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Percorso 1

LA PREISTORIA

4,5 MILIARDI DI ANNI FA

3 MILIONI DI ANNI FA

100 000 ANNI FA

Si forma il pianeta Terra

Inizia il Paleolitico Compaiono i primi ominidi

Compare l’Uomo di Neanderthal

Paleolitico

Neolitico

4 MILIONI DI ANNI FA

2 MILIONI DI ANNI FA

12 000 ANNI FA

Compaiono gli australopitechi

Compare l’Homo habilis

Inizia il Neolitico


PERCORSO 1 • La preistoria

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I primi passi dell’uomo sulla Terra

Una lunga evoluzione prima dell’uomo moderno L’essere umano non comparve all’improvviso sulla Terra: la teoria evoluzionista tradizionale, quella di Darwin, ci dice che l’uomo moderno è il risultato della lenta evoluzione di un essere apparso circa 4 milioni di anni fa, forse un nostro lontano “antenato” che condividiamo con le odierne scimmie antropomorfe. Gli antropologi (gli scienziati che studiano l’uomo dai vari punti di vista: fisico, sociale, culturale) chiamano australopitechi (“scimmie del Sud”, o australopitechine) questi esseri con caratteristiche in parte scimmiesche e in parte umane. I loro resti fossili, ritrovati in Africa meridionale, o australe, ci dicono che gli australopitechi appartenevano all’ordine dei primati, quello in cui vengono classificate sia le grandi scimmie antropomorfe (cioè dotate di caratteri in parte simili a quelli dell’uomo), come scimpanzé, gorilla, orango, sia l’uomo moderno. Gli australopitechi avevano un aspetto fisico assai diverso da quello umano: più piccoli di statura, avevano il cranio molto meno sviluppato e si spostavano sul terreno a quattro zampe. Erano già in grado di utilizzare alcuni strumenti naturali come pietre e ossi, ma non conoscevano il linguaggio e non erano capaci di trasmettersi esperienze e conoscenze: soprattutto per questo motivo non possiamo considerarli “uomini”.

Gli ominidi, i primi rappresentanti del genere Homo Le prime creature con caratteri umani, cioè capaci di stare ritte sugli arti posteriori, in grado di usare le mani e dotate di un discreto sviluppo del cervello e dell’intelligenza, ovvero i primi ominidi, apparvero sulla Terra circa 3 milioni di anni fa. La maggioranza degli scienziati (ma la discussione è ancora aperta) assegna questi ominidi a un genere nuovo, diverso dagli autralopitechi: il genere Homo, cioè “uomo” in latino (il latino rimase per molti secoli, in Europa, la lingua usata

dagli scienziati di ogni paese, e dunque viene ancora oggi utilizzato per molte classificazioni scientifiche). Gli australopitechi non sapevano costruire strumenti: si limitavano a raccogliere e selezionare oggetti reperibili in natura (come bastoni di legno, corna e ossi di animali, pietre taglienti). Invece gli ominidi del genere Homo sapevano fabbricare i propri strumenti: scheggiavano pietre e ossa in modo abbastanza regolare, il che significa che questi antenati dell’uomo utilizzavano tecniche che venivano trasmesse di generazione in generazione.

Dalla foresta alla savana: l’ambiente favorevole della Rift Valley Resti di ominidi sono stati rinvenuti nella gola di Olduvai, in Tanzania (Africa orien-

Un fossile di crinoide, forma di vita largamente diffusa nel Paleolitico.

LE PAROLE DELLA STORIA TEORIA EVOLUZIONISTA Secondo il naturalista inglese Charles Darwin (1809-’82), padre della teoria dell’evoluzione, e autore dell’opera L’origine delle specie (1859), prima dell’uomo esisteva un mammifero antenato comune dell’uomo e della scimmia. Poi le due specie presero vie diverse: la scimmia è rimasta scimmia; l’uomo, invece, è profondamente cambiato nel corso della preistoria, adattando via via la propria conformazione fisica e psichica ai mutamenti climatici e ambientali. Questo processo di cambiamento e adattamento fu chiamato da Darwin evoluzione. Esso riguarda non solo l’uomo ma tutte le specie viventi: alcune riuscirono meglio di altre ad adattarsi ai cambiamenti ambientali, sviluppando certe caratteristiche riuscirono cioè a evolversi e a sopravvivere; altre invece non ci riuscirono e perciò scomparvero. La teoria evoluzionista è oggi sostanzialmente accettata dalla maggior parte degli scienziati. Tuttavia si riconosce che il percorso dell’evoluzione umana non fu affatto così rettilineo come Darwin ipotizzò un secolo e mezzo fa. FOSSILI Per ricostruire la storia dei vari esseri viventi (animali, piante) che popolarono la Terra nei periodi più lontani, gli scienziati dispongono di poche informazioni attendibili. La loro principale fonte di conoscenza è data dai fossili, parola che deriva dal verbo latino fodere, scavare. I fossili sono le tracce di esseri viventi che, invece di decomporsi dopo la morte, a causa di particolari processi chimici si sono mineralizzati (cioè pietrificati) nel corso dei millenni e sotto questa forma sono giunti fino a noi. Il confronto tra i vari fossili consente agli studiosi sia la loro datazione, sia una ricostruzione (sempre ipotetica) della successione con cui sono comparse sulla Terra le diverse forme di vita, dalle più semplici alle più complesse, fino all’uomo.


