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3 I testi e il pubblico

5 oraclum Iovis inter aestuosi et Batti veteris sacrum sepulcrum, aut quam sidera multa, cum tacet nox, furtivos hominum vident amores, tam te basia multa basiare 10 vesano satis et super Catullo est, quae nec pernumerare curiosi possint nec mala fascinare lingua.

Mi chiedi quanti tuoi baci o Lesbia mi bastino e avanzino.

Quanti sono i granelli di sabbia nel deserto di Libia disteso 5 intorno a Cirene che nutre aroma di silfio fra il tempio di Giove infocato e l’antico sepolcro di Batto, o quante le stelle che spiano nel silenzio notturno i furtivi amori degli uomini, tanti baci baciare è abbastanza 10 a Catullo impazzito d’amore, tanti che i curiosi non possano contarli né fare incantesimi con parole d’invidia.

(trad. di L. Canali)

5. Iovis: si tratta dell’oracolo di Zeus-Ammone, venerato nell’oasi di Siwah. Antichissima divinità egizia, Ammon fu identificato con Zeus dai Greci in età ellenistica. 6. Batti: Batto era il leggendario fondatore di Cirene, progenitore della famiglia dei Battìadi, cui apparteneva Callimaco. 7. quam... multa: i paragoni della sabbia e delle stelle per indicare una quantità innumerabile si ritrovano in Omero (Iliade IX, 385) e in due frammenti di Callimaco; tutti e due insieme in Platone (Eutidemo 294b).

Affresco pompeiano raffigurante Amore e Psiche, I secolo d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

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