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Le stagioni
IN QUESTO VOLUME SIAMO DENTRO AL progetto esperienziale CHE CI VEDE PRESENTARE IL NUCLEO TEMATICO DELLE quattro stagioni: esplorare, conoscere, capire, saper fare. IL CONTESTO AMBIENTALE RAPPRESENTA LO SFONDO INCLUSIVO NEL NOSTRO FARE, LA NATURA È UNO SPETTACOLO CALEIDOSCOPICO, RICCO DI CAMBIAMENTI, PER GLI ADULTI E PER I BAMBINI, CHE HANNO IL DIRITTO DI CONOSCERE IL ciclo stagionale E DI PROVARE L’EMOZIONE DI SCOPERTE SEMPLICI, PER ESSERE IN GRADO DI DISTINGUERE I SUOI CAMBIAMENTI E SAPERLI ASSOCIARE AL PROPRIO VISSUTO. LE ESPERIENZE DIRETTE SUL CAMPO PERMETTERANNO DI ENTRARE IN RAPPORTO DIRETTO CON LA NATURA PER FAR SPERIMENTARE IL PIÙ POSSIBILE AL BAMBINO IL gusto della scoperta, INTRODUCENDOLO NELLA REALTÀ NATURALE DEGLI ANIMALI, DELLE PIANTE E IL LORO MUTARE A SECONDA DELLA STAGIONE.
Le stagioni
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CLAUDIA GATTELLA: MAMMA DI ILARIA. SI OCCUPA DI educazione E formazione DA OLTRE VENT’ANNI, COORDINANDO UNA SCUOLA DELL’INFANZIA E FORMANDO DOCENTI. SCRIVE PER VARIE CASE EDITRICI E RIVISTE DI DIDATTICA PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA. AMA PORTARE AVANTI L’IDEA CHE IL MONDO SI SCOPRA ESPLORANDO LA REALTÀ CON OGNI SENSO E IN OGNI SENSO: SOSTIENE CHE I BAMBINI SIANO MAESTRI IN QUESTO. HA PUBBLICATO: “PICCOLA PESTE” GUIDA DIDATTICA PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA CON MIRÒ EDITORI, “INPUT INFANZIA” CON ELI EDIZIONI, “DISTRABELLA E IL DRAGHETTO ROSSELLO” CON CARAVAGGIO. PARTECIPA INOLTRE ATTIVAMENTE ALLA STESURA DI PROGETTI PER LA RIVISTA “PROGETTO TRE-SEI GULLIVER” DI EDIZIONI DIDATTICHE GULLIVER. HA OTTENUTO IL COPYRIGHT DEL FORMAT ABITARE LA SCUOLA © CHE PROMUOVE UN cambiamento della scuola VOLTO A eliminare trincee e competizioni nei diversi ruoli educativi (GENITORI-DOCENTI, BAMBINI-DOCENTI, ETC…) DI CUI TROPPO SPESSO LEGGIAMO.
a cura di Claudia Gattella
GUIDA DIDATTICA PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Autunno
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POSTER sulle stagioni CALENDARIO da appendere in sezione
a cura di Claudia Gattella
+ Schede Tematiche fotocopiabili
Primavera
Estate
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INTRODUZIONE Carissime/i docenti, In questo volume siamo dentro al progetto esperienziale che ci vede a presentare il nucleo tematico delle quattro stagioni: esplorare, conoscere, capire, saper fare. Il contesto ambientale rappresenta lo sfondo inclusivo nel nostro fare, la natura è uno spettacolo caleidoscopico, ricco di cambiamenti, per gli adulti e per i bambini, che hanno il diritto di conoscere il ciclo stagionale e di provare l’emozione di scoperte semplici, per essere in grado di distinguere i suoi cambiamenti e saperle associare al proprio vissuto. Le esperienze dirette sul campo permetteranno di entrare in rapporto diretto con la natura per far sperimentare il più possibile al bambino il gusto della scoperta, introducendolo nella realtà naturale degli animali, delle piante e il loro mutare a seconda della stagione. In fondo, della natura il bambino ha sempre poca esperienza, difficilmente ha modo di sentire gli odori, provare le emozioni che solo la natura può offrire nella sua esperienza diretta. Questo itinerario di campo vuole dare gli spunti a tutti i docenti per presentare le caratteristiche stagionali ai propri bambini con il gusto di scoprire insieme a loro ciò che è ‘normale’ che accada, ma che conserva nel suo ripetersi infinito la bellezza della cornice in cui viviamo. È nostra ambizione, attraverso queste quattro UdA, rendere anche il bambino
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PRESENTAZIONE DEL VOLUME 2
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più abile nell’esplorare, capace di osservare “con tutti i sensi e in tutti i sensi”, vederlo interessato a scoprire, attento a cogliere. Questo progetto è un vero e proprio tuffo nel mondo naturale che si trasforma. Immaginiamolo come un cilindro magico che ci stupisce per i suoi contenuti: lo stupore di una foglia che cade o di un fiore che sboccia potrà accompagnare i bambini alla conquista di obiettivi, conoscenze, abilità, traguardi dello sviluppo delle competenze sempre più elevati e mai noiosi, ma ricchi di compiti significativi. La slowlife che ci può insegnare la natura va rivalutata ed evidenziata nei percorsi della scuola dell’infanzia per permettere ad ogni bambino di seguire il proprio ritmo, di non avere fretta. I bambini conoscendo il ritmo della natura possono imparare a fare metacognizione e attivare il pensiero divergente. La natura diventa scuola, fornisce materiale di gioco e di riflessione pedagogica; i bambini vivono in questo modo ogni stagione come se fosse la partenza per un viaggio nuovo e imprevedibile. La particolarità e l’importanza del nostro progetto Gli consistono proprio nel fatto che le stagioni Gli animali alberi entreranno con metodi pedagogici e strategie didattiche pertinenti a stimolare tutte Le I frutti le intelligenze dei bambini, con i linguaggi stagioni più specifici possibili sempre e solo attraI fiori verso il gioco dell’esplorare e del conoIl tempo scere. PRESENTAZIONE DEL VOLUME 2
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PROGETTO ESPERENZIALE: LE STAGIONI
Le stagioni creeranno il contesto educativo, esperenziale e formativo che mirerà a collegare tra di loro gli obiettivi educativi di apprendimento e le competenze da acquisire. L'ambiente cognitivo ed educativo diventerà il meraviglioso contenitore in cui i bambini impareranno a imparare attraverso le esperienze che il nucleo tematico della natura ci regalerà.
IL SÉ E L’ALTRO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
IMMAGINI, SUONI, COLORI
• Percepire in modo analitico lo schema corporeo. • Coordinare i movimenti del corpo nello spazio. • Usare le potenzialità sensoriali, relazionali e ritmiche del proprio corpo.
• Sviluppare il senso di appartenenza. • Rappresentare le esperienze attraverso diversi alfabeti espressivi. • Scoprire le potenzialità espressive di materiali e tecniche. • Leggere e interpretare immagini.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
• Sviluppare il senso di appartenenza. • Raccontare esperienze personali e riconoscere le proprie emozioni. • Essere curiosi per ciò che succede intorno.
CONTENUTI/COMPITI SIGNIFICATIVI • Conversazioni guidate. • Condivisione di esperienze. • Lavorare in gruppo ed individualmente. • Giochi e abilità su differenze e unicità.
• Giochi motori e psicomotori. • Conoscenza dello schema posturale di base. • Giochi motori di cooperazione in squadra.
ABILITÀ
• Costruzione di cartelloni. • Lavori plastici. • Riuso creativo. • I colori della natura. • Suoni e rumori della natura. • Danze e percorsi musicali. • Giochi di ruolo. • Utilizzo di materiali e tecniche pittoriche e plastiche diverse.
ABILITÀ
ABILITÀ
• Coordinare il movimento in rapporto agli altri.
• Lavorare in gruppo. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
• Discute e si confronta con i compagni. • Pone domande sulle diversità.
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
• Sperimenta schemi posturali e motori che applica nei giochi individuali e di gruppo.
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
• Sa utilizzare diversi linguaggi espressivi.
COMPETENZE IN CHIAVE EUROPEA COMPETENZE SOCIALI E CIVILI
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CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE
IMPARARE A IMPARARE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE
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I DISCORSI E LE PAROLE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
• Parlare, descrivere, raccontare con fiducia nelle proprie capacità espressive. • Scambiarsi domande, giudizi, sentimenti. • Ascoltare, comprendere, rielaborare contenuti.
• Promuovere atteggiamenti di rispetto per l’ambiente. • Raggruppare in base a uno o più attributi. • Operare corrispondenze. • Ricercare, esplorare, rielaborare le caratteristiche delle stagioni.
CONTENUTI/COMPITI SIGNIFICATIVI • Storie per tutte le stagioni. • Rielaborazioni individuali. • Rime, filastrocche. • Metalinguaggio.
ABILITÀ
• Utilizzare il linguaggio verbale. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
• Ascolta e comprende brevi narrazioni. • Chiede spiegazioni.
• Aspetti fisici del territorio. • Cambiamenti stagionali: alberi, piante, animali, tempo, fiori, frutti. • Misurazioni/trasformazioni. • Trasformazione, evoluzione, metamorfosi. • Esplorazioni sensoriali. • Le case degli animali. ABILITÀ
• Conoscere le caratteristiche naturali delle stagioni. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
• Si interessa a organismi viventi e ai loro ambienti.
COMPETENZE IN CHIAVE EUROPEA COMUNICAZIONE NELLA LINGUA MADRE
COMPETENZE MATEMATICHE E COMPETENZE DI BASE
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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: AUTUNNO • Condividere esperienze con il gruppo.
• Conversazioni guidate. • Lavori di gruppo.
IL BAMBINO:
IL BAMBINO:
- è in grado di padroneggiare una conversazione.
- riflette, si confronta, discute con il gruppo dei pari.
• Raccontare un proprio vissuto oralmente. • Arricchire il proprio lessico. • Parlare e dialogare con il gruppo.
• Racconti. • Conversazioni. • Role-play.
IL BAMBINO:
IL BAMBINO:
- è in grado di ascoltare e raccontare.
- usa il linguaggio per interagire con i compagni nel gioco e nelle attività didattiche.
• Acquisire gli schemi dinamici e posturali di base.
• Giochi motori. IL BAMBINO: • Attività psicomoto- - è in grado di muorie. versi con coordinazione.
IL BAMBINO: - prova piacere nelle attività motorie; - sperimenta schemi motori legati all’età.
• Acquisire nuove tecniche espressive, manipolative e grafico-pittoriche.
• Acquisire nuove tecniche espressive, manipolative e grafico-pittoriche.
IL BAMBINO: - è in grado di utilizzare strumenti e tecniche.
IL BAMBINO: - utilizza vari linguaggi espressivi con le giuste tecniche ed espressività.
• Osservare la trasformazione della natura da più punti di vista.
• La natura nel periodo autunnale.
IL BAMBINO: - è in grado di comunicare contenuti ed esperienze.
IL BAMBINO: - osserva con attenzione gli organismi viventi e i loro ambienti.
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
Contenuti
IMMAGINI, SUONI, COLORI
Traguardi per lo sviluppo
LA CONOSCENZA DEL MONDO
Abilità
Obiettivi
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TEMI E ICONE D’AUTUNNO
LE PIANTE: gli alberi e le foglie IL TEMPO: la pioggia e il vento GLI ANIMALI: il letargo e la migrazione IL FRUTTO: l’uva
IL TEMPO: la nebbia GLI ANIMALI: la lana e gli indumenti IL FRUTTO: la melagrana IL FIORE: il crisantemo
IL FIORE: il girasole
Quando si parla del bambino gli animi si raddolciscono; l’umanità intera condivide l’emozione profonda che viene dal bambino. Maria Montessori
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LE PIANTE
SOMMARIO DI OTTOBRE
• Gli alberi e le foglie Gli alberi ...................................................... 10 Creo l'albero d'autunno .............................. 11 Un po’ d’autunno in sezione ....................... 13 Una mano-albero......................................... 16 Cartellone autunnale ................................... 18 Entriamo nell’albero .................................... 20 Muoversi ...................................................... 21 L’albero che non conosceva l’autunno ........ 22 Cric, crac, croc… ......................................... 25 Tanti tipi di foglie......................................... 26 Misuratori di foglie ...................................... 28 Contorni ...................................................... 30 Foglie pungenti ........................................... 32 C'è una foglia .............................................. 33 Girotondo di foglie...................................... 33 Alberi d’autunno ......................................... 34 Alberi d’autunno ......................................... 34 L’albero........................................................ 34
IL TEMPO • La pioggia e il vento Cos'è la pioggia e come nasce?.................. 35 La tartaruga e la pioggia ............................. 36 Il cielo d’autunno......................................... 40 Esperimento: tutti scienziati ........................ 43 Arriva il temporale!...................................... 44 Dopo la pioggia .......................................... 44 Sotto l’ombrello........................................... 45 Viva l'ombrello............................................. 45 Quando piove.............................................. 46 Il temporale ................................................ 47 Lina, la fogliolina ........................................ 52 Lina la fogliolina .......................................... 54 Un prepotente............................................. 54 Che cos'è il vento? ...................................... 55 I disegni del vento ....................................... 57
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Eppur si muove............................................ 58 La foglia di carta, la foglia di pongo ........... 59 Mi stacco - Non mi stacco ........................... 60
GLI ANIMALI • Il letargo Animali e letargo ......................................... 61 Carlotta la marmotta ................................... 64 Chi va in letargo?......................................... 68 Tutti a nanna! ............................................... 69 Scorte per il letargo!.................................... 76 Anche noi andiamo in letargo? ................... 77 Perché Poldo non si sveglia?....................... 78 Buon viaggio Nerina.................................... 81 • La migrazione La migrazione .............................................. 82 La rondine costruisce il nido........................ 83
IL FRUTTO • L’uva L’uva, il frutto della vite ............................... 84 Amici per la vendemmia.............................. 86 La vendemmia ............................................. 90 Il grappolo tridimensionale ......................... 90 Grappoli e grappolini .................................. 92 Cerchiamo l'uva con il coding ..................... 93 Facciamo il vino ........................................... 94 L'uva e il vino............................................... 95 La gallina ubriaca......................................... 96 Indovinello ................................................... 97
IL FIORE
• Il girasole Il girasole ..................................................... 98 I semi del girasole ....................................... 99 Sulle Colline dei Girasoli ........................... 100 Il cartellone dei girasoli ............................. 102 • Scheda per l’osservazione valutativa...... 104 • Diario di bordo ....................................... 105
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Ottobre, il mese dei ricordi, il mese del caldo abbraccio della natura tra il verde dell’erba e il bruno degli alberi. Stephen Littleword
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entazione s e pr
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GLI ALBERI Un ottimo inizio è sicuramente quello di poter scoprire il “clima autunnale” e osservare dal vivo tutte le caratteristiche tipiche di questa stagione, organizzando una passeggiata nel bosco. Se dovesse essere troppo difficoltoso, possiamo recarci al parco più vicino, dove sarà comunque possibile osservare il cielo, gli alberi e le foglie. Invitiamo i bambini a raccogliere foglie colorate, pezzetti di rami e di cortecce, così da poterli utilizzare nella documentazione delle nostre esperienze.
OTTOBRE: LE PIANTE
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Guardiamo gli alberi intorno a noi e stimoliamo la conversazione con alcune domande: - Gli alberi hanno le foglie? - Le foglie sono tutte verdi? - Le foglie di questo albero hanno tutte lo stesso colore? - Il colore delle foglie cambia perché ora siamo in autunno. Ci sono foglie a terra? - Vedete qualche foglia cadere? Come cadono? - Che cosa sembrano? Accogliamo le risposte dei bambini e segniamole su dei cartoncini a forma di foglie che ci serviranno in seguito.
CREO L'ALBERO D'AUTUNNO Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.
Spazio: sezione/lab. Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Fogli bianchi A4 • Pastelli • Piccole foglie vere in colori diversi • Carta da lucido A4 • Appendi-quadro adesivi • Nastro biadesivo • Colla
Gli alberi e le foglie: attività di gruppo
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ità ind ivi duale v i t at
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Realizziamo un quadro multimaterico, che possa avvicinarsi alla bellezza naturale degli alberi che abbiamo osservato durante la passeggiata. Prendiamo le foglie che abbiamo a disposizione e facciamole incollare sui rami dell’albero, che faremo disegnare preventivamente dai bambini senza foglie, così sembrerà vero! Posizioniamo sui bordi del disegno il nastro biadesivo e adagiamoci sopra un foglio di carta da lucido, come protezione. Fissiamo sul retro di ogni “opera” così realizzata un appendi-quadro adesivo, così da poterla appendere in sezione.
OTTOBRE: LE PIANTE
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UN PO’ D’AUTUNNO IN SEZIONE Materiale occorrente: • Un barattolo capiente • Terra • Uno o due rami d’albero • Cartoncini nei diversi colori autunnali • Fogli bianchi A4 • Pennarelli • Spago • Forbici • Colla
La natura nella stagione autunnale è una tavolozza di colori, per i bambini avere una rievocazione di ciò che vedono fuori rappresenta la possibilità di fare collegamenti tra la realtà e l'imparare a fare simbolizzazioni delle conoscenze acquisite, per questa ragione è importante creare delle istallazioni anche tridimensionali. Laviamo e asciughiamo bene il barattolo (facendo attenzione che i bordi non siano taglienti; se lo sono, copriamoli con del nastro isolante), poi rivestiamolo con fogli di carta bianchi che avremo fatto decorare in precedenza con dei motivi autunnali con i pennarelli. Riempiamo di terra il barattolo, fino a tre quarti, poi infiliamo i no-
Gli alberi e le foglie: attività individuale
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ndivi dua ività i le t t a
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stri rami, così da simulare un alberello. Riportiamo sui cartoncini colorati il modello della foglia un numero di volte multiplo di tre e ritagliamo. Pieghiamo le sagome delle foglie a metà e poi uniamole tre a tre (anche di colori differenti) facendo aderire le loro facciate: avremo così simpatiche foglie tridimensionali! Prima di porre la colla, infiliamo tra le sagome un pezzo di spago, così che rimanga all’interno e ci consenta di annodare le foglie ai rami. Decoriamo l’alberello che abbiamo realizzato con le foglie tridimensionali, poi sistemiamolo all’ingresso della scuola, per creare un’atmosfera autunnale.
OTTOBRE: LE PIANTE
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Gli alberi e le foglie: modello
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UNA MANO-ALBERO Il metodo: R. STEINER
La tecnica: APPLICAZIONE PEER TO PEER
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare tecniche diverse.
Materiale occorrente: • Fogli bianchi A4 • Cartoncino marrone • Avanzi di cartoncino • Vecchie spugne • Tempere • Forbici • Colla universale • Colla
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Dividiamo i bambini in coppie, mettiamo a disposizione di tutti i bambini il materiale elencato. Tagliamo delle striscette di cartoncino alte 1 cm e lunghe 3 cm circa, poi chiudiamole a mo’ di anello (con la colla o un punto di pinzatrice). Tagliamo dalle vecchie spugne dei cerchietti del diametro di 2,5 cm circa e incolliamo ciascuno di essi, con la colla universale, su un anello di cartoncino: avremo così degli originali timbrini. Disegniamo il contorno delle mani con l'avambraccio di ogni bambino, ritagliamo e otteniamo dalla sagoma il tronco e i rami spogli dell'albero.
OTTOBRE: LE PIANTE
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Applichiamo le sagome d’albero al centro dei fogli bianchi disposti in verticale. Mettiamo le tempere (scelte nei colori autunnali) diluite con qualche goccia d’acqua in piattini di plastica. Facciamo infilare ai bambini i timbri di cartoncino sulle dita: dovranno intingerli nel colore e imprimerli sui rami dell’albero per realizzare le foglie. Gli alberi e le foglie: attività di gruppo
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ità di gruppo v i t at
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CARTELLONE AUTUNNALE Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: disegnare, dipingere individualmente e in gruppo, utilizzando tecniche diverse.
Su un grande cartellone disegniamo un albero.
Spazio: sezione/lab. Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Cartellone di carta piuttosto resistente • Tempere colorate • Foglie autunnali • Sassolini e terriccio • Alcune castagne, di cui una con il riccio. • Colla
Proponiamo un lavoro di gruppo che documenti e raccolga tutte le nuove conoscenze acquisite sugli alberi in autunno. Prima di procedere alla realizzazione di un cartellone raduniamo i bambini nell'angolo della conversazione e proponiamo un 'riepilogo' delle esperienze fatte. Lasciamo che si alzino per
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OTTOBRE: LE PIANTE
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andare a cercare nella sezione i 'reperti' ogni volta che verranno nominati e facciamo disegnare, colorare e incollare. Tra i rami dell’albero disegniamo un piccolo ragno, appeso alla sua ragnatela, dentro il tronco due cavità che accoglieranno il riccio e lo scoiattolo. Accanto all’albero una grotta per l’orsetto. Sotto terra spazi per attaccare la tartaruga, la marmotta e la lumaca. Facciamo colorare con le tempere il paesaggio e attacchiamo le foglie sugli alberi e sul terreno, insieme ai sassolini e al terriccio. Ai piedi dell’albero fissiamo il riccio con la sua castagna dentro e attacchiamo le ghiande, su cui poi incolleremo gli animali in letargo. Possiamo dividere i bambini in piccoli gruppi, ognuno dei quali realizzerà uno degli animali proposti. Gli alberi e le foglie: attività di gruppo
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ENTRIAMO NELL’ALBERO Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
IMPARARE A IMPARARE: eseguire semplici manufatti.
Rievocare a scuola colori, profumi, ambientazioni stagionali significa prestare attenzione anche agli spazi della sezione. Possiamo, per esempio, costruire un grande albero intorno alla porta d'ingresso. Svolgiamo il lavoro in gruppo, cooperando per uno scopo comune e dividendoci i compiti: ogni gruppo dovrà decorare la loro parte di albero trovando un accordo sulle tecniche e le modalità.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Foglio di carta da pacchi grande • Cartoncini colorati • Matite e pennarelli colorati • Tempere colorate • Carta collage colorata • Stampi vegetali • Carta velina colorata • Carta crespa colorata • Forbici • Colla
Su un foglio di carta da pacchi grande disegniamo la sagoma della chioma di un albero che sia, complessivamente, di una dimensione tale da poter essere esposta, in seguito, all’entrata della sezione. Mettiamo a disposizione dei bambini diversi materiali, come: matite colorate, tempere colorate, pezzetti di carta collage colorata, carta crespa, carta velina, ecc. (i colori predominanti saranno il rosso, il giallo,
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OTTOBRE: LE PIANTE
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l’arancione e il marrone). Dividiamo i bambini in piccoli gruppi e facciamo scegliere a ciascuno di essi il materiale preferito per colorare tante piccole chiome che saranno state precedentemente disegnate e ritagliate lungo i bordi. Lasciamo asciugare bene i vari lavori e attacchiamoli sulla chioma più grande che poi sistemeremo attorno alla parte superiore della porta d’entrata della nostra sezione. Arricchiamo il lavoro incollando delle foglie vere sulla porta. Ogni giorno entrando o uscendo dalla sezione i bambini potranno interpretare un animaletto, una foglia che arrivano o si stacca dal proprio albero.
MUOVERSI
Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Spazio: salone/palestra
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: coordinare i movimenti del corpo.
Tempi: circa un’ora
Attraverso il corpo i bambini imparano a conoscere il mondo, a coordinare la motricità e a vivere appieno le scoperte che si stanno facendo. Proponiamo un gioco motorio nel quale i bambini diventano alberi del bosco. Suddividiamo i bambini in due gruppi: gli alberi e gli esploratori. Disponiamo nel salone o in palestra i bambini/alberi in piedi a gambe e braccia divaricate, a una certa distanza uno dall’altro, creando una fitta foresta. Gli esploratori, a occhi chiusi, camminano e tentano di attraversare il bosco, schivando i rami (braccia) e i tronchi (gambe). Una volta che gli esploratori hanno attraversato il bosco, si invertono le parti. Gli alberi e le foglie: gioco motorio
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co rac nto
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Il metodo: M. MONTESSORI
L’ALBERO CHE NON CONOSCEVA L’AUTUNNO La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
Spazio: angolo lettura
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente. Tempi: circa un’ora
C’era una volta un albero molto giovane. Era nato in una serra, poi era stato trapiantato in un boschetto: qui, per tutta la primavera e l’estate si era trovato benissimo. Ma un mattino accadde una cosa strana: le rondini partirono. – Perché se ne vanno? – chiese l’albero. – Non sopportano il freddo – spiegò lo scoiattolo. – Sai com’è sta arrivando l’autunno con le piogge ed il vento, poi giungerà l’inverno e ci sarà gelo dappertutto. – Ma come faremo noi che non sappiamo volare? – chiese l’albero. – Oh io me ne starò al calduccio nella mia casetta e tu andrai in letargo. – Che cosa vuol dire? – Penso sia come dormire – rispose lo scoiattolo e poi se ne andò.
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OTTOBRE: LE PIANTE
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L’albero rimase pensieroso: da quando era nato non era mai andato in letargo. “Chiederò spiegazioni.” pensò tra sé “I gatti devono sicuramente saperne qualcosa: non fanno altro che dormire tutto il giorno!” Passava di lì un gatto selvatico e l’albero ne approfittò subito. – Ehi tu, quando dormi vai per caso in letargo? Come fai? – Facile – rispose il gatto. – Giro tre volte su me stesso, mi acciambello e chiudo gli occhi. “Semplice e rapido” pensò l’alberello. Tentò quindi di girarsi, di acciambellarsi e di chiudere gli occhi… ma non ci riuscì. “Forse esiste un altro sistema, lo chiederò al ghiro” pensò. – Beh – disse il ghiro tra uno sbadiglio e l’altro – prima devi mangiare tantissimo e diventare grasso, poi ne riparleremo. L’albero cercò di mangiare il più possibile ma, per qualche misterioso motivo, non ingrassava nemmeno di un etto. “Forse la faccenda del grasso non è molto importante” pensò allora e svegliò il ghiro per chiedergli qualche precisazione. – Allora che cosa devo fare per andare in letargo? – Devi respirare non più di otto volte al minuto – gli rispose pazientemente il ghiro.
Gli alberi e le foglie: racconto
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co rac nto
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– Quando diventerai freddo il tuo cuore dovrà battere molto lentamente… Probabilmente questo era un ottimo sistema per il ghiro, ma il povero albero non riusciva a fare cose così difficili. Intanto le giornate si erano fatte più fredde, la pioggia cadeva, il vento soffiava e la nebbia avvolgeva i rami dell’alberello. “Morirò certamente di freddo” pensò l’albero e mentre cercava una soluzione al suo caso disperato, sentì che gli occhi gli si chiudevano. Senza pensarci chiuse istintivamente i piccoli tubi dentro i quali passava la ninfa, il suo sangue e nutrimento, e si addormentò. Le foglie caddero una ad una e l’alberello non se ne accorse neppure. ww2.raccontidifata.com/2012/09/lalbero-che-non-conosceva-lautunno.html
- Perché un mattino le rondini se ne vanno? - Come passerà l'inverno lo scoiattolo? E l'albero? - Che significa andare in letargo? - Il gatto cosa risponde all'albero? L'albero riesce a fare le stesse cose del gatto? - E il ghiro? Come si comporta? Che cosa dice all'albero? - Che cosa decide di fare allora l'albero? - Come si conclude la storia? Dopo aver ascoltato le risposte e aiutato i più piccoli nella rielaborazione, se necessario, raccontiamo ancora una volta la storia. È molto utile anche creare una breve drammatizzazione, facendo alternare i bambini nei ruoli.
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OTTOBRE: LE PIANTE
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CRIC, CRAC, CROC… Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Spazio: salone
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: imitare con il corpo il ritmo della natura. Tempi: circa un’ora
Molti alberi lasciano cadere le loro foglie per resistere al freddo dell’inverno e sopravvivere: una sorta di letargo per evitare perdite d’acqua e limitare i danni provocati dal gelo. Nelle zone temperate, quando il terreno diventa troppo freddo gli alberi fanno molta fatica ad assorbire l’acqua. Prima di lasciar cadere le foglie, però, attraverso i rami riassorbono la clorofilla, il pigmento che consente loro di utilizzare l’energia contenuta nella luce solare. Poiché è la clorofilla che dà alle piante il colore verde, quando le foglie la perdono assumono il colore dei pigmenti in esse già presenti, cioè il giallo, il rosso e l’arancione.
Gli alberi e le foglie: informazione
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ità di gruppo v i t at
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Questo processo incuriosisce i bambini, lavoriamo sulla loro curiosità e rappresentiamo il processo paragonandolo anche alla vita degli animali che vanno in letargo. L'albero si addormenta e tutta la sua energia, linfa, clorofilla, acqua circolano più lentamente. Proponiamo ai bambini un percorso circolare in salone o in palestra, disegnandolo con nastro adesivo sul pavimento. Scegliamo due musiche, una lenta (magari New Age) ed una più ritmata (va benissimo un brano rock), facciamo ascoltare le due musiche associandole alla stagione autunnale e primaverile. Al nostro via con uno dei due ritmi, i bambini dovranno eseguire il percorso lentamente o velocemente. Chiudiamo il gioco con il ritmo autunnale e cospargendo il pavimento con foglie secche che potranno calpestare per ascoltarne il rumore.
TANTI TIPI DI FOGLIE
Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: fare classificazioni.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Le foglie solitamente sono amate dai bambini per la loro varietà: colori, forme, grandezze... I giochi per permetterne un’osservazione meno generica ed entrare nei dettagli delle varie caratteristiche possono essere diversi: un lavoro di gruppo basato sulla cooperative learning può risultare indicato a questo tipo di scoperta. A partire dalla classificazione delle diverse forme delle foglie: distinguere tra ovali, rotonde, cuoriforme, lanceolate, palmate, sa-
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OTTOBRE: LE PIANTE
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gittate, lineari ed aghiformi; individuare il tipo di margine, che può essere seghettato, intero, dentellato, lobato o crenato; riconoscere le foglie di piante sempreverdi da quelle caducifoglie. Possiamo farlo registrando in una tabella e contando quante foglie abbiamo a disposizione delle diverse forme, i bambini possono colorare una casella per ogni foglia. Non dimentichiamo di lasciare attaccate le foglie alla base di ogni colonna. Ci potrà essere qualche bambino che voglia ricontarle, oppure osservarle da vicino anche a distanza di giorni.
Gli alberi e le foglie: attivitĂ di gruppo
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ità indivi duale v i t at
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MISURATORI DI FOGLIE Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: OUTDOOR EDUCATION
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: effettuare prime misurazioni.
Materiale occorrente: • Cartoncini bianchi • Colori a cera • Foglie di varie dimensioni • Colla
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Confrontare, ordinare, dare una misurazione alle cose permette al bambino di sviluppare il concetto di pre-misura relativo alla grandezza. La scoperta delle proprietà fisiche che più tardi diventeranno vere e proprie unità di misura può essere proposto ludicamente attraverso l'osservazione
delle foglie. Consegniamo ai bambini un cartoncino e facciamo colorare lo sfondo a loro piacimento con i colori a cera. Facciamo scegliere 3 o 4 foglie. Invitiamo i bambini a mettere le foglie in ordine decrescente dalla più grande alla più piccola. Successivamente anche con il supporto di un phon creiamo una folata di vento e diamo la seconda consegna: dalla foglia più piccola, invitiamo i bambini a sistemare le altre in ordine crescente. Quando i bambini avranno finito, facciamo incollare le foglie con colla vinilica e se vogliamo un effetto vernice, passiamo la colla anche sopra a lavoro ultimato. Continuiamo le misurazioni e se possibile usciamo in giardino e ad ogni bambino consegniamo un sacchettino trasparente con dentro una foglia (meglio se diversa per ognuno di loro). Invitiamo i bambini a raccogliere tante foglie, della stessa misura del campione
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OTTOBRE: LE PIANTE
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consegnato. Torniamo in sezione e facciamo svuotare i sacchettini. Invitiamo i bambini a ricercare "l'intruso": se nel sacchetto c'è una foglia diversa che non corrisponde alla misura del campione, il bambino ha il compito di darla al compagno che doveva raccogliere proprio quel tipo di foglia. Alla fine, con calma e attenzione invitiamo i bambini a contornare, con la matita, i margini di alcune delle foglie raccolte.
Gli alberi e le foglie: attivitĂ individuale
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CONTORNI Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ/STEM
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Spazio: palestra/giar.
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: scoprire il perimetro. Tempi: circa un’ora
Raduniamo i bambini in cerchio e chiamando a noi due bambini con una conta, chiediamo ad uno di fare da statua e all'altro di passare sui contorni del corpo del compagno immobile. Facciamo stendere a terra il modello e calchiamo la sagoma con un pennarello. Lasciamo discutere i bambini sull'operazione appena svolta e aiutiamoli a trarre la conclusione che tutti gli oggetti e anche le persone hanno una linea di confine-perimetro. Successivamente sediamoci intorno ad un tavolo, mettiamo al centro tutte le foglie raccolte, mettiamo a disposizione fogli e pennarelli e facciamo calcare i contorni delle foglie che a loro piacciono maggiormente.
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OTTOBRE: LE PIANTE
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Possiamo far ritagliare le forme ottenute e crearne dei quadri oppure dividerli per tipologia classificandole in base al margine.
Gli alberi e le foglie: attivitĂ di gruppo
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or mazione f in
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FOGLIE PUNGENTI Il metodo: R. STEINER
La tecnica: EURISTICO
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: scoprire le caratteristiche delle foglie.
Spazio: sezione Tempi: trenta minuti
I bambini amano le forme curiose, se queste sono espressione della natura il loro coinvolgimento diventa esponenziale. Giochiamo con varie tipologie di foglie che hanno come caratteristica quella di essere pungenti: aghi di pino, cespugli, agrifogli, ecc... Per manipolarle prestiamo attenzione ad avvisare i bambini che non è tanto piacevole essere punti dalle foglie. Facciamo notare come anche la natura abbia mille espressioni e non sempre mansuete, proprio come gli animali (es. il riccio) e che osservarle è possibile, ma con le giuste precauzioni. Utilizziamo guanti, piccoli legnetti, altre soluzioni che ci daranno i bambini per spostarle, guardarle da diverse prospettive, ecc. Facciamo vedere ai bambini gli aghi da cucito e spieghiamo che la foglia aghetto, cioè aghiforme, è come l'ago per cucire. Come gli aghi, ci sono foglie aghetto lunghe e foglie aghetto corte. Per le altre foglie, che avremo selezionato creiamo una composizione da mettere in un vassoio di carta da noi decorato a cui magari possiamo aggiungere dei sassi e dei pourpurry, per far notare che anche foglie 'pericolose' possono essere belle da vedere ed essere decorative. OTTOBRE: LE PIANTE
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C'è una foglia C’è una foglia lunga, arancione e snella, chi la segue è così uguale che può sembrar la sua gemella. C’è un’altra foglia rossa e larga, quella dopo invece è verde ed è anche un po’ più bassa. Ce n’è poi una gialla e fina quella che le è dietro è frastagliata e marroncina. A. Latini
Materiale occo
rrente:
• Cartoncini co lorati • Fogli di carta GIROTONDO DI FOGLIE • Pennarelli Insegnare il valore del dono non è • Forbici un'impartizione, ma una conquista. • Cordoncini Facciamo realizzare delle collane di • Perforatrice
foglie e poi creeremo un gioco per farle donare. Usiamo delle foglie vere simili a quelle descritte dalla filastrocca. Pratichiamo ai lati delle foglie due piccoli fori con la perforatrice, poi infiliamo un cordoncino per poterle appendere al collo dei bambini. Quando il lavoro sarà terminato, poniamo tutte le collane dentro una scatola e lasciamo che i bambini uno alla volta ne peschino una. Il manifattore della collana estratta, la prende e la regala chi vuole.
Gli alberi e le foglie: gioco
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sie e filastrocche e o p
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Alberi d’autunno Alberi d’autunno... quante foglie son cadute la notte scorsa! Pare che gli alberi si sian girati sottosopra e abbiano adesso la chioma in terra e le radici in cielo. J. R. Jimenez Platero, Nuova Accademia
L’albero Ogni dì con simpatia guardo l’albero per la via. I suoi rami piega al vento e vicini a me li sento. Veste il tronco la corteccia e la punta in alto sfreccia. Come braccia sono i rami e le foglie sembran mani. Nella terra silenziose le radici son preziose. Le sue chiome verdeggianti fanno ombra ai passanti. Degli uccelli regge i nidi, dell’aria annienta le anidridi. Così un amico sei per me mentre cresco insieme a te. F. Cardenti, Filastrocche a volontà, ed. Paoline, 1996
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OTTOBRE: LE PIANTE
Alberi d’autunno Io vidi una mattina l’autunno camminare. Aveva nella mano tre gocciole di brina, nel cesto un venticello per sollevar le foglie. Portava per mantello un grigio nuvolone e andava lento lento curvo sul suo bastone. J. Renard
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COS'È LA PIOGGIA E COME NASCE? Coinvolgiamo i bambini nella scoperta di alcuni fenomeni atmosferici, tipici di questa stagione, per esempio... La pioggia è la principale precipitazione atmosferica allo stato liquido e nasce quando le gocce di acqua separate e di diverse dimensioni, cadono dalle nubi a terra. Una nube è formata da miliardi di goccioline d'acqua ciascuna delle quali, a sua volta, è formata da 500 milioni di molecole d'acqua. Ciò è il risultato dell'evaporazione di oceani, mari, corsi d'acqua, suolo e vegetazione, con il vapore acqueo che viene spinto verso l'alto da correnti ascendenti. Tuttavia, affinché si possa verificare la precipitazione è necessario che la forza peso delle gocce sia superiore alla resistenza opposta dal moto ascendente che ha determinato la formazione della nuvola stessa e che tende a mantenerle in sospensione. Servono centinaia di milioni di goccioline di nube per formare una goccia di pioggia di qualche millimetro.
La pioggia e il vento: presentazione
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LA TARTARUGA E LA PIOGGIA Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: giocare con le parole.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
Organizziamo il momento dello storytelling con la narrazione. Non dimentichiamo di supportare il racconto con alcuni accessori: uno spruzzino, un phon, foglie secche, un ombrello. Animiamo il racconto facendo utilizzare ai bambini gli elementi accessori.
Belinda la tartaruga non vedeva l’ora di uscire dalla sua tana per giocare con Tino il ghiro, perché insieme si divertivano un mondo! Inventavano ogni giorno un gioco nuovo e poi si rotolavano sui prati. Belinda metteva la testa dentro il suo guscio e si lanciava, Tino diventava una piccola palla di pelo e la seguiva senza paura. Erano una coppia affiatatissima! Ma quando Belinda era già sulla porta, il papà la chiamò e le disse che quel giorno non poteva uscire, perché pioveva. Belinda guardò fuori e vide dei grandi nuvoloni neri che coprivano il sole, tante gocce d’acqua grandi come noccioline cadevano giù e soffiava un vento freddo. Sembravano lontani i giorni caldi dell’estate, tutto era grigio e scuro. Tino non era venuto come al solito a chiamarla e Belinda si mise buona buona vicino al papà che leggeva il giornale.
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OTTOBRE: IL TEMPO
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– Papà, perché piove? – Non c’è un motivo, arriva l’autunno, l’aria è più fredda e a volte piove. – E perché non si può uscire con la pioggia? – Perché ci si bagna e restando bagnati ci si ammala. Tu non vuoi stare male, vero Belinda? – No papà, ma voglio uscire. Belinda era molto triste e continuava a guardare fuori dalla tana, nella speranza di vedere Tino. Il papà allora, con un sospiro, mise via il giornale e andò nell’altra stanza. – Papà, dove vai? – chiese Belinda. – In camera. – Perché? – Belinda, basta con tutti questi perché, aspetta un momento. Dopo poco il papà tornò e aveva in mano due oggetti strani, sembravano due bastoni colorati, con delle ali di tessuto. – Papà, ma cosa sono quelli? – Ora vedrai, usciamo! – Usciamo?! Evviva, evviva! Prima di mettere la testa fuori dalla tana, il papà prese i “bastoni” e li aprì… magia! Due piccoli tetti colorati si aprirono sulle teste della piccola tartaruga e del suo papà. – Che belli, papà! Ma cosa sono, a cosa servono? – Sei una piccola tartaruga curiosa! – rispose il papà – Questi sono
La pioggia e il vento: racconto
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ombrelli e servono per non bagnarsi. E così i due, riparati dagli ombrelli, cominciarono a passeggiare sotto i goccioloni che però non potevano toccarli. – Abbiamo gli scudi magici papà! – disse Belinda e suo padre rise. All’improvviso sbucarono da dietro un albero Tino e la sua mamma: anche il piccolo ghiro aveva insistito per uscire per andare a trovare Belinda. I due amici si abbracciarono sotto gli ombrelli e cominciarono a saltellare tra le pozzanghere, sotto lo sguardo divertito dei genitori. D’improvviso la pioggia finì. Belinda e Tino si guardarono e decisero di non chiudere gli ombrelli: anche quel giorno avevano trovato un gioco nuovo! Valeria Forconi
- Chi è Belinda? Chi è Tino? - Perché il papà dice a Belinda che non si può uscire? - Hai mai visto la pioggia? Racconta. - Cosa fa il papà quando vede la piccola tartaruga triste? - Come si chiamano i due bastoni colorati con ali di tessuto? - Tu usi l’ombrello?
Proviamo dopo la conversazione e l'ascolto delle risposte dei bambini a focalizzare l'attenzione sul paesaggio e farne descrivere i colori che immaginano; facciamo riprodurre il rumore della pioggia e cerchiamo 'riparo' sotto gli ombrelli che avremo lasciato aperti anche durante il racconto per permettere una migliore interpretazione alla nostra lettura.
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OTTOBRE: IL TEMPO
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Infine consegniamo ai bambini il modello dell’ombrello e lasciamo che ognuno lo colori a piacimento, con la tecnica preferita (pastelli, pennarelli, collage, ecc.)
La pioggia e il vento: modello
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osser vazion e
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IL CIELO D’AUTUNNO Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: STEM
I DISCORSI E LE PAROLE
Spazio: sezione/atelier
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: Tempi: una settimana con più incontri osservare le trasformazioni della natura da più punti di vista.
Chiediamo ai genitori di collaborare nell'aiutare a fermare l'attenzione dei • Cartoncino blu grande bambini nell'osservazione del cielo. • Fogli bianchi A4 Chiediamo di osservarlo per una set• Rotolo di alluminio timana intera tutti i giorni prima di ar• Tempere e pennelli rivare a scuola (potremo anche • Piattini e bicchieri di osservarlo dalla finestra, ma dare plastica continuità al nostro 'fare' è sicura• Porporina argentata mente un rinforzo alla comunica• Un pennarello zione tra scuola e famiglia, mentre • Colla vinilica per i bambini diventa la conquista di • Forbici portare a termine semplici conse• Nastro adesivo gne. Insieme, all'arrivo a scuola, commentiamo, paragoniamo e cerchiamo sfumature di colore nell'ambiente simili a quelle che hanno osservato. Prendiamo dei piattini di plastica e mettiamo in ognuno di essi la stessa quantità di tempera blu e quantità diverse di tempera bianca, così da creare diverse gradazioni di azzurro. Ripetiamo la stessa operazione con il nero, creando varie tonalità di grigio, poi lasciamo che i bambini dipingano il cielo, così come lo hanno visto, su un foglio bianco. Raccogliamo tutti i disegni di ogni giorno e creiamone dei libricini Materiale occorrente:
OTTOBRE: IL TEMPO
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a cui possiamo dare i titoli : "La pioggia del lunedì" - "La pioggia del martedì" ecc... Ritagliamo dall’alluminio tante gocce e incolliamo anch’esse sul cartellone. Per completare il lavoro, versiamo negli spazi vuoti alcune gocce di colla vinilica e spolveriamole con la porporina argentata, poi scriviamo con un pennarello il titolo del cartellone: “Il nostro cielo d’autunno”. Approfittiamo dell'esperienza condivisa nella settimana di osservazione del cielo e se per caso in quei giorni è capitata anche una giornata di pioggia soffermiamoci a condividere qualche opinione. L’esperienza dell’acqua che picchietta sull’ombrello o sulla mantellina, mentre si va lungo la strada per mano ai genitori, è un’esperienza abbastanza consueta per i bambini ma raramente viene colta l’occasione per osservarla e magari rifletterci un po' su.
Cerchiamo di promuovere la loro capacità di verbalizzare le proprie conoscenze ed intuizioni, attraverso la risposta a questa domanda: “cos’è la pioggia e da dove viene?” - “La pioggia è l’acqua che viene dal cielo”. - “È l’acqua che scende dalle nuvole”. - “Le nuvole sono come la panna, come il fumo…”. - “La pioggia sono le lacrime degli angeli”. - “No, la pioggia sono le nuvole fatte di vento”. - “Le nuvole sono fatte di acqua e cade la pioggia”. La pioggia e il vento: atelier
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- “Fanno la pipì gli angeli”. - "Le nuvole nere fanno cadere l’acqua!!”. - “Le nuvole hanno i buchi e casca la pioggia”. Agevoliamo il dialogo perché il confronto di esperienze ed opinioni favorisce nel bambino la discriminazione fra risposte di tipo fantastico (ad esempio le nuvole sono come panna...), pregiudizi trasmessi dalla cultura popolare (la pioggia sono le lacrime degli angeli…) e risposte che presumono un ragionamento, espresso in un linguaggio semplice ma che sottintende una logica corretta (le nuvole nere fanno cadere la pioggia…).
OTTOBRE: IL TEMPO
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ESPERIMENTO: TUTTI SCIENZIATI Il metodo: RICERCA
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: effettuare prime misurazioni.
Spazio: sezione/labor. Tempi: due ore o più
In una giornata piovosa, sperimentiamo con la pioggia: cerchiamo, nella sezione e in cucina, vari barattoli e contenitori graduati, per raccogliere l’acqua caduta ed osservarla più da vicino. È importante invitare i bambini a ricercare, da soli o insieme, le cose utili alla sperimentazione; la ricerca implica l’utilizzo di rappresentazioni mentali attraverso le quali i bambini compiono scelte e fanno previsioni. La possibilità di fare insieme, agevola i più indecisi a cimentarsi e consente uno scambio di suggerimenti e di idee fra i bambini. Sistemiamo, a questo punto, nel nostro giardino alcuni contenitori di diverso volume ed aspettiamo: cosa succederà? Dopo qualche minuto o ora (in base all'intensità della pioggia), recuperiamo i contenitori, mettiamoli uno accanto all'altro e verifichiamo se si sono riempiti dello stesso livello. Poniamoci le domande del caso: - Come mai, da cosa dipenderà? - Forse dalla larghezza dell'apertura? - Dalla posizione?
Per fissare meglio l’attenzione sull’argomento “pioggia”, proviamo a disegnarla. Nella conversazione emerge che la pioggia non è sempre uguale: può essere leggera e la chiamiamo pioggerellina, può essere forte accompagnata da vento, da tuoni e fulmini e la definiamo un temporale. Diversifichiamo perciò le gocce della pioggerellina, facendo, con la mano, più o meno pressione nel foglio. La pioggia e il vento: esperimento
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Arriva il temporale!
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Ecco che il cielo si fa tutto nero arrivan le nuvole col vento leggero. Comincia la pioggia a scendere piano ma, dopo poco, fa già un gran baccano. Tuoni, fulmini, lampi e saette piove, piove e proprio non smette! Claudia Masiero
Dopo la pioggia Dopo la pioggia viene il sereno brilla in cielo l’arcobaleno: è come un ponte imbandierato e il sole vi passa, festeggiato. È bello guardare a naso in su le sue bandiere rosse e blu. Però lo si vede – e questo è il male – soltanto dopo il temporale. Non sarebbe più conveniente il temporale non farlo per niente? Un arcobaleno senza tempesta, questa sì che sarebbe una festa. Sarebbe una festa per tutta la terra fare la pace prima della guerra. Gianni Rodari
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Sotto l’ombrello Oh, come piove! Son contento; questo è il mio grande divertimento. Ora a passeggio vado bel bello sotto l’ombrello. Eccolo aperto: cupola tonda, pare una giostra lieve, gioconda, un capannino mobile e bello: viva l’ombrello! La pioggia crepita sui tesi spicchi, dai ferri gocciola con dei ripicchi: io resto asciutto ilare e bello sotto l’ombrello! Quanti si bagnano! Fan compassione io sto benissimo, arcibenone! Chi vuol venire? è grande e bello, sì, quest’ombrello! Arpalice Cuman Pertile - dal web
Viva l'ombrello Piove sul prato, piove sui tetti piove sul mare e sui laghetti. Piove sull'erba del mio giardino piove su tutto l'Appennino, può piovere ancora e sempre perché grazie all'ombrello, piove su tutto... ma non su di me! Claudia Masiero
La pioggia e il vento: poesie e filastrocche
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ita didattica u sc
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QUANDO PIOVE Il metodo: OUTDOOR EDUCATION
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IMMAGINI, SUONI, COLORI
IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.