SEZIONE 1: La preistoria e le antiche civiltà

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L’UOMO E LA SUA CLASSIFICAZIONE Ordine PRIMATI

grandi scimmie antropomorfe attuali (orango, scimpanzé, gorilla)

ominidi: • vissero da 3 a 1,5 milioni di anni fa; • seppero adattarsi ai mutamenti climatici e ambientali (in particolare alla vita nella savana)

australopitechi (“scimmie del Sud”)

habilis: • apparso 2 milioni di anni fa; • capace di scheggiare la pietra

Nel 1974 furono rinvenuti, in Etiopia, i resti di un esemplare di femmina adulta di australopiteco, che fu chiamata Lucy e che visse oltre 3 milioni di anni fa.

erectus: • apparso 1,5 milioni di anni fa; • sa camminare in posizione eretta; • sa controllare il fuoco

Homo (uomo moderno)

sapiens: • comparso 100 000 anni fa; • la sua forma più evoluta è l’Uomo di Neanderthal

tale). Questa località si situa nella Rift Valley, un vasto solco naturale che attraversa l’Africa dal mar Rosso al Mozambico. Appunto la Rift Valley potrebbe essere stata la culla dell’uomo. Qui, infatti, le condizioni ambientali trasformarono i nostri progenitori da abitatori della foresta in abitatori della savana, cioè di quella distesa d’erba dove la posizion e eretta permetteva di avvistare i nemici da lontano e dove le mani non servivano più solo per arrampicarsi, come nella foresta, ma potevano essere usate per afferrare e costruire oggetti. Secondo la teoria dell’evoluzione, gli ominidi si differenziarono gradualmente dalle scimmie antropomorfe perché seppero adattarsi alle nuove esigenze poste dalle condizioni ambientali. A quell’epoca il pianeta Terra si era formato da ormai quattro miliardi e mezzo di anni. Perciò, paragonando la storia del pianeta Terra a un anno solare, diremo – in senso figurato, ovviamente – che, se la Terra cominciò a prendere forma all’alba del primo gennaio, l’uomo comparve pochi minuti prima della mezzanotte del 31 dicembre.

La gola di Olduvai, in Tanzania, è considerata la culla dell’uomo.

L’Homo habilis sa scheggiare la pietra, l’Homo erectus conquista la stazione eretta Il primo esemplare di Homo habilis apparve in Africa orientale circa 2 milioni di anni fa. Secondo la teoria tradizionale era, in qualche modo, imparentato con gli australopitechi, ma secondo altri studi r appresentava, invece, un loro “concorrente”. Viene chiamato dagli scienziati Homo habilis (“uomo capace”) perché era in grado, scheggiando la pietra, di costruire semplici strumenti che poi utilizzava per tagliare, raschiare le pelli e rompere ossi e conchiglie. All’Homo habilis subentrarono specie più evolute. La prima fu l’Homo erectus (= uomo che cammina eretto), comparso mezzo milione di anni dopo, che presenta rispetto all’Homo habilis un cervello notevolmente più grande (la sua scatola cranica salì da 800 cm2 a 1200 cm2). Viene chiamato così perché era in grado di muoversi sul terreno utilizzando i soli arti posteriori: aveva cioè conquistato la cosiddetta stazione eretta (la capacità di stare in piedi). Inoltre l’Homo erectus era capace di controllare il fuoco,


PERCORSO 1 • La preistoria

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anche se, all’inizio, non sapeva accenderlo: doveva conservare quello causato da eventi naturali, per esempio dai fulmini. Infine, sapeva produrre attrezzi sempre più elaborati e cacciare in gruppo i grandi animali.

