RASSEGNA STAMPA DEL 24 APRILE 2019

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REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Mercoledì 24 Aprile 2019

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LE CELEBRAZIONI IL CAPO DELLO STATO A VITTORIO VENETO

Scontro Lega-M5s anche sul 25 Aprile Ma Zaia e Da Re accolgono Mattarella

Prima volta nella Marca. Il sindaco Tonon: «Un onore ricevere la visita del Presidente» La vicenda ● Venticinque aprile, festa della Liberazione, ogni anno sempre più teatro di scontri politici ● Mentre i due vicepremier, e alleati di governo, Salvini e Di Maio litigano a distanza sul valore delle celebrazioni, il Veneto si prepara a festeggiare accogliendo le prime due cariche dello Stato ● Sergio Mattarella sarà a Vittorio Veneto con Luca Zaia, Elisabetta Casellati sarà, invece, a Padova

Il 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, riesce a far litigare nuovamente, come ormai da copione, gli alleati del Governo giallo-verde. Mentre le due più alte cariche dello Stato parteciperanno alle cerimonie in Veneto, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Vittorio Veneto e la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, a Padova, i vicepremier accendono la polemica a distanza. Il leader leghista Matteo Salvini, infatti, ha detto di non voler contribuire a uno scontro tra «fascisti e comunisti», preferendo trascorrere la giornata di domani a Palermo «con chi lotta contro la mafia, gli uomini della Polizia di Stato». Ma subito Luigi di Maio, vicepremier M5s ha puntato il dito senza troppi giri di parole: «Chi nega il 25 aprile era a Verona con gli antiabortisti». Chiaro riferimento al congresso della famiglia di fine marzo e accusa al collega. Difeso dal sindaco di Verona, Federico Sboarina: «Di Maio è recidivo. Festeggi il 25 Aprile come vuole, ma lasci stare Verona». «Credo sia doveroso per chiunque, in particolare per chi ricopre la carica di ministro e ha giurato sulla Costituzione, ricordare cosa ha rappresentato e cosa rappresenta ancora oggi la guerra di LibeVITTORIO VENETO (TREVISO)

Montebelluna di Andrea Priante

MONTEBELLUNA (TREVISO) Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, nella Lega lo conoscono come «il filosofo». È un militante storico del Carroccio, ma sulle (solite) polemiche intorno al 25 Aprile, ha idee diverse da quelle che si respirano nel suo partito. Sindaco, lei parteciperà alle celebrazioni? «Certo, sono tra gli organizzatori della cerimonia e porterò, come da tradizione, il mio saluto. Ho sempre partecipato: i valori della democrazia sono stati conquistati attraverso la sofferenza, è nostro compito onorarli». Non mi dica che intonerà anche «Bella ciao»… «Dopo la deposizione delle corone d’alloro al monumento per i Caduti, la banda di Montebelluna suonerà prima l’inno nazionale e poi “Bella ciao”. A me piace: è divenuta un simbolo della nostra Storia, non vedo perché non si dovrebbe intonare. Francamente, trovo incomprensibili le polemiche: non c’è nulla, nella Festa della Liberazione, che contrasti con i principi

In Veneto Il capo dello Stato Sergio Mattarella e la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati: il primo sarà a Vittorio Veneto, la seconda a Padova

● La parola

MEDAGLIA D’ORO

Nel 1946 Vittorio Veneto è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare per la guerra di Liberazione. Questa la motivazione: «Amore di Patria... risuscita Vittorio Veneto. Per 20 mesi di guerriglia atrocissima, sola ed indoma, organizza, sostiene e alimenta i cittadini compatti nella rivolta contro il duplice servaggio e di cinquemila partigiani che, scolta insonne, lottano sulla sinistra del Piave e sui valichi montani a difesa della dignità d’Italia. Contro la rabbia nemica i volontari della libertà, donando ai vivi l’anima dei morti, confermano fieramente la nobilissima tradizione a conservare la libertà piegando la ferocia e la distruzione. Domata la tracotanza avversaria, costretto alla resa il nemico in ritirata, la città, libera per la tenacia dei figli, consacra all’epopea del nuovo riscatto il suo sacrificio di sangue e di mezzi».

Ilsindacoleghista: «LaLiberazione vasempreonorata EcantoBellaciao» per cui si batte la Lega». In realtà, con un tweet, Salvini ha tracciato la linea: «Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine». Sembra un invito a disertare le cerimonie… «Festeggiare la Liberazione significa ricordare coloro che

razione» afferma il sindaco di Vittorio Veneto, Roberto Tonon. «È un grande onore per tutti noi accogliere il Presidente della Repubblica, siamo orgogliosi che abbia accettato il nostro invito – ha aggiunto -, e mi permetto di pensare che sia dovuto a quanto la nostra città ha dato nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale, per la libertà e la democrazia». Sarà questa, per Mattarella, la prima visita nella Marca e la terza in Veneto: atterrerà domani mattina all’aeroporto militare di Istrana e da lì, intorno alle 11, arriverà in elicottero a Vittorio Veneto; si sposterà in automobile verso piazza del Popolo dove sarà accolto dal sindaco Tonon, dal presidente della Regione,

Il «filosofo» Marzio Favero

lottarono contro fascismo e nazismo, due regimi che, tra le altre cose, portavano avanti l’idea di uno Stato centralista. Esattamente ciò che la Lega ha sempre contrastato. Inoltre la Resistenza ha portato all’entrata in vigore della Costituzione che, va ricordato, è regionalista e autonomista. Rendere omaggio al 25 Aprile significa quindi onorare ciò

Favero Omaggiare il 25 Aprile è onorare il federalismo per cui è nata la Lega

Scontro tra Anpi e sindaci, polemiche a Verona

Restano le divisioni, Forcolin diserta la piazza VENEZIA «Non parteciperò alle celebrazioni, per motivi personali. Ma ii diktat di Anpi che minaccia i Comuni di non partecipare alle celebrazioni se non si canta “Bella ciao”, mi hanno stancato». Il vicegovernatore Gianluca Forcolin, si allinea così a Matteo Salvini che ha annunciato che non prenderà parte alla Festa della Liberazione. La polemica divide leghisti e Associazione partigiani, con questi ultimi che fanno di «Bella ciao» un simbolo irrinunciabile. A Quarto d’Altino, la canzone non è inserita nella «scaletta». Il sindaco Claudio Grosso la mette così: «Ho riproposto il programma

approvato dall’ex giunta del paese, di centrosinistra. Non capisco perché allora andasse bene e oggi non più. Ad ogni modo ho invitato tutti, anche l’Anpi, e spero partecipi. Per quanto mi riguarda, anche se non è in programma, dopo la cerimonia sono liberi di intonare “Bella ciao”». A Verona, il consigliere Andrea Bacciga chiede di destinare i 5mila euro di contributo pubblico «non a manifestazioni esclusive della Sinistra» ma a convegni storici «che analizzino la guerra civile prima del 25 aprile e gli eccidi avvenuti anche inseguito». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Zaia, e dal presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, e dove è previsto un picchetto d’onore; dopo l’Inno d’Italia e l’alzabandiera, sarà deposta una corona in memoria dei Caduti. Alle 11.30 sarà il Teatro Da Ponte ad ospitare la cerimonia istituzionale, alla presenza di sindaci, autorità civili e militari, che si concluderà con il discorso di commemorazione del Presidente. Il cerimoniale non è ancora definitivo: Mattarella potrebbe decidere di visitare il Museo della Battaglia, memoria della Grande Guerra, prima di rientrare a Roma nel pomeriggio. Ma se Salvini diserta il 25 aprile, l’ex sindaco di Vittorio Veneto Gianantonio Da Re, già segretario provinciale e regionale della Lega, non manca mai alle celebrazioni e non mancherà domani. «Mio padre era un partigiano – sottolinea Da Re - la mia presenza è dovuta soprattutto a motivazioni personali ed affettive, è una festa che appartiene al popolo. Sappiamo bene che si tratta di una ricorrenza talvolta non condivisa, ma ritengo che sia un giorno importante. È il giorno in cui è finita una guerra e in cui è nata la nostra Costituzione che, con pregi e difetti, ha dato a tutti noi la libertà, e a tanti di noi ha consentito di fare politica». Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA

per cui noi leghisti siamo nati: il federalismo». Di nuovo Salvini: «Il 25 aprile ci saranno i cortei, i partigiani e i contropartigiani. Siamo nel 2019 e mi interessa poco il derby fascisti-comunisti: mi interessa il futuro del nostro Paese». «La Resistenza raggruppò tante anime politiche: democristiani, socialisti, comunisti, Partito d’Azione, perfino monarchici. E allora, ridurre il 25 Aprile a una festa della Sinistra, come alcuni sembrano voler fare, è un errore prima di tutto storico. I politici, specie a livello nazionale, dovrebbero riflettere sul fatto che, se oggi abbiamo una pluralità di partiti nell’arco costituzionale che hanno il diritto di confrontarsi liberamente, lo dobbiamo anche a chi scelse di dare la vita contro la tirannide, proprio per offrire un futuro migliore al Paese». I rigurgiti dell’estrema destra si fanno sentire sempre più di frequente… «Appunto: sono rigurgiti. Il fascismo fu un grande errore, trascinò gli italiani in una sorta di illusione collettiva. Ma basta ricordare chi si alleò coi nazisti, per dimostrare quanto il regime guidato da Mussolini fosse, per sua natura, criminale». Tornando a Salvini, ha sostenuto che il fascismo fece anche cose buone. Che ne pensa? «Mettiamola così: anche un orologio con le lancette, quando si rompe, segna l’ora giusta due volte al giorno. Ma questo non significa che non sia da buttare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

A Venezia Le iniziative

La galassia venetista festeggia San Marco VENEZIA I più temuti sono quelli del Comitato Liberazione Nazionale Veneto: lo scorso anno si sono presentati in divisa tra magliette nere e auricolari che ricordavano da vicino i buttafuori delle discoteche o per qualcuno lo squadrismo. Da Facebook hanno lanciato l’appuntamento in piazza San Marco per le 10.30 ma, si sa, in piazza le manifestazioni politiche sono vietate. I venetisti si preparano a sbarcare in piazza San Marco da ogni angolo del Veneto: sono una galassia di sigle e domani sfileranno in occasione della festa di San Marco. Di veneziano ci sarà il gruppo Wiva San Marco armato come ogni anno del gonfalone, gli altri sono per la maggior parte gruppi di altre province. Dagli scranni della politica è atteso il neonato Partito dei Veneti di cui fa parte il consigliere regionale Antonio Guadagnini, Indipendenza Veneta, il gruppo Chiavegato per fare dei nomi. Il Gruppo di Albert Gardin celebra invece partecipando alla messa del Patriarca in basilica. Nonostante la non più giovane età è atteso Franco Rocchetta, padre fondatore della Liga Veneta. Ci sarà il Comitato 1866, movimento storico-culturale che racconta i giorni del plebiscito del Veneto. Il programma ufficiale per le celebrazioni della Festa della Liberazione e del Santo Patrono prevedono alle 9 l’alzabandiera e la messa solenne alle 10.30. Nel pomeriggio il cartellone prevede una sfilata di 100 figuranti in costume per raccontare la tradizione del boccolo (10.45), seguito dall’esibizione musicale di Armonie Venete e dall’esibizione rievocativa della scuola di arti marziali venete. Si danno appuntamento invece in campo Marin alle 11.30 i membri dell’«Asenblea Veneta» manifestando la solidarietà agli indipendentisti catalani finiti nei guai con la giustizia. Sempre a Campo Manin, ma alle 8.45, la contromanifestazione del Comitato Bandiera Italiana con Iveser e Anpi. L’organizzatore Oliviero Cassarà, dice: «Manin ci ricorda che il tricolore e il gonfalone possono coesistere e per questo abbiamo recuperato l’antica bandiera che distenderemo sotto al monumento». E.Lor.

