Mautone - non si fermerà alla Pasqua e continueremo a seguire la comunità polesana, intervenendo tutte le volte che ce ne sarà bisogno. I Cavalieri Templari, come un tempo erano schierati a difesa dei pellegrini in Terra Santa, oggi sono sempre in prima linea a difesa delle fasce più deboli della società». Nei primi mesi di quest’anno sono già stati 35 i “piccoli” interventi a sostegno di famiglie in difficoltà, con l’aiuto di amici e simpatizzanti rodigini, come la Unicarton di Danilo Tosato. N.Ast.
aprile trasloca da piazza Vittorio Emanuele II al Corso del Popolo, nel tratto compreso tra via Laurenti e via Ponte Roda. La decisione è stata presa dal Comune in vista delle celebrazioni dell’anniversario della Liberazione, previste come ormai da tradizione per quella data di festa nazionale. Si viene così a replicare lo stesso schema della scorsa vigilia di Natale, quando il mercato era stato trasferito per esigenze legate alle manifestazioni natalizie, solo che in quella occasione ne era stato anche imposto lo spostamento temporale di qualche giorno. In quell’occasione, però, non erano mancate le polemiche, visto che si trattava di un periodo molto particolare per il commercio cittadino e la presenza degli ambulanti in una zona solitamente non utilizzata dal mercato sembrava potesse intaccare le vendite per gli esercizi presenti in corso del Popolo. Per il 25 aprile, però, non si dovrebbe ripresentare alcun problema del genere perché la principale strada del centro storico sarebbe comunque rimasta interdetta al traffico, visto che è un giorno di festa nazionale e che quindi anche gli esercizi commerciali fissi dovrebbero, teoricamente, essere chiusi per riposo, a meno che non si tratti di bar e ristoranti.
PIANO DEL MERCATO Prossimamente, però, dovrebbe entrare in funzione il nuovo piano mercatale, approvato dalla Giunta Bergamin e già provvisto dell’ok della Sovrintendenza. Questo prevede il trasloco degli ambulanti del martedì da corso Del Popolo a via Sacro Cuore, via Grimani e piazzale Di Vittorio, mentre quelli del giovedì andranno tutt’intorno alla grande fontana di piazza Merlin. È da vedere però se il piano verrà mantenuto dalla prossima Amministrazione, oltre al fatto che nonostante sia stato approvato all’inizio dell’estate scorsa si attende ancora che prima venga demolita l’ex stazione delle corriere di piazzale Di Vittorio. A.Luc.
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Nordest
IL CANE TRAFITTO DA UNA FRECCIA Aaron è stato trovato a Fontaniva (Padova) con una freccia al collo. L’operazione è riuscita: il cane è salvo. E ora è caccia al balestriere Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
«Fatemi ritrovare il corpo di Isabella» Albignasego, a tre anni dal delitto Noventa il toccante appello `«Vivo l’assenza dei suoi resti come una costante umiliazione» dell’anziana madre: «Non ho più tempo, imploro gli assassini» Il figlio Paolo: «Il corpo può contraddire il racconto di Freddy» `
LA TRAGEDIA ALBIGNASEGO (PADOVA) «Le mie forze scarseggiano. Non ho più la possibilità di perdere tempo. Imploro quindi gli assassini di mia figlia di dire ai giudici dove hanno abbandonato suoi i resti». Sono passati più di tre anni dalla scomparsa di Isabella Noventa e quella appena trascorsa è stata l’ennesima Pasqua amara per sua madre Ofelia Rampazzo, Se è vero che il tempo aiuta a superare i dolori, la ferita causata dall’assassinio di Isabella, e soprattutto dall’assenza di una tomba al cimitero davanti alla quale poter recitare una preghiera, è ancora aperta. La sofferenza sta distruggendo poco a poco il cuore già debilitato dell’86enne di Albignasego.
LE PAROLE La signora, donna di fede e molto vicina alla chiesa, anche nel giorno di Pasqua, ospite a casa dell’altro figlio Paolo Noventa, ha pronunciato parole pesanti come macigni nei confronti di Freddy e Debora Sorgato e Manuela Cacco, in galera dal febbraio di tre anni fa con l’accusa di omicidio volontario in concorso. «Anche la persona più cattiva e pure l’individuo più cinico e spietato – ha detto l’anziana madre – sono convinta che possa avere prima o poi un’illuminazione da parte dello Spirito Santo e fare finalmente pace con la propria coscienza. Non oso immaginare quali tormenti sovrastino le nottate di questi tre individui. Sono passati più di tre anni dalla notte di quel drammatico 15 febbraio del 2016, quando mia figlia non è più tornata a ca-
Le tappe
I protagonisti
15 gennaio 2016 Isabella Noventa accetta un invito a cena di Freddy Sorgato, con cui aveva avuto una relazione sentimentale. I due vanno in una pizzeria di Albignasego, ma nella notte la donna scompare nel nulla.
16 febbraio 2016 Dopo un mese di indagini, contrassegnate anche dal depistaggio di una donna vestita con il piumino bianco di Isabella e ripresa dalle telecamere, scattano gli arresti. In carcere finiscono Fraddy, sua sorella Debora e l’amica Manuela Cacco.
LA VITTIMA Isabella Noventa aveva 54 anni quando fu uccisa
22 giugno 2017 Il Tribunale di Padova emette la sentenza di condanna a carico dei tre imputati: 30 anni ai fratelli Sorgato, 16 anni e 10 mesi a Cacco. Per quanto riguarda i risarcimenti, la provvisionale complessiva è di 900.000 euro.
9 ottobre 2018 La Corte d’Appello di Venezia conferma il verdetto di primo grado. I tre condannati annunciano il ricorso in Cassazione.
16 aprile 2019 Il Tribunale di Padova stabilisce in 340.000 euro il valore della villa di Freddy che andrà all’asta.
IL FIDANZATO Freddy Sorgato è stato condannato a 30 anni LA FAMIGLIA La madre di Isabella Noventa, Ofelia Rampazzo di 86 anni, con l’altro figlio Paolo
sa. La giustizia nel frattempo ha fatto il suo corso. I colpevoli sono stati arrestati. Ora, quindi, mettiamo la parola fine ad un tormento che non accenna a placarsi».
IL DESIDERIO Mamma Ofelia ha proseguito: «In ogni storia, anche la più drammatica, il finale deve esserci, bello o brutto che sia. La cattiveria umana non può arrivare a tanto. Così facendo la mia ferita sanguina ogni giorno. Vivo questa assenza dei resti di mia figlia come una costante e continua umiliazione da parte dei suoi assassini nei miei confronti e di tutte quelle persone che come me amavano Isabella. È l’ultima cosa che chiedo alla mia vita dopo tutte queste sofferenze: poter deporre un fiore sulla tomba di Isabella e pregare per lei, che ha subìto tanto male». L’appello
dell’anziana madre sicuramente di rimbalzo arriverà nelle carceri dove i tre sono detenuti e la speranza che qualcosa possa cambiare non è mai da escludere. È più pessimista in tal senso Paolo Noventa, fratello di Isabella, che non smette mai di aiutare la mamma dopo questa drammatica vicenda che le ha tolto ogni forza: «Se fino ad oggi non hanno mai mostrato un pentimento – ha affermato – è perché, anche a distanza di anni, il corpo di mia sorella una volta recuperato potrebbe “parlare” e fornire agli investigatori verità ben diverse da quelle raccontate da Freddy Sorgato». La vita di Paolo, per forza di cose, prosegue regolarmente, ma senza dubbio l’omicidio di sua sorella è una macchia che lo condizionerà per sempre: «Freddy era trattato dalla mia famiglia quasi come un figlio – ha concluso Paolo –
mia mamma gli apriva le porte di casa e gli preparava le pietanze migliori in segno di ospitalità. Ricordo le molteplici volte che è venuto disperato a sfogarsi da me perché Isabella non lo voleva più ed era stanca del suo comportamento infantile. Ebbene, all’affetto, alla dolcezza e alla disponibilità che noi gli abbiamo sempre donato, la sua risposta è questa. Un dolore senza fine e che forse non passerà mai». Cesare Arcolini
LA SORELLA In Appello 30 anni anche per Debora Sorgato
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I FRATELLI SORGATO E L’AMICA CACCO SONO IN CARCERE CON L’ACCUSA DI OMICIDIO VOLONTARIO IN CONCORSO
LA TABACCAIA Manuela Cacco ha rimediato 16 anni e 10 mesi
Tre milioni per i piccoli pescherecci IL PROGETTO
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Tel. 06377081
Fax 0637724830
VENEZIA Metà della flotta di pescherecci che quotidianamente solca le acque dell’Alto Adriatico è costituita da barche di piccola stazza, lunghe meno di 12 metri, che impegnano al massimo due pescatori. Non utilizzano reti a strascico o draghe ma solo attrezzi manuali e si muovono entro le 12 miglia dalla costa. La piccola pesca sulle coste italiane dell’Alto Adriatico conta oltre 2600 imbarcazioni, impegna il 30 per cento dei pescatori e genera incassi per 59 milioni di euro (soprattutto grazie a molluschi e crostacei), seconda voce della flotta peschereccia delle regioni costiere dell’Alto Adriatico, alle spalle degli 83 mi-
lioni realizzati con la pesca a strascico.
