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Oggitalia La Tua Rivista in Italiano C2 Anno XXXII - N. 1 - Settembre/Ottobre 2023 - Imprimé à Taxe Réduite 1 www.elilanguagemagazines.com ® Inchiesta Audio scaricabile (p. 16) Unesco, candidata come patrimonio dell’umanità la cucina italiana

Cari lettori di Oggitalia, siamo all’inizio di un nuovo anno insieme e, come di consueto, vi aspettano delle novità!

2023 Direttore responsabile

MIchele Casali

Per la vostra corrispondenza: “Oggitalia”

ELI P.O. box 6 - 62019

Recanati (MC) Italia

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Sommario

Nella prima rubrica troverete sempre un articolo relativo a uno dei tantissimi luoghi carichi di Storia del nostro Paese; nell’ultima pagina, vi aspetterà un approfondimento-gioco su uno dei protagonisti del medesimo luogo storico. Inizieremo con la magnifica Villa Adriana, a Tivoli, e l’identikit dell’imperatore romano Adriano! Nelle prossime pagine troverete: il progetto per candidare la cucina italiana a divenire patrimonio Unesco; l’intervista alla ballerina Eleonora Abbagnato che nei mesi scorsi ha fatto il proprio ingresso nel mondo dello spettacolo in compagnia della sua bambina, Julia; il racconto del viaggio artistico a bordo del Treno di Dante che accompagna i turisti nei luoghi dell’esilio del Poeta; la storia della pugile Irma Testa, oro ai Mondiali di boxe di quest’anno. Infine, la presentazione dell’ultimo poetico romanzo di Daniele Mencarelli, Fame d’aria Buona lettura! Silvia

Siti & Storia d’Italia

Tivoli, Villa Adriana

Audio scaricabile

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ELI srl, C.P. 6, 62019 Recanati, Tel. (071) 750701, Fax (071) 977851, E-mail: info@elionline.com - www.elionline.com Direttore responsabile: Michele Casali. Realizzazione testi: Silvia Garbuglia.

Autorizzazione Trib. di Macerata N. 353/92 del 31 ottobre 1992.

Realizzazione: Tecnostampa, Loreto

Villa Adriana a Tivoli è un magnifico complesso di edifici che racconta una lunga pagina di Storia, cominciando dall’imperatore Adriano. Ecco il resoconto di come nacque il sito, patrimonio Unesco dal 1999, e tutte le informazioni utili per visitarlo entro settembre! da www.elle.com

Unesco, candidata come patrimonio dell’umanità la cucina italiana di Nicola Barone da www.ilsole24ore.com

Interessante proposta dei ministri dell’Agricoltura e sovranità alimentare, e della Cultura: «La nostra cucina è cultura, tradizione e identità». Il progetto dovrà unire i territori e le tipologie di attori, gli chef come i cuochi, i contadini come gli artigiani

Spettacolo

Letteratura

Eleonora Abbagnato sul palco con la figlia di Vittoria Melchioni da www.corriere.it

Julia Balzaretti, figlia della ballerina e dell’ex calciatore Federico Balzaretti, in scena con la madre: «Ha già una predisposizione da adulta a questo mondo». Inoltre: «È nata in teatro, una piccola Giulietta come me»

Riparte il Treno di Dante, un viaggio indimenticabile tra Firenze e Ravenna di Paola Manfredi da www.vanityfair.it

Un treno del 1893 ripercorre la strada dell’esilio del poeta attraverso l’Appennino Tosco-Romagnolo e i suoi borghi più belli. Oggi è diventato un viaggio slow d’arte e di bellezza di uno o più giorni in luoghi unici

Irma Testa incanta: è oro ai mondiali di boxe di Giacomo Aricò da www.vogue.it Straordinaria prestazione della campana che in finale sconfigge la kazaka Ibragimova, laureandosi campionessa del mondo: «Una vita di sacrifici, ma ne è valsa la pena». Da Torre Annunziata al tetto del mondo nel pugilato, il volo della “farfalla” è un manifesto di coraggio

Fame d’aria: Mencarelli sa scrivere la vita e raccontare il dolore con poesia di Francesca Cingoli da www.illibraio.it

Il romanzo arriva dopo il successo, anche in versione serie tv, di Tutto chiede salvezza e parla ancora di verità, con una spietatezza limpida e pura che scava nei sentimenti più profondi, con una sacralità terrena, laica, fatta di uomini

Giochi e attività

Attività divertenti e stimolanti sugli articoli di “Oggitalia”

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& Design
Arte
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Settembre/Ottobre
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Villa Adriana a Tivoli è un magnifico complesso di edifici che racconta una lunga pagina di Storia, cominciando dall’imperatore Adriano. Ecco il resoconto di come nacque il sito, patrimonio Unesco dal 1999, e tutte le informazioni utili per visitarlo entro settembre!