Spazio: palestra/giardino Tempi: circa un’ora
Sarebbe opportuno svolgere questa atMateriale occorrente: tività all'aperto, se non fosse possibile cercheremo di ricordare, elencare e poi • Foglie secche riprodurre i suoni che si possono ascol• Bottiglie di vetro tare in un parco quando piove. Raccogliamo delle foglie secche e disponiamole sul pavimento del salone. Diamo ad alcuni bambini il compito di camminare lentamente sulle foglie secche o di accartocciarle tra le mani, imitando il suono di una passeggiata nel parco in autunno. Ad altri bambini diamo il compito di battere sul palmo una, due o tre dita della mano in modo da creare un rumore simile a una pioggia fine, di media e forte intensità. Per imitare il rumore del vento soffiamo dentro alle bottiglie di vetro. Possiamo completare l’attività con l’ascolto di un racconto sonoro, da sentire più di una volta per cogliere tutti i suoni e i rumori del bosco durante un temporale (i tuoni, la pioggia, il vento). Rielaboriamo anche attraverso un percorso motorio accompagnato dai suoni. OTTOBRE: IL TEMPO
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IL TEMPORALE Il metodo: STEM
La tecnica: STORYTELLING DIGITALE COMPETENZE DIGITALI
I DISCORSI E LE PAROLE
Spazio: palestra/LIM Tempi: una settimana
Leggiamo il racconto in palestra o in salone e creiamo con esso una storia motoria, riproducendo movimenti, suoni e rumori. Dopo la conversazione guidata, rechiamoci alla LIM e creiamo una storia digitale. I software utilizzati sono diversi da scuola a scuola, ma tutti hanno la funzione di poter cercare immagini, effetti sonori, animazioni, ritagli di conversazioni o di registrazioni vocali. Mettiamo insieme gli elementi che ci servono e solo quando avremo tutto pronto incolliamo e creiamo una narrazione.
C’era una volta un grande parco di una grande città, con un laghetto al centro, pieno di alberi, animaletti, panchine e vialetti dove i bambini andavano spesso a giocare. L’estate stava per finire e il vento aveva già cominciato a soffiare forte per danzare con le foglie e posarle sul prato. Un mattino, tutti gli animali che vivevano nel parco si svegliarono di soprassalto: ”Booom!”. – Che cos’è stato, mamma? – chiese l’anatroccolo spaventato alla sua mamma, rannicchiandosi sotto le sue piume. – Non avere paura Didò: era solo un tuono forte! – rispose la mamma. – E cosa sono i tuoni? Io non li ho mai visti! – Il tuono è solo un rumore forte, non lo puoi vedere! Ma, se stai ben attento, prima del tuono, La pioggia e il vento: racconto
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puoi vedere il lampo! È una luce che di colpo illumina tutto il cielo! Mamma anatra non fece in tempo a finire di parlare che il cielo, per un attimo, diventò tutto bianco. – Oh! Che bello! – aveva appena esclamato l’anatroccolo, che di colpo si sentì un altro tuono forte “Booom!”. Didò sobbalzò per lo spavento e corse di nuovo a ripararsi sotto le ali della sua mamma. – Che paura! Non mi piacciono i tuoni, mamma! Mamma anatra sorrise, si nascose tra le canne in un angolo riparato del laghetto e strinse a sé i suoi piccoli anatroccoli, in modo che non sentissero freddo. I suoi cuccioli erano nati da poco e non avevano mai visto la pioggia. Per questo la mamma aspettava con ansia che cominciasse a scendere: non vedeva l’ora di guardare i loro occhietti stupiti nel vedere l’acqua cadere dal cielo per la prima volta. Il temporale non si fece attendere: tic-tac, tic-tac… Facevano le goccioline sul laghetto. Poi cominciarono a
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scendere sempre più velocemente: ecco il temporale! Gli anatroccoli, sentendo la pioggia che faceva tanto rumore, erano tutti un po’ spaventati, tranne Didò, che invece continuava a fare domande: – Mamma, dove va a finire tutta quell’acqua che scende dal cielo? Dici che adesso riempirà tutto il parco? – Ma, no! L’acqua entra nella terra, Didò. E le piante la bevono. Il piccolo guardò verso gli alberi, ma ancora non capiva come facevano a bere in quel modo. Così cominciò a guardare il cielo, per niente infastidito dalle gocce che gli cadevano sul becco: – E da dove viene la pioggia, mamma? – Dalle nuvole! – E come fanno le nuvole a farla? – Usano il vapore che sale nel cielo quando c’è il sole. E poi ci fanno la pioggia.
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– Come quando io faccio la pipì! – Beh, non proprio, Didò! – disse ridendo mamma anatra. Intanto nel parco, tutti gli animaletti cercavano riparo: nonna riccio regalò al suo nipotino infreddolito una calda coperta che aveva cucito con le prime foglie rosse che erano cadute dagli alberi. Poi insieme si misero davanti al caminetto acceso e la nonna cominciò a cantargli una ninna nanna: Ninna nanna, ninna nà il temporale eccolo qua senti, senti la pioggia cadere la senti sempre, tutte le sere e col suo suono delicato piccolo riccio dormi beato! Mentre il piccolo riccio si addormentava insieme alla nonna, gli uccellini si riparavano sotto gli ombrelli-foglia, cinguettando del più e del meno. L’esercito delle formiche, che quella mattina era appena uscito dal formicaio alla ricerca di scorte per l’inverno, alla prima gocciolona di pioggia che cadde pericolosamente a terra, batté in ritirata. Solo le sorelle lumachine, invece di cercare un riparo, erano uscite per camminare
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sotto la pioggia, appena avevano sentito scendere le prime gocce. Intanto nel laghetto, gli anatroccoli, che si riparavano ancora sotto le piumette calde della mamma, cominciavano ad annoiarsi. – Ora piccoli miei, facciamo un gioco – disse mamma anatra. – Chiudete gli occhietti piano piano e ascoltiamo insieme la musica della pioggia. Poi mi direte a cosa vi ha fatto pensare. – È una bella musica, mamma! Io ho pensato a quando mi tieni caldo caldo sotto le tue piumette! – Anch’io! Anch’io! – dissero in coro gli altri. – Ma cos’è questo profumo, mamma? – chiese ancora Didò. – È l’odore della pioggia: è buonissimo, vero? Ma tu a cosa hai pensato, Didò, ascoltando la musica della pioggia? – Io, veramente… mi scappa la pipì! Silvia Civerchia
- Com'era il parco della città? Descrivilo. - Che cosa succede improvvisamente una mattina? - Che cos'era quel boato? - Tu hai paura dei tuoni? - Dove finisce l'acqua della pioggia che scende dal cielo? - Da dove cade la pioggia? - Che cosa fanno gli animali durante il temporale? - Ti piace la pioggia? - Lo senti anche tu l'odore della pioggia? La pioggia e il vento: racconto
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LINA, LA FOGLIOLINA Era una brutta giornata autunnale, pioveva e c'era molto vento. Sull'albero più alto del parco, Lina la fogliolina, che aveva già cambiato i suoi colori e si era riempita di sfumature rosse e gialle, se ne stava attaccata stretta stretta al suo ramo. Sentiva che ormai non aveva più le forze per restare aggrappata ma si sforzava tantissimo. Ad un tratto però, una folata di vento un po' più forte, la staccò dal ramo. – Aiuto! Che paura! Adesso dove andrò? Che fine farò? – urlava disperata Lina mentre volteggiava di qua e di là. – Non ti preoccupare – le disse il vento. – Non avere paura! Vedrai che sarà divertente! Lasciati andare, fatti trasportare! – No no! Ti prego aiutami! Non farmi precipitare! – rispose Lina sempre più impaurita. Il vento continuava a soffiare e far volare Lina a destra, sinistra, in alto, in basso... la faceva roteare, volteggiare... Quasi rassegnata, Lina provò a calmarsi e seguì il consiglio del vento. Pensò tra sé: "Ehi ma... alla fine è divertente! Non mi era mai capitato di fare le capriole in aria! E poi non sono sola... quante foglie intorno a me!". Ne arrivò una tutta rossa: – Ciao! Io sono Mina! Guarda come mi
OTTOBRE: IL TEMPO
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diverto a danzare nel cielo! Poi si avvicinò una foglia tutta gialla: – Ciao belle! Io sono Tina! Non vi state divertendo un mondo?! Forza, giochiamo insieme! Le tre foglioline si avvicinarono di più, si presero per mano, fecero dei salti, delle piroette. Era bellissimo avere tutta quella libertà! Poi si guardarono intorno e si accorsero di quante cose belle c'erano e quante altre amiche foglie, tutte diverse e tutte colorate. – Guardate quella! Sembra una lancia! – disse Lina alle compagne. – E quella? Sembra un cuore! – rispose Mina. – Quella sembra il palmo di una mano... e che bei colori! – disse infine Tina. Ancora per poco tempo continuarono a volteggiare, finché il viaggio non terminò e si posarono insieme vicino alla tana di una famiglia di ricci che stava preparando la tana per l'inverno. Mamma riccio le vide e disse a suo marito: – Guarda che belle foglie! Saranno perfette per la coperta dei nostri piccoli! Raccogliamole e portiamole dentro! Lina, Mina e Tina si guardarono così tutte contente e soddisfatte: essersi staccate dall'albero era stata una fortuna. Avrebbero riscaldato i piccoli ricci per tutto l'inverno e si sarebbero divertite ancora con i loro nuovi amici. Claudia Masiero
La pioggia e il vento: racconto
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sie e filas trocch e o e
Lina la fogliolina Non sai che paura, non sai che spavento quando ho sentito arrivare il vento! Io dal ramo non mi volevo staccare, perché non sapevo dove andare!
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Per fortuna le amiche foglioline, hanno fatto con me le birichine: abbiamo giocato, saltato e ballato finché il suolo non abbiamo toccato. Ed ecco il finale che ci diverte: dei piccoli ricci, facciam le coperte! Claudia Masiero
Un prepotente Non ho riguardi, non conosco regole: ti spingo, e se mi frulla, entro dove mi pare di colpo, trac, ti porto via il cappello. senza chieder permesso, Tanto, chi mai mi prende o mi trattiene? e se gusto ci piglio, Amo gli spazi liberi, scuoto, rovescio, sibilo, scompiglio. e, a chi si oppone, grido, Sicuro! E di te pur, bambino mio, sfidandoli al cimento: anche se sei monello, “Fatti più in là che passa il signor vento!” me la rido: t’investo, Domenico Mantellini - dal web
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OTTOBRE: IL TEMPO
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CHE COS'È IL VENTO? Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DEBATE
I DISCORSI E LE PAROLE/LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.
Spazio: sezione Tempi: 45 minuti
Il fenomeno del vento è un’esperienza un po’ misteriosa per i bambini a causa della sua presenza 'trasparente'. Il vento c'è, ma non si vede. Conosciamo insieme ai bambini questo fenomeno, ma soprattutto proviamo a sensibilizzare alle sensazioni che il vento provoca. I bambini parlano del vento definendolo in tanti modi diversi ma soprattutto con una terminologia fenomenologica. Soffermare la nostra attenzione su questo fenomeno atmosferico aiuta non solo a prendere consapevolezza del fatto stesso che si verifichi e che l’aria, pur invisibile, è attorno a noi, ma anche ad aumentare l’attenzione verso i suoi effetti sull’ambiente che ci circonda e ad acquisire termini nuovi e più corretti per ragionare sull’esperienza. In una giornata ventosa, osserviamo alla finestra che tempo fa e registriamolo sul nostro calendario. Notiamo le chiome degli alberi che si La pioggia e il vento: informazione
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agitano vistosamente. Domandiamo: “Cosa le muove?”, "Che cosa succede quando c'è vento?". Tentiamo di capire meglio ciò che si muove e ciò che non si sposta col vento. Il vento è causato dallo spostamento di grandi masse d’aria sulla Terra. Il sole scalda la terra e l’aria su di essa. L’aria calda è più leggera di quella fredda, perciò sale verso l’alto. Lascia un “vuoto” chiamato area di bassa pressione. Questo vuoto attira subito altra aria più fredda, che è più pesante e scende verso il basso. Lo spostamento di queste masse di aria causa il vento. Per misurare la velocità del vento si usa uno strumento chiamato anemometro. Il suo nome significa “misuratore di vento”. Spostiamoci liberamente all’interno della sezione e nell’ambiente circostante per cercare cose che secondo noi possono avvertire o no l’effetto del vento. Ritorniamo nella nostra stanza e nominiamo a uno a uno gli oggetti trovati: foglio da disegno, fazzoletto di carta, phon, lettere magnetiche, ritagli di rivista, piuma, penna biro, costruzione, pennarello. Vogliamo verificare concretamente l’effetto dell’aria su questi oggetti ma in classe non c’è vento, perciò decidiamo di usare la nostra bocca per creare il movimento dell’aria, soffiando con forza oppure procuriamoci un ventilatore e verifichiamo quale oggetto è maggiormente sensibile. OTTOBRE: IL TEMPO
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I DISEGNI DEL VENTO Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: ATELIER
IMPARARE A IMPARARE
TUTTI I CAMPI DI ESPERIENZA
Spazio: vari ambienti Tempi: qualche giorno
Proponiamo qui di seguito l’attivazione di un atelier, con diverse attività da poter svolgere in sezione, in palestra, in giardino che permetteranno ai bambini di esplorare e rielaborare il fenomeno atmosferico del vento.
Disegniamo al centro di un grande foglio di carta da pacchi il vento, cioè una nuvola “che soffia” e coloriamo con le tempere. Prendiamo dei bicchieri di plastica e mettiamo in ognuno un po’ di colore a tempera diluito con dell’acqua. Versiamo attorno al vento alcune gocce del contenuto dei bicchieri, creando macchie di colori diversi. I bambini, muniti di cannucce, dovranno soffiare forte sulle macchie per spandere i colori: avremo così dei disegni astratti che sembreranno creati dal vento! Prendiamo il disegno della nuvola che soffia e fotocopiamolo tante volte quanti sono i bambini, poi su ogni foglio disegniamo, partendo dalla bocca della nuvola, tanti grafismi che somiglino ai suoi soffi. Osserviamo attentamente gli oggetti che si spostano col soffio d’aria: - Perché volano? - Perché gli altri invece non si spostano? La pioggia e il vento: rappresentazione grafica
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Stimoliamo la conversazione e introduciamo il concetto leggero/pesante.
EPPUR SI MUOVE
Tentiamo di prevedere il comportamento fisico dei singoli oggetti: come si comportano se investiti dal vento, si muovono? Non si muovono? Chiediamo a ciascun bambino di fare un’ipotesi relativa all’oggetto da lui proposto e facciamo la verifica: creiamo il vento per provare quale ipotesi era giusta e proviamo anche farne dare una spiegazione. Una volta osservati Secondo me sì tutti gli oggetti, dividiamo quelli che si spostano da quelli che non si muovono, cercando di capirne il motivo. È importante dare la possibilità a tutti i bambini di poter esprimere il proprio parere in modo da creare un dialogo e un confronto. Tutti gli interventi sono positivi perché aiutano a capire meglio. Noi cerchiamo di non fornire risposte ma guidiamo, incoraggiamo e stimoliamo la riflessione anche facendo “domande-stimolo”. OTTOBRE: IL TEMPO
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LA FOGLIA DI CARTA, LA FOGLIA DI PONGO Questa esperienza vuole puntare a stimolare l’attenzione sul concetto di leggero e pesante, e anche a far riflettere i bambini sui perché: un semplice gioco che permette una metacognizione su eventi fisici come quello della forza. Realizziamo insieme ai bambini una foglia fatta con la carta velina e un'altra di uguali dimensioni di pongo, entrambe dello stesso colore. Mettiamo le foglie su un tavolo e chiediamo: “se soffia il vento, volano entrambe le foglie oppure no? Quale delle due vola? Perché?”. Dopo aver fatto le ipotesi chiediamo ai bambini, uno alla volta, di soffiare sulle foglie. Il risultato sarà la scoperta che un corpo leggero si sposta con intensità e forza minore. Lasciamo che continuino il gioco aumentando la potenza del soffio e facciamo arrivare a nuove teorie. Continuiamo l'attività con un gioco per aiutare i bambini a comprendere il fenomeno del vento: proponiamo la “corsa delle foglie”, che sfrutta la corporeità come strumento di comprensione spontanea dei fenomeni. Disponiamo a terra delle foglie di carta velina e assegniamone una a ciascun bambino che, soffiando, dovrà riuscire a spostarla e farle raggiungere un traguardo. La pioggia e il vento: atelier
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MI STACCO - NON MI STACCO
Rechiamoci in palestra e dividiamo i bambini in gruppi di tre: un bambino sarà l’Albero; gli altri due saranno le Foglie. Noi interpretiamo il Vento con in mano un tubo di cartone. Facciamo giocare un gruppo alla volta. L’Albero muoverà le braccia tenendo per mano le due Foglie che dovranno assecondarne i movimenti. Cominciamo a soffiare forte dentro il tubo di cartone e avviciniamoci al bambino-Albero, come se fossimo il vento, poi “stacchiamo” con delicatezza le Foglie e facciamo partire la musica. Le due Foglioline dovranno svolazzare per un po’ seguendo la melodia, poi, quando spegneremo la musica, dovranno accasciarsi a terra. Possiamo sviluppare il gioco facendo interpretare contemporaneamente alla sezione bambini/albero e bambini/foglie. Con i più grandi si può anche fare una gara: vince la squadra albero/foglie che segue meglio il ritmo e che al termine della musica si 'accascia' a terra in tempo.
OTTOBRE: IL TEMPO
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ANIMALI E LETARGO
Il letargo è un comportamento caratteristico di alcuni mammiferi e rettili che durante la stagione fredda riducono le loro funzioni vitali e la temperatura corporea, rimanendo in stato di riposo assoluto. Durante questo periodo, gli animali sopravvivono grazie alle riserve di grasso accumulate durante la buona stagione. Tra gli animali che vanno in letargo prenderemo in esame: gli orsi, i ricci, gli scoiattoli, i ghiri, le tartarughe di terra (testuggini), le mar-
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motte, i pipistrelli, le formiche, le chiocciole, le vipere e le bisce. La chiocciola è un animaletto che si porta dietro la sua casa, in cui spesso si rinchiude, ma per farla uscire è sufficiente appoggiarla su una foglia umida. Allora tira fuori la testina con i cornetti/occhi e inizia a strisciare lasciando una scia. Se le si toccano i cornetti rientra subito in casa, perché avverte un pericolo! La vipera è un serpente velenoso, ha la testa a forma di triangolo e gli occhi con la pupilla a fessura verticale. Se la vipera sente il terreno vibrare scappa, dunque quando si va nei boschi bisogna battere il sentiero con i bastoni per farla allontanare. Se si sente in pericolo, il serpente resta immobile e poi attacca con il suo morso velenoso. Se accade bisogna cercare di estrarre il veleno e di iniettarsi il siero antivipera. Il ghiro è un animale piccolo, di circa 30 cm (coda compresa), la sua pelliccia è soffice, grigio-castana sul dorso e bianca nelle parti inferiori del corpo. È molto agile
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OTTOBRE: GLI ANIMALI
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e ama arrampicarsi sugli alberi. Quando va in letargo, si addormenta appallottolato su se stesso e ha un sonno così profondo che lo si può muovere senza che si svegli! Il riccio è un piccolo animale che ha sul dorso tantissimi aculei. Quando è in pericolo si appallottola e forma una palla spinosa per tenere lontani i nemici. Anche lui, in autunno fa le provviste e va in letargo, per poi risvegliarsi a primavera. La marmotta già a settembre inizia a prepararsi al letargo. Ha un gran da fare per rendere confortevole il suo giaciglio: le tane oltre che profonde possono essere larghe anche una decina di metri. Con i denti trasporta il fieno nella tana e lo dispone a strati. Il fieno servirà loro da materasso. Tra un lavoro e l'altro, le marmotte mettono su peso: iniziano a mangiare a più non posso per accumulare il grasso per quando arriverà il letargo vero e proprio. Quando il freddo inizia a farsi sentire e il "sonno" pure, le marmotte chiudono l'ingresso della loro tana con un tappo costituito da paglia, terriccio e rametti. Il letargo può avere così inizio. Ma non sarà un letargo solitario: nella tana possono restare a dormire anche una quindicina di marmotte. Il letargo: informazione
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CARLOTTA LA MARMOTTA Il metodo: M. MONTESSORI La tecnica: STORYTELLING - ROLE PLAYING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICAZIONE NELLA MADRE LINGUA: conoscere diversi registri linguistici.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Attiviamo uno Storytelling, facendo disporre i bambini sparsi nello spazio, con lettura ad alta voce. Cerchiamo di interpretare con enfasi le emozioni della paura e della gioia. Alla fine della lettura attiviamo un breve role play, facendo interpretare a turno ai bambini la marmotta, la mamma e la lepre. Attiviamo la conversazione dopo il role playing.
Mamma Marmotta aveva provato di tutto: motivazioni dettagliate, la dolce persuasione, promesse di dolcetti a primavera, ma la piccola Carlotta non ne voleva proprio sapere di andare in letargo. Lo trovava inutile, una perdita di tempo: perché mai doveva passare mesi e mesi a dormire, quando lei, così energica, aveva ancora tanto da fare e da vedere? – Non voglio addormentarmi! – continuava a ripetere, – non voglio addormentarmi per così tanto tempo! – Devi per forza piccola mia; l’inverno è lungo, è impervio, il cibo scarseggia ed è meglio per noi dormirci su! All’inizio della stagione autunnale, la mamma aveva però deciso di concedere a Carlotta un altro mese di libertà, in effetti si stava ancora bene fuori e si riusciva ancora a trovare qualcosa da mangiare; ma agli inizi di dicembre, mamma Marmotta fu irremovibile. – Forza Carlotta, è tempo di ripararsi. Comincia a fare molto freddo, quindi vieni qui, sistemati in questa grotta confortevole che ho preparato per noi, sdraiati, chiudi gli occhi e cerca di dormire! – No mamma, te l’ho già detto: non ho alcuna intenzione di chiu-
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dere gli occhi. Io devo andare in giro, voglio conoscere il mondo e voglio farmi nuovi amici! La mamma ormai esasperata, prese di forza la sua piccola e cercò di calmarla, di coccolarla, in modo che si potesse addormentare accanto a lei. Carlotta chiuse gli occhi, ma si girava, rigirava e proprio non riusciva a trovare la posizione migliore per addormentarsi. Così, quando si accorse che nella grotta dormivano tutti, si armò di coraggio e partì, alla scoperta di chissà che cosa nella foresta. Era la tarda mattinata, fuori tirava un venticello freddo ma leggero e Carlotta, andava in giro annusando gli odori della foresta, guardandosi intorno e, talvolta si fermava, con il muso verso il cielo, per farsi baciare da quei tiepidi raggi di sole. Camminando camminando, incontrava qualche amico che terminava di fare le sue Il letargo: racconto
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provviste e, arrivata vicino ad un coniglietto, questo le disse: – Dove vai, in giro, da sola? È iniziato l’inverno, non ti dovresti ritirare con la famiglia? Ma Carlotta, gli rispose: – No, io non voglio dormire. Penso che il letargo sia davvero noioso e inutile. – Ah si?! – rispose il coniglietto – Vedrai, quando sarà molto più freddo, ti pentirai di non esserti addormentata prima! Carlotta, indifferente, si allontanò e continuò il suo giretto. Ad un tratto però, cominciò a sentire freddo, il vento si era alzato e il cielo si stava coprendo di grossi nuvoloni neri. Si guardò intorno e, purtroppo, non vide niente, all’infuori di grossi alberi con le foglie agitate dal vento. Iniziò a piovigginare; prima piano piano, poi i goccioloni si facevano sempre più grossi e Carlotta, non si ricordava neanche dove fosse. – Non riuscirò mai a tornare a casa! Ho perso la strada e adesso sono rimasta qui, da sola, al freddo! Se solo avessi dato retta a mia madre! Carlotta continuava a camminare senza meta, la sua pelliccia ormai si era completamente bagnata, le sue zampette affogavano nel fango e decise cosi, di accoccolarsi sotto un grosso albero. Intanto, nella grotta, la mamma si era svegliata di soprassalto. Nel sonno, aveva sentito che c’era qualcosa che non andava e infatti, si accorse subito che Carlotta, vicino a lei non c’era più e chissà da quanto tempo… Disperata, corse fuori e cominciò ad urlare: – Carlotta! Carlottaaaaa! Dove sei piccola mia? Carlottaaaa! – ma niente, nessuna risposta, nessun rumore, solo la pioggia che scendeva incessante. OTTOBRE: GLI ANIMALI
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Ad un tratto, sbucò fuori il leprotto, che aveva sentito le grida della mamma e le indicò la strada, dicendo che Carlotta era passata di li, ma non era tornata indietro. Così mamma Marmotta speranzosa, seguì la via e trovò la sua piccola, infreddolita e accovacciata sotto quel grosso albero. Si avvicinò di corsa e la prese tra le braccia: – Oh piccola mia, per fortuna ti ho ritrovato, hai visto cosa ti è successo? Credo che io non debba aggiungere altro: questo grosso spavento varrà molto più di tante parole! – E la abbracciò così forte che Carlotta non sentiva più né freddo né paura. Tornarono così insieme nella grotta e, accoccolate una accanto all’altra, cominciarono il loro lungo letargo. Claudia Masiero
- Chi è la protagonista della storia? - Perché non vuole andare in letargo? - Che cosa succede un giorno? - Come si conclude la storia? - Tu ascolti i consigli di tua mamma? - Ti piacerebbe andare in letargo come gli animali? Il letargo: racconto
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ità ind ivi duale v i t at
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CHI VA IN LETARGO? Il metodo: R. STEINER
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: disegnare, dipingere individualmente e in gruppo, utilizzando tecniche diverse.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Procuriamoci delle immagini di animali che vanno in letargo e incolliamo cia• Foglio di carta da pacscuna su un foglio bianco. Disegniamo chi bianca sul foglio di carta da pacchi un paesag• Fogli bianchi A4 gio con due alberi, un piccolo stagno • Pastelli a cera e teme una grotta, poi coloriamolo con le pere tempere. Pratichiamo sul disegno, con • Immagini di animali il taglierino, delle “finestrelle” nei che vanno in letargo punti dove posizioneremo gli animali: • Forbici e colla ai piedi degli alberi, nel tronco, vicino • Taglierino allo stagno (rana), nella grotta… Cali• Nastro adesivo briamo la dimensione delle finestrelle in base a quella dei personaggi. Incolliamo sul retro del cartellone, dietro le aperture, le immagini degli animali e disegniamo una freccetta su ogni finestrella. Fissiamo il cartellone su una parete e invitiamo i bambini ad aprire le “finestre” per scoprire quali animali si sono appisolati nel bosco, all’arrivo del freddo! Materiale occorrente:
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TUTTI A NANNA! Per passare dal lavoro individuale a quello di un prodotto comune, realizziamo una coperta per gli animali che vanno in letargo. Prima di cominciare, facciamo raccontare ai bambini il loro rito per andare a letto e chiediamo: - Cosa fate prima di andare a dormire? - Dormite nel vostro letto? - Avete la coperta? Di che colore?
Dopo aver acquisito le risposte che possiamo trascrivere su dei cartoncini invitiamo alla realizzazione per gli animali. Riportiamo sul cartoncino bianco le sagome degli animali, ritagliamole e facciamole colorare ai bambini con i pastelli o con i pennarelli. Tagliamo dai fogli di carta tanti quadratini Materiale occorrente: di circa 15 cm di lato e consegniamone • Cartoncino bianco A4 uno a ciascun bambino, per colorarlo a • Fogli bianchi A4 • Un cestino o una cas- piacere, in tinta unita o a fantasia. setta di legno (di quelle Uniamo i quadrati colorati con il nastro adesivo trasparente per creare una codella frutta) pertina in stile patchwork. Riponiamo le • Pastelli e pennarelli • Nastro adesivo traspa- sagome degli animaletti dentro un cestino o dentro una cassettina di legno e rente copriamoli con la nostra coperta, per • Forbici fargli fare sonni tranquilli nel periodo del letargo!
Il letargo: attività di gruppo
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OTTOBRE: GLI ANIMALI
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Il letargo: modello
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OTTOBRE: GLI ANIMALI
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Il metodo: R. STEINER
SCORTE PER IL LETARGO!
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: imitare animali e loro abitudini.
Spazio: salone
Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Sagome di cartoncino di animali che vanno in letargo • Scotch biadesivo • Bustine di carta • Noci e ghiande (o frutta secca che abbiamo a disposizione)
Raduniamo i bambini nell'angolo della conversazione e proviamo a chiedere loro cosa sanno sull'alimentazione degli animali del bosco. - Cosa mangia il riccio? - Cosa mangiano gli scoiattoli?, ecc... Aiutiamoli mostrando immagini o anche video dal PC o dalla Lim che ci facciano scoprire le loro abitudini alimentari. Successivamente mostriamo loro noci e ghiande e facciamoli toccare, osservare, giocare. Rechiamoci in palestra o in salone e dividiamo i bambini in gruppi da quattro e in ogni gruppo “nominiamo” 2 Scoiattoli e 2 Ricci. Per identificare gli “animali”, creiamo delle sagome in cartoncino e fissiamole agli abiti dei bambini con lo scotch biadesivo. Consegniamo a ogni bimbo una bustina.
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Spargiamo a terra noci e ghiande in egual numero e diciamo ai bambini che gli Scoiattoli dovranno raccogliere le prime; i Ricci le seconde. Al nostro via, il primo gruppo da quattro comincerà la raccolta delle provviste e avrà a disposizione due minuti. Allo scadere del tempo, conteremo quante noci hanno raccolto gli Scoiattoli e quante ghiande i Ricci. Chi avrà fatto la raccolta più “ricca” si aggiudicherà un punto per la sua squadra. Quando tutti i gruppi avranno giocato, dichiareremo vincitrice la squadra che ha totalizzato più punti.
ANCHE NOI ANDIAMO IN LETARGO?
Anche se non siamo orsi né marmotte, in autunno anche noi (che comunque siamo animali) andiamo un po' in letargo. Non sentiamo più tutta quell'energia che il sole estivo porta con sé, abbiamo un po' più sonno, siamo come "rallentati". Proviamo a 'rallentare' la nostra motricità e fare qualsiasi attività con un tempo rallentato: dalle attività delle routines, al gioco, al disegno,... In più durante il giorno facciamo alcune attività di training autogeno in cui facciamo distendere i bambini, ci poniamo come voce guida: ambientiamo il rilassamento in un bosco, menzioniamo tutti gli elementi presenti, in modo che li visualizzano e poi facciamo rilassare tutte le parti del corpo. Il letargo: attività motoria
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PERCHÉ POLDO NON SI SVEGLIA? Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare testi narrativi, porre domande, esprimere e comunicare.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
Un mattino Ronni lo scoiattolo si svegliò. Al suo fianco c’era il suo amico e compagno di avventure Poldo il riccio che russava sonoramente “ronf ronf ronf”. Ronni cercò di svegliarlo: – Poldo, Poldo, Poldoooooooo!!! Svegliati, è tardi! Ma il riccio continuava a dormire. – Poldo… Poldoooo! – insistette Ronni, ma niente, il riccio si girò sull’altro fianco con un sospiro beato e riprese a ronfare. “Ma che cosa gli sarà preso oggi?” pensò lo scoiattolo “Di solito si sveglia affamato al sorgere del sole e non vede l’ora di mangiare chili di bacche, invece oggi niente!”. Ronni cominciò a preoccuparsi e a pensare che Poldo fosse ammalato. In quel momento passò Graziella la tartaruga. Indossava un buffo cappellino da notte e aveva sul guscio un candelina.
OTTOBRE: GLI ANIMALI
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– Graziella, dove vai? – chiese Ronni. – Ma che domande sono?! Vado a dormire! – Ma… ma come a dormire, è mattina! – E allora?! E così Graziella, scuotendo la testa, si allontanò, lasciando lo scoiattolo allibito. Poco dopo Ronni sentì il suono di uno sbadiglio: era Taddeo l’orso, con le pantofole e un cuscino sotto braccio. – Taddeo, dove vai? – gli chiese lo scoiattolo. – Ma che domande sono?! Vado a dormire! – Ma come… anche tu?! Ma come mai avete tutti così sonno oggi?! Taddeo sorrise, scosse la testa come aveva fatto la tartaruga e si allontanò. Ronni pensò: “Mi sembra di diventare matto! Ma cosa sta succedendo?!”. Mentre era seduto su un mucchio di foglie passò Lilli la chiocciola, con una sveglietta sul guscio. – Lilli, stai andando a dormire anche tu? – le chiese Ronni. – Sì, certo! – rispose Lilli. – Ma perché oggi andate tutti a dormire?
Il letargo: racconto
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– Ronni, oggi si va in letargo! Anzi... che cosa ci fai tu ancora sveglio?! Non hai sonno? In effetti era da qualche ora che Ronni sentiva gli occhi pesanti, ma era così preoccupato per Poldo che non aveva guardato il calendario: era cominciato l’autunno, la sua tana nell’albero era colma di provviste e... era ora di andare a dormire! – Ah, è vero, che sciocco, lo avevo dimenticato! Buon letargo allora! Ronni salutò Lilli, coprì Poldo con una coperta di foglie e se ne andò a sonnecchiare anche lui, al calduccio della sua tana! Valeria Forconi
- Che cosa fa lo scoiattolo Ronni quando si accorge che il riccio Poldo sta ancora dormendo? - Poldo si sveglia? - Quali animali passano davanti a Ronni? - Che cosa dicono? - Perché vanno tutti a dormire? - Come finisce la storia?
Facciamo disegnare ai bambini la parte della storia che più li ha colpiti.
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OTTOBRE: GLI ANIMALI
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BUON VIAGGIO NERINA La rondinella Nerina aveva costruito il suo nido sotto il tetto di una casa. Nel giardino della casa c'era un albero grande grande. Sul tetto della casa, sotto una tegola, c'era il nido del passerotto Ciopi. Quando Nerina vide che le foglie del grande albero erano diventate gialle, pensò: "È ora di partire! Bisogna che mi metta d'accordo con le mie compagne per incominciare il lungo viaggio!". Prima di partire, Nerina andò a salutare i due amici: l'albero e Ciopi. – Dove vai? – le chiese l'albero. – Vado lontano, dove il sole riscalda tanto. – Posso venire con te? – chiese Ciopi. – No passerotto mio. – rispose Nerina. – Il viaggio è lungo: devo oltrepassare il mare! – Mi piacerebbe tanto vedere il mare! – esclamò Ciopi. – Ma tu stai bene qui! Trovi sempre semini, briciole, granelli. Io invece morirei di fame. – Verrei anche io – disse l'albero – ma non posso muovermi: non ho gambe e nemmeno ali. – Ma ora le tue foglie cadranno e tu riposerai. Io tornerò quando sarà di nuovo caldo e ritornerò proprio qui, nel mio vecchio nido e vi racconterò tutto quello che avrò visto. Va bene? – Sì sì! Noi ti aspetteremo! Buon viaggio Nerina! – esclamarono i due amici. – Grazie cari, ci rivedremo presto! Claudia Masiero
Il letargo: racconto
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versazion e con
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LA MIGRAZIONE Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: rispettare semplici regole.
Spazio: sezione/palestra Tempi: 45 minuti
Il volo degli uccelli è di per sé motivo di fascino, i bambini starebbero ore ad osservare e a chiedersi come sia possibile elevarsi in cielo. Dopo aver raccontato qualche altro dettaglio sulla migrazione, con l'aiuto di informazioni dal web e visione di alcuni video, rechiamoci in palestra e facciamo imitare il volo di uno stormo: spieghiamo che anche se sembra, in uno stormo non c'è un capo, ma a turno qualcuno che guida. Quindi cominciamo facendo partire un bambino come 'capo' del movimento e tutti gli altri lo dovranno imitare. Al nostro segnale si cambia bambino. La migrazione può essere fonte di una ricerca di cooperative learning. Guidiamoli nelle risposte ponendo domande che permetteranno di ricercare fonti e verificando anche con l'aiuto di Internet.
- Avete mai visto una rondine? Dove? - Sapete dove fanno il nido le rondini? L'avete mai visto? Dove? - Sapete dove vanno le rondini? Quando ritorneranno da noi? - Ci sono degli uccellini che restano con noi anche quando fa tanto freddo? - Conoscete i passerotti? Dove fanno il nido? - Che cosa possiamo fare per loro quando fa freddo e fanno difficoltà a trovare il cibo?
Formiamo un gruppo di lavoro e dopo aver ascoltato le loro ipotesi documentiamole in un cartellone fornendo risposte e immagini.
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OTTOBRE: GLI ANIMALI
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LA RONDINE COSTRUISCE IL NIDO La rondine, quando a primavera ritorna da noi, va subito a vedere il suo vecchio nido. Se lo trova in buone condizioni lo rinforza un po’ mettendoci del fango. Se, invece, lo trova rovinato perché le intemperie o gli uomini lo hanno distrutto, essa ne costruisce uno nuovo. La rondine all’opera sembra un vero muratore. Prima di costruire il nido, cerca il posto giusto. Di solito lo costruisce sotto la grondaia di una casa. Dopo di che, prende del fango che recupera sul bordo di qualche pozzanghera, lo impasta con la sua saliva, formando delle palline, le attacca con il becco al muro, inserendo tra una pallina e l’altra qualche filo d’erba o di paglia per renderlo resistente e capace di durare per tanto tempo. Il nido, una volta ultimato, assomiglia ad una mezza scodella. Proponiamo di realizzare anche noi un nido, con materiali della natura, magari raccolti in giardino, servirà a sviluppare la motricità fine.
La migrazione: informazione
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sentazione pre
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L’UVA, IL FRUTTO DELLA VITE L'uva, frutto della vite, viene utilizzata soprattutto per la produzione del vino, ma anche per il consumo alimentare come frutta, sia fresca, sia secca; infine dall'uva si estrae il succo d’uva (bevanda non alcolica), e dai semi si estrae l'olio di vinaccioli. Si presenta sotto forma di grappolo, composto da un graspo (o "raspo") e da numerosi acini (più propriamente bacche), di piccola taglia e di colore chiaro (giallo, giallo dorato o verde), nel caso dell'uva bianca, o di colore scuro (rosa, viola o nero), nel caso dell'uva nera. L'acino è a sua volta costituito all'esterno dalla buccia, all'interno dalla polpa e dai semi (vinaccioli). Le uve senza semi sono meno dolci di quelle con i semi. Gli acini ridotti in purè applicati su viso e collo hanno potere astringente e rivitalizzante per la pelle ed è utile alla
OTTOBRE: IL FRUTTO
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guarigione dell' herpes sulle labbra. L'uva contiene poca vitamina C, quantità minime di proteine e grassi, è ricca di potassio e povera di sodio. Indicata per anemia, affaticamento, uricemia e gotta, artrite, vene varicose, iperazotemia, stitichezza atonica, malattie della pelle. Ha proprietà antiossidanti e anticancro, dovute soprattutto al contenuto di polifenoli e di resveratrolo, presente nella buccia dell'uva nera. Ha inoltre proprietà antivirali, grazie all'acido tannico e fenolo, in grado di contrastare il virus dell'herpes simplex (applicazioni di succo d'uva o di mosto sulle labbra affette da herpes ne velocizzano la guarigione). L'uva ha un potere saziante piuttosto basso, infatti mangiando un chilo di uva (circa un grosso grappolo), si assumono ben 600 kcal! Per questi motivi, è bene valutare se inserire questo frutto in un piano alimentare ipocalorico. In tal caso è preferibile consumare l'uva insieme ad altri frutti, in una macedonia, per innalzare l'indice di sazietà. È consigliabile mangiare i semi contenuti nell'uva; infatti, nei semi dell'uva sono contenuti degli acidi che possono combattere alcune malattie tumorali; inoltre mangiando il chicco senza sbucciarlo possiamo ottenere le vitamine A e K; la buccia contiene gran parte delle sostanze aromatiche, le sostanze coloranti e i tannini. Centrifugando l'uva si ottiene il “succo d'uva”. L'uva sultanina, come del resto tutta la frutta secca, è ricca di Omega 3 (contenuti anche nel pesce). Consultare sempre il proprio medico di fiducia per approfondimenti. Tratto da: https://www.alimentipedia.it/uva.html Copyright © Alimentipedia.it
L’uva: presentazione
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AMICI PER LA VENDEMMIA Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare testi narrativi, porre domande, esprimere e comunicare.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
In un caldo mattino d’autunno, l’uccellino Cipcip volava fra gli alberi in cerca di cibo. Aveva molta fame, ma gli altri animali avevano fatto provviste e non si trovava più nemmeno un semino nel bosco! Cipcip continuò a volare per molto tempo, allontanandosi dal bosco sempre più. D’un tratto si trovò sopra delle dolci colline e decise di scendere per riposarsi un attimo. Vide delle piante vicine vicine, tutte ordinate in lunghe file, e vi si posò. Tra le foglie verdissime Cipcip vide delle palline del colore dell’oro che profumavano di buono. “Mmmm” pensò l’uccellino “sembrano invitanti, proverò a mangiarne una!”. Le palline dorate erano tutte unite fra loro e formavano un grappolo. Cipcip staccò un acino e c’infilò il beccuccio. “Ma che bontà! Non ho mai sentito nulla di più gustoso!” pensò Cipcip e cominciò a raccogliere gli acini uno a uno, ma era molto lontano dal suo nido e non sapeva come trasportali: non poteva mangiarli tutti lì, avrebbe fatto indigestione! In quel momento da una siepe sbucò fuori una piccola volpe dal pelo rosso e lucente. – Ehi, uccellino, come pensi di portare via tutti quegli acini? – chiese. – Non lo so, ma sono così buoni che non posso lasciarli qui. – riOTTOBRE: IL FRUTTO
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spose Cipcip e continuò – Tu sai come si chiama questo frutto buonissimo? – Certo! Si chiama uva! – Uva… D’ora in poi sarà il mio piatto preferito! – I grappoli sono in alto e io non ci arrivo, se mi aiuti a raccoglierne qualcuno, io ti aiuto a trasportarli fino al tuo nido! – D’accordo! E fu così che i due animali si misero, insieme, al lavoro. Cipcip staccava i grappoli con il beccuccio e la volpe li raccoglieva e li metteva su un telo che aveva trovato poco lontano. Quando il telo fu pieno, i due lo chiusero con un nodo e la volpe se lo mise attorno al collo. – Ora andiamo al tuo nido, così avrai da mangiare per un po’… e
L’uva: racconto
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anche io! – Sì! Mangerò per giorni il frutto più buono del mondo: l’uva! Cipcip e la volpe s’incamminarono e videro tanti uomini che, insieme, raccoglievano i grappoli d’uva proprio come avevano fatto loro poco prima. – Ehi, volpe, guarda! Anche gli umani raccolgono l’uva! – Sì, fanno la vendemmia… si chiama così la raccolta dell’uva! – Allora anche noi abbiamo vendemmiato! Oh, guarda, la stanno raccogliendo tutta, è tantissima, ce ne sono mucchi alti come montagne! Come faranno a mangiarla tutta? – Non la mangiano tutta. Ne mangiano un po’ e il resto lo schiacciano e ci fanno il vino, il mosto, l’aceto. – E che cosa sono? – Sono cibi degli umani! – Allora l’uva è molto utile! – disse Cipcip – Però è troppo buona e io preferisco mangiarla così! – Hai ragione! – disse la volpe. E i due continuarono a camminare verso il nido dell’uccellino: quella sera avrebbero fatto un bel banchetto a base di uva ed erano contenti. In un solo giorno Cipcip aveva conosciuto l’uva, la vendemmia e… una nuova amica! Valeria Forconi
Dividiamo i bambini in gruppi e facciamo disegnare la storia con tre sequenze.
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OTTOBRE: IL FRUTTO
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poesie
- Chi è Cipcip? - Che cosa sta cercando? - Cosa trova quando va a riposarsi sulle piante che vede sulle colline? - Che frutto assaggia? - Sai come si chiama la pianta dell’uva? - Di che colori può essere l’uva? - A te piace? - Chi sbuca fuori da una siepe? - Cosa fanno l’uccellino e la volpe insieme? - Come si chiama la raccolta dell’uva? - Quali prodotti l’uomo ricava dall’uva?
L’uva: racconto
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LA VENDEMMIA Il metodo: OUTDOOR EDUCATION
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti.
Uscita didattica
Tempi: circa un’ora
Dove è possibile e se ci sono vigneti proseguiamo il nostro cammino nell’autunno con un’uscita, per scoprire i segreti del più gustoso tra i frutti autunnali: l’uva! Poter osservare e, in modo simbolico, contribuire alla vendemmia è un’esperienza tanto entusiasmante quanto istruttiva, per entrare in contatto non soltanto con l’uva e la vigna, ma anche e soprattutto con la cultura e la grande tradizione che ruotano attorno a esse, fatte di gesti e usanze che si ripetono da secoli.
ità indivi duale v i t at
IL GRAPPOLO TRIDIMENSIONALE
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Quando rientriamo in sezione realizziamo un grande murales (attaccando due fogli di carta da pacco sul muro) dell'esperienza vissuta, possiamo anche far attaccare materiali raccolti, come foglie di vite, tralci con i pampini, realizzare la terra incollando polvere di caffè. Successivamente facciamo realizzare un grappolo tridimensionale. Fotocopiamo il modello del grappolo d’uva (nella pagina accanto) e facciamolo colorare dai bambini con la tecnica che preferiscono. Formiamo delle palline con la carta di vecchi giornali e ricopriamole con la carta velina gialla (o viola): saranno i chicchi che andremo a incollare sul grappolo per renderlo tridimensionale! OTTOBRE: IL FRUTTO
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L’uva: modello
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GRAPPOLI E GRAPPOLINI Il metodo: R. STEINER
La tecnica: GIOCO MOTORIO
IL SÉ E L'ALTRO
COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: favorire l’appartenenza al gruppo.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Per favorire l'appartenenza al gruppo, là dove abbiamo sezioni eterogenee, proponiamo un gioco motorio in cui tutti dovranno partecipare e collaborare tra loro. Prendiamo un grappolo d'uva e stacchiamone un grappolo più piccolo. Daremo ai piccoli il grappolo piccolo e lasceremo ai grandi i grappoli interi. Utilizziamo sia l'uva bianca che l'uva nera e facciamo in modo che ogni bambino ne abbia uno. Utilizziamo una musica e invitiamo i bambini a gironzolare per lo spazio che abbiamo a disposizione. Diamo le consegne: - ordine sparso; - ogni grappolino deve raggiungere il proprio grappolo; - ordine sparso; - grappoli e grappolini davanti all'insegnante; - ordine sparso; - grappoli e grappolini devono fare un cerchio intorno all'insegnante; - ordine sparso; - grappoli fermi dove si trovano. Quando il gioco motorio sarà terminato facciamo riorganizzare i grappoli utilizzati seguendo il criterio del colore.
Procuriamoci due ceste e stimoliamo la conversazione: - Adesso dobbiamo rimettere grappoli e
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OTTOBRE: IL FRUTTO
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grappolini nelle due ceste. È tutta uva? - Il tuo grappolo è di uva bianca o nera? - Se non mettiamo l'uva tutta insieme, secondo voi, come possiamo dividerla? - Metti il tuo grappolo d'uva bianca in questo cesto. - Invece la tua di che colore è? In quale cesto la metteresti? Perché?
CERCHIAMO L'UVA CON IL CODING Il metodo: STEM
La tecnica: CODING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DIGITALI: orientarsi in un reticolo piano.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Realizziamo sul pavimento un piccolo labirinto e alla fine del percorso mettiamo le ceste con l'uva. Su del cartoncino rosso ritagliamo delle frecce. Lasciamo che ogni bambino trovi la strada giusta nel percorso che dovranno indicare con l'utilizzo della freccia prima di ogni passo per arrivare all'uva. Proponiamo diverse tipologie di andatura ogni volta: saltando a piedi uniti, con un piede solo, camminando, ecc... Possiamo intonare questa filastrocca: L'uva cerca il bravo Pino, ma ha perduto il suo cammino. Cerca qua, cerca là: l'uva quando troverà? Cerca anche tu caro bambino, la strada giusta per il buon Pino. da Michelino, Fabbri
L’uva: coding
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FACCIAMO IL VINO Il metodo: R. STEINER La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: osservare le trasformazioni della natura da più punti di vista.
Spazio: salone Tempi: 2 ore in 2 momenti
La trasformazione da uva a vino non può restare solo teorica. Proponiamone l'osservazione diretta eseguendo il procedimento. Procuriamoci due contenitori per mettere l'uva pigiata e stimoliamo la conversazione con i bambini: - Adesso prendo un acino d'uva e lo schiaccio. Che cosa esce? - Avanti, schiacciamo tutta la nostra uva! (Dividiamo i bambini in due gruppi e consegniamo un contenitore per gruppo: un gruppo schiaccia l'uva bianca e un gruppo quella nera). - Ecco fatto! L'uva pigiata, cioè schiacciata, si chiama mosto. Assaggiamo il nostro mosto. Com'è? - Noi abbiamo schiacciato il mosto con le mani, i contadini invece, schiacciano l'uva con le macchine. Poi mettono il mosto in grandi tini in cantina. Dopodiché il mosto "bolle" e diventa vino. Il vino viene messo prima nelle botti, poi nelle damigiane, poi nei fiaschi e nelle bottiglie.
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- Con quale uva si fa il vino bianco? - Con quale uva si fa il vino rosso? Nei giorni seguenti, osserviamo e seguiamo attentamente il processo di fermentazione. Facciamo assaggiare nuovamente il mosto dopo la fermentazione e rileviamo il gusto diverso.
L'uva e il vino
Mangia l’uva caro bambino ma, dammi retta, non bere il vino! Solo gli adulti ne posson bere e, se han giudizio, solo un bicchiere. – Sai? – dice l’uva. – L’uomo mi calpesta, ma gli faccio girar la testa. G. Terenzi
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LA GALLINA UBRIACA Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
Spazio: angolo della lettura
COMUNICAZIONE NELLA MADRE LINGUA: conoscere diversi registri linguistici.