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MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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addio ad eleonora rioda

Choc a Venezia La wedding planner delle celebrità muore a 35 anni Si è tolta la vilta a Pasqua, nella sua casa alla Giudecca Tra i suoi clienti, stelle di Hollywood e magnati internazionali VENEZIA. Il sorriso di Eleonora Rioda si è spento per sempre. Ha deciso che il giorno di Pasqua fosse l’ultimo della sua vita ed è morta nell’amata casa della Giudecca. A 35 anni appena, Eleonora era una “wedding planner” di fama internazionale. «RAGAZZA MERAVIGLIOSA»

«Una ragazza meravigliosa, bella dentro e fuori, ha scommesso su stessa fin da ragazza, appena diplomata», la ricorda un’amica, guida turistica «dapprima ha lavorato all’estero e poi, tornata a Venezia, si è messa a fare l’accompagnatrice delle comitive in vacanza. Ma il suo vero obiettivo era quello di aprire un’ agenzia

ELEONORA RIODA, APPREZZATA ORGANIZZATRICE DI MATRIMONI ED EVENTI, AVEVA SOLTANTO 35 ANNI

propria e dir proporre cose belle, curate, indimenticabili». E così è stato.Eleonora Rioda ha iniziato il suo percorso professionale come tour operator di lusso per Abercrombie & Kent. «Era brava come pochi a pianificare gli eventi, diceva sempre che voleva offrire il bello per rendere felici i clienti», continua l’amica «nonostante la giovane età, quando l’ho incontrata per la prima volta ho compreso subito che aveva le idee chiare, sapeva quello che voleva ed era determinata a conseguirlo. Colpiva, in particolare, la sua meticolosità nei dettagli». Per acquisire sempre maggiore professionalità, la giovane va a lavorare in Olanda come ac-

count manager per l’agenzia internazionale DMC. LA SUA AGENZIA DI EVENTI

Ma nonostante i successi e le gratificazioni all’estero, le sue radici veneziane la riportano in laguna. Perché è qui che sente di riuscire a dare il meglio di sè nell’accogliere e guidare il visitatore che si affida a lei per scoprire le bellezze della città d’acqua, magari priviligiando i luoghi più esclusivi e inaspettati. Nasce così la sua adorata creatura “Venice First”, l’agenzia che inizialmente ha sede alla Giudecca e poi si trasferisce

Doppio inquadramento dichiarato illegittimo

Consulta, Veneto bocciato sul contratto dei dipendenti di Veneto Agricoltura IL CASO

È

incostituzionale il doppio inquadramento contrattuale dei dipendenti di Avisp, ex Veneto Agricoltura, previsto dalla legge regionale 37 del 2014 (istitutiva dell’agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario). Lo ha stabilito la Corte costituzionale, con la sentenza numero 100 depositata il 19 aprile. Esultano i

sindacati e i 143 dipendenti difesi dall’avvocato Barbara Gasparini che, a metà ottobre 2017, aveva portato la vicenda all’attenzione del giudice del lavoro di Venezia. Proprio il tribunale lagunare, a inizio 2018, aveva deciso di sospendere il giudizio e di rimettere la questione alla Consulta. La denuncia riguardava diverse problematiche del rapporto lavorativo. Tra queste, lo sblocco degli adeguamenti contrattuali, delle in-

Agripolis, la sede padovana di Veneto Agricoltura a Legnaro

dennità integrative, degli scatti di anzianità e delle progressioni parametrali maturate dal 2010 al 2014. In secondo luogo, veniva chiesto di fare luce sull’inquadramento contrattuale dei lavoratori. La legge re-

gionale 37/2014, che ha approvato l’istituzione dell’Avisp al posto di Veneto Agricoltura, prevede per i dipendenti il contratto collettivo di lavoro nelle aziende di igiene ambientale (per la parte normativa, con meno

a San Trovaso, nel sestiere Dorsoduro. Eleonora si circonda di un team di giovani collaboratori e i successi non tardano. La lista dei clienti è da sogno per chi ama la mondanità hollywoodiana: Tom Cruise, Denzel Washington, Angelina Jolie, Tom Hanks, Robert De Niro, Robert Downey Jr, Steven Spielberg, Will Smith, Jamie Fox, Uma Thurman, Oliver Stone... DAGLI ELEFANTI A MORATA

C’era anche il suo tocco dietro il mega-matrimonio indiano al San Clemente del maggio

tutele) e quello collettivo delle regioni e autonomie locali (per la parte economica). La Consulta ha quindi respinto la tesi difensiva della regione Veneto, che giustificava la misura sulla necessità di contenere la spesa pubblica per il personale dipendente dell’agenzia. «Abbiamo sempre sostenuto che quei due articoli erano inapplicabili per i dipendenti di Veneto Agricoltura– il commento di Alessandro Gilioli, Cgil – sia perché c’erano evidenti criticità da un punto di vista contrattuale, sia perché era gravemente danneggiata l’attività sindacale di contrattazione. La sentenza della Consulta è una sconfitta per l’arroganza dei dirigenti regionali e una vittoria della Costituzione». —

la marcia verso il 26 maggio

Voto europeo, altolà a tre liste saranno 17 le formazioni in lizza La Corte d’Appello di Venezia ha escluso Gilet arancioni Ora-rispetto per tutti gli animali e Parlamentare indipendente Venerdì il sorteggio per l’ordine VENEZIA. Diciassette ammesse, tre escluse. È il numero di liste che, dopo il verdetto definitivo di ieri da parte della Corte d’appello di Venezia, potranno partecipare alla tornata elettorale europea del 26 mag-

gio nella circoscrizione elettorale nord-orientale (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto-Adige ed Emilia Romagna). Come preannunciato martedì scorso, ultimo giorno utile per la presentazione delle candidature, sono state escluse le liste di tre movimenti: “Gilet arancioni”, “Ora-rispetto per tutti gli animali” e “Parlamentare indipendente”. Gli uffici elettorali di Venezia hanno riscontrato irregola-

rità nel deposito di simbolo e candidati. Esaurito il tempo per i ricorsi, la loro bocciatura è diventata definitiva. Tra le liste in un primo momento sotto la lente della Corte d’appello lagunare, anche Casapound e Partito dei Pirati. La prima, dopo un controllo più approfondito, non ha evidenziato irregolarità nell’elenco di candidati ed è stata integralmente ammessa alle elezioni. Discorso diverso, inve-

Il voto europeo del 2014 in un seggio veneto

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2011: settantadue ore ininterrotte nei luoghi più belli di Venezia, con due elefanti e un dirigibile. Nell’occasione Pramod Agarwal, il magnate indiano del ferro stabilì ch 20 milioni di euro fossero la cifra giusta per celebrare le noezze della figlia Vinita con il promesso Muquit. E in tempi più recenti, due anni fa, fu ancora Eleonora ad organizzato il matrimonio tra il calciatore Alvaro Morata e Alice Campello. Tanti successi, poi una fase difficile, tra avversità professionali e professionali. Rivelatasi fatale. —

acquedotti

Acqua a Pfas zero spesi 1,4 milioni per cambiare filtri Ammontano ad un milione e quattrocentomila euro gli interventi, voluti da Regione del Veneto e realizzati da Acque Veronesi nell'ultimo anno, a Lonigo per la sostituzione dei filtri che garantiscono acqua a Pfas zero nei territori compresi nella zona rossa. A darne notizia Nicola Dell'Acqua, Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile in conseguenza della contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova.

ce, per il partito dei Pirati: i candidati che hanno superato il vaglio degli uffici, in questo caso, sono stati decurtati per alcune irregolarità. In totale, saranno quindi oltre 200 in candidati a giocarsi i 15 seggi riservati alla circoscrizione Nordest. Sono 73, invece, i futuri membri del Parlamento europeo che dovranno essere espressi dal voto italiano. AIl numero potrebbe aumentare in caso di Brexit di tre unità per la redistribuzione dei seggi riservati al Regno Unito. Venerdì alle 10.30, sempre nella sede della corte d’appello di Venezia, avverrà il sorteggio delle liste per decidere l’ordine di comparsa di simboli e candidati nella scheda elettorale del 26 maggio. — Eugenio Pendolini


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MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

la riforma dell’autonomia

Ultimatum dei sindacati a Conte «Scuola alle Regioni? Sciopero» Cgil, Cisl e Uil incontrano a Palazzo Chigi il premier Conte e il ministro Bussetti I dubbi di Salvini: il presidente Fico vuole bloccare il grande lavoro sul federalismo Il ministro Marco Bussetti PADOVA. La scuola regionale di Veneto e Lombardia non convince i sindacati, che hanno proclamato lo sciopero generale il 17 maggio: ieri, i leader di Cgil Cisl Uil, Snals e Gilda sono saliti a Palazzo Chigi per un faccia a faccia con il premier Giuseppe Conte e il ministro Marco Bussetti. Due i temi: il rinnovo del contratto di lavoro e la “regionalizzazione” del personale come previsto dalla bozza sull’autonomia solo per il Veneto e la Lombardia. Ipotesi considerata irricevibile perché “minaccia l’unità culturale del Paese”. Il progetto di Zaia e Fontana punta in primis a trasferire i presidi e i “provveditori” dal Miur al Veneto e alla Lombardia e poi a creare delle graduatorie regionali per coprire il turn over. Il ministro Bussetti ha dato il via libera alla bozza, ma il premier Conte è di avviso totalmente opposto, come tutti i ministri del M5S. In mezzo al braccio di ferro c’è il ministro Erika Stefani, più che mai consapevole che su

questa delicata riforma rischia di saltare tutto l’impianto dell’autonomia differenziata. Dubbi palesati anche da Matteo Salvini in un’intervista alla Verità: «L’ autonomia deve arrivare in consiglio dei ministri e il parlamento deve dire la sua senza tenerla bloccata per otto mesi». Ma chi può tirare il freno? «Se c’è qualcuno che vuole impantanare, qualcuno

Sinopoli della Cgil: «Non si può mettere a rischio l’unità culturale del Paese»

