SKILL BOOK, competenze in azione

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Fabio CALVINO Rita POLETTI Martina MIRABELLA

l l i sk

LAB STEM LAB TINKERING SCIENZE & MAT

K O O B Competenze

in

azione

PROVE DI COMPETENZA COMPITO DI REALTÀ DEBATE CODING CLIL PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

CLIL Realtà aumentata

© Casa Editrice G. Principato SpA

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Fabio CALVINO Rita POLETTI Martina MIRABELLA

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K O O B Competenze

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azione

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Coordinamento editoriale: Marco Mauri Progettazione editoriale e revisione scientifica: Marinella Torri Redazione: Edistudio, Marina Mansi Progetto grafico e impaginazione: Edistudio Copertina: Edistudio Ricerca iconografica: Martina Mirabella Disegni: Daniele Gianni Immagini di copertina: Shutterstock Si ringrazia la professoressa Janet Harmer per la revisione linguistica dei materiali in lingua inglese. La rubrica CLIL è a cura di Christina Cattaneo e Maria Vezzoli. Si ringrazia Mattia Rossotti per aver testato alcuni lab tinkering. Referenze iconografiche: ICP, Shutterstock, www.arvindguptatoys.com, Andrea Schaffer Tutte le altre immagini provengono dall’Archivio Principato. Per le riproduzioni di testi e immagini appartenenti a terzi, inserite in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. Contenuti digitali Progettazione: Giovanna Moraglia, Marco Mauri Realizzazione: Alberto Vailati Canta, bSmart labs ISBN 978-88-416-1414-3 Home 1 + Skill Book + DVD ISBN 978-88-416-1415-0 Home 1 + Skill Book ISBN 978-88-6706-455-7 Home 1 + Skill Book sola versione digitale

ISBN 978-88-416-1427-3 Home A + B + C + D + Skill Book + DVD ISBN 978-88-416-1428-0 Home A + B + C + D + Skill Book ISBN 978-88-6706-459-5 Home A + B + C + D + Skill Book sola versione digitale

Prima edizione: gennaio 2020 Ristampe 2025 2024 VI V

2023 IV

2022 III

2021 II

2020 I

*

Printed in Italy © 2020 - Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi (Centro licenze e autorizzazioni per le riproduzioni editoriali), corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org. L’editore fornisce – per il tramite dei testi scolastici da esso pubblicati e attraverso i relativi supporti o nel sito www.principato. it – materiali e link a siti di terze parti esclusivamente per fini didattici o perché indicati e consigliati da altri siti istituzionali. Pertanto l’editore non è responsabile, neppure indirettamente, del contenuto e delle immagini riprodotte su tali siti in data successiva a quella della pubblicazione, dopo aver controllato la correttezza degli indirizzi web ai quali si rimanda.

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La casa editrice attua procedure idonee ad assicurare la qualità nel processo di progettazione, realizzazione e distribuzione dei prodotti editoriali. La realizzazione di un libro scolastico è infatti un’attività complessa che comporta controlli di varia natura. È pertanto possibile che, dopo la pubblicazione, siano riscontrabili errori e imprecisioni. La casa editrice ringrazia fin da ora chi vorrà segnalarli a: Servizio clienti Principato e-mail: info@principato.it

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skill

K O BO LAB STEM

LAB TINKERING

SCIENZE & MAT

PROVE DI COMPETENZA

COMPITO DI REALTÀ

SKILL BOOK è il tuo attività

quaDerno Delle Competenze

organizzato in comode schede con tante attività diverse: stacca la SCHEDA con l’attività che vuoi realizzare e inseriscila nel tuo raccoglitore ad anelli!

Attività sperimentali, da realizzare con materiali “poveri”, per applicare il metodo sperimentale e imparare a scrivere le relazioni di laboratorio. Attività manuali per costruire “oggetti scientifici” con materiali poveri e di riciclo – strumenti di misura, modelli, giochi – applicando concretamente le conoscenze scientifiche. Le scienze si incontrano con la matematica. Le schede propongono osservazioni e attività scientifiche che possono essere realizzate grazie alle competenze acquisite con lo studio della matematica. Letture per mettere alla prova le proprie competenze confrontandosi con nuove informazioni scientifiche da approfondire ed espandere in rete. Progetti da realizzare in gruppo per mettere in gioco le competenze in scienze, e in molte altre materie, imparando a lavorare insieme ai compagni.

DEBATE

Temi di attualità per organizzare sfide a squadre e sostenere punti di vista diversi documentandosi e discutendo.

CODING

Schede per apprendere il linguaggio Scratch e imparare a programmare partendo dagli argomenti proposti negli approfondimenti del testo.

CLIL PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

Il viaggio di Darwin e la teoria dell’evoluzione diventano argomento delle attività in lingua inglese costruite secondo le indicazioni della didattica CLIL. Percorsi articolati che propongono letture, attività, film per affrontare argomenti di materie diverse e prepararsi al colloquio d’esame di Stato.

PRESENTAZIONE

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INDICE

rimando ai VOLUMI TEMATICI

rimando ai VOLUMI ANNUALI

LAB STEM SCHEDA 1 OSSIGENO NELL’ARIA

L’ATMOSFERA

9

VOLUME 1

PERCORSO 2

UNITÀ 2

SCHEDA 2 LA PERMEABILITÀ DEI SUOLI ........................................ 11

VOLUME 1

PERCORSO 2

UNITÀ 3

SCHEDA 3 LA FERMENTAZIONE

13

VOLUME 1

PERCORSO 4

SCHEDA 4 IN CHE MODO LA TEMPERATURA INFLUISCE SULLO SVILUPPO DELLE PIANTE? ........................... 15

VOLUME 1

PERCORSO 4

SCHEDA 5 SOLUZIONE O SOSTANZA PURA?

VOLUME 2

PERCORSO 1

...........................................................

..............................................................

............................

17

IL SUOLO

VOLUME D PERCORSO 1

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

UNITÀ 2

VOLUME B

PERCORSO 2

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

SCHEDA 6 PERCHÉ L’OLIO NON VA VERSATO NEL LAVANDINO? ...................................................................... 19

VOLUME 2

PERCORSO 3

SCHEDA 7 DI CHE COSA SONO FATTE LE OSSA?

21

VOLUME 2

PERCORSO 4

..................

VOLUME D PERCORSO 1

UNITÀ 2

VOLUME B

VOLUME A PERCORSO 2

UNITÀ 2

VOLUME B

PERCORSO 3

UNITÀ 1

PERCORSO 1

UNITÀ 1

PERCORSO 1

UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 4

UNITÀ 2

IL SISTEMA CORPO UMANO

UNITÀ 1

SCHEDA 8 L’AZIONE DELLA PTIALINA SULL’AMIDO

.........

23

VOLUME 2

PERCORSO 4

SCHEDA 9 MISURIAMO L’ANGOLO DI RIFLESSIONE

........

25

VOLUME 3

PERCORSO 1

SCHEDA 1 STRUMENTI DEL METEOROLOGO “FAI DA TE” ........................................................................................ 27

VOLUME 1

PERCORSO 2

UNITÀ 2

SCHEDA 2 EFFETTO SERRA IN SCATOLA

31

VOLUME 1

PERCORSO 2

UNITÀ 2

SCHEDA 3 UNA CELLULA DA MANGIARE ...................................... 33

VOLUME 1

PERCORSO 3

UNITÀ 1

SCHEDA 4 UN ORTO VERTICALE

35

VOLUME 1

PERCORSO 4

UNITÀ 2

SCHEDA 5 IL DIAVOLETTO DI CARTESIO ........................................ 37

VOLUME 2

PERCORSO 2

UNITÀ 2

SCHEDA 6 BIOSFERA IN BOTTIGLIA

39

VOLUME 2

PERCORSO 3

UNITÀ 1

41

VOLUME 2

PERCORSO 4

43

VOLUME 2

PERCORSO 4

VOLUME C

L’ALIMENTAZIONE

UNITÀ 2

VOLUME C

IL SUONO E LA LUCE

UNITÀ 2

UNITÀ 2

UNITÀ 2

L’ECOLOGIA

UNITÀ 1

UNITÀ 3

PERCORSO 2

I COMPOSTI CHIMICI

UNITÀ 2

UNITÀ 2

LAB TINKERING

........................................

.............................................................

....................................................

SCHEDA 7 LA PIRAMIDE ALIMENTARE 3D

...................................

SCHEDA 8 UN MODELLO DI APPARATO DIGERENTE

4

......

L’ATMOSFERA

VOLUME D PERCORSO 1

L’ATMOSFERA

VOLUME D PERCORSO 1

LA CELLULA

VOLUME B

PERCORSO 1

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

VOLUME B

UNITÀ 1 UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 3

UNITÀ 2

L’ECOLOGIA

VOLUME B

L’ALIMENTAZIONE

VOLUME C

L’APPARATO DIGERENTE

UNITÀ 3

UNITÀ 2

PERCORSO 2

LE FORZE

UNITÀ 2

UNITÀ 2

VOLUME C

PERCORSO 3

UNITÀ 1

PERCORSO 1

UNITÀ 2

PERCORSO 1

UNITÀ 3

INDICE

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rimando ai VOLUMI TEMATICI

rimando ai VOLUMI ANNUALI SCHEDA 9 UN CIELO STELLATO ............................................................... 45

VOLUME 3

PERCORSO 1

SCHEDA 10 UN CALEIDOSCOPIO “FAI DA TE”

47

VOLUME 3

PERCORSO 1

49

VOLUME 3

PERCORSO 2

SCHEDA 12 BIOLOGIA MOLECOLARE IN CUCINA ................... 51

VOLUME 3

PERCORSO 5

53

VOLUME 1

PERCORSO 4

UNITÀ 2

SCHEDA 2 DENSITÀ, PRESSIONE E PRESSIONE IDROSTATICA ............................................ 55

VOLUME 2

PERCORSO 2

UNITÀ 2

57

VOLUME 2

PERCORSO 2

UNITÀ 2

.................................

59

VOLUME 2

PERCORSO 4

....................................................

61

VOLUME 3

PERCORSO 2

.........................................................

63

VOLUME 3

PERCORSO 3

65

VOLUME 3

PERCORSO 4

SCHEDA 8 GRUPPI SANGUIGNI E GENETICA ............................. 67

VOLUME 3

PERCORSO 5

.............................

SCHEDA 11 UN SISMOGRAFO FATTO IN CASA

..........................

ELETTRICITÀ E MAGNETISMO

UNITÀ 1

VOLUME A PERCORSO 4

IL SUONO E LA LUCE

UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 4

LA DINAMICA DELLA TERRA

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 2

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

UNITÀ 2

VOLUME B

PERCORSO 4

UNITÀ 1 UNITÀ 2 UNITÀ 1 UNITÀ 2

SCIENZE & MAT SCHEDA 1 FOGLIE E STATISTICA

SCHEDA

LE LEVE

.............................................................

3 ..................................................................................................

SCHEDA 4 L’INDICE DI MASSA CORPOREA SCHEDA 5 LA CURVA IPSOGRAFICA SCHEDA 6 LA LEGGE DI NEWTON

SCHEDA 7 COME STA CRESCENDO?

...................................................

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

VOLUME B

PERCORSO 2

UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 3

UNITÀ 2

LE FORZE LE FORZE

VOLUME A PERCORSO 3

L’ALIMENTAZIONE

UNITÀ 2

VOLUME C

PERCORSO 1

UNITÀ 2

VOLUME D PERCORSO 2

UNITÀ 1

LA DINAMICA DELLA TERRA

UNITÀ 1

DALL’UNIVERSO AL SISTEMA SOLARE

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 3

L’ORGANISMO SI RIPRODUCE

UNITÀ 3

VOLUME C

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

UNITÀ 2

UNITÀ 2

VOLUME B

UNITÀ 1

PERCORSO 3

UNITÀ 3

PERCORSO 4

UNITÀ 2

PROVE DI COMPETENZA SCHEDA 1 MISURARE DALL’ANTICHITÀ A OGGI

69

VOLUME 1

PERCORSO 1

........................

71

VOLUME 1

PERCORSO 4

..............................

73

VOLUME 1

PERCORSO 4

......................................................

75

VOLUME 2

PERCORSO 1

77

VOLUME 2

PERCORSO 2

UNITÀ 2

...............

79

VOLUME 2

PERCORSO 2

UNITÀ 2

.......................................................

81

VOLUME 2

PERCORSO 3

UNITÀ 1

83

VOLUME 2

PERCORSO 3

UNITÀ 1

SCHEDA 2 BATTERI CHE LAVORANO PER NOI SCHEDA 3 LA CRISI DELL’ISOLA DI PASQUA SCHEDA 4 ARCHITETTURE DI SALE

SCHEDA 5 LA STORIA DELLA TORRE DI PISA

............................

SCHEDA 6 GALLEGGIARE, IMMERGERSI, VOLARE SCHEDA 7 I CICLI DELLA MATERIA

LA SCIENZA E IL SUO METODO

...................

SCHEDA 8 PIÙ OLIO, MENO FORESTE

..............................................

UNITÀ 1

VOLUME A PERCORSO 1

IL MONDO DEI MICRORGANISMI

UNITÀ 1

VOLUME B

PERCORSO 2

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

INDICE

UNITÀ 2

VOLUME B

UNITÀ 1

PERCORSO 2

UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 2

UNITÀ 2

I COMPOSTI CHIMICI

UNITÀ 2

UNITÀ 1

LE FORZE

VOLUME A PERCORSO 3

LE FORZE

VOLUME A PERCORSO 3

L’ECOLOGIA

VOLUME B

L’ECOLOGIA

VOLUME B

UNITÀ 2 UNITÀ 2

PERCORSO 3

UNITÀ 1

PERCORSO 3

UNITÀ 1

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rimando ai VOLUMI TEMATICI

rimando ai VOLUMI ANNUALI SCHEDA 9 ANCHE IL CORPO HA IL SUO pH! SCHEDA

I VACCINI

.............................

85

VOLUME 2

.............................................................................................

87

VOLUME 2

10

PERCORSO 4

L’ALIMENTAZIONE

UNITÀ 2

PERCORSO 5

UNITÀ 3

.....

89

VOLUME 3

PERCORSO 1

SCHEDA 12 QUALE SARÀ IL DESTINO DELL’UNIVERSO?

...

91

VOLUME 3

PERCORSO 3

....................................................................................

93

VOLUME 3

PERCORSO 3

95

VOLUME 3

PERCORSO 4

SCHEDA 1 BASKET O PALLAVOLO? ...................................................... 99

VOLUME 1

PERCORSO 1

SCHEDA 2 ANDIAMO IN LABORATORIO!

101

VOLUME 2

PERCORSO 1

......................

103

VOLUME 2

PERCORSO 2

UNITÀ 2

.........................................................

105

VOLUME 2

PERCORSO 3

UNITÀ 1

SCHEDA 5 CONOSCI I TUOI ANIMALI DOMESTICI? ............ 107

VOLUME 2

PERCORSO 3

UNITÀ 2

SCHEDA 6 LA SPESA CONSAPEVOLE

PERCORSO 4

SCHEDA 14 LE SOSTANZE STUPEFACENTI

......................................

PERCORSO 1

IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

SCHEDA 11 DALLA PILA DI VOLTA ALLE PILE A SECCO

SCHEDA 13 I FUSI ORARI

VOLUME C VOLUME C

PERCORSO 2

UNITÀ 3

VOLUME A PERCORSO 4

UNITÀ 1

ELETTRICITÀ E MAGNETISMO

UNITÀ 1

DALL’UNIVERSO AL SISTEMA SOLARE

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 3

IL NOSTRO PIANETA, LA TERRA

UNITÀ 2

VOLUME D PERCORSO 3

IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO

UNITÀ 1

UNITÀ 2

VOLUME C

PERCORSO 3

UNITÀ 1 UNITÀ 2 UNITÀ 1

COMPITO DI REALTÀ

......................................

SCHEDA 3 UNA NUOVA SEDE PER LA SCUOLA SCHEDA 4 UNA VISITA AL PARCO

LA SCIENZA E IL SUO METODO

..................................................

109

VOLUME 2

.......................................................................

111

VOLUME 2

SCHEDA 8 UN LABORATORIO INTERATTIVO SULLA LUCE .. 113

VOLUME 3

PERCORSO 1

SCHEDA 9 UN CORSO DI EDUCAZIONE SISMICA

115

VOLUME 3

PERCORSO 2

SCHEDA 10 QUANDO FESTEGGI IL CAPODANNO? ................ 117

VOLUME 3

PERCORSO 3

SCHEDA 11 FACCIAMO UN’INDAGINE SU ALCUNE MALATTIE GENETICHE

VOLUME 3

PERCORSO 5

VOLUME 1

PERCORSO 1

SCHEDA 7 SIETE ALLERGICI?

.................

........................

119

.......................................................

121

UNITÀ 1

VOLUME A PERCORSO 1

I COMPOSTI CHIMICI

UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 2

LE FORZE

VOLUME A PERCORSO 3

L’ECOLOGIA

VOLUME B

L’ETOLOGIA

VOLUME B

L’ALIMENTAZIONE

UNITÀ 2

VOLUME C

UNITÀ 3

VOLUME C

PERCORSO 3

UNITÀ 2

PERCORSO 1

UNITÀ 2

PERCORSO 2

UNITÀ 3

VOLUME A PERCORSO 4

UNITÀ 2

LA DINAMICA DELLA TERRA

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 2

IL NOSTRO PIANETA, LA TERRA

UNITÀ 2

VOLUME D PERCORSO 3

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

UNITÀ 2

UNITÀ 2 UNITÀ 1

IL SUONO E LA LUCE

UNITÀ 2

UNITÀ 2

PERCORSO 3

IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

PERCORSO 5

UNITÀ 1

VOLUME B

PERCORSO 4

UNITÀ 1 UNITÀ 2

UNITÀ 2

DEBATE CHE COSA È IL DEBATE

SCHEDA 1 L’INDUSTRIA DELLA MODA INQUINA SCHEDA 2 ACQUA DEL RUBINETTO O ACQUA IN BOTTIGLIA?

6

.................

..................................................

123

124

VOLUME 1

LA TEMPERATURA E IL CALORE

PERCORSO 2

UNITÀ 3

VOLUME A PERCORSO 1

L’IDROSFERA

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 1

UNITÀ 3

UNITÀ 1

INDICE

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rimando ai VOLUMI TEMATICI

rimando ai VOLUMI ANNUALI SCHEDA 3 ALBERI IN CITTÀ

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

125

VOLUME 1

PERCORSO 4

126

VOLUME 2

PERCORSO 1

127

VOLUME 2

PERCORSO 3

UNITÀ 1

......................................

128

VOLUME 2

PERCORSO 3

UNITÀ 2

.................................................

129

VOLUME 2

PERCORSO 4

.......

130

VOLUME 3

PERCORSO 1

UNITÀ 1

.....................................................

131

VOLUME 3

PERCORSO 1

UNITÀ 3

SCHEDA 10 CYBERBULLISMO E SOCIAL NETWORK .............. 132

VOLUME 3

PERCORSO 4

UNITÀ 1

SCHEDA 1 CALCOLA LA TUA IMPRONTA DI CARBONIO ... 135

VOLUME 1

PERCORSO 2

UNITÀ 2

SCHEDA 2 I PASSAGGI DI STATO

139

VOLUME 1

PERCORSO 1

.......................................

141

VOLUME 2

...........................................

143

VOLUME 3

PERCORSO 5

SCHEDA 2 THE PUNA ........................................................................................... 149

VOLUME 2

PERCORSO 5

SCHEDA 2 TRAVELLING in SCIENCE HOW DO WE BREATHE? ...................................................... 151

VOLUME 2

PERCORSO 5

SCHEDA 3 A VOLCANIC ISLAND

153

VOLUME 3

PERCORSO 2

SCHEDA 3 TRAVELLING in SCIENCE VOLCANOES ..................................................................................... 155

VOLUME 3

PERCORSO 2

SCHEDA 4 THE GALAPAGOS: A LITTLE WORLD WITHIN ITSELF ....................................................... 157

VOLUME 3

PERCORSO 5

SCHEDA 4 TRAVELLING in SCIENCE DARWIN’S THEORY OF EVOLUTION ...................... 159

VOLUME 3

PERCORSO 5

..........................................................................

SCHEDA 4 LOTTA ALLA PLASTICA!

.......................................................

SCHEDA 5 CLIMATIZZATORE SÌ O NO?

............................................

SCHEDA 6 ANIMALI DOMESTICI ESOTICI SCHEDA 7 FRUTTA ALL’INTERVALLO

SCHEDA 8 RIDURRE L’INQUINAMENTO LUMINOSO SCHEDA 9 BICICLETTA O SEGWAY?

UNITÀ 2

VOLUME B

PERCORSO 2

UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 2

UNITÀ 2

I COMPOSTI CHIMICI

UNITÀ 2

L’ECOLOGIA

VOLUME B

PERCORSO 3

UNITÀ 1

PERCORSO 3

UNITÀ 2

PERCORSO 1

UNITÀ 2

VOLUME A PERCORSO 4

UNITÀ 1

L’ETOLOGIA

VOLUME B

L’ALIMENTAZIONE

UNITÀ 2

VOLUME C

ELETTRICITÀ E MAGNETISMO L’ENERGIA

VOLUME A PERCORSO 4

IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO

VOLUME C

UNITÀ 3

PERCORSO 3

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 1

UNITÀ 2

CODING LE BASI PER PROGRAMMARE CON SCRATCH ... 133

............................................................

SCHEDA 3 LE DIFESE DELL’ORGANISMO SCHEDA 4 IL QUADRATO DI PUNNETT

L’ATMOSFERA

LA TEMPERATURA E IL CALORE

UNITÀ 3

VOLUME A PERCORSO 1

IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

PERCORSO 5

UNITÀ 3

VOLUME C

PERCORSO 2

UNITÀ 3

PERCORSO 4

UNITÀ 2

PERCORSO 2

UNITÀ 1

PERCORSO 2

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 2

UNITÀ 1

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

UNITÀ 2

UNITÀ 3

VOLUME B

CLIL DARWIN’S VOYAGE ................................................................. 145 SCHEDA 1 DARWIN SETS OFF

....................................................................

..............................................................

147 L’APPARATO RESPIRATORIO

UNITÀ 1

VOLUME C

L’APPARATO RESPIRATORIO

UNITÀ 1

VOLUME C

LA DINAMICA DELLA TERRA

UNITÀ 1

LA DINAMICA DELLA TERRA

UNITÀ 1

VOLUME D PERCORSO 2

L’EVOLUZIONE DELLA VITA

INDICE

UNITÀ 1

VOLUME B

L’EVOLUZIONE DELLA VITA

UNITÀ 1

VOLUME B

UNITÀ 1

PERCORSO 4

UNITÀ 1

PERCORSO 4

UNITÀ 1

7

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rimando ai VOLUMI ANNUALI

rimando ai VOLUMI TEMATICI

PERCORSI PLURIDISCIPLINARI L’ENERGIA DAL NUCLEO ATOMICO

........................................................................................................................

161

SCHEDA

1 EDUCAZIONE CIVICA • I DISASTRI DI CHERNOBYL E FUKUSHIMA .............................................................................. 162

VOLUME 3

VOLUME A

SCHEDA

2 ITALIANO E STORIA • IL GRAN SOLE DI HIROSHIMA

163

VOLUME 3

VOLUME A

3 TECNOLOGIA • COSTRUZIONI ANTISISMICHE .......................................................... 164

VOLUME 3

VOLUME A

VOLUME 3

VOLUME A

2 INGLESE • THE GREAT SMOG OF LONDON ................................................................... 167

VOLUME 3

VOLUME A

168

VOLUME 3

VOLUME A

170

VOLUME 3

VOLUME B

2 EDUCAZIONE CIVICA • GRETA THUNBERG ALLA COP24 ............................. 171

VOLUME 3

VOLUME B

...............................................

172

VOLUME 3

VOLUME B

.......................................................................................................................................

173

1 STORIA • LA COMPARSA DELL’Homo sapiens ........................................................... 174

VOLUME 3

VOLUME B

..............................

175

VOLUME 3

VOLUME B

..............................................................

176

VOLUME 3

VOLUME B

..............................................................................................................................................................................

177 178

VOLUME 3

VOLUME C

2 SCIENZE • LA SINDROME DI HIKIKOMORI ..................................................................... 179

VOLUME 3

VOLUME C

..................................................................

180

VOLUME 3

VOLUME C

............................................................................................................................................................

181

1 EDUCAZIONE CIVICA • I DIRITTI DEI BAMBINI ........................................................ 182

VOLUME 3

VOLUME C

183

VOLUME 3

VOLUME C

184

VOLUME 3

VOLUME C

1 SCIENZE • LA STRUTTURA DEGLI OCEANI ...................................................................... 186

VOLUME 3

VOLUME D

....................................

187

VOLUME 3

VOLUME D

.............................................................

188

VOLUME 3

VOLUME D

SCHEDA

ENERGIA PER UN’ECONOMIA SOSTENIBILE SCHEDA SCHEDA SCHEDA

........................................

.................................................................................................

165

1 ARTE E IMMAGINE • FUTURISMO E VELOCITÀ ......................................................... 166 3 STORIA • GLI ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE

.........................................................

LE BIOTECNOLOGIE NEL NOSTRO FUTURO .................................................................................................. 169 SCHEDA SCHEDA SCHEDA

1 GEOGRAFIA • L’ETIOPIA CONTRO LA DESERTIFICAZIONE 3 ITALIANO • IL RAGAZZO CHE CATTURÒ IL VENTO

UNA STORIA IN EVOLUZIONE SCHEDA SCHEDA SCHEDA

2 STORIA • LE GRANDI NAVIGAZIONI DEL CINQUECENTO 3 EDUCAZIONE CIVICA • LA CRISI DEL SAHEL

LE DIPENDENZE SCHEDA SCHEDA SCHEDA

1 SCIENZE • COME FUNZIONA IL NOSTRO CERVELLO? 3 INGLESE • THE CODE OF MOVING IMAGES

I DIRITTI DEI BAMBINI SCHEDA SCHEDA SCHEDA

2 TECNOLOGIA • I DIAMANTI

..........................

.......................................

...........................................................................................................

3 ITALIANO • CIÀULA SCOPRE LA LUNA

...............................................................................

I FONDALI OCEANICI ................................................................................................................................................................ 185 SCHEDA SCHEDA SCHEDA

2 STORIA • POMPEI, UNA CITTÀ PASSATA ALLA STORIA

3 EDUCAZIONE CIVICA • I NATIVI AMERICANI

LE STELLE ................................................................................................................................................................................................ 189 SCHEDA

1 ARTE E IMMAGINE • PITTURA MODERNA: VINCENT VAN GOGH E L’ASTRONOMIA ................. 190

VOLUME 3

VOLUME D

SCHEDA

2 SCIENZE • DAL CANNOCCHIALE DI GALILEO AI TELESCOPI SPAZIALI .......................................................................................... 191

VOLUME 3

VOLUME D

SCHEDA

3 TECNOLOGIA • CHE COS’È UN PLANETARIO?

VOLUME 3

VOLUME D

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INDICE

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LAB STEM

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OSSIGENO NELL’ARIA

1

SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

La ringhiera del balcone, il cancello del giardino, i bulloni che fissano un’insegna: tutti gli oggetti in ferro dopo un certo tempo cambiano colore e si coprono di ruggine.

