Letture In Viaggio Letture 4

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lettUre

Laura Allevi Marilena Cappelletti Alessandra De Gianni Angelo De Gianni Marta De Pascalis

LIBRO DIGITALE

Temi e Tipologie + inserto comprension e

e r u t let gio

4

in viag

educazione alla legalità DEBATE mindfulness l‘ora di empatia

Il piacere di apprendere

arte atelier delle stagioni

verifiche formative mappe INVALSI

Gruppo Editoriale ELi



Laura Allevi Marilena Cappelletti Alessandra De Gianni Angelo De Gianni Marta De Pascalis

lettUre Temi e Tipologie + inserto comprension e

4

e r u lett in viaggio

Il piacere di apprendere

Gruppo Editoriale ELi


Indice A tutta

Si parte!

fantasia!

7 Non disturbatemi! 8 Il club antilettura! 10 Apri un libro 11 L’anima del libro 12 Dentro un libro 14 Il mio libro preferito 16 La piccola libreria

Il mio

mondo L’amicizia non ha età Quanti problemi! Andrea e Nico RACCONTO REALISTICO Classe quarta In aereo Alla gara di ciclocross Una torta scaccia noia Il postino delle bambole Amicizia Il compleanno di Greta IO ARTISTA L’amicizia nell’arte Giò “denti di ferro” E DUCAZIONE Legalità CIVICA 38 Al luna park 18 20 22 23 24 25 26 28 30 32 33 34 35 36

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Finalmente fuori!

VERIFICA FORMATIVA

Notte al castello I piedi litigoni Le giornate di Susie Incantesimi RACCONTO FANTASTICO La missione di Re Teo Metamorfosi Misteria e il lupo Frodo e l’anello RACCONTO FANTASY Un gatto soriano in Privet Drive I corvi rossi IO ARTISTA Il linguaggio dell’arte La banda INVALSI In missione 42 44 45 46 47 48 50 52 53 54 56 58 59 60

63 COMPITO di REALTÀ Scrittori e scrittrici di racconti fantastici

64 Arte e stagioni CLIL 66 Dicono che l’autunno

Cadon le foglie 67 Lo spaventapasseri 68 Inverno 69 Natale è... 70 Il Capodanno cinese 71 Antiche maschere del Carnevale di Venezia


Ma

quante

storie!

110 Viaggiatori 111 Una bambina speciale 112 E DUCAZIONE Legalità CIVICA

Gilgamesh e l’immortalità Le lacrime di Iside 114 IO ARTISTA Le persone nell’arte VERIFICA FORMATIVA Proserpina 115 MITO Da zia Ubalda Luonnotar Parole per gli occhi amica RACCONTO STORICO mia Il sogno di Nippur Tohuti, il piccolo egiziano 118 Un musetto impaurito In cima alla torre 120 La serra RACCONTO D’AVVENTURA 121 In montagna Avventura nella palude 122 E DUCAZIONE egalità CIVICA L Appena in tempo! Un lupo 124 Il giardino di Anacapri Persi nella laguna 125 DESCRIZIONE DI AMBIENTE Capitano 126 Arrivo all’isola di Favignana E DUCAZIONE 127 Temporale Legalità CIVICA 128 Nella foresta VERIFICA FORMATIVA 95 129 Sulla spiaggia La scala a serpente 130 Agricoltura in città 72 74 75 76 77 78 80 81 82 84 86 87 88 89 90 91 92

natura

incontreo

conosco 98 100 101 102 103 104 106 107 108

I maestri Zia Gloria e Salim Mio fratello Jeffrey Il rosso DESCRIZIONE DI PERSONA La mia nonna Rossella La maestra Giovanna La quarta A

131 COMPITO di REALTÀ L’orto in classe

132 133 134 135 136 137 138 139 140

IO ARTISTA Gli ambienti nell’arte

Il boa della rosa DESCRIZIONE DI ANIMALE La gazzella • L’asinello L’ultimo lupo Il volpacchiotto felice Il barbagianni Rififì INVALSI Piccole scoperte


V O di GLIA

170 La similitudine Il libro 171 La metafora Innamorata di Harry Potter Ninfee • Cielo notturno • Amici di penna Mamma neve Qui la fretta proprio non esiste 172 La personificazione LETTERA Tamburo d’argento • Il mare dorme Auguri, professor Einstein 173 L’allitterazione In fuga verso l’Italia La zanzara • La farfalla • Ce l’abbiamo fatta! E-MAIL La libellula Ci sentiamo via e-mail 174 L’onomatopea E-mail alla nonna CLIL La macchina fotografica • E l’acqua E DUCAZIONE 175 La filastrocca Legalità CIVICA Amici • Paura Una buona idea 176 Il calligramma DIARIO La chiocciola • Io, il tondo C’è un quaderno tutto mio 177 Il nonsense E domani si ricomincia! 178 Il limerick Dal diario di Anna 179 Stelle • Nel cielo IO ARTISTA Il linguaggio nell’arte 180 L’ombrello • L’ala sinistra 181 Paese • Fare la pace INVALSI VERIFICA FORMATIVA Che imbarazzo! 182

comunicare

142 144 145 146 147 148 149 150 152 154 156 157 158 159 160 161 162

Sassi di ruscello

EMOZIONinI

versi

164 Filastrocca delle filastrocche

Parole matte 166 Poesie da... gustare Tramonto • Sera d’aprile • Parlano gli alberi di città 167 S crivere in versi Brinata 168 POESIA 169 La rima I profumi del vento • I sogni negli occhi • Torna il sereno • Ed è subito sera


ni istruzioda

seguire

184 Arte e stagioni CLIL 186 La festa della Repubblica Italiana 187 Monarchia e Repubblica

188 189 190 191 192 193

Legalità

Chi fa primavera? • Mimosa Aid El Fitr Città d’estate • Estate Inti Raymi, la più bella festa del Perù La festa di Esala Perahera Quando senti l’estate arrivare

ini immagda l

mondo 194 196 197 198 199 200 202 203 204 206 208 210

Crescere in Giappone Il filo rosso tra i ghiacci Tutte le strade portano a Roma Stop all’acqua alta TESTO INFORMATIVO Stonehenge: la festa del solstizio d’estate I romei e la via Francigena Milano Come si sono formati i ghiacciai Una grande scoperta Napoli colorata E DUCAZIONE

Legalità CIVICA

214 Il Parco della Majella 215 INVALSI

La prima quarantena

218 220 221 222 223 224 226

Con il naso all’insù Slime fai da te Una gustosa merenda TESTO REGOLATIVO Passa e corri La biblioteca “Paolo Borsellino” E DUCAZIONE

Legalità CIVICA

228

VERIFICA FORMATIVA

Le 10 regole da rispettare in un museo

LEGGERE e COMPRENDERE 232 234 235 236 240 242 244 246 248 252 254 255 256 260 261 262

Come te la cavi con la lettura? Giochi di lettura Parole giuste al posto giusto Giochi con le parole Comprendere dal titolo Il titolo adatto Scrivere titoli Comprendere dalle immagini Comprendere dalle domande I personaggi Il luogo Il tempo Le parti del testo Le sequenze Sequenze mescolate La comprensione del testo

264 È arrivato il momento

di dirsi arrivederci!


Si parte! Ciao! Sono il tuo nuovo libro. Prova a sfogliarmi, dai uno sguardo a qualche PAGINA, osserva le IMMAGINI e scorri l’INDICE…

Le pagine ti sembrano tante? Non spaventarti: io sono nato per essere letto e sto aspettando un amico o un’amica che abbia voglia di CONOSCERMI…

Attraverso la LETTURA ti trasporterò nel mio mondo. Vuoi partire insieme a me per questo viaggio meraviglioso? Sì, vero? E allora… BUONA LETTURA!

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Si parte!

NON DISTURBATEMI! Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito agli altri: – No, non voglio vedere la televisione! Sto leggendo! Non voglio essere disturbato! Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Con il libro capovolto, si capisce. Bene, che cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano. Togliti le scarpe, prima, se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fa’ in modo che la pagina non resti in ombra, ma sta’ attento che non le batta addosso una luce troppo forte. Fallo adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti.

Con un libro puoi SCOPRIRE ED ESPLORARE tutti i Paesi del mondo da un posto in cui stai bene.

I. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Einaudi

E tu, dove preferisci leggere senza che nessuno ti disturbi?

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Si parte! Puoi SALTARE LE PAGINE di un libro, decidi tu!

IL CLUB ANTILETTURA!

Leggere è da cocchi di maestra. Una cosa da non fare se non vuoi essere tenuto a distanza dagli altri. Leggere proprio non mi piace: è una cosa lenta e noiosa. Si fa troppa fatica ed è una fatica molle, lenta e noiosa appunto. No, proprio non mi piace e non voglio più leggere. Ci ho pensato bene e ho deciso di fondare un club. Il Club Antilettura. Io sarò il capo, naturalmente. Ho cominciato subito a lavorarci. Ieri pomeriggio ho chiesto ai miei amici di venire al parco. Appuntamento alla terza panchina vicina al grande albero. Ho portato un piccolo quaderno perché ho sentito dire a mio cugino Michele che quando si fonda un club bisogna pensare anche al registro e scrivere i nomi dei soci, le regole, le missioni. Sarà divertente, ne sono sicuro! Però c’è parecchio da fare: organizzare la riunione numero 1, per esempio, scrivere le regole e nominare le cariche. – Io faccio il vicecapo, tanto non leggo proprio niente! – ha esclamato subito Vincenzo, detto Vic, e si è sfregato il naso con due dita. Lo fa sempre quando è un po’ agitato. – Se tu fai il vice, io faccio il vice del vice! – gli è andato dietro Matti. – Vabbè allora io faccio la socia e basta, altrimenti che club è? – ha concluso Ste. Siamo in quattro. E direi che è un buon inizio. Vic è un po’ sbruffone, gli piace farsi notare, ma è generoso. Matti è più timido e osservatore, mentre Ste, la femmina del gruppo, sembra calma calma, ma spesso è più forte di un maschio! E poi gioca a calcio, che non è una cosa da poco.

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Si parte!

A nessuno di noi piace leggere. Ce lo siamo ripetuto saltando su e giù dalla panchina, finché mi sono seduto e ho scritto sul quaderno: C LUB A N T I LE T T U RA SOCI:

LEO

VIC

MATTI

STE

R EG O LA N ° 1 : V I E TAT O LEG G E R E LI B R i

A quel punto non mi è venuto da scrivere più niente. – Ma si può avere un club con una sola regola? – ha chiesto Vic, sgranando gli occhi. – Se lo decidiamo noi, sì... è il nostro club! – ho risposto io. – Comunque se ci viene in mente qualcos’altro, poi lo scriviamo. Ed ecco le altre regole che abbiamo aggiunto dopo averci pensato un po’: R EG O LA N ° 2 : E V I TA R E LE B I B LI O T E C H E E LE LI B R E R I E ( S O N O I P O S T I P I Ù N O I O S I D E L LA T E R RA ) R EG O LA N ° 3 : U S A R E I LI B R I P E R F E R M A R E LE P O R T E , A R RA M P I CA RS I S UL LE M E N S O LE P i ù A LT E ( D O V E LA M A M M A NA S C O N D E LE C O S E P I Ù I N T E R E S S A N T I ) E A LT R E C O S E C O S ì R EG O LA N ° 4 : FA R CA P I R E A T U T T I C H E LEG G E R E È DA PA P P E M O L LI !

– E adesso che si fa? – ha chiesto Matti. – Facciamo una partita due contro due! Abbiamo finito per giocare a calcio, che con il Club Antilettura va benissimo perché non si legge. Alla fine siamo tornati a casa soddisfatti. L. Cima, Il Club Antilettura, Oscar Mondadori

S ei d’accordo con i ragazzi del Club Antilettura? Ti piacerebbe far parte di questo Club? Perché? 9


Si parte! Grazie ai libri puoi provare molte EMOZIONI: gioia, dispiacere, paura, stupore, nostalgia… Non è fantastico?!

APRI UN LIBRO Lo apri lentamente, e già l’aprire è una mezza avventura: chissà cosa dentro quel guscio tu potrai trovare, fresca e nuova, cosa misteriosa. Lo apri piano piano, separando le due pareti della copertina, e senti che lì dentro abita il mondo, una memoria immensa, ma vicina. Lo schiudi e appena l’hai dischiuso già non sei più lo stesso, sei mutato: più libero, più forte, più giocoso, più pronto a conversare col creato. R. Piumini, C. Mariniello, Un libro nel cuore, De Agostini

ipensa all’ultimo libro che hai letto: R di che cosa parlava?

Quali emozioni hai provato leggendolo?

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Si parte!

L’ANIMA DEL LIBRO La passione per i libri gliel’aveva trasmessa il signor Albert, un vero fanatico della lettura. La prima volta capitò nella bottega del signor Albert insieme a mamma, che doveva far rilegare i suoi spartiti. – Tienimi un attimo il filo – gli chiese d’un tratto il signor Albert, cui si era ingarbugliato qualcosa mentre cuciva. Fu così che Michael si fermò al laboratorio, finché il signor Albert ricevette la telefonata di sua madre, che era in pensiero. E da quel giorno in poi ogni tanto andava a vederlo lavorare e a dargli una mano all’occasione. Il signor Albert non solo adorava leggere, ma anche toccare i libri, annusarli, sfogliarli. Un giorno aveva appena ricevuto un vecchio volume particolarmente bello e Michael era capitato per caso da quelle parti, così glielo aveva dato da tenere in mano per un po’, dicendo: – Sentilo per bene, Michael. Non è un oggetto puro e semplice, sai. Ha un’anima, anche. Era la prima volta che Michael non capiva quello che il signor Albert diceva. – Un libro passato da una generazione all’altra, – spiegò allora il signor Albert – un libro che tante persone hanno toccato, sfogliato con le dita, una pagina dopo l’altra, amato, e magari ci hanno anche pianto sopra. Libri come questi godono di vita propria, sai. Quella sera, mentre era già a letto, Michael si sentiva ancora con il cuore pieno dello stupore che gli avevano suscitato le parole dell’amico.

Quando hai freddo o ti senti triste, un buon libro può SCALDARTI IL

U. Orlev, Il nonno che aggiustava i sogni, Feltrinelli

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Si parte!

DENTRO UN LIBRO

Mentre leggi puoi IMMEDESIMARTI NEI PERSONAGGI e vivere avventure favolose! Leggere sviluppa la FANTASIA!

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Bastian decise di eleggere a sua dimora le stuoie da ginnastica. Se si stendeva sopra all’intera pila, pareva di essere su un sofà. Le trascinò sotto il finestrino del tetto, nel punto in cui arrivava più luce. Lì vicino c’erano, ammonticchiate, alcune vecchie coperte militari grigie, molto polverose e malconce, ma che facevano ottimamente al caso suo. Bastian le andò a prendere. Si tolse il cappotto e lo appese al porta-abiti, accanto allo scheletro, che dondolò un momento su e giù, ma Bastian di lui non aveva paura, forse perché a casa sua era abituato a vedere cose del genere. Si tolse anche le scarpe, molli d’acqua, e rimasto in calzini di lana si lasciò cadere sulla pila delle stuoie, avvolgendosi le coperte grigie intorno alle spalle. Accanto a sé aveva la sua cartella e il libro color rame. Bastian guardò il libro. “Mi piacerebbe sapere” mormorò fra sé “che cosa c’è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente, ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c’è di colpo una storia tutta intera.


Si parte!

Ci sono personaggi che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani. Tutte queste cose in qualche modo sono già nel libro. Per viverle bisogna leggerlo, questo è chiaro. Ma dentro ci sono fin da prima. Vorrei proprio sapere come”. E, d’improvviso, si sentì avvolgere da un’atmosfera quasi solenne. Si sistemò comodamente, afferrò il libro, aprì la prima pagina e cominciò a leggere. M. Ende, La Storia Infinita, Longanesi

D urante la lettura di alcuni libri hai incontrato un personaggio con il quale ti sei identificato/identificata? Che cosa ti è piaciuto di questo personaggio? Perché? Racconta seguendo le indicazioni. Il libro di cui parlo si intitola L’ho letto Il personaggio in cui mi sono identificato/identificata è Questo personaggio mi ha colpito perché

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Si parte!

Se un libro ti è piaciuto, puoi RILEGGERLO PIÙ VOLTE, senza effetti collaterali! Puoi decidere anche di rileggere solo le pagine che ti hanno entusiasmato.

IL MIO LIBRO PREFERITO Sollevai la pila di libri e mi diressi verso la biblioteca per la restituzione. Non vedevo l’ora di arrivarci per prendere in prestito il mio libro preferito. In condizioni normali il mio libro preferito sarebbe già stato nel mio zaino, ma la nostra bibliotecaria, la signora Jones, ha una regola per cui si può rinnovare il prestito solo due volte di seguito, dopodiché il libro deve restare sullo scaffale per ben cinque giorni scolastici prima di poterlo prendere di nuovo. Dice che è per garantire che anche altre persone abbiano modo di leggerlo. Lasciai i volumi del giorno prima sul banco delle restituzioni e salutai la signora Jones, dirigendomi spedita verso la sezione di narrativa. – Amy Anne – chiamò la bibliotecaria. – Tesoro, aspetta... Raggiunsi di corsa lo scaffale “H-N” e mi precipitai nel punto in cui sapevo che avrei trovato il mio libro preferito ad attendermi. Solo che non c’era. Controllai di nuovo. Niente, non c’era. Guardai dietro gli altri libri, nel caso fosse stato spinto sul fondo... a volte succede. Non c’era davvero. Stavo per andare a chiedere alla signora Jones, quando lei apparve in fondo alla corsia. La bibliotecaria è una donna bianca e imponente, con capelli castani tagliati corti e occhiali da nonnina con gli strass, che tiene appesi al collo con una catenella. Quel giorno indossava un vestito rosso a pois bianchi. Va matta per i pois. – Dov’è il mio libro? – le chiesi. 14


Si parte!

– È quello che tentavo di dirti, tesoro – rispose lei. – Il tuo libro non c’è: ho dovuto toglierlo dallo scaffale. – Perché? – le chiesi guardandola accigliata. Lei sospirò e si torse le mani: – Alcuni genitori hanno stabilito che non è un libro appropriato per i bambini delle elementari e... – Non è appropriato? Che cosa vuol dire? – Significa che non posso darlo in prestito ai bambini. Il libro “Fuga dal museo” è stato bandito dalla biblioteca della scuola. A. Gratz, Proibito leggere, Mondadori

Hai un libro preferito? Completa. Come si intitola?

Come lo hai scoperto?

Di che cosa parla?

Per quale motivo lo vorresti rileggere?

Che emozione hai provato leggendolo?

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Si parte!

Il mio regno, come quello di tutti i libri, è la LIBRERIA e sono molto felice quando qualcuno allunga la mano e sfiora la mia copertina!

LA PICCOLA LIBRERIA Sprofondata nella sua poltrona, tra gli scaffali che profumano di carta, Adele osserva il viavai che affolla la libreria. Questo luogo magico dalle pareti lilla, nascosto al confine tra la Milano delle boutique e i condomini affollati della periferia, è piccolo e accogliente, ed è solo per chi vuole davvero trovarlo. Proprio come è successo ad Adele che, da quella mattina di tanti anni prima, torna ogni giorno dalla sua amica Nina. Occhi intensi e sorriso grande, la giovane libraia si muove sicura nel caos che soltanto lei conosce e, ogni volta che un viso nuovo varca la soglia del negozio, gli va incontro travolgendolo con la sua energia. Qui, tra i sogni, le storie si moltiplicano. Da quando un cliente ha avuto l’idea di lasciare un libro in regalo per l’avventore successivo, il locale si è riempito di persone. Così tutti hanno almeno una storia da regalare agli altri e tutti vogliono lanciare un messaggio, parlare, incontrarsi. C. Di Canio, La libreria delle storie sospese, Rizzoli

acconta la tua esperienza in libreria. R Segui le domande. Vai spesso in libreria? Chi ti accompagna? Come ti senti quando cammini tra gli scaffali? Che cosa ti attira in un libro? 16


Si parte! Un libro può essere MOLTO UTILE: ecco alcuni vantaggi!

Almeno, con un libro,

MAI IL TELECOMANDO non PERDI

libro Talvolta un are può divent il tuo

MIGLIORE AMICO

Si può LEGGERE con QUALSIASI

TEMPO

quando

PIOVE

Un libro non prenderà

MAI un orribile VIRUS come quello che può attaccare

IL TUO COMPUTER

quando

NEVICA quando fa

DO

TROPPO CAL

F. Boucher, Il libro che ti fa scoprire proprio tutto sui libri, Il Castoro

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Il mio

mondo PRIMA

di ascoltare

Sicuramente in questo brano si parlerà di AMICIZIA. Che cos’è per te l’amicizia? Quali sono i gesti dell’amicizia? In che modo dimostri agli altri che sono tuoi “amici”? Che cosa vorresti da un amico/un’amica? Quali parole potrai trovare nel racconto? Scrivine alcune.

DURANTE l’ascolto

Mentre ascolti la lettura, controlla se nel racconto ci sono le parole che hai scritto tu.

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L’AMICIZIA NON HA ETÀ Martino è un bambino solo. Nel senso che al suo paese c’è solo un bambino: lui. Il paese è piccolo e per questo i giovani hanno preferito trasferirsi in città. I suoi genitori sono l’unica coppia giovane: hanno deciso di venire a vivere in campagna per stare in mezzo al verde e fare le marmellate che vendono ai negozi di città. A loro piace quel posto. A Martino un po’ meno. Sono tutti vecchi, in questo piccolo paese. Ai vecchi piace il silenzio, la pace. Gli uomini stanno seduti ai tavolini dell’unico bar, le donne stanno sedute sulle panchine dei giardinetti. Parlano un po’, poi stanno zitti. E Martino gioca sempre da solo. Uffa! Fino alla visita dello zio Ettore, il fratello della mamma di Martino, che ha sempre una sorpresa per il suo nipote preferito. Questa volta arriva e tira fuori dalla tasca un sacchetto di cuoio. – Tieni, – dice a Martino – è un gioco di una volta. Ti piacerà! – E poi riparte. Martino scuote il sacchetto, lo apre, è pieno di palline di vetro, trasparenti, colorate, bianche, nere. – Sono biglie! – dice il suo papà. – lo ci giocavo sempre, da piccolo. Adesso ti spiego come si fa. In mezz’ora Martino sa tutto su come si gioca a biglie. Poi il papà torna al lavoro. Intanto Martino ha pensato che i giardinetti della piazza sono perfetti per giocare a biglie. Ecco che le mette in fila, scava una buchetta, prende la mira e lancia la prima biglia. Buca!


– Buca al primo colpo. Roba da campioni! – dice Berenice, una delle vecchiette del paese. – Da bambina ero brava, io, a biglie. Berenice ha il viso affilato, mille rughe sulla faccia, i capelli sottili e bianchi. Si fa un po’ fatica a pensarla bambina. Martino però si sforza e alla fine dice: – Vuoi giocare con me? Eccoli lì Martino e Berenice, che giocano. Le altre vecchiette si avvicinano curiose, un vecchietto si ferma, curioso anche lui. Presto ai giardini c’è una piccola folla che fa la fila per giocare a biglie. Qualcuno ogni tanto imbroglia, per vincere. Martino sa che bisogna essere pazienti con gli amici. E sa anche che è ancora il solo bambino del paese, ma non è più un bambino solo. B. Masini, L’amicizia non ha età, in “Ciao Amici”, Rizzoli

classe UN VECCHIO GIOCO Chiedi a un adulto di spiegarti un gioco che faceva da bambino. Sperimenta personalmente il gioco: se necessario, procurati il materiale utile e definisci bene le regole. Proponi il gioco alla tua classe.

DOPO

aver ascoltato Il racconto inizia con questa frase: “Martino è un bambino solo”. Perché Martino è solo? Quale avvenimento permette a Martino di cambiare questa situazione? Quale domanda, un po’ “magica”, permette a Martino di iniziare nuovi rapporti di amicizia? “Martino sa che bisogna essere pazienti con gli amici”: che cosa significa questa frase? Spiegala con parole tue. “Martino... è ancora il solo bambino del paese, ma non è più un bambino solo”: perché?

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Il mio

mondo

QUANTI PROBLEMI! PRIMA

di leggere

Leggi il titolo e osserva l’immagine. Sulla base delle informazioni che ti forniscono, puoi prevedere che il racconto parlerà di: un gruppo di amici che sanno sempre come risolvere situazioni difficili. un ragazzo/una ragazza che non sa come affrontare le sue difficoltà. un insegnante che spiega come risolvere un problema. un ragazzo/una ragazza disponibile ad aiutare un amico. un numero esagerato di problemi di matematica da risolvere.

SCOPRO nuovi significati Sulla base delle informazioni riportate nel testo, spiega il significato delle parole evidenziate.

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Dopo la scuola mi sono seduto sul ponte e ho iniziato a far ciondolare le gambe. Guardavo gli uccelli che svolazzavano felici nel cielo. – Ehi, Jocke! – ha detto qualcuno dandomi una manata sulla schiena. Era Niko, il mio migliore amico. – Smettila! – ho grugnito io. – Uffa! – ha fatto Niko. – Che hai combinato? – Nulla – ho detto. – Ma ho tanti di quei problemi per la testa che mi sento scombussolato. Niko mi ha lanciato un’occhiata di solidarietà. – È perché oggi sei dovuto restare a scuola per punizione? Io ho alzato le spalle: – La maestra mi ha anche dato una lettera per papà. E stasera papà deve chiamare la maestra. Niko è venuto a sedersi a fianco a me e si è messo a far ciondolare le gambe anche lui. – Ahia. Guai in vista di sicuro – ha commentato. – Ma non è finita qui – ho detto. – Ho anche un dente che mi dondola e non ne vuole sapere di venir via. Guarda! E gli ho fatto vedere il molare che dondolava. – Hai ancora un dente che ti dondola? – ha fatto lui sbigottito. – Già. È perché sono in ritardo con lo sviluppo. Ma c’è dell’altro – ho continuato sottovoce. – Ho anche le orecchie a sventola. Niko ha strizzato gli occhi e mi ha scrutato con sguardo indagatore.


Il mio

mondo – Ora che me lo dici lo noto anch’io. Un po’ a sventola sono davvero. Niko mi ha messo un braccio intorno alle spalle. – Altri problemi? – Mi sembra che bastino e avanzino, no? Niko ha annuito, serio: – Giusto. Ma noi riusciremo a sistemare tutto! In fondo ci sono anch’io! Detto questo, si è alzato in piedi. – Senti, adesso per prima cosa andiamo dalle galline, così ti tiri un po’ su il morale. Ho preso lo zaino e sono andato con lui. R. Bublitz, 5° problema: orecchie a sventola, Giunti Junior

COMPRE NDO il testo Rifletti sul testo che hai letto e rispondi. Chi sono i protagonisti di questo brano? Quale tipo di rapporto c’è fra questi due bambini? Quali sono i problemi di Jocke? In che modo Niko cerca di aiutare Jocke?

i l ’ o r a dI A MPAT

Jocke è giù di morale perché sente di avere molti problemi. Nico gli è vicino e lo conforta, cercando di mettersi nei sui panni. Secondo te, è importante avere qualcuno che riesca a capirci ed entrare in sintonia con noi? Perché? Mettetevi in cerchio e raccontate a turno un vostro problema. Poi, i bambini e le bambine che hanno raccontato problemi simili si siedono vicini. L’insegnante sceglierà due di voi, che racconteranno l’uno l’esperienza dell’altro. Al termine, realizzate insieme un cartellone con frasi e/o comportamenti che possono essere utili a tirare su il morale.

E

APPROFONDIMENTO IN GUIDA

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Il mio

mondo

TESTO NARRATIVO

I testi, in base allo SCOPO per cui sono scritti, si suddividono in: narrativi e non narrativi. I testi NARRATIVI narrano storie per appassionare chi legge e comprendono la favola, il mito, il diario, i racconti realistici, fantastici, d’avventura… I testi NON NARRATIVI, invece, sono i descrittivi, gli informativi, i poetici. Il RACCONTO REALISTICO narra storie che avvengono o potrebbero avvenire nella REALTÀ.

ANDREA E NICO – Che c’è di bello da vedere, qui? – chiese ad Andrea dopo qualche istante. “Che cosa c’è di bello da vedere, qui?”. Andrea si ripeté la domanda. C’erano tantissime cose belle da vedere in giro, ma lì per lì non gliene venne in mente nemmeno una: avrebbe potuto parlare dei lombrichi che escono dalla terra quando piove, oppure delle pesche dolcissime sull’albero oltre la siepe, oppure ancora della casa sull’albero che il nonno aveva costruito tutta per lui due anni prima. Ma disse solo: – C’è un campo da calcetto, vicino alla chiesa. Appena Andrea sentì uscire dalla sua bocca quelle parole, si pentì all’istante: che cosa voleva che le interessasse il campo da gioco? – Bello il calcetto, mi piace – rispose invece la bambina con un sorriso, lasciandolo di stucco: una femmina che non detestava il calcio era davvero un fatto straordinario. – Dai, vieni, che ti faccio conoscere il posto – trovò il coraggio di dirle. La sua nuova amica cominciò a seguirlo. – Ci si può arrampicare sugli alberi in questo posto? Ad Andrea quella domanda arrivò così improvvisa da farlo sobbalzare. Non fece nemmeno in tempo a rispondere che lei stava già seduta sul ramo nodoso di un vecchio pero, gambe penzoloni e sorriso a tutti i denti. Fu da quel ramo che lei gli gridò: – Nicoletta! – Che cosa? – ribatté lui da sotto. – Nicoletta, mi chiamo Nicoletta, ma se vuoi... puoi chiamarmi Nico. L. Ballerini, L’estate di Nico, Giunti Junior

ANAL IZ ZO

il testo

Individua almeno tre elementi che ti permettono di riconoscere che questo testo è un racconto realistico.

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RACCONTO REALISTICO

Il mio

mondo

IL RACCONTO REALISTICO è un testo narrativo raccontare con lo scopo di avvenimenti reali o verosimili, dando informazioni esplicite o implicite

scritto da

un autore, una persona reale

raccontato da

un narratore in prima persona

personaggi attraverso

in terza persona

fatti luoghi tempo inizio

organizzati in

svolgimento

conclusione

presenta la situazione iniziale, con i personaggi, il luogo e il tempo sviluppa la vicenda con: • sequenze narrative • sequenze descrittive • sequenze dialogiche • sequenze riflessive espone la situazione finale laboratorio di scrittura ● pag 27

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Il mio

mondo

TESTO NARRATIVO

Nel racconto realistico sono presenti: PROTAGONISTI/E e PERSONAGGI SECONDARI reali o verosimili; LUOGHI reali o verosimili; TEMPO determinato o non precisato.

ANAL IZ ZO

il testo

Sottolinea nel testo come indicato. Protagonista Personaggi secondari Luoghi Tempo

CLASSE QUARTA Domani, primo giorno di scuola. A dire il vero, questa è la quarta volta che è il suo primo giorno di scuola. Certo, la quarta volta di un primo giorno di scuola dovrebbe intimidire meno della terza, della seconda e della prima, ma questa volta c’è un problema nuovo. Perché Timmi durante l’estate ha cambiato casa. E la casa nuova è dall’altra parte della città, vicino a una scuola che diventerà dunque la sua nuova scuola. Ciao maestre e maestri, ciao compagne e compagni degli anni scorsi. Pazienza, anzi meglio non vedere più gli antipatici e le antipatiche. Ma le viene il magone pensando a tutti gli altri, alla maestra Violetta, a Linda, a Rosì... A causa di questo cambiamento di scuola, Timmi ultimamente è inseguita da pensieri tristi. L’anno scorso, quando un bambino diceva alla maestra Violetta di essere inseguito da pensieri tristi, lei rispondeva: – Lascia che ti attraversino la mente, ma non permettere che lì facciano il nido. Domani mattina sarà molto peggio di tre anni fa in prima. Perché allora tutti i bambini, la vigilia, erano in ansia come lei. Invece domani, nella classe quarta dove dovrà entrare, gli altri si conoscono già tutti benissimo, mentre lei sarà “la nuova”. Una nuova timida, molto timida da scrutare da capo a piedi tutti quanti insieme: una quarantina di occhi (senza contare gli occhiali) puntati su di lei. V. Lamarque, La timida Timmi cambia scuola, Piemme

i l ’ o r a dI A PAT

Timmi è “inseguita da pensieri tristi”: ti è mai successo? C’è un modo per combattere la tristezza che, a volte, sembra stringere in una morsa il nostro cuore e ci fa venire voglia di piangere? Provate a parlarne in classe: a turno, ognuno racconta una volta in cui si è sentito/a triste. Poi, i bambini e le bambine che hanno vissuto momenti simili di tristezza si siedono vicini e, a coppie, si chiedono: Eri solo/a? Chi avresti voluto avere con te in quel momento? Al termine riflettete insieme su come raccontare, aprirsi agli altri e condividere possa aiutare a farci sentire meglio.

EM

APPROFONDIMENTO IN GUIDA

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RACCONTO REALISTICO

Il mio

mondo

Nel racconto realistico si distinguono: INIZIO; SVOLGIMENTO; CONCLUSIONE.

IN AEREO Fu solo nel momento in cui l’aereo prese quota che Jessup iniziò a realizzare quello che stava davvero succedendo. Per l’accelerazione sentì il corpo schiacciarsi contro il sedile. Poi provò una specie di fastidio all’orecchio per via dell’altitudine. – Deglutisci – gli disse suo padre. Sbirciò dal finestrino attraverso lo spazio tra i sedili mentre l’aereo decollava. – Stiamo andando in Scozia! – Lo so – rispose Jessup. Più tardi, ore dopo, a dodicimila metri sopra l’Oceano Atlantico, Emily prese il posto di Robert, così che i ragazzi potessero sedere vicini. Spiò fuori dal finestrino oltre Jessup, e bisbigliò: – Guarda! Sembrano montagne… Jessup osservò per un attimo quel mondo sconfinato di nuvole che brillava nella luce del tramonto, e capì che anche Emily era emozionatissima. La meraviglia durò a lungo, alimentata dalla cena, della quale gustarono ogni briciola; dal film che, pur avendo già visto, li fece ridere a lungo; dal sonno interrotto da una hostess che offriva la colazione molto prima di quanto avessero desiderato. Dopo di che, l’unico panorama fu la nebbia. Erano finiti in un mondo grigio e umido. Una pioggerellina cadeva quando arrivarono all’aeroporto di Londra. Rimasero in coda con centinaia di altri canadesi e americani per mostrare il passaporto al banco immigrazione. Alla fine, un funzionario con capelli color carota e le lentiggini li fece avvicinare. Timbrò i passaporti e fece cenno di proseguire.

ANAL IZ ZO

il testo

Individua nel testo le tre parti fondamentali e colora la barra come indicato. Inizio: decollo. Svolgimento: viaggio. Conclusione: arrivo.

TO R O P SSA

PA

S. Cooper, Il dispettosangolo, Piemme Junior

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Il mio

mondo

TESTO NARRATIVO

Un racconto realistico può essere suddiviso in SEQUENZE NARRATIVE.

ALLA GARA DI CICLOCROSS Generalmente la PRIMA SEQUENZA corrisponde all’inizio.

Il sabato è il mio giorno preferito. Penso sempre che succederà qualcosa di straordinario. Al sabato è fantastica già solo l’idea che non suonerà la sveglia. Oggi non ho avuto neanche questa soddisfazione. Puntuale come al solito, la sveglia ha suonato per ricordare a tutta la famiglia che dovevamo precipitarci al campo sportivo. Infatti mia sorella si è iscritta a una gara di ciclocross, e questo è un avvenimento che non si può perdere. Solo lei poteva avere un’idea del genere! Arriviamo appena in tempo: sono già tutti sulla linea di partenza e mia sorella è l’unica femmina. A vederla in mezzo a tutti quei ragazzi mi sento orgoglioso di lei. Ma adesso dov’è, come mai non spunta da quella collinetta? Vado a vedere. Lo sapevo, ha fatto una delle sue solite cadute ed è là per terra tutta aggrovigliata con la sua bici. Non piange, ma dice che le fa male un piede. Quando raggiungiamo gli altri, ecco la solita scena: la mamma comincia a correre di qua e di là; il papà le dice di stare calma. Ho già capito che cosa succede: andiamo tutti al pronto soccorso.

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RACCONTO REALISTICO

Il mio

mondo

Non ci sono regole precise per DIVIDERE il testo IN SEQUENZE. Si passa da una sequenza all’altra quando nel racconto avvengono dei CAMBIAMENTI: un fatto nuovo, l’arrivo di un personaggio, un cambio di ambiente o di tempo.

Quando arriviamo ci corrono incontro chiedendoci: – Oggi che cosa si è fatta? – tante sono le volte che ce l’abbiamo portata. Stavolta si è slogata una caviglia. Mentre, passava su una sedia a rotelle spinta da un’infermiera, ho visto che mia sorella sorrideva. Che gran momento doveva essere: tutti in pena per la sua salute!

L’ULTIMA SEQUENZA corrisponde alla conclusione.

C. Montan Colombo, La sera che abbiamo visto le lucciole, Fabbri Editori

ANAL IZ ZO

RIFLETTO e DICO la MIA

il testo

A ogni sequenza può essere dato un SOTTOTITOLO che metta in evidenza l’idea principale. Questi sono i sottotitoli che corrispondono alle sequenze del racconto: 1a sequenza (inizio): sabato. 2a sequenza: la gara di ciclocross. 3a sequenza: inizio della gara. 4a sequenza: la caduta. 5a sequenza: al pronto soccorso. 6a sequenza (conclusione): al centro dell’attenzione.

In questo brano si parla di una gara sportiva. Conosci l’espressione “Fair Play”? Sai che cosa vuol dire? Perché è importante avere atteggiamenti corretti durante una gara? Parlane con le compagne e i compagni.

Suddividi il racconto in sequenze.

Marcovaldo per parlare di... Educazione civica, Arte e Musica

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Il mio

mondo

TESTO NARRATIVO

Oltre alle SEQUENZE NARRATIVE, un racconto può contenere anche: SEQUENZE DESCRITTIVE; SEQUENZE DIALOGICHE; SEQUENZE RIFLESSIVE.

UNA TORTA SCACCIA NOIA Le SEQUENZE NARRATIVE raccontano gli avvenimenti della storia. Questa è la prima sequenza della storia.

Le SEQUENZE DIALOGICHE riportano i dialoghi tra i personaggi o i loro pensieri.

Le SEQUENZE DESCRITTIVE permettono di conoscere meglio i personaggi e il loro carattere o gli ambienti e le loro caratteristiche.

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Una mattina, appena cominciate le vacanze estive, quando mi sono svegliata ero di cattivo umore. Non era per niente una bella giornata. Pioveva e tirava vento e quindi non si poteva uscire. In più avevo litigato con Britta e Anna. La sera prima avevamo giocato a campana, e a un certo punto le mie amiche avevano detto che avevo pestato la riga quando io non l’avevo pestata per niente. E allora io me n’ero andata a casa, ma loro due avevano continuato a giocare per un pezzo. E il giorno dopo, uffa che noia tutta quella pioggia! Non sapevo proprio che cosa fare, così sono andata dalla mamma. – Uffa, mamma, che noia – ho detto. – Davvero? – ha risposto lei. – A me non sembra. – Sì, perché piove sempre – ho aggiunto. – Non so cosa fare. – Se fossi in te prenderei farina e zucchero e preparerei una bella torta. – Ottima idea! – ho esclamato e mi sono precipitata in cucina. Dopo più di un’ora la cucina era un disastro, ma in ogni angolo si sentiva un delizioso profumo e sul tavolo c’era una meraviglia: una crostata con fragole, fettine di kiwi e piccoli acini di uva bianca e nera, tutti ricoperti da uno strato di gelatina di frutta luccicante.


RACCONTO REALISTICO

Britta e Anna erano state ingiuste con me, ma ho pensato che magari potevo perdonarle e invitarle a mangiare la mia torta. Io e le mie amiche ci spedivamo sempre delle lettere in una scatola di sigari che va avanti e indietro su un filo teso dalla loro camera della Cascina nord alla mia qui nella Cascina di mezzo. Ho scritto una lettera e l’ho messa nella scatola di sigari e poi ho fischiato come facciamo di solito per avvertire che abbiamo spedito qualcosa. Nella lettera avevo scritto così: “Dato che per puro caso ho appena fatto una torta, mi chiedevo se volete venire ad assaggiarne una fettina”. Prima che fossero passati due minuti eccole arrivare di corsa. Non riuscivano a credere che avessi preparato una torta così bella tutta da sola.

Il mio

mondo

Le SEQUENZE RIFLESSIVE esprimono riflessioni dei personaggi o dell’autore.

A. Lindgren, Il libro di Bullerby, Salani Editore

ANAL IZ ZO

il testo

Nel testo è sottolineata la prima sequenza narrativa: individua le altre e completa. La sera prima avevo litigato con Il giorno dopo Io e le mie amiche ci spedivamo Ho scritto una lettera Prima che fossero passati due minuti Ora completa scrivendo quale informazione fornisce:

LA SEQUENZA DIALOGICA

LA SEQUENZA DESCRITTIVA

LA SEQUENZA RIFLESSIVA

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Il mio

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TESTO NARRATIVO

In un racconto realistico MOLTE INFORMAZIONI sono ESPLICITE, cioè espresse in modo chiaro, e si capiscono facilmente leggendo con attenzione. Ci possono essere, però, anche INFORMAZIONI IMPLICITE, cioè non scritte nel testo, che si possono ricavare da altre informazioni o facendo riferimento a conoscenze che si possiedono già.

FRANZ KAFKA (1883-1924) è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento. L’episodio narrato in questo racconto è realmente accaduto: un giorno, mentre passeggiava nel parco, Franz Kafka incontrò una bambina, Elsi, che aveva perso la sua bambola, e decise di aiutarla.

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IL POSTINO DELLE BAMBOLE Il parco all’inizio dell’estate era un regalo. In quel silenzio la sua mente volava libera e incurante del tempo. Il silenzio... quella mattina fu rotto dal pianto di una bambina, forte, convulso, improvviso. Kafka rimase immobile. Che cosa ci faceva lì una bambina da sola? – Ciao, ti sei persa? – Io no – rispose la bambina. – La mia bambola si è persa. Rimase senza parole. Che cosa poteva fare? Poi all’improvviso Kafka rimase folgorato. – Come si chiama la tua bambola? – Brigida. – Brigida, ma certo! – disse, scoppiando a ridere. – È proprio lei! La tua bambola non si è persa! È partita per un viaggio. – Un viaggio? – domandò la bambina incredula. – Sì, un viaggio. E tu ti chiami... – finse di non ricordare Kafka. – Elsi – disse la bambina. – Certo, Elsi. La lettera è proprio per te. – Quale lettera? – domandò la bambina sempre più meravigliata. – Quella che ti ha scritto la bambola per spiegarti il motivo della sua partenza improvvisa. Ma questa mattina ero di fretta e l’ho lasciata a casa. Te la porto domani, va bene? La bambina lo guardava con aria perplessa ma curiosa. -– E perché la mia bambola ha scritto a lei? -– Perché sono il postino delle bambole – rispose Kafka senza battere ciglio.


RACCONTO REALISTICO

Il mio

mondo

– Ma io non so ancora leggere bene – disse Elsi preoccupata. – Succede spesso – le spiegò Kafka. – Le bambine che ricevono le lettere non sanno leggerle e allora lo faccio io, ad alta voce. – Domani mi porterai la lettera di Brigida? – Certo che ti porterò la lettera della tua bambola. Niente al mondo gli avrebbe impedito di portarle quella lettera. Il giorno dopo, al parco, Kafka si sedette sulla panchina e si mise ad aspettare. Elsi comparve in lontananza, si avvicinò e chiese: – Hai portato la lettera? – Certo – rispose Kafka. Estrasse la lettera dalla tasca della giacca e gliela mostrò. – Vedi? – indicò l’indirizzo. – “Signor postino delle bambole, questa lettera è per Elsi”. La bambina prese la lettera tra le mani. – Brigida, West End, Londra – disse Kafka. – Brigida è a Londra? – domandò Elsi. – È molto lontano? – Abbastanza – rispose Kafka. – Posso aprirla? – domandò Elsi timidamente. – Certo. È tua. J. Sierra i Fabra, Kafka e la bambola viaggiatrice, Salani Editore

COMPRE NDO il testo Nelle seguenti frasi, estrapolate dal testo, ci sono informazioni implicite. Indicale con X. “ Il parco all’inizio dell’estate era un regalo”: I l parco era stato incartato come un regalo. I l parco era talmente bello da sembrare un regalo. “ Poi all’improvviso Kafka rimase folgorato”: A Kafka venne in mente una splendida idea. K afka rimase colpito da qualcosa di molto bello.

“ E tu ti chiami... – finse di non ricordare Kafka”: È un modo per sapere come si chiama la bambina. K afka ha poca memoria. “ Niente al mondo gli avrebbe impedito di portarle quella lettera”: Forse avrebbe portato la lettera alla bambina. A vrebbe sicuramente portato la lettera alla bambina.

Rispondi alle domande cercando nel testo le informazioni esplicite. Dove si svolge la vicenda?
 In quanti giorni si svolge?

Perché la bambina piange?

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Il mio

mondo

AMICIZIA A

NAL IZ ZO il testo

Questo brano è scritto in: prima persona. terza persona. Continua a sottolineare nel testo le parole che ti permettono di capirlo.

ulness

Ci sono delle emozioni E ) N E B negative che ( si presentano nella vita di tutti i giorni e possono turbare il nostro cuore: invidia, rabbia, tristezza, paura… La protagonista del brano prova invidia perché la sua amica ha avuto un voto più alto del suo. È una reazione normale e non deve preoccuparci, ma dobbiamo imparare a riconoscerla e a gestirla perché non ci renda difficile vivere con gli altri.

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SSERE

APPROFONDIMENTO IN GUIDA

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Se qualcuno mi domandasse: “Che cos’è un’amica del cuore?”, io risponderei semplicemente “Ottilia”. Di solito l’amicizia cresce poco alla volta. Bisogna conoscere bene l’altra persona e allo stesso tempo farsi conoscere da lei, scoprire le cose che si hanno in comune, le idee e il carattere. Ma essere amiche non vuol dire essere una la copia dell’altra. Significa aiutarsi a vicenda restando se stesse e questo l’ho capito solo dopo aver conosciuto Ottilia. Sin dal giorno in cui ci siamo trovate nella stessa classe, in prima elementare, abbiamo capito che qualcosa ci portava ad andare l’una verso l’altra, come il ferro è attratto da una calamita. A volte, però, ci sono stati momenti per me un po’ difficili. Mi ricordo il giorno in cui la supplente ha dato a Ottilia un voto più alto del mio in un compito di italiano. – Ho avuto ottimo! – mi disse Ottilia con orgoglio. – Sono contenta – le risposi. – Davvero? Di solito tu prendi voti migliori dei miei nei temi. – Beh, questa volta sei stata più brava tu. Ma dentro di me provavo un’irritazione che sul momento non seppi spiegare. Quando capii, me ne vergognai molto: la invidiavo. Ero talmente dispiaciuta di aver provato un sentimento del genere, che il giorno dopo, per farmi perdonare, le regalai un libro. – Come mai? – mi chiese. – Non è il mio compleanno e neppure il mio onomastico. – E allora? Non posso farti un regalo? Sei o non sei mia amica? A. Petrosino, Il mondo di Valentina, Piemme Junior


Il mio

mondo

IL COMPLEANNO DI GRETA La luce del giorno splendeva. Appena sveglia, Greta non ricordava che giorno fosse; poi le è venuto in mente che quello era proprio il giorno del suo compleanno. Quando si è recata in cucina, ha notato sulla tavola un grande pacco, fasciato di carta luccicante azzurrina, con un vivace fiocco bianco e un cartoncino, su cui ha letto “Buon compleanno!”. Per l’emozione il cuore ha cominciato a batterle forte forte e gli occhi le sono diventati lucenti come stelle. Si è messa subito a scartare il pacchetto, ma l’ansia di riuscire ad aprirlo la ostacolava nei movimenti. Quando finalmente ce l’ha fatta e ha sollevato il coperchio della grande scatola, in un primo momento è rimasta perplessa, poi l’ha invasa una contentezza ancora più intensa: dentro c’erano tanti altri pacchetti di diversa grandezza, tutti fasciati di carta luccicante di colori diversi. Greta ha impiegato parecchio tempo ad aprirli e ogni volta il rinnovamento della sorpresa e della gioia l’ha costretta a continue esclamazioni di festosa meraviglia. Pareva che la mamma avesse letto con totale attenzione dentro la sua mente e avesse deciso di soddisfare tutti i suoi desideri: c’erano proprio tutti i giocattoli che lei aveva sognato, ma che mai aveva pensato di poter avere fra le mani per sé, un giorno. A. Lavatelli, Quando la luna scelse la notte, Piccoli

COMPRE NDO il testo ove si svolgono gli avvenimenti narrati nel testo? D In quale momento della giornata? Sottolinea nel testo gli elementi che ti hanno permesso di rispondere alle domande.

RIFLETTO e DICO la MIA Individua le sequenze del brano, definendo la tipologia a cui appartengono, poi confrontati in classe. Avete fatto tutti/tutte le stesse scelte?

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L'AMICIZIA NELL'ARTE

A T S I T IO AR

Dentro il quadro

In questo dipinto ci sono alcuni elementi che ci fanno capire il rapporto di amicizia che c’è fra le due bambine. Segui le frecce, osserva i particolari e cerca di dare una spiegazione ai gesti e alle espressioni dei volti.

Questa bambina ha lo sguardo rivolto perché

Questa bambina è

Con il braccio perché

OSSERVO e DICO la MIA Pensa agli elementi e ai gesti che ti potrebbero servire per realizzare un dipinto che esprima il rapporto di amicizia fra te e un’altra persona, poi realizzalo.

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Guardando questo dipinto, a che cosa hai pensato? Quali sensazioni hai provato? Secondo te, che cosa potrebbe dire la bambina con il vestito tutto bianco alla sua amica? Racconta.