Un gradino più in alto nella scala evolutiva, l’Uomo di Neanderthal Circa 100 000 anni fa, in diverse zone del pianeta (Africa, Vicino Oriente, Europa), comparve l’Homo sapiens (“uomo intelligente”), il cui sviluppo cerebrale era molto simile a quello dell’uomo moderno. La forma più evoluta di Homo sapiens era quella costituita dal cosiddetto Uomo di Neanderthal (dal nome della valle del fiume Neander che scorre in Germania, vicino a Düsseldorf, dove ne sono state trovate le prime testimonianze), la cui presenza è documentata tra i 120 000 e i 30 000 anni fa nel continente europeo. Qui si adattò a vivere anche nei climi resi più rigidi dalle glaciazioni. L’Uomo di Neanderthal era capace di costruire raschiatoi di selce (coltelli in pietra da usare senza manico, per tagliare la carne degli animali) e punte affilate di lancia, sempre in pietra. Sapeva accendere regolarmente il fuoco mediante i cosiddetti flauti, cioè ossi lunghi forati, nei cui fori venivano

sfregati bastoncini di legno con cui accendere della paglia. Probabilmente l’Uomo di Neanderthal fu il primo essere in grado di comunicare con i propri simili attraverso un linguaggio articolato. Questa fu, inoltre, la prima specie umana a seppellire i propri morti in tombe collettive, rivelando così una consapevolezza di tipo culturale e spirituale. Sono state ritrovate numerose fosse di forma ovale, arricchite di corredi funerari (cibo, corna e vari strumenti in pietra), spesso ricoperte da lastroni per sottrarre i corpi alle fiere; vicino ai corpi venivano deposti fiori, come provano gli studi sui pollini. PROVA SE LO SAI

1 Chi era Charles Darwin? Qual è la teoria scientifica che egli elaborò? 2 Spiega che cosa sono i fossili e a che cosa servono. 3 Quando e dove comparvero i primi uomini sulla Terra? 4 Chi erano gli australopitechi? E qual era l’altro loro nome? 5 Dov’è la Rift Valley e perché va ricordata?

Cranio di un giovane esemplare di Uomo di Neanderthal, ritrovato in Uzbekistan.

6 Perché l’Homo erectus è chiamato così? 7 Illustra le caratteristiche fisiche e culturali dell’Uomo di Neanderthal.

HOMO HABILIS

HOMO ERECTUS

HOMO SAPIENS (DI NEANDERTHAL)

HOMO SAPIENS SAPIENS

4 milioni di anni fa

2 milioni di anni fa

1 500 000 anni fa

100 000 anni fa

40 000 anni fa

450 cm2

800 cm2

1200 cm2

1500 cm2

1800 cm2

SCATOLA CRANICA

POSTURA

AUSTRALOPITECO


SEZIONE 1: La preistoria e le antiche civiltà

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L’Homo sapiens sapiens, l’uomo moderno

La grande novità dell’Homo sapiens sapiens

Figura umana dipinta sulle pareti della Cueva de las manos (Caverna delle Mani), in Argentina.

La teoria dell’evoluzione afferma che l’Homo sapiens era derivato da uno sviluppo dell’Homo erectus; successivamente dall’Homo sapiens sarebbe derivato l’ultimo anello della catena: l’Homo sapiens sapiens (“uomo molto intelligente”), ovvero l’uomo moderno, chiamato anche Uomo di Crô-Magnon dal nome della località francese in cui per la prima volta (nel 1868) furono trovati i resti del suo scheletro. Oggi gli studi di genetica sul DNA, la sostanza molecolare presente in tutti gli organismi viventi, che gli scienziati ora sono in grado di isolare anche da resti fossili antichissimi, hanno in parte modificato que-

LE PAROLE DELLA STORIA DNA - GENETICA Il DNA, o acido deossiribonucleico, presente nel cromosoma delle cellule, è il materiale ereditario negli organismi; tutte le cellule di un organismo presentano il medesimo DNA. Il DNA è localizzato soprattutto nel nucleo cellulare (DNA nucleare) ma una piccola porzione si trova anche nei mitocondri (DNA mitocondriale o mtDNA), organuli cellulari citoplasmatici produttori di energia. Esso lascia tracce nei resti fossili, soprattutto nei denti. Studiando in laboratorio la somiglianza o la diversità tra il DNA di individui diversi, si può ricostruire la genealogia delle generazioni umane per via femminile, risalendo molto indietro nel tempo. Lo studio del DNA è alla base della disciplina scientifica chiamata genetica (dal greco ghénesis, “genesi, origine”), che studia i geni, ovvero le unità ereditarie fondamentali degli organismi viventi: il gene corrisponde a una sequenza di DNA. Fondatore della genetica fu, nel XIX secolo, Gregor Mendel, il quale per primo, pur non conoscendo l’esistenza dei cromosomi, studiò la trasmissione del DNA dai genitori ai figli. GLACIAZIONI Si indicano con questo termine le lunghe fasi di sviluppo ed espansione della massa dei ghiacci, dovuta a un brusco calo delle temperature. In questi periodi, durati millenni, le calotte polari si estesero fino a ricoprire gran parte dell’Europa e del Nord America, il che portò a un radicale mutamento di flora e fauna sulle terre e nei mari. In Europa si conoscono quattro glaciazioni, denominate secondo i nomi di altrettanti affluenti del Danubio (glaciazione di Günz, Mindel, Riss, Würm); esse si alternarono a tre periodi interglaciali, dal clima più caldo, durante i quali i ghiacci si ritirarono. L’ultima glaciazione cominciò circa 35 000 anni fa e si concluse circa 12-10 000 anni fa.