I FONDI La conservazione, sviluppo e innovazione della piccola pesca artigianale è al centro del progetto europeo transfrontaliero Adri.Smartfish, di cui la Regione Veneto è capofila. Partecipano al progetto – che ha un budget complessivo di 3 milioni di euro - le regioni litoranee dell’Alto Adriatico, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche e, sul versante balcanico, la Regione istriana, la Contea Litoraneo Montana, la Contea di Zara, nonché il ministero dell’Agricoltura della Repubblica di Croazia. L’Università Cà Foscari di Venezia e l’istituto di Oceano-
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grafia e pesca di Spalato sono i partner scientifici. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei progetti di collaborazione transfrontaliera Italia Croazia 2014-2020. Ha l’obiettivo di valorizzare la piccola pesca costiera nell’Alto Adriatico promuovendo la sicurezza alimentare del pescato e la sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca
LA REGIONE VENETO CAPOFILA DEL PROGETTO ADRI.SMARTFISH PER LE ACQUE DELL’ALTO ADRIATICO
‘artigianale’ che conta nel Mediterraneo circa 40 mila pescherecci, pari all’80 per cento dell’intero contingente di imbarcazioni dei paesi che affacciano sullo specchio mediterraneo. Adri.Smartfish prevede la creazione di una organizzazione transfrontaliera della piccola pesca che rappresenti gli operatori del settore, sia italiani che croati, e promuove azioni pilota che sperimentino nuove forme di gestione dell’attività. Il progetto, che avrà una durata di 30 mesi e si concluderà nel 2021, prevede anche la condivisione di un protocollo di pesca sostenibile e responsabile, a tutela dell’ambiente, dell’occupazione e dello sviluppo integrato dell’ambiente costiero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
VENETO
TREVISO.Giallosull’anzianatrovatamorta
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
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SANITÀ. Oggiin Commissioneil “maxiemendamento“ conlemodifiche
ISTRUZIONE. L’assessoresuidati regionali
Schedeospedaliere Èl’ultimomiglio CambisuPadova IlpresidenteBoron:«Il Sant’Antoniopassadall’Ulss all’Azienda ospedaliera. Prevista una scheda ad hoc DeclassatoAbano. Martedìprossimovoteremo» Cristina Giacomuzzo
Le schede ospedaliere valide per i prossimi 5 anni ormai sono alle battute finali. Oggi in Commissione sanità del Consiglio regionale, a palazzo Ferro Fini, il presidente Fabrizio Boron (Lista Zaia), depositerà il quadro completo delle modifiche alla bozza arrivata dalla Giunta e dall’assessore alla sanità, Manuela
CislMedicicritica sulrichiamodei medicipensionati Eannuncia assembleeintutte leUlssil3maggio
Lanzarin, dopo le audizioni di tutti i portatori di interesse. «Si tratta di una sorta di “maxi emendamento”, anche se tecnicamente non si può definire tale, in cui verranno concentrati gli ultimi cambi spiega Boron -. Lasceremo il tempo per valutarli per licenziare il provvedimento martedì prossimo, 30 aprile». PADOVA E GLI ALTRI NODI.
Uno dei punti “caldi” delle schede che hanno fatto scattare proteste e manifestazione riguarda l’ospedale Sant’Antonio. A Padova, va ricordato, è prevista la costruzione di un nuovo polo ospedaliero à valenza regionale. Sorgerà in zona Est e nelle schede se ne tiene conto. Nella prima versione, uscita dalla Giunta, a fronte di una pro-
grammazione per il nuovo (oltre 900 posti letti e tantissime specializzazioni), spariva il vecchio, cioè il Sant’Antonio. Sono scattate le reazioni: raccolta firme, manifestazione ed è persino nato un Comitato a difesa dell’ospedale. Nei giorni scorsi l’assessore Lanzarin ha smontato ogni polemica annunciando la soluzione, confermata poi ieri da Boron. E cioè: «Verrà inserita una nuova scheda “intermedia” denominata Polo Giustinianeo e S. Antonio. Quest’ultimo passerà di competenza dell’Ulss 6 Euganea all’Azienda ospedaliera universitaria. Quindi, ci saranno due schede: una per le strutture di via Giustiniani e una per il futuro ospedale». Resta invece confermato il declassamento dell’ospedale di Aba-
Scuola,unosu nove lasciadopole medie L’abbandono cresce Donazzan:«InVenetosituazione meno grave che nel resto d’Italia»
InCommissionesanità:dasin. Lanzarin,Mantoan,Barbisane Boron
no Terme: nulla cambia per il paziente, ma viene modificato l’aspetto finanziario. La struttura non avrà più diritto al 50% delle esenzioni. «Altro capitolo riguarda lo Iov – sottolinea Boron – : resterà un ospedale hub su due gambe con le sedi cioè a Castelfranco e Montebelluna». SUL PERSONALE. Nei giorni
scorsi in una nota Cisl Medici, però, boccia e annuncia assemblea unitarie in tutte le Ulss il 3 maggio. «Condividiamo le analisi delle criticità della Cisl Veneto – si legge – sulle schede ospedaliere e sul Piano socio sanitario del Veneto. È discutibile, poi, l’idea di richiamare in servizio medici pensionati, così come diminuire l’offerta specialistica e tagliare i posti letto con la
conseguenza dell’aumento delle strutture private a scapito di quelle pubbliche». Boron, però, precisa: «Attenzione, nelle schede si parla di programmazione non della carenza del personale frutto di scelte, a partire dal blocco delle assunzioni imposto dal 2004 a livello nazionale. Temi su cui la Regione Veneto si sta muovendo: abbiamo ottenuto lo sblocco delle assunzioni a livello nazionale. Poi si sta studiando come aumentare il numero di specializzandi e, nel Patto della salute, anche dell’ipotesi avanzata dal Veneto di assumere per gli ultimi di due anni gli specializzandi in ospedale. Il ricorso ai medici pensionati? Una misura urgente e temporanea». • © RIPRODUZIONERISERVATA
CEREA. Volutodal FronteSkinheadssabato, compleannodel dittatore.M5s ePd: «Davietare»
Concertoper Hitler.Èbufera Bufera sul concerto di Veneto Fronte Skinheads che si è tenuto a Cerea, nell’Area Exp lo scorso sabato 20 aprile, giorno della nascita del dittatore nazista Adolf Hitler. È stato scambiato dai residenti per una sorta di sagra, ma poi ci si è accorti che aveva attirato circa 1.000 persone provenienti da diverse parti d'Europa e che si esibivano esclusivamente band vicine all’estrema destra. «Un raduno di nazi-fascisti provenienti da tutta Europa? No, era solo un concerto su invito di chi si riconosce nell'Europa dei po-
poli contro l’Europa della finanza governata da poteri forti non eletti». Con queste parole il sindaco di Cerea Marco Franzoni difende la scelta dall’ente La Fabbrica che ha concesso il padiglione del polo fieristico del Comune del Veronese che è dato loro in gestione. I primi a denunciare il fatto sono stati Alessia Rossignoli e Paolo Bruschetta, i due consiglieri d’opposizione che chiederanno spiegazioni al prossimo Consiglio comunale. Giordano Caracino, portavoce del sodalizio spiega che
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Martedì 23 Aprile 2019
Ilconcerto volutodaVeneto Fronte Skinheads aCerea
per conoscere la location, tenuta riservata, occorreva mandare un messaggio al numero di telefono indicato sulle pubblicità. All'appuntamento, che ha visto circa 1.000 partecipanti, hanno preso parte nove band vicine all'estrema destra. «Sono indignata e preoccupata per quello che è accaduto a Cerea - denuncia Francesca Businarolo, deputata del M5s e presidente della Commissione Giustizia alla Camnera-: si doveva impedire». Interviene Alessia Rotta, parlamentare del Pd: «Presenterò un’interrogazione parlamentare. Come è stato possibile che fosse autorizzato un simile evento?» • © RIPRODUZIONERISERVATA
