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Io sono Ava

Cora passa la settimana successiva nell’agitazione da shopping per il mio rientro a scuola, convinta che il successo del ritorno alla mia normale vita da adolescente dipenda dal fatto che io abbia uno zaino in spalla o una borsa a tracolla. La sera prima del mio “reinserimento” ufficiale, me ne fa trovare una serie in fila sul letto. Borse con fantasie sgargianti, zaini di tela con disegni floreali e tracolle di nylon sembrano fissarmi. – Cosa usano i ragazzi oggi? – scrollo le spalle. – Ultimamente sono stata in camice da ospedale e pigiama, forse non sono la persona giusta a cui chiedere. Evito di esprimere i miei forti dubbi sul fatto che qualcuno si soffermerà a guardare i miei accessori. I primi a vedermi sono i ragazzi in gruppo. Un tipo magro e pieno di brufoli fa un salto all’indietro e dice “Wow”. I suoi amici si voltano a guardarmi, poi fanno dietrofront e puntano gli armadietti, sforzandosi davvero poco di nascondere le risate. Mi sbirciano di traverso girando la testa di scatto. Veri supersegugi. Percepisco tanti occhi puntati addosso… una sensazione cui ormai dovrei essere abituata. Bisbigli e sussulti sono il sottofondo della mia vita, ma in questo piccolo corridoio, circondata da ragazzi della mia età, il calore di così tanti occhi mi striscia su per il collo. Gambe e braccia cominciano a prudere, mentre un ronzio che conosco bene si diffonde in tutto il corpo. Il viso brucia e io fisso gli occhi a terra. Non alzare lo sguardo.

Mi obbligo a non reagire, anche quando sento un gruppo di ragazze mettersi a bisbigliare e scoppiare in un risolino nervoso, seguito da “Shhh… shhh… smettetela. Sta arrivando”. In mezzo al baccano degli armadietti, allo scalpiccio dei piedi e al frastuono delle chiacchiere, il mio orecchio buono capta le parole che non dovrei sentire. Bruciata. Incendio. Nuova. Schifo. Zombi. Un dolore incandescente raggiunge immediatamente la punta delle dita, e mi accorgo che con la mano sana sto stritolando la tracolla della borsa. Apro il palmo, contraendo la pelle dura. Riesco ad arrivare alla mia prima lezione buttando fuori l’aria che ho tenuto dentro da quando sono uscita dall’ufficio del preside. Un corridoio in meno!

E. Stewart, Io sono Ava, Garzanti

Ti è piaciuto questo brano? Sì. No. Perché?

Che cosa ti ha colpito in modo particolare?

La protagonista di questa storia è Ava. Che cosa potrebbe esserle successo? Sottolinea nel testo le informazioni che possono esserti utili per rispondere, poi scrivi le tue ipotesi.

Chi potrebbe essere Cora?

Prova a metterti nei panni di Ava nel momento della sua entrata a scuola, quando tutti la guardano. Come ti sentiresti?

Se tu fossi uno dei ragazzi che la vede rientrare a scuola, quali sarebbero i tuoi pensieri? E che cosa diresti ad Ava?

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