sta “catena” evolutiva. Dall’esame sul DNA contenuto nei resti umani – specialmente nei denti – si ricava che l’Homo sapiens sapiens appartiene a una stirpe diversa dalle popolazioni di Homo erectus e di Homo sapiens; con quest’ultimo ci furono dei contatti, ma non, quasi certamente, degli incroci. Dagli studi sul DNA sappiamo, inoltre, che l’Homo sapiens sapiens, la sottospecie a cui noi apparteniamo, forse apparve in Africa non 40 000 anni fa, come si pensava, ma molto prima, tra 100 000 e 130 000 anni fa. Rispetto all’Uomo di Neanderthal, l’Homo sapiens sapiens era più gracile, anche se più alto di statura. Soprattutto la sua conformazione cranica era diversa: riduzione delle arcate sopraccigliari, fronte molto più ampia e cranio alto, con massima larghezza a livello delle ossa parietali (quelle superiori), sono i segni di un completo sviluppo psichico.

L’Homo sapiens sapiens sa adattarsi ai cambiamenti climatici Per diverse decine di migliaia di anni, gruppi di neanderthaliani convissero su territori vicini con gli ultimi gruppi di Homo erectus e con i primi gruppi dei nuovi venuti, i sapiens sapiens. Poi avvenne un decisivo mutamento ambientale. I climi freddi dell’ultima grande glaciazione, quella detta di Würm, avevano spinto i grandi erbivori più a sud, in cerca di temperature più miti; in seguito però, quando i ghiacci cominciarono lentamente a ritirarsi (siamo intorno a 25-30 000 anni fa), molti grandi animali tornarono a migrare verso settentrione. A quel punto cominciarono a scarseggiare le risorse alimentari provenienti dalla caccia. I neanderthaliani si ridussero di numero, fino a scomparire; invece l’Uomo di Crô-Magnon (o Homo sapiens sapiens) seppe adattarsi alla nuova situazione, per esempio sviluppando le tecniche di caccia a distanza, con ordigni che lanciavano pietre. In tal modo riuscì a sopravvivere, per rimanere alla fine l’incontrastato padrone del pianeta.


PERCORSO 1 • La preistoria

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L’uomo moderno popola tutta la Terra

L’HOMO SAPIENS SAPIENS, L’UOMO MODERNO

Le scoperte di resti umani in varie regioni del mondo ci aiutano a immaginare l’itinerario seguito dall’uomo moderno allorché decise di allargare via via le proprie sedi. La colonizzazione del pianeta era cominciata ai tempi dell’Homo erectus, mezzo milione di anni prima, a partire dall’Africa. Furono allora occupate alcune zone temperate di Europa e, soprattutto, Asia. Tuttavia il popolamento dei cinque continenti si completò solo 12-15 000 anni fa: fu infatti l’uomo moderno, l’Homo sapiens sapiens, a occupare in modo sistematico e progressivo tutte le terre emerse dopo la fine dell’ultima glaciazione, quella di Würm, che si stava proprio allora concludendo. Dai resti fossili e dall’esame del DNA sappiamo che la colonizzazione partì sempre dall’Africa per dirigersi verso le coste orientali del Mediterraneo; di qui gruppi umani raggiunsero da una parte l’Europa meridionale e orientale, dall’altra si diressero a est, in Asia, giungendo fino a Giava e in Cina. Viaggiando da nord a sud e sfruttando particolari condizioni climatiche, furono raggiunte e popolate anche terre isolate come l’Australia e il continente americano: il ghiaccio copriva ancora, a quell’epoca, buona parte dei continenti e consentiva quindi il passaggio dell’attuale Stretto di Bering.

DA DOVE

proviene dall’Africa

DA QUANDO

appare 40 000 anni fa circa

DA CHI

secondo la teoria dell’evoluzione, proviene dall’Homo erectus e dall’Uomo di Neanderthal

COME

oggi gli studi sul DNA mettono in dubbio questa “catena”

sa adattarsi ai mutamenti ambientali

PROVA SE LO SAI

1 Chi è l’Uomo di Crô-Magnon? Perché si chiama così? 2 A quali conclusioni porta l’esame del DNA sui resti fossili di Homo sapiens? 3 Dove apparve l’Homo sapiens e quando? 4 Illustra la differenza tra il cranio dell’Uomo di Neanderthal e quello dell’Homo sapiens. 5 Che cosa s’intende con l’espressione “colonizzazione del pianeta”? 6 Per quali ragioni e in quale epoca l’Uomo di Neanderthal si estinse? 7 Illustra l’itinerario seguito dai gruppi umani allorché popolarono via via la Terra.

IL POPOLAMENTO DELLA TERRA mar Glaciale Artico

Si ber i a

Stretto di Bering

Impronte di Homo erectus lasciate sulle ceneri vulcaniche a Laetoli, in Tanzania, 3,5 milioni di anni fa.