Poiché il fenomeno che accade agli oggetti di ferro esposti all’aria si chiama ossidazione, deve essere l’ossigeno presente nell’aria a causare la formazione della ruggine.

Per formare la sostanza rossastra che copre gli oggetti l’ossigeno deve passare dall’aria al ferro.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO MATERIALI

– una paglietta di ferro, come quelle per lavare le pentole – una provetta di vetro o di plastica per analisi (sono vendute in farmacia) – piattino – pennarello indelebile

• Capovolgi la provetta nel piattino. • Dopo qualche giorno osserva che cosa è accaduto.

■ OSSERVA E RISPONDI 1 Di che colore è diventata la paglietta? Si è arrug-

ginita? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 Che cosa è successo all’acqua contenuta nel piat-

tino? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Fino a quale tacca della provetta è risalita l’ac-

qua? Che cosa può aver provocato il fenomeno? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

4 Quale parte del volume di aria contenuto nella

provetta è occupata dall’ossigeno? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

PROCEDIMENTO

• Misura accuratamente la lunghezza della provetta e dividila in cinque parti uguali disegnando delle tacche con il pennarello indelebile. • Bagna con un po’ d’acqua l’interno della provetta e inserisci un pezzo di paglietta, in modo che occupi circa metà dello spazio. • Versa nel piattino una quantità di acqua alta 1 o 2 cm. VOLUME

1

PERCORSO

2

UNITÀ

2

5 Come la puoi esprimere in frazione percentuale? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

6 L’ipotesi che hai formulato è stata confermata? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

L’ATMOSFERA

VOLUME

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LAB STEM SEGUE SCHEDA

1

■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

nome ........................................................................................

cognome ........................................................................................

data ............... / ............... / ...............

Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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VOLUME

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PERCORSO

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UNITÀ

2

L’ATMOSFERA

VOLUME

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LAB STEM

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LA PERMEABILITÀ DEI SUOLI

2

SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

L’acqua piovana può bagnare il terreno in modo differente: a volte penetra rapidamente e il suolo si asciuga subito, altre volte l’acqua ristagna e forma pozzanghere sul terreno.

Poiché l’acqua ristagna in modi diversi in superficie, forse a influire è la differente composizione dei suoli: i suoli formati da frammenti di roccia più grossi sono molto permeabili, i suoli formati da frammenti fini lo sono meno.

I suoli che si asciugano rapidamente sono formati da ghiaia o da materiale grossolano; i suoli che restano bagnati più a lungo sono formati da materiale fine come l’argilla.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO

• Fai partire il cronometro e arrestalo dopo che l’acqua ha attraversato completamente l’imbuto. • Ripeti l’operazione sugli altri campioni, utilizzando sempre la stessa quantità di acqua. • Prendi nota del tempo necessario all’acqua per filtrare ogni campione.

MATERIALI

– un campione di terreno prelevato in giardino – sabbia – ghiaia – argilla – 4 cilindri graduati in vetro – 4 imbuti – carta da filtro – bicchiere – acqua – cronometro

■ OSSERVA E RISPONDI 1 I tempi di filtrazione attraverso i diversi materiali

sono uguali o diversi? ..........................................................................................................................

2 In quale campione hai registrato tempi di filtra-

zione maggiori? Perché? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Quale campione ha granulometria più grossola-

na? ..........................................................................................................................

4 Quale campione ha granulometria più fine? ..........................................................................................................................

5 A quale tempo di filtrazione è più simile quello

registrato sul campione di terreno prelevato nel tuo giardino?

PROCEDIMENTO

• Appoggia un imbuto su ogni cilindro graduato. • Fodera l’interno degli imbuti con la carta da filtro. • Riempi ogni imbuto con i vari materiali: terra, sabbia, ghiaia, argilla. • Versa l’acqua nel bicchiere e trasferiscila sul contenuto del primo imbuto. VOLUME

1

PERCORSO

2

UNITÀ

3

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6 Da questo confronto è possibile proporre una

prima ipotesi sulla composizione del suolo: è più ghiaioso, sabbioso o argilloso? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

IL SUOLO

VOLUME

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UNITÀ

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LAB STEM SEGUE SCHEDA

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

nome ........................................................................................

cognome ........................................................................................

data ............... / ............... / ...............

Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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IL SUOLO

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LA FERMENTAZIONE

3

SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

Per far lievitare la pasta della pizza si aggiunge all’impasto di acqua e farina un dado di lievito sbriciolato in un bicchiere d’acqua calda con l’aggiunta di un po’ di zucchero.

L’aggiunta del lievito innesca una reazione chimica che libera una sostanza gassosa che fa rigonfiare la pasta. Il gas liberato è anidride carbonica.

Se il gas liberato è anidride carbonica, l’acqua di calce diventerà torbida.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO

• Sbriciola il dado di lievito, introducilo nella bottiglietta di plastica e riempila per metà di acqua calda. • Dopo aver aggiunto all’acqua un cucchiaino di zucchero, tappa col pollice la bottiglietta e scuotila energicamente in modo da sciogliere bene tutto il contenuto. • Usa la pasta modellabile per realizzare un tappo che chiuda ermeticamente la bottiglietta e inserisci al suo interno il tubicino di plastica. • Versa l’acqua di calce in un bicchiere e introduci nel liquido l’estremità libera del tubicino. • Osserva per alcuni giorni che cosa accade alla soluzione nel bicchiere.

MATERIALI

Per l’acqua di calce – calce – cucchiaio da tavola – acqua – 2 contenitori di vetro da 1 litro con tappo Per il riconoscimento del gas – bottiglietta di plastica – mezzo dado di lievito – zucchero (un cucchiaino) – 50 cm di tubicino di plastica per acquari – pasta da modellare – un bicchiere – acqua calda

■ OSSERVA E RISPONDI 1 Che cosa succede nella bottiglietta col passare

del tempo? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 A che cosa serve il tubicino che mette in co-

municazione bottiglietta e bicchiere? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Come diventa l’acqua di calce contenuta nel

PROCEDIMENTO

• Prepara l’acqua di calce: riempi uno dei contenitori con l’acqua e aggiungi un cucchiaio colmo di calce. • Chiudi il contenitore e lascialo a riposo per 24 ore. • Il giorno successivo travasa il liquido nell’altro contenitore, avendo cura di non versare neanche un po’ della calce depositata sul fondo, e richiudilo accuratamente. VOLUME

1

PERCORSO

4

UNITÀ

2

bicchiere? ..........................................................................................................................

4 Rivedi sul tuo libro di testo che cosa sono i lie-

viti e quale tipo di reazione attivano. Alla luce dei risultati del tuo esperimento, sei in grado di spiegare il processo che avviene nella pasta della pizza quando lievita? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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LAB STEM SEGUE SCHEDA

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

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cognome ........................................................................................

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Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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VOLUME

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I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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IN CHE MODO LA TEMPERATURA INFLUISCE SULLO SVILUPPO DELLE PIANTE?

4

SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

La germinazione dei semi dipende dalle condizioni ambientali, in particolare dall’umidità e dalla temperatura. Infatti è in primavera, quando le temperature aumentano, che l’erba germoglia.

Facendo germinare due gruppi di semi a temperatura ambiente e in frigorifero si otterranno risultati diversi.

I semi mantenuti a bassa temperatura non germinano, invece quelli mantenuti a temperatura ambiente germinano.

■ OSSERVA E RISPONDI

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO

1 Si sono sviluppate piantine in entrambi i bic-

MATERIALI

chieri?

– 8 fagioli – tovaglioli di carta – 2 bicchieri di plastica – acqua

.......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 La temperatura ha influenzato lo sviluppo del-

le piante? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Se continui l’esperimento a temperatura am-

biente anche con il bicchiere che era nel frigorifero, che cosa pensi possa accadere?

PROCEDIMENTO

• Rivesti la superficie interna dei bicchieri con un tovagliolo di carta ripiegato. • Accartoccia altri tovaglioli e mettili nei bicchieri fino a che il tovagliolo di rivestimento risulti ben fissato alla parete. • Metti 4 fagioli in ciascun bicchiere, tra la parete e il tovagliolo di rivestimento. • Inumidisci i tovaglioli con acqua: devono essere umidi, non sgocciolare. • Metti un bicchiere nel frigorifero e tieni l’altro a temperatura ambiente. • Continua a inumidire i tovaglioli per una settimana. VOLUME

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PERCORSO

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4 I semi reagiscono tutti allo stesso modo? Ri-

peti l’esperimento utilizzando semi diversi (ad esempio semi di lenticchia, pisello, crescione) e cerca di determinare per ciascuno la temperatura di crescita ideale. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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LAB STEM SEGUE SCHEDA

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

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Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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SOLUZIONE O SOSTANZA PURA?

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SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

Il colore verde delle foglie è causato dalla clorofilla contenuta nelle cellule dei tessuti vegetali, indispensabile per la fotosintesi. Che tipo di sostanza è la clorofilla?

La clorofilla può essere una sostanza pura oppure una soluzione formata da più sostanze. Si può stabilire attraverso una particolare tecnica di separazione, la cromatografia.

Se la clorofilla è una sostanza pura sulla carta per la cromatografia si formerà una sola banda colorata, altrimenti se ne formeranno più di una.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO

• Preleva dell’alcol con l’altro contagocce e fai cadere nello stesso punto 4 o 5 gocce di alcol, lasciando trascorrere qualche secondo tra una goccia e l’altra. • Osserva che cosa accade.

MATERIALI

– erba – alcol – carta da filtro (oppure una garza sottile o carta da cucina) – 2 contagocce – piattino – taglierino – 2 bicchieri di vetro

■ OSSERVA E RISPONDI 1 Che cosa succede quando aggiungi le gocce

di alcol? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 Di che colore sono le bande che si formano? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Sapresti spiegare a che cosa è dovuta la diffe-

renza di colore, visto che l’estratto di clorofilla era solo verde? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

4 Puoi ipotizzare che l’estratto sia un miscuglio

PROCEDIMENTO

• Prepara un estratto di clorofilla: trita molto finemente l’erba e mettila a macerare nell’alcol per 20 minuti all’interno di un bicchiere di vetro. • Terminati i 20 minuti, filtra il liquido, usando la carta o la garza, e versalo nell’altro bicchiere. • Prendi un’altra carta da filtro, piegala e mettila su un piattino; con il contagocce preleva una parte del liquido filtrato e fanne cadere una goccia sulla carta, lasciando che si spanda. VOLUME

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UNITÀ

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omogeneo? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

5 Quando unisci le tempere di due colori diversi,

per esempio giallo e blu, che cosa ottieni? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

I COMPOSTI CHIMICI

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

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Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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PERCHÉ L’OLIO NON VA VERSATO NEL LAVANDINO?

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SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

Buttare l’olio esausto nel lavandino o nel WC causa danni molto gravi agli ecosistemi. Depurare le acque dall’olio è un’operazione complessa e l’uso di solventi è pericoloso per la fauna, in particolare per gli uccelli acquatici.

Quali proprietà fisiche e chimiche sono alla base di questi fenomeni? Perché l’olio è così dannoso per l’ambiente?

Gli effetti dell’olio esausto in acqua sono gli stessi provocati dal petrolio che può fuoriuscire da una petroliera in avaria o dai serbatoi di una piattaforma. Gli interventi di bonifica delle acque devono tenerne conto.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO

• Mescola delicatamente evitando di formare delle bolle. • Osserva che cosa accade sulla superficie dell’acqua.

MATERIALI

– olio di semi – acqua – una frusta elettrica – una ciotola da cucina di vetro trasparente – detersivo in polvere – cucchiaino

■ OSSERVA E RISPONDI 1 Che tipo di miscuglio si crea quando versi l’o-

lio nell’acqua? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 Da che cosa dipende il comportamento dell’olio? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Come si possono separare le due fasi del mi-

scuglio? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

4 Che cosa accade quando si aggiunge il deter-

sivo? PROCEDIMENTO

..........................................................................................................................

• Riempi per metà la ciotola con acqua del rubinetto e versaci un bicchiere di olio di semi. • Osserva come si comporta l’olio a contatto con l’acqua. • Usa la frusta elettrica per sbattere energicamente l’acqua e l’olio. Lascia a riposo il miscuglio e osserva che cosa succede. • Aggiungi al miscuglio di acqua e olio due cucchiaini di detersivo in polvere. VOLUME

2

PERCORSO

3

UNITÀ

1

.......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

5 Le penne degli uccelli acquatici sono imper-

meabili all’acqua grazie alla presenza di grasso sulla superficie: perché l’inquinamento da detergenti può danneggiarle gravemente? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

L’ECOLOGIA

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LAB STEM SEGUE SCHEDA

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

nome ........................................................................................

cognome ........................................................................................

data ............... / ............... / ...............

Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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UNITÀ

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L’ECOLOGIA

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LAB STEM

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DI CHE COSA SONO FATTE LE OSSA?

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SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

Le ossa sono sia elastiche sia rigide: l’elasticità è data dalla presenza di una particolare proteina, l’osseina, mentre la rigidità è dovuta ai sali di calcio.

Si possono modificare queste caratteristiche sottoponendo alcune ossa di pollo a un trattamento chimico e altre a un trattamento fisico.

Trattando le ossa con l’acido e con il calore si alterano alcune sostanze che le compongono, modificandone le caratteristiche.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO MATERIALI

– ossa lunghe di pollo, fresche e sgrassate – acido cloridrico diluito (lo trovi in vendita col nome di acido muriatico) – una bacinella di vetro – pinze in metallo (vanno bene quelle per raccogliere gli spaghetti) – una molletta lunga di legno – guanti in gomma – cucchiaio – il fornello a gas di casa

che hai precedentemente immerso nell’acido cloridrico e mettila sulla fiamma del fornello. • Fai riscaldare l’osso fino a quando non è diventato bianco. • Lascia raffreddare l’osso e prova a colpirlo con il cucchiaio.

■ OSSERVA E RISPONDI 1 Quali caratteristiche presentavano le ossa pri-

ma di essere immerse nell’acido cloridrico? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 Quali caratteristiche presentano le ossa dopo

il trattamento con l’acido? Quale caratteristica hanno perso? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Cosa pensi che sia accaduto? Su quale compo-

nente delle ossa ha agito l’acido? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

4 Quali caratteristiche ha assunto l’osso dopo il

PROCEDIMENTO

riscaldamento?

• Indossa i guanti di gomma e versa l’acido cloridrico nella bacinella. • Immergi alcune ossa nell’acido cloridrico. • Dopo qualche ora estrai le ossa dalla bacinella utilizzando le pinze. • Lava le ossa sotto l’acqua corrente. • Prendi le ossa tra le dita e prova a piegarle. • Afferra con la molletta di legno una delle ossa VOLUME

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PERCORSO

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UNITÀ

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5 Quale componente delle ossa è stata trasfor-

mata dal calore? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

IL SISTEMA CORPO UMANO

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LAB STEM SEGUE SCHEDA

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

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Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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VOLUME

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PERCORSO

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IL SISTEMA CORPO UMANO

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L’AZIONE DELLA PTIALINA SULL’AMIDO

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SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

Masticando a lungo un pezzo di pane il suo sapore cambia e diventa dolce. È avvenuta una reazione chimica a opera della ptialina della saliva, che ha dato inizio alla digestione dell’amido.

La presenza di amido in un cibo è rivelata dalla colorazione che assume quando viene a contatto con la tintura di iodio. Se l’amido non è presente, questo fenomeno non avviene.

Dopo l’azione della ptialina l’amido non è presente e il cibo a contatto con la tintura di iodio assumerà una colorazione diversa rispetto al colore assunto quando la tintura di iodio è a contatto con l’amido.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO

■ OSSERVA E RISPONDI

MATERIALI

1 Quale colorazione ha assunto l’acqua nei tre

– 3 bicchierini trasparenti – pane – acqua – tintura di iodio – contagocce

bicchierini? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 Che cosa deduci da questa osservazione? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Perché puoi affermare che la ptialina ha de-

molito l’amido? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

4 A che cosa serve il bicchiere che contiene solo

acqua? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

PROCEDIMENTO

• Prendi un pezzetto di pane, mettilo nel primo bicchierino e coprilo d’acqua. • Mastica per un po’ di tempo un secondo pezzetto di pane simile al primo e poi mettilo nel secondo bicchierino, coprendolo con l’acqua. • Metti nel terzo bicchiere la stessa quantità di acqua dei primi due. • Versa alcune gocce di tintura di iodio in ciascuno dei bicchieri e lascia riposare per 20 minuti circa. VOLUME

2

PERCORSO

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UNITÀ

2

5 Ripeti l’esperienza con cibi diversi, ad esempio

pezzetti di carne o di verdura, e osserva che cosa accade. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

6 L’ipotesi che hai formulato è stata confermata? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

L’ALIMENTAZIONE

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no; – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

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Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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L’ALIMENTAZIONE

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MISURIAMO L’ANGOLO DI RIFLESSIONE

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SCHEDA

Osservare il fenomeno

Formulare un’ipotesi

Prevedere delle conseguenze

Un raggio di luce che colpisce uno specchio viene riflesso in modo simmetrico, mantenendo una direzione rettilinea: anche l’immagine riflessa è simmetrica.

Nella riflessione della luce gli angoli di incidenza e di riflessione sono uguali.

Se cambia l’angolo di incidenza del raggio cambia anche l’angolo di riflessione.

■ REALIZZA L’ESPERIMENTO

• Oscura la stanza e indirizza il raggio laser sullo specchio, nel punto di origine riflesso della verticale tracciata. • Prova a modificare l’inclinazione del raggio laser. • Ripeti l’esperimento modificando l’inclinazione dello specchio mantenendo sempre la perpendicolarità tra specchio e cartoncino.

MATERIALI

– un puntatore laser – uno specchio – un cartoncino rigido – goniometro – nastro biadesivo – righello – pennarello

■ OSSERVA E RISPONDI 1 Quanto misurano gli angoli che raggio inci-

dente e raggio riflesso formano con la perpendicolare tracciata sul cartoncino? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

2 Leggi i valori sul goniometro e prendi nota

delle variazioni in base alle diverse inclinazioni date al raggio incidente. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

3 Quando modifichi l’inclinazione dello spec-

chio il fenomeno presenta la stessa regolarità?

PROCEDIMENTO

• Disponi il cartoncino in modo che il lato lungo sia orizzontale e traccia nel centro una linea verticale con il pennarello. • Con il nastro biadesivo fissa il goniometro al cartoncino in modo che la verticale tracciata corrisponda ai 90° del goniometro. • Appoggia sul banco lo specchio e posiziona il cartoncino con il goniometro in modo che sia perfettamente perpendicolare allo specchio. VOLUME

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4 La legge che regola la riflessione della luce si è

dimostrata corretta? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

IL SUONO E LA LUCE

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■ SCRIVI LA RELAZIONE DELL’ESPERIMENTO Segui questo schema: – nome e cognome di chi esegue l’esperimento; – data di esecuzione, per verificare a distanza di tempo se i risultati rimangono invariati oppure no. – titolo dell’esperimento; – ipotesi che si vuole verificare; – materiale occorrente; – procedimento, cioè le fasi dell’esperienza descritte in modo dettagliato e preciso; – risultati, con considerazioni e riflessioni su quanto ottenuto; – conclusioni, con eventuali problemi riscontrati e gli interventi compiuti per risolverli.

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Titolo: ...................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ipotesi: ................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Materiale occorrente: ....................................................................................................................................................................................................................................

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Procedimento: .........................................................................................................................................................................................................................................................

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Risultati: ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

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Conclusioni: ................................................................................................................................................................................................................................................................

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LAB TINKERING

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STRUMENTI DEL METEOROLOGO “FAI DA TE”

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SCHEDA

In meteorologia gli strumenti di misura sono indispensabili per conoscere le condizioni del tempo in una località e fare delle previsioni. Con materiali di riciclo possiamo realizzare un pluviometro, un barometro e un anemometro: li useremo nella capannina meteorologica che potremo allestire in cortile o nel giardino della scuola.

Pluviometro ■ CHE COSA SERVE – una bottiglia di plastica da 2 L – un righello da 20 cm – nastro adesivo – imbuto – forbici

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 Scegli una bottiglia dalla for-

2

3

4 5

L’ha fatto Mattia

ma semplice e lineare e taPer il suo gliala a metà con le forbici, pluviometro in modo da ottenere un Mattia ha usato contenitore cilindrico alto un contenitore graduato e poco più di 20 cm. un imbuto. Con il nastro adesivo fissa il righello sulla parete esterna del recipiente. Procurati un imbuto che abbia circa lo stesso diametro della bottiglia, in modo che si inserisca perfettamente nel contenitore. Fissa l’imbuto al bordo del contenitore usando il nastro adesivo. Posiziona il pluviometro in un punto esposto in modo che riceva tutta la pioggia, anche quando tira vento. VOLUME

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L’ATMOSFERA

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Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE Per usare il pluviometro non basta raccogliere la pioggia e leggere l’altezza in millimetri raggiunta dall’acqua nel cilindro, ma occorre calcolare l’area su cui cade. • Misura in centimetri il diametro interno dell’imbuto, e dividi a metà il risultato per ottenere il raggio. • Applica la formula per calcolare l’area del cerchio, espressa in centimetri: A = r 2 ⋅ 3,142 • Moltiplica il risultato per 10 per ottenere l’area espressa in mm2. • In questo modo ottieni il numero per cui dovrai dividere la quantità di pioggia caduta.

Barometro ■ CHE COSA SERVE – un palloncino – un vasetto di vetro – nastro adesivo – forbici – un elastico – una cannuccia

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 Per prima cosa gonfia il palloncino e poi lascia uscire l’aria: in questo modo la gomma si allenta. 2 Taglia il palloncino in due parti ed elimina la parte con l’imboccatura. 3 Scegli un contenitore di vetro capiente. 4 Distendi il pezzo di palloncino sull’imboccatura del contenitore e fissalo fermamente con un elastico,

in modo da ottenere una membrana ben tesa. 5 Attacca sulla membrana la cannuccia con un pezzo di nastro adesivo ponendolo a circa 2 cm di distanza dal bordo. 28

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L’ATMOSFERA

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Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE • Disponi il barometro davanti a un foglio bianco fissato a una parete o a una superficie verticale, in modo che l’estremità della cannuccia venga a contatto con il foglio. • Segna con la matita il punto di contatto e riporta accanto, usando dei simboli, le condizioni meteo che corrispondono a quella pressione. • Controlla le successive variazioni della pressione atmosferica, segnalate dagli spostamenti della cannuccia del tuo barometro, e riporta sul foglio le condizioni meteo corrispondenti.

Anemometro ■ CHE COSA SERVE – 5 bicchieri di carta o di plastica da 120 ml (quattro di colore uguale e uno di colore diverso) – matita con gommino – nastro adesivo – pinza perforatrice – punteruolo – due cannucce – puntina da disegno – forbici

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO

2 Con il punteruolo ricava un foro sul fondo del

1 Prendi il bicchierino di colore diverso e con la

pinza perforatrice ricava 4 fori nella parte superiore del bicchierino, a due a due diametralmente opposti. Una coppia di fori deve essere posta a 0,7 cm dal bordo, l’altra a 1,5 cm. Questo bicchierino sarà il supporto centrale dell’anemometro.

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bicchierino centrale. Allarga il buco con le forbici in modo che possa passare la matita. 3 Ora passa alla foratura degli altri 4 bicchieri: in questo caso basterà un solo foro per bicchiere posto alla distanza di 1,5 cm dal bordo. 4 Inserisci una cannuccia nel foro di uno dei bicchieri, facendola entrare per circa 1,5 cm. Ripiega questa parte di cannuccia verso l’interno

L’ATMOSFERA

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LAB TINKERING SEGUE SCHEDA

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e fissala con il nastro adesivo. Con l’altra cannuccia ripeti L’ha fatto Mattia questa operazione con un Mattia ha realizzato altro bicchiere. la sua versione 5 Passa al montaggio dello di anemometro usando strumento. Prendi i due solo le bottiglie bicchieri che hai preparato di plastica e i loro tappi. e fai passare la loro cannuccia nei due fori diametralmente opposti del bicchiere centrale, in modo da creare una struttura a croce. 6 Fai passare la parte rimanente della cannuccia in ognuno dei due bicchieri con un solo foro non ancora utilizzati e ripiega le estremità all’interno, fissandole con il nastro adesivo. 7 Verifica che i bicchieri posti alle estremità della stessa cannuccia siano rivolti in direzione opposta. 8 Inserisci la matita nel foro alla base del bicchiere centrale. Spingi l’estremità con la gommina fino a toccare il punto in cui le cannucce si ■ CHE COSA FARE incrociano. Ora trafiggi le cannucce e la gomPosiziona l’anemometro all’esterno, in un punmina con una puntina da disegno per bloccare to bene esposto al vento, avendo cura di fissarlo l’intersezione. bene a un supporto o direttamente al terreno. 9 Quando tutti i recipienti saranno connessi a Se vuoi valutare la velocità del vento individua quello centrale, le loro aperture dovranno esun punto di riferimento sul terreno e utilizza un sere tutte rivolte in senso orario o antiorario. cronometro per misurare il numero di giri (cioè il numero di volte che un bicchiere colorato attraversa il punto di riferimento) che l’anemometro Il mio montaggio: ............................................................................................. fa in un minuto. .......................................................................................................................................................

■ CHE COSA NOTARE

.......................................................................................................................................................

Dopo aver svolto osservazioni regolari nel corso dei mesi puoi costruire i grafici di riferimento per ogni tipo di strumento. 1 Quale tipologia di grafico è meglio utilizzare? 2 Osservi delle regolarità nelle variazioni mensili? 3 Osservi situazioni che si ripetono in condizioni di tempo simili? (Ad esempio pressioni e temperature simili con tempo piovoso o ventoso.) 4 Quale fenomeno atmosferico ha l’escursione giornaliera e mensile più elevata? (Per escursione si intende la differenza fra massima e minima.)

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EFFETTO SERRA IN SCATOLA

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SCHEDA

Il fenomeno chiamato “effetto serra” è noto da tempo ai fioristi e ai proprietari dei vivai, che lo sfruttano per mantenere costante la temperatura all’interno delle serre e permettere alle piante stagionali di crescere tutto l’anno. Anche i climatologi lo studiano, perché è la causa del riscaldamento degli strati più bassi dell’atmosfera. Costruiamo una scatola a effetto serra per capire come funziona.

