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IN PRIMO PIANO La galassia del non profit

La nuova schiavitù è fondata su alti profitti e vite a poco prezzo. Se in passato la domanda era: «Ha un corpo abbastanza forte per essere comprato e venduto?», oggi la domanda è: «È sufficientemente fragile e vulnerabile per diventare schiavo?».

Urmila Bhoola, Relatrice Speciale ONU sulle forme contemporanee di schiavitù, Ginevra, 2018.

La schiavitù contemporanea

Sembra un paradosso: nei secoli scorsi gli schiavi si sceglievano tra le persone forti, oggi si scelgono tra le persone deboli. Perché? Perché gli attuali schiavi sono persone fragili in quanto tagliate fuori dalla società, escluse dai percorsi di educazione, da qualsiasi forma di accesso allo sviluppo, figlie di terre dilaniate da guerre, povertà, dittature. Non è più il colore della pelle a determinare lo stato di schiavitù, ma è la fragilità della condizione di vita, indipendentemente dall’etnia, dalla provenienza geografica. E i dati pubblicati dalle Nazioni Unite fotografano esattamente questa situazione. Il paradosso non finisce qui, se si considera che tra il XV e il XIX secolo sono stati schiavizzati circa 13 milioni di persone, mentre oggi si stima che in tale condizione versino oltre 40 milioni di persone: lavorano in condizioni disumane nei campi, cuciono vestiti in laboratori clandestini, assistono anziani e lavano stoviglie nei ristoranti, senza ricevere retribuzioni dignitose, senza sicurezza e tutele, prive di ogni diritto. Il loro sfruttamento serve a portare ricchezza e ne porta davvero moltissima, se si pensa che genera profitti per circa 150 miliardi di dollari americani all’anno.

COMPETENZE

• Capire che l’economia studia gli interventi utili a soddisfare i bisogni umani • Capire che le scelte economiche dipendono dalle politiche attuate dagli Stati

COMPETENZE DI CITTADINANZA

• Comprendere che la dignità delle persona deve essere valore fondante della società • Comprendere che la società può crescere e svilupparsi solo nel rispetto di ogni essere umano • Cogliere che la schiavitù oggi può celarsi dietro le forme più diverse e più subdole di sfruttamento

DISCIPLINE COINVOLTE

• Storia e Geografia

Hai mai pensato alla schiavitù come una realtà ancora attuale?

Secondo te, quali sono i Paesi del mondo in cui oggi le persone vengono sfruttate?

La situazione economica mondiale ha contribuito a peggiorare questa realtà?

25%

Percentuale, sul totale, di vittime di schiavitù rappresentate da bambini e ragazzi

71%

Percentuale, sul totale, di vittime di schiavitù rappresentate da donne e ragazze

La percentuale più elevata di vittime proviene dall’AFRICA, continente che ha il più elevato indice di sottosviluppo al mondo

APRIAMO GLI OCCHI

1 Gli insegnanti vi illustrino alcune forme di moderna schiavitù, soffermandosi in modo particolare su quelle che hanno per vittime bambini e adolescenti. 2 La parola schiavitù rievoca immagini di ceppi e catene. Oggi queste catene non sono tanto materiali, ma sono rappresentate dalla privazioni dei diritti.

In classe preparate tanti anelli di carta colorata: su ogni anello scrivete un diritto che ritenete sia negato a una persona schiavizzata. Unite gli anelli in modo da formare una catena e appendetela nell’aula quale simbolo di una realtà che condannate. 3 La schiavitù è presente anche in Europa e l’Italia è segnalata dall’Organizzazione

Internazionale del Lavoro come Paese a elevata schiavizzazione minorile: secondo un Rapporto del 2018, i minori tra i 10 e i 15 anni sfruttati in condizione di schiavitù superano le 300mila unità.

Ecco, quindi, il vostro compito: usate occhi più attenti per scorgere, nei luoghi in cui vivete, situazioni di sfruttamento di bambini e ragazzi. Ciascuno di voi, poi, faccia una breve descrizione della realtà che il suo sguardo più profondo gli ha permesso di vedere.

OLTRE IL COMPITO

Molti schiavi sono invisibili, o perché vengono sfruttati in contesti privati, per esempio come lavoratori domestici presso famiglie, o perché cercano di nascondere la loro condizione. C’è, però, qualche segnale che queste persone possono inviare per farci capire che hanno bisogno di aiuto: appaiono spaventate, isolate; non hanno libertà di movimento; sembrano sotto il controllo di qualcuno; hanno paura di parlare… Questo è un esercizio di sensibilità: imparate a cogliere i segnali che provengono dalle persone, magari anche vicine a voi, che non necessariamente sono schiavizzate, ma vivono una condizione di forte disagio, possibile premessa di sfruttamento.

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