In Veneto un ragazzo su 9 abbandona la scuola, con al massimo, la licenza di terza media in tasca. I dati dell’Ufficio scolastico regionale dimostrano che in Veneto il fenomeno degli abbandoni precoci dell’istruzione è meno accentuato della media nazionale. L'Istat nel rapporto Sdgs 2019 ha rilevato che nel 2018 il 14,5% dei ragazzi di 18-24 anni ha abbandonato gli studi con al più la licenza media, pari a uno su 7. L'uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione è aumentata negli ultimi due anni, tornando così ai livelli del 2015, e riguarda soprattutto le regioni del Mezzogiorno e i maschi. «In Veneto la situazione è migliore, soprattutto se guardiamo al livello di competenze che gli allievi raggiungono – commenta l’assessore regionale all’istruzione, la vicentina Elena Donazzan - ma non siamo soddisfatti. Gli studenti di terza superiore che non raggiungono la sufficienza in Veneto sono 28 su 100, men-
tre la media nazionale è del 34,3%». Gli “insufficienti” nelle competenze alfabetiche in Veneto sono 28 su 100, sei punti in meno della media nazionale (34,3%), mentre nelle competenze matematiche a non raggiungere la sufficienza sono 32 su 100, a fronte di una media nazionale del 40,1% dei giovani. Anche la percentuale dei giovani laureati in Veneto è superiore a quella del resto del Paese: il 32% dei giovani di 30-34 anni è laureato o ha un titolo terziario, mentre la media nazionale non arriva al 28 %. «Questi dati tuttavia non sono certo entusiasmanti, specie se paragonati agli altri Paesi europei – prosegue l’assessore –. Per questo la Regione Veneto sta investendo, e molto, sul potenziamento delle lingue straniere grazie ai progetti finanziati con il Fondo sociale europeo. Occorre investire su preparazione didattica e motivazione dei docenti e su metodologie diverse di insegnamento». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Fotonotizia
Pasquetta,pienoneovunque VERONA. Fin dalla mattina di ieri Verona è stata presa d’assalto e haregistratofiledarecorddivisitatoriper entrareinArena.Anche aVeneziaèstatoboomdituristi,sistimaoltre100mila,conlecalli strapiene.Bloccato l’accessoa piazzaleRomaper dueore.
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 IL MATTINO
MONSELICE - CONSELVE - ESTE - MONTAGNANA
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scorso ottobre. Con il nuovo provvedimento, vengono autorizzati altri sei mesi di conferimenti per un massimo di 23. 950 tonnellate. La necessità di dirottare i rifiuti veneziani a Sant’Urbano, nella discarica tattica regionale deputata proprio ad affrontare queste situazioni, è legata alla mancata disponibilità della discarica di Jesolo. Nel richiedere la proroga il Consiglio di bacino Venezia Ambiente ha evidenziato, tra l’altro, la necessità di aumentare i quantitativi da conferire a Sant’Urbano a causa della diminuzione del rifiuto combustibile solido secondario ritirato dalla Centrale Enel “Andrea Palladio” di Fusina, nonché della difficoltà di collocare questi rifiuti nei cementifici.
sant’Urbano: ok all’ampliamento
La discarica s’allarga La maggioranza affossa le critiche dell’opposizione Altre tonnellate di rifiuti in arrivo da Veneziano e Vicentino Fiocco: «Attendiamo il giudizio sul piano illustrato da Gea»
L’ALLARME FISE
SANT’URBANO. Clima infuoca-
to in consiglio comunale a Sant’Urbano per il futuro della discarica. Il gruppo di minoranza ha proposto due mozioni contro l’ampliamento dell’impianto di Balduina, affossate dalla maggioranza comunale. E intanto, nel bollettino regionale, la giunta veneta guidata dal presidente leghista Luca Zaia ha autorizzato il conferimento per altri sei mesi di rifiuti provenienti dal Veneziano. MOZIONI CONTRO
Sono due le mozioni che sono state presentate mercoledì in consiglio comunale da Carmen Romanato, Andrea Bortolato e Claudio Gamba-
longa di Essere Comunità a Sant’Urbano. La prima richiedeva la sospensione dell’autorizzazione a realizzare il nuovo impianto di trattamento del percolato e dei Pfas. In particolare, il gruppo ha avanzato il timore che quell’impianto servirà a trattare anche il percolato di altre discariche regionali, aumentando così il rischio di contaminazioni nel territorio di Balduina. La seconda mozione, invece, richiedeva al Comune di esprimere parere negativo al progetto di ampliamento della discarica, che con questa iniziativa punta ad aumentare la sua volumetria di un milione di metri cubi di rifiuti e ad allungare
ecologia e ambiente
Stop del Comune di Este alla plastica monouso vietate pure le cannucce ESTE. Il Comune di Este met-
te al bando la plastica. L'amministrazione comunale ha adottato, con delibera di giunta, un atto di indirizzo per un graduale e progressivo divieto dell'uso di materiali plastici non compostabili. L'obiettivo è quello di introdurre norme per disincentivare all’interno del territorio comunale l’utilizzo di plastica monouso, mettendo gradualmente al bando quelle azioni che quotidianamente inducono all'uso massiccio
di questo materiale. Spiega il sindaco Roberta Gallana: «Siamo molto soddisfatti di questo risultato in quanto vogliamo contribuire con queste azioni a diminuire l'utilizzo delle plastiche nel nostro territorio comunale, con una serie di provvedimenti che verranno adottati nelle more del divieto posto dall'Unione Europea e che entrerà in vigore dal 2021. Il Comune per primo darà l'esempio e quindi nei provvedimenti futuri ci sarà l'impegno per la mes-
la propria vita di altrei sette anni. Tra gli aspetti evidenziati dalle minoranza, il fatto che «la richiesta di aumento dei volumi da autorizzare non appare una necessità del territorio, che invece, potrebbe subire ripercussioni a livello ambientale e di salute pubblica».
La discarica di Balduina, in comune di Sant’Urbano
Il sindaco Dionisio Fiocco e la sua amministrazione hanno respinto entrambe le mozioni. «Non siamo né il governo del “sì” incondizionato, né quello del “no” a priori» ha spiegato Fiocco «È in corso un iter di valutazione del progetto presentato da Gea, titolare della discarica, e solo
al termine di questo percorso potremo dare una risposta chiara». La maggioranza ha poi presentato una contro-mozione che di fatto è stata una diffida all’opposizione: nel documento viene criticato lo scarso impegno dei rappresentanti di minoranza nella commissione ad hoc creata proprio per vigilare sull’attività della discarica.
sa al bando della plastica, iniziando contestualmente una campagna informativa ed educativa nel territorio con i nostri cittadini, con le realtà commerciali e produttive, per raggiungere in tempi ristretti tali obiettivi». Non si tratterà, tuttavia, di una semplice campagna di sensibilizzazione, come spiega l’assessore all’Ambiente Sergio Gobbo: «Il Comune di Este in occasione dei prossimi appalti per il servizio mensa, fornitura distributori bevande negli edifici di proprietà comunale e sevizio pulizia, introdurrà clausole conformi agli obiettivi indicati dalla Comunità Europea per l'uso di materiali plastici compostabili. Avvierà sin da subito un percorso per la riduzione della plastica monouso presso il Comune e tutti gli uffici ad esso connessi, comprese le sale
conferenze pubbliche ed i centri civici. Sarà avviata una campagna informativa nelle scuole per sensibilizzare e orientare la comunità verso scelte di consumo e comportamenti virtuosi che mirano a salvaguardare l’ambiente». E ancora: «Verrà emessa un’ordinanza per il divieto dell'uso di cannucce di plastica nei locali di somministrazione di cibi e bevande e dal 2020, i contributi agli organizzatori di sagre e manifestazioni saranno riconosciuti solo ai soggetti che utilizzeranno plastica compostabile. Dal 2020 saranno emessi ulteriori divieti di uso di materiale plastico non riciclabile da parte dei pubblici esercizi e delle attività commerciali, di servizio e artigiane quali piatti e posate di plastica monouso». — N.C.