Il patrimonio storico dell’Italia ha un valore inestimabile, è una concreta e fondamentale traccia dei tempi andati. E delle persone che li hanno abitati, quei tempi. È qualcosa che va molt0 oltre la cultura, sono monumenti ma anche luoghi densi* di magia e suggestioni.

Tivoli, Villa Adriana

TRATTO DA

Tra questi, un posto d’onore spetta indubbiamente a Villa Adriana a Tivoli.

Sorge a pochi chilometri da Villa d’Este e da Villa Gregoriana: sono le tre ville di Tivoli, perfetti simboli della città antica. Villa Adriana si trova più precisamente nell’altopiano tra i due affluenti del fiume Aniene, a est di Roma. Visitarla è un’esperienza da fare.

Villa Adriana a Tivoli: storia e struttura Come si deduce* facilmente dal nome, fu costruita per volontà dell’imperatore Adriano, che ne volle fare la sua residenza suburbana. Il suo rifugio di pace e serenità. I lavori durarono all’incirca vent’anni, dal 118 al 138 d.C. In realtà non si tratta di un’unica dimora* ma di un complesso di edifici che copre un’area di 120 ettari ai piedi dei Monti Tiburtini. L’intera costruzione è concepita* in modo da coniugare le tradizioni architettoniche dell’antica Roma con quelle dell’antica Grecia e dell’Egitto, per ottenere una sorta di città ideale e diventare anche il simbolo del mondo mediterraneo di quell’epoca. […]

Il declino e il recupero Dopo la morte di Adriano e con il declino

dell’Impero, Villa Adriana cadde in uno stato di abbandono. Fu oggetto di numerose razzie e saccheggi e addirittura venne utilizzata come cava di materiali da costruzione, anche di basiliche cristiane. La più totale incuria la fece da padrone* per secoli; soltanto nella seconda metà del Quattrocento venne identificata nuovamente come la Villa dell’imperatore Adriano e cominciò una graduale rivalutazione, accompagnata dai primi scavi che permisero di scoprire – tra l’altro – le statue delle muse.

Al Cinquecento risalgono i primi scavi su vasta scala patrocinati da Ippolito II d’Este, figlio di Lucrezia Borgia, allora governatore di Tivoli. E così riemersero le meraviglie di Villa Adriana, naturalmente fatta eccezione per quanto saccheggiato o danneggiato dal tempo e dall’estrema trascuratezza. Scoperta dopo scoperta, divenne chiara la storia della dimora e più forte il desiderio di rivalutarla.

Alla fine dell’Ottocento, dopo una lunga serie di passaggi di proprietà e anche frazionamenti, Villa Adriana fu acquistata dal Regno d’Italia e così iniziò un’intensa opera di recupero, che andò avanti fino al XX secolo.

Il 4 dicembre 1999 Villa Adriana è stata dichiarata patrimonio dell’umanità Unesco. […]

Per chi desidera visitare Villa Adriana, aperta per ora fino a settembre, molte informazioni sono reperibili tramite il sito villae.cultura.gov.it e quello di Coop Culture.

Vai a p. 15 per approfondire uno dei protagonisti di questi luoghi!

Glossario

concepita: pensata

deduce: capisce

densi: pieni

dimora: abitazione la fece da padrone: dominò

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Siti & Storia d’Italia
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Interessante proposta dei ministri dell’Agricoltura e sovranità alimentare, e della Cultura: «La nostra cucina è cultura, tradizione e identità». Il progetto dovrà unire i territori e le tipologie di attori, gli chef come i cuochi, i contadini come gli artigiani

TRATTO DA

Un insieme «di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano e la connotano». È la cucina italiana la candidata ufficiale del governo a entrare nel patrimonio dell’umanità Unesco su proposta dei ministri dell’Agricoltura e sovranità alimentare

Unesco, candidata come patrimonio dell’umanità la cucina italiana

Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano. La Commissione nazionale, sotto la presidenza di Franco Bernabè, ha approvato all’unanimità la proposta che va ora all’esame del Comitato intergovernativo per la salvaguardia* del patrimonio culturale immateriale.