Tempi: circa un’ora
Attiviamo questo breve percorso di lettura integrandolo con una drammatizzazione di gruppo. Dopo aver letto la storia interpretando anche la comicità della situazione, rileggiamo la seconda volta e facciamo interpretare a tutto il gruppo la gallina ubriaca.
Un giorno Lalla, una gallina curiosa e golosa, entrò in casa dei suoi amici contadini e vide sul tavolo della cucina un bicchiere di vino rosso. Saltò prima sulla sedia, poi sul tavolo e mise il becco dentro il bicchiere. Cominciò a bere: "Mmm..buono buono!". Finito di bere il vino... Ohibò! Lalla vedeva due bicchieri al posto di uno e due tavoli al posto di uno solo. Tutto intorno le girava e
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OTTOBRE: IL FRUTTO
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non capiva più niente. Lalla provò a sbattere le ali, a camminare, ma cadeva ad ogni passo e cadde anche dal tavolo. Una volta a terra, cominciò a cantare: "Cocoè... chicchì... cocoè... chichichì!". Ad un tratto Cedrone, il gallo, sentendo questo canto strano si avvicinò di corsa per vedere cosa stava succedendo. Appena vide Lalla in quelle condizioni si arrabbiò tantissimo e la beccò, spingendola fino al suo cesto, dove faceva le uova. Il giorno dopo Lalla non era più ubriaca ma aveva un gran mal di testa e fece un uovo che sapeva di vino. Riadattato da "G.Bertelli, Magie di parole, Signorelli
- Secondo voi perché la gallina ha cominciato a stare male? - Fa bene il vino? - Voi potete bere il vino? Perché?
Alla fine della storia e dell'ascolto delle risposte dei bambini proponiamo di imitare l'andatura di una persona che ha bevuto vino. Per rendere il gioco divertente, possiamo bendare i bambini e chiedere di farlo ad occhi chiusi.
Indovinello:
Sono bianco, sono nero scaccio all'uomo ogni pensiero, dove arrivo faccio festa ma faccio ben girar la testa! Cos'è?
L’uva: racconto
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IL GIRASOLE Partendo dalla considerazione che per i bambini scoprire ciò che li circonda è sempre un’avventura magica e piena di risorse, questo progetto li accompagnerà alla scoperta dell'elemento naturale terra, attraverso la metodologia della ricerca, dell’azione, della sperimentazione e ad osservare i cambiamenti e le trasformazioni che si determinano in natura. Per i bambini la terra è un elemento quasi magico, da scavare, travasare, trasportare, miscelare… e rappresenta un’opportunità davvero speciale per spaziare attraverso innumerevoli esperienze. Attraverso di esse, i bambini impareranno gradatamente a osservare, a descrivere e a mettere in relazione.
OTTOBRE: IL FIORE
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I SEMI DEL GIRASOLE Il metodo: RICERCA
La tecnica: LABORATORIO
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: osservare e conoscere la natura.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Immagine dal web: www.mappe-scuola.com
Procuriamoci i semi del girasole oppure se abbiamo avuto la fortuna di trovarne un campo prendiamone qualcuno dal fiore stesso, almeno uno per ogni bambino. Facciamoli osservare ai bambini, prima a occhio nudo, poi con la lente d'ingrandimento. Confrontiamoli: sono tutti uguali? Di che colore sono? Sono lisci o ruvidi? Facciamo osservare la prospettiva del seme quando è ancora attaccato al fiore e quando è stato tolto. Successivamente riuniamo tutti i semi e realizziamo il girasole della sezione utilizzando come base cartoncino marrone, giallo, verde per le varie parti del fiore, incolliamo tutti i semi al loro posto e se non bastano, disegniamoli. Confrontiamo il nostro girasole con una scheda scientifica e individuiamone le parti.
Il girasole: attività di gruppo
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SULLE COLLINE DEI GIRASOLI Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare testi narrativi, porre, domande, esprimere e comunicare.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
Attiviamo un momento di Storytelling con la sola lettura ad alta voce. Dopo la lettura attiviamo un circle time e la conversazione guidata.
Richi e Lalla stavano camminando da molto tempo sotto il sole. – Richi, Richi, guarda, c’è una montagna piccola tutta gialla! Il fratellino guardò il luogo che Lalla stava indicando. – Lalla, quella non è una montagna, è una collina! – E cos’è una collina? – È come una montagna, ma è più bassa e non è appuntita, è… dolce dolce! – Ohhh… sono belle le colline! E perché sono gialle? – Non lo so, andiamo a vedere! I due bambini si avvicinarono e scoprirono che la collina era gialla perché era coperta da enormi fiori altissimi, di colore, nemmeno a dirlo… giallo! – Ohhh, ma questi fiori sono enormi, come si chiamano Richi? – Si chiamano girasoli! - Eh eh eh, che buffo nome… gira… soli… si chiamano così perché sono dei piccoli soli che girano? – No Lalla, ma ci sei andata vicino! Sono dei fiori che si muovono, che girano seguendo il sole! Lalla, affascinata, cominciò a camminare in mezzo ai girasoli, li guardava, li accarezzava. – Hai ragione Richi, sono tutti girati verso la luce, prendono il sole sulle faccine scure! E quando il sole va via? – Dormono, proprio come noi! – Richi, voglio vedere come dormono i girasoli!
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OTTOBRE: IL FIORE
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– Va bene. E così i due bambini si sedettero all’ombra, tirarono fuori dallo zainetto dei panini, mangiarono e attesero che il sole tramontasse. Mano a mano che la grande palla di fuoco scendeva, i girasoli chinavano la testolina verso il basso e quando poi il cielo da azzurro si fece blu e si punteggiò di piccole stelle luminose, i fiori si chiusero come addormentati. – Ecco, ora dormono! Guarda come sono carini! – disse Lalla sbadigliando. – Ed è ora che dormiamo anche noi! – Oggi abbiamo scoperto un posto nuovo: Le Colline dei Girasoli! – È vero Lalla e sono bellissime! I due bambini presero delle coperte e dei cuscini e si stesero sotto il cielo rischiarato dalla luna, contenti di aver scoperto un posto così bello e di aver imparato delle cose nuove. Valeria Forconi
- Cosa vedono i bambini? - Che cos’è una collina? - Perché è gialla? - Cosa vuole dire “girasole”? - Che cosa fanno i girasoli? - Cosa succede quando arriva la notte?
Registriamo le risposte su dei cartoncini a forma di girasole che avremo fatto colorare con i colori pastello e realizziamo con le loro risposte un campo di girasoli in sezione vicino al racconto ingrandito. Il girasole: racconto
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Il metodo: R. STEINER
IL CARTELLONE DEI GIRASOLI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
I DISCORSI E LE PAROLE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: disegnare, dipingere individualmente e in gruppo, utilizzando tecniche diverse.
Spazio: sezione/lab.d'arte Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Cartoncino azzurro • Cartoncino giallo • Carta crespa gialla • Lenticchie • Forbici • Pennelli • Piatti di carta o ciotole • Colla universale
Tagliamo dal cartoncino giallo dei cerchi di 12 cm di diametro e facciamoli riempire di colla dai bambini con un pennellino. Mettiamo le lenticchie in un piatto o in una ciotola e poi applichiamole sopra lo strato di colla.
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OTTOBRE: IL FIORE
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Ritagliamo dalla carta crespa gialla dei petali di girasole lunghi circa 8 cm e fissiamoli tutto attorno ai cerchi di cartoncino dopo aver messo la colla lungo il bordo, sul retro. Prendiamo un foglio grande di cartoncino azzurro e incolliamoci i nostri girasoli, come se si stagliassero sul cielo sereno degli ultimi giorni d’autunno.
Il girasole: attivitĂ individuale
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OTTOBRE
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
E APPRENDIMENTI ATTESI
SÌ
IN
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PARTE
• Partecipa serenamente a tutte le attività, anche in gruppo. • Condivide giochi e materiali. • Rivela spirito di iniziativa. • Comprende fiabe, filastrocche e racconti. • Descrive e commenta immagini con le parole. • Interagisce verbalmente sia con l’adulto che con i compagni. • Impiega schemi motori di base (camminare, saltare, correre). • Si coordina con gli altri nelle situazioni di gioco motorio e nelle attività manuali. • Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori. • Si esprime attraverso il disegno, la pittura e le altre attività manipolative. • Interpreta role playing, poesie e filastrocche. • Utilizza in modo adeguato il materiale. • Osserva i fenomeni naturali e atmosferici accorgendosi dei loro cambiamenti. • Sa usare simboli di registrazione alla sua portata. • Individua le proprietà degli oggetti (colore, forma, dimensione) e ne rileva le differenze e le somiglianze. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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OTTOBRE: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
NOTE
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di ottobre LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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SOMMARIO DI NOVEMBRE IL FIORE
IL TEMPO • La nebbia Che cos'è la nebbia? ................................. 108 La nebbia ................................................... 109 Sediamoci in cerchio e attiviamo un "circle time” ........................ 109 Grande atelier della nebbia ...................... 110 La signora nebbia va allo stadio................ 110 Dipingiamo la nebbia ................................ 112 Le parole della nebbia............................... 114 La filastrocca della nebbia ......................... 115 La nebbia e il suo manto ........................... 115 La fuga degli animali ................................. 116 Tutti dentro - tutti fuori ............................. 119 La leggenda della nebbia.......................... 120 La nebbia ................................................... 122 La nebbia .................................................. 122 Il bianco della nebbia ................................ 122 Il mostro nebbia ........................................ 123
GLI ANIMALI • La lana e gli indumenti La lana e gli indumenti .............................. 126 Il dono della pecorella............................... 127 Da dove arriva questo filo? ....................... 130 La parete degli indumenti ........................ 132 Attività senso-percettiva: i tessuti ............. 132 Il manichino ............................................... 133
IL FRUTTO • La melagrana La melagrana_la leggenda ........................ 134 L'albero di melagrane ............................... 136 Chicchi di melagrane................................. 139 L'acquarello melagrana ............................. 139 La melagrana ............................................. 139
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• Il Crisantemo Il crisantemo .............................................. 140 Una leggenda dal Giappone: la leggenda del crisantemo ...................... 141 Crisantemi di tutti i colori.......................... 142 Un crisantemo in vaso ............................... 143 • Lapbook Lapbook d’autunno ................................... 144 Si comincia!................................................ 144 • Scheda per l’osservazione valutativa...... 148 • Diario di bordo ....................................... 149
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Novembre: ecco la prima nebbia, e poi la pioggia fitta e sottile a lavare la schiena dei giorni, a infilare nei petti un respiro piĂš umido. Fabrizio Caramagna
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entazione s e pr
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CHE COS'È LA NEBBIA?
La nebbia è una nuvola che tocca il suolo e si può presentare sotto diversi aspetti: come una leggera foschia o un banco denso e spesso, che può rimanere così per parecchie ore, anche giornate intere, senza dissolversi. Si parla di nebbia quando la visibilità è inferiore a un chilometro, mentre avremo la foschia quando la visibilità è compresa tra uno e due chilometri. La nebbia si forma quando il vapore acqueo - l'acqua nella sua forma gassosa - si condensa. Durante la condensazione, molecole di vapore acqueo si uniscono a formare minuscole goccioline di acqua che rimangono sospese in aria. È per via di queste micro goccioline che noi possiamo vedere la nebbia, altrimenti il vapore acqueo di per sé sarebbe invisibile.
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NOVEMBRE: IL TEMPO
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È necessario che questo argomento venga svolto in una giornata di nebbia. Solamente verificando i cambiamenti che subisce il paesaggio nelle giornate nebbiose, possiamo realmente e personalmente renderci conto di ciò che questo fenomeno atmosferico comporti.
mazion for i in
LA NEBBIA
SEDIAMOCI IN CERCHIO E ATTIVIAMO UN “CIRCLE TIME"
“Spesso, nella stagione fredda, ti sarà capitato di svegliarti, la mattina, con la città avvolta nella nebbia. Magari talmente fitta che non vedi nemmeno la casa di fronte. Ma cos'è questa nebbia, che si vede ma non si tocca? Niente magia, ovviamente... c'entra la scienza!”
- Avete visto stamattina che tempo? Fuori è tutto grigio! È colpa della nebbia che avvolge tutto con il suo manto. - Mentre venivate a scuola, vedevate bene? Distinguevate bene le cose intorno a voi o le vedevate bene solo da vicino? - Ora andiamo alla finestra e guardiamo il nostro giardino. Secondo voi è pericolosa la nebbia? Perché? - Avete notato che, anche se giorno, le automobili hanno i fari accesi? Perché? - Per chi è più pericolosa secondo voi? - A te piace la nebbia? Perché?
La nebbia: circle time
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atelier
GRANDE ATELIER DELLA NEBBIA Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: ATELIER
TUTTI I CAMPI
IMPARARE A IMPARARE: individuare collegamenti tra informazioni contenuti in testi narrati con esperienza vissuta o della realtà.
Spazio: angolo lettura/atelier Tempi: 4 ore in più momenti
La nebbia ha un grande fascino, perché nasconde, copre, rende tutto velato. Dopo aver raccontato la storia e attivato in circle time la conversazione guidata apriamo un atelier di parole della scienza, partendo dalla storia e dalle filastrocche.
LA SIGNORA NEBBIA VA ALLO STADIO
Una domenica la signora Nebbia andò allo stadio perché voleva vedere la partita di calcio. Appena giunta sul campo però, sentì una voce che diceva: "Oggi la partita non si farà perché c'è la nebbia!".
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NOVEMBRE: IL TEMPO
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"Uffa!" borbottò la signora Nebbia "Ogni volta che decido di venire a vedere la partita non giocano e sempre per colpa mia!". Decise allora di andare più in alto e di confondersi con le nuvole. I calciatori cominciarono così a giocare, ma la signora Nebbia da lassù non vedeva proprio niente. A un certo punto sentì gridare: "Gooool!" e scese di colpo per vedere cos'era successo. I giocatori, avvolti in quel velo tutto grigio, cominciarono ad abbracciarsi tra loro e gridare tutti insieme "Vittoria!", ma non si vedevano bene in viso e non sapevano più quali erano i giocatori della propria squadra e chi aveva fatto il gol. Quella domenica, la signora Nebbia però tornò a casa soddisfatta: anche se, per causa sua non aveva capito niente della partita, tutti i giocatori si erano abbracciati e tutti avevano vinto. R. Paciotti
- Dove decise di andare la signora Nebbia una domenica? - Per fare che cosa? - Appena giunse allo stadio, che cosa sentì dire? - Dove andò allora? - Tra le nuvole vedeva quello che succedeva sul campo? - Quando sentì gridare "Gol!" che cosa fece? - Perché i giocatori non si riconoscevano? - Perché la signora Nebbia tornò a casa felice?
Facciamo rappresentare graficamente la storia. La nebbia: atelier
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atelie r
DIPINGIAMO LA NEBBIA Il metodo: STEM
La tecnica: TINKERING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le caratteristiche dei fenomeni naturali
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Consegniamo un foglio A4 nero rigido e mettiamo a disposizione in alcune vaschette la tempera di colore nero e di colore bianco. Proponiamo ai bambini di dipingere la nebbia, alla ricerca del colore. Questa consegna potrebbe fare partire una nuova discussione. Lasciamo che si confrontino tra di loro e che arrivino ad una deduzione. Successivamente facciamo provare le mescolanze di colore. Se invece ci sono bambini che vogliono fare un disegno vero e proprio e poi 'stendere' un velo di nebbia con il colore, possono farlo con il colore a cera sfumato.
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NOVEMBRE: IL TEMPO
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Utilizziamo il bianco su un foglio nero con dei fili di lana o dei rotoli di carta igienica intinti nella tempera e proviamo a dare forma alla nebbia.
La nebbia: atelier
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LE PAROLE DELLA NEBBIA
Per attivare l'atelier selezioniamo alcune delle parole: aggettivi, nomi, verbi che caratterizzano proprio la nebbia. Facciamolo mettendole in evidenza e chiedendone il significato, trascriviamo le parole che verranno associate su dei cartellini e per ognuna di essa realizziamo delle ricerche (MANTO - individuiamo come si può usare questa parola: facciamo un braing storming "è quando la neve copre tutto"- "pure l'erba dello stadio!" - ecc...). Di che colore è il manto? Sempre uguale? C'è qualcosa che è sempre uguale in un manto? (Si potrà arrivare per esempio alla morbidezza o ad altre caratteristiche). Seguiamo questo schema per tutte le parole e creiamo come documentazione un nostro vocabolario nuovo e pieno di significanti oltre che significati.
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NOVEMBRE: IL TEMPO
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La filastrocca della nebbia Nebbia furfante che rubi i colori dove li hai messi, tirali fuori. Nebbia fumante che fiati sul vetro tanto lo so che c’è il mondo là dietro. Fata d’inverno col velo da sposa dentro di te la mia casa riposa. Vola un uccello e buca quel velo dietro di te lo so che c’è il cielo. Bruno Tognolini
La nebbia e il suo manto Ecco la nebbia che con il suo manto, arriva e ricopre tutto quanto. Non vedo niente intorno a me, non vedo le case, non vedo gli alberi, non vedo te! Meglio guardarla attraverso il vetro, anche se non vedo a meno di un metro, ma resto incantato a vedere la scia, perché la nebbia è comunque, sempre magia! Claudia Masiero
La nebbia: atelier
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LA FUGA DEGLI ANIMALI Un giorno di nebbia fittissima, una mucca, una pecora, una gallina e un cavallo, che vivevano insieme dentro il recinto di una fattoria, decisero di andarsene. Non avevano mai visto quella nebbia e spinti dalla curiosità uscirono dal recinto e si incamminarono. La nebbia ricopriva tutto col suo manto ma gli animali non erano spaventati anzi... Più camminavano, più si guardavano intorno e più riuscivano a vedere, una volta vicini, tutto quello che li circondava. Gli alberi del fitto bosco, le case degli altri contadini... ma ad un certo punto, si persero. Tanto erano presi a guardarsi intorno che non si accorsero neanche, ma la mucca aveva preso una strada, la pecora un'altra strada, la gallina un'altra e il cavallo un'altra ancora. Intanto nella fattoria, il contadino rimase molto male quando vide che dentro il recinto non c'erano più i quattro animali e decise di andare a cercarli.
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NOVEMBRE: IL TEMPO
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Con quella nebbia non sarebbe stato facile, ma non li avrebbe abbandonati per nulla al mondo. Partì con uno dei suoi cavalli e cominciò a chiamarli urlando. Arrivato vicino al bosco, udì la sua mucca che piangeva e che era ferma sotto un albero molto spaventata perché non riusciva più a ritrovare la strada ed era stata avvicinata da un cinghiale, un animale che non aveva mai visto prima. "Forza vieni con me, tornerai nel recinto così sarai al sicuro!" urlò il contadino e la mucca, senza esitazioni lo seguì. Ad un tratto sentirono il pianto della pecora che era rimasta anche lei immobile e terrorizzata. "Forza pecorella mia, torniamo a casa al sicuro, non sai che nel bosco ci sono i lupi che mangiano le pecore?" disse il contadino e anche la pecora non se lo fece ripetere due volte e lo seguì.
La nebbia: racconto
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Continuarono a camminare verso casa e nonostante la fitta nebbia, il contadino riconobbe anche la sua gallina e il cavallo che se ne stavano rannicchiati uno vicino all'altro morti di paura: era passata una volpe affamata, ma erano stati fortunati. La nebbia aveva impedito alla volpe di vederli. "Oh! Finalmente vi ho ritrovato tutti! Torniamo a casa e voi, tornate dentro il recinto. Lì starete al sicuro!". Fu così che la mucca, la pecora, la gallina e il cavallo, non tentarono più la fuga e rimasero per sempre dentro il recinto della fattoria. Gli spaventi presi in quel giorno di nebbia, erano bastati! Claudia Masiero
- Chi sono i personaggi della storia? - Quanti erano? - Cosa è successo? - Perché si sono persi? - Chi è andato a cercarli? - Gli animali sono stati felici di tornare a casa?
Utilizziamo un recinto e degli animali di gomma (una mucca, una pecora, una gallina e un cavallo) e accompagniamo le parole del racconto con l'azione illustrativa.
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NOVEMBRE: IL TEMPO
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TUTTI DENTRO - TUTTI FUORI Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: Interpretare usando il linguaggio del corpo.
Spazio: salone
Tempi: 45 minuti
Rechiamoci in palestra o in salone e attiviamo un gioco psicomotorio nel quale attiveremo anche contenuti topogici riguardo lo spazio: dentro/fuori. Proviamo a mimare la storia e dividiamo i bambini in quattro gruppi: il gruppo delle mucche, quello delle pecore, quello delle galline e quello dei cavalli. Disegniamo per terra un cerchio (che sarà il recinto) e diciamo ai bambini di entrare tutti nel recinto e parlare tra loro; poi a ritmo di musica e di un tamburello, diamo le consegne: - Escono le mucche! (Battiti lenti di tamburello e le mucche escono con un'andatura lenta). - Escono le pecore! (Battiti più veloci, le pecore escono a tempo).
- Escono le galline e i cavalli! (Battiti ancora più veloci, le galline e i cavalli escono saltellando).
A questo punto gli animali sono tutti fuori dal recinto, spieghiamo che ne arrivano altri affamati: - Arriva il cinghiale! (Tutte le mucche devono correre dentro il recinto). - Attenti al lupo! (Tutte le pecore corrono nel recinto). - Arriva la volpe! (Galline e cavalli corrono dentro il recinto). Infine rientra il contadino, dopo aver ritrovato tutti gli animali. La nebbia: gioco psicomotorio
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LA LEGGENDA DELLA NEBBIA Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH La tecnica: STORYTELLING DIGITALE I DISCORSI E LE PAROLE Spazio: LIM COMPETENZE DIGITALI: Tempi: 3/4 ore eseguire esercizi di tipo logico, linguistico, matematico, iconico nell'utilizzo della LIM.
Un giorno d'autunno, presso un laghetto sperduto fra i monti, le fate dell'acqua trovarono un bambinetto biondo, bellissimo. Chi era? Chi l'aveva portato fin lassù? Le fatine non lo sapevano. Le verdi rive del lago erano deserte e silenziose. Si udiva soltanto il frusciare del vento. Le piccole fate avvolsero il piccino in caldi panni e lo chiamarono Oliviero. Le stagioni passavano una dopo l'altra e nessuno mai saliva al piccolo lago dimenticato. Le fatine erano felici: il piccolo Oliviero, che esse amavano piu di ogni cosa al mondo, era tutto per loro. Ma cose strane succedevano a loro insapute quando esse riposavano nelle incantate profondità del lago. Un pettirosso volava ogni sera presso il bambino addormentato sulla riva e lo svegliava becchettandogli affettuosamente una guancia. Poi gli raccontava di un paese bello e lontano dove la sua mamma lo invocava ogni giorno. Oliviero ascoltava, attento. Pensava che un giorno avrebbe abbandonato il malinconico laghetto. Sarebbe andato lontano... avrebbe visto com'è una mamma. Un mattino di novembre le fatine si levarono da loro letto d'acqua e mossero verso la riva. Chiamarono a lungo Oliviero: il bambino non c'era piu. Le fate si levarono a volo, affannate, e videro Oliviero scendere a valle preceduto da un pettirosso. Allora compresero. Lo raggiunsero a volo e gli si affollarono attorno, allargando con le mani le loro vesti di velo grigio, perché il
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bambino non riuscisse piu a scorgere il pettirosso che gli faceva da guida, nÊ il sentiero, nÊ la valle lontana. Come per miracolo, dalle dita delle fate i veli cominciarono ad allungarsi, diffondendosi ovunque. Avvolsero Oliviero con una impalpabile nube, cancellarono monti e campagne, soffocarono la luce del giorno. Ma il fanciullo non si scoraggiò. Scostava con le mani i veli grigi che gli battevano sul viso. Da allora, ogni anno, la nebbia stende i suoi umidi veli: sono le vesti bagnate di lacrime delle pallide fate del lago. www.icsgalluzzo.it/pdf/laboratori/primariachiesa/nebbia.pdf
Rechiamoci alla LIM e cerchiamo i materiali che ci servono per rielaborare la leggenda: - immagini o ritagli di immagini del laghetto/pettirosso/un bambino biondo/fate/ e altri elementi che potremmo utilizzare per ampliare la narrazione digitale come musica celtica, effetto nebbia, ecc... Montiamo in una sequenza filmata o anche a e-book animato la nostra storia e facciamola visualizzare anche ai bambini delle altre sezioni. La nebbia: racconto
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ie e filastrocch s e e po
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La nebbia
La nebbia Nebbia che vai via, nebbia dove vai? Tu nascondi tutte le case mi lasci sotto il tuo manto che è simile a una dolce torta. Nebbia tu lasci le foglie bianche, tu lasci l'erba bagnata. Vai via, vai via... Ti lascio qui.
Dove vai nebbiolina? Sei di fretta questa mattina? Con il tuo bianco velo ti ripari da questo gelo, come il velo delle spose anche piĂš bello delle rose, quanto sei grande e bella sei piu grande di una stella, tu mi piaci sembri tanti zuccheri filati con il sole tu vai via, e con te la malinconia. Alice
Vittoria
Il bianco della nebbia Il bianco della nebbia è come il vapore di zucchero filato che sale e va a chiamare il sole per far ritornare il caldo abbraccio del sole. Naomi
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IL MOSTRO NEBBIA Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
IMPARARE A IMPARARE: utilizzare il pensiero divergente.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
Dopo aver lavorato sulle filastrocche, per chiudere l'atelier della nebbia focalizziamo l'attenzione sulla parte misteriosa di questo fenomeno atmosferico. Creiamo un'atmosfera abbastanza cupa e non troppo illuminata, accendiamo qualche candela e chiediamo ai bambini in tono abbastanza 'spaventato': - Bambini, ma se la nebbia fosse uno strano mostro che mangia tutto? Ho trovato una storia che dice cosĂŹ...
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La nebbia: atelier
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Eccola:
C’era una volta il Mostro Nebbia. Era un mostro speciale, perché a differenza di tutti gli altri mostri questo faceva paura solo agli adulti e non ai bambini! Devi sapere che durante l’autunno e l’inverno il Mostro Nebbia andava volentieri a zonzo la mattina, gli piaceva andare a trovare i bambini mentre facevano colazione perché nel frattempo mangiava qualcosa pure lui... Andava letteralmente pazzo per le lucine della città, gli alberi e perfino le case! A volte si mangiava pure intere montagne! Insomma, era proprio un ingordo! Però, anche se mangiava città intere, colline e strade, dopo mangiato restituiva tutto! Uguale uguale a come era prima! Era un mostro molto educato, non trovi? Ma la cosa più bella del Mostro Nebbia era che poteva mangiare qualsiasi cosa tranne chi lo guardava e lo ammirava. Infatti, appena qualcuno cercava di avvicinarsi per vederlo meglio, lui arretrava un pochino, ma non lo mangiava! In realtà alle persone molto curiose permetteva di farsi attraversare e di sentirlo sulla loro pelle, ma non sempre gli adulti avevano voglia di ascoltare questo umidino o di perdere tempo con queste fesserie... Alle mamme poi faceva arricciare i capelli e ai papà non permetteva di andare veloce in macchina. Ai bambini però piaceva un sacco e lui era contento di andarli a trovare spesso, di farsi attraversare o di sparire nel nulla come per magia!
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NOVEMBRE: IL TEMPO
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Insomma, il mostro Nebbia era un mostro speciale e gentile, oltre che molto bello, e faceva tanta compagnia ai bambini (e ai grandi con gli occhi da bambino) quando cominciava lâ&#x20AC;&#x2122;autunno e bisognava mettersi il maglioncino.
- Vi ha fatto paura la storia? - La nebbia può essere per davvero un mostro? - PerchÊ? Ascoltiamo la storia, poi facciamola rappresentare in tre/sei sequenze in base all'età dei bambini utilizzando la tecnica dell'acquerello.
Per divertirci insieme ai bambini, procuriamoci un tulle bianco e a turni (entriamo anche noi nel gioco) possiamo interpretare dei mostri e fingere di inghiottire tutto. La nebbia: racconto
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LA LANA E GLI INDUMENTI Un tessuto ricco di storia, legato ad un artigianato che affonda le sue radici nel profondo passato dell’uomo, tessuto che ha saputo rinnovarsi e resistere alla concorrenza di quelli sintetici. La lana è conosciuta fin dal tempo dei babilonesi ma è stata prodotta industrialmente a partire dal XVII secolo d.C. La lana è una fibra tessile naturale che si ottiene dal vello di ovini (pecore e di alcuni tipi di capre), conigli, cammelli e dromedari, ma anche dalla vigogna, dall’alpaca e da alcuni tipi di lama. Essa è inoltre un filato. Questo tessuto si ottiene attraverso l’operazione di tosatura, ovvero taglio del pelo, che per le pecore avviene in primavera, seguita da altre lavorazioni.
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NOVEMBRE: GLI ANIMALI
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La lana è un materiale meraviglioso con cui i bambini di tutte le età possono giocare e fare lavoretti creativi davvero divertenti. Colorata, morbida e soprattutto economica, la lana è perfetta per incoraggiare i bambini ad usare la loro immaginazione e la loro creatività.
IL DONO DELLA PECORELLA
Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: riconoscere e nominare le parti di un testo narrato.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
C'era una volta una bambina che si era trasferita da un paese molto caldo: non aveva né l'autunno, né l'inverno e per questa ragione la bambina non aveva neanche una giacca o un vestito di lana. Era novembre e la piccola tremava dal freddo. Andò dal gatto e gli disse: – Regalami un po' del tuo pelo per favore, ho tanto freddo! – ma il gatto le rispose: – Nemmeno per idea, il pelo serve a me. La bambina allora andò dal coniglio e andò perfino dall'orso, ma nessuno volle aiutarla. Si stava scoraggiando e non sapeva come fare. Passò di lì una pecorella che la vide e le chiese: – Perché piangi? – Ho tanto freddo pecorella bella, ma nessuno vuole darmi qualcosa per coprirmi – rispose singhiozzando la bambina. – Non piangere. – le disse la pecorella – Entra in casa, prendi le forbici e ritorna da me. La bambina entrò di corsa in casa, prese le forbici e uscì. – Adesso tosami, avanti... – le ordinò la pecora. La lana e gli indumenti: racconto
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La bambina cominciò così a tagliare la lana che soffice e calda si ammucchiava a terra. – Prendila, è tua! – disse la pecora – Fatti un vestito, sarà caldo e morbido. – E tu? – rispose la bambina preoccupata. – La lana un po' alla volta mi crescerà di nuovo. E ora vieni qui, vicino a me, così non sentiremo freddo. La bambina e la pecora si strinsero l'una all'altra e non ebbero più freddo. adattato da Michelino, Fabbri
- Vi è piaciuto il racconto? - Chi di voi indossa qualche indumento di lana? - Tengono caldo i vestiti di lana? - Anche i vostri vestiti sono fatti con la lana delle pecore? - Ma la pecora vi dà il maglione già pronto? - Vediamo come il pelo delle pecore si trasforma in caldi indumenti. Concludiamo la conversazione spiegando come si ricava la lana.
Il pastore, quando le pecore hanno la lana bella lunga, le tosa. Facciamo vedere alcune immagini di come si presenta la lana appena tagliata. Ma noi non la indossiamo così; è necessario filarla, cioè farla diventare un unico filo (mostriamo un filo di lana). Noi ci vestiamo con un filo? No. Il filo deve essere lavorato dai tessitori per diventare così. Però, può essere lavorato anche ai ferri e allora si hanno calze di lana, maglioni di lana ecc.
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NOVEMBRE: GLI ANIMALI
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La lana e gli indumenti
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DA DOVE ARRIVA QUESTO FILO? La tecnica: PEER TO PEER Il metodo: M. MONTESSORI IL CORPO E IL MOVIMENTO COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: sviluppare la capacità di risolvere un problema.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Dividiamo i bambini a coppie. Giocherà una coppia alla volta. Disegniamo su un foglio bianco una pecorella. Chiamiamo un bambino della prima coppia e, senza che il compagno e tutti gli altri vedano, attacchiamo sul suo petto il disegno della pecora, poi facciamolo posizionare con la faccia rivolta verso il muro. Prendiamo un gomitolo e srotoliamo per alcuni metri il filo. Consegniamo il gomitolo al bambino con la pecorella (che non dovrà muoversi dalla posizione assegnata), poi prendiamo il capo del filo e facciamolo passare attorno a banchi e sedie (senza intrecciarlo troppo, né creare un “percorso” troppo complicato). Al termine dell’operazione, chiamiamo l’altro bambino della coppia e consegniamogli il capo del filo. Il bambino che ha in mano il capo del filo dovrà seguirlo arrotolando mano a mano la lana attorno a una mano. Quando avrà recuperato tutto il filo giungerà al compagno che tiene il gomitolo: questi allora si volterà e si vedrà che… la lana viene dalla pecora! Ripetiamo il gioco con le altre coppie e invertiamo i ruoli dei bambini.
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NOVEMBRE: GLI ANIMALI
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Procuriamoci un gomitolo di lana e lasciamo che i bambini comincino un gioco che utilizzava M. Montessori, per far coltivare legami di appartenenza, conosciuto anche come “ragnatela dell’amicizia”; è un ottimo gioco per sviluppare le relazioni tra compagni, per aggiornarle nel tempo ed in seguito confrontarle. Si può fare ovunque, serve solo un gomitolo abbastanza lungo. Chiediamo ai bambini di disporsi seduti in cerchio per terra. Ad uno di loro si affida il capo di un gomitolo, che deve essere poi lanciato ad un amico che, a sua volta, tenendo il filo ben teso, lo lancerà ad un altro, e così via, fino ad arrivare all’ultimo compagno, che concluderà collegandosi al primo.
La lana e gli indumenti: gioco psicomotorio
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LA PARETE DEGLI INDUMENTI Il metodo: RICERCA
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sperimentare diverse forme di espressione artistica
Spazio: sezione Tempi: due ore
Facciamo ricercare su delle riviste capi di abbigliamento invernali. Con il nostro aiuto, i bambini li ritaglieranno e, dopo aver messo un po’ di colla, attaccheranno le immagini creando un cartellone degli “Indumenti invernali”.
ATTIVITÀ SENSO-PERCETTIVA: I TESSUTI
Utilizziamo alcune stoffe per proporre ai bambini un gioco senso-percettivo. Procuriamoci un pezzo di tessuto di lana, un pezzo di tela, un pezzo di cotone, un pezzo di velluto, un pezzo di tela impermeabile, un pezzo di pelo, un pezzo di lino e un pezzo di seta. Introduciamo l'argomento con alcune consegne: - Quanti pezzi di tessuti! Osserviamoli attentamente e sentiamo come sono... Qual è il più morbido? Quale quello più caldo? - Qual è il tessuto più pesante? - Qual è il tessuto più fresco?
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Soffermiamoci sul tessuto impermeabile e chiediamo ai bambini quali possono essere le caratteristiche di tale tessuto. Chi conosce già quella stoffa, potrebbe dire che protegge dal vento o dalla pioggia. Facciamo sperimentare le loro ipotesi bagnando con uno spruzzino o soffiando con un phon. Per registrare le risposte delle ipotesi creiamo una tabella in cui disegniamo due colonne in alto: un impermeabile e un cappotto di stoffa. Negli item scriviamo: si bagna, non si bagna; protegge dal vento/non protegge dal vento; altri item...
IL MANICHINO
Con un cartone alto circa 1 metro realizziamo una sagoma ad altezza di bambino, facciamola colorare con le tempere rosa e fissiamola ad un'asta da palestra in modo che 'resti in piedi'. Diamo un nuovo nome alla nostra sagoma, oppure ogni giorno quello di uno dei bimbi della sezione e a turni alterni facciamo indossare la giacca di un bambino. In questo modo la sagoma può prendere vita e diventare l'alter ego del bambino che gli ha dato la sua giacca. Sarà proprio lui a dare voce alla sagoma, a raccontare esperienze ed emozioni per tutta la giornata. È un ottimo modo per far fare ai bambini delle proiezioni di eventuali disagi, ma anche un'ottima chance per conoscersi meglio. La lana e gli indumenti: attività di gruppo
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LA MELAGRANA_LA LEGGENDA
Un frutto salutare che è anche l’emblema, presso molte popolazioni, della fertilità, della prosperità, della fratellanza e dell’energia vitale. Un’antica leggenda ellenica racconta che Dioniso, figlio di Zeus, uscito dalla coscia del padre, che ne costituiva il rifugio, venne catturato dai Titani, i quali, su suggerimento di Era, gelosissima moglie del re dell’Olimpo, lo uccisero facendolo a pezzi; i suoi resti furono messi a bollire in un paiolo e dalle stille del sangue del dio del vino, nacque un albero: il melograno. Un altro mito greco racconta, invece, che Side, moglie di Orione, rea di aver osato sfidare Era in una gara di bellezza, venne scara-
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NOVEMBRE: IL FRUTTO
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ventata, per punizione, nell’Ade, ove si trasformò in una melagrana. Nella simbologia cristiana, la melagrana rappresenta l’unità, nella fede, fra popoli e culture diverse, la fecondità e l’abbondanza, come testimoniano la decorazione e l’iconografia religiose; nella simbologia ebraica, invece, la melagrana è l'emblema dell’onestà e della rettitudine. Nella simbologia islamica, infine, la melagrana figura come uno dei frutti che crescono nel giardino del Paradiso. Alla melagrana sono oggi attribuite proprietà gastro-protettive, decongestionanti, diuretiche, astringenti e antiossidanti. Raccontiamo ai bambini la leggenda e chiediamo se conoscono questo albero e questo frutto, dopo aver mostrato alcune foto alla LIM.
Successivamente facciamo rappresentare un albero di melograno ad altezza di un foglio di carta da pacco e riempiamo i frutti con palline di carta velina rossa. I bambini ricorderanno la leggenda e conosceranno meglio questo albero così inusuale. Inoltre l'esercizio con le palline di carta velina migliorerà la coordinazione della manualità fine. La melagrana: informazione
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L'ALBERO DI MELAGRANE Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
Spazio: giardino/angolo lettura
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare, analizzare e rielaborare un testo narrativo.
Tempi: circa un’ora
Organizziamo questo momento di storytelling in giardino, se è possibile, altrimenti nell'angolo lettura andrà benissimo. Procuriamoci un cesto di melagrane. Cominciamo chiedendo ai bambini di mettersi comodi e quando tutti saranno a loro agio, leggiamo. Cerchiamo di enfatizzare il paesaggio autunnale e il benessere che si prova svolgendo attività all'aperto. Alla fine della storia permettiamo ai bambini di osservare, toccare, annusare il frutto e attiviamo la conversazione guidata.
In un giardino protetto da alte mura c'era un bel melograno che ogni anno fioriva per poi donare al padrone della casa tanti buoni frutti. Il Signor Guglielmo abitava nella grande casa da solo e aveva un carattere scorbutico e mai nessuno parlava con lui e mai nessuno poteva entrare nel suo guardino e mai nessuno poteva mangiare quelle buonissime melagrane. Un giorno, durante un bruttissimo temporale, un lampo cadde proprio sul muro di
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NOVEMBRE: IL FRUTTO
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cinta della grande casa creando uno squarcio e alcuni bambini incuriositi, cominciarono a sbirciare dentro. – Che bel giardino! Come sarebbe bello giocarci e mangiare quei bellissimi frutti! L'avete mai visti? I bambini non sapevamo nemmeno il nome di quei frutti ma solo a vederli, si convinsero della loro bontà. Dopo qualche giorno, i bambini tornarono alla grande casa. – Entriamo? Magari il Signor Guglielmo neanche si accorge! Potremmo raccogliere qualche frutto e assaggiarlo, ce ne sono talmente tanti su quell'albero! Potremmo correre tra le siepi e i cespugli e potremmo vedere anche i pesciolini nella fontana! Che dite? – disse uno di loro. – Ma no! Non possiamo! Non è casa nostra, dovremmo chiedere il permesso! E poi il Signor Guglielmo è così scorbutico, non ci farà mai entrare! – rispose un altro. – Idea! – urlò il più piccolo del gruppo. – Andiamo e proponiamogli un cambio: se lui ci farà giocare nel suo giardino, noi in cambio lo terremo pulito. Raccoglieremo le foglie secche strapperemo le erbacce e aiuteremo il Signor Guglielmo a renderlo ancora più bello. Che ne dite? – Potremmo anche costruire una casetta per gli uccellini e ci fa-
La melagrana: racconto
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remo spiegare cos'è quell'albero che ci piace tanto guardare e quali sono i frutti che produce! – Bravo, mi piace la tua idea! – rispose un altro bambino. Così, il gruppo prese coraggio e si presentò alla porta. I bambini suonarono al campanello e quando il Signor Guglielmo si affacciò, chiesero il permesso di entrare e fare la loro proposta. L'uomo ascoltò e stanco di stare da solo accettò. Spiegò loro che quell'albero era un melograno e andarono insieme a raccoglierne i frutti. – Che buoni e quanti chicchi rossi e deliziosi nasconde ogni frutto! Il Signor Guglielmo, spiegò poi ai ragazzi che le melagrane venivano regalate in segno di buon augurio e prosperità. Da quel giorno, i bambini ebbero libero accesso nel giardino della grande casa, diventarono dei bravi giardinieri, molto amici del Signor Guglielmo ma soprattutto liberi di mangiare tutte le melagrane che volevano! Claudia Masiero
- Che albero cattura l'attenzione dei bambini nel giardino della casa del Signor Guglielmo? - Il Signor Guglielmo era un uomo simpatico? - Perché i bambini vogliono entrare nel giardino? - Che cosa propone il più piccolo del gruppo? - Tu avresti fatto la stessa proposta? Come ti saresti comportato? - Che cosa risponde il Signor Guglielmo? - Perché si regalano le melagrane? - Come si conclude la storia?
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Chicchi di melagrane Questi frutti deliziosi, hanno tanti chicchi succosi, sono di colore rosso e puoi mangiarne a più non posso! Hanno la forma di una pallina e sono ricchi di vitamina, una delizia per grandi, piccini e per tutti i bambini! Claudia Masiero
L'ACQUARELLO MELAGRANA Il metodo: R. STEINER
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
I DISCORSI E LE PAROLE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.
Spazio: sezione/giar. Tempi: circa un’ora
La natura regala tanti colori e il colore del melograno affascina tutti: non è rosso, non è fucsia. Attiviamo un mini laboratorio del colore con i chicchi del frutto: schiacciamo i semi su un foglio e utilizziamo il succo del melograno come acquarello. Vediamo l'effetto che fa!
LA MELAGRANA
Realizziamo un cesto di melograne facendo accartocciare dei fogli di quotidiano divisi a metà che possiamo colorare con le tempere. Quando saranno asciutti i frutti, decoriamo con qualche spruzzo di verde e depositiamo in un cesto. La melagrana: attività di gruppo
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sentazione pre
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IL CRISANTEMO In Italia il crisantemo fiorisce alla fine di ottobre e proprio per la concomitanza della fioritura con la celebrazione dei defunti, si è soliti attribuire a questo fiore un significato funesto. In realtà però il nome letteralmente significa fiore d'oro ed è quindi stato associato dalla tradizione a valenze assolutamente positive. In Corea e in Cina è il fiore dei festeggiamenti (matrimoni, compleanni, ecc.); in Giappone è il fiore nazionale e la sua bellezza viene celebrata ogni anno dall'Imperatore che, in occasione della fioritura, apre al pubblico i giardini della Reggia, presentando le più recenti varietà a tutti gli invitati. Il significato che il Mondo Orientale è solito attribuire al crisantemo è dunque quello di vita e felicità.
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NOVEMBRE: IL FIORE
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UNA LEGGENDA DAL GIAPPONE: LA LEGGENDA DEL CRISANTEMO
In una casetta del bosco viveva una mamma con la sua bambina. Intorno alla casetta sbocciavano dei bellissimi fiori; quando giunse la brutta stagione, tutti i fiori però appassirono. Solo uno era rimasto alla bimba, perché lo aveva conservato al riparo. Un giorno la mamma si ammalò gravemente; allora la bambina colse il fiore e l’offrì alla Madonna, perché facesse guarire la sua mamma. Mentre pregava sentì una voce: – La tua mamma vivrà tanti anni quanti sono i petali del fiore che mi donerai! La bimba allora contò i petali del fiore e vide che erano troppo pochi; allora per amore della mamma, tagliò i pochi petali in tante striscioline. Così i petali divennero molti e la mamma visse per tanti anni. Nacque così il crisantemo, il fiore dai mille petali.
- Dove viveva la bambina con la sua mamma? - Cosa cresceva intorno alla casetta? - Che cosa era successo ai fiori all’arrivo della brutta stagione? - Quanti fiori erano rimasti alla bambina? - Il fiore della bambina aveva tanti petali o pochi petali? - Cosa accadde un giorno alla mamma? - A chi donò il suo fiore la bambina? - La bambina cominciò a piangere o a pregare? - Cosa le disse la voce? - Cosa fece la bambina ai petali del fiore? Quale fiore era nato? Il crisantemo: racconto
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tĂ ind ivi duale i v i att
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CRISANTEMI DI TUTTI I COLORI Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: ATELIER IMMAGINI, SUONI, COLORI CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare, costruire semplici manufatti.
Spazio: salone Tempi: 45 minuti
Procuriamoci dei fogli di carta velina di tutti i colori e ponendoli uno sull'altro, ritagliamo dei quadrati dal lato di circa 15 cm. Fermiamo al centro l'insieme di fogli quadrati con una punta di pinzatrice e con indice e pollice apriamo i petali delle corolle di crisantemo. Possiamo aggiungere uno stelo pinzando delle cannucce verdi e delle foglie ritagliate dal cartoncino verde. Uniamo in bouquets e realizziamo delle composizioni.
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NOVEMBRE: IL FIORE
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UN CRISANTEMO IN VASO
Utilizzando la stessa tecnica del lavoro precedente, oppure formando la corolla con dei plissĂŠ di carta velina, unite con del nastro sottile tra loro, realizziamo delle nuove corolle di crisantemi. Con lo stecco di legno per uso alimentare realizziamo lo stelo. A parte realizziamo con del cartoncino marrone o con una scatola per uso alimentare dipinta di marrone, un vasetto con dentro un pezzetto di pasta sale in cui infilieremo il crisantemo. Il crisantemo: attivitĂ individuale
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LAPBOOK D’AUTUNNO Per avere sempre a disposizione il nucleo tematico e i contenuti trattati per la stagione autunnale realizziamo un lapbook nel quale andremo a rielaborare sinteticamente il percorso fatto. È un’ottima idea per racchiudere le conoscenze acquisite e verificare i traguardi delle competenze raggiunte.
SI COMINCIA!
Attiviamo un circle time per ripercorre insieme le tappe del nostro percorso nell’autunno. - Di che stagione abbiamo parlato? - Cosa succede in Autunno? - Le foglie cambiano colore? E come diventano? - Cosa abbiamo fatto con le foglie?
Riprendiamo i lavori svolti con le foglie e ‘rileggiamoli’... Lasciamo raccontare le esperienze, e facciamo scegliere alcune foglie che terremo da parte. Continuiamo la conversazione parlando del tempo. - Che tempo fa in autunno? - La pioggia, la nebbia, il vento si possono vedere e toccare tutti?
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AUTUNNO: LAPBOOK
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- Perché? - Di che colore è la nebbia? - La pioggia scende sempre uguale? - Come possiamo rappresentarle?
Distribuiamo dei fogli celesti e diamo la possibilità di rappresentare liberamente i fenomeni analizzati. Ci servirà per creare un piccolo libricino dei fenomeni atmosferici. Teniamo da parte i lavori. Per rievocare gli animali di cui abbiamo parlato e del loro letargo, creiamo un clima adatto. Abbassiamo le luci, facciamo diventare la voce pacata e invitiamo i bambini a mettersi comodi, anche sul pavimento o su dei cuscini. - Cosa fanno gli animali in autunno? - Come mai sono tanto stanchi e vanno a dormire? - Come preparano le tane?
Facciamo raccontare ai bambini come dormono loro, riflettiamo sulle differenze con gli animali e cerchiamo tra i manufatti e le ricerche realizzate quale tenere per il lapbook. Una stagione senza cose buone da mangiare che stagione è? Ripercorriamo le delizie della frutta autunnale. - Quali frutti si possono raccogliere in autunno? - Di che colore sono? - Che sapore hanno? - Cosa ci si può fare con la frutta oltre che mangiarla e basta?