L’AMMINISTRAZIONE
«La casa sta bruciando e Fiocco si preoccupa di sapere se qualcuno ha dato l’acqua ai fiori», è il commento dell’opposizione. RIFIUTI DA VENEZIA
La giunta regionale ha prorogato il conferimento di rifiuti a Sant’Urbano dalla provincia di Vicenza, già autorizzato per sei mesi a partire dallo
Gran parte di questo combustibile era infatti destinato a cementerie dell’Est Europa. L’utilità della discarica di Sant’Urbano – e la strategicità del suo ampliamento – si conferma peraltro all’indomani dell’allarme lanciato da Fise Assoambiente, associazione che, su scala nazionale, rappresenta le imprese private che gestiscono i servizi ambientali: «Tra circa due anni sarà esaurita la capienza delle discariche del Nord del Paese, tra meno di un anno lo stesso destino toccherà al Centro Italia, mentre diverse aree del Sud sono già oggi in emergenza». — Nicola Cesaro BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
monselice
Il secondo casello A13 operativo a fine 2020 MONSELICE. Il ministero del-
le Infrastrutture e dei Trasporti autorizza in via definitiva il secondo casello autostradale di Monselice. Il decreto è stato emesso mercoledì 17 aprile ed entro il 10 maggio partirà la documentazione per l’avvio della procedura Via al ministero dell’Ambiente. La notizia arriva dal sindaco Lunghi durante la conferenza stampa per le tre nuove rotonde realizzate da Agrologic. Il Ministero avrà tempo un mese per avviare la procedura e poi altri 180 giorni
di tempo per la risposta. Entro fine anno si dovrebbe avere l’autorizzazione di Via, da qui poi si realizzerà il tavolo a Roma con il ministero delle Infrastrutture e quello dell’Ambiente per poi giungere a marzo 2020 con la conferenza decisoria. Da qui ci saranno altri trenta giorni per cominciare i lavori che si dovrebbero concludere in sei mesi. Entro dicembre 2020 il casello dovrebbe diventare operativo, circa sei mesi dopo l’apertura di Agrologic. — Giada Zandonà
montagnana
IN BREVE
Lo chef Andrea Cesaro per la serata “No Pfas”
Monselice Sgambamento cani un’area in via Corner
Ponso Futuro Sostenibile presenta il candidato
Este Il film di Jimenez stasera al Farinelli
Este Domani sera alle 19 il consiglio comunale
Una nuova area di sgambamento cani in via Corner, in prossimità delle piscine comunali di Monselice. Fra gli ultimi progetti dell’attuale amministrazione comunale c’è l’impegno di spesa per l’acquisto del materiale per la costruzione di una nuova zona recintata dedicata agli animali da compagnia. L’area verde dedicata è già agibile ed a breve verrà recintata e dotata di un regolamento per essere fruibile dai molti cittadini possessori di cani.
Questa sera alle 20.30, in sala Pastorello, il gruppo Futuro Sostenibile incontra i cittadini per presentare il candidato sindaco. A Megliadino San Vitale domani si apre invece la sagra organizzata dalla Pro loco. Si parte con la quarta edizione del torneo di briscola, mentre giovedì tocca all’Experience Music Academy. Venerdì arriva la musica degli Ostetrika Gamberini. La festa continua fino a mercoledì primo maggio, festa del Lavoro.
Per il cineforum di Non Solo Spettatori, al Farinelli di Este, stasera viene proiettato “L’uomo dal cuore di ferro” con la regia di Cedric Jimenez. Ingresso a 5 euro e appuntamento alle 21. Si chiude invece oggi la “Festa di Primavera” a Megliadino San Fidenzio di Borgo Veneto. Alle 21 si balla con Orchestra in Suono e alle 22.30 c’è lo spettacolo pirotecnico. Dalle 19.30, gnoccolata e polenta e musso per i convenuti nel centro parrocchiale.
Per domani sera, alle 19, è convocato il consiglio comunale di Este. Sono ben quattordici i punti all’ordine del giorno: tra questi tre mozioni dedicate all’ampliamento della discarica di Sant’Urbano, all’utilizzo della plastica nel territorio comunale e al turismo. Si parlerà anche di pista ciclabile di via Motta e di percorso ciclopedonale dalla chiesa di Motta a via Da Vinci. Verrà istituita la De.Co., la denominazione comunale per alcuni prodotti tipici.
MONTAGNANA. C’è tempo fino
a giovedì per prenotarsi alla “Cena con lo Chef”, l’evento benefico promosso da Mamme No Pfas e Comitato Zero Pfas di Montagnana. L’appuntamento è per il 30 aprile al Villaggio della Gioventù di Montagnana. L’attesa serata vedrà la presenza di chef Andrea Cesaro, “lo cheff con due effe”, reduce dal secondo posto alla trasmissione televisiva “Cuochi d’Italia”, in onda sul canale
Tv8 e condotta da Alessandro Borghese. I proventi della serata saranno destinati alle attività dei comitati “no Pfas”. Il costo di adesione è di 20 euro per gli adulti e di dieci per i bambini fino ai 12 anni. Prenotazioni al 349-7941710. Durante la serata saranno attivi anche servizi di babysitting e laboratori con la ludoteca L’Isola che non C’è e lo Studio Il Melograno. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PRIMO PIANO
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 IL PICCOLO
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Regione
la campagna
Bandiere, comizi in piazza e manifesti Manca poco più di un mese all’apertura delle urne per le elezioni amministrative e regionali. Non sono ancora visibili quindi le manifestazioni più “plastiche” del clima elettorale a partire dai cartelloni dedicati all’affissione dei manifesti dei vari candidati (sotto a destra), i comizi (in alto bandiere esposte ad un evento Pd) e gli allestimenti dei seggi (a sinistra)
Violino, responsabile Agricoltura con Tondo, in corsa a Mereto di Tomba A Villa Santina c’è Ciani, già vicepresidente dell’aula. Tanti i “figli d’arte”
Dagli ex assessori regionali al sindaco di lungo corso Il ritorno in massa dei big
L’ex assessore regionale del Carroccio Claudio Violino
IL CASO
L
a malattia della politica. Inguaribile. Ne hanno viste tante, hanno attraversato tre o quattro legislature in Consiglio regionale, hanno vissuto con i loro partiti le salite in paradiso e le discese all’inferno. Ma non si arrendono alla “pensione”. E ritornano non appena ce n’è l’occasione. Alle prossime amministrative si vedranno in pista tra gli altri due ex assessori e consiglieri Fvg di lungo corso: Claudio Violino, quattro le-
gislature filate nel Carroccio prima che, nel 2014, il gruppo padano si sciogliesse dopo l’espulsione di Mara Piccin, inguaiata da “Rimborsopoli”, e Paolo Ciani, che dell'amministrazione regionale è stato pure vicepresidente. Violino punta a diventare sindaco di Mereto di Tomba, lì dove risiede, alla guida della civica “Uniti per costruire”. L’avversario sembrava dover essere Walter Mario Mattiussi ma, al momento, la lista “Farie des ideis” risulta fuori gioco a causa di un’irregolarità nella documentazione presentata da
un’aspirante consigliera. Mattiussi non si è arreso, ha presentato ricorso al Tar di Trieste e l’udienza è già fissata per oggi. Violino spera in realtà che i giudici riammettano il rivale perché altrimenti il nemico da battere sarebbe il quorum: senza il 50% più uno degli aventi diritto alle urne il Comune della pianura friulana verrebbe commissariato. Tanto più che, come raccontano i i veleni di paese, “Fari des ideis” è una lista civetta, con qualche “prestito” del Patto per l’Autonomia e la presenza pure di Cristina Basso, che fu segretaria di Violino in Regione. Ciani, sostenuto da “Insieme per ricominciare”, se la vedrà invece a Villa Santina con Domenico Giatti (“Villa Santina e Invillino in comune”), una sfida tutta interna al centrodestra. Nel comune della Carnia, Ciani ha un’attività imprenditoriale con Villa Food, startup nel settore della ristorazione. A caccia di una poltrona da sindaco, a Precenicco, c’è anche Pino Napoli. Il presidente di Federsanità Anci Fvg torna alla guida della lista “Per Precenicco”, un’idea del 1995 che
gli è servita a prolungare la sua esperienza da primo cittadino, partita nel 1990, fino al 2008. A Pasian di Prato c’è poi in campo Marco Quai, che va all’attacco dell’uscente Andrea Pozzo, che guida i partiti del centrodestra. Quai è stato presidente del Consiglio provinciale di Udine, come pure Fabio D’Andrea, in corsa per il municipio di Rigolato, che lo ha visto già sindaco per quattro mandati. Non mancano i figli di un paio di big. A Forni di Sopra, dopo aver guidato Forni di Sotto, si candida Marco Lenna, figlio dell’ex senatore e assessore regionale Vanni. A Bicinicco ecco invece Paola Turello, figlia di Vinicio, che fu presidente della Regione dal gennaio 1992 all’agosto 1993. E ci sono pure gli aspiranti consiglie-
A Rigolato scende in campo Fabio D’Andrea, già eletto quattro volte ri. A San Dorligo Danilo Slokar, consigliere regionale della Lega, cerca un posto in consiglio comunale. Tra gli altri assieme alla moglie, Gabriella Donna, candidata anche a Monrupino. L’ex presidente del Consiglio regionale, ora eletto Pd, Franco Iacop è in lista a Reana, dove è stato sindaco. Come Lorenzo Tosolini, consigliere regionale della Lega, a Pasian di Prato, e Giampaolo Bidoli, consigliere regionale del Patto dell’Autonomia, a Tramonti di Sotto. Chiara da Giau, consigliera regionale dem, corre a Porcia. E il deputato leghista Massimiliano Panizzut a Budoia. — M.B.
