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Verifica finale

Dialogo con i MODELLI

L’inquietante ambiguità dell’amore

Il motivo dell’ambiguità insondabile dell’amore compare nei testi lirici greci fin dai tempi più remoti: già Saffo (VII-VI secolo a.C.) parla di «Eros che scioglie le membra [...] dolceamara invincibile fiera» (trad. di R. Cantarella). Più precisamente, il dissidio interiore provocato dalla passione amorosa trova espressione nei versi di Anacreonte (VI a.C.) [a] e del suo contemporaneo Teognide [b]; il motivo ritorna, più di quattrocento anni dopo, in un epigramma di Meleagro per Eliodora [c]. Nessuno, tuttavia, raggiunge la drammatica profondità di Catullo, che non si limita a constatare l’alternanza o la compresenza contraddittoria di odio e amore, ma esprime la consapevolezza di un sentimento bifronte, inquietante nella sua ineludibile, non superabile ambiguità. [a] Amo di nuovo, non amo e folle sono, non folle.

(Anacreonte, fr. 46 Gentili; trad. di B. Gentili)

[b] Il mio cuore è in pena per amor tuo: non posso né odiarti né amarti e capisco com’è difficile odiare quando c’è un vincolo d’affetto, ma com’è difficile amare chi rifiuta.

(Teognide, Elegie 1091-1094; trad. di F. Ferrari)

[c] La mia anima mi dice di fuggire l’amore di Eliodora, perché sa la gelosia, le lacrime d’un tempo.

Dice, ma io non ho la forza di fuggire.

Essa m’avverte. Vero! Ma poi senza pudore nello stesso tempo l’ama.

(Meleagro, Antologia Palatina V, 24; trad. di S. Quasimodo)

Analizzare il testo

1. Osserva la disposizione dei verbi nel componimento: vi si riconosce una calcolata simmetria strutturale? Secondo quale tipo di gradazione retorica, rispettivamente nell’esametro e nel pentametro? I verbi che esprimono la domanda e la risposta sono situati in una posizione particolare? In vista di quali effetti espressivi? 2. Distingui i verbi di forma attiva e passiva: il passaggio dall’una all’altra appare significativo?

Motiva la tua risposta.

Interpretare il testo

3. L’indagine introspettiva di Catullo perviene infine a una spiegazione razionale o comunque a una positiva acquisizione? 4. Si è detto (cfr. nota a requiris) che l’impiego della seconda persona in questo carme rappresenta verosimilmente uno sdoppiamento dell’io, richiamando per questo aspetto altri componimenti dello stesso Catullo. Verifica tale proposta interpretativa mediante precisi confronti intertestuali.

T 26

«Nessuna donna può dire...» carme 87

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