Una protesta dei sinadacati della scuola a Mestre

alla Fico, tanto per fare nomi, sappia che non accettiamo giochini su questi temi», dice il vicepremier della Lega Non c’è solo il presidente della Camera a nutrire dei dubbi. Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Cgil scuola, non ha dubbi e rincara la dose: «Il sistema d’ istruzione nazio-

nale è il maggior fattore di coesione culturale e sociale dell’Italia. I progetti di regionalizzazione del governo minano alle basi l’idea di un’istruzione nazionale. Regionalizzare i contratti, gli organici, i salari del personale della scuola, significa attaccare il ruolo unificante dei contratti nazionali di lavoro e la garanzia di uguali diritti per tutte le lavoratrici e i lavoratori, in ogni parte del Paese. I diritti non possono essere un bene limitato alle condizioni di dove si vive e il diritto all'istruzione deve essere garantito in modo uniforme su tutto il territorio nazionale cosa che già oggi avviene a fatica. Soprattutto per questo scioperiamo il 17 maggio, per ricordare al governo che il mondo dell’istruzione e la ricerca hanno bisogno d’ investimenti e di un rilancio complessivo e non di ulteriori divisioni. Il governo si fermi», conclude Sinopoli. A Palazzo Chigi ieri è salita anche Maddalena Gissi, leader della Cisl: «La scuola non

il calendario delle lezioni 2019-2020

Ritorno in classe l’11 settembre Giornate dello sport a febbraio Dopo le vacanze di Carnevale spazio all’attività motoria e agonistica dei ragazzi Il 20 marzo giorno della legalità Termine delle lezioni il 6 giugno VENEZIA. Inizierà mercoledì 11 settembre, nel Veneto, l’anno scolastico 2019-2020 per concludersi sabato 6 giugno. La giunta regionale, infatti, ha approvato il calendario scolastico per le scuole di ogni ordine e grado della Regione, statali e paritarie. Fanno eccezione

le scuole dell’infanzia che apriranno le porte lo stesso giorno ma proseguiranno le lezioni fino al 30 giugno. Oltre alle consuete festività, il calendario del prossimo anno scolastico prevede la sospensione obbligatoria delle lezioni il 2 novembre per il ponte di Ognissanti, dal 23 dicembre al 6 gennaio per le vacanze natalizie, dal 24 al 26 febbraio per le quelle di Carnevale e dal 9 al 14 aprile per le ferie pasquali. Sono previsti, inoltre, il 2 maggio 2020 per il ponte

della festa del Lavoro e il successivo 1 giugno per il ponte della festa nazionale della Repubblica. Alle scuole, a fronte di particolari esigenze o eventi, sono consentite ulteriori sospensioni delle lezioni o modifiche del calendario comunicandolo alla Regione, agli Enti erogatori dei servizi di supporto e alle famiglie, fermo restando l’obbligo di garantire 200 giorni minimi di attività scolastica. Anche in questo calendario, la Regione ha previsto le

Genitori e alunni in una scuola elementare nel Trevigiano

“Giornate dello Sport” che si terranno il 27, 28, 29 febbraio 2020, di seguito alle vacanze di Carnevale. In questa circostanza gli istituti potranno programmare iniziative finalizzate ad approfondire gli aspetti educativi dell’attività sportiva e diffondere la conoscen-

za delle varie discipline praticate nel territorio. Sono previste, inoltre, la Giornata della Legalità per il 20 marzo 2020 e quella della Musica per il precedente 4 marzo. «Le giornate dedicate in calendario sono un contributo ed un’opportunità per l’of-

L’evasione fiscale sfacciata come male molto italiano

A

Gissi, leader della Cisl: non vogliamo docenti e presidi dipendenti di Veneto e Lombardia ta costituzionale, continuerà a svolgere i suoi compiti. Ovvero definire un’azione politica che miri ad assicurare livelli di educazione e istruzione adeguati e servizi di qualità in tutto il Paese. E vigilare sulla sua effettiva attuazione». — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ferta formativa d’ogni istituto che potrà organizzarle in autonomia - sottolinea l’assessore alla Scuola. Per quelle dello sport, come è già avvenuto con successo negli ultimi anni, tramite l’Ufficio scolastico, la Regione stanzierà risorse specifiche. Non si tratta di giorni dedicati al tempo libero in un’ottica ricreativa, infatti, ma di veri e propri giorni di attività educativa imperniati sui valori formativi dello sport. Analogamente non è secondario l’alto valore formativo che ha la giornata della musica sensibilizzando all’attività musicale e coreutica e quella della legalità, occasione pensata per approfondire tematiche che favoriscono l’educazione al rispetto della legalità, appunto, e al senso civico». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

MARIO BERTOLISSI

IL COMMENTO

vvilito è chi si sente «sconfortato, scoraggiato». Io sono avvilito! Ed è avvilente ciò «che umilia, che deprime». È avvilente l’evasione fiscale sfacciata. Mortifica il cittadino costretto, ogni giorno di più, a prendere atto - come mi è accaduto di notare qualche tempo fa - che l’Italia è un Paese che non ha mai conosciuto né vere rivoluzioni né vere riforme. Non a caso, attribuivo la responsabilità di questi esiti negativi alla simonia dello Stato -

si tocca: è importante per il Paese e deve rimanere in un sistema unitario nazionale. Non vogliamo docenti e dirigenti scolastici alle dipendenze delle Regioni né un’invasione della politica che non sta mostrando il meglio di sé in questi tempi. Il 17 maggio sciopereremo anche per dimostrare che la scuola, l'Università e la ricerca non sono d'accordo sull’autonomia differenziata. Lo dimostrano centinaia di migliaia di firme raccolte dalla petizione come i manifesti che hanno ricoperto i maggiori della città di Roma». E il ministro Bussetti che ha dato il via libera alla preintesa con Zaia, Fontana e la Stefani? Non fa dietrofront. Anzi, spiega le ragioni della riforma che punta ad allargare il modello di Trento e Bolzano. «Ciò che posso dire al momento è che la competenza sui programmi e sugli ordinamenti resterà all’amministrazione centrale. Lo Stato, nel rispetto della Car-

ai condoni fiscali -, per il cui tramite l’obbligazione tributaria, che si dice inderogabile, per alcuni diviene flessibile, mentre lo Stato replica la figura di chi è debole con i forti e forte con i deboli. Nella Costituzione c’è tutto. Perché sta scritto che «Tutti sono tenuti a concorrere alla spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva» (articolo 53). Perché ciò lo si deve fare in quanto è richiesto «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,

economica e sociale» (articolo 2), attraverso i quali la Repubblica è messa nelle condizioni di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale» (articolo 3). A parte le prestazioni e i servizi normali, erogati a favore di chi contribuisce alla vita in

comune, come si fa ad alleviare la sofferenza di chi è sprovvisto di mezzi? La Costituzione si preoccupa degli indigenti (indigente è chi è «privo dell’indispensabile per vivere») (articolo 32), della donna lavoratrice (articolo 37), di chi è «inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere» (articolo 38), perché a tutti dovrebbe essere assicurata «un’esistenza libera e dignitosa» (articolo 36). Sarà anche vecchia questa Costituzione, ma è attraversa-

ta da grandi valori, che parte della società dimostra di non comprendere, dominata come è - sono le parole di Vittorino Andreoli - dal mito del denaro. «In questi casi il denaro finisce per essere l’idea dominante, in grado di modificare e condizionare persino la meccanica mentale che produce solo pensieri in valuta pregiata, riduce tutto il mondo a cartamoneta, e l’uomo a denaro. Ogni altra caratteristica scompare o viene coperta e si entra decisamente nella fase della malat-

tia». Ho l’impressione che la società sia nettamente divisa tra chi è rispettoso della legge, per un’inclinazione inderogabile, che prescinde addirittura dalle sanzioni; e chi è rapace oltre ogni limite ed ogni decenza. Poi, c’è chi, pur avendo tra le mani il Vangelo, non ha ancora bene compreso che cosa significa «dare a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio». Così, Matteo, 22, 15-22. Poi, ci sarebbe Giacomo, 5, 1-6: «Ora a voi, ricchi»: ma - capisco - il discorso si fa ancor più complicato ed è bene troncarlo. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

la viabilità nel bellunese

Varianti di Cortina e Tai, l’Anas assicura «Per l’autunno tutto sarà sbloccato» Sul proseguimento dell’autostrada A27, Zaia continua a predicare un «cauto realismo» per i costi e l’impatto ambientale Francesco Dal Mas LONGARONE. I vertici Anas sono ancora convinti che il nodo delle quattro varianti sulla statale Alemagna, a Cortina, San Vito, Valle e Tai di Cadore, possa trovare soluzione entro l’anno. «È più avanti la definizione di Cortina e di Tai – afferma l’amministratore delegato Massimo Simonini -, esiste ancora qualche problema per le altre due situazioni, ma riteniamo che per l’autunno si possa sbloccare il tutto». Con il via ai cantieri per quando? «Speriamo qualche cantiere già quest’anno, per Cortina ad esempio, mentre gli altri», afferma Claudio de Lorenzo, coordinatore Anas per il Nordest «scatteranno nei primi mesi del 2020». Mentre, dunque, procede il piano di riqualificazione della 51, una domanda incombe: l’Anas potrebbe essere interessata a proseguire l’autostrada A27? «Non ne sappiamo nulla» risponde Simonini. Sia lui che De Lorenzo erano presenti, ieri mattina a Ponte della Priula, insieme al governatore Luca Zaia e all’assessore Elisa De Berti. «L’A27 è una partita regionale – precisa Zaia -, un dossier che consideriamo aperto, perché c’è la necessità per il Bellunese ed il Veneto orientale di

avere uno sbocco a Nord, ma bisogna avere un cauto realismo. Siamo in un contesto delicato, quello dolomitico, protetto dall’Unesco. Ci sono norme e convenzioni internazionali di cui tener conto e sulle quali sarebbe utile aprire un confronto con gli ambientalisti». Per i bellunesi e i veneti sarebbe già importante poter superare più facilmente il collo di bottiglia di Longarone. È quanto prevedono, si sa, le varianti Anas riguardanti la riqualificazione dell’Alemagna per Cortina 2021. «Stiamo discutendo fin do-

peraltrestrade

L’A22 scoppia? «Non riversate nel Bellunese il problema»

È già una impresa trovare il miliardo che serve per il treno ve può arrivare l’eventuale prolungamento dell’A27» ammette De Lorenzo. «Fino a dove?» gli chiediamo. «Fino alle porte di Longarone o anche dopo?». «No, prima, al momento». Zaia, però, ha evocato la prospettiva che l’asfalto autostradale possa andare oltre. Par di capire, insomma, che il confronto sia aperto. E che, per la verità, non sia di imminente conclusione, per cui il nodo di Longarone difficilmente sarà pronto per i Mondiali di sci. «Noi ce la mettiamo tutta

Luca Zaia con l’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini, ieri al Ponte della Priula

perché accada – insiste il governatore -, ma nel 2006 avremo le Olimpiadi». Il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, auspica ovviamente la celerità, ma ammette di rendersi conto anche lui della complessità dell’opera. Ritornando all’A27, la consapevolezza che il costo sia quasi proibitivo c’è tutta nel vertice della Regione. 8 miliardi da Pian di Vedoia a

Monaco non sono bruscolini. Lo ha fatto capire anche ieri Zaia, ma pure l’assessore ai trasporti, Elisa De Berti, che lo accompagnava. Già il miliardo necessario per il collegamento ferroviario tra Calalzo e Cortina è un’impresa trovarlo. Ma Zaia e De Berti temono anche che la proposizione di un’infrastruttura così impegnativa possa dividere, in un momento

tanto delicato, il territorio e le Comunità che vi risiedono. È accaduto, in parte, con il progetto del treno delle Dolomti e l’indecisione se farlo passare per la Val Boite o la Val d’Ansiei. Il Comelico, oggi tutto unito per le piste da sci con la Val Pusteria, resterà tale anche di fronte alla prospettiva di essere attraversato dall’autostrada? —

comelico

Coltrondo, progetto in corso per la galleria Intanto si lavora al paramassi che sarà ultimato dopo l’estate Viene prolungato di cento metri quello attuale per proteggere la 52 Carnica dai sassi SANTO STEFANO DI CADORE.