■ CHE COSA SERVE – una scatola per la pizza – alluminio per alimenti – pellicola per alimenti – forbici – nastro adesivo – 2 termometri per esterno – un tubetto di tempera nera – un pennello

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 Pratica una finestra rettangolare di circa 20 cm

x 15 cm sul coperchio della scatola per pizza. Dipingi con la tempera nera l’interno della scatola, rivesti il fondo con il foglio di allumi-

nio, poi ricopri l’apertura con la pellicola trasparente fissandola con il nastro adesivo. 2 Colloca uno dei due termometri sul fondo della scatola e fissalo usando il nastro adesivo.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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L’ATMOSFERA

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■ CHE COSA FARE • Chiudi la scatola, posizionala al Sole o alla luce di una lampada, disponendola inclinata rispetto al suolo. Prendi nota della temperatura registrata dal termometro all’interno della scatola e usa l’altro termometro per misurare la temperatura ambientale. • Prendi nota della temperatura interna alla scatola ogni cinque minuti. • Scatta delle foto alla tua scatola e realizza un video che mostra come funziona.

■ CHE COSA NOTARE 1 Che cosa accade alla temperatura all’interno della scatola? Si alza o si abbassa? 2 Ha lo stesso andamento della temperatura registrata all’esterno? 3 Pensi che accadrebbe la stessa cosa se l’interno della scatola fosse bianco? 4 Secondo te, qual è la funzione della pellicola che chiude l’apertura?

L’oggetto che hai costruito può funzionare come un vero e proprio forno a energia solare. Esponendo la scatola alla luce diretta del sole si può raggiungere la temperatura di 90 °C, sufficiente per cuocere i cibi. Puoi appoggiare i cibi in una teglia bassa e larga col fondo scuro (come sono le teglie antiaderenti) e poi inserirla nella scatola per la pizza. Controlla la cottura, aprendo ogni tanto lo sportello del “forno” se la temperatura sale troppo, e usa i guanti da forno per maneggiare la teglia.

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UNA CELLULA DA MANGIARE

SCHEDA

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I disegni della cellula che trovi nei libri di testo sono dei modelli che riproducono su carta cellule vere. Gli organuli cellulari, che si possono osservare solo al microscopio elettronico, sono rappresentati con disegni che in realtà ne semplificano moltissimo le forme e la struttura. Le cellule, però, non sono a due dimensioni, ma sono strutture tridimensionali. Il modello di cellula 3D che ti proponiamo si può realizzare con diversi tipi di alimenti e materiali che trovi in casa, ma se ne possono ideare molti altri usando ogni tipo di oggetti e di materiali.

■ CHE COSA SERVE – polvere per gelatina al limone – caramelle gommose di forma diversa (sferiche, a forma di verme) – una pesca o una prugna – biscotti wafer – gocce di cioccolato – grani di pepe – anacardi – pasta del tipo tubetti rigati – un pentolino – uno stampo in silicone – stuzzicadenti – carta – pennarelli – acqua

Io ho usato: ............................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................

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■ FASI DI MONTAGGIO Decidi se rappresentare la cellula animale o quella vegetale. Guarda attentamente i disegni proposti nel tuo libro di testo per scegliere la forma dello stampo e gli organuli da rappresentare. Ecco qualche suggerimento. 1 Acquista una confezione di gelatina alimenta-

re, scegliendone una di colore chiaro in modo che siano ben visibili gli organuli cellulari che inserirai. 2 Segui le istruzioni sulla confezione ma diminuisci la dose di acqua consigliata, in modo da ottenere una gelatina consistente. 3 Metti il pentolino sul fuoco, versaci l’acqua e la polvere e mescola fino a far addensare la gelatina. 4 Versa la gelatina nello stampo e attendi che si raffreddi un po’, ma inserisci i modelli degli organuli prima che si addensi troppo.

LA CELLULA

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3 L’ha fatto Mattia

Nucleo • Per rappresentare il nucleo, il nucleolo e la membrana nucleare puoi usare un frutto con il nocciolo come una pesca o una prugna. Il nocciolo è il nucleolo, il frutto il nucleo e la buccia è la membrana.

Centrioli • Hanno la forma di tubicini rigati. Puoi rappresentarli con della pasta rigata o delle caramelle gommose di forma simile.

Apparato di Golgi • La struttura a strati sovrapposti la puoi rappresentare con dei wafer, ma possono andare bene anche i cracker. ■

Mattia ha realizzato l’apparato di Golgi con una verza, i centrioli con dei maccheroni integrali e ha usato la colla di pesce per simulare il citoplasma.

Lisosomi • Appaiono come delle piccole sfere. Per rappresentarli puoi usare caramelle sferiche o delle gocce di cioccolato.

Mitocondri • Hanno una forma oblunga e sono simili a dei fagioli. Puoi usare gli anacardi o altra frutta secca.

Ribosomi • Per rappresentarli vanno bene delle piccole sfere come grani di pepe o zuccherini colorati. ■

Reticolo endoplasmatico • Ha l’aspetto di una serie di tubi irregolari, aggrovigliati e comunicanti fra loro. Puoi riprodurlo usando degli spaghetti cotti, ma anche caramelle gommose a forma di verme.

Vacuoli • Per riprodurli scegli delle caramelle gommose sferiche non troppo grandi, di colore uniforme e traslucido.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE • Prima di realizzare il modello di cellula 3D, ripassa bene la lezione dedicata alla cellula eucariote, osservando attentamente le forme degli organuli. • Quando avrai completato la realizzazione del modello, costruisci delle bandierine con gli stuzzicadenti e delle strisce di carta sulle quali scrivere i nomi dei diversi organuli. Inserisci le bandierine in corrispondenza delle diverse parti del tuo modello cellulare.

■ CHE COSA NOTARE Un modello 3D della cellula può essere costruito con materiali e oggetti diversi, ad esempio con contenitori e rifiuti plastici, con la pasta modellabile, con carta e cartone. In rete puoi trovare idee e spunti per realizzare modelli originali. 1 Quali sono le principali differenze tra il modello costruito e la cellula, sapendo che il citoplasma è una sorta di gelatina in movimento? 2 Puoi descrivere quali organuli sfruttano l’effetto scala, cioè la capacità di aumentare la superficie in uno spazio ristretto? 34

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LA CELLULA

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UN ORTO VERTICALE

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SCHEDA

L’orto verticale è la soluzione per tutti coloro che vivono in città e non possiedono un giardino o un appezzamento di terra, ma amano la natura e non vogliono rinunciare alla possibilità di coltivare in proprio verdure e ortaggi. Ad esempio, è possibile coltivare piante aromatiche e ortaggi anche in pochissimo spazio, come su un balcone o su un terrazzo. Il materiale per attrezzare un piccolo orto verticale sul balcone è reperibile con poco impegno e il lavoro è fattibile da tutti, ma se ne possono ricavare grandi soddisfazioni. Coltivare i prodotti utili per la cucina non è mai stato così facile.

■ CHE COSA SERVE – 3 bottiglie in plastica da 1,5 L con tappo – un rotolo di spago non troppo sottile – un sacchetto di compost – piante aromatiche e da orto – taglierino – punteruolo – forbici – spruzzino nebulizzatore

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 Raccogli 3 bottiglie di plastica da 1,5 L con i

relativi tappi. 2 Usa il taglierino per ricavare un’apertura rettangolare delle dimensioni 15 cm × 6 cm. 3 Scalda il punteruolo su una fiamma e usalo per praticare 4 fori, due nella parte anteriore della bottiglia ai due lati della finestra rettangolare, e due nella parte posteriore. 4 Taglia dei pezzi di spago lunghi uguali: la loro lunghezza dipenderà dalla distanza che vuoi VOLUME

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mantenere tra le bottiglie, in modo che ci sia spazio a sufficienza per far crescere le piante. 5 Infila i pezzi di spago nei fori che hai praticato. Fai almeno tre nodi a un capo dello spago, in modo che non esca dal foro. 6 Ripeti le operazioni precedenti per ciascuna bottiglia. 7 Lega tra loro le bottiglie con gli spaghi in modo da costruire una specie di scala in cui le bottiglie sono i pioli e gli spaghi i montanti.

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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8 Congiungi i due spaghi finali in modo da po-

ter appendere la struttura. 9 Scegli le piante che vuoi coltivare a seconda dei tuoi gusti, bisogni e del periodo dell’anno. Preferisci piantine con radici poco profonde: basilico, prezzemolo, piante aromatiche, radicchio, ma anche fragole, lattuga e ravanelli. L’ha fatto Mattia 10 Chiudi con i tappi le bottiglie e insePer il suo orto risci il compost, in modo da riempire verticale, Mattia ha scelto di seminare la metà del volume delle bottiglie. il prezzemolo, 11 Metti a dimora nel terreno le pianil basilico e dei te che hai scelto e bagnale usando lo pomodorini. spruzzino nebulizzatore.

Il mio montaggio: ............................................................................................. ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE • Scegli la posizione dove appendere il tuo orto verticale. Individua un muro, una ringhiera, lo stipite di una porta dove poter inserire un gancio di supporto; è importante che abbia una buona esposizione al Sole, ma non eccessiva, in modo che le bottiglie non si surriscaldino. • Ricordati di bagnare le piantine, evitando però che l’acqua ristagni nelle bottiglie.

■ CHE COSA NOTARE 1 Che cos’è il compost? 2 A quale strato del suolo è simile per composizione? 3 Che cosa può accadere alle piante se le bagni troppo? 4 Esamina con attenzione la crescita delle piantine che hai scelto. Annota periodicamente di quanto si

accrescono in altezza e il loro fabbisogno d’acqua. 36

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I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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IL DIAVOLETTO DI CARTESIO

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SCHEDA

Questo divertente oggetto fu inventato nel XVII secolo. La sua ideazione è attribuita a René Descartes, conosciuto col nome di Cartesio, ma oggi si ritiene che sia stato lo scienziato italiano Raffaello Magiotti il primo a realizzarlo. In realtà non si tratta di un gioco, ma di uno strumento che permette di evidenziare gli effetti delle variazioni di pressione all’interno di un liquido. Costruiamo il nostro diavoletto di Cartesio per capire come funziona.

■ CHE COSA SERVE – una bottiglia di plastica da 1,5 L con il suo tappo a vite – un contagocce; in alternativa si può usare l’astuccio di una penna a sfera – acqua – un bicchiere grande – foglio di alluminio – plastilina (nel caso si utilizzi la penna a sfera)

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO Versione con il contagocce 1 Versa l’acqua in un bicchiere e ricarica gradualmente il contagocce: deve riempirsi fino a quando, immergendolo nel bicchiere, galleggia con la punta che sporge appena dall’acqua. 2 Riempi d’acqua la bottiglia di plastica e inse-

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risci il contagocce, facendo attenzione a non modificare la quantità di acqua contenuta. Se vuoi rendere più accattivante il tuo strumento, utilizza il foglio di alluminio per modellare un diavoletto attorno al contagocce. 3 Avvita bene il tappo della bottiglia.

LE FORZE

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Versione con la penna a sfera 1 Togli la ricarica di inchiostro dall’astuccio e controlla che un’estremità sia ben chiusa dal tappino. Modella un po’ di plastilina attorno all’altra estremità, avendo cura di non tapparla: la plastilina servirà solo da zavorra. 2 Prima di immergere l’astuccio della penna nella bottiglia, devi eseguire delle prove di galleggiamento utilizzando una brocca o un contenitore a bocca larga riempito d’acqua.

Se l’astuccio affonda troppo o si inclina, agisci sulla zavorra, togliendo o aggiungendo la plastilina fino a quando non lo vedi emergere di circa mezzo centimetro dell’acqua. Anche in questo caso puoi decidere di trasformare l’astuccio della penna in diavoletto modellando tutto intorno il foglio d’alluminio. 3 A questo punto lo puoi immergere nell’acqua e tappare bene la bottiglia.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE • Ora che hai costruito il tuo strumento, puoi eseguire le tue prove di pressione. Stringi la bottiglia alla base: noterai che il diavoletto scende verso il basso. Rilasciando le pareti della bottiglia, invece, il diavoletto ritorna verso l’alto. • Puoi cambiare la profondità dell’immersione modificando la pressione che eserciti sulla bottiglia. Per fare un’ulteriore verifica del fenomeno, puoi immergere il tuo diavoletto in bottiglie di forma diversa, come ad esempio quelle piatte dei detersivi liquidi.

■ CHE COSA NOTARE Per spiegare come funziona il diavoletto di Cartesio, devi ricorrere al principio di Archimede e al principio di Pascal. 1 Che cosa modifichi quando premi le pareti della bottiglia? 2 Come reagisce l’acqua contenuta nella bottiglia? 3 Perché il diavoletto deve avere un’apertura che permetta l’entrata e l’uscita dell’acqua? 4 Che cosa fa scendere il diavoletto verso il fondo della bottiglia? 5 Che cosa lo fa risalire verso l’alto? 38

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BIOSFERA IN BOTTIGLIA

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SCHEDA

Nel 2001 Renzo Piano, architetto di fama mondiale, ha realizzato nel porto antico di Genova “Biosfera”, una grande struttura sferica di vetro e acciaio che ospita un piccolo ecosistema tropicale. Le relazioni che si stabiliscono tra piante, animali, terreno, acqua e luce rendono questo ecosistema capace di autosostenersi. Anche noi possiamo riprodurre una biosfera, anche se di dimensioni ridotte, da tenere in casa in un luogo ben esposto alla luce.

■ CHE COSA SERVE – 3 bottiglie di plastica da 2 L – nastro adesivo trasparente – ghiaia da acquario – elastici – forbici – un pezzo di calze collant o un filtro a rete – un recipiente capiente – acqua potabile – terra – un piccolo pesce o una lumaca o altre piccole creature acquatiche – piccoli vermi o insetti – piante acquatiche (ad esempio l’elodea o la lenticchia d’acqua) – piantine di erba medica o di trifoglio

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO Livello stagno 1 Riempi il recipiente con almeno 2 L di acqua del rubinetto; lasciala decantare per almeno 48 ore in modo che si liberi tutto il cloro contenuto. 2 Procurati la ghiaia, gli animali e le piante ac-

quatiche: puoi acquistare tutto in un negozio che vende acquari. Ti basta un esemplare di guppy, un pesce d’acqua dolce dal nome scientifico Poecilia reticulata, o alcune lumachine, mentre tra le piante si può scegliere l’Elodea canadensis, che cresce molto velocemente. 3 Prendi una delle bottiglie e tagliala a livello del VOLUME

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collo. Copri il fondo con circa 2 centimetri di ghiaia, aggiungi l’acqua, le piante e gli animali acquatici. Livello terra 4 Prendi un’altra bottiglia e taglia la base, tenendola da parte. 5 Copri con un pezzo di rete o di collant la bocca della bottiglia, assicurandolo con un elastico. 6 Versa nella bottiglia della ghiaia e poi della terra, formando due strati sovrapposti. Metti a dimora in questo terreno delle piantine di erba medica o di trifoglio e aggiungi qualche ani-

L’ECOLOGIA

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maletto (qualche lumachina, un paio di vermi, un onisco, detto anche ”porcellino di terra”). Usa il nastro adesivo per attaccare la base della bottiglia che hai messo da parte al collo della bottiglia stessa, con i bordi rivolti verso l’interno della bottiglia inferiore, in modo da non far disperdere nell’ambiente il vapor d’acqua. Prendi la terza bottiglia e rimuovi sia la base sia il collo per ottenere un cilindro che farà da giuntura tra i due livelli. Infila il livello terra nella giuntura e uniscili bene con il nastro adesivo. Poi infila la giuntura nel livello stagno, fino a raggiungere la ghiaia, e fissa bene il tutto con il nastro adesivo. In questo modo hai realizzato un ecosistema ermetico e autonomo, proprio come un vero ecosistema.

LIVELLO LIVELLO TERRA TERRA

Il mio montaggio: ........................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................

LIVELLO STAGNO LIVELLO STAGNO

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■ CHE COSA FARE • Posiziona la tua biosfera in bottiglia davanti a una finestra ben esposta al sole, in modo che possa avvenire la fotosintesi e mettersi in moto il ciclo dell’acqua. L’acqua evaporerà, condenserà in gocce di pioggia che, cadendo nel livello terra, faranno crescere l’erba favorendo la decomposizione dei resti organici. Le piante produrranno ossigeno e gli animali si nutriranno dell’elodea.

■ CHE COSA NOTARE Quello che hai realizzato è un vero ecosistema che funziona proprio come quelli in natura, grazie alle relazioni che si stabiliscono tra tutte le sue componenti. 1 Quale ruolo svolgono le piante nell’ecosistema? Vale per tutte le piante o solo per quelle del livello terra? 2 Quali sono le sostanze prodotte dalle piante attraverso la fotosintesi e la traspirazione? 3 Perché le pareti delle bottiglie si coprono di goccioline d’acqua? 4 Quali organismi devono necessariamente essere presenti nella tua biosfera per rendere possibile la decomposizione dei resti organici? 5 Qual è l’energia che mette in moto i processi che avvengono all’interno della biosfera in bottiglia? 6 Quali conseguenze subirà l’ecosistema se poniamo la bottiglia in una stanza buia? 7 Quali sfere naturali riconosci nel tuo ecosistema? 40

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LA PIRAMIDE ALIMENTARE 3D

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SCHEDA

La piramide alimentare è un ottimo modo per rappresentare la dieta corretta che ciascuno di noi dovrebbe seguire: quando la osserviamo abbiamo immediatamente l’idea di quali cibi devono entrare a far parte dei nostri pasti quotidiani, e in quali proporzioni. Per ricordare ancora meglio le preziose indicazioni che ci forniscono le piramidi alimentari, realizziamole in tre dimensioni utilizzando materiali di riciclo.

■ CHE COSA SERVE – cassette della frutta vuote, possibilmente uguali tra loro – confezioni vuote di alimenti – incarti di pasta, biscotti, snack aperti – stampe delle immagini di alimenti freschi (carne e pesce, frutta e verdura) delle dimensioni di un foglio A4 – un rotolo di nastro biadesivo – fogli di cartoncino – colla – forbici – pasta modellabile o DAS – carta di giornale

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 Chiedi a un adulto di procurarti delle casset-

te vuote. Sono necessarie circa una quindicina di cassette per costruire un piramide con una base abbastanza larga e stabile. 2 Recupera le confezioni di alimenti di uso co-

mune: bottiglie di acqua minerale, latte, olio, VOLUME

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pesce in scatola, vasetti di yogurt, succhi di frutta. Lavale bene, avendo cura di non staccare le etichette. 3 Recupera gli incarti di prodotti alimentari secchi come pasta, biscotti, snack, prodotti da forno: apri i prodotti con attenzione in modo da

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conservare integri gli incarti. Riempili con la carta di giornale, in modo che sembrino pieni e possano reggersi in piedi. 4 Scarica dalla rete e stampa in formato A4 le fotografie di alimenti freschi, vegetali e animali, che entrano nella dieta mediterranea: frutta e verdura, carne, pesce, uova, burro e formaggi. Rinforza le immagini degli alimenti incollando un cartoncino sul retro e ritagliale. Puoi anche

realizzare dei modelli degli alimenti con la pasta modellabile o il DAS. 5 Con la stessa pasta modellabile realizza delle basi con una scanalatura in modo che possano sostenere le sagome degli alimenti in cartoncino. 6 Disponi a piramide le cassette in modo che l’apertura sia frontale: puoi usare il nastro biadesivo per tenere in posizione le cassette.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE • Crea la piramide tipica della dieta mediterranea: cerca nel libro di testo la figura della piramide alimentare e riproduci la disposizione degli alimenti inserendo nelle cassette le confezioni, gli incarti e le immagini (o i modellini) degli alimenti. • Nel libro di testo sono riprodotte anche altre le piramidi alimentari: ricerca in rete le fotografie degli alimenti che entrano nelle diete asiatica e africana, stampale e rinforzale incollandole sul cartoncino. • Costruisci le piramidi allo stesso modo di quella mediterranea. Se vuoi, ricerca in rete esempi di altre piramidi alimentari e costruiscile. • Per ricordare la necessità di variare ogni giorno la tua alimentazione, mantenendola completa, puoi costruire delle piramidi più piccole, una per ogni giorno della settimana.

■ CHE COSA NOTARE Confronta tra di loro le piramidi che hai realizzato. 1 Quali alimenti sono presenti in ogni piramide? 2 Quali alimenti differenziano in modo significativo i vari regimi alimentari? 3 Qual è la relazione tra alimentazione e prodotti del settore primario di una nazione? 4 Sai che cosa significa “prodotto a kilometro zero”? 5 Nella tua zona è possibile acquistare frutta e verdura a km zero? 6 Pensi che ci siano differenze tra questi prodotti e quelli che trovi al supermercato? 42

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UN MODELLO DI APPARATO DIGERENTE

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SCHEDA

Sicuramente vi sarà capitato di vedere un modello dell’apparato digerente, con gli organi di plastica che si possono togliere e rimettere nella struttura che li contiene e che riproduce la cavità addominale. Un modello di questo genere lo possiamo costruire anche noi: possiamo usare materiali di tipo diverso, dal cartone alla pasta modellabile, oppure andare a cercare tra gli oggetti da riciclo per trovare quelli più adatti a rappresentare anche le funzioni chimiche e fisiche dei diversi organi.

■ CHE COSA SERVE – un pannello di cartone o una tavola di legno compensato su cui attaccare la parti del modello – colla a caldo – una lattina di cola o di aranciata – una scatola vuota di bicarbonato – tubi flessibili per cavi elettrici di diverso diametro – un tubicino di plastica trasparente – una confezione di succo di ananas o di mango – un tubetto di dentifricio – un bicchierino di plastica nero o marrone – una bottiglietta d’acqua da mezzo litro – un flaconcino in vetro o in plastica (come quelli che contengono le vitamine)

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 I materiali elencati sono solo indicativi: qui di seguito ti diamo degli spunti e dei suggerimenti per

costruire il modello come preferisci. 2 Usa la colla per fissare gli oggetti che scegli; per posizionarli correttamente osserva bene il disegno dell’apparato digerente che trovi nel tuo libro di testo.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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L’APPARATO DIGERENTE

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Bocca • La prima digestione avviene in bocca a opera dei denti e della saliva. Utilizza il tubetto di dentifricio, aperto nella parte superiore e collegalo al flaconcino che rappresenterà la ghiandola salivare.

bocca

Questo modello utilizza una colla stick per rappresentare il pancreas, un tubo di plastica trasparente per la prima parte dell’intestino tenue e un tubo flessibile di diametro diverso per l’intestino tenue e crasso.

ghiandola salivare

cistifellea

Esofago • È un tubo formato da strati di tessuto muscolare. Puoi rappresentarlo con un tubicino trasparente in uscita dalla bocca che arriverà fino allo stomaco.

Stomaco • È un organo a forma di sacco, ricco di ghiandole che producono i succhi gastrici. La lattina di una bibita acida può essere un buon modello di stomaco. Collega la lattina al tubicino trasparente che rappresenta l’esofago.

esofago

fegato

stomaco

pancreas

duodeno

Fegato e cistifellea • Rappresenta il sistema fegato-cistifellea collegando la bottiglietta di acqua al bicchiere di plastica scuro attraverso il tubicino di plastica. Collega il tubicino con il primo tratto dell’intestino tenue.

intestino tenue

Pancreas • Puoi rappresentarlo con una scatola di bicarbonato e, con il tubicino trasparente, collega il contenitore scelto al primo tratto dell’intestino.

Intestino • Rappresenta l’intestino tenue con il tubo di plastica flessibile di diametro più piccolo, mentre per l’intestino crasso usa il tubo con il diametro più grande. L’intestino retto, dove si accumulano le fibre alimentari che non digeriamo, puoi rappresentarlo con la confezione di un alimento ricco di fibre, come il succo di mango. Un pezzetto di tubicino che fuoriesce dalla confezione rappresenta l’ultimo tratto dell’intestino e l’ano.

■ CHE COSA FARE • Prima di realizzare il modello, ripassa bene le lezioni dedicate all’apparato digerente e alle funzioni dei diversi organi. • Quando avrai completato la costruzione del modello, realizza delle etichette sulle quali scrivere i nomi dei diversi organi e una breve descrizione delle loro funzioni. Incolla le etichette in corrispondenza delle diverse parti del tuo modello.

1 L’apparato digerente viene spesso denomi-

nato anche tubo digerente. Assicurati di aver VOLUME

2

PERCORSO

2 I materiali che hai scelto fanno riferimento ai

vari ambienti dell’apparato digerente. Quali elementi danno loro queste caratteristiche? 3 Perché è importante la presenza di fibre

nell’ultimo tratto dell’apparato digerente? 4 Il microbiota è un elemento essenziale per il

■ CHE COSA NOTARE

44

connesso in modo corretto i vari organi e poni il tuo modello in verticale, con una bacinella al di sotto. Se versi dell’acqua nella “bocca” il suo percorso è davvero ininterrotto?

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UNITÀ

3

nostro benessere. Ricordi da che cosa è composto, in quale tratto dell’apparato digerente si trova e quali funzioni svolge?

L’APPARATO DIGERENTE

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UN CIELO STELLATO

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SCHEDA

Gli antichi osservatori del cielo notturno hanno riunito le stelle più Costellazione di Perseo luminose in gruppi chiamati costellazioni. Ancora oggi gli astronomi le usano come sistemi di riferimento per trovare con facilità la posizione degli astri: l’Unione Astronomica Internazionale ha riconosciuto ufficialmente 88 costellazioni che vengono riportate nelle mappe del cielo. Per imparare a riconoscere le costellazioni realizziamo un “cielo stellato in scatola”.

■ CHE COSA SERVE Per la scatola delle costellazioni – 1 pila con linguette – filo elettrico oppure cavetti elettrici con pinze a coccodrillo – un interruttore – una lampadina led con portalampada di potenza adeguata alla pila – una lastrina di legno o di polistirolo – una scatola di cartone (va bene anche una scatola per le scarpe) – fogli di carta – cartone – colla – forbici – punteruolo

Porzione delle costellazioni dell’emisfero boreale visibili nel cielo di giugno.

Per realizzare una singola costellazione – piccole lampadine a led di colori diversi – cavi elettrici per collegare i led Ovest

Est

Io ho usato: ............................... Porzione delle costellazioni dell’emisfero boreale visibili nel cielo di dicembre.