Il mio

mondo

GIÒ “DENTI DI FERRO” – Sedetevi per mangiare, ma non seminate cartacce in giro. I ragazzi si sparpagliarono sul prato del Parco archeologico e cominciarono ad aprire gli zaini. – Ehi, Giò “denti di ferro”, che cosa ti ha dato tua madre per merenda? Un panino con dei bulloni? A Giovanni avevano messo da poco l’apparecchio per raddrizzare i denti. Il dentista aveva un bel dire: – Alla tua età ce l’hanno tutti. Nella sua classe lui era l’unico a portarlo e Tommaso, il bullo del gruppo, gli aveva appioppato subito un soprannome: Giò “denti di ferro”, appunto. Quando il compagno lo chiamava così e gli altri ridevano, lui si sentiva come se gli avessero tirato un sasso sulla schiena. Avrebbe voluto diventare piccolo come un topolino, nascondersi in un buco e non uscire più. Dentro di sé aveva trovato almeno dieci soprannomi per Tommaso: “orecchie da cavolfiore”, visto che aveva due grandi orecchie a sventola con il bordo arricciato. Oppure “occhi cacca di capra”, visto che i suoi occhietti erano esattamente così: piccoli e neri neri. O, ancora, Tommi “piedi marci”, visto che i suoi piedi puzzavano più del gorgonzola! Sentiva una rabbia che gli strozzava la gola. Ma gli sembrava che rispondere avrebbe fatto diventare tutto più grande. Grande come un macigno che lo avrebbe schiacciato. Tommaso era molto più alto di lui e chi lo avrebbe affrontato un tipo simile, se fosse finita a botte? Era dalla classe prima che il compagno lo prendeva in giro. E poi era sempre accompagnato da altri due, che ridevano di quelli che lui strapazzava. Così, come sempre, fece finta di non sentire.

COMPRE NDO il testo Nel testo, sottolinea con i colori indicati le informazioni utili per rispondere alle domande. Perché Giovanni viene chiamato Giò “denti di ferro”? C ome si sente Giovanni quando viene chiamato con questo soprannome? P erché, nonostante questo, non reagisce?

J. Carioli, Giò denti di ferro, Giunti Junior

RIFLETTO e DICO la MIA Per mettere in evidenza alcuni significati, nel racconto vengono utilizzate due similitudini; completale e spiegale. Piccolo come Grande come viaggio nella legalità

pag 36

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o i g g a i v nella

e g a l L ità

Che cosa signific a la parola LEGAL ITÀ? Vuol dire compo rtarsi secondo la legge. La legalità è im portante, in qualsiasi luog o, anche nelle aule di scuola.

Leggi il brano.

La tua classe è una piccola città guidata dalla maestra, che detta le regole, dà buoni voti a chi fa bene i compiti, punisce chi non si comporta bene. (...) La maestra ha il compito di far rispettare la legge. Mettiamo il caso che un giorno uno studente, chiamiamolo Tonio, si presenta e ti ordina: “Dammi i soldi che hai in tasca”. Non è giusto. Allora tu vai dalla maestra per farti difendere. Lei ne dice quattro a Tonio. Tonio ci riprova. Tu torni dalla maestra. La maestra porta Tonio dal Preside, che lo sospende per una settimana dalla scuola. È stata applicata la legge e tu sei stato difeso giustamente. Mettiamo invece che tu non vada dalla maestra ma, spaventato, gli dia i tuoi cinque euro. E tutti i tuoi compagni di classe fanno lo stesso. Tutti tranne uno, che chiamiamo Simone. Lui non ha paura, non paga, ma un giorno Tonio, che è più grande e più forte, gli lega le stringhe delle scarpe e lo butta giù dalle scale. Tonio dovrebbe essere punito, ma la maestra non può farlo perché non ha visto la scena e chi l’ha vista sta zitto per paura. Così Tonio può continuare indisturbato. Il risultato è che nella tua classe ora esistono due leggi: quella giusta, della maestra, l’unica che dovrebbe valere; e quella di Tonio, illegale, la legge del più forte. L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, RCS

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EDUCAZIONE CIVICA Ora rispondi. Se serve, rileggi il brano della pagina precedente. uali tra i personaggi del racconto, si sono comportati secondo legalità? Q Sottolineali. Quali regole della classe infastidiscono Tonio e perché?

In che modo la maestra ha fatto rispettare la legge?

Rispondi, poi discutetene in classe. Di fronte alle prepotenze di Tonio la classe tace. Ti sembra giusto? Perché?

Che cosa pensi di Simone? Avresti fatto come lui?

Ti è capitato di vivere una situazione simile? Che cosa hai fatto o che cosa faresti se in futuro dovesse capitarti?

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Il mio

mondo

AL LUNA PARK RIFLETTO e DICO la MIA Tu sei mai andato/andata al luna park? Con chi? In quale occasione? Com’è andata? Racconta.

ess n l u f d min ERE S S E ) N (BE

Nella vita ci sono emozioni negative ed emozioni positive, dobbiamo imparare a riconoscerle e far spazio a entrambe. Una di queste, per esempio, è la gratitudine. Dobbiamo imparare a essere grati per quelle cose, anche piccole, che portano positività nella nostra giornata, come la gioia ritrovata del papà della protagonista del racconto. APPROFONDIMENTI IN GUIDA

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Oggi mi sono proprio divertita! Infatti sono stata col papà al luna park. La mamma doveva andare a trovare la nonna, così siamo andati solo io e il papà. Guardando i vari padiglioni il papà ha cominciato subito a dire: – Qui è meglio se non ci sali. Questo è troppo pericoloso. Qui ti gira di sicuro la testa... Insomma, li scartava tutti! Per lui erano adatti a me solo la giostra coi cavallini e le altalene. Siccome volevo salire sulle montagne russe, gli ho detto che poteva salire lui per primo per vedere se era davvero così pericoloso. Prima si è messo a ridere e ha detto: – lo sulle montagne russe? Ma non sono mica più un bambino! Poi, quando gli ho chiesto se per caso aveva paura, ha fatto il superiore ed è salito addirittura sul primo vagoncino. È stata una scena bellissima: mentre il trenino saliva, papà si guardava attorno preoccupato. In discesa, invece, stava incollato al sedile e gridava come un disperato. Però dopo un po’ ci deve aver preso gusto, perché gridava ancora, ma si sentiva bene che erano grida di gioia. Aveva cominciato a divertirsi. Poi l’ho portato sulla “Centrifuga”, sul “Vascello fantasma”, sulle “Tazze sonore” e in almeno altri dieci giochi. È stata una giornata magnifica! S. Bordiglioni, M. Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Ragazzi


... E ORA to cca a me!

FINALMENTE FUORI!

Come mi sento PRIMA di iniziare? tranquillo/a preoccupato/a

VERIFICA FORMATIVA

Papà è arrivato a casa nostra subito dopo il lavoro. Era tutto contento. Ci ha detto che oggi finisce ufficialmente il periodo di prigionia, poi ci ha fatto prendere il diario di scuola e ci ha fatto scrivere sopra FINE LOCKDOWN, poi ci ha chiesto di cambiarci e di vestirci bene. Sì, perché da oggi si può uscire! Ci ha portato un pacco di mascherine e ci ha anche fatto mettere i guanti, ma la cosa più bella è che oggi c’è il sole. Vuole portarci al parco. Io ho un po’ paura a uscire, ma ho anche tanta voglia di vedere com’è diventato il mondo. Voglio vedere con i miei occhi il colore delle foglie. Ogni volta che guardavo fuori dalla finestra c’era silenzio. Chissà se oggi ci sarà almeno un po’ di rumore… La mamma ci raggiungerà al parco e poi torneremo a casa con lei. Ha ancora turni lunghi, ma ormai ci possiamo fare tutte le coccole del mondo, perché è tornata al suo vecchio reparto e non rischia più come prima di prendersi il virus. Fa sempre tanta attenzione a tutto, ma dopo che si è lavata e cambiata possiamo stare appiccicati senza limiti. Linda, invece, non possiamo ancora toccarla. L’altro giorno le sono corsa incontro quando è arrivata, ma lei si è spostata e io per poco non cadevo. Spero di poter abbracciare presto anche lei. Cammino tenendo forte la mano di papà. Luca, mio fratello, è davanti a noi con le cuffie alle orecchie. Al parco corro tantissimo. Papà legge il giornale su una panchina. Non c’è nessuno. Solo ogni tanto passa qualcuno con un cane. Non ci sono bambini e le altalene sono libere, ma non ci si può salire. Le hanno circondate con un nastro rosso e bianco che non si può superare. Che ingiustizia, per una volta che non c’è da litigare con nessuno per usarle! Poi vedo la mamma e le corro incontro. Ha uno zaino sulle spalle. Lo apre e tira fuori una coperta da mettere a terra. Ci sdraiamo e il cielo è azzurro, senza una nuvola. Chiudo gli occhi e non so più che ora è. Sto così ed è bellissimo! A. Pellai, B. Tamborini, Noemi nella tempesta, DeA

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... E ORA

tocca a me!

VERIFICA FORMATIVA

ANALISI DEL TESTO 1

2

Questo è un testo: realistico. I fatti sono narrati: in prima persona.

fantastico. in terza persona.

Indica due elementi che ti hanno permesso di capirlo:

3

4

Individua nel testo e riquadra come indicato. Inizio Svolgimento Conclusione Il racconto può essere suddiviso in sette sequenze. Scoprile e scrivi per ognuna

un sottotitolo adatto. 1a (inizio) Fine del 2a 3a 4a

5a 6a 7a (conclusione)

comprensione DEL TESTO 5

Nella seconda riga del racconto si legge: “Oggi finisce ufficialmente il periodo di

prigionia”. A quale periodo di “prigionia” si riferisce?

6

La protagonista ha tanta voglia di uscire perché vuole:

incontrare i suoi amici. sentire le voci delle persone. 7

Al parco non ci sono bambini perché:

sono tutti a scuola. le persone escono ancora poco. 8

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vedere com’è cambiato il mondo. andare sull’altalena. il parco è chiuso. è vietato andare al parco.

Nel racconto c’è una breve descrizione dell’ambiente. Cercala e scrivila.


... E ORAe! tocca a m

VERIFICA FORMATIVA

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Come si sente la protagonista sdraiata sotto il cielo azzurro?

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Indica con X se le informazioni riportate nella tabella sono esplicite o implicite. esplicita implicita

Il lockdown è finito e finalmente si può uscire. Durante il lockdown non si curava molto l’abbigliamento. La protagonista desidera uscire, ma è anche un po’ timorosa. Per uscire bisogna indossare mascherina e guanti. La mamma della protagonista lavora in ospedale. Linda è la baby-sitter della protagonista e di suo fratello. La protagonista ha una grande voglia di muoversi all’aperto. Al parco non si possono utilizzare i giochi.

com'è andata? Durante la lettura del racconto: ho capito la storia senza difficoltà. ho avuto qualche difficoltà di comprensione. ho avuto molte difficoltà di comprensione. Se ho avuto difficoltà di comprensione: ho riletto con più attenzione. ho chiesto spiegazioni all’insegnante. ho proseguito nella lettura. o completato la parte di analisi H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà.

o completato la parte di comprensione H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà. Se ho incontrato qualche difficoltà, che cosa avrebbe potuto essermi di aiuto per superarla?

Quale parte del lavoro ti è sembrata più impegnativa? Analisi del testo: attività n° Comprensione del testo:

attività n°

Come mi sento ALLA FINE del lavoro? soddisfatta/o potevo fare meglio non soddisfatta/o

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A tutta

fantasia! PRIMA

di ascoltare

In base alle informazioni fornite dal titolo, questa storia sarà ambientata in un castello e si svolgerà di notte, ma, secondo te, in quale periodo storico? Nel nostro tempo. Nel Medioevo. Al tempo degli antichi Romani. Quali potrebbero essere i personaggi della storia? Puoi indicare più scelte. Cavaliere. Fantasma. Ragazzo/Ragazza come te. Astronauta. Esploratore. Principessa. Scienziato/Scienziata. Altro:

DURANTE l’ascolto

Questo racconto introduce la sezione dedicata alla fantasia: mentre ascolti la lettura, individua gli elementi fantastici presenti nel testo.

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NOTTE AL CASTELLO Quando Lorenzo arrivò a destinazione era già notte fonda: l’enorme mole delle mura e il profilo imponente delle torri risaltavano nel cielo sereno e pieno di stelle. Il grande portone del castello era in parte aperto e fu sufficiente una leggera pressione per entrare. Questa volta il portone neppure cigolò sui grandi cardini. All’interno, l’immenso atrio era fiocamente illuminato dalla luce di qualche torcia sparsa qua e là. Nelle numerose zone d’ombra in cui i riflessi delle fiamme giocavano, sembravano celarsi misteriose presenze. Ovviamente a Lorenzo tutto ciò non faceva nessun effetto. Sempre distratto dai suoi pensieri, non si accorgeva in pieno di tutto ciò che gli accadeva intorno e si infilò su per lo scalone alla ricerca della sua camera da letto. Nonostante il buio al piano superiore fosse ancora maggiore, non gli fu difficile ritrovare la camera con le tende blu notte. Qualche candela illuminava a malapena l’interno della stanza. Forse l’aveva accesa il maggiordomo. Comunque neanche l’atmosfera irreale della camera lo impressionò: morto di sonno, si spogliò sbadigliando. Mise il pigiama e si infilò nel grande lettone. Le lenzuola sapevano un po’ di muffa, ma Lorenzo si addormentò quasi di colpo, senza accorgersi delle occhiate piene d’ira che gli rivolgeva dal quadro l’immagine del suo antenato in parrucca bianca e ventaglio. Né si accorse che il ventaglio, prima aperto, adesso era chiuso. Lorenzo dormiva già da qualche ora. Improvvisamente dal quadro si staccò una figura alta una trentina di centimetri:


DOPO

aver ascoltato Chi è il protagonista del racconto? Che cosa fa appena arriva al castello?

si lasciò penzolare dalla cornice e cadere sul pavimento. Era Certaldo l’Irascibile, antico padrone del castello. Anzi, era il suo fantasma. Lo spirito di Certaldo si arrampicò lungo la coperta fino a dove dormiva Lorenzo. Camminò fino all’altezza del sedere del ragazzo, quindi, senza pensarci un attimo, gli sferrò un calcio con tutto il vigore che un fantasmino di trenta centimetri è capace di esibire. Che però non è un granché. Infatti Lorenzo non si svegliò. Lo spiritello di Certaldo, senza perdersi d’animo, ci riprovò: prese un po’ di rincorsa e poi mollò un secondo calcione al sedere del dormiente. Lorenzo fu sveglio in un attimo. – Tu chi saresti? – Ignobile marrano, in vita io ero Certaldo, figlio di Otario il Miope e diciassettesimo conte di Tarliera. Ora sono solo un fantasma, però ciò non significa nulla: il letto è ancora mio! – Un fantasma! Un vero fantasma! – ripeteva Lorenzo piacevolmente meravigliato. – Mi scusi sa, signor Certaldo, ma non pensavo che avrei mai conosciuto un vero fantasma. Sono un po’ emozionato.

Di che cosa non si accorge?

Chi lo sveglia dal sonno? E in che modo?

Di che cosa lo accusa?

Come reagisce il protagonista quando si trova davanti un fantasma?

S. Bordiglioni, I fantasmi del castello, Edizioni EL

SCOPRO nuovi significati cardini: ferri su cui si inseriscono e girano i battenti delle porte fiocamente: debolmente celarsi: nascondersi marrano: termine antico che indica un uomo poco cortese

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A tutta

fantasia! COMPRE NDO il testo Secondo te, i fatti raccontati nel brano possono avvenire nella realtà? Sì. No. Come li definiresti? Reali. Fantastici. Quale personaggio fantastico è presente nel brano?

I PIEDI LITIGONI C’erano una volta i piedi di un bambino, o forse di una bambina, chissà: si sa soltanto che erano due piedi. Però erano due piedi che non andavano d’accordo come gli altri, che si infilano quieti quieti nelle calze, nelle scarpe, e camminano per bene, uno avanti e l’altro dietro. Quei due piedi erano molto, molto diversi: uno era attivo, energico, inquieto, mentre l’altro era tranquillo, piuttosto pigro, amante del riposo. Uno dei due piedi voleva sempre infilarsi in una scarpa da ginnastica, o in uno scarpone da montagna, un pattino, una pinna e così via, mentre l’altro preferiva starsene nudo sull’erba, o sulla sabbia, o nell’acqua fresca. Ora, il povero bambino, o bambina, immaginatevi che vita faceva: un piede andava di qua, l’altro di là, uno partiva, l’altro restava, uno saltava, l’altro riposava... La bambina, o il bambino, inciampava continuamente, si confondeva, si arrabbiava, si disperava. – Calmati, rilassati, riposati un po’! – diceva a un piede: ma quello non si calmava. – Svegliati, sbrigati, muoviti! – diceva all’altro, ma quello non si sbrigava. Alla fine il bambino, o la bambina, andò dal magomedico e gli raccontò il suo problema. Il magomedico mise allora in un catino del succo di peperone e camomilla, pepe sciolto e valeriana, caffè e latte, miele e cannella, piume di colibrì e peli di bradipo, e mescolò, mescolò, mescolò. Poi disse al piede agitato: – Tuffati qui! – e a quello calmo: – Rilassati qui. I due piedi entrarono, e uno saltava, scattava, mescolava, e l’altro galleggiava, affondava lentamente, risaliva lentamente: ma a poco a poco il calmo si mosse un po’ di più, e quello agitato un po’ di meno, e quando uscirono da quella bacinella erano piedi dello stesso tipo, che volevano fare le stesse cose. E la bambina, o il bambino, visse finalmente in pace. R. Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi

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RACCONTO FANTASTICO

LE GIORNATE DI SUSIE INCANTESIMI – Sì, – disse Susie Incantesimi posando il telefono sul fornello – essere magiche non è sempre rose e fiori. Si trovava nel suo appartamento e l’attendeva una giornata di duro lavoro. Doveva fare i compiti: imparare a memoria nuove formule magiche e ripassare quelle vecchie. Per non parlare delle pulizie di casa. Susie Incantesimi lanciò un’occhiata a un foglio attaccato in cucina su cui aveva elencato tutte le incombenze della giornata. C’era scritto:

A tutta

fantasia!

Il RACCONTO FANTASTICO è un testo narrativo che narra FATTI IMMAGINARI, che non potrebbero accadere nella realtà.

1. ricordare all’aspirapolvere di pulire la camera da letto; 2. f are un incantesimo di lavatura e stiratura sulla pila di panni sporchi; 3. dirne quattro allo spolverino che non toglieva la polvere dagli scaffali dei libri. – Le case non si puliscono mica da sole, sai, – disse rivolta al suo topo magico che dormiva in un angolino della stanza. Herbert si grattò il muso velocemente, tanto per darsi un contegno, ma subito dopo tornò a dormire. Susie guardò il telefono e sospirò. Era proprio vero quel che diceva la gente: un telefono che si fissa con insistenza non suona mai. Ma proprio in quel momento dalla teiera partì un fischio acuto… – Pronto – disse Susie Incantesimi alzando il coperchio. T. Blacker, Susie nei guai, Edizioni EL

COMPRE NDO il testo Scrivi qual è l’aspetto magico degli oggetti della casa di Susie. L’aspirapolvere Lo spolverino Il telefono è L’espressione “non è sempre rose e fiori” vuol dire: non è per niente bello e facile come può sembrare. non è facile non far appassire i fiori.

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A tutta

fantasia!

TESTO NARRATIVO

il RACCONTO FANTASTICO è un testo narrativo raccontare fatti che non possono avvenire nella realtà e nati dalla fantasia dell’autore, dando informazioni esplicite o implicite

con lo scopo di

raccontato da

un narratore in prima persona in terza persona

personaggi: • realistici, a cui accadono eventi impossibili • immaginari come maghi, streghe, fate, folletti…

attraverso

l uoghi: • realistici, dove avviene qualcosa di impossibile • fantastici tempo indefinito introdotto da: “c’era una volta…”, “un tempo”, “tanto tempo fa…”

inizio organizzati in

svolgimento conclusione

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laboratorio di scrittura ● pag 48

sequenze narrative, descrittive, dialogiche e riflessive


RACCONTO FANTASTICO

LA MISSIONE DI RE TEO Re Teo lasciò a grandi passi la Sala del Trono, molto soddisfatto di se stesso. Nessuno avrebbe mai più detto che lui era egoista, vanitoso e crudele! Per il bene di un ingenuo, vecchio pastore puzzolente e del suo inutile bastardino, lui, Re Teo il Temerario, avrebbe dato la caccia all’Ickabog! Certo, il mostro non esisteva, però era comunque molto bello ed eroico andare fino all’altro capo del paese solo per dimostrarlo! Dimenticandosi del pranzo, il re corse di sopra nella sua camera, chiamando a gran voce il maggiordomo perché lo aiutasse a togliersi il lugubre completo nero e a indossare quello da battaglia, che non aveva mai avuto occasione di mettere. La tunica era rossa scarlatta, con bottoni d’oro. La fusciacca era viola e c’erano un sacco di medaglie che Teo poteva portare in qualità di re, e quando si guardò allo specchio e vide quanto gli stava bene quell’abito si chiese come mai non gli fosse venuto in mente di vestirsi sempre così. Quando il maggiordomo gli calò sui riccioli d’oro l’elmo piumato, Teo immaginò un suo ritratto con quell’elmo, in groppa al suo candido destriero preferito, mentre infilzava con la lancia un mostro a forma di serpente. Era davvero Re Teo il Temerario! Quasi quasi sperava che l’Ickabog esistesse davvero. J. K. Rowling, L’Ickabog, Salani Editore

COMPRE NDO il testo

A tutta

fantasia!

Nel racconto fantastico agiscono spesso PERSONAGGI NON REALI, come streghe, maghi, fate, orchi, mostri..., che cercano di aiutare il protagonista o di danneggiarlo, impedendogli di raggiungere il suo scopo.

SCOPRO nuovi significati lugubre: che suscita tristezza fusciacca: fascia che avvolge la vita

ANAL IZ ZO

il testo

Questo brano è: realistico. fantastico. Sottolinea gli elementi fantastici.

Quale missione deve compiere Re Teo? Per quale motivo? Come si sente Re Teo una volta indossato il completo da battaglia?

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A tutta

fantasia!

METAMORFOSI PRIMA

di leggere

Leggi il titolo e la fonte in fondo al brano: di che cosa pensi parlerà questo testo? Di animali in una foresta. Di bambini in una grande città. Di maghi e streghe. Di animali e bambini. Di trasformazioni magiche. Di viaggi interplanetari.

ANAL IZ ZO

il testo

Questo testo è narrato in: prima persona. terza persona. È un racconto: realistico. fantastico. Indica con X. I fatti narrati: possono accadere nella realtà. sono reali e avvengono in luoghi fantastici. sono fantastici e avvengono in luoghi reali. sono fantastici con personaggi reali.

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Barney per un po’ attese sotto la veranda sperando che sua madre, non trovandolo in casa da nessuna parte, collegasse le due cose. Ma la porta non si aprì. La via, di solito tranquilla, pareva piena di centinaia di rumori: uccelli cinguettanti, traffico in lontananza, sacchetti di patatine fritte che sfregavano il cemento sospinti dalla brezza. Un altro rumore. Un fruscìo, proveniente dal piccolo cespuglio di ginepro nel giardino. Due verdi occhi di gatto che lo fissavano. – Salve – fece Barney. – Chi sei? – domandò dolcemente la gatta, con un tono rassicurante e confortante come una cioccolata calda. – Non ti ho mai visto prima. Era una lustra gatta color cioccolato amaro che Barney riconobbe vagamente come quella di Sheila, la nuova arrivata al numero trentatré. – E invece ci siamo già visti – affermò Barney, mentre la gatta si avvicinava e strofinava il muso contro la sua guancia. – Sono il ragazzo che vive qui. In questa casa. Il fatto è... sono cambiato... e non so perché. – Oh – fece lei, – oh, poverino. Povera acciughina. Dunque sei uno di loro. – Uno di chi? Aspetta un po’, è una cosa che capita anche ad altre persone?


A tutta

fantasia! – Oh, sì, certo. Io, per inciso, sono Moka, e sono molto contenta di conoscerti. Cominciò a fare le fusa, ma Barney aveva bisogno di risposte. – Tu sai perché sono così? Sai come posso tornare indietro? Potresti aiutarmi? Moka stava guardando oltre Barney, verso la strada. La sua coda si agitava e le sue vibrisse erano leggermente incurvate. Stava avvertendo qualcosa. – Credo, dolcezza, che ci stiano osservando. – Cosa? Chi? – Brutticeffi, molto probabilmente. Ci sono tre tipi di gatti – disse, e ne fece i nomi. – Ci sono i Brutticeffi, che sono violenti gattacci di strada, e che è bene che tu eviti. Poi ci sono gli Zampecalde, che hanno un padrone e che in genere preferiscono starsene in casa. Tu fai parte del terzo tipo di gatti: umani intrappolati in corpi di gatto, i Senzasperanza. M. Haig, Essere un gatto, Salani Editore

RIFLETTO e DICO la MIA Secondo te, perché quelli come Barney sono chiamati Senzasperanza? Confrontati con le compagne e i compagni.

COMPRE NDO il testo Indica con X. Barney è: un gatto che si trasforma in bambino. un bambino che si trasforma in gatto.

“Ma la porta non si aprì”: con quale delle seguenti parole-legame puoi sostituire “ma”? Perché. Purtroppo. Affinché. Perciò.

Barney avverte tutti i rumori del quartiere perché: i suoi sensi sono molto sviluppati, come negli animali. è fuori casa ed è preoccupato.

Moka presenta a Barney i tipi di gatti del quartiere. Collega i nomi dei gatti alle loro caratteristiche. Brutticeffi Bambini trasformati in gatto. Zampecalde Violenti gattacci di strada. Senzasperanza Hanno un padrone e stanno in casa.

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A tutta

fantasia!

MISTERIA E IL LUPO

SCOPRO nuovi significati Sottolinea nel testo il significato della parola “commestibile”. Ci sono nel testo altre parole di cui non conosci il significato? Sottolineale e spiegale usando il dizionario.

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Misteria era sola, tutta sola nella foresta dove vivono i lupi e… non solo. Allora si sedette per terra e si mise a piangere. “Che disgrazia essere una bambina di nove anni!” pensava. E mentre piangeva ascoltava i rumori della foresta: si sentivano degli scricchiolii sui rami, dei sussurri dietro gli alberi, dei gridolini tra le foglie… Improvvisamente, mentre si guardava intorno, restò senza fiato: c’erano due occhi enormi che la stavano guardando, due occhi rossi come lanterne! Dietro quegli occhi rossi si intravedeva la sagoma scura di un vecchio lupo della foresta! L’animale le si avvicinò trotterellando: era convinto di aver trovato un’ottima cenetta. Lanciando un grido, Misteria si alzò in piedi e, questa volta, fu il lupo a restare sorpreso: alla luce della luna aveva visto degli strani capelli blu. – E tu che cosa saresti? – gridò con la sua vocetta gracchiante da vecchio lupo. – Una bambina con i capelli blu?! Come ti chiami? – Sono Misteria, – rispose subito la bambina – e non sono commestibile. – Ah, ecco, già… Misteria… commestibile… – borbottò il vecchio lupo facendo finta di capire. – Ma tu sai che cosa vuol dire “commestibile”? – domandò la bambina con tono severo. – Beh, sì… una specie di… come dire… Il vecchio lupo, con aria imbarazzata, abbassò il muso e confessò: – Non me lo ricordo più. Sai, con l’età, la memoria s’indebolisce… – “Commestibile” significa “che si può mangiare” – spiegò la bambina. – Prendi per esempio i funghi: ci sono quelli che si possono mangiare e quelli sono “commestibili”; e poi ci sono


A tutta

fantasia!

quelli che fanno venire il mal di pancia e possono anche far morire, quelli sono “non commestibili”. – Oh, che paura! – esclamò il lupo. – E io che stavo per mangiarti… Grazie per avermi salvato, signorina Misteria! – Beh, però, se hai veramente fame, puoi mangiarmi lo stesso. – No, no, grazie, oggi non ho molto appetito! – Solo un boccone, tanto per assaggiare – insisteva Misteria. – No, no davvero! Come se avessi accettato! E, così dicendo, il lupo se ne andò, stando ben attento a non toccare la bambina neanche con la punta della coda. Misteria scoppiò a ridere, poi si sdraiò tra i cespugli e si addormentò. M.A. Murail, La bambina dai capelli blu, Edizioni EL

COMPRE NDO il testo

A

NAL IZ ZO il testo

Questo testo è narrato in: È un racconto:

realistico.

prima persona.

terza persona.

Qual è la particolare caratteristica di Misteria?

fantastico.

In questo racconto: c’è un personaggio fantastico in un ambiente reale. c’è un personaggio reale in un mondo fantastico.

Che cosa rende il lupo un personaggio fantastico?

Completa la tabella con gli elementi che puoi ricavare dal testo. Elementi reali

Elementi fantastici

In che modo Misteria riesce a ingannare il lupo?

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A tutta

fantasia!

TESTO NARRATIVO

Nel RACCONTO FANTASY è sempre presente la lotta tra chi rappresenta le FORZE DEL BENE, che vogliono salvare il mondo, e chi LE FORZE DEL MALE, che vogliono distruggerlo e dominarlo con la violenza.

ANAL IZ ZO

il testo

Indica con una o più X. Questo testo è: fantastico. realistico. Gli elementi fantastici presenti nel racconto sono: lo stregone. le streghe. lo hobbit. i nani. gli elfi. gli orchetti. L’oggetto magico è: un anello. una spada. I protagonisti partono per: combattere una guerra. cercare un tesoro. Il misterioso regno di cui si parla è: il regno di Mezzo. il regno del Male.

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FRODO E L’ANELLO Un giorno si presentò alla porta dello hobbit Bilbo il grande Stregone, Gandalf il Grigio, accompagnato da tredici Nani. Bilbo partì con loro, in una mattina d’aprile del 1341 (Calendario della Contea) alla ricerca del gran tesoro appartenuto al Re dei Nani. Il gruppo fu assalito dagli Orchetti. Durante la lotta Bilbo si smarrì nelle profonde miniere nere degli Orchetti. Brancolando nel buio, posò una mano in terra e trovò un anello che si mise in tasca. Molti anni dopo, Frodo, lo hobbit cugino di Bilbo, tirò fuori dalla tasca dei calzoni l’anello e lo consegnò lentamente allo stregone Gandalf. Lo stregone lo lanciò all’improvviso in mezzo ai tizzoni incandescenti e rimase in piedi fissando il fuoco. – È perfettamente freddo – lo rassicurò Gandalf. – Prendilo. E guardalo da vicino! Frodo fece come diceva lo stregone, e vide linee di fuoco che parevano formare delle lettere. Gandalf disse: – Le lettere sono elfiche, scritte alla maniera arcaica, ma la lingua è quella di Mordor, il regno del Male, che non voglio però pronunziare qui. Poi, con voce grave, continuò: – Questo è l’Anello Sovrano, quello che serve per dominarli tutti. È quell’Unico Anello che Sauron perse molto tempo fa, affievolendo parecchio la sua potenza. Lo desidera più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non deve mai più riaverlo! J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello, RCS


RACCONTO FANTASY

A tutta

fantasia!

il RACCONTO FANTASY è un testo narrativo raccontare fatti immaginari, al di fuori della realtà, con azioni rapide, colpi di scena e descrizioni dettagliate

con lo scopo di

raccontato da

un narratore in prima persona

caratterizzato da • lotta tra il Bene e il Male • contrasto fra l’eroe e l’antagonista • intervento di aiutante o di oggetto magico

in terza persona

personaggi: • protagonista buono, forte e coraggioso, destinato ad affrontare un’impresa difficile • fantastici: maghi, elfi, draghi, guerrieri… attraverso

luoghi fantastici, a volte raggiungibili attraverso una porta magica tempo imprecisato, in epoche remote o in un futuro lontano inizio

organizzati in

svolgimento

sequenze narrative, descrittive, dialogiche e riflessive

conclusione laboratorio di scrittura ● pag 53

53


A tutta

fantasia!

TESTO NARRATIVO

Nel racconto fantasy il protagonista, che lotta contro le forze del Male, riesce nella sua impresa grazie a un OGGETTO MAGICO: un talismano, una spada, un anello, uno specchio...

COMPRE NDO il testo Rispondi sul quaderno. Chi sono i personaggi del racconto? I n quale luogo si svolgono i fatti narrati? che cosa si riferisce A Silente quando borbotta tra sé: “Avrei dovuto immaginarlo”? che cosa serve l’oggetto A magico di Silente? uale fatti straordinari Q avvengono nel racconto?

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UN GATTO SORIANO IN PRIVET DRIVE Il gatto, seduto sul muretto di fuori, non dava alcun segno di avere sonno. Sedeva immobile come una statua, con gli occhi fissi e senza batter ciglio, sull’angolo opposto di Privet Drive. Dovette farsi quasi mezzanotte prima che il gatto facesse un minimo movimento. Un uomo apparve all’angolo della strada che il gatto aveva tenuto d’occhio. Era alto, magro e molto vecchio, a giudicare dall’argento della barba e dei capelli, talmente lunghi che li teneva infilati nella cintura. Indossava abiti lunghi, un mantello color porpora che strusciava per terra e stivali dai tacchi alti con fibbie. Aveva due occhi luminosi e scintillanti e il naso era molto lungo e ricurvo, come se fosse stato rotto almeno due volte. L’uomo si chiamava Albus Silente. Silente si dava un gran da fare a rovistare sotto il mantello, in cerca di qualcosa. Sembrò rendersi conto di essere osservato, perché all’improvviso guardò il gatto, che lo stava ancora fissando dall’estremità opposta della strada. La vista del gatto sembrò divertirlo. Ridacchiò tra sé borbottando: “Avrei dovuto immaginarlo”. Intanto aveva trovato quel che stava cercando nella tasca interna del mantello. Sembrava un accendino d’argento. Lo aprì con uno scatto, lo tenne sollevato e lo accese. Il lampione più vicino si fulminò con un piccolo schiocco.


RACCONTO FANTASY L’uomo lo fece scattare di nuovo, e questa volta si fulminò il lampione appresso. Dodici volte fece scattare quel suo “Spegnino”, fino a che l’unica illuminazione rimasta in tutta la strada furono due capocchie di spillo in lontananza: gli occhi del gatto che lo fissavano. Silente si fece scivolare di nuovo nella tasca del mantello il suo “Spegnino” e si incamminò verso il numero 4 di Privet Drive, dove si mise a sedere sul muretto accanto al gatto, al quale chiese: – Che combinazione! Anche lei qui, professoressa McGranitt? Si voltò verso il soriano con un sorriso, ma quello era scomparso e al suo posto, davanti a lui c’era una donna che portava un paio di occhiali squadrati. Anche lei indossava un mantello, ma color smeraldo. I capelli neri erano raccolti in uno chignon. – Come faceva a sapere che ero io? – chiese la professoressa, mentre si sistemava gli occhiali.

ANAL IZ ZO

A tutta

fantasia! il testo

Nel testo sono inserite tre sequenze descrittive: la prima si riferisce al gatto, la seconda ad Albus Silente, la terza alla professoressa McGranitt. Sottolineale con i colori indicati.

J. K. Rowling, Harry Potter e la Pietra Filosofale, Salani Editore

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A tutta

fantasia!

I CORVI ROSSI

SCOPRO nuovi significati Spiega il significato delle espressioni evidenziate nel testo analizzando il contesto o usando il dizionario.

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Nelle cucine di Arcandida, intanto, si era scatenata una vera e propria guerra di stoviglie. Le due cuoche lanciavano oggetti di ogni genere da sotto il tavolo, nella speranza di abbattere qualche corvo. Poi si fecero anche più risolute: riuscirono a immobilizzarne uno con una scopa, ma, quando ormai pensavano di avere la situazione sotto controllo, una nuova creatura spuntò dalla finestra spalancata. Era Calengol, il nemico più temuto da Nives. Da quando il Re Saggio l’aveva sconfitto e cacciato dal Grande Regno aveva promesso che si sarebbe vendicato, appropriandosi del Regno dei Ghiacci Eterni. Rimase in equilibrio sullo stipite, lanciando occhiate in tutta la cucina. Era un essere ripugnante, a metà tra uno gnomo e un elfo, con grandi orecchie a punta e occhi piccoli e neri, sepolti da folte sopracciglia. Aveva una bocca enorme, affollata di denti marci. Non era alto, né robusto, ma agile e scattante come una piccola lucertola, e con la stessa pelle verdastra. Indossava una casacca di stracci consunti e un cappello a cono di feltro nero, tutto storto e rovinato. – Arla! – urlò Erla, quando lo vide apparire alla finestra. – Erla! – urlò Arla, liberando il corvo rosso che aveva intrappolato con la scopa. Alla comparsa di Calengol, gli uccelli ricominciarono a schiamazzare eccitati per la stanza. La mostruosa creatura saltò sul pavimento delle cucine e da lì sul tavolo dei dolci. Diede un rapido sguardo intorno, soddisfatto, tese le sue orecchie appuntite sotto al cappello e alzò una mano.


A tutta

fantasia!

– Può bastare, per ora! – ordinò ai corvi con la sua vocina stridula e gracchiante. I corvi si posarono obbedienti su una grande madia di pietra, appena a destra della finestra. – Lei dov’è? – domandò allora il mostro, fiutando l’aria con il muso all’insù. Le due cuoche si strinsero l’una all’altra e si rannicchiarono in posizione di difesa, con mestoli e matterelli in mano. – Non c’è! La principessa non c’è! T. Stilton, Principessa dei Ghiacci, Piemme

COMPRE NDO il testo In quale luogo si svolgono i fatti? Che cosa stanno facendo le due cuoche? Da che cosa sono interrotte? Completa. Calengol è un essere Ha le orecchie Gli occhi sono La bocca Ha la pelle Il desiderio di Calengol è Per poterci riuscire deve

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A T S I T IO AR IL LINGUAGGIO DELL'ARTE Dentro il quadro

In quest’opera Chagall rappresenta la città russa Vitebsk, in cui nacque. Si possono individuare le principali caratteristiche della sua pittura: una grande dolcezza e delicatezza nella scelta del soggetto, colori in contrasto tra loro, posti magici dove si può volare liberamente... Osserva e completa.

Il dipinto rappresenta

I colori dominanti sono

Il dipinto suscita in me queste emozioni:

L’elemento fantastico Marc Chagall, Sopra Vitebsk, 1914

mi fa pensare

MARC CHAGALL (1887-1985) nacque in Russia. I suoi dipinti sono ricchi di riferimenti alla sua infanzia. Riuscì a comunicare felicità e ottimismo tramite la scelta di colori vivaci e brillanti. Il mondo di Chagall è colorato, come se fosse visto attraverso la vetrata di una chiesa.

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rova a disegnare tu un paesaggio P e rendilo fantastico inserendo elementi stravaganti e non logici.


A tutta

LA BANDA

fantasia!

Erano una decina, ragazzetti dai dieci anni in su. Tutti maschi, e lei femmina. Tutti seduti, e lei in piedi tra loro. Il capo: una ragazzina smilza e slanciata, con vividi occhi viola, fluenti capelli di un blu lucido e spropositate orecchie a punta. Non si sarebbe detta forte, a guardarla, ma gli altri pendevano dalle sue labbra. – Oggi si lotta per le case abbandonate. I Fammin stanno tutti là a spadroneggiare. Non sanno di noi e non si aspettano il nostro arrivo: li coglieremo di sorpresa e li scacceremo con la forza delle nostre spade. I ragazzini ascoltavano con attenzione. – Il piano? – chiese il più grassoccio. – Scenderemo compatti fino al piano sopra le botteghe, poi taglieremo per i condotti di manutenzione dietro le mura; da lì sbucheremo direttamente nel loro nascondiglio. Li prenderemo alle spalle: se non ci facciamo sentire sarà un gioco da ragazzi. Io starò in testa al gruppo; dietro di me la squadra d’attacco. Un paio di ragazzini annuirono sicuri. – Poi gli arcieri – e tre bimbetti con in mano le fionde fecero un cenno d’intesa – e per finire i fanti. Siete pronti? Un coro di sì risuonò entusiasta. – Allora andiamo! Nihal levò in alto la spada e si gettò giù per la botola che conduceva dalla terrazza alla torre, seguita a ruota dal resto della banda. L. Troisi, Cronache del Mondo Emerso, Mondadori

COMPRE NDO il testo Chi sono i protagonisti di questo racconto? Quale azione devono compiere? Quali informazioni su Nihal puoi ricavare dal brano? Indica con X. Nihal è una ragazza. Nihal è un tipo molto determinato. Nihal ha 10 anni. Nihal sa comandare. Nihal è molto forte. Nihal è coraggiosa.

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verso le prove

INVALSI

IN MISSIONE

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Il mattino seguente Tom si alzò presto. Dove si trovava? Si guardò intorno e si ricordò d’essere nel palazzo del re! Emozionatissimo, saltò immediatamente giù dal letto. Su una sedia di legno vicina alla porta erano stati sistemati abiti nuovi e una cotta d’argento. Tom si infilò i pantaloni e la blusa di lana a maniche lunghe. Poi, con un brivido di piacere, provò la cotta per vedere se gli andava. Era bellissima e gli stava a pennello. Sopra indossò una corta tunica marrone per nascondere l’armatura: del resto la sua era una missione segreta. Tom sorrise alla sua immagine riflessa nello specchio: era pronto per la sua missione. Poi fu colto da un dubbio. “Posso davvero riuscire dove i migliori cavalieri di Avantia hanno fallito?” si chiese. – Certo che puoi – rispose una voce calda alle sue spalle. Tom sobbalzò, si girò e vide Aduro sulla porta. Reggeva una spada e un grosso scudo di legno. Il mago entrò nella stanza. Lentamente Tom si inginocchiò sulla pietra fredda. Non sapeva perché, ma sentiva che era la cosa giusta da fare. Aduro sollevò la spada, poi la abbassò fino a raggiungere il cuore di Tom e posò delicatamente la punta sul suo petto. – Che questo ragazzo possa trovare in se stesso la forza per salvare Avantia. Poi il mago gli porse la spada. Tom prese l’arma. Sembrava disegnata apposta per la sua mano: non era affatto pesante, anzi, pareva più leggera dell’attizzatoio che usava di solito per i suoi finti combattimenti. Aduro gli porse allora lo scudo di legno lucido. Era lavorato con cura, ma molto semplice nella foggia e Tom non poté mascherare un briciolo di delusione. – Le apparenze a volte ingannano. Aduro sorrise: aveva di nuovo letto nei suoi pensieri. – Ho altri doni in serbo per te. Dalla tasca estrasse un rotolo di pergamena. Aduro lo srotolò e Tom vide che si trattava di una mappa di Avantia, ma quando si avvicinò per guardarla meglio…


verso le prove

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il disegno si animò! Alberi, colline e montagne sorsero dalla carta fino a diventare alti come il pollice di Tom. Quando cautamente allungò una mano per sfiorare la cima bianca di una montagna del Nord, il suo dito si coprì di ghiaccio. Sbalordito fissò Aduro, che gli indicò la mappa. – Guarda meglio – gli suggerì. Tom notò una rete di esili sentieri che si diramava fino a un’enorme montagna dall’aspetto cupo e inospitale. – La montagna di Ferno? È un drago! – indovinò Tom. – Esatto. Aduro prese la chiave d’oro legata a un lungo cordone di cuoio e la mise al collo di Tom come fosse una medaglia. – Solo se riuscirai a liberare Ferno potremo cominciare a risanare i danni causati da Malvel. Devi aprire il collare che lo imprigiona. – Farò tutto quello che sarà in mio potere – promise Tom. – Ora devi andare – disse Aduro porgendogli la mappa. – Fuori c’è il tuo cavallo che ti aspetta. A. Blade, Beast Quest. Ferno. Il signore del fuoco, Salani Editore

1

D ove ricorda di essere il protagonista quando si sveglia al mattino? A Nel palazzo del vescovo. B In casa del mago Aduro. C Nel palazzo del re. D Nell’abbazia di Avantia.

2

P er prepararsi Tom indossa, nell’ordine: A pantaloni, tunica, blusa e cotta. B tunica, pantaloni, cotta e blusa. C pantaloni, blusa, cotta e tunica. D blusa, pantaloni, cotta e tunica.

3

L a cotta d’argento “gli stava a pennello” (riga 8) significa che: A la cotta lo faceva sembrare magro come un pennello. B la cotta gli andava benissimo. C la cotta era bellissima. D la cotta non gli andava troppo bene.

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verso le prove

INVALSI 4

9 D al testo si capisce che l’impresa a cui Tom si prepara non è: A facile. B impossibile. C difficile. D pazzesca.

5

T rascrivi la frase che lo fa comprendere.

6

I l mago Aduro ha la capacità di: A apparire all’improvviso. B sparire all’improvviso. C realizzare pozioni magiche. D leggere nei pensieri degli altri.

7

8

62

“ Tom non poté mascherare un briciolo di delusione” (righe 28-29) significa che Tom: A e ra molto bravo a non far capire i suoi pensieri. B dimostrò chiaramente che lo scudo non gli piaceva. C dimostrò chiaramente che non si aspettava uno scudo. D f ece capire al mago che era contento dello scudo. L a frase “Le apparenze a volte ingannano” (riga 30) pronunciata da Aduro significa: A a spetta a dare un giudizio su una persona o su una cosa. B è bene fidarsi delle persone. C per capire una persona basta guardarla una volta. D u na cosa o la fai subito o non la fai più.

N ell’espressione “cupo e inospitale” (righe 42-43) l’aggettivo sottolineato, riferito a un luogo, si può sostituire con: A accogliente. B cortese. C scortese. D selvaggio.

10

L a missione di Tom consiste nel: A liberare il drago Ferno. B liberare il mago Aduro. C sconfiggere il drago Ferno. D c ombattere contro i giganti della montagna.

11

L a mappa di Avantia ha una caratteristica particolare: A è in rilievo. B prende vita quando ci si avvicina. C si autodistrugge. D fornisce informazioni solo a Tom.

12

L a liberazione del drago porterà una conseguenza molto importante: A g li abitanti di Avantia saranno finalmente liberi. B l a montagna dall’aspetto inospitale potrà essere abitata. C s arà possibile riparare i danni causati da Malvel. D T om potrà ritornare nel suo paese di origine.

13

L a chiave d’oro che Aduro mette al collo di Tom servirà al ragazzo per: e ntrare nel luogo dove il drago A è prigioniero. B s parire all’improvviso in caso di pericolo. C l iberare il drago. D proteggersi da influssi malefici.


COMPITO

di

REALTÀ Scrittori e scrittrici di

RACCONTI FANTASTICI In previsione della giornata dell’abbraccio (21 gennaio), preparate alcuni racconti fantastici scritti da voi da regalare alle altre classi. Dividetevi in gruppi, ognuno dei quali scriverà un racconto.

1a fase In ogni gruppo si decidono gli elementi del racconto fantastico da scrivere: luogo, protagonista, personaggi secondari.

2a fase All’interno di ogni gruppo si dividono i compiti di scrittori e illustratori, e si procede nel lavoro.

3a fase Dopo aver scritto e illustrato il racconto, ogni gruppo revisiona il proprio testo, effettuando uno scambio di ruoli: gli illustratori correggono il testo, gli scrittori controllano le illustrazioni.

4a fase Gli alunni di ogni gruppo organizzano l’impaginazione del lavoro, utilizzando fogli, cartoncini oppure computer e stampante.

5a fase Ogni gruppo legge il proprio racconto in classe. Poi, in occasione della giornata dell’abbraccio, lo regalerà a un’altra classe della scuola.

com'è andata? NON HO AVUTO PROBLEMI

HO AVUTO BISOGNO DI QUALCHE AIUTO

HO INCONTRATO DIFFICOLTÀ

Conoscere le caratteristiche del racconto fantastico. Scrivere racconti fantastici. Lavorare insieme agli altri. Utilizzare il computer per organizzare il lavoro svolto. Trovare strategie per risolvere problemi.

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A tutta

fantasia!

AtELiEr delle

stagioni ARTE E STAGIONI Osserva le immagini e abbina le poesie alla stagione giusta.

Erba ed alberi ingialliti si spogliano. Passano a stormi le oche selvatiche: vanno verso il Sud. Lao Tse

Vincent Van Gogh, Campagna in primavera

Ancora non se n’è andato l’inverno, e il melo appare trasformato d’improvviso in cascate di stelle odorose. P. Neruda

Ferdinand Hodler, Sera d’autunno

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A tutta

fantasia!

Alfred Sisley, La neve a Louveciennes

Le cavallette sole sorridono in mezzo alla gramigna gialla. I moscerini danzano al sole trema uno stelo sotto una farfalla. G. Pascoli

Il vento vola con ali di neve e sparge sui campi un velo di candore. A. Russo

Claude Monet, Estate

CLIL Collega il nome di ogni indumento alla sua immagine.

gloves

jacket

shorts

sandals

scarf

T-shirt

i l ’ o r a dI A PAT

EM

Quali emozioni e ricordi suscitano in te le immagini che hai visto e i versi che hai letto? APPROFONDIMENTO IN GUIDA

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A tutta

fantasia!

AtELiEr

delle

stagioni

DICONO CHE L’AUTUNNO Dicono che l’autunno faccia venire sonno, ma è tutta una finzione. Gli alberi, sì, sbadigliano le foglie, è vero, cadono, ma cadendo bisbigliano e parlano col vento: si danno appuntamento per la ricreazione. – Aspettate, ragazze, vi farò divertire! Se vi lasciate andare vi insegnerò a volare! – Così le foglie volteggiano nell’aria, poi ricadono giù... Ma questa è un’altra storia.

Con chi parlano le foglie? .......................................................................

Che cosa vuole insegnare alle foglie? .......................................................................

Nella poesia sono presenti delle personificazioni. Sottolineale con due colori.

S. Colloredo, Il bosco racconta, Einaudi

SCOPRO nuovi significati

CADON LE FOGLIE Cadon le foglie come farfalle: ve n’è di rosse, ve n’è di gialle, volteggiano un momento, e partono col vento. E la povera pianta là, nell’aria, rabbrividisce, nuda e solitaria. M. Maltoni, Il libro della natura, Einaudi

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bisbigliare: parlare sottovoce rabbrividire: tremare di freddo

ella poesia è presente N una similitudine. Sottolineala.


