4 minute read
Il codice deontologico dell’operatore di sala
MULTI DISCIPLINARE
La deontologia professionale
Il termine deontologia deriva dal greco e letteralmente significa “studio del dovere”. Quando si parla di deontologia professionale, si intende un insieme di regole e comportamenti che una categoria professionale deve osservare nell’esercizio della propria attività. Applicare un codice deontologico significa quindi tenere un comportamento “giusto”. Tutti gli ordini professionali (medici, avvocati, psicologi) hanno un codice deontologico al quale si devono attenere.
Il codice deontologico dell’operatore di sala
Gli addetti della ristorazione non hanno un codice deontologico “codificato”. Vi sono tuttavia delle norme di comportamento che ogni operatore deve rispettare. La buona condotta dell’operatore è un vantaggio: • per gli ospiti, che si si sentiranno a loro agio e vivranno esperienze gratificanti; • per l’azienda, che ne guadagnerà in immagine grazie alle recensioni positive degli ospiti; • per l’operatore stesso, che ne trarrà soddisfazione personale e stimolo a migliorare la propria professionalità. In realtà, molte di queste norme si possono applicare a qualsiasi settore professionale di vendita, avendo come obiettivo comune la soddisfazione del cliente. Il lavoro di sala è un lavoro di squadra ed è importante creare un team affiatato e leale: una regola professionale fondamentale è dunque essere collaborativi.
Il galateo
Il galateo (o bon ton) è il codice della buona educazione. Questo insieme di norme comportamentali non si applica solo a tavola, ma abbraccia ogni aspetto e situazione della vita di ogni giorno: come salutiamo, parliamo, ci vestiamo, mangiamo, beviamo. Le prime regole scritte per stare a tavola, vestirsi e parlare correttamente si trovano nel Pedagogo di Clemente Alessandrino, filosofo cristiano greco vissuto nel II secolo. Ma il primo vero manuale di galateo fu scritto da monsignor Giovanni Della Casa nel 1558: il suo Galateo overo de’ costumi favorì da subito la diffusione del buon gusto e delle buone maniere presso le classi agiate. Tra gli aspetti del galateo che sono rilevanti nel lavoro di sala vi sono l’uso dei titoli e dei titoli di cortesia, l’assegnazione dei posti a tavola e le precedenze di servizio.
letteratura
UDA MULTIDISCIPLINARE l’intervista PROGETTO_MANZO _Layout 1 30/09/19 14:19 Pagina 29 arte cinema
Sapori e dissapori letteratura
letteratura
arte
Fabiola Marchet,
Manuale di Bon Ton Come assegniamo i posti a tavola
• Nelle cerimonie ufficiali i posti sono assegnati in base al protocollo di riferimento. • Negli eventi formali, assegniamo i posti in base alle indicazioni dell’organizzatore (l’ospite d’onore ha il posto migliore e generalmente si alternano un uomo e una donna). Mettiamo a tavola dei segnaposto con il nome dell’invitato. • Nei ricevimenti, gli organizzatori decidono come distribuire gli ospiti. All’ingresso, disponiamo un tabellone, una specie di mappa dei tavoli con i nomi degli ospiti che vi sono accomodati (un esempio è il tableau de mariage).
Come comportarsi al ristorante
cinema
Sei cose da non dire mai a tavola letteratura
A chi dobbiamo dare la precedenza
• Nelle cerimonie ufficiali rispettiamo l’ordine stabilito dal protocollo di riferimento. • Negli altri casi, dobbiamo seguire l’ordine più adeguato al tipo di evento, sempre nel rispetto delle regole di base (a meno che chi ha la precedenza non chieda diversamente). • Nell’ordine dobbiamo dare la precedenza ai membri del Clero, ai rappresentanti di
Stato, alle signore, alle persone autorevoli, agli anziani. Serviamo sempre in ordine decrescente di età, importanza e così via. • Dobbiamo servire prima il festeggiato e poi gli ospiti. • Prima serviamo gli ospiti e poi l’organizzatore dell’evento. • Quando l’organizzatore è una signora, prima serviamo tutte le signore, poi l’organizzatrice e infine gli ospiti maschi. • I bambini fanno eccezione. Serviamoli semplicemente il prima possibile.
Come usiamo titoli e titoli di cortesia
• I titoli possono essere di studio o professionali (architetto, avvocato), nobiliari (conte), ecclesiastici (monsignore), militari (generale), di funzione (presidente, ministro, deputato, sindaco) e così via. Usiamoli solo se siamo certi che la persona abbia quel titolo. Se una persona ha più di un titolo, usiamo quello più importante. • I titoli di cortesia sono Signora (signorina non si usa più), Signore, Signori. • Usiamo i titoli di cortesia dopo i saluti (Buongiorno, Signora/Signore/Signori) e ogni volta che ci rivolgiamo all’ospite (Come posso esserLe utile, Signora/Signore?, Come desidera, Signora/Signore, Glielo porto subito, Signora/Signore,
I Signori hanno terminato?). • Il titolo di cortesia precede il titolo specifico. Diciamo quindi Signor Architetto,
Signor Medico, Signor Presidente. Alcuni titoli variano quando sono abbinati al titolo di cortesia (Onorevole Deputato e non Signor Deputato). • Quando usiamo il titolo e il titolo di cortesia, omettiamo il nome (diciamo Signor
Sindaco e non Signor Sindaco Magri). • Usiamo la signora (ma non la sua signora o sua moglie) per rivolgerci alla donna che accompagna un ospite (Aspettiamo la signora per il caffè, Signore?).