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T 1 Il proemio: invocazione alle Camenae (fr. 1 Traglia) LAT IT
Affresco raffigurante una donna seduta, I secolo d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.
che di norma si trovano nettamente separate nella società in cui Catullo vive: da una parte la passionalità erotica, caratteristica delle libere relazioni extraconiugali (amare); dall’altra un sentimento più profondo, serio e duraturo, fatto di tenero affetto e di stima, quale si prova per i propri familiari e per gli amici più cari (bene velle). Il patto d’amore può cosi rivendicare, agli occhi di Catullo, non minore dignità di un’unione coniugale legittima, in un’appagante dimensione di completezza psicologica e affettiva. Pietas e fides La forza e l’originalità della proposta di Catullo, del tutto inedita e anzi inconcepibile per la mentalità dei suoi contemporanei, risiedono nel fatto che egli in tal modo non rinnega ma trasporta nella sfera dell’eros, interiorizzandoli, i valori più sacri della tradizione etico-religiosa romana: la pietas, cioè la virtù propria di chi adempie scrupolosamente i propri doveri sia verso gli altri uomini (in primo luogo i familiari, gli amici, i concittadini) sia verso gli dèi, e la fides, il vincolo morale che obbliga al rispetto dei patti stipulati. Una drammatica lacerazione interiore Ma Catullo è costretto a prendere atto dell’irrimediabile fallimento del suo progetto: i ripetuti tradimenti di Lesbia mostrano chiaramente che la puella non è disposta a condividere e a rispettare il foedus amoroso. Le reazioni dell’amante deluso sono assai diversificate: espressioni di dolore, amarezza, disperazione si alternano a ondate di nostalgico rimpianto, illusorie speranze di riconciliazione, autoesortazioni alla fermezza (8 [T9]). Sovente lo sdegno per l’iniuria subita si sfoga in violentissime invettive, nei toni del più aggressivo e insultante sarcasmo (11 [T11]; 58 [T21]). In profondità, tuttavia, la conseguenza più drammatica dell’infrazione del patto d’amore da parte della donna amata è la scoperta di una lacerante scissione interiore. Con lucida forza introspettiva, Catullo avverte che le due componenti del suo amore, passionale e affettiva – amare e bene velle – si sono dissociate; si sente attraversato da sentimenti conflittuali, preda di forze irrazionali e incontrollabili: la passione sensuale divampa ancora, inestinguibile, ma è paradossalmente accompagnata dall’odio e dal disprezzo (72 [T23]; 85 [T25]). Constatata l’impossibilità di superare con le proprie forze l’angosciosa contraddizione, nel carme 76 [T24] Catullo si rivolge agli dèi per essere liberato da questo suo amore che ormai identifica con un’orribile malattia.
Religiosità “romana” di Catullo
Nonostante il suo individualismo e il suo anticonformismo, Catullo ha un senso religioso dei doveri e degli affetti che affonda le radici nella tradizione ancestrale romana. Non si vuole affermare con questo che Catullo nutra una fede ingenua nei confronti delle divinità tradizionali, né in qualche altra forma di trascendenza: egli si reca a celebrare i riti funebri presso la tomba del fratello in nome dei sacri doveri della pietas verso i con-