Un continuo gioco di connessioni e scambi

Il dossier esplora nel dettaglio una lunghissima tradizione dalle mille facce. In essa si riflette «la biodiversità culturale del Paese», con il comune denominatore «di concepire il momento della preparazione e del consumo del pasto a tavola come

occasione di condivisione e di confronto». Molto altro rispetto alla bontà dei cibi in sé. Ovunque, in Italia, cucinare è infatti «un modo di prendersi cura della famiglia e degli amici (quando si cucina in casa) o degli avventori* (quando si cucina in spazi culturali come “trattorie” e “osteria”); esso è il frutto di un continuo gioco di

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connessioni e scambi che dalle precedenti generazioni arriva alle nuove. È una manifestazione di creatività sostenibile sia dal punto di vista ambientale (perché basata sul non sprecare nulla e sul riutilizzo degli avanzi) che dal punto di vista economico (perché basato su ingredienti poveri e di stagione) e sociale (perché volta a includere ogni diversità)».

Sangiuliano: valorizzato grande patrimonio nazionale

«È una decisione che valorizza quello che noi consideriamo un grande patrimonio

nazionale, che riguarda moltissimi italiani. Non soltanto gli italiani che vivono in Italia, che sono 60 milioni, ma anche 70 milioni che vivono al di fuori del nostro Paese, e anche tutti gli stranieri che amano lo stile italiano e a quello si ispirano», ha commentato Sangiuliano. Cucina italiana significa, secondo il ministro, «promuovere l’idea di qualità della vita e del vivere italiano che è fatto di arte, di cultura, di paesaggi, di monumenti, ma anche di esperienze come quelle delle eccellenze alimentari».

Lollobrigida: promuovere la complessità

«Senza nulla togliere alle cucine messicana, francese, giapponese e coreana - dice Lollobrigida, ringraziando caldamente Sangiuliano per il supporto - io credo che quella italiana non abbia rivali e che sia stato forse un problema il

fatto che finora non si sia avuta la forza e la capacità di promuoverne la complessità. Complessità fatta di un sistema di valori che proprio nella nostra nazione nel tempo si sono andati consolidando. Ma per quanto riguarda la cucina italiana - spiega - bisogna anche guardarla nella sua prospettiva poliedrica*: dal produttore all’allevatore fino ad arrivare al trasformatore, colui che ci fornisce gli elementi che finiscono in cucina, e i nostri cuochi che trasformano in un bene prezioso che deve essere raccontato in sala dal personale, da formare in una delle nostre ottime scuole alberghiere. Deve essere raccontato ai cittadini italiani e agli acquirenti di benessere di tutto il mondo».

I tempi di valutazione

La candidatura è stata promossa da Collegio Culinario, Fondazione Casa Artusi, La Cucina Italiana, Accademia italiana della Cucina mentre la scrittura del dossier si deve a Pier Luigi Petrillo, professore della Luiss, che già aveva curato i riconoscimenti Unesco delle Dolomiti, del Prosecco Superiore di Conegliano, della Dieta mediterranea, dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani. La procedura di valutazione dovrebbe concludersi al massimo entro dicembre 2025.

Glossario

avventori: ospiti

poliedrica: ricca

salvaguardia: protezione

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Spettacolo

Eleonora Abbagnato sul palco con la figlia

TRATTO DA

Una piccola bambina bionda guarda con occhi sognanti la proiezione di se stessa adulta. Quella bambina è Julia Balzaretti che, assieme alla mamma Eleonora Abbagnato, è tra le interpreti di Giulietta a cura di Daniele Cipriani, in scena la scorsa primavera al Teatro Comunale Pavarotti Freni di Modena e al Regio di Parma. Diviso in tre quadri più un intermezzo, oltre a quello che vede protagoniste madre e figlia e che dà il titolo allo spettacolo, il pubblico assisterà a un passo a due ispirato a Il rosso e il nero di Stendhal interpretato da Eleonora Abbagnato e Michele Satriano e creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady, rimontato qui da Giovanni Di Palma.

Com’è nata l’idea di coinvolgere anche sua figlia Julia?

«È un pensiero che avevo da un po’. Anche io sono stata una piccola Giulietta e ho interpretato questo ruolo a Sirmione, condividendo il palcoscenico con Carla Fracci, in Souvenir, uno spettacolo di Beppe Menegatti. Poi ho vissuto altre esperienze con il Balletto di Marsiglia: sono stata Aurora bambina ne La bella addormentata di Roland Petit, emozioni che mi porto ancora nel cuore e che ho voluto che anche Julia provasse. Non so ancora se vorrà diventare una ballerina, ha molti interessi, dal teatro alla moda, ma è praticamente nata in teatro. L’ho sempre portata con me sin da piccola. Ma ha qualcosa di speciale e artisticamente devo dire che è molto preparata. Stare dietro le quinte le ha permesso di immergersi nella realtà di una compagnia e la cosa le piace moltissimo. Conosce tutti i ballerini, studia alla scuola dell’Opera di Roma. In scena poi è bellissimo, perché è già molto professionale, non è una bambina che necessita* di essere seguita, fa tutto da sola. Ha davvero un’attitudine* da adulta che apprezzano anche i coreografi».