la circolare
Nuovi poteri ai prefetti Cisint loda il Viminale e si smarca dall’Anci TRIESTE. «Gli strumenti li abbiamo. Ma, se ci sono sindaci che non li vogliono usare, ben venga il prefetto per dare risposte ai cittadini». Anna Cisint, sindaco di Monfalcone, si allinea ai colleghi di centrodestra che hanno promosso la direttiva emanata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini su «indirizzi operativi antidegrado e contro le illegalità». Un’iniziativa che mira a impegnare i prefetti a tener lontani dalle città criminali, spacciatori, balordi e abusivi. L’Anci del Fvg, con il presidente Mario Pezzetta, ha mostrato più di una perplessità. Il Pd, con il sindaco di Palmanova Francesco Martines e il segretario regionale Cristiano Shaurli, ha tuonato su un provvedimento letto come una sorta di commissariamento dei municipi. Pure M5s e Patto per l’Autonomia si sono detti contrari. Ma il centrodestra, con i principali sindaci della regione, non cambia idea. E pure Cisint aggiunge la sua voce a quella di Roberto Dipiazza, Rodolfo Ziberna e Pietro Fontanini. «I sindaci, grazia al decreto Minniti prima e a quello Sicurezza poi, che ha stretto ulteriormente le maglie - afferma Cisint -, hanno oggi gli strumenti per intervenire in casi che erano precedentemente irrisolvibili causa va-
canza istituzionale. Nel solo caso di Monfalcone, da inizio gennaio, contiamo 40 Daspo urbani». Il “cartellino rosso” del Daspo, la misura con cui un sindaco, d’intesa con il prefetto, può multare e poi stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della città chi tiene condotte inappropriate, è un’arma che Cisint benedice con convinzione: «Ci ha consentito di rimediare a situazioni pesanti, in particolare di accattonaggio molesto, attività che è tra l’altro gestita dalla malavita. Ma è utile anche come forma di prevenzione». Con i prefetti, insiste Cisint, non c’è il pericolo della concorrenza. «Al tavolo della sicurezza, anche con questore e forze dell’ordine, ci muoviamo di concerto - spiega il sindaco di Monfalcone -. Assieme al prefetto abbiamo pure risolto il nodo delle occupazioni abusive. L’ultima direttiva del ministro Salvini può ulteriormente rafforzare un’azione comune. I prefetti non sono sostitutivi, ma sussidiari: questo è lo spirito di un provvedimento che può funzionare soprattutto in quei comuni in cui i sindaci, anche per ideologia, non si preoccupano più di tanto del degrado. Ciò che conta è dare risposte ai cittadini». — M.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 LA NUOVA
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MESTRE
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politicHe sociali e lavoro
Un anno di reddito di inclusione attiva Seicento beneficiari, spesi 700 mila euro Venturini: «Progetti cofinanziati da Regione e Comuni. Una risposta concreta per chi non avrà il reddito di cittadinanza» Mitia Chiarin Politiche di sostegno all’autonomia di persone che vivono in povertà, nella marginalità sociale e psicologica, e che un lavoro manco pensano di poterlo trovare. In questi tempi di corsa al reddito di cittadinanza, altre politiche di aiuto sociale resistono e funzionano ma sono pressoché ignote ai più. Lo evidenzia il report del bilancio 2018-2019 del Ria, il reddito di inclusione attiva finanziato da quattro anni dalla Regione Veneto in compartecipazione con i Comuni, redatto dalle Politiche sociali di Venezia che hanno la cabina di regia del progetto. «Si tratta di percorsi di aiuto che non sono solo un sostegno al reddito ma aiutano le persone in percorsi di autonomia e di uscita dalla marginalità. Parliamo di persone che rischiano di restare fuori dal reddito di cittadinanza perché non sanno neanche scrivere un curriculum per la ricerca del lavoro. Lo strumento del reddito di inclusione, il Ria, continua ad esistere ma pochi lo sanno», dice l’assessore comunale Simone Venturini. Altra cosa è il Rei (reddito di inclusione sociale) che era stato pensato dal governo Gentiloni, come prosecuzione delle misure contro la povertà, ed è stato soppresso con l’introduzione del reddito di cittadinanza. «Il nostro giudizio sulla nuova misura resta pieno di dubbi», dice Venturini che ammette che «la confusione è tantissima e non aiuta». Il Rei, rispetto al reddito di cittadinanza del governo Lega-M5s, ricorda Venturini «che ha come requisito fondamentale il ri-
spetto del tetto di reddito, prevedeva percorsi di tipo sociale che oggi resistono nella misura del reddito di inclusione Ria con percorsi differenziati e il coinvolgimento di associazioni, terzo settore e mondo del volontariato in cui coinvolgere le persone che cercano autonomia. «Le aspettative, troppo alte, sugli effetti del reddito di cittadinanza creano un diffuso malcontento», evidenzia l’assessore. Sono quasi 600 in provincia le persone che nel 2018 hanno seguito percorsi sociali e di reinserimento lavorativo con il Ria. Sono 171 gli utenti in 17 Comuni di Miranese e Mirese; 41 in 5 Comuni del Veneto Orientale e ben 345 nell’ex Usl 12 ( comprende Marcon, Quarto d’Altino, Cavallino Treporti) con Venezia che fa la parte del leone sia per utenti che per il ruolo di cabina di regia, con oltre 421 mila euro di contributi cofinanziati. A livello provinciale l’investimento complessivo supera i 700 mila euro di cofinanziamento tra enti e Regione. I contributi vanno mediamente dai 150 ai 300 euro al mese. I beneficiari si dividono quasi a metà tra donne e uomini (punta del 58% di maschi a Venezia), con un buon 75 per cento di italiani e con una predominanza di adulti tra i 36 e i 55 anni e over 55. I percorsi hanno coinvolto anche disabili e minori a rischio di dispersione scolastica con inserimenti lavorativi, tirocini, percorsi personalizzati. Il 52 per cento degli utenti dal primo trimestre 2019 lavora stabilmente. Per il 60 per cento sono persone che hanno concluso il percorso con una nuova prospettiva di vita. —
CROMASIA
REDDITO DI CITTADINANZA FONDI NAZIONALI
i più poveri
dati dal 1.1.2018 al 31.1.2019
Provincia di Venezia-dati aprile 2019
Agli sportelli c’è tanta confusione sulle misure
DOMANDE ACCOLTE
345 nei comuni di VENEZIA, MARCON ,QUARTO D'ALTINO, CAVALLINO TREPORTI E VENEZIA per
171 nei Comuni del MIRANESE E MIRESE per
226.268 €
557 beneficiari
421.070 € complessivi
complessivi
41 nei VENETO ORIENTALE per
59.120 € complessivi
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
reDDito Di cittaDinanza
Inps: 2.600 domande accolte Il 70% prende più di 300 euro A che punto siamo con il reddito di cittadinanza? L’ultimo aggiornamento dell’Inps è del 18 aprile scorso. Su 448 mila e 337 domande accolte a livello nazionale (su 681.736 presentate) quelle del Veneto sono poco più di 13 mila per le accolte su 22.215 presentate. Numeri che confermano un sostanziale disinteresse nella nostra regione per questo tipo di misura di sostegno al reddito e alla ricerca di un
CROMASIA
REDDITO DI INCLUSIONE ATTIVAFONDI REGIONALI E COMUNALI
lavoro. La provincia di Venezia risulta seconda per domande accolte con 2.609 richieste che hanno ottenuto il via libera. Prima è Padova con 2.720 domande accolte. Ma Venezia ha a livello regionale il primato delle domande respinte che sono state finora 1.705 contro le 1.685 di Padova e le 1.645 di Verona. Sull’efficacia del provvedimento pesano anche le polemiche sull’importo degli asse-
gni, più bassi del previsto. Oltre il 70% degli assegni supera i 300 euro , spiega una nota sempre dell’Inps del 19 aprile. Gli importi sopra i mille euro sono il 5,4 delle domande; gli importi da 750 a mille euro sono il 16 per cento. olo il 7,5 per cento si deve accontentare di importi tra i 40 e i 50 euro. Il 50% è compreso tra la fascia dei 300 e i 750 euro. Cifre che hanno creato più di un malcontento per l’im-
porto esiguo e che rischiano comunque manco di esserci per quelle persone che vivono una situazione di forte marginalità sociale e che senza percorsi di autonomia rischiano di restare esclusi come dimostra l’esperienza del reddito di inclusione attiva. Misura che sopravvive mentre il Rei è stato cancellato: ne beneficiavano 667 nuclei familiari veneziani nel 2018 a fronte di domande presentate da altre 1.500 persone rimaste escluse. A Venezia città sono circa 2.500 le situazioni monitorate perché a rischio povertà estrema. Un numero di poco inferiore alle domande di reddito di cittadinanza accolte a livello provinciale finora. — M.Ch.