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ELETTRICITÀ E MAGNETISMO

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■ FASI DI MONTAGGIO

4 Collega due pezzi di filo elettrico all’interrut-

Per realizzare la scatola delle costellazioni 1 Riproduci le mappe del cielo boreale che trovi in questa scheda, nelle dimensioni adatte per coprire le pareti più lunghe della scatola. Con il punteruolo realizza dei fori in corrispondenza delle stelle che formano le costellazioni. Ricava un foro anche nel lato più corto della scatola, in modo che possano passare i cavi elettrici del circuito. Ora realizza il circuito elettrico che illuminerà la scatola dall’interno. 2 Se utilizzi il filo elettrico ricorda che prima di ogni collegamento devi togliere la parte di plastica che protegge i fili di rame all’interno. Per farlo incidi con le forbici la plastica facendo attenzione di non intaccare il rame, quindi sfila il pezzo in modo da scoprire i fili conduttori. 3 Fissa il portalampada alla lastrina di legno o di polistirolo e inseriscilo nella scatola.

Per realizzare una costellazione 6 Scegli una costellazione e riproducila su un foglio delle dimensioni che desideri (puoi usare il disegno di Perseo proposto in questa scheda). 7 Incolla il foglio sul cartone e pratica dei fori in corrispondenza delle stelle, in modo da poterci inserire le lampadine a led. 8 Usa i cavetti per collegare tra loro le lampadine sul retro del cartone. Usa un cavetto a pinze di coccodrillo per collegare le lampade a led all’interruttore e alla pila.

tore, poi connetti uno di essi al portalampada e l’altro alla pila. 5 Con un altro filo connetti la parte libera del portalampada al polo libero della pila, in modo da chiudere il circuito. Se utilizzi i cavetti non devi fare altro che collegare le parti del circuito con le pinze a coccodrillo.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE • Quando schiacci l’interruttore, la scatola si illumina. Se hai riportato i nomi delle costellazioni sul tuo disegno, potrai localizzare le posizioni dei raggruppamenti di stelle nel cielo estivo e nel cielo invernale e ricordarle meglio. • Anche se scegli di realizzare il modello luminoso di una sola costellazione, puoi comunque verificare come cambia la sua posizione nel corso dell’anno osservando le mappe del cielo di questa scheda.

■ CHE COSA NOTARE 1 Gli oggetti che ti proponiamo di realizzare possono diventare una parte importante del percorso

pluridisciplinare “Le stelle”, che trovi a pag. 189. 2 Puoi aggiungere informazioni relative ai nomi che sono stati attribuiti nell’antichità alle costellazioni, ricercando miti e leggende anche di altre culture. 46

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ELETTRICITÀ E MAGNETISMO

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UN CALEIDOSCOPIO “FAI DA TE”

SCHEDA

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Il caleidoscopio è uno strumento ottico inventato da David Brewster (1781-1868). L’ha fatto Mattia Lo scienziato scozzese riteneva che fosse Questa foto mostra molto importante divertirsi studiando. A quello che Mattia può questo scopo inventò il caleidoscopio, un vedere con il suo gioco divertente ma anche uno strumento caleidoscopio realizzato con un rotolo di carta interessante che permette di comprendere da cucina. molti fenomeni dell’ottica. Guardando attraverso l’apertura a un’estremità del tubo si possono vedere straordinarie forme geometriche colorate che cambiano continuamente a ogni rotazione del caleidoscopio. Costruiamone uno anche noi utilizzando materiali che si possono facilmente trovare in casa.

■ CHE COSA SERVE – un tubo in cartone (può essere quello interno dei rotoli di carta assorbente o la confezione di una famosa marca di patatine) – una scatola rotonda di plastica trasparente, con coperchio, delle dimensioni adatte per essere inserita al fondo del tubo (simile a quella che contiene le perline per confezionare le collane) – piccoli oggetti in plastica di diversi colori (perline, lustrini, paillettes, sferette) – carta adesiva a specchio – cartone – nastro adesivo – forbici

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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IL SUONO E LA LUCE

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LAB TINKERING SEGUE SCHEDA

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■ FASI DI MONTAGGIO

5 Chiudi un’estremità del tubo con un cerchio di

1 Ritaglia nel cartone tre strisce rettangolari,

uguali tra di loro in larghezza e della stessa lunghezza del tubo che hai scelto. 2 Ritaglia delle strisce di carta adesiva a specchio delle stesse dimensioni dei rettangoli di cartone. Incolla le strisce sui rettangoli. 3 Unisci i rettangoli con il nastro adesivo in modo da formare un prisma con le pareti riflettenti rivolte verso l’interno. 4 Inserisci il prisma all’interno del tubo di cartone.

cartone in cui avrai praticato un foro centrale da cui poter guardare all’interno. Se usi la confezione delle patatine puoi usare il suo coperchio. 6 Inserisci nella scatola trasparente gli oggetti colorati che preferisci. Puoi ottenerli anche ritagliando pezzetti di plastica colorata, selezionati tra i rifiuti della raccolta differenziata. 7 Usa il nastro adesivo per chiudere la scatola e per attaccarla all’altra estremità del tubo di cartone. 8 Decora l’esterno del tuo caleidoscopio dipingendolo o rivestendolo di carta adesiva.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE • Appoggia l’occhio all’estremità forata del tubo, come se fosse un cannocchiale, e ruota successivamente lo strumento. • Rivolgi il tubo verso la finestra o una lampada, in modo che la luce possa illuminare l’estremità trasparente del tubo. • Potrai vedere delle figure geometriche simmetriche che cambiano ripetutamente forma e colore.

■ CHE COSA NOTARE Il funzionamento del caleidoscopio è basato sulle riflessioni multiple: se gli specchi sono due, la figura è molto simile a un fiore a sei petali; se sono tre, come nel nostro caso, le immagini sembrano essere infinite e sono generate sia dall’immagine diretta sia da tutte le riflessioni. Ovviamente la qualità dell’immagine dipende da quella degli specchi e dagli oggetti inseriti. 1 Osserva l’immagine del tuo caleidoscopio: riesci a riconoscere qualcuno degli oggetti che hai inserito nella scatolina? 2 Se usi il nastro adesivo hai la possibilità di modificare i tesori inseriti nella scatola. Prova a inserirne tre e guarda che cosa succede. Anche con pochi oggetti le immagini che ottieni ruotando il caleidoscopio sono le stesse? 3 Che cosa succede se aumenti il numero degli oggetti? 4 Prova a fotografare una delle immagini prodotte e riproducila con il disegno. Quanti assi di simmetria individui? 48

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UNITÀ

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IL SUONO E LA LUCE

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UN SISMOGRAFO FATTO IN CASA

SCHEDA

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A molti di noi è accaduto di avvertire scosse sismiche, più o meno intense: buona parte del territorio italiano, infatti, è a rischio sismico ed è continuamente monitorato dagli strumenti dell’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Anche noi possiamo realizzare un semplice sismografo “da casa” costruito sul modello dei sismografi professionali. Potremo osservare da vicino come funziona quando lo sottoporremo a delle oscillazioni e come potrà funzionare in caso di scosse sismiche. Sismogramma prodotto da un sismografo professionale.

■ CHE COSA SERVE – scatola di cartone rigido a sviluppo verticale – sagola da 3 mm (è una corda in fibra sintetica usata per fissare le boe) – girella da pesca (meglio se tripla) – gancio per soffitto – peso da pesca da 100 g – un pennarello – un foglio di carta – colla o nastro adesivo – forbici

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 Procurati una scatola lunga e stretta in carto-

ne rigido (può andare bene quella usata per le spedizioni degli acquisti online). 2 Acquista in un negozio di articoli per la pesca la sagola, la girella e il peso (oppure trova un grosso dado dello stesso peso). VOLUME

3

PERCORSO

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UNITÀ

1

3 Togli le due pareti laterali ritagliandole dalla

scatola. 4 Sulla parte alta della struttura che hai ricavato dalla scatola fissa il gancio e a esso la girella. 5 Usa la colla o il nastro adesivo per fissare il pennarello al peso da pesca.

LA DINAMICA DELLA TERRA

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LAB TINKERING SEGUE SCHEDA

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6 A un’estremità della sagola lega il peso con il

pennarello. 7 Lega l’altra estremità della sagola alla girella regolando la lunghezza del filo in modo che il pennarello sfiori con la punta il fondo della scatola. 8 Incolla il foglio di carta al fondo della scatola. 9 Per migliorare il tuo modello di sismografo puoi

costruire un rullo rotante utilizzando il cilindro di cartone di un rotolo di carta da cucina attorno a cui incollare il foglio di carta. 10 Per far ruotare manualmente il rullo possiamo inserire un pezzo di filo piegato a U, fissandolo bene al cartone; oppure possiamo applicare un motorino elettrico.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA FARE Puoi simulare un sisma in classe per mettere alla prova lo strumento che hai costruito. Fissa molto bene la base del sismografo sul piano del banco, in modo che oscilli a ogni più piccolo movimento. Ora muovi avanti e indietro il banco per simulare un terremoto e osserva il movimento del pennarello e il segno che traccia sul foglio di carta.

■ CHE COSA NOTARE 1 Perché devi fissare con cura il tuo sismografo al banco? 2 Che tipo di scossa simuli quando sposti il banco orizzontalmente? 3 Come devi muoverlo per simulare delle scosse sussultorie? 4 Come si chiama il tracciato disegnato dal pennarello sul foglio di carta?

Puoi trasformare il sismografo in un “pendolo di Foucault” per osservare il movimento di rotazione della Terra. Al posto del pennarello fissa uno stecchino a un’estremità del filo. Sostituisci il foglio di carta con una vaschetta piena di sabbia e regola la lunghezza della sagola in modo che lo stecchino sfiori la sabbia. Posiziona il tuo pendolo in un luogo tranquillo e protetto dalle correnti d’aria e osserva che cosa succede sulla superficie della sabbia dopo 24 ore.

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LA DINAMICA DELLA TERRA

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BIOLOGIA MOLECOLARE IN CUCINA

SCHEDA

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Il DNA è sicuramente la più famosa delle molecole: ne sentiamo parlare dappertutto perché è nel DNA che è contenuto il codice che determina le caratteristiche di qualsiasi organismo, anche le nostre. Ti è mai venuto il desiderio di vedere la “molecola della vita”? Trasforma la cucina di casa tua in un efficiente laboratorio di biologia molecolare e prova a eseguire con le tue mani l’estrazione del DNA dalle fragole, oppure dal kiwi o dalle banane: dipende solo dai tuoi gusti!

■ CHE COSA SERVE – 100 ml di alcol isopropilico (è un disinfettante che puoi trovare in farmacia) – una bottiglia di plastica da 500 ml – alcune ciotole o contenitori di vetro trasparente – un misurino da cucina tarato in ml (opzionale) – detersivo liquido per piatti – sale da cucina – pinzette – un paio di guanti di lattice – alcune fragole – un cucchiaino da caffè – una busta di plastica con chiusura a cerniera – acqua – un cucchiaio – colino – microscopio con vetrino

Io ho usato: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ FASI DI MONTAGGIO 1 Indossa i guanti.

3 Nel frattempo prepara la miscela per l’estra-

2 Travasa l’alcol isopropilico nella bottiglia di

zione del DNA. Versa 90 ml d’acqua in un piccolo contenitore di vetro o di plastica. 4 Aggiungi all’acqua 2 cucchiaini da caffè (10 ml) di detersivo liquido per piatti e un quarto di

plastica che metterai nel congelatore a refrigerare (non farlo congelare, deve semplicemente raffreddare!). VOLUME

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IL LINGUAGGIO DELLA VITA

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LAB TINKERING SEGUE SCHEDA

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cucchiaino di sale, e mescola fino a quando il sale non si scioglie. 5 Metti una o due fragole nella busta di plastica con chiusura a cerniera e aggiungi la miscela di estrazione del DNA appena preparata. Rimuovi quanta più aria possibile e sigilla la busta. 6 Schiaccia e sminuzza le fragole all’interno della busta, avendo cura di non lasciare pezzi troppo grossi. 7 Versa il contenuto della busta in una ciotola, filtrandolo con un colino. Utilizza un cucchiaio per premere bene il contenuto del colino, in

modo che filtri il più possibile. Versa il contenuto della ciotola (tra 50 e 100 ml) in un contenitore trasparente più piccolo. 8 Aggiungi alla soluzione un cucchiaino (5 ml) di alcol isopropilico refrigerato, tenendo la miscela all’altezza degli occhi. In breve tempo sulla superficie del miscuglio vedrai separarsi una sostanza bianca; si tratta del DNA della fragola. Con le pinzette raccogli delicatamente il DNA e adagialo su un piattino o su un vetrino per osservarlo al microscopio.

Il mio montaggio: ....................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

■ CHE COSA NOTARE 1 Come si presenta il DNA? È una sostanza resistente o fragile? 2 Si possono distinguere i singoli cromosomi? 3 Puoi calcolare approssimativamente la quantità di DNA rispetto alla quantità iniziale di fragole?

Prova a costruire un grafico a torta con i rapporti approssimativi. 4 Tutti gli organismi hanno lo stesso contenuto di DNA? In che modo puoi rispondere alla domanda?

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IL LINGUAGGIO DELLA VITA

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SCIENZE & MAT

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FOGLIE E STATISTICA

SCHEDA

1

SCIENZE

Piante e arbusti sono spesso utilizzati per realizzare veri e propri muri verdi che servono per recintare i cortili e delimitare i giardini. Forse anche nel cortile della scuola c’è una siepe: possiamo utilizzarla per eseguire un’osservazione di botanica. Per riconoscere le specie vegetali utilizziamo una delle numerose applicazioni disponibili gratuitamente in rete (ad esempio, Planet Net): la scarichiamo sullo smartphone, scattiamo delle fotografie e identifichiamo le piante o gli arbusti che formano la siepe. È venuto il momento di osservare con più attenzione le foglie. Ci dividiamo in gruppi ed eseguiamo la misurazione delle foglie di una stessa specie vegetale, utilizzando il righello. Di seguito sono riportate come esempio le lunghezze delle foglie misurate da un gruppo di studenti, espresse in centimetri: 11 13 13 12 14 15 10 7 14 9 11 13 15 13 12 8 10 14 7 9 15 13 8 14 14 15 7 7 14 16 ●

MATEMATICA

Quello che abbiamo eseguito è un conteggio statistico di oggetti naturali. Per sapere quanti elementi compongono la popolazione statistica, è sufficiente riscrivere l’elenco in ordine crescente: 7 7 7 7 8 8 9 9 10 10 11 11 12 12 13 13 13 13 13 14 14 14 14 14 14 15 15 15 15 16 ●

Il numero di misure effettuate è pari a 30. Poi possiamo costruire una tabella che indichi la frequenza assoluta di ciascun valore.

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1

≤8

9 − 10

11 − 12

13 − 14

≥ 15

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I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

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RAPPRESENTIAMO I DATI CON UN GRAFICO

I grafici sono utili per rappresentare i dati raccolti dagli scienziati durante gli esperimenti. Il computer permette di costruire in modo rapido diversi tipi di diagramma o di modificare l’aspetto di un grafico con l’uso di programmi come Microsoft Excel. Nella cartella Risorse del computer trovi Excel (la versione utilizzata in queste pagine è Microsoft Excel 2016). Apri il programma e tra le opzioni scegli Cartella di lavoro vuota. Riporta in essa i dati della tabella che stai considerando. Nella barra degli strumenti clicca su Inserisci e poi scegli l’opzione Grafici. , ti suggerisce il grafico che rappresenta Il primo pulsante, nel modo migliore i dati che stai considerando. In caso contrario, puoi scegliere una delle alternative che ti sono offerte. Selezioniamo Istogramma. Il risultato che otteniamo è il seguente.

12 10 8 6 4 2 0 <8

9-10

11-12

<15

13-14

Il pulsante con il pennello permette di cambiare i colori del grafico. L’ultimo pulsante consente di modificare punti dati e nomi visibili sul grafico. Puoi inoltre modificare i valori della griglia principale dei dati con l’opzione Formato asse, i colori di sfondo o aggiungere griglie secondarie per rendere più leggibile il tuo grafico. Con i dati a disposizione possiamo calcolare la moda, la mediana e la media (approssimata all’intero). La moda è il valore maggiormente rappresentato. In questo caso è il 14, se consideriamo il singolo valore, oppure 13 - 14, se consideriamo la classe. La mediana è il valore centrale tra i dati numerici. La media (aritmetica) è data dalla somma dei singoli valori divisa per il numero dei valori stessi.

■ APPLICA E RISPONDI 1 Alcuni ragazzi hanno ripetuto la misurazione della lunghezza di una stessa foglia usando strumen-

ti diversi. Hanno ottenuto le seguenti misure (in cm): 11,4 11,7 11,5 11,6 11,6 11,7 11,6 11,4 11,8 11,7 ●

Calcola la media di questi valori per ottenere la misura più probabile. ............................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................

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I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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SCIENZE & MAT

cognome ......................................................................................

DENSITÀ, PRESSIONE E PRESSIONE IDROSTATICA

SCHEDA

2

SCIENZE

Una porzione ben definita di materia è un corpo. Tutti i corpi possiedono proprietà misurabili che ci permettono di descrivere quantitativamente la materia, come massa, volume e densità. La massa è definita come la quantità di materia che forma un corpo; il volume è la misura dello spazio occupato dal corpo stesso; la densità è una proprietà caratteristica di ogni sostanza ed è il rapporto tra massa e volume della materia considerata. Tutti i corpi sono soggetti alla forza di gravità ed esercitano una pressione quando vengono appoggiati su una superficie. La pressione è definita come il rapporto tra forza esercitata e superficie di appoggio. Anche quando viene immerso in un liquido, un corpo esercita una pressione: può galleggiare, affondare o restare sospeso nell’acqua a seconda della spinta idrostatica esercitata dal liquido. MATEMATICA

La massa del corpo di legno è il prodotto tra il volume e la densità: 5376 × 0,5 = 2688 g = 2,7 kg

Considera un corpo a forma di parallelepipedo.

La massa del corpo di ferro è: 5376 × 7,8 = 41 932,8 g = 42 kg b La faccia del solido con minore superficie è

quella laterale, con dimensioni 12 cm e 16 cm. Calcoliamo la pressione esercitata dal corpo quando lo appoggiamo su questa faccia. Area della superficie minore:

16 cm 12 cm

12 × 16 = 192 cm2 = 2 dm2

28 cm

a Sulla base delle dimensioni riportate nella figura, possiamo calcolare il volume del parallelepipedo e la sua massa nel caso che la materia sia:

legno (densità 0,5 g/cm3) ferro (densità 7,8 g/cm3) Il volume del solido è il prodotto delle tre dimensioni:

La forza esercitata dal corpo è la forza peso F. Calcoliamo il peso del corpo in legno e la pressione che esercita: F = g × m = 9,8 × 2,7 = 26,5 N F = 26,5 : 2 = 13,25 N/dm2 P=_ S Calcoliamo il peso del corpo in ferro e la pressione che esercita:

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2

F = 9,8 × 42 = 411,6 N P = 411,6 : 2 = 205,8 N/dm2

V = 16 × 28 × 12 = 5376 cm = 5,376 dm 3

LE FORZE

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

2

c Quando un corpo viene immerso in un liqui-

do subisce, in base al principio di Archimede, una spinta idrostatica che si oppone alla forza peso. Possiamo calcolarla moltiplicando il peso specifico del liquido per il volume del solido immerso. Il peso specifico è il prodotto della densità per g, accelerazione di gravità. Sapendo che la densità dell’acqua è 1: peso specifico = d × g = 1 × 9,8 = 9,8 La spinta idrostatica subita dall’oggetto in legno è: F = 9,8 × 5,376 = 52,7 N La spinta idrostatica è maggiore della forza peso esercitata dal corpo di legno: il corpo galleggia.

■ APPLICA E RISPONDI 1 Come si definisce la densità?

.......................................................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Qual è la sostanza di riferimento, con densità uguale a 1?

............................................................................................................

3 Qual è il valore della pressione esercitata dall’oggetto in legno quando viene appoggiato sulla su-

perficie maggiore? ................................................................................................................................................................................................................... 4 Calcola la pressione esercitata dall’oggetto in ferro appoggiato sulle 3 diverse superfici.

.............................

.....................................................................................................................................................................................................................................................................

5 Come cambia la pressione se si sceglie, per entrambi i corpi, di appoggiarli sulla faccia con la super-

ficie maggiore?

...........................................................................................................................................................................................................................

6 Quale relazione lega la pressione alla superficie di appoggio? Come sono tra loro le due grandezze? .....................................................................................................................................................................................................................................................................

7 Che cosa accade a un corpo generico che viene immerso in un liquido?

.......................................................................

.....................................................................................................................................................................................................................................................................

8 In quali condizioni un corpo galleggia?

............................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................................................................................................................................

9 Nel caso in cui l’oggetto della nostra scheda sia di legno, com’è la spinta idrostatica rispetto al peso?

Il corpo galleggia o affonda?

........................................................................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................................................................................................................................

10 Nel caso in cui l’oggetto sia in ferro, com’è la spinta idrostatica rispetto al peso? Il corpo galleggia o

affonda? ............................................................................................................................................................................................................................................. .....................................................................................................................................................................................................................................................................

11 Considerando il peso specifico di una sostanza, si può stabilire se un corpo è in grado di galleggiare? ..................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................

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LE LEVE

3

SCHEDA

SCIENZE

da cui si ricava

La leva è una macchina semplice costituita da una sbarra rettilinea omogenea vincolata in un punto, il fulcro. In relazione alla posizione del fulcro si distinguono tre tipi di leve. Nelle leve di primo genere il fulcro si trova tra la potenza e la resistenza; possono essere vantaggiose, se il braccio della potenza è maggiore di quello della resistenza; svantaggiose, se il braccio della potenza è minore di quello della resistenza; indifferenti se i due bracci sono uguali, come nel caso della bilancia. Nelle leve di secondo genere la resistenza si trova tra il fulcro e la potenza; poiché in questo tipo di leva il braccio della potenza è sempre maggiore di quello della resistenza, queste leve sono sempre vantaggiose. Nelle leve di terzo genere la potenza si trova tra il fulcro e la resistenza. Poiché in questo tipo di leva il braccio della potenza è sempre minore di quello della resistenza, queste leve sono sempre svantaggiose.

P = 45 N Si tratta quindi di una leva svantaggiosa. Manteniamo costanti le due forze, potenza e resistenza, e facciamo variare il braccio della potenza x. Indichiamo con y i corrispondenti valori del braccio della resistenza e scriviamo la relazione che lega y e x. Determiniamo il tipo di proporzionalità che lega le grandezze considerate e tracciamo il grafico della legge matematica che traduce la relazione considerata. Sostituendo nella relazione di equilibrio 45x = 30y da cui

3x y =_ 2 Si tratta di una relazione di proporzionalità diretta che ha come rappresentazione grafica una semiretta passante per l’origine degli assi.

x y

MATEMATICA

a Consideriamo una leva di primo genere lunga 200 cm la cui resistenza R è costituita da un corpo che esercita una forza peso P di 30 N. Sapendo che il braccio della resistenza è 12 dm, stabilisci quale forza peso realizza la condizione di equilibrio della leva.

P × bP = R × bR

1

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12

3

6

9

12

15

18

8 7 6 5

3 2

0

2

10

10

4

2

8

11

La condizione di equilibrio della leva, nota anche come legge della leva, afferma che il prodotto della potenza per il suo braccio è uguale al prodotto della resistenza per il rispettivo braccio:

VOLUME

6

12

9

P × 80 = 30 × 120

4

y

Il sistema considerato presenta il fulcro al centro e le due forze potenza e resistenza agli estremi dell’asta. In base ai dati si ha che: resistenza = R = 30 N braccio resistenza = br 120 cm braccio potenza = bp 200 − 120 = 80 cm

perciò

2

LE FORZE

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10

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

3

b Una leva di primo genere è costituita da una

sbarra rettilinea omogenea lunga 120 cm. Ai suoi estremi sono applicate due forze di 40 N e 60 N. Assumiamo come potenza la forza di 60 N. Determina la lunghezza del braccio della resistenza quando la leva è in condizioni di equilibrio. Poiché conosciamo solo la lunghezza totale della sbarra, indichiamo con x la misura del braccio della potenza e scriviamo la legge della leva sotto forma di proporzione:

mo di che tipo di proporzionalità si tratta e costruiamo il relativo grafico. La relazione che si ottiene è: 40 × 72 = xy da cui y = 2880 / x Si tratta di una relazione di proporzionalità inversa e il grafico rappresentativo è un ramo di iperbole equilatera.

P : R = bP : bR

x y

Sostituendo abbiamo: 60 : 40 = x : (120 – x) e applicando le proprietà delle proporzioni:

10

20

40

60

72

80

288

144

72

48

40

36

y 160

(120 – x) : x = 40 : 60 120 : x = 100 : 60

140 120

x = 72 cm = braccio resistenza Oppure risolvendo l’equazione:

100

40x = 60 (120 – x)

80

si ottiene lo stesso risultato.

60

Manteniamo costante la resistenza e il suo braccio. Indichiamo con x i valori della potenza e con y i rispettivi bracci in condizioni di equilibrio. Scriviamo la relazione che lega y e x, determinia-

40 20 0

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

x

■ APPLICA E RISPONDI 1 Quali sono gli elementi fondamentali di una leva? 2 Quali sono le caratteristiche dei tre tipi di leve? 3 Quando una leva è in equilibrio?

...............................................................................................................................

.......................................................................................................................................

.............................................................................................................................................................................

4 Quando una leva è vantaggiosa, svantaggiosa, indifferente?

......................................................................................................

..................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................

5 Un giardiniere applica una forza di 100 kg a una carriola con il manico lungo 2 m. La distanza tra la

ruota e la cassa di trasporto della carriola è 40 cm. Qual è il carico massimo che può trasportare? .....................................................................................................................................................................................................................................................................

6 La carriola è una leva vantaggiosa, svantaggiosa o indifferente?

............................................................................................

7 Mantenendo costante la lunghezza dei bracci indica con x la potenza applicata e con y la resistenza:

a. scrivi la relazione tra y e x; b. riconosci il tipo di proporzionalità che lega le grandezze in condizioni di equilibrio e traccia il relativo grafico. .................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................

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L’INDICE DI MASSA CORPOREA

4

SCHEDA

SCIENZE

Il peso forma di ciascuno di noi è il peso corporeo che ci consente di mantenere uno stato di benessere generale e di prevenire l’insorgere di diverse malattie. È rispetto a questo valore che possiamo stabilire se siamo in sovrappeso, tendenti all’obesità o, invece, sottopeso. Ma come possiamo conoscerlo? Un importante indicatore è l’IMC, Indice di Massa Corporea, che si calcola dividendo la massa corporea, espressa in kilogrammi, per il quadrato dell’altezza espressa in metri. IMC = massa corporea (kg) / statura (m2) Una volta eseguito il calcolo, confrontiamo il risultato con i valori riportati nella tabella. IMC

condizione

< 18,5

sottopeso

18,5-24,9

normopeso

25-29,9

sovrappeso

> 30

obesità

massa corporea

38

40

42

45

48

50

frequenza assoluta

1

15

4

8

12

10

Visto che i dati sono discontinui, si rappresentano con un ortogramma che possiamo realizzare utilizzando il programma Microsoft Excel. 16

45 50 48 40 48 50 48 50 42 40 ●

frequenza assoluta

Un’indagine statistica sulla massa corporea di un gruppo di 50 ragazzi di 11 anni ha dato i seguenti risultati: 40 45 42 40 50 48 48 40 45 48 ●

10

10

8

8 6

4

4 2

40 48 50 45 42 48 40 45 50 40 ●

12

12

50 40 45 40 48 40 42 40 38 50 ●

15

14

MATEMATICA

quenza e rappresentiamoli con un diagramma opportuno. La frequenza assoluta indica quante volte si ripete uno stesso dato. Organizziamo i dati.