AUTUNNO: LAPBOOK
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Riportiamo alla memoria i giochi fatti, le ricette preparate e l’esperienza della vendemmia. Infine mettiamo a disposizione materiali diversi e proponiamo di realizzare dei frutti singoli. Parliamo anche degli altri aspetti che più ci hanno colpito, attiviamo un dibattito, per la scelta del materiale effettivamente da conservare e quello da portare nelle cartelle personali. È una fase delicata e seppure sceglieremo le attività gradite dalla maggioranza, è doveroso dare la stessa importanza alle scelte effettuate in minoranza. Quando le scelte saranno fatte possiamo concludere il lavoro e realizzare il nostro lapbook. Come costruire il lapbook? Tanti sono i modelli e le possibilità, noi abbiamo scelto di realizzare un libro gigante cartaceo. Pieghiamo in due il cartoncino verde Materiale occorrente: che sarà la base. • Un cartoncino verde Sulla copertina facciamo disegnare dai • Varie carte colorate, bambini di 5 anni un grande albero, spugnetta, carta onduche coloreranno i bambini di 3 anni e lata, ecc… che i bambini di 4 decoreranno con fo• Riviste glie gialle, arancioni e marroni rita• Pastelli, tempera gliate da avanzi di carta. • Lana All’interno dedichiamo un’area ad ogni • Colla, forbici, pinzacontenuto cui vogliamo dedicare uno trice spazio. Le foglie d’autunno possono essere realizzate su cartoncino bianco
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AUTUNNO: LAPBOOK
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con la tecnica del frottage e si possono inserire anche alcune foglie vere dei colori e delle forme più particolari. Inseriamo una filastrocca o una canzoncina. - Un’aletta marrone per creare la ‘tana’ degli animali che incolleremo sotto questa ‘copertina’. - Per racchiudere i fenomeni atmosferici creiamo un libricino in formato A4 di colore celeste e su ogni pagina un fenomeno diverso: facciamo ‘cucire’ la pioggia con lana bianca e incollare nuvole argentate. La rappresentazione della nebbia va scelta in base alla spiegazione più vicina del fenomeno, qui abbiamo scelto un foglio tutto coperto da un manto creato con la matita (la nebbia che vela il mondo). Il vento è stato rappresentato graficamente da girandole che escono dalle nubi. - Il cesto di frutta di stagione sarà una tasca dentro la quale possiamo inserire i frutti realizzati con tecniche diverse. Decoriamo poi il fondale con pezzetti di carta dai colori autunnali, da fotografie scattate dai bambini, da adesivi divertenti che richiamano l’autunno.
AUTUNNO: LAPBOOK
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NOVEMBRE
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
E APPRENDIMENTI ATTESI
SÌ
NO
IN PARTE
• Si sente parte di un gruppo.
• Individua collegamenti tra informazioni, contenute in testi narrati con esperienza vissuta o della realtà. • Riconosce e nomina le parti di un testo narrato.
• Interpreta usando il linguaggio del corpo.
• Utilizza materiali e strumenti per la manipolazione. • Esegue semplici filastrocche e canzoncine. • Utilizza il pensiero divergente. • Ha sviluppato la capacità di risolvere un problema. • Esegue esercizi di tipo logico, linguistico, matematico, iconico nell’utilizzo della LIM. • Riconosce alcuni fenomeni atmosferici.
AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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NOVEMBRE: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
NOTE
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di novembre LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: INVERNO IL SÉ E L’ALTRO
• Promuovere l'autonomia e rafforzare lo spirito di gruppo. • Imparare a rielaborare le esperienze vissute.
• Cooperative learning. • Role Playing.
I DISCORSI E LE PAROLE
• Ascoltare,analizzare, rielaborare testi narrati. • Arricchire il proprio lessico. • Giocare con le parole.
IL BAMBINO: • Storytelling. • Conversazioni li- sa fare metalinbere e guidate. guaggio. • Atelier delle parole.
• Potenziare l'autocontrollo motorio. • Sviluppare la coordinazione oculo-manuale.
• Giochi motori. • Attività psicomotorie.
IL BAMBINO: IL BAMBINO: - sa rispettare il - controlla l'esecuproprio turno. zione del gesto, valuta - passare da una fase i rischi e interagisce di movimento ad con gli altri. una di immobilità.
• Modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.
• Attività laboratoriali. • Atelier.
IL BAMBINO: IL BAMBINO: - sperimenta e com- sa organizzare il bina elementi e maproprio lavoro con materiali e strumenti. teriali diversi.
• Osservare la trasformazione della natura da più punti di vista.
• La natura nel periodo invernale.
IL BAMBINO: - è in grado di riconoscere le caratteristiche di elementi naturali. - effettuare misurazioni e documentazioni.
LA CONOSCENZA DEL MONDO
Contenuti
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Traguardi per lo sviluppo
IMMAGINI, SUONI, COLORI
Abilità
Obiettivi
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IL BAMBINO:
IL BAMBINO:
- sa dare valore al suo lavoro nel gruppo.
- gioca, lavora in modo costruttivo, collaborativo, partecipativo e creativo con gli altri bambini. IL BAMBINO: - usa la lingua, arricchisce e precisa il proprio lessico.
IL BAMBINO: - osserva con attenzione organismi viventi, i loro ambienti e i fenomeni naturali.
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TEMI E ICONE D’INVERNO
IL TEMPO: la brina e il ghiaccio GLI ANIMALI che amano il freddo
IL TEMPO: la neve LE PIANTE: gli alberi d’inverno IL FIORE: il bucaneve
IL FRUTTO: l’ananas IL FIORE: la stella di Natale
IL FRUTTO: l’arancio
IL TEMPO PASSA IL FRUTTO: la pera IL FIORE: la primula
Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo. Maria Montessori
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SOMMARIO DI DICEMBRE IL TEMPO • La brina e il ghiaccio La brina e il ghiaccio.................................. 154 La tribù dei nasi rossi................................. 155 Cartellone dei nasi rossi ............................ 156 Filastrocche delle parole fredde................ 157 I nasi rossi .................................................. 157 Primo gelo ................................................. 157 Le mille forme del ghiaccio ....................... 158 Laboratorio del ghiaccio............................ 158 Caccia al tesoro nel ghiaccio..................... 160 I tunnel colorati nel ghiaccio ..................... 161 Bolle di sapone ghiacciate ........................ 161 Sciogli il ghiaccio! ...................................... 162 Formine di ghiaccio ................................... 163 Il ghiaccio frizzante .................................... 164 La pesca dei ghiaccioli colorati ................. 165
GLI ANIMALI • Animali che amano il freddo Gli animali polari........................................ 166 Gli animali del Polo Sud ............................ 167 Pinguini...................................................... 167 Foche......................................................... 167 Albatri Reali del Sud .................................. 167 Gli animali del Polo Nord .......................... 168 Lepri artiche............................................... 168 Renne......................................................... 168 Volpi artiche............................................... 168 Orsi polari .................................................. 168 Orche......................................................... 169 Un pinguino con la testa a posto .............. 170 Animali congelati e riscaldati .................... 170 Il libro degli animali "freddolosi" .............. 172
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IL FRUTTO • L’ananas L’ananas ..................................................... 182 La leggenda dell'ananas............................ 183 Ananas pixel art......................................... 185 Le tavolette tattili ...................................... 186
IL FIORE • La stella di Natale La stella di Natale ...................................... 188 La stella di Natale ...................................... 190 La stella di carta......................................... 192 La stella di carta 2...................................... 193 Come più ci piace!..................................... 195
• Scheda per l’osservazione valutativa...... 196 • Diario di bordo ....................................... 197
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Dicembre mi cinge la vita e mi dice: “Vieni, ti mostrerò dei diamanti ben più sorprendenti del sole”. E dalla sua cesta sparge nel mondo ghiaccio e neve e brina. (Fabrizio Caramagna)
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entazione s e pr
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LA BRINA E IL GHIACCIO
La brina è un deposito di ghiaccio fatto di granuli a forma di scagliette o aghi, che si forma su superfici che tendono a perdere calore. Cielo sereno e calma di vento sono gli elementi che favoriscono la sua formazione, perché aiutano il calore diurno a disperdersi velocemente. La brina può originarsi anche sopra altra brina (se per esempio non si è sciolta durante il giorno precedente) o sopra la neve. E si può formare anche nei frigoriferi.
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DICEMBRE: IL TEMPO
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LA TRIBÙ DEI NASI ROSSI Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e rielaborare racconti.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Prima di raccontare la storia "la tribù dei nasi rossi" predisponiamo lo spazio per la lettura. Utilizzeremo la lettura ad alta voce con"setting teatrale". Procuriamoci un po’ di colore a dita di colore rosso, che utilizzeremo per colorare i nasi di rosso a tutti i nostri bambini, quando durante la storia i protagonisti si accorgeranno di avere i nasi rossi. Inoltre prima di cominciare la lettura insegniamo il saluto degli indiani pellerossa "Ahug!" che faremo ripetere in coro quando sarà il momento nella storia.
È una freddissima mattina di dicembre, Stefano, Federico e Marta, assieme alle loro mamme, stanno aspettando il pulmino per andare a scuola. – Che freddo! Che freddo! – esclama Marta pestando i piedi a terra. – Si vede che hai freddo, – le dice Stefano. – hai il naso rosso come un peperone! – Ma anche il tuo naso è rosso, – dice Marta. – è rosso come un pomodoro! – E il mio naso com'è? – chiede curioso Federico.
La brina e il ghiaccio: racconto
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– Ah, il tuo è rosso come una ciliegia! – gli risponde ridendo Marta. Le tre mamme, che hanno ascoltato quello che hanno detto i bambini, sorridono divertite anche loro e la mamma di Marta dice: – È vero, avete i nasini rossi rossi... Metteteli sotto la sciarpa, su da bravi... Il pulmino arriva, e Antonio, l'autista, apre lo sportello e sorridendo dice: – Salite, svelti! Stamattina fa tanto freddo! – Non vedi che nasi rossi abbiamo? – chiese Stefano all'autista. – È vero, verissimo: oggi non sono saliti tre bambini, ma tre pellirosse della tribù dei Nasi Rossi. Va bene? – Ahug! Antonio! – gridano Stefano, Federico e Marta battendo le mani. Adatt. da "200 giorni" Signorelli
- Perché i tre bambini hanno il naso rosso? - Capita anche a voi di arrivare a scuola con il naso rosso? - Siamo in inverno: cosa ce lo dice?
CARTELLONE DEI NASI ROSSI
Raccogliamo le risposte dei bambini con un brainstorming e trascriviamole su dei cartoncini rossi. Realizziamo un cartellone con carta da pacco, su cui al centro metteremo la copia della storia, intorno le risposte dei bambini e decoriamo con spruzzi di tempera bianca.
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DICEMBRE: IL TEMPO
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FILASTROCCHE DELLE PAROLE FREDDE Accompagniamo la prima lettura di queste filastrocche con il suono di un triangolo ogni volta che viene detta una parola 'fredda' e facciamola memorizzare con questo ritmo mettendo a disposizione il triangolo quando avranno memorizzato.
I nasi rossi
Come è freddo stamattina! Intorno a noi c'è ghiaccio e brina. Stiamo in piedi ad aspettare il pulmino ma è troppo freddo, anche con il piumino! Siamo tutti congelati, fermi e assiderati. Immobili, non ci siamo mossi Primo gelo e i nasi sono diventati rossi! Filastrocca del primo gelo, Muoviamoci come gli indiani: - Ahug! E ritorniamo bambini! gela la neve caduta dal cielo, Claudia Masiero gela l'acqua nel rubinetto, gela il fiore nel suo vasetto, gela la coda del cavallo, gela la statua sul piedistallo. Nella vetrina il manichino trema di freddo poverino; mettetegli addosso un bel cappotto, di quelli che costano un terno a lotto: finché qualcuno lo comprerà, per un bel pezzo si scalderà. G. Rodari
La brina e il ghiaccio: poesie e filastrocche
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LE MILLE FORME DEL GHIACCIO Il metodo: STEM
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMPARARE A IMPARARE: individuare collegamenti tra informazioni e sperimentazioni.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
LABORATORIO DEL GHIACCIO La curiosità dei bambini verso le trasformazioni degli elementi è elevata e può diventare la motivazione per conoscere anche quelle dell'acqua. Predisponiamo un laboratorio per la scoperta scientifica delle sue trasformazioni. Ponendo l'attenzione particolarmente alla formazione del ghiaccio. Nel contesto laboratorio successivamente sperimenteremo anche tutte le possibilità creative che esso ci può donare.
Prepariamo delle immagini oppure mostriamole alla LIM. Esse rappresenteranno le varie forme che assumono i cristalli di neve come indicato dalla descrizione sotto. L'acqua allo stato solido può presentare ben nove tipi di strutture diverse, più o meno complesse. Gli scienziati definiscono questa capacità camaleontica di mutare struttura con il termine "allotropia". Il ghiaccio "normale", quello che compare quando la temperatura scende sotto lo zero, è chiamato "ghiaccio 1": i cristalli di ghiaccio che formano la neve in particolare sono caratterizzati da una forma esagonale o da una a stella. La diversa struttura dei cristalli
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DICEMBRE: IL TEMPO
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determina per esempio la stabilità del manto nevoso. I cristalli a stella si agganciano a vicenda e tendono a formare uno strato piuttosto stabile. Nel caso invece siano caratterizzati da una struttura esagonale, i cristalli tendono a scivolare l'uno sull'altro rendendo più probabili le valanghe. Facciamo sedere i bambini in cerchio e mostriamo loro dei cubetti di ghiaccio e una bacinella con dell'acqua e chiediamo: - L'acqua è trasparente, perché il ghiaccio no?
Lasciamo ipotizzare. Successivamente, per completare le loro risposte, mostriamo cosa succede nei vari stadi dell'acqua e la trasformazione del colore. Facciamo manipolare, travasare, schizzare l'acqua. Con il supporto di qualche candelina poniamo qualche goccia in un piccolo contenitore, per mostrare come diventa vapore, poi con l'aiuto della cuoca mostriamo come l'acqua si trasforma in ghiaccio nel freezer. La brina e il ghiaccio: osservazione
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o sensoriale c o gi
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CACCIA AL TESORO NEL GHIACCIO Il metodo: STEM
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN SCIENZE, MATEMATICA E TECNOLOGIE: acquisire il concetto di trasformazione.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Procuriamoci una vaschetta e degli oggetti di vario genere che i bambini utilizzano solitamente: pentoline, colore, costruzioni, ecc... Per rendere più interessante il blocco, ghiacciamo gli oggetti in più strati successivi, in modo da formare più livelli. Poniamo in congelatore e attendiamo che siano ghiacciati. Nel frattempo potremo organizzare dei giochi che creano suspence, ma anche semplici giochi motori come 'le belle statuine' che diano l'idea del passaggio tra mobilità e immobilità, proprio come succederà agli oggetti che abbiamo posto a ghiacciare. Dopo qualche ora o il giorno successivo recuperiamo la vaschetta e osserviamo cosa è successo ai nostri giochi: si vedono, ma non si muovono. Ipotizziamo alcune possibilità di scioglimento (calore, attesa, termosifone, ecc...) e insieme decidiamo quella più veloce che potrebbe essere di 'scolpire' il ghiaccio per recuperare gli oggetti. Prepariamo il tavolo da lavoro: mettiamo un asciugamano con sopra un tagliere, una brocca d'acqua (nel caso il bambino abbia troppa difficoltà a rompere il ghiaccio possiamo anche far indossare degli occhiali giocattolo), degli attrezzi vari per martellare, incidere, scalpellare il blocco di ghiaccio e un vassoio per raccogliere i tesori.
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DICEMBRE: IL TEMPO
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I TUNNEL COLORATI NEL GHIACCIO Il metodo: STEM - R. STEINER La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: acquisire il concetto di trasformazione.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Con dei sacchetti, bicchieri di plastica e contenitori vari, realizziamo vari blocchi di ghiaccio. Quando i blocchi sono pronti, prepariamo dei barattoli di colori ad acquerello (o colorante alimentare) aggiungendo ad ognuno un abbondante cucchiaio di sale fino. Informiamo i bambini che stiamo per bucare il ghiaccio al fine di realizzare dei colori di ghiaccio. Utilizzando una pipetta o una siringa senza ago, versiamo un colore in un punto del blocco di ghiaccio. Vedremo il liquido colorato scavare un tunnel all'interno del blocco. Il sale infatti, ha la proprietà di ridurre il punto di congelamento dell'acqua, poi distribuiamo dei cartoncini bianchi (i fogli si potrebbero bucare) e lasciamo che ogni bambino realizzi con i colori ghiacciati un dipinto ad acquerello.
BOLLE DI SAPONE GHIACCIATE
Quando è possibile, in una mattina davvero fredda (con il termometro che segni diversi gradi sotto lo zero), molto presto, usciamo all'aria aperta e soffiamo un po' di bolle di sapone. Con un po' di fortuna, il gelo le trasformerà in addobbi cristallini semicongelati, decorati da una patina dalla forma unica. Scattiamo delle fotografie e attacchiamole nel laboratorio. Proviamo anche a riprodurle con il supporto di materiali trasparenti come fogli di plastica o acrilici (ovviamente non riusciremo a dare la trimensionalità, ma fermeremo e documenteremo l'esperienza). La brina e il ghiaccio: esperimento
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gioco
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SCIOGLI IL GHIACCIO! Il metodo: EDUCAZIONE TEMPESTIVA
La tecnica: PEER TO PEER
IL CORPO E IL MOVIMENTO
COMPETENZA SOCIALE E CIVICA: sviluppare spirito d'iniziativa.
Spazio: palestra Tempi: 30 minuti
Dividiamo i bambini in coppia, distribuiamo un cubetto di ghiaccio ad ogni bambino e diamo la consegna principale che è quella di far sciogliere il ghiaccio in minor tempo possibile. Per farlo attiviamo un gioco. Per questo gioco servono un cubetto di ghiaccio per ogni giocatore, una ciotola d'acqua, un dado da gioco e del sale. Ad ogni valore del dado corrisponde un'azione. Ad esempio: 1- tenere il cubetto in mano per dieci secondi; 2- travasarlo da un bicchiere all'altro; 3- soffiarci sopra per dieci secondi; 4- far cadere il cubetto sul tavolo; 5- metterlo nell'acqua per dieci secondi; 6- mettere un cucchiaio di sale sul cubetto.
Vince chi riesce a sciogliere il cubetto per primo. Nella coppia di bambini si creerà un’alleanza perché il perdente acquisirà dal bambino che ha vinto (per fortuna, non per strategia, in quanto sono state le indicazioni del dado a far fare una sperimentazione o l'altra) le abilità per far sciogliere il ghiaccio velocemente. Il bambino vincitore proverà il piacere di poter affermare la teoria dello scioglimento veloce e anche lui ne acquisirà quell'abilità.
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DICEMBRE: IL TEMPO
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FORMINE DI GHIACCIO Il metodo: B. MUNARI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare, realizzare semplici manufatti.
Spazio: salone Tempi: 20 minuti + tempo congelamento
Procuriamoci delle formine di vario genere (quelle che si usano al mare). Mettiamo un po’ d'acqua nelle formine e aggiungiamo le decorazioni (brillantini, stelline, bacche, fiorellini ecc.) Prendiamo un filo di lana sufficientemente lungo e ripieghiamolo in modo da formare una piccola cappia. Adagiamo la cappia nella formina così che gli estremi del fiocco siano immersi nell'acqua. Riempiamo poi la formina d'acqua fino al bordo. Congeliamo le formine (o mettiamole fuori per tutta la notte). Al mattino troveremo le nostre formine di ghiaccio pronte per decorare il giardino.
La brina e il ghiaccio: attività individuale
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rimento e p es
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IL GHIACCIO FRIZZANTE Il metodo: RICERCA
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
CONOSCENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: sperimentare con i primi elementi di chimica.
Spazio: sezione Tempi: circa unâ&#x20AC;&#x2122;ora
Prepariamo dei cubetti di ghiaccio con acqua e succo di limone. Questo breve laboratorio di chimica prevede di far scoprire ai bambini come reagiscono tra di loro gli elementi. Una volta che sono pronti, appoggiamone uno o due sopra un piatto. Lasciamo che i bambini ci versino sopra qualche cucchiaio di bicarbonato. Appena il ghiaccio viene a contatto con esso, inizia a sciogliersi e fare bollicine. Se ci versiamo anche un qualche goccio d'acqua le bolle aumentano a dismisura. Quando un acido (in questo caso il limone) viene a contatto con il bicarbonato, forma l'anidride carbonica. Proviamo a usare anche altri elementi (liquidi o in polvere) per verificare come reagisce il ghiaccio al loro contatto.
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DICEMBRE: IL TEMPO
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LA PESCA DEI GHIACCIOLI COLORATI Il metodo: B. MUNARI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare, realizzare semplici manufatti.
Spazio: salone Tempi: 20 minuti + tempo congelamento
Sperimentiamo la trasformazione dell'acqua da solida a liquida. Prepariamo almeno due contenitori da cucina, meglio se trasparenti per meglio apprezzare come il ghiaccio sciogliendosi diventa acqua. In uno dei due contenitori mettiamo un po’ d’acqua mentre l’altro rimane vuoto. Procuriamoci diversi strumenti di pesca come un colino, un cucchiaio, una forchetta o un mestolo da cucina, che i bimbi potranno scegliere e sperimentare liberamente. Mettiamo qualche ghiacciolo colorato (non tutti insieme, se no il gioco finirà troppo in fretta) nella ciotola con l’acqua e chiediamo ai bimbi di pescarli passandoli nell’altro contenitore usando gli strumenti messi a disposizione, o direttamente con le manine. I ghiaccioli colorati stupiranno per il loro tatto freddo e scivoloso e al cominciare a sciogliersi rilasceranno il colore nell’acqua creando fantasiosi effetti cromatici. Possiamo scegliere di terminare qui le scoperte relative al ghiaccio o continuarle con gli animali che amano il freddo. Nel caso dovessimo finire qui sarebbe opportuno realizzare un grande cartellone con una mappa concettuale che raffiguri tutto il percorso esperenziale svolto. La brina e il ghiaccio: esperimento
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entazione s e pr
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GLI ANIMALI POLARI Parliamo ai bambini degli animali che vivono al freddo, tra i ghiacci o sulle montagne dove la neve c'è tutto l'anno. I bambini potranno conoscere le loro caratteristiche e scoprire le loro abitudini di vita attraverso varie esperienze: la visione di un video, la lettura di immagini, l'ascolto di brani letti, l'attività grafico pittorica, ecc. Facciamo vedere ai bambini delle foto di animali che vivono al freddo e commentiamole insieme.
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DICEMBRE: GLI ANIMALI
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GLI ANIMALI DEL POLO SUD
PINGUINI
I pinguini sono volatili acquatici di grandi dimensioni che vivono il territorio antartico anche fuori dall’acqua. Questi uccelli non sono in grado di volare ma sono degli ottimi nuotatori. Ne esistono 18 differenti specie, di cui 12 abitano esclusivamente il Polo Sud. Le altre 6 invece hanno un comportamento migratorio e si spostano dal Polo Sud ai continenti vicini durante i periodi più freddi.
FOCHE
In Antartide si possono trovare diverse specie di foche. Le più diffuse sono la foca leopardo e quella di Weddell. Entrambe queste specie vivono esclusivamente nel continente antartico anche se alcuni esemplari son stati avvistati in Sud America. Altre specie di foche sono molto diffuse anche al Polo Nord.
ALBATRI REALI DEL SUD
L’albatro reale del Sud è un uccello di grandi dimensioni molto diffuso nel territorio antartico. Con la sua apertura alare di 3 metri è uno degli uccelli più grandi al mondo e può percorrere oltre 500 km al giorno. Animali che amano il freddo: informazione
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or mazione f in
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LEPRI ARTICHE
GLI ANIMALI DEL POLO NORD
Questa lepre ha fatto della tundra artica il suo habitat naturale. La sua principale particolarità è il mantello: d’inverno è bianco candido mentre d’estate è grigio/blu. È un animale velocissimo e anche un abile nuotatore anche se ovviamente preferisce muoversi sulla terra ferma.
RENNE
Diventata famosa grazie a Babbo Natale, la renna è sicuramente uno degli animali polari più conosciuti. Oltre che molto diffusa a livello selvatico è stata anche addomesticata dall’uomo per essere utilizzata come mezzo di trasporto in questi luoghi ostili.
VOLPI ARTICHE
La volpe artica è un piccolo mammifero molto diffuso al Polo Nord. Più piccola della volpe rossa, si ciba principalmente di lepri e piccoli volatili. Come per la lepre artica anche il suo mantello cambia colore a seconda delle stagioni: bianco d’inverno e marrone nei periodi “caldi”.
ORSI POLARI
L’orso polare è il più grande carnivoro terrestre in natura. È un animale che vive prevalentemente sul ghiaccio anche se è pure un ottimo nuotatore. Con i suoi quasi 1000 kg di peso non ha nessuna difficoltà a procacciarsi il suo piatto preferito: la foca.
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DICEMBRE: GLI ANIMALI
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ORCHE
Se l’orso bianco è uno degli animali terrestri più grandi, l’orca è uno degli animali marini più maestosi con i suo 10 metri di lunghezza. Oltre che grande è pure molto veloce: è infatti il mammifero marino più veloce del pianeta. Abita tutti gli oceani ma il suo habitat preferito è il Polo Nord dove caccia foche e leoni marini e molti altri animali polari.
Animali che amano il freddo: informazione
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gioco
ANIMALI CONGELATI E RISCALDATI Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: consolidare la presa di coscienza del proprio corpo.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Rechiamoci in palestra e fingiamoci una regina delle nevi o un mago del freddo. Incitiamo, attraverso il gioco che segue, a passare da una fase di motricità ad una di immobilità. Invitiamo i bambini a muoversi liberamente in uno spazio ampio della scuola. Quando pronunceremo la parola "Congelati!", i bambini dovranno bloccarsi all'istante sul posto, senza muovere neppure una mano. Dopo qualche secondo, pronunciamo la parola "Riscaldati" e tutti i bambini potranno riprendere tranquillamente il loro percorso.
UN PINGUINO CON LA TESTA A POSTO Il metodo: AGAZZI
La tecnica: TINKERING
I DISCORSI E LE PAROLE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.
Spazio: sezione Tempi: 45 minuti
Creare e dare forma a aspetti della realtà non è un lavoro fine a se stesso nella scuola dell'infanzia. Il bambino ripensa agli aspetti teorici che lo hanno colpito e li 'fissa' su un oggetto che realizzerà.
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DICEMBRE: GLI ANIMALI
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Disegniamo sul cartoncino grigio le sagome delle ali, del becco e delle zampe del pinguino, proporzionato al cilindro utilizzato per il corpo. Passiamo una mano di Materiale occorrente: acrilico bianco sul corpo e sulle altre componenti • Cilindro cartone della carta igienica del pinguino e lasciamo • Pallina di polistirolo di 5 asciugare. cm di diametro Foriamo da parte a • Ago da lana parte la pallina di po• Colori acrilici listirolo e, servendoci • Cartoncino grigio dell'ago, attraverspesso 2 mm siamo il foro con il • Filo nero elasticizzato filo elastico, fislungo 12 cm sandone l'estre• Nastro di carta ademità con un nodo ben siva • Forbici saldo. Assembliamo con la colla le • Piccoli pennelli varie parti del pinguino. • Colla vinilica Con il nastro di carta adesiva, fissiamo dentro il corpo del pinguino l'elastico che attraversa la pallina. Disegniamo con la matita gli occhi e la pancia del pinguino, poi dipingiamo il resto del corpo e la testa con l’acrilico nero. Coloriamo di arancione le zampe e il becco dell’animaletto e lasciamo asciugare. Ora che il nostro pinguino è pronto, facciamo divertire i bambini con la testa ballerina dell'animaletto.
Animali che amano il freddo: attività individuale
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IL LIBRO DEGLI ANIMALI "FREDDOLOSI" Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sperimentare varie tecniche espressive.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Cartoncini colorati • Cartoncino pesante • Fogli A4 • Pennarelli • Lana nera • Forbici • Colla • Nastrini colorati • Cotone idrofilo • Perforatrice • Una striscetta di pannolenci • Carta collage marrone o grigia • Zucchero e farina
Creiamo un libro degli animali del freddo insieme ai bambini, in modo che possano ripercorrere tutte le conoscenze acquisite e allo stesso tempo sperimentare varie tecniche espressive.
Prendiamo il cartoncino normale in tre colori diversi e tagliamo dei fogli di 27x 35,5 cm. Tagliamo due fogli di cartoncino più spesso delle stesse dimensioni. Disegniamo su uno dei fogli di cartoncino pesante, con il pennarello nero, un paesaggio invernale molto semplice e tanti fiocchi e cristalli di neve sparsi nel cielo. Co-
DICEMBRE: GLI ANIMALI
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Animali che amano il freddo: attivitĂ individuale
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priamo tutti gli elementi con la colla vinilica e spolveriamo con zucchero e farina. Sovrapponiamo i tre fogli di cartoncino colorato e mettiamoli tra i due fogli di cartoncino pesante, lasciando quello con il paesaggio invernale sopra: sarà la copertina del libro. Pratichiamo tre o quattro fori sul lato sinistro dei fogli sovrapposti e infiliamo in ognuno un nastrino colorato che chiuderemo con un fiocco. Attacchiamo in ogni foglio di cartoncino colorato un animale “freddoloso” (vd. cartamodelli) che decoreremo con vari materiali e il libro è pronto! Se vogliamo ampliarlo con altri animali basterà aggiungere pagine di cartoncino colorato.
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DICEMBRE: GLI ANIMALI
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Nelle pagine successive troverete alcuni “cartamodelli” da fotocopiare.
Animali che amano il freddo: attività individuale
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DICEMBRE: GLI ANIMALI
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Animali che amano il freddo: modello
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DICEMBRE: GLI ANIMALI
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Animali che amano il freddo: modello
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DICEMBRE: GLI ANIMALI
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Animali che amano il freddo: modello
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L’ANANAS L'ananas è stato importato dall'america del sud, ama il caldo e dalla sua pianta il sepalo diventa frutta una volta ogni diciotto mesi più o meno. Al suo interno ha una polpa di colore giallo, rivestita da una scorza marrone, formata da placchette fuse tra loro. La sua forma bizzarra e il suo sapore dolce piacciono a grandi e piccoli. Dalle foglie si può ricavare un materiale fibroso che viene utilizzato per produrre spaghi, tessuti e corde. Di seguito narriamo la leggenda dell'ananas diversificandola in base alle sensibilità dei bambini, ma evidenziando sempre le proprietà benefiche del frutto.
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DICEMBRE: IL FRUTTO
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Per esempio: “La mamma di Pina si lamentava sempre di essere un po’ troppo cicciottella, ma non riusciva a dimigarire, perché non amava la dieta. Faceva ginnastica: camminava, correva tutti i giorni, ma puntualmente a pranzo e cena mangiava un po’ troppo. Allora a Pina venne in mente che la maestra, a scuola, tutti i giorni si portava delle fette di ananas e quando Lorenza le aveva chiesto – Maestra, ma perché mangi sempre l'ananas? – Lei rispose. – Perché l'ananas mi fa dimagrire! Pina si era messa a ridere, ma a pensarci bene la maestra sembrava davvero più magra negli ultimi giorni. Così decise di dare lo stesso consiglio alla sua mamma.”
LA LEGGENDA DELL'ANANAS
La leggenda narra di una donna molto povera e della figlia Pina, una pigra bambina con un bel ciuffo di capelli. La madre lavorava in continuazione per portare del cibo a casa, nonostante ciò, non ricevette mai un minimo di aiuto da Pina, la quale non faceva altro che giocare in giardino. Ogni volta che la madre chiedeva dell’aiuto a Pina, lei rispondeva di non potere in quanto non trovava l’oggetto che l’avrebbe aiutata nel fare il compito: la donna le chiedeva di pulire casa, Pina rispondeva di non trovare la scopa e continuava a giocare in L’ananas: leggenda
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giardino, col risultato che alla fine era sempre la madre a sbrigare tutte le faccende. Un giorno la donna si ammalò gravemente e la malattia la costrinse a stare a letto per molto tempo. Chiamò così la figlia: – Pina, vieni qui, sono molto malata, mi cucineresti del riso? Sono così debole che non riesco neppure ad alzarmi. La figlia non rispose e continuò a giocare in giardino, così la madre iniziò a urlare con tutte le poche forze che aveva finché Pina non la raggiunse in camera: – Pensi sul serio che io mi metta a cucinare? È troppo difficile per me. – Ma è semplicissimo, Pina. Devi solo mettere del riso in una pentola e farlo cuocere. La figlia si diresse allora verso la cucina: la madre, dopo aver sentito rumore di pentole e cassetti, udì la porta d’ingresso che si chiudeva. Richiamò urlando la figlia, chiedendole se stesse cucinando come le aveva detto e Pina rispose con un secco – No. – Perché? – le chiese la mamma: – Non riuscivo a trovare il mestolo. La donna, disperata e in lacrime, disse allora: – Oh figlia, sono molto malata e non posso nemmeno contare su di te. Vorrei che crescessero mille occhi sopra la tua testa, cosicché tu possa trovare qualcosa, una buona volta. Pina scomparve e la madre dovette fare tutto da sola, anche in malattia. Appena si riprese, andò a cercare la figlia, di cui non si avevano più notizie da giorni, ma non riuscì a trovarla. Qualche giorno dopo notò che in giardino, proprio nel punto in cui giocava sempre Pina,
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DICEMBRE: IL FRUTTO
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stava crescendo una pianta con foglie aperte simili ai capelli della figlia, e con una forma simile alla testa di un bambino con mille occhi. La madre ricordò la sua “maledizione” e scoppiò in lacrime. Adatt. da https://www.fratelliorsero.it/blog/curiosita/941-fruttanella-mitologia-filippina-ananas
Procuriamoci un ananas e organizziamo una sana merenda. Consegniamo ad ogni bambino una fetta di ananas e un coltello a punta rotonda. Lasciamo che ogni bambino decori la sua fetta come vuole.
ANANAS PIXEL ART Il metodo: DIDATTICA DIGITALE
La tecnica: CODING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: realizzare disegni con i pixel art.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
La pixel art ha la funzione di avvicinare i bambini al coding, dunque al pensiero computazionale. È una forma di arte digitale. I computer infatti, per rappresentare le immagini hanno bisogno di costruire una griglia e di colorare i quadretti. Non sanno fare diversamente. Ogni quadretto è un pixel. Chiamiamo pixel art ogni disegno che mette in evidenza la struttura a quadretti. Solitamente, per produrre l’immagine, segue un codice numerando o nominando con lettere le varie righe dell’immagine in questo caso, essendo per i bambini una nuova esperienza, si è preferito partire da un’immagine predefinita, contare i quadretti L’ananas: attività individuale
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bianchi sino ad arrivare all’immagine per riportarla poi, con dei fogli di carta colorata, sulla superficie quadrettata. Proponiamo di colorare con la tecnica del pixel art, con le perline Pisla o dei bottoni, il nostro ananas. Quando avremo terminato di farlo con le perline sulla carta, proponiamo un esercizio alla LIM dove il bambino dovrà applicare lo stesso sistema, utilizzando i pixel del pc. Distribuiamo ad ogni bambino il cartamodello dell'ananas e mettiamo a disposizione dei bambini tante perline tipo Pisla (oppure tanti bottoni colorati da cui i bambini toglieranno solo quelli gialli). Lasciamo che i bambini incollino i Pisla o i bottoni all'interno dei quadretti dell'ananas in modo da riempirlo. Coloriamo le foglie con la tempera verde.
TAVOLETTE TATTILI Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare i sensi.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Impariamo a conoscere e denominare le sensazioni tattili che ci trasmette l'ananas. Facciamo mettere i bambini in cerchio e bendiamioli facendo passare tra le loro mani il frutto e facciamo esprimere le sensazioni provate. Successivamente procuriamoci un
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DICEMBRE: IL FRUTTO
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rettangolo di cartone spesso e ricopriamolo per metà con il pannolenci e per metà con della carta smerigliata dello stesso colore. È importante che i due materiali abbiano un colore uguale o simile, perché il senso da stimolare, in questo caso, è il tatto e non la vista. Lasciamo che i bambini tocchino la differenza tra le due parti. Possiamo utilizzare anche altri materiali e dividere il rettangolo cartone in più parti. - Altri materiali lisci: carta, carta per lucidi, plexiglass, lastre di vetro, piastrelle lucide, lastre di metallo, scampoli di pelliccia e nylon, velluto; - Altri materiali ruvidi: carta vetrata, feltro, pezzi di corteccia degli alberi, polistirolo, spugna per i piatti, carta crespa, tulle. Facciamo esprimere ad ogni bambino quali sono le sensazioni sulla tavoletta che più si avvicininano a quelle provate toccando l'ananas, aiutandoli con qualche domanda stimolo: Abbiamo visto che questo frutto è molto particolare, viene da una terra lontana, osserviamolo bene. - Come vi sembra la buccia? - È liscia o ruvida? - E le foglie come sono? Lisce o ruvide? - Sentite la differenza? L’ananas: attività individuale
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LA STELLA DI NATALE
La Stella di Natale è il simbolo benaugurante per eccellenza, in quanto incarna lo spirito della rinascita e di serenità tipico del Natale. Inoltre, rappresenta anche l’umiltà, la saggezza, l’amore verso il prossimo e la fiducia completa. Secondo una leggenda messicana, una ragazza chiamata Pepita era così povera da non aver nulla da portare per la celebrazione della nascita di Gesù. Così, fu ispirata da un angelo che le consigliò
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DICEMBRE: IL FIORE
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di raccogliere le erbe sul ciglio della strada. Nello stesso momento in cui iniziò a cogliere le erbe, dei boccioli rossi spuntarono tra la vegetazione. Quindi, la ragazza li prese e li portò in chiesa lasciandoli davanti all’altare. Un’altra leggenda, sempre di origine messicana, molto simile alla precedente, narra che furono le lacrime di un bambino, triste per non aver potuto portare di meglio che un mazzo di rametti legati da un nastro rosso, a far trasformare dei semplici ramoscelli in una delle piante più apprezzate in Messico. La tradizione cristiana, invece, vede nella disposizione a stella delle foglie, la Stella di Betlemme e nel colore rosso dei fiori il sangue di Cristo crocifisso. Questi simboli si rivelano in realtà essere presenti nei culti solari di molte altre culture, più antiche del cristianesimo, che onoravano la morte e la rinascita del dio del sole. La stella di Natale: informazione
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LA STELLA DI NATALE Il metodo: R. STEINER
La tecnica: LAVORO INDIVIDUALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
COMPETENZE ED ESPRESSIONE CULTURALE: colorare, modellare e realizzare manufatti.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Procuriamoci delle presine da cucina in tinta unita (escludendo il rosso). Facciamo ritagliare dal panno lenci delle foglie rosse di diverse dimensioni e aiutiamo i bambini ad incollarle con la colla a caldo, oppure a cucirle con ago e filo, a formare due o tre stelle di Natale. Al centro incolliamo pezzetti di stoffa gialla. Possiamo far donare la presina realizzata ad una nonna o alla mamma.
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DICEMBRE: IL FIORE
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La stella di Natale: attivitĂ individuale
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LA STELLA DI CARTA Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: produrre un'opera d'arte dopo aver guardato alcune opere.
Spazio: atelier
Tempi: circa unâ&#x20AC;&#x2122;ora
Giochiamo con i colori per realizzare una composizione nello stile del pittore Hundertwasser, approfittiamo di questa occasione per mostrare anche qualche immagine dello stesso (friendsreich). Prepariamo delle ciotoline di acqua a cui aggiungeremo un po' di tempera di colore rosso in modo da ottenere diverse sfumature.
Consegniamo ai bambini un foglio di carta assorbente e un contagocce. Invitiamo i bambini a far cadere piano piano, le gocce di colore sopra la carta. Otterremo un bellissimo effetto sfumato. Lasciamo asciugare e pieghiamo la carta in modo da creare un fiore. Fermiamolo con un fil di ferro creando lo stelo. Facciamo colorare lo sfondo come piace ai bambini.
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DICEMBRE: IL FIORE
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LA STELLA DI CARTA 2 Disegniamo su cartoncino rosso e verde le parti della stella di Natale, seguendo i contorni, come indicato dal cartamodello di pagina 194. Facciamo ritagliare ai bambini le sagome e lasciamo che compongano la stella, incollando circolarmente dalla foglia più
grande che posizioneremo esternamente alle più piccole, via, via verso il centro. Usiamo della carta di quotidiano colorata con tempera rossa o gialla per fare il pistillo. Quando sarà asciutto, incolliamo 5/6 foglie verdi esternamente. Volendo al centro si può posizionare una candelina da tavolo e usare come centrotavola. La stella di Natale: attività individuale
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DICEMBRE: IL FIORE
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COME PIÙ CI PIACE! Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
I DISCORSI E LE PAROLE
IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Mettiamo a disposizione dei bambini materiali della natura: corteccia di albero, legnetti, sassi lunghi, paglia, ecc. Consegniamo fogli di vari colori, colori di vario tipo (pennarelli, tempere) e lasciamo come unica consegna quella di poter realizzare una stella di Natale come preferiscono, anche utilizzando carta e materiali della natura.
La stella di Natale: attività individuale
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DICEMBRE
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
E APPRENDIMENTI ATTESI
SÌ
NO
IN PARTE
• Partecipa serenamente a tutte le attività, anche in gruppo. • Condivide giochi e materiali. • Rivela spirito di iniziativa. • Comprende fiabe, filastrocche e racconti. • Descrive e commenta immagini con le parole. • Interagisce verbalmente sia con l’adulto che con i compagni. • Impiega schemi motori di base (camminare, saltare, correre). • Si coordina con gli altri nelle situazioni di gioco motorio e nelle attività manuali. • Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori. • Si esprime attraverso il disegno, la pittura e le altre attività manipolative. • Interpreta role playing, poesie e filastrocche. • Utilizza in modo adeguato il materiale. • Osserva i fenomeni naturali e atmosferici accorgendosi dei loro cambiamenti. • Sa usare simboli di registrazione alla sua portata. • Individua le proprietà degli oggetti (colore, forma, dimensione) e ne rileva le differenze e le somiglianze. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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DICEMBRE: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
NOTE
DICEMBRE ok_Layout 1 13/04/19 17:58 Pagina 197
DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di dicembre LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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SOMMARIO DI GENNAIO IL TEMPO • La neve Cos'è la neve? ........................................... 200 Cose da fare quando nevica...................... 201 La regina della neve .................................. 202 Rappresentazione grafica.......................... 205 Parliamo della neve ................................... 206 Danza d'inverno tra cielo e terra............... 207 La nostra città sotto la neve ...................... 209 Nonno Inverno........................................... 211 Paesaggio invernale .................................. 212 Nevicata sul paesaggio ............................. 213 Le impronte sulla neve .............................. 214 Palle di neve! ............................................. 215 I giochi dell'inverno! .................................. 216 Il parco in inverno...................................... 218 Con o senza neve ...................................... 219 Pupazzi di neve speciali............................. 220 Bella neve! ................................................. 221 Allegria sulla neve ..................................... 221
LE PIANTE • Gli alberi d’inverno Gli alberi in inverno ................................... 222 Un albero ghiacciato ................................. 224 Paesaggi in bianco e nero ......................... 226
IL FIORE • Il bucaneve Il bucaneve ................................................ 228 La leggenda del bucaneve ........................ 229 Bucaneve in palestra ................................. 232 Quadretti con bucaneve............................ 233 Bucaneve tridimensionale ......................... 234 Cassetta portagiochi ................................. 235
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IL FRUTTO • L’arancio L’arancia..................................................... 236 La leggenda dell'arancia ........................... 237 L’arancia vita... mina! ................................. 239 Arancia, aran... cina! .................................. 239 Albero felice .............................................. 240 Arance stampate ....................................... 241 Un'arancia aperta diventa due metà ......... 241 Carta da regalo all'arancia ........................ 242 Via la buccia!.............................................. 243 Assaggiamo l'arancia................................. 243 Facciamo le spremute! .............................. 244 Il grafico delle spremute ........................... 245 • Scheda per l’osservazione valutativa...... 246 • Diario di bordo ....................................... 247
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Gennaio è qui, con occhi che splendono ardenti, un guerriero coperto di ghiaccio cavalcante un etereo destriero di neve. Edgar Fawcett
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sentazion e r e p
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COS'È LA NEVE? La neve è una precipitazione atmosferica determinata da precise condizioni meteo che fisicamente permettono la formazione dei fiocchi. Dal punto di vista fisico la neve altro non è che acqua ghiacciata: piccolissimi cristalli di ghiaccio casualmente aggregati tra loro che formano quelli che si definiscono fiocchi di neve. Ogni fiocco ha una forma diversa perché i cristalli si uniscono in maniera differente (appunto casualmente).
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GENNAIO: IL TEMPO
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Anche la consistenza della neve dipende dalla natura dei cristalli: al tatto è granulosa perché è composta da microscopiche parti grezze di cristalli di ghiaccio. Allo stesso tempo è però soffice perché questi cristalli hanno una struttura molecolare aperta (cioè non sono né rigidi né duri, ma sono malleabili). La neve nasce nell’alta atmosfera, è lì che si forma quando il vapore acqueo si cristallizza a temperature inferiori ai 5° C.
COSE DA FARE QUANDO NEVICA
- Portiamo i bambini in giardino e lasciamo che la guardino, la tocchino, ci giochino. Godiamoci la neve! - Organizziamo la classica partita a palle di neve. Sempre divertente! - Proviamo a dare vita ad un pupazzo. - Lasciamo che i bambini si "tuffino sulla neve". - Facciamo una foto di gruppo in ricordo delle giornate nevose. La neve: informazione
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co rac nto
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LA REGINA DELLA NEVE Il metodo: R. STEINER
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e conversare sul contenuto della storia.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
Nella grande città, dove ci sono tante case e tanti uomini che non resta posto perché tutta la gente possa avere un giardinetto e deve accontentarsi dei fiori nei vasi, abitavano due bambini poveri, che avevano però un giardino appena più grande di un vaso di fiori. Non erano fratelli, ma si volevano bene come se lo fossero. I genitori erano vicini di casa, abitavano in due soffitte, l’una attaccata all’altra. Nel punto in cui i tetti delle due case confinavano e le grondaie si univano si affacciava da ogni casa una finestrella. D’estate era facile parlarsi dalle finestre o uscire nei minuscoli balconcini, ma in inverno le finestre erano gelate. Allora i bimbi scaldavano una monetina di rame e la mettevano sulla finestra gelata, perché si formasse un piccolo spiraglio rotondo; dietro ogni spiraglio faceva capolino un dolcissimo occhio, uno da ogni finestra; erano il bambino e la bambina. Lui si chiamava Kay e lei Gerda. Per potersi incontrare, d’inverno dovevano scendere molte scale e poi salirne altrettante, ma lo facevano volentieri, perché andavano a sedersi vicino alla stufa con la nonna che raccontava loro tante storie...
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GENNAIO: IL TEMPO
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Quel giorno c’era una tempesta di neve. – Sono bianche api che sciamano! – disse la vecchia nonna. – Che bello, nonna! Perché non ne facciamo entrare un po’ in casa? – Oh, bimba mia! Ma non possiamo, morirebbero subito! – rispose la nonna. Il piccolo Kay era pensieroso. Ad un tratto domandò:– Hanno anche loro un’ape regina? – perché sapeva che tra le vere api c’era anche una regina. – Certo che ce l’hanno! – rispose la nonna. – Vola dove le api sono più fitte! È più grande di tutte, e non si posa mai sulla terra, risale di nuovo nel cielo scuro. Molte notti d’inverno vola attraverso le strade della città e guarda nelle finestre, allora queste gelano in modo stranissimo, come venissero ricoperte di fiori. – Sì, l'ho visto! – esclamarono entrambi i bambini, e quindi sapeLa neve: racconto
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co rac nto
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vano che quella era la verità. – E invece la regina della neve può entrare qui? – chiese la bambina. – Lascia che venga! – rispose il ragazzo. – La metto sulla stufa calda, così si scioglie. Ma la nonna, carezzandogli i capelli, raccontava altre storie. Quella sera il piccolo Kay, nella sua cameretta, già mezzo svestito, si arrampicò su una sedia vicino alla finestra e guardò fuori da quel piccolo buco. Un paio di fiocchi di neve caddero là fuori e uno di questi, il più grande, restò posato sul davanzale e non si scioglieva... – Sarà la regina della neve?... Con questa domanda si infilò nel suo lettino e fu così che quella notte in sogno incontrò la regina della neve. Rid. e adatt. da H.C. Andersen, “La regina della neve”
- Dove abitavano i due bambini? - Come sono i palazzi delle grandi città? - Come facevano a parlarsi e incontrarsi quando era estate? E in inverno? - Cosa dice la nonna, parlando dei fiocchi di neve? - Come si riconosce l’ape regina dei fiocchi di neve? - Cosa succede alle finestre quando la regina della neve ci guarda dentro? - Cosa fa Kay prima di andare a letto?
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GENNAIO: IL TEMPO
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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Il metodo: R. STEINER
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: esprime con il disegno ciò che ha ascoltato da una storia.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Fotocopiamo il modello della finestra e consegniamone una copia ad ogni bambino. Con l’acquerello, i bambini dovranno dipingere ciò che si vede dai “vetri” della finestra durante la stagione invernale: un cielo grigio. Dopo aver strappato tanti piccoli batuffoli dal cotone idrofilo, i bambini li attaccheranno in ordine sparso sul cielo, a simulare la neve. A questo punto, cerchiamo tra le “api bianche di neve” di cui si parla nel racconto, l’ape regina: il batuffolo di cotone più grande.
La neve: attività individuale
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versazione n co
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PARLIAMO DELLA NEVE Il metodo: M. MONTESSORI La tecnica: CIRCLE TIME /DID. LABORATORIALE
I DISCORSI E LE PAROLE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: distinuguere, nominare, raccontare, rielaborare graficamente fenomeni naturali.
Spazio: sezione
Tempi: circa un’ora
In un giorno in cui è freddo e nevica, approfittiamo per attivare un circle time a tema. Poniamo domande, attendiamo le risposte e segniamole su dei cartoncini a forma di cristallo di neve.
- Vi piace la neve? Perché? - Andiamo a guardare alla finestra i fiocchi che cadono. Che cosa vi sembrano? - Il nostro cortile com'è ora? - La neve ricopre tutto con il suo manto bianco. Quando camminiamo sulla neve, che cosa lasciamo dietro di noi? - Anche le automobili lasciano le impronte? - Apriamo un momento i vetri e prendiamo un fiocco di neve con una mano. Di che colore è? Com'è? - E adesso? Cosa è successo? Ho la mano bagnata, perché? - Allora la neve è acqua. Perché oggi cade in fiocchi e non in gocce? - Prendiamo un po' di neve, è calda o fredda? - Ha un odore particolare? - Ha un sapore particolare?