DOMANDE RESPINTE
Sigle diverse per servizi diversi. Il reddito di cittadinanza è la misura varata dal governo giallo-verde. Prende il posto del Rei (inclusione sociale) ma non sostituisce il Ria (inclusione attiva). —
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 LA NUOVA
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MESTRE
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politicHe sociali e lavoro
Un anno di reddito di inclusione attiva Seicento beneficiari, spesi 700 mila euro Venturini: «Progetti cofinanziati da Regione e Comuni. Una risposta concreta per chi non avrà il reddito di cittadinanza» Mitia Chiarin Politiche di sostegno all’autonomia di persone che vivono in povertà, nella marginalità sociale e psicologica, e che un lavoro manco pensano di poterlo trovare. In questi tempi di corsa al reddito di cittadinanza, altre politiche di aiuto sociale resistono e funzionano ma sono pressoché ignote ai più. Lo evidenzia il report del bilancio 2018-2019 del Ria, il reddito di inclusione attiva finanziato da quattro anni dalla Regione Veneto in compartecipazione con i Comuni, redatto dalle Politiche sociali di Venezia che hanno la cabina di regia del progetto. «Si tratta di percorsi di aiuto che non sono solo un sostegno al reddito ma aiutano le persone in percorsi di autonomia e di uscita dalla marginalità. Parliamo di persone che rischiano di restare fuori dal reddito di cittadinanza perché non sanno neanche scrivere un curriculum per la ricerca del lavoro. Lo strumento del reddito di inclusione, il Ria, continua ad esistere ma pochi lo sanno», dice l’assessore comunale Simone Venturini. Altra cosa è il Rei (reddito di inclusione sociale) che era stato pensato dal governo Gentiloni, come prosecuzione delle misure contro la povertà, ed è stato soppresso con l’introduzione del reddito di cittadinanza. «Il nostro giudizio sulla nuova misura resta pieno di dubbi», dice Venturini che ammette che «la confusione è tantissima e non aiuta». Il Rei, rispetto al reddito di cittadinanza del governo Lega-M5s, ricorda Venturini «che ha come requisito fondamentale il ri-
spetto del tetto di reddito, prevedeva percorsi di tipo sociale che oggi resistono nella misura del reddito di inclusione Ria con percorsi differenziati e il coinvolgimento di associazioni, terzo settore e mondo del volontariato in cui coinvolgere le persone che cercano autonomia. «Le aspettative, troppo alte, sugli effetti del reddito di cittadinanza creano un diffuso malcontento», evidenzia l’assessore. Sono quasi 600 in provincia le persone che nel 2018 hanno seguito percorsi sociali e di reinserimento lavorativo con il Ria. Sono 171 gli utenti in 17 Comuni di Miranese e Mirese; 41 in 5 Comuni del Veneto Orientale e ben 345 nell’ex Usl 12 ( comprende Marcon, Quarto d’Altino, Cavallino Treporti) con Venezia che fa la parte del leone sia per utenti che per il ruolo di cabina di regia, con oltre 421 mila euro di contributi cofinanziati. A livello provinciale l’investimento complessivo supera i 700 mila euro di cofinanziamento tra enti e Regione. I contributi vanno mediamente dai 150 ai 300 euro al mese. I beneficiari si dividono quasi a metà tra donne e uomini (punta del 58% di maschi a Venezia), con un buon 75 per cento di italiani e con una predominanza di adulti tra i 36 e i 55 anni e over 55. I percorsi hanno coinvolto anche disabili e minori a rischio di dispersione scolastica con inserimenti lavorativi, tirocini, percorsi personalizzati. Il 52 per cento degli utenti dal primo trimestre 2019 lavora stabilmente. Per il 60 per cento sono persone che hanno concluso il percorso con una nuova prospettiva di vita. —
CROMASIA
REDDITO DI CITTADINANZA FONDI NAZIONALI
i più poveri
dati dal 1.1.2018 al 31.1.2019
Provincia di Venezia-dati aprile 2019
Agli sportelli c’è tanta confusione sulle misure
DOMANDE ACCOLTE
345 nei comuni di VENEZIA, MARCON ,QUARTO D'ALTINO, CAVALLINO TREPORTI E VENEZIA per
171 nei Comuni del MIRANESE E MIRESE per
226.268 €
557 beneficiari
421.070 € complessivi
complessivi
41 nei VENETO ORIENTALE per
59.120 € complessivi
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
reDDito Di cittaDinanza
Inps: 2.600 domande accolte Il 70% prende più di 300 euro A che punto siamo con il reddito di cittadinanza? L’ultimo aggiornamento dell’Inps è del 18 aprile scorso. Su 448 mila e 337 domande accolte a livello nazionale (su 681.736 presentate) quelle del Veneto sono poco più di 13 mila per le accolte su 22.215 presentate. Numeri che confermano un sostanziale disinteresse nella nostra regione per questo tipo di misura di sostegno al reddito e alla ricerca di un
CROMASIA
REDDITO DI INCLUSIONE ATTIVAFONDI REGIONALI E COMUNALI
lavoro. La provincia di Venezia risulta seconda per domande accolte con 2.609 richieste che hanno ottenuto il via libera. Prima è Padova con 2.720 domande accolte. Ma Venezia ha a livello regionale il primato delle domande respinte che sono state finora 1.705 contro le 1.685 di Padova e le 1.645 di Verona. Sull’efficacia del provvedimento pesano anche le polemiche sull’importo degli asse-
gni, più bassi del previsto. Oltre il 70% degli assegni supera i 300 euro , spiega una nota sempre dell’Inps del 19 aprile. Gli importi sopra i mille euro sono il 5,4 delle domande; gli importi da 750 a mille euro sono il 16 per cento. olo il 7,5 per cento si deve accontentare di importi tra i 40 e i 50 euro. Il 50% è compreso tra la fascia dei 300 e i 750 euro. Cifre che hanno creato più di un malcontento per l’im-
porto esiguo e che rischiano comunque manco di esserci per quelle persone che vivono una situazione di forte marginalità sociale e che senza percorsi di autonomia rischiano di restare esclusi come dimostra l’esperienza del reddito di inclusione attiva. Misura che sopravvive mentre il Rei è stato cancellato: ne beneficiavano 667 nuclei familiari veneziani nel 2018 a fronte di domande presentate da altre 1.500 persone rimaste escluse. A Venezia città sono circa 2.500 le situazioni monitorate perché a rischio povertà estrema. Un numero di poco inferiore alle domande di reddito di cittadinanza accolte a livello provinciale finora. — M.Ch.
