2 minute read
T 1 Un padre troppo indulgente (Synephebi, vv. 199-209 Ribbeck) IT T 2 Due sentenze sulla vecchiaia
Le FIGURE del MITO
Immagini mitiche nell’ode I, 4
L’ode a Sestio è costellata di figure e riferimenti mitologici e insieme letterari, talora di non immediata decifrazione: riportiamo qui tutte le voci più interessanti. ▰ Cytherea: già epiteto omerico, è appellativo di Afrodite-Venere. L’epifania di Venere, dea dell’amore e della vitalità fecondatrice, coincide, come nell’inno lucreziano, con l’avvento della primavera; e si ricordi che a lei era consacrato il mese di aprile, come attesta il IV libro dei Fasti di Ovidio [Dialogo con i modelli ONLINE, cap. 11]. ▰ Gratiae: nome latino delle Càriti (Chàrites) Eufrosine, Talia e Aglae, divinità greche della Bellezza, probabilmente in origine forze della vegetazione. Nate da Zeus e da Eurinome, figlia di Oceano (o da Era, secondo altre leggende), diffondono la gioia nella natura e nell’animo degli uomini e degli dèi; alle tre sorelle divine si attribuisce inoltre il potere di influire sulle opere della mente e dell’arte. Le Grazie fanno parte del seguito di Apollo, come le Muse, ma si accompagnano anche a Dioniso, Atena, Afrodite ed Eros. ▰ Volcanus: o Vulcanus, antichissima divinità laziale (sarebbe stato introdotto in Roma da Tito Tazio, re dei Sabini, dunque in età romulea), poi assimilato al greco Efesto, il dio del fuoco. Figlio di Giove e di Giunone, sposo di Venere, in qualità di fabbro Vulcano provvede gli dèi di armi e di folgori. Nell’ode che qui leggiamo è detto ardens in quanto signore dell’elemento igneo, o anche, con immagine di concentrata potenza visiva, perché «acceso» dai riflessi delle fiamme. ▰ Cyclopes: il nome Cyclops («Ciclope», dal greco Kýklops) significa «dall’occhio rotondo», ed evoca immediatamente l’unico occhio del mostruoso Polifemo e dei suoi compagni, mitico popolo di pastori nel celebre episodio dell’Odissea (IX, 105-555). In altre versioni del mito i Ciclopi figurano quali costruttori delle possenti mura da loro chiamate «ciclopiche» e inventori dell’arte fabbrile; in particolare, vengono sovente rappresentati come inservienti fabbri agli ordini di Efesto-Vulcano. Nell’ode oraziana Vulcano ispeziona e sorveglia le loro officine, dette dal poeta «faticose» poiché tali sono i pesanti lavori che vi si svolgono, situate nelle cave profondità dell’Etna (o dei vulcani delle Eolie). Come vuole la leggenda, sono proprio l’ansimare dei mantici e il fracasso delle incudini dei Ciclopi a produrre le scosse e i paurosi rimbombi sotterranei, ed è il riflesso delle loro fucine infuocate a fiammeggiare sulle cime dei vulcani di Sicilia. ▰ Faunus: antichissimo dio italico, protettore specialmente delle greggi e dei pastori, e per questo identificato in seguito con il dio arcade Pan; il nome stesso accerta che si tratta di un dio benevolo (Faunus da faveo, e ˉre, «favorire»). Il culto di Fauno veniva celebrato in Roma durante le feste annuali dei Lupercalia (15 febbraio). La personalità divina di Fauno, tuttavia, in età classica si “moltiplica” nei Fauni, demoni campestri dalla doppia natura, metà uomini e metà capri, equivalenti dei Satiri ellenici. ▰ Manes: secondo le credenze romane gli dèi Mani sono le anime dei morti, spiriti benefici (come dice il nome stesso, antica parola latina che significa «i Benevolenti»). I Mani erano oggetto di culto: tra le feste a loro consacrate la più importante era quella dei Parentalia, che si dicevano istituiti da Enea in onore del padre Anchise.
Le tre Grazie, affresco dalla casa di Titus Dentatus Panthera a Pompei. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.