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MAPPA

LETTURA e INTERPRETAZIONE

Un’evocazione fantastica di terre lontane

Il componimento, elaboratissimo, si apre con l’apostrofe ai due amici (o nemici? cfr. nota al v. 1) Furio e Aurelio, che resta lungamente sospesa. Le prime quattro strofe sono occupate infatti da un’evocazione fantastica di viaggi in paesi esotici e remoti, enfaticamente sviluppata in stile epicheggiante, elevato e solenne (tanto da insinuare il sospetto di un’intenzione ironico-parodistica), come dimostrano gli epiteti altisonanti e i composti epici di stampo omerico ed enniano (longe resonante, v. 3; sagittiferos, v. 6; septemgeminus, v. 7).

Improvviso scarto di toni: una feroce invettiva

Solo al v. 15 si inserisce, con un deciso effetto di sproporzione e di sorpresa, la secca richiesta di Catullo: pauca nuntiate meae puellae / non bona dicta. Il messaggio diretto a Lesbia colpisce per la sua sprezzante, drastica concisione, in netto contrasto con la raffinatezza erudita delle strofe iniziali. Mediante l’impiego di espressioni del sermo cotidianus (vivat valeatque, v. 17) di livello anche basso e triviale (moechis, v. 17) e di immagini aggressivamente iperboliche (simul... trecentos, v. 18; identidem... ilia rumpens, vv. 19-20), si configura come una feroce invettiva contro la donna infedele e la sua insaziabile lussuria che ricorda il carme 58 [T21].

Una chiusa elegiaca: il fiore reciso

Nell’ultima strofa la violenza del rancore e del sarcasmo lasciano il posto, con un nuovo fortissimo scarto di tono e di linguaggio, a un’elegiaca, struggente malinconia; ma lo strazio è tutto contenuto nell’immagine breve di un fiore reciso, appena toccato dall’aratro ai bordi del campo.

Un itinerario intorno al mondo: agganci all’attualità

Nelle tre prime strofe l’elenco delle località, indicate per metonimia mediante il nome degli abitanti o dei grandi fiumi che le attraversano (come spesso nello stile sostenuto di intonazione epica), disegna un itinerario che abbraccia la totalità del mondo allora conosciuto, da sud-est a nord-ovest. Catullo elabora qui, secondo un procedimento caro all’erudizione geografica alessandrina, una raffinata fantasia esotica, non priva peraltro di agganci alla più scottante attualità: un intervento armato di Roma aveva appena rimesso sul trono d’Egitto, nel 55 a.C., Tolomeo Aulete; Gallia e Britannia sono esplicitamente indicate come teatro delle recentissime imprese del «grande Cesare»; quanto ai Parti, era imminente allora la spedizione di Crasso in Oriente, che si sarebbe conclusa nel 53 con la disastrosa sconfitta di Carre.

Giovane donna che legge, statuetta in bronzo del I secolo d.C. Parigi, Cabinet des Médailles.

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