A tutta

AtELiEfrantasia! delle

stagioni

LO SPAVENTAPASSERI Erano le sei del pomeriggio, l’aria ormai era piuttosto fredda e fuori sembrava notte fonda. In autunno si sa, viene buio presto e noi bambini non potevamo più stare in cortile a giocare fino a tardi. Ma quel giorno quell’oscurità ci spaventava più del solito, ogni rumore diventava sospetto, ogni cigolio ci faceva tremare come foglie al vento, ogni cosa inusuale ci sembrava il presagio di una catastrofe imminente: la notte di Halloween stava per arrivaaareee! Ad un certo punto, mentre eravamo alla finestra a scrutare i campi davanti a noi, sentimmo uno strano fruscio. Ci guardammo preoccupati con gli occhi spalancati. Nella stanza scese un silenzio di tomba, e poi... il fruscio divenne più intenso, sentimmo anche dei passi... poi scorgemmo una strana figura che si avvicinava al cortile... si avvicinava... era ormai arrivata alla porta d’ingresso. Tremavamo dalla paura, così ci nascondemmo dietro il divano e le tende del salotto. Da lì potevamo vedere la sagoma terrificante dell’uomo che era alla porta: altissima, senza faccia, con un cappellaccio in testa. Gridammo terrorizzati. Poi una voce nota disse: – Che c’è bambini? Non avete mai visto uno spaventapasseri? Eravamo salvi! Era il nonno! Aveva costruito uno spaventapasseri da mettere nei campi e lo aveva portato in casa per mostrarcelo. Che brutti scherzi fa l’immaginazione!

SCOPRO nuovi significati presagio: indizio di cosa futura

IOARTISTA Realizza una lanterna di Halloween: procurati un barattolo di vetro, meglio se di riciclo, rivestilo con uno strato di colla e uno di carta velina arancione. Disegna il volto della tua zucca con un pennarello e inserisci all’interno una piccola luce o una candela.

RIFLETTO e DICO la MIA Ti è mai capitato di immaginare qualcosa che non c’era davvero? Di spaventarti per colpa della tua immaginazione? Parlatene in classe.

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AtELiEr delle

stagioni

INVERNO Era arrivato l’inverno. Per tre giorni e tre notti la neve era scesa incessantemente dal cielo plumbeo. I fiocchi volteggiavano in tutte le direzioni, turbinavano in aria, si rincorrevano per poi riprendere la loro discesa composta. Le montagne erano incappucciate di bianco e solo qua e là mostravano balzi di roccia nuda. Gli alberi abbassavano morbidamente al suolo i rami appesantiti e sulle fronde più alte e spoglie la neve aveva disegnato delicati merletti. Il silenzio era solenne. In alto, nel cielo, gli uccelli volavano a larghi cerchi, alla ricerca del cibo; i cervi scendevano fino a valle per brucare qualche ciuffo d’erba scoperto o per mangiare la tenera corteccia degli alberi più giovani. Tassi e ghiri dormivano nelle tane profonde, avvolti nelle calde pellicce. Qualche leprotto selvatico zampettava guardingo, a brevi scatti, lasciando leggere impronte sul terreno bianco. La cascatella era adesso un lieve sussurro. Il gelo l’aveva imprigionata quasi completamente e aveva formato complicati disegni di ghiaccio. P. Bettini Picasso, I racconti del vento, La Scuola

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ottolinea le frasi in grassetto S con i colori indicati. Accade solo in inverno. Accade anche in altre situazioni.

SCOPRO nuovi significati turbinare: girare velocemente guardingo: di chi procede con cautela e circospezione


AtELiEr delle

stagioni

NATALE È... Se hai tenebre, accendi la tua lampada: il Natale è luce. Se hai tristezza, ravviva la tua allegria: il Natale è gioia. Se hai amici, cercali: il Natale è incontro. Se hai poveri vicino, aiutali: il Natale è dono. Se hai odio, dimentica: il Natale è amore.

EDUCAZIONE CIVICA I GESTI GENTILI Osserva le immagini e scopri il “segreto” di questi gesti: prova a immaginare gli stati d’animo di chi li fa e di chi li riceve.

Madre Teresa di Calcutta

econdo le affermazioni espresse nella poesia, S Natale non è solo il 25 dicembre, ma ogni giorno dell’anno. Secondo te, in quale occasione il Natale è: luce: gioia: incontro: dono: amore:

erca un’immagine e raccogli informazioni C su Madre Teresa di Calcutta. Poi costruisci un cartellone in cui raccontare quello che ha fatto per gli altri.

Fai attenzione alle persone che agiscono intorno a te e fai anche tu dei gesti gentili!

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AtELiEr delle

stagioni

IL CAPODANNO CINESE La festa di Capodanno è bellissima e dura tre giorni e tre notti. Prima che cominci, tutti si chiudono in casa, che deve essere pulita e lucida, e aspettano che arrivi lo spirito del focolare a controllare il comportamento tenuto dalla famiglia durante l’anno che sta per finire, per poi riferirlo al dio. Così, ogni famiglia pone davanti all’immagine dello spirito del focolare delle offerte di torte, mele, pasticcini, per rendere più dolci le sue parole. Le case sono chiuse dall’esterno con enormi striscioni di carta rossa che girano intorno a tutto l’edificio. All’ora precisa in cui arriva lo spirito del focolare, si spalancano tutte insieme porte e finestre, si fa entrare in casa l’aria nuova e tutti escono fuori a cacciare via il vecchio anno con fuochi d’artificio. Il giorno di Capodanno viene festeggiato con un grande banchetto in cui non si mangia carne. Le arance e i mandarini, simbolo di longevità, accompagnano i numerosi piatti di verdura e di riso. In tutte le case si preparano gli “involtini primavera”. Sono ripieni di verdure e si friggono via via che arrivano gli ospiti e servono di buon augurio per l’anno nuovo. Il Capodanno in Cina, infatti, è l’inizio della primavera, per questo gli involtini si chiamano così. Tutti preparano anche una zuppa di spaghetti lunghi lunghi, più lunghi possibile, perché sono un augurio di lunga vita. Un altro speciale portafortuna è un dolce fatto come una piccola conchiglia ripiena di noci. ompleta con le C informazioni del testo.

Data

Manifestazioni

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B. Vitali, Un libro buono un mondo, Giunti

Piatti tipici

Piatti fortunati


AtELiEr delle

ANTICHE MASCHERE DEL CARNEVALE DI VENEZIA La prima testimonianza del Carnevale di Venezia risale a un documento del 1094. Con il Carnevale, la Repubblica di Venezia voleva dare alla gente più povera un breve periodo dedicato al divertimento, prima della Quaresima. I festeggiamenti duravano sei settimane, dal 26 dicembre al mercoledì delle Ceneri. Indossando maschere e costumi, la gente si divertiva per le strade facendo scherzi di ogni tipo e prendendo in giro tutti. Con l’usanza dei travestimenti per il Carnevale, a Venezia si sviluppò un vero e proprio commercio di maschere e costumi. Nacquero così i mascareri, veri e propri artigiani capaci di realizzare maschere sempre più ricche e sofisticate. Uno dei travestimenti più comuni nel Carnevale antico, rimasto in voga e indossato anche nel Carnevale moderno, è sicuramente la Baùta. Questa figura, prettamente veneziana e indossata sia dagli uomini che dalle donne, è costituita da una particolare maschera bianca denominata “larva” sotto un tricorno nero e completata da un avvolgente mantello scuro chiamato “tabarro”. Un altro costume tipico di quei tempi era la Gnaga, semplice travestimento da donna per gli uomini, facile da realizzare. Era costituito da indumenti femminili di uso comune e da una maschera con le sembianze da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino. Molte donne, invece, indossavano una piccola maschera di velluto scuro, indossata con un delicato cappellino e con degli indumenti e delle velature raffinate. La Moretta era un travestimento muto, poiché la maschera doveva reggersi sul volto tenendo in bocca un bottone interno (e per questo motivo chiamata “servetta muta”).

stagioni

Rispondi sul quaderno. A quando risale il Carnevale di Venezia? Con quale scopo venne istituito? Chi erano i mascareri? Quali sono le maschere più caratteristiche della tradizione veneziana? Descrivile.

Dal Web, La storia del Carnevale di Venezia

71


Ma

quante

storie! PRIMA

di ascoltare

Hai già sentito la parola “Gilgamesh”? Se sì, in quale occasione? Se no, a che cosa ti fa pensare questa parola? Gilgamesh è un personaggio dell’antichità: chi potrebbe essere?

DURANTE l’ascolto

Mentre ascolti la lettura, individua e scrivi le informazioni su Gilgamesh.

72

GILGAMESH E L’IMMORTALITÀ Si narra che in un’isola, ai confini della Terra, vivesse l’unico mortale che era sempre sfuggito alla morte, un vecchio, vecchissimo uomo, il cui nome era Utnapishtim. Gilgamesh, un antico eroe sumero, decise di andarlo a visitare, per apprendere da lui il segreto della vita eterna. Gilgamesh si mise dunque in viaggio, e finalmente, dopo aver percorso una lunga strada, giunse alla fine del mondo. Lì incontrò il vecchio Utnapishtim che gli disse: – Gilgamesh, ti svelerò il segreto: un segreto grande e sacro che nessuno conosce, eccetto gli dèi e io stesso. Nella profondità del mare vi è una pianta. Ha l’aspetto di un biancospino e le sue spine pungono come quelle di una rosa. Se un uomo riesce a impossessarsene, egli può, assaggiandola, riconquistare la gioventù. Quando Gilgamesh udì queste parole, si legò ai piedi delle grosse pietre e si tuffò nei profondi abissi del mare e lì, sul letto dell’oceano, scorse la pianta. Non curandosi delle sue spine, l’afferrò tra le dita, si liberò delle pietre e attese che il mare lo riconducesse a riva. Gilgamesh pensò: – La porterò ad Erech, e la darò da mangiare agli uomini del mio popolo.


DOPO

aver ascoltato Dopo aver riattraversato le insidiose acque e aver raggiunto la riva, Gilgamesh percorse un lungo tratto di strada, quando vide una fresca sorgente. Quindi si fermò e decise di bagnarsi alle sue acque. Così si tolse di dosso le vesti, posò la pianta in terra e si immerse nella grande fresca sorgente. Ma, appena ebbe voltato la schiena, ecco, un serpente uscì dalle acque e, odorato il profumo della pianta, la rubò. Non appena l’ebbe assaggiata, subito mutò la pelle e riacquistò la gioventù. Quando Gilgamesh vide che la preziosa pianta era perduta per sempre, si mise a sedere e pianse. Ma dopo poco si alzò e, rassegnato infine al destino di tutta l’umanità, fece ritorno alla città di Erech, al paese da dove era venuto. T. H. Gaster, Le più antiche storie del mondo, Mondadori

COMPRE NDO il testo Il brano che hai ascoltato è un MITO. Ti ricordi? È un testo scritto dai popoli antichi con lo scopo di spiegare fatti per loro inspiegabili. Che cosa vuole spiegare il mito di Gilgamesh?

Che cosa cerca Gilgamesh? Da chi va per raggiungere il suo scopo? Perché non riesce nell’impresa? A che cosa si rassegna alla fine dell’impresa? Metti in ordine le sequenze, numerando da 1 a 6. tnapishtim svela a U Gilgamesh il segreto dell’immortalità. Gilgamesh parte per raggiungere Utnapishtim. Gilgamesh torna rassegnato nella sua città. La pianta viene mangiata da un serpente. Gilgamesh si lava e lascia la pianta incustodita. Gilgamesh raccoglie in fondo al mare la pianta magica.

73


Ma

quante

storie!

LE LACRIME DI ISIDE

COMPRE NDO il testo Sottolinea con i colori indicati. Dove si svolge la vicenda. Chi sono i personaggi. Quale fatto reale, ma incomprensibile, spiega questo mito.

74

Iside, dea della bellezza e della vita, aveva sposato Osiride, un sovrano molto saggio e per questo molto amato dagli uomini. Osiride viveva felicemente nella terra bagnata dal fiume Nilo e aveva insegnato ai suoi sudditi a lavorare la terra per ottenere frutti abbondanti, e ad adorare gli dèi. Suo fratello Seth era molto invidioso di lui, al punto che decise di ucciderlo: un giorno lo colse di sorpresa e lo rinchiuse in un sarcofago, che poi abbandonò alla corrente del Nilo. La moglie Iside, disperata, cercò a lungo il corpo del suo amato sposo, finché con l’aiuto della sorella Neftis ritrovò il sarcofago sulle coste della Fenicia. Le due donne decisero di riportare il corpo di Osiride in Egitto e, per sottrarlo al malvagio Seth, nascosero il sarcofago tra le canne del delta del Nilo. Poi Iside, con la forza del suo amore, e con un sortilegio, riuscì a ridare la vita al corpo di Osiride. Ma Osiride, avendo conosciuto la morte, non sentiva più amore per la vita. Rifiutò quindi di tornare a vivere sulla terra e divenne il Signore del regno dei morti. Inconsolabile, Iside continuò a piangere lo sposo perduto e, a ogni anniversario della morte di Osiride, le sue lacrime facevano straripare il Nilo. AA. VV., Straordinarie avventure di dèi e di eroi, Petrini


MITO

PROSERPINA Proserpina era bianca e bella e bionda e delicata, e amava i fiori: dai primi bucaneve agli ultimi crisantemi, li conosceva e li amava tutti. Sua madre Cerere, invece, era robusta e forte, coi capelli d’oro come spighe di grano, e proteggeva i raccolti: dove lei passava, il grano si alzava rigoglioso. Un giorno di primavera, mentre Proserpina e le sue compagne coglievano narcisi, si sentì sotto la terra un rumore sordo e rombante, come di tuono. Ed ecco, in mezzo al prato dei narcisi, la terra si aprì. Dal baratro uscì un carro di ferro, tirato da due cavalli neri come la pece e veloci come saette. Qualcuno afferrò Proserpina e la portò via. Cerere percorse tutta la Sicilia, andò in Grecia, nell’Egitto e in India; cercò per piani, monti, valli, paesi e foreste, ma sua figlia non la trovò. Intanto l’estate si avvicinava e i grani maturavano. Ma che grani! Piccoli e pallidi, perché Cerere non se n’era occupata, e i coltivatori si disperavano. Allora Cerere andò sull’Olimpo e parlò a Zeus. – Dimmi dov’è mia figlia, in modo che io possa andare a riprenderla. Zeus rispose: – L’ha rapita mio fratello Plutone, che abita le dimore sotterranee. Lui non voleva più star solo, voleva una moglie. Cerere gridò: – Di’ a tuo fratello che se Proserpina non tornerà, farò morire tutte le spighe nei campi: non ci sarà più nutrimento per gli uomini, ma solo miseria, rovina e fame! Giove, allora, propose un patto a Plutone: – A marzo rimanderai Proserpina da sua madre, a ottobre la riprenderai; così farai ogni anno. E così da allora ogni anno Proserpina, durante i mesi invernali, ama e cura sotto terra le sementi e le radici; nei mesi della bella stagione torna sulla terra, coglie ancora fiori e ne fa ghirlande, cantando con le sue compagne.

Ma

quante

storie!

Nel MITO, spesso, i protagonisti sono DÈI e DEE che intervengono nelle vicende degli esseri umani per ostacolarli o favorirli, oppure possono essere in contrasto fra di loro.

ANAL IZ ZO

il testo

Individua nel testo l’inizio, lo svolgimento e la conclusione. Indica con X. Il testo è scritto in: p rima persona. terza persona. Il mito di Proserpina spiega: u n fenomeno naturale. l a caratteristica di una pianta. l a creazione del mondo. l’impresa di un eroe. Quale? Sottolinealo.

L. Orvieto, Storie di bambini molto antichi, Mondadori

75


Ma

quante

storie!

TESTO NARRATIVO

il mito con lo scopo di

è un testo narrativo

spiegare fatti incomprensibili per gli essere umani: • creazione del mondo • fenomeni naturali • caratteristiche di piante e animali • imprese di dèi ed eroi

scritto da popoli antichi raccontato con un linguaggio chiaro ed essenziale, per essere capito senza difficoltà

attraverso personaggi: • fantastici: dèi, eroi, giganti… • reali o verosimili: uomini e donne di fronte ai misteri della natura luoghi: • la Terra o l’Universo al tempo delle loro origini • il luogo geografico dove il mito ha avuto origine tempo: • indeterminato • molto lontano, quello delle origini del mondo o delle antiche civiltà dove il mito ha avuto origine

inizio organizzati in

svolgimento conclusione

76

laboratorio di scrittura ● pag 59

sequenze narrative, descrittive, dialogiche e riflessive


Ma

quante

LUONNOTAR

storie!

Un tempo, l’unica creatura esistente era Luonnotar, la figlia dell’aria. Un giorno Luonnotar si tuffò nell’acqua e si fece trasportare dalle correnti. All’improvviso arrivò un’anatra, che si posò sopra il suo ginocchio. Credendo che quella sporgenza fosse un’isoletta, l’anatra vi fece il suo nido, poi depose sei uova d’oro e sei di ferro e cominciò a covarle. Luonnotar cercò di stare ferma per non dar fastidio all’anatra, ma dopo tre giorni, sentendo un forte calore al ginocchio, diede uno scossone e fece cadere le uova in mare. Le uova si ruppero: metà dei gusci diventò la terra e l’altra metà divenne il cielo. Il giallo dell’uovo si trasformò in un sole splendente e il bianco diventò la luna. I pezzetti delle uova di ferro, infine, diventarono nuvole del cielo. Luonnotar, allora, si sollevò dalle acque e diede inizio alla creazione. Dove toccava con le mani, si formavano baie e promontori; quando i suoi piedi premevano il terreno, si formavano valli e montagne. Poi formò le pianure e cosparse il mare di isole e di scogli. Ecco come nacque il mondo. Mito finlandese

COMPRE NDO il testo Chi è la protagonista del mito? Con che cosa creò il sole e la luna? Come fece per creare valli e montagne? Quale fu la sua ultima creazione? Che cosa vuole spiegare questo mito?

Un passo in più... I personaggi del mito possono essere fantastici e vivere le loro vicende in un tempo indeterminato. Quale tipologia, che già conosci, può avere queste caratteristiche? Confrontati con i compagni e le compagne.

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Ma

quante

storie!

TESTO NARRATIVO

Il RACCONTO STORICO è ambientato in un’epoca ben precisa e narra FATTI REALMENTE ACCADUTI o INVENTATI, inseriti in un CONTESTO STORICO preciso. I PERSONAGGI possono essere veramente ESISTITI o INVENTATI dall’autore MA VEROSIMILI. I LUOGHI sono DEFINITI con precisione.

SCOPRO nuovi significati esattore: persona che riscuote le tasse

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PAROLE PER GLI OCCHI A ogni casa, Kengi aveva visto il funzionario controllare la merce, caricarla sui carri e tracciare sulla tavoletta dei segni che sembravano tanti piccoli “chiodini”. Sempre più incuriosito, aveva continuato a seguirlo, osservandolo con attenzione. Finalmente l’uomo si era accorto di lui. – Perché mi stai seguendo? – gli aveva chiesto irritato. In un’altra occasione Kengi si sarebbe spaventato per il tono brusco e autoritario dell’esattore. Ma quel giorno la curiosità era troppo forte. Balbettando un po’, gli aveva chiesto che cosa fossero i segni che disegnava sull’argilla e a che cosa servissero. L’uomo giunto al villaggio quel giorno era un giovane scriba al suo primo incarico; molto orgoglioso di sé, ben felice di potersi vantare con qualcuno della propria attività, gli aveva risposto che i segni tracciati nell’argilla si chiamavano “scrittura”, e che la scrittura serviva per non dimenticare. – Nei segni dell’alfabeto c’è il nome di tutte le cose – aveva concluso con orgoglio. – Niente può sfuggire alla memoria delle tavolette.


RACCONTO STORICO

Poi gli aveva mostrato i “chiodini” che significavano fiume, grano, casa e villaggio. Aveva pronunciato ad alta voce l’insieme dei segni che formavano la parola “Ebil”, il nome di suo zio. Aveva aggiunto che la riga scritta accanto al nome voleva dire: “oggi, il contadino Ebil ha versato cinquanta misure d’orzo per i magazzini del re”. Kengi aveva seguito quelle spiegazioni con la bocca aperta e gli occhi spalancati. Che nei segni tracciati sull’argilla ci fosse il nome di tutte le cose e che questi nomi potessero essere resi visibili con la punta di una semplice cannuccia, era un’idea che lo lasciava senza fiato. Le tavolette d’argilla, lo aveva capito improvvisamente, erano come una voce che parlava agli occhi anziché alle orecchie. Un mormorio senza parole che conteneva tutte le parole del mondo. P. Lanzotti, Le parole magiche di Kengi il pensieroso, Piemme

ANAL IZ ZO

Ma

quante

storie!

il testo

Indica con X. La civiltà di cui si parla nel brano è la civiltà: s umera. e gizia. f enicia. I personaggi presenti nel racconto sono: u no scriba e un bambino. u no scriba e un contadino.

COMPRE NDO il testo Individua le informazioni implicite e rispondi. Quale attività umana emerge dal racconto? Allevamento. Agricoltura. Quali parole del brano te lo fanno comprendere? Sottolineale. Indica con X le informazioni di tipo storico presenti nel brano. La scrittura usata dallo scriba è quella cuneiforme. Gli scribi scrivevano su tavolette d’argilla secca. Le terre coltivate sono aride per mancanza d’acqua. I contadini pagavano le tasse al re con prodotti della terra. Uno dei prodotti coltivati era l’orzo.

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Ma

quante

storie!

TESTO NARRATIVO

il racconto storico è un testo narrativo

con lo scopo di

raccontato da un narratore

raccontare vicende storiche reali mescolate a vicende inventate, ma inserite in un contesto storico reale

in prima persona in terza persona

attraverso

personaggi realmente esistiti, che interagiscono con altri inventati ma verosimili

luoghi realistici, storicamente attendibili e descritti in modo dettagliato tempo ben definito, un’epoca storica ben precisa

inizio organizzate in

svolgimento conclusione

80

laboratorio di scrittura ● pag 61

sequenze narrative, descrittive, dialogiche e riflessive


Ma

quante

IL SOGNO DI NIPPUR Nippur spense la lucerna con un soffio e guardò teneramente Elish. Stava per andarsene, ma la voce impastata di sonno di suo figlio lo fermò. – Papà! Credi che il re affiderà a te il compito di decorare la porta di Ishtar? – Non lo so. Ci sono tanti bravi artisti a Babilonia. Non so quali siano le intenzioni del re, non so neanche perché ci abbia convocato alla reggia. Adesso dormi. Domani sarà un giorno importante. Elish si girò e disse: – Tanto sceglierà te. Sei tu il più bravo. – Poi si addormentò. Nippur uscì dalla stanza e pensò alla porta di Ishtar. Era stata progettata dai migliori ingegneri del regno. Dopo la caduta di Gerusalemme gli schiavi ebrei avevano lavorato giorno e notte per fabbricare i mattoni con cui costruirla. Ora bisognava decorarla per la gloria di Nabucodonosor e del popolo babilonese. Chi avrebbe ricevuto quell’incarico sarebbe stato ricoperto di onori e ricordato per sempre. Era davvero troppo sperare che il lavoro venisse affidato a lui?

storie!

COMPRE NDO il testo Completa le frasi con le informazioni presenti nel brano. La porta di Ishtar si trovava a . Era stata .

progettata dai Per realizzarla si utilizzarono i

fabbricati dagli . Il re di cui si parla nel brano è

.

G. Falcone, La porta di Ishtar e altri racconti, Fabbri Editori

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Ma

quante

storie!

TOHUTI, IL PICCOLO EGIZIANO Tohuti sale la collina in groppa al suo asino Akila. Giunto in cima, osserva il deserto. Il re Sadihotep il grande, padre di suo padre, è morto. Là, in lontananza, la piramide del nonno lo attende. Ora l’Egitto è il paese di Achnetut, padre di Tohuti. Tohuti pensa alla lugubre stanza in cui suo nonno è stato trasformato in una mummia. Ha un brivido. Ci son voluti ben settanta giorni. Il sacerdote lo aveva portato lì, un po’ di volte, per spiegargli quello che stavano facendo. Tohuti si era preso un grande spavento, la prima volta. Vicino al nonno c’erano quattro grandi vasi. – Che bei vasi, li seppelliranno nella tomba con lui? – chiese Tohuti curioso. – Sono per il cervello e gli intestini – aveva detto il sacerdote. – Come? – Tohuti era corso via con un grido e per tutto il giorno aveva pensato che stavano svuotando il nonno e mettevano tutto nei vasi. Quando tornò per la seconda volta, stavano cospargendo il nonno di una sostanza bianca per farlo asciugare. La terza volta erano intenti a irrorarlo con oli di ogni sorta. – Ma perché devo sapere tutto questo? – gridava Tohuti. – È spaventoso! – Perché sei il primogenito del faraone – diceva il sacerdote. – Ciò significa che un giorno sarai tu stesso re; d’ora in poi devi imparare non solo i segreti della vita, ma anche quelli della morte. Il funerale si svolse facendo un lungo corteo: prima il sacerdote, poi i buoi a tirare la barca con il corpo del nonno, facendola rotolare su tronchi di albero. Poi sacerdoti e sacerdotesse con le offerte, poi Tohuti con suo padre e sua madre. In fondo al corteo ci sono quelli che vivono a palazzo, infine tutti gli altri. Il corteo occupa quasi tutta la lunghezza della strada. Suo padre ha un aspetto maestoso, sulla testa indossa una doppia corona, quella

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Ma

quante

storie!

bianca dell’alto Egitto e quella rossa del basso Egitto. Al centro della corona rifulge il potente scarabeo d’oro di Mukatagara. Tra le mani porta uno scettro d’oro nuovo di zecca. Il nonno viene condotto dentro la piramide e adagiato in un enorme sarcofago. Il viaggio del nonno è appena iniziato, ma a lui manca già. Il giorno seguente Tohuti si alza ed esce con il sacerdote. – Dove andiamo? – chiede. – Fuori. – Fuori? Al villaggio? Perché? Il sacerdote mette una mano sulla testa del bambino: – Un giorno questa testa porterà la corona dell’Egitto – dice. – Sarai re. Per questo, voglio che tu veda come il tuo popolo vive, lavora e mangia. Da questo momento, dopo ogni luna piena, ti porterò al villaggio. Presto dovrai prenderti cura della gente, guiderai il loro esercito, amministrerai la loro giustizia, ti prenderai cura della pace, del benessere e della vita eterna. Se la gente starà bene, dipenderà solo da te. Per questo devi imparare a conoscerla. Poi, il sacerdote promette a Tohuti che gli insegnerà a leggere, scrivere, nuotare, combattere, cacciare. T. Menten, Tommy la mummia e la tomba di Achnetut, Fabbri Editori

ANAL IZ ZO

il testo

Indica con X. Questo testo è: un mito. un racconto fantastico. un racconto storico. La civiltà di cui si parla nel brano è la civiltà: sumera. egizia. fenicia.

In questo testo ci sono numerose informazioni su alcuni aspetti della civiltà dell’antico Egitto: evidenziale nei colori corrispondenti. La mummificazione. I l funerale del faraone. I poteri di un faraone. L ’educazione di un principe.

83


Ma

quante

storie!

TESTO NARRATIVO

Il RACCONTO D’AVVENTURA è ambientato in LUOGHI INSOLITI e sconosciuti, SELVAGGI e misteriosi, dove i protagonisti incontrano RISCHI e SITUAZIONI pericolose.

PRIMA

di leggere

Questo è il titolo del racconto d’avventura che leggerai. Quali situazioni puoi aspettarti di trovare? Indica con una o più X. Mi posso aspettare che ci sia: una festa in un castello. un corpo di guardia che controlla il territorio. qualcuno che si prepara per una partenza. un ragazzino in fuga. un archeologo che cerca reperti.

SCOPRO nuovi significati ghignare: ridere con cattiveria sferragliare: produrre un forte rumore muovendo oggetti di ferro

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IN CIMA ALLA TORRE Salivo e salivo e salivo i gradini della torre, ansimando. C’era qualcuno dietro di me. Lo sentivo avvicinarsi sempre di più. Mi giravo impaurito, ma il buio era così fitto che non riuscivo a vedere niente. Ma c’era una debole luce, davanti a me. Ero ormai quasi arrivato in cima. Con un ultimo disperato sforzo uscivo sul cammino di ronda del castello, con le mani pronte ad aggrapparmi al parapetto... ma il parapetto non c’era! Mi trovavo su un minuscolo cornicione e il vento mi soffiava intorno. Se solo avessi messo il piede fuori, sarei caduto nel vuoto! “Dove sono i merli?” Da dietro mi giungeva una spaventosa risata. Voltavo la testa, irrigidito, senza osare muovermi per paura di volare di sotto. Ficodindia, sbucato dalla porta che conduceva al cammino di ronda, mi guardava ghignando. Picchiava per terra con le sue grosse scarpacce. – Sono perfette per dare i calci. Ho fatto crollare a calci il parapetto, e adesso sarai tu a crollare, Cocchino di Mamma. Ti diverti tanto con quegli stupidi giochini come “facciamo finta che”? Bene, fai finta di essere una banderuola segnavento. Buon divertimento!


RACCONTO D’AVVENTURA

Ha fatto un passo indietro e ha sbattuto la porta. Ho sentito il colpo e lo sferragliare del catenaccio che lui chiudeva dall’interno. – Ti prego! Torna indietro! Non puoi farmi questo! – urlavo. – Te l’avevo detto che ti avrei acchiappato – urlava Ficodindia da lì. Sentivo il rumore sordo dei suoi stivaloni che si allontanava sempre più. Ora mi trovavo da solo, incapace di muovermi, con la testa che mi girava e gli occhi che mi lacrimavano.

ANAL IZ ZO

Ma

quante

storie!

il testo

Sottolinea di rosso le espressioni che ti permettono di capire lo stato d’animo del protagonista, poi rispondi sul quaderno: quali emozioni prova? Evidenzia di verde le espressioni che, invece, ti fanno intuire lo stato d’animo di Ficodindia, poi rispondi sul quaderno: quali emozioni prova?

J. Wilson, Sepolto vivo!, Salani Editore

COMPRE NDO il testo Nel testo non viene citato il nome del protagonista, ma un soprannome. Quale? Per quale motivo gli sarà stato dato questo soprannome? In quale ambiente si svolge la vicenda? Che cosa fa il protagonista? Perché? Chi potrebbe essere Ficodindia?

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Ma

quante

storie!

TESTO NARRATIVO

il racconto d’avventura con lo scopo di

è un testo narrativo

caratterizzato da

fatti imprevisti, con rischi e pericoli, che suscitano il desiderio di sapere come si concluderà la vicenda

raccontare vicende emozionanti, misteriose e rischiose

un ritmo di narrazione rapido, con frequenti colpi di scena, espressi con frasi brevi, per tenere il lettore con il fiato sospeso attraverso personaggi reali, coraggiosi e intraprendenti: viaggiatori, esploratori, archeologi, ragazzi curiosi in cerca di avventure...

luoghi misteriosi, inesplorati e pericolosi: foreste, abissi marini, sotterranei, castelli… tempi reali, del passato o del presente

inizio organizzate in

svolgimento conclusione

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laboratorio di scrittura ● pag 66

sequenze narrative, descrittive, dialogiche e riflessive


RACCONTO D’AVVENTURA

AVVENTURA NELLA PALUDE La barca andò a sbattere contro un groviglio di rami e radici di salici. John saltò dal fondo della barca fino a terra. Dick cercò di imitarlo tenendo il cavallo per le briglie ma non riuscì a completare la manovra, perché il cavallo nitriva e scalciava. La barca, che stava girando su se stessa, minacciava di ribaltarsi. – Non ce la faccio, Hugh, non è possibile scendere a terra! – gridò Dick al barcaiolo. In quel momento, sulla sponda dell’isola, spuntò un uomo alto con un lungo arco in mano. Dick lo vide con la coda dell’occhio mentre tendeva l’arco, rosso in faccia per l’enorme sforzo. – Chi va là? – strillò l’omone. – Hugh, chi è quello? – È messer Dick Shelton – rispose il barcaiolo. – Fermo, Dick Shelton! – tuonò l’uomo dall’isola. – Torna indietro, Hugh! Ma Dick rispose con una frase di sfida. – Allora andrai a piedi! – rispose l’omone, e scagliò una freccia contro il cavallo che si gettò in acqua ribaltando la barca. Un attimo dopo stavano tutti lottando contro le correnti del fiume. Dick riemerse a una bracciata dalla riva. Prima ancora che i suoi occhi riuscissero a vedere qualcosa, le sue dita si chiusero su un oggetto duro e robusto che iniziò subito a trascinarlo verso la riva. Era il frustino che John, sporgendosi dai rami di un salice, gli aveva tempestivamente allungato. – Grazie, John! – gridò Dick mentre l’altro lo aiutava a risalire. – Ti devo la vita. Poi si girò di scatto verso l’isola e continuò: – Vieni, John, gambe in spalla. Ci conviene allontanarci.

Ma

quante

storie!

Il racconto d’avventura ha un RITMO di narrazione RAPIDO e INCALZANTE con frequenti COLPI DI SCENA, cioè fatti imprevisti che tengono il lettore con il “fiato sospeso” stimolando il desiderio di sapere “come andrà a finire”.

SCOPRO nuovi significati Nel brano viene utilizzata l’espressione “gambe in spalla”. Scegli il significato corretto con X. Fuggire velocemente. Avere mal di gambe. Portare un amico in spalla.

R. L. Stevenson, La Freccia Nera. Una storia delle Due Rose, Salani Editore

COMPRE NDO il testo Completa scegliendo con X. Dick non riesce a scendere a terra perché: non sa nuotare. il cavallo nitrisce e scalcia. L’arciere colpisce il cavallo con una freccia perché: Dick gli risponde orgogliosamente. sbaglia il tiro. Dick cade in acqua, ma si salva perché: nuota molto bene. John gli tende il manico del suo frustino.

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Ma

quante

storie!

SCOPRO nuovi significati Sulla base delle informazioni fornite dal testo, spiega il significato delle espressioni evidenziate.

ANAL IZ ZO il testo

APPENA IN TEMPO! Indy e suo padre riaprirono gli occhi. Si ritrovarono in una stanza semibuia, legati stretti alle sedie su cui erano seduti. Erano prigionieri. Pochi secondi dopo, un odore acre arrivò alle loro narici. – Ehi, che cosa sta bruciando? – domandò Indy. – Il pavimento ha preso fuoco – rispose suo padre. – Coraggio, muoviamoci. Fa’ dondolare la sedia. Fa’ come faccio io. Oscillando, a piccolissimi saltelli, si spostarono lentamente, allontanandosi dal tappeto in fiamme. Dietro di loro l’incendio sembrava crescere su se stesso, diffondendosi veloce sopra il tappeto. Indy strofinava su e giù le mani, cercando di liberarle dalla corda. Poi si guardò in giro freneticamente in cerca di una via di fuga. Intanto, il fuoco si slanciava verso il soffitto. Il fumo faceva bruciare gli occhi. Indy tossì. Riusciva a respirare a stento. La corda che gli bloccava i polsi finalmente si ruppe. Si liberò e poi liberò il padre. Si guardò intorno di furia. Scorse una grata nel soffitto, con un passaggio nel centro che portava al piano superiore. Salì su una delle sedie, si afferrò alla grata e si tirò su attraverso l’apertura nel centro. Poi si sdraiò sulla grata, si sporse in basso e afferrò suo padre per le braccia. Lo tirò su nel momento in cui le fiamme stavano per raggiungerli. Erano in salvo. R. MacGregor, Indiana Jones e l’ultima crociata, Sperling & Kupfer

Individua le sequenze narrative nel testo e, per ognuna, scrivi uno o più sottotitoli adatti. Inizio: Prigionieri. Svolgimento:

Conclusione: Finalmente in salvo.

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Ma

quante

storie!

UN LUPO Quel pomeriggio d’estate, Gigi e Tom ottennero il permesso di andare da soli in cerca di genziane da fotografare. Scorsero un prato di genziane e fotografarono il prato fiorito. Intanto le ombre della sera si allungavano in fondo alla valle e Gigi disse: – È tardi, torniamo indietro, papà e mamma saranno in pensiero! Arrivati a un bivio, i due ragazzi decisero di andare verso est. Più camminavano e meno riconoscevano i luoghi che prima avevano percorso. La sensazione di essersi persi era palpabile. Puntarono sui boschi di conifere e, improvvisamente, sentirono un fruscio tra le foglie… Che cosa poteva essere? Tra il fogliame basso del sottobosco comparve, improvvisa, la sagoma scura di un lupo! L’animale si mosse verso i ragazzi, guardingo ma tranquillo. I ragazzi ebbero un brivido… Il lupo si mosse, imboccò un sentiero e, volgendo ripetutamente il capo verso di loro, sembrava invitarli a seguirlo. Camminavano silenziosi: le ombre si facevano via via sempre più lunghe e minacciose… Il lupo si muoveva agilmente. Adesso il bosco di conifere aveva lasciato il posto a un bosco di faggi. Giunti vicino a un cespuglio di rovi, il lupo si fermò, annusò l’aria, si appiattì, i peli gli si rizzarono istintivamente, le labbra si arricciarono mostrando i denti aguzzi e candidi. I due amici si fermarono impietriti dalla paura… ma non del lupo! Che cosa aveva sentito? Quale pericolo poteva esserci? – Tom! Gigi! Ragazzi! – le voci dei genitori li raggiunsero. I ragazzi si voltarono: il lupo era sparito così come era apparso… Si misero a correre a rotta di collo lungo il sentiero. – Mamma, papà, abbiamo fotografato un prato di genziane! Ci ha aiutato un lupo!

EDUCAZIONE CIVICA Il lupo è, da sempre, considerato un animale pericoloso per l’uomo. Ma anche lui, come ogni essere vivente, ha dei DIRITTI. Quali? Parlatene in classe.

ANAL IZ ZO

il testo

Dividi il testo in inizio, svolgimento e conclusione.

T. Stirelli, Avventura sulle Dolomiti, La Scuola

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Ma

quante

storie!

Il 20 gennaio 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto attuativo per l’introduzione in Italia del numero unico per le emergenze: il 112. In caso di emergenza, quindi, chiama il 112 e comunica con parole chiare qual è il problema.

PERSI NELLA LAGUNA

COMPRE NDO il testo Rispondi sul quaderno. L’espressione “niente panico” fa pensare che è successo qualcosa. Che cosa? Che cosa fa Murray per risolvere la situazione?

RIFLETTO e DICO la MIA E tu che cosa avresti fatto al posto dei protagonisti? In una situazione simile a quella che hai letto, secondo te, che cosa sarebbe utile avere a disposizione? Racconta.

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La laguna stormiva intorno a loro. Senza alcun punto di riferimento. Ovunque guardassero era lo stesso caotico paesaggio: polle d’acqua punteggiate di insetti, cannicci ondeggianti e, più in là, un lento susseguirsi di dune di sabbia. Videro una biscia che si scaldava al sole. Udirono il sibilo di un serpente di fiume. Il tonfo di qualcosa che si tuffava nell’acqua. La natura fece loro accapponare la pelle con la sua grandezza. – Niente panico, Mina – mormorò Murray, anche se si sentiva a disagio. – Niente panico, Murray – confermò Mina. Avanzarono sul sentiero, più cauti. Si tenevano vicini l’una all’altro. Murray si guardava intorno alla ricerca di qualche riferimento: un albero, una pietra, il profilo di un’isola. Era stato mille volte in quella laguna, era come casa sua. E a casa non ci si poteva perdere. Per questo motivo Murray si sentiva a disagio. Non si era mai perso prima. Si voltò per sorridere a Mina. Lei gli restituì il sorriso. Il sentiero si strinse e scese nell’acqua, che ben presto salì fino al ginocchio. Murray si apriva la strada con un bastone. Mina procedeva vicinissima a lui. Trattenne un grido quando un grosso pesce, disturbato dal loro passaggio, scivolò tra le sue caviglie. Murray si arrampicò sulla riva, poi si voltò per aiutare Mina. Trovarono un sentiero che piegava verso l’interno e proseguirono parlando il meno possibile. E fu in quell’istante che Murray vide qualcosa. Proprio nella fessura verde tra il canneto e gli alberi c’era un edificio scuro, maestoso. Solo che non era un edificio. Era un’enorme nave. U. Moore, La nave del tempo, Piemme


Ma

quante

storie!

CAPITANO Abbondanza finì di cuocere il pesce e quella diventò la prima cena di Yu e del suo ridotto equipaggio. Intanto Piccola Furia iniziò a fare un elenco delle cose che dovevano ottenere da Drago d’Oro per salpare. – La giunca è nuda come una ballerina – spiegò. – Ci servirà tutto. Per cominciare le vele, poi provviste, botti per l’acqua dolce, paglia per i giacigli, cime, cannoni e munizioni... – La stiva è piena di barili di polvere nera – ricordò Yu. – Erano già sulla nave, perciò ci appartengono. Possiamo barattarne qualcuno in cambio del necessario. – Questa è una buona idea. E con il primo arrembaggio ruberemo il resto. Il nano finì di inghiottire il pesce. – Comandante, se me lo permetti, tratterò con Drago d’Oro. Era la prima volta che qualcuno chiamava Yu “comandante”. L’istinto della ragazza fu di sorridere, ritrarsi, rispondere che non c’era bisogno. Ma Piccola Furia era molto più vecchio di lei, e saggio. Le stava offrendo prestigio e lei non poteva rifiutarlo. Perciò rispose: – Perfetto. Gigante, Maremoto, andate con lui e aiutatelo a trasportare a bordo il necessario. Lontra d’Acqua, prendi i due gemelli e preparate la nave, voglio che sia pronta a salpare prima dell’alba. Tigre Scarlatta, tu mettiti sul ponte di coperta e fai la guardia. A parte noi della ciurma, nessuno deve salire o scendere senza il mio permesso. – Sì, comandante – rispose Tigre Scarlatta. Eccola lì, ancora quella parola, per la seconda volta. “Comandante.” E ora che l’aveva detta anche un’altra persona, diventò all’improvviso vera. D. Morosinotto, La più grande, Rizzoli

COMPRE NDO il testo Indica con X. Yu è: una ragazza. un ragazzo. Gli uomini del suo equipaggio la chiamano: capitana. comandante. Yu inizialmente: non lo accetta. ne è orgogliosa. Yu fa fatica a sentirsi chiamare “comandante” perché: pensa che quel titolo sia roba da uomini. quel titolo non le piace.

EDUCAZIONE CIVICA Yu ragiona secondo il PREGIUDIZIO che le donne non possono svolgere certi lavori o assumere certi incarichi. Tu che cosa ne pensi? Discutine in classe con i compagni e le compagne.

viaggio nella legalità

pag 92

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o i g g a i v nella

e g a l L ità

Che cosa significa la parola GENTILEZ ZA? Vuol dire comportarsi con cortesia e amabili tà verso gli altri, senza pa ura e pregiudizi.

Leggi il brano.

7:30, Stazione di S. Maria Novella, Firenze Marco: Il treno è un po’ in ritardo. Alla stazione di Firenze alcune persone scendono. Intanto noi guardiamo fuori dal finestrino. E così la vediamo arrivare: una ragazza giovane e un po’ impacciata che trascina una grande valigia rosa con grande fatica. Sale sul nostro vagone e cerca un posto proprio vicino a noi. Non prima però di aver individuato sul portabagagli un posto per la sua valigia. Ora però deve sollevarla. Si guarda attorno e chiede aiuto con gli occhi. Qualcuno la osserva e commenta: – Certo che quella valigia è grossa, non ce la farà! Noi vorremmo aiutarla, ma la nostra statura non sarebbe di aiuto. Finalmente arriva un ragazzo tutto muscoli che prende la valigia e la sistema. “Bravo!” vorremmo dirgli. Ma il ragazzo commenta: – Le donne sono più deboli degli uomini, non dovrebbero avere bagagli grandi, non ce la fanno. Ecco allora che la ragazza si alza di scatto e, con tutta la forza che ha, prende la sua valigia e la riporta a terra. – Sono una donna, hai ragione – dice sorridendo al ragazzo – ma non sono più debole di te. Non confondiamo la forza fisica con la debolezza e l’aiuto di un attimo con la gentilezza dell’animo.

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EDUCAZIONE CIVICA Comunque, grazie per avermi aiutata. Poi sorridendo, leggera, cambia scompartimento seguita dalla sua valigia che la segue... leggera come lei! Il ragazzo di prima ha espresso un suo punto di vista di cui è davvero convinto, tanto da avere parlato a voce alta come se la sua opinione fosse uguale a quella di tutti gli altri. Ma c’è differenza tra un fatto e un’opinione personale: i fatti sono cose vere, invece le opinioni non sempre riflettono la realtà, ma il proprio modo di vedere le cose e le situazioni. L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, RCS

Leggi le frasi e indica la tua scelta con X. VERO

OPINIONE PERSONALE

Le donne sono più deboli degli uomini. L’insegnante non sbaglia mai. Alcune ragazze arabe portano il velo. Tutte le persone grasse sono simpatiche. I maschi non sono capaci di cucinare. Tutti i bambini maschi amano i giochi violenti. Tutte le persone hanno bisogno di nutrirsi. Solo chi nasce in una famiglia ricca potrà essere felice nella vita. Non si finisce mai di imparare.

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viaggionella

Legalità

LE GENERALIZZAZIONI

Marco: La ragazza della valigia rosa ha lasciato il vagone. Una signora commenta: – Forse qualche donna più debole di un uomo c’è, così come esiste qualche uomo più debole di una donna. Lo sbaglio è pensare che ciò che vale per qualcuno possa valere anche per un intero gruppo di persone... Lo sbaglio è “generalizzare”. Infatti, le persone sono tutte diverse! L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, RCS

Leggi le frasi e rispondi alle domande con X. Franz ha i capelli biondi. Franz è tedesco. Allora tutti i tedeschi hanno i capelli biondi?

S ì.

No.

Antonio ha un gatto. Il gatto di Antonio ha un solo orecchio. Allora tutti i gatti hanno un solo orecchio?

S ì.

No.

Ronaldo balla bene. Ronaldo ha la pelle scura. Allora tutte le persone di pelle scura ballano bene?

S ì.

No.

Completa le generalizzazioni con le parole indicate. lavorare • disordinati • bambole • casa I bambini non giocano con le li uomini devono G a I maschi sono più

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. e le donne devono rimanere

. delle femmine.


Ma

... E ORA to

quante

Come mi sento PRIMA di iniziare? tranquilla/o preoccupata/o

storie!

cca a me!

LA SCALA A SERPENTE

VERIFICA FORMATIVA

Quel giorno pioveva a dirotto e a scuola sbadigliavano tutti. Quando suonò la campanella dell’intervallo, fu come se una molla avesse catapultato la classe fuori nel corridoio. – Ho un’idea! – bisbigliò Clara, prendendo sottobraccio le sue due migliori amiche. – Andiamo in giro per la scuola in cerca di segreti. Io so che c’è una porta dove chi entra non esce più. Beatrice e Maria smisero di mangiare la merenda per ascoltare meglio. – Basta scendere la Scala a Serpente e te la trovi davanti! Beatrice e Maria non fecero in tempo a rispondere. Clara stava già correndo verso il punto in cui si srotolava la Scala a Serpente. La raggiunsero e guardarono in giù: era una scala a spirale, stretta e ripida, che finiva negli abissi della Terra. Dopo un tempo infinito, finalmente misero il piede sull’ultimo scalino. Davanti a loro si allungava un corridoio deserto, appena illuminato da una luce giallognola. Dal soffitto pendevano grosse ragnatele e le ragazze proseguirono con le mani sopra la testa. – Guardate! Dev’essere quella! – esclamò finalmente Clara. In fondo al corridoio c’era una porta metallica con il cartello “Vietato entrare”. Fu Clara a spingere il maniglione. La porta era pesante, ma si aprì docilmente. Una lampadina polverosa illuminava debolmente uno stanzone dove erano accatastati gli oggetti che non venivano più usati. – Guardate che meraviglia! – esclamò Maria. – Un pianoforte rotto! Un materasso ammuffito! Fu un tumpf! a interrompere le esclamazioni eccitate. – La po... por… ta?! – mormorò Clara.

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... E ORA

tocca a me!

VERIFICA FORMATIVA

La porta si era richiusa alle loro spalle. Nessuna di loro aveva pensato a bloccarla e all’interno non c’era una maniglia che permettesse di aprirla. Iniziarono a tempestarla di pugni e calci, gridando aiuto, ma non se ne accorse nessuno. – E adesso? – domandò Beatrice con una voce tremula. – Cerchiamo una via d’uscita! – disse Clara. Ma non c’erano porte o finestre. Le tre amiche si abbracciarono. Non sapevano quanto tempo fosse passato, ma all’improvviso il soffitto prese a sussultare. – Il terremoto! – gridò Clara. Poi un cono di luce accecante le colpì. S. Colloredo, Confetti e dispetti, Einaudi Ragazzi

ANALISI DEL TESTO 1

2

3

Questo testo è: un mito. un racconto d’avventura. I fatti sono narrati in: prima persona.

un racconto storico.

terza persona.

Nel racconto c’è una breve descrizione dell’ambiente. Cercala e scrivila.

comprensione DEL TESTO ispondi. R Chi sono i protagonisti del racconto? Dove si svolgono gli eventi? Che cosa trovano nella stanza segreta? Che cosa succede loro alla fine? 4

Indica con X. Alla fine della scala le bambine trovano: una porta metallica. dei vecchi oggetti. A certo punto Beatrice fa la voce tremula: perché ha freddo. perché ha paura. 5

6

un corridoio male illuminato. perché le viene da ridere.

Trova le informazioni implicite: da quale affermazione si comprende

che quel giorno i bambini si annoiavano? Sottolineala. 96


... E ORAe! tocca a m

VERIFICA FORMATIVA

7

Metti in ordine da 1 a 6 le sequenze del racconto.

Le bambine scendono la scala. Pensano sia arrivato il terremoto. Entrano in uno stanzone polveroso.

Le protagoniste fanno merenda. Attraversano un corridoio buio. La porta si chiude alle loro spalle.

8

Il brano contiene diversi aggettivi. Per ognuno scrivi il contrario. stretta ripida ultimo deserto pesante illuminata

9

Scrivi il sinonimo giusto del verbo “pendere”, scegliendolo tra quelli proposti. ciondolare • penzolare • ascoltare attentamente I bambini pendevano ( La testa del bambino pendeva ( La corda pendeva (

) dalle labbra del nonno. ) dal sonno. ) dal ramo di un albero.

com'è andata? Durante la lettura del racconto: ho capito la storia senza difficoltà. ho avuto qualche difficoltà di comprensione. ho avuto molte difficoltà di comprensione. Se ho avuto difficoltà di comprensione: ho riletto con più attenzione. ho chiesto spiegazioni all’insegnante. ho proseguito nella lettura. o completato la parte di analisi H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà.

o completato la parte di comprensione H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà. S e ho incontrato qualche difficoltà, che cosa avrebbe potuto essermi di aiuto per superarla?