Eppure si muove. La galleria di Coltrondo non è ferma al palo, tanto meno è stata rimossa e abbandonata, come progetto, in un cassetto. «No, no, andiamo avanti» ha fatto sapere ieri Claudio De Lorenzo, coordinatore Anas del Nordest, a margine di un sopralluogo sul ponte Priula, in comune di Susegana, che è in corso di ristrutturazione. «La progettazione è in corso, ormai da qualche tempo – assicura – e speriamo di poterla presto concludere». Potrebbe essere il prossimo anno o, al più tardi, il 2021, poi

si tratta di avviare la procedura autorizzativa e, nel frattempo, di ritrovare i soldi che due anni fa si decise di passare alla riqualificazione della 51 bis e della 52, per poi fare marcia indietro, nell’autunno scorso. Si tratta di una sessantina di milioni, anzi qualcuno in più. Mostra soddisfazione, evidentemente, la sindaca di Santo Stefano di Cadore, Alessandra Buzzo, che ancora quattro anni fa lanciò la necessità, anzi l’urgenza di mettere in sicurezza l’ingresso in Comelico dal Cadore. Temeva, la sindaca (e per la verità non solo lei) che la costruzione della galleria paramassi, ai piedi del colle franoso, fosse la soluzione alternativa di cui i comeliani dovevano accontentarsi. Ieri si è capito che non è così. De Lorenzo ne ha parlato

I lavori sulla 52 Carnica

in una sede dove c’erano anche l’amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini, e il presidente della Regione, Luca Zaia. È stato Zaia, si sa, ad introdurre Coltrondo al vertice delle priorità infrastrutturali del Veneto.

Intanto si è avuto conferma dall’ingegner Gabriella Manginelli, responsabile veneta della stessa Anas, che la galleria paramassi sarà ultimata entro il prossimo autunno. Viene prolungata di oltre un centinaio di metri, in modo da mettere al riparo la 52 dalla caduta di massi ed altro materiali dai versanti molto ripidi, e appunto franosi di Coltrondo. L’Anas vi sta investendo circa 4 milioni di euro e al momento è l’unico cantiere sulle due strade soggette, insieme all’Alemagna, agli ammodernamenti in vista di Cortina 2021. Ma entro l’estate, si è saputo, dovrebbero partire altri lavori, soprattutto sulla 51 bis, quindi tra Pieve di Cadore e Lozzo. «Ovviamente esprimiamo soddisfazione per le rin-

novate assicurazioni – interviene Buzzo – Ci sono già state comunicate le interruzioni del cantiere in agosto, per non creare difficoltà ai turisti. Ma ci è stato garantito che subito dopo si riprenderà con l’ultimo step». La determinazione con cui l’Amministrazione Buzzo sta portando avanti l’impegno per le strade e la sicurezza della mobilità è il punto di forza del suo gruppo nella prossima tornata elettorale. Roger De Bernardi si è candidato sindaco (e al momento è l’unica lista), ma Buzzo continuerà a fare la paladina della sicurezza. «Non sarò soddisfatta – conclude – fino a che non riuscirò a percorrere il tunnel di Coltrondo». Per la fine del prossimo mandato? — F.D.M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

BELLUNO. «L’autostrada del Brennero scoppia? È comprensibile che le popolazioni della Valle d’Isarco pretendano che il problema venga affrontato di petto, ma la soluzione non sta nel creare, a poca distanza, un altro corridoio di traffico internazionale». Lo afferma Peraltrestrade, comitato interregionale Carnia-Cadore – Pas Dolomiti, che esprime la propria contrarietà al proseguimento dell’A27, perché – come spiega – in un susseguirsi di viadotti e gallerie sventrerebbe la valle del Piave, il Cadore centrale, il Comelico e la Val Digon ancora intatta, per poi attraversare i verdi prati della Lesachtal, arrivare fino a Lienz e fermarsi là, spacciando questo per “l’interesse del territorio”. Il movimento lancia a tutti i bellunesi un interrogativo: come si fa a non rendersi conto che la costruzione di questa autostrada o superstrada veloce, in contrasto con i dettami della UE, interessa solamente i costruttori, i loro amici e gli amici dei loro amici, e che le grandi infrastrutture viarie non portano vantaggi alle aree marginali attraversate, come il Cadore? Far passare un’autostrada per il Cadore-Comelico, ha affermato il sociologo Diego Cason - ricorda Peraltrestrade -, sarebbe come togliere il tappo alla vasca da bagno. «Se oggi la provincia di Belluno soffre di un preoccupante spopolamento, chi rimarrebbe in un territorio devastato dal cemento, dal traffico che produce inquinamento?». Critiche alla tesi di Vivaio Dolomiti che propone una condotta tecnologica dove far passare la corrente elettrica ed altri servizi. «Non possiamo credere che il gruppo che sta portando avanti la lotta contro l’impatto degli elettrodotti, sempre a ridosso delle elezioni europee, proponga questo “incredibile” progetto dell’autostrada tecnologica». — F.D.M.


II

Primo Piano

Mercoledì 24 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Elezioni 2019 / Volata finale Ritorna il confronto fra le due coalizioni I TEMI MESTRE Nei Comuni torna in auge lo schema bipolare. A tre giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste, nei 15 Comuni chiamati al voto il 26 maggio prevale il confronto tradizionale fra centrodestra e centrosinistra, sia pure declinato nelle varie liste civiche in corsa. Una scelta in parte obbligata: il centrosinistra, che governa in otto dei 15 municipi da rinnovare, non può permettersi altre battute d’arresto dopo il ko alle Politiche dello scorso anno, mentre in sede locale l’alleanza di centrodestra tiene ancora, anche se con equilibri diversi rispetto al passato. Ma a favorire il confronto fra le due tradizionali coalizioni è anche l’ormai cronica difficoltà del Movimento 5 stelle a radicarsi in sede locale, quantomeno in vista delle scadenze elettorali: sono solo quattro, al momento, i Comuni nei quali il Movimento targato Di Maio sarà presente (sempre ammesso che a Spinea si riesca a raccogliere le firme). Certo, le variabili non mancano, trattandosi di un voto amministrativo: succede a Scorzè, dove la civica di Giovanni Battista Mestriner, che lascia dopo due mandati, se la dovrà vedere con il fuoco amico di Forza Italia e Fdi, in corsa con una nuova civica. Stesso problema a Noale, questa volta nello schieramento opposto, dove il Pd ha staccato da tempo la spina alla sindaca uscente Patrizia Andreotti, che si batterà con il suo ex vicesindaco e contro tutto il centrodestra. Anche a Camponogara, del resto, il candidato designato dal sindaco uscente Gianpietro Menin (centrosinistra) dovrà affrontare la concorrenza dell’esponente della Civica per il Veneto del consigliere regionale Franco Ferrari. Più omogeneo il quadro nel Veneto orientale, complice la mancanza di candidati a cinque stelle, presenti soltanto a Ceggia, dove il confronto sarà con due civiche “pure” che rifiutano etichette politiche. Sarà interessante, a questo punto, capire come la concomitanza con il voto per il Parlamento europeo potrà influire sulle elezioni comunali, dove prevale ancora la scelta per il politico della porta accanto. Alberto Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA

BAGARRE FINALE Elettori in un seggio nel giugno 2018: sono 15 i Comuni da rinnovare nella prossima tornata elettorale

Nel Miranese le tre grandi sfide tra veleni, rotture e colpi di scena A Scorzè spaccatura nel centrodestra con una civica `A Noale la sindaca uscente Andreotti si ricandida sostenuta da Forza Italia e FdI contrapposta alla Lega ma si trova come avversario il Pd e l’ex vice Stevanato `

SCORZE’ A tutt’oggi ufficialmente tre sono i candidati alla carica di sindaco per le prossime elezioni amministrative di maggio a Scorzè che conta una popolazione di 18.961 unità al 31 dicembre 2018. Nais Marcon 69 anni, sostenuta dalla Lista Civica Mestriner per Nais Marcon e dalla Lega. Sposata con due figli, insegnante in quiescenza copre la carica di vice sindaco uscente del centrodestra, in giunta da due mandati nelle amministrazioni Mestriner è stata delegata alla cultura e alla scuola anche con l’amministrazione Caverzan. Dario Zugno, 41 anni, laureato in Scienze Politiche, dipendente della Regione Veneto, segretario del Circolo del Partito Democratico di Scorzè alla sua prima esperienza politica amministrativa. Emanuela Barbiero, 61 anni , sposata con tre figli, dirigente dell’Associazione artigiani e piccole medie imprese di Venezia già assessore al commercio nel mandato amministrativo Mestriner 2009-2014, capolista di Scorzè Viva sostenuta da Forza Italia e

Fratelli d’Italia. Il quarto candidato del Movimento 5 Stelle che cinque anni aveva presentato candidato Flavio Berton attualmente capogruppo in consiglio comunale, dovrebbe essere secondo indiscrezioni anche questo al femminile. Il che per Scorzè segnerebbe senza dubbio un record per una campagna elettorale che si tingerebbe per tre quarti di rosa. (R.Fav.)

SPINEA Tre schieramenti certi e un quarto, il Movimento 5 stelle, che sta raccogliendo le ultime firme a Spinea tentando una corsa contro il tempo. Il primo a uscire allo scoperto è stato il centrosinistra, che da mesi aveva trovato l’accordo sul nome

A SPINEA M5S SPRINTA PER FARE LA LISTA, MA GLI EX GRILLINI SONO GIA’ IN CAMPO DITADI (CENTROSINISTRA) E VESNAVER (CENTRODESTRA) CON COALIZIONI ALLARGATE

di Emanuele Ditadi, attuale vicesindaco. Per lui ci sono 5 liste: “Noi Spinea 2030”, il Pd, È tempo, Impegno e Solidarietà e Spinea con Ditadi. I nomi in lista saranno presentati a breve ma l’attuale maggioranza non ha ceduto “pezzi” agli avversari, solo l’attuale sindaco Checchin ha scelto di non ricandidarsi. Da un paio di mesi è sceso in campo anche il centrodestra con 5 (forse a breve 6) liste a sostegno di Martina Vesnaver. L’avvocato spinetense ha l’appoggio della sua lista “Sìamo Spinea”, di Fratelli d’Italia, la Lista Tessari, la Lega e Progetto civico Spinea. Tra i nomi più conosciuti, nella coalizione di centrodestra, l’ex sindaco Claudio Tessari, il suo vice Edmondo Piazzi, il segretario della Lega di Spinea, Pietro Curreli. A sorpresa è scesa in campo una terza lista, formata dagli ex consiglieri del M5s di Spinea (ora gruppo misto), Stefania Mazzotta e Massimo De Pieri, che è anche il candidato sindaco. Con loro un gruppo di cittadini alla prima esperienza politica (tra gli altri Vincenzo Rino Franzin, ambientalista, e

Thomas Marcato). Restano ancora due situazioni in sospeso, da chiarire: una riguarda la lista di Forza Italia, che sta cercando di unirsi alla coalizione del centrodestra, e l’altra è il M5s di Spinea, che orfano dei due consiglieri starebbe raccogliendo le firme per presentare un’altra lista: quarto possibile candidato è Lorenzo Agim Denai. Capolista Giulio Filippi. (M.Fus.)

