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Il mio racconto di fantascienza
racconto di fantascienza
IL MIO RACCONTO DI FANTASCIENZA
Pianifica il tuo racconto fantascientifico, scegliendo tra i seguenti elementi.
PROTAGONISTA/PROTAGONISTI
PASS-001
LUOGO/LUOGHI SANDRA FELIX RIGEL 999
ANTAGONISTA/ANTAGONISTI
TEMPO: IL FUTURO
Ora che hai fatto le tue scelte, scrivi il tuo racconto.
racconto di fantascienza
Ricordati di scegliere se scrivere in prima o in terza persona.
racconto di fantascienza
Infine revisiona il tuo testo, correggendo ortografia, punteggiatura, lessico... Poi ricopialo aggiungendo il titolo.
racconto storico
Il RACCONTO STORICO è un testo narrativo in cui REALTÀ STORICA e FANTASIA si mescolano e si intrecciano rispettando, però, alcune caratteristiche.
I personaggi del passato, realmente esistiti, interagiscono con altri inventati ma verosimili.
I luoghi sono realistici, storicamente attendibili e descritti in modo dettagliato.
Il tempo è ben definito, riferito a un’epoca storica precisa.
I fatti, anche se inventati, sono inseriti in un contesto storico realistico, narrati con un linguaggio ricco di termini specifici, arricchiti con descrizioni dettagliate.
UN TERRENO FERTILE
Il lucumone di Arretium, cioè il re, aveva donato a Thucer e alla sua famiglia un esteso terreno che si trovava proprio in fondo a una valle. Sarebbe stato un bel dono, se il terreno bagnato dal fiume che attraversava quella valle non fosse stato altro che una palude. – Qui crescono solo canne, non possiamo certo piantare il nostro grano! – disse la giovane Velia delusa. Thucer, suo padre, sorrise: – Non ti preoccupare, figlia mia, noi Etruschi abbiamo imparato mille anni fa a regolare le acque dei fiumi, a conservarle o ad allontanarle dalla terra per asciugarla. Detto questo, Thucer il contadino si mise all’opera. Velia osservava ammirata suo padre. Era incredibile vedere quante cose sapesse fare. Alla fine del primo anno la famiglia di Thucer poté consumare i ceci, l’orzo e anche il pane. Non era così buono però, perché suo padre, in quei primi anni di bonifica, doveva piantare una specie di grano che potesse resistere particolarmente bene nelle zone umide. Ma nell’arco di una decina di anni la valle di Thucer non somigliava più alla palude che era stata: il grano cresceva ovunque e il padre di Velia aveva piantato anche l’ulivo e la vite. Il terreno era così fertile che i semi rendevano molto più che altrove. Mercanti romani venivano ogni anno a comprare il grano per l’esercito o per la città e la famiglia di Velia ora stava piuttosto bene, al punto da potersi permettere l’acquisto di alcuni schiavi. Era però un benessere che dipendeva da un lavoro costante e attento per impedire che la valle tornasse a trasformarsi in una palude.
S. Bordiglioni, Piccole storie del mondo etrusco, Einaudi Ragazzi