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GENNAIO: IL TEMPO
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- Se dalle nuvole sbucasse il sole, che cosa succederebbe? - La neve vi piace perché potete giocarci: cosa fate con la neve?
Alla fine della conversazione, facciamo vestire i bambini come se dovessero uscire. Scattiamo delle foto e stampiamole. Distribuiamo ad ogni bambino un cartoncino di colore azzurro e dei colori a cera bianchi. Facciamo disegnare la tempesta di neve. Quando avranno terminato, ritagliamo le immagini dei bambini vestiti e incolliamole in mezzo alla 'tempesta' disegnata.
DANZA D'INVERNO TRA CIELO E TERRA
Prepariamo il lettore CD con la musica prescelta. Disponiamoci nello spazio grande del salone, in ordine sparso. I bambini rappresentano le goccioline che, danzando nell’aria, si raccolgono in nuvole (gruppetti), e continuamente si compongono e si scompongono. Quando diciamo: “Arriva il vento!” tutte le goccioline cominciano a correre molto velocemente, andando a sbattere una con l’altra. Quando diciamo: “L’aria è calda, scende la pioggia.” ognuno inLa neve: gioco
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g ioco
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terpreta attraverso il movimento una goccia di pioggia che scende dal cielo. Quando la goccia tocca terra, si fa un salto, accompagnato dal suono della voce: ad esempio “tic” se la goccia è piccolina, “splam” se è più grande, “splash” se cade nel mare o in una pozzanghera, ecc. Una volta caduta, la goccia si sdraia a terra e rimane immobile. Quando tutte le gocce sono cadute al suolo, diciamo: “Ha smesso di piovere e la terra è piena di pozzanghere, i fiumi sono pieni d’acqua. Ora il sole caldo riscalda le gocce d’acqua, che si sentono sempre più leggere e piano piano si sollevano (i bambini si alzano in piedi) e tornano in cielo (i bambini fanno un salto a piedi uniti)”. Come all’inizio del gioco, i bambini tornano a formare le nuvole, arriva il vento e le goccioline si muovono velocemente come prima, ma questa volta diciamo: “L’aria è molto fredda, scende la neve!”. Ognuno interpreta la danza di un fiocco di neve che dondolando scende dal cielo. Quando tocca terra, la neve è così delicata che si appoggia piano, senza farsi sentire. I bambini si distendono di nuovo sul pavimento, come addormentati. Quando anche l’ultimo fiocco è caduto, diciamo: “Che meraviglia! La neve col suo manto bianco ha ricoperto tutto!”
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GENNAIO: IL TEMPO
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LA NOSTRA CITTÀ SOTTO LA NEVE Il metodo: AGAZZI
La tecnica: LABORATORIO DELLE CIANFRUSAGLIE IMMAGINI, SUONI, COLORI CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.
Spazio: laboratorio Tempi: 45 minuti
Per i bambini che abitano in città si tratta di rielaborare il paesaggio che vivono attraverso un lavoro di gruppo. Per i bambini che invece abitano in campagna, il lavoro sarà lo stesso, ma sarà l'occasione per conoscere un paesaggio che non vivono quotidianamente. Nell'uno e nell'altro caso lasciamo discutere i bambini sulla conformazione della città, quali sono gli elementi presenti: piazze, case, grattacieli, strade lunghe, ecc... cercando di far emergere le caratteristiche principali di questo ambiente. Procuriamoci tubi di cartone o di carta ad uso alimentare, o carta igienica. Tagliamo a metà, verticalmente, tutti i tubi di cartone: saranno i palazzi. Consegniamone uno o più ad ogni bambino, perché possa decorarli. I bambini disegneranno con la matita i particolari della facciata degli edifici: le finestre, i portoni, i balconi, tralasciando per il momento i tetti. Potranno utilizzare la tecnica del collage per riempire alcuni spazi con strisce di carta di giornale e pezzetti di carta velina. La neve: attività di gruppo
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ità d i g rupp v i t o at
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Mettiamo a disposizione bottoni, pezzi di fettucce, lana, stoffe, tappi di sughero, cianfrusaglie riciclate di ogni tipo e facciamo decorare i palazzi realizzati con dettagli personalizzati. Prima di fissare gli edifici su una base di cartone o di polistirolo, ripassiamo con i pennarelli i disegni fatti a matita dai bambini, avendo cura di mettere in luce con il colore i particolari più interessanti. Ora i palazzi della nostra città sono pronti per essere incollati, uno di fianco all’altro, sul cartellone. Ritagliamo tanti pezzetti di cartoncino rosso, sagomandoli per fare i tetti. Disegniamo su ognuno delle tegole stilizzate e attacchiamoli sopra i palazzi, creando un effetto leggermente bombato. Disegniamo un comignolo su alcuni palazzi e incolliamo un po’ di spago per fare il fumo. A questo punto procuriamoci del polistirolo e distribuiamone un pezzetto ad ogni bambino, schiacciamo e rompiamo con le mani il polistirolo, riducendolo in tante palline, spargiamo un velo di colla sulla città e facciamo cadere dall’alto, sopra il nostro plastico, il polistirolo, come se nevicasse: ecco pronta la nostra città sotto la neve, da appendere in sezione.
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GENNAIO: IL TEMPO
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traccia cantata 5 traccia base 6
Nonno Inverno
Per strada stamattina ho visto tutto bianco ed un vecchietto gobbo che camminava stanco, le scarpe trascinava, il naso gocciolava qualcuno si chiedeva “E questo mai chi è?” Se la testa scuoteva con movimento lieve per terra rimaneva una traccia di neve, se il nonno starnutiva col naso arrossato intorno lui spandeva ghiaccioli in quantità. Rit. Dicembre e gennaio, febbraio poi arriva è proprio Nonno Inverno che è arrivato qua! Dicembre e gennaio, febbraio poi arriva Che freddo, gelo e neve, ma quando finirà? C’è il fuoco nel camino allegro e scoppiettante sul letto un bel piumino leggero svolazzante. Sul tetto c’è la neve che copre la grondaia qualcuno già si chiede “Ma quando finirà?” Sugli alberi gelati non resta più una foglia di cioccolata calda mi viene proprio voglia, arance e mandarini con bucce profumate mangiate o spremute in grande quantità! Rit.
La neve: canzone CD
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itĂ di gruppo v i t at
PAESAGGIO INVERNALE
Prendiamo un foglio di cartoncino nero e disegniamo con i colori a cera delle casette e degli abeti, con le tempere bianche coloriamo i tetti e delle spennellate sugli alberi, creiamo l'effetto neve a terra con del cotone idrofilo e disegniamo le stelle e la luna sul cielo: il nostro paesaggio invernale è pronto da attaccare alla parete della scuola!
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GENNAIO: IL TEMPO
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NEVICATA SUL PAESAGGIO Il metodo: AGAZZI
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: rappresentare caratteristiche stagionali.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Dividiamo i bambini in gruppi da 5/6 bambini e lasciamo che illustrino con tecniche diverse un paesaggio invernale su un cartellone 100x70 cm. Quando avranno finito facciamo spennellare con della colla e successivamente mettiamo a disposizione dei colini e della farina per far cospargere con farina. Avremo creato l'effetto tridimensionale della neve.
La neve: attività di gruppo
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er vazione oss
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LE IMPRONTE SULLA NEVE Il metodo: RICERCA
La tecnica: STEM
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: riconoscere impronte e tracce, fare collegamenti.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Lasciare traccia sulla terra o sulla neve, ma anche con un colore, è lasciare un segno di sé. Il bambino ne è affascinato, così come quando incontra tracce diverse, di esseri viventi o meccanici. Facciamo insieme una ricerca su internet e visualizziamo alcune tracce. Su un cartoncino bristol disegniamo o incolliamo un'automobile, un cane, un passerotto, un uomo, un bambino, uno sciatore, e non nello stesso ordine, disegniamo le impronte che hanno lasciato sulla neve. Il bambino dovrà collegare con un segno il soggetto alla relativa impronta.
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GENNAIO: IL TEMPO
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PALLE DI NEVE! Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA
La tecnica: GIOCO MOTORIO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: muoversi con destrezza e con obiettivi motori nello spazio.
Spazio: salone Tempi: 30 minuti
Tagliamo i fogli di carta da riciclare o di quotidiano in 4 parti e appallottoliamo ogni pezzetto, creando delle palline (in alternativa utilizziamo il polistirolo). Dividiamo i bambini in gruppi di 4-5 che giocheranno uno alla volta. A ogni componente del gruppo che gioca affidiamo un cucchiaio e all’intera squadra un sacchetto. Facciamo giocare il primo gruppo. Azioniamo il lettore CD, scegliendo un brano allegro e ritmato, per esempio “let it's snow”. Spargiamo a terra le palline di carta (la neve). I bambini dovranno raccogliere le palline di “neve” con i cucchiai e metterle nel sacchetto assegnato alla loro squadra. Cronometriamo quanto tempo impiega ciascuna squadra e assegniamo la vittoria alla più veloce! La neve: gioco motorio
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versazion e con
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I GIOCHI DELL'INVERNO! Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: LABORATORIO LINGUISTICO
I DISCORSI E LE PAROLE
IMPARARE A IMPARARE: comprendere alcune funzioni del testo regolativo.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Facciamo un'indagine in sezione, se è possibile coinvolgiamo anche le famiglie in modo che possano riflettere sui modi di impiegare il tempo con i bambini nelle giornate invernali. Chiediamo: - che giochi si possono fare in casa quando fuori piove o nevica?
Con le idee raccolte, realizzeremo un cartellone per la sezione, in cui raccoglieremo sotto forma di tabella le preferenze dei bambini sulle attività proposte: vedremo così qual è il gioco preferito dell’inverno!
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GENNAIO: IL TEMPO
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Ecco alcune proposte: - Disegnare e colorare: ciò che si vede da ogni finestra della casa, un ritratto dei familiari, la mia cameretta, il mio giocattolo preferito, ecc. - Costruire una casetta per gli uccellini insieme al papà. - Preparare biscotti con le formine (con l’aiuto di un adulto).
- Giocare ai birilli con i pupazzetti: mettiamo in fila alcuni pupazzetti di peluche, allontaniamoci e cerchiamo di colpirli con una pallina. - Ballare. - Inventare storie, con fantasia, e animarle: raccogliamo tutti i nostri pupazzetti (di peluche, di legno, di plastica), possiamo inventare con loro mille storie, muovendoli su un tavolo o negli spazi della casa. Realizziamo un libro dei giochi per quando fuori è freddo. Per realizzarlo usiamo fogli di formato A3 di vari colori. Inseriamo il titolo e facciamo disegnare le 'istruzioni' dai bambini. Impareranno ad approcciarsi con il testo regolativo. La neve: conversazione
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IL PARCO IN INVERNO
Prima di realizzare questo lavoro, portiamo i bambini a visitare un parco in una giornata invernale. Chiediamo loro di osservare gli alberi e i colori. Il giorno dopo la visita, cerchiamo di elaborare insieme l’esperienza, attraverso questo lavoro. Scegliamo i colori giusti per rappresentare il cielo, che in una tipica giornata invernale è grigio o biancastro: mescoliamo il bianco, il nero e una punta di azzurro, fino ad ottenere la gradazione desiderata. Dipingiamo tutta la superficie del cartellone con il colore ottenuto. Quando il “cielo”sarà asciutto, formiamo le nuvole attaccando un po’ di cotone. Dividiamo i fogli A4 a metà e consegniamone una parte a ogni bambino, perché possa rappresentare ciò che lo ha maggiormente colpito durante la visita al parco. Attacchiamo i disegni sul cartellone, in ordine sparso, accompagnati dai commenti e dalle osservazioni dei bambini stessi.
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GENNAIO: IL TEMPO
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CON O SENZA NEVE Il metodo: R. STEINER
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere l'effetto di fenomeni meteorologici sulla natura.
Spazio: sezione Tempi: circa unâ&#x20AC;&#x2122;ora
Proponiamo un paesaggio di montagna ai bambini e chiediamo di dipingerlo con e senza neve. Facciamo tagliare a pezzetti della spugnetta sottile per fare la neve e del cartoncino riciclato, anche da scatolette per uso alimentare, di colore grigio per fare le montagne solo con la roccia. Quando i lavori saranno terminati, soffermiamoci a rielaborare le conoscenze acquisite. Riflettiamo su come appare dura la roccia senza manto nevoso e di come invece cambia totalmente aspetto dopo la nevicata.
La neve: attivitĂ di gruppo
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ità di gruppo v i t at
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PUPAZZI DI NEVE SPECIALI Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Spazio: sezione
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sviluppare coordinazione oculo-manuale. Tempi: circa un’ora
Costruiamo i nostri pupazzi di neve per decorare la sezione. Procuriamoci una bottiglietta di plastica vuota per ogni bambino e tanti batuffoli di cotone. Invitiamoli a infilare i batuffoli fino a riempire la bottiglia (un'attività che affinerà l’uso della mano e della coordinazione) e a disegnare occhi, naso e bocca. Il nostro pupazzo è pronto per essere portato in giro, “smontato” e ricostruito! Un'altra attività molto divertente che ha gli stessi obiettivi della precedente è quella di realizzare un pupazzo di neve gigante per decorare la nostra sezione. Procuriamoci un foglio di carta da pacco bianco, pieghiamolo in due e disegniamo una grande sagoma di pupazzo di neve; pinziamo intorno, ma prima di chiudere completamente diamo la forma tridimensionale riempiendo con carta accartocciata. Dipingiamo occhi, naso e bocca con le tempere, attacchiamo due pezzi di ramo per fare le 'braccia' e attacchiamo in sezione.
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GENNAIO: IL TEMPO
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Bella neve! Scende scende tanta neve com'è bella, com'è lieve. Col suo manto bianco, ricopre intorno a me, tutto quanto. Nel mio giardino scendo a giocare un bel pupazzo voglio fare! Chiamo i miei amici per far due risate, faremo una partita a "pallate". Quando cammino lascio le impronte, qualcuno va anche a sciare sul monte! Quanto sei bella neve mia, per favore non andar via. Quando hai coperto tutte le cose, la giornate son favolose!
Allegria sulla neve
Claudia Masiero
Sulla neve è ritornata l’allegria dei ragazzi: c’è chi ride, c’è chi canta, chi bersaglia i bei pupazzi. Tutti bianchi, incappucciati, van correndo qua e là; sono allegri, spensierati, pieni di gran serenità. V. Battù da Pianetabambini.it
La neve: poesie e filastrocche
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entazione s e pr
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GLI ALBERI IN INVERNO Dâ&#x20AC;&#x2122;inverno, gli alberi spogli riservano i piaceri segreti di una natura mai in letargo, che sa sempre stupire. I rami, esili e folti, degli olmi ricadono nuvolosi dallâ&#x20AC;&#x2122;alto; i cercis si tengono stretti alle brocche i bruni baccelli. Le pendule samare cartacee impreziosiscono ancora aceri e ailanti, e le liquidambar si fanno notare per le nere sfere aculeate. I codini rosatenero dei noccioli dondolano infreddoliti, e gli ingannevoli coni dei liriodendri paiono boccioli prossimi alla fioritura: celano invece semi alati. Dal web _Angela Borghesi
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GENNAIO: LE PIANTE
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Uno spunto divertente per esplorare la stagione invernale da un punto di vista insolito: come potrebbe sentirsi un albero esposto al freddo e al vento dell'inverno? Proviamo a immaginarlo chiudendo gli occhi e ascoltando un brano musicale adatto (ad esempio “Le stagioni” di Vivaldi). Invitiamo i bambini a muovere le braccia come fossero rami di un albero in pieno inverno. Al termine, registriamo le impressioni e le sensazioni provate dai bambini.
Andiamo alla finestra e osserviamo gli alberi del giardino. Stimoliamo la conversazione: - Come sono gli alberi? Hanno ancora le foglie? - Le foglie dove sono andate? - Come sono i rami degli alberi? - Sono spogli perché siamo in inverno. L'inverno è una stagione fredda. Secondo voi gli alberi in questa stagione muoiono o riposano? - Quando arriverà la primavera e il sole riscalderà, gli alberi torneranno ad avere tante foglioline? Gli alberi d’inverno: conversazione
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d i g r up po ività t t a
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UN ALBERO GHIACCIATO Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: ATELIER
IMMAGINI, SUONI, COLORI
Spazio: atelier
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: costruire elementi della natura in gruppo. Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Carta da pacchi bianca • Tempere e pennelli • Spugnette • Zucchero • Capelli d’angelo argentati • Lana rossa • Colla vinilica
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GENNAIO: LE PIANTE
Facciamo utilizzare ad ogni gruppo da 4/5 bambini un foglio di carta da pacchi bianca e facciamo disegnare sopra un grande albero spoglio, con tanti rami, alcune nuvolette e dei pettirossi. Proponiamo la tecnica della spugnatura per il cielo, ma se ai bambini viene in mente un'altra soluzione, permettiamo di sperimentare.
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Importante è arrivare ad un cielo "da neve". Ricordiamo ai bambini di inserire qualche animaletto che ama il freddo anche dalle nostre parti, come per esempio il pettirosso. Se i bambini ce lo chiedono partecipiamo all'atelier. Utilizziamo il bianco per il terreno e lasciamo asciugare. Stendiamo dei fili di colla sulla base del terreno, sui rami e sul tronco, poi cospargiamo con lo zucchero. Tagliamo dei piccoli fili di lana rossa e incolliamoli sul petto dei pettirossi. Tagliamo i capelli d'angelo in fili lunghi circa 15 cm e attacchiamoli in verticale, come se penzolassero dai rami. Completiamo staccando dei fiocchi di cotone e attaccandoli sul cielo.
Gli alberi dâ&#x20AC;&#x2122;inverno: attivitĂ di gruppo
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vità ind ividuale i t t a
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PAESAGGI IN BIANCO E NERO Il metodo: R. STEINER
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
Spazio: sezione
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: rappresentare caratteristiche stagionali. Tempi: circa un’ora
Proponiamo due attività che permetteranno di rappresentare con diverse tecniche l'elemento neve. Consegniamo ad ogni bambino un cartoncino nero e dei quotidiani. Invitiamo i bambini a creare un paesaggio, quindi a ritagliare dai quotidiani le case, gli alberi ecc. Lasciamo che incollino ogni pezzo e che disegnino i fiocchi di neve che scendono dal cielo.
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GENNAIO: LE PIANTE
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Consegniamo a ogni bambino un cartoncino nero. Mettiamo a disposizione tanti dischetti di cotone e cartoncini colorati. Lasciamo che i bambini si inventino un paesaggio. Alcuni dischetti, tagliati a metĂ , possono diventare i tetti delle case; altri interi, incollati su un tronco, possono diventare la chioma di un albero; altri ancora possono diventare bellissimi pupazzi di neve. Lasciamo che i bambini si sbizzarriscano con la fantasia.
Gli alberi dâ&#x20AC;&#x2122;inverno: attivitĂ individuale
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sentazion e pre
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IL BUCANEVE Il bucaneve, galathus nivalis, appartiene alla famiglia delle amaryllidaceae. Il nome galathus deriva da due parole greche: gala, che significa latte, e anthos, che significa fiore (fiore bianco come il latte). Il nome nivalis invece è riferito alla fioritura della pianta che avviene dopo l’inverno, in mezzo alla neve, per questo motivo il bucaneve è anche chiamato comunemente “stella del mattino”. È una pianta perenne che cresce spontanea nei sottoboschi del territorio italiano. Il bucaneve “classico” lo si può trovare con molta facilità nelle regioni dell’Italia settentrionale, ed è un fiore tipico di quelle zone. Sbocciano solitamente verso le fine di gennaio e molte volte i fiori si sviluppano ancora prima delle foglie. Il bucaneve è il fiore simbolo della purezza.
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GENNAIO: IL FIORE
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LA LEGGENDA DEL BUCANEVE Narra la leggenda che tanti e tanti anni fa, al ritorno dall’ennesimo viaggio sulla terra, il giovane principe Bucaneve udì una fanciulla cantare e, di quel canto, si innamorò perdutamente. Arrivato nel Paese dell'Inverno, chiese a Re Gelo, suo padre, il permesso di sposarla ma questi, brontolando cupi presagi, rispose che il loro amore non aveva speranza perché la fanciulla era la principessa Primavera e abitava la regione dei venti e dei fiori mentre lui, Bucaneve, era il principe delle nebbie e del gelo... – Scordati, figlio mio, questa pazzia! – tuonò cupamente Re Gelo. Passò, così, un altro inverno lungo e silenzioso, ma il cuore di Bucaneve, abitato dalle brume del mattino, non riusciva proprio a dimenticare così, alle prime avvisaglie della nuova stagione, il giovane principe decise di attardare un po' il suo ritorno. Lungo il sentiero ancora impreziosito da luminosi cristalli di ghiaccio, attese l'arrivo di Primavera... e lei arrivò, leggera, accompagnata da un canto gioioso. Bucaneve, nascosto tra i cespugli, riconobbe l’Amore. Il capo inghirlandato da piccoli fiori, la sottile veste di aliti di vento,
Il bucaneve: leggenda
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genda leg
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i ridenti occhi di azzurro marzolino: la bella principessa incantò per sempre il giovane principe. Da lontano, il richiamo di Re Gelo giunse cupo, come brontolio di tuono, per ricordargli che doveva affrettarsi a rientrare nel Paese dell'Inverno... Ma Bucaneve non lo ascoltò e continuò a perdersi negli occhi di Primavera che, a piccoli passi, si avvicinava danzando. Giunta accanto al cespuglio, un brivido increspò le braccia nude. Poi, incerta, guardò intorno e... Finalmente lo vide. Avvolto nel mantello di candida neve, la corona scintillante di brina, fiera sul capo, la spada di ghiaccio, splendete al fianco e due meravigliosi occhi cerulei e inquieti come la tormenta: il giovane rapì per sempre il cuore della principessa. Intorno, come richiamato da un evento magico e misterioso, tutto tacque e il mondo si incantò negli occhi dei due innamorati. Per non ferire a morte il Signore dell'Inverno, il sole nascose i suoi raggi dietro le nuvole e il gelido vento, che seguiva sempre Bucaneve, per non assiderare Primavera, andò a fare mulinelli più lontano. Allora il principe avvolse nel soffice mantello la fanciulla e si tennero stretti a lungo, giurandosi eterno amore. Quando il sole fece nuovamente capolino tra le nuvole, Bucaneve baciò Primavera e – Non temere – le disse – perché alla fine di ogni inverno tarderò di un giorno il mio ritorno nel Paese del Gelo e quando arriverai io sarò qui ad aspettarti. Poi, rapito per sempre dal vento di tormenta che lo nascose, svanì
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GENNAIO: IL FIORE
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tra le nebbie. E lei, rimasta sola, chinò il capo e pianse. Ma quando una lacrima toccò il terreno, tra le impronte di neve lasciate dall'amato spuntò un piccolo fiore bianco, dai petali delicati, che Primavera raccolse e strinse al petto, nuovamente felice. E da allora, ogni fine inverno, nei campi scintillanti di brina sboccia un piccolo fiore, che qualcuno ancora chiama Bucaneve per ricordare la promessa fatta dal giovane principe dell'Inverno alla bella principessa Primavera.
- Cosa colpì il principe Bucaneve? - Cosa chiese a suo padre? - Dove vide arrivare la principessa primavera? - Com'era vestita? - Anche lei s'innamorò del principe? - Cosa promise il principe Bucaneve a Primavera? E lei come reagì? - Cosa succede ogni fine inverno? Il bucaneve: conversazione guidata
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o motorio c o gi
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BUCANEVE IN PALESTRA Il metodo: YOGA
La tecnica: PSICOMOTRICITĂ&#x20AC;
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: percepire il ritmo lento della natura attraverso il corpo.
Spazio: palestra Tempi: circa unâ&#x20AC;&#x2122;ora
Rechiamoci in palestra e facciamo ascoltare un brano di jazz o di blues. Lasciamo camminare i bambini liberi nello spazio, per permettere di rallentare il respiro e entrare in sintonia tra di loro. Quando i bambini saranno calmi e predisposti spegniamo la musica e invitiamo tutti ad accovacciarsi sul pavimento. Guidiamo le azioni con la nostra voce, invitando a stare ben chiusi in loro stessi; simuliamo una nevicata, utilizzando un tono molto calmo e tranquillo.
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GENNAIO: IL FIORE
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Comunichiamo che la neve è scesa per molti giorni ed è alta, ma che oggi è arrivato il sole che sa fare una magia: quando un raggio di sole tocca la neve dà l'energia ai bucaneve per spuntare, ma è un processo lentissimo. Procediamo per due o tre minuti nominando le varie parti del corpo, facendole stendere sempre più in alto finché tutti i bambini saranno in piedi.
QUADRETTI CON BUCANEVE Il metodo: AGAZZI
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Procuriamoci dei cartoncini verdi, delle cannucce, dei tondi di ovatta. Con i colori a cera bianchi facciamo colorare il manto nevoso in basso. Incolliamo tre o cinque cannucce (quelle che hanno la possibilità di essere piegate) che fungeranno da stelo. Incriniamo la cannuccia e incolliamo la corolla pendente che ritaglieremo dai cerchi di cotone a forma di bucaneve.
Il bucaneve: attività individuale
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BUCANEVE TRIDIMENSIONALE Il metodo: R. STEINER
La tecnica: LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, PAROLE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: colorare, modellare e riprodurre elementi della natura.
Materiale occorrente: • Carta crespa bianca, gialla e verde • Stecchi di legno • Colla vinilica • Cotone idrofilo • Pennello • Forbici • Pinze
GENNAIO: IL FIORE
Tempi: circa un’ora
Avvolgiamo con la carta crespa verde gli stecchi di legno da gelato. Tagliamo delle striscette dalla carta crespa gialla e dalla carta crespa bianca facciamo
ritagliare dei petali (circa 6 per ogni fiore). Assembliamo con colla vinilica e creiamo dei mazzolini dentro a vaschette di plastica riciclate (meglio se lunghe tipo quelle del gelato formato famiglia). Per far reggere i bucaneve nel fondo della vaschetta poniamo un po’ di pasta sale, che sia alta almeno fino alla metà dello stelo, in modo che non cada.
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Spazio: sezione
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CASSETTA PORTAGIOCHI Per lasciare traccia anche in sezione della ricerca e della conoscenza sui bucaneve, realizziamo un manufatto che ci potrà tornare utile per riporre giochi o libri, decorando con la tecnica del decoupage. Procuriamoci una cassetta di legno da ortofrutta, dei tovaglioli di carta con disegni di bucaneve, colla vinilica e acqua. Tagliamo i tovaglioli oppure facciamoli strappare a strisce dai bambini e fissiamo sulla cassetta con acqua e colla vinavica, quando sarà tutto asciutto stendiamo un velo di vernidas per vetrificare e far durare nel tempo il lavoro. Il bucaneve: attività di gruppo
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L’ARANCIA L’arancia è l’agrume più diffuso al mondo ed è coltivata in moltissime varietà, inoltre è indubbiamente uno dei frutti che maggiormente proponiamo ai nostri bambini. Ricchissima di diverse sostanze utili per il nostro organismo, ha proprietà antiallergiche e antivirali ed è definito il frutto antitumorale per eccellenza. È noto a tutti che l’arancia ha un notevole contenuto di vitamina C (per avere un’idea, 100 grammi di spremuta d’arancia coprono il 90% del fabbisogno giornaliero); questa vitamina svolge importantissime funzioni: difende l’organismo dall’attacco dei radicali liberi, aumenta le difese immunitarie e favorisce l’assorbimento del ferro. L’arancia ha la sua importanza e possiamo servirci della sue estrema versatilità per offrirla ai bambini nei modi che a loro più piacciono.
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GENNAIO: IL FRUTTO
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LA LEGGENDA DELL'ARANCIA Quando Dio creò gli alberi, mise l'arancio in un'isola meravigliosa, insieme a tanti altri alberi, in una terra circondata da un mare sempre azzurro. L'arancio aveva tante foglie verdi e lucide. A primavera tutti gli alberi si copersero di fiori e in estate, quando faceva caldo, si copersero di frutti. Arrivò l'autunno e tutti gli alberi cominciarono a perdere le foglie; arrivò l'inverno e tutti gli alberi rimasero nudi. L'arancio invece non aveva perso nemmeno una foglia ed era sempre tutto verde. Gli uomini lo guardavano, lo guardavano... aspettavano che quello strano albero tutto verde si decidesse a regalare qualche frutto. L'arancio era molto triste perché solamente lui non aveva dato niente agli uomini, ma pregava Dio e sperava sempre di riuscire a fare qualche frutto. E Dio lo accontentò: una notte soffiò nel cielo pieno di stelle e tante di queste caddero sui rami dell'arancio. Le stelline si trasformarono in fiori bianchi, profumatissimi. Poi il sole, col suo calore, trasformò i fiori in frutti, frutti che erano rotondi e che avevano il colore del sole: erano nate le arance. L'albero fu finalmente felice e ringraziò Dio per il bel regalo che aveva voluto fargli. E gli uomini, quando assaggiarono le arance esclamarono: "Buone, buone! Abbiamo aspettato tanto ma adesso quest'albero ci ha dato dei frutti bellissimi e buonissimi!". L. Carini (adatt. da Il giocoliere, Signorelli)
L’arancio: leggenda
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ità indivi duale v i t at
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Procuriamoci un cestino con arance, mandarini, pompelmi, limoni e stimoliamo la conversazione. - Conoscete questi frutti? - Chi di voi ha mai visto una pianta di arance?
- Queste piante crescono anche qui? Dove abitiamo noi? - Le piante che non perdono mai le foglie si chiamano sempreverdi. Prendiamo un'arancia. È profumata? - Di che colore è la sua buccia? - E la buccia com'è? Liscia o ruvida?
Continuiamo facendo osservare bene il frutto anche all'interno. Colore, sapore, la conformazione a spicchi e la divisibilità. Facciamo utilizzare i sensi: vista per il colore, sapore per il gusto, tatto per la percezione della corteccia. Alla fine dell'osservazione realizziamo un cartellone da colorare in gruppo in cui scriveremo le osservazioni fatte.
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GENNAIO: IL FRUTTO
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L’arancia vita... mina! Sono un’arancia tonda e deliziosa, della salute alleata preziosa. Il mio succo è dolce e arancione son la cugina del giallo limone. Son tanto ricca di vitamine, bevimi pure tutte le mattine. Io allontano ogni influenza, degli agrumi son l’eccellenza. M. Ruggi
Arancia, aran... cina! Arancia son arancina e vengo dalla Cina. Ho la polpa fatta a spicchi, di vitamina assai ricchi. C’è chi mi trova paffutella e chi mi trova tenerella. Ma son solo un’arancina che ti riempie la pancina. Adatt. da www.mazzinierice.edu.it
L’arancio: poesie e filastrocche
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co rac nto
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ALBERO FELICE Il metodo: R. STEINER
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
A casa della signora Lucia c'era un bel giardino, ma non cresceva nulla, neanche un fiore, qualche volta a primavera si vedeva qualche erbaccia. La signora continuava a chiedersi perché, finché un giorno proprio mentre era seduta fuori si sentì una vocina, era una piccola talpa: – Lucia, se sorridi un po’ di più, oppure se racconti cosa ti rattrista ai semi del tuo giardino, loro ti ascolteranno. Comincia a piantare un albero al centro, quello che ti piace di più! La signora Lucia, rifletté. Aveva ragione, la talpa. Era sempre preoccupata, era il tempo di finirla. Così andò a comprare un albero di arance , perché era il suo preferito: colore, profumi, sapori di quel frutto le mettevano allegria. E... di lì a poco il suo divenne il giardino più fiorito della città, perché ogni giorno raccontava, rideva, cantava e qualche volta piangeva con il suo giardino. Soprattutto era felice quando raccoglieva i suoi frutti che profumavano e coloravano la sua casa durante le feste dell'inverno. C. Gattella
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GENNAIO: IL FRUTTO
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ARANCE STAMPATE Il metodo: B. MUNARI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: rappresentare caratteristiche stagionali.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Tagliamo alcune arance a fette, come se fossero delle ruote, e priviamo altre della buccia e poi dividiamole in spicchi. Usiamo due tecniche pittoriche diverse, completamente vegetali: - premiamo delicatamente le fette di arancia e gli spicchi sulla carta assorbente, il succo del frutto lascerà dei disegni leggeri; - spennelliamo un po’ di tempera arancione, senza eccedere nella quantità, sulle fette e sugli spicchi di arancia, poi timbriamo sulla carta ruvida pesante. Si possono così realizzare composizioni varie e libere, creando forme di oggetti semplici e reali o lasciando libero spazio alla fantasia. Possiamo anche utilizzare più colori.
UN'ARANCIA APERTA DIVENTA DUE METÀ
Prendiamo un’altra arancia e tagliamola, con la buccia, in due: ripassiamo così i concetti di “intero” e “metà”. Osserviamo che dentro il frutto ci sono anche i semi che, piantati, faranno crescere tanti alberelli che ci regaleranno tante altre arance. L’arancio: attività individuale
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ità ind ivi duale v i t at
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CARTA DA REGALO ALL'ARANCIA Il metodo: R. STEINER
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare elementi della natura per realizzare manufatti.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Organizziamo un laboratorio con il metodo di Rudolpf Steiner che utilizza materiali della natura per trasformarli in manufatti. Mettiamo a macerare per qualche giorno in una vaschetta acqua quoti• Quotidiani diani strappati in piccole striscette e • Colla vinilica buccia d'arancia. Quando vediamo • Buccia di arancia che la carta è macerata, uniamo le • Qualche goccia di temgocce di tempera arancione, mescopera arancione liamo e stendiamo su una parte piana, poggiamo sopra un foglio di plastica e lasciamo sotto il peso di libri o altri oggetti pesanti. Quando sarà asciutta e composta la nostra carta da regalo riciclata sarà pronta per avvolgere un dono.
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Materiale occorrente:
GENNAIO: IL FRUTTO
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VIA LA BUCCIA! Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: imparare ad utilizzare i sensi.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Ora eliminiamo la buccia dalle arance, così da poterne sentire il profumo in modo più intenso: quest’attività sarà utile anche per sviluppare la motricità fine.
ASSAGGIAMO L'ARANCIA
Dopo aver contato gli spicchi, mangiamoli e scopriamo che l’arancia, oltre a essere bella, colorata e profumata, è anche molto buona e succosa!
L’arancio: attività di gruppo
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FACCIAMO LE SPREMUTE! Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA
La tecnica: LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: acquisire il concetto di trasformazione.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Dividiamo i bambini in gruppi e procuriamoci uno spremiagrumi per gruppo. Un gruppo farà la spremuta di arancia, un gruppo quella di mandarino, un gruppo quella di pompelmo e un gruppo quella di limoni. Quando abbiamo finito, sediamoci e facciamo assaggiare ad ogni bambino i vari tipi di spremuta. Poi vedremo quale sarà la spremuta che avrà ottenuto maggior successo.
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GENNAIO: IL FRUTTO
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IL GRAFICO DELLE SPREMUTE Il metodo: STEM
La tecnica: DIDATTICA DIGITALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZA DIGITALE: eseguire esercizi di tipo logico alla LIM.
Spazio: sezione o cucina Tempi: circa un’ora
Creiamo su un foglio della LIM un grafico come quello riportato. Chiamiamo un bambino alla volta e chiediamogli di fare una crocetta sulla spremuta che gli è piaciuta di più. Vedremo quale sarà quella che ha avuto maggior successo e quella che invece, non è proprio piaciuta. Stampiamo e facciamo colorare.
L’arancio: attività di gruppo
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GENNAIO
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
IL SÉ E L’ALTRO
• Analizza, scompone e rielabora un testo narrativo.
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
• Gioca e lavora in modo costruttivo, collaborativo, partecipativo.
I DISCORSI E LE PAROLE
E APPRENDIMENTI ATTESI
SÌ
IN
NO
PARTE
• Osserva le regole nelle conversazioni e nelle attività di gruppo.
• Utilizza il linguaggio in maniera appropriata e differenziato in base alle attività proposte.
• Utilizza i sensi per la conoscenza della realtà. • Controlla il ritmo e sa passare da uno lento ad uno veloce. • Modella, colora, realizza semplici manufatti anche polimaterici. • Sperimenta la drammatizzazione. • Utilizza tecniche diverse. • S’interroga e ipotizza sul tempo meteorologico. • Acquisisce il concetto di trasformazione. • Raggruppa e ordina in base a criteri dati. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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GENNAIO: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
NOTE
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di gennaio LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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SOMMARIO DI FEBBRAIO IL TEMPO • Il tempo passa Il tempo passa ........................................... 250 Il quotidiano senza giorno......................... 252 Il giornale della scuola............................... 254 Il nostro tempo .......................................... 255 La clessidra ................................................ 256 Costruiamo la clessidra ............................. 257 Il tempo circolare....................................... 258 Calendario settimanale ............................. 260 Tabellone del tempo ................................. 261 Cominciamo a contare .............................. 262 La settimana delle pere ............................. 263 Il gioco della settimana ............................. 264 Di giorno, di notte..................................... 266 Notte e giorno........................................... 267 Mesi indaffarati.......................................... 268 I mesi ......................................................... 268 Febbraio che tempo è? ............................. 269
IL FRUTTO • La pera La pera....................................................... 270 L’albero delle pere..................................... 271 Il topo pera tutto da mangiare.................. 274 Filastrocca della pera ................................ 274
IL FIORE • La primula La primula: storia e caratteristiche ............ 275 La leggenda della primula......................... 277 Sapone con le primule ............................. 280 • Lapbook Lapbook d’inverno .................................... 282 Si comincia!................................................ 282 Lento inverno ............................................ 285
• Scheda per l’osservazione valutativa...... 286 • Diario di bordo ....................................... 287
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Come al gioco del nascondino, le primule sono bambine nascoste nel gelo e sentono che Febbraio le sta cercando e tra poco dirà: “Trovate!” Fabrizio Caramagna
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entazione s e pr
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IL TEMPO PASSA Anche il tempo è misurabile come lo spazio, il peso, le lunghezze, le altezze, le superfici. È noto come per i bambini esista un solo tempo: il presente. La scuola dell'infanzia ha tra i suoi traguardi di sviluppo quello di far percepire e sistematizzare, relativamente alla sua età cronologica, il trascorrere del tempo. La scansione temporale li conduce, infatti, a cogliere la ciclicità del tempo reversibile, a scandire gli eventi e le loro esperienze nei passaggi essenziali, a riorganizzarli nella mente, a cogliere e comprendere i ritmi presenti nella realtà, a ricostruirli con rappresentazioni e codici personali.
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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A partire dalla scansione del giorno e della notte, fino all'organizzazione temporale della giornata e della settimana i bambini strutturano operazioni cognitive relative all'ordine, alla successione, alla misurazione di questo inesorabile movimento del tempo vissuto. Per misurare il tempo utilizzeremo diversi strumenti: clessidre, meridiane, orologi di diverso tipo, calendari, ecc. Il tempo inteso come Kronos, viene percepito attraverso l'esperienza diretta e fermando gli attimi potremo conoscerne la durata, lo faremo nei giochi, nelle attivitĂ , nei ritmi della vita scolastica.
Il tempo passa: presentazione
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IL QUOTIDIANO SENZA GIORNO Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare, analizzare, ricostruire una storia.
Spazio: angolo lettura Tempi: 45 minuti
Il signor Angelo, vendeva tutti i giorni i suoi giornali con tanto entusiasmo e le persone andavano da lui a comprarlo, perché già di prima mattina sapeva consigliare i clienti. – È scappato un leone dal circo di città! Comprate il giornale per conoscere le ultime novità! – Nonna Gemma compie 100 anni e farà una festa, comprate il giornale per sapere come e dove si organizzerà! – Per tutto il mese di febbraio chiude l'ortolano e non si sa perché!
Angelo sapeva incuriosire tutti con le notizie in anteprima e ogni giorno li vendeva tutti. Una domenica e per tutta la settimana successiva in città non successe nulla. E il signor Angelo non riceveva più i quotidiani, si rattristò e non sapeva dare risposta ai passanti. Una noia infinita, doveva fare qualcosa. Durante la notte passeggiava su e giù per casa sua e finalmente al mattino, ebbe un'idea: si diresse dal preside della scuola e gli chiese il piacere di far scrivere e disegnare ai suoi bambini cosa succedeva a scuola per poter inviare le notizie all'editore. Il preside, con sua grande sorpresa, fu molto felice: – Certo, Angelo, le scriveremo il giornale per una settimana intera, per un mese o per un anno! Qui succede sempre qualcosa di bello e qualcosa di brutto.
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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Il mattino successivo in edicola ci fu la fila, mamme, nonni e zii volevano leggere della scuola, di cosa succedeva e di chi aveva scritto, disegnato e fotografato! C. Gattella
- Che lavoro faceva il signor Angelo? - Cosa vendeva? - Ogni quanto tempo riceveva i giornali? - Perché? - Poi cosa successe? - Come rimediò?
Al termine della conversazione guidata, utilizzando fogli di quotidiani e colori a pennarello, realizziamo le immagini della storia in tre sequenze: “PRIMA-DOPO-INFINE”. Il tempo passa: racconto
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ità di gruppo v i t at
IL GIORNALE DELLA SCUOLA
Procuriamoci ogni giorno un quotidiano e leggiamo ai bambini le notizie di attualità e facciamo ritagliare le notizie che ci sembrano più interessanti. L'utilizzo del quotidiano servirà per farne fare espe-
rienza e far capire la sua funzione. Dopo qualche giorno, attiviamoci anche in sezione: costruiamo insieme ai bambini un quotidiano per ogni giornata scolastica. La redazione dovrà essere abbastanza libera. Si tratta di ritagliare, da un foglio di carta da pacco bianco a misura di quotidiano, diversi fogi che pinzeremo al centro. Mettiamo in un angolo della sezione il foglio e ogni volta che svolgeremo un'attività durante il giorno, lasciamo che due o tre bambini riportino l'accaduto, documentando. Realizziamo a mò di articoli quello che succederà nel trascorrere delle ore, che si arricchirà via via di foto, disegni e nostri interventi con scritte e piccoli aiuti grafici. Alla fine della settimana, rileggiamo le 'notizie' e sintetizziamo con gli avvenimenti più importanti: "Per la festa di carnevale ci siamo travestiti da; a Giorgia è caduto un dente; Valerio ha la varicella; ecc...".
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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IL NOSTRO TEMPO
Le competenze relative all’orientamento nello spazio attraverso il fare e il movimento implicano la percezione del tempo che rappresenta una conquista molto importante. In alcune attività spaziali, infatti, entra in gioco il fattore tempo nelle sue dimensioni di “successione” e di “durata”: nelle azioni e nelle loro rappresentazioni grafiche c’è un prima e un dopo. La dimensione temporale va maturando lentamente nei bambini si forma mediante i contenuti concreti della loro esperienza. Ma occorre condurli a riflettere sull’esperienza stessa perché giungano a cogliere la successione logica e temporale delle loro azioni e di quelle degli altri, a intuirne i rapporti di causa-effetto e il concetto di “durata” anche se si tratta di un’intuizione soggettiva legata allo stato emotivo piacevole o spiacevole. Essi giungono così a scoprire che ci sono azioni che durano più di altre, che sono determinate da un prima e un dopo che in ogni evento c’è un inizio, uno svolgimento, una conclusione.
Realizziamo insieme ai bambini alcuni strumenti per 'misurare' il tempo attraverso dei percorsi di tinkering. Il tempo passa: attività di gruppo
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ser vazone s o
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LA CLESSIDRA Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH
La tecnica: ATELIER
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: elaborare, osservare e utilizzare alcuni strumenti di misurazione del tempo.
Spazio: atelier
Tempi: circa un’ora
Mostriamo ai bambini diversi struMateriale occorrente: menti di misurazione del tempo: una • Una clessidra clessidra, un orologio grande, una • Un orologio grande candela. • Una candela Permettiamo di osservare gli oggetti e di ipotizzare a cosa possono servire. Sicuramente la candela verrà considuerata come oggetto 'estraneo', proponiamo un semplice gioco per fermare l'attenzione sul passare lento e veloce del tempo, spiegando ai bambini che abbiamo scelto la candela per capire meglio. Portiamo con noi a pranzo una candela e la clessidra. Accendiamo la candela, capovolgiamo la clessidra e osserviamo. Sicuramente la clessidra si svuota prima che il pasto sia terminato, quindi dobbiamo girarla più di una volta, mentre la candela continua a bruciare. Lasciamo ai bambini la possibilità di intervenire a ruota libera con osservazioni, ipotesi e domande.
FEBBRAIO: IL TEMPO
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COSTRUIAMO LA CLESSIDRA
Realizziamo una clessidra con la tecnica del Tinkering (imparare facendo). Materiale occorrente: Versiamo la sabbia in una delle due bot• Due piccole bottiglie tiglie e teniamola da parte. Inseriamo di plastica senza etinel collo delle due bottigliette il DAS chette (volendo si può coprire la base d'ap• Spago poggio del collo della bottiglia con • 100g di sabbia colla a caldo per fissare meglio il DAS), • Un piccolo pezzetto e facciamo un foro del diametro di circa di DAS 1/2 cm (possiamo utilizzare una cannuccia) , facciamo asciugare. Quando il DAS sarà essiccato sovrapponiamo le due bottiglie perfettamente e avvolgiamo i colli delle bottiglie con lo spago molte volte, fino a quando non saranno ben salde e verticali tra di loro. Facciamo giocare i bambini e permettiamo di registrare in una tabella quanto tempo impiegano per terminare un'attività o un'altra (lavarsi le mani, i denti, fare un disegno, ecc...). Il tempo passa: attività di gruppo
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or mazione f in
IL TEMPO CIRCOLARE Il metodo: STEM
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMPARARE A IMPARARE: imparare la ciclicità degli eventi.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
L’idea della circolarità ci richiama subito alla mente l’idea della ciclicità del tempo, degli eventi naturali che ricorrono continuamente. È un concetto molto importante che i bambini possiedono già a livello intuitivo ma su cui è necessario ritornare in modo più consapevole e sistematico. Attraverso la conversazione, scopriamo insieme che ci sono storie che hanno un inizio e una fine. Ma c’è un tempo che si ripete e ritorna sempre uguale.
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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- Qual è, secondo voi, bambini? - domandiamo. Con l'aiuto di immagini e libri scopriamo insieme la risposta, accompagnando i bambini alla scoperta del tempo, della natura, delle stagioni, dei mesi dellâ&#x20AC;&#x2122;anno, dei giorni della settimana. Il tempo delle cose che ritornano sempre uguali per ricominciare il loro ciclo. Dopo aver approfondito lâ&#x20AC;&#x2122;argomento con diversi esempi, rappresentiamo il tempo ciclico attraverso schemi grafici differenti. Possiamo ripetere la sequenza su una striscia di carta da unire congiungendo gli estremi, oppure possiamo disegnare una finestra con alcuni fenomeni meteorologici con una lancetta d'orologio da poter aggiornare ogni giorno. Appendiamo alle pareti i nostri lavori che ci serviranno anche a scandire il tempo dei giorni, dei mesi e delle stagioni.
Il tempo passa: attivitĂ di gruppo
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g ioco
CALENDARIO SETTIMANALE Il metodo: STEM
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMPARARE A IMPARARE: imparare la ciclicità degli eventi.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Registrare le presenze dei bambini, il tempo meteorologico, i compleanni, sono attività che sollecitano la raccolta di dati traducibili in quantità da poter confrontare. Predisponiamo su un cartellone murale una tabella a doppia entrata come quella qui sotto. Sulla linea verticale scriviamo il nome dei giorni della settimana; sulla linea orizzontale creiamo tre spazi e in ciascuno mettiamo il simbolo per raccogliere le informazioni relative: - alla presenza di un bambino o alla presenza di una bambina; - al tempo meteorologico; - al compleanno di un bambino o di una bambina. Presentiamo la filastrocca della settimana, scritta di seguito, da proporre attraverso un gioco mimato, puntualizzando le azioni della farfallina. Lunedì la farfallina Volò diritta sulla margheritina Martedì gli occhi aprì Fece ssss mercoledì Giovedì aprì l’ombrello Venerdì provò un saltello Giunse il sabato mattina E volle far la merendina La domenica da sola tutto il giorno vola Ma di un bimbo ebbe timore e tornò col batticuore.
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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TABELLONE DEL TEMPO Prepariamo trentuno cartoncini di 2 x 2 cm che corrispondono ai giorni del mese e contrassegniamo ognuno di loro con le azioni della farfallina, in modo da ottenere 4 o 5 cartoncini con la farfalla sulla margherita, 4 o 5 cartoncini con la farfalla con gli occhietti aperti ecc. Incolliamoli su altrettante mollette di legno da bucato e mettiamole tutte in un cesto. Alla mattina, quando compiliamo il calendario, chiamiamo un bambino, facciamogli scegliere e poi fissare la molletta in corrispondenza del giorno. Alla fine del mese vediamo ripetute le sequenze della storiella in rima tante volte quante sono le settimane ma soprattutto avviamo il bambino a riconoscere il ripetersi dei giorni. Spieghiamo ai bambini che da quel giorno il cartellone diventa il loro libro sul quale compiere delle registrazioni e delle osservazioni. Solo al termine del mese etichettiamo il cartellone con il nome: Settembre, ecc. PoichĂŠ tale attivitĂ deve essere proposta su cartelloni diversi ogni Il tempo passa: attivitĂ di gruppo
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az ser v ione s o
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mese, abbiamo cura di sovrapporre e di agganciare lungo un solo lato i lavori realizzati in modo da creare un grande libro murale che si va via via costruendo sistematicamente col passare dei mesi e delle stagioni.