NOALE A Noale si profila una sfida a 4: il sindaco Patrizia Andreotti ci prova per un secondo mandato, presentandosi con un polo civico formato da tre liste (Impegno Comune, Sorino x Noale e Insieme per Noale), ma senza il Pd, che dopo aver rotto con gli ex alleati correrà da avversario a sostegno del vicesindaco Fabrizio Stevanato. Con lui anche una seconda civica del sindaco, dove dovrebbero entrare anche elementi di Sanca Veneta, la sinistra autonomista. I due ex alleati dell’attuale maggioranza se la dovranno vedere con il centrodestra, che prova a riprendersi il

comune perso 5 anni fa affidandosi a Michela Barin, consigliera uscente ed ex assessore della giunta di Michele Celeghin. A sostenerla sarà uno schieramento di 4 liste: civica Noalesi al Centro, Lega, Forza Italia e una seconda civica denominata “lista Dalla Vecchia”, dove confluiranno elementi dell’ex civica La Forza dei Noalesi, rinominata Liberi Noalesi e di Fratelli d’Italia, rappresentata da Claudio Manente, ex presidente de La Forza dei Noalesi. Quarto candidato è Giacomo Pieretti, per il Movimento 5 stelle: i pentastellati si sono presentati in anticipo e conducono una campagna fuori dagli schemi tutta all’attacco sui temi che riguardano Noale, ma attendono la certificazione della lista del Movimento, visto che Pieretti è già stato candidato in passato. Quattri candidati, 10 liste, salvo sorprese dell’ultim’ora e una battaglia che si giocherà su terreni difficili come la riqualificazione dell’ex consorzio agrario, la sicurezza, il centro storico e il futuro dell’ospedale. (F.Deg.)

Il centrodestra tenta il ribaltone in Riviera del Brenta CAMPONOGARA Per le amministrative del 26 maggio in campo per Camponogara due liste civiche, una coalizione di centrodestra e il Movimento 5 Stelle. In continuità con l’amministrazione uscente il candidato sindaco, attuale assessore al bilancio, Antonio Fusato, con la lista civica di centrosinistra “Insieme”, appoggiata dal Pd, sostenuto dal sindaco uscente Gianpietro Menin. A staccarsi dalla maggioranza invece l’attuale vicesindaco Massimiliano Mazzetto, candidato per la lista civica trasversale ai poli politici “Civica per il Veneto”, sostenuto dal consigliere regionale Franco Ferrari. Stefano Cacco è invece il candidato per la

Lega con una lista che riunisce il centrodestra. Candidato per il M5S, per la prima volta presente alle elezioni comunali di Camponogara, Denis Sbrogiò. (g.bor.)

STRA Sono tre gli schieramenti in questa tornata elettorale a Stra, che vedono due liste di centrodestra sfidare il sindaco uscente Caterina Cacciavillani, che il suo gruppo civico di centrosinistra “Insieme” ha deciso all’unanimità di ricandidare alla guida del Comune per altri cinque anni. Due le liste sfidanti, con il centrodestra che non è riuscito a trovare l’accordo per restare unito, e vede Giuseppe “Pino” Cavallin con il suo grup-

po civico puro “Uniti per Stra” sfidare Paola Orlando, candidata dalla Lega, su cui convergono anche Fratelli d’Italia e l’altra civica “Stra, un paese da vivere” di Maricla Sartori, ex vicesindaco della legislazione precedente. (s.zan.)

CONA Sarà una corsa a tre per la

ROTTI GLI INDUGI: A CONA DUE OUTSIDER CONTENDONO IL POSTO A PANFILIO DOPO L’EMERGENZA IMMIGRAZIONE

SFIDA A QUATTRO Poker di candidati a Camponogara dove il sindaco uscente Gianpietro Menin dovrà passare la mano

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poltrona di primo cittadino. Alberto Panfilio, sindaco uscente, si ripresenta, dopo una iniziale titubanza, alla guida di una civica di centrodestra, “Fare Bene Comune”. Gli sfidanti sono Alessandro Aggio, candidato della Lega, con forti addentellati nel mondo agricolo che ha acquisito anche il sostegno di Fratelli d’Italia e del gruppo che fa riferimento al consigliere comunale Dario Battistini (candidato sindaco cinque anni fa), e Franco Necchio, già assessore al bilancio tra il 2004 e il 2014, e oggi candidato della lista unitaria di centrosinistra (Pd e Si) che prende il nome “Insieme per Cona”. (d.deg.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Selvazzano

L’ASSESSORE TOMBOLATO «Venerdì prima di Pasqua ho ho effettuato l’ultimo sopralluogo al cantiere, l’intervento sarà ultimato per l’inizio di giugno»

Mestrino

Mercoledì 24 Aprile 2019 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Fausto Dorio, Lega è candidato sindaco `Elezioni, il primo

candidato dell’area del centrodestra VILLAFRANCA

CANTIERE Cronoprogramma rispettato, la settimana prossima via all’abbattimento del vecchio ponte sul Ceresola

Vecchio ponte sul Ceresola scatta l’ora dell’abbattimento Tempi rispettati: la struttura verrà demolita la settimana prossima `

MESTRINO Entra nel vivo la fase più radicale dell’intervento di rifacimento del ponte che prevede l’abbattimento del vecchio manufatto. Nell’area di cantiere i lavori per lo spostamento dei sottoservizi sono stati ultimati, ora basta solo collegare le condotte dell’acquedotto e quelle della rete fognaria per poi attivare la demolizione.

CONSORZIO Fino ad ora il cronoprogramma dei lavori di rifacimento del ponte stradale sul fiume Ceresone piccolo ai confini fra le frazioni di Lissaro e Arlesega, attivato dal Consorzio di Bonifica Brenta, ha rispettato i tempi, solo la pioggia di questi giorni li ha leggermente rallentati, ma dalla prossima settimana è previsto

che l’intervento entri nella sua fase strutturale. «Venerdì prima di Pasqua ho effettuato l’ultimo sopralluogo al cantiere - ha spiegato l’assessore Giovanni Tombolato -, gli interventi per lo spostamento dei sottoservizi sono stati ultimati, per primo quello dle gas e ora mancavano solo i collegamenti di acquedotto e fognature, per poi passare all’abbattimento del vecchio manufatto in pietra che verrà sostituito dagli scatolari in calcestruzzo. Intervento che il Consorzio ave-

LAVORI PARZIALMENTE RALLENTATI MA SOLO A CAUSA DELLA PIOGGIA INSISTENTE DELLE ULTIME ORE

Concluso lo spostamento di tutti i sottoservizi, condotte collegate `

va già in programma di effettuare lunedì della prossima settimana, ma che le condizioni meteo di questi due giorni faranno probabilmente slittare in avanti. Tutto l’intervento sta comunque rispettano le tempistiche previste e con molta probabilità sarà ultimato per l’inizio di giugno».

PASSAGGIO Il ponte si sul confine fra Arlsega e Lissaro, le prime avvisaglie del cedimento del vecchio manufatto nel luglio scorso, e l’obbligo del Comune di restringere il passaggio sul ponte, vietandolo ai camion. La soluzione è stata individuata assieme al Consorzio di Bonifica Brenta: il manufatto in pietra viene sostituito impiegando due scatolari ad U in cemento delle dimensioni adeguate per la necessità del ponte, che permettono il rifaci-

mento completo con un intervento più rapido e meno dispendioso. Per poter lavorare sul letto del fiume, passaggio essenziale per abbattere il ponte e collocare le nuove strutture in cemento, il corso d’acqua dovrà essere asciugato nel tratto interessato: l’utilizzo di un’idrovora permetterà di sversare l’acqua sull’ex scolo delle Risaie, che dopo 100 metri si rimette nel Ceresone. La chiusura della strada ha previsto una modifica della viabilità di collegamento fra il centro delle due frazione. Per i camion o i mezzi pesanti che arrivano alla rotonda di Lissaro due sono le possibilità: o ritornare a Mestrino, e dunque in regionale 11, risalendo via Martignon, o l’obbligo di proseguire in direzione di Campodoro, e il vicentino, percorrendo via del Concilio e il sottopasso autostradale. Barbara Turetta

È il leghista Fausto Dorio, nome noto della politica villafranchese, il primo candidato sindaco dell’area del centrodestra ad ufficializzare la sua corsa per la poltrona di primo cittadino. Una lista che porta chiaro il simbolo della Lega nord, ma dove c’è spazio anche per un’area moderata del centrodestra: in lista con Dorio c’è infatti anche l’apporto di parte dell’opposizione uscente, rappresentata dal consigliere Roberto Muraro, che è promotore anche di un progetto civico che punta ad unire il territorio, e della consigliera Sandra Scarabattolo. Ed è la prima volta che a candidarsi a sindaco è un residente della frazione di Ronchi di Campanile, pronto a sfidare la lista di maggioranza che perdieci anni è stata guidata dal sindaco uscente Luciano Salvò. Fausto Dorio, 58 anni, responsabile programmazione per Trenitalia, è segretario locale della Lega, membro del direttivo provinciale e nazionale del partito di Salvini, e commissario provinciale di Rovigo, in passato è stato anche assessore alle Attività produttive, commercio e trasporti, con l’amministrazione Piovan. «La convergenza sul mio nome ha dato vita ad un progetto politico dove la Lega nord è rappresentata solamente qui, e dalla mia persona - ha detto Dorio - ma dove ha trovato espressione anche quella parte del centrodestra moderato che si riconosce in un progetto civico. Progetto che vede continuità con i consiglieri Muraro e Scarabottolo, che hanno lavorato nel territorio in questi anni». La lista dei candidati consiglieri è già stata definita e ha visto l’inserimento dei nomi seguendo un ordine “democratico”, ovvero quello alfabetico: i

primi due sono i consiglieri di opposizione uscenti, e poi di seguito gli altri candidati. «Scendiamo in campo per garantire a Villafranca la rivitalizzazione che merita e quel ruolo di connessione con i territori limitrofi che in questi anni è venuto a mancare - ha detto ancora il candidato sindaco - Ed è rilevante il collegamento diretto che il territorio potrà avere anche con le istituzioni, dal Governo, alla Regione, alla Provincia, passando per il parlamento Europeo. Possibilità che solo questa lista può garantire». Sabato prossimo alle 15 alla trattoria al Campanile di Ronchi è in programma la presentazione ufficiale di Fausto Dorio. A sostenerlo sono attesi diversi esponenti politici regionali e provinciali, con la presenza del ministro degli Affari regionali e delle autonomie Erika Stefani. Il governatore del Veneto Luca Zaia sarà invece a Villafranca con il candidato Dorio il prossimo 2 maggio, a Taggì di Sopra. Ba.T.