DOMANDE RESPINTE
Sigle diverse per servizi diversi. Il reddito di cittadinanza è la misura varata dal governo giallo-verde. Prende il posto del Rei (inclusione sociale) ma non sostituisce il Ria (inclusione attiva). —
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TREVISO
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GENERAL MERCHANDISE VIA TOMMASO SALSA 2/B - TREVISO
il flop della riforma
Treviso, solo 359 i redditi di cittadinanza L’Inps ha bocciato la metà delle domande I dati del capoluogo: ha fatto domanda meno dell’1%. Uno su due va a stranieri. La Cisl: prevedibile, non è la strada giusta Sono 720 le domande presentate 498 vagliate e solo 359, la metà esatta, accolte dall’Inps. Sono i dati ufficiali del reddito di cittadinanza a Treviso, e parliamo esclusivamente del capoluogo della Marca. Si riferisce alle istanze presentate entro il 30 marzo, la prima data utile concessa dalla riforma tanta cara al Movimento 5 Stelle, e verosimilmente quella più rilevante, la prima finestra utile per chi ha confidato nel sostegno del governo. Come prima fotografia, dice che nel capoluogo ha presentato domanda meno dell’1% della popolazione, e una percentuale ancora più bassa se pensiamo alla fascia demografica della popolazione attiva, ovvero dai 15 ai 64 anni. Né, dicono i bene informati, c’è la pioggia dei 780 euro al mese. Anzi. E italiani e stranieri si dividono quasi equamente i (non molti) fondi a disposizione. Spicca il dato della bocciatura. Oltre un quarto delle domande presentate – 222 – non è stato nemmeno dichiarate accoglibile, segno che erano incomplete o manifestamente infondate. Altre 149 non hanno superato l’esame degli uffici nel merito. I parametri presentati, è chiaro, non erano rispondenti a quelli richiesti dalla legge. Ne ricordiamo alcuni: residenza in Italia da almeno 10 anni, e ultimi 2 continuativi, un patrimonio immobiliare non superiore a 30 mila euro, esclusa la casa di abitazione, un patrimonio mobiliare non superiore a 6 mila euro per i single e 10 mila per famiglie; né si devono possedere auto nuove di cilindrata superiore ai 1.600 cc, o moto sopra i 250 cc, men che
meno barche. I numeri del capoluogo fanno riflettere, anche se per avere il quadro definitivo della Marca bisognerà attendere il quadro definitivo dei tabulati Inps. Gli addetti ai lavori dicono che saranno significativi soprattutto i dati dei grandi centri intermedi, nella fascia tra i 20 e i 35 mila abitanti Conegliano, Mogliano, Montebelluna, Vittorio Veneto, Villorba e Paese). Ma già c’è chi osserva già come la riforma non fosse assolutamente nella corde di questa provincia, né della potenziale platea di 20 mila aspiranti, né del ceto produttivo e del tessuto delle Pmi. «È la conferma che, come avevamo visto subito, qui il fenomeno si era sgonfiato già in avvio. Lo avevamo percepito anche ai nostri sportelli, in alcune zone della provincia, come la Pedemontana, non si è registrato di fatto movimento», dichiara Antonio Miotto, responsabile Caf della Cisl Treviso Belluno, «di fatto c’è stata risposta rilevante solo ai nostri sportelli di Treviso, Conegliano e Montebelluna. Il dato delle domande respinte? Verosimilmen te chi ha fatto da solo può aver presentato documentazione incompleta sull’Isee, un aspetto fondamentale». «Le nostre previsioni si sono puntualmente avverate» conclude Rudy Roffare, segretario aggiunto della Cisl, «non è il reddito di cittadinanza la risposta più efficace alla disoccupazione. Il governo avrebbe dovuto riprendere il filo del reddito di inclusione, che conteneva elementi positivi e incisivi per la riqualificazione e il reinserimento lavorativo». — Andrea Passerini
i sindacati
«Occupazione la questione si affronta in altro modo» Sopra trevigiani in coda al Caf per la richiesta del reddito di cittadinanza, sotto da sinistra Antonio Miotto e Rudy Roffarè che spiega: «Non è questa la strada per risolvere la disoccupazione».
la proVocaZione
Decreto SalvaRoma Serena torna alla carica «Vale l’autonomia?» Era stato uno dei pochi a uscire allo scoperto, in una Lega arrabbiata ma come sempre timorosa di esprimere il dissenso, quando era trapelato il decreto Salvaroma. Ovvero i 12 miliardi del decreto crescita impegnati dal governo per sanare i debiti del l’amministrazione della capitale. Facendosi interprete, da amministratore pubblico, del tratta-
Marco Serena
mento e della sperequazione rispetto ai comuni virtuosi della Marca. E ieri Marco Serena è tornata alla carica, con una provocazione in rete. «Piccolo quesito di Pasquetta» ha scritto: «accettereste di votare il SalvaRoma in cambio dell’autonomia?». Destinata evidentemente ai ministri e ai parlamentari leghisti . E in rete il dibattito si è subito innescato con interventi più disparati di leghisti (chi più salviniano chi più realpolitik), ex leghisti, ex sindaci, esponenti di centrosinistra e di altri partiti e movimenti. «Quasi quasi...», ha chiosato ad esempio un veterano del Carroccio. È evidente che il primo cit-
tadino di Villorba ha visto come la rivolta della base leghista - insieme alla rabbia e al durissimo documento dell’associazione dei comuni della Marca - abbia portato il tema alla ribalta dell’agenda di governo, con il diktat di Salvini che ha portato il governo sull’orlo della crisi, insieme al caso Siri . E RadioLega dice che però la provocazione di Serena potrebbe anche non esser tale, perché in effetti alla Liga veneta non è andato affatto giù il freno sull’iter dell’autonomia – dai 5 stelle al ministro Tria – senza contare quanto il governatore Zaia ne faccia una questione primaria, dopo il referendum. — A.P.