Quale parte del lavoro ti è sembrata più impegnativa? Analisi del testo: attività n° ................ Comprensione del testo: attività n°................

Come mi sento ALLA FINE del lavoro? soddisfatto/a potevo fare meglio non soddisfatto/a

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o r t n inco e

conosco PRIMA

di ascoltare

Dal titolo del brano capisci che si parlerà di insegnanti, ma di quali si parlerà? Elenca quelli che conosci. Maestri di sci. Maestri di musica.

DURANTE l’ascolto

Nel brano troverai una serie di descrizioni di persona. Scrivi alcune parole o dei passaggi che ti sembrano utili per la descrizione.

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I MAESTRI A scuola eravamo una sessantina di ragazzi e ragazze di età tra i cinque e gli undici anni. Avevamo quattro classi e quattro maestri. La signorina Birdseye insegnava ai bambini della scuola materna, a quelli di cinque anni e a quelli di sei, ed era una persona veramente simpatica. Nel cassetto della cattedra teneva sempre un sacchetto di caramelle all’anice, e quando uno faceva bene qualcosa lei gli dava una caramella all’anice da succhiare durante la lezione. I ragazzi di sette e otto anni li teneva il signor Corrado, anche lui una persona simpatica e alla mano. Doveva avere passato da un pezzo la sessantina; questo, tuttavia, non gli impediva di essere innamorato della signorina Birdseye. Sapevamo che era innamorato di lei perché quando era il suo turno di servire a tavola le dava sempre i bocconcini migliori. E quando lei gli sorrideva, lui sorrideva a sua volta nel modo più svenevole che si possa immaginare, mostrando tutti gli incisivi di sopra e di sotto e anche un bel po’ degli altri denti. Ai ragazzi di nove e dieci anni faceva lezione il capitano Lancaster, un individuo detestabile. Aveva i capelli di un fiammeggiante rosso carota e un caratteraccio. Peli rosso carota gli sbucavano dalle orecchie e dalle narici. Era stato capitano dell’esercito e perciò si faceva chiamare “capitano Lancaster” invece di “signor Lancaster”, come sarebbe stato normale.


DOPO

aver ascoltato Per ogni personaggio scrivi sul quaderno le caratteristiche e il suo ruolo. Poi rispondi. Ti sono serviti gli appunti presi durante l’ascolto? S ì. No.

SIGNORINA BIRDSEYE

Seduto dietro la cattedra, si carezzava i baffetti color carota e ci scrutava con occhi pallidi e acquosi, in cerca di qualche pretesto per torturarci; nel frattempo, emetteva dal naso strani rumori, come un cane che fiuta intorno alla tana di un coniglio. Il signor Snoddy, il nostro preside, teneva l’ultima classe, quella dei ragazzi di dodici anni, e tutti gli volevano bene. Era un ometto tondo dall’enorme naso scarlatto. Quel naso mi faceva compassione. Era così grosso e infiammato che pareva sempre sul punto di esplodere, disintegrando il suo proprietario. Una buffa caratteristica del signor Snoddy era che si portava sempre in classe un bicchier d’acqua, che continuava a sorseggiare durante le lezioni. R. Dahl, Danny il campione del mondo, Salani Editore

SIGNOR CORRADO

CAPITANO LANCASTER

RIFLETTO e DICO la MIA Provate a descrivere uno dei vostri insegnanti. Come si chiama? È giovane o anziano? Com’è fisicamente? Come si veste? Ha una caratteristica particolare? Ha dei modi di comportarsi particolari? SIGNOR SNODDY

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incontreo

conosco ZIA GLORIA E SALIM Zia Gloria e Salim sono arrivati alle 18:24 di domenica 23 maggio. Era una bella giornata e Kat e io siamo rimasti a guardare un taxi londinese nero che si fermava davanti a casa nostra. La zia Gloria ne è uscita per prima. Era alta e sottile, con capelli neri e lisci che le arrivavano alle spalle (Kat dice che questo stile si chiama “caschetto”). Indossava jeans attillati e sandali rosa scuro. Non si poteva fare a meno di notare i suoi grossi alluci, resi evidenti dal separatore dei sandali infradito, perché erano dipinti con uno smalto dello stesso rosa scuro ed erano molto appariscenti. Ma la cosa che mi ha colpito di più era il bocchino per sigarette che teneva in mano. Una sigaretta lunga e sottile era incastrata sulla sua estremità ed era accesa. Un filo di fumo saliva dalla sigaretta verso il cielo. Kat ha detto che zia Gloria somigliava a un’editrice di moda. Salim era alto e magro e indossava dei jeans, come sua madre. Portava un comune zainetto e trascinava dietro di sé il trolley di zia Gloria. Aveva capelli neri e corti. La sua pelle era marrone. Kat dice che non era esattamente marrone ma caramello. Dice che dovrei anche dire che era di gran bell’aspetto. Lei è sempre lì a pensare se la gente è di bell’aspetto. Io penso che le persone sembrino semplicemente quello che sono. Quindi non saprei dire se Salim fosse bello, ma sembrava che i suoi pensieri non fossero nello stesso posto della sua testa, e questa era una cosa che mi piaceva di lui. S. Dowd, Il mistero del London Eye, Uovo nero

ANAL IZ ZO

il testo

Sottolinea con due colori diversi la descrizione fisica e l’abbigliamento dei due protagonisti.

100

COMPRE NDO il testo Che cosa dice Kat della zia? Che cosa significa, secondo te, che i pensieri di Salim non erano “nello stesso posto della sua testa”? distratto. spettinato. intelligente. Che Salim era: Conosci qualche altro modo di dire con lo stesso significato?


incontreo

conosco

MIO FRATELLO JEFFREY Jeffrey è mio fratello di cinque anni. È un bambino alto per la sua età, magro, con un caschetto di capelli castani e un sorriso simpatico che conquista. Jeffrey sa da quando è nato che la cosa peggiore che può farmi è toccare la mia batteria. Ho stabilito delle regole in proposito: non può giocare al batterista, non può usare i piatti come scudi per fare finta di essere un cavaliere, non può nascondersi dentro la cassa. Un fatidico pomeriggio dell’anno scorso, però, sono tornato a casa e mi sono avviato verso il seminterrato per esercitarmi un po’ con le mie bacchette speciali. Ma le mie bacchette speciali non c’erano! Sono corso di sopra come una furia, sono entrato in cucina e ho visto Jeffrey che “cucinava” sul pavimento. C’erano pentolini ovunque e Jeffrey era tutto preso a mescolare il suo intruglio nella pentola più profonda. Con le mie bacchette speciali. Mi sono avvicinato a lui con sguardo omicida. – Jeffrey! Dammi quelle bacchette! – Ma sto CUCINANDO. – Dammi quelle bacchette! – Ma la torta pazza non è ancora pronta! – Non me ne frega niente di quella schifezza. Dammi le bacchette! Gliele ho strappate di mano e... Jeffrey ha cominciato a urlare come se lo stessi sgozzando. È arrivata la mamma e potete immaginare come è finita. In seguito, ho riflettuto e ho concluso che avrei potuto comportarmi in modo meno impulsivo: in fondo Jeffrey è ancora un bambino.

ANAL IZ ZO

il testo

Indica con X. Questo testo è narrato in prima persona/ terza persona, perché il narratore e il protagonista sono due persone diverse/ sono la stessa persona.

ess n l u f d min SSERE

Spesso agiamo d’impulso, E ) N E B senza riflettere. ( Succede, nella vita di tutti i giorni, con un compagno o una compagna, con una sorella o un fratello... E tu? Riesci a controllare le tue reazioni? Ti è mai capitato di pentirti del tuo comportamento? APPROFONDIMENTO IN GUIDA

J. Sonnenblick, I 10 mesi che mi hanno cambiato la vita, Giunti

101


incontreo

conosco

TESTO DESCRITTIVO

Per una più efficace DESCRIZIONE FISICA, l’autore utilizza l’OSSERVAZIONE e fa uso soprattutto di DATI VISIVI, percepiti attraverso il senso della vista.

IL ROSSO Si chiamava Gianni Gersoni. Aveva otto anni ed era piuttosto piccolo per la sua età. Gianni era molto magro, magro come un chiodo. Ma non era un bambino deboluccio. I suoi occhi erano di un azzurro chiarissimo. I capelli erano molto rossi, rossi come il pelo della volpe e ricci. Sul naso e sulle guance Gianni aveva delle lentiggini. D’estate, quando c’era tanto sole, le lentiggini sembravano moltiplicarsi e la faccia del bambino si copriva di tanti puntini marroni, come quei biscotti con le gocce di cioccolato. D’inverno, invece, Gianni poteva contare le lentiggini: tre sul naso, due sulla guancia sinistra, sette su quella destra. Durante l’inverno passato, a Gianni erano cresciuti i due incisivi centrali. Erano davvero molto grandi. Gianni aveva una raccolta di scatole di fiammiferi, un album per la raccolta di francobolli e sessantasette macchinine da modellismo; aveva sempre sete e aveva paura quando si svegliava di notte e tutto intorno a lui la casa era buia e silenziosa. A scuola, durante la pausa, spesso distribuiva dolci agli altri bambini. Chiaramente era molto amato per questo. C. Nöstlinger, Gianni, Giulia e Geronimo, Il Capitello

COMPRE NDO il testo Completa con le informazioni fornite dal testo. Gianni era Fisicamente era

Si vestiva

Aveva l’hobby di Aveva l’abitudine di Per la sua magrezza era paragonato a

102


PERSONA

incontreo

conosco

il TESTO DESCRITTIVO (PERSONA) è attraverso

un testo che descrive con le parole l’aspetto e il carattere di un essere umano

la descrizione soggettiva ricorrendo ad aggettivi, paragoni, immagini che suscitano emozioni, impressioni e stati d’animo personali

• dati sensoriali • dati statici, di posizione • dati dinamici, di movimento • aggettivi • paragoni fornendo informazioni su PRESENTAZIONE • chi è • come si chiama • quanti anni ha • dove vive

CARATTERE • personalità • come manifesta stati d’animo • emozioni che prova in relazione a sé e agli altri

utilizza

la descrizione oggettiva ricorrendo ad un linguaggio specifico, senza inserire riflessioni personali

ASPETTO FISICO • corporatura • parti del corpo • abbigliamento

organizzata in modo logico: dal generale al particolare e viceversa

COMPORTAMENTO • abitudini • interessi • gusti • preferenze laboratorio di scrittura ● pag 72

103


incontreo

conosco

TESTO DESCRITTIVO

Per rendere più interessante la descrizione e dare risalto alle CARATTERISTICHE del PERSONAGGIO, l’autore utilizza molti AGGETTIVI QUALIFICATIVI.

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LA MIA NONNA Nonna Celeste è la mamma di mio papà e ha lavorato tanti anni nella mia scuola. Ora è in pensione. È piccola e ha corti riccioli bianchi e grigi intorno al viso; al collo porta collane di pietra e ha grandi orecchini, con minuscole pietre incastonate ai pendenti. Parla in fretta e in tono deciso, sorride spesso, gesticola con le mani mentre gli anelli d’oro alle dita brillano a ogni gesto. In casa porta ampie camicie indiane ricamate, jeans e zoccoli. Vive nella sua piccola casa con la gatta Priscilla, perché il nonno è morto tempo fa. Da quando è in pensione non sopporta di stare a lungo da sola, così un paio di volte l’anno parte per un “viaggio d’avventura” con il suo gruppo. – Chi sono quelli del tuo gruppo, nonna? – Siamo un gruppo di amici ben affiatati, di tutte le età, curiosi e amanti dell’avventura, con guide giovani e preparate. Papà, invece, li definisce “una banda di svitati incoscienti con due incoscienti svitati come guide”. Con il suo gruppo, la nonna parte per i “territori fuori dal mondo dell’ovvietà”, come dice lei. Per i “posti dimenticati da Dio e dagli uomini”, come dice papà. Ha fatto trekking sull’Himalaya, attraversato l’Asia del nord sulla ferrovia transiberiana, bevuto il tè con i beduini dell’Ennedi, schivato per un pelo un serpente a sonagli nel deserto del Mojave, rischiato di perdersi in Patagonia e soggiornato controvoglia per due settimane in un ospedale sperduto della Namibia.


PERSONA

Qualche volta se la cava per un pelo. Qualche volta torna con il gesso attorno a un piede o a un polso. Ogni volta che torna, le occorrono settimane per smaltire la sfacchinata, ma ha una luce di malizia negli occhi. – I giovani si lamentavano del caldo e della sete. Io ce l’ho fatta! Non porta a casa ricordini dei viaggi, detesta gli oggetti finto-artigianato-locale fabbricati a migliaia per accontentare i turisti. Ha invece, su un appendiabiti di ferro battuto, un vecchio cappello di feltro alla Indiana Jones e tiene nell’armadio un enorme e consunto “bastone della pioggia” che sostiene di aver avuto da uno stregone dell’Amazzonia, in cambio di una delle sue collane di pietre dure. M. Toffetti, Josny viene dall’India, EMP

ANAL IZ ZO

incontreo

conosco

COMPRE NDO il testo Rispondi sul quaderno. Come definisce nonna Celeste i suoi compagni di viaggio? Come li definisce, invece, suo figlio? Secondo te, da che cosa dipende questa diversità di opinioni? Che cosa significa l’espressione “territori fuori dal mondo dell’ovvietà”? Di che cosa ha bisogno nonna Celeste ogni volta che torna da uno dei suoi viaggi? Che cosa intende dire la nonna con l’espressione “Io ce l’ho fatta!”?

il testo

Individua e colora le quattro sequenze narrative del testo. Evidenzia la descrizione di nonna Celeste e inserisci le informazioni nello schema.

Aspetto fisico

Modo di fare

Abbigliamento

Carattere

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incontreo

conosco

TESTO DESCRITTIVO

La descrizione è SOGGETTIVA quando l’autore inserisce COMMENTI PERSONALI, esprimendo EMOZIONI e SENTIMENTI; è OGGETTIVA, invece, quando descrive la persona così COME LA VEDE.

ROSSELLA Rossella era la mia compagna di banco. Era cicciottella, rosea e morbida e arrivava sempre a scuola trafelata, con i capelli castani, lunghi e lisci, raccolti in una coda ormai disfatta. I suoi occhi erano scuri scuri e un nasino a patatina le dava un’aria da bambolina da coccolare. Non amava fare attività sportive, proprio come me: insieme trascorrevamo interi pomeriggi a leggere nella mia cameretta o a disegnare mappe e a seppellire tesori (figurine, anelli, giornaletti). Amava vestirsi comoda, soprattutto in jeans e salopette, su cui gettava con impazienza una giacca rossa, a quadrettoni, d’inverno. Rossella aveva sempre fretta, non si fermava un momento e spesso, in classe, veniva rimproverata dalla maestra, che le diceva: – Ros, rilassati, combini solo pasticci! S. Gandolfi, La scimmia nella biglia, Salani Editore

ANAL IZ ZO

il testo

Sottolinea con due colori diversi le caratteristiche fisiche e le abitudini di Rossella. Poi completa lo schema.

Aspetto fisico

Abitudini e preferenze

Corporatura: Occhi: Capelli: Naso:

Secondo te, questa descrizione è: Perché?

106

oggettiva.

soggettiva.


incontreo

conosco

IO A TEATRO

LA MAESTRA GIOVANNA Giovanna, la nuova maestra, portava sempre un paio di orecchini scintillanti, due piccole lune piene, da cui pendevano minuscole stelle pronte a tintinnare a ogni movimento della testa. Parlava con tutti e sorrideva a tutti. Dedicava molte ore alla lettura ad alta voce, e i bambini l’ascoltavano incantati; quando un libro compariva tra le sue mani, anche i più monelli sembravano addirittura rapiti, tanto che qualche collega, entrando per caso in aula, le diceva ridendo: – Dovrai insegnarmi la formula magica! Spesso portava i bambini nel bosco ad ascoltare, diceva lei, “prima i rumori e poi il silenzio” e a raccogliere fiori e piantine per l’erbario. E per spiegare cos’è il vento li aveva aiutati a costruire un grande aquilone da far volare in alto, oltre le cime degli alberi. Cose che in tante scuole sono normali. Ma in quella no, non si erano mai viste. – Ma sei matta? – mormoravano le altre maestre. – E se quella peste di Gigino, durante un’uscita, fa cadere la merenda tra le formiche e poi se la mangia? E se Mirella, quella che cade sempre, si sbuccia il ginocchio o le esce il sangue dal naso? Chi glielo spiega ai genitori? Giovanna aveva proposto di organizzare una gita, ma diversa da quelle solite: sarebbe durata dalla mattina alla sera, e in pratica sarebbe consistita in un gigantesco picnic, con torte e panini preparati da mamme, nonne e papà. Tutti gli abitanti del paese erano invitati, e la maestra era riuscita a ottenere dal sindaco la presenza della banda comunale al completo. S. Bordiglioni, Storie per te, Einaudi Ragazzi

Provate a mettere in scena il racconto che avete letto e a mimare i personaggi nelle diverse situazioni. Poi riflettete insieme sull’importanza della fisicità nell’interpretazione.

ANAL IZ ZO

il testo

Sottolinea nel testo la descrizione della maestra Giovanna.

DE BA TE !

La maestra Giovanna, al contrario di alcune sue colleghe, è favorevole alle gite scolastiche. Tu che cosa ne pensi? Aprite una discussione in classe sull’argomento: . GITA Sì

GITA NO. APPROFONDIMENTO IN GUIDA

107


incontreo

conosco

LA QUARTA A Come ogni mattina, prima di entrare, la maestra Giuditta sbirciò in quarta A dalla porta socchiusa. Eh sì, le piaceva proprio osservare i suoi ragazzi. Così facendo aveva scoperto molte cose su di loro. C’erano proprio tutti. A cominciare dalle gemelle Anna e Lisa. Ai genitori bastava pronunciare un unico nome, Annalisa, ed entrambe accorrevano. Quanto fiato risparmiato! Vicino alla finestra, Francesco era impegnato a esplorare la giungla del suo naso. Aveva una paura terribile dell’acqua. Al mare o in piscina il livello massimo delle sue immersioni era le ginocchia, convinto che, ficcando la testa sott’acqua, quest’ultima sarebbe penetrata dalle orecchie nel cervello! Cinzia, magra come un manico di scopa, stava riempiendo di cuori una pagina del suo diario. Accanto a lei, ben più robusta, Rosalba le suggeriva i nomi da inserire all’interno di tutti quei cuori. Federico, come sempre, era concentrato a battere il record sul suo videogame. Le sue dita si muovevano velocissime sui pulsanti, come sulle corde della sua chitarra.

classe PER CONOSCERSI MEGLIO Preparate un cartellone, con tante righe quanti sono i componenti della vostra classe e con i nomi di ognuno. Nome

Come mi vedo io

Come mi vedono gli altri

SCOPRO nuovi significati Sul quaderno, cerca di spiegare il significato delle espressioni evidenziate. Poi confrontati con le compagne e i compagni, e, se serve, controlla sul dizionario.

108

oi, ognuno di voi scriverà su un post-it una caratteristica, una P qualità e un suo interesse, e farà lo stesso per un compagno. Incollate i post-it sul cartellone, leggete insieme le descrizioni e confrontatevi: potreste scoprire di voi stessi o degli altri degli aspetti che non conoscevate!


incontreo

conosco

E poi Caterina, che sognava a occhi aperti e viveva nel suo mondo pieno di colori. Giuditta si soffermò a guardare la dolcezza del suo sguardo. Poi c’era il gruppo delle gramigne: Greta, Arianna e Camilla. Greta si vantava delle sue lunghe trecce e di quel piccolo tatuaggio lavabile che si era fatta vicino all’orecchio. Arianna ogni giorno arrivava a scuola con un vestito diverso. Camilla era una ragazzina capricciosa e permalosa. Angelo era grande e grosso, figlio di un pastore. Non parlava quasi mai. Era veramente un ragazzo difficile. Non aveva legato con nessuno se non con Rosario. L’esatto opposto. Mingherlino, le dita ossute, timido e con gli occhiali spessi. Era precisino precisino. Nei compiti di matematica faceva i numeri usando riga e squadra. Angelo lo difendeva sempre. G. Oliani, Alla ricerca della memoria perduta, La Spiga

ANAL IZ ZO

il testo

Completa lo schema con le informazioni relative agli alunni della quarta A fornite dal testo. Anna e Lisa Francesco Cinzia Rosalba Federico Caterina Greta Arianna Camilla Angelo Rosario Secondo te, questa descrizione è: Perché?

ness l u f d n mi E ESSER

Vivere in un gruppo numeroso come una classe non è semplice. Spesso le dinamiche che emergono rendono difficili i rapporti. Secondo te, quali sono le caratteristiche che facilitano i rapporti? E quali, invece, quelle che li rendono più difficoltosi?

(BEN)

oggettiva.

soggettiva. APPROFONDIMENTO IN GUIDA

109


incontreo

conosco

SCOPRO nuovi significati vestito gessato: abito scuro con sottilissime righe chiare

A

NAL IZ ZO il testo

Sottolinea di rosso il comportamento, i segnali che fanno capire il disagio e la tristezza della ragazza e di verde i comportamenti che mostrano i sentimenti dell’uomo.

i l ’ o r a dI A MPAT

E

È possibile riconoscere i sentimenti delle persone senza che vengano comunicati? Bisogna osservare e leggere i segnali che l’altro ci manda attraverso gesti, movimenti, atteggiamenti... In questo brano i segnali dei protagonisti sono chiari e permettono di capire i loro pensieri. Può essere utile riconoscere i sentimenti degli altri? Perché? Discutine in classe. APPROFONDIMENTO IN GUIDA

110

VIAGGIATORI Ero già seduto in treno quando alzai lo sguardo e vidi un uomo fermo in piedi nel corridoio del vagone; accanto a lui c’era una bambina di circa dieci anni. L’uomo indossava il tipico vestito gessato blu degli uomini d’affari, ma l’abito non gli andava bene, come se in quegli ultimi tempi avesse messo su parecchi chili e, mentre alzava le braccia per sistemare la valigia, vidi la sua costosa camicia con i bottoni tesi da scoppiare. Era bruno e un tempo doveva essere stato un bell’uomo, ma aveva le mascelle appesantite, il colorito acceso e portava i capelli brizzolati molto lunghi sulla nuca, forse per compensare un’iniziale calvizie. Disse alla ragazzina: – Su, siediti qui. Lei gli obbedì, appollaiandosi cautamente sul bordo del sedile. Era una bambina magrolina, pallida, con i capelli scuri, tagliati molto corti, che le lasciavano scoperto il collo lungo e sottile. Indossava un paio di occhiali rotondi che le davano un po’ l’aria di un gufo. I capelli così corti, gli occhiali, i jeans e la giacca a vento nera la facevano sembrare un ragazzo. E aveva l’aria di essere infelice. – La nonna verrà a prenderti alla stazione. Non preoccuparti: andrà tutto bene. Si passò una mano tra i capelli: era evidente che non vedeva l’ora di andarsene. La ragazzina annuì. L’uomo se ne andò senza fare un cenno di saluto. Poi scomparve, diretto a un’automobile lucente che l’avrebbe riportato nel suo mondo di uomo d’affari. Notai un luccichio di lacrime nei grandi occhi della ragazzina. R. Pilcher, Le bianche dune della Cornovaglia, Mondadori


incontreo

conosco

UNA BAMBINA SPECIALE Maisie era una bambina normale e una bambina speciale, come del resto siamo tutti noi, per un verso o per l’altro. I capelli, per esempio, erano normali: lunghi, castani e diritti, comodi per farci la coda o due trecce, sempre che la proprietaria avesse la pazienza di stare seduta fino alla fine dell’operazione. Gli occhi erano speciali: grandi, un po’ distanti e di colore azzurro, intensi. Il resto era normale, naso, altezza, corporatura. Speciale era la curiosità: a essere molto curiosi si viene chiamati ficcanaso, ma non è detto che si voglia proprio sempre sapere le cose degli altri, è che a volte si fanno delle domande o si cercano delle risposte, e insomma, si finisce per scoprire anche più del necessario. Speciale era l’orologio che portava sempre al polso: grande, d’oro, per niente adatto a una bambina. Ma lei ci teneva tanto e non se ne separava mai. L’orologio era un regalo di nonna Pen, che era un’altra cosa speciale nella vita di Maisie, anzi: una persona speciale. B. Masini, Maisie e la tigre di Cleopatra, Fabbri Editori

ANAL IZ ZO

RIFLETTO e DICO la MIA E tu, ti senti speciale? Perché? E i tuoi amici e le tue amiche? In che cosa sono speciali?

il testo

Che cosa ha Maisie di normale e di speciale? Individua le informazioni e completa lo schema.

Di normale ha:

Di speciale ha:

La descrizione che hai letto è ricca di aggettivi, che rendono più evidenti le caratteristiche di Maisie. Sottolineali. viaggio nella legalità

pag 112

111


o i g g a i v nella

e g a l L ità

Che cosa significa la parola VARIETÀ? Vuol dire presentarsi mediante una diversità di aspetti che arricch iscono conoscenza ed esperie nza.

Leggi questa storia “diversa”.

In una grande vetreria sono nate tante bottiglie di ogni dimensione e colore. Tra qualche giorno saranno spedite in tutto il mondo. Un ultimo controllo del supervisore, poi... via sui camion! Ecco il supervisore... passa di lì, le accarezza, le osserva attentamente. All’improvviso spalanca gli occhi ed esclama: – Com’è possibile? Non ci posso credere! E adesso che cosa ne faremo? Eh già, che cosa ne faranno di quell’unica bottiglia diversa? Una bottiglia alta e snella, di colore verde trasparente ma... con il collo storto, incredibilmente e irrimediabilmente storto. rova una conclusione adatta per la storia che hai letto. T Scegli con X. Poi, confronta la tua scelta con quelle delle tue compagne e dei tuoi compagni. La bottiglia viene: messa in un angolo in un magazzino. messa sugli scaffali insieme alle altre. rimessa nel forno per essere aggiustata. spedita insieme alle altre. presa in giro da persone che la deridono. riempita con un vino speciale. invidiata da tutti per la sua forma speciale. a ffidata alle cure di un mago che le raddrizzi il collo. e sposta in vetrina per essere studiata da esperti. gettata via.

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EDUCAZIONE CIVICA La bottiglia dal collo storto è diversa: che cosa proverà vivendo tra bottiglie che hanno tutte il collo diritto? Leggi i sentimenti, poi colora la bottiglia dal collo storto con il colore del sentimento che, secondo te, prova. Allegria Rabbia Paura

Tristezza Calma Indifferenza

Ora rispondi. L a bottiglia è nata con il collo storto e questa cosa agli altri non sembra giusta. Ma chi ha stabilito che sia più giusto che una bottiglia abbia il collo diritto e non storto?

Ogni persona è diversa dall’altra, ma nessuna deve credere di essere più importante e più giusta dell’altra.

e tutte le bottiglie nascessero con il collo S storto e una sola con il collo diritto, quale sarebbe quella diversa?

Tutti siamo diversi, ma tutti siamo uguali in importanza e opportunità nella vita.

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A T S I T IO AR Le persone NELL'ARTE Dentro il quadro

Molti artisti hanno fissato nei loro quadri immagini di persone immerse nella lettura. Renoir, che sapeva cogliere gli aspetti piacevoli della vita, ha riprodotto i volti sereni e rilassati di queste due ragazze completamente assorte in ciò che le pagine del libro propongono.

Sullo sfondo appaiono

Pierre-Auguste Renoir, La lettura, 1890-1895

I volti delle ragazze esprimono

Anche la posizione delle mani trasmette una sensazione di

Le due ragazze stanno

PIERRE AUGUSTE RENOIR (1841-1919) fu uno dei primi impressionisti francesi. Per lui tutto ciò che esiste, tutto ciò che vive, è bello e tutto ciò che è bello merita di essere dipinto. La pittura deve esprimere la gioia di vivere, esaltare la felicità del partecipare alla vita e mettere in evidenza tutto ciò che di bello ci circonda. F ormate gruppi da tre: uno sarà il pittore e gli altri due diventeranno i soggetti del quadro. Provate a riprodurre il dipinto mettendovi nella stessa posizione delle due bambine.

114

i l ’ o r a dI A PAT

EM

Dopo aver descritto in modo oggettivo uno dei personaggi del quadro, soffermati sulle impressioni che suscita in te questa immagine e parlane con i tuoi compagni e le tue compagne. APPROFONDIMENTO IN GUIDA


incontreo

... E ORA to

conosco

Come mi sento PRIMA di iniziare? tranquillo/a preoccupato/a

cca a me!

DA ZIA UBALDA

VERIFICA FORMATIVA

“Meno male che oggi è mercoledì”, pensò Sara. I mercoledì erano sempre belli, anche se magari la scuola era stata barbosa. Di mercoledì Sara, dopo la scuola, andava infatti da zia Ubalda. Ubalda era l’unica zia di Sara ed era la sua zia preferita. Una volta Sara aveva pensato a come sarebbe stato se avesse avuto due zie oppure dieci e aveva deciso che zia Ubalda sarebbe comunque sempre rimasta la sua zia preferita. Zia Ubalda era semplicemente la persona più divertente, allegra e simpatica che Sara avesse mai conosciuto. Ma soprattutto zia Ubalda sapeva ascoltare. Trovava interessante tutto quello che Sara diceva. Altri adulti reagivano spesso con un “mm, già”, quando raccontava loro qualcosa e intanto pensavano a tutt’altro, oppure non capivano quello che Sara voleva dire. Zia Ubalda invece capiva tutto. Per esempio, di recente Sara era stata tormentata di nuovo dai pensieri. – Sto sempre a rimuginare su ogni cosa – si era lamentata con zia Ubalda. – È inutile, sono troppo sensibile. – Ma farsi venire dei pensieri è una cosa positiva – aveva risposto zia Ubalda. – La maggior parte delle persone pensa troppo poco. Vive così, alla giornata, trallallero trallallà. Spesso dice cose stupide. Ma tu no. Hai come delle antenne sulla testa e con quelle senti tutto quello che succede e allora poi ci pensi sopra. È proprio giusto fare così. Zia Ubalda non assomigliava proprio per nulla alla mamma di Sara, benché fossero sorelle. La mamma di Sara era alta e snella e aveva un viso delicato con un nasino fine e dritto, una bocca sottile e occhi da gatta. E aveva anche lunghi capelli biondi (ma erano tinti… in realtà i suoi capelli erano castani come quelli di zia Ubalda). S. Heinlein, In fuga con la zia, San Paolo

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... E ORA

tocca a me!

VERIFICA FORMATIVA

ANALISI DEL TESTO 1 2

Quante persone vengono descritte nel testo? La descrizione è: Perché

soggettiva.

1.

2.

3.

oggettiva.

3

Individua nel testo e sottolinea con i colori indicati. caratteristiche fisiche carattere comportamento

4

In quante sequenze può essere suddiviso il testo? Scoprile e assegna a ognuna un sottotitolo adatto.

comprensione DEL TESTO 5

Quali aggettivi descrivono il carattere di zia Ubalda?

6

Perché per Sara i mercoledì sono sempre belli? Perché Sara va a giocare da Elena. Perché zia Ubalda va a casa di Sara. Perché Sara fa la spesa con zia Ubalda. Perché Sara va da zia Ubalda.

7

Come reagiscono gli adulti quando Sara racconta loro delle cose?

8

Che cosa risponde zia Ubalda a Sara? Cerca la frase nel testo e scrivila.

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... E ORAe! tocca a m

VERIFICA FORMATIVA

9

Nella frase “Sto sempre a rimuginare su ogni cosa” il verbo sottolineato può essere sostituito con: rinnovare. pensare e ripensare. rimproverare. rinunciare.

10

Indica con X se le informazioni della tabella sono vere o false. Zia Ubalda era semplicemente la persona più divertente, allegra e simpatica che Sara avesse mai conosciuto. Zia Ubalda aveva un viso delicato con un nasino fine e dritto. La zia Ubalda non sapeva ascoltare.

vero falso

Zia Ubalda capiva tutto. La mamma di Sara aveva lunghi capelli biondi come quelli della zia. Zia Ubalda assomigliava molto alla mamma di Sara. Zia Ubalda dava a Sara dei buoni consigli. Sara aveva tante zie.

com'è andata? Durante la lettura del racconto: ho capito la storia senza difficoltà. ho avuto qualche difficoltà di comprensione. ho avuto molte difficoltà di comprensione. Se ho avuto difficoltà di comprensione: ho riletto con più attenzione. ho chiesto spiegazioni all’insegnante. ho proseguito nella lettura. o completato la parte di analisi H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà.

o completato la parte di comprensione H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà. Se ho incontrato qualche difficoltà, che cosa avrebbe potuto essermi di aiuto per superarla?

Quale parte del lavoro ti è sembrata più impegnativa? Analisi del testo: attività n° Comprensione del testo:

attività n°

Come mi sento ALLA FINE del lavoro? soddisfatta/o potevo fare meglio non soddisfatta/o

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natura amica mia

PRIMA

di ascoltare

Secondo te, di chi sarà il musetto impaurito? D i un bambino. D i una bambina. D i una persona adulta. D i un animale. Prova a spiegare il perché della tua scelta.

DURANTE l’ascolto

Scegli, tra quelle qui di seguito, l’immagine che rappresenta meglio il luogo descritto.

Ora scegli, tra quelle proposte, l’immagine che rappresenta meglio l’animale descritto.

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UN MUSETTO IMPAURITO Correvo sul sentiero dei cinghiali, che ho soprannominato così perché da bambina, durante una passeggiata per raccogliere le more con la mamma e la nonna, abbiamo visto un cinghiale femmina con tre cinghialini. A parte i cinghiali, è uno di quei posti che hanno un non so che di primordiale, con i tronchi ricoperti di edera e le fronde che si intrecciano, quasi volessero formare un muro impenetrabile. E nell’aria c’è sempre un profumo particolare: di lavanda, rosmarino, che da queste parti cresce dappertutto. Ed è stato allora che l’ho visto! Me lo sono ritrovato davanti all’improvviso, disteso su un fianco, a lato di un cespuglio fra la terra e le foglie secche. Ha sollevato il muso e mi fissava con gli occhi sbarrati e la bocca aperta: per un attimo mi è mancato il fiato! Non per la paura, per lo stupore! Il cerbiattino ha abbassato il muso scalciando, poi l’ha risollevato di nuovo. Sembrava uno che non riuscisse ad alzarsi... – Ciao – ho sussurrato. – Tranquillo... Poi mi sono messa a canticchiare fra me: mmm... mmm... mmm... L’ho fatto per rilassarlo. Il cerbiattino sembrava proprio Bambi del cartone animato, con i pois bianchi sulla schiena, le orecchie lunghe, gli occhioni dolci e le zampe di velluto. Mi sono avvicinata e l’ho toccato! All’inizio l’ho sentito irrigidirsi sotto la mano: ha sollevato di nuovo il musetto impaurito e, a ogni carezza, muoveva le sue lunghe ciglia ricurve, quasi in segno di apprezzamento. Infatti alla terza


carezza, con un verso esausto, si è lasciato andare. Ho continuato ad accarezzarlo per diversi minuti sulla spalla, sul fianco, sul collo. Aveva il pelo più duro e spesso di quanto mi aspettassi e sotto si sentivano i muscoli guizzanti. Poi ho visto la ferita. Era sulla zampa anteriore, appena sopra lo zoccolo. Mi è mancato il fiato un’altra volta. Il cerbiatto ha sollevato di nuovo il muso ricominciando ad agitarsi. – Cosa c’è? – ho esclamato. Poi ho sentito dei passi e ho visto il nonno: – Nonno, nonno, svelto, aiutaci! Senza esitare il nonno ha sollevato Bambi fra le braccia. Mezz’ora dopo eravamo al casale: il veterinario sarebbe arrivato in un baleno!

DOPO

aver ascoltato La bambina ha dato un soprannome al sentiero. Ricordi quale? E perché?

M. Bonetti, Il diario di Martina, Mondadori

i l ’ o r a dI A MPAT

Se hai ascoltato bene il brano, avrai notato la delicatezza con cui la bambina si è avvicinata al cerbiatto: prima gli sussurra qualche parola, poi canticchia sottovoce, si avvicina e, infine, lo accarezza dolcemente e a lungo... Così il cerbiatto si è fidato di lei e si è rilassato. Pensi sia importante scegliere il modo giusto per entrare in relazione con gli altri? Ti è capitato di conquistare la fiducia di qualcuno con i gesti giusti? Racconta. Quali possono essere i gesti che generano fiducia? Continua tu.

E

Un sorriso, una mano sulla spalla,

APPROFONDIMENTO IN GUIDA

La bambina rimane senza fiato per due volte: la prima quando vede il cerbiatto… e la seconda?

A te piace fare passeggiate nei boschi o in altri ambienti naturali? Ti è mai capitato di incontrare qualche animale o di vivere un’esperienza particolare nella natura? Racconta.

119


natura amica mia

LA SERRA – Entriamo nella serra – disse Boka ansante. E con una spinta aprì la porta, che per fortuna non era chiusa a chiave. Vi entrarono tutti e tre e si nascosero sotto i cipressi. Fuori era silenzio. Sembrava che gli inseguitori avessero perduto le loro tracce. I tre ragazzi si riposarono un poco. Il loro sguardo osservava la strana costruzione col tetto e coi muri di vetro, attraverso i quali passava la debole luce misteriosa della città. Quella serra era davvero bella e interessante. Nelle grosse ceste dipinte di verde crescevano le piante dal tronco grosso e dalle foglie larghe. In una di quelle più grandi fiorivano le felci e la mimosa. Verso la cupola della serra si elevavano le piante dal fogliame a ventaglio o altre piante. Tutto quell’insieme dava l’impressione di un boschetto tropicale. C’era anche la vasca dei pesci rossi e, vicino a essa, una panchina. Tutta la serra era impregnata del profumo forte e soffocante dei fiori. Sul pavimento continuavano a cadere grosse gocce d’acqua – la serra era riscaldata a vapore – che producevano uno strano rumore cadendo sulle foglie delle palme. I tre ragazzi avevano l’impressione che fra tutte quelle piante tropicali vivesse qualche bestia selvaggia che si aggirava silenziosamente tra le grandi piante. F. Molnár, I ragazzi della via Pál, Einaudi

COMPRE NDO il testo

ANAL IZ ZO

il testo

Sottolinea nel testo le sequenze descrittive.

120

Indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Tre ragazzi entrano in una serra. I tre ragazzi entrano nella serra per fare acquisti. La serra ha tetto e pareti di vetro. Le piante sono interrate in ceste dipinte di verde. Nella vasca ci sono delle trote e dei pesci gatto. La serra è riscaldata a vapore. Tra le piante tropicali si aggira una bestia feroce.

V F V F V F V F V F V F V F


natura amica mia

IN MONTAGNA Di certo, se hai trascorso le vacanze in montagna, ti sarà capitato di rimanere a bocca aperta davanti a un panorama mozzafiato, un paesaggio incantevole, ricco e vario. I paesaggi di montagna possono essere dolci e ridenti o selvaggi e maestosi: prati immensi di un verde brillante e fiori di migliaia di tinte diverse, su cui le api fanno a gara per posarsi. Svettano alberi dalle fitte chiome che sembrano giocare con i raggi del sole, creando contrasti di luci e ombre e, tra i cespugli carichi di golosi frutti di bosco, luccica l’acqua di un ruscello, che salta sui ciottoli, si precipita e corre, come se avesse una gran fretta di raggiungere la valle per riposarsi. Il profilo azzurrino delle catene più alte si staglia all’orizzonte con le cime perennemente innevate, come se del lungo mantello bianco che le ricopre durante l’inverno fosse rimasto solo il cappuccio. D. Garozzo, L. Tassi, In montagna, De Agostini

ANAL IZ ZO

il testo

Nel brano sono presenti molti aggettivi qualificativi. Scrivi quelli usati per ogni elemento. Paesaggio: Paesaggi di montagna: Prati: Profilo: Mantello: Indica con una o più X. Un vento “gelido” è un dato:

tattile.

Quali sensazioni provi leggendo il brano? Tristezza. Serenità. Armonia.

visivo.

olfattivo.

Stupore.

Rabbia. viaggio nella legalità

pag 122

121


o i g g a i v nella

e g a l L ità

Che cosa significa la parola ACCOR DO? Vuol dire essere in armonia di sentimenti e cose. Andare d’accord o è il primo passo per stare bene insieme.

Leggi il testo della canzone.

Questa canzone racconta di un foglio di carta che si riempie di persone, cose e luoghi dipinti ad acquerello, in cui tutto è in armonia.

Sopra un foglio di carta Lo vedi il sole è giallo Ma se piove due segni di biro Ti danno un ombrello. […] Verso il mare a volare e il mare È tutto blu E una nave a navigare ha una vela Non di più Ma sott’acqua i pesci sanno dove andare Dove gli pare non dove vuoi tu. E il cielo sta a guardare E il cielo è sempre blu C’è un aereo lassù in alto E l’aereo scende giù. […] Sopra un foglio di carta Lo vedi chi viaggia in un treno Sono tre buoni amici che mangiano e Parlano piano Da un’America all’altra è uno scherzo Ci vuole un secondo Basta fare un bel cerchio Ed ecco che hai tutto il mondo. […] Toquinho, M. Fabrizio, V. de Moraes, G. Morra, Acquarello

122


EDUCAZIONE CIVICA Contribuisci anche tu a rendere più bello e ricco l’acquerello della canzone. Rileggi bene il testo, poi disegna e colora i particolari che mancano.

123


natura amica mia

TESTO DESCRITTIVO

Il TESTO DESCRITTIVO di un AMBIENTE evidenzia le CARATTERISTICHE dei luoghi e degli ELEMENTI presenti. La descrizione è spesso organizzata secondo un ORDINE SPAZIALE, cioè seguendo la collocazione degli elementi nello spazio.

ANAL IZ ZO

il testo

Nel testo vengono descritti la casa, il sentiero, il giardino, i terreni intorno e il soggiorno. Sottolinea con i colori indicati le parole usate per descrivere i vari luoghi. Nella descrizione, quale ordine ha seguito l’autore? Dall’interno all’esterno. Dall’esterno all’interno.

ANACAPRI (dal greco ana = “sopra”) è uno dei due Comuni in cui si divide il territorio dell’isola di Capri. Si estende sul fianco settentrionale del monte Solaro, a 275 metri circa sul livello del mare. L’altro Comune dell’isola è Capri.

124

IL GIARDINO DI ANACAPRI Avevo casa mia, in alto, ad Anacapri. Una piccola casa umida, immersa nel silenzio, alla fine di un lungo e stretto sentiero di frutta che pure mi apparteneva. Limoni, prugne, uva, pesche, noci, fichi. Un bellissimo albero di albicocche ombreggiava la facciata della casa. Si potevano prendere i frutti allungando una mano dalla finestra. Dal giardino si vedeva il mare. L’aria era così leggera e, quando pioveva, la terra bagnata sprigionava un odore indimenticabile e raro per chi, come me, vive in città e non saprebbe vivere altrove. Tutto intorno non vi erano prati all’inglese verdi e compatti come tappeti, ma orti e vigne, boschi e limoni, nespoli e persino un melograno che, dalla proprietà confinante, protendeva un ramo verso il mio giardino. Il ramo di melograno si vedeva anche dall’interno, dalla finestra del soggiorno, una stanza piccola con le pareti di pietra e un largo caminetto che faceva fumo non appena si accendeva. U. Pirro, Mio figlio non sa leggere, Rizzoli


AMBIENTE

natura amica mia

il TESTO DESCRITTIVO (AMBIENTE) è attraverso

un testo che descrive con le parole l’aspetto di un ambiente

• dati sensoriali • dati statici, di posizione • dati dinamici, di movimento • aggettivi • paragoni fornendo informazioni su

PRESENTAZIONE • come si chiama • dove si trova ASPETTO • come si presenta all’aperto • al chiuso

utilizza

la descrizione soggettiva ricorrendo ad aggettivi, paragoni, immagini che suscitano emozioni, impressioni e stati d’animo personali la descrizione oggettiva ricorrendo ad un linguaggio specifico, senza inserire riflessioni personali

organizzata con ordine spaziale: • dall’alto verso il basso e viceversa • da destra verso sinistra e viceversa • da vicino a lontano e viceversa

laboratorio di scrittura ● pag 80

125


natura amica mia

TESTO DESCRITTIVO

Per arricchire la descrizione di un ambiente si utilizzano i DATI SENSORIALI visivi, uditivi, olfattivi, tattili e gustativi.

ARRIVO ALL’ISOLA DI FAVIGNANA Il barcone entrava lentamente nel piccolo porto, sfilando lento tra le barche in transito. Sulla punta dei piedi, con le braccia appoggiate alla ringhiera, Alice guardava incantata quel regno abbagliante di luce e di colori, così diverso dal mondo urbano che conosceva. Una brezza leggera e calda le accarezzava i lunghi riccioli di rame. I pescherecci beccheggiavano lungo i moli tendendo le cime coperte di sale, come cavalli di legno, impazienti di prendere il largo. Si udiva lo sciabordìo dell’acqua contro gli scafi bianchi e azzurri. L’odore del mare si mischiava a quello della terra e al profumo dell’elicriso. Alice non vedeva l’ora di scendere a terra per esplorare quello strano paese, sgambettando sui moli e tra i vicoli assolati. Il traghetto si accostò alla banchina e iniziò le manovre di attracco; dai ponti saettarono le cime di lancio, mentre l’acqua turbinava alzando nuvole di sabbia. – Ci siamo – disse il papà facendole una carezza sulla testa. – Prepariamoci a scendere. Schiacciati tra i passeggeri e le valigie percorsero la scaletta e sbarcarono finalmente sull’isola di Favignana. T. Bruno, Il ritorno del gatto Codabianca, Nord-Sud Edizioni

SCOPRO nuovi significati beccheggiare: oscillare elicriso: pianta aromatica con fiori gialli

ANAL IZ ZO

il testo

Accanto a ogni espressione usata dall’autore scrivi di che tipo di dato si tratta. “Quel regno abbagliante di luci e di colori.” “Una brezza leggera e calda.” “Lo sciabordìo dell’acqua.” “Al profumo dell’elicriso.” Nel brano ci sono altri dati sensoriali, sottolineali con colori diversi.

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AMBIENTE

TEMPORALE Un pomeriggio dei nuvoloni scuri lentamente invasero il cielo. All’improvviso ci fu un lampo accecante e gli uccelli del bosco, spaventati, volarono a rifugiarsi nella siepe. Subito dopo, un tuono fortissimo rimbombò tra le nubi facendo scappare nelle tane i conigli impauriti. E poi, che acquazzone! Prima enormi gocce incresparono la superficie dello stagno; quindi ci fu un vero diluvio di gocce più piccole che cadevano con scrosci sempre più violenti. Il vecchio rospo strisciò fuori dal suo riparo sotto una pietra e rimase sotto la pioggia, aprendo e chiudendo la bocca felice, mentre l’acqua gli scorreva sul dorso. Il riccio cercò un angolo riparato e si appallottolò disgustato: non gli piaceva sentire la pioggia sulle spine, gli faceva il solletico. Presto un odore penetrante si levò dai campi e dalla siepe: l’odore della terra bagnata. Gli animali lo annusavano e lo trovavano delizioso mentre ascoltavano il mormorio, il fruscio, il picchiettio, il gorgoglio della pioggia!

natura amica mia

La descrizione può essere organizzata seguendo la SUCCESSIONE TEMPORALE DEGLI AVVENIMENTI e spiegando i cambiamenti che questi determinano.

A. Hromadzic, I lupi di pietra, Fabbri

ANAL IZ ZO

il testo

Collega ogni momento della descrizione con il corrispondente cambiamento.

Un pomeriggio

un tuono fece scappare i conigli.

All’improvviso

arrivò l’acquazzone.

Subito dopo

un diluvio di gocce più piccole.

E poi

un lampo spaventò gli uccelli, che volarono via.

Prima

un odore penetrante si levò dai campi.

Quindi

nuvole scure invasero il cielo.

Presto

caddero enormi gocce.

Nell’ultima parte del brano, sottolinea con i colori indicati i dati uditivi, quelli visivi, quelli olfattivi e quelli tattili.

127


natura amica mia

TESTO DESCRITTIVO

La descrizione di un ambiente è SOGGETTIVA se è arricchita da AGGETTIVI, PARAGONI, IMMAGINI che possono suscitare EMOZIONI, IMPRESSIONI PERSONALI.

NELLA FORESTA Se non fosse per il freddo intenso la giornata sarebbe stupenda. Il sole che filtra tra i rami dei faggi e dei larici non mitiga certo l’aria pungente di questo rigido gennaio. I raggi si riverberano sul suolo innevato; il vento forte di ieri lo ha modellato in creste e lame che ora brillano al sole. Il torrente che scorre fra i cespugli di rododendri è gelato, ma sotto il ghiaccio si sente ancora un piccolo rigagnolo. Nella foresta c’è un larice molto grande, più vecchio degli altri. Ai suoi piedi la neve è spruzzata di aghi color giallo, caduti dai rami. Tra gli aghi ci sono tante piccole impronte: appartengono ai fringuelli che cercano il cibo e che, infreddoliti, arruffano le piume fino a somigliare a piccole palle. Ma ci sono anche le impronte della lince, che ha i piedi più grossi e si muove sulla neve senza sprofondare. Più in basso, tra le radici affioranti del larice e un masso che taglia di traverso il pendio, scopriamo una tana. Lì dentro un’orsa ha partorito due piccoli. A. Bertino, F. Valla, L’orso e gli animali della foresta, De Agostini Ragazzi

COMPRE NDO il testo Completa. La giornata non è stupenda solo perché La luce del sole filtra I raggi del sole Il torrente gelato scorre tra La neve è spruzzata di I fringuelli infreddoliti A che cosa vengono paragonati i fringuelli?

SCOPRO nuovi significati riverberano: riflettono la luce e il calore

128

Scopri le informazioni implicite: in quale stagione siamo? P rimavera. Estate. Autunno. Inverno. Sottolinea nel brano le parole e le frasi che te lo fanno capire. Secondo te, questa descrizione è:

soggettiva.

oggettiva.