LA PRIMA VOLTA DI UN RESIDENTE DELLA FRAZIONE RONCHI «VILLAFRANCA MERITA DI ESSERE RIVITALIZZATA»

LEGA Il candidato sindaco di Villafranca Fausto Dorio

Rifiuti, sorpresi tre “furbi” in azione Dal “pedibus” al trasporto degli anziani MESTRINO Non si arresta da parte dell’amministrazione comunale il monitoraggio e l’azione di contrasto all’abbandono dei rifiuto nel territorio con l’utilizzo delle telecamere e il controllo dei rifiuti abbandonati per risalire agli autori e multarli. Ad abbandonare i rifiuti a Mestrino sono perlopiù persone che vengono da fuori Comune, non si tratta dunque di residenti, che a quanto pare sono la percentuale minore di chi scarica abusivamente sacchi delle immondizie, ma bensì di “trasfertisti” dei rifiuti: persone che risiedono nei territori limitrofi e che per “comodità” si caricano i sacchi in macchina e li scaricano lungo le strade di Mestrino, perché di pas-

saggio o perché vicino a casa. Come è avvenuto con gli ultimi tre recenti abbandoni e due sono le zone che rimangono critiche: l’isola ecologica condominiale di via Trieste, si tratta di bidoni per la raccolta differenziata che non vengono tenuti all’intero della pertinenza dei condomini ma su suolo pubblico, e l’unica isola ecologica presente nel territorio con i press-container di via Aquileia. È qui infatti che sono stati sorpresi tre cittadini stranieri, tutti residenti a Ronchi di Campanile: il primo ad abbandonare un pezzo di mobile vicino ai container di via Aquileia, mentre gli altri responsabili dell’abbandono dei sacchi neri in via Trieste, per loro sono scattate sanzioni da 200 euro l’una. «A parte i cartoni abbandonati che appartenevano

ad un’azienda del territorio – spiega l’assessore all’Ambiente Giovanni Tombolato - gli altri sacchi sono opera di persone che non risiedono a Mestrino. I problemi rimangono su queste due aree: per quella di via Aquileia non possiamo fare nulla oltre a monitorare la situazione, perché i container sono fissi a terra, ma per l’area di via Trieste ho già preso contatto con l’amministratore condominiale perché trovi una soluzione affinché i bidoni vengano tenuti all’interno delle aree condominiali». Qui l’amministrazione comunale ha già predisposto il controllo dell’area con le telecamere mobili, strumento utilizzato ormia da oltre un anno per constrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti con buoni risultati. Ba.T.

Anteas festeggia i vent’anni di attività SELVAZZANO (Ba.T.) Festeggia i 20 anni di attività e solidarietà a servizio del territorio, l’associazione Anteas che l’1 maggio alle 10.30 all’hotel Piroga di Selvazzano darà il via all’assemblea generale dei soci. Una mattinata scandita da un excursus storico sulle varie tappe che hanno caratterizzato i due decenni di attività e solidarietà dell’associazione. Soprattutto verranno approfondite le proposte da mettere in campo per le future iniziative. La prossima al via proprio in maggio. «Oltre alle iniziative già in atto - spiega il presidente Francesco Baldin - c’è la

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volontà di farsi interpreti attivi dei suggerimenti forniti da Carlo Gabelli, responsabile del Centro regionale veneto per lo studio e la cura dell’invecchiamento cerebrale, relativamente alle cause che favoriscono l’insorgere di patologie legate alla demenza senile e all’Alzheimer, e per costruire una ponte tra gli anziani e le nuove generazioni, l’associazione, su invito dei genitori dei bambini della scuola di quartiere, mette a disposizione 15 volontari per accompagnare gli alunni a scuola a piedi durante tutto il mese di maggio partecipando al progetto del pedibus». L’associazione, presente nel territorio con oltre 500

iscritti, gestisce con 40 volontari, e in convenzione con l’amministrazione comunale, il trasporto sociale garantendo agli anziani che non hanno possibilità di muoversi di poter raggiungere ospedali, e centri di terapia. Da oltre un anno l’associazione ha anche attivato il servizio di accompagnamento dei cittadini che fanno visita ai propri cari nei cimiteri cittadini, in particolare al cimitero di Caselle, che è il più lontano. Inoltre l’associazione ha esteso il proprio intervento anche all’interno dell’Istituto di riposo Ira di Selvazzano, dove sono impegnati una ventina di soci per intrattenere gli ospiti con varie iniziative.


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 24 Aprile 2019

VENETO SF_03495

MONSELICE. Pediatria, maxi-uovo da una bimba

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

Unuovodicioccolatodi10chili.Dentro,unacordapersaltare.ÈilregalodiPasquadi unabimbaaipiccolipazientiealpersonaledell’UnitàdiPediatriadell’Ospedaledi Monselice(Pd):«Muoversifabene,eallenarsiasuperareledifficoltàancordipiù». SF_03495

INFRASTRUTTURE. Scambiodicolpitraleaderleghistaeministrogrillino

SalviniaToninelli «ValdasticoNord dafareinrapidità» SubitolareplicadelMinistero:«Mancaun’ipotesi ditracciatocondivisa».MaZaia:«Noicisiamo» EFugatti:«Cihannovotatosull’ideadiRoveretosud» Piero Erle

«Prima facciamo la Valdastico Nord meglio è: non possiamo permetterci di perdere altro tempo, come sulla Tav e su tutte le grandi opere di collegamento». Si è schierato apertamente per l’autostrada “vicentina” dal Veneto al Trentino, come non aveva quasi mai fatto, il vicepremier e leader leghista Matteo

Eilgovernatore venetorilanciacol managerdiAnas l’ideadi“holding delleautostrade” perilNordest

Salvini, che era in vacanza a Pinzolo e ieri ha presentato i candidati trentini della Lega alle elezioni suppletive per il Parlamento del 26 maggio. E ha rincarato la dose anche sulla A22 e la trattativa per prorogare la concessione “in house” agli enti locali: «Invito il ministro Danilo Toninelli a venire al più presto in Trentino, così si rende conto della situazioni. Non vorrei che il litigio tra Roma e Bolzano durasse all’infinito, bloccando la infrastrutture. Prima si scava meglio è». IL MINISTERO. Immediata la

replica ufficiale del Mit-ministero delle infrastrutture: «Si ricorda, a differenza di quanto sostenuto dal ministro dell’Interno, Salvini, che sulla concessione in house della

Autostrada A22 il Ministero ha portato a buon fine e quindi sbloccato un dossier impantanato da ben 5 anni, proponendo una soluzione innovativa che è stata il frutto di un lungo lavoro anche in sede europea. Ci si aspetta ora, da parte degli amministratori locali soci della concessionaria - molti dei quali della Lega - la piena collaborazione e un aiuto per finalizzare il risultato. Col loro via libera la questione si sarebbe già risolta da tempo, tuttavia confidiamo che ci si arriverà a breve e attendiamo fiduciosi. Per quanto riguarda la Valdastico nord, il progetto è stato portato avanti per ben 2 anni dal precedente Governo, ma manca a oggi un’ipotesi di tracciato condivisa dai territori».

IlMit tranquillizza, Pd eUdc all’attacco

«TavBrescia-Padova Ilministrodevespiegare» UnrenderingdellaValdastico Nordproiettatodall’A4 a“Aedifica” FUGATTI: «SI VA AVANTI». In

un video di “Trentino tv”, peraltro, il governatore trentino Maurizio Fugatti ha risposto tranquillamente sulla vicenda Valdastico, anche rispetto alle polemiche sorte in zona Vallarsa: «Vediamo che ci sono le prese di posizione dei territori, noi confermiamo che il nostro progetto non mette a rischio la sorgente dello Spino, come qualcuno aveva indicato. Noi vogliamo coinvolgere tutti i territori, ma è chiaro che sul tema Valdastico ogni volta che ne parliamo, e sono 40 anni, ci sono i contrari. Lo ripetiamo: l’A31 l’avevamo nel programma, ed era indicato anche il luogo di sbocco dell’opera. Andiamo avanti cercando di limitare al massimo l’impatto ambientale, ma credendo ci possa essere per quei territori anche un interesse di sviluppo». Dove sboccherà l’A31 quindi? «Tra il confine sud del Comune di Rovereto, a Marco, e il confine di quello di Ala, a Serravalle, ma all’im-

bocco dell’A22, all’uscita del casello di Rovereto Sud». E sull’A22 Fugatti è ottimista: «Secondo noi nel giro di 15 giorni abbiamo chiuso l’accordo. Il Ministero si è dimostrato disponibile a trattare e crediamo di poter chiudere bene». ZAIA: «NOI CI SIAMO». «È irri-

nunciabile che la Valdastico sia prolungata fino all’AutoBrennero. Noi ci siamo e abbiamo già dato l’ok al tracciato veneto: spero si trovi l’intesa su quello trentino». Così il governatore veneto Luca Zaia ieri a fianco di Anas (ad Massimo Simonini) per il ponte della Priula: «Con questa Anas si lavora bene, si vedono i risultati e vogliamo mettere in cantiere la mia mia da sempre: una holding del Nordest» per strade e autostrade («Io ci credo», conferma Simonini): «C’è già l’esperienza di Cav che funziona e vede gli utili reinvestiti direttamente in Veneto». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Perl’Altavelocità daBresciaa Padovaadavanzare per ora sonosolo le polemiche.Da indiscrezioniriportatedalla stampasul progettocheè all’esamedel Mit-ministero infrastrutturependerebbe la scurediun’analisi negativa costi-beneficiepurel’esigenza diadeguarsia 309 prescrizioni delCipe.Per la veritàil Mitieri hagettato acquasulfuoco, scrivendonellanotadiffusa sulleinfrastruttureche«per la Brescia-Veronail procedimentoèinvece andato avantisenza interruzionie l'analisicostibeneficiserviràa migliorarla,con meno sprechi e piùsostenibilità». Maqueste parolenonsono bastatea mitigarela polemica.«Sull’Alta velocitàBrescia-Padovaattaccail Pdcoi deputati AlessiaRotta eRaffaellaPaita -il ministroToninelli deve riferireurgentementein Parlamento.Non èpossibile chesuun’operacosì strategica peril sistema infrastrutturale nazionalesi perseveri inuna mancanzadichiarezzae certezzasulsuo futuro»:il Mit «sinasconde dietrola fogliadi ficodell’analisicosti-benefici e deirichiami delCipe», ma« i governidicentrosinistrahanno giàprovveduto a unproject review,con revisionedel

Untreno dell’Altavelocità progettoerisparmiper oltre mezzomiliardo. Laverità èche hannoricevuto unprogettosolido, chiaviinmano ecomprensivodei finanziamentinecessari, ma ritardanodaun annoal completamento dell’infrastrutturasoltanto perun vizioideologico.Il governodeve usciredaquestaambiguità e assumersifino infondo la responsabilitàdiprendereuna decisione».«Leprescrizioni sono notedatempo enaturalmenteil progettoesecutivodovrà tenerne conto»,rincarano ladoseil capogruppovenetoStefano Fracassoelavice OriettaSalemi. Eilsen. AntonioDe Poli (Udc): «SullaTavveneta, secondofonti distampa,spunta l’ipotesi diun potenziamentodellalineagià esistente.Siamoalla follia. Serve ilquadruplicamento dellalinea: su questopuntoil Venetononpuò accettarecompromessi al ribasso».