G ro e n l a n d i a

America settentrionale

Eur opa Asi a oceano Pacifico

oceano Atlantico

Afr ica Melan

esi

a

Polinesia

oceano Indiano

America meridionale

Luoghi in cui sono stati trovati resti di australopiteco Luoghi in cui sono stati trovati resti di Homo erectus

Aust r al i a

Luoghi in cui sono stati trovati resti di Homo sapiens

mar Glaciale Antartico


SEZIONE 1: La preistoria e le antiche civiltà

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Come vivevano gli uomini del Paleolitico

La preistoria si suddivide in due fasi: il Paleolitico e il Neolitico

Utensili preistorici di pietra.

Figure di cervi sulle pareti delle grotte di Lascaux, in Francia.

Il periodo più antico della storia dell’uomo viene chiamato preistoria (cioè “prima della storia”). Tale denominazione dipende dal fatto che la storia vera e propria si ritiene iniziare più avanti, quando (intorno al 3500 a.C.) apparvero le prime forme di scrittura. La preistoria viene anche chiamata età della pietra, perché per un lunghissimo periodo l’uomo usò quasi esclusivamente la pietra per costruire utensili e armi. La preistoria, o età della pietra, comprende due grandi periodi: • il Paleolitico (il nome deriva dal greco e significa “età della pietra antica”) durò dalla comparsa dei primi ominidi (circa 3 milioni di anni fa) fino a 12 000 anni fa. È chiamato così perché gli esseri umani sapevano costruire solo strumenti fatti per lo più di pietra scheggiata; • il Neolitico (cioè “età della pietra nuova”) durò circa 7000 anni e fu caratterizzato da importanti mutamenti nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente; cambiò, inoltre, il modo di

lavorare la pietra: perciò il Neolitico ha questo nome. Quando finì il Neolitico, verso il 3500 a.C., finì la preistoria e cominciò la storia propriamente detta.

Le difficili condizioni ambientali del Paleolitico A partire da due milioni e mezzo di anni fa – quasi in concomitanza con l’apparizione dei primi ominidi – il clima della Terra cambiò più volte. A periodi freddi, detti ère glaciali, durante i quali ampie regioni si coprivano di ghiacciai, ne succedevano altri, più tiepidi, detti interglaciali; in media, però, le temperature erano assai più rigide di quelle a cui siamo abituati noi. Il Paleolitico fu un periodo lunghissimo e anche molto difficile per la sopravvivenza del genere Homo. Gli esseri umani si alimentavano con la caccia degli animali, con la pesca e con la raccolta di frutti e bacche. A mano a mano svilupparono la loro intelligenza e accrebbero le capacità di adattamento all’ambiente: costruirono così armi sempre


PERCORSO 1 • La preistoria

19 Le impronte di mani riprodotte nella Cueva de las manos. Le mani appartenevano agli indigeni che vissero in questa regione tra 13 000 e 9000 anni fa.

più efficaci per la caccia; impararono a osservare e a prevedere il succedersi delle stagioni e le migrazioni degli animali, in modo da non perdere mai la principale fonte di nutrimento. Si abituarono anche a cacciare in gruppo. A volte essi incalzavano le mandrie di cavalli e altri animali e, dopo averle circondate, le spingevano verso i precipizi o le facevano finire nelle paludi.

Sorgono le prime forme di comunità umane Dai ritrovamenti fossili, possiamo arguire che nel Paleolitico gli uomini preferivano vivere in gruppi di non più di cinquanta persone, composti da poche famiglie, spesso imparentate tra loro. I vari gruppi erano tenuti insieme da diversi bisogni: occorreva che vi fossero abbastanza uomini e donne attivi, in grado di raccogliere cibo e di allevare i nuovi nati. È molto probabile che gli uomini e le donne di allora formassero coppie stabili. Paragonati con le altre specie di animali, già a quel tempo gli esseri umani conoscevano un’infanzia e un’adolescenza insolitamente lunghe, durante le quali dovevano essere nutriti e addestrati. A quell’epoca si moriva, in media, presto. Per la durezza delle condizioni di vita, solo una piccola minoranza di individui giunge-

LE “VENERI PALEOLITICHE” Se le immagini umane dipintee nelle cano invece verne risultano assai rare, sono frequenti le statuette di donnee scolpite zati i manel Paleolitico. Venivano utilizzati teriali più diversi: avorio, osso,, pietra e perfino carbone; alcune eranoo realizzate con la creta e poi indurite al fuoueco. Gli archeologi chiamano quee” ste stauette “Veneri paleolitiche” (Venere è il nome attribuito dai greci alla dea della bellezza). Si tratta di raffigurazioni nonn realistiche ma simboliche: la maggior parte di queste “Veneri”, infatti, appare priva di piedi e con il volto senza lineamenti, mentre in compenso si evidenziano seni, natiche e ventre assai ab-bondanti. Tutto ci fa pensare che queste statuette fossero legatee al culto della fertilità, finalizzatoo ad assicurare alla comunità figli sani e raccolti abbondanti. La cosiddetta “Venere di Willendorf” lendorf” prende il nome dalla località austriaca ustriaca in cui fu rinvenuta nel 1908.