COMINCIAMO A CONTARE
Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: COOPERATIVE LEARNING IMPARARE A IMPARARE: documentare.
LA CONOSCENZA DEL MONDO
Spazio: sezione
Tempi: 15 minuti al giorno
Ritorniamo al nostro tabellone del tempo e ricordiamo di compiere, al termine della settimana, delle osservazioni che avviano: - All’idea di settimana composta da sette giorni: generalmente per cinque si va a scuola, per due si sta a casa. - All’uso sempre più consapevole di parole come ieri e oggi, partendo ad esempio da osservazioni del tipo: “Ieri c’era il sole, oggi piove”; “Ieri non era assente nessuno oggi, invece, è assente...”; “Oggi è il compleanno di...”. - Al confronto ed eventualmente al conteggio di quantità: “Ci sono dei bambini che hanno compiuto gli anni in questa settimana? Quanti sono?”; “Quanti sono i giorni in cui è stato nuvoloso?”; “Sono di più i maschi presenti ieri o quelli presenti oggi?”. A proposito della presenza dei maschi e delle femmine, dopo alcune settimane diamo ad ogni bambino un mattoncino e proponiamo la
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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costruzione collettiva di “torri”, isolando le presenze di un giorno della settimana. Questa attività di avvio al conteggio permette di confrontare delle quantità attraverso domande del tipo: “Martedì erano di più i maschi o le femmine?”; “Quanti maschi c’erano martedì in più delle femmine?”; “Quanti maschi c’erano martedì in meno delle femmine?”.
La settimana delle pere Lunedì ruba le pere; martedì le vuol vedere; mercoldì le sbuccia lesto; giovedì le mangia presto. Venerdì col becco asciutto va da sabato a dir tutto; e domenica infuriata fa finir la settimana. Adattamento da “portalebambini.it”
Il tempo passa: filastrocca
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co tradizionale o i g
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IL GIOCO DELLA SETTIMANA Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: CODING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DIGITALI:
Spazio: palestra Tempi: circa un’ora
elaborare il pensiero computazionale attraverso il corpo.
È un gioco della tradizione popolare conosciuto in molte regioni italiane ma è anche un gioco finalizzato ad affinare il pensiero computazionale. Il bambino individua la meta e la raggiunge seguendo una sequenza numerica e colorata, utilizzando il corpo saltando dentro le caselle. Tracciamo a terra il percorso con un gesso secondo il modello oppure disegniamo su dei cartoni e fermiamo con nastro adesivo sul pavimento. I bambini, a turno, devono entrare con un piede solo o due piedi in tutte le caselle. Giungono alla casella 7 e ritornano. Sono costretti a fare passi diversi a seconda degli spazi e della loro disposizione. Entrano a gambe divaricate con il piede sinistro nella zona 1 e il piede destro nella zona 2. Con un saltello uniscono i piedi nella zona 3. Con un secondo saltello entrano a gambe divaricate con un piede nella zona 4 e uno nella zona 5. Ricongiungono i piedi nella zona 6, cadendovi a piè pari e saltano con un piede solo nella zona 7. Al ritorno fanno il percorso analogo. Ovviamente non devono toccare i tracciati con i piedi, pena l’esclusione. Il gioco si presta a tante varianti: 1. fare il percorso con gli occhi bendati; 2. entrare in tutte le zone saltellando su un piede solo; 3. lanciare un sasso nelle zone (a partire dalla numero 1), fare il percorso saltellando con un piede solo e rimandarlo al punto di par-
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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tenza, calciandolo ed evitando che il sasso si fermi sul tracciato. È questo l’errore che comporta l’esclusione e l’attesa del proprio turno per ricominciare da capo.
Il tempo passa: gioco tradizionale
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DI GIORNO, DI NOTTE Il metodo: STEM
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMPARARE A IMPARARE: imparare la ciclicità degli eventi.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Per approfondire il concetto temporale dell'alternarsi del giorno e della notte, proponiamo ai bambini di costruire le carte delle azioni che si compiono di giorno e quelle che invece si vivono di notte. Predisponiamo le carte (cm. 10 x 15) su cartoncino di media consistenza e invitiamo ciascun bambino ad illustrare l’azione che hanno individuato. Possiamo contraddistinguere poi le azioni del giorno disegnando un grande sole sul retro e quelle della notte con la luna... giochiamo poi in vari modi: - indovinare il simbolo guardando l’azione o il contrario; - distribuire mazzi di 3 carte e poi cercare, pescando da un altro mazzo, di formare il tris di azioni/giorno o di azioni/notte; - pescare una carta e mimare l’azione. Rendiamo l'azione cognitiva più efficace facendo una ricerca nel mondo animale e costruiamo un grande libro per gli animali notturni e quelli che invece vivono di giorno.
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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Notte e giorno Ma che strano questo cielo: qualche volta troppo chiaro. Con la mano faccio un velo per la luce del gran sole. traccia cantata 7 traccia base 8
Ma che strano questo cielo: qualche volta troppo scuro. Con la mano faccio un cono per vedere le stelline. Ma perché?... Ma perché?...
Rit. Perché a volte è giorno, a volte è notte. Di giorno è tutto azzurro, di notte è tutto nero. Si accendono si spengono, non son mai rotte. Son come lampadine le stelle per davvero. Non è strano che col sole ognuno corre dove vuole e di notte la luna panna, tutti quanti manda a nanna. Ma perché?... Ma perché?... Rit.
Il tempo passa: canzone CD
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ità di gruppo v i t at
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MESI INDAFFARATI Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: imparare la ciclicità del tempo.
Spazio: salone
Tempi: circa un’ora
Realizziamo i 12 mesi dell’anno come dei personaggi che svolgono qualcosa (ogni mese un colore). Proponiamo una filastrocca per far conoscere i nomi dei mesi e diamo ad ogni personaggio il suo nome. Chiediamo ai bambini in che mese sono nati. Fissiamo su ciascun personaggio la foto del bambino che compirà gli anni in quel mese. Aiutiamo i bambini nell’osservazione: ci sono mesi di scuola e mesi di vacanza e non tutti i compleanni verranno festeggiati mentre la scuola sarà aperta.
I mesi
Luglio fa cantare Gennaio gennaio il monte e il mare; il grano nel granaio; Agosto Agosto Febbraio febbraietto né neve né mosto; corto corto e allegretto; Settembre settembrino Marzo pazzerello, con l’uva si fa il vino; il sole con l’ombrello; Ottobre in montagna, Aprile Aprile, matura la castagna; ogni goccia un barile; Novembre novembrino, Maggio bel Maggio, il sole è tutto un raggio; il fuoco nel camino; Dicembre senza fiori, Giugno Giugno, Natale nei cuori. la falce nel pugno;
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FEBBRAIO: IL TEMPO
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FEBBRAIO CHE TEMPO È? Il metodo: RICERCA
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IL SÉ E L’ALTRO
COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: interpretare ruoli/attivare il pensiero divergente.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Febbraio è un mese in cui la natura è a riposo, sta terminando l'inverno e la primavera si prepara. È il mese di carnevale e con esso arriva un carico di allegria. I bambini hanno bisogno di riflettere anche su ciò che fa ridere e perché, si presta spesso poca importanza alla canalizzazione di emozioni come la gioia e l'ilarità. Predisponiamo uno spazio che possiamo nominare “Teatro delle risate”. Creiamo un circle time ed in esso affrontiamo una discussione: - Cosa vi fa ridere? Perché? - Cosa senti mentre ridi?
Ascoltiamo le risposte dei bambini ed appuntiamole su dei cartoncini a forma di 'smiles'. Successivamente proviamo ad immaginare alcune fiabe inserendo degli elementi fantastici nelle azioni dei personaggi o mescolando le storie. Facciamo fare questa operazione di invenzione dai bambini. - La bella addormentata non si addormenta. - La matrigna contenta e carina. - Biancaneve si spaventa dei nani e li bastona.
Alla fine delle rielaborazioni verbali facciamo rappresentare liberamente e scriviamo la legenda della nuova trama con le indicazioni fornite dai bambini. Chiediamo, per verificare, se hanno compreso il compito: - Cosa vi ha fatto ridere trasformando la storia? Il tempo passa: gioco
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entazione s e pr
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LA PERA La frutta, così come la verdura, rappresenta un ingrediente importante e prezioso per la dieta di tutti i giorni, per mantenersi in buona salute e prevenire alcune malattie. Nella frutta sono contenute tante sostanze importanti, come le vitamine o i sali minerali, senza considerare l'apporto di acqua e fibre che regolarizzano le funzioni intestinali. “Con termine pera si intende il frutto (in realtà si tratta di un pomo, un falso frutto) delle piante del genere Pyrus a cui appartengono molte specie differenti. Alcune delle specie producono frutti eduli e vengono perciò coltivate, quella più diffusa è la specie Pyrus communis.” Fonte: Wikipedia
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FEBBRAIO: IL FRUTTO
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La pera è un frutto ricco di numerose sostanze: acqua, carboidrati, proteine, zuccheri, grassi, sodio, calcio, fosforo, magnesio, zinco e potassio. Questo alimento, apporta al bambino energia extra grazie ai nutrienti ad assorbimento lento e aiuta il suo sistema immunitario a rafforzarsi grazie all’apporto di vitamina C. La pera contiene acido folico e vari antiossidanti naturali. Infine questo frutto spicca per il suo contenuto di fibre e acidi grassi polinsaturi.
L’ALBERO DELLE PERE
Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare testi narrativi con diverse modalità espressive.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
Nell’orto della fattoria c’era un bell’albero di pere. Titta e Meo, i due topini, ne avevano molta cura. Tutte le sere lo innaffiavano e contavano i frutti, per accertarsi che non ne mancasse qualcuno: – Uno... due... tre... Una volta si accorsero che in una pera c’era un grosso buco. Il giorno dopo i buchi erano due e diventavano sempre più grandi, fino a che non rimase che il
La pera: racconto
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co rac nto
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torsolo, poi sparì anche quello. – Dobbiamo scoprire il ladruncolo – dissero i due topini. Si appostarono dietro a un albero e vi rimasero fino a sera. – Faremo la guardia tutta la notte, se sarà necessario, – disse Titta. – Faremo a turno... – precisò Meo. Al tramonto venne a posarsi sugli alberi la famigliola dei passeri; allegra e chiassosa come sempre. – Ecco chi mangia le nostre pere! – esclamarono Titta e Meo. – Provvederemo subito. Ritornarono poco dopo con due lunghe pertiche. – Sciò... sciò! - gridavano agitandole minacciosamente. I passeri fuggirono spaventati. – Non si faranno più vedere! – esclamò soddisfatto Meo. – Abbiamo salvato le nostre pere! – disse Titta con fierezza – Domani potremo raccoglierle. I passeri non tornarono più. Gli insetti dannosi che abitavano nei dintorni, aspettavano da tempo quel momento. Parlottarono a lungo tra loro, poi decisero: – Adesso possiamo andare, gli uccellini non ci sono più. Da ogni buco uscirono lunghe file di animaletti dalle forme più strane. Alcuni avevano le ali, altri erano lun-
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FEBBRAIO: IL FRUTTO
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ghi e viscidi, altri pelosi. Marciarono tutti in silenzio verso l’albero di pere. – Noi ci occuperemo del tronco, noi delle foglie, noi della frutta, – dissero. Per tutta la notte, indisturbati, rosicchiarono, morsero, succhiarono, masticarono con grande avidità. All’alba, quando videro arrivare Titta e Meo con un grande cesto, fuggirono via. Tita e Meo cantavano allegramente, ma smisero subito appena videro quello che era rimasto del loro albero di pere. Un gufo, loro amico, disse loro quello che era successo. Concluse dicendo: – Sarà bene che gli uccelli ritornino se non volete che le altre piante facciano la stessa fine. Non sarà un gran male se mangeranno qualche frutto! – Sbrighiamoci allora! – esclamarono Titta e Meo, – Andiamo prima che sia troppo tardi! Per tutto il giorno andarono in cerca dei passeri. Li trovarono appollaiati sulla cima di un albero. Non fu facile convincerli a ritornare... Tratto da Attilio Cassinelli, La raccolta delle pere, Giunti 1973
Utilizzando il metodo Munari facciamo realizzare cartoline con stampi di colore diverso con pere di varie misure.
La pera: racconto
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strocca a l fi
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IL TOPO PERA TUTTO DA MANGIARE I bambini non amano la frutta da subito, spesso bisogna presentarla con qualche escamotage. Per la pera... Utilizzando semplicemente delle pere e 3 lenticchie possiamo realizzare un topolino… tutto da mangiare! Facciamo il corpo con il frutto tagliato a metà in senso verticale. Per la testa utilizziamo invece una fetta tonda, tagliata in senso orizzontale. Sul muso mettiamo il cappuccio della pera. Per le orecchie e le zampe possiamo assemblare dei pezzetti tagliati ad hoc. Infine mettiamo le lenticchie sugli occhi e sul musetto.
Filastrocca della pera Filastrocca della pera, che conclude la cena a sera. Dopo pranzo, ad ogni ora... tanto che ne vuoi ancora! Grande, dolce, o piccolina, una dolcezza divina. È un frutto, da gustare per il suo nettare che si fa amare, profumata, giunge al cuore... la sua voglia di buon umore. adattamento da “Orsola” www.tiraccontounafiaba.it
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FEBBRAIO: IL FRUTTO
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LA PRIMULA: STORIA E CARATTERISTICHE Il nome del genere è rivelatorio della sua precocità: deriva dal latino primis (primo) e indica la comparsa precoce dei fiori appena finito l'inverno. Il termine "primula" compare per la prima volta nel 1101 in un elenco riportato in "Regimen sanitatis Salerni", dove si indicava con questo termine una specie "primizia di primavera" che si asseriva potesse curare la paralisi. Secondo Plinio, tisane e impiastri di tali fiori combattevano l'insonnia, i reumatismi, la paralisi e la gotta, mentre l'impiastro dei petali in viso era portentoso per le rughe. Nel Medioevo si riteneva che applicazioni esterne della pianta sul capo e sul petto potessero scacciare la malinconia. Nella tradizione popolare di molti popoli è considerata anche una pianta augurale. Sembra che nel Regno Unito sia chiamata “bunch of keys” che significa "mazzo di chiavi", nome legato a un'antica leggenda che narra di quando San Pietro gettò dal cielo le chiavi
La primula: presentazione
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del Paradiso, che una volta cadute a terra si trasformarono in primule. Anche Shakespeare le immortala in "Racconto d'inverno". Le primule contengono numerosi elementi, le cui proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche sono ben note, poiché analoghe a quelle dell'aspirina. I fiori contengono anche carotene (provitamina A) che svolge attività antiossidante nell'organismo. Per queste sostanze le primule hanno proprietà sedative, calmanti, soprattutto contro l'ansia e l'insonnia e sono analgesici naturali; si utilizzano soprattutto per leggeri mal di testa, come antinfiammatori e per la prevenzione di tosse e come febbrifughi. Altre applicazioni riguardano le malattie dell'apparato respiratorio, grazie all'azione fluidificante ed espettorante delle saponine presenti, quelle più giovani, sono ottime in cucina, consumate sia fresche, in insalata, che lessate nei minestroni. I fiori, sia mangiati in insalata prima di dormire che assunti in infuso, sono dei blandi sedativi naturali. Possono essere utilizzati anche per preparare un ottimo tè, ad azione lievemente calmante. Tradizionalmente usati nell'iperattività, mal di testa ed eccitazione nervosa, palpitazioni, vertigini, insonnia (specialmente nei bambini), nelle nevralgie fino all'isterismo e persino per attenuare la balbuzie. Per uso topico sono impiegati in impacchi antinevralgici. E, se vogliamo far fiorire anche le nostre tavole, impieghiamoli abbondantemente in variopinte insalate, per farcie di torte salate o addirittura canditi come dolci.
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FEBBRAIO: IL FIORE
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LA LEGGENDA DELLA PRIMULA Tanto tempo fa, l’Inverno aveva deciso di cacciare la fata Primavera quando sarebbe arrivata perché stava troppo bene nel bosco e non voleva più andarsene. Gli animaletti che ormai avevano finito le scorte di cibo misero la testolina fuori e capirono subito che l’Inverno quell’anno non se ne voleva più andare. Gli animaletti allora sperarono che il sole si facesse vedere al più presto. Il sole venne ma l’Inverno disse al suo servo vento di soffiare contro le nuvole. Il vento ubbidì subito e il cielo divenne cupo. La fata Primavera capì le intenzioni dell’Inverno e allora traendo coraggio dalla vista pietosa degli animali, impegnati alla ricerca vana di tenere erbe e freschi germogli, divenne invisibile tra i tronchi degli alberi spogli per rinnovare con la bacchetta magica il miracolo del risveglio. Nonostante la fata procedesse silenziosamente si fece sentire per i profumi che emanava. L’Inverno infuriato chiamò l’altro servo, il Gelo e disse di catturare la fata e rinchiuderla a chiave nella grotta posta tra i ghiacci sopra la montagna. Compiuta la missione il Gelo scese giù e vide tutti gli animaletti riuniti a consiglio. Dissero che se non fos-
La primula: leggenda
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genda leg
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sero riusciti a liberare la fata sarebbero morti. Tutti fecero allora una buona proposta ed infine una rondine decise di andare fin lassĂš. Ritennero che questa era una buona idea, ma purtroppo non câ&#x20AC;&#x2122;era la chiave per aprire la porta della grotta. In coro tutti gli animaletti pregarono che il cielo li aiutasse e infatti poco dopo scese un mazzo di chiavi dorato dal paradiso. CosĂŹ nacquero le primule, gialli fiorellini riuniti come ciuffetti, uguali a piccoli mazzi di chiavi. Tutti insieme appaiono sul limitare dei boschi prima che lâ&#x20AC;&#x2122;Inverno apra le porte alla Primavera.
Mostriamo ai bambini alcune opere d'arte di impressionisti: Monet, Renoir, ecc... che rappresentano giardini e paesaggi primaverili. Facciamo notare come i fiori, dalle nifee alle primule, siano colorati utilizzando la tecnica del puntinismo (utilizziamo il modello della pagina accanto per far colorare i bambini con questa tecnica). Mettiamo a disposizione, tempere, pennelli e bastoncini per le orecchie e facciamo realizzare un prato in fiore, oppure facciamo utilizzare della carta velina di diverse sfumature di verde, strappata a strisce che incolleremo a strati e poniamo delle palline di carta colorata sparse, per fare le corolle delle primulette.
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FEBBRAIO: IL FIORE
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La primula: modello
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ità di g ruppo v i t at
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SAPONE CON LE PRIMULE Materiale occorrente: • Una barra di glicerina solida • Una ciotola in vetro o un misurino • Stampi in silicone • Foglie di primule colorate • Opzionale: oli essenziali • Opzionale: glitter e perline da decorare, astina artigianale per la miscelazione.
FEBBRAIO: IL FIORE
Mettiamo metà della glicerina nel misurino e scaldiamolo su una fonte di calore, fino a farlo diventare liquido. (Questa parte dovrebbe essere fatta solo da adulti o sotto stretta supervisione da parte di adulti). Poniamo negli stampi foglie di primule e in aggiunta oli essenziali e glitter (se vogliamo utilizzare il sapone come decorazione). Versiamo la glicerina liquida negli stampi in silicone. Quando la glicerina inizia a raffreddarsi controlliamo se la saponetta si stacca, ma è meglio avere pazienza, attendere che sia completamente raffreddato per togliere le saponette dagli stampi in silicone.
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La primula: attivitĂ di gruppo
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LAPBOOK D’INVERNO
Racchiudiamo in un lapbook le sensazioni dell’inverno, puntando l’attenzione sulla lentezza degli avvenimenti della natura, sull’evolversi pacato e gelido di incanti paesaggistici e riflettiamo insieme sui passi più significativi del percorso fatto insieme.
SI COMINCIA!
Il tema per racchiudere le nostre attività in un lapbook può essere un librotasca. Tante tasche ‘calde’ per custodire ricordi e conoscenze acquisite.
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INVERNO: LAPBOOK
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1. Procuriamoci un foglio bristol di colore celeste e pieghiamolo a metà dal lato più lungo. 2. Creiamo sulla copertina il titolo ‘LENTO INVERNO’ con un paesaggio innevato e una tasca, con cartoncino marrone, che contiene immagini e fotografie portate da casa o ritagliate da riviste. 3. All’interno sviluppiamo il percorso, cominciando dagli animali: creiamo un burattino di un pinguino utilizzando lo stecco di legno di un gelato, cartoncino nero e dischi di cotone, inseriamolo nella tasca del libricino creato dal cartoncino rosso. Riproduciamo l’amico Orso polare con carta da quotidiano e in-
INVERNO: LAPBOOK
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corniciamolo con tanti fiocchi di neve realizzati con colori a dito. 4. Gli alberi: sempreverdi innevati, quelli spogli e senza foglie realizziamoli con tecniche diverse (cartoncino ondulato, rotoli di carta igienica e resti dei ritagli di quotidiano utilizzati in precedenza). Insieme attiviamo una conversazione e ricordiamo insieme le caratteristiche e le diversità. 5. La signora arancia che è stata regina di succulenti spremute e giochi con il colore, insieme agli altri agrumi. Riportiamo nel lapbook le foto del percorso e realizziamo uno spazio dedicato. 6. Un aspetto fondamentale della stagione invernale è stato il freddo e il nostro adattamento, i cambiamenti del nostro armadio, per necessità. Creiamo un armadio tridimensionale, con le ante che si aprono e contengono i capi d’abbigliamento indispensabili per coprirsi dalle temperature così basse. Utilizziamo panno lenci e altre stoffe che incolleremo
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INVERNO: LAPBOOK
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dentro l’armadio, ma che ci serviranno anche per ‘vestire’ la sagoma umana che incolliamo vicino all’armadio. 7. Quando il lapbook sarà pronto, riuniamo i bambini nell’angolo della conversazione e impariamo la filastrocca, indicando ogni volta gli elementi mezionati.
Lento inverno È inverno lento, lento, come un fiocco di neve che scende e plana lieve. Lo fermo con una foto questo incanto di alberi coperti dal manto, di un pinguino contento e della zia che con me fa un esperimento con l’arancia che arancione. Per il freddo metto un maglione se non basta aggiungo cappotto e sciarpone è inverno lento, lento è un incanto che da sgomento. C. Gattella
INVERNO: LAPBOOK
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FEBBRAIO
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
E APPRENDIMENTI ATTESI
SÌ
NO
IN PARTE
• Si interessa degli avvenimenti della scuola.
• Ha acquisito un buon spirito d’iniziativa.
• Analizza, scompone e rielabora un testo narrativo. • Rielaborare vissuti e realizzarne documentazione com un giornalino.
• Ha maturato la coordinazione spaziale.
• Esercita la manualità fine.
• Modella, colora, realizza semplici manufatti.
• Utilizza tecniche innovative per costruire.
• S’interroga e ipotizza sul tempo cronologico. • Sa distinguere la notte dal giorno. • Realizza con il tinkering. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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FEBBRAIO: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
NOTE
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di febbraio LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: PRIMAVERA • Promuovere lo spirito d'iniziativa. • Imparare a rielaborare le esperienze vissute.
• Cooperative learning. • Role Playing. • Storytelling.
IL BAMBINO:
IL BAMBINO:
- riconosce le sue capacità e le esprime.
- rispetta le regole del gruppo; - gioca e lavora in modo costruttivo.
• Storytelling. • Conversazioni libere e guidate. • Atelier delle parole.
IL BAMBINO:
IL BAMBINO:
I DISCORSI E LE PAROLE
• Ascoltare, porre domande, rielaborare. • Utilizzare un registro linguistico appropriato.
- sa usare il linguaggio appropriato in situazioni comunicative diverse.
- usa la lingua, arricchisce e precisa il proprio lessico.
• Rappresentare con il corpo contenuti. • Sviluppare la coordinazione oculomanuale.
• Giochi motori. • Attività psicomotorie. • Esercizi di manualità fine.
IL BAMBINO: - è in grado di muoversi in gruppo rispettando le regole.
IL BAMBINO: - prova piacere nelle attività motorie; - sperimenta schemi posturali motori.
• Modellare, colorare e realizzare semplici manufatti. • Esercitarsi graficamente su consegne ben precise.
• Attività laboratoriali e individuali.
IL BAMBINO: - usa i materiali della natura per creazioni artistiche grafiche, sonore, canore.
IL BAMBINO: - sperimenta e combina elementi e materiali diversi.
IL BAMBINO: - è in grado di riconoscere le caratteristiche di elementi naturali; - effettuare misurazioni e documentazioni.
IL BAMBINO: - osserva con attenzione organismi viventi, i loro ambienti e i fenomeni naturali.
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IL SÉ E L’ALTRO
Contenuti
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Traguardi per lo sviluppo
IMMAGINI, SUONI, COLORI
Abilità
Obiettivi
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• Riconoscere l'im• La natura nel peportanza della salriodo primaverile. vaguardia dell'ambiente. • Identificare proprietà dei materiali: confrontare, valutare osservare e documetare esperienze.
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TEMI E ICONE DI PRIMAVERA
IL TEMPO: le nuvole e il ciclo dellâ&#x20AC;&#x2122;acqua
IL FRUTTO: la fragola IL FIORE: il tulipano
LE PIANTE: la primavera e gli alberi GLI ANIMALI: il ritorno delle rondini IL FRUTTO: la mela IL FRUTTO: la ciliegia IL FIORE: la mimosa
IL FIORE: la rosa
Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo. Maria Montessori
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SOMMARIO DI MARZO IL TEMPO • Le nuvole e il ciclo dell’acqua Le nuvole ................................................... 292 Cosa sono le nuvole? ................................ 293 Piccole e leggere....................................... 293 Il colore delle nuvole ................................. 293 I colori mutevoli del cielo .......................... 294 Le nuvole ................................................... 294 Laboratorio delle nuvole ........................... 295 Come fare le nuvole .................................. 295 Con il latte ................................................. 295 Con il materiale da riciclo.......................... 296 Con la spuma bianca ................................. 296 Nuvole in barattolo ................................... 297 Parliamo dell’acqua ................................... 299 I colori mutevoli del cielo .......................... 300 Galleggiamento......................................... 303 Solubilità.................................................... 305 Assorbimento ............................................ 307 Piccoli scienziati......................................... 309 L'acqua mi piace........................................ 311 Acqua ........................................................ 311 Giochi d’acqua .......................................... 312 Il gioco dei travasi ..................................... 313 La goccia ................................................... 314 Acqua fresca.............................................. 315 Indovinello ................................................. 315 Giochi d’acqua .......................................... 315
LE PIANTE
• La primavera e gli alberi Segnali di primavera: gli alberi.................. 316 Un albero speciale..................................... 318 Albero secolare, albero, alberello ............. 320 La poesia dell'albero ................................. 321 L'albero di primavera ................................ 322 Il giardino botanico o il prato.................... 323 Primavera sensazioni e osservazioni.......... 324 Il vecchio ciliegio ....................................... 326 La primavera dai tenui colori..................... 328 Son la primavera!....................................... 329 Sul prato fiorito ......................................... 330
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Fantasie di primavera ................................ 331 Un quadretto di tessuti ............................. 331 Fiore di carta velina ................................... 331 Un pesco fiorito ......................................... 331 L’uccellino Fischietto ..................................332 Gli “uccellini” imparano a volare............... 333 L’albero degli uccellini............................... 334 Canto di primavera.................................... 335
GLI ANIMALI • Il ritorno delle rondini Il ritorno delle rondini................................ 336 Identikit della rondine ............................... 337 Circle time ................................................. 339 Casa piccola .............................................. 339 • Il risveglio dal letargo Il risveglio degli animali ............................. 340 Babul è tornato.......................................... 340 Sveglia, sveglia! ........................................ 342 Si sveglia la primavera ............................... 343
IL FRUTTO
• La mela La mela ...................................................... 344 Tanti racconti sulla mela ............................ 345 La mela nelle varie credenze ..................... 346 Le mele nell'arte........................................ 346 Giochiamo con la mela.............................. 348 Dipingiamo una mela ................................ 349 Alcune schede operative........................... 350 Filastrocca della mela ................................ 353 La mela ...................................................... 353
IL FIORE
• La mimosa La mimosa ................................................. 354 Una mimosa per la festa della donna........ 356
• Scheda per l’osservazione valutativa ..... 358 • Diario di bordo ....................................... 359
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Nonostante l’ora mattutina, all’aria fresca era già mescolato un po’ di tepore. Si era già alla fine di marzo. Franz Kafka
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entazione s e pr
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LE NUVOLE I bambini sono grandi osservatori e spesso guardano il cielo incantati chiedendosi: Perché? Spesso non è facile spiegare. Bisognerebbe rispondere in modo semplice e chiaro a quelle domande insistenti e precise che molte volte ci mettono in difficoltà. - Stavo seguendo una nuvola, non c'è più, dove è andata? - Forse si è divisa in tante piccole nuvolette, l’ha portata via il vento o probabilmente è sparita perché le gocce di acqua che la formavano sono cadute sulla terra. Tutti ci siamo fermati a guardare il cielo: le nuvole assomigliano alle cose più disparate. E vediamo visi nei giochi d'ombra delle foglie degli alberi, e, se ne abbiamo paura, una macchia sul muro diventa un pericoloso ragno. Ma... cosa sono le nuvole?
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MARZO: IL TEMPO
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COSA SONO LE NUVOLE?
Le nuvole sono delle formazioni fatte di piccolissime particelle d'acqua condensata oppure, se la temperatura è abbastanza bassa, sono composte di micro cristalli di ghiaccio. Queste particelle e questi cristalli restano sospesi nell'atmosfera e si spostano seguendo il vento.
PICCOLE E LEGGERE
L’acqua, lo sappiamo, è più pesante dell’aria. Ma quando è frantumata nelle microscopiche particelle di acqua condensata che formano le nubi, galleggia e rimane staccata dal suolo. In realtà queste particelle condensate non restano sospese e ferme ma tendono a cadere, per effetto del proprio peso, come tutte le cose sulla Terra. Tuttavia sono così piccole e leggere che vengono riportate in alto dalle correnti d’aria. Ecco perché le nubi sono in continua evoluzione e mai uguali le une alle altre. Nel loro costante movimento salgono, scendono e cambiano forma senza sosta.
IL COLORE DELLE NUVOLE
Normalmente le nuvole sono bianche perché il vapore acqueo di cui sono fatte riflette molto bene la luce che le colpisce. Però se la nube è molto grande e molto densa di particelle di vapore acqueo, la luce verrà dispersa all'interno di queste particelle e il colore della nuvola cambierà: da bianca tenderà a diventare grigia o addirittura blu scuro o nera. È per questa ragione che le nuvole grigie portano acqua: perché ne contengono davvero molta di più di quelle bianche e dunque potrebbe piovere! Le nuvole e il ciclo dell’acqua: informazione
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a ser v zione s o
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I COLORI MUTEVOLI DEL CIELO Il metodo: RICERCA
La tecnica: DEBATE
I DISCORSI E LE PAROLE
Spazio: laboratorio
COMUNICAZIONE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare, porre domande, rispondere e comunicare rispettando il registro del dibattito.
Tempi: circa un’ora
Per capire ciò che vediamo è necessario conoscere e comprendere il linguaggio delle immagini che arrivano ai nostri occhi, un linguaggio fatto di colori, ombre, luci e superfici. Partendo dal presupposto che il colore è un linguaggio, ed è quindi comunicazione, espressione e creatività, i bambini possono così vivere emozioni e sensazioni. Diamo la possibilità di sperimentare attraverso un laboratorio grafico-pittorico le varie forme delle nuvole e l'immaginario della loro consistenza. Dovrà essere un laboratorio che partirà con l'esperienza di fotografare il cielo per qualche giorno.
Le nuvole
Che bello essere nuvole, candide e libere nel cielo. Voi sì che potete viaggiare, conoscere paesini sconosciuti. Vi accostate al cielo, per essere piu belle, giocate a far forme strane per farvi osservare dalla gente. Siete come delle montagne di panna montata, cosi dolci che verrei nel cielo per mangiarvi. Quando piove tutto è triste, voi vi mettete a piangere e diventate nere dalla rabbia, ma tutto si risolve concludendosi con un sorriso perché il sole e tornato. https://docplayer.it/16130123-Direzione-didattica-2-circolo-sassuolo.html
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MARZO: IL TEMPO
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LABORATORIO DELLE NUVOLE Il metodo: RICERCA
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZA DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: sperimentare, ipotizzare, verificare.
Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora
COME FARE LE NUVOLE
All'interno del laboratorio proponiamo diverse attività per riprodurre le nuvole.
CON IL LATTE
Riempiamo due ciotoline: una con il latte colorato di azzurro e l'altra con il latte colorato di rosa. Riempiamo una bacinella più grande, trasparente, di acqua e posiamola su un fondo bianco per poterne ammirare meglio l'effetto. Riempiamo un contagocce con il contenuto di una ciotolina (es. latte azzurro) e versiamo poche gocce alla volta nell’acqua. Il latte a contatto con l’acqua darà vita alle nostre nuvole!
Le nuvole e il ciclo dell’acqua: attività di gruppo
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ità di gruppo v i t at
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CON IL MATERIALE DA RICICLO Mettiamo a disposizione cartoncino azzurro, lana, battufoli di cotone, tappi di plastica, pezzi di carta bianca e lasciamo che le nuvole prendano forma.
CON LA SPUMA BIANCA
Ciò che colpisce i bambini delle nuvole, oltre la forma, è la loro consistenza, l'idea che ne hanno è sempre quella della morbidezza (e forse anche per noi adulti). Proponiamo un esperimento che faccia vivere questa similitudine alla malleabilità e alla morbidezza. Mettiamo in una vaschetta della
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MARZO: IL TEMPO
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spuma da barba, possibilmente ecologica, aggiungiamo due cucchiai di colla vinilica e della porporina argento e azzurra. Facciamo mescolare con un cucchiaio di legno ad ogni bambino. Infine usiamo il composto per dipingere le nuvole della forma che preferiscono.
NUVOLE IN BARATTOLO
Materiale occorrente: • Un vasetto di vetro • Schiuma da barba • Acqua • Colore alimentare blu • Contagocce o cucchiaino
Riempiamo il barattolo di acqua quasi fino al bordo. A questo punto spruzziamoci sopra molta schiuma da barba fino a superare il bordo del vaso, ma facendo attenzione che non coli fuori. In questo modo avremo creato il cielo e la nuvoletta. Ora facciamo piovere! Usando un contagocce oppure un cuc-
Le nuvole e il ciclo dell’acqua: attività di gruppo
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chiaino facciamo cadere lentamente alcune gocce di colore alimentare blu sopra la schiuma da barba. Ben presto le gocce, essendo pesanti, supereranno la nuvola cadendo nellâ&#x20AC;&#x2122;acqua. Si protranno vedere chiaramente le scie di colore che andranno a depositarsi sul fondo del vaso.
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MARZO: IL TEMPO
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PARLIAMO DELL’ACQUA
Agli occhi del bambino l’acqua è un elemento affascinante ed emozionante, lo coinvolge nella sua totalità, contribuisce a soddisfare il suo desiderio di manipolazione, gli offre molte possibilità di gioco e lo porta alla scoperta di nuove conoscenze. Cominceremo a conoscere l’acqua improvvisandoci piccoli scienziati e studieremo i fenomeni dei passaggi di stato, il galleggiamento, la solubilità e l’assorbimento. Scopriremo un metodo efficace per far capire ai bambini quanto l’acqua sia importante per la vita organizzando, ove possibile, delle uscite e degli incontri con gli anziani, per farci spiegare come sia cambiato il modo di usare l’acqua rispetto a quando loro erano piccoli.
Le nuvole e il ciclo dell’acqua: informazione
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I COLORI MUTEVOLI DEL CIELO Il metodo: RICERCA
La tecnica: STEM
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: riconoscere l'importanza della salvaguardia dell'ambiente.
Spazio: laboratorio Tempi: 45 minuti
Cogliamo l’occasione per mostrare ai bambini alcune problematiche legate alla carenza di acqua. Mettiamo a disposizione dei bambini i seguenti materiali: - vaschette e recipienti di varie dimensioni; - imbuti, cannucce, contagocce, mestoli; - saponi.
Invitiamoli a giocare liberamente con l’acqua: travasare, strizzare, lavare, schizzare, fare bolle di sapone. Dopo aver riempito d’acqua alcune vaschette di plastica, invitiamo i bambini alla conversazione per scoprire quali siano le loro conoscenze su questo elemento:
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MARZO: IL TEMPO
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• A cosa serve? • Da dove viene? • Dove va? Annotiamo le loro osservazioni, che saranno il punto di partenza per le conoscenze successive. Dopo questa prima fase, chiediamo ai bambini di giocare mettendo a loro disposizione contenitori e materiali vari. Lasciamoli liberi di agire, osservando e annotando le loro conversazioni e le loro scoperte: Luca: Io ho messo l’acqua nella bottiglia con l’imbuto, perché sennò mi andava fuori, perché il buco della bottiglia è piccolo. Lorenzo: Ho messo l’acqua dentro la bottiglia poi quando la bottiglia era piena ho riempito tanti bicchieri piccoli. Le nuvole e il ciclo dell’acqua: osservazioni
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er vazion e oss
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Ugo:
Ho giocato con l’acqua e l’ho messa dentro la bottiglia con l’imbuto. Anita: Ho messo l’imbuto nella bottiglia perché il buco era troppo piccolo; il buco del barattolo è grosso e l’imbuto non serve. Matteo: Ho giocato con l’acqua: col bicchiere buttavo l’acqua dentro la vasca e poi mi serviva l’imbuto per buttare l’acqua dentro il bicchieretto piccolo. Laura: Mi sono bagnata tutta perché ho giocato con l’acqua: dal bicchiere io la buttavo nel vasetto trasparente; Nicola invece con il bicchiere metteva l’acqua nel bottiglione. Lucia: Io soffiavo dentro la cannuccia e l’acqua si muoveva e faceva le onde. Marco: L’acqua è andata a finire nel grembiule, nella maglia, nei pantaloni e per terra. L’acqua mi piace perché è bella e ci posso giocare, nell’acqua del mare ci posso nuotare.
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MARZO: IL TEMPO
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GALLEGGIAMENTO Il metodo: RICERCA
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: identificare proprietà dei materiali , confrontare e valutare.
Materiale occorrente: • Una bacinella grande d’acqua • Tappi di sughero, legnetti, noci, polistirolo, bottigliette di plastica • Piccoli oggetti di ferro, plastica e altro
Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora
Per avvicinare i bambini ad osservare e sperimentare il fenomeno del galleggiamento, repariamo una grande vasca piena d’acqua e una varietà di oggetti di legno, metallo, plastica, sughero, polistirolo, ecc..., diversi per forma, peso e grandezza. Chiediamo ad ogni bambino di scegliere un oggetto e di dire come si comporterebbe, secondo lui, quell’oggetto nella bacinella dell’acqua.
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Il fenomeno del galleggiamento è assai complesso e dipende da alcune variabili; quello che più ci preme è evitare che nei bambini si consolidino idee arbitrarie ed ingiuste come: il ferro affonda, le cose piccole galleggiano, le cose grandi affondano. Dopo alcune prove concrete i bambini capiranno che non è così facile fare previsioni e comprenderanno che il galleggiamento degli oggetti a volte dipende anche dal modo in cui essi vengono messi nell’acqua, e che lo stesso materiale, quando assume forme diverse, può comportarsi in modo diverso. Costruendo poi delle barchette con tappi di sughero, gusci di noci e polistirolo, avremo delle osservazioni simili alle seguenti: Matteo: “La pallina di legno è rimasta sopra l’acqua perché galleggia, anche se la metti giù forte galleggia”. Nadia: “Il tappo di sughero galleggia perché è leggero, il fermaglio di ferro è leggero però è affondato.”
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MARZO: IL TEMPO
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SOLUBILITÀ Il metodo: RICERCA
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: identificare proprietà dei materiali, confrontare e valutare.
Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Vaschette per l’acqua • Sale grosso e fino • Farina bianca e gialla • Tè e caffè • Riso, sabbia e sassi • Detersivo in polvere e liquido • Cera e carta colorata • Olio, zucchero e bicarconato
Dopo aver presentato, una alla volta, alcune sostanze solubili a disposizione, non ancora in acqua, permettiamo a tutti i bambini di toccare, osservare, annusare, assaporare e descrivere le caratteristiche delle sostanze. Fatto questo ognuno sceglierà una delle sostanze a disposizione e prenderà una vaschetta d’acqua. Prima di procedere ognuno farà le sue previsioni dicendo che cosa potrebbe accadere quando la sostanza si metterà nell’acqua. I bambini versano nell’acqua la propria sostanza e confrontano le loro ipotesi e previsioni con i dati ottenuti nell’esperienza. Le insegnanti documentano le reazioni attraverso foto, che incolleranno Le nuvole e il ciclo dell’acqua: sperimentazione
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su un cartellone riassuntivo su “Cosa si scioglie, cosa no.” Ecco le nostre osservazioni: Mattia: – Siamo andati nell’aula di scienze a fare gli esperimenti. La maestra ha portato la roba da mettere nell’acqua, io ho messo il caffè nell’acqua e l’acqua è diventata nera come il carbone. Ugo: – I sassi non si sciolgono perché sono duri, lo zucchero si scioglie perché è morbido. Federica: – La maestra mi ha fatto sentire lo zucchero e l’ho messo dentro l’acqua, io ho girato con la forchetta e lo zucchero si è sciolto, non c’era più, stava in mezzo all’acqua. Anna: – Ho immerso la carta fucsia e l’acqua è diventata rosa perché io ho girato.
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ASSORBIMENTO Materiale occorrente: • Bacinelle per l’acqua • Colori a tempera • Spugne • Carta di vari tipi (assorbente, velina, di giornale, di alluminio) • Pezzetti di legno • Piccoli oggetti di plastica • Pezzetti di stoffa
Presentiamo ai bambini i materiali che abbiamo a disposizione e dividiamoli in piccoli gruppi. Ogni gruppo avrà a disposizione una bacinella piena d’acqua in cui sperimentare l’assorbenza dei vari materiali. Utilizzando lo stesso procedimento adottato per i miscugli e le soluzioni del precedente laboratorio, lasciamo che i bambini facciano supposizioni e previsioni riguardo al comportamento di ciascun materiale. Lasciamo poi che immergano ogni materiale nella vaschetta e ne sperimentino l’assorbenza. Anche i risultati di questa esperienza andrebbero documentati dall’insegnante e utilizzati per un cartellone riassuntivo sui mateLe nuvole e il ciclo dell’acqua: sperimentazione
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riali assorbenti e non assorbenti. Ecco cosa abbiamo scoperto: Matteo: – Quando ho messo la carta bianca dentro l’acqua blu la carta è diventata blu, perché assorbiva l’acqua. Nadia: – Lo scottex assorbiva l’acqua e l’acqua andava nella carta, invece la carta grigia (di alluminio) non assorbiva l’acqua e se ce la mettevi rimaneva lì. Ugo: – La maestra ha versato l’acqua nel tavolo, non si assorbiva e si è bagnato il tavolo, allora l’ho asciugato con la stoffa. Lucia: – Io ho visto la spugna che si apriva sull’acqua perché l’acqua andava dentro la spugna. Sandro: – La plastica non gliela fa a raccogliere l’acqua, la spugna ne raccoglie tanta.
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PICCOLI SCIENZIATI Il metodo: RICERCA
La tecnica: STEM
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: osservare con attenzione e documentare esperienze in ambito scientifico.
Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora
Invitiamo i bambini a riflettere sui tre Materiale occorrente: stati dell’acqua, partendo dall’osserva• Attrezzi da cucina zione: • Congelatore • dell’acqua che esce dal rubinetto • Fornello (stato liquido); • del ghiaccio (stato solido); • del vapore (stato gassoso). Facciamo dei semplici esperimenti insieme e, alla fine, rappresentiamoli graficamente: mettiamo l’acqua del rubinetto nel congelatore, poi versiamola in una pentola e portiamola ad ebollizione. Ecco ciò che abbiamo capito: Marco: Ho messo un barattolo con l’acqua nel congelatore ed è diventato ghiaccio; quando l’ho tirata fuori il ghiaccio si è sciolto perché il caldo l’ha fatto sciogliere. Anna: Nel frigorifero l’acqua è diventata come un ghiacciolo
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perché lì era tanto freddo. Federica: La maestra ha messo l’acqua nella pentola: la pentola era come il mare e il coperchio la nuvola. Sotto al coperchio c’erano le goccioline. Mattia: Sul fornello c’era la pentola con l’acqua e il coperchio, l’acqua bolliva, diventava fumo, e sotto il coperchio c’erano le gocce come di pioggia. Lorenzo: Quando la metti sul fuoco, l’acqua fa un vapore come quando c’è la nebbia.
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L'acqua mi piace L'acqua mi piace fresca da bere, tenerla pulita è mio dovere. Mi piace l'acqua per schizzare, giocare, nuotare e anche da travasare. Acqua Non mi piace tanto Acqua di monte, quando lo shampoo devo fare. acqua di fonte, Ma la mamma insiste: acqua che squilli, con poco sapone lo prometto, acqua che brilli, ma ti devi lavare, acqua che canti e piangi, se non ti vuoi in un maialino trasformare! acqua che ridi e muggi. Tu sei la vita e sempre sempre fuggi. Gabriele D'Annunzio
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GIOCHI D’ACQUA Il metodo: RICERCA
La tecnica: LABORATORIO DI SCIENZE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: essere rispettosi verso l'ambiente. Giocare senza sprecare.
Spazio: giardino Tempi: circa un’ora
L’acqua è per il bambino fonte di stimoMateriale occorrente: lazione e scoperta. Con l’acqua il bambino entra in contatto ogni giorno, in • 4 Bacinelle diverse circostanze, molte volte però • Tante cannucce non viene considerato dagli adulti elemento ludico, o risorsa per nuovi apprendimenti e scoperte. I giochi d’acqua sono molto ambiti, ma quasi sempre proibiti! L'acqua è il tesoro che ci dona la vita, va custodito con estrema cura e attenzione. Dividiamo i bambini in due squadre, consegniamo a ognuno una cannuccia e riempiamo in modo identico due delle quattro bacinelle, poi sistemiamole vicino alle bacinelle vuote. Ogni squadra si posizionerà vicino a una coppia di bacinelle e tutti i bambini dovranno aspirare con le cannucce un pochino d’acqua alla volta dalla bacinella piena e poi travasarla in quella vuota. Vince la squadra che trasporta per prima tutta l’acqua da una bacinella all’altra.
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MARZO: IL TEMPO
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IL GIOCO DEI TRAVASI Questo gioco ha lo scopo di far fare delle esperienze senso-percettive sull'acqua, ma anche di far scoprire le sue caratteristiche fisiche, come quella di non avere una forma propria e di essere trasparente. Facciamo sedere i bambini intorno al tavolo. Distribuiamo loro alcuni contenitori e bicchieri di carta. Mettiamo al centro una bacinella e lasciamo che i bambini prendano acqua con i loro contenitori e proviamo a farli svuotare e riempire a piacimento. Successivamente diamo la regola: tutti i bicchieri devono essere vuoti, solo un bambino dovrà averlo pieno d'acqua. Quest’ultimo travaserà la sua acqua nel bicchiere del bambino seduto accanto e così via, fino a che l'acqua tornerà al primo bambino. Scopriranno che molte gocce si sono perse per strada e il bicchiere non sarà più pieno come prima. Questo è ciò che succede anche nelle nostre case: se l'acqua non viene usata con parsimonia, molta ne andrà persa e non potrà più essere utilizzata.
Le nuvole e il ciclo dell’acqua: sperimentazione
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LA GOCCIA Disegniamo sulla gommapiuma la sagoma di una goccia (dell’altezza di • Gommapiuma circa 25 cm), dipingiamola utiliz• Colori a tempera nei zando la tempera nei toni del blu (aztoni del blu zurro, celeste…) e aspettiamo che si • Pennelli asciughi. • Forbici Quando la goccia è pronta, ritaglia• Carta crespa celeste mone i contorni con le forbici o un taglierino e disegniamo con il pennarello nero gli occhi e la bocca. Tagliamo dalla carta crespa quattro ovali allungati, due di 8x3 cm (le braccia) e due di 11x3 cm (le gambe): fissiamo i due più corti ai lati della goccia e i due più lunghi nella parte inferiore, come in figura.
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Materiale occorrente:
MARZO: IL TEMPO
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Acqua fresca
Acqua fresca e deliziosa sei dell’oro più preziosa e anche se non hai colore è immenso il tuo valore! Valeria Forconi
Indovinello
È fresca e trasparente, scorre dentro ad un torrente fa le onde dentro al mare ti ci puoi anche tuffare. Puoi usarla per pulire per lavarti a non finire puoi berla senza posa e innaffiarci anche una rosa. È preziosa, credi a me, tu sai dirmi che cos’è? Valeria Forconi
Giochi d’acqua
Schizzo, sciacquo, bagno e spruzzo dentro l’acqua gioco e sguazzo faccio un tuffo da merluzzo mi diverto come un pazzo per guarire dal singhiozzo prendo un po’ d’acqua dal pozzo. Raffaella Persichella
Le nuvole e il ciclo dell’acqua: poesie e filastrocche
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sentazione pre
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SEGNALI DI PRIMAVERA: GLI ALBERI L’arrivo della primavera permette di incentivare l’esplorazione dell’ambiente sociale e naturale quotidiano, per giungere ad una maggiore padronanza degli spazi circostanti la scuola e per conoscere i più importanti fenomeni che si verificano in natura con l’avvento della bella stagione. Obiettivo generale della nostra attività sarà quello di sviluppare curiosità ed interessi per i fenomeni naturali come la fioritura, la crescita delle piante, i comportamenti degli animali e gli aspetti del clima. Luogo privilegiato per le scoperte sarà il giardino o il parco del quartiere, dove i bambini possono dirigere spontaneamente la loro osservazione e seguire da vicino lo sviluppo delle piante e dei fiori.