AMBIENTE

SULLA SPIAGGIA Dove la terra incontra il mare ci sono diversi ambienti costieri e diverse piante. Se ti trovi sulla linea dell’alta marea su una spiaggia sabbiosa e guardi verso il mare, noterai che le piante non crescono sulla sabbia umida, le onde le sradicherebbero subito. Tuttavia sulle rocce esposte vedrai crescere le alghe. Se poi ti giri verso la spiaggia, vedrai delle erbe, la prima linea della comunità delle piante sulla terraferma. I loro lunghi gambi sotterranei e i ciuffi resistenti le assicurano alla sabbia e impediscono loro di essere soffiate via dal vento. Dietro le erbe le dune diventano più stabili, dato che le radici delle piante resistenti al sale e al vento hanno una presa salda. Oltre a queste piante basse, foreste di alberi crescono sul terreno sabbioso.

natura amica mia

La descrizione di un ambiente è OGGETTIVA se il LINGUAGGIO usato è SPECIFICO e non vengono inserite riflessioni personali.

Enciclopedia dei ragazzi, La Terra, vol 2, Rizzoli Junior

ANAL IZ ZO

il testo

Completa lo schema scrivendo quali piante crescono in ogni ambiente costiero. sabbia umida rocce esposte spiaggia dune terreno sabbioso Secondo te, questa descrizione è:

oggettiva.

soggettiva.

129


natura amica mia

SCOPRO nuovi significati urbano: di città prototipo: modello originale, primo esemplare di una serie di realizzazioni successive

COMPRE NDO il testo Quali sono i vantaggi dell’agricoltura verticale per l’ambiente? Sottolineali nel testo.

EDUCAZIONE CIVICA Questo tipo di agricoltura rientra nel più ampio discorso dello sviluppo sostenibile e del consumo a km 0. Sai di che cosa si tratta? Discutine in classe.

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AGRICOLTURA IN CITTÀ Non sarebbe fantastico se le grandi città potessero coltivare il loro cibo? In realtà non è un’idea così folle... L’agricoltura di città sta “germogliando” in posti incredibili: negli spazi non costruiti e sui balconi spuntano pomodori, piselli, zucche e altri vegetali. Lungo i binari abbandonati, nei giardini e nei cortili delle case fioriscono mele, pesche e prugne. E ormai si vedono spuntare giardini urbani ovunque! Perché fermarsi al suolo quando si possono far crescere un sacco di cose anche sugli edifici? Studenti e volontari coltivano vegetali sul tetto del campus all’Università di Montréal, in Canada, e ciò che producono viene usato per un servizio di pasti a domicilio. Tetti ricoperti di terra e piante stanno diventando piuttosto comuni in molti Paesi europei. Coltivare in città è difficile, perché bisogna trovare abbastanza spazio per farlo. Non è lontano il giorno in cui i grattacieli diventeranno fattorie verticali in grado di fornire raccolti per tutto l’anno. Gli scienziati hanno progettato dei prototipi per un palazzo-fattoria di trenta piani, in cui potrebbe crescere abbastanza cibo per sfamare in un anno 50 000 persone! L’agricoltura in città è importante anche per altri motivi: – aiuta a ridurre l’anidride carbonica e i gas serra; – assorbe l’acqua dei temporali; – isola i muri dei palazzi sia dal caldo che dal freddo, con un bel risparmio energetico; – i tetti verdi e i muri pieni di vita ospitano animali come farfalle, maggiolini e uccelli; – infine, è molto più bello vivere in una città allegra e con tanti muri colorati! Certo, ci vorrà un sacco di tempo prima di trasformare le nostre città in orti e foreste, ma le cifre sono confortanti: ormai sono centinaia di milioni gli orti urbani coltivati nel mondo... e il numero cresce ogni giorno! Coltivando le erbe aromatiche sul davanzale della finestra o i pomodori sul balcone di casa, imparerai ad amare le piante e ti renderai conto che quasi ogni spazio può diventare uno spazio verde. E. Kelsey, Buone notizie dal pianeta Terra, Editoriale Scienza


COMPITO

di

REALTÀ

L’ORTO IN CLASSE Dopo aver lavorato sulla pagina precedente, l’insegnante lancia un’idea: – E se facessimo anche noi un orto? L’idea piace a tutta la classe.

1a fase

2a fase

Discutete sulla scelta del luogo che diventerà l’orto di classe: un angolo del giardino o dei vasi con terriccio da disporre in sicurezza sui davanzali delle finestre dell’aula...

Una volta scelto il luogo, dividetevi in due gruppi: u n gruppo procurerà gli attrezzi indispensabili (vanga, rastrello, paletta...); u n gruppo, guidato da un esperto (un parente, un rivenditore...), si occuperà dell’acquisto dei semi e delle piantine da interrare o travasare.

3a fase Scegliete la data di inizio lavori e procedete alla semina o alla piantumazione, con la partecipazione di tutti e tutte. Poi, date una prima innaffiatura e, se possibile, documentate con foto.

4a fase A turno, almeno due volte a settimana, innaffiate le piantine e togliete le erbacce.

5a fase Continuate a fotografare l’orto per documentare la crescita delle piantine e tenete un diario in cui registrare i cambiamenti.

Se tutto va per il meglio, arriverà il momento in cui si potranno gustare i prodotti del “vostro orto”.

Buon appetito!

com'è andata? NON HO AVUTO PROBLEMI

HO AVUTO BISOGNO DI QUALCHE AIUTO

HO INCONTRATO DIFFICOLTÀ

Partecipare alle conversazioni: ascoltare e parlare. Lavorare insieme agli altri. Trovare strategie per risolvere problemi. Prendere decisioni.

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GLI AMBIENTI NELL'ARTE

A T S I T IO AR Sullo sfondo

Dentro il quadro

Il dipinto “Barche in mare”, del famoso artista olandese Vincent van Gogh, è stato realizzato con colori ad olio utilizzando la tecnica a impasto: il colore viene distribuito sulla tela in grandi quantità in modo da rendere visibili i segni delle pennellate. Questa tecnica permette di mettere in evidenza i giochi di luce.

Il cielo trasmette una sensazione di

Vincent van Gogh, Barche in mare, 1888

Al centro

In primo piano

cegli un ambiente S naturale (prato, pascolo, lago…) e prova a dipingerlo usando la stessa tecnica di van Gogh. Scegli poi un elemento particolare tipico del luogo (albero, baita, pastore…) e inseriscilo nel tuo dipinto.

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Il mare trasmette una sensazione di

VINCENT VAN GOGH (1853-1890) è stato un famoso pittore olandese, che ha lavorato molto in Francia. Nei suoi dipinti usa pennellate di colore come tante “linguette” che si affiancano l’una all’altra, dando potenza al soggetto rappresentato.


ANIMALE

IL BOA DELLA ROSA Esce da un ciuffo d’erba che lo aveva nascosto durante il caldo. Attraversa i viali di sabbia con grandi ondulazioni. Si guarda bene dal fermarsi e, finito nell’orma di uno zoccolo del giardiniere, per un momento si crede perduto. Giunto alle fragole, si riposa, alza il naso a destra e a sinistra per annusare: poi riparte e, sotto le foglie, sa ormai dove va. Che bel bruco grasso, punteggiato d’oro e con gli occhi neri! Guidato dall’olfatto, si dimena e si aggrotta come un sopracciglio folto. Si ferma al fondo di un rosaio. Con quelle fibbie sottili tasta la scorza ruvida, muove di qua e di là la testina e si decide ad arrampicarsi. E questa volta sembra che divori faticosamente tutta la lunghezza del cammino, inghiottendolo. In cima al rosaio, sboccia una rosa dal colorito pallido ed educato. Lascia salire sullo stelo il bruco, lo accoglie come un regalo e, prevedendo che stanotte sarà freddo, è ben contenta di mettersi un boa al collo. J. Renard, Storie naturali, Einaudi

natura amica mia

Il TESTO DESCRITTIVO di un ANIMALE evidenzia le sue CARATTERISTICHE FISICHE e COMPORTAMENTALI.

COMPRE NDO il testo Di chi si parla? Dove termina il suo viaggio? Che cosa rappresenta per la rosa?

ANAL IZ ZO

il testo

Nel testo è presente una sequenza descrittiva dell’animale: riquadrala di rosso. “I bruchi a volte si sollevano muovendo la loro testa in qua e in là, mentre per avanzare assumono la forma di una grotta”. Sottolinea nel brano la frase che ti spiega questo comportamento.

133


natura

TESTO DESCRITTIVO

amica mia

il TESTO DESCRITTIVO (ANIMALE) è attraverso

un testo che descrive con le parole l’aspetto e il carattere di un animale

• dati sensoriali • dati statici, di posizione • dati dinamici, di movimento • aggettivi • paragoni fornendo informazioni su PRESENTAZIONE • chi è • come si chiama • quanti anni ha • dove vive

utilizza

la descrizione soggettiva ricorrendo ad aggettivi, paragoni, immagini che suscitano emozioni, impressioni e stati d’animo personali la descrizione oggettiva ricorrendo ad un linguaggio specifico, senza inserire riflessioni personali

organizzata ASPETTO FISICO • corporatura • parti del corpo CARATTERE • personalità • temperamento COMPORTAMENTO • abitudini • gusti • preferenze 134

laboratorio di scrittura ● pag 88

in modo logico: dal generale al particolare e viceversa


ANIMALE

LA GAZZELLA

natura amica mia

Nella DESCRIZIONE OGGETTIVA di un animale l’autore usa un LINGUAGGIO SCIENTIFICO. Nella DESCRIZIONE SOGGETTIVA l’autore usa un linguaggio ricco di AGGETTIVI e PARAGONI e inserisce le sue IMPRESSIONI PERSONALI.

Le gazzelle sono agili rappresentanti del gruppo delle antilopi, diffuse nelle steppe erbose e nelle aree semidesertiche di un’ampia fascia dell’Africa settentrionale e orientale. Sono essenzialmente erbivore. Hanno un’altezza al garrese variabile da 50 a 110 cm e possono presentare corna in entrambi i sessi o solo in quello maschile. Se ne conoscono 13 specie, di cui la più nota è quella di Grant. In essa il maschio ha corna lunghe fino a 80 cm, la femmina ha le corna più brevi, lunghe fino a 40 cm. Vive in gruppi poco numerosi. La femmina partorisce di regola 1 o 2 piccoli per volta, occasionalmente 3 o 4. A. Minelli, Il grande dizionario illustrato degli animali, Giunti Junior

L’ASINELLO Come era bello Martino. Non v’era un asino più bello di lui. Aveva le orecchie lunghe e il pelo scuro, ma la pancia era cenere, e anche l’estremità del muso, morbida a toccarsi. E aveva gli occhi grandi, che raccoglievano un piccolo universo pieno di colori. Con lui si poteva discorrere, perché capiva. Non capiva tutto, ma capiva e veniva a spingermi con la testa sulla spalla quando aveva voglia di giocare oppure non mi dava retta, se aveva voglia di mangiare. Io cercavo l’erba più grassa per Martino. Mi fermavo e lo lasciavo pascolare a piacere. E lui guardava, sembrava quasi con riconoscenza. Si metteva a strappare l’erba con le labbra, ma se c’era un fiore gli girava intorno senza mangiarlo, perché sapeva che i fiori mi piacevano.

SCOPRO nuovi significati garrese: parte del corpo compresa tra collo e dorso

ANAL IZ ZO

il testo

In entrambi i brani sottolinea le espressioni che ti fanno capire che cosa pensa l’autore dell’animale descritto. Poi rispondi. Hai sempre potuto farlo? Sì. No. Sottolinea i titoli come indicato: descrizione oggettiva, descrizione soggettiva.

G. Berto, Il Brigante, Bur

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natura amica mia

TESTO DESCRITTIVO

La descrizione di un animale viene spesso arricchita usando DATI SENSORIALI e descrivendone ATTEGGIAMENTO e MOVIMENTI.

L’ULTIMO LUPO C’era qualcosa di diverso nell’aria. Non era odore di alberi, di erba, di fiori. Era un’altra cosa. Era un odore selvaggio. Odore di lupo. Enzo guardò: un buco nella roccia. Doveva essere una caverna. Adagio allungò il braccio, scostò i rami. Vide il lupo. Non pensò più a nulla. Ebbe un impulso di fuga che svanì subito. Non respirò. Non ebbe né paura né sorpresa. Nulla. Restò a fissare quegli occhi tondi e gialli. E quegli occhi risposero al suo sguardo. Il lupo giaceva sul terreno della caverna su un fianco, le zampe in avanti, in un atteggiamento di infinita stanchezza: ansimava e dalla bocca socchiusa usciva la lunga lingua rosea: guardava il ragazzo con occhi grandi e liquidi. Non un ringhio, da quelle fauci rosse. Non un agitarsi di quella forte coda. M. Milani, L’ultimo lupo, Piemme Junior

ANAL IZ ZO

il testo

Qual è l’animale di cui si parla nel brano? Come viene definito dall’autore il suo odore? In quale posizione si trova all’interno della caverna? Quale suono non emette? Quale movimento non compie? Sottolinea i dati visivi con cui l’autore descrive gli occhi del lupo, la bocca, la lingua, le fauci.

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natura amica mia

IL VOLPACCHIOTTO FELICE Verso la fine del pomeriggio papà e io ci siamo accorti che dietro alla casa, vicino al pollaio, c’era una volpe. Era un volpacchiotto piccolo e magro, sembrava un cagnolino rossiccio. Aveva un musetto simpatico e due occhi lucidi, vispi, che esprimevano tanta furbizia. La folta coda si muoveva con eleganza. Si è fermato a pochi metri da noi. Avrei voluto accarezzarlo, ma il papà non me l’ha permesso. – È un animale selvatico – ha detto, – non gli farebbe piacere. Allora papà gli ha gettato dei pezzettini di pane; il volpacchiotto guardava il cibo con sospetto, si avvicinava e poi si tirava subito indietro. Alla fine allungava il muso, afferrava il boccone e balzava subito a distanza. – Forte! – ho esclamato meravigliata. Sono rimasta un bel po’ a guardare il volpacchiotto che continuava a ballare avanti e indietro e a rubare un bocconcino alla volta. Quando si è sentito sazio, ci ha guardati tutti e due, come per salutarci, poi si è girato e si è diretto verso il fiume. Io e papà abbiamo chiamato quella volpe Felice, perché quando ha avuto la pancia piena, ha arricciato il muso in maniera buffa, mostrando una fila di denti sani, forti e bianchissimi: sembrava che ridesse soddisfatto. – È davvero un animale simpatico! – ho detto tutta contenta. – Sì, finché non mangia le mie galline! – ha aggiunto papà sorridendo. S. Bordiglioni, Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, Edizioni EL

COMPRE NDO il testo Trova le informazioni implicite. Indica con X. Nel brano, insieme al papà c’è: u n bambino. u na bambina. Sottolinea nel testo le parole che lo fanno capire. Perché papà non vuole che si accarezzi il volpacchiotto?

Perché il volpacchiotto viene chiamato Felice?

ANAL IZ ZO

il testo

Sottolinea nel testo di rosso la descrizione dell’animale e di verde come si muove.

137


natura amica mia

ANAL IZ ZO

IL BARBAGIANNI

il testo

Nel testo, sottolinea: di verde le parti dove è descritto fisicamente il barbagianni; di blu le parti dove è descritto il comportamento del barbagianni; di rosso le parti dove è descritto l’ambiente in cui vive il barbagianni.

138

La prima volta che ho visitato la casa diroccata era una chiara mattina di maggio. Nell’ultima stanza, buia come tutte le altre, ho alzato gli occhi alle travi del soffitto e ho sussultato per lo spavento: un grande uccello biancorosa, dal becco adunco e dal piumaggio folto e morbidissimo, volteggiava sopra le nostre teste senza il minimo fruscio. Girava in tondo con maestosa eleganza e, quando ha imboccato una stretta finestra, ho seguito il suo volo verso il folto del bosco nella luce piena del mezzogiorno. Era un rapace notturno stanato dalla sua dimora abituale dalla nostra presenza. Chi era il grande uccello bianco? L’ho cercato nelle descrizioni degli uccelli: non era un gufo, non era una civetta. Era un barbagianni, inquilino di campanili, soffitte, ruderi: lunghezza quaranta centimetri, apertura alare novanta, piumaggio color giallo rossiccio sul dorso, disco facciale e ventre candidi. A causa dell’oscurità e, più ancora, della mia posizione, avevo potuto vedere solo la parte inferiore bianca del corpo e delle ali, e quando si era slanciato dalla finestra, la luce del sole gli aveva conferito quel colore bianco rosato. Sul manuale, l’uccello fotografato era ritto in piedi ad ali chiuse con zampe robuste e artigli affilati. Sembrava tutto testa, tanto questa era sproporzionata rispetto al corpo; la faccia era a forma di cuore, pensierosa e triste, da bambino infelice, il becco piantato nel mezzo come un naso. Stupefacenti gli occhi rotondi, brillanti e immobili, disposti in posizione frontale, come i nostri. Dal manuale ho imparato che i grandi occhi dei predatori notturni servono a vedere le prede nel buio, e il collo che ruota all’indietro mentre il corpo resta fermo permette di esplorare una bella porzione di territorio. Il barbagianni ha udito finissimo che gli consente di percepire persino il lieve zampettio di un topolino che corre nell’erba e di piombargli addosso alle spalle senza che nemmeno se ne accorga. E. Gianini Belotti, Voli, Feltrinelli


natura amica mia

RIFIFÌ Altro membro della nostra famiglia era Rififì, un gatto tutto nero e lustro, che aveva due specialità. Una era quella di lavarsi con l’acqua dei rubinetti, come una persona, bagnandosi a più riprese la mano, sì la zampa, e con questa massaggiandosi attentamente in ogni parte del corpo. Quando poi pioveva, andava subito in giardino e si comportava come un uomo sotto la doccia. L’altra sua specialità era la caccia. Una mattina, poco dopo mezzogiorno, io ero in cucina e mia figlia era appena tornata da scuola, quando me la vidi comparire davanti, con il suo paltoncino blu con il cappuccio, il naso in su e le guance un pochino più rosse del solito. Disse in tono polemico: – Cosa sarebbe quel topo morto nella mia stanza? Era un topo morto. Piuttosto grosso. Rififì, rientrato dal giardino, gli stava girando intorno dandosi delle arie, evidentemente in attesa di lodi. Gliele facemmo. Poi buttammo via il topo. Non fu esattamente un’operazione piacevole prima di colazione! Quando però trovavamo in bocca a Rififì vittime ancora vive, ingaggiavamo lotte selvagge per liberarle, specie se si trattava di uccelli. lo accarezzavo Rififì e gli facevo gravi discorsi circa l’iniquità della sopraffazione dell’animale sull’animale; lui sbatteva lentamente le palpebre, non si capiva se per apprezzamento o sonno, poi di colpo si metteva a ronfare e a rotolarsi sull’erba. Era un gatto molto simpatico. Assassino, ma simpatico.

SCOPRO nuovi significati iniquità: cattiveria

COMPRE NDO il testo Chi è Rififì? Quali sono le sue due specialità?

Che cosa fa dopo aver ascoltato i discorsi sul comportamento animale fatti dal suo padrone?

B. Gasperini, Una donna e altri animali, Rizzoli

DE BA TE ! Rififì è certamente un gatto simpatico, ma ha dei comportamenti che potrebbero non far apprezzare la presenza di animali in casa. Tu che cosa ne pensi? Aprite una discussione in classe sull’argomento: ANIMALI IN CASA SÌ.

ANIMALI IN CASA NO. APPROFONDIMENTO IN GUIDA

139


verso le prove

INVALSI

PICCOLE SCOPERTE

5

10

15

20

25

30

Neftalì esplorò la grande foresta per tutto il pomeriggio, fino a quando non arrivò in una piccola radura dove si ergeva un altissimo pino. Guardando in su si chiese che cosa avesse mai visto quella cima. L’albero nascondeva forse nei suoi rami nodosi tutti i segreti della foresta? Sapeva anche che cosa avrebbe fatto Neftalì da grande? Perlustrando il terreno intorno alla base del tronco, trovò qua e là alcune pigne, chiuse come un pugno. Cercando meglio ne scovò una aperta con perle di linfa su ogni squama. Sollevandola con entrambe le mani, ne ammirò la bellezza. Poi guardò il grande albero che gli aveva donato quel prezioso tesoro con un sentimento di profonda gratitudine. – Grazie – sussurrò. Qualcosa si mosse tra i rami. Neftalì scrutò tra le fronde, ma vide soltanto un sussulto delicato degli aghi nella brezza gentile. Aspettò, e il movimento si ripeté. Un’aquila sedeva su un ramo alto e lo fissava. Neftalì non si mosse, per paura di spaventarla. La vide voltare la testa da una parte all’altra, come se si godesse lo spettacolo della foresta, poi lisciarsi le piume e scrollarsi. Quindi, con l’eleganza di una ballerina, aprì le ali e, mettendo in mostra il piumaggio bianco della pancia, prese il volo. Neftalì rimase a guardarla fino a quando non riuscì più a distinguerla. Avrebbe tanto voluto raccontare a qualcuno dell’aquila e della pigna. Avrebbe tanto voluto condividere tutto quello che aveva visto con un amico, qualcuno a cui poter stringere la mano per l’eccitazione, qualcuno con cui parlare senza balbettare. Lo desiderava con tutto se stesso. P. Muñoz Ryan, P. Sís, Il sognatore. Storia del ragazzo che diventò Pablo Neruda, Mondadori Junior

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verso le prove

INVALSI

1

D ove è ambientato questo racconto? A In una piccola città. B In una radura in mezzo alla foresta. C In una grande radura. D In una foresta vicino al fiume.

2

hi è il protagonista del brano? C A Lo scoiattolo. B Neftalì. C L’aquila. D Il pino.

3

4

A che cosa pensa Neftalì guardando verso la cima del pino? A A quanto è alto il pino. B A quanti animali vi hanno trovato rifugio. C A ciò che il pino aveva potuto vedere. D A come fare per salire lassù. C he cosa significa il termine “Perlustrando” (riga 8)? A Guardare velocemente. B Lucidare molto bene. C Raccogliere le pigne. D Cercare con attenzione.

5

A che cosa somigliano le gocce di linfa sulla pigna aperta? A A diamanti. B A perle. C A gocce d’acqua. D A rubini.

6

N eftalì prova verso l’albero “un sentimento di profonda gratitudine” (riga 14). Vuol dire che prova: A una profonda tristezza. B una grande riconoscenza. C poca riconoscenza. D poca simpatia.

7

C he cosa vuole indicare la parola “sussulto” (riga 17)? A Un movimento leggero. B Un grido di paura. C La forza del vento. D La caduta degli aghi di pino.

8

L ’eleganza dell’aquila a chi la fa somigliare? A A una sirena. B A una pattinatrice. C A una ballerina. D A un’acrobata.

9

C he cosa manca molto a Neftalì? A Il nonno. B Un’amica. C Il papà. D Un amico.

10

ome si sente Neftalì? C A Molto solo. B Molto triste. C Spaventato. D Arrabbiato.

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“ Lo desiderava con tutto se stesso” (riga 33) vuol dire che: A N eftalì non era sicuro di desiderare un amico. B N eftalì desiderava molto restare solo con se stesso. C Neftalì desiderava moltissimo un amico. D N eftalì desiderava tanto trovarsi in un posto diverso.

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V O G LIA di comunicare PRIMA

di ascoltare

Sai chi è Harry Potter? Secondo te, che cosa avrà voluto dire l’autrice definendo “innamorata di Harry Potter” la protagonista? Che si è veramente innamorata di lui. Che è un’ammiratrice di questo personaggio. Che le piacciono molto le sue storie.

DURANTE l’ascolto

La protagonista decide di scrivere ben due lettere all’autrice delle storie di Harry Potter: nella prima fa una precisa richiesta, nella seconda una proposta. Quali? Ascolta con attenzione.

INNAMORATA DI HARRY POTTER Era una bambina innamorata di Harry Potter. A un anno aveva già letto il volume n. 1, a due anni il n. 2, a tre anni il n. 3, a 4 il 4, a 5 il 5, a 6 il 6 eccetera. Questa bambina, quando venne a sapere che la sua autrice J. K. Rowling (che tradotta sarebbe Giovanna Caterina Rolinga) si era stancata e voleva chiudere la serie, si arrabbiò molto. Prese carta e penna e scrisse: Cara Giovanna Caterina, sono una fan di Harry Potter, come la mia mamma, il mio papà, mio fratello eccetera, anzi molto di più. Ti scrivo per porti una domanda: ma ti dà di volta il cervello? Prima ci fai innamorare e poi vuoi smettere? Non si fa così, pentiti e mettiti subito al lavoro. Pentiti e scrivi. Non dovevi iniziare una storia a puntate, se ti piaceva cambiare. Ormai devi andare avanti come nelle serie TV. Aspetto una tua risposta urgente, grazie. Firmato: la bambina innamorata di Harry Potter (più di te che non lo ami più)

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Mentre aspettava la risposta, la bambina leggeva e rileggeva le sue pagine preferite, per esempio quelle dove c’è il serpente. Intanto, aspetta e aspetta, di risposte da Giovanna Caterina zero. E un giorno, al telegiornale, dissero che non sarebbero più usciti nuovi volumi. Allora la bambina innamorata di Harry Potter riprese carta e penna, e scrisse: Cara Giovanna Caterina, ti informo che le avventure di Harry Potter continueranno scritte da me con l'aiuto delle mie amiche. Poi ti manderemo una copia (anche se non lo meriteresti) perché, benché tu abbia deciso di abbandonarlo, è pur sempre tuo figlio.

DOPO

aver ascoltato Scrivi qual è la richiesta fatta nella prima lettera e qual è la proposta fatta nella seconda. Prima lettera

Firmato: una che vuole più bene a Harry di te Perciò, se in futuro troverete in libreria una nuova storia di Harry Potter, controllate bene il nome dell’autrice. Mi sa che non sarà Giovanna Caterina Rolinga.

Seconda lettera

V. Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi

RIFLETTO e DICO la MIA Hai mai scritto una lettera a una persona che non hai mai incontrato? In quale situazione?

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V O di GLIA comunicare

AMICI DI PENNA Ban Pong, Thailandia, 24 settembre

SCOPRO nuovi significati Confrontati con le compagne e i compagni per scoprire il significato dell’espressione evidenziata.

COMPRE NDO il testo Rispondi sul quaderno. Da dove scrive Shrimp? Come viene chiamato il suo Paese? Perché? Che cosa succede in Thailandia durante il periodo dei monsoni? Perché la bambina che scrive viene chiamata Shrimp?

Ciao mio carissimo amico di penna, sono io, Shrimp! Ecco le ultime notizie dalla Terra del Sorriso. Non lo sapevi che molti chiamano così la Thailandia? È perché i Thailandesi sono allegri, garbati e gentili. La notte scorsa qui a Ban Pong faceva davvero molto caldo ed era umidissimo. Oggi invece diluvia! Un gran temporale sta sganciando delle bombe di pioggia sul tetto di casa mia proprio ora. Fa un rumore così forte che quasi non riesco a sentire i miei pensieri! Sta piovendo tanto perché è il periodo dei monsoni. Piove per settimane e settimane, con solo qualche piccola interruzione umidissima, come l’altra notte. Ieri, mentre stavo andando a scuola con i miei fratelli, è venuta giù una pioggia così forte che ha allagato la strada! Prima ancora di accorgercene, eravamo immersi nell’acqua fino alle ginocchia. Beh, io veramente avevo l’acqua fino alla vita. Sono piuttosto piccola, ecco perché mi chiamano “Shrimp”, che in inglese vuol dire gamberetto... ma vuol dire anche “piccoletta”. Per fortuna l’acqua non era fredda. La nostra stagione delle piogge è mite e fa caldo. Ciao per ora, Shrimp M. Cox, Ban Pong, dove si mangiano le cavallette, Piemme Junior

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LETTERA

QUI LA FRETTA PROPRIO NON ESISTE FORMULA DI APERTURA

V O di GLIA comunicare

La LETTERA si usa per mandare un MESSAGGIO a persone lontane. In essa si indicano sempre il LUOGO da cui si scrive e la DATA. Si apre con una FORMULA DI APERTURA e si conclude con una FORMULA DI CHIUSURA e la FIRMA di chi scrive. Essaouira, 3 luglio

Cara Elenuccia, mi spiace molto che i tuoi non ti abbiano lasciata venire con me in Marocco, perché sicuramente io mi diverto più di te. Questo è un posto fantastico: non puoi avere idea di quanto sia bello. Noi siamo nella città vecchia, dentro le mura. E fuori c’è l’oceano: al confronto, quel mare che hai davanti a te è una pozzanghera. La mamma del mio amico Mohammed è simpaticissima. lo e lei ci facciamo certe risate! ln francese, naturalmente. Mi sta insegnando l’arabo e lei, che si chiama Aisha, dice che posso farcela. Adesso ti saluto perché è ora di andare a fare la spesa, che non è una cosa fastidiosa come da noi. Qui non ci sono supermercati e carrelli e tutti che si affannano a riempirli di roba il più in fretta possibile. Anzi: qui la fretta proprio non esiste. Mentre compri un po’ di semola e dieci grammi di zenzero, incontri un sacco di gente e fai due chiacchiere. Insomma, comprando poco o niente, passi la mattinata e ti diverti. Capisci che non posso perdermi la spesa? Ti abbraccio forte,

FORMULA DI CHIUSURA

Nonna

LUOGO E DATA

MESSAGGIO

FIRMA

A. Vivarelli, La nonna di Elena, Feltrinelli Kids

ANAL IZ ZO

il testo

Rispondi. Quando è stata scritta la lettera?

Dove?

hi scrive la lettera? C Chi la riceve? Perché la nonna ha scritto una lettera alla nipote? Per parlarle della vacanza in Marocco. Per informarla della nuova partenza. Che linguaggio ha usato? Serio e rispettoso. Semplice e familiare. Che tipo di lettera ha scritto? Formale. Informale.

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V O di GLIA comunicare

TESTO PERSONALE

la LETTERA con lo scopo di

è un testo personale

mettere in contatto persone lontane

che sono il mittente

il destinatario

chi scrive la lettera

chi riceve la lettera

strutturato in • l uogo e data in cui si scrive • formula di apertura • messaggio • saluti o formula di chiusura • firma di chi scrive

che può essere

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formale

il linguaggio è serio e rispettoso, perché il destinatario è una persona che non si conosce personalmente o con la quale non si è in un rapporto di confidenza

informale

il linguaggio è familiare, perché tra mittente e destinatario c’è un rapporto di affetto o amicizia

laboratorio di scrittura ● pag 96


LETTERA

AUGURI, PROFESSOR EINSTEIN New York, 19 maggio 1938 Egregio Professor Einstein, anche se nessuno di noi ha avuto la fortuna di incontrarla di persona, abbiamo sentito parlare così tanto di lei e del suo meraviglioso lavoro di scienziato e di matematico che la signora Bernstein, la nostra insegnante di matematica, ha fondato un club per i ragazzi interessati agli studi avanzati di matematica, scienze e argomenti simili e l’ha chiamato “Club Einstein”. Il club è nato soltanto quest’anno, ma conta già all’incirca diciassette membri, tutti molto entusiasti. Speriamo di poter proseguire con il club anche nella seconda parte dell’anno e di iniziare con l’astronomia. Ogni volta che sentiamo di un suo nuovo successo, ne discutiamo nei nostri incontri. È naturale che, frequentando ancora la scuola media, non sempre capiamo al volo le idee delle sue teorie, ma visto che siamo dei ragazzi piuttosto svegli, ci facciamo un’idea abbastanza chiara di molti punti con l’aiuto dei nostri insegnanti. Il nostro club si riunisce il mercoledì. Abbiamo scoperto che due giorni fa lei ha compiuto gli anni e perciò, anche se siamo in ritardo, speriamo davvero che abbia passato un buon compleanno e che ne festeggerà molti altri ancora.

V O di GLIA comunicare

Il LINGUAGGIO della lettera può essere semplice e confidenziale (INFORMALE) quando si scrive a qualcuno che si conosce, rispettoso e preciso (FORMALE) quando si scrive a qualcuno con cui non si ha confidenza.

ALBERT EINSTEIN (1879-1955) è considerato il più importante fisico del secolo scorso. Questa lettera gli è stata realmente scritta da un gruppo di ragazzi suoi ammiratori.

Rispettosamente, i membri dell’Einstein Club della Junior High School. A. Calaprice, Caro Professor Einstein, Archinto

ANAL IZ ZO

il testo

Completa. La lettera è stata scritta:

per fare gli auguri al professore.

per fargli conoscere il club.

La formula di apertura è: I ragazzi si rivolgono allo scienziato dandogli del:

“tu”.

“lei”.

La formula di chiusura è: Il linguaggio usato è quindi: La lettera è di tipo:

formale.

serio e rispettoso.

semplice e familiare.

informale.

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V O di GLIA comunicare

COMPRE NDO il testo Rispondi con X. Gabriel è: il mittente. un destinatario. Hagos è: il mittente. il destinatario. Hagos scappa: da una possibile guerra. da un lavoro che non gli piace.

EDUCAZIONE CIVICA Ogni giorno, in molte parti del mondo, ci sono persone che si spostano per raggiungere un Paese dove vivere una vita migliore. Hai sentito parlare di questo argomento? Che cosa ne pensi? Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.

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IN FUGA VERSO L’ITALIA Mio caro amato Gabriel, miei cari, lascio il Paese per raggiungere l’Italia. Perdonatemi se non ve ne ho mai parlato, se vi ho lasciato senza notizie, ma temevo di compromettere una “fuga” a cui penso da tempo. Sapevo che da un momento all’altro i militari sarebbero venuti a prelevarmi per mandarmi sui confini, in attesa di una possibile guerra. E se anche questa guerra temuta non avverrà – speriamo! – sarei dovuto restare chissà quanto tempo in quelle zone, perdendo il lavoro e nell’impossibilità di farmi una famiglia. Non voglio una divisa e un fucile, non voglio fare la guerra, uccidere giovani come me mai visti prima, o essere ucciso. La guerra di liberazione è durata trent’anni e, da Paese finalmente libero dalle tante oppressioni, dovremmo pensare, soprattutto, alla pace. Che è il bene più prezioso di tutti. lo amo la vita, amo immensamente il mio bellissimo Paese, che sono costretto a lasciare. Quando leggerete questa lettera, consegnata in segreto a Ribka, sarò già in Sudan, diretto ai luoghi d’imbarco. Amici fidati mi hanno aiutato, mi aiutano. So che tutto andrà bene, non preoccupatevi. Vi farò avere notizie. Vi abbraccio, grazie di tutto Hagos E. Dell’Oro, Dall’altra parte del mare, Il Battello a Vapore, Piemme


E-MAIL

CE L’ABBIAMO FATTA! L’INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA È COMPOSTO DA: IT = ITALIA NOME carla@tin.it VERO O INVENTATO TIN = SOCIETÀ @ (CHIOCCIOLA) = “AT” CHE GESTISCE LA CIOÈ “PRESSO” CASELLA MAIL

V O di GLIA comunicare

E-MAIL sta per “posta elettronica” ed è una lettera che viaggia velocissima ATTRAVERSO INTERNET. Per spedire e ricevere e-mail è necessario avere un INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA.

Da: Carla <carla@tin.it <carla@tin.it> > A: Daiana<Daiana@iol.it> Oggetto: Non ci credo ancora!!!

Cara Daiana, ho rischiato proprio di non venirci alla settimana verde in vacanza con te! La giornata è cominciata male, mi ero dimenticata il quaderno di inglese e Miss the Witch (la Prof) mi ha messo la nota sul diario. Ha scritto “Carla non ha svolto i compiti”. Falso, perché io i compiti li avevo fatti, a casa. A cena pensavo: “Figurati se adesso mi lasciano andare”. Insomma ero in tensione e dovevo chiedere il permesso… così apro la mia boccaccia e parlo tutto d’un fiato, e mentre parlavo mi si ingarbugliavano i pensieri. Insomma, ho detto qualcosa del tipo: – Dunque ecco la mia amica del mare Daiana che dopo sono anche andata a casa sua a Verona e lei va alla settimana verde in Lombardia e la sua mamma è contenta se ci vado anch’io e io ci voglio andare mi lasci mamma ti prego che per me è la cosa più importante del mondo e giuro che non ti chiederò mai più niente per dieci anni… CE L’ABBIAMO FATTA!!! Ciao, Tua super :- ))))))))) amica, felice come non mai! A. Lavatelli, A. Vivarelli, Cara Carl@ Tua Daian@, Piemme

ANAL IZ ZO

il testo

Chi scrive la mail? Che cosa vuole comunicare all’amica Daiana? Che linguaggio usa?

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V O di GLIA comunicare

TESTO PERSONALE

E-MAIL e LETTERA hanno una STRUTTURA SIMILE: hanno entrambe mittente e destinatario, formule di apertura e di chiusura, linguaggio formale o informale secondo la persona cui sono destinate.

ANAL IZ ZO

CI SENTIAMO VIA E-MAIL Da: Fabrizio A: Giulio, Sara Oggetto: la partenza

Cari Giulio e Sara, siamo partiti. Io e mio padre ora siamo qui, all’aeroporto di Roma Fiumicino, ad aspettare che chiamino il nostro volo per Casablanca. Penserete che io sia molto emozionato, perché non capita tutti i giorni di partire per il giro del mondo. Invece no, sono soprattutto stanchissimo: sveglia ancora prima dell’alba e chilometri e chilometri in auto fino a Roma. Poi parcheggia, scarica, fai la fila al check-in dell’aeroporto, aspetta, e di nuovo una fila per passare il metal-detector. E ora sono qui, al Gate 7 dei voli internazionali, ad aspettare l’aereo che ci porterà in Marocco. Mentre aspetto, familiarizzo con questo aggeggio ultra-moderno e wireless (come dire “senza fili”) di mio padre, capace di spedire e-mail da qualsiasi parte del mondo. In certi momenti sembra un telefono che sa fare anche il computer, in altri invece è sicuramente un computer capace di telefonare. Boh! Comunque, mi basta che funzioni, non mi serve sapere in che modo… Ecco, hanno chiamato il mio volo. Spengo il marchingegno. Ciao, a domani! Fabrizio

il testo

Chi scrive questa e-mail?

A chi la invia?

Che cosa scrive Fabrizio nello spazio con la dicitura “Oggetto”? Perché?

150


E-MAIL

V O di GLIA comunicare

Da: Giulio A: Fabrizio, Sara Oggetto: stanchezza

Senti un po’, Fabrizio: come fai a dire di essere stanco, se sei appena partito? E poi uno che parte per fare il giro del mondo dovrebbe essere frizzante come una bibita fresca, scattante come una molla, sveglio come un grillo… Avresti forse voluto restare qui a scuola con noi? Avresti forse preferito che io partissi al posto tuo? Io il cambio l’avrei fatto volentieri: mi dà molto fastidio, infatti, l’idea di dover trascorrere le prossime settimane in classe, mentre tu salti da un continente all’altro come una cavalletta. Scherzo, naturalmente. Anche se una puntina di invidia la sento… Giulio

Da: Sara A: Giulio, Fabrizio Oggetto: invidia

Una puntina d’invidia? Caro Giulio, che puntine usi a casa tua? Modello Godzilla, immagino! Da quando hai saputo che Fabrizio sarebbe partito con suo padre per fare il giro del mondo, l’invidia ti si legge negli occhi. Del resto, non ho nessun problema a dichiarare che anche io sento una puntina d’invidia per Fabrizio. E dichiaro pure che la mia puntina è alta come un palo della luce. Caro Fabrizio, la nostra è invidia buona. Non prendertela e continua a spedirci e-mail così, leggendole, anche a noi sembrerà di viaggiare un po’. Ciao, Sara S. Bordiglioni, Il giro del mondo in 28 e-mail, Einaudi Ragazzi

ANAL IZ ZO

il testo

In ogni e-mail individua il destinatario, il mittente e l’oggetto, sottolineandoli con colori diversi.

151


V O di GLIA comunicare

ANAL IZ ZO

E-MAIL ALLA NONNA il testo

Leggi è completa le parti della e-mail. Poi scrivi una formula di chiusura adatta.

Da: A: Oggetto:

Ciao nonna! Ho pensato di mandarti via e-mail questa bella poesia! Ti scrivo questa e-mail per dirti che ti mando un gigabyte di affetto. Non so se il tuo software può aprirlo o è meglio che ti arrivi su un dischetto. Nel disco fisso della mia RAM (Memoria ad Accesso Casuale), da quando sono nata ho messo tutto, nessun file salvato è andato a male.

COMPRE NDO il testo Spiega il significato di alcune espressioni della poesia. “Ti mando un gigabyte di affetto”:

“Ho la playlist delle ninne nanne”:

Ho la playlist delle ninne nanne che quando voglio posso ricantare, e il download di tutti quanti i video che giriamo quando andiamo al mare. Ti taggo una mia foto per ricordo, così se vai su Facebook te la trovi. L’ho scattata proprio ieri con lo smartphone, appena messi i pantaloni nuovi. Per rispondermi cerchi il francobollo? Chiamo su Skype e vengo in tuo soccorso. Mi ero dimenticata che le nonne sono nate nel secolo scorso.

“Ho il download di tutti i video”:

“Ti taggo una mia foto per ricordo”: J. Carioli, Io cambierò il mondo. Poesie per crescere, Mondadori

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V O di GLIA comunicare

CLIL

Collega ogni termine “tecnologico” al significato corrispondente. e-mail gigabyte

elenco di brani musicali disponibili per l’ascolto messaggio inviato per posta elettronica

software

programmi che gestiscono il funzionamento di un computer

file

insieme di dati memorizzati in un documento

playlist download taggare Facebook Skype

unità di misura dell’informazione contrassegnare gli elementi di un file trasferimento di informazioni da un sistema all’altro apparecchio elettronico che combina le funzioni di un telefono cellulare e di un computer palmare nome commerciale di un programma che consente di effettuare telefonate tramite Internet

smartphone social network basato su una piattaforma software

RIFLETTO e DICO la MIA Ti è mai capitato di comunicare via e-mail con i tuoi amici e le tue amiche? E con persone più anziane? Secondo te, per loro è facile usare queste tecnologie o incontrano qualche difficoltà? Tu in che modo le aiuti?

viaggio nella legalità

pag 154

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o i g g a i v nella

e g a l L ità

Che cosa significa la parola DIALOGO? Vuol dire comunicare con gli altri, in modo garbato ed educato. Parlare con gli altri ci arricch isce.

L eggi il brano e completa un messaggio gentile personalizzato per alcuni passeggeri del treno, immaginando di poterlo consegnare loro prima di scendere.

Marco: Tra poco dovremmo arrivare alla stazione di Roma. Abbiamo voglia di sgranchirci le gambe e di cantare: siamo un coro! Adesso che la gente è ben sveglia, ci osserva e tenta di parlare con noi. – Dove andate? Siete in gita? Quando ritornerete a casa? Di che classe siete? Tante domande richiedono tante risposte, ma anche il desiderio di dialogare con chi ce le pone. Infatti, parlare con qualcuno significa anche cercare di capire chi è, come sta in quel momento... Una signora anziana davanti a me racconta che ha un nipotino che abita tanto lontano da lei e che vede raramente.

TI AUGURO DI

Penso che provi tanta . Parlo con lei e decido di lasciarle un biglietto di auguri. Un ragazzo si sta trasferendo in un’altra città per lavoro ed è un po’ preoccupato. Penso che provi tanta . Lo ascolto e decido di lasciare anche a lui un biglietto di auguri per la sua vita.

154

TI AUGURO DI


EDUCAZIONE CIVICA n papà è preoccupato per il suo U bambino che ha lasciato a casa con la febbre alta. Credo che questo papà provi un sentimento

TI AUGURO DI

di . Penso alle parole giuste per un biglietto di auguri affettuoso.

Marco: Mi guardo attorno. Adesso sul treno si è creata una bella atmosfera: tutti parlano tra loro, sorridono e anche chi era occupato al cellulare sembra ora interessato a capire che cosa dicono gli altri attorno. Viene voglia di stare qui tutti insieme ancora per un po’. È proprio vero, la gentilezza fa stare bene e rende più facile e leggera la vita! Sara: Mi dispiace non rivedere più queste persone, proprio ora che ci eravamo conosciuti. Però, scenderemo dal treno più soddisfatti e contenti. Marco: Eh sì, siamo ormai arrivati a Roma e io ho terminato il mio compito di scrittore di bordo: passo il diario a te, Ludovica... Mi raccomando, tienilo bene e compilalo con cura. SALUTI DA ME E... TANTI TANTI KISS :* :*

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V O di GLIA comunicare

TESTO PERSONALE

Il DIARIO è un testo in cui L’AUTORE SCRIVE PER SE STESSO, annotando giorno per giorno fatti, riflessioni, confidenze come se parlasse con un amico.

UNA BUONA IDEA Sabato, 20 giugno Caro Diario, sto scrivendo in aereo, da qualche parte sopra l’Oceano Atlantico. Non riesco ancora a credere di aver lasciato l’America, i nonni e Heather, la mia migliore amica. Come farò senza di lei? È stato orribile dirsi addio. Avevo la gola così stretta che quasi non riuscivo a parlare. Heather mi ha regalato questo diario. Mi ha detto che sarà quasi come parlare con lei. Magari! Però è il momento giusto per iniziare un diario, perché la mia vita sta per cambiare totalmente. È così strano. Mi sento eccitata, spaventata ed esaltata, tutto insieme. Abbiamo lasciato Chicago, la città dove sono cresciuta, per andare a vivere a Oxford, in Inghilterra. Io frequenterò il corso per ballerini esterni, per poi partecipare all’esame di ammissione alla Royal Ballet School e la mamma ha ottenuto il lavoro che sognava, professoressa all’Università di Oxford! A ogni modo, qualunque cosa accada, credo che Heather abbia avuto una buona idea: ci saranno un sacco di cose emozionanti da scrivere in questo diario. Non vedo l’ora! A presto, amico mio. A. Moss, Il sogno di Ellie, Einaudi Ragazzi

ul mindf

ness

La nostra mente è abituata ad andare indietro nel tempo e proiettarsi nel futuro, E B ( proprio come la protagonista di questa pagina di diario. Ti è mai capitato? Non c’è niente di male nel provare tristezza per qualche vicenda accaduta o ansia per un futuro sconosciuto, ma non dimentichiamoci di concentrarsi sul presente nel quale viviamo e impariamo ogni giorno.

RE N)ESSE

ANAL IZ ZO

il testo

Inserisci in ogni casella il termine adatto. MESSAGGIO FORMULA DI CHIUSURA FORMULA DI APERTURA DATA

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APPROFONDIMENTO IN GUIDA


V O di GLIA comunicare

DIARIO

il DIARIO è attraverso

un testo personale in cui l’autore racconta di se stesso e delle sue esperienze quotidiane

un linguaggio semplice, con un tono confidenziale, simile a quello parlato

scritto in prima persona strutturato in

ata in cui si scrive d formula di apertura contenuto saluti o formula di chiusura • firma • • • •

che può essere

immaginario

quando è l’autore a creare il personaggio che narra le vicende verosimili

vero

quando l’autore è una persona veramente esistita e narra fatti realmente accaduti

laboratorio di scrittura ● pag 102

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V O di GLIA comunicare

ANAL IZ ZO

il testo

Leggi la poesia, poi trasformala in una pagina di diario. Segui i suggerimenti nel riquadro sotto.

C’È UN QUADERNO TUTTO MIO

Caro diario, amico mio

C’è un quaderno tutto mio, me lo scrivo e leggo io, e ci metto quel che voglio, ogni giorno un nuovo foglio. Cose brutte, cose belle, avventure, marachelle, cosa scopro, come gioco, cosa faccio, quel che dico, cosa sento dalla gente, cosa penso nella mente, e ci appiccico figure, mi diverto a disegnare: è la mia carta segreta, il quaderno della vita. R. Piumini, Che poesia mi racconti?, Einaudi Ragazzi

Scrivi in corsivo. Metti la data. Sostituisci qualche parola con un disegno. Fai qualche esempio di cose belle/ brutte che ti sono accadute, esprimi come ti fanno sentire e le emozioni che hai provato e provi.

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E DOMANI SI RICOMINCIA! Scrivo queste pagine piene di cancellature sperando che tutto diventi più chiaro nella mia testa, ma non ne sono troppo convinto. Mi piace scrivere quello che mi passa per la testa. È un po’ come parlare da soli, ma senza correre il rischio di essere presi per stupidi. Mi sembra di non riuscire mai a combinare qualcosa di buono. Allora non resta che precipitarmi fuori per fare la cosa che amo di più: pedalare con tutta l’energia a bordo della mia Saltafoss sgangherata e vecchissima (era di papà) ma ancora perfettamente funzionante, gironzolare oltre questa periferia, lungo le cascine, finché non sento più le gambe. Detesto le persone che vogliono avere sempre ragione, non amo i guai in cui inevitabilmente mi caccio, ma sopra ogni cosa schifo la scuola con tutto il suo carico di studio e compiti! E domani si ricomincia. In realtà ci sono dei compagni che non vedo l’ora di incontrare, come Marco Antonio, il piccoletto della classe. Mi ricorda il mio gatto Puffo ed è il compagno con il quale condivido gli intervalli, anche se a volte lui è un tantino chiuso come carattere. Molti lo chiamano secchione e si rivolgono a lui solo per copiare. In effetti è un tipo piuttosto solitario, però di lui ti puoi fidare. Se voglio divertirmi devo andare invece da Patrick. Lui è sempre pronto a inventarsi qualcosa di nuovo da fare con gli amici, che non gli mancano mai. Io non ne sono proprio capace. Edo

V O di GLIA comunicare

DE BA TE ! Dal testo si capisce che Edo non ama molto la scuola e ha un brutto rapporto con i compiti. E tu, che cosa pensi dei compiti? E i tuoi compagni e le tue compagne? Discutetene in classe.

. COMPITI A CASA SÌ . COMPITI A CASA NO APPROFONDIMENTO IN GUIDA

F. Sarcuno, Il diario di Edo, La Spiga Edizioni

COMPRE NDO il testo Indica con X. A Edo piace scrivere sul suo diario perché questo lo aiuta: a fare chiarezza nei suoi pensieri. a riempire le sue giornate. La sua attività preferita è: discutere con altre persone.

girare con la sua bicicletta.