SEZIONE 1: La preistoria e le antiche civiltà

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va ai trent’anni di età; la maggior parte delle persone moriva più giovane; numerose donne non superavano il delicato momento del parto. Un’altra causa di morte assai comune erano gli incidenti durante la caccia.

Utensili di pietra e in osso, i primi manufatti dell’uomo paleolitico

Lampada a olio rinvenuta nelle grotte di Lascaux.

Con il tempo, per costruire i loro utensili, i paleolitici cominciarono a usare materiali diversi dalla pietra, come per esempio le carcasse di animali: dalle pelli si ricavavano tende e indumenti, mentre gli ossi si prestavano a diventare fiocine, ami, flauti (utensili per accendere il fuoco). Per render e meno inospitali i loro rifugi, i cacciatori ne ricoprivano l’ingresso con una rudimentale pavimentazione in pietra, utilizzata anche come piano per lavorare le carni degli animali.

La conquista del fuoco Per illuminare e riscaldare le grotte, cuocere i cibi e allontanare le belve, gli uomini del Paleolitico impararono ad accendere falò. Avevano scoperto l’esistenza del fuoco dagli incendi naturali causati dai fulmini: per molto tempo – poiché non erano capaci di accenderlo – dovevano badare che almeno un fuoco nella comunità non si spegnesse mai. Poi impararono che, strofinando due legnetti su un po’ di paglia secca, si poteva

in poco tempo accendere un falò. Alla fine il focolare divenne un luogo sicuro, pieno di luce e calore, intorno al quale sedersi insieme e, insieme, parlare.

Nelle caverne nasce l’arte rupestre, che (forse) aveva scopi magici Tra le tracce più interessanti del Paleolitico in Europa vi sono le pitture e le incisioni scoperte in alcune caverne soprattutto della Francia e della Spagna. A partire da 20 000 o 15 000 anni fa, in quelle cavità, ignoti artisti cominciarono a incidere con graffiti e a dipingere ciò che li circondava; un’abitudine che continuò per diverse altre migliaia di anni. I soggetti preferiti erano gli animali e una grande varietà di segni astratti; assai meno frequenti risultano le figure umane. Gli studiosi discutono sul significato di quest’arte fiorita sulle rocce (o rupi¸ da cui “arte rupestre”) sotterranee e nascosta alla luce del sole: si trattava forse di un rituale magico per propiziare la caccia, oppure di un tentativo di catturare lo “spirito” dell’animale attraverso l’immagine. Qualunque sia il loro significato, le pitture nelle caverne meritano di essere studiate con grande attenzione: esse, infatti, dimostrano quali grandi capacità d’osservazione e d’intelligenza fossero sviluppate dai cacciatori paleolitici.

LE PAROLE DELLA STORIA ARTE Questa parola deriva dal vocabolo latino ars, con il quale, anticamente, si indicava tutto ciò che è opera dell’uomo, in opposizione a ciò che proviene dalla natura: in questo senso, una foresta è “natura”, mentre un giardino coltivato è “arte”. Noi utilizziamo questo termine con un’accezione diversa, che implica anche la qualità estetica degli oggetti artistici, cioè la bellezza che si vuole, con essi, raggiungere ed esprimere. Solo l’uomo, dotato di fantasia e genialità, può dare vita all’arte: essa è una prerogativa totalmente umana. L’arte poté sorgere quando giunsero a maturazione le capacità spirituali e di pensiero astratto dei nostri antenati: allora essi si volsero a raffigurare in forma “bella” il mondo che li circondava, gli animali che cacciavano, le persone con cui vivevano e che amavano… Non solo raffigurare: l’arte “interpreta” il mondo, attribuisce a esso un significato, in cui si riassume e si esalta la cultura dell’intera collettività. Occorreva però riconoscere e incentivare l’abilità manuale di chi era capace di fare tutto questo: ci sono prove che, nei gruppi umani del tardo Paleolitico, gli artisti venivano esentati dai lavori comuni, in modo che fossero più liberi di creare arte.

PROVA SE LO SAI

1 Spiega perché Paleolitico e Neolitico si chiamano così. Chiarisci inoltre quando questi due periodi ebbero inizio e quando, rispettivamente, cessarono. 2 Che cosa sono le ère glaciali? 3 Perché il Paleolitico fu un periodo molto difficile per la sopravvivenza degli uomini? 4 Di che cosa vivevano gli uomini paleolitici? Come si adattarono all’ambiente? 5 Quali strumenti utilizzavano gli uomini del Paleolitico? 6 Illustra l’importanza del fuoco per la vita dei primi gruppi umani. 7 Illustra con le tue parole i caratteri e l’importanza dell’arte rupestre. Spiega inoltre perché essa si chiama così.