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MARZO: LE PIANTE
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Ogni spazio all’aperto diviene il laboratorio primario delle attività e potrà essere integrato da un laboratorio in sezione per la cura di piante in vaso o di piccoli animali in terrari ed habitat adatti. I prati si coprono del verde tenero dell’erba fresca; spuntano le viole profumate e le tenere margherite. Si annuncia il risveglio della natura, ma solo quando fioriranno gli alberi sarà primavera davvero! Le passeggiate in campagna permettono di godere di un panorama che ogni giorno fa registrare un cambiamento. Sugli alberi da frutto si notano le gemme: i rigonfiamenti da cui spunteranno le piccole foglie o i fiori. Nel frutteto, il mandorlo schiude le gemme e i primi fiori rivestono la pianta di una candida veste. Il ciliegio, l’albicocco, il pesco, il melo e il pero sono ancora spogli ma poi, se pure in tempi diversi, anche loro si rivestiranno di una nuvola di fiori bianchi o rosa prima di lasciar crescere le foglie tenere e delicate. Quasi tutti gli alberi da frutto, per produrre frutti buoni e abbondanti, hanno bisogno che il polline dei fiori sia trasportato di albero in albero. Le api, che volano da un fiore all’altro alla ricerca di nettare, risultano degli eccellenti trasportatori. Quando il polline di un fiore, attaccato alla “pelliccia” di un’ape, cade su un altro fiore avviene l’impollinazione e così può svilupparsi il frutto. Sarà però necessario il sole dell’estate e tante cure perché il frutto cresca e diventi succoso!
La primavera e gli alberi: informazione
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UN ALBERO SPECIALE A prima vista poteva sembrare un albero come tanti altri. Stava nel mezzo di un prato leggermente in discesa. Aveva un tronco piuttosto grosso e una chioma folta e voluminosa. Il tronco era ricoperto da una rugosa corteccia marrone e nodose radici affioravano dal terreno. Le foglie erano verdi e folte, ma stavano troppo in alto perché si potesse vedere esattamente la loro forma. Ai piedi dell’albero c’erano ciuffi d’erba, margheritine, ciottoli e, dopo la pioggia, qualche fungo dal cappello rosso, proprio come nelle illustrazioni dei libri. Sui rami c’erano fiori e frutti, farfalle, api, uccellini… Un albero come tutti gli altri, insomma! Ma, a guardare bene, si scopriva una porticina nascosta in basso fra le radici nodose. Una porticina abbastanza grande per poterci passare attraverso senza rimanere incastrati (a patto di non essere troppo grassi). Il tronco infatti era cavo e dentro c’era una scaletta a chiocciola che portava in alto, ai rami pieni di foglie. Non solo, ma sulla parte esterna del tronco alcuni spuntoni di rami tagliati ad altezza crescente formavano ottimi gradini o
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MARZO: LE PIANTE
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appigli per chi volesse arrampicarsi senza passare per la porticina segreta. Naturalmente Aglaia preferiva questa scaletta esterna e ci saliva veloce come uno scoiattolo. Aglaia aveva otto anni e abitava sull’albero insieme con la sua amica Bianca che invece era una persona grande.
• Dove si trova l’albero? • Com’è il suo tronco? • Com’è la chioma? • Di che colore sono le foglie? • Cosa c’è ai piedi dell’albero? • Cosa c’è, invece, sui suoi rami? • Quello descritto è un albero grande o piccolo? • Secondo te, si può davvero vivere su un albero? • Chi vive davvero sugli alberi? La primavera e gli alberi: racconto
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ALBERO SECOLARE, ALBERO, ALBERELLO Il metodo: OUTDOOR EDUCATION La tecnica: OSSERVAZIONE DIRETTA
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le caratteristiche degli elementi naturali.
Spazio: all'aperto Tempi: circa un’ora
Esistono tantissimi tipi di alberi, di ogni dimensione: ci sono i grandissimi alberi secolari, i più familiari alberi che vediamo nei nostri giardini e lungo le vie, ci sono gli alberelli colmi di frutta e i minuscoli bonsai, così piccoli e perfetti. Sarà utile mostrare ai bambini immagini e fotografie degli alberi presenti in natura, puntualizzando sulla varietà di dimensioni.
Distribuiamo a ogni bambino tre fogli di tre dimensioni diverse: piccolo, medio e grande. La consegna è quella di disegnare un albero in ognuno dei fogli rispettando il seguente ordine: sul foglio grande disegniamo l’albero secolare, su quello medio l’albero abbastanza grande, su quello piccolo l’alberello.
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MARZO: LE PIANTE
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La poesia dell'albero Primavera è arrivata sopra l’albero s’è posata. Ha cucito una coperta di fiori appena sbocciati in mille colori. Rami fioriti brillano al sole, io chiudo gli occhi e ne sento l’odore. La gente sorride e rimane incantata: “Quale fatina tra i rami è passata?” Ma non è incantesimo, né magia: è primavera che lascia la scia! Silvia Civerchia
Continuiamo la conversazione in giardino: - Tutti gli alberi sono fioriti? - Guardate questo ramo, queste sono le gemme. Sono gonfie gonfie. Chi mi sa dire cosa c'è all'interno? - Vediamo se è vero: dentro ci sono le nuove foglie, le vedete? - Di che colore sono? - Guardatevi in giro: su altri alberi sono spuntate già le foglie? - Come sono? - C'è anche qualche albero già fiorito? Gli alberi ci dicono che il freddo inverno è finito e che è incominciata la primavera, la stagione in cui tutta la natura si risveglia.
La primavera e gli alberi: poesia
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L'ALBERO DI PRIMAVERA Disegniamo un grande albero spoglio su un cartoncino bristol e mettiamo a disposizione dei bambini della carta verde, per le foglie, e colorata, per i fiori. Lasciamo che i bambini disegnino e ritaglino foglie e fiori. Quando avremo pronti tutti gli elementi, incolliamoli sull'albero e ai suoi piedi, incolliamo tanti ciuffetti d'erba ritagliando dal cartoncino verde tante striscioline.
Facciamo disegnare ai bambini degli alberi fioriti.
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MARZO: LE PIANTE
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IL GIARDINO BOTANICO O IL PRATO
In un bel giorno di primavera, organizziamo con i bambini una visita a un giardino botanico: sarà molto stimolante per loro poter vedere le tante varietà di piante che in questa stagione sono nel pieno rigoglio! Alberi carichi di foglie e fiori, piante e boccioli coloratissimi mostreranno ai nostri alunni meglio di tante parole la bellezza e la potenza della natura che rinasce in primavera! Oltre a mostrare questo splendido spettacolo ai bambini, cogliamo l’occasione per insegnare loro i nomi degli alberi e dei fiori più comuni, così da consentirne il futuro riconoscimento. Se non è possibile visitare un giardino botanico, cerchiamo un bel prato fiorito circondato da alberi: non vi sarà la stessa varietà di piante, ma si otterrà comunque l’effetto desiderato e in più i bambini avranno maggiore libertà di movimento e potranno correre e giocare senza La primavera e gli alberi: uscita didattica
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problemi. Potremo anche organizzare, in questo caso, un bel picnic che ci farà vivere appieno la gioia di una tiepida giornata di primavera! In ognuno dei due casi, al rientro in sezione, facciamo rappresentare ai bambini graficamente l’esperienza, poi facciamo realizzare un divertente lavoretto. Consegniamo a ogni alunno tanti popcorn e un foglio su cui avremo disegnato il tronco di un albero con i rami; i bambini dovranno colorare l’albero e poi incollare i popcorn (al naturale o intinti nei colori a tempera) al posto dei fiori!
PRIMAVERA SENSAZIONI E OSSERVAZIONI Il metodo: STEM
La tecnica: STORYTELLING DIGITALE
TUTTI I CAMPI DI ESPERIENZA
COMPETENZE DIGITALI: saper costruire una narrazione digitale di una esperienza.
Spazio: LIM Tempi: circa un’ora
- La primavera è intorno a noi! La possiamo vedere, sentire, ascoltare, annusare, gustare... Rechiamoci in giardino e dividiamo i bambini in 5 gruppi: uno per
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MARZO: LE PIANTE
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ogni senso. I bambini del senso “gusto” dovranno cercare in giardino tutto ciò che si può mangiare, assaggiare. Così via per gli altri sensi. Quando torneremo in sezione rielaboriamo le conoscenze acquisite facendo raccontare ad ogni gruppo la sua esperienza. Successivamente rechiamoci alla LIM e realizziamo un libro in Storytelling digitale, formato da 10 pagine, in ognuna delle quali metteremo da un lato le foto degli elementi trovati, dall'altro le caratteristiche di ogni elemento, anche con delle inserzioni video o musicali. Guardiamoci attentamente intorno: - Il cielo è... Il sole è... - Sul prato c'è... - Fra l'erba ci sono... - A terra, si vedono lunghe file di... - Sul muretto striscia una... - Nell'aria volano...
Adesso facciamo silenzio. Ascoltiamo la primavera: gli uccellini, il vento tra le foglie, api, mosche, calabroni... Accendiamo tutti i sensi e sentiamo ancora: - Tocchiamo il muro al sole. Com'è? La primavera e gli alberi: attività di gruppo
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IL VECCHIO CILIEGIO Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e comprendere brevi narrazioni.
Spazio: angolo lettura Tempi: 30 minuti
Una mattina il vecchio ciliegio disse alle foglie: – Care figliole, è venuto il tempo di preparare il fantastico vestito della festa ornato di fiori bianchi. Per fare questo bisogna perdere meno tempo con le stelle, il sole e il vento, e lavorare di più. – Uffa, sempre lavorare! – brontolò Capriola facendo una piroetta insieme al vento. – Insomma, non posso più godermi in pace le carezze del mio amico? – ribatté Solemio. Ma Bandiera lo interruppe e disse: – Brontolone, papà ciliegio ci ha solo chiesto un po’ di aiuto… Allora le foglie si misero a lavorare con allegria e ogni tanto Bandiera gridava: – Forza sorelle, apriamo le finestrine, prendiamo la luce, facciamo la magia! E così lavorarono tutto il giorno e ogni tanto guardavano di qua e di là, sui rami, per vedere se spuntavano i fiori. Mario Lodi, Bandiera, Einaudi Ragazzi
• Che cosa disse alle foglie il vecchio ciliegio? • Che cosa gli risposero le foglie? • Che cosa disse Bandiera? • Che cosa cominciarono a fare le foglie?
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MARZO: LE PIANTE
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La primavera e gli alberi: modello
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LA PRIMAVERA DAI TENUI COLORI Il metodo: AGAZZI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, PAROLE
IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Cartoncino lilla, rosa, marroncino • Carta crespa gialla e rosa • Carta velina verde chiaro e scuro • Carta adesiva di vari colori • Forbici e colla • Occhietti mobili
Tagliamo dal cartoncino lilla un quadrato con gli angoli smussati: sarà la base del nostro quadro. Tagliamo poi dal cartoncino rosa un cerchio dal diametro di circa 20 cm e incolliamolo al centro del quadro. Ritagliamo dalla carta velina verde delle strisce ondulate da incollare come vestito alternando le strisce chiare con quelle scure. Dal cartoncino marrone ritagliamo due rametti da incollare, con tante foglioline, al posto delle braccia. Serviamoci del cartamodello. Dalla carta crespa gialla ritagliamo tante strisce larghe circa un centimetro e incolliamole sul tondo rosa per formare dei capelli mossi. Dalla carta adesiva ritagliamo tanti fiori colorati e incolliamoli qua e là.
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MARZO: LE PIANTE
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Gli occhi saranno due fiori con al centro gli occhietti mobili. Facciamo il naso con la fragolina del cartamodello e per la bocca ritagliamo, dalla carta crespa rosa, quattro petali. Attacchiamo sul quadro una nuvoletta con questa poesia:
Son la
primavera!
Buon giorno signore e signori, sono la primavera dai tenui colori. I miei capelli sono lunghi e ricciolini, intrecciati con tanti fiorellini, le mie mani sono rametti e foglioline, per occhi ho due margheritine, il mio naso è una fragola gustosa, la mia bocca petali di rosa, il mio vestito è delicato e svolazzante. Come sono i miei piedi? Non è importante!
La primavera e gli alberi: filastrocca
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SUL PRATO FIORITO Il metodo: AGAZZI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, PAROLE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: disegnare, dipingere e realizzare semplici manufatti.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Fogli da disegno (uno per ogni bambino) • Fogli A4 • Pennarelli • Cannucce • Colla • Forbici • Colori a dita • Pennelli
1. Prepariamo con i fogli di carta dei fiori e delle farfalle, per farli colorare ai bambini con i colori che preferiscono; 2. chiediamo ai bambini di riprodurre, con i colori a dita, i ciuffi d’erba su un foglio dell’album da disegno; 3. mentre aspettiamo che l’erba si asciughi, ritagliamo i fiori e la farfalla che ognuno incollerà sul proprio prato primaverile; 4. tagliamo due cannucce in modo che siano poco più lunghe del corpo della farfalla e pratichiamo su entrambe un taglio longitudinale, poi infiliamole una nell’altra: saranno il corpo e le antenne della farfalla.
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MARZO: LE PIANTE
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FANTASIE DI PRIMAVERA Materiale occorrente: • Cartoncini colorati • Carta crespa gialla e rosa • Ritagli di stoffa • Cilindro interno della carta da cucina
• Carta velina colorata • Fogli A4 • Pennarelli e matite colorate • Tempere colorate • Colla e scotch • Fil di ferro
UN QUADRETTO DI TESSUTI
Procuriamoci stoffe che abbiano fantasie che richiamino la primavera e creiamo un paesaggio attaccandole su un A4. Invitiamo i bambini a disegnare tante immagini primaverili (fiori, abeti, farfalle, ecc.). Incolliamo nei tessuti tutti i disegni preparati e appendiamo i quadretti alla parete.
FIORE DI CARTA VELINA
Con il filo di ferro sagomiamo sette petali di fiore che rivestiremo con della carta velina rossa, gialla e arancione. Al centro del fiore attacchiamo un cerchio ricavato dal cartoncino verde.
UN PESCO FIORITO
Usando un cilindro di cartone a mo’ di rullo, con le tempere azzurra e verde e con la tecnica del timbro, facciamo il cielo e il prato su un foglio A4. Con il cartoncino marrone creiamo un albero e con i cartoncini rosa e giallo i fiori di pesco; con la carta crespa gialla e rosa creiamo due belle farfalle. La primavera e gli alberi: attività individuale
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L’UCCELLINO FISCHIETTO Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING ROLE PLAY
I DISCORSI E LE PAROLE
Spazio: angolo lettura
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e rielaborare narrazioni anche con il corpo. Tempi: circa un’ora
Questa storia può essere letta ad alta voce, ma anche raccontata interpretando la parte di fischietto in modo divertente. Proponiamo ai bambini un breve role play per rielaborare il contenuto.
C’era una volta un uccellino che si chiamava Fischietto. Era piccolino e molto vivace, con le piume gialle e il becco arancione. Visto che era nato da poco, Fischietto non sapeva ancora volare e passava le sue giornate a fare esercizio per imparare. Il suo nido era su una grande quercia, in un fittissimo bosco, e questa era la sua famiglia: il babbo Fischione, la mamma Allegretta e il fratellino Quercino. Un giorno a Fischietto successe un guaio: mentre provava a volare perse l’eqilibrio e cadde in picchiata. Fischietto non ebbe nemmeno il tempo di aprire gli occhi che si accorse di essere seduto sulla morbida zampetta di un gatto affamato. Che guaio! E che paura! Fischietto non sapeva come fare, così cominciò a fischiettare più forte che poteva per attirare l’attenzione dei suoi genitori. Per fortuna stava passando un bambino, che fece scappare il gatto e raccolse l’uccellino, lo fece appoggiare sulle dita della sua mano e gli accarezzò appena le piume per rassicurarlo. Quando capì di essere al sicuro, Fischietto aprì le ali e se ne andò leggero verso il suo nido, nella sua casa, lassù, tra i rami della grande quercia. Fu così che il piccolo uccellino imparò a volare!
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MARZO: LE PIANTE
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• Come si chiama l’uccellino? • Com’è il suo aspetto? • Qual è il suo carattere? • Cosa fa di solito? • Dove vive e con chi? • Che cosa gli capita nel racconto? • Chi lo salva? • In che modo?
GLI “UCCELLINI” IMPARANO A VOLARE Disponiamo i bambini in piccoli gruppi (rappresenteranno i nidi con gli uccellini). Al nostro via, un gruppo alla volta “tenteranno il volo”, imitando tanti piccoli uccellini che non sanno ancora ben coordinare le ali. Noi saremo le mamme e, piano piano, indicheremo il giusto movimento da compiere, fino a che i piccoli sapranno “volare”.
La primavera e gli alberi: gioco motorio
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L’ALBERO DEGLI UCCELLINI Realizziamo la chioma di un grande albero con il cartoncino ondulato verde chiaro e verde scuro, poi il tronco con il cartoncino marrone. Assembliamo le parti. Realizziamo con i cartoncini le sagome degli uccellini che andranno poi attaccate sull’albero: alla base della pianta e sulla chioma. Disegniamo con i pennarelli i particolari degli uccellini: becco, occhi, piume. Ritagliamo dal cartoncino rosso delle ciliegie e disponiamole sulla chioma dell’albero: con il pennarello nero Materiale occorrente: disegniamo i piccioli. • Cartoncino ondulato verde scuro e verde chiaro • Cartoncino di vari colori (marrone, giallo, rosso, ecc.) • Pennarelli • Colla • Forbici
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MARZO: LE PIANTE
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Canto di primavera
traccia cantata 9 traccia base 10
Nel giardino addormentato batte il sole pallidino, apre gli occhi un fiorellino primavera forse è qua.
Nel giardino risvegliato una rondine in arrivo cerca il nido sotto il tetto primavera certo è qua.
Lo scoiattolo nella tana ha finito le riserve fra le foglie e l’erba verde il buon cibo cercherà.
La cicala già si sente il bel tempo è tornato fra l’erbetta in mezzo al prato formichina incontrerà.
Rit. Ma c’è marzo pazzerello con il sole e con l’ombrello, porta pioggia sul giardino primavera dove sei? Ma c’è marzo birichino un po’ caldo e un po’ freddino, non ti togliere il cappello, primavera dove sei?
Rit. Ecco aprile sorridente come un bimbo divertente, porta il sole sul giardino primavera eccola qua! Ecco aprile giardiniere pieno di primule ha il paniere, tutti fuori a giocare, primavera eccola qua!
La primavera e gli alberi: canzone CD
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IL RITORNO DELLE RONDINI La natura si risveglia dal sonno invernale, esce dal grigiore e si libera da quel velo di malinconia che l’ha avvolta. La vita riprende ovunque. Quando a marzo ritorna da noi la rondine dai paesi caldi significa che la dolce stagione è finalmente arrivata. La rondine, quando a primavera ritorna da noi, va subito a vedere il suo vecchio nido. Se lo trova in buone condizioni lo rinforza un po’ mettendoci del fango. Se, invece, lo trova rovinato perché le
Kretschmer e Jahrmargt, pubblicato su Nature Merveilles de la, Bailliere et fils, Paris, 1878
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MARZO: GLI ANIMALI
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intemperie o gli uomini lo hanno distrutto, essa ne costruisce uno nuovo. La rondine all’opera sembra un vero muratore. Essa, prima di costruire il nido, cerca il posto giusto. Di solito lo costruisce sotto la grondaia di una casa. Dopo di che, prende del fango che recupera sul bordo di qualche pozzanghera, lo impasta con la sua saliva, formando delle palline, le attacca con il becco al muro, inserendo tra una pallina e l’altra qualche filo d’erba o di paglia per renderlo resistente e capace di durare per tanto tempo. Il nido, una volta ultimato, assomiglia ad una mezza scodella.
IDENTIKIT DELLA RONDINE
La rondine è un uccello. Ha ali lunghe ed aguzze. Le piume sono nere sul dorso e bianche sul petto. La coda è biforcuta ed il suo corpo è agile e snello. Il becco è corto. Le zampe sono adatte per appollaiarsi, infatti esse hanno dita con unghie forti che servono come uncini per aggrapparsi. È un uccello migratore. Non sopporta il freddo per cui ci lascia prima che arrivi la brutta stagione e si dirige in Africa dove c’è il caldo. La rondine, come del resto tutti gli uccelli migratori, ha uno spiccato senso dell’orientamento. Essa ogni anno non solo ritorna nello stesso posto, ma persino nello stesso nido dell’anno precedente.
Il ritorno delle rondini: informazione
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La rondine garrisce o stride. Questo uccello vive in campagna ed in città. Mangia insetti che riesce facilmente a catturare sulla superficie dell’acqua dei fiumi, dei laghi, degli stagni o in volo. Non mangia insetti che pungono come l’ape o la vespa. La rondine si ciba anche di alcune specie di frutta e piante. Essa vive nel nido che è la sua casa. I suoi figli sono i rondinini. I nemici della rondine sono i predatori come falchi e sparvieri. http://www.nonnainfabula.com/wordpress/progetto-la-rondine/
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MARZO: GLI ANIMALI
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CIRCLE TIME Introduciamo l'argomento e stimoliamo la conversazione con i bambini: - Avete mai visto una rondine? - Sapete di cosa è fatto il nido delle rondini? - L'avete mai visto? Se sì, dove? - Quando vediamo le rondini in cielo, sappiamo che siamo in quale stagione? - Le rondini devono sistemare i loro nidi perché le mamme rondini devono deporre le uova e covarle, cioè tenerle calde con il corpo. Chi nascerà da mamma rondine? - Chi di voi ha visto uccellini appena nati? - Avete visto la mamma dar da mangiare ai propri piccoli?
Casa piccola “Quel vostro nido è piccolo, rondini, come fate? I vostri figli crescono e ormai più non ci state”. “Ci stiamo, sì, stringendoci così, tutti vicini; stanno più caldi e morbidi i nostri rondinini. Poco posto si tiene quando ci si vuol bene”. L. Schwarz
Il ritorno delle rondini: circle time
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IL RISVEGLIO DEGLI ANIMALI - Abbiamo visto che la primavera è arrivata, sono sbocciati tanti fiori, gli alberi hanno tante belle foglie e le rondini sono tornate. Chissà che cosa sarà accaduto agli animali che erano andati in letargo durante l'inverno? - Chi li avrà svegliati? - Secondo voi, saranno contenti di essersi svegliati dal lungo letargo?
BABUL È TORNATO Finalmente è arrivata la primavera! Tutti gli animali si stanno risvegliando dal loro lungo sonno invernale. Anche l’orsetto Babul è ormai sveglio e, appena uscito dalla grotta dove dormiva, corre a cercare il suo amico Otto il leprotto. Corre attraverso la foresta che non è più ricoperta di neve, come quando era andato a dormire, ma è tutta verde e piena di fiori. Va subito a casa sua, ma mamma lepre gli dice: – Mi dispiace Babul, ma Otto è uscito a giocare! Babul, continua a girare per cercarlo. Incontra anche il suo amico cerbiatto, ma purtroppo neanche lui l’ha visto. Va dal tasso, dalla marmotta e persino dai castori, ma nessuno sa dov’è Otto. Babul è triste e pensa che il suo amico lo abbia dimenticato e che ora stia giocando con qualche leprotto come lui e con altri animali. Triste, verso sera riprende la strada di casa. Ha voglia di piangere, ma pensa che l’inverno è stato lungo e che è giusto che Otto si sia fatto altri amici. Il suo cuore è triste e vuole andare subito dalla
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MARZO: GLI ANIMALI
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mamma per farsi consolare. Quando è quasi arrivato alla grotta, sente qualcuno che lo chiama: – Babul, Babul. Dov’eri andato? È da questa mattina che ti cerco. Pensavo che non volessi più giocare con me e che fossi andato a cercarti altri amici! Babul comincia a correre felice. Davanti alla sua grotta c’è il suo amico Otto che lo chiama. Allora non si è dimenticato di lui! Ora si abbracciano felici e possono tornare a giocare insieme, almeno fino al prossimo inverno. adatt. da internet
- Che cosa stanno facendo tutti gli animaletti? - Chi cerca Babul appena uscito dalla sua tana? - Com’è l’ambiente che lo circonda? - Perché Babul è triste? - Cosa succede quando è ormai arrivato vicino alla sua tana? Possiamo far disegnare ai bambini gli animali che si risvegliano dopo il lungo inverno. I bambini più piccoli potrebbero utilizzare la tecnica del puntinismo o gli acquerelli, quelli più grandi potrebbero, invece, realizzare gli animali con la carta collage, ritagliarli e attaccarli su un grosso foglio di cartoncino. Il risveglio dal letargo: conversazione
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SVEGLIA, SVEGLIA! Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA
La tecnica: GIOCO MOTORIO I DISCORSI E LE PAROLE CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: coordinare il proprio ruolo con quello dei compagni.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente:
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• Vecchi lenzuoli • Una sveglia, un cronometro • Forbici, pennarelli • Carta crespa di vari colori • Cartoncini gialli, rossi, blu e verdi • Fogli bianchi • 4 cestini o contenitori • Spago
Dividiamo i bambini in quattro gruppi e assegniamo a ogni gruppo un animaletto che va in letargo e un colore: orsi-giallo; scoiattoli- rosso; tartarughe-blu; ghiri-verde. Tagliamo dai fogli bianchi dei cerchietti di 6 cm di diametro e disegniamo in ognuno, con i pennarelli, uno degli animaletti scelti. Tagliamo dai cartoncini colorati dei cerchi di 10 cm di diametro e incolliamo su ognuno, centrandolo, un animaletto: sui medaglioni gialli attacchiamo gli orsi, su quelli rossi gli scoiattoli e così via. Pratichiamo un forellino sulla sommità di ogni medaglione e infiliamo un filo di spago che chiuderemo per formare dei “ciondoli”. Consegniamo a ogni bambino il medaglione con il colore e l’animale della propria squadra e un pezzo di lenzuolo con cui coprirsi. Tagliamo dalla carta crespa dei quattro colori tanti fiorellini (deve esserci, per ogni colore, lo stesso numero di fiori) e spargiamoli per
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MARZO: GLI ANIMALI
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la stanza in cui si svolgerà il gioco. Sistemiamo i quattro cestini vicini a una parete, ma abbastanza distanti tra loro. Facciamo stendere i bambini a terra coperti dai pezzetti di lenzuolo. Rimettiamo la sveglia e facciamola suonare, poi chiamiamo uno dei gruppi, ad esempio: “Orsetti, sveglia, è primavera!” e facciamo partire il cronometro. Gli orsetti dovranno scostare le loro “copertine”, dovranno alzarsi, andare velocemente a raccogliere i fiori del loro colore e portarli dentro il cestino assegnato alla loro squadra. Quando avremo terminato controlleremo il tempo e rimetteremo nuovamente la sveglia chiamando un’altra squadra. Vince la squadra che impiega meno tempo a raccogliere i suoi fiorellini e che commette meno errori.
Si sveglia la primavera Quando il cielo ritorna sereno come l’occhio di un bambino, la primavera si sveglia. E cammina per le mormoranti foreste, sfiorando appena con la sua veste color del sole i bei tappeti di borraccina. Ogni filo d’erba reca un diadema, ogni stilla trema. Qualche gemma sboccia un po’ timorosa, e porge la boccuccia color di rosa per bere una goccia di rugiada… Ugo Betti
Il risveglio dal letargo: poesia
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entazione s e pr
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LA MELA Il melo è una pianta rustica che si adatta a vivere in qualsiasi clima, anche se preferisce i climi temperati freschi. Ha una corteccia liscia, le foglie hanno forma ovale con il margine seghettato e di colore verde-scuro. Tra marzo e aprile il melo si copre di fiorellini biancorosati, formati da cinque petali. La patria del melo è l’Asia centrale. Esso giunse poi in Egitto e successivamente in Grecia ed infine in Italia. Questa pianta anticamente veniva coltivata negli orti e nei giardini dei conventi. I contadini la coltivavano in piccoli appezzamenti solo per il fabbisogno familiare. Con il passare del tempo il melo fu coltivato in tutta l’Europa.
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MARZO: IL FRUTTO
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La mela è considerata un vero toccasana per la salute, infatti viene inserita nell’alimentazione del neonato dopo il latte materno per le sue qualità nutritive. Questo frutto è ricco di vitamine (B1- B2B3- B9), sali minerali, sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo, zinco, acqua, zuccheri semplici e fibre.
TANTI RACCONTI SULLA MELA
Leggiamo della mela già nella Bibbia, nel racconto della Creazione: secondo la tradizione, fu per aver mangiato una mela che Adamo ed Eva furono cacciati dal Paradiso Terrestre. Possiamo leggere della mela spostandoci in Svizzera, quando Guglielmo Tell, un abile eroe ed arciere, per salvarsi la vita dovette centrarla sulla testa del figlio con una balestra. La mela di Newton: secondo la tradizione una mela cadde in testa a Isaac Newton facendogli intuire la legge di gravitazione universale. Possiamo leggere della mela anche nella fiaba dei fratelli Grimm “Biancaneve e i sette nani”. Biancaneve infatti viene avvelenata con una mela magica dalla strega che la fa cadere in un sonno profondo. Altresì, nella fiaba “La ragazza mela” di Italo Calvino possiamo ancora leggere della nostra amata mela. Volendo, possiamo raccontare o leggere que-
La mela: informazione
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or mazione f in
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ste storie ai nostri bimbi, eventualmente drammatizzandole con quelli più grandi.
LA MELA NELLE VARIE CREDENZE
- In Grecia quando un giovane voleva dichiarare il suo amore ad una ragazza le lanciava una mela. - Per molti popoli la mela era simbolo di fertilità. - Nella mitologia scandinava la mela era considerata il cibo degli dei. - Presso i Galli il melo era considerato un albero sacro. - Per molti popoli la mela rappresentava il potere imperiale ed il Cosmo per la sua forma sferica e per i semi contenuti in essa. - L’imperatore veniva raffigurato con lo scettro nella mano destra e con una mela d’oro nella mano sinistra. - In molti paesi la mela rossa simboleggiava l’amore. - Alcuni consideravano la mela simbolo d’immortalità.
LE MELE NELL'ARTE
Molti pittori nel corso del tempo hanno rappresentato questo frutto nelle loro opere. Caravaggio ha rappresentato nella sua tela “Canestra di frutta” una mela bacata ed è stata la prima volta nella storia dell’arte.
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MARZO: IL FRUTTO
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Nell’opera di Magritte “La stanza dell’ascolto”, vediamo rappresentata una grande mela. La mela rivela la sua esistenza occupando tutta la stanza e non c'è spazio per nient'altro; non è possibile entrarvi. La mela è un invasore, una forza militare d'occupazione. Non solo occupa lo spazio del quadro ma si spinge anche nel nostro spazio, come se minacciasse un assalto. Il titolo, però, allude al tentativo di rendere visibile il suono e la sua capacità di propagarsi riempiendo lo spazio intorno. Nel quadro "La grande guerra" dello stesso autore, il viso di un uomo è coperto da una mela a simboleggiare l'annullamento dell'identità delle persone compiuto dalla guerra. Naturalmente, dopo aver fatto osservare queste e altre opere ai bambini, forniamo loro fogli e colori perché possano rappresentare gli elementi visualizzati.
La mela: informazione
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g ioco
GIOCHIAMO CON LA MELA Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA
La tecnica: GIOCHI MOTORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
IMPARARE A IMPARARE: sviluppare concentrazione e attenzione attraverso il gioco.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
INDOVINA LA MELA
Procuriamoci tre mele di colore diverso e mettiamole sotto tre barattoli. Chiediamo: - Dov'è la mela gialla? Il bambino deve indicare il barattolo dove secondo lui è nascosta la mela gialla. Se indovina continua il gioco, altrimenti lascia il posto al compagno.
CACCIA ALLA MELA ROSSA
Nascondiamo in sezione alcune mele gialle, alcune rosse e alcune verdi dopo aver fatto uscire i bambini. Quando rientrano diamo la consegna: - Cerca la mela rossa! I bambini devono trovare e mettere in un cestino solo le mele di questo colore. Viene squalificato chi mette nel cestino le mele di un altro colore. Naturalmente vince chi riesce a trovare più mele rosse nel tempo stabilito.
CREA UN CERCHIO!
Dividiamo i bambini in squadre. Al nostro "Via!" i bambini di ogni gruppo, servendosi delle mele poste in un cesto, devono realizzare un cerchio. Vince la squadra che riesce a costruire la forma rotonda più grande. Con tale gioco i bambini intuiscono che le forme possono avere diverse dimensioni.
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MARZO: IL FRUTTO
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DIPINGIAMO UNA MELA Il metodo: B. MUNARI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, PAROLE
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sperimentare tecniche grafico pittoriche.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • 1 Foglio di carta da pacchi bianco • Tempera rossa, verde e nera • Pennelli • Forbici
Bruno Munari ci fa scoprire l'arte della creatività attraverso l'uso di materiali della natura e non. Ci indica la strada per poter utilizzare gli elementi in modo sempre innovativo. Prendiamo un foglio di carta da pacchi e facciamo disegnare a ogni bambino una grossa mela rossa senza picciolo. Mettiamo un po’ di tempera verde in alcuni piattini e facciamoci appoggiare la mano ai bambini: ognuno di loro timbrerà un’impronta della propria mano sulla mela che ha dipinto, per realizzare la foglia. Quando si sarà asciugato, scriviamo il nome del bambino all’interno della mela, utlizzando la tempera nera. La mela: attività individuale
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de didattiche e h sc
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ALCUNE SCHEDE OPERATIVE Proponiamo ai bambini alcune schede didattiche.
Colora la mela rossa e lo sfondo giallo.
INTUIZIONE DEL CONCETTO INTERO/METÀ Indica il frutto intero, colora solo quello a “metà”.
CONCETTO DI INSIEME/SOTTOINSIEME Crea il sottoinsieme delle mele con la foglia.
Colora allo stesso modo le mele uguali.
PERCEZIONE FIGURA/SFONDO
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MARZO: IL FRUTTO
DISCRIMINARE ELEMENTI UGUALI
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COORDINAZIONE OCULO-MANUALE Ripassa il percorso che fa il bruco per arrivare alla mela.
Ordina le immagini nella giusta sequenza.
INTUIZIONE DEL CONCETTO DENTRO/FUORI Colora i semi dentro la mela e cerchia quelli fuori.
Individua il percorso che percorre il bruco per arrivare alla mela.
SEQUENZA TEMPORALE
ORIENTAMENTO SPAZIALE
La mela: schede didattiche
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de didattiche e h sc
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INTUIZIONE DEL CONCETTO IN MEZZO/AI LATI Sopra: Colora di rosso la mela in mezzo. Sotto: Colora di verde le mele ai lati.
ACQUISIZIONE DEL CONCETTO ALTO/BASSO
Quale fila di mele è più alta? Colorala.
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MARZO: IL FRUTTO
INSIEMISTICA
Chiudi in un cerchio le mele e forma l’insieme.
ACQUISIZIONE DEL CONCETTO ALTO/BASSO Indica la mela vicino alla bambina, metti una croce vicino alla mela lontana.
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La mela
Filastrocca della mela Una mela croccantina ho mangiato stamattina. La mia mamma l’ha lavata, l’ha asciugata, l’ha sbucciata, a pezzetti l’ha tagliata e nel piatto me l’ha data. Era buona e profumata con che gusto l’ho pappata! Che sia rossa, verde, gialla, che somigli o no a una palla, è gustosa e saporita e mi lecco anche le dita.
dal web: Nonna Tina www.nonnainfabula.com
La mela
Dopo pranzo, a colazione in qualsiasi occasione, me la mangio in un boccone. Sempre e in ogni stagione, non può mancare ogni giorno cruda, in succo o cotta al forno. dal web: Loredana Limone www.nonnainfabula.com
La mela quanto è buona! La mangia il piccino quando fa la merendina. La gusta il nonnino alla sera perché è leggera. La mamma la prepara in mille modi e riceve tante lodi. La mangia a colazione Isabella per mantenersi in forma e bella.
Il frutto più buono e tutti lo sanno, possiamo trovarlo tutto l'anno. La mela è buona, fresca e golosa un pranzo, una cena, una merenda strepitosa! Ricca di fibre e di vitamine, conviene mangiarne davvero a dozzine. Perché c'è un detto che da sempre sappiamo, una frase che a tutti auguriamo: il medico si leva di torno, solo se mangiamo una mela al giorno! Claudia Masiero
La mela: poesie e filastrocche
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entazione s e pr
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LA MIMOSA La mimosa è una pianta che è stata importata in Europa all’inizio del XIX secolo: originaria dell’Australia, in Europa ha trovato il clima ideale per crescere e svilupparsi. I suoi rami sbocciano a fine inverno e con il loro colore giallo paglierino smorzano all’istante il grigiore dell’inverno per portare l’allegria della primavera in arrivo. Secondo gli Indiani d’America, i fiori della mimosa hanno un significato ben preciso: forza e femminilità. Non è quindi un caso che sia stato eletto il fiore simbolo della Festa della Donna: non solo infatti fiorisce proprio in concomitanza dell’8 marzo, ma ha un significato in linea con la ricorrenza.
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MARZO: IL FIORE
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Spiegare ai bambini della scuola dell’infanzia perché si festeggia l’8 marzo la giornata internazionale della donna e perché si regala la mimosa, non è cosa semplice. Parlare del divario che nei secoli scorsi vi è stato tra uomo e donna, dell’impossibilità della donna di votare, studiare, svolgere determinati lavori… È ancora troppo presto per spiegare che un tempo la donna non aveva gli stessi diritti dell’uomo e che solo dopo anni di dure lotte è stata presa in considerazione e valutata per le sue capacità e caratteristiche. Quindi affronteremo il tema di quanto le donne siano importanti per il mondo, a partire dalla loro mamma, per festeggiarle. Dopo aver osservato la mimosa nel colore, nella forma, nella consistenza e, dopo averla odorata, creiamo opere uniche e personali, dove i bambini esprimeranno liberamente emozioni e sentimenti attraverso il linguaggio del colore, delle forme e naturalmente dei segni, dove costruiranno e reinventeranno il loro mondo, vivendo “l’esperienza artistica” come spazio della libera espressione individuale. La tecnica utilizzata unisce più competenze, permettendo al bambino di rafforzare il proprio senso d’identità, di vivere l’arte come un percorso giocoso e piacevole, dove contemporaneamente impara a comunicare ed esprimersi in modo originale ed esclusivo. La mimosa: presentazione
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ità indivi duale v i t at
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UNA MIMOSA PER LA FESTA DELLA DONNA Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.
Prendiamo un • Cartoncino ondulato. foglio A4 per fotocopie e di• Pennarello verde. segniamo una • Matite verdi. mimosa con le • Carta crespa gialla. foglioline. • Fogli A4. Coloriamo con • Colla o pinzatrice. la matita verde il gambo e le foglie. Ritagliamo tanti pezzetti di carta crespa gialla e facciamo tante palline. Con la colla incolliamo le palline nel disegno. Ritagliamo delle strisce di cartoncino ondulato lunghe come i quattro lati del foglio A4 ed incolliamole ai bordi dello stesso. Lasciamo asciugare bene e doniamo il lavoretto alla mamma il giorno della sua festa.
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Materiale occorrente:
MARZO: IL FIORE
Spazio: sezione Tempi: circa 45 minuti
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La mimosa: modello
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MARZO
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
SÌ
NO
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
E APPRENDIMENTI ATTESI
• Rielabora esperienze vissute.
• Rispetta le regole.
• Ascolta, interviene, pone domande coerenti.
• Partecipa ad azioni di drammatizzazione.
• Partecipa ad attività motorie di gruppo. • Esercita la manualità fine.
• Modella, colora, realizza semplici manufatti. • Utilizza la voce per emettere suoni onomatopeici. • Esercita il segno su consegne ben precise. • Osserva, confronta, documenta. • Sa distinguere caratteristiche della stagione primaverile. • Utilizza la tecnologia per realizzare storytelling digitali. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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MARZO: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
IN PARTE
NOTE
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di marzo LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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SOMMARIO DI APRILE IL FRUTTO • La fragola La fragola .............................................. 362 Il posto delle fragole............................. 364 Un cuore di fragola ............................... 366
IL FIORE • Il tulipano Il tulipano................................................... 368 La leggenda dei tulipani............................ 369 Tanti tulipani .............................................. 370 Sempre fioriti............................................. 371 Disegno dal vero: il tulipano ..................... 372 • Scheda per l’osservazione valutativa..... 374 • Diario di bordo ...................................... 375
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Ma c’è una cosa, una cosa soltanto che non mi stanco mai di guardare: il ruscello d’aprile, che scorre su sassi, e bisbiglia, passate le rocce. Po Chu-J
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sentazion e r e p
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LA FRAGOLA La pianta delle fragole, il cui nome scientifico è Fragaria vesca, ha origini antichissime; il suo nome deriva da un termine latino che fa riferimento alla sua fragranza. Una rara particolarità delle fragole è quella di avere, a differenza degli altri frutti, i semi situati sulla superficie esterna e non interna. Contrariamente a quanto si crede, le fragole non sono dei veri e propri frutti, in quanto non sono altro che una parte (ricettacolo) ingrossata dell’infiorescenza. Attualmente le fragole che si trovano sul mercato sono molto grandi e succose, ma bisogna ammettere che il loro gusto non ha niente a che fare con quello molto più intenso e profumato delle “sorelle”
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APRILE: IL FRUTTO
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più piccole comunemente chiamate “fragole di bosco” che ancora oggi crescono spontaneamente in molti boschi d’Italia. Le fragole possiedono molte proprietà: sono rinfrescanti, rimineralizzanti, diuretiche e hanno proprietà disintossicanti e depurative dell’organismo, soprattutto se mangiate a stomaco vuoto. Da non trascurare i benefici che le fragole possono avere sull’umore, grazie alla loro capacità di stimolare la produzione di serotonina e melanina nel nostro organismo. In ultimo, a differenza di molta altra frutta, le fragole possono essere assunte dai diabetici perché lo zucchero in esse contenuto è il fruttosio che allo stato naturale è ben tollerato. La fragola, tagliata a metà e strofinata sulla pelle, produce i seguenti benefici: dà sollievo in caso di scottature solari, svolge un'azione purificante e può anche essere impiegata come rimedio per l’herpes; ma non solo, strofinata sui denti li sbianca e li protegge allo stesso tempo, grazie alle proprietà dello xilitolo in essa contenuto (una sostanza dolce che previene la formazione della placca e uccide i germi). Rid. e adatt. da www.mr-loto.it
la fragola: presentazione
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co rac nto
IL POSTO DELLE FRAGOLE Il metodo: R. STEINER
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: sviluppare consapevolezza delle proprie emozioni con l'aiuto di un testo narrativo.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
Martina era una coccinella molto sensibile. Quando qualche animaletto del prato la salutava, si emozionava e le sue guance diventavano rosse come pomodori maturi. Quando la mamma la sgridava o qualcuno la prendeva in giro, lei si addolorava moltissimo e dei lacrimoni le scendevano dagli occhi. Quando era contenta sentiva i fuochi d’artificio esploderle dentro e per la felicità saltava così in alto da fare invidia ai grilli! Martina a volte sentiva che tutte quelle emozioni le facevano gonfiare e battere forte il cuoricino, così cercava di calmarsi volando a lungo sopra il prato. Un giorno, volando, vide tra l’erba delle macchioline rosse rosse e, incuriosita, scese a guardarle da vicino: erano dei piccoli cuori rossi! “Ma come possono nascere dei cuori su un prato?!” pensò Martina. In quel momento passò la formica Giuseppina. – Ciao Martina! – la salutò. – Ciao Giuseppina! Hai visto che bei cuori sono nati qui sul prato? – Cuori? Quelli? – Sì, hai visto come sono belli, così rossi e lucenti?! – Allora avrai un’altra sorpresa: staccane uno e dagli un bel morso! Martina lo fece e scoprì che i cuori erano… buonissimi! Avevano un succo dolce e profumato.
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APRILE: IL FRUTTO
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– Ma sono deliziosi! – esclamò. – Sono dei frutti, si chiamano FRAGOLE! – Fragole… mmm… sono la cosa più squisita che io abbia mai mangiato! – Questo si chiama “Posto delle fragole” e a primavera si riempie di gustosissimi frutti rossi. Gli animali del prato prendono dei cestini fatti con le foglie e vengono qui a raccoglierli e a fare dei pic nic! La piccola coccinella pensò che le fragole erano il frutto giusto per lei, perché somigliavano al suo cuoricino: rosso, gonfio di emozione e… tanto tanto buono. Così decise di trasferirsi proprio lì, al “Posto delle fragole” e da quel giorno tutti, invece di Martina, cominciarono a chiamarla Fragolina! Valeria Forconi
- Chi è Martina? - Come reagisce all’emozione? Al dolore? Alla felicità? - Tu come reagisci? - Cosa fa per calmarsi? - Cosa vede sul prato? - Che cosa le dice la formica Giuseppina? - Come sono le fragole? - Perché Martina pensa che le fragole siano il frutto giusto per lei? - Come finisce la storia? - Prova anche tu a descrivere il tuo cuore!
la fragola: racconto
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UN CUORE DI FRAGOLA Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: educazione alle forme, alle dimensioni e ai colori.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Cartoncino rosso • Carta vellutina rossa e verde • Fogli di carta bianca • Nastrino rosso • Pennarello nero • Forbici
Disegniamo e ritagliamo la sagoma di una fragola che abbia le dimensioni di circa 20 x 15 cm e riportiamola sul cartoncino e sulla carta vellutina rossa. Incolliamo le due fragole e proseguiamo disegnando e ritagliando sulla carta vellutina verde il picciolo e le foglioline della fragola, da incollare nella parte superiore del frutto.
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APRILE: IL FRUTTO
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Ripetiamo per tre volte sui fogli di carta bianca la sagoma della fragola senza le foglie. Pratichiamo due buchi piuttosto ravvicinati sia sulla fragola di carta vellutina sia sulle fragole di carta bianca, buchi che siano in perfetta corrispondenza tra loro. Uniamo quindi il tutto con un nastrino che faremo passare da parte a parte attraverso i fori praticati. Nelle pagine bianche possiamo incollare una ricetta da realizzare con le fragole. Nel metodo Montessori portare a termine un compito, rendendolo strumentale, ha in sĂŠ l'obiettivo d'insegnare ad orientarsi nel mondo delle impressioni e delle immagini assorbite dalla mente dalla realtĂ o da un racconto. la fragola: attivitĂ individuale
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IL TULIPANO Il tulipano già nel 18° secolo era una pianta molto famosa. In Persia ogni primavera il sultano organizzava una grande festa dedicata ai tulipani, che faceva arrivare dall’Olanda. Ma alcuni oppositori che ritenevano spendesse troppo denaro per queste feste fiorite, lo uccisero. Da allora il commercio di tulipani venne regolamentato. Passato alla storia, l’evento prende il nome di “bolla dei tulipani”. Il tulipano era un vero e proprio status symbol verso la metà del 1500: si scatenò una gara tra chi ne possedesse di più e di diverse
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APRILE: IL FIORE
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varietà, generando un altalenare di prezzi inverosimile. Nel 1600 un singolo bulbo era arrivato a costare migliaia di fiorini olandesi , un vero e proprio bene di lusso. Un prezzo record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper Augustus, venduto ad Haarlem per 6000 fiorini. (fonte wikipedia) Il tulipano viene ormai riconosciuto come il fiore simbolo dell’Olanda, basti pensare che oltre 1,7 miliardi di tulipani olandesi porteranno la primavera nelle case di tutto il mondo. adattato da www.verdiecontenti.it
LA LEGGENDA DEI TULIPANI Una leggenda persiana racconta l’origine dei tulipani.
C’era una volta un giovane di nome Shirin innamorato della bella Ferhad, un amore ricambiato ma destinato ad essere spezzato. Secondo la leggenda, Shirin era partito in cerca di fortuna, lasciando la sua amata. Per molto tempo la donna aveva atteso un suo ritorno e un giorno, mentre vagava alla ricerca del ragazzo, cadde su delle pietre aguzze e pianse con la consapevolezza che sarebbe morta senza rivedere Shirin. Le sue lacrime si mescolarono al sangue e, cadendo goccia dopo goccia sul terreno, si trasformarono in bellissimi fiori rossi: i tulipani. Da allora tutte le primavere questi fiori tornano a fiorire in ricordo di questo amore infelice. Il tulipano: leggenda
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TANTI TULIPANI Il metodo: AGAZZI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Carta crespa verde • Cartoncino o carta collage di diversi colori • Forbici e colla vinilica • Fogli bianchi
Facciamo tagliare tante striscioline di carta crespa verde e realizzare, con il cartoncino o con la carta collage, una piccola sagoma di tulipano da ripetere tante volte, in modo che ogni bambino che partecipa all’attività possa averne a disposizione un buon numero. Tagliamo i tulipani e incolliamo sui fogli bianchi le striscioline di carta crespa, così da formare un prato, poi procediamo distribuendo a piacere sull’erba tanti bei tulipani colorati.