Julia Balzaretti, figlia della ballerina e dell’ex calciatore Federico Balzaretti, in scena con la madre: «Ha già una predisposizione da adulta a questo mondo». Inoltre:

«È nata in teatro, una piccola Giulietta come me»

Julia come sta vivendo questa esperienza?

«Le piace soprattutto stare con gli artisti. Vivere il teatro. All’Opera di Roma segue tutti i titoli, anche quelli della lirica,

siamo state pochi giorni fa a vedere Pagliacci di Leoncavallo, che sicuramente non è semplice come spettacolo e ha amato tantissimo la musica. È dotata naturalmente di un ottimo orecchio e

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ama molto ascoltare la musica, cosa che ha sempre fatto anche da piccolissima con tutti i generi musicali». […]

Nei vari cartelloni ci sono ancora tantissimi ballerini over 40: lei, Bolle, Alessandra Ferri… cos’è cambiato nella percezione dell’età dei danzatori?

Io, personalmente, ho dato l’addio al palcoscenico all’Opera di Parigi a 42 anni, ma è anche vero che se non proprio i classici come il Lago dei cigni, ci sono produzioni che posso ancora “reggere” e questo è interessante per interpretare ruoli con una consapevolezza differente, con maturità. Fermo restando che sono per la promozione* dei giovani, non tolgo ruoli alle ragazze per ricoprirli io. L’importante è capire di fermarsi prima di essere ridicoli».

Da poco è ritornata a Parigi con Le quattro stagioni con la sua compagnia, balletto nato durante la pandemia. Cosa le ha lasciato quel periodo?

«Le quattro stagioni è stato uno spettacolo di grandissimo successo, quasi inatteso, visto che i teatri

erano nuovamente fruibili* senza mascherine da pochissimo tempo. Dopo una pandemia passata a fare la sbarra in diretta su Instagram con i miei follower e con gli altri ballerini sparsi in tutto il mondo, che è stato sì un momento molto aggregante perché eravamo tutti immersi nella stessa realtà, tornare in teatro e ogni sera registrare il sold out con oltre 3800 biglietti venduti per recita è stata un’emozione pazzesca. Parigi ha una cultura tersicorea* molto avanti».

Ha nominato la cultura tersicorea: com’è la situazione italiana? «Abbiamo il sostegno della gente. La scorsa stagione all’Opera abbiamo avuto ottimi risultati in

termini di presenze, proprio con i balletti. I giovani amano la danza e amano vederla a teatro. L’impegno di personalità come Roberto Bolle, come me e come tutti gli altri che si impegnano nella divulgazione* della danza su tutti i mezzi di comunicazione deve essere costante. A livello istituzionale dobbiamo continuare ad approfondire un dialogo e dare alla danza la dignità che merita».

Glossario

attitudine: atteggiamento divulgazione: diffusione fruibili: disponibili, aperti necessita: ha bisogno

promozione: valorizzazione tersicorea: che riguarda la danza

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Un treno del 1893 ripercorre la strada dell’esilio del poeta attraverso l’Appennino Tosco-Romagnolo e i suoi borghi più belli. Oggi è diventato un viaggio slow d’arte e di bellezza di uno o più giorni in luoghi unici

Riparte il Treno di Dante, un viaggio indimenticabile tra Firenze e Ravenna

TRATTO DA [ ]

Riparte il Treno di Dante, ovvero un viaggio tra i luoghi più belli dell’Appennino Tosco-Romagnolo, un viaggio su un treno d’epoca con carrozze Centoporte, che dal 1893 percorre la tratta da Firenze a Ravenna, in sei tappe e 136 chilometri, lungo la strada - bella ma amara - che vide l’esilio dantesco: da Firenze a Borgo San Lorenzo, poi a Marradi, a Brisighella e a Faenza, per arrivare a Ravenna. Per poi eventualmente continuare a Ferrara o fino a Bologna.

Sedili di velluti rossi, interni in legno, questo è un viaggio slow nella storia ma anche nella bellezza: gli assistenti sul treno vi racconteranno le vicende e i segreti dei territori che state attraversando, indicazioni su musei,

Arte & Design 8
Di Paola Manfredi

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