Qualunque sia il tuo IMC, non prendere mai iniziative da solo, ma rivolgiti sempre al tuo medico! Ricorda che per mantenere il peso forma basta seguire una corretta alimentazione e praticare uno sport o, più semplicemente, fare attività fisica regolarmente, come salire le scale o andare a scuola a piedi o in bicicletta.

a Riordiniamo i dati in una tabella di fre-

0

1 38

40

40 45 48 50 40 45 48 50 40 48 ●

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massa corporea

L'ALIMENTAZIONE

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

4

b Calcoliamo le frequenze relative e rappre-

e Qual è la probabilità che un ragazzo scelto

sentiamole con un areogramma.

a caso abbia massa superiore alla media?

Riprendiamo la tabella delle frequenze assolute e calcoliamo le frequenze relative, espresse in percentuale.

La probabilità è il rapporto tra i casi favorevoli. Nel nostro caso i ragazzi con massa corporea da 45 kg a 50 kg, superiore alla media, sono 30, e i casi complessivi sono 50.

massa corporea

38

40

42

45

48

50

frequenza assoluta

1

15

4

8

12

10

frequenza relativa

2%

30%

8%

16%

Consulta il grafico. La sua è una condizione di normopeso. 130 120 110

38 40

30 3 = → in percentuale 60% 50 5

Troviamo la condizione di una ragazza di 48 kg alta 156 cm.

f

24% 20%

Rappresentiamo con un areogramma le frequenze relative, usando Excel. 50

probabilità

gr

peso (kg)

100

e av

ità es b o

e ob

à sit

o era g leg

sit be

so pe ap r v so

90 80

so ope m r no

70

48

42

à

60

45

sott

50

c Calcoliamo la moda, la mediana e la media.

Data una serie di dati la moda è il dato più frequente. Moda = 40 kg La mediana è il dato centrale.

so ope

40 150 155 160 165 170 175 180 185 190 195 200 205 210 altezza (cm)

■ APPLICA E RISPONDI 1 Qual è il tuo indice di massa corporea?

Mediana = 45 kg La media è data dalla somma di tutti i dati divisa per il loro numero. 38 + 40 ⋅ 15 + 42 ⋅ 4 + 45 ⋅ 8 + 48 ⋅ 12 + 50 ⋅ 10 = 50 38 + 600 + 168 + 360 + 576 + 500 = 44,84 kg = 50 d Calcoliamo la percentuale di alunni con

........................................................................................................................

2 Che cosa osservi confrontandolo con la tabella

all’inizio della scheda? ........................................................................................................................

3 Quali sono le regole generali che devi seguire

per una corretta alimentazione, considerato il particolare momento di crescita che stai vivendo?

una massa corporea compresa tra 39 e 46 kg.

........................................................................................................................

Consideriamo gli alunni con massa corporea da 40 kg a 45 kg, che sono 27. La percentuale è 54%.

4 Qual è il fabbisogno calorico giornaliero che

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devono fornirti i cibi? ........................................................................................................................

L'ALIMENTAZIONE

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LA CURVA IPSOGRAFICA

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tipo di grafico molto particolare: la curva ipsografica. La curva ipsografica è un grafico che descrive la distribuzione delle aree topografiche nelle fasce altimetriche. È molto utile per capire l’andamento della superficie delle terre emerse e dei fondali oceanici.

SCIENZE

Gli esseri umani hanno sempre cercato di rappresentare e misurare la superficie terrestre. La geomorfologia è la scienza che si occupa di analizzare e descrivere le forme della Terra: monti, valli, fiumi, fondali di mari e oceani. La descrizione delle forme del territorio è importante, ma è solo di tipo qualitativo. Un grande contributo alla geomorfologia è stato fornito dalle misurazioni quantitative. Grazie a esse è stato possibile realizzare carte geografiche e mappe, che sono gli strumenti principali della geomorfologia. Disegni semplificati, colori e simboli forniscono un’idea dei contorni e dei lineamenti di una determinata area geografica: le carte rappresentano un ottimo strumento descrittivo ma permettono anche di eseguire delle misurazioni. Dalle misurazioni e Monte dall’analisi dei dati efE km (8848 verest fettuate sulle carte m) 10 è stato possibile 9 costruire un 8 7 6 5 4 3 2 1 0 –1 –2 –3 –4 –5 –6 –7 –8 –9 –10 –11

SCHEDA

MATEMATICA

La curva ipsografica è stata ottenuta mettendo in relazione, in un diagramma cartesiano, le diverse altitudini della superficie terrestre (dal monte più alto alla fossa oceanica più profonda) con l’estensione della superficie che si trova al di sopra di una quota considerata. Come ogni grafico cartesiano, i valori delle ascisse e delle ordinate hanno una corrispondenza biunivoca, cioè a ogni valore delle ascisse corrisponde un preciso valore delle ordinate e viceversa. La lettura della curva ipsografica permette di ottenere importanti informazioni sulle caratteristiche della superficie terrestre; permette anche di svolgere una serie di calcoli sull’intera superficie o su parte di essa, come un bacino idrografico, un lago o una vallata.

monta

gne parte em crosta ersa della terres tre

crost

livello del m are nel su o com parte pless somm ersa d (–240 o 0 m) ella c rosta (–380 0 m) a terr estre

scarp at contin a entale milion

i di kil 50

omet

ri qua drati 100 150

0 perce

ntuale

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fossa 200

250

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fosse Maria

350

nne (–

11 00

400

0 m)

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LA DINAMICA DELLA TERRA

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

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■ APPLICA 1 Usiamo il grafico a pagina precedente per co-

noscere la percentuale dell’area occupata dalle terre emerse. Individuiamo sull’asse delle ordinate la quota 0 e da lì tracciamo la parallela all’asse delle ascisse fino al punto di intersezione con il limite estremo delle terre emerse. Da quel punto si traccia la parallela all’asse delle ordinate fino a incontrare il valore delle ascisse, che corrisponde a circa il 25%. 2 La scarpata continentale è il pendio che mette

in comunicazione il limite della piattaforma continentale, la parte sommersa delle terre emerse, con i fondali oceanici. Quanti milioni di km2 sono occupati dalla scarpata continentale? Per saperlo, tracciamo una riga parallela alle ascisse da quota − 1 km fino a intercettare la curva ipsografica nel punto in cui si piega verso il basso. Leggiamo il valore in km2 che corrisponde a circa 180 milioni. Ripetiamo la stessa misurazione nel punto più basso della scarpata, cioè a partire da quota − 4 km. Il valore in km2 corrisponde a circa 250 milioni. Calcoliamo la differenza: 250 − 180 = 70 milioni di km2, che è l’area occupata dalla scarpata continentale.

■ RISPONDI 1 Che cosa si legge sull’asse delle ordinate? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................ ........................................................................................................................ ........................................................................................................................

2 Che cosa è rappresentato sull’asse delle ascisse? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................ ........................................................................................................................ ........................................................................................................................

3 Qual è la quota massima raggiunta sulle terre

emerse? A che cosa corrisponde? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................

4 Qual è la profondità massima dei fondali ocea-

nici? A quale struttura appartiene? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................

5 Qual è la percentuale areale della parte emer-

sa della crosta terrestre? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................

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LA LEGGE DI NEWTON SCIENZE

SCHEDA

6

MATEMATICA

Il XVII secolo è stato particolarmente fecondo per gli studi astronomici: grazie alle scoperte di Galileo Galilei l’idea stessa di Universo, che fino ad allora si pensava formato da sette sfere rotanti una sull’altra nelle quali erano incastonati i corpi celesti, si è profondamente modificata. Tra gli scienziati che si sono dedicati allo studio dell’Universo, il più famoso è certamente Isaac Newton, che si occupò con passione della dinamica, la scienza che studia il movimento degli oggetti. Newton voleva capire perché niente cade dalla Terra, dato che è sferica, ma tutto resta saldamente attaccato alla sua superficie. Anche gli oggetti che lasciamo cadere dall’alto finiscono sul terreno e non salgono verso il cielo. Newton spiegò questi fenomeni con un’idea: esiste una forza universale che agisce in tutto l’Universo e collega tutti gli oggetti fra loro: è la forza di gravità. Questa legge, enunciata da Newton nel 1687, è chiamata legge di gravitazione universale. La legge afferma che due corpi si attraggono con una forza che è direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa. Risulta quindi che ogni oggetto, anche il nostro stesso corpo, esercita una forza di attrazione su tutti gli altri corpi in base a caratteristiche fisiche, la massa, e geometriche, la distanza.

La Terra ruota intorno al Sole senza allontanarsi da esso: in che modo è possibile calcolare la forza di attrazione che agisce tra i due corpi celesti? Proviamo a rispondere ricorrendo all’espressione matematica della legge di Newton: m1 × m2 F=G d2 G è la costante di gravitazione universale, cioè quella parte della legge identica in tutto l’Universo; m1 ed m2 sono le masse del Sole e della Terra; d è la distanza tra i due corpi celesti. Secondo i calcoli: • G è pari a 0,0000000000667 Nm2/kg2; • la massa del Sole (m1) è pari a 1 989 000 000 000 000 000 000 000 000 000 kg; • la massa della Terra (m2) è pari a 5 972 000 000 000 000 000 000 000 kg; • d è pari a 149 600 000 km. Come puoi vedere si tratta di numeri enormi! Per poterli inserire nella formula ed eseguire i calcoli è necessario utilizzare la notazione scientifica, quel “trucco” matematico che permette di condensare un numero estremamente grande o estremamente piccolo utilizzando un numero decimale tra 1 (incluso) e dieci (escluso), e un’opportuna potenza del dieci con esponente intero. Nella tabella sono riassunti i passaggi per eseguire la trasformazione.

Come puoi scrivere un numero in notazione scientifica Esempio con numeri maggiori di zero

Esempio con numeri minori di zero

1. Scrivi un numero in notazione decimale.

4 299 760

0,000004299

2. Sposta la virgola in modo da separare la prima cifra diversa da zero dalle altre. Ottieni così il numero n.

4,29976

4,299

3. Scrivi la potenza di dieci con esponente pari al numero di posti per i quali hai spostato la virgola: la potenza è positiva se hai spostato la virgola verso sinistra, negativa se lo spostamento è avvenuto verso destra.

106

10 − 6

4,3 × 106

4,3 × 10− 6

Algoritmo o sequenza

4. Il numero in notazione scientifica è pari al prodotto tra il numero n approssimato alla prima o alla seconda cifra decimale e la potenza di 10 calcolata.

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DALL’UNIVERSO AL SISTEMA SOLARE

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

6

Una volta scritti i numeri in notazione scientifica, possiamo svolgere i calcoli: F = 6,67 × 10 −11

1,989 × 10 30 × 5,972 × 10 24 = 3,54 × 1028 N 149 600 000 000 2

■ APPLICA E RISPONDI 1 Trasforma le distanze tra i pianeti e il Sole da km in m utilizzando la notazione scientifica.

Distanza fra il Sole e i pianeti

Distanza dal Sole (in km) Distanza dal Sole (in m)

Mercurio

Venere

Marte

Giove

Saturno

57 910 000

108 200 000

227 900 000

778 500 000

1 434 000 000

..............................

..............................

..............................

..............................

..............................

a. Quale pianeta è più distante dal Sole? b. Qual è la potenza di dieci relativa?

........................................................................................................................................................

.................................................................................................................................................................

c. Qual è il pianeta più vicino al Sole? ................................................................................................................................................................ d. Qual è la differenza negli esponenti tra il pianeta più vicino e quello più lontano dal Sole? ..................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Calcola la forza di attrazione fra i seguenti corpi celesti utilizzando i dati forniti nella tabella seguen-

te e in quella dell’esercizio 1. Corpi celesti

Massa (in kg)

Sole

1,989 × 1030

Mercurio

3,285 × 1023

Venere

4,867 × 1024

Marte

6,39 × 1023

Giove

1,898 × 1027

Saturno

5,683 × 1026

Mercurio

Giove

Terra

Venere

Marte

Urano

Nettuno

Saturno

Forza di gravità (in N)

Sole

Mercurio

Venere

Marte

Giove

Saturno

..............................

..............................

..............................

..............................

..............................

a. Fra il Sole e quale pianeta si sviluppa la forza di gravità maggiore?

...............................................................................

b. A quale fattore si deve questo risultato così elevato? Alla distanza o alla massa del pianeta? .....................................................................................................................................................................................................................................................................

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VOLUME

3

PERCORSO

3

UNITÀ

1

DALL’UNIVERSO AL SISTEMA SOLARE

VOLUME

D

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SCIENZE & MAT

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COME STA CRESCENDO?

SCHEDA

7

SCIENZE

I pediatri hanno elaborato i dati relativi all’accrescimento corporeo dei neonati costruendo le curve di accrescimento, differenziate in base al sesso, che permettono di verificare se la crescita di un bambino rientra negli standard oppure no. Questo è particolarmente importante nei primi mesi di vita, quando il latte materno, per varie ragioni, deve essere sostituito o integrato con il latte artificiale. In tabella è riportato l’andamento in kg della massa corporea di due bambini, Anna e Luca, dalla nascita fino alla decima settimana di vita. nascita

1ª sett. 2ª sett. 3ª sett. 4ª sett. 5ª sett. 6ª sett. 7ª sett. 8ª sett. 9ª sett. 10ª sett.

Anna

2,75

2,6

2,8

3,05

3,15

3,3

3,55

3,75

3,85

4,2

4,25

Luca

3,45

3,25

3,35

3,55

3,7

3,75

3,85

4

4,2

4,4

4,55

MATEMATICA

I grafici sono utili per rappresentare i dati raccolti dagli scienziati durante gli esperimenti. Il computer permette di costruire in modo rapido diversi tipi di diagramma o di modificare l’aspetto di un grafico con l’uso di programmi come Microsoft Excel. Nella cartella Risorse del computer trovi Excel (la versione utilizzata in queste pagine è Microsoft Excel 2016). Apri il programma e tra le opzioni scegli Cartella di lavoro vuota. Riporta in essa i dati della tabella che stai considerando.

Nella barra degli strumenti clicca su Inserisci e poi scegli l’opzione Grafici. Il primo pulsante, , ti suggerisce il grafico che rappresenta nel modo migliore i dati che stai considerando. In caso contrario, puoi scegliere una delle alternative che ti sono offerte. VOLUME

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UNITÀ

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L’ORGANISMO SI RIPRODUCE

VOLUME

C

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

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Selezioniamo Istogramma. Il risultato che otteniamo è il seguente. 5 5 4,5 4,5 4 4 3,5 3,5 3 3 2,5 2,5 2 2 1,5 1,5 1 1 0,5 0,5 0 0

Anna Anna

Luca Luca

nascita 1a sett 2a sett 3a sett 4a sett 5a sett 6a sett 7a sett 8a sett 9a sett 10a sett nascita 1a sett 2a sett 3a sett 4a sett 5a sett 6a sett 7a sett 8a sett 9a sett 10a sett

Il pulsante + consente di modificare gli elementi del grafico: titolo, legenda, etichette dati, griglia. Il pulsante con il pennello permette di cambiare i colori del grafico. L’ultimo pulsante consente di modificare punti dati e nomi visibili sul grafico. Puoi inoltre modificare i valori della griglia principale dei dati con l’opzione Formato asse, i colori di sfondo, o aggiungere griglie secondarie per rendere più leggibile il tuo grafico. Se stai lavorando su un documento di Microsoft Word, puoi inserire un grafico in modo rapido scegliendo nella barra degli strumenti il comando Inserisci e selezionando l’opzione Grafico. Ti si apre una schermata dalla quale puoi scegliere il tipo di grafico che ti interessa: una volta selezionato, ti si apre un grafico preconfezionato e il foglio Excel di riferimento. Inserisci i tuoi dati nel foglio e il computer costruisce un nuovo grafico riferito a essi.

■ APPLICA E RISPONDI Per analizzare meglio l’accrescimento dei due bimbi utilizziamo un grafico cartesiano, che ci permette di visualizzare in modo continuo la variazione di massa corporea rispetto al tempo. 4,8 4,8 4,6 4,6 4,4 4,4 4,2 4,2 4 4 3,8 3,8 3,6 3,6 3,4 3,4 3,2 3,2 3 3 2,8 2,8 2,6 2,6 2,4 2,4 2,2 2,2 2 2

Anna Anna

Luca Luca

nascita 1aa sett 2aa sett 3aa sett 4aa sett 5aa sett 6aa sett 7aa sett 8aa sett 9aa sett 10aa sett nascita 1 sett 2 sett 3 sett 4 sett 5 sett 6 sett 7 sett 8 sett 9 sett 10 sett

1 Quale dei due bimbi è cresciuto di più nella quarta settimana?

...............................................................................................

2 Di quanto è aumentata la massa corporea di Anna nel periodo di osservazione?

..................................................

3 Quale dei due bimbi ha registrato il maggior aumento di massa corporea nel corso delle 10 settima-

ne? Motiva la risposta. ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................

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PERCORSO

4

UNITÀ

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L’ORGANISMO SI RIPRODUCE

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SCIENZE & MAT

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GRUPPI SANGUIGNI E GENETICA

SCHEDA

1

SCIENZE

Gruppo AB marcatore A

marcatore B

Gruppo B Gruppo B marcatore B marcatore B

Qual è la probabilità che un bambino nasca con un certo gruppo sanguigno? Per calcolarla si utilizzano tabelle a doppia entrata, simili ai quadrati di Punnett. Ogni tabella è composta da una prima riga e da una prima colonna simili: in ogni casella della prima riga e della prima colonna vengono riportati gli alleli che vengono presi in considerazione. Una volta compiglobulo late la prima riga e la prima colonna si procede globulo rosso al riempimento della rosso tabella, proseguendo per incrocio tra una cella della prima riga e una cella della prima colonna.

VOLUME

3

PERCORSO

5

UNITÀ

2

Gruppo AB Gruppo AB marcatore A marcatore X Y A

X marcatore B Y marcatore B

XX

XY

XY

YY

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

VOLUME

marcat

globulo rosso

Gruppo A marcatore A marcatore A

Una volta completata la tabella, possiamo risalire al numero di accoppiamenti e contarli. Nell’esempio proposto gli accoppiamenti sono: 1 volta XX, 1 volta YY e 2 volte XY. In linguaggio matematico possiamo dire che XX e YY sono rappresentati ¼ di volte, mentre XY è rappresentato ²∕4 di volte, o meglio ½.

Gruppo A

marcatore A

I gruppi sanguigni presenti nella specie umana sono quattro: A, B, AB e 0 (zero). Ciascuno è caratterizzato dalla presenza o meno, sulla membrana dei globuli rossi, di due particolari proteine, A e B, che funzionano da marcatori specifici di riconoscimento 1 . A determinare i quattro gruppi sanguigni è un solo gene che ha tre alleli: IA, che determina la presenza della proteina A; IB, che determina la presenza della proteina B; i che non determina la presenza di alcuna proteina. I due alleli IA e IB sono codominanti tra loro: ciò significa che gli eterozigoti con genotipo IAIB presentano sulla membrana dei globuli rossi entrambe le proteine, e sono quindi di gruppo AB. L’allele i, invece, è recessivo rispetto a entrambi gli alleli IA e IB: quindi, un individuo di gruppo A può avere genotipo IAIA, oppure genotipo IAiA, mentre un individuo con gruppo sanguigno 0 è sempre omozigote, con genotipo ii. In caso di necessità di trasfusione di sangue è importante conoscere il proprio gruppo sanguigno, per evitare rigetti e problemi molto gravi. Una persona che ha sangue del gruppo A, infatti, può accettare sangue di tipo A o 0, così come una persona del gruppo B può accettare sangue di tipo B o 0. Chi possiede sangue del gruppo 0, invece, può ricevere solo sangue del gruppo 0 ma lo può donare a tutti, perché i globuli rossi non hanno marcatori in superficie 2 . Gruppo A MATEMATICA

8

B

Gruppo 0 Gruppo 0

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PERCORSO

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SCIENZE & MAT SEGUE SCHEDA

8

■ APPLICA E RISPONDI 1 Completa la tabella e stabilisci quali sono tutti i gruppi sanguigni possibili.

A

B

0

A

.....................

.....................

.....................

B

.....................

.....................

.....................

0

.....................

.....................

.....................

a. Con quale frequenza si hanno individui omozigoti? .................................................................................................................... b. Come si definiscono gli individui degli altri casi? ........................................................................................................................... 2 Stabilisci ora la fraquenza e la percentuale con cui si presenta ciascuna coppia di alleli riportata in

tabella. Gruppo sanguigno

Frequenza

Percentuale (%)

AA

.....................

.....................

BB

.....................

.....................

00

.....................

.....................

AB

.....................

.....................

A0

.....................

.....................

B0

.....................

.....................

3 Nel conteggio finale il gruppo A0 equivale comunque al gruppo A, in quanto 0 non solo è recessivo,

ma non ha marcatori di sorta. Lo stesso discorso vale per il gruppo B0. Calcola nuovamente le percentuali dei gruppi A e B basandoti sul carattere dominante, per capire quanto è raro il gruppo 00. Costruisci una tabella e considera il caso in cui entrambi i genitori siano A0.

A

0

A

.....................

.....................

0

.....................

.....................

a. Quanti dei loro figli potrebbero essere del gruppo A? Quanti di questi sono omozigoti per il gruppo A? Qual è la percentuale di eterozigoti?

.................................................................................................................

..........................................................................................................................

.............................................................................................................................................................

b. I genitori di un bambino di gruppo 00 possono avere diversi tipi di gruppi sanguigni. Sai individuarli tutti o sai dire quali gruppi si possono sicuramente escludere? ........................................................................ ...............................................................................................................................................................................................................................................................

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PERCORSO

5

UNITÀ

2

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

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PROVE DI COMPETENZA

cognome ...................................................................

MISURARE DALL’ANTICHITÀ A OGGI

■ PIEDI E BRACCIA PER MISURARE LUNGHEZZE Nel libro della Genesi si legge che Noè costruì un’arca lunga 300 cubiti, larga 50 e alta 30. Il cubito era un’unità di misura molto diffusa nell’antichità ed era definita come la distanza tra il gomito e la punta del dito medio. La lunghezza variava a seconda delle diverse popolazioni: il cubito ebraico corrispondeva a 44,45 cm, mentre quello in uso in Egitto a 52 cm. L’esistenza di diverse unità di misura nel mondo antico rendeva complicati gli scambi e le comunicazioni tra i diversi popoli. A Roma, ad esempio, l’unità di misura era il piede, corrispondente a circa 29,6 cm, mentre in Grecia era utilizzata la tesa, definita come la distanza tra le mani a braccia tese, che corrispondeva a 177,6 cm.

1

SCHEDA

Nell’antico Egitto erano utilizzati due tipi di unità di misura: il cubito egizio, corrispondente a 44,7 cm, e il cubito reale, di 52 cm, mostrato nella fotografia.

Negli ambienti esterni invece venivano utilizzate le meridiane, costituite da un’asta conficcata nel muro o a terra che, quando c’era il Sole, proiettava la sua ombra su una scala opportuna. Nel XIV secolo in Europa vengono realizzati i primi orologi meccanici, marchingegni piuttosto complicati e ingombranti, regolati da pesi. Nel 1581 Galileo Galilei, osservando le oscillazioni di un lampadario nel duomo di Pisa, comprende che il tempo impiegato dal pendolo per completare un’oscillazione è sempre lo stesso, qualunque sia l’ampiezza dell’oscillazione. Questa intuizione apre la strada per la costruzione dei primi orologi a pendolo.

■ UNITÀ DI MISURA UNIVERSALI

■ I PRIMI “OROLOGI”

Con il passare dei secoli ogni nazione elabora auPer misurare il tempo, i Babilonesi e gli antichi Egitonomamente sistemi di misura, spesso molto dizi usavano l’orologio ad acqua. Questo strumenversi tra loro. In Europa, nella seconda to consisteva in un vaso dotato di un metà dell’Ottocento, le due unità di piccolo foro sul fondo, dal quale misura più utilizzate erano la lega e defluiva l’acqua contenuta. Sul lato il miglio, ma la loro lunghezza vainterno erano tracciate delle tacche riava da Paese a Paese: ad esempio, ad altezze differenti che indicavano il miglio norvegese equivaleva a il trascorrere del tempo: osservando a 11,295 km, mentre il miglio inglese quale tacca era arrivata l’acqua, si poera lungo appena 1,609 km! teva capire quanto tempo era passato. Nel 1795 il governo francese incarica Su un principio simile si basava anche la un gruppo di scienziati di elaborare clessidra: in questo caso i contenitoun sistema di misura universalmente ri erano due, avevano forma conica ed Un orologio ad acqua valido. Essi decidono di assumere come erano messi in comunicazione da una risalente al XV secolo a.C. unità fondamentale della lunghezza la stretta apertura attraverso cui passava e conservato al Museo quarantamilionesima parte di un medel Cairo (Egitto). della sabbia. VOLUME

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PERCORSO

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UNITÀ

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LA SCIENZA E IL SUO METODO

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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ridiano terrestre, a cui danno il nome di metro. Da allora, nel corso delle successive Conferenze generali dei pesi e delle misure sono state definite le unità di misura di tutte le altre grandezze fondamentali. Nel 1983 il metro è stato ridefinito come la distanza percorsa dalla luce, nel vuoto, in un intervallo di tempo pari a 1/299 792 458 di secondo. Il secondo, l’unità di misura del tempo, era prima considerato 1/86 400 del giorno solare medio, ma nel 1967 è stato ridefinito dalla Conferenza generale dei pesi e delle misure: attualmente il secondo è legato alle proprietà fisiche dell’atomo di cesio 133. Fino a novembre 2018, il kilogrammo è stato definito come la massa di un cilindro di 39 mm di diametro e 39 mm di altezza, costruito in platino e iridio.

RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

Ricerca in rete informazioni sulle nuove unità di misura delle sette grandezze fondamentali approvate nel novembre 2018 dalla Conferenza generale dei pesi e delle misure. RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

Nella vita quotidiana sono ancora diffusi sistemi di misura diversi. Ricerca e analizza quelli in uso nei Paesi di cui studi la lingua o nei Paesi di origine dei tuoi compagni non italiani. • Quali analogie e differenze rilevi? La meridiana e la clessidra sono antichi strumenti per misurare il tempo che possiamo ritrovare ancora oggi intorno a noi.

