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Bibliografia essenziale 87 Sintesi
5 Nunc te cognovi; quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior.
Qui potis est? inquis. Quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus.
5-6 Ora ti ho conosciuta; e per questo, anche se brucio più forte, tuttavia sei per me molto più vile e leggera.
quare: nesso relativo = et ea re. – etsi... uror: subordinate concessiva in dipendenza da es... levior. La scelta del verbo uror (forma passiva con valore mediale da uro, e ˘ re), rafforzato da impensius, sottolinea il divampare più forte del desiderio. – impensius: comparativo dell’avverbio impense («più forte», «più vivamente»). – multo mi... levior: costruisci tamen mi (= mihi) es multo vilior et levior, «tuttavia mi sei di molto minor pregio e peso», «sei per me molto meno preziosa e importante»; multo è ablativo di misura. Ai comparativi del distico (impensius, vilior, levior) è sottinteso un termine di paragone comune: «di prima», «di allora».
7-8 Com’è possibile? dici. Perché una tale offesa costringe ad amare di più, ma a voler bene di meno.
Nel distico conclusivo, articolato come un brevissimo dialogo in due battute (domanda e risposta), giunge al culmine, secondo la tecnica della chiusa epigrammatica, la serrata sequenza di antinomie che percorre tutto il componimento. Qui potis est?: interrogativa diretta introdotta da quı ˉ (= quomodo), forma arcaica dell’ablativo di qui (quae, quod). – potis: aggettivo (potis, pote), per lo più attestato nelle locuzioni con il verbo sum. Propriamente potis è maschile e femminile, pote neutro; ma, come si vede, Catullo non mantiene la distinzione di genere e usa potis davanti a vocale, pote davanti a consonante, secondo un criterio esclusivamente eufonico. – Quod... cogit: proposizione causale (la risposta) con la congiunzione quod e l’indicativo cogit (da cogo, e ˘ re), che regge i due infiniti (amare; velle, v. 8). – iniuria: soggetto di cogit; termine del linguaggio giuridico, indicante una violazione del diritto (in + ius).
Affresco raffigurante una donna con volumen, I secolo d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.
Analizzare il testo
1. Qual è la figura retorica dominante nel testo?
Individua tutti i luoghi in cui ricorre, analizzando e commentando caso per caso le espressioni e i termini impiegati dal poeta. 2. Rintraccia gli omoteleuti e le allitterazioni, spiegandone la funzione espressiva. 3. Due forme verbali, nosse (v. 1) e cognovi (v. 5) derivano dalla stessa radice (nosco, ĕre). Dopo averle analizzate a livello grammaticale e sintattico, spiegane i diversi significati nel contesto del carme.
Confrontare i testi
4. Sviluppa un confronto fra questo componimento e altri due carmi catulliani, 87 [T26 ONLINE] e 109 [T30]), pure incentrati, con sfumature diverse, sul motivo del foedus amoroso. Si richiamano l’un l’altro mediante il ricorso di parole-chiave, situazioni ed immagini? Si possono, almeno in determinati casi, disporre in un’ideale successione cronologica?