STORIA tecnologia

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DALLA SCOPERTA DEL FUOCO ALLA FUSIONE DEI METALLI Le prime tracce di fuochi accesi intenzionalmente risalgono a circa 500 000 anni fa quando l’Homo erectus, provvisto di intelligenza e operatività, catturò il fuoco dai rami in fiamme a causa di un fulmine o di un’eruzione vulcanica. In seguito l’uomo imparò anche ad accendere il fuoco mediante lo sfregamento di rami secchi o battendo tra loro selci e piriti di ferro. Grazie al fuoco divenne più facile tenere lontane le belve, cuocere i cibi, illuminare gli ambienti, scaldarsi, lavorare il legno e la pietra. L’abitudine di stare insieme attorno al fuoco per scaldarsi avrebbe favorito la comunicazione tra gli uomini e lo sviluppo del linguaggio che, da inarticolato complesso di suoni gutturali e di mimica, si trasformò in un insieme di parole. Inizialmente il fuoco veniva semplicemente prodotto; in una fase successiva, dopo averlo prelevato in natura, si pensò a come conservarlo. La sorveglianza continua del focolare impose anche qualche vincolo e condusse a una maggiore organizzazione dei compiti di ogni membro del gruppo e a una specializzazione del lavoro: una buona parte del tempo disponibile doveva infatti essere impiegata per procurarsi il combustibile, per preparare il focolare e quindi per cuocere i cibi. In seguito alla scoperta e al controllo del fuoco l’uomo cominciò anche a costruire i primi rudimentali forni che

assolvevano funzioni domestiche diverse: essiccazione e cottura di cereali, cottura del pane e di altri cibi ecc. Il forno permetteva di concentrare il calore che veniva prodotto dalla combustione di materiali solidi fino a regolare poi, in piena età neolitica, le reazioni necessarie a fondere e lavorare i metalli. Anche l’argilla, dopo essere stata impastata con l’acqua, veniva cotta nei forni perché si indurisse e potesse contenere gli alimenti, anche liquidi, trasformandosi in un impasto vetrificato (ceramica). Il forno è una struttura che compare per la prima volta nei villaggi neolitici del Vicino Oriente e dell’Europa mediterranea. Si trattava di una struttura estremamente semplice, sempre interrata o quasi, a forma di enorme ciotola d’argilla (crogiolo) al cui interno si fondeva il metallo.

Evoluzione dei forni di fusione Forno a pozzetto: una semplice buca contornata da materiale refrattario – cioè che non assorbe calore – con all’interno il minerale e il carbone acceso. Forno a cupola: presenta un’apertura nella parte superiore di materiale refrattario, per evitare l’eccessiva dispersione di calore e favorire la fuoriuscita di gas e fumo. Forno a tino: il forno si eleva dalla superficie del terreno permettendo

Forno di fusione a cupola.

di lavorare una maggiore quantità di metallo. Nella lavorazione del bronzo (lega di rame e stagno o piombo) la temperatura da raggiungere si aggira intorno ai 950 °C ma ciò fu possibile solo attraverso la realizzazione del forno a tinozza, simile al forno a camera per la ceramica. Fondamentale era la figura del fuochista, che doveva soprattutto regolare l’immissione dell’aria all’interno della camera di cottura, favorendo la combustione e un adeguato aumento della temperatura.

Presso il porto di Nizza (Francia), a Terra Amata, sono state ritrovate le tracce di circa venti antichissime capanne ovali a focolare centrale, costruite da cacciatori nomadi più di 300 000 anni fa. I focolari, costruiti con cura all’interno della capanna, venivano accesi o su un piccolo basamento di ciottoli o su una conca scavata nel terreno. Il fuoco era protetto dal vento tramite un mucchio di ciottoli tenuti insieme con della sabbia.


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SINTESI del PERCORSO 1

Scimmie antropomorfe (orango, scimpanzè, gorilla)

Primati

Australopitechi (4 milioni di anni fa)

Ominidi

HOMO HABILIS (2 MILIONI DI ANNI FA)

(Homo, 3 milioni di anni fa; sapevano fabbricare strumenti in pietra e ossi; ritrovati numerosi resti di ominidi in Tanzania)

era in grado, scheggiando la pietra, di costruire semplici strumenti

Homo erectus (1,5 milioni di anni fa)

PALEOLITICO - difficili condizioni ambientali per il susseguirsi di ère glaciali e interglaciali - gli esseri umani vivono di caccia, pesca e raccolta di frutti e bacche - sorgono le prime forme di comunità umane, gruppi composti da poche famiglie - gli esseri umani costruiscono utensili in pietra e osso e imparano ad accendere falò - nelle caverne si sviluppa l’arte rupestre