INQUINAMENTO. EAcquevenete,alle prese conil C6o4nel Po,chiede il collegamentoalBrenta SANITÀ. LaGiuntaannuncia alcunemodifiche

Regione:«InunannoaLonigo“AcqueVeronesi”haspeso1,4milioni»

Come preannunciato dal nostro giornale l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, affiancata dal direttore generale Domenico Mantoan, ha presentato ieri alla commissione “Sanità” del Consiglio regionale «una bozza contenente - annuncia una nota - alcune proposte di modifica delle schede ospedaliere»: verrà formalizzata oggi. Lanzarin ha indicato i contenuti principali, tra i quali la

VENEZIA

In attesa dei tubi che portino acqua più pulita, si moltiplicano le spese per continuare a cambiare i filtri a carbone attivo che garantiscano di fornire nei rubinetti acqua quasi priva di Pfas. Lo segnala la Regione, per ricordare evidentemente che la battaglia anti-inquinamento non si può fermare neanche un giorno: in un anno, segnala il direttore dell’area “Territorio” Nicola Dell’Acqua - è anche commissario governativo per la posa delle nuove tubazioni che porteranno in “zona rossa” acqua da Recoaro, dal Veronese e da Camazzole (Brenta) - il gestore “Acque Veronesi” ai pozzi di Almisano di Lonigo ha speso 1,4 milioni «per la sostituzione dei filtri che garantiscono acqua a Pfas zero nei territori compresi nella zona rossa». Nel sito dell’Arpav infatti, a dati aggiornati a giovedì scorso, risulta che “Acque Veronesi” ha cambiato a Lonigo 10 filtri in aprile e altri 10 in marzo. Non solo: anche “Acquevenete” ha appena cambiato un filtro a Lonigo, e uno in marzo, e “Acque del Chiampo” ha cambiato i suoi tre a a fine Brendola a febbraio,

Unabatteria di filtri installatidalla società“Acquevenete”

mentre sempre “Acque Veronesi” ha cambiato tre filtri a Sarego tra marzo e aprile. In sostanza a Lonigo, spiega la Regione, «sono stati installati 20 filtri a carbone attivo granulare tipo noce di cocco suddivisi per una doppia filtrazione dell’acqua con dieci filtri a monte e altrettanti a valle» dell’acquedotto. Il “cambio filtri” dura una decina i giorni lavorativi, quindi un paio di settimane. «La prossima sostituzione del carbone è prevista il 29 aprile. In questo periodo i cambi normalmente sono previsti ogni due settimane, alternando due settimane di cambio a due di pausa. Da maggio, con la stagione estiva, è previsto di aumentare la frequenza del cambio». Intanto, segna-

la ancora la Regione, i laboratori Arpav stanno sperimentando la possibilità di quantificare i Pfas fino a 2 nanogrammi (non più 5) e Dell’Acqua evidenzia che «i primi dati confortano sull’efficacia dell’applicazione dei filtri e confermano la non presenza di Pfas a catena lunga, neanche tenendo in considerazione l’indice di quantificazione più basso (2 nanogrammi)». La Regione ha anche avviato una sezione “Pfas” nell’home page del proprio sito, dove via via confluiranno tutti i documenti dal 2013 a oggi. Come detto, anche “Acquevenete” procede con la sostituzione filtri, e il presidente Piergiorgio Cortelazzo ha segnalato che per precauzione sono scattati ulteriori control-

li dopo che la Regione ha segnalato ingente presenza di nuovi Pfas (c6o4) nel fiume Po, misurata da Arpav: è scattata «la tempestiva e precauzionale sostituzione di tutti i filtri a carbone attivo, già presenti presso le proprie sei centrali che insistono sull’asta del Po», già tutte dotate di filtri a carbone attivo. «Le indagini svolte dal Laboratorio acquevenete hanno verificato che una filtrazione lenta sui carboni attivi agisce positivamente nel trattenere il c6o4. Quindi ci siamo subito attivati per la sostituzione dei carboni nei filtri in tutte le centrali sul Po». La soluzione però «non potrà essere quella definitiva», dice il direttore dell’Ato Polesine, Leonardo Raito: «I carboni si esauriscono in tempi abbastanza rapidi, per cui l’operazione dovrà essere ripetuta sistematicamente, il che comporterebbe un costo stimabile in 600 mila euro l’anno». La soluzione? Dismettere le centrali e «cambiare fonti di approvvigionamento, mediante interconnessioni con le centrali sull’Adige e, per la zona del basso Polesine, con l’acqua pedemontana proveniente da Camazzole» anche in questo caso. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA

VENEZIA

M.Lanzarine D.Mantoan

classificazione come “spoke” degli ospedali di Venezia, Chioggia e Villafranca (Vr) e il ripristino come ospedale “spoke a due gambe” dei noso-

comi di Montebelluna e Castelfranco (Tv). Per l’ospedale civile di Venezia arriva la preannunciata modifica di legge che autorizza la deroga rispetti ai criteri attuali. «All’ospedale di Castelfranco, inoltre, vengono inseriti 15 posti letto di chirurgia generale, collegati a Montebelluna. Confermata la scheda di transizione per il Sant’Antonio di Padova, che contiene posti letto e primariati, che, come già detto, va in capo all’Azienda ospedaliera universitaria» patavina. «Vengono infine ripristinate - chiude la nota - una decina di apicalità nelle varie Ulss» tra cui le vicentine: Bassano ad esempio attende il primariato di oncologia. •

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Pfas,pertenerepulital’acqua sostituzione più rapida dei filtri

Schedeper gli ospedali Inarrivopiù primariati


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ALBIGNASEGO - SELVAZZANO

MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 IL MATTINO

per Grande Veneto Martina Mazzucato e per la civica Prima Selvazzano Serenella Raccanello. Nel Polo civico Enoch Soranzo sarà il capolista di Selvazzano Viva, Bruno Saponaro di Selvazzano Nuova-Lista Saponaro, Giacomo Rodighiero di Selvazzano In Rete e la forzista Mara Lazzaro di Forza Selvazzano. La consigliera comunale uscente dei Dem Rossella Dalla Stella sarà a capo della lista del Pd e Marco Destro di Selvazzano Civica. I possibili candidati consiglieri sono massimo 16 per lista. Questo significa che in totale saranno circa 160.

selvazzano al voto

Quattro in corsa per la fascia tricolore La carica dei 160 per il Consiglio

GLI ASSENTI

Il polo civico sostiene Rossi come successore di Soranzo Francon a centrodestra, Santamaria con i dem, Vozza outsider Gianni Biasetto

cadoneghe

SELVAZZANO. A tre giorni dalla

Oggi in Municipio Schiavo presenta la squadra del Pd

cessore Giovanna Rossi. LE LISTE

presentazione dei candidanti, dei simboli e dei programmi delle liste per le elezioni del 26 maggio per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del sindaco, a Selvazzano (il più importante comune della provincia che va al voto), il quadro sembra essere ben delineato. Non sarà in corsa, nella veste di candidato sindaco, il primo cittadino uscente Enoch Soranzo che ha esaurito i due mandati a disposizione. Soranzo sarà comunque della partita, come coordinatore della formazione che propone come suo suc-

Il sindaco uscente di Cadoneghe, Michele Schiavo, presenta stasera alle 21 in sala consiliare la lista del Partito democratico, che sostiene la sua candidatura. Schiavo potrà contare anche sul sostegno di un’altra lista, “Cadoneghe unisce”, che si presenterà ufficialmente il prossimo 3 maggio, anch’essa alle 21 in sala consiliare.

villafranca padovana

La Lega candida Dorio manager di Trenitalia ex assessore ai Trasporti VILLAFRANCA PADOVANA. A

pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste elettorali, a Villafranca Padovana, dove non era ancora uscito allo scoperto nessun candidato, il primo a scoprire le sue carte è Fausto Dorio, che si pone alla guida di una compagine formata dalla Lega (partito di cui lui è segretario locale e nel direttivo nazionale) insieme ad alcune civiche confluite in un’unica compagine. Tra queste anche “Uniamo Villafranca”

Fausto Dorio

A meno di sorprese dell’ultima ora saranno dieci le liste in corsa per il rinnovo del parlamentino locale. Sono tutte liste civiche tranne quella del Partito Democratico che si presenta con il simbolo del partito del segretario Nicola Zingaretti. Quattro sono dichiaratamente di centrodestra e sostengono il candidato sindaco di fede leghista Antonio Francon. Si tratta di Lega Salvini, Fratelli d’Italia, Grande Veneto e Prima Selvazzano. Quattro anche le liste del “Polo civico” che ha come candidata ad occupare la poltrona che dopo il 26 maggio la-

del consigliere comunale Roberto Muraro. Tutti uniti per contrastare il candidato (chiunque esso sia) alla successione del sindaco uscente Luciano Salvò (la “sua” civica “Vivi Villafranca” presenterà il proprio candidato venerdì sera). Fausto Dorio, 58 anni, responsabile della programmazione integrata di Trenitalia per il Veneto, è già stato in amministrazione: dal 2004 e per i cinque anni successivi ha ricoperto l’incarico di assessore alle Attività produttive, Trasporti e Identità veneta con il sindaco Beatrice Piovan. «Saremo l’unica lista ad avere dei contatti diretti con la Regione e il Governo» dichiara Dorio, «grazie alla presenza della Lega. Potremmo quindi proporre ai cittadini qualcosa di concreto, cercando di far arrivare a Villafranca risorse per realiz-

In alto da sinistra Giovanna Rossi (Civiche) e Antonio Francon (Lega) Sotto da sinistra Antonio Santamaria (Pd) e Vincenzo Vozza (Civica)

scerà libera Soranzo, l’assessore Giovanna Rossi. Sono: Selvazzano Viva, Selvazzano Nuova-Lista Saponaro, Selvazzano InRete e Forza Selvazzano. Le altre due sono quella del Partito Democratico con candidato il segretario del circolo locale Antonio Santamaria e Selvazzano Civica, lista di centrosinistra di taglio progressista e ambientalista

zarle. Occorre tornare a rendere vivo il paese, stimolando le attività imprenditoriali e commerciali, modernizzando le scuole, supportando le realtà di volontariato. I cittadini non hanno bisogno delle promesse di opere faraoniche, ma di essere ascoltati e di ottenere risposte ai loro bisogni». Il candidato farà la sua prima uscita ufficiale sabato alle 15 alla trattoria Il Campanile a Ronchi, frazione in cui abita. Saranno presenti numerosi esponenti della Lega, a partire dal ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, agli onorevoli Arianna Lazzarin e Adolfo Zordan, ad assessori e consiglieri regionali. Il 2 maggio, al bar Dai Grandi a Taggì di Sopra, arriverà invece il governatore del Veneto, Luca Zaia. — Cristina Salvato

che sostiene il giovane Vincenzo Vozza come candidato sindaco. I CAPILISTA

Ogni schieramento ha scelto di inserire al primo posto dell’elenco dei candidati consiglieri il “cavallo” migliore. Per la Lega Salvini il capolista sarà Giuseppe Piovan, per Fratelli d’Italia Eleonora Tiozzo,

Rispetto al 2014, quando Enoch Soranzo si riconfermò al primo turno con il 58, 35% dei voti, mancano all’appello: Cittadini per Selvazzano, lo schieramento che faceva capo a Boris Sartori e che in questa tornata ha dichiarato si sostenere il Polo civico senza una propria lista, Dentro Selvazzano del candidato Riccardo Dainese che 5 anni fa aveva fatto corsa con il Partito Democratico e sopratutto il M5S che con l’allora candidato sindaco Ulderica Mennella aveva raccolto un pregevole 10%. Mennella, candidata alle Europee per il Movimento di Luigi Di Maio nella Circoscrizione Nord Est, in una nota i giorni scorsi ha evidenziato la difficoltà per il M5S di mettere insieme una lista di candidati per le amministrative nel comune di Selvazzano, dove quasi tutti si sono orientati su schieramenti civici. —

ponte san nicolò

“Coalizione” rinuncia a presentare la lista PONTE SAN NICOLÒ. Niente quarta lista. “Coalizione Civica per Ponte San Nicolò”, proposta a sinistra del Pd che in questi mesi si è mossa per offrire il suo progetto per il Comune, ha annunciato che non correrà alle prossime amministrative. «Abbiamo cercato di tenere unito il centrosinistra», spiega il consigliere di minoranza uscente e volto della Coalizione Hussein Bazzi, «non è stato possibile fare un’alleanza con il Pd, sia per divergenze sui metodi, sia per alcuni punti programmatici». La scelta, per Bazzi,

si era ridotta a correre con una lista autonoma o a non correre affatto: «Per senso di responsabilità non ci presenteremo: dividendo il centrosinistra favoriremmo le altre liste». Non è però una “benedizione” ai democratici e alla loro front-runner Filippa Renna: «L’assemblea non si è pronunciata a favore e a sostegno di un candidato delle liste presentate e lascia la libera scelta ai suoi componenti e simpatizzanti: valuteremo programmi e candidati sindaco». — Andrea Canton