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Quali erano le principali unità di misura della lunghezza in uso presso le antiche civiltà del bacino del Mediterraneo? • Quale fu il primo strumento per la misura del tempo? • In che modo le osservazioni di Galileo Galilei hanno permesso la costruzione degli orologi a pendolo? • Come fu stabilita la lunghezza del metro nel 1795? • Come è stato successivamente definito nel 1983? • A che cosa corrispondeva il campione del kilogrammo massa fino a novembre 2018? RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

Su questa lastra di marmo sono messi a confronto il piede e il braccio: spiega perché rappresenta il primo tentativo di convertire un’unità di misura. piede braccio

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VOLUME

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PERCORSO

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UNITÀ

1

• Se ti capita di fare un viaggio con i tuoi genitori, scatta fotografie di meridiane o clessidre. • Indica per ogni fotografia dove è stata scattata e realizza una breve descrizione dell’oggetto (dimensioni, materiali utilizzati, altre caratteristiche).

LAB TINKERING Sulla base delle informazioni fornite dal testo, progetta la costruzione di una meridiana e di una clessidra utilizzando materiali di riciclo o che puoi trovare con facilità in casa tua.

LA SCIENZA E IL SUO METODO

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PROVE DI COMPETENZA

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BATTERI CHE LAVORANO PER NOI La parola “batteri” non evoca di solito pensieri felici: è legata a malattie, infezioni e decomposizione. Ma nella realtà la quantità di batteri utili alla nostra salute, all’ambiente e anche alla produzione industriale supera quella dei batteri che causano malattie.

■ BATTERI PER GLI ALIMENTI Molti tipi di batteri sono stati usati fin dall’antichità per la produzione di alimenti. I lattobacilli presenti nel latte attivano la fermentazione lattica: gli zuccheri vengono trasformati in acido lattico che, a sua volta, agisce sulle proteine facendole coagulare. In questo modo il latte diventa formaggio. Anche lo yogurt è ottenuto dalla fermentazione del latte operata da alcuni lattobacilli, tra i quali il Lactobacillus acidophilus e lo Streptococcus thermophilus, i cosiddetti “fermenti lattici vivi”. Oggi esistono in commercio alimenti arricchiti con probiotici, batteri che, se assunti in quantità adeguate, possono arrecare benefici all’organismo. Si tratta di batteri già presenti nel microbiota intestinale; a differenza dei fermenti lattici dello yogurt, i probiotici resistono agli acidi del primo tratto dell’apparato digerente e raggiungono l’intestino, dove combattono i batteri nocivi e ristabiliscono l’equilibrio della flora intestinale.

SCHEDA

2

■ BATTERI PER L’AMBIENTE Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sui batteri in grado di contrastare l’inquinamento dell’ambiente e modificarne le caratteristiche. I batteri utili che sono stati scoperti sono numerosi, vediamone alcuni. Nelle acque marine vivono batteri (come l’Acinetobacter venetianus) capaci di demolire le molecole di idrocarburi e di trasformarle in grassi, che poi inglobano nella loro membrana cellulare. Nel caso di fuoriuscite di petrolio dai pozzi o dalle navi cisterna, questi batteri si riproducono in maniera eccezionale e contribuiscono al risanamento delle acque.

Acinetobacter venetianus visto al microscopio.

Lactobacillus acidophilus visto al microscopio. VOLUME

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PERCORSO

4

UNITÀ

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Sulla superficie degli oggetti di plastica che inquinano mari e oceani sono state individuate comunità di batteri in grado di contribuire al degrado dei diversi materiali plastici attraverso un meccanismo biologico naturale che potremmo sfruttare in futuro per migliorare le strategie contro questa grave forma di inquinamento. Altri batteri, attivati dalla luce, sono capaci di generare delle vere e proprie “batterie” naturali sfruttando le particelle magnetiche di un minerale IL MONDO DEI MICRORGANISMI

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

2

ferroso, la magnetite: questa capacità potrà essere utilizzata per bonificare l’ambiente dal cromo e da altri metalli inquinanti. Persino gli sciatori devono ringraziare i batteri: lo Pseudomonas syringae produce una proteina che facilita la cristallizzazione dell’acqua presente nell’atmosfera anche quando la temperatura è superiore a 0 °C. Per questa ragione il batterio viene impiegato nella produzione della neve artificiale.

■ BATTERI PER LA SALUTE Esistono anche batteri che possono difenderci da pericolose malattie. I più importanti sono quelli impiegati per la produzione di vitamine e persino di antibiotici. Questi ultimi, infatti, sono medicinali impiegati per distruggere i batteri che scatenano malattie infettive: negli ultimi anni si è però scoperto che alcuni ceppi batterici producono a loro volta sostanze in grado di contrastare la crescita di batteri patogeni. I batteri possono diventare anche degli efficaci insetticidi. Ad esempio, il Bacillus thuringiensis israelensis attacca e distrugge le larve di insetti responsabili della trasmissione di virus, come la zanzara tigre che trasmette il virus Zika, ed elimina parassiti come il verme Onchocerca volvulus che provoca la “cecità fluviale”, trasmessa dalla puntura di una mosca.

VOLUME

1

PERCORSO

RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Che tipo di batteri sono i fermenti lattici vivi? Perché si chiamano così? Per quali produzioni alimentari sono impiegati? • Quali sono le differenze tra batteri e virus? • Quale azione svolge il batterio Pseudomonas syringae? • In che modo i batteri possono contrastare l’inquinamento delle acque? RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

• Trova informazioni sui probiotici, sugli alimenti in cui sono presenti, sulle opinioni riguardo all’efficacia o meno di questi prodotti. • Ricerca informazioni sul botulismo e spiega in che modo si sviluppa la malattia e quali sono gli effetti. • Ricerca informazioni sul virus Zika: quando è stato scoperto, dove è più diffuso, di quale malattia è responsabile. RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

Il Clostridium botulinum, il batterio responsabile del botulino, produce la tossina botulinica, un potente veleno che, opportunamente purificato, diventa Botox, usato nei trattamenti di bellezza.

• In che modo le proprietà di un veleno possono essere sfruttate per i trattamenti cosmetici?

Bacillus thuringiensis israelensis.

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VERSO LE COMPETENZE

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UNITÀ

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IL MONDO DEI MICRORGANISMI

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PROVE DI COMPETENZA

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LA CRISI DELL’ISOLA DI PASQUA

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SCHEDA

■ L’ISOLA SENZA ALBERI

Il motivo di questa apparente stranezza era da ricercare nella popolazione che nel passato aveva L’Isola di Pasqua si trova nell’Oceano Pacifico abitato l’Isola di Pasqua. meridionale, davanti alle coste del Cile. Il suo L’isola fu colonizzata intorno all’800 d.C. da polivero nome è Rapa Nui, che nella lingua nesiani che arrivarono via mare. Studiando polinesiana significa grande isoi pollini fossili trovati nel terreno è stato la o grande roccia. Quando fu America possibile ricostruire l’antica compodel Nord scoperta da un esploratore eusizione vegetale dell’isola: sembra ropeo, proprio nel giorno di che, ai tempi dei primi abitanti, Pasqua, l’isola era coperta da l’isola fosse ricoperta da una riuna scarsa vegetazione forgogliosa foresta di palma troAmerica mata solo da erba e arbusti picale molto simile alla palma del Sud Rapa Nui e non erano presenti alberi da vino cilena, la Jubaea chidi grandi dimensioni. lensis, una pianta che può raggiungere i 20 metri di altezza. Il legno di queste palme era utilizzato dagli abitanti per accendere il fuoco, costruire abitazioni e imbarcazioni con cui pescare, creare utensili, ma anche per costruire i rulli sui quali erano trascinati i grossi blocchi di pietra che servivano per costruire i moai, gigantesche statue che rappresentavano i capi tribù defunti. I moai sono statue monolitiche scolpite in grossi blocchi di pietra. La maggior parte dei moai è disposta lungo la costa, come dei guardiani. I maori narrano che queste statue fossero portatrici di benessere e prosperità e favorissero la protezione degli dei.

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UNITÀ

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I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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■ UN COLLASSO ECOLOGICO E UMANO L’aumento della popolazione incrementò l’uso del legno di palma. Ben presto le diverse tribù entrarono in competizione per la costruzione dei moai: più moai si costruivano, più alberi venivano abbattuti. L’eccessivo consumo di legno danneggiò l’intero equilibrio ecologico dell’isola e la scarsità dei frutti di palma causò una carenza di cibo sia per la popolazione sia per molte specie di uccelli, che abbandonarono l’isola. Questo fenomeno accelerò la scomparsa delle specie vegetali, poiché gli uccelli erano i principali responsabili dell’impollinazione delle piante. In mancanza di legno gli abitanti non poterono più costruire imbarcazioni con cui pescare e la riduzione del cibo causò la decimazione della popolazione. Intorno al 1200 d.C. la palma sparì completamente dall’isola e con essa la popolazione indigena. La storia dell’Isola di Pasqua insegna che la cattiva gestione delle risorse naturali può portare a conseguenze drammatiche, come il declino e l’estinzione di un’intera popolazione e della sua cultura. Questa rimane ancora oggi una delle teorie più accreditate circa la fine di questa civiltà e la scomparsa dell’ecosistema originario; tuttavia scienziati e ricercatori non smettono di cercare nuovi indizi che permettano di fare luce su questo drammatico evento.

• Che rapporto legava gli uccelli alle palme da vino? • Quali furono le conseguenze delle gravi alterazioni dell’ambiente? • Che cosa possiamo imparare dalla drammatica storia dell’Isola di Pasqua? RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

Osserva la fotografia della palma da vino, la stessa che cresceva sull’Iisola di Pasqua. Perché, secondo te, la pianta era considerata particolarmente adatta alla fabbricazione delle canoe?

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

• Da dove deriva il nome dell’isola? • A quando risale la colonizzazione dell’isola? • Come è stato possibile stabilire che l’isola un tempo era coperta da palme tropicali? • In che modo ritieni che la palma da vino, originaria del Cile, abbia potuto raggiungere l’Isola di Pasqua? • Che cosa sono i moai? • Perché i ricercatori attribuiscono alla costruzione dei moai la causa principale del collasso ecologico dell’isola? 74

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PERCORSO

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• Ricerca informazioni sulle caratteristiche della palma Jubaea chilensis e sui suoi utilizzi alimentari. • Come sono fatti i moai? Ricerca informazioni su queste famose statue riguardo al materiale in cui sono state fatte, alle loro dimensioni e al loro significato. • Di recente sono state formulate altre ipotesi riguardo la fine della civiltà dell’Isola di Pasqua. Fai una ricerca e sintetizza le informazioni che riesci a trovare, citando sempre il sito e le fonti a cui fai riferimento.

I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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ARCHITETTURE DI SALE

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■ SALI NELLE ROCCE

■ SALI NELL’ACQUA

Molte rocce della litosfera sono formate da minerali composti da sali. La calcite, il minerale che forma le rocce calcaree, è composta da carbonato di calcio (CaCO3). Di calcite sono fatte le spettacolari scogliere di Dover, ma anche le stalattiti e le stalagmiti che troviamo all’interno delle grotte. Il fenomeno è reso possibile dall’acqua piovana che, attraversando l’atmosfera, si arricchisce di CO2, diventa leggermente acida e quindi scioglie il carbonato di calcio che forma le rocce, trasformandolo in bicarbonato di calcio, Ca(HCO3)2.

Il cloruro di sodio è il sale più abbondante nell’acqua di mare, ma non è il solo. Quando l’acqua marina evapora, i sali che sono in soluzione cominciano a precipitare: i primi a cristallizzare sono il carbonato di calcio, CaCO3, e il solfato di calcio, CaSO4. In seguito, quando la quantità di acqua si è ridotta, si deposita il cloruro di sodio sotto forma di piccoli cristalli bianchi. Questo processo di separazione dei sali dall’acqua marina avviene nelle saline ed è alla base della produzione del sale da cucina.

CaCO3 + H2O + CO2 ➝ Ca(HCO3)2 La soluzione di bicarbonato di calcio penetra nelle cavità delle rocce e raggiunge le grotte sotterranee. Qui, nel corso di migliaia di anni, il bicarbonato di calcio reagisce e si trasforma nuovamente in carbonato di calcio, liberando acqua e anidride carbonica. Se la reazione interessa l’acqua ricca di bicarbonato di calcio che gocciola dalla volta delle grotte si formano le stalattiti, mentre dalle gocce che cadono sul pavimento si formano le stalagmiti, che si accrescono in altezza. La dolomite, MgCa(CO3)2 , composto di carbonato di calcio e magnesio, è il minerale che costituisce la dolomia, la roccia che forma le omonime montagne. Il salgemma è un minerale composto da cloruro di sodio, NaCl. Le miniere di salgemma, testimonianza della presenza di antichi bacini di acqua salata, sono tuttora sfruttate per l’estrazione del sale, ma anche come luoghi di cura per molte malattie, specialmente dell’apparato respiratorio.

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■ SALI NEGLI ORGANISMI Le ossa dello scheletro, i denti dei mammiferi, il guscio delle uova di uccello, le conchiglie dei molluschi, le costruzioni dei coralli hanno qualcosa in comune: sono tutti composti da sali, in particolare carbonati e fosfati, contenenti calcio e magnesio. Gusci e conchiglie sono formati per lo più da carbonato di calcio; le ossa e lo smalto dei denti, invece, sono formati da fosfato di calcio e da idrossiapatite, Ca5(PO4)3OH, un minerale molto duro e resistente. Quello che viene comunemente chiamato “corallo” è l’impalcatura scheletrica prodotta da molte specie di celenterati: è composto da carbonato di calcio insieme a idrossiapatite e solfato di calcio. I coralli sono straordinari organismi costruttori: a loro si deve la formazione di atolli e barriere coralline.

I COMPOSTI CHIMICI

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Essi sono, in realtà, il risultato della simbiosi tra polipi, che costruiscono la struttura di carbonato di calcio, e alghe microscopiche, che con la fotosintesi producono sostanze nutritive anche per i polipi che le ospitano. Questa simbiosi è particolarmente sensibile alle variazioni della temperatura dell’acqua marina: innalzamenti di qualche grado provocano l’espulsione delle alghe e la conseguente morte dei polipi. L’effetto visibile di questo fenomeno è lo sbiancamento del corallo, causato dal riscaldamento globale, che sta provocando la distruzione di gran parte delle barriere e degli atolli corallini.

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Quali sono le rocce formate da carbonati? • Il cloruro di sodio, NaCl, è il sale che usiamo in cucina: descrivi il processo di formazione. • Completa la reazione che forma il carbonato di calcio: + + H2O Ca(HCO3)2 ➞ • Attribuisci i nomi corretti ai reagenti e ai prodotti della reazione. • Di che tipo di reazione si tratta? • In quali ambienti naturali avviene? • Che cosa succede all’acqua? • In che cosa consiste? RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

• Le Dolomiti sono state dichiarate Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. A che cosa sono dovute le straordinarie forme di queste montagne?

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• L’immagine mostra una grotta con stalattiti e stalagmiti: sai indicare quali sono? • Spiega come si sono formate. RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

• Un fenomeno legato alla presenza di carbonato di calcio nelle rocce è il carsismo. Ricerca informazioni sulla distribuzione del fenomeno carsico in Italia e scegli alcune immagini delle località dove è particolarmente visibile. • Il fenomeno dello sbiancamento dei coralli è una delle conseguenze più gravi dei cambiamenti climatici in atto sulla Terra. Ricerca informazioni in rete sullo stato attuale delle barriere coralline nelle diverse aree del Pianeta.

I COMPOSTI CHIMICI

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LA STORIA DELLA TORRE DI PISA La storia della Torre di Pisa inizia nel 1173, quando vengono avviati i lavori di costruzione, che si concludono nel 1350. La Torre, che raggiunge i 56 m di altezza, è formata da 8 piani e sostiene 7 campane, e già durante la costruzione del terzo piano comincia a inclinarsi. La causa della pendenza dell’edificio è nel terreno su cui poggiano le fondamenta, composto da strati di sabbia e argilla più o meno compatti. La Torre, che pesa 14 523 tonnellate, riesce a mantenersi in equilibrio solo perché la verticale che passa per il baricentro cade all’interno della sua base di appoggio.

■ GLI INTERVENTI

Il progetto originale della Torre è attribuito all’architetto Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo il Battistero, anch’esso accanto al Duomo. La Torre, che è il campanile della cattedrale, ne riprende il motivo esterno, formato da loggette ad archi. La struttura è costituita da due stanze: una è alla base della Torre, l’altra è la cella campanaria. Quest’ultima è posta al settimo anello, delimitata dalle mura del camminamento

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superiore, è a cielo aperto e al centro, tramite un’apertura, è possibile vedere il pianterreno della Torre. Per salire in cima alla Torre occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.

■ IL PROGETTO ARCHITETTONICO

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Nel corso dei secoli, la pendenza della Torre ha continuato ad aumentare e gli interventi eseguiti sulla struttura sono stati numerosi. Nel 1838 l’architetto Alessandro Gherardesca, durante i lavori di ristrutturazione del campanile, riceve l’incarico di riportare in luce la parte inferiore del monumento, coperta dal terreno a causa dell’innalzamento del suolo nel corso dei secoli. Le analisi evidenziano la presenza di una grande quantità di acqua nel sottosuolo, che rende cedevole il terreno. Si decide pertanto di aspirare l’acqua con delle pompe, ma questo intervento provoca il fenomeno della subsidenza, cioè un abbassamento verticale della superficie terrestre che fa aumentare la pendenza della Torre. Circa un secolo dopo, nel 1935, l’ingegner Giovanni Girometti interviene per isolare le fondamenta tramite iniezioni di cemento: alla base del cilindro

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della Torre vengono praticati 391 fori obliqui, nei quali sono iniettate 92 tonnellate di cemento. L’intervento provoca danni ancora più gravi e la pendenza della Torre aumenta. Negli ultimi decenni del secolo scorso l’aumento dell’inclinazione della Torre è tale da far temere un possibile crollo. Nel 1973 viene applicato alla Torre un sistema reticolare di tubi con funzione di contrappeso. Un’ulteriore soluzione viene messa a punto con il Progetto KONOIKE: trasformare le caratteristiche meccaniche del terreno sottostante la Torre, iniettando una miscela di cemento e di particolari sostanze chimiche inorganiche in maniera continua e uniforme. La pendenza non si arresta: nel 1990 vengono posti alle estremità della Torre dei contrappesi di piombo di quasi 900 kg, che aiutano a contrastare la pendenza del campanile. Tra il 1999 e il 2001 si interviene eliminando una certa quantità di terreno sottostante e finalmente l’inclinazione della Torre si riduce. Le rilevazioni dei sensori posti nel sottosuolo hanno dimostrato che, dal 2008, la pendenza è rimasta ferma a 4 gradi e che la Torre sta continuando a raddrizzarsi. Michele Jamiolkowski, al quale va il merito del successo di questo ultimo intervento, ritiene che la Torre di Pisa stia andando incontro a fasi di stabilizzazione più o meno temporanee, di impercettibile raddrizzamento e di ritorno alla pendenza, ma senza più il rischio di crollo per almeno trecento anni!

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Quando è iniziata la costruzione della Torre? • Qual era lo scopo della costruzione? A quali altri edifici è annessa? • Perché la Torre ha cominciato a inclinarsi fin dall’inizio della sua costruzione? • In quali condizioni statiche la Torre rimane in piedi, anche se presenta una certa inclinazione? RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

Esegui una ricerca in rete per raccogliere ulteriori informazioni sull’ultimo intervento sulla Torre di Pisa: ad esempio, i nomi dei membri del Comitato 78

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internazionale che hanno contribuito con Michele Jamiolkowski alle operazioni di consolidamento, e quali tipi di interventi sono stati realizzati. RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

• Osserva i tre disegni.

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b)

c)

Quale rappresenta la situazione della Torre di Pisa? In quale caso la costruzione è instabile e rischia di crollare?

LAB TINKERING PROVE DI STABILITÀ MATERIALE

– cartoncino pesante – due coperchi di scatole di scarpe uguali – fermacampioni

– spago resistente – filo di ferro – un piccolo peso – pennarello – forbici

PROCEDIMENTO

• Dal cartoncino pesante ritaglia 4 strisce alte 4 cm e lunghe 30 cm. • Fissale con i fermacampioni ai coperchi, in modo da costruire un edificio con le pareti ma vuoto all’interno. • A metà altezza fai dei piccoli fori nelle strisce e con il filo di ferro crea una struttura a × al cui centro appendi un pezzo di spago con il peso, a rappresentare un filo a piombo. • A partire da una posizione perfettamente verticale, segna sul fondo con il pennarello dove cade la verticale del peso, poi inclina gradualmente il tuo edificio, segnando man mano le posizioni. • Fino a quando riesce a stare in piedi?

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GALLEGGIARE, IMMERGERSI, VOLARE ■ UNA CITTÀ GALLEGGIANTE Una nave, anche se pesa parecchie tonnellate perché realizzata in ferro e acciaio, galleggia perché all’interno è cava e piena d’aria. In questo modo il suo peso specifico complessivo è addirittura inferiore a 1 (che è quello dell’acqua), quindi può galleggiare. Non solo: può addirittura trasportare carichi pesanti (container, auto, camion), purché il

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SCHEDA

peso specifico non superi il valore medio di 1; se ciò accade, la nave affonda. La nave da crociera Symphony of the Seas è la nave più grande del mondo: pesa 230 000 tonnellate, ha una lunghezza di 362 metri e può ospitare 5480 passeggeri e 2390 membri dell’equipaggio. È realizzata per la maggior parte con ferro e acciaio, ma ha un galleggiamento ottimale e può affrontare lunghe rotte oceaniche.

■ IMMERSIONE DA RECORD Se galleggiare comporta dei problemi, immergersi in profondità è altrettanto difficile. Quando un sottomarino procede in orizzontale a profondità costante, il volume dell’acqua spostata dal veicolo è sempre uguale e quindi anche la spinta idrostatica. Ma che cosa succede quando si vuole scendere in profondità oppure risalire in superficie? La struttura interna del sottomarino è dotata di compartimenti a tenuta stagna: in fase di immersione, i compartimenti vengono riempiti d’acqua per fare aumentare il peso del sottomarino rispetto alla spinta idrostatica, mentre, per emergere, i compartimenti si riempiono d’aria, alleggerendo il veicolo. Questa tecnica di costruzione è stata perfezionata nei batiscafi, che possono raggiungere profondità di migliaia di kilometri. VOLUME

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Nel 2012 il regista canadese James Cameron, a bordo del batiscafo Deepsea Challenger, ha raggiunto la profondità record di 11 000 metri, toccando il fondo della Fossa delle Marianne.

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■ DIRIGIBILI E MONGOLFIERE I dirigibili non sono altro che palloni aerostatici ma, a differenza delle mongolfiere che si muovono nell’aria spinte dal vento, i dirigibili si spostano manovrati dall’interno di una cabina. Gli Zeppelin, in voga agli inizi del Novecento, avevano una struttura rigida in alluminio con celle che contenevano elio. Furono adibiti anche al trasporto di persone fino al disastro dello LZ 129 Hindenburg, distrutto da un incendio in fase di attracco nel 1937. In Italia il generale Umberto Nobile progettò dirigibili semirigidi, costituiti da un’unica intelaiatura di chiglia alla quale era attaccato longitudinalmente il pallone vero e proprio. Con uno di questi dirigibili, il Norge, il 12 maggio 1926 venne sorvolato il Polo Nord. Il 25 maggio 1928 il dirigibile Italia, durante una successiva esplorazione artica, ebbe un incidente cui seguì una epica spedizione di soccorso dei superstiti.

• In quali anni sono stati utilizzati i dirigibili? • Qual è la differenza tra dirigibili e mongolfiere? • Qual è stato il primo dirigibile a sorvolare il Polo Nord? RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

• Osserva l’immagine che mostra l’assetto subacqueo dei pesci e scrivi una didascalia per ogni disegno.

vescica natatoria

vescica natatoria dilatata

vescica natatoria compressa

RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

Ricerca in rete quali sono i principali impieghi a scopo civile dei moderni batiscafi.

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

• Qualunque nave, dai cargo alle petroliere alla nave da crociera, deve possedere una particolare condizione di galleggiamento: quale? • Qual è la principale differenza tra sommergibili e batiscafi?

Spesso il termine “sottomarino” è usato, in modo errato, come sinonimo di sommergibile. Ricerca in rete la definizione di sommergibile. Quali differenze rilevi tra i due mezzi navali? Esistono delle analogie?

LAB TINKERING Le lanterne volanti sfruttano lo stesso principio delle mongolfiere. Ricerca in rete le informazioni, o un video tutorial, necessarie per realizzare una lanterna con materiali “poveri”, ad esempio sacchetti per la spazzatura, cannucce, filo di ferro.

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I CICLI DELLA MATERIA La Terra viene costantemente rifornita di energia dal Sole, mentre la materia è presente in quantità costante e deve essere continuamente riciclata all’interno degli ecosistemi. I movimenti degli atomi che interessano le componenti biotiche e abiotiche di un ecosistema si chiamano cicli biogeochimici.

■ IL CICLO DELL’ACQUA Il ciclo dell’acqua coinvolge tutte le acque ed è alimentato dall’energia solare. Per effetto di questa energia, l’acqua evapora dalla superficie di oceani, mari e laghi e passa sotto forma di vapore nell’atmosfera, dove condensa in minutissime goccioline che formano le nubi. L’acqua torna sulle terre emerse sotto forma di pioggia, neve e grandine: in parte va a formare i ghiacciai, in parte fluisce in fiumi, torrenti e laghi oppure viene assorbita dal terreno ed entra nelle falde acquifere. Piante e animali usano l’acqua e la liberano nell’atmosfera attraverso la respirazione e la traspirazione. Sia l’acqua superficiale sia quella sotterranea tornano al mare, dopo un periodo che va da pochi giorni, per l’acqua di superficie, fino ad alcuni secoli, per quella sotterranea.