- presentava un cervello notevolmente più grande - era capace di camminare eretto sugli arti posteriori - era capace di controllare il fuoco

Homo sapiens (100 000 anni fa) La forma più evoluta è costituita dall’Uomo di Neanderthal, capace di: - costruire raschiatoi di selce e punte di lancia - regolare il fuoco tramite i flauti - comunicare con i propri simili - seppellire i morti in tombe collettive

Homo sapiens sapiens o Uomo di Crô-Magnon, comparso 40 000 anni fa. Si adattò ai cambiamenti climatici dovuti all’ultima glaciazione


PERCORSO 1 • La preistoria

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PER FARE IL PUNTO 3. L’Uomo di Crô-Magnon:

1 VERO O FALSO? 1. L’arte delle caverne aveva uno scopo magico.

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era un Uomo di Neanderthal è il nome del primo Homo erectus ritrovato dagli studiosi

2. Per un certo periodo, gruppi di neanderthaliani convissero con gruppi di Homo erectus e altri V gruppi di sapiens sapiens.

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3. I flauti preistorici erano strumenti in osso che servivano ad accendere il fuoco.

V

F

4. I resti dell’Uomo di Neanderthal sono documentati soprattutto in Africa.

4 COMPLETA LA SINTESI, UTILIZZANDO I TERMINI SOTTOSTANTI

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5. L’età media degli uomini del Paleolitico giungeva a circa cinquant’anni.

V

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Uomo di Crô-Magnon • ominidi • 40 000 anni fa • Neolitico • glaciazione • caccia • 3500 a.C. • australopitechi • pesca • raccolta • 4 milioni di anni fa • Paleolitico • evoluzione

2 COLLEGA LE DATE AI RELATIVI EVENTI 1. 25-30 000 anni fa 2. 12-10 000 anni fa 3. 3-1,5 milioni di anni fa 4. 100 000 anni fa 5. 40 000 anni fa

i primi ominidi compaiono sulla Terra compare sulla Terra l’Homo sapiens sapiens i ghiacci cominciano a ritirarsi compare sulla Terra l’Homo sapiens l’uomo moderno giunge a popolare tutta la Terra

3 SCEGLI LA RISPOSTA CORRETTA TRA QUELLE PROPOSTE

apparteneva alla sottospecie Homo sapiens sapiens

La comparsa degli ………………………………………………… sulla Terra avvenne circa …………………………………………………………… è questo l’inizio della . Tuttavia l’uomo moderno, o …………………………………………………………………………………………, comparve circa ……………………………………………………………………; esso non aveva legami genetici con i precedenti …………………………………………………. La preistoria si divide in due fasi: il …………………………………………………, o “età della pietra antica” (da 3 milioni di anni fa a 12 000 anni fa); e il …………………………………………………, o “età della pietra nuova”, che durò fino verso il …………………………………………………. Nel corso del Paleolitico i gruppi umani vivevano di ………………………………………, ……………………………………… e ……………………………………… di frutti e affrontavano condizioni di vita molto dure, anche a causa delle …………………………………………………. …………………………………………………………………

1. I primati sono: antiche scimmie, oggi scomparse, dotate di grande forza e velocità

5 CERCA NEL TESTO E RIELABORA

l’ordine a cui appartenevano i primi ominidi, ma non l’Uomo di Neanderthal

1. Rintraccia nel testo: • perché l’ambiente della savana si differenzia da quello della foresta • quali creature si adattarono alla nuova situazione e quali altre no.

la famiglia a cui appartenevano gli australopitechi e le scimmie, ma non i primi ominidi

2. Sottolinea nel testo il motivo per cui la preistoria viene anche chiamata «età della pietra».

2. Il popolamento della Terra:

3. Spiega in breve la teoria dell’evoluzione, utilizzando i seguenti termini: adattamento • ambiente • specie.

un ordine biologico che comprende sia le scimmie sia l’uomo moderno

iniziò mezzo milione di anni fa con Homo erectus e si concluse 12 000 anni fa con Homo sapiens sapiens iniziò 25 000 anni fa con la glaciazione di Würm e si concluse 12 000 anni dopo con Homo sapiens sapiens iniziò 12 000 anni fa con l’Uomo di Neanderthal e si concluse qualche millennio dopo con Homo sapiens sapiens iniziò mezzo milione di anni fa con Homo erectus e si concluse 25 000 anni fa, con la glaciazione di Würm.

4. Evidenzia nel testo: • con un colore, chi era il progenitore dell’Homo sapiens sapiens secondo la teoria tradizionale • con un altro colore, che cosa gli scienziati pensano oggi sulla sua origine. 5. Compila sul quaderno una tabella, che riassuma le caratteristiche dei diversi esseri: australopitechi • Homo habilis • Homo erectus • Uomo di Neanderthal.


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