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Tohuti, il piccolo egiziano

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Le sequenze

Le sequenze

Tohuti sale la collina in groppa al suo asino Akila. Giunto in cima, osserva il deserto. Il re Sadihotep il grande, padre di suo padre, è morto. Là, in lontananza, la piramide del nonno lo attende. Ora l’Egitto è il paese di Achnetut, padre di Tohuti. Tohuti pensa alla lugubre stanza in cui suo nonno è stato trasformato in una mummia. Ha un brivido. Ci son voluti ben settanta giorni. Il sacerdote lo aveva portato lì, un po’ di volte, per spiegargli quello che stavano facendo. Tohuti si era preso un grande spavento, la prima volta. Vicino al nonno c’erano quattro grandi vasi. – Che bei vasi, li seppelliranno nella tomba con lui? – chiese Tohuti curioso. – Sono per il cervello e gli intestini – aveva detto il sacerdote. – Come? – Tohuti era corso via con un grido e per tutto il giorno aveva pensato che stavano svuotando il nonno e mettevano tutto nei vasi. Quando tornò per la seconda volta, stavano cospargendo il nonno di una sostanza bianca per farlo asciugare. La terza volta erano intenti a irrorarlo con oli di ogni sorta. – Ma perché devo sapere tutto questo? – gridava Tohuti. – È spaventoso! – Perché sei il primogenito del faraone – diceva il sacerdote. – Ciò significa che un giorno sarai tu stesso re; d’ora in poi devi imparare non solo i segreti della vita, ma anche quelli della morte. Il funerale si svolse facendo un lungo corteo: prima il sacerdote, poi i buoi a tirare la barca con il corpo del nonno, facendola rotolare su tronchi di albero. Poi sacerdoti e sacerdotesse con le offerte, poi Tohuti con suo padre e sua madre. In fondo al corteo ci sono quelli che vivono a palazzo, infine tutti gli altri. Il corteo occupa quasi tutta la lunghezza della strada. Suo padre ha un aspetto maestoso, sulla testa indossa una doppia corona, quella

bianca dell’alto Egitto e quella rossa del basso Egitto. Al centro della corona rifulge il potente scarabeo d’oro di Mukatagara. Tra le mani porta uno scettro d’oro nuovo di zecca. Il nonno viene condotto dentro la piramide e adagiato in un enorme sarcofago. Il viaggio del nonno è appena iniziato, ma a lui manca già. Il giorno seguente Tohuti si alza ed esce con il sacerdote. – Dove andiamo? – chiede. – Fuori. – Fuori? Al villaggio? Perché? Il sacerdote mette una mano sulla testa del bambino: – Un giorno questa testa porterà la corona dell’Egitto – dice. – Sarai re. Per questo, voglio che tu veda come il tuo popolo vive, lavora e mangia. Da questo momento, dopo ogni luna piena, ti porterò al villaggio. Presto dovrai prenderti cura della gente, guiderai il loro esercito, amministrerai la loro giustizia, ti prenderai cura della pace, del benessere e della vita eterna. Se la gente starà bene, dipenderà solo da te. Per questo devi imparare a conoscerla. Poi, il sacerdote promette a Tohuti che gli insegnerà a leggere, scrivere, nuotare, combattere, cacciare.

T. Menten, Tommy la mummia e la tomba di Achnetut, Fabbri Editori

NALIA ZZO

il testo

Indica con X. Questo testo è: un mito. un racconto fantastico. un racconto storico. La civiltà di cui si parla nel brano è la civiltà: sumera. egizia. fenicia. In questo testo ci sono numerose informazioni su alcuni aspetti della civiltà dell’antico Egitto: evidenziale nei colori corrispondenti. La mummificazione.

Il funerale del faraone.

I poteri di un faraone. L’educazione di un principe.

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