Edo non ama la scuola, ma desidera: rivedere alcuni dei suoi compagni.

incontrare i suoi insegnanti.

Scopri le informazioni implicite: Edo sta scrivendo sul suo diario il giorno prima che inizi la scuola. Sottolinea le parole che te lo fanno capire.

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V O di GLIA comunicare

DAL DIARIO DI ANNA

SCOPRO nuovi significati

Sabato 20 giugno 1942

pomposo: solenne

Non ho affatto intenzione di far leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di “Diario”, salvo il caso che mi capiti un giorno di trovare un amico o un’amica che siano veramente “l’amico” o “l’amica”. Bisogna però che prima racconti brevemente la storia della mia vita. Mio padre aveva trentasei anni quando sposò mia madre, che ne aveva venticinque. Mia sorella Margot nacque a Francoforte nel 1926; venni poi io il 12 giugno 1929 e siccome siamo ebrei, nel 1933 emigrammo in Olanda. I miei parenti rimasti in Germania non furono risparmiati dalle leggi antisemitiche di Hitler, ma anche per noi i bei tempi finirono nel maggio 1940: prima la guerra, l’invasione tedesca, poi cominciarono le sventure. Gli ebrei debbono portare la stella giudaica. Gli ebrei devono consegnare le biciclette. Gli ebrei non possono salire in tram. Gli ebrei non possono più andare in auto. Gli ebrei non possono fare acquisti che fra le tre e le cinque, e soltanto dove sta scritto “bottega ebraica”. Gli ebrei dopo le otto di sera non possono essere per strada. Gli ebrei non possono andare a teatro, al cinema o in altri luoghi di divertimento. Gli ebrei non possono praticare sport all’aperto. Gli ebrei debbono studiare soltanto nelle scuole ebraiche. E una quantità ancora di limitazioni del genere.

ANNA FRANK era una ragazza tedesca vissuta durante la Seconda guerra mondiale. Anna era ebrea e, insieme ai suoi familiari, nel luglio del 1942, dovette rifugiarsi in un appartamento segreto ad Amsterdam, in Olanda. Nell’agosto del 1944, i Frank furono scoperti e portati in un campo di concentramento. Solo il padre di Anna sopravvisse, ritrovò il diario di sua figlia e lo fece pubblicare. È per questo che noi oggi possiamo conoscere la sua storia.

A. Frank, Diario, Einaudi

COMPRE NDO il testo Per Anna il suo diario è come un amico fidato: sottolinea nel brano le parole che lo fanno capire. vero. immaginario. Il diario di Anna è:

Un passo in più...

160

Insieme alle tue compagne e ai tuoi compagni fai una ricerca e scopri il significato di queste espressioni: leggi antisemitiche; stella giudaica.


IO ARTISTA

IL LINGUAGGIO NELL'ARTE

Dentro il quadro

In questo dipinto è rappresentata una donna che guarda fuori dalla finestra, ma non osserva il panorama, sta cercando nei suoi pensieri quello che deve scrivere.

Nel quadro ci sono alcuni elementi messi in risalto dalla luce:

La donna ha un’espressione Edmund Blair Leighton, Donna che scrive

La donna si trova

EDMUND BLAIR LEIGHTON (1852-1922) è stato un pittore inglese specializzato in dipinti di genere storico.

Nella stanza c’è un’atmosfera di

Altri elementi del quadro rimangono in ombra:

’è un luogo della tua casa dove C preferisci stare quando devi scrivere? Prova a disegnarlo su un foglio, riproducendo i particolari dell’ambiente e delle pareti. Poi colora con le matite, che ti permetteranno di sfumare al meglio i particolari.

161


verso le prove

INVALSI

CHE IMBARAZZO! Martedì 17 settembre

5

10

15

20

25

30

35

Amico Diario, oggi in mensa, col vassoio in mano, stavo cercando di raggiungere il tavolo ma, passando davanti a quello di Mackenzie, non sono stata molto attenta. Ho inciampato e, all’improvviso, tutto ha iniziato a muoversi al rallentatore. Il mio vassoio è volato sopra la mia testa e sono caduta distesa sul pavimento! Ero così scioccata che respiravo appena! I miei spaghetti e il mio dessert alle ciliegie sciroppate erano spappolati sulla mia faccia e sul davanti dei miei vestiti. Ho chiuso gli occhi e sono rimasta lì, distesa come una balena arenata sulla spiaggia. Mi doleva ogni centimetro del corpo. Mi facevano male persino i capelli. Ma la cosa peggiore era che tutti i ragazzi in mensa si sbellicavano dalle risate. Che imbarazzo! Sarei voluta MORIRE! Ci vedevo a malapena, una ciliegia sciroppata mi copriva gli occhi facendomi vedere tutto rosso e offuscato. Finalmente, ho trovato il coraggio di mettermi in ginocchio. Ma appena provavo ad alzarmi, scivolavo sull’intruglio di spaghetti e latte e cadevo di nuovo. Lo ammetto, doveva essere buffo vedermi sguazzare nel mio pranzo a quel modo. E se non fosse successo a ME, ci sarei stata anche io a sbellicarmi dalle risate insieme a tutti gli altri. Mi sentivo però così umiliata che sono scoppiata a piangere. La buona notizia è che le lacrime hanno lavato via Io sciroppo vischioso dai miei occhi e io ci ho visto di nuovo. La brutta notizia è che l’unica cosa che riuscivo a vedere era Brandon inginocchiato davanti a me con una macchina fotografica. In un nanosecondo ho saputo esattamente chi sarebbe apparsa sulla prima pagina del prossimo numero del giornalino della nostra scuola! Poi è successa una cosa davvero bizzarra. Brandon mi ha sorriso, ha messo via la macchina fotografica e mi ha aiutato ad alzarmi. R. R. Russell, I diari di Nikki – La frana, Il Castoro

162


verso le prove

INVALSI

1

C hi racconta l’episodio è: A un’amica della protagonista. B una persona che ha assistito. C la protagonista. D Mackenzie.

2

D ove si svolge l’episodio narrato? A casa della protagonista. B Nella mensa di una scuola. C Nella mensa di un’azienda. D In un ristorante.

3

uando è avvenuto l’episodio? Q A In primavera. B Nel mese di settembre. C Martedì 17 settembre. D L’anno precedente.

4

5

L ’espressione “muoversi al rallentatore” (riga 7) significa: A muoversi più velocemente. B muoversi in coppia. C muoversi tutti insieme. D muoversi più lentamente. D opo essere caduta la protagonista si sente: A assolutamente tranquilla. B molto felice. C fortemente impressionata. D indifferente.

6

Nel brano c’è un paragone: sottolinealo.

7

P erché la protagonista non riesce ad alzarsi? A Perché si è fatta male. B Perché scivola sul cibo. C Perché non è capace. D Perché nessuno l’aiuta.

8

he cosa significa la frase “E se non fosse C successo a ME, ci sarei stata anche io a sbellicarmi dalle risate insieme a tutti gli altri.” (righe 24-25)? A Se fosse caduto un compagno, la protagonista non avrebbe riso. B S e fosse caduto un compagno, la protagonista avrebbe pianto. C S e fosse caduto un compagno, la protagonista si sarebbe allontanata. D S e fosse caduto un compagno, anche la protagonista avrebbe riso.

9

La protagonista scoppia a piangere a causa: A del dolore. B dell’umiliazione. C del dispiacere. D della felicità.

10

P erché la protagonista teme che l’episodio apparirà sul giornalino della scuola? A P erché sente lo scatto della macchina fotografica. B P erché vede Brandon con la macchina fotografica. C P erché Brandon afferma che pubblicherà la foto. D Perché glielo dice una compagna.

11

B randon, invece, si comporta in modo: A maleducato. B scortese. C educato. D sgarbato.

12

L a protagonista scrive sul suo diario: A per raccontare agli amici l’episodio. B per pubblicare il racconto sul giornale. C per passare il tempo. D per sfogarsi e sentirsi meglio.

163


I N O I Z O M E in

versi PRIMA E DURANTE l’ascolto

Chiudi gli occhi e, mentre ascolti la filastrocca, concentrati sulle tue emozioni. Quali sensazioni provi mentre ascolti? Quali immagini ti sembra di vedere? Quale parola ti ha colpito in modo particolare? In che modo potresti rappresentare questa filastrocca con un disegno?

RIFLETTO e DICO la MIA La filastrocca è un testo poetico semplice e ritmato. Che cos’è per te la filastrocca? Scrivi, poi confrontati con le compagne e i compagni. La filastrocca è perché

164

FILASTROCCA DELLE FILASTROCCHE Apro la bocca e dico la rima Ride il silenzio che c’era prima Un filo brilla tra le parole Mare con mondo, luna con sole Un filo piccolo che tiene insieme Fiore con fiume, sole con seme E ora vicine le cose lontane Come le perle di belle collane Danzano in tondo, perché se tu vuoi Mondo fa rima con Noi. B. Tognolini


PAROLE MATTE Poesia è una voce allegra che fa le capriole e come l’acqua e il vento fa cantare le parole. Poesia è un orecchio attento, che ascolta e che cattura, è un seme nato dentro che riempie chi lo cura. Poesia ha parole matte per ridere e pensare, ci giochi, le assapori e poi le fai volare. Poesia ha parole matte che dicono in profondo la storia a molti sensi di come è fatto il mondo. C. Carminati

PRIMA E DURANTE l’ascolto

Chiudi gli occhi e, mentre ascolti la poesia, concentrati sulle tue emozioni. Quali sensazioni provi mentre ascolti? Quali immagini ti sembra di vedere? Quale parola ti ha colpito in modo particolare? In che modo potresti rappresentare questa poesia con un disegno?

RIFLETTO e DICO la MIA Per questa poetessa, la poesia è “una voce allegra”. Che cos’è per te la poesia? Scrivi, poi confrontati con le compagne e i compagni. La poesia è perché

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EMOZIONinI

versi

POESIE DA… GUSTARE

TRAMONTO Il sole è tramontato tra nubi di rame. Dai monti azzurri giunge un’aria dolce. Nel prato del cielo, tra i fiori di stelle, va crescendo la luna come un gancio d’oro… F. García Lorca

PARLANO GLI ALBERI DI CITTÀ

SERA D’APRILE Batte la luna soavemente di là dai vetri sul mio vaso di primule: senza vederla la penso come una grande primula anch’essa, stupita, sola, nel prato azzurro del cielo. A. Pozzi

Nelle strade in cui abitiamo noi di città ci guardiamo. Sporchi smilzi polverosi sforbiciati e angolosi siamo quasi sempre stanchi. E non siamo mica tanti. G. Niccolai, A. Spatola

RIFLETTO e DICO la MIA Le poesie che hai letto ti sono piaciute? Quali immagini, emozioni, sentimenti ti hanno suggerito? Come sono scritte rispetto a un testo narrativo?

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POESIA

SCRIVERE IN VERSI BRINATA La terra era squallida e grigia grigio e monotono il cielo; l’inverno riaprì la valigia e poi disse al gelo: “Ricama con mano gentile quest’umida nebbia sottile.” Il gelo si mise al lavoro: sui penduli rami tremanti profuse con arte un tesoro di perle e diamanti, e, all’alba del nuovo mattino, la terra fu tutta un giardino. Il sole dal monte si affaccia i candidi fiori a guardare, la nebbia fumosa discaccia, li viene a baciare; e allora si rompe l’incanto… e i fiori si sciolgono in pianto. R. Calleri

Ogni riga della poesia si chiama VERSO.

I versi sono raccolti in STROFE. Le strofe sono separate da SPAZI.

EMOZIONinI

versi

La POESIA è un testo particolare che, attraverso immagini e musicalità, ESPRIME EMOZIONI, pensieri e riflessioni. Si divide in STROFE, composte da VERSI, che possono essere in RIMA.

ANAL IZ ZO

il testo

Da quante strofe è formata questa poesia? Quanti versi ci sono in ogni strofa?

Le parole che terminano nello stesso modo si dicono in RIMA.

SCOPRO nuovi significati discacciare: allontanare, mandar via

COMPRE NDO il testo Che cosa chiede l’inverno al gelo? Che cosa diventa la Terra? Che cosa vuol dire l’autrice con l’espressione “si rompe l’incanto”?

167


EMOZIONinI

TESTO POETICO

versi

la poesia che può avere

è

strutturato in

un testo poetico

strutture particolari:

STROFE, divise in VERSI, che possono essere:

calligramma

sciolti

nonsense

in rima

limerick

baciata: AABB alternata: ABAB

con lo scopo di

attraverso

esprimere: • emozioni • sentimenti • pensieri

168

incrociata: ABBA

figure retoriche: similitudine

descrivere: • persone • ambienti • animali • oggetti • fenomeni

metafora

raccontare: • situazioni • avvenimenti • storie

onomatopea

laboratorio di scrittura ● pag 104

personificazione allitterazione


EMOZIONinI

POESIA

LA RIMA

In una poesia la RIMA può essere: BACIATA, ALTERNATA e INCROCIATA.

I PROFUMI DEL VENTO Il vento carezza i campi in fiore: trasporta profumi di ogni colore. Il vento corre dentro il bosco: mi porta aromi che non conosco.

versi

A A B B

La RIMA è BACIATA se fanno rima due versi consecutivi; lo schema è AA BB.

C. Albaut

I SOGNI NEGLI OCCHI Vorrei entrare nei tuoi occhi spenti cercare tra le stanze che non usi scoprire se i tuoi sogni sono assenti o se da qualche parte li hai rinchiusi.

A B A B

La RIMA è ALTERNATA se il primo verso fa rima con il terzo, il secondo con il quarto; lo schema è AB AB.

S. Giarratana

TORNA IL SERENO Addio, rabbia di tempesta, addio, strepitio di tuoni vanno in fuga i nuvoloni e pulito il cielo resta.

A B B A

La RIMA è INCROCIATA se il primo verso fa rima con il quarto e il secondo con il terzo; lo schema è A BB A.

A. S. Novaro

ED È SUBITO SERA Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole: ed e subito sera. S. Quasimodo

ANAL IZ ZO

La poesia può anche essere NON IN RIMA: in questo caso si dice che è in VERSI LIBERI o SCIOLTI.

il testo

Per ogni parola scrivine altre due che terminano con lo stesso suono. cappello gazzella salamino sapone

maestra

169


EMOZIONinI

versi

TESTO POETICO

La SIMILITUDINE è un PARAGONE tra due elementi diversi, ma con caratteristiche comuni. La similitudine è introdotta da: È COME, PARE, SOMIGLIA, SEMBRA, È SIMILE A…

LA SIMILITUDINE IL LIBRO Io so che qui dentro si trova il mondo: è come un pozzo (similitudine) ma non ha fondo. È come un ruscello (similitudine) che sgorga da un monte, è una fontana meglio ancora, una fonte. È così piccolo ma contiene i giganti, contiene i paesi anche i più distanti. Le cose diverse le tiene insieme, abbraccia la Terra e la contiene. Ma dargli vita da me dipende: se non lo apro lui non si accende. Quando lo chiudo in un secondo torna il silenzio, finisce il mondo. G. Tessaro

170

Il libro è come un pozzo. 1° elemento 2° elemento IL LIBRO IL POZZO I due elementi sono molto diversi, ma hanno una caratteristica comune: sono profondi e contengono molte cose.

Il libro è come 1° elemento

2° elemento

I due elementi sono molto diversi, ma hanno una caratteristica comune:


POESIA

LA METAFORA

A. Pozzi

versi

La METAFORA è la SOSTITUZIONE DI UNA PAROLA CON UN’ALTRA; la seconda parola è legata alla prima da una caratteristica comune.

NINFEE Ninfee pallide lievi coricate sul lago guanciali che una fata (metafora) risvegliata lasciò sull’acqua verdeazzurra.

EMOZIONinI

Le ninfee sono guanciali. L’immagine delle NINFEE sbocciate sulla superficie del lago è associata all’immagine dei GUANCIALI appoggiati sul letto.

SCOPRO nuovi significati guanciali: cuscini

CIELO NOTTURNO Nel gran mare del cielo onde, le nuvole si alzano; la luna è una barca che voga a nascondersi in boschi di stelle. K. No Hitomaro

MAMMA NEVE

ANAL IZ ZO

Nessuna coperta nessuna del mondo sa ricoprire come fa lei: la neve è la mamma che vorrei.

Nella poesia CIELO NOTTURNO ci sono tre metafore. Scoprile e completa.

V. Lamarque

il testo

Il cielo Le nuvole La luna Nella poesia MAMMA NEVE sottolinea la metafora e spiegala con parole tue.

171


EMOZIONinI

versi

TESTO POETICO

Con la PERSONIFICAZIONE il poeta attribuisce SENTIMENTI e COMPORTAMENTI tipicamente UMANI a elementi della natura, animali, oggetti.

LA PERSONIFICAZIONE TAMBURO D’ARGENTO Nel giardino l’acqua suona il suo tamburo d’argento. Gli alberi chiamano il vento e le rose lo tingono di profumo. F. Garcìa Lorca

IL MARE DORME

ANAL IZ ZO

il testo

Nella poesia TAMBURO D’ARGENTO quali sono le personificazioni usate dal poeta? Completa. L’acqua

perché il rumore

delle sue gocce che picchiettano sul terreno assomiglia al suono del tamburo. Gli alberi

Le rose

perché

perché

Scopri le personificazioni nella poesia IL MARE DORME, scrivile sul quaderno e spiegale. Nella poesia c’è anche una similitudine: sottolineala.

172

Guardo il mare mentre dorme, lo misuro con lo sguardo grande mare di novembre sogno liquido in letargo. Solo lo scoglio, lo scoglio testardo, vuole star sveglio, non vuole dormire non ama il freddo ma vuole vedere passare in cielo le stelle a Natale. Al riparo da ogni vento qui vicino cinque vele veglieranno sull’inverno come candide candele. C. Carminati


POESIA

L’ALLITTERAZIONE LA ZANZARA Senza violenza o impazienza lei ronza nella stanza, veemenza, virulenza, irruenza, svolazza a zonzo: imprudenza, anzi incoscienza, demenza, nell’azzurra sera, essere senza la zanzariera.

EMOZIONinI

versi

Per dare musicalità a una poesia il poeta ricorre all’ALLITTERAZIONE, cioè all’USO RIPETUTO di vocali, consonanti o sillabe che hanno lo STESSO SUONO.

LA FARFALLA La farfalla felice vola sul fiore affamata di caffè e cavolfiore; fluttua fluttua e indaffarata fischietta. Sbuffa buffo un gufo con una gufetta afflitta e goffa volteggia affannosa sulle foglie fresche, flessuosa si posa.

R. Piumini

LA LIBELLULA

B. Munari

Una libellula non pesa nulla non pensa a nulla se oscilla sulla corolla lilla, non si ribella alla folata che la cancella. T. Scialoja

ANAL IZ ZO

il testo

Quali sono i suoni che si ripetono nelle tre poesie? A che cosa ti fanno pensare questi suoni? LA ZANZARA: suono , LA FARFALLA:

suono

,

LA LIBELLULA:

suono

,

173


EMOZIONinI

versi

TESTO POETICO

L’ONOMATOPEA è la RIPRODUZIONE DI UN SUONO, di un rumore, di un verso di animale…: din don, bang, smack, miao, grrr… Le PAROLE ONOMATOPEICHE sono parole il cui SUONO ASSOMIGLIA AL LORO SIGNIFICATO: ticchettìo, fischio, sibilo…

L’ONOMATOPEA LA MACCHINA FOTOGRAFICA La macchina fotografica è uno studio di pittura buio e molto piccolo. Le persone scattano foto. Click click click. E il pittore che ci abita dentro inizia a dipingere: le vacanze al mare, il primo giorno di scuola, una rondine nel cortile di casa. M. J. Ferrada

E L’ACQUA E l’acqua fresca nasce fa ruscelli scende casca sui sassi scroscia e frusciando fa il fiume. R. Piumini

ANAL IZ ZO

il testo

Quale poesia contiene onomatopee?

Quale poesia contiene parole onomatopeiche?

La macchina fotografica. Quali sono? Sottolineale.

La macchina fotografica. Quali sono? Sottolineale.

E l’acqua.

Quali suoni riproducono le onomatopee presenti?

174

E l’acqua.

Quali sensazioni suscitano in te queste parole?


FILASTROCCA

LA FILASTROCCA

EMOZIONinI

versi

La FILASTROCCA è un testo poetico allegro e divertente, con versi in rima e parole ripetute che danno RITMO e MUSICALITÀ.

AMICI Dice un proverbio dei tempi andati “Meglio soli che male accompagnati”. Io ne so uno più bello assai: “In compagnia lontano vai”. Dice un proverbio, chissà perché: “Chi fa da solo fa per tre”. Da questo orecchio io non ci sento: “Chi ha cento amici fa per cento!” Dice un proverbio ormai da cambiare: “Chi sta da solo non può sbagliare!” Questo, io dico, è una bugia: “Se siamo tanti si fa allegria!” G. Rodari

PAURA Quando i mostri azzannano la notte e spuntano le stelle tutt’intorno gli alberi neri fanno a botte per vincere la corsa al nuovo giorno. I rumori diventano giganti, piedi pesanti che battono il sentiero, mentre il buio coi suoi freddi guanti confonde quel che è falso e quel che è vero. La notte fonda, fredda, lunga e scura spaventa bimbi e grandi al suo passaggio solo che i grandi, anche se han paura, fan sempre finta di avere più coraggio. J. Carioli

COMPRE NDO il testo Continua a sottolineare con lo stesso colore le parole in rima della filastrocca AMICI. Di che cosa parla la filastrocca? Sottolinea i modi di dire che fanno capire l’importanza di stare bene con gli altri e spiegali.

ANAL IZ ZO

il testo

Completa. I versi della filastrocca PAURA sono raggruppati in

strofe e in ogni strofa ci sono

versi.

Di quale emozione parla questa filastrocca? Come si comportano i bambini quando hanno paura? E i grandi? Sottolinea i versi.

175


EMOZIONinI

CALLIGRAMMA

IL CALLIGRAMMA

e

le!

hia

cc

alz a che al suolo rimb

on -s

a; - sono

il s o le n e l cie lo

alla ap l o

e seren nott

-e

il

ella en nd le

lla ch

ttola, che tro se

Sono la faccia della luna piena che risplende nella notte serena; sono il sole nel cielo infuocato che illumina e scalda tutto il creato; sono la palla che al suolo rimbalza e il pallone che nel cielo si alza; sono il marziano disco volante e quello inciso dal famoso cantante;

olante - e que co v llo dis i n c iso no zia , la mela, l’a a r t a nc tor ia la tra che g gios ir a - la que sulla s , un fa giro u hepazio p t s

IO, IL TONDO

la faccia della luna pien Sono aDO N ch O T er il isp , s o i l a e i l c z o a I ;-s el n e o no ch il m ne o l l ar e l n b o i a c g i l i e; p fa e s on ch o tua bicicle co a l l e tta d , ta , il TONDO ov a l o n m d o to e o c s ui, n llo l

pastiglie - e i l be tue e l lg , e io ; - so n o l a i on c n ar pa u o g la Vola, ira, ro t a. do, - di que n anche do.

mal rci

de

ve

no

N. Codignola

an

iocciol F il a

n

a

i l s u o ca

Filastrocca della chiocciola che ha la casa fatta a trottola, che segnala il suo cammino proprio come Pollicino e per non vederci male tira fuori... il cannocchiale!

mina e scalda tu e illu tt o - ch il

e p er no c il ira o r i … fu t

ala gn

LA CHIOCCIOLA

ato oc fu in

o

cc a

che ha la s tr o

Po ll

sa fatta ca

a

prio come

de

m

in

ro op

n ici

m

Nel CALLIGRAMMA la poesia acquista la FORMA DELL’OGGETTO o DELL’ANIMALE di cui si parla.

ntante; - so no so ca i mo l bo l fa tt da guria che ros n s a l’a ha -e re più in fr e mp se rficie del m tt pe do, - ton o onrofondo

versi

cr e a to ;

COMPRE NDO il testo Leggi e osserva il calligramma LA CHIOCCIOLA. Poi leggi il calligramma IO, IL TONDO e completa.

176


EMOZIONinI

NONSENSE

IL NONSENSE Un pesce incravattato entrò al supermercato con scarpe di vernice e chiese all’inserviente (che del supermercato sapeva tutto e niente) due bisce al mascarpone per farci colazione.

versi

La parola NONSENSE deriva dall’inglese e significa, letteralmente, “senza senso”. Si tratta di un breve testo poetico SENZA SIGNIFICATO, che crea immagini irreali e divertenti. I personaggi di queste composizioni sono stravaganti e ridicoli e hanno comportamenti bizzarri.

A. Molesini

Sotto un cesto di rose scarlatte offre il rospo tè caldo con latte. Sotto un cesto di rose paonazze tocca al rospo sciacquare le tazze.

ANAL IZ ZO

il testo

Nel nonsense delle rime?

ci sono Sì.

No.

Sono regolari?

Sì.

No.

Che cosa c’è di bizzarro in questa filastrocca?

T. Scialoja

Osserva le rime nel nonsense . Che cosa c’è di diverso rispetto a quello precedente?

Due oche di Ostenda in guanti e mutande pedalano in tandem all’ombra dei dolmen e in meno di un amen imboccano un tunnel.

Prova a scrivere un nonsense partendo dai primi versi. Un signore di Monteforte preparava sempre

T. Scialoja

177


EMOZIONinI

versi

LIMERICK

Il LIMERICK è un breve componimento poetico di origine inglese. È composto sempre da CINQUE VERSI e segue regole ben precise: • i l primo verso presenta un PERSONAGGIO e lo colloca geograficamente; • i l secondo, il terzo e il quarto verso raccontano i suoi COMPORTAMENTI; • i l quinto verso riprende la rima del primo e aggiunge una CARATTERISTICA, spesso esagerata, del personaggio.

IL LIMERICK

C’era un vecchio di Caltagirone con la testa non più grande di un bottone, quindi per farla sembrare più grande comperò una parrucca gigante e corse su e giù per Caltagirone. E. Lear

Una nobile dama vicentina andò a comperare sei uova in Cina. – Laggiù costano un soldo di meno! – esclamava salendo sul treno quella risparmievole dama vicentina. G. Rodari

ANAL IZ ZO

il testo

Per ogni limerick completa sul quaderno il seguente schema. 1° verso – Di chi si parla? 2° 3° 4° verso – Che cosa fa di particolare? ° verso – Quale caratteristica 5 viene attribuita al personaggio?

178

C’era un vecchio di Viareggio, che gridava: “Io galleggio! Galleggio!” Quando dissero: “Mai più!” senza forza cadde giù, quell’infelice vecchio di Viareggio. E. Lear


EMOZIONinI

versi

ANAL IZ ZO

STELLE

il testo

Leggi la poesia STELLE e completa.

Stelle che guardano me che le guardo occhi che brillano e sono un miliardo. Stelle che guidano ovunque io vada mamme che incontro sulla mia strada. Stelle palline di zucchero a velo fiori spuntati sui prati del cielo. Stelle bambine che fanno collane dolci fatine di marzapane. Stelle di prima, stelle di poi: illuminatemi voi. S. Giarratana

Questa è una poesia in rima. Lo schema è: ABAB. ABBA. AABB. La rima è: alternata. incrociata. baciata. In questa poesia ci sono molte metafore, nelle quali il primo elemento sono sempre le stelle. La prima metafora è: “stelle... occhi che brillano”, perché le stelle brillano nel cielo come gli occhi brillano nel viso di una persona. Sottolinea tu le altre metafore e spiegane il significato con parole tue. Ora leggi la poesia NEL CIELO e completa.

NEL CIELO Quando le stelle discorrono piano nel cielo, nel vento di estate carico di profumi, un filo sottile va su e giù lievemente, e nessuno lo sa. Y. Fu

Questa è una poesia: in rima. non in rima. Nella poesia c’è: una similitudine. una metafora. una personificazione. Sottolineala e spiegala.

classe ALLA RICERCA DI POESIE Dividetevi D ividetevi in gruppi e cercate altre poesie. O Ogni gni gruppo sceglierà quella che preferisce e la interpreterà con un disegno o con delle immagini, poi ne analizzerà la struttura. L a poesia sarà presentata alla classe con una lettura ad alta voce. La

179


EMOZIONinI

versi

L’OMBRELLO

ANAL IZ ZO

il testo

Individua nel testo e sottolinea come indicato. Onomatopee Metafora Personificazione Similitudine

L’ALA SINISTRA Mi chiamo Petra e ho cucito lo scudetto della mia squadra di calcio allo zainetto. Ho molta grinta e un fiato esagerato, ho fatto quattro gol l’anno passato! Gioco all’ala sinistra, e questo ruolo mi sta a pennello perché davvero volo! Volo e non sento chi mi ride dietro e dagli spalti grida: “Passa Pietro!” Ecco il pallone… ho segnato in diagonale! Da grande voglio andare in Nazionale. A. Sarfatti

180

L’ombrello è un fiore di tessuto impermeabile che fiorisce nel bel mezzo dell’inverno. Inizia la pioggia: plin, plin, plin. E gli ombrelli aprono i loro petali: flop, flop, flop. Le persone escono per strada, aprono gli ombrelli. Vanno dalla scuola al parco, dal parco al panettiere. Plin, plin. Flop, flop. E pare un giardino che cammina. M. J. Ferrada, G. Stella

COMPRE NDO il testo Indica se queste affermazioni sono o non sono espresse chiaramente nella poesia. Petra è molto brava sul campo da gioco. Sì. No. Ha un grande sogno. Sì. No. Non dà retta a chi la prende in giro. Sì. No.


EMOZIONinI

PAESE

RIFLETTO e DICO la MIA Ti piacerebbe abitare in un paese simile a questo? Quale espressione usata dalla poetessa ti ha colpito di più? Perché? Secondo te, c’è qualcosa che manca in questo paese? Che cosa?

versi

Vuoi sapere la ricetta di un paese ben riuscito? C’è una formula perfetta da seguire a menadito. Case basse, piante e fiori Tanto spazio per la gente Bimbi sparsi dentro e fuori Bestie libere e contente Occhi ricchi di saluto Mani pronte a dare aiuto Strade brevi tra gli amici Quasi tutti a piedi e in bici. Ma un paese non è tale senza un bar per il giornale I discorsi sui portoni, il campetto e i soprannomi! C. Carminati

FARE LA PACE Vorrei fare la pace, dirti “mi dispiace non volevo farti male sono stato sleale”. Tornare a parlare poterti avvicinare cancellare la tristezza regalarti gentilezza. Vorrei dirti che ho sbagliato e dirlo sussurrato poterti consolare farmi perdonare. Tornare a guardare i tuoi occhi, stelle chiare fare la pace ora, poi domani e poi ancora. R. Lipparini

RIFLETTO e DICO la MIA Qual è lo scopo di questa poesia? A tutti può capitare di litigare con un amico/un’amica. Qual è stato il motivo del tuo ultimo litigio? Quali parole hai usato per “fare la pace”?

181


... E ORA to

Come mi sento PRIMA di iniziare? tranquilla/o preoccupata/o

cca a me!

SASSI DI RUSCELLO

VERIFICA FORMATIVA

Io parlo poco perché non so che dire le mie parole non sanno come uscire. Non trovano la strada non trovano una forma come acqua tra le mani che scivola e non torna. Scappano dalla testa e vanno via lontano sono sabbia che non resta tra le dita della mano. E anche i miei pensieri se cerco di parlare sembrano grandi sassi che non riesco a sollevare. Ma so che in qualche modo la sabbia crea castelli e luccicano i sassi nell’acqua dei ruscelli. R. Lipparini

ANALISI DEL TESTO 1

Questa poesia è:

2

Da quante strofe è composta?

4

Nella poesia ci sono due similitudini. Sottolineale e spiegale a voce.

5

Nella poesia c’è anche una metafora. Individuala, sottolineala con un colore diverso e spiegala a voce.

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in rima.

non in rima. 3

Quanti versi ci sono in ogni strofa?


... E ORAe! tocca a m

VERIFICA FORMATIVA

comprensione DEL TESTO 6

La poesia parla di un problema che un ragazzino fa fatica a risolvere. Quale? Pronuncia male alcune parole. Fatica a esprimere i suoi pensieri. Quando parla nessuno lo ascolta. Gli altri parlano al suo posto.

7

Secondo te, perché questo ragazzino non riesce a esprimere i suoi pensieri? Perché non sa che cosa dire. Perché ha paura di sbagliare. Perché è piuttosto timido. Perché non ama parlare. (Puoi aggiungere la tua opinione)

8

La poesia si conclude con una speranza per il futuro: “Ma so che in qualche modo la sabbia crea castelli”. Che cosa significa questa espressione? Le sue parole scivoleranno sempre via come la sabbia. Potrà superare la sua difficoltà e riuscire a esprimersi. Con le sue parole potrà costruire qualcosa di grande.

com'è andata? Durante la lettura della poesia: ho capito l’argomento senza difficoltà. ho avuto qualche difficoltà di comprensione. ho avuto molte difficoltà di comprensione. Se ho avuto difficoltà di comprensione: ho riletto con più attenzione. ho chiesto spiegazioni all’insegnante. ho proseguito nella lettura. Ho completato la parte di analisi del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà.

Ho completato la parte di comprensione del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà. Se ho incontrato qualche difficoltà, che cosa avrebbe potuto essermi di aiuto per superarla?

Quale parte del lavoro ti è sembrata più impegnativa? Analisi del testo: attività n° ................ Comprensione del testo: attività n°................

Come mi sento ALLA FINE del lavoro? soddisfatta/o potevo fare meglio non soddisfatta/o

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EMOZIONinI

versi

AtELiEr delle

stagioni ARTE E STAGIONI Prima viene Primavera con i fiori sulla pianta, poi Estate calda e chiara quando la cicala canta, poi Autunno bruno e quieto con castagne e foglie rosse, poi Inverno infreddolito con starnuti, gelo e tosse. R. Piumini

G. Arcimboldo, Inverno

IO MUSICISTA Le stagioni hanno ispirato, oltre a tanti pittori, anche molti musicisti. Ascoltate in classe “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi. Poi confrontatevi e riflettete su come è possibile “raccontare delle immagini” anche con la musica.

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G. Arcimboldo, Estate


EMOZIONinI

versi

G. Arcimboldo, Primavera

G. Arcimboldo, Autunno

CLIL Per ogni opera d’arte di queste pagine, scrivi il nome inglese della stagione rappresentata. WINTER

AUTUMN

SUMMER

SPRING

Ora colora la cornice di ogni immagine con il colore della stagione cui si riferisce.

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AtELiEr delle

stagioni

LA FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA La festa della Repubblica Italiana si celebra il 2 giugno. In quella data, in Italia, è festa nazionale: si chiudono le scuole, gli uffici, le fabbriche... non si lavora, per ricordare la data del 2 giugno 1946, quando l’Italia, che fino a quel momento era stata governata da una monarchia cioè da un re, diventò una Repubblica governata da un Parlamento eletto dal popolo. La celebrazione principale avviene a Roma, capitale italiana, e ha molti momenti importanti. Quello più atteso si verifica sulla via dei Fori Imperiali con la sfilata dei reparti dell’Esercito Italiano davanti al Presidente della Repubblica e alle alte cariche dello Stato. La Marina, l’Aviazione, i Bersaglieri, i Carabinieri a piedi e a cavallo, la fanteria, i carristi... con le loro bandiere, le loro armi, i loro equipaggiamenti sfilano tra due ali di folla che applaude fino alla fine, quando nel cielo di Roma sfrecciano le Frecce Tricolori, lasciando nell’azzurro le scie bianche rosse e verdi della nostra bandiera. La giornata si conclude nel pomeriggio con l’apertura al pubblico dei giardini del palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana, e con le esecuzioni musicali da parte dei complessi bandistici delle Forze Armate.

Quando si celebra la festa della Repubblica Italiana? Che cosa si vuole ricordare? Quale manifestazione avviene a Roma sulla via dei Fori Imperiali? Che cosa succede nel pomeriggio?

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viaggionella

e L galità

AtELiEr delle

stagioni

MONARCHIA E REPUBBLICA Ludovica: Roma è bellissima! Piazze, monumenti e palazzi! – Chissà come doveva essere vivere qui nell’antichità! – esclamo a voce alta. Ed ecco che tutti vogliono dire la loro. – All’inizio c’erano i re. Il primo è stato Romolo. – Il re nell’antica Roma aveva tanti poteri: era capo dello Stato, dell’esercito, della religione, decideva le leggi. – Roma era una monarchia, che significa “governo di uno solo”. – Ma adesso l’Italia che cos’è? – chiede il solito Michele. – Una Repubblica fondata sul lavoro – rispondiamo in coro!

SCOPRO nuovi significati Repubblica: dal latino res publica, “cosa pubblica”, cioè cosa di tutti. Nella Repubblica il potere appartiene al popolo o ai suoi rappresentanti.

Correggi gli errori. Nella Repubblica governa una sola persona.

L’Italia oggi è una Repubblica monarchica.

Il capo della religione, nella Repubblica Italiana di oggi, è il Presidente.

L ’Italia ha una forma di governo fondata sulla ricchezza.

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AtELiEr delle

stagioni

CHI FA PRIMAVERA? Macché rondini, macché fiori macché insetti multicolori! Macché sole, macché caldo macché prati verde smeraldo! Vuoi sapere quand’è primavera? Alza gli occhi al calar della sera… E se vedi nel cielo già scuro, svolazzare un nero mantello puoi star certo che è un segno sicuro: primavera la fa un pipistrello!

er la poetessa, qual è il segno P sicuro dell’arrivo della primavera? he cosa bisogna fare per cogliere C questo indizio?

C. Carminati

MIMOSA Una montagna di luce gialla, una torre fiorita spuntò dalla strada e tutto si riempì di profumo. Era una mimosa. P. Neruda

uali immagini usa il poeta per Q rappresentare la fioritura della mimosa?

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IOARTISTA Realizza un dipinto di primavera: dipingi un cartoncino bianco (30x40 cm) con tempera azzurra molto diluita e lascialo asciugare. Poi, con il colore marrone traccia tante linee di diverso spessore su tutto il foglio, per dare l’idea di rametti che si intrecciano tra loro; infine, intingi un polpastrello nella tempera rosa e punteggia qua e là sui rami per fare i fiori del pesco.


AtELiEr delle

stagioni

AID EL FITR La festa di Aid el Fitr si celebra alla fine del mese di Ramadan e simboleggia l’interruzione del digiuno effettuato per trenta giorni. La festa inizia con la luna nuova e dura tre giorni. La notte prima della festa, la mamma, le zie e la nonna rimangono sveglie, finiscono di preparare i dolci per il grande pranzo del giorno dopo. Sul tavolo si accumula pian piano una montagna di baghrir, pagnotte morbide, sottili come una pizza, fatte con acqua, farina, uova e lievito. Quando in cucina è tutto pronto, la nonna si mette all’opera per il suo compito più atteso e difficile: con l’henné fa alla mamma, alle zie e alle cugine dei bellissimi disegni sulle mani e sulle piante dei piedi. I disegni sono uno diverso dall’altro, ricami leggeri come guanti di pizzo di un colore rosso brunito. Dopo che ha fatto i disegni con l’henné, ci passa sopra del succo di arancia e di limone per fissare il colore e schiarirlo un po’. Noi bambini ci svegliamo prestissimo quella mattina, quando è ancora buio; impazienti ed eccitati indossiamo i vestiti nuovi e andiamo subito a farci ammirare da tutti. Anche gli adulti si vestono per la festa: gli uomini indossano la jellaba, una lunga tunica.

he cosa festeggiano C i musulmani con la festa di Aid el Fitr? L’interruzione del digiuno. La fine del mondo. L’inizio del mese del Ramadan. Chi esegue i disegni con l’henné? La mamma. La nonna. Le zie.

G. Favaro, Amici venuti da lontano, Nicola Milano

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AtELiEr delle

stagioni

CITTÀ D’ESTATE La città semivuota mi pareva deserta. C’erano gli alberi che bevevano il sole, c’era un grande silenzio. A volte, c’era una piazza che mi attendeva, con le sue nuvole e il suo calmo calore. Nessuno l’attraversava, nessuna finestra s’apriva, ma s’aprivano gli sfondi delle vie deserte in attesa di una voce o di un passo. C’era sempre qualche via più vuota di un’altra. Alle volte mi fermavo a guardarla bene, perché in quell’ora, in quel deserto, non mi pareva di conoscerla. Più di quelle lunghe e alberate della periferia dove avrei potuto respirare un po’ d’aria buona, mi piaceva girare le piazze e le viuzze del centro, dove c’erano i palazzi e che mi sembravano ancora più mie, perché proprio non si capiva come tutti se ne fossero andati.

piega con parole tue il significato S delle espressioni sottolineate nel testo. uali sono le emozioni che Q l’autore prova verso la sua città nel periodo estivo?

C. Pavese, Feria d’agosto, Einaudi

ESTATE Oggi l’estate è venuta alla mia finestra con i suoi sussurri e sospiri, le api fanno i menestrelli alla corte del boschetto in fiore. Ora è tempo di sedere tranquilli… In questa calma straripante e silenziosa. L eggendo la prima strofa della poesia, quali immagini compaiono davanti ai tuoi occhi? Spiega il significato degli ultimi due versi.

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R. Tagore


AtELiEr delle

INTI RAYMI, LA PIÙ BELLA FESTA DEL PERÙ In Perù, il 24 giugno di ogni anno, si svolge la festa dell’Inti Raymi, l’antico dio Sole degli Incas, il popolo fondatore di un grande impero nell’America del Sud e che fu conquistato dagli Spagnoli verso la metà del 1500. Al tempo degli Incas, la festa aveva un valore religioso: il 21 giugno cadeva il solstizio d’inverno, quando il Sole si trova nel punto più lontano dalla Terra, e gli Incas chiedevano al Sole di non allontanarsi di più, di non abbandonare il suo popolo. Considerata una festa pagana, l’Inti Raymi fu proibita dagli Spagnoli, che erano cattolici, e infatti per quasi 400 anni non fu più celebrata. Venne ripresa nel 1944 e ancora oggi la si celebra nella città sacra degli Incas, Cuzco, una fortezza a oltre 3000 metri sul mare. I festeggiamenti durano una settimana, durante la quale Cuzco si riempie di musica e rappresentazioni storiche e di migliaia di turisti. La festa dell’Inti Raymi ha inizio il mattino del 24 giugno nella piazza Coricancha, dove sorgeva il tempio del Sole Inca. Qui il Sapa Inca (Imperatore degli Inca) recita l’invocazione al Dio Sole e viene portato in processione su un trono d’oro, di oltre 70 chili, verso la fortezza di Sacsayhuamán. Sulla via verso la fortezza, addobbata con migliaia di fiori, le donne puliscono la strada per scacciare gli spiriti malvagi. Quando la processione giunge a Sacsayhuamán il Sapa Inca sale i gradini fino all’altare sacro, dove pronuncia una benedizione insieme ai tre sacerdoti-animali simbolo della vita: il serpente (simbolo degli animali che vivono sotto terra), il puma (simbolo degli animali che vivono sulla terra) e il condor (simbolo degli animali che vivono in aria). Si procede quindi con il (finto) sacrificio rituale di un lama bianco, per chiedere che la Terra sia fertile. La cerimonia si conclude con una processione verso Cuzco.

stagioni

Rispondi sul quaderno. Che cosa festeggiano i peruviani il 24 giugno? Che valore aveva in passato la festa? Perché fu proibita? Dove e come si svolge?

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AtELiEr delle

stagioni

LA FESTA DI ESALA PERAHERA Nello Sri Lanka fra luglio e agosto, quando la luna è piena, si celebra la festa di Esala Perahera, una festa in onore del dente di Buddha. Narra infatti la leggenda che Buddha, seminando i suoi denti, fece crescere le prime piante di riso. Quando la luna è alta nel cielo, la festa può cominciare. Viene portato in processione il dente di Buddha, che di solito sta racchiuso in uno scrigno d’oro tempestato di perle, rubini e smeraldi, che a sua volta è racchiuso in un secondo scrigno più grande, tempestato di perle, rubini e smeraldi, che a sua volta è racchiuso in un terzo scrigno e ancora in un altro... per sette volte. Il corteo è grandioso: è formato da cento e più elefanti, addobbati a festa con stupende cappe ricamate di velluto e seta. Per avere l’onore di marciare in questo corteo, gli elefanti si sono lasciati fare una splendida toilette dai loro guardiani, che li hanno lavati e spazzolati con cura. La festa di Esala Perahera ricorda una storia lontana: il dente di Buddha era in pericolo perché dei nemici volevano rubarlo. Allora una principessa indiana lo nascose fra i suoi lunghi capelli neri e lo portò nello Sri Lanka, dove è ancora nascosto. Accadde centinaia e centinaia di anni fa: da allora si celebra questa festa. M. Lazzara Pittoni, M. G. Boldorini, Festa!, Piccoli

Completa. La festa di Esala Perahera si celebra in onore quando c’è portato in

nei mesi di piena. Il dente di Buddha viene

e nel corteo ci sono anche

tutti bardati. Il dente è racchiuso in uno

elefanti contenuto in uno scrigno più

contenuto a sua volta in uno

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più grande, e così via per

volte.


AtELiEr delle

stagioni

QUANDO SENTI L’ESTATE ARRIVARE Quando senti l’estate arrivare metti tra le cose da fare cogliere un papavero premere il pistillo stampare una stella sulla fronte di un’amica fischiare usando un filo d’erba lasciare una briciola in terra e aspettare una formica cercare un soffione prendere fiato, soffiare insieme ricordare che ogni desiderio è un seme. S. Vecchini, M. Marcolin

classe CHE COSA MI PIACE DELL’ESTATE Fate individualmente un elenco, scrivendo quello che l’arrivo dell’estate vi fa venire voglia di fare all’aperto. Poi confrontatevi. Scegliete quello che è possibile fare nel cortile o nel giardino della scuola. Organizzatevi per realizzarlo negli ultimi giorni della classe quarta.

RIFLETTO e DICO la MIA Quali, tra le cose indicate nella poesia, non hai mai sperimentato? Come mai? Ti piacerebbe sperimentarle? Quali sensazioni suscita in te la lettura di questa poesia?

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i n i g a imm dal mondo PRIMA

di ascoltare

Nel brano che ascolterai troverai una serie di informazioni. Di che cosa parlerà, secondo te?

DURANTE l’ascolto

In questo brano vengono fornite informazioni sulla crescita dei bambini e delle bambine in Giappone. Mentre ascolti con attenzione, appuntati sul quaderno le informazioni sulla nascita, sul momento prima del pasto e sulla scuola.

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CRESCERE IN GIAPPONE Per le nostre strade, capita sempre più spesso di incontrare, da soli o in gruppi compatti, dei giapponesi: viaggiano per lo più per affari o turismo. Più raro imbattersi in bambini e bambine, a meno che non si siano trasferiti in Italia con i loro genitori. Gli altri stanno lontano, dall’altra parte del mondo. Vi è mai venuta la curiosità di sapere come sarà la loro vita in quello che viene chiamato “il Paese del Sol Levante”? Una nuova nascita è una grande festa in famiglia. Dato che in Giappone si scrive per ideogrammi, che sono segni molto più complicati dei nostri, si sceglie chi è più abile nella calligrafia per comporre su un foglio di carta il nome del neonato o della neonata. Quel foglio verrà poi appeso all’altare dedicato agli antenati, che la maggior parte dei giapponesi tiene in casa. Cento giorni dopo la nascita, vi è la cerimonia del primo pasto: il nonno tiene sulle ginocchia il nipotino o la nipotina e, con i bastoncini di legno con cui mangiano sempre i giapponesi, cerca di mettere nella sua piccola bocca qualche chicco di riso e un bocconcino di pesce. In un altro piatto viene messo un sasso, non perché debba essere mangiato, ma come augurio perché il bambino o la bambina cresca forte e con i denti sani. Ai primi di aprile in Giappone si apre l’anno scolastico: arrivati al sesto anno, anche là i bambini e le bambine iniziano ad andare a scuola. Devono indossare tutti una divisa blu con bottoni dorati, con giacca e pantaloncini corti o gonna e un berretto in testa.


Nelle grandi città, sono in tanti e, si muovono con disinvoltura, senza accompagnatori, fin dai primi anni di scuola, salendo e scendendo dalle linee metropolitane e dagli autobus. A scuola, la disciplina è piuttosto severa e, oltre a seguire attentamente le lezioni, i bambini e le bambine devono assicurare l’ordine e la pulizia delle aule, dei corridoi e persino dei gabinetti. È un modo per educarli alla vita in comune, in cui ognuno deve assolvere i propri doveri per il benessere di tutti e tutte. A casa i compiti sono molti e viene fatto tutto il possibile per assicurare la necessaria tranquillità. Infatti, nelle case, quasi sempre piccolissime, non manca mai una scrivania tutta per loro con un campanello incorporato da suonare in caso di “emergenza”, cioè quando un compito è troppo difficile. Crescere in..., Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, 2019

classe IL MEMORY DEL MONDO Costruite il MEMORY del mondo seguendo le istruzioni. Cercate informazioni su alcuni Paesi del mondo (immagini, video, costumi, strumenti musicali…). Su un foglio A4, disegnate una caratteristica del Paese e scrivete l’informazione trovata. Su dei fogli più piccoli, scrivete il nome di ogni Paese. Ora giocate! a) Posizionate sul tavolo, coperte, le carte: da una parte quelle con le informazioni, dall’altra quelle con i nomi. b) A turno, ognuno pesca una carta delle informazioni e una dei nomi. c) Se l’abbinamento è giusto, si vincono entrambe le carte.

DOPO

aver ascoltato Individua e sottolinea nel testo le seguenti informazioni. Altro nome con cui viene chiamato il Giappone. Quando si svolge la cerimonia del primo pasto. Che cosa rappresenta l’augurio di crescita forte e con denti sani. Modo di scrivere dei Giapponesi. Quando inizia l’anno scolastico. Come si vestono i bambini per andare a scuola. Come è organizzato l’orario scolastico. Che cosa imparano a scuola oltre le lezioni. Strumento usato in caso di emergenza “compito difficile”.

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ini immagda mondol

IL FILO ROSSO TRA I GHIACCI COMPRE NDO il testo Che cos’è il bruco rosso di cui si parla nel brano? Quali Stati collega? a dove parte e dove D arriva?

ual è il punto più alto Q del percorso? uali spettacolari paesaggi Q si possono ammirare lungo il percorso?