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MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 LA NUOVA

PRIMO PIANO

Il 25 aprile a Venezia

«Bella Ciao un simbolo» Il canto della Resistenza boicottato dai leghisti Il partigiano Mario Bonifacio: «È la festa dell'antifascismo e della libertà» Il vicegovernatore veneto Forcolin: «Non parteciperò, sono via con la famiglia» Mitia Chiarin VENEZIA. Festa della Liberazione e festa di San Marco per il 25 aprile veneziano. Polemiche in provincia sulle note di “Bella Ciao”, il canto partigiano che non piace ai sindaci della Lega. In alcuni Comuni viene escluso dai programmi della celebrazione. A Venezia dove governa il centrodestra non vi è traccia della polemica: la mattina le celebrazioni per la Resistenza in campo del Ghetto a Venezia e piazza Ferretto a Mestre. Nel pomeriggio il raduno in piazza San Marco con le «rievocazioni storiche» organizzate dal Comune e l’arrivo di migliaia di veneti con bandiere di San Marco rosse e blu per la manifestazione che per anni è stata vista come «anti» Liberazione. Vicino al monumento alla partigiana ci sarà un pomeriggio di musica per festeggiare la Resistenza. Prove di «rispetto reciproco», per dirla con le parole di Giovanni Giusto, delegato alle Tradizioni del Comune di Venezia e leghista. A Mestre e a Venezia, il canto partigiano sarà cantato e l’Anpi figura nel cartellone ufficiale. «Con l’amministrazione comunale veneziana il clima è di reciproco rispetto», spiega dall’Anpi di Mestre Mario Torcinovich. «Incomprensibile è invece la scelta di quei sindaci che si oppongono ad un canto partigiano. I partigiani mica erano solo comunisti. Erano di tante estrazioni culturali e politiche», rileva. Venti polemici soffiano a Marcon e Quarto d’Altino, che quest’anno non hanno iniziative comuni, e dove l’An-

Il partigiano veneziano Mario Bonifacio

pi non parteciperà alle cerimonie delle due amministrazione in segno di protesta contro il divieto a cantare il canto partigiano. Il gruppo di cittadini di “Bella Ciao” invita tutti ad intonare lo stesso quel canto. Per il partigiano Mario Bonifacio “Bella Ciao” è «pura poesia» ed è diventato popolare dopo la guerra, consacrato dagli anni Settanta come l’inno «semiufficiale della Resistenza». Tra i primi a cantarla ci fu Yves Montand; la prima registrazione è del 1963. Oggi “Bella Ciao” è un canto conosciuto nel mondo e colonna sonora del recente sciopero per il clima mondiale. Incomprensibile che in Italia scateni polemiche, dice Bonifacio.

«Da venti anni questa ostilità alla celebrazione della Resistenza, si è concentrata contro “Bella Ciao”, etichettata come canzone di parte, che divide», spiega, «e pensare che si era affermata per ragioni opposte: perché testo unitario, condivisibile da tutti. Questo ripudio ci indigna. Non può essere accettato». Perché, continua, «oltre all'ostracismo a “Bella Ciao” si vuole cambiare il senso e la natura della celebrazione: non festa di popolo, che ricorda la grande gioia per la fine della guerra, e la conquistata libertà, e la gente partecipava con quel canto, ma cerimonia strettamente istituzionale di sfilate militari al suono della Canzone del Piave; una canzo-

ne che non ha niente a che fare con la liberazione e che è un falso storico». Bonifacio ribadisce: «Fino a che esistono fascisti il 25 aprile non può essere festa di tutti. Il 25 aprile è la festa dell'antifascismo perché è la festa della libertà. Onore a “Bella Ciao”, canto di un sogno di una Italia migliore». «Mai cantata e mai la canterò», taglia corto il vice-governatore leghista Gianluca Forcolin finito lo scorso anno al centro di polemiche, a Quarto, per essersene andato mentre i ragazzi cantavano “Bella Ciao”. «Quest’anno non partecipo, nonostante gli inviti, alle celebrazioni. Ma non è disertare il mio. Sono via con i miei famigliari. Per dieci anni da sindaco non ho mancato ad una celebrazione e stavolta sono via. Tutto qui», spiega, infastidito. Sulla polemica ricorda: «Quel canto non era nel programma, la cerimonia era finita e noi ce ne siamo andati. E loro hanno cantato. Il resto sono polemiche di voi giornalisti. L’unico mio fastidio era per il fatto che i ragazzi delle scuole sapevano “Bella Ciao” ma quando è stato intonato l’inno di Mameli non si sono alzati in piedi. Mancanza di educazione istituzionale». Clima teso in Riviera del Brenta, dopo le polemiche a Camponogara e Mira per i gazebi di Forza Nuova vicino ai monumenti ai caduti e alla piazza dedicata ai martiri. I gruppi “Opzione zero” e l’Anpi rivierasco annunciano presidi di gruppi di sorveglianza democratica in allerta contro azioni provocatorie del movimento di ultra destra. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il caso a Mira

«Gruppi di sorveglianza contro Forza Nuova» MIRA. In Riviera del Brenta

«gruppi di controllo democratico» per evitare che gazebo di Forza Nuova e di altre organizzazioni dell'ultradestra possano essere presenti per diffondere materiale propagandistico. Ad annunciarlo sono Mattia Donadel esponente dei comitati Opzione Zero, e l'Anpi locale. Nelle scorse settimane la polemica era scoppiata

quando a Camponogara, un gazebo di Forza Nuova si è presentato nella piazza del paese e i militanti hanno issato la bandiera sui pennoni davanti al monumento dei caduti. Ne è scoppiata una polemica che ha investito maggioranza e opposizione. A Mira un altro gazebo di Forza Nuova si era piazzato questo mese poco distante dal Piazza IX Martiri, la piazza

caduti così in basso e mi fa star male. Prima di tutto, ciò è dovuto all’ignoranza generalizzata della storia. E di questo, non so capacitarmene. In parte, sono colpevoli anche alcuni insegnanti. C’è molta distra-

zione e una buona dose di responsabilità ce l’hanno anche i politici: con i loro discorsi, spesso incendiari, non si rendono conto del potere che hanno di influenzare la popolazione». Solo ignoranza o c’è altro? Magari il sintomo della nascita di una nuova destra? «Direi più che altro superficialità. Certo, ci sono gruppi che si definiscono neofascisti che cercano di emergere. Un rischio di ritorno al fascismo, però, non lo vedo nell’immediato. C’è solo da sperare, di fronte a queste manifestazioni, che non succeda nulla di grave. C’è un’altra cosa però, che mi preoccupa e che è la tendenza a minimizzare, a considerare in maniera superficiale il momento che stiamo

Classe 1921, ha partecipato alla Resistenza e alla Liberazione «L’ignoranza mi fa star male, responsabili politici e insegnanti»

La staffetta partigiana Sofia Gobbo «Quel giorno nacque la democrazia» L’INTERVISTA

«N

on rassegnarsi a situazioni indegne per l’essere umano, ecco cosa ci lascia il 25 aprile. Per questo oggi, in un’epoca in cui manca coscienza civica e storica e capacità di

ragionare in maniera critica, è fondamentale tornare in piazzail 25». Parole di Sofia Gobbo, nome di battaglia “Giorgio”, staffetta partigiana per la brigata Cairoli, divisione Nino Nannetti. Lei, nata nel 1921 in provincia di Treviso e oggi residente a Mestre, nel 1945 c’era. E, sempre in prima fila, ha combattuto l’occupa-

zione nazista e ha visto nascere la Repubblica. Così come 75 anni fa, domani sarà in piazza. «E avrò intenzione di mettere in chiaro alcuni concetti. A cominciare dall’importanza di conoscere la storia». Dal ministro Salvini che rifiuta di partecipare al «derby tra fascisti e antifascisti», fino al vicegovernatore Gianluca Forcolin che

La partigiana Sofia Gobbo

mancherà alle celebrazioni per “impegni privati”. Come mai secondo lei il 25 aprile è ancora oggi percepita come una festa divisiva e non unitaria? «Mi stupisco che oggi si sia


25 APRILE

GIOVEDÌ 24 APRILE 2019 DIRETTORE RESPONSABILE PAOLO POSSAMAI CONDIRETTORE PAOLO CAGNAN INSERTO A CURA DI GIORGIO SBRISSA

Il ritorno in Veneto del capo dello Stato

Sergio Mattarella omaggia la Resistenza Il Presidente domani a Vittorio Veneto FRANCESCO DAL MAS

I

l presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà domani a Vittorio Veneto per rilanciare i valori fondativi dell’unità d’Italia. La democrazia e la libertà conquistati, a duro prezzo, con la lotta di Liberazione, ma anche con la prima guerra mondiale, di cui Vittorio Veneto ha appena concluso le celebrazioni centenarie. Una città simbolo che ha fatto memoria, l’anno scorso, della tragedia del primo conflitto mondiale, conclusosi a Vittorio Veneto, con il motto: qui è esplosa la pace. Quindi la ‘città santa’, come è stata definita in alcuni raduni delle associazioni combattentistiche, sì della morte, ma anche di una nuova vita, nel segno della pacificazione. Il Capo dello Stato era stato invitato, dal sindaco Roberto Tonon, a concludere quella memoria, in modo propositivo, lo scorso IV Novembre. Il presidente è stato portato, invece, a Trieste. I vittoriesi, reduci da 250 mila presenze - tante hanno partecipato ai diversi eventi del 2018 ci rimasero male. Mattarella l’ha saputo e ha scelto, per venire, una data ancora più impegnativa per la città che è decorata con la medaglia d’oro alla Resistenza. Il 25 aprile, appunto. All’arrivo (ore 11) rendere omaggio ai caduti di tutte le guerre in piazza del Popolo, davanti al monumento di Augusto Murer (all’inaugurazione del quale nel 1968 presenziò l’allora presidente della repubblica Giuseppe Saragat, accompagnato dall’allora presidente della Camera Sandro Pertini), poi Mattarella si recherà al teatro Da Ponte per le commemorazioni della Liberazione, con il benvenuto del sindaco Roberto Tonon, l’intervento del governatore Luca Zaia, della storica Giulia Albanese e dell’ex partigiana Francesca Meneghin. Il discorso conclusivo sarà quello del Presidente. L’evenbto sarà trasmesso in diretta tivù. Mattarella, sarà poi al Museo della Battaglia, dedicato alla I Guerra. Quasi tutti i Capi di Stato, in carica nei decennali del primo conflitto, sono venuti a Vittorio Veneto per ricordare le vittime dell’ “inutile strage”, come la definì Benedetto XV. Per il 25 aprile, invece, ci sono stati Antonio Segni, nel 1951, allora ministro dell’agricoltura (e successivamente al Quirinale), Oscar Luigi Scalfaro, nel 1962, da sottosegretario al ministero dell’Interno (ma ci ritornò da Presidente, e Sandro Pertini, giunto in tre occasioni: nel 1960, nel 1970 e nel 1974, prima che assumesse la presidenza della Repubblica. —

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che domani sarà a Vittorio Veneto per celebrare il 74esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo


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