■ IL CICLO DEL FOSFORO Il fosforo è un elemento indispensabile alla vita perché entra a far parte delle molecole degli acidi nucleici e dei composti energetici del metabolismo cellulare. Tuttavia, non è un elemento molto abbondante in natura ed è contenuto in alcune rocce della crosta terrestre. Il ciclo del fosforo ha inizio quando le acque sciolgono il fosforo dalle rocce e lo portano al mare, dove è utilizzato dai vegetali marini. Attraverso la catena alimentare il fosforo diventa disponibile per gli altri organismi, acquatici e terrestri e, alla loro morte, è restituito al terreno grazie all’azione di particolari batteri. L’assorbimento del fosforo da parte delle piante è favorito dalla presenza di funghi che instaurano una relazione di simbiosi con le radici delle piante. VOLUME

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■ IL CICLO DEL CARBONIO Il carbonio si trova per la maggior parte sotto forma di anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera e disciolta nell’acqua. I produttori utilizzano la fotosintesi per “intrappolare” l’anidride carbonica all’interno di sostanze organiche complesse come zuccheri, grassi e proteine. In questa forma il carbonio entra a far parte dei tessuti delle piante e attraversa i diversi livelli trofici della catena alimentare, diventando fonte di energia sia per gli stessi produttori sia per i consumatori che se ne cibano. Attraverso la respirazione, produttori e consumatori ricavano dalle sostanze organiche energia utile e restituiscono all’ambiente anidride carbonica e acqua. Parte del carbonio rimane nel corpo degli organismi e viene liberato sotto forma di anidride carbonica solo alla loro morte, attraverso la decomposizione. In particolari condizioni di decomposizione, i batteri trasformano i resti degli organismi in petrolio o carbone, cioè in combustibili fossili a base di carbonio. Le attività umane come la combustione liberano CO2 e contribuiscono ad aumentarne la quantità nell’atmosfera. Osserva lo schema del ciclo del carbonio a pagina seguente.

■ IL CICLO DELL’AZOTO L’azoto serve a tutti gli organismi per sintetizzare importanti molecole organiche, le proteine e gli acidi nucleici. È presente in grande quantità nell’atmosfera sotto forma di azoto gassoso, ma gli organismi non sono in grado di utilizzarlo direttamente. Gli unici capaci di catturare e trasformare l’azoto atmosferico in composti utilizzabili dalle piante sono i cianobatteri e i batteri azotofissatori presenti nel suolo e nelle radici delle leguminose. Incorporato in molecole più complesse, l’azoto entra nelle catene alimentari. Alla morte degli organismi, l’azoto viene riciclato: i batteri nitrificanti trasformano le molecole organiche contenenti azoto in composti (nitrati) nuovamente utilizzabili dalle piante; i batteri denitrificanti trasformano i nitrati in azoto gassoso che ritorna nell’atmosfera.

L’ECOLOGIA

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Respirazione delle piante

Circolazione del carbonio nei diversi comparti naturali.

Riserva di CO2 nell’atmosfera

Fotosintesi sulla terraferma

Combustione Fotosintesi negli oceani

Respirazione degli organismi del suolo

Respirazione degli organismi degli oceani

CO2

Respirazione degli animali

CO2

Organismi costruttori

Organismi decompositori

Sfruttamento dei giacimenti

Organismi morti

Graduale produzione di combustibili fossili

Carbone petrolio

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Quali sono le componenti abiotiche di un ecosistema? Quali sono quelle biotiche? Che tipo di relazione le lega? Fai qualche esempio. • Perché i cicli della materia sono chiamati “biogeochimici”? • Da dove proviene l’energia che mette in moto i cicli della materia? • Quali strade prende l’acqua quando torna sulla superficie terrestre sotto forma di precipitazioni? • Che cos’è il processo di traspirazione? In quali organismi avviene? • In che modo respirazione e traspirazione contribuiscono al ciclo dell’acqua? • All’interno di quale ciclo biogeochimico si formano i giacimenti di petrolio e carbone? 82

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Rocce carbonatiche

Organismii Organismi morti decompositori

• Grazie a quali organismi l’anidride carbonica entra a far parte della biosfera e delle altre sfere geochimiche? • Quale sfera geochimica è particolarmente ricca di azoto? • In quali molecole organiche è presente il fosforo? RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

Ricerca informazioni sul guano, una sostanza che un tempo veniva usata come fertilizzante per arricchire di fosforo il terreno, e descrivi la sua formazione all’interno del ciclo del fosforo. RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

I batteri hanno un ruolo di primaria importanza nella circolazione della materia. Cerca informazioni sulla simbiosi che il batterio Rhizobium leguminosarum instaura con alcune piante e descrivine gli effetti.

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PIÙ OLIO, MENO FORESTE

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■ HABITAT MINACCIATI L’olio di palma è estratto dalla polpa dei frutti di una palma che cresce nei climi tropicali: è una pianta produttiva già dopo due mesi dalla semina e che continua a fruttificare per circa 50 anni. L’olio di palma è usato principalmente per produrre dolci e prodotti di bellezza: la maggior parte dei biscotti, delle merendine e delle creme spalmabili contiene olio di palma, che li rende morbidi e cremosi. I maggiori produttori sono Malesia, Indonesia, Papua Nuova Guinea e Brasile. In questi paesi la coltivazione di palma da olio si sta espandendo rapidamente, sostituendosi come unica coltura agli ecosistemi delle foreste tropicali. Gli effetti di queste modificazioni ambientali sono davvero impressionanti. L’Indonesia è diventato il terzo paese al mondo per emissione di anidride carbonica, a causa dei continui incendi che distruggono le foreste pluviali per far posto alle piantagioni di palma da olio. L’aumento di anidride carbonica nell’aria è la causa principale del riscaldamento globale, cioè dell’aumento della temperatura media della Terra: gli scienziati ritengono che circa il 20% del riscaldamento globale sia dovuto proprio alla deforestazione.

Stretto di Malacca

La tigre di Sumatra, l’orango e l’elefante pigmeo sono solo tre delle moltissime specie a rischio estinzione a causa della scomparsa dei loro habitat.

Isola di Rupat Sumatra settentrionale

Gli incendi boschivi sull’isola indonesiana di Sumatra ricoprono regolarmente quest’area di una pesante coltre di fumo, visibile anche dai satelliti.

provincia di Riau

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■ IL COSTO GLOBALE DELLA DISTRUZIONE DELLE FORESTE

VERSO LE COMPETENZE

Non bisogna, tuttavia, pensare che le conseguenze di questi comportamenti ricadano solo sui paesi produttori di olio di palma. A pagare il reale prezzo dell’olio di palma è l’intero ecosistema del pianeta, in quanto la scomparsa di ambienti naturali di inestimabile valore rappresenta una perdita per l’intera umanità. L’agroindustria di palma da olio è una delle cause più importanti e preoccupanti della distruzione delle foreste tropicali. Solo di recente sono state avviate delle iniziative per affrontare i problemi ambientali e sociali legati alla produzione dell’olio di palma, come la Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO, in italiano“Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile”). Purtroppo, però, molti dei danni provocati nei paesi tropicali sono ormai irreparabili.

RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Per quali produzioni industriali si usa l’olio di palma? • Quali paesi sono i maggiori produttori mondiali di olio di palma? • Che cos’è una monocoltura? • Perché la coltivazione estensiva della palma da olio ha prodotto gravissimi danni all’ambiente? • In quale modo la diffusione della coltivazione di palma da olio contribuisce all’aumento della temperatura globale del pianeta? • Quali sono i rischi per la salute legati a un eccessivo consumo di olio di palma? • Come ci dobbiamo comportare nei confronti degli alimenti che contengono olio di palma? RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

■ MA L’OLIO DI PALMA È DANNOSO ANCHE PER LA SALUTE? L’olio di palma è ricco di acidi grassi saturi, come altri grassi alimentari di origine animale, ad esempio burro e strutto: un eccesso di acidi grassi nella dieta è pericoloso per le arterie e il cuore e favorisce l’obesità. Tuttavia, l’uso dell’olio di palma non è mai stato vietato perché, in una normale alimentazione, non raggiunge mai concentrazioni pericolose per la salute. Inoltre, negli ultimi anni, l’industria alimentare ha drasticamente ridotto l’uso dell’olio di palma sostituendolo con grassi diversi. In conclusione: evitiamo di consumare troppi cibi ricchi di olio di palma, contenendo il consumo giornaliero di acidi grassi saturi entro il 10%, ma ricordiamo che non vi sono ragionevoli motivi per eliminarli del tutto dalla nostra dieta.

DEBATE

Visita il sito dell’Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile, http://www.oliodipalmasostenibile.it/, per conoscere le strategie che vengono messe in atto per favorire una coltivazione della palma da olio sostenibile e rispettosa degli ecosistemi naturali. RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

• Qual è il nome della specie di palma da cui si ricava questo olio? Cerca informazioni sulle fasi del processo produttivo: da quando vengono raccolti i frutti, alla fase di spremitura e raffinazione. • In quali cibi che consumi abitualmente è presente olio di palma? Fai un’indagine leggendo le etichette dei cibi confezionati che trovi nella dispensa di casa. Registra le informazioni che hai raccolto e confrontati con i tuoi compagni relativamente al consumo di questi prodotti industriali.

Quanti di noi sono disposti a cambiare le proprie abitudini alimentari, sostituendo prodotti confezionati contenenti olio di palma con altri cibi più naturali, come frutta o verdura?

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ANCHE IL CORPO HA IL SUO pH!

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■ IL pH DELL’ORGANISMO

■ UNA DIETA PER CONTROLLARE IL PH

Il “sistema corpo umano” deve continuamente mettere in atto una serie di meccanismi di autoregolazione per controllare e mantenere le proprie condizioni chimico-fisiche a livelli che gli consentano di sopravvivere e mantenersi in salute. Un aumento della temperatura corporea, ad esempio, ci segnala che sono entrate in azione le difese immunitarie perché il nostro organismo è sotto l’attacco di agenti patogeni. Un deficit di ossigeno, che può accadere quando rimaniamo a lungo in aula con le finestre chiuse, si manifesta con una diminuzione dell’attenzione e con sonnolenza. Un eccessivo livello di zuccheri nel sangue attiva immediati interventi da parte del pancreas.

Situazioni di stress emotivo o di lavoro eccessivo si ripercuotono sul pH e tendono a fare aumentare l’acidità dell’organismo; in questi casi ci possono venire in aiuto i cibi che mangiamo. Nella nostra dieta quotidiana, infatti, entrano alimenti diversi, alcuni acidificanti, altri alcalinizzanti, ed è importante conoscerli. Un eccessivo consumo di carne, per esempio, fa aumentare l’acidità e, per ridurla, il nostro organismo è costretto a mobilitare il fosfato di calcio, il sale che normalmente viene utilizzato nella costruzione delle ossa, con il risultato che il sistema scheletrico si indebolisce. La soluzione è quella di introdurre nella nostra dieta, insieme alla carne, frutta e verdura in abbondanza, facendo un po’ di attenzione a non consumare grandi quantità di alimenti ricchi di ossalati, sali minerali che possono provocare calcoli ai reni: quindi non esageriamo con tè, cioccolato e spinaci!

■ pH FLUTTUANTE MA NON TROPPO Gran parte dei nostri tessuti sono composti da acqua: i liquidi del corpo – sangue, urina, saliva – sono soluzioni acquose che, come tutte le soluzioni, sono caratterizzate da un certo pH. Ad esempio il sangue, in condizioni normali, ha pH 7,4, ma durante il giorno subisce delle oscillazioni per adattarsi ai ritmi dell’organismo. Nella prima parte della giornata e fino al primo pomeriggio, introduciamo nell’organismo la maggior parte dei cibi da cui ricaviamo l’energia che ci occorre per i diversi processi metabolici: i prodotti di rifiuto di queste complesse reazioni entrano nel sangue e ne abbassano il pH, facendolo diventare un po’ più acido. I valori del pH tornano ad alzarsi soltanto verso sera, quando il nostro metabolismo rallenta per preparare l’organismo al sonno. Anche i valori del pH delle urine sono variabili nel corso della giornata: sono più bassi al risveglio, intorno a 4,6, perché eliminiamo gli acidi accumulati durante la notte, si innalzano nel corso della mattina per poi tornare ad abbassarsi dopo pranzo, risalgono ancora a metà pomeriggio e tornano bassi a tarda sera, ma mediamente rimangono intorno a valori di pH neutro. VOLUME

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Tra i cibi acidi che fanno parte della nostra alimentazione troviamo il pane bianco, i pomodori, le banane e i formaggi; tra i cibi basici molte varietà di frutta e verdura come le mandorle e l’avocado.

L’ALIMENTAZIONE

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Sai illustrare qualche meccanismo di autoregolazione messo in atto dal nostro organismo? • Perché il nostro corpo può essere considerato una soluzione acquosa? • A quali valori nella scala del pH corrisponde un pH neutro? E un pH acido o basico? • Qual è il valore di pH medio del sangue? • Come varia il pH delle urine nel corso di una giornata? Perché? • I cibi di cui ci nutriamo influenzano il pH corporeo? • Perché mangiare troppa carne può far male all’organismo? RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

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Scala del pH con alimenti alcalini e acidi.

• Conoscendo il pH dei cibi, sapresti comporre la dieta giornaliera in modo che sia a pH neutro? • Quali cibi ci aiutano a mantenere il pH intorno a 7? • L’assunzione di quali cibi acidifica la dieta? • L’assunzione di quali cibi basifica la dieta? RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

La pelle è la nostra prima barriera di protezione nei confronti degli agenti patogeni e svolge altre importantissime funzioni per il nostro organismo. Ricerca in rete le informazioni che riguardano il pH della pelle. • Che cosa dobbiamo tenere presente nell’acquisto dei prodotti per l’igiene personale e dei cosmetici? 86

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L’ALIMENTAZIONE

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PROVE DI COMPETENZA

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I VACCINI

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Nei secoli scorsi le guerre hanno decimato i popoli di tutto il mondo e spesso sono state affiancate da tremende epidemie di peste, colera, vaiolo e persino morbillo. Oggi è possibile prevenire molte malattie infettive causate da virus e batteri grazie ai vaccini, che sono in grado di limitarne la diffusione, salvaguardando la salute di tutti.

■ IL PRIMO VACCINO I primi passi nella lotta contro le malattie infettive sono stati compiuti alla fine del XVIII secolo grazie alle osservazioni del medico inglese Edward Jenner (1749-1823). In quei tempi nelle campagne inglesi era molto diffuso il vaiolo, una malattia che porta febbre alta e formazione di pustole su tutto il corpo. Il vaiolo si trasmette tramite il contatto con il pus contenuto nelle pustole stesse e provoca la morte del 40% delle persone colpite. Jenner si era accorto che i bovini si ammalavano di una forma più lieve di vaiolo, chiamata “febbre vaccina”, e che questa forma si trasmetteva raramente all’uomo. Inoltre, nel caso qualcuno venisse colpito da vaiolo bovino, risultava poi immune al vaiolo vero e proprio. Per verificare queste osservazioni, Jenner decise di iniettare alcune gocce del liquido prelevato dalla pustola di una donna infetta da vaiolo bovino a un bambino di otto anni, James Phipps, figlio del suo giardiniere. Dopo un lieve rialzo della febbre, James recuperò prontamente la salute in un paio di giorni. Dopo sei settimane Jenner iniettò a James alcune gocce del liquido prelevato da una pustola di vaiolo umano. Come Jenner aveva intuito, il bambino non si ammalò: il suo organismo aveva messo in atto una risposta immunitaria. Jenner aveva fornito le prove dei principi fondamentali dell’immunizzazione e aveva aperto la strada alla vaccinazione, chiamata in questo modo perché realizzata partendo dal pus delle vacche.

■ I PROGRESSI DELL’IMMUNOLOGIA Qualche decennio dopo, il chimico e biologo francese Louis Pasteur (1822-1895) riesce a vincere diverse infezioni batteriche grazie a vaccini VOLUME

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Foto al microscopio del bacillo Mycobacterium tuberculosis.

costituiti da batteri indeboliti in laboratorio. Con Pasteur ha inizio l’era delle vaccinazioni di massa. Nello stesso periodo, il tedesco Robert Koch (1843-1910) scopre il bacillo della tubercolosi e il vibrione del colera e prepara i relativi vaccini. Al tedesco Emil Adolf von Behring (1854-1917) si deve il concetto di antitossina, elaborato nella ricerca di una terapia contro la difterite. Nei primi anni del Novecento il veterinario francese Gaston Ramon (1886-1963) scopre che i vaccini possono essere preparati usando solo una parte dell’agente patogeno. Così nel 1920 diventano disponibili i vaccini contro la difterite e il tetano. In seguito alle drammatiche epidemie di poliomielite che si sono verificate in Europa e negli Stati Uniti tra gli anni ‘40 e ‘50 del Novecento, si presenta la necessità di intervenire contro questa grave malattia. Nel 1957 Albert Sabin (1906-1993) riesce a mettere a punto un vaccino “vivo attenuato” da somministrare per via orale e nel 1963 inizia la vaccinazione antipolio su scala mondiale. Maurice Hilleman (1919-2005) si occupa dei vaccini per morbillo, parotite e rosolia e nel 1971 è pronto il vaccino trivalente. In seguito Hilleman, insieme al suo staff, sviluppa anche quelli contro l’epatite A e B, la varicella, la meningite e la polmonite.

IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• A che cosa devono il loro nome i vaccini? • Qual è stata la scoperta di Jenner? • Quali scienziati si sono distinti nell’ultimo secolo nel campo della ricerca sui vaccini? RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

Ricerca le informazioni utili per rispondere alle seguenti domande. • Quali sono, oggi, le vaccinazioni obbligatorie? Raccogli informazioni sulle malattie infettive delle quali attivano l’immunizzazione.

• Quali sono le vaccinazioni volontarie? • Che tipo di vaccinazione è quella antinfluenzale che viene messa a disposizione ogni anno? • Perché è importante che un bambino sia vaccinato quando comincia a frequentare la scuola e viene a contatto con i compagni? RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

Osserva la tabella che indica i tassi di morbosità, in Italia, di alcune malattie di cui esistono i vaccini. Il tasso di morbosità è il rapporto tra il numero di ammalati e la popolazione complessiva. • Che cosa puoi osservare? • Qual è l’unico dato in aumento? Ricercane le cause.

Periodo di valutazione pre-vaccinazione

Periodo di valutazione post-vaccinazione

Tassi di morbosità pre-vaccinazione (per 100 000 ab.)

Tassi di morbosità post-vaccinazione (per 100000 ab.)

Difterite

1901-1938

1939-2015

53,03

11,42

Tetano

1955-1962

1963-2015

1,45

0,39

Poliomielite

1925-1963

1964-2015

5,23

0,06

Epatite B

1987-1990

1991-2015

5,52

2,53

Pertosse

1925-1994

1995-2015

42,79

3,97

Morbillo

1901-1998

1999-2015

183,16

5,93

Parotite

1936-1998

1999-2015

60,45

13,11

Rosolia

1970-1998

1999-2015

35,94

2,61

Varicella

1925-2002

2003-2015

86,91

124,65

Malattie prevenibili da vaccino

Il quadro realizzato da Gaston Mélingue ritrae il momento in cui Edward Jenner somministra il primo vaccino della storia contro il vaiolo. Riproporre questo momento anche in un’opera d’arte sottolinea l’importanza della scoperta dei vaccini nella storia della medicina.

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IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

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PROVE DI COMPETENZA

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DALLA PILA DI VOLTA ALLE PILE A SECCO

SCHEDA

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■ GALVANI E LA RANA

■ LA PILA DI VOLTA

La prima pila fu costruita nel 1800 da Alessandro Volta (1745-1827). Lo scienziato era venuto a conoscenza degli studi condotti da Luigi Galvani (1737-1798), medico e fisiologo presso l’Università di Bologna, sulla reazione dei muscoli animali agli stimoli elettrici. Nel più famoso dei suoi esperimenti, Galvani collegò, per mezzo di un arco bimetallico, i muscoli delle cosce e i nervi lombari di una rana morta e sezionata, provocando la contrazione dei muscoli dell’animale. Galvani, in uno scritto pubblicato nel 1791, interpretò questi risultati ipotizzando l’esistenza di un fluido elettrico animale: i muscoli dell’animale si sarebbero comportati come un condensatore carico di elettricità che si scaricava a contatto con l’arco bimetallico. Volta, professore di fisica presso l’Università di Pavia e appassionato studioso dei fenomeni elettrici, fu profondamente colpito dagli esperimenti di Galvani e li ripeté dopo aver letto il resoconto del medico bolognese.

Volta però diede un’interpretazione completamente diversa a questi esperimenti: egli attribuì la generazione di elettricità al contatto dei due diversi metalli, mentre la contrazione del muscolo della rana avrebbe semplicemente indicato il passaggio del fluido elettrico. Seguì un lungo dibattito a distanza tra i due scienziati, fatto di resoconti di nuovi esperimenti e di interpretazioni opposte degli stessi. In questa situazione di contrapposizione tra le due teorie, Volta concepì la pila come un esperimento cruciale, che avrebbe permesso di scegliere in modo chiaro e definitivo quale delle due teorie fosse corretta. Lo scopo era produrre elettricità a partire dal contatto di due diversi metalli, senza la presenza del corpo animale. La pila di Volta era formata da dischi alternati di rame e di zinco, tra i quali era inserito un disco di panno imbevuto di una soluzione acida. La sequenza si ripeteva varie volte in modo da formare una pila di dischi sovrapposti. Collegando con un filo conduttore il primo disco di rame, il polo positivo o catodo, con l’ultimo disco di zinco, il polo negativo o anodo, si generava un passaggio continuo di elettroni. zinco filo conduttore

panno imbevuto di acido solforico

– rame

+

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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In questo modo, Volta aveva costruito la prima vera batteria, in grado di produrre una corrente elettrica continua. Il nome “pila” che ancora oggi si attribuisce alle celle elettrochimiche deriva proprio dalla forma dell’apparecchio di Volta. L’importanza storica della pila fu enorme: per la prima volta scienziati e tecnici ebbero a disposizione uno strumento in grado di produrre corrente elettrica in modo continuo e non solo semplici scariche, di breve durata, come quelle che si ottenevano dai condensatori carichi di elettricità statica.

RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

Le due immagini seguenti rappresentano pile di uso comune: in che cosa differiscono?

■ LE PILE A SECCO Oggi usiamo le pile a secco, formate da un involucro esterno di metallo, che costituisce il polo negativo e riveste una “pasta” semisolida imbevuta di sostanze diverse nella quale si muovono gli elettroni. Al centro della pila si trova il polo positivo, costituito quasi sempre da un cilindro di grafite. catodo (grafite)

isolante

pasta semisolida

anodo idrossido di potassio KOH

zinco

La pila alcalina contiene una pasta di idrossido di potassio, KOH, da cui deriva il termine alcalino.

VERSO LE COMPETENZE U20 F013 RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Quali conclusioni aveva tratto Galvani dai suoi esperimenti? • Quali interpretazioni aveva dato Volta agli esperimenti di Galvani? • Come era fatta la pila di Volta? • Qual è stata la sua importanza storica? • Come è fatta una pila a secco? 90

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RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

Le pile contengono elevate percentuali di metalli pesanti, che, se dispersi nell’ambiente, possono provocare gravi effetti tossici. È sufficiente un grammo di mercurio disperso per inquinare 1000 litri di acqua. Una Direttiva europea impone che tutte le pile siano contrassegnate dal simbolo del nastro di Möbius e dal simbolo del bidone barrato. • Ricerca in rete il simbolo del nastro di Möbius e quello del bidone barrato e il loro significato. • Ricerca informazioni sui metalli pesanti presenti nelle pile e sui loro possibili effetti sulla salute e sull’ambiente se le pile non vengono correttamente smaltite. RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

Individua i centri di raccolta delle pile più vicini alla tua scuola o alla tua abitazione e informati sull’attività di riciclaggio gestita dal CDCNPA, il Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori.

ELETTRICITÀ E MAGNETISMO

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PROVE DI COMPETENZA

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QUALE SARÀ IL DESTINO DELL’UNIVERSO? Può esistere un luogo senza fine, uno spazio che non ha limite? Immagina di metterti in viaggio verso un confine che però si allontana quel tanto che basta perché tu non lo possa mai raggiungere: è così che potrebbe essere descritto l’Universo. Ma quale sarà il suo futuro?

■ UN UNIVERSO CHE SI ESPANDE All’inizio del secolo scorso gli astronomi, grazie a telescopi sempre più potenti, sono riusciti a individuare nuovi oggetti celesti di forma regolare: non riuscendo a spiegare la loro natura, li hanno collocati tra le stelle della Via Lattea. Nel 1924 l’astronomo americano Edwin Hubble (1889-1953) ha calcolato la distanza di que-

SCHEDA

12

sti strani oggetti dalla Terra, scoprendo che sono lontani più di un milione di anni luce. Hubble ha così potuto stabilire che essi si trovano al di fuori della Via Lattea e che si tratta di galassie simili alla nostra: nell’Universo ne esistono miliardi, formate a loro volta da miliardi di stelle. Attraverso lo studio delle radiazioni emesse dalle galassie, Hubble ha dimostrato che queste non sono immobili, ma si allontanano le une dalle altre con una velocità proporzionale alla loro distanza. L’immagine dell’Universo che derivava da questa scoperta è di un’immensa sfera costellata di galassie che si allontanano veloci come le schegge di una bomba esplosa. Era nata la teoria dell’Universo in espansione. Da questa teoria si è sviluppata quella, più famosa, del Big Bang. Se, infatti, immaginassimo di far tornare le galassie e tutti i corpi celesti al punto nel quale hanno avuto origine, come se facessimo andare all’indietro un video, tutta la materia si troverebbe concentrata in un unico punto, l’atomo primordiale, dal quale si sono originati l’Universo e il suo movimento di espansione, circa 14 miliardi di anni fa.

■ L’EVOLUZIONE DELL’UNIVERSO: IPOTESI A CONFRONTO Quanto durerà l’espansione dell’Universo? Tutto dipenderà dalla velocità del processo: se rimarrà costante, se diminuirà progressivamente oppure se aumenterà per certi periodi e si ridurrà in altri. Gli astronomi, che cercano di trovare una risposta a questa domanda, hanno formulato due diverse teorie per tentare di spiegare quale sarà il futuro dell’Universo.

Hubble nel 1937, nell’Osservatorio del Monte Wilson, in California, mentre osserva il cielo con il telescopio Hooker, all’epoca il più potente del mondo.

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Secondo la teoria dell’espansione all’infinito, l’Universo si espanderà per sempre: ogni corpo celeste si allontanerà da tutti gli altri, ogni stella esaurirà il proprio combustibile nucleare e persino i buchi neri si dissolveranno. Resterà un Universo freddo e buio, formato da particelle elementari in “decomposizione”: la densità

DALL’UNIVERSO AL SISTEMA SOLARE

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diventerà prossima allo zero e la temperatura molto vicina allo zero assoluto. Questa fine è chiamata in inglese The Big Chill, il grande freddo. Secondo la teoria dell’Universo oscillante l’Universo è paragonabile a un polmone che respira: a tratti si espande e a tratti si contrae. Noi viviamo in un momento di espansione dell’Universo, ma tra qualche miliardo di anni comincerà la fase di contrazione. Secondo questa teoria la velocità di espansione rallenterà fino a fermarsi e la forza di gravità risucchierà tutto l’Universo in un unico punto iniziale, come quello che ha dato origine a tutta l’energia e la materia. In seguito ci sarà un nuovo Big Bang e la nascita di un nuovo Universo che collasserà nuovamente, in

un susseguirsi di espansioni e contrazioni senza fine. Ogni collasso è chiamato in inglese The Big Crunch, la grande compressione.