Un bruco rosso esce pigro da Tirano, sfiora le case del vecchio borgo, lambisce il Santuario della Madonna per poi inerpicarsi per la Val Poschiavo. Comincia così ogni giorno uno dei più spettacolari viaggi al mondo per ferrovia, tra la Valtellina (Italia) e il cantone Grigioni (Svizzera). Una strada ferrata da sogno (196 ponti, 55 gallerie), la più alta d’Europa, costruita a cavallo tra Ottocento e Novecento (fu completata nel 1910) nella stagione d’oro delle ferrovie ad alta quota. La ferrovia è un capolavoro di ingegneria che permette al trenino della Retica di superare dislivelli e difficoltà incredibili. Lunga 61 chilometri, entra in territorio elvetico a Campocologno e grazie a un viadotto elicoidale il treno supera in breve tempo un dislivello assai impegnativo. Il punto più alto del percorso è l’Ospizio del Bernina, a un’altezza di ben 2253 metri. Da questo punto a nord si parlano il romancio e il tedesco, a sud si parla l’italiano. In discesa il treno corre tra panorami alpini straordinari e ampie vedute sulle cime e sui ghiacciai del Bernina. Più sotto, presso lo sbocco della valle del Fieno, riprendono i boschi. A quota 1805 metri si entra in Pontresina (Engadina); pochi chilometri ancora e si arriva a St. Moritz, elegante località di vacanza, sport invernali e cure termali. Lombardia, I luoghi dell’Unesco, Jaca Book

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TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA Lo sentiamo dire da anni, più come modo di dire che per altro, e ci abbiamo sempre creduto. “Tutte le strade portano a Roma” è un leitmotiv che si ripete quando si vuole dire che qualsiasi decisione si prenda, porterà sempre allo stesso risultato. Questo modo di dire prende spunto dal fatto che nell’antica Roma il sistema viario era così all’avanguardia che è stato poi preso a modello per tutta l’Italia. Non è solo una credenza popolare: l’organizzazione del sistema stradale degli antichi Romani prevedeva che ogni via, soprattutto quelle che partivano dalle città principali, dai mercati e dalle fortezze legionarie, portasse a Roma attraverso una delle tante strade realizzate nel corso degli anni. Se avete qualche dubbio sul fatto che davvero tutte le strade portino a Roma, allora osservate, per esempio, la mappa creata dai designer Groß, Schmitt e Reimann. Questi tre scienziati hanno voluto dare una rappresentazione visiva del sistema viario creato dall’Impero Romano e il risultato è sorprendente. Effettivamente, almeno per quanto riguarda l’Europa, è proprio vero che tutte le strade portano a Roma! Gli scienziati hanno individuato 486 713 punti di partenza e hanno usato un calcolo matematico complesso per vedere quale fosse la strada più veloce per arrivare alla città eterna. Risultato: da qualunque punto si può arrivare a Roma. Insomma, molto più che un proverbio con un significato sulla vita.

ini immagda mondol RIFLETTO e DICO la MIA Nel testo hai trovato la spiegazione del modo di dire “tutte le strade portano a Roma”, cioè, qualsiasi decisione si prenda, porterà sempre allo stesso risultato. Tu che cosa ne pensi?

SCOPRO nuovi significati leitmotiv: argomento ricorrente Con l’aiuto del dizionario, spiega i significati di questi modi di dire e trovane altri. Andare per la propria strada. Essere sulla buona strada. Tentare tutte le strade.

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ini immagda mondol

TESTO INFORMATIVO

Il TESTO INFORMATIVO fornisce CONOSCENZE e spiegazioni su ARGOMENTI SPECIFICI.

SCOPRO nuovi significati acqua alta: espressione veneziana, poi entrata nel linguaggio comune, che indica la particolare alta marea che in alcuni periodi dell’anno provoca l’allagamento di strade e piazze della città di Venezia

STOP ALL’ACQUA ALTA Nei mesi di autunno e inverno può capitare che il livello delle acque della città di Venezia aumenti considerevolmente, allagando anche piazze e edifici. Le ragioni di un simile fenomeno sono da ricercare nella conformazione “a catino” del Mare Adriatico e della Laguna di Venezia, la quale è delimitata da lunghe strisce di terra e sabbia che partono da Chioggia e fungono da argine per le acque marine. Tali barriere naturali, però, vengono meno quando venti come lo Scirocco o la Bora cominciano a spirare con forza verso Venezia, impedendo il normale deflusso delle acque lagunari verso il mare. Ciò accade soprattutto nei mesi di autunno-inverno (ma in casi eccezionali può capitare anche durante la bella stagione) e quando tali situazioni si combinano con i periodi di alta marea, ecco che nella Laguna comincia a riversarsi più acqua di quella che potrebbe contenere (anche per colpa del fondale poco profondo). Senza la possibilità di smaltire l’acqua in eccesso per colpa dei venti contrari, i canali si ingrossano a dismisura e finiscono per invadere le strade, le camminate e le piazze della Serenissima. E questa è l’acqua alta. La soluzione al problema dovrebbe essere rappresentata dalla grande infrastruttura denominata Mose, che consiste in un complesso di paratie mobili in grado di impedire l’allagamento di Venezia. Nell’ottobre 2020 infatti, dopo una serie infinita di problemi e ritardi (l’inizio dei lavori risale al 2004), il Mose è entrato in funzione “salvando” per la prima volta la Serenissima dall’acqua alta! Focus Junior - Web

COMPRE NDO il testo Sottolinea nel testo le informazioni utili per rispondere a queste domande. Che cosa può succedere a Venezia in autunno-inverno? Perché si verifica questo fenomeno? Che cos’è il Mose?

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SCRIVERE DI ARGOMENTI

ini immagda mondol

il testo informativo è con lo scopo di

un testo che si trova nei sussidiari, nelle guide turistiche, nelle riviste specializzate...

strutturato spesso in

paragrafi con sottotitoli

fornire informazioni su argomenti specifici organizzato

attraverso

l inguaggio chiaro e preciso, con parole specifiche, proprie della materia trattata

in ordine: • logico, dal generale al particolare • cronologico, con informazioni in ordine di tempo • causale

Per rendere più facile la comprensione delle informazioni proposte si usa spesso il TESTO MISTO, che è accompagnato da: • fotografie • didascalie • schemi • grafici • disegni • mappe • carte tematiche

laboratorio di scrittura ● pag 116

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ini immagda mondol

TESTO INFORMATIVO

Nel testo informativo vengono utilizzati TERMINI SPECIFICI propri della materia di cui si parla. Le parole più importanti sono spesso evidenziate.

STONEHENGE: LA FESTA DEL SOLSTIZIO D’ESTATE Tra i luoghi più misteriosi del pianeta, quelli di cui si sa molto poco, un posto d’onore spetta sicuramente al cromlegh di Stonehenge. Si tratta di una costruzione fatta di grosse pietre disposte a circolo (cromlegh significa proprio “circolo di pietra”) sulla piana erbosa di Salisbury, nel sud dell’Inghilterra. La struttura si compone di una serie di blocchi di pietra grigia alti 4 metri e sormontati da lastre orizzontali, disposti in cerchio. All’interno di questo cerchio si trova un secondo anello di pietre più piccole, le bluestones, al cui centro si trovano altre pietre disposte a ferro di cavallo intorno a un altare di pietra. Nessuno può dire con certezza chi ha costruito questo monumento. Qualcuno lo ha attribuito a mago Merlino, altri ai Romani, altri ancora ai druidi, antichi sacerdoti pagani. Le ultime scoperte scientifiche hanno dimostrato che quelle enormi pietre risalgono a 3500 anni prima di Cristo, ben prima dei Romani, dei druidi e di Artù.

ANAL IZ ZO

il testo

Completa. L’argomento di questo brano, comprensibile già dal titolo, è

SCOPRO nuovi significati Nel brano sono evidenziati alcuni termini specifici, il cui significato viene spiegato nel testo stesso. Individua il significato di questi termini e scrivilo. cromlegh:

Il brano è già suddiviso in paragrafi; per ognuno individua un sottotitolo adatto. 1° paragrafo 2° paragrafo 3° paragrafo 4° paragrafo 5° paragrafo

200

bluestones: druidi: solstizio d’estate:


SCRIVERE DI ARGOMENTI

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Anche sui motivi per i quali fu costruito questo incredibile monumento non si hanno certezze. Molto probabilmente ebbe una funzione religiosa, fu meta di pellegrinaggio e tempio dedicato al Sole. La sua posizione, all’alba del 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, fa sì che un fascio di luce attraversi il portale di pietra e vada a posarsi sull’altare al centro del monumento, quasi a ristabilire il legame tra la natura e l’uomo. Per assistere a questo spettacolo incredibile, tutti gli anni circa ventimila persone si riuniscono nella piana di Stonehenge, restando svegli tutta la notte per vedere sorgere l’alba che dà inizio al giorno più lungo dell’anno. La festa dell’attesa del sole si svolge tra rievocazioni storiche in costume e spettacoli musicali e danzanti che richiamano un lontano passato. F. Bongiorni, M. Polidoro, Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, Bompiani

COMPRE NDO il testo Completa lo schema con le informazioni fornite dal testo. Che cos’è

Chi l’ha costruita

Perché

Dove si trova

CROMLEGH DI STONEHENGE

Come è strutturata

Particolarità

Che cosa succede oggi

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ini immagda mondol

TESTO INFORMATIVO

Il testo informativo può essere un TESTO MISTO quando fornisce conoscenze non solo attraverso le parole, ma anche attraverso GRAFICI, TABELLE, IMMAGINI…

I ROMEI sono i pellegrini che, a piedi, vanno in pellegrinaggio a Roma.

COMPRE NDO il testo Rispondi sul quaderno. Perché questa via si chiama Francigena? Dove porta e come si chiamano i pellegrini che la percorrono? Quali sono le attrezzature importanti per un pellegrino?

I ROMEI E LA VIA FRANCIGENA Come tutti i lunghi percorsi a piedi, anche la camminata lungo la via Francigena richiede un’attrezzatura adeguata. Innanzitutto le scarpe, alte o basse a seconda dei gusti, che devono essere impermeabili e dotate di una buona suola da montagna, necessaria ad affrontare ogni tipo di strada. Una qualità fondamentale, però, è che le scarpe non siano nuove ma già “rodate”, per evitare problemi come vesciche e dolori ai piedi. L’altro elemento essenziale per chi intraprende un lungo viaggio a piedi è lo zaino. È essenziale attrezzarsi con un modello da escursionismo, che abbia una capienza tra i 45 e i 60 litri, con spallacci imbottiti e regolabili. Nella scelta di questo elemento si devono privilegiare la comodità dello schienale rispetto alla propria conformazione (non siamo fatti tutti allo steso modo!), la maneggevolezza, la robustezza e la praticità di tasche e chiusure. Per rendere impermeabile lo zaino (e salvare vestiti puliti, macchina fotografica e le preziose carte che ogni camminatore porta con sé) ci si può dotare di una mantella che, in caso di pioggia, protegga sia lo zaino che il corpo, oppure di una giacca a vento impermeabile e di un copri-zaino impermeabile. Importante, però, per non far diventare ancora più complicato un viaggio di per sé non semplice, è non appesantire troppo lo zaino: l’ideale è che il carico non superi i 10 chilogrammi. F. Ardito, La via Francigena, Touring Editore

La via Francigena, attraverso la Francia, da cui prende il nome, porta i pellegrini fino a Roma.

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SCRIVERE DI ARGOMENTI

ini immagda mondol

Gli argomenti presentati in un testo informativo possono essere organizzati secondo un: ORDINE LOGICO; ORDINE CRONOLOGICO; ORDINE CAUSALE.

MILANO Come la lupa è il simbolo di Roma, così la scrofa semilanuta rappresenta il mito fondante di Milano. A differenza della lupa, però, le sue raffigurazioni sono rare. A Milano compare solo in due luoghi: nel bassorilievo di marmo di un capitello degli archi del Palazzo della Ragione, nella piazza medievale dei Mercanti, e in uno stemma incastonato nel cortile di Palazzo Marino, oggi sede del Municipio. La storia raccontata da Tito Livio è simpatica. Sembra che nel VI secolo a.C., il re celtico Ambigato inviò i suoi due nipoti a colonizzare nuove terre. Da qui in poi il testo vira verso la mitologia. Uno dei due fratelli, Belloveso, avrebbe avuto una visione: una femmina di cinghiale con la parte anteriore del corpo ricoperta da un pelo molto lungo (“semi-lanuta”) che pascolava in una fertile radura, vicino a due corsi d’acqua. La scrofa, considerata dai Celti un animale sacro, era identica a quella raffigurata sullo scudo di Belloveso. Il condottiero interpretò quel segno come un auspicio divino e un invito a costruire in quel luogo la nuova città. Gli diede il nome di Medhe-lan, che in gallico significa “terra di mezzo” o “pianura di mezzo”, nome che poi venne trasformato nel latino Medio-lanum, cioè “semi-lanuta”.

ANAL IZ ZO

il testo

Gli argomenti presentati nel testo sono narrati: in ordine logico. in rapporto di causa-effetto. in ordine cronologico.

COMPRE NDO il testo Sottolinea come indicato. L a parte che spiega qual è il simbolo di Milano. L a parte che spiega dove si trova questo simbolo. L a storia che spiega l’origine del nome Milano.

G. Castelli Gattinara, 111 luoghi di Milano che devi proprio scoprire, Emons Edizioni

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ini immagda mondol

COME SI SONO FORMATI I GHIACCIAI 650 milioni di anni fa, sul nostro pianeta la temperatura media si aggirava intorno a –50 gradi. A causa del freddo, la Terra era come una palla tutta coperta di neve e la superficie degli oceani era ghiacciata fino a 1 km di profondità. L’effetto “palla di neve” era dovuto a una glaciazione che era iniziata 50 milioni di anni prima. Da allora, sul nostro pianeta si sono alternate ere glaciali, in cui i ghiacci si espandono e gli oceani si ritirano, e periodi interglaciali, in cui i ghiacciai si sciolgono facendo aumentare il livello degli oceani. L’ultima era glaciale di cui siamo a conoscenza si chiama Würm: iniziò 110 000 anni fa e terminò circa 10 500 anni fa. Nel suo periodo più freddo, gran parte dell’Europa e dell’Asia assomigliavano a una steppa, mentre la Scandinavia, parte delle isole britanniche, il Canada e la parte settentrionale degli Stati Uniti erano coperte di ghiaccio. Persino in Africa, sulle montagne del Marocco e dell’Etiopia, si estendevano dei ghiacciai, anche se molto piccoli. Alla glaciazione di Würm seguì un periodo interglaciale con clima più mite, che favorì lo sviluppo delle grandi civiltà che studiamo a scuola. Intorno al 5000 a.C. si ebbe il clima più caldo mai registrato di tutto l’Olocene, il periodo geologico che stiamo vivendo ora, e proprio in quell’epoca nacquero gli Egiziani e gli Ittiti, che si stabilirono sulle coste del Mediterraneo. Per la legge dell’alternanza di cui parlavamo prima, al periodo caldo fece seguito un’epoca più fredda. Intorno al 1300 d.C., la temperatura si abbassò di nuovo e iniziò il periodo più freddo di tutto l’Olocene, cioè la “piccola età glaciale” che durò circa tre

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ini immagda mondol secoli (1590-1850). In quegli anni, i ghiacciai aumentarono, tanto da invadere e distruggere terre, case e villaggi. Intorno al 1950, un nuovo aumento della temperatura portò a una regressione dei ghiacciai, che continua tuttora. Secondo uno studio di Cambridge, infatti, l’inquinamento atmosferico causato dal progresso industriale (cioè le emissioni di anidride carbonica nell’aria) sta rallentando l’arrivo della prossima era glaciale. Nel periodo che stiamo vivendo il clima non è più solo un fenomeno naturale, ma è “provocato” dalle azioni dell’uomo, per cui alcuni studiosi sostengono che l’Olocene sia terminato e che l’attuale era geologica debba essere chiamata “Antropocene”. E per quanto riguarda la prossima glaciazione? Secondo i più recenti calcoli, il suo arrivo è previsto tra 1500 anni. Non ci resta che aspettare!

UNA COPERTA PER IL GHIACCIAIO È un rituale che si ripete ogni anno in varie località alpine: a fine primavera, dei teli bianchi vengono stesi sul ghiacciaio allo scopo di ridurne lo scioglimento durante i mesi più caldi dell’anno. La copertura è poi rimossa all’inizio dell’autunno. Composti solitamente di poliestere e fibre di polipropilene, i teli geotessili hanno uno spessore di 3-4 millimetri. Stesi sul ghiacciaio, riflettono la luce solare e proteggono lo strato di neve e il ghiaccio sottostanti dal calore e dai raggi ultravioletti. In alternativa ai teli sono usati materiali quali segatura e trucioli di legno.

COMPRE NDO il testo Leggi le definizioni dei termini specifici evidenziati nel testo, poi scrivi le parole corrispondenti. Periodi in cui i ghiacci si espandono e gli oceani si ritirano:

Periodi in cui i ghiacci si sciolgono con conseguente aumento del livello degli oceani:

Nome dato all’ultimo periodo glaciale: Periodo geologico in cui le variazioni climatiche non sono solo naturali, Periodo geologico che stiamo vivendo

ma anche provocate dall’uomo:

ora:

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ini immagda mondol

UNA GRANDE SCOPERTA SCOPRO nuovi significati lebbra: malattia che interessa la pelle

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La patata è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanaceae, originaria del Perù, della Bolivia, del Messico e del Cile e portata in Europa dagli Spagnoli nel XVI secolo, intorno al 1570. Al suo arrivo nel nostro continente, gli Europei non le fecero una buona accoglienza e la impiegarono come alimento per il bestiame e per i prigionieri di guerra. E infatti fu proprio un ufficiale, farmacista nell’armata francese, catturato nel 1571 dai Prussiani e costretto a nutrirsi di patate durante la sua prigionia, a diffondere questo cibo. Questo divulgatore si chiamava Parmentier. A lui va il merito di aver presentato la patata a Luigi XVI durante un ballo di corte e di aver organizzato per gli “uomini che contano” dei banchetti a base di patate. Tuttavia, quando tentò di far accettare le stesse pietanze ai pensionati di un ospizio di Parigi, provocò una mezza rivolta. A sfavore della diffusione della patata giocavano vari fattori. Le prime varietà importate dal Sudamerica erano poco adatte alla coltivazione nei climi europei e davano raccolti scarsi. Inoltre, l’aspetto del tubero, deforme e irregolare, agli occhi degli Europei di allora appariva strano e antiestetico, e alcuni erboristi suggerirono che potesse provocare la lebbra.


ini immagda mondol Fu solo nel 1793, dopo la Rivoluzione Francese, che la fame costrinse la gente ad accettare il nuovo alimento. Una certa signora Merigot dette perfino alle stampe un ricettario intitolato “La cuoca repubblicana che insegna i modi migliori per cucinare le mele di terra” (in francese, infatti, le patate si chiamano proprio pommes de terre). Da allora questo tubero si è pian piano affermato in tutto il mondo come alimento nutriente e versatile, tanto da essere utilizzato quotidianamente per accompagnare soprattutto i secondi piatti. È diffusissimo e ne esistono centinaia di ricette, alcune con caratteristiche nazionali. In Italia sono utilizzate per preparare gnocchi e purè, oppure accompagnano i pasti bollite, arrostite, fritte o saltate. In Svizzera accompagnano la raclette, oppure, nel rösti sono grattugiate e poi cotte. In Irlanda il side plate (piattino laterale sempre presente sulle tavole apparecchiate) ha precisamente la funzione di accogliere una, due o più patate sempre in accompagnamento a qualsiasi secondo piatto. Le patate schiacciate sono un ingrediente importante di molti piatti inglesi, come la shepherd’s pie. Le patate novelle sono considerate prelibate in Europa Settentrionale (Danimarca, Svezia, Finlandia): servite lesse e insaporite con aneto, fanno da contorno alle aringhe del Baltico. A questo ottimo tubero è, però, rimasto appiccicato qualcosa di negativo che proviene dal passato: alcune espressioni della lingua italiana sono utilizzate ancora oggi per dare giudizi non proprio felici su una persona. Si dice, infatti, “sacco di patate” per indicare un uomo grossolano e ignorante, oppure “spirito di patata” per indicare una battuta spiritosa non riuscita. Per fortuna, a bilanciare queste negatività e restituire alla patata la sua dignità, esistono anche espressioni positive: “naso a patatina” per indicare un naso bello e pieno, “sei un patatone” per indicare un bambino dolce, paffuto, morbido, tutto da abbracciare, come una patata.

COMPRE NDO il testo Da dove proviene la patata? Quando è arrivata in Europa? A chi si deve la sua scoperta come alimento? Perché inizialmente gli Europei non la apprezzarono?

Quali piatti si preparano in Italia con le patate?

Quali espressioni di significato negativo sono state formulate con il termine “patata”?

La cucina nell’epoca rivoluzionaria, Storia Illustrata, Mondadori

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ini immagda mondol

ANAL IZ ZO

il testo

Indica con X. Gli argomenti sono presentati: in ordine logico. in ordine cronologico. in rapporto di causa-effetto. Questo è un testo misto perché ci sono: grafici. didascalie. immagini.

COMPRE NDO il testo Sottolinea nel testo le informazioni utili per rispondere. Che cosa c’è di particolare nella metropolitana di Napoli? A chi venne questa idea? Chi venne coinvolto per la sua realizzazione? Da chi è stata progettata l’opera che si trova nella Stazione Toledo? Perché entrare nella Stazione Toledo è come entrare in un incanto blu? Che cosa c’è di particolare nella Stazione Università?

STAZIONE DANTE

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NAPOLI COLORATA Ueee guagliò! Volete vedere qualcosa di veramente straordinario? Allora andate a Napoli e comprate un biglietto per la metro. Che cosa c’è di straordinario in una metropolitana? Tutto! Appena oltrepassati i tornelli vi troverete immersi in un oceano blu o in un intrigante gioco di specchi o ancora in mezzo a sculture e installazioni sorprendenti: insomma, vi troverete immersi nel fantastico mondo dell’arte contemporanea! La linea 1 della metropolitana di Napoli è una delle gallerie d’arte più belle d’Europa! Tutto iniziò quando politici e artisti della Regione Campania si chiesero: “Perché non trasformiamo i grigi tunnel e le fredde scale mobili della metropolitana in coloratissimi luoghi d’arte? Perché non impreziosiamo con la bellezza questo grande servizio pubblico?”. Detto, fatto! L’idea era così bella che piacque a tutti. Iniziò così una meravigliosa avventura che coinvolse tantissimi artisti e architetti di fama internazionale che, con le loro opere, cambiarono il volto della Napoli sotterranea!

L’ARTE PER IL CITTADINO

Nel 1995 vennero inaugurate le prime stazioni d’arte, dei veri e propri musei dove i viaggiatori, al costo di un biglietto, potevano percorrere il loro tragitto godendo di bellissime opere. In questo modo non era più il cittadino che andava a trovare l’arte, come avviene di solito nei musei, ma era l’arte che andava a trovare il cittadino nei luoghi della sua quotidianità. Grazie a questo progetto, oggi i viaggiatori si soffermano, osservano e conoscono l’arte contemporanea, imparando anche a considerarla parte della loro vita. Oggi le stazioni della metropolitana di Napoli accolgono più di 200 opere, realizzate da oltre 100 artisti, e sono tutte bellissime!


ini immagda mondol STAZIONE TOLEDO

Entrare nella Stazione Toledo, progettata dall’architetto Oscar Tusquets Blanca, è come entrare dentro un incanto blu, fatto di luci che avvolgono il visitatore in una spettacolare scenografia, con i mosaici che parlano dei miti mediterranei e i pannelli che riproducono le onde del mare…

STAZIONE UNIVERSITÀ

STAZIONE TOLEDO

Quando invece si entra nella Stazione Università si viene subito accolti da una grande scultura in acciaio, chiamata Synapsi, e da due larghe colonne modellate come il profilo dell’artista che le ha realizzate, Karim Rashid. Sembra di essere sul set di un film di fantascienza! Il fucsia e il verde acido sono così vivi che è impossibile tenere basso il livello d’attenzione. Tutto richiama il mondo della tecnologia. A. Mazzara, L’esperienza della meraviglia, La Spiga Edizioni

STAZIONE UNIVERSITÀ

IO ARTISTA Realizzate tutti insieme un murales per decorare la scuola; per rendere il lavoro più semplice usate dei cartoni spessi, su cui incollerete del cartoncino bianco. O sservate su riviste, libri e web, immagini di murales. Esprimete liberamente idee, pensieri, messaggi che, secondo voi, vogliono comunicare. C onfrontatevi per trovare l’idea giusta per il vostro murales (frutti animati, bambini che fanno vari sport, giochi da cortile, un cielo stellato, forme geometriche…), poi a coppie o piccoli gruppi realizzate dei bozzetti e scrivete accanto che cosa volete comunicare. C ondividete le vostre idee e insieme decidete il progetto finale, stabilendo anche le tecniche e il materiale da usare (tempere, pennarelli, pastelli a cera, spugne, gessi…). I nfine, realizzate il murales e appendetelo a una parete della scuola!

viaggio nella legalità

pag 210

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o i g g a i v nella

e g a l L ità

Che cosa significa la parola EDUC AZIONE? Vuol dire traman dare da una generazi one all’altra valori m orali e culturali corret ti.

Leggi il testo.

Marco: Il treno è come una grande casa nella quale per un po’ di tempo tante persone, molte delle quali non si conoscono, devono stare insieme per alcune ore. Che cosa voglio dire? Che qui sul treno ci vorrebbe un po’ di educazione e di intelligenza. Vedo infatti alcune persone costrette a subire il cattivo modo di comportarsi di altre. Ora ti descrivo con un disegno ciò che vedo e sento.

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EDUCAZIONE CIVICA sserva il disegno, racconta ciò che vedi e confrontati con i tuoi O compagni e le compagne. Aggiungi suoni e parole appropriati nelle vignette. Poi, per ogni scena, scrivi quale dovrebbe essere il giusto comportamento.

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o i g g a i v nella

e g a l L ità Leggi il testo.

Marco: Alcuni passeggeri del treno cominciano a protestare perché facciamo troppo rumore. Le maestre ci rimproverano. Una signora esclama: – Lasciateli stare, sono bambini! Mi domando allora: visto che sono un bambino sincero e spontaneo, posso sempre fare quello che voglio? Mi rispondo da solo: NO, perché viviamo con altre persone e dobbiamo rispettare alcune regole stabilite per vivere meglio. Si tratta di abituarsi a essere gentili perché le buone maniere diventino parte di noi. Valentina: È giusto usare la gentilezza, ma a volte noi bambini facciamo i capricci per avere le attenzioni degli adulti. Completa le frasi con le parole indicate. cellulare • figurine • mi porta in braccio • mi riporta a casa Sono da tre ore al centro commerciale e mi metto a correre tra la gente perché così la mamma

;

ll’uscita dal cinema, bisogna tornare al parcheggio dell’auto a che è molto lontano. Faccio finta di dormire così il papà ; al ristorante i grandi parlano tra loro, io mi annoio, perciò comincio a protestare fino a quando i miei genitori non mi passano il e posso finalmente giocare da solo; s e davanti all’edicola insisto, la nonna mi comprerà le

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.


EDUCAZIONE CIVICA ontribuisci anche tu a far sbocciare il fiore della buona educazione. C Scrivi all’interno di ogni petalo una parola gentile.

Leggi le frasi, poi indica con X quelle che raccontano comportamenti educati. Tossire e sbadigliare continuamente quando si è annoiati. Passare in mezzo a due persone che stanno parlando. Per favore, grazie, scusa. Gettare carte e rifiuti nei cestini e nei contenitori indicati. Se si viaggia in gruppo, si deve rispettare un turno per salire su un mezzo pubblico e prima si deve lasciare scendere chi è ancora a bordo. Arrivare a un appuntamento quando si può. Sul treno si può ascoltare musica, a patto che non sia di disturbo agli altri viaggiatori. Commentare a bassa voce con uno dei compagni mentre si è in gruppo.

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ini immagda mondol

COMPRE NDO il testo Indica con X le informazioni fornite sul Parco della Majella, poi sottolineale con colori diversi. Come raggiungerlo. Dove pernottare. I costi delle visite. Che cosa offre per chi ama fare trekking. Condizioni climatiche stagionali.

SCOPRO nuovi significati Spiega il significato dei termini evidenziati attraverso il contesto in cui sono usati o con l’aiuto del dizionario.

IL PARCO DELLA MAJELLA In tutte le stagioni il Parco della Majella offre al visitatore scenari sempre nuovi e di straordinaria bellezza. La primavera inoltrata è il periodo delle fioriture e, insieme all’autunno, quando le valli sono più fresche e l’aria è tersa, è il momento migliore per visitare paesi ed eremi. L’estate è la stagione consigliata per percorrere i sentieri e i grandi trekking di più giorni. Ottobre incanta con i mille colori delle faggete e conduce alle porte dell’inverno, quando i paesaggi coperti da un manto bianco sono tutti da scoprire con brevi passeggiate sulle ciaspole o con fantastiche discese con gli sci da alpinismo. I percorsi per gli appassionati di trekking sono, a volte, lunghi e faticosi, in particolar modo quelli che si sviluppano in alta quota; qui occorre prestare attenzione sia alle condizioni climatiche, sia alla difficoltà di orientamento, in caso di nebbia o scarsa visibilità. Si consiglia di non allontanarsi dal tracciato dei sentieri del Parco e di affidarsi all’esperienza del personale qualificato dei Centri di Visita, sia per ottenere informazioni sia, eventualmente, per essere accompagnati. Parco Nazionale della Maiella – Web

COME ARRIVARE AL PARCO DELLA MAJELLA IN AUTO A24 Roma – L’Aquila

A25 Torano – Pescara Strade statali 17 – 487 – 614 – 81 – 84 IN TRENO linea ferroviaria Roma – Sulmona – Pescara Linea ferroviaria locale Sulmona – Carpinone – Isernia IN AEREO aeroporto internazionale d’Abruzzo – Pescara

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verso le prove

INVALSI

LA PRIMA QUARANTENA

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La quarantena è un periodo d’isolamento forzato che, di fronte al rischio di epidemie, vuole impedire l’espansione del contagio. Il nome di questa strategia sanitaria deriva dai “quaranta giorni” che originariamente rappresentavano la durata ideale della separazione tra pazienti infetti e il resto della popolazione. La grande maggioranza degli studiosi fa risalire l’origine della parola “quarantena” ai fatti occorsi nel XIV secolo, quando tra il 1348 e il 1359 un’epidemia di peste, la tristemente famosa “Peste Nera”, spazzò in lungo e in largo l’Europa, uccidendo più di venti milioni di persone. Questo flagello – che molti dell’epoca consideravano un vero castigo divino – giunse nel Vecchio Continente attraverso le zecche portate dai ratti che infestavano le navi provenienti dall’Oriente. Per questo motivo, nel 1347, ai passeggeri di un vascello attraccato al porto di Ragusa (oggi Dubrovnik, in Croazia) fu imposto di attendere per un periodo di osservazione di trenta giorni, poi esteso a quaranta, prima di poter scendere sulla terraferma, in modo da essere sicuri che nessuno diffondesse il morbo in città. Era la prima quarantena! Questo metodo venne subito accolto con favore da tutta Europa, dove poco tempo dopo comparvero i lazzaretti, dei centri d’isolamento dove gli appestati venivano segregati e allontanati dal resto della popolazione. Nel tempo questo sistema venne utilizzato per il contenimento anche di altre malattie contagiose come la lebbra, il virus Ebola verificatisi in Africa e, più recentemente, il COVID-19. Nel Medioevo i medici che curavano la pesta indossavano inquietanti maschere a becco che venivano riempite di erbe e profumi. Si pensava infatti che il

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verso le prove

INVALSI

morbo si diffondesse attraverso l’aria. Nel Seicento i medici iniziarono poi a vestirsi con un’uniforme nera talmente d’effetto da divenire una delle tipiche maschere del Carnevale veneziano. 40

LA QUARANTENA OGGI Il termine “quarantena” continua a indicare l’obbligo del paziente di vivere lontano dalle persone non contaminate per un certo periodo di tempo. Dal Web

1

he cosa si indica oggi con il termine “quarantena” (riga 1)? C A Un periodo di isolamento di quaranta giorni. B Una strategia sanitaria messa in atto in caso di epidemie. C Un periodo di isolamento per tutte le malattie contagiose. D Una strategia sanitaria per evitare malattie infantili.

2

C he cos’è la “Peste Nera” (riga 11)? A La maschera a becco indossata dai medici nel Medioevo. B Un castigo divino. C Un’epidemia che uccise in Europa più di venti milioni di persone. D Il termine con cui nel Medioevo venivano indicate tutte le malattie contagiose.

3

I l termine “flagello” (riga 13) ha diversi significati. Con quale dei significati indicati viene utilizzato nel testo? A Frusta composta da funi sottili con tanti nodi. B Grave sciagura che colpisce molte persone. C Ramo sottile che striscia sul terreno. D Parte di alcune cellule.

4

I ndica con X quali informazioni fornisce il testo sulla “Peste Nera”. A Il luogo di diffusione. B La causa della sua diffusione. C Come veniva curata. D Quante persone finirono in quarantena. E In quale periodo si diffuse. F Il numero dei morti tra il 1348 e il 1359.

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verso le prove

INVALSI

5

Perché nel 1347 ai passeggeri di un vascello arrivato in un porto della Croazia fu imposta la quarantena? A Perché in città c’era la peste. B Perché alcuni passeggeri avevano la peste. C Perché avrebbero potuto diffondere la peste in città. D Perché in città non volevano stranieri.

6

Che cosa erano i “lazzaretti” (riga 26)? A Posti per le navi in partenza per l’Oriente. A Centri per tenere in isolamento i malati di peste. C Centri per il benessere. D Centri per l’isolamento nella Firenze del 1350.

7

I ndica se le seguenti affermazioni, relative al riquadro “La quarantena oggi”, sono vere o false. vero

falso

a) Puntualizza che cos’è la quarantena. b) Vuole suggerire che cosa bisognerebbe fare. c) Fornisce un’indicazione sulla durata della quarantena oggi. d) Sottolinea un obbligo. e) Dice che cosa devono fare le persone non contaminate. 8

Q uale aggettivo può essere un sinonimo del termine “inquietanti” (riga 34), relativo alle maschere indossate dai medici della peste nel Medioevo? A Rassicuranti. B Allarmanti. C Deliranti. D Incessanti.

9

Il termine “paziente”, nel contesto del brano, che cosa vuol significare? A Persona che ha pazienza. B Persona rassegnata. C Persona sofferente. D Persona calma, diligente.

10

Da chi fu portata la peste in Europa nel 1347? A Dai marinai in arrivo dall’Oriente. B Dai prodotti scaricati da una nave giunta in Croazia. C Dai passeggeri di una nave giunta in Croazia. D Dalle zecche dei topi delle navi provenienti dall’Oriente.

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ini immagda mondol

i n o i istruz da

seguire PRIMA

di ascoltare

Leggi il titolo: che cosa ti aspetti di trovare nel testo che ascolterai? Confrontati con le compagne e i compagni e scrivete una breve lista.

CON IL NASO ALL’INSÙ Sin dall’antichità gli aquiloni sono stati uno straordinario simbolo della sfida tra l’uomo e la natura. Già Marco Polo ne parlava nei suoi racconti di viaggio e i primi “uccelli di carta” compaiono in illustrazioni risalenti all’impero greco. Nel corso della storia gli aquiloni sono stati usati per scacciare il malocchio, onorare gli dei, scattare le prime foto dal cielo, salvare dal mare naufraghi o dimostrare l’esistenza di elettricità nei fulmini.

DURANTE l’ascolto

Mentre ascolti la lettura, verifica se ci sono gli elementi che avete individuato.

COSTRUIRE UN AQUILONE MATERIALE OCCORRENTE 1 foglio di carta

sottile da disegno 1 metro 1 riga da disegno forbici colla vinilica

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colori 2 bacchette di legno

spesse 0,5 cm e lunghe 40 e 60 cm spago da cucina 10 m di filo di nylon


PROCEDIMENTO 1

COSTRUISCI IL TELAIO

Incrocia le due bacchette a 20 cm di distanza dall’estremità superiore della stecca da 60 cm. Fissa le bacchette con colla e spago.

2

COMPLETA IL TELAIO

Alle quattro estremità delle bacchette di legno, fai una piccola incisione. Dentro l’incisione, fai passare lo spago da cucina in modo che sia ben teso e che il nodo di chiusura venga fatto in corrispondenza dell’incisione stessa.

3

COSTRUISCI IL ROMBO

Prendi un foglio molto grande di carta da lucido o carta sottile da disegno. Mettilo sopra il telaio e in corrispondenza di ciascuna delle quattro estremità del telaio segna con la matita un punto a 1 cm di distanza. Unisci i punti tra loro con una riga e ritaglia il rombo ottenuto. 4

DECORA E COLORA

Decora il foglio di carta con disegni e colori, da entrambi i lati. 5

MONTA L’AQUILONE

Rimetti il foglio sul telaio e risvoltalo in modo che nella piega sia inglobato il filo. Passa la colla vinilica sul risvolto, in prossimità del filo, per l’intero perimetro del rombo. Attendi che la colla sia perfettamente asciutta. Infine lega il filo di nylon ai vertici delle bacchette e incolla all’estremità inferiore del tuo aquilone una bella coda decorativa.

DOPO

aver ascoltato Indica con X. Questo brano spiega: quali emozioni si provano a giocare con l’aquilone. che cosa occorre e quale procedimento seguire per realizzare un aquilone.

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ni istruzioda

seguire

SLIME FAI DA TE Ecco una ricetta che potete realizzare, chiedendo agli adulti di aiutarvi, per ottenere il vostro slime personalizzato. INGREDIENTI 150 ml di colla vinilica 70 g di borotalco colorante alimentare

1

PROCEDIMENTO 1 M ettete in una ciotola la colla vinilica, aggiun-

2

gete subito 1 cucchiaino di colorante alimentare e mescolate bene. Mentre mescolate aggiungete il borotalco poco alla volta e continuate a lavorare l’impasto con le mani fino a ottenere una giusta consistenza.

Non usate lo slime sui tappeti perché è appiccico-

so e si riempie facilmente di polvere e sporcizia. Non lasciate lo slime all’aria, altrimenti si seccherà in poco tempo: conservatelo in un contenitore chiuso e mettetelo in un luogo fresco.

2

Inserite lo slime in una tazza e schiacciatelo: pro-

durrà un suono buffo. Se volete vivacizzare uno slime, versateci sopra una piccola dose di glitter e impastatelo con le mani per amalgamare bene il tutto.

Dal Web

COMPRE NDO il testo Inserisci al posto giusto i titoli dei due paragrafi. CONSIGLI • DIVIETI

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SCRIVERE ISTRUZIONI

ni istruzioda

seguire

Un TESTO REGOLATIVO fornisce ISTRUZIONI PER FARE o DA SEGUIRE. Le RICETTE sono un testo regolativo in cui viene elencato il materiale necessario e in cui viene descritto in ORDINE CRONOLOGICO il procedimento da seguire.

UNA GUSTOSA MERENDA Ecco la ricetta del plum-cake, una merendina deliziosa da mettere in cartella e gustare durante l’intervallo, per proseguire la scuola con tanta, tanta dolcezza! Realizzala con l’aiuto di un adulto. INGREDIENTI 2 00 g di burro 2 00 g di zucchero a velo 2 uova intere 5 0 ml di latte 2 00 g di farina 6 0 g di fecola 1 00 g di uvetta s corza grattugiata di un limone PROCEDIMENTO 1 L avora insieme il burro e lo zucchero finché non diventano

spumosi. 2 Aggiungi le uova, una per volta, poi la farina passata al setaccio, la fecola e il latte. 3 Mescola con un cucchiaio di legno finché il tutto non sarà ben amalgamato. 4 Aromatizza con la scorza di limone e unisci l’uvetta. 5 Versa il composto in stampini già imburrati e inforna, con l’aiuto di un adulto, per 40 minuti a 180°C. Per dare alla tua merendina la forma che preferisci, usa stampini di forme diverse.

COMPRE NDO il testo In questo elenco di ingredienti per il plum-cake c’è un intruso: indicalo con X. Burro. Latte. Uova. Mandorle. Uvetta. Zucchero a velo.

ANAL IZ ZO

il testo

Indica con X. Secondo te, le istruzioni contenute nel procedimento: possono essere svolte nell’ordine che si preferisce. devono essere svolte nell’ordine in cui vengono presentate.

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ni istruzioda

seguire

TESTO REGOLATIVO

il testo regolativo è organizzato in

utilizza

un testo che dà indicazioni

• fasi di esecuzione in ordine cronologico, indicando la successione esatta delle operazioni da compiere • regole di comportamento

• un linguaggio chiaro e preciso, con frasi brevi • disegni e schizzi che aiutano a capire che cosa fare • simboli • foto

relative a

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costruzione e montaggio di un oggetto

• materiali e strumenti da usare per realizzarlo • procedimento, cioè le diverse fasi da seguire

istruzioni di gioco

• numero giocatori • luogo in cui giocare • materiale occorrente • regole

regole di comportamento

• obblighi • divieti • consigli

laboratorio di scrittura ● pag 127


SCRIVERE ISTRUZIONI

PASSA E CORRI GIOCATORI

numerosi, divisi in 2 o 3 squadre AMBIENTE DI GIOCO

all’aperto o in uno spazio grande al chiuso

ni istruzioda

seguire

Il testo regolativo che spiega un GIOCO, di solito, fornisce l’ELENCO dei MATERIALI NECESSARI, il numero dei GIOCATORI, il LUOGO dove svolgere il gioco e le REGOLE per giocare.

OCCORRENTE

una palla per ogni squadra COME SI GIOCA 1 S i dividono i bambini in squadre: meglio po2

3

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5

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che squadre, ma più numerose. Le squadre si dispongono su file parallele: tra una squadra e l’altra devono esserci almeno 2 metri di distanza e almeno due passi tra un bambino e l’altro di ogni fila. I bambini si posizionano a gambe larghe uno dietro l’altro, mentre i capifila prendono in mano una palla. Al via, ogni capofila si abbassa e, attraverso le gambe, passa la palla al compagno dietro, che la prende e, a sua volta, la passa a quello successivo, e così via, fino a che la palla arriva all’ultimo della fila. A questo punto l’ultimo bambino, con la palla in mano, corre di fianco alla propria fila e si va a posizionare a gambe larghe in testa alla sua squadra, si abbassa e passa la palla al compagno dietro, procedendo come già detto. Il gioco termina quando il capofila tornerà di nuovo davanti a tutti come al momento del via. Vince la squadra che termina per prima l’intero giro.

PENALITÀ

Chi perde la palla quando corre o se la fa sfuggire di mano quando gliela passano deve raccoglierla e proseguire, ma ogni errore vale un punto di penalità per la propria squadra: se due squadre arrivano insieme al termine del gioco, vince chi ha meno penalità.

COMPRE NDO il testo Dove si può giocare a “Passa e corri”? Che cosa serve per giocare? Quali sono gli errori che vengono penalizzati?

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ni istruzioda

seguire

TESTO REGOLATIVO

Il testo regolativo è spesso scritto sotto forma di ELENCO: ogni punto fornisce un’istruzione precisa su quello che si deve fare.

LA BIBLIOTECA “PAOLO BORSELLINO” ll servizio permette di prendere in prestito il materiale bibliografico o multimediale (DVD, VHS, CD musicali, CD Rom) posseduto dalle biblioteche.

T utti i cittadini italiani e stranieri hanno diritto di utilizzare il servizio di prestito. I l servizio è completamente gratuito. L ’iscrizione ai servizi può essere effettuata presso qualsiasi biblioteca della rete bibliotecaria provinciale con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) oppure la Carta Regionale dei Servizi (CRS). P er i minori di 18 anni occorre presentare la CNS o la CRS del minore oltre alla firma di un genitore e alla fotocopia del documento d’identità del genitore stesso.

È possibile prendere in prestito: 10 libri, 5 multimedia (DVD, VHS, CD musicali, CD Rom), per un totale di 15 documenti contemporaneamente. L a durata del prestito è di 30 giorni per i libri e di 7 giorni per i multimedia. È possibile prolungare la durata del prestito per pari periodo, se nel frattempo i documenti non risultano prenotati da altri utenti e se non è scaduto il termine per la riconsegna. È dovere dell’utente riconsegnare il libro o il DVD in ordine, in buone condizioni.

ANAL IZ ZO

il testo

Indica con una X. Questo testo ha lo scopo di: fornire indicazioni su come si acquistano i libri. fornire regole di comportamento in una biblioteca.

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ni istruzioda

SCRIVERE ISTRUZIONI

seguire

COMPRE NDO il testo Il testo è stato suddiviso in paragrafi: assegna a ognuno uno dei seguenti titoli. PRESTITO • ISCRIZIONE • DIVIETI • SANZIONI Indica con X. Il prestito è aperto a: cittadini italiani. cittadini italiani e stranieri. minori accompagnati. Un minore di 18 anni: non accede al prestito. accede al prestito senza bisogno di iscriversi. accede al prestito dopo iscrizione legittimata da un adulto. Il prestito dei libri dura: 15 giorni. 30 giorni.

L a restituzione entro il 60° giorno dalla scadenza per i libri ed entro il 15° giorno di ritardo per i documenti multimediali, consente all’utente la regolarizzazione della propria posizione. S uperato tale periodo (60° e 15° giorno), l’utente verrà sospeso dal servizio di prestito e prenotazione di qualsiasi tipologia di documento per un numero di giorni corrispondente al ritardo.

T enere attiva la suoneria del cellulare M angiare e bere. D isturbare gli altri utenti.

60 giorni.

In caso di mancata restituzione di un libro, l’utente: paga una multa. viene temporaneamente sospeso dal servizio. viene definitivamente sospeso dal servizio.

DE BA TE ! A te piace leggere? E alle tue compagne e ai tuoi compagni? È importante leggere? Perché? Discutetene in classe. . LIBRI Sì

O. LIBRI N APPROFONDIMENTO IN GUIDA

www.comune.como.it/servizi/cultura/biblioteche viaggio nella legalità

pag 226

225


o i g g a i v nella

e g a l L ità

Un DIRITTO è qualco sa di importante e di mol to diverso da un capriccio. Un di ritto è ciò che tutti devono avere per il semplice fatto di es sere nati e a cui non è possibile rinunciare. Un diritto è una conq uista: la possibilità concreta di fare, dire, pensare.

Leggi il testo.

Ludovica: Eccoci fuori dalla stazione per raggiungere il pullman che ci condurrà a Civitavecchia. Dobbiamo camminare velocemente per non arrivare tardi all’appuntamento. Pietro, il solito pigro e brontolone, comincia a lamentarsi: – Ma questa è una corsa, non una passeggiata, e poi è troppo lontano... il pullman non potrebbe venirci incontro? Avremmo diritto a fare una sosta, ad avere qualcuno che ci porti gli zaini. Propongo di fermarci e aspettare il pullman qui: un bambino si stanca più facilmente e ha il diritto di essere aiutato. Povero Pietro, non ha capito cos’è davvero un diritto. Parla, ma nessuno lo ascolta perché tutti hanno capito che i suoi sono solo capricci.

226


EDUCAZIONE CIVICA Scegli, tra i disegni, quelli che mostrano diritti a cui un bambino non può rinunciare per il semplice fatto di essere nato. Poi, scrivi di che diritti si tratta. UN BAMBINO DOVREBBE AVERE:

Sottolinea in rosso i capricci e in verde i diritti. Ho il diritto di andare a letto all’ora che voglio. Ho il diritto di essere difeso/a contro la violenza. Ho il diritto di avere una famiglia o qualcuno che si prenda cura di me. Ho il diritto di andare a scuola quando voglio. Ho il diritto di imparare a leggere e a scrivere. Ho il diritto di guardare quello che voglio alla TV. Ho il diritto di possedere un cellulare. Ho il diritto di praticare la mia religione. Ho il diritto di non andare in prigione. Ho il diritto di non obbedire all’insegnante.

227


... E ORA to cca a me!

VERIFICA FORMATIVA

Come mi sento PRIMA di iniziare? tranquilla/o preoccupata/o

LE 1o REGOLE DA RISPETTARE IN UN MUSEO Ecco un elenco di buone maniere per essere dei perfetti visitatori in un museo.

1 P RENOTARE I BIGLIETTI. Prima di visitare un museo prenota i biglietti, se possibile, per evitare le lunghe code all’ingresso.

2 S PEGNERE IL TELEFONINO… O ALMENO METTERLO IN MODALITÀ SILENZIOSA. Non è bello sentire all’interno della sala di un museo le “simpatiche” suonerie dei telefoni dei visitatori.

3N ON MANGIARE. Per alcuni magari è ovvio che in un museo non si mangia per evitare che briciole e tracce di cibo vengano seminate qua e là, ma spesso qualcuno sente l’esigenza di passeggiare tra grandi capolavori sgranocchiando qualcosa. Ricorda che potrai saziarti in caffetteria!

4N ON “SCROCCARE” UNA GUIDA. Quando si incontra un gruppo accompagnato da una guida la tentazione di aggregarsi è tanta, ma si dimentica che si sta utilizzando un servizio pagato da altri, perché comunque la guida di un museo sta lavorando.

5 S EGUIRE IL SENSO DI MARCIA. In ogni museo c’è un senso di marcia da rispettare. Tornare sui propri passi, soprattutto quando ci sono molti altri visitatori, potrebbe provocare ingorghi.

6A SPETTARE IL PROPRIO TURNO. Non posizionarti davanti agli altri visitatori per vedere meglio un capolavoro, aspetta che il visitatore arrivato prima finisca e passi oltre. 228


... E ORAe! tocca a m

VERIFICA FORMATIVA

7N ON CORRERE. Visitare un museo deve essere un piacere. Prenditi il tempo che ti serve… alla fine non ci sarà un premio se finisci il percorso prima di altri.

8P UOI FOTOGRAFARE MA… Assicurati che sia consentito fotografare e se hai la possibilità di immortalare i dettagli delle tue opere preferite fallo, ma con attenzione. Non usare il flash, evita di avvicinarti troppo alle opere.

9N ON TOCCARE. Non far suonare gli allarmi. Non ti avvicinare troppo… tanto le opere non le puoi toccare!