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APRILE: IL FIORE
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SEMPRE FIORITI Materiale occorrente: • Vasetti dal diametro di 10-12 cm • Bastoncini di legno da 25 cm • Tempere • Pennelli
• Spugne da fiorista • Forbici e colla • Muschio essiccato • Nastri • Pennarello nero
Dipingiamo i vasetti con colori a piacere. Disegniamo un girasole, un tulipano e delle foglie sul cartoncino bianco. Dipingiamo le foglie e i bastoncini di verde, il tulipano di rosa, il girasole di giallo e marrone. Quando i colori saranno asciutti, ritagliamo i fiori e incolliamoli sui bastoncini. Ritagliamo e incolliamo anche le foglie: per il girasole posizioniamole tutte sul davanti del bastoncino, per il tulipano una sul davanti e una dietro. Sagomiamo le spugne da fiorista in modo da inserirle nei vasi. Fissiamo bene i fiori nelle spugne e ricopriamole con i sassolini o con il muschio essiccato. Infine, annodiamo il nastro sul bordo dei vasetti.
Il tulipano: attività individuale
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DISEGNO DAL VERO: IL TULIPANO Il metodo: OUTDOOR EDUCATION
La tecnica: STEM
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le fasi di crescita di un fiore e documentarle.
Spazio: Salone Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Digito-pittura gialla, rossa, rosa e viola • Immagine o più immagini pieni di tulipani in fiore • Fogli di carta bianca • Tulipano vero • Bulbo di tulipano
Piantiamo dei tulipani in giardino o in vasi e seguiamone la crescita ogni giorno. Procuriamoci, su internet, le immagini in sequenza della crescita del bulbo, in modo che i bambini possano vederne l'evoluzione. Anche se dalla nostra terra non è ancora spuntato, spieghiamo che si tratta di un fiore che nasce da un bulbo e che arriva da un paese diverso dall’Italia, che si chiama Olanda. Realizziamo un cartellone in gruppo in cui faremo disegnare le varie fasi del nostro fiore. Infine fotocopiamo il modello della pagina accanto e distribuiamolo a ogni bambino che dovrà colorarla con la digitopittura messa a loro disposizione.
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APRILE: IL FIORE
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Il tulipano: modello
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APRILE
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
SÌ
NO
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
E APPRENDIMENTI ATTESI
• Conosce le proprie emozioni.
• Esercita la manualità fine.
• Analizza, scompone e rielabora un testo narrativo.
• Modella, colora, realizza semplici manufatti.
• Osserva, confronta, documenta. • Conosce alcuni aspetti della stagione primaverile. • Sa documentare le fasi della crescita di un fiore. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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APRILE: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
IN PARTE
NOTE
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di aprile LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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IL FRUTTO • La ciliegia Le ciliegie .................................................. 378 La storia dell'albero di ciliegio .................. 379 Percorso motorio....................................... 382 Ciliegine .................................................... 383 Budino alle ciliegie .................................... 384 Le ciliegie .................................................. 385
IL FIORE • La rosa La rosa_Wikistoria...................................... 386 La rosa nell'antichità.................................. 386 La rosa nella salute dei bambini ................ 387 La rosa senza primavera ............................ 388 Il rosa e la rosa........................................... 391 La rosa e i cinque sensi.............................. 392 La coroncina di rose .................................. 392 Rose stampate........................................... 393 Le rose di Monet ....................................... 394 Il quadro di Monet in carta velina ............. 394
• Lapbook Lapbook di primavera ............................... 396 Si comincia!................................................ 396 • Scheda per l’osservazione valutativa..... 398 • Diario di bordo ...................................... 399
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Ora ogni campo è rivestito d’erba, e ogni albero di foglie. Ora i boschi mostrano i loro fiori, e l’anno assume il suo aspetto più bello. Virgilio
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entazione s e pr
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LE CILIEGIE Rosse, succose e nutrienti, le ciliegie sono un’attrattiva irresistibile per grandi e piccoli. E non sono solo buone, ma fanno benissimo perché ricche di vitamina A, B e C. Contengono molta acqua, quindi sono l’ideale per un’ottimale idratazione soprattutto con l’arrivo dei primi caldi, ma hanno anche pochissimi zuccheri, considerato che 100 grammi equivalgono a meno di 40 calorie. Inoltre, danno un apporto di minerali come calcio, fosforo e potassio, ma anche fibre e flavonoidi, alleati importanti nella lotta ai radicali liberi.
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MAGGIO: IL FRUTTO
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LA STORIA DELL’ALBERO DI CILIEGIO Il metodo: R. STEINER
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e comprendere contenuti.
Spazio: giardino Tempi: circa un’ora
La storia dell’albero di ciliegio: quando gli altri vogliono le tue cose.
C’era una volta un grande di ciliegio dai rami larghi e forti. Vicino a lui era cresciuto un alberello, sempre di ciliegio, ma giovane ed esile. Al piccolo albero piaceva molto stare accanto a quello grande, perché gli dava sicurezza, ma soprattutto amava i rumori. Sentiva il vento che passava tra i rami e le foglie del grande albero e le faceva frusciare. Sentiva gli uccelli che venivano a posarsi sui suoi rami e cantavano canzoni allegre. Gli piaceva anche il ronzio degli insetti che si muovevano sulla corteccia. Poi, durante l’estate, arrivavano gruppi di bambini a giocare su quel prato e salivano sul grande albero. Quelle erano le giornate in cui si divertiva di più. I bambini saltavano da un ramo all’altro, una volta costruirono perfino una capanna di legno tra i suoi rami. Parlavano, ridevano e tutto intorno si riempiva di suoni allegri e di giochi.
La ciliegia: racconto
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co rac nto
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Il piccolo albero conduceva una vita serena, finché un giorno fece una grande scoperta. Su uno dei suoi rametti, quello più lungo, era cresciuto qualcosa. Sembrava una pallina, di colore rosso vivo: era morbida e la sua pelle brillante luccicava al sole. – Che sta succedendo? – chiese ad alta voce. Il grande albero, che lo osservava, gli disse: – È la tua prima ciliegia. Questi sono i nostri frutti. Nei prossimi giorni te ne cresceranno altre. Vedrai gli uccelli, gli insetti e i bambini come correranno a mangiarsele. – Neanche per sogno! – disse l’alberello. – Questa ciliegia è mia e guai a chi la tocca! Senza dubbio l’alberello si sentiva molto orgoglioso di quella sua unica ciliegia. La osservava in continuazione, con alcune foglie la riparava dal sole troppo intenso e si divertiva a muovere il suo rametto per vederla dondolare. Quel pomeriggio arrivò un gruppetto di bambini e uno di loro, il più grande, se ne accorse. – Ehi, venite a vedere: c’è una ciliegia sull’alberello. Chi la prende, se la mangia. I bambini gli furono intorno e ridevano e saltavano per acchiappare quella ciliegia, ma l’alberello faceva di tutto per allungare il suo piccolo ramo più in alto che poteva, perché nessuno gliela prendesse. E così riuscì a salvarla. Il giorno dopo, però, dovette combattere nuovamente la stessa lotta contro un merlo che si era seduto sul ramo e cercava di bec-
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MAGGIO: IL FRUTTO
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care quella bella ciliegia succosa. L’alberello si agitava e faceva di tutto perché non la prendesse. Come i bambini, anche il merlo ci provò per un po’; poi si diede per vinto e rinunciò. Il nostro alberello aveva salvato ancora una volta la sua bella ciliegia, ma non era per niente soddisfatto. – Che faticaccia! – confessò al grande albero. – Ho dovuto mettercela tutta perché non mi mangiassero questa bella ciliegia. In quel momento un colpo di vento fece agitare i rami e le foglie. La ciliegia, ormai troppo matura, cadde sul prato. Un passero che si trovava là sotto la beccò e volò via. Come rimase male il giovane alberello! – Ma… ma… – balbettava e non riusciva a dire altro. – Oggi hai imparato qualcosa. – gli disse il grande ciliegio. – Hai lottato tutto il giorno per salvare la tua piccola ciliegia. Hai allontanato i bambini e i merli e non ti sei goduto la loro compagnia. Se l’avessi lasciata mangiare ai bambini, ogni giorno sarebbero corsi da te, per cercarne altre. Se l’avessi regalata al merlo si sarebbe fermato fra i tuoi rami a cantare. Invece così non ti è servita a nulla e sei rimasto solo. Sei sicuro di aver fatto la cosa migliore? Dal web - tiraccontounafiabapastrugno.blogspot.com
La ciliegia: racconto
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g io
co motorio
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PERCORSO MOTORIO Il metodo: AUCOUTURIER
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: eseguire percorsi motori.
Spazio: salone Tempi: circa un’ora
Creiamo un percorso motorio con il metodo Aucouturier utilizzando ciò che c'è disponibile in giardino per permettere movimenti che coinvolgano tutto lo schema motorio e permettano di imitare i movimenti dei protagonisti della storia; la motivazione del contenuto narrativo darà il piacere di esplorare con il corpo.
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MAGGIO: IL FRUTTO
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CILIEGINE Versiamo nei piattini di plastica la temâ&#x20AC;˘ Das, stuzzicadenti, pera nera e lasciamo un grosso contenitore che i bambini ci imdi plastica, piattini di mergano gli stuzzicaplastica, tempera nera denti. e rossa, nastro verde. Facciamo fare ai bambini tante palline di das del diametro di circa 2 cm. Facciamo infilare ai bambini ogni stuzzicadenti in una pallina di das ancora fresca. Lasciamo che il das si asciughi: i bambini, servendosi dello stuzzicadenti, immergeranno le palline nella tempera rossa. Quando le palline si saranno asciugate, possiamo passare uno strato di vernice trasparente, per renderle lucide. Completiamo annodando un nastrino verde intorno allo stuzzicadenti, cosĂŹ avremo tante ciliegine rosse con le foglioline verdi! Materiale occorrente:
Invitiamo i bambini a disegnare, su un foglio A3 o A4, un ciliegio e facciamolo colorare con i pennarelli e le tempere. Ritagliamo tanti pezzetti di carta crespa rossa e facciamone palline. Con la colla incolliamo le palline nel disegno ed avremo creato le ciliege. La ciliegia: attivitĂ individuale
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vità di gruppo i t t a
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BUDINO ALLE CILIEGIE Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH La tecnica: ESPERIENZA DIRETTA
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: rispettare le indicazioni di una ricetta.
Spazio: cucina
Tempi: circa un’ora
Ingredienti: • 150 g di ciliegie • 1 cucchiaio di zucchero • 25 g di burro • 30 g di farina • 175 dl di latte • 1/2 bustina di vaniglina • 25 g di zucchero • 1 uovo
Sciacquiamo e asciughiamo le ciliegie. Priviamole del nocciolo e sistemiamole in una terrina. Aggiungiamoci lo zucchero e rimestiamo. Dopo aver fatto riposare, portiamo a ebollizione il latte con lo zucchero (25 g) e la vaniglina. Facciamo sciogliere il burro, uniamo la farina e lavoriamo il composto. Versiamo il latte caldo e mescoliamo con una frusta, evitando di formare grumi. Cuociamo per 10 minuti circa, mescolando in continuazione. Non appena avremo una crema densa, facciamo raffreddare.
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MAGGIO: IL FRUTTO
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Portiamo il forno a 160 °C. Incorporiamo al composto il liquido delle ciliegie, uniamo i tuorli e aggiungiamoci le ciliegie. Amalgamiamo l'albume montato a neve e sistemiamo il tutto negli stampi. Inforniamo e cuociamo a bagnomaria per 60 min. circa.
Le ciliegie
In un tempo davvero assai lontano, tanto che a pensarlo sembra strano, un mago fece un grande sortilegio... E che inventò? L’albero di ciliegio. Ci passò sotto il resto dei suoi giorni raccontando di fate e di unicorni. E le ciliegie, a forza di ascoltare, crescevano più buone da mangiare. Una sera il mago alzò lo sguardo e dichiarò di essere un vegliardo, ma prima di lasciare questo mondo fece un ultimo sforzo assai fecondo. “Crescete, frutti belli, sempre in coppia. Ognuna non sia sola ma sia doppia! Si sa che una ciliegia tira l’altra... Come una una storia ingenua e una scaltra.” Mela Cecchi
La ciliegia: filastrocca
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entazion s e e pr
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LA ROSA_WIKISTORIA Nell'immaginario collettivo, la rosa è stata associata a significati e simboli molto vari e complessi, secondo l'epoca e il luogo di riferimento, legate anche al colore assunto di volta in volta dal fiore. Può rappresentare in modo ambivalente tanto l'amore passionale quanto la purezza, l'elevazione spirituale e la vanità, il segreto, la bellezza, la sensualità, la decadenza.
LA ROSA NELL'ANTICHITÀ
Nel mondo greco e romano, la rosa era associata al mito di Adone e Afrodite: la dea, innamorata del giovane cacciatore, nulla può fare per salvarlo dalla morte provocata dall'attacco di un cinghiale.
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MAGGIO: IL FIORE
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Nel soccorrere l'amato, Afrodite si ferisce con dei rovi e il suo sangue fa sbocciare delle rose rosse. Zeus commosso dal dolore della dea, permette ad Adone di vivere quattro mesi nell'Ade, quattro nel mondo dei vivi, e altri quattro dove avrebbe preferito: per questo la rosa viene considerata simbolo dell'amore che vince la morte e anche di rinascita.
LA ROSA NELLA SALUTE DEI BAMBINI
La scienza conferma la relazione tra mente e corpo. I fattori psicologici influenzano il sistema di difesa aprendo la strada alle malattie. Un organismo stanco e stressato è più fragile e quindi più predisposto all'attacco di virus, microbi e batteri. Ecco allora il nasino che cola, i colpi di tosse e il male al pancino. I bambini piccoli sono i più vulnerabili alle malattie perché i loro meccanismi immunitari sono in formazione e le loro difese psichiche ancora immature. Inoltre talvolta l'ambiente in cui i nostri bambini sono immersi è loro ostile: genitori stressati, tanti impegni che riempiono la loro giornata. Un rimedio naturale che attiva le difese immunitarie dei bambini dai 3 ai 5 anni contro i bruciori di gola è proprio la rosa canina: calma i bruciori di gola e la tosse ed è particolarmente adatta per i bambini più piccoli. Si può scegliere un estratto analcolico a base di fruttosio, buono ed efficace, ne bastano 20 gocce al giorno, che possono essere diluite anche in un succo di frutta.
La rosa: informazione
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co rac nto
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LA ROSA SENZA PRIMAVERA Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e comprendere brevi narrazioni.
Spazio: angolo lettura Tempi: 30 minuti
C’era una volta una rosa bellissima che viveva nel rigoglioso giardino di una casa ai margini del bosco. Questa rosa aveva anche un nome: Lucrezia, gliel’aveva dato una bambina che abitava non lontano da lì e che ogni giorno la veniva a trovare. Quell’inverno Lucrezia era in attesa della primavera come ogni anno. Quando marzo arrivò tutte le piante si svegliarono dal loro torpore: sbadigliavano stirando le foglioline e lo stelo, mentre le corolle si preparavano a ricevere il sole. Tutte avevano già indossato gli abiti primaverili, solo Lucrezia non ne aveva. “Siamo a maggio, è il mese delle rose e io non ho ancora i miei nuovi petali, come mai?” si chiedeva preoccupata. Passarono altri giorni, faceva caldo, il giardino era tutto un rigoglio di foglie, fiori, colori e profumi ma Lucrezia aveva ancora l’abito invernale. – Lucrezina mia, non angustiarti! – diceva mamma rosa alla figlia. – Vedrai che presto metterai nuovi petali anche tu! Non è mai successo che madama Primavera ti lasciasse così, senza il vestitino di stagione. – Mamma, so che vuoi consolarmi ma c’è qualcosa che non va. Forse la signora Primavera ce l’ha con me? – Ma no, ma no, figlia mia cosa ti salta in testa? Si tratta certamente di un disguido. Lucrezia ogni giorno che passava diventava sempre più triste.
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MAGGIO: IL FIORE
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Trascorse un altro mese, e la povera rosellina non aveva ancora messo i petali. – Mamma, ho paura che si tratti di un incantesimo, – disse un giorno Lucrezia. – chiedi alla fata Fioralia. Quest’ultima, capì immediatamente che la faccenda era urgente. – Hum, non mi pare ci siano incantesimi qui. No, il motivo è un altro. – disse la fata Fioralia. – Qui c’è di mezzo il caratterino di madama Primavera. Devi averla offesa in qualche modo. Lucrezia era disperata: in che modo poteva aver fatto arrabbiare così tanto Primavera? – Non c’è altro da fare: bisogna parlare con madama Primavera. – Signora, – esordì la madre di Lucrezia. – come puo’ vedere, tutte le rose sono fiorite e belle, solo Lucrezia non ha ancora i suoi petali. Fata Fioralia ci ha detto che non si tratta di un incantesimo e che questo succede perché lei è arrabbiata con la mia bambina. – È così. Lucrezia mi ha fatta arrabbiare! – rispose Primavera. – L’anno scorso, durante la mia festa, mi ha offesa: mentre tutti i fiori cantavano e gioivano per il mio arrivo ho sorpreso Lucrezia a dormire. Dormire, capisce? – Oh, è per questo! La perdoni, signora, è così giovane! Di sicuro non l’ha fatto apposta, non si può rimediare? – Hum, ci sarebbe un modo… se Lucrezia acconsente. Dovrebbe farsi recidere per essere donata a una bambina molto malata.
La rosa: racconto
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– Che se ne fa una bambina di una rosa che non è fiorita? – Questo è affar mio. Lucrezia deve solo dire se accetta. Lucrezia fece segno di sì, chinando il fusto. La mattina seguente, mentre il vecchio giardiniere stava per potare Lucrezia, passò lì la mamma della bambina ammalata. – Che bel giardino! Ma quella povera rosa? Se la butta via la prendo io, per la mia bambina: ama tanto i fiori, sa? Ora sta male, le farà piacere averla sul comodino, anche se non ha i petali. Non appena fu deposta sul comodino della bimba la rosa Lucrezia, con grande meraviglia di tutti, fiorì e anche la bambina dopo due giorni guarì completamente. Lucrezia fu poi piantata nel giardino di quella famiglia, dove crebbe rigogliosa e felice grazie alle cure amorevoli della sua nuova amica. In pochi giorni una nuova Lucrezia, bellissima e piena - Dove si svolge la storia? di petali, spuntò più radiosa - Chi è Lucrezia? che mai nel giardino. adattamento da “tiraccontounafiaba.it” Barbara Cerrone
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MAGGIO: IL FIORE
- Perché è preoccupata? - Chi l'aiuterà? - Come si risolve il problema con la Signora Primavera?
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IL ROSA E LA ROSA Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: realizzare manufatti in gruppo e scoprirne la forza.
Materiale occorrente: • Alcune rose vere di diverso colore • Cartoncini A4 bianchi • Carta vellutina rosa e rossa • Colore a cera verde • Forbici • Colla
Spazio: sezione
Tempi: circa un’ora
Predisponiamo un lavoro di cooperative learning sul tema delle rose. Lasciamo che i bambini divisi in gruppi da tre realizzino alcune rose con la tecnica che preferiscono utilizzando la base di un cartoncino bianco. Per concludere il lavoro, insieme ai bambini, tagliamo dei piccoli pezzi di carta vellutina rosa e rossa e applichiamoli sui petali del fiore. Coloriamo il gambo e le foglie con il colore a cera verde. Incolliamo le nostre rose alla base di una parete della sezione a formare un roseto.
La rosa: attività di gruppo
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ità indivi duale v i t at
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LA ROSA E I CINQUE SENSI Il metodo: R. STEINER
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sperimentare forme di espressione artistica.
Spazio: giardino Tempi: 45 minuti
Facciamo conoscere ai bambini la rosa attraverso i cinque sensi: useranno l’olfatto per percepirne il profumo, il tatto per sentire la morbidezza dei petali e la punta acuminata delle spine, la vista per ammirarne la bellezza e osservarne la varietà di colori.
LA CORONCINA DI ROSE Procuriamoci alcune rose vere dal gambo non troppo doppio, togliamo completamente le spine. Mostriamo ai bambini come poterle unire tra di loro per farne una coroncina. Possiamo farle indossare per la festa di primavera da organizzare in un giorno di sole in giardino.
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MAGGIO: IL FIORE
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ROSE STAMPATE Il metodo: B. MUNARI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sperimentare tecniche pittoriche diverse.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
I cuori del radicchio con le loro foglie fitte diventano con • Cuori di radicchio il colore degli incredibili tim• Pennelli bri, perfetti per realizzare boc• Colori a tempera cioli di rosa. • Fogli di carta bianchi Intingiamo dunque il pennello nella tempera e spalmiamo il colore sulla parte piatta del cuore di radicchio. Con la mano stringiamo la parte superiore del ceppo e imprimiamo su un foglio un timbro di colore: apparirà il disegno di una rosa! Facciamo ripetere l’operazione ai bambini, che si divertiranno a stampare tante belle roselline colorate! Si possono alternare i colori e creare un bordo sul foglio, come se fosse una cornice, oppure si può riempire un foglio di rose stampate in giallo, rosso e rosa, come se fosse un tessuto (si possono concentrare alcuni timbri al centro del foglio per comporre un mazzo di fiori). Materiale occorrente:
La rosa: attività individuale
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ità di grupp v i t o at
LE ROSE DI MONET Il metodo: M. MONTESSORI
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e comprendere brevi narrazioni.
Spazio: angolo lettura Tempi: 30 minuti
Facciamo una lettura di immagini con il dipinto di Monet e lasciamo che i bambini ne osservino i colori. Approfittiamo di questa occasione per proporre ai bambini di 5 anni di colorare con la tecnica del puntinato o con le tempere. Ai più piccoli possiamo proporre una scheda più semplice fotocopiando il modello proposto e facendoli semplicemente colorare.
IL QUADRO DI MONET IN CARTA VELINA
In alternativa tagliamo tanti pezzetti di carta velina degli stessi colori del quadro e una volta distribuito il modello lasciamo che realizzino, ognuno a modo suo, il proprio capolavoro, attaccando i pezzetti di carta fino a ricoprirlo tutto.
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MAGGIO: IL FIORE
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La rosa: modello
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LAPBOOK DI PRIMAVERA Durante il mese di maggio i bambini hanno conosciuto la rosa come fiore, presentiamo loro una rosa molto famosa quella di Antoine de Saint -Exuperie. Guardiamo alla LIM un episodio del Piccolo Principe che si riferisce all'amicizia del protagonista con la sua Rosa, leggiamo il passo del libro e poniamo ai bambini una domanda: - Che cos'è per voi un amico?
Registriamo le risposte dei bambini su dei cartoncini che loro stessi realizzeranno, rappresentandovi i personaggi incontrati nel racconto. Nei giorni successivi, basandoci sull'episodio, realizziamo un percorso sull'amicizia e il suo valore toccando tutti i campi d'esperienza e realizziamone un philosophy lapbook, che verrà realizzato su cartoncini della grandezza A3 e che potremo rilegare alla fine con anelli di metallo. La conclusione dell’esperienza potrà essere la presentazione della storia e del percorso svolto in un giardino, invitando le famiglie o le altre sezioni a partecipare.
SI COMINCIA!
Il lapbook sarà creato in itinere. Per
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PRIMAVERA: LAPBOOK
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ogni attività relativa alla riflessione sulla storia e sull’amicizia creeremo una pagina. 1. Analizziamo la parte del racconto con le carte di Propp. Individuiamo i protagonisti, le difficoltà e lo sviluppo della storia, scattiamo qualche fotografia di questo momento. 2. Ricordiamo il momento in cui durante lo svolgimento del progetto Primavera abbiamo piantato le rose e registriamo sul libro anche la scheda delle fasi della crescita. 3. Non dimentichiamo di inserire la foto di gruppo del laboratorio svolto per realizzare il manufatto della rosa. 4. Realizziamo la copertina del nostro lapbook su un cartoncino di formato A3 che può essere anche la locandina che useremo per invitare i genitori al role play che attiveremo. 5. Inseriamo tutti i dettagli del nostro percorso con il Piccolo Principe: un gioco memory (creiamo una tasca in cui riponiamo tante coppie di rose uguali per colore), il paesaggio del roseto, i disegni dei bambini sull’amicizia, rilegati tra di loro. 6. Dedichiamo una pagina del libro alle foto del role playing che abbiamo dedicato alla bella storia di amicizia del piccolo principe con la rosa. PRIMAVERA: LAPBOOK
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MAGGIO
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
IL SÉ E L’ALTRO I DISCORSI E LE PAROLE
• Ascoltare e comprendere contenuti.
• Eseguire un percorso psicomotorio seguendo il metodo Aucouturier.
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
• Lavorare in “Cooperative Learning”.
IL CORPO E IL MOVIMENTO
E APPRENDIMENTI ATTESI
SÌ
IN
NO
PARTE
• Sperimentare varie tecniche espressive.
• Rispettare le indicazioni e le dosi di una ricetta. • Conoscere i fiori nel periodo primaverile.
AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
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MAGGIO: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
NOTE
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di maggio LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante
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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: ESTATE • Rafforzare la stima e la fiducia nelle proprie capacità. • Valorizzare ed accogliere la diversità anche in natura.
• Cooperative learning. • Laboratori: linguistici, creativi, scientifici. • Storytelling.
IL BAMBINO:
IL BAMBINO:
- pone domande e dà risposte coerenti.
- assume ruoli e compiti; - riflette e confronta il proprio e l'altrui punto di vista.
• Utilizzare il testo narrativo per scoprire la realtà naturale. • Esprimere con parole sue ciò che ha compreso.
• Storytelling. • Conversazioni libere e guidate. • Poesie e filastrocche.
IL BAMBINO:
IL BAMBINO:
- rielabora il testo narrativo con più linguaggi espressivi.
- sa esprimere e comunicare agli altri opinioni e sintesi di contenuti.
• Partecipare a giochi motori e attività psicomotorie attivamente. • Sviluppare la propria corporeità e percepirne il potenziale.
• Giochi motori. • Attività psicomotorie. • Esercizi di manualità fine.
IL BAMBINO: - conosce se stesso nel gruppo.
IL BAMBINO: - comunica, esprime contenuti ed emozioni con il linguaggio del corpo.
IL BAMBINO: - usa i colori appropriati per rappresentare contenuti.
IL BAMBINO: - conosce le caratteristiche di materiali e li usa con coerenza.
IL BAMBINO: - è consapevole delle diversità della natura. - effettua misurazioni e documentazioni.
IL BAMBINO: - osserva con attenzione organismi viventi, i loro ambienti e i fenomeni naturali.
IMMAGINI, SUONI, COLORI
• Modellare, colorare • Attività laboratoe realizzare semplici riali e individuali. manufatti. • Esprimere contenuti graficamente e plasticamente. • Sperimentare tecniche grafico-pittoriche.
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Contenuti
IL SÉ E L’ALTRO
Traguardi per lo sviluppo
I DISCORSI E LE PAROLE
Abilità
Obiettivi
• Riconoscere l'impor- • La natura nel petanza della salvaguar- riodo estivo. dia dell'ambiente. • Conoscere le caratteristiche stagionali. • osservare e documentare vesperienze.
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TEMI E ICONE DELL’ESTATE
LE PIANTE: dal grano al pane
IL TEMPO: la calda stagione Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino. Maria Montessori
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SOMMARIO DI GIUGNO LE PIANTE • Dal grano al pane Storia di un chicco di grano ...................... 404 Conosciamo i semi .................................... 406 Il semino nascosto ..................................... 408 Il grano di nonno Biagio............................ 409 Noi come spighe ....................................... 414 Le spighe di grano..................................... 415 La spiga con i fiammiferi ........................... 416 I semi di grano... si trasformano! ............... 418
IL TEMPO • La calda stagione Il sole dell’estate ....................................... 420 Ascolto di una poesia ................................ 422 Estate......................................................... 422 La vacanza preferita................................... 423 Il sole da appendere.................................. 425 Gli occhiali da sole .................................... 426 Il mare........................................................ 428 Concertino dell’estate............................... 430 • Scheda per l’osservazione valutativa...... 431 • Diario di bordo ....................................... 432
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Che ora è questa che saluta il muro sbiadito con calda luce e silenzioso cenno, e sommuove lâ&#x20AC;&#x2122;aria tremante di giugno? Attilio Bertolucci
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sentazion e r e p
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STORIA DI UN CHICCO DI GRANO Affrontare tematiche interculturali a scuola è ormai una pratica consolidata anche in classi in cui è presente un piccolo numero di bambini provenienti da paesi lontani. Farlo proponendo attività incentrate sul cibo semplifica molto le cose. Promuoviamo l’apprendimento dei bambini attraverso la “scoperta” guidata. Questo approccio ci permetterà di coinvolgere i bambini in attività d'indagine operative basate sull'osservazione, sul gioco e sul lavoro, sul ragionamento e sulla descrizione dei dati
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GIUGNO: LE PIANTE
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emersi, che svilupperanno le capacità mentali e aiuteranno la continua ricostruzione della visione della realtà circostante. In questo mese è facile procurarsi alcune spighe di grano, aprirle e recuperare i chicchi, con un paziente lavoro di ricerca e di separazione dal resto, per aiutare i bambini ad osservare le caratteristiche di questo importante prodotto della terra. Se sarà possibile, andremo a fare una visita nel giorno della mietitura e trebbiatura, per osservare direttamente le fasi del raccolto e del recupero di questo prezioso cereale. La fase successiva sarà quella di fare visita al fornaio, per partecipare attivamente alle varie fasi della panificazione.
Dal grano al pane: presentazione
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a ser v zione s o
CONOSCIAMO I SEMI Materiale occorrente: • Ciotoline o piatti • Vasi • Terriccio • Semi vari
Chiediamo ai bambini di portare a scuola dei semi che hanno in casa (la propria o quella dei nonni). Raccogliamo i semi portati dai bambini e facciamo con essi una mostra, riponendoli in ciotole o piattini che disporremo in fila sui tavolini. Poniamo, a questo punto, alcune domande ai bambini: • Com’è fatto un seme? • I semi sono tutti uguali? • Secondo voi, i semi sono “vivi” o “morti”?
I bambini esprimeranno la propria opinione, faranno ipotesi e si confronteranno in un allegro dibattito. Per scoprire se le ipotesi in merito all’ultima domanda sono corrette, proviamo a
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GIUGNO: LE PIANTE
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piantare dei semini: procuriamoci vasetti e terriccio e poi piantiamo alcuni dei semi che i bambini hanno portato. Poniamo in ogni vasetto semi di tipologie differenti, esponiamoli al sole, annaffiamoli con cura e osserviamo giorno per giorno che cosa succede. Curare le piantine è una piccola responsabilità che potremo affidare ai bambini organizzando dei turni settimanali.
Dal grano al pane: osservazione
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co motori o i o g
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IL SEMINO NASCOSTO Il metodo: AUCOUTURIER
La tecnica: PSICOMOTRICITÀ
IL CORPO E IL MOVIMENTO
Spazio: salone
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: partecipare a giochi di squadra. Tempi: circa un’ora
Estraiamo a sorte due bambini: uno sarà il cercatore e l’altro il semino. Gli altri bambini si disporranno in ordine sparso nello spazio di gioco (questo gioco si può svolgere sia all’interno, sia all’esterno della scuola). Bendiamo il “cercatore” e facciamo nascondere il “semino”. Al nostro via, il cercatore si toglierà la benda e comincerà a cercare il “semino” nascosto. Gli altri bambini, quando il “cercatore” si avvicinerà loro, daranno delle indicazioni di aiuto, pronunciando una di queste frasi: - Caro bambino, non è qui il tuo semino! (Se il “semino” è lontano). - Cerca bene il tuo semino, è nascosto qui vicino! (Se il “cercatore” si è avvicinato al nascondiglio). - Dai, dai, non ti fermare, il semino stai per trovare! (Se il “cercatore” ha quasi scovato il suo “semino”). Quando il “cercatore” avrà trovato il “semino”, chiamiamo altri due bambini a interpretare i ruoli principali del gioco.
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GIUGNO: LE PIANTE
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IL GRANO DI NONNO BIAGIO Il metodo: R. STEINER
La tecnica: STORYTELLING
I DISCORSI E LE PAROLE
COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare narrazioni che evocano la natura.
Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora
In un piccolo meraviglioso borgo di campagna, vivevano il signor Biagio e la signora Delia, coltivavano la loro terra con tanto amore e la terra rispondeva ogni anno in estate, donando tanti frutti buoni: melanzane, pomodori, peperoni, cocomeri, meloni, nespole, aromi e spezie di ogni tipo. I due erano felici, ma il signor Biagio aveva un pensiero fisso: il suo grano. Infatti coltivava da tanti anni un pezzetto di terra con un grano speciale, che quando maturava aveva spighe dorate più grandi e piene, molto più dei campi dei suoi vicini. I vicini erano una famiglia di facoltosi baroni e non capivano perché accadesse una cosa del genere: la loro terra era confinante con quella del signor Biagio e, a dire il vero, era anche più soleggiata. Per questa ragione ogni anno, quando era il tempo della mietitura, trovavano un modo per litigare: volevano a tutti i costi appropriarsi di quel pezzo di terra per capire come mai quel grano era alto più del doppio e
Dal grano al pane: racconto
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aveva spighe più piene e rigogliose delle loro. Ma il signor Biagio era un uomo tutto d'un pezzo e non permetteva a nessuno, tanto meno ai baroni, di avvicinarsi al suo grano. Un giorno, quando i suoi due nipotini lo andarono a trovare, decise che era arrivato il momento di confidare il suo segreto: li invitò a uscire con lui e, tutti insieme, si recarono al centro del campo di grano. Era bellissimo, sembrava di trovarsi in un mare di colore giallo. Raccontò loro che quel grano era tanto speciale perché il suo bisnonno, tornato dal Sud America, gli regalò un sacco pieno di quei chicchi, lasciandoglieli in eredità e facendosi promettere che li avrebbe seminati ogni anno. I nipoti rimasero incantati dal suo racconto: infatti il nonno, mentre raccontava, aveva gli occhi lucidi e si vedeva che per lui quel momento, vissuto tanto tempo fa, era un tesoro da custodire con amore. Decisero che nel loro piccolo avrebbero sostenuto il nonno. Arrivò il giorno della mietitura. C'era gran festa: erano arrivati tutti gli amici del nonno, erano buffi da guardare, avevano delle bandane colorate in testa, degli stivaloni alti e camicie a quadri. Si avviarono a piedi verso il campo di grano cantando allegre canzoni. Tagliarono il grano per tutto il giorno sotto il sole cocente. I nipoti
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GIUGNO: LE PIANTE
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andavano avanti e indietro tra la casa del nonno e il campo, perché portavano acqua fresca ai lavoratori: era un compito faticoso, perché faceva caldo, ma erano felici, perché vedevano che il loro nonno era soddisfatto. Alla fine della giornata, tutti i contadini uscirono dal campo con passi pesanti, ma con voci ancora molto allegre. Nonna Delia aspettava tutti: aveva preparato delle melanzane ripiene e un pane fatto in casa, che emanava un profumo davvero delizioso. Bevvero il vino fatto da tutti loro lo scorso autunno e i nipoti felici, con il permesso del nonno, parteciparono al brindisi gridando “Evviva l'estate!!!”. Alla sera, prima di addormentarsi, la nonna recitò loro la poesia che era legata al sacco di grano che il nonno aveva portato dall'America del Sud: “– Chiccolino dove sei? – Sotto terra, non lo sai? – E lì sotto non fai nulla? – Dormo dentro la mia culla! – Dormi sempre, ma perché? – Voglio crescer come te! – E se tanto crescerai alla fine che farai? – Una spiga metterò e tanti chicchi ti darò!”.
I bambini si addormentarono sognando il viaggio di quel sacco di grano. Claudia Gattella
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• Dove vivevano il signor Biagio e la signora Delia? • Che cosa coltivavano? Quando nascevano i frutti seminati? • A cosa teneva molto il signor Biagio? Perché? • Cosa fecero i nipoti? • Di che colore erano le spighe di grano? • Voi avete mai visto il grano? • I chicchi di grano cosa danno? A che serve? • La nonna Delia faceva il pane? • Noi lo facciamo il pane o lo compriamo? Perché?
Prendiamo spunto dalla storia raccontata e spieghiamo ai bambini cosa succede ai chicchi di grano quando vengono raccolti e spigolati, cioè eliminati dalla spiga. Proviamo a “macinare” manualmente un po' di grano con il supporto di un sasso. Mettiamo in sequenza la vita del chicco di grano.
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Dal grano al pane: racconto
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o motorio c o gi
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NOI COME SPIGHE Il metodo: YOGA
La tecnica: TRAINING AUTOGENO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: passare da una fase iper motoria ad una ipo motoria.
Spazio: giardino Tempi: circa un’ora
Rechiamoci in giardino e forniamo un telo ad ogni bambino. Narrando ancora una volta la storia "Il grano di nonno Biagio", proponiamo un esercizio di yoga. Il training autogeno facendo visualizzare il campo di grano: facciamo rilassare i bambini e descriviamo tutte le fasi della crescita del chicco. Quando l'esercizio di rilassamento sarà concluso riattiviamo le funzionalità motorie con un risveglio guidato. Il chicco da seme diventa grano, riproponiamo le fasi con il corpo.
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LE SPIGHE DI GRANO Il metodo: EDUCAZIONE TEMPESTIVA La tecnica: GIOCARE CON IL CORPO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: imparare filastrocche mimandole con il corpo.
Spazio: salone
Tempi: circa un’ora
Facciamo un semplice gioco che simuli la crescita del grano. Facciamo accovacciare i bambini a terra, fingendo di essere chicchi di grano che con l’acqua e il sole cresceranno e diventeranno spighe alte e forti. I bambini, seguendo i comandi che daremo loro attraverso una semplice filastrocca, dovranno sollevarsi poco a poco, fino ad ergersi completamente e a sollevare le braccia in alto, come se fossero, appunto, spighe mature. Allora ci improvviseremo contadini, faremo mettere tutti i bambini vicini al centro della stanza ed esclameremo: “La raccolta del grano è finita!”.
Dal grano al pane: gioco
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LA SPIGA CON I FIAMMIFERI Materiale occorrente: • Fiammiferi • Tempere gialle e marroni • Cartoncino turchese • Colla
Mettiamo la tempera gialla in un piatto di carta e immergiamoci i fiammiferi. Quando tutti i fiammiferi saranno gialli, disponiamoli su una superficie asciutta e facciamo asciugare il colore.
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GIUGNO: LE PIANTE
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Sul cartoncino turchese disegniamo con le tempere marroni la terra e vari gambi di grano.
Cospargiamo di colla la parte superiore del gambo e incolliamo i fiammiferi gialli formando tante spighe.
Dal grano al pane: attivitĂ di gruppo
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I SEMI DI GRANO… SI TRASFORMANO! Il metodo: RICERCA
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZA DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: acquisire il concetto di trasformazione.
Ricordiamo ai bambini che analizzando la spiga abbiamo trovato dei piccoli semi. – Che cosa succede se schiacciamo questi chicchi?
Spazio: cucina
Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Semi di grano • Un pestello di legno • Un cucchiaio • Un piccolo setaccio • Carta paglia
Procuriamoci dei chicchi di grano, mettiamoli dentro un pestello di legno e invitiamo i bambini a schiacciarli con forza. I bambini metteranno sicuramente grande impegno in questa attività, curiosi di scoprire in che cosa si trasformeranno i semini una volta schiacciati con il pestello. Mano a mano che l’attività procede, ci accorgeremo che i semini “spariscono”, si trasformano. Mettiamo, con un cucchiaio, il composto in un piccolo setaccio e muoviamolo sopra un foglio di carta paglia, in modo da eliminare bucce e scarti. Ecco comparire una polverina bianca:
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GIUGNO: LE PIANTE
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– Che cos’è? Invitiamo i bambini a fare delle ipotesi su che cosa possa essere quella sostanza: zucchero? Sale? Assaggiamola e scopriremo che è… farina! Perché è proprio dal grano che si ricava questo prezioso alimento con cui si possono fare tante cose buone da mangiare: pane, pizza, dolci…
Dal grano al pane: attività di gruppo
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IL SOLE DELL’ESTATE L’anno scolastico sta per terminare, l’estate è alle porte. In questo mese impegnativo (in cui la Scuola dell’Infanzia si rapporta all’esterno, con le famiglie, l’asilo nido, la Scuola Primaria), una cura particolare deve essere rivolta ai bambini dell’ultimo anno. Possiamo valorizzare la consegna dei loro lavori, delle fotografie e di tutta la documentazione che testimonia i momenti di gioco, e le attività che hanno caratterizzato gli anni trascorsi nella Scuola dell’Infanzia e che costituiranno un “prezioso ricordo” per i singoli bambini e per le loro famiglie. Viene così sottolineata la conclu-
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GIUGNO: IL TEMPO
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sione di un ciclo di vita e allo stesso tempo ritualizzato il passaggio in una collettivitĂ nuova e diversa, proponendolo in una dimensione gioiosa e collettiva, che gli conferisce un significato positivo. I bambini si preparano alle vacanze estive ma saranno tristi per la chiusura della scuola e per la separazione dalla loro insegnante e dai loro compagni. Molto interessante risulterĂ , quindi, unâ&#x20AC;&#x2122;uscita didattica alla futura Scuola Primaria.
La calda stagione: presentazione
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poesia
ASCOLTO DI UNA POESIA Il metodo: M. MONTESSORI
I DISCORSI E LE PAROLE La tecnica: STORYTELLING Spazio: sezione COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: Tempi: circa un’ora conoscere le stagioni narrando immagini e poesie.
Possiamo iniziare a far scoprire gli elementi che caratterizzano l’estate a partire dall’ascolto della poesia “Estate”. Facciamo poi osservare ai bambini un quadro che rappresenti la bella stagione, così che essi possano percepirne anche visivamente le caratteristiche. Chiediamo ai bambini di riprodurre il quadro utilizzando i pennarelli e pezzetti di carta crespa colorata.
Estate
Viva l’estate, viva l’estate con le spiagge assolate, con il mare, gli ombrelloni, il secchiello, i cavalloni! Prendo il sole: che paradiso; spalmo un po’ di crema in viso e col dito che goduria, mi divoro questa anguria! Anche Fido e il buon dragone ne vorrebbero un boccone! La merenda ci pappiamo, poi nel mare ci tuffiamo! Jolanda Restano
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GIUGNO: IL TEMPO
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LA VACANZA PREFERITA Il metodo: RICERCA
La tecnica: BRAINSTORMING
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMPARARE A IMPARARE: rielaborare dati.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Proponiamo una piccola indagine ai bambini, con un brainstorming sul dove vorrebbero andare durante l’estate. Predisponiamo un grande tabellone e invitiamo i bambini a registrare la loro risposta, colorando un quadretto sopra l’immagine che raffigura il luogo di vacanza. Dopo aver registrato tutte le preferenze dei bambini possiamo fare alcune considerazioni del tipo: – Qual è il luogo che i bambini preferiscono? – Qual è il luogo che piace meno? – Quali sono le cose che attirano i bambini? ecc.
Abbiniamo a questa attività un laboratorio per costruire una macchina fotografica. Per andare in vacanza e portare con sé Materiale occorrente: dei ricordi servirà certamente una mac• Cartoncini china fotografica. Proviamo ad utiliz• Bicchieri di plastica zarne una vera per catturare alcune • Tappi immagini intorno alla scuola e poi fac• Colori di vario tipo ciamone costruire una con materiale da • Materiali da riciclo recupero. • Forbici e colla La calda stagione: attività di gruppo
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Mettiamo a disposizione dei cartoncini quadrati e rettangolari e chiediamo ai bambini se vogliono realizzare su una forma solida o piatta.
Facciamo assemblare i materiali come vogliono i bambini con l'unica accortezza di non dimenticare mai obiettivo (con bicchiere di plastica) e bottone per il click (tappo di plastica). Chi sceglie la forma solida, potrà fingere di avere una macchina a scatto istantaneo e realizzare dei disegni su carta dello stesso formato della 'macchina', disegnarvi sopra delle persone e poi regalarle a chi è stato 'fotografato'.
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GIUGNO: IL TEMPO
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IL SOLE DA APPENDERE Il metodo: B. MUNARI
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
IMMAGINI, SUONI, COLORI
CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: rappresentare elementi della natura con tecniche diverse.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Cartoncino giallo • Carta velina gialla, arancione e rossa • Nastrino rosso • Forbici • Colla
Tagliamo, dal cartoncino giallo, un cerchio del diametro di circa 20 cm. Prendiamo la carta velina gialla, arancione e rossa e tagliamo tanti triangoli di circa 5 cm di lato. Prendiamo la carta velina negli stessi colori già utilizzati e facciamo tante palline. Incolliamo le palline sul cerchio di cartoncino giallo, lasciando però il bordo libero. Incolliamo sul bordo i triangolini di carta velina sovrapponendo i colori! Applichiamo dietro il sole un cappio di nastrino rosso, per poterlo appendere.
La calda stagione: attività individuale
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GLI OCCHIALI DA SOLE Il metodo: RICERCA
La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE
LA CONOSCENZA DEL MONDO
COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le funzioni degli oggetti.
Spazio: sezione Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Fogli di plastica trasparente colorata • Cartoncini colorati • Forbici e colla • Tempere • Nastro adesivo • Spighe di grano o semi di mais
Facciamo un breve brainstorming sull'utilizzo degli occhiali da sole e sulla funzione di protezione che essi assolvono. In seguito realizziamo vari occhiali con materiali diversi. Riportiamo sul cartoncino colorato la sagome degli occhiali e delle stanghette, poi ritagliamo e assembliamo le parti. Incidiamo la parte interna degli occhiali e fissiamo all’interno, con il nastro adesivo, un pezzetto di plastica trasparente colorata che fungerà da “lente”. Incolliamo sulla montatura i semi della spiga o quelli di mais che avremo precedentemente immerso nelle tempere e fatto asciugare.
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GIUGNO: IL TEMPO
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La calda stagione: modello
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IL MARE Il metodo: R. STEINER
La tecnica: COOPERATIVE LEARNING
IMMAGINI, SUONI, COLORI
IMPARARE A IMPARARE: conoscere e rielaborare ambienti naturali.
Spazio: giardino/sez. Tempi: circa un’ora
Materiale occorrente: • Chicchi di riso • Sabbia • Conchiglie • Tempera blu e bianca • Cartoncino • Colla vinilica • Piattini di plastica
Creiamo con le tempere diverse sfumature di azzurro nei piattini di plastica. Immergiamo un po' di chicchi di riso in ogni piattino. Disegniamo il mare, a onde, su metà del foglio di cartoncino e ricopriamolo di colla. Riempiamo le onde con il riso di diverse sfumature e avremo il nostro mare. Copriamo di colla l'altra metà e spolveriamoci la sabbia. Mettiamo della colla a caldo sullo strato di sabbia, quando si sarà asciugata bene, e attacchiamo sulla “spiaggia” qual-
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GIUGNO: IL TEMPO
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che conchiglia. Per concludere mettiamo sul pavimento una striscia di carta di almeno 4 metri, mettiamo a disposizione tempera blu, bianca e nera e lasciamo che dipingano il mare con le mani in tutte le sue sfumature. Utilizziamo anche altre
tecniche e percezioni per rielaborare l'ambiente marino: procuriamoci delle vaschette e riempiamole di sabbia, uniamo qualche cucchiaiata di porporina oro e facciamo mischiare con le mani. In una vaschetta mettiamo circa 2 litri di acqua, qualche goccia di detergente per le mani che produce schiuma e un poâ&#x20AC;&#x2122; di tempera blu: facciamo muovere l'acqua e produrre le onde del mare. La calda stagione: attivitĂ di gruppo
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zone CD can
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Concertino dell’estate
traccia cantata19 traccia base 20
Concertino dell’estate in fondo al giardino c’è una cicala che suona il suo violino
Concertino dell’estate in fondo al cortiletto c’è un grillo nero che suona il clarinetto
Zin zin zin zin zin zin suona il violino fino al mattino
Flu flu flu flu flu flu suona il clarinetto e intanto fa un balletto
Concertino dell’estate dentro al ruscello c’è una ranocchia che suona il violoncello Zon zon zon zon zon zon suona il violoncello perché il tempo è bello
Concertino dell’estate nella cameretta c’è un gufo goffo che suona la trombetta Pe pe pe pe pe pe suona la trombetta assieme a una civetta Zin zin zin zon zon zon flu flu flu pe pe pe Zin zin zin zon zon zon flu flu flu pe pe pe (due volte)
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GIUGNO: IL TEMPO
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GIUGNO
Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA
LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SÉ E L’ALTRO
E APPRENDIMENTI ATTESI
SÌ
NO
IN
NOTE
PARTE
• Rispetta il proprio turno nei giochi di squadra.
• Ascolta narrazioni che evocano la natura.
• Gioca con rime e filastrocche.
• Esercita la manualità fine. • Partecipa a giochi di squadra.
• Modella, colora, realizza semplici manufatti.
• Dipingere utilizzando materiali della natura. • Conosce alcuni aspetti della stagione estiva. • Acquisisce il concetto di trasformazione. • Conosce la funzione degli oggetti. • Leggere mappe - esercitazione Coding. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE
GIUGNO: OSSERVAZIONE VALUTATIVA
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DIARIO DI BORDO
Esperienze preziose da documentare del mese di giugno LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE
In gruppo
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Individualmente
LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Note ambito emotivo
Note ambito Note ambito cognitivo progettazione
Esperienze e annotazioni dell’Insegnante