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4 Una poetica della finzione: il metateatro plautino

LABORATORIO Nell’officina di Catullo

PROPOSIZIONE COMPARATIVA. IL VERBO HA VALORE IMPERSONALE

ENALLAGE PER INDOMITO FURORE

HYSTERON PROTERON

NEOLOGISMO

GRECISMO PER INDICARE UN COMPONIMENTO POETICO DI QUALUNQUE ESTENSIONE Hesterno, Licini, die otiosi

carme 50

Hesterno, Licini, die otiosi multum lusimus in meis tabellis, ut convenerat esse delicatos: scribens versiculos uterque nostrum 5 ludebat numero modo hoc modo illoc, reddens mutua per iocum atque vinum.

Atque illinc abii tuo lepore incensus, Licini, facetiisque, ut nec me miserum cibus iuvaret 10 nec somnus tegeret quiete ocellos, sed toto indomitus furore lecto versarer, cupiens videre lucem, ut tecum loquerer simulque ut essem.

At defessa labore membra postquam 15 semimortua lectulo iacebant, hoc, iucunde, tibi poema feci, ex quo perspiceres meum dolorem.

Nunc audax cave sis, precesque nostras, oramus, cave despuas, ocelle, 20 ne poenas Nemesis reposcat a te.

Est vemens dea: laedere hanc caveto.

ENDIADI

DIMINUTIVOVEZZEGGIATIVO DI OCULUS

METONIMIA PER DIEM

IPERBATO

DIMINUTIVO DI LECTUS

VERBO GENERICO DEL SERMO FAMILIARIS

POLIPTOTO

Ieri, o Licinio, sfaccendati, molto verseggiammo sulle mie tavolette per far prova di spirito, come si era convenuto. Scrivendo versi leggeri l’uno e l’altro, componevamo ora in questo ora in quel metro, a botta e risposta, nell’allegria del vino. E me ne andai di là tanto infiammato, o Licinio, dalla grazia e dall’arguzia tua che, misero me, non mi piacque nessun cibo, e non chiusi gli occhi in un placido sonno, ma per l’invincibile smania mi rivoltolavo in tutto il letto, impaziente di vedere il giorno per parlarti e trattenermi con te. Infine, quando le mie membra esauste dalla stanchezza giacquero semivive sul lettuccio, ti scrissi, o caro, questi versi per farti intendere il mio struggimento. Ora, non voler essere temerario, e non disprezzare, ti prego, o pupilla dei miei occhi, questa preghiera, affinché Nemesi non ti punisca. È una dea terribile; bada di non provocarne lo sdegno.

(trad. di E.V. D’Arbela)

I dati

Il carme 50 di Catullo appartiene alla prima sezione del Liber, comprendente le cosiddette nugae: componimenti in metri vari di argomento privato, spesso – come qui – di natura occasionale. Nell’assenza di riferimenti esterni, non è possibile datare il testo, anche se alcuni studiosi (sulla scorta di Giovanni Pascoli) vogliono pensare «ai primi mesi della familiarità dei due giovani poeti», e dunque a una data collocabile intorno al 60 a.C.

L’argomento

Due giovani poeti, Catullo e Licinio Calvo, trascorrono oziosamente un pomeriggio componendo versi – come in una specie di tenzone poetica – e abbandonandosi al vino, al cibo e agli scherzi. Tornato a casa, Catullo non riesce a prender sonno, ripensando al lepos e alle facetiae dell’amico (vv. 7-8), e decide di comporre una poesia per fissare quel momento passato insieme: il carme 50 è proprio quella poesia, una sorta di biglietto poetico che si conclude con un ammonimento tra il solenne e lo scherzoso, tanto che Catullo invoca Nemesi, nel caso l’amico rifiutasse la sua amicizia o i suoi versi.

Il metro

Come il carme 1, il testo è formato di endecasillabi faleci, secondo il seguente schema: U _ U_, _ U U, _ U, _ U, _ U

Dentro il testo

1 Dividi il testo in sequenze, assegnando a ciascuna un titolo appropriato. 2 Nella prima parte del carme compaiono alcune parole-chiave della poetica neoterica e catulliana: dopo averle sottolineate, identifica altri carmi in cui ricorrano gli stessi termini, proponendone una traduzione concettualmente adeguata. 3 La poesia sviluppa il tema dell’amicizia e della sodalitas poetica, che è molto diffuso nel Liber di Catullo, e che non di rado si esprime con un linguaggio affine a quello dell’amore. Ad esempio sono presenti termini come miser, dolor, ocelli, che ricorrono nelle poesie dedicate a Lesbia.

Leggi altri carmi di Catullo sul tema dell’amicizia (ad esempio il carme 9 [T10 ONLINE] o il carme 30 [T15]), provando a rintracciare termini analoghi della sfera affettiva, o forme espressive (come i diminutivi e i vezzeggiativi) cari al poeta. Come si può interpretare questa contiguità di linguaggio?

A questo proposito consigliamo di leggere le pagine di Cicerone nel De amicitia (26 e 100), dove si pone l’accento sulla comune radice dei termini amor e amicitia. 4 I quattro versi su cui va a concludersi il carme sfiorano allusivamente il tema del foedus che impegna – agli occhi di Catullo – non solo gli amanti ma anche gli amici. L’ammonizione a non spezzarlo, non a caso, è ribadita dall’iterazione del verbo caveo, che nell’ultimo verso compare nella forma dell’imperativo futuro, il modo della lingua giuridica e sacrale. Svolgi una ricerca sulla presenza del foedus (amoris vel amicitiae) nella poesia catulliana, trascrivendo tutti i termini e le espressioni che vi fanno riferimento. 5 Compila un elenco dei modi espressivi più tipici della poesia catulliana rintracciabili in questo carme.

Oltre il testo

6 Al v. 6 del carme si fa riferimento al vino, che sembra accompagnare il gioco dei due poeti: conosci altri testi, antichi o moderni, in cui si trovi il motivo del vino e del convito? Pensa a lirici greci come

Alceo, ai canti goliardici dei Carmina Burana o alla produzione comico-realistica italiana (da Cecco

Angiolieri a Folgore da San Gimignano). 7 Nel 1897 Giovanni Pascoli scrisse, in latino, un poemetto intitolato Catullocalvos, che prendeva spunto proprio dalla gara poetica descritta da Catullo nel carme 50. Puoi leggere il testo latino (con traduzione e commento) in: G. Pascoli, Tutte le poesie, a cura di A. Colasanti, Newton Compton,

Roma 2006, pp. 896-913. 8 Al v. 2 il poeta allude alle sue tabellae: piccole tavolette spalmate di cera sulle quali si incideva con uno stilo, e che potevano perciò essere continuamente cancellate e riscritte. In un altro carme (42), Catullo usa il sinonimo pugillaria (da pugnus, pugil), così detti perché, per il loro minuscolo formato, potevano essere chiusi nella mano. Nello stesso carme, Catullo usa anche il termine codicilli (da codex). Per un approfondimento, leggi la

SCHEDA 3 ONLINE: Libri, lettori e biblioteche nel mondo antico.

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