1o P ARLARE PIANO. Non siamo in biblioteca, ma è meglio non urlare da una sala all’altra. Rispetta gli altri visitatori usando un tono di voce adatto. The Art Post Blog

ANALISI DEL TESTO 1

Lo scopo di questo testo è:

spiegare come si diventa direttori di un museo. fornire regole di comportamento quando si visita un museo. spiegare ai lettori perché è importante visitare un museo. 2

3

Il testo è organizzato: per paragrafi. per numeri. per numeri e paragrafi. Nel testo sono espressi: divieti. consigli e divieti. consigli.

4

Il linguaggio del testo è: semplice e chiaro. piuttosto complesso. troppo ricco di aggettivi.

5

Le azioni sono presentate in ordine: cronologico. logico. casuale.

229


... E ORA

tocca a me!

VERIFICA FORMATIVA

comprensione DEL TESTO 6

Perché si consiglia di prenotare il biglietto?

7

Che cosa si deve fare per evitare ingorghi?

8

Perché è vietato mangiare durante la visita al museo?

9

Indica con X gli strumenti il cui utilizzo è vietato. Foto di cellulare. Macchina foto con flash. Macchina foto senza flash.

10 Le

“simpatiche” suonerie dei telefonini sono: davvero simpatiche. fastidiose.

accettabili.

com'è andata? Durante la lettura del testo: ho capito la storia senza difficoltà. ho avuto qualche difficoltà di comprensione. ho avuto molte difficoltà di comprensione. Se ho avuto difficoltà di comprensione: ho riletto con più attenzione. ho chiesto spiegazioni all’insegnante. ho proseguito nella lettura. o completato la parte di analisi H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà.

230

o completato la parte di comprensione H del testo: senza difficoltà. con qualche difficoltà. Se ho incontrato qualche difficoltà, che cosa avrebbe potuto essermi di aiuto per superarla?

Quale parte del lavoro ti è sembrata più impegnativa? Analisi del testo: attività n° Comprensione del testo:

attività n°

Come mi sento ALLA FINE del lavoro? soddisfatta/o potevo fare meglio non soddisfatta/o


LEGGERE e COMPRENDERE ITINERARIO NELLA COM PRENSIONE DEL TESTO

Un lettore esperto o una lettrice esperta sa “LEGGERE TRA LE RIGHE”, cioè non si ferma a una comprensione limitata a ciò che è chiaramente espresso, ma sa andare oltre e capire i messaggi non evidenti. Le pagine che seguono propongono attività che ti guideranno a comprendere, in un testo, ciò che è esplicito e ciò che è implicito.

231


COME TE LA CAVI CON LA LETTURA? VUOI SAPERE SE SEI UN BUON LETTORE O UNA BUONA LETTRICE? RISPONDI AL QUESTIONARIO E LO SAPRAI!

I ndica con X la risposta che ritieni più adatta. ATTENZIONE: per ogni gruppo di risposte, puoi sceglierne una sola.

1

2

QUANDO LEGGI?

A S pesso e volentieri, anche testi non scolastici.

B Per tenermi informato.

C A l di fuori delle letture scolastiche, leggo piuttosto raramente.

LEGGERE? (per rispondere a

questa domanda, non considerare le letture scolastiche)

A S oprattutto libri, anche piuttosto impegnativi. B S oprattutto quotidiani e riviste (anche specializzati). C S oprattutto testi di “evasione” (fumetti…).

232

( per rispondere a questa domanda, non considerare le letture scolastiche)

A P er conoscere e confrontare punti di vista e modi di pensare diversi dal mio.

B Solo quando “devo” per forza leggere o quando non ho niente di meglio da fare.

CHE COSA PREFERISCI 3

PERCHÉ LEGGI?

C P er rilassarmi, distrarmi, passare il tempo.

4

COME LEGGI?

A M olto rapidamente; riesco a capire il senso di una frase ancora prima di finire di leggerla. B C on velocità normale; ogni tanto devo rileggere perché “perdo il filo”. C L entamente, parola per parola; qualche volta muovo le labbra mentre leggo. Torno spesso indietro perché “perdo facilmente il filo”.


5

CHE COSA FAI PER CAPIRE I PUNTI DIFFICILI?

A T ento di ricavare il significato delle parole che NON conosco dal contesto; se non riesco, consulto il dizionario. B C hiedo subito aiuto a chi mi sta vicino (insegnanti, genitori, compagni…) e consulto il dizionario solo se mi dicono di farlo. C “ Salto” il pezzo che non capisco e passo oltre.

RIESCI A SPIEGARE A UN’ALTRA 7 PERSONA IL SIGNIFICATO FONDAMENTALE (il concetto principale) DI CIÒ CHE HAI LETTO?

6

RICORDI CIÒ CHE LEGGI?

A T erminata la lettura di un testo breve, riesco a ripetere i contenuti più importanti con molti particolari. B T erminata la lettura di un testo breve, ricordo il contenuto solo nelle linee generali, ma faccio fatica a ricordare i particolari. C T erminata la lettura di un testo breve, faccio fatica a ricordare ciò che ho letto e devo rileggerlo più volte prima di essere capace di ripeterlo.

8

B Con qualche difficoltà.

RIESCI A ESPRIMERE IL TUO PARERE SU CIÒ CHE HAI LETTO? A Molto facilmente.

C Con molte difficoltà.

B Con qualche difficoltà.

A Molto facilmente.

C Con molte difficoltà.

PUNTEGGIO

VALUTAZIONE

Risposte 3 stelline A 2 stelline B 1 stellina C

24 stelline Sei già un buon lettore 17-23 stelline Sei sulla buona strada per diventare un buon lettore 8-16 stelline Devi esercitarti ancora un po’ per diventare un buon lettore

Punteggio massimo: 24 stelline Gentileschi.it

233


LETTURA

GIOCHI DI LETTURA P rova a leggere questi elenchi di parole in modo corretto e rapido.

mela mali molo meli mulo male mole moli mele melo

palo polo pila pela pala pula pelo poli peli pali

ponte monte tanta fonte tante monti fonti tanti ponti tanto

melone limone mulino sapone salone meloni mulini limoni saponi saloni

P rova tu a scrivere e leggere nuovi elenchi di parole, poi scambiali con i tuoi compagni. O ra esegui lo stesso esercizio con le “non parole”. cete • lebi • pada • tuga • labu • sebe • suza • tibi • naro • foze • boti • potu • fule • guba • ruonazo • biagugi • cepuce • ciosabe • quasoga • sioero • fioico • saiogi • lioeva • dieufe • remilomapo • civicaremi • salisolapa • mipicinepu • vusosevisa • mocodafana P rova tu a scrivere e leggere nuovi elenchi di “non parole”, poi scambiali con i tuoi compagni. D ivertiti a leggere e a ripetere gli scioglilingua. Nel muro c’è un buco e un bruco nel buco scaccia il bruco e tura il buco.

Filastrocca sciogligrovigli con la lingua ti ci impigli ma poi te la sgrovigli basta che non te la pigli.

La marmotta, quando annotta, nella grotta già borbotta che la pappa non è cotta. Quando è cotta riborbotta perché è scotta.

Sul tagliere tagli l’aglio, non tagliare la tovaglia: la tovaglia non è aglio e tagliarla è un grave sbaglio.

Li vuoi quei kiwi? E se non vuoi quei kiwi che kiwi vuoi?

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Tre tigri contro tre tigri. Nove navi nuove navigavano.


LETTURA

PAROLE GIUSTE AL POSTO GIUSTO T rova le parole sbagliate, sostituiscile e riscrivi le frasi.

Il cane miagola nel cortile.

In primavera cadono le foglie.

La lumaca corre nel prato.

La mamma ascolta il libro in poltrona.

La pera è caduta dal melo.

Il pappagallo nuota nel lago.

Il topo ha spento la luce.

Scrivi sul foglio con la gomma.

Il telefono salta di notte.

Il leone dorme nel letto.

235


LETTURA

GIOCHI CON LE PAROLE I n questo serpente di parole, la successiva inizia con la stessa lettera con cui finisce la precedente. Leggi.

bra • aquila ago • om l o r c • e o o r • p i e o c b l r s sa • aquil a ra • a one • elicotteri • istrice • ede Continua tu.

I n questo serpente di parole, la successiva inizia con lo stesso suono con cui finisce la precedente. Leggi. nome • meloni • nid rico • cono • i b m o l limone • • o neve • vento • torre • regal

Continua tu.

L eggi saltando le parole che non c’entrano, poi riscrivi le frasi corrette. 1. Lucia gioca luna sull’altalena morbida in giardino. 2. Il latte cane si è perso mangiato nel bosco. 3. Il libro bambino è caduto dallo nello scaffale. 4. La il pioggia scende dal cielo secchio.

1. 2. 3. 4.

236


LETTURA

L eggi il testo separando le parole.

ARTUROEGLIANIMALI Arturoeraunbambinocheamavaglianimali. Liamavatuttisenzaeccezione. Amavaelefantieleoni,conigliemucche,lupieranocchie. Masoprattuttoamava,diunamorespeciale,glianimalipiccoli,comegliinsetti. Adoravailombrichieavevaundebolepergliscarafaggi. 100 storie per quando è troppo tardi, Feltrinelli – Scuola Holden

L eggi il brano e scrivi le parole che mancano. Poi confrontale con quelle in basso.

ALICE Alice aveva azzurri, furbi e vivaci, attenti a tutto, ma così attenti che più che guardare La era quasi sempre all’ingiù, così da intimidire meglio. I capelli erano arruffati. , calze a Indosso aveva sempre dei vecchi jeans con le da tennis e una felpa con delle righe dentro un paio di allucinanti rane di plastica appiccicate ovunque. Questo era l’aspetto , tranne in quei giorni in cui decideva che per riuscire di nei suoi piani era necessario un travestimento. Allora raccoglieva i in due grosse trecce, che rifiniva con due enormi fiocchi rossi. Gli occhi attenti e sospettosi diventavano due occhioni teneri e sulla bocca fioriva un dolce . Per non parlare dell’ che diventava quanto di più mieloso e pulito riuscisse a trovare nell’armadio. Quando Alice si presentava così, era veramente difficile capire che sotto quell’apparenza si , capace di escogitare nascondeva un’autentica degli scherzi terribili. A. Russo, La bambina Babilonia, Salani Editore scarpe • scrutavanoo • castani • occhi • Alice • bocca • peste • sorriso • abbigliamento • bretelle • capelli

237


LETTURA

L eggi i testi e completa le parole.

LA NUVOLETTA E I FIORI Una nu letta nera, piena d’acqua, se ne andava per il c lo, spinta dal vento. ua? – domandò tra sé. Guardò giù sulla – Dove posso far cadere la mia a te a. bi i che si divertivano, cantavano e ridevano. Vide in un prato tanti ba – No, non devo far cadere la mia acqua sopra quei bambini, si bagnerebbero. È meglio che vada avanti ancora un poco. a proseguì. Si fermò e guardò giù. Vide un ru llo che scorreva La nuvole tranquillo. – No, il ruscello non ha bisogno della mia acqua, andrò avanti. Riprese il suo cammino. Si fermò un’altra volta; guardò in basso e vide tanti fio el ini con le corolle abbassat , i petali sciupati, i gambi ingialliti. E sentì anche le voci di lamento: – Abbiamo sete, regalaci un po’ d’acqua, nuvoletta! re la mia acqua, La nuvola disse tra sé: – Su questi fiori posso lasciar ca hanno sete e non aspettano altro. gia benefica, che portò freschezza e gioia ai La nuvoletta lasciò cadere la pi fiori assetati.

IL RE DEGLI ANIMALI Una vol , mentre il leone stava dormendo, un to lino passeggiò si svegliò, mise la sua grossa za a avanti e indietro su di lui. Il leo irlo. sopra al topolino e aprì le fauci per inghio . – Lasciami andare! Non lo – Perdono, Maestà! – gridò il topoli dimenti rò mai e forse un giorno potrò ricambiarti il fa re. role ma alzò la zampa e lo lasciò li ro. Il leone rise di quelle fu preso in una trappola e i caccia ri, Dopo qualche tempo, il leo che volevano portarlo vivo al loro Re, lo legarono a un albe , allontanandosi. Proprio allora passò di lì il topolino che, vedendo in quale g io si trovasse il leone, si avvicinò e rosicchiò la co a che teneva li. legato il re degli ani ne? – esclamò il topolino. – Non avevo forse ra

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LETTURA

L eggi il testo e scrivi le parole mancanti.

LA BAMBINA DI NEVE Era una pallida pallida. Era una bambina di neve. Però non si scioglieva mai, nemmeno vicino al . Gli altri bambini, la prima volta che la vedevano, la guardavano con spalancati: siccome era diversa da loro, le giravano alla larga, non si avvicinavano. e dai maestri che il mondo è bello perché siamo Poi impararono dai tutti , se fossimo tutti uguali che noia, vi pare? Mentre i vostri vestiti sono di tanti colori, quelli della bambina di neve erano solo color della neve, e anche i capelli erano , eppure non aveva una faccina da vecchina, da bambina. aveva lo stesso una Che gusti aveva la bambina di neve? non le piaceva per niente il nuoto, potete immaginare perché; in Fra gli le piacevano compenso, era molto brava in pattinaggio sul ghiaccio. Come tanto i surgelati, ma se li mangiava così come uscivano dal freezer. come lei, idem il gelato Poi le piacevano molto i ghiaccioli all’anice, che erano al fior di latte e quello al limone. Anche la panna montata le piaceva come colore, però in confronto al gelato era troppo , le scottava un po’ la lingua. , Dopo cena non vedeva l’ora di andare a letto sotto le coperte a scaldarsi i perché erano sempre gelati. Quando aveva la febbre la sua , che era sempre sotto lo zero, arrivava anche a nove, a dieci, una volta persino a undici gradi. Di notte i suoi sogni preferiti non erano d’oro, erano d’argento o di cristallo: sognava fiocchi di , brina, ghiaccio, ghiaccioli, cubetti, surgelati, celle frigorifere, frigoriferi, freezer, nevicate, grandinate, tormente di neve, igloo, pinguini… Insomma, era una bambina speciale. ingrassava un po’. Ah, dimenticavo di dirvi: quando nevicava, la bambina di V. Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi

com'è andata? Ti sei divertito/divertita con i giochi di parole che hai trovato in queste pagine? S ì.

I n parte.

N o.

Perché?

239


COMPRENSIONE

COMPRENDERE DAL TITOLO Prima di leggere i testi, cerca di capire di quale argomento parlano riflettendo sui titoli.

IL GATTO CON GLI STIVALI Indica con X quali parole potresti trovare nel testo. Casa, sole, mare. Luna, notte, stelle. Padrone, sacco, gatto. Gatto, cuccia, automobile. Ora leggi, poi indica con X. Un mugnaio morì e lasciò ai tre figli l’eredità: il mulino a uno, l’asino a un altro, il gatto al terzo. Quest’ultimo era molto triste: pensava che il padre fosse stato ingiusto con lui… ma il gatto lo guardava con complicità e sicurezza: pregò il suo padrone di procurargli un paio di stivali, che indossò subito, e un sacco, che si mise sulle spalle per andare a caccia. C. Perrault, Il gatto con gli stivali

• Avevi scelto in modo corretto?

Sì.

No.

L’IGUANA VERDE Indica con X quali parole potresti trovare nel testo. Carnivoro, uccello, azzurro. Lunghe dita, alberi, erbivora. Carne, denti, piume. Drago, collo lungo, preda. Ora leggi, poi indica con X. Ha l’aspetto di un drago senza ali. Può arrivare a due metri di lunghezza e ha fitti aculei appuntiti sul dorso. Le lunghe dita e gli artigli le permettono di arrampicarsi sugli alberi e di aggrapparsi ai rami. Anche se sembra feroce, l’iguana verde è completamente erbivora. Vive in Centro e Sud America. L. Huggins-Cooper, Animali brutti, sporchi e cattivi, Focus Junior

• Avevi scelto in modo corretto?

240

Sì.

No.


LECO TTM URPR AENSIONE

IN UNA NOTTE DI TEMPORALE Indica con X quali parole potresti trovare nel testo. Goccioloni, sera, capanna. Sole, mattino, piscina. Pioggia, ombrello, libro. Nuvoloni, festa, luce. Ora leggi, poi indica con X. Pioveva a dirotto. Goccioloni che cadevano al suolo. Le gocce del temporale di quella sera colpivano il minuscolo corpicino di una capretta bianca. La capretta, senza pensarci, si rifugiò in una capanna abbandonata sul pendio di una collina. Si mise a riposare nell’oscurità aspettando tranquillamente che il temporale finisse. Y. Kimura, In una notte di temporale, Salani Editore

• Avevi scelto in modo corretto?

Sì.

No.

COLORI IN ARMONIA Indica con X quali parole potresti trovare nel testo. Uccello, tristezza, gabbia. Paesaggio, carta, grande. Danza, buio, realistico. Cerchio, calma, mandala. Ora leggi il testo, poi indica con X. Mandala è una parola di origine indiana e significa “cerchio”. Il cerchio è il simbolo della perfezione del mondo. Per colorare un mandala servono calma, pace e armonia. Colorarlo è come una danza intorno al centro, con i colori simili a ballerini che lasciano dietro di sé una scia colorata. • Avevi scelto in modo corretto?

Sì.

No.

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COMPRENSIONE

IL TITOLO ADATTO L eggi i testi. Poi, per ognuno, scrivi il titolo più adatto, scegliendo tra quelli proposti.

Furono le voci del nonno e della nonna che mi svegliarono nella notte. In un primo momento non capii di che cosa parlavano, anche perché ero ancora stordito dal sonno interrotto. Poi capii che parlavano del Principe. Il padrone assoluto delle nostre terre abitava il castello in un luogo molto lontano, dove io non ero mai stato, anche se mi sarebbe piaciuto tanto.

I BAMBINI SI INCONTRANO

R. Tagore, Poesie, Mursia

Un giorno a scuola c’è stato l’incontro con il famoso scrittore per bambini Mino Milani. Io ho letto sei dei suoi libri. Li avevo preparati sul mio tavolo dal pomeriggio del giorno prima. L’incontro è stato bello. Io ridevo col cuore e con la bocca, quando parlava dei libri e del mondo guardando gli altri; ma se i suoi occhi si posavano per un istante su di me, mi giravo dall’altra parte.

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VOCI NEL BUIO

Sulla spiaggia dei mondi sconfinati i bambini si incontrano. L’infinito cielo è immobile, l’acqua si increspa. Sulla spiaggia dei mondi sconfinati i bimbi si incontrano con gridi e danze.

S. Marianelli, Il principe sconosciuto, Fabbri Editori

B. Tognolini, Guance ciliegine, Giunti Junior

UN INCONTRO A SCUOLA


LECO TTM URPR AENSIONE

L eggi i testi. Poi, per ognuno, scrivi il titolo più adatto, scegliendo tra quelli proposti. Attenzione: ci sono due titoli intrusi!

IL CASTELLO DEI SERPENTI

L’ACQUA DELLA VITA

IL VENDITORE DI FRUTTI DI MARE CHI HA DISTRUTTO I FAVI DEL MIELE? MARY POPPINS

C’era una volta un re che era ammalato, e più nessuno ormai credeva che potesse vivere ancora. I suoi tre figli scesero a piangere nel giardino del castello. Là incontrarono un vecchio: gli raccontarono che il padre era molto malato e che nessuna cura sembrava giovargli. Il vecchio disse: – Io conosco un rimedio: l’acqua della vita. Se la beve, guarirà. Fratelli Grimm, L’acqua della vita

Il vento fischiò e gridò alla casa. Giù, proprio davanti alla porta d’ingresso, stava lei, in cappotto e cappello, con la sua valigia di tappeto in mano e l’ombrello nell’altra. Il vento le soffiava intorno selvaggiamente, impigliandosi nella sottana, mandandole fuori posto il cappello.

Lassù sulle alte pendici della montagna, nel bosco impenetrabile è giunto il momento per le piccole api dorate di metter fine al duro lavoro estivo. Da brave bottinatrici, per mesi hanno continuato a suggere il nettare dalle migliaia di piccoli fiori disseminati nei prati. In un caldo pomeriggio di fine estate avevano subito la perdita, d’un sol colpo, di diversi favi: erano stati rumorosamente distrutti, da chi mai? A. M. Dalmais, 366… e più storie della natura, Fabbri Editore

P. L. Travers, Mary Poppins, Bompiani

243


COMPRENSIONE

SCRIVERE TITOLI I n questo testo manca il titolo. Prima di leggerlo, rispondi. Puoi immaginare di che cosa parla il testo? Sì. No. Per sapere di che cosa parla il testo, che cosa devi fare?

Leggi con attenzione.

Il nostro maestro non fa mai prediche. Inoltre gli piace raccontare storie, e a noi viene voglia di stare ad ascoltarlo per ore! Come quel giorno in cui ci raccontò: – Stavo tornando dai campi con mio nonno. Era passato da poco mezzogiorno, si era in piena estate e faceva un caldo torrido. A un tratto inciampai in una pietra e feci appena in tempo ad alzare il piede, quando una vipera scattò per addentarmi una caviglia. Mio nonno mi urlò di correre, lui però era più lento di me, e la vipera filava dietro di noi come una freccia. Allora mio nonno si tolse la giacca e gliela lanciò addosso. La vipera si accanì sulla giacca di mio nonno e incominciò a morderla. Forse il sole le aveva dato alla testa. In pochi secondi deve aver buttato fuori tutto il veleno che aveva di scorta. “Ci è andata bene” disse mio nonno. “Sicuro che non ti ha morso?” “Sicuro” gli risposi alzando la gamba e dando un’occhiata alla caviglia. “Sono stato più veloce di lei ma anche fortunato, era proprio infuriata.” – Sei bravo a raccontare, maestro. Ci racconti un altro fatto che ti è successo? – Domani. Adesso facciamo un po’ di geografia. A. Petrosino, A scuola con Valentina, Piemme

I ndica con X. Il testo parla: di come vive la vipera. dell’esperienza di un maestro. delle vacanze. O ra scrivi un titolo adatto nel riquadro giallo.

244


LECO TTM URPR AENSIONE

L eggi con attenzione.

Era il 2 giugno: una giornata splendida. Pensai di uscire per godermi in santa pace la fioritura del mio giardino. Scesi allegramente le scale, aprii il portone e davanti ai miei occhi, sullo stuoino, apparve uno strano animaletto. Al rumore si mosse un po’ e mi accorsi che era un gattino. Lo presi delicatamente in mano e vidi che era sicuramente nato da poco. Lo misi nel cestino della lana pensando che, da un momento all’altro, sarebbe venuta la sua mamma ad allattarlo. Quel mattino non feci nulla. Non mi riposai neppure, tanto ero intenta a controllare quel minuscolo animaletto. Suonò alla vicina torre il mezzogiorno, ma non vidi nessuna gatta. Il gattino cominciò a lamentarsi. Aveva fame. Capii, purtroppo, che era un trovatello. Andai a casa, presi il contagocce, lo lavai, scaldai un pochino di latte e cominciai a dargli da mangiare, goccia dopo goccia. Aveva molta fame e gli sembrava naturale bere il latte in quel modo. Lo rimisi nella cesta e decisi di rimanere in casa tutto il pomeriggio pensando che se fosse venuta la madre non si sarebbe spaventata, vedendomi, e l’avrebbe allattato. A sera il gattino era ancora affamato. Gli diedi altro latte. Passarono i giorni, ma della gatta nessuna traccia. Continuai molto pazientemente ad allattarlo in quel modo per molti giorni e gli diedi un nome: Macchiolino. L. Benatti Spennato, Macchiolino, Ed. Piccolo

I ndica con X. Il testo parla: dell’allattamento dei gatti. della festa del 2 giugno. del ritrovamento di un gattino. O ra scrivi un titolo adatto nel riquadro giallo.

com'è andata? Come ti è sembrato il lavoro sul titolo dei testi? F acile.

A bbastanza facile.

D ifficile.

Perché?

245


COMPRENSIONE

COMPRENDERE DALLE IMMAGINI P rima di leggere i brani proposti, cerca di capire quali sono gli argomenti principali di cui si parla riflettendo sulle immagini.

O ra leggi i testi e rispondi. Osvaldo, il custode del bioparco, aveva un problema da risolvere. Dal magazzino delle vivande era scomparsa una cassetta di frutta. Ora passeggiava nervosamente su e giù, le mani dietro la schiena, la testa ciondoloni verso terra.

Una mattina, dopo un forte temporale, Simone chiede ai nonni il permesso di andare a cercare lumache. Ricevuto il permesso, Simone si incammina verso il bosco e pensa: – Con tutta la pioggia che è scesa, troverò tante lumachine.

G. Sgardoli, Mistero allo zoo, Einaudi Ragazzi

V. Valentini, in «Focus Pico» n° 67

• Le L e tue ipotesi si sono rivelate corrette? Perché?

246


LECO TTM URPR AENSIONE

L eggi il testo, scegli l’immagine più adatta per rappresentarlo e rispondi.

ALLA PISTA DI PATTINAGGIO Un giorno la mamma decise di accompagnare me e mio fratello Matteo alla pista di pattinaggio. Seduti comodi su una panca, Matteo e mamma avrebbero osservato le mie evoluzioni. Se tentavo di avvicinarmi alla panca per sedermi, mamma mi respingeva. – Sara, devi fare un po’ di sport. Secondo mamma, avrei dovuto volteggiare con la grazia di una ballerina, facendo roteare la mia gonnellina scozzese. In realtà, era tanto se andavo a busto chino in avanti, ginocchia piegate, braccia allargate. Quel pomeriggio sulla pista c’erano pochi bambini. Vidi subito Alex: era così diverso da tutti! A un tratto corse a tutta velocità verso di me. – Sembri un angelo – gridò con un sorriso beffardo. Il mio cuore si allargò, traboccò. Raddrizzai le spalle e m’illuminai di un sorriso di felicità incredula. Mai mi aveva detto una cosa così gentile. Il giro dopo Alex mi sfrecciò di nuovo accanto, sibilando: – Che cosa avevi capito? Un angelo per come agiti quelle stecche di braccia, come se volessi decollare. Il sorriso mi si spense. Cercai di non guardarlo più. Avrei voluto sedermi lì, per terra, e mettermi a singhiozzare.

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4

S. Gandolfi, La scimmia nella biglia, Salani Editore

• Quale Quale immagine hai scelto? Perché?

247


COMPRENSIONE

COMPRENDERE DALLE DOMANDE S e la pagina del tuo libro fosse bianca, potresti rispondere a queste domande? Leggi, poi indica con X e motiva la risposta.

• • • •

Qual è l’argomento trattato dal testo? Chi sono i personaggi? Dove si svolge la vicenda? Quando si svolge la vicenda?

•H ai potuto rispondere? Hai Perché?

Sì.

No. o.

Se conoscessi intanto il titolo del tuo brano, a quali domande potresti rispondere? Completa dove possibile.

LA SUPPLENTE NIGELLA • Qual Qual è l’argomento trattato? • Chi Chi sono i personaggi? • Dove si svolge la vicenda? • Quando si svolge la vicenda? • H Hai ai potuto rispondere? Perché?

248

Sì.

No. o.


LECO TTM URPR AENSIONE

E se, invece, conoscessi il titolo e avessi a disposizione l’immagine del brano, a quali domande potresti rispondere? Completa dove possibile.

LA SUPPLENTE NIGELLA

• Qual Q ual è l’argomento trattato? • Chi C hi sono i personaggi? • Dove si svolge la vicenda? • Quando si svolge la vicenda? •H Hai ai potuto rispondere? Perché?

Sì.

No. o.

249


COMPRENSIONE

O ra leggi la pagina completa del brano che pian piano hai scoperto nelle pagine precedenti. Poi rispondi.

LA SUPPLENTE NIGELLA Quando ci siamo messi in fila per andare in mensa, il mio maestro ha detto: – Ciao, ragazzi, buona fortuna, ci vediamo l’anno prossimo! Tutti i bambini hanno risposto: – Ciao, all’anno prossimo! Tutti tranne me. La mia bocca ha articolato quelle parole, ma la voce non funzionava. E non funzionavano nemmeno i piedi. Infatti, sono rimasta piantata lì. Le mie orecchie sono diventate così rosse per la rabbia che ho temuto che mi andassero a fuoco i capelli. – Sì, Clementine? – mi ha chiesto il maestro. – Va tutto bene? – Ma certo – ho risposto. Ma mi sa che la voce ancora non funzionava bene, perché dalla bocca è uscito un suono identico a: – No! – Vuoi dirmi che cosa c’è che non va? – ha domandato il maestro. – Perché non ci ha detto niente? – ho chiesto con uno sguardo indagatore. – La Direttrice Riso mi ha candidato in segreto al Programma Insegnanti Avventurosi in Egitto per uno scavo archeologico – ha risposto.

250


LECO TTM URPR AENSIONE

– E tutte le cose che avremmo fatto quest’anno? E i nostri progetti? – Lascerò tutte le istruzioni alla supplente. Non hai bisogno di me per imparare a farle. – Proprio ora che cominciavo a capire come funzionano le cose in quarta! – È vero Clementine, stai cominciando a capire come e perché studiare. È tutto merito tuo. Credo che tu sia in grado di farcela con qualsiasi maestro. Dico sul serio – ha continuato. – Fa parte del mio lavoro sapere quando gli alunni sono pronti a spiccare il volo. Adesso vai in mensa. Al tuo ritorno ci sarà la signora Nigella. Credo che ti sentirai meglio dopo averla conosciuta. S. Pennypacker, La lettera di Clementine, Giunti Junior

• Qual Q ual è l’argomento trattato? • Chi C hi sono i personaggi? • Dove si svolge la vicenda? • Quando si svolge la vicenda? •H Hai ai potuto rispondere a tutte le domande? Perché?

P er approfondire, indica con X. • Il maestro è: aperto a nuove esperienze. abitudinario e scettico. • La storia è raccontata: dalla signora Nigella. dal maestro. da Clementine. • Il luogo è: reale. fantastico.

Sì.

No. o.

com'è andata? Come ti è sembrato il lavoro sulle domande? I nteressante. P oco interessante. P er niente interessante.

Perché?

251


COMPRENSIONE

I PERSONAGGI PIRATI E VICHINGHI IN VIA DEI GELSOMINI

Per facilitare la comprensione del testo che stai leggendo, è utile individuare e sottolineare con colori diversi il protagonista e gli altri personaggi.

Erano le cinque di un radioso pomeriggio. Nel cortile della casa di via dei Gelsomini tutto era pronto per la nostra battaglia quotidiana. Si giocava, quel giorno, a pirati e vichinghi. Della nostra banda c’eravamo io e il mio amico Filippo, detto Pizza, nome scelto perché suo padre fa il pizzaiolo. Io e Pizza abbiamo tutti e due nove anni. Lui, il Pizza, è alto e magrissimo, io sono normale; anzi, tendente al robusto. Il mio nome è Bruno, ed è da lì che viene il mio soprannome: Orso. All’inizio a me non piaceva, perché mi sembrava una presa in giro: Orso Bruno. Poi ho capito che era un modo di dire affettuoso. Ed è anche un nome che mi si addice, perché io sono forte, ma anche timido, proprio come un orso. E inoltre amo i dolci, in particolare le crostate. Non so se anche gli orsi le amino, comunque io le adoro. Ma, come al solito, perdo il filo del discorso, che è un’altra delle mie caratteristiche. Insomma, stavo raccontando di quel pomeriggio, quando cominciò la nostra grande avventura. C’era con noi, naturalmente, anche Enzino, detto Acciuga (perché è piccolo e smilzo come una sardina), che ha dieci anni e abita al secondo piano a destra. Insomma, eravamo tutti insieme nel preciso momento di dare fuoco alle polveri e di iniziare gli inseguimenti, quando apparve per la prima volta al nostro orizzonte il signor Buzzicone. Avanzava nel cortile con aria tronfia. Imponente, grasso, con i bottoni della camicia che tiravano sulla pancia. I capelli grigi e ricci tirati tutti da un lato sulla testa lucida. Buzzicone avanzava con aria marziale, con il mento proteso, dietro a Ugo il portinaio, un vecchietto magrolino e tendente al gobbo, il quale, come al solito, camminava strascicando i piedi, con quella sua aria intontita, come se non si fosse ancora ben svegliato dalla mattina. Z. Dazzi, La banda dei Gelsomini, Il Castoro

252


LECO TTM URPR AENSIONE

R ispondi. •C hi è il protagonista della storia? •C hi sono gli altri personaggi? Completa lo schema.

Personaggi

Azioni e caratteristiche

253


COMPRENSIONE

IL LUOGO

In un testo, non sempre il luogo dove si svolge una vicenda è chiaramente indicato; tuttavia spesso, con un’attenta lettura, è possibile individuarlo.

C ollega ogni ambiente al testo corrispondente, numerando. Poi scrivi di che ambiente si tratta.

1

fratello e sorella

Peter si avviò alla fermata del bus con sua sorella tenendola per mano lungo tutto il tragitto. Ed ecco l’autobus. I due salirono e presero posto. Si sentivano ridicoli a tenersi per mano e poi c’erano gli altri bambini della scuola intorno, perciò si lasciarono liberi. I. McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi

2

SOLI

Si avviarono lungo il sentiero. Lentamente, mentre la volta degli alberi si richiudeva sopra le loro teste, li raggiunse, molto leggero, un suono di tamburi. Scimmie bianche li sbirciavano dal fogliame e la terra scricchiolava sotto i loro passi. R. Chambers, Nelly alla ricerca di capitan Rabarbaro, Feltrinelli Kids

3

UNA GIORNATA DIVERSA

Siamo entrati in una grande sala piena di quadri appesi ai muri. – In questa sala potete ammirare – ha spiegato la maestra, – alcuni tra i più importanti quadri dei maestri della scuola fiamminga. J. J. Sempé, R. Goscinny, I divertimenti di Nicola, Emme Edizioni

4

UN POSTO SPECIALE

Il luogo era grande e buio. Odorava di polvere e naftalina. Travi possenti, nere di vecchiaia, si levavano a intervalli regolari dal pavimento e si incontravano più in alto con altre travi del tetto. M. Ende, La Storia Infinita, Longanesi

254


LECO TTM URPR AENSIONE

IL TEMPO L eggi attentamente i testi e cerca di capire in che tempo sono ambientati. Scrivilo nei riquadri azzurri.

Anche il tempo in cui si svolge una vicenda potrebbe non essere chiaramente specificato. Spesso, però, molti indizi permettono di individuarlo.

I MAMMUT Quando i venti soffiavano forte da nord, noi ammucchiavamo tutte le nostre riserve di legna davanti alla caverna e facevamo un gran fuoco. Avevamo un bel daffare a procurarci il legno necessario per tutti quei falò; erano soprattutto i mammut a tenerci caldi, con la loro abitudine di sradicare gli alberi per provare la forza di proboscidi e zanne. R. Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, Adelphi

IL BAGNO Il nonno di Ben aveva un cane che aveva chiamato Tilly. Tilly seguiva Ben ovunque. Quel giorno faceva un caldo soffocante e Ben e Tilly fecero il bagno, poi si distesero sotto il salice dove il calore asciugava il pelo e la pelle. P. Pearce, Un cane piccolo piccolo, Piccoli

UN POMERIGGIO NOIOSO Finalmente le scuole sono ricominciate! I miei pomeriggi ora sono pieni di impegni e amici! Mi ricordo la noia dei pomeriggi estivi. Ricordo che me ne stavo in camera mia, a far finta di leggere. Faceva un caldo terribile. F. Lalana, Il segreto del parco incantato, Piemme Junior

LOTTA COL DRAGO Non so se fu la luna piena a svegliarmi. Avevo scostato le tende prima di andare a letto e ora, con gli occhi spalancati, mi accorsi che la camera da letto era inondata di luce lunare. M. Peake, in La lotta col drago, Mondadori

255


COMPRENSIONE

LE PARTI DEL TESTO I l testo che leggerai è stato diviso nelle tre parti che lo compongono. Lavora sulla prima parte: inizio. Leggi e rispondi.

Quando leggi un testo, per facilitare la comprensione puoi dividerlo nelle tre parti principali che lo compongono: inizio, svolgimento, conclusione.

MI CHIAMO CESARE Fa ancora caldo e la maestra apre la finestra. In quel momento, qualcosa che sembra una nuvoletta scura entra dalla finestra dell’aula. È un uccello tutto nero con il becco giallo. Vola in alto, tocca il soffitto, dopo si butta a testa in giù e sfiora la testa di Eleonora.

• In che luogo si svolge la vicenda? • Quando, secondo te? • Che cosa fa la maestra? Perché? • Chi entra in classe? Che caratteristiche ha? • Che cosa fa? • A che cosa viene paragonato l’inaspettato visitatore? Sottolinealo.

256


LECO TTM URPR AENSIONE

O ra lavora sulla seconda parte: svolgimento. Leggi e rispondi. – Aiuto! – grida la bambina. Gli altri, dopo il primo attimo di stupore, ridono e battono le mani. Finalmente l’uccello si ferma appollaiato in cima alla lavagna, si guarda intorno, alza il capo e parla: – Mi chiamo Cesare! – dice con una vocetta stridula. Poi fischia. La maestra gira intorno alla lavagna fissando il merlo. – Che cosa facciamo, bambini? – Lo teniamo in classe, maestra! Il merlo guarda tutti come se fosse lui il maestro, poi all’improvviso qualcuno bussa alla porta. È una donna piccola, che cammina appoggiandosi a un bastone. – Scusate, ma ho sentito un fischio! – a piccoli passi va verso la lavagna. – Cesare, che cosa ti salta in testa? – dice la vecchia signora, mentre afferra il merlo. – Perché non lo lasci libero? – domanda Elena alla signora, che si chiama Teresa. – Perché morirebbe, non è abituato a essere libero, non saprebbe procurarsi il cibo. Io ho tanti anni e sono sola. Cesare mi fa compagnia. Poi si dirige verso la finestra: – Vi spiego dove abito, così potrete venire a trovarlo. Abito nella stradina oltre la piazza, dove c’è una vecchia casa bassa con il giardino.

• I compagni di Eleonora come reagiscono? • Che cosa fa il merlo?

• Che cosa vorrebbero fare i bambini? • Che cosa succede all’improvviso?

• Che cosa chiedono i bambini alla signora Teresa? • Che cosa spiega la signora Teresa ai bambini?

257


COMPRENSIONE

O ra lavora sulla terza parte: conclusione. Leggi e rispondi. La signora Teresa esce dall’aula. La maestra propone ai bambini di fare un bel disegno di Cesare. I bambini tirano fuori dagli zaini gli astucci e gli album. Tutti disegnano il merlo nero con il becco giallo. E. Dell’Oro, Un merlo parlante in classe, Emme Edizioni

• Il merlo rimane in classe? Sì. No. •C he cosa suggerisce di fare la maestra?

Illustra le tre parti in cui è stato diviso il testo.

Inizio

Svolgimento

Conclusione

258


LECO TTM URPR AENSIONE

D opo aver letto tutto il testo, rispondi. •C hi è il protagonista?

• Chi sono gli altri personaggi?

C ompleta lo schema spiegando qual è la funzione di ogni parte del testo.

Inizio

Svolgimento

Conclusione

com'è andata? Lavorare sul testo in questo modo ti sembra utile?

S ì.

P oco.

N o.

Perché?

259


COMPRENSIONE

LE SEQUENZE L eggi attentamente.

BRAVA, ISABELLA! La splendida tigre bianca è sul punto di mettere al mondo una bella nidiata di cuccioli. I veterinari la osservano in continuazione, pronti a intervenire in caso di complicazioni, e gli occhi degli amanti degli animali sono puntati sul raro felino, nella speranza di aggiungere qualche possibilità di sopravvivenza a questa specie in pericolo. Finalmente, il grande evento si compie! Evviva! Uno… due… tre tigrotti. Complimenti, mamma a strisce! Ma… che cosa succede? I veterinari sono preoccupati… la tigre non prende minimamente in considerazione i cucciolotti. Il momento è delicato. I piccoli dei felini hanno costante bisogno delle cure materne per mangiare, rimanere puliti, abituarsi a vivere con altri animali e… per fare i loro bisognini. Già. Se la mamma non muove i cuccioli, non li massaggia e non dà loro del buon latte tiepido, il loro destino è segnato. Per fortuna a salvare la situazione ci sono Tom Harvey e la sua socievolissima cagnona Isabella, un Golden Retriever che vive all’interno del Safari Park. Tom ha avuto la brillante idea di mettere i cuccioli a contatto con la sua amica a quattro zampe, che li ha subito “adottati” e ha cominciato a prendersi cura di loro. Brava, Isabella! I tre fiocchi bianchi sono per te! Mi raccomando, non stupirti se, quando li chiamerai abbaiando, i tuoi figlioletti risponderanno con un sonoro miagolio! Argos, Sprea Editori

I l testo è stato diviso in sei sequenze. Per ognuna, scrivi un sottotitolo adatto, che metta in evidenza l’argomento di cui si parla.

1

4

2

5

3

6

260


LECO TTM URPR AENSIONE

SEQUENZE MESCOLATE L e sequenze di questo brano appartengono a due testi diversi. Individuale e segnale con parentesi di colori differenti. Il sole cocente di quella pigra estate aveva dominato tutta la mattina. D’improvviso, alle quattro del pomeriggio, si levò un vento gelido e il cielo si oscurò come se un’immensa mano nera lo volesse coprire. I tuoni arrivarono dopo le fiamme bianche e rossastre dei fulmini. Il muro tutto crepe, che circondava il giardino lungo la casa, era per me un ricco terreno di caccia. A un comando invisibile cominciò la guerra sulle campagne. Il vento strappava le foglie e le piante più alte si piegavano fino a terra, poi la grandine colpì come una scarica di cento mitraglie. Era un vecchio muro di mattoni che un tempo era stato intonacato, ma ormai quella pelle superficiale era verde di muschio, tutta piena di bolle e di grinze per l’umidità di molti inverni. Sorpresi per strada, trovammo riparo sotto un piccolo ponte. L’intera superficie era un’intricata mappa di crepe, alcune larghe parecchi millimetri, altre sottili come capelli. Qua e là l’intonaco si era staccato a grosse falde, lasciando scoperte le file di mattoni rosa che sembravano costole. Chicchi di grandine grossi come noci continuavano a battere i vigneti e il grano. La grandine in pochi secondi s’ammucchiava e imbiancava strade, prati, campi come d’inverno quando la neve si infittisce. Poi un dilavare d’acqua da ogni lato, come se il cielo fosse diventato mare e si rovesciasse sulla terra. A guardarlo con sufficiente attenzione, su quel muro c’era un vero e proprio paesaggio; nei punti più umidi, i tetti di cento minuscoli funghi rossi, gialli e marroni, stavano raggruppati l’uno accanto all’altro come villaggi. Come era scoppiato all’improvviso, il temporale s’acquietò in pochi attimi. Sulle nostre teste il nero si era squarciato riscoprendo l’azzurro e riapparve tra le nubi uno sprazzo di sole. D. Lajolo, Il merlo di campagna e il merlo di città, Rizzoli G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

O ra leggi i due testi separatamente e scegli, per ognuno, il titolo adatto, colorandolo con il colore corrispondente alla parentesi.

IL MURO L DE GIARDINO

LA GRANDINATA

261


COMPRENSIONE

LA COMPRENSIONE DEL TESTO UN CANE PER AMICO D opo aver letto solo il titolo del testo, formula le tue ipotesi sull’argomento principale.

O ra osserva l’illustrazione. Che cosa puoi aggiungere alle tue ipotesi?

L eggi attentamente.

Un giorno i miei genitori mi hanno portato sul lago d’Orta. Nel mezzo del lago c’è un’isola: l’isola di San Giulio. Ci siamo arrivati in barca, e quello è stato il mio primo contatto con l’acqua. Da un lato ero spaventato dalla sua profondità, dall’altro mi sarebbe piaciuto tuffarmi e nuotare come un pesce. Ma nessuno mi aveva mai insegnato a farlo. L’isola pareva disabitata. C’era un grande silenzio. – Che caldo! – ho sbuffato. Sono rimasto in costume e mi sono messo a camminare lungo un minuscolo tratto di spiaggia. Volevo mettere i piedi a bagno. – Resta sul bordo della riva – si è raccomandata la mamma. Quando lei e mio padre si sono seduti ai piedi di un albero e hanno chiuso gli occhi, mi sono avvicinato silenziosamente all’acqua. L’ho toccata con un piede e sono rabbrividito. Poi l’ho toccata un’altra volta e sono rabbrividito di meno. Finché, a forza di toccarla, non sono rabbrividito più e sono entrato in acqua, allontanandomi piano piano dalla riva. Prima mezzo metro, poi un metro, poi due… A ogni passo mi fermavo, tornavo un po’ indietro, ma poi riprendevo ad avanzare. A un certo punto, ho gettato un urlo e sono sprofondato nell’acqua. Ho cominciato a sbracciarmi e ad agitare le gambe… L’urlo non era stato abbastanza forte da svegliare i miei. E ogni volta che aprivo la bocca per chiamarli, la gola si riempiva d’acqua e mi mancava il respiro.

262


LECO TTM URPR AENSIONE Cercavo di nuotare per tornare verso riva. Ma era la prima volta che mi trovavo in acqua e non facevo altro che peggiorare le cose. In più, cominciavo a essere stanco e avevo l’impressione che le gambe si stessero irrigidendo. – Mamma! Papà! – gridavo dentro di me. Ma inutilmente. All’improvviso ho sentito uno sciacquio alla mia destra. Mi sono voltato e ho visto un cane. Un cane enorme. Nuotava verso di me e sembrava dirmi: – Resisti, Stefano, sto per arrivare! Quando è arrivato a tiro, gli ho gettato le braccia al collo e ho posato la testa sul suo dorso. Dopo un tempo che mi è parso interminabile, abbiamo raggiunto la riva, il cane ha scosso il pelo, mi ha leccato la fronte e se n’è andato. A quel punto, mi sono addormentato: ero stanco morto. Al mio risveglio, mio padre e mia madre dormivano ancora. Non si erano accorti di niente. E quasi non hanno creduto a quello che mi era capitato. Al ritorno, mentre mi allontanavo dall’isola, cercavo disperatamente il cane con lo sguardo. E alla fine l’ho visto: se ne stava immobile su una roccia, aveva la lingua penzoloni e guardava ora verso la riva del lago, ora verso la montagna. Ecco come ho imparato a nuotare e come ho imparato ad amare i cani. A. Petrosino, Quattro gatti per Valentina, Piemme Junior

Nel testo, segna con parentesi colorate l’inizio, lo svolgimento, la conclusione. R ispondi. •C hi è il protagonista? •C hi sono gli altri personaggi? •D ove si svolge la vicenda? •Q uando? •C he cosa vuole fare Stefano fin dal primo momento? •C he cosa succede quando prova a realizzare il suo desiderio? • I n che modo riesce a risolvere il problema? • Che cosa ha imparato Stefano dall’esperienza fatta?

263


È ARRIVATO IL MOMENT O DI DIRSI ARRIVEDERCI! LA SCUOLA PIÙ BELLA Luci di lucciole, canto di stella, ora comincia la scuola più bella: voci di vento, di foglie, di mare, schemi di corse, di giochi, di gare, somme di passi, di pigne e conchiglie, prove di sole, di salti e di biglie, problemi di gite, di bagni e gelati, testi di canti, di sogni e risate. Sorrisi di amici in un gran girotondo, abbracci di amici in un mondo giocondo. Mani di amici che danno la spinta fino a settembre: saremo in quinta! G. Pirola

264

La scuola è finita: iniziano le vacanze! Riposati, divertiti e… ricordati di continuare a leggere anche durante la pausa estiva! Ci vediamo in quinta!


letture in viaggio letture 4

Il percorso “Viaggio nella legalità” è a cura di Gisella Gaudenzi. Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio Supervisione scientifica: Lorenzo Castelli, psicoterapeuta e psicologo scolastico Coordinamento e redazione: Valentina Cammilli per Equilibri servizi editoriali Revisione didattica: Nadia Negri Responsabile di produzione: Francesco Capitano Progetto grafico e impaginazione: Barbara Cherici per Equilibri servizi editoriali Illustrazioni: Giulia Bracesco, Claudia Chiaravalloti, Elena Iarussi, Manuela Leporesi Copertina: Barbara Cherici per Equilibri servizi editoriali Ricerca iconografica: Paola Rainaldi Referenze iconografiche: Shutterstock Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 22.83.050.0 Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione. È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questa pubblicazione, così come la trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo, senza l’autorizzazione della Casa Editrice. Produrre un testo scolastico comporta diversi e ripetuti controlli a ogni livello, soprattutto relativamente alla correttezza dei contenuti. Ciononostante, a pubblicazione avvenuta, è possibile che errori, refusi, imprecisioni permangano. Ce ne scusiamo fin da ora e vi saremo grati se vorrete segnalarceli al seguente indirizzo: redazione@elionline.com

Tutti i diritti riservati © 2022 Gruppo Editoriale ELi info@gruppoeli.it EquiLibri • Progetto Parità è un percorso intrapreso dal Gruppo Editoriale ELi, in collaborazione con l’Università di Macerata, per promuovere una cultura delle pari opportunità rispettosa delle differenze di genere, della multiculturalità e dell’inclusione. Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.


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• Letture 4: 264 pagine • Riflessione linguistica 4: 192 pagine • Gramma zip • Grammatica in chiaro 4-5: 120 pagine • Laboratorio di scrittura 4: 144 pagine • Marcovaldo per parlare di… Educazione civica, Arte e Musica 4: 72 pagine

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Le sequenze

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page 262

È arrivato il momento di dirsi arrivederci!

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pages 266-268

Sequenze mescolate

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Giochi con le parole

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Il titolo adatto

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pages 244-245

Comprendere dal titolo

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pages 242-243

Come te la cavi con la lettura?

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pages 234-235

Giochi di lettura

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VERIFICA FORMATIVA

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pages 230-233

Slime fai da te

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La biblioteca “Paolo Borsellino”

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Con il naso all’insù

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Come si sono formati i ghiacciai

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IO ARTISTA Il linguaggio nell’arte

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Auguri, professor Einstein

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IO ARTISTA Le persone nell’arte

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DESCRIZIONE DI PERSONA

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La quarta A

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VERIFICA FORMATIVA

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Tohuti, il piccolo egiziano

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Proserpina

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I corvi rossi

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Le giornate di Susie Incantesimi

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Lo spaventapasseri

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Il club antilettura

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Andrea e Nico

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Dentro un libro

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Non disturbatemi

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Una torta scaccia noia

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Alla gara di ciclocross

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