Ma
quante
storie!
TOHUTI, IL PICCOLO EGIZIANO Tohuti sale la collina in groppa al suo asino Akila. Giunto in cima, osserva il deserto. Il re Sadihotep il grande, padre di suo padre, è morto. Là, in lontananza, la piramide del nonno lo attende. Ora l’Egitto è il paese di Achnetut, padre di Tohuti. Tohuti pensa alla lugubre stanza in cui suo nonno è stato trasformato in una mummia. Ha un brivido. Ci son voluti ben settanta giorni. Il sacerdote lo aveva portato lì, un po’ di volte, per spiegargli quello che stavano facendo. Tohuti si era preso un grande spavento, la prima volta. Vicino al nonno c’erano quattro grandi vasi. – Che bei vasi, li seppelliranno nella tomba con lui? – chiese Tohuti curioso. – Sono per il cervello e gli intestini – aveva detto il sacerdote. – Come? – Tohuti era corso via con un grido e per tutto il giorno aveva pensato che stavano svuotando il nonno e mettevano tutto nei vasi. Quando tornò per la seconda volta, stavano cospargendo il nonno di una sostanza bianca per farlo asciugare. La terza volta erano intenti a irrorarlo con oli di ogni sorta. – Ma perché devo sapere tutto questo? – gridava Tohuti. – È spaventoso! – Perché sei il primogenito del faraone – diceva il sacerdote. – Ciò significa che un giorno sarai tu stesso re; d’ora in poi devi imparare non solo i segreti della vita, ma anche quelli della morte. Il funerale si svolse facendo un lungo corteo: prima il sacerdote, poi i buoi a tirare la barca con il corpo del nonno, facendola rotolare su tronchi di albero. Poi sacerdoti e sacerdotesse con le offerte, poi Tohuti con suo padre e sua madre. In fondo al corteo ci sono quelli che vivono a palazzo, infine tutti gli altri. Il corteo occupa quasi tutta la lunghezza della strada. Suo padre ha un aspetto maestoso, sulla testa indossa una doppia corona, quella
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