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VITTORIO VENETO - ODERZO
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motta di livenza
In casa decine di anabolizzanti, denunciato Blitz dei carabinieri in casa di un cinquantenne del paese: sequestrate dai militari diverse confezioni di sostanze proibite Marco Filippi MOTTA DI LIVENZA. Sostanze
anabolizzanti che alterano le prestazioni agonistiche degli atleti. È quanto i carabinieri della stazione di Motta hanno scoperto nella casa di un cinquantenne del posto, pochi giorni fa, dopo una perquisizione mirata. Farmaci, pare, comprati all’estero, addirittura fuori dal confini del continente europeo, al di fuori di ogni controllo, tanto da risultare sospetti, senza alcuna garanzia quanto alle modalità e al luogo di fabbricazione. I carabinieri della stazione di Motta ci sono arrivati dopo una breve
indagine. I militari dell’Arma sono venuti infatti a sapere che l’uomo, un volto già noto alle forze dell’ordine, era sospettato di trafficare in sostanze dopanti, provenienti non tanto da farmacie ospedaliere o dispensari, come in passato è capitato, ma da ordinazioni via web. L’uomo è stato denunciato per detenzione illecita di farmaci e di sostanze per alterare prestazioni agonistiche degli atleti. Probabilmente, a mettere i carabinieri sulle tracce dell’uomo, un volto a loro noto, è stata la classica soffiata. I militari dell’Arma della stazione di Motta di Livenza hanno iniziato discretamen-
te a monitorare i movimenti del cinquantenne del posto, fino a decidere di agire quando erano sicuri che in casa avrebbero trovato quanto sospettavano. Il blitz, avvenuto una settimana fa, ha permesso ai militari dell’Arma di mettere le mani su decine di confezioni di sostanze proibite che sono state opportunamente sequestrate e che hanno valso al sospettato una denuncia per detenzione di sostanze dopanti. I militari dell’Arma stanno ora indagando per riuscire a capire da dove provenisse il materiale proibito, ordinato probabilmente via web o attraverso canali noti agli “addetti ai lavori”. —
levada: un ferito
Si schianta contro il muretto di una recinzione
Sostanze dopanti
Borgo piai
tarzo
Ventenne aggredita da un cinquantenne in sella alla bicicletta
Fiamme dolose nel castagneto comunale
FREGONA. Ventenne vittoriese aggredita da un cinquantenne per una mancata precedenza. E ora è caccia all’aggressore. L’episodio è avvenuto la vigilia di Pasqua, intorno alle 11.30, sulla strettoia di Borgo Piai. La giovane era alla guida di una Fiat Punto, l’uomo sulla cinquantina, era in sella alla sua bicicletta. A causa dell’infrazione, il ciclista ha iniziato a lanciare accuse contro la giovane. A quel punto la ragazza ha provato a scendere dall’abitacolo, ma l’uomo le ha chiuso violentemente la portiera su una gamba. La ventenne è comunque riuscita ad uscire dalla sua Fiat Punto per tentare di far valere le sue ragioni, ma le cose non sono affatto cambiate. Sono continuati insulti pesanti da parte dell’uomo, seguiti da sputi e da un violento schiaffo in pieno volto. La ragazza sotto choc è stata soccorsa da alcuni passanti, mentre l’uomo se la dava a gambe in
direzione di Vittorio Veneto. Il tratto di strada di Borgo Piai è in salita. Al momento non è ancora chiaro chi abbia commesso l’infrazione. In teoria toccherebbe a chi scende fermarsi, in questo caso al ciclista. Stando ai racconti, macchina e bici si sarebbero comunque bloccati a diversi metri l’uno dall’altro. Subito dopo è iniziato il diverbio e l’aggressione. L’uomo è stato descritto come alto e magro, con una punta nasale tondeggiante e arrossata. La vigilia di Pasqua indossava casco, occhiali da sole e una tuta da ciclista azzurra, mentre la bici era di colore rosso. Parlava inoltre in stretto dialetto veneto. L’episodio ha sconvolto il piccolo borgo e ha fatto il giro dei social network. Del fatto sono stati informati i carabinieri che stanno svolgendo indagini per risalire all’autore dell’aggressione. — F.G.
L’allarme è stato dato da alcuni ragazzi che hanno aiutato i soccorritori a spegnere il fuoco Zanoni da Zaia: «Numero allarmante di incendi» TARZO. Brucia il castagneto co-
munale di Tarzo. A lanciare l’allarme alcuni ragazzi che hanno aiutato i soccorritori a spegnere le fiamme e salvare il bosco. L’incendio, di quasi certa origine dolosa è avvenuto nel pomeriggio di Pasqua. Il sindaco Vincenzo Sacchet lancia un appello: «Chi ha visto qualcosa contatti subito il sottoscritto o le forze dell’ordine». L’incendio boschivo ha interessato un’area di circa 1500 metri quadrati nel castagneto di Tarzo. Grazie al tempestivo intervento dei soccorritori le fiamme hanno interessato il sottobosco, mentre sono state risparmiate le piante. A spegnere il rogo sono intervenute
diverse squadre di vigili del fuoco, i volontari antincendio Avab e gli stessi ragazzi che avevano lanciato l’allarme. A seguire le operazioni di spegnimento anche il primo cittadino di Tarzo. Troppi frequenti gli incendi sulla pedemontana per non avanzare l’ipotesi di dolo. A tal proposito il consigliere regionale Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione in Regione. «Sono ben dieci in appena sette giorni gli incendi divampati tra il 19 e il 26 marzo nelle aree boschive della Pedemontana del Cansiglio, un numero allarmante: siamo sicuri che le cause siano esclusivamente naturali?». È quanto chiede Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, in un’interrogazione in cui domanda alla Regione se siano state effettuate delle verifiche per scongiurare l’ipotesi di dolo.
ponte di piave
salvato dal soccorso alpino e dal suem
I Nas sequestrano ingredienti scaduti
Escursionista di Cordignano bloccato sul Pian de la Pita
PONTE DI PIAVE. Maxi seque-
stro nella mattinata del Sabato Santo in una struttura situata nel territorio di Ponte di Piave, dove i carabinieri del Nas hanno rinvenuto oltre 270 chili di ingredienti e semilavorati scaduti che probabilmente erano in procinto di essere impiegati nella realizzazione di dolciumi e colombe che a Pasqua sarebbero finite sulle tavole di buona parte della Marca. Il relativo sequestro operato dai mili-
tare del Nas ha fatto scattare i sigilli su merce dal valore complessivo di 10mila euro: il proprietario dello stabile in cui è stato rinvenuto il materiale si vedrà recapitare una sanzione amministrativa. Un altro sequestro simile era stato messo a segno a Quinto dai carabinieri del Nas, dove erano stati sequestrati 80 chili di materiale scaduto o stoccato senza il rispetto della normativa in vigore. — N. B.
L’elisoccorso del Soccorso Alpino
Incidente per fortuna senza gravi conseguenze poco prima delle 6 della domenica di Pasqua a Levada, in via San Nicolò. Un cittadino senegalese di 44 anni residente nel territorio di Ponte di Piave ha perso il controllo della vettura che stava guidando e si è schiantato contro il muretto di recinzione di una delle abitazioni che sorgono lungo la strada per cause an-
cora da accertare. Il conducente della vettura ha riportato ferite non gravi ed è stato soccorso dal personale del Suem 118. L’incidente, uno dei molti occorsi la notte di Pasqua nella Marca, ha seguito di quasi 24 ore un altro schianto avvenuto nella zona della frazione di Ponte di Piave. Verso le 7 di Sabato Santo due auto si erano scontrate frontalmente lungo la Postumia forse per una distrazione o un colpo di sonno. Le conseguenze, tuttavia, erano state più serie: una delle due conducenti, il cui mezzo aveva finito la propria corsa nel fossato che costeggia la Sr53, aveva riportato ferite gravi.
L’incendio in un bosco
Alla giunta Zaia il consigliere democratico trevigiano chiede l’estensione della superficie interessata dagli incendi e soprattutto, se siano sono state adottate le procedure per rendere effettivi i divieti di pascolo, caccia, edificazione, nelle aree interessate così come previsto dalla Legge quadro nazionale: «Ricordo, in particolare», scrive Zanoni «l’articolo 10 stabilisce che le zone boscate e i pascoli i cui soprassuo-
li siano stati percorsi dal fuoco non possano avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. E sulle stesse superfici sono vietati per 10 anni pascolo, caccia e nuove costruzioni. Queste aree però dovrebbero essere tabellate, cosa che non sempre avviene, consentendo ai trasgressori, cacciatori ma non solo, di agire impuniti». — Francesca Gallo
VITTORIO VENETO. Cinquantacinquenne di Cordignano rimane bloccato in un canale il giorno di Pasqua. L’escursionista è stato recuperato e tratto in salvo dopo tre ore di tensione dalle squadre del Soccorso Alpino. L’ allarme è scattato poco prima delle 17 di domenica. La Centrale del 118 era stata allertata da un escursionista che si era perso al rientro dal Pian de la Pita, seguendo un sentiero in disuso che scende dal Millifret. R.D.L. era rimasto bloccato in un punto ripido, senza riuscire ad andare né avanti, né indietro. Una situazione che ha creato nell’uomo non poco allarmismo. Intanto dalle coordinate Gps, il Soccorso alpino delle Prealpi Trevegiane è risalito al punto in cui doveva trovarsi il cinquantacin-
quenne. Non senza poche difficoltà una squadra è riuscita a individuarlo, prima con contatto vocale poi visivo, in un ripido canale a fianco della frana del Fadalto e lo ha raggiunto scendendo per 300 metri. Ormai prossimo il buio e con un percorso di rientro impegnativo, alle 20 circa l'elicottero di Treviso Emergenza, sopraggiunto nel frattempo, ha imbarcato con un verricello l'uomo per trasportarlo fino alla jeep dei soccorritori. Per l’escursionista tanta paura, ma nessuna grave conseguenza. Gli esperti consigliano, che prima di mettersi in marcia, è necessario pensare a un percorso che sia adatto alla propria esperienza e all’allenamento fisico. — F.G.