■ IL VALORE CRITICO I possibili destini dell’Universo si basano su calcoli complessi che prendono in considerazione la densità della materia e dell’energia nel loro insieme. Secondo questi calcoli esiste un valore di densità detto valore critico. Se la densità supererà il valore critico, la velocità di espansione tenderà a diminuire e il collasso terminerà nel Big Crunch. Se invece la densità si avvicinerà o sarà inferiore al valore critico, l’espansione infinita porterà al Big Chill.

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Quale astronomo ha formulato per primo la teoria dell’Universo in espansione? • Che cos’è la Via Lattea? • Che cosa sostiene la teoria del Big Bang? • Che cosa indicano gli scienziati con il termine “atomo primordiale”? • Quando avrebbe avuto origine l’Universo? Quanti miliardi di anni dopo si è formato il Sistema solare? • Spiega con le tue parole le due teorie relative al futuro dell’Universo. RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

Osserva i disegni che rappresentano le due ipotesi elaborate dagli astronomi riguardo alla possibile evoluzione dell’Universo e scrivi sotto a ciascuno il nome della teoria corrispondente.

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RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

Ricerca informazioni sulla teoria delle stringhe e sugli universi paralleli. Cerca di spiegare come queste nuove teorie si inseriscono nell’idea del Big Bang.

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DALL’UNIVERSO AL SISTEMA SOLARE

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PROVE DI COMPETENZA

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I FUSI ORARI Telefoni e cellulari sono alla portata di tutti, ma attenzione alle comunicazioni intercontinentali! Ad esempio, se decidi di telefonare alle 9 del mattino a un amico di New York, puoi sentirti rispondere: «Ma ti sembra l’ora di telefonare? Mi hai svegliato!»; mentre se chiami un ufficio a Sydney, in Australia, rischi di non trovare nessuno perché la giornata di lavoro si è già conclusa. Che cosa si deve fare per evitare questi inconvenienti?

newyorkesi vedranno sorgere il Sole sei ore dopo. Poiché la Terra impiega 24 ore per compiere un giro completo su se stessa, si è pensato di dividere la superficie terrestre in 24 spicchi immaginari, o fusi orari, ampi ognuno 15° di longitudine. Si è poi deciso che tutte le località dello stesso fuso abbiano la stessa ora, corrispondente a quella del meridiano centrale di quello stesso fuso. Nella realtà, spesso i fusi orari hanno un andamento irregolare, perché gli Stati attraversati da più di un fuso hanno preferito stabilire un orario unico per tutto il territorio, a meno che non siano così grandi (come Stati Uniti, Russia, Cina) da dover mantenere orari diversi.

■ OGNI LOCALITÀ HA LA SUA ORA L’ora di una località è stabilita sulla base del mezzogiorno, il momento nel quale il Sole raggiunge il punto più alto nel cielo. Questo si verifica nello stesso istante solo per le località che sono poste sullo stesso meridiano, ma in momenti diversi per località situate su meridiani differenti. Infatti, poiché la Terra ruota su se stessa, i punti sulla sua superficie passano davanti al Sole in tempi diversi: se a Roma il Sole sorge alle 6, nello stesso istante a New York è mezzanotte e i -11

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■ OROLOGIO E CALENDARIO PER VIAGGIARE I fusi e le ore corrispondenti sono stabiliti per convenzione a partire dal meridiano di Greenwich, definito anche meridiano 0 perché ha longitudine 0. +1

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Circolo Polare Artico -6

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Tropico del Cancro

+5 30

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165° 1

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IL NOSTRO PIANETA, LA TERRA

60° 16

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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Il fuso di Greenwich è contrassegnato dalle ore 12 (mezzogiorno), mentre nei fusi a ovest le ore sono via via decrescenti (11, 10, 9…) fino ad arrivare al fuso 0 dove è mezzanotte; nei fusi a est, invece, gli orologi segnano ore via via crescenti (13, 14…) fino ad arrivare alle ore 24. Il fuso 0 e il fuso 24 coincidono: un viaggiatore che procede verso ovest si avvicina alla mezzanotte del giorno prima, mentre se viaggia verso est si avvicina alla mezzanotte del giorno dopo! Lungo il meridiano centrale del fuso 0/24 è stata stabilita la linea del cambiamento di data. In realtà essa è stata deviata per non attraversare territori abitati e passa sempre in mare aperto.

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• In quanto tempo la Terra compie un giro completo attorno al proprio asse? • In che posizione si trova il Sole quando è mezzogiorno? • Che cosa sono i fusi orari? Quanti sono? Qual è la loro ampiezza? • A quale meridiano corrisponde quello di Greenwich? Perché è così importante per stabilire l’ora di una località? • Che cos’è la linea del cambiamento di data?

RICAVA INFORMAZIONI SPECIFICHE

Una multinazionale di Parigi ha sedi in diversi Paesi del mondo: accanto a ciascuna località scrivi l’ora di Parigi che corrisponde alle 8:30 locali. • 8:30 Mosca ➜ Parigi .............................................. • 8:30 Washington ➜ Parigi .............................................. • 8:30 Brasilia ➜ Parigi .............................................. RICAVA INFORMAZIONI DA IMMAGINI

A Roma sono le 15:42 del 3 dicembre. Nello stesso momento, a Khartoum, Città del Messico e Canberra, gli orologi digitali segnano ore differenti. • Localizza la posizione delle tre città sul planisfero. • Scrivi i nomi delle città sotto i quadranti degli orologi.

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• In quale delle tre città è il 4 settembre? • A che ora (italiana) puoi telefonare per trovare la famiglia del tuo amico, che abita a Oslo, riunita a tavola per il pranzo?

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IL NOSTRO PIANETA, LA TERRA

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PROVE DI COMPETENZA

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LE SOSTANZE STUPEFACENTI In natura esistono molte sostanze che, una volta assunte, sono in grado di imitare le funzioni dei neurotrasmettitori, sostituendosi a essi. Queste sostanze, chiamate stupefacenti o droghe, modificano profondamente l’umore e i comportamenti della persona che le assume, provocando sensazioni diverse, come eccitazione violenta, profondo rilassamento, visioni fantastiche, a seconda del tipo di sostanza. L’assunzione prolungata di droghe provoca assuefazione: il cervello si abitua a dosi sempre più elevate di queste sostanze e non è più in grado di produrre i neurotrasmettitori naturali. Questo fenomeno conduce alla dipendenza, cioè un bisogno incontrollabile e ossessivo di assumere quantità di droga sempre più elevate. Se viene interrotta l’assunzione di droghe, i recettori situati sulle sinapsi rimangono momentaneamente vuoti e la produzione di neurotrasmettitori naturali viene di nuovo stimolata. Durante il tempo di riattivazione, che può essere piuttosto lungo, si scatena la cosiddetta crisi di astinenza accompagnata da dolori muscolari, vomito, diarrea, vampate di calore e brividi di freddo. Le droghe danneggiano gravemente non solo il sistema nervoso, ma anche tutti gli organi del corpo. Se si assume una dose eccessiva di stupefacente, cioè una overdose, l’organismo può reagire con violente crisi cardiorespiratorie che possono provocare la morte.

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Tutti gli stupefacenti, compresi la nicotina contenuta nel tabacco e l’alcol, producono dipendenza e gravi conseguenze in tutto l’organismo: conoscerne gli effetti può aiutare ciascuno di noi a evitare il rischio di assumere, magari per gioco o per pura curiosità, sostanze che danneggiano, spesso in maniera irreparabile, la nostra salute. Le droghe si distinguono in due tipologie: – droghe naturali, perché si ottengono dalla lavorazione delle foglie e dei fiori di alcune piante; – droghe sintetiche, che si ottengono nei laboratori chimici e imitano gli effetti delle droghe naturali.

IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO

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■ LA NICOTINA E L’ALCOL La nicotina, che è contenuta nel tabacco, accresce la produzione di dopamina, che a sua volta stimola l’ipotalamo e il cervelletto. Ha effetti sul comportamento, sulla memoria, sulla motivazione, sul sonno, sull’umore e sull’attenzione; agisce sul sistema simpatico accelerando il battito cardiaco e la pressione sanguigna. La nicotina, inoltre, crea una fortissima dipendenza, come ben sanno le persone che decidono di smettere di fumare. L’alcol, o etanolo, ha effetti ancora più gravi sulle cellule nervose: il cervello, infatti, possiede delle difese che impediscono alle sostanze chimiche contenute nel sangue di penetrare nei neuroni, ma purtroppo questa barriera viene superata facilmente dall’alcol, che si scompone in molecole capaci di penetrare nelle cellule nervose. L’alcol viene assorbito dallo stomaco e metabolizzato molto lentamente dal fegato, restando a lungo in circolo. Bere molto e per molto tempo provoca gravi malattie al fegato e la morte delle cellule cerebrali con conseguente atrofizzazione del cervello. Per tutti questi motivi la legge vieta la vendita di alcolici ai minorenni e la guida in stato di ebbrezza. Il limite di etanolo permesso dalla legge per mettersi alla guida è 0,5 g per litro di sangue. Questo quantitativo equivale a:

Anche se in Italia il numero di fumatori sta calando, sempre più giovani si avvicinano allo loro “prima sigaretta”.

BIRRA

bicchiere da 330 ml

CHAMPAGNE O SPUMANTE

VINO LIQUOROSO O APERITIVO

bicchiere da 100 ml

bicchiere da 80 ml

VINO

bicchiere da 125 ml

SUPERALCOLICO

READY TO DRINK

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IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO

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bicchiere da 150 ml

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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■ LE DROGHE CON EFFETTI STIMOLANTI Questa tipologia di sostanze esercita un’azione stimolante sul sistema nervoso centrale potenziando le prestazioni psicofisiche dell’organismo e alcune funzioni biologiche. Alcune di queste droghe sono di origine vegetale, come la cocaina, estratta dalle foglie dell’albero della coca, altre sono artificiali, cioè sintetizzate in laboratorio, come le anfetamine e l’ecstasy. La loro assunzione provoca sensazioni di grande euforia: il battito cardiaco e il ritmo respiratorio aumentano, non si avvertono più la fatica e il bisogno di bere; si ha un aumento della reattività fisica e mentale. L’organismo è sottoposto a uno stress così intenso che può portare al collasso e provocare l’infarto cardiaco. La cocaina può essere assunta per inalazione, per via endovenosa oppure per masticazione e gli effetti stupefacenti sono proporzionati alla modalità di assunzione. Per secoli, le foglie di coca sono state masticate dalle popolazioni del Sud America come rimedio contro la fame e come anestetico, specie nel corso di rituali religiosi che prevedevano pratiche sacrificali. L’ecstasy è una droga che si presenta sotto forma di pastiglie colorate, molto diffusa tra i giovani

La pianta della coca, Erythroxylum coca, è originaria del Sud America. VOLUME

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PERCORSO

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che frequentano le discoteche: causa euforia, alterazione nella percezione dello scorrere del tempo e allucinazioni che durano fino a 4 ore. Anche una sola assunzione può provocare un fortissimo aumento della temperatura corporea che può condurre alla morte. I tipi di droghe sintetiche sono in continuo aumento: tra le più recenti c’è lo shaboo, una metanfetamina che crea una fortissima dipendenza e ha effetti devastanti.

■ LE DROGHE ALLUCINOGENE O ALTERANTI Questi stupefacenti modificano la percezione della realtà: chi li consuma vede cose che non esistono e diventa preda delle sue fantasie, ad esempio può arrivare a lanciarsi nel vuoto credendo di poter volare. Il più diffuso degli allucinogeni è l’LSD, una sostanza chimica prodotta in laboratorio, ma anche la marijuana e l’hashish, estratte dalle infiorescenze della pianta della canapa indiana, producono alterazioni del cervello. Se consumati in grandi quantità, gli allucinogeni possono provocare attacchi di panico, oltre che danneggiare gravemente i polmoni. La canapa indiana però, in opportune concentrazioni, è usata per scopi terapeutici in soggetti malati di can-

Dalla lavorazione della canapa sativa, Cannabis sativa, si possono ricavare carta, tessuti e anche mattoni. IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO

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PROVE DI COMPETENZA SEGUE SCHEDA

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cro o sclerosi multipla. In medicina è utilizzata da migliaia di anni ed è presente nella farmacopea ufficiale fin dalla metà del Novecento. In molti paesi europei, tra i quali l’Italia, ed extraeuropei, l’uso della canapa indiana per scopi terapeutici è già legale, ma l’argomento è al centro di accesi dibattiti sia sul piano scientifico sia su quello etico.

■ LE DROGHE NARCOTICHE O DEPRIMENTI

Il narcotico più conosciuto è l’oppio, una sostanza estratta dal papavero da oppio, una pianta originaria del sud-est asiatico. Dall’oppio si ricavano la morfina e, per successiva lavorazione chimica, l’eroina. Queste sostanze sono da tempo usate in medicina come potenti antidolorifici, in quanto hanno un effetto calmante e rilassante ed eliminano la sensazione di dolore. Assunte come droghe, provocano una fortissima dipendenza con conseguenze gravissime sulla salute, in particolare del fegato e dei reni.

VERSO LE COMPETENZE RICAVA INFORMAZIONI DALLA LETTURA DI UN TESTO

• Che cos’è una dipendenza? • Perché le sostanze che imitano le funzioni dei neurotrasmettitori sono chiamate stupefacenti? • In base agli effetti prodotti le droghe si classificano in tre categorie: quali? • Che differenza c’è tra droghe naturali e droghe sintetiche? • Perché l’alcol e la nicotina contenuta nel tabacco sono equiparati alle droghe? • Quali sono le possibili conseguenze di un abuso di alcol? • A quale categoria di droghe appartiene l’oppio? RICERCA INFORMAZIONI IN RETE

Guidare con un tasso alcolemico nel sangue superiore a 0,5 g/L è causa di moltissimi incidenti stradali ed è punito severamente. Ricerca in rete informazioni sulle sanzioni previste dalla legge per chi guida in stato di ebbrezza e i sintomi correlati ai diversi livelli di alcol nel sangue. • Quali sono le pene previste per chi guida con un tasso alcolemico superiore a 0,5 g/L? • Quali sono gli effetti sulla guida quando il tasso alcolemico supera gli 0,5 g/L? • Con quale valore di etanolo nel sangue sopraggiunge lo stato di incoscienza? Ricerca informazioni sull’uso della canapa nel campo della bioedilizia. • Che tipo di vantaggi offre la coltivazione di questa pianta? • Perché si parla di “bioedilizia”? RICERCA INFORMAZIONI SPECIFICHE

L’oppio si ottiene dal papavero officinale, Papaver somniferum, incidendo le capsule lasciate scoperte dai petali dei fiori e raccogliendone il lattice che trasuda.

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Crystal Meth, Krokodil, Scoop, Dragonfly non sono personaggi di videogame o manga, ma potentissime droghe di ultima generazione. Cerca informazioni sulla loro origine, sugli effetti che provocano e rifletti sulle conseguenze della loro assunzione.

IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO

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COMPITO DI REALTÀ

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BASKET O PALLAVOLO?

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Siamo in palestra e sta per iniziare la lezione di educazione fisica. «A che cosa giochiamo oggi?» L’insegnante ci propone di scegliere se giocare a basket o a pallavolo, ma prima di iniziare a conoscere le regole di gioco dei due sport, vuole che controlliamo se le dimensioni dei campi tracciati sul pavimento della palestra sono quelle regolamentari previste dalle federazioni sportive. Inoltre ci spiega che il pallone da pallavolo e quello da basket sono diversi: cambiano le dimensioni e il peso. Osserviamo anche che sulla maggior parte dei palloni da basket è riportata la scritta “GR5”, mentre su altri, molto più grandi, “GR7”. Vogliamo capire il significato di queste sigle e qual è il pallone usato nelle partite di campionato. Come possiamo organizzarci per eseguire questi controlli?

■ COMPETENZE

■ COMPITO

Affrontare concetti fisici effettuando esperimenti e comparazioni, raccogliendo e analizzando dati e costruendo modelli concettuali e rappresentazioni formali di tipo diverso.

• Scegliere gli strumenti più adeguati per compiere le misurazioni. • Ripetere le misurazioni per stabilire la media aritmetica dei valori ottenuti. • Confrontare le misure delle dimensioni dei campi e i pesi dei palloni con quelli regolamentari.

Utilizzare semplici strumenti di misura. Riconoscere varianti e invarianti in una situazione concreta. Riconoscere gli errori sperimentali e saper applicare il metodo della media su più misure di una stessa grandezza. Operare approssimazioni scegliendo l’opportuna posizione dei numeri decimali. Saper utilizzare strategie per fare stime di grandezze in modo indiretto. Risolvere problemi: analizzare le ipotesi, formulare possibili procedimenti di risoluzione, applicarli e verificare la correttezza delle soluzioni. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati. Ricercare sul web strumenti alternativi per la risoluzione di alcuni problemi.

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PERCORSO

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UNITÀ

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■ STRUMENTI – riga centimetrata – metro a nastro in tela – metro a nastro metallico – puntatore laser – bilancia per alimenti – quaderno – matita e penna – computer connessi a Internet

LA SCIENZA E IL SUO METODO

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO

■ RIFLETTIAMO INSIEME

Dividere la classe in gruppi e stabilire quali compiti svolgono. L’esecuzione del compito è prevista in 2-3 ore.

• Con quale strumento avete ottenuto le misurazioni più precise? Sapete spiegare la ragione? • Quali strumenti avevano la sensibilità e la portata più adatte per misurare le dimensioni dei campi?

■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA 1 Organizziamo i gruppi

Per prima cosa ci dividiamo in piccoli gruppi e stabiliamo chi misurerà il campo da basket e chi quello di pallavolo. 2 Recuperiamo gli strumenti di misura

Occorre recuperare gli strumenti di misura. Possiamo chiedere all’insegnante di scienze di usare quelli a disposizione in laboratorio, oppure possiamo chiederli in prestito ai genitori o agli amici. 3 Eseguiamo le misure con strumenti diversi

Ogni gruppo esegue le misurazioni usando strumenti diversi. Misuriamo le dimensioni dei campi e il diametro e i pesi dei palloni. Riportiamo i dati sul quaderno.

■ OLTRE IL COMPITO • Qual è la differenza tra strumento analogico e strumento digitale? Eseguite una ricerca in rete e stabilite quali degli strumenti che avete utilizzato erano analogici e quali erano digitali. • In un campo da pallavolo anche la posizione della rete e la sua altezza rispetto al piano di gioco sono regolamentate, così come in un campo da basket occorre che tabellone e canestro siano a un’altezza ben precisa. Ricercate in rete queste informazioni e controllate che anche queste caratteristiche dei campi siano rispettate.

4 Confrontiamo i dati ottenuti

Ogni gruppo confronta le misurazioni ottenute con i diversi strumenti. Mettiamo in evidenza gli eventuali errori di esecuzione e stabiliamo quali strumenti si sono rivelati più adatti per effettuare le misure. 5 Ricerchiamo informazioni

Facciamo una ricerca per conoscere le dimensioni regolamentari dei campi e i pesi dei palloni previsti dalla Federazione Italiana di Pallacanestro e dalla Federazione Italiana di Pallavolo. Possiamo farla in rete oppure cerchiamo le informazioni sul nostro testo di educazione fisica. 6 Comunichiamo i nostri risultati

Ogni gruppo comunica all’insegnante e agli altri gruppi i risultati ottenuti dalle misurazioni: mette in evidenza eventuali differenze tra le dimensioni dei campi tracciati in palestra e quelle regolamentari e tra i pesi dei palloni usati per il basket e per la pallavolo.

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LA SCIENZA E IL SUO METODO

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COMPITO DI REALTÀ

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ANDIAMO IN LABORATORIO! Il professore di scienze ci ha proposto di realizzare un esperimento nel laboratorio della scuola e noi abbiamo accettato con entusiasmo! Il nostro insegnante però vuole che, prima di entrare in laboratorio, impariamo le regole per eseguire un esperimento in sicurezza. Per prima cosa conosceremo il significato dei simboli di pericolo contenuti nel GHS (Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals), il Sistema mondiale armonizzato di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche introdotto in tutto il mondo dalle Nazioni Unite.

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SCHEDA

ESPLOSIVO

INFIAMMABILE

COMBURENTE

GAS COMPRESSI

CORROSIVO

TOSSICO

TOSSICO A LUNGO TEMINE

IRRITANTE

NOCIVO

PERICOLOSO PER L’AMBIENTE

■ COMPETENZE Leggere e interpretare correttamente il significato dei simboli di pericolo riportati sulle etichette dei prodotti. Utilizzare strumenti diversi per ricercare informazioni. Saper organizzare attività di ricerca in gruppo. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati.

■ COMPITO • Lavorare in gruppo per realizzare un cartellone con tutte le informazioni sui simboli di pericolo. • Ricercare informazioni sui primi interventi di soccorso nel caso di piccoli incidenti in laboratorio. • Preparare una presentazione digitale che fornisca le indicazioni sui comportamenti da tenere nel laboratorio di chimica.

■ STRUMENTI – computer connessi a Internet – videoproiettore VOLUME

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– cartelloni – materiale di cancelleria

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I COMPOSTI CHIMICI

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO

5 Realizziamo una presentazione digitale che

Dividere la classe in gruppi e attribuire a ciascuno un certo numero di simboli di pericolo dei quali costruire le schede informative. L’esecuzione del compito è divisa in cinque fasi: ricerca in rete, o su testi di chimica, delle informazioni sui simboli di pericolo (tempo previsto 2 ore); realizzazione delle schede informative: disegno dei simboli e stesura delle indicazioni relative a caratteristiche, consigli di prudenza ed esempi di prodotti (tempo previsto 2 ore); costruzione del cartellone riassuntivo (tempo previsto 1 ora); ricerca in rete sugli interventi di primo soccorso in caso di incidenti (tempo previsto 1 ora); realizzazione di una presentazione digitale sui comportamenti da tenere in laboratorio (tempo previsto 4 ore).

■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA 1 Organizziamo i gruppi

Per prima cosa ci dividiamo in piccoli gruppi e stabiliamo di quali simboli si occuperà ciascuno. 2 Ricerchiamo informazioni

Ogni gruppo ricerca in rete (o su testi di chimica) il significato del simbolo, la spiegazione degli effetti che può provocare il prodotto e i consigli per maneggiarlo correttamente. 3 Realizziamo le schede dei simboli di peri-

colo e costruiamo il cartellone Ogni gruppo realizza le schede dei simboli: disegna il simbolo e scrive sotto ciascuno le relative informazioni. Le schede sono incollate su un cartellone che appendiamo in classe. 4 Ricerchiamo informazioni in rete sugli in-

terventi di primo soccorso in caso di incidenti Ogni gruppo esegue la ricerca in rete. I gruppi mettono in comune le informazioni raccolte e le selezionano per realizzare la presentazione. 102

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riassume i comportamenti che dobbiamo tenere quando siamo in laboratorio Tutta la classe si confronta e discute sui risultati del lavoro di ricerca per stabilire quali informazioni inserire nella presentazione digitale.

■ RIFLETTIAMO INSIEME Ora che conosciamo il significato dei simboli, sappiamo quali precauzioni dobbiamo prendere quando maneggiamo prodotti chimici e oggetti in laboratorio. Sotto la guida del nostro insegnante, proviamo a rispondere ad alcune domande. • Perché in laboratorio bisogna indossare il camice? • Quando è necessario indossare guanti di gomma e occhiali protettivi? • Perché i contenitori che usiamo in laboratorio per gli esperimenti sono in vetro? • Che cosa dobbiamo fare in caso di piccoli incidenti? • Qual è il numero di emergenza da chiamare in caso di incidenti più gravi?

■ OLTRE IL COMPITO • Ogni giorno entriamo in contatto con prodotti chimici diversi che sono contenuti in articoli apparentemente innocui come colle, disinfettanti, detergenti per la pulizia della casa e detersivi. Sono sicuramente articoli che ci forniscono un aiuto prezioso, ma occorre usarli correttamente per evitare rischi per la salute nostra e dell’ambiente. Una buona abitudine è leggere sempre con attenzione le informazioni riportate sull’etichetta sulla confezione dei prodotti. • Costruite una rassegna dei prodotti più comuni per la pulizia della casa, indicando per ciascuno il simbolo di pericolo, le indicazioni, i consigli di prudenza e la classe di pericolo riportati sull’etichetta.

I COMPOSTI CHIMICI

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COMPITO DI REALTÀ

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UNA NUOVA SEDE PER LA SCUOLA

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SCHEDA

La nostra scuola ha bisogno di lavori di ristrutturazione, ma il Comune, anziché sistemare l’edificio, ha deciso di costruirne uno nuovo, più adatto alle nostre esigenze di studio e realizzato rispettando tutte le norme di sicurezza. Abbiamo deciso di visitare il cantiere guidati dai nostri insegnanti, ma per effettuare questa uscita è prima necessario progettarla nei dettagli. In un cantiere edile ci sono macchine, impalcature, cumuli di materiali: quali sono i comportamenti da tenere per muoverci in sicurezza in questo luogo di lavoro piuttosto pericoloso? Scopriamolo insieme!

■ COMPETENZE Acquisire le conoscenze di base per muoversi in sicurezza in ambito extrascolastico. Ricercare e selezionare le informazioni (in rete, su riviste o testi scientifici) utili per approfondire la conoscenza delle norme di sicurezza da osservare quando si visita un ambiente di lavoro. Utilizzare le conoscenze apprese in ambito scolastico per comprendere la realtà del mondo del lavoro. Riconoscere varianti e invarianti in una situazione concreta. Saper utilizzare strategie diverse per raccogliere dati da analizzare. Mettere a confronto i risultati di ricerche diverse e discuterli insieme. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati.

■ COMPITO • Lavorare in gruppo per individuare e organizzare le fasi dell’uscita e decidere i tempi di realizzazione. VOLUME

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• Ricercare in rete o su testi specializzati quali sono le norme di sicurezza relative al transito in cantiere e alle macchine in funzione nel cantiere. • Decidere il metodo da utilizzare per raccogliere i dati, analizzarli e trarre le conclusioni. • Documentare l’uscita utilizzando fotografie, video e disegni. • Realizzare un incontro, una mostra fotografica, una presentazione multimediale per condividere l’esperienza con i compagni.

■ STRUMENTI – computer connessi a Internet – videoproiettore – testi di Tecnologia – dispositivi portatili: smartphone, tablet, fotocamera – materiale di cancelleria

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO Dividere la classe in gruppi stabilire quali compiti svolgono.

LE FORZE

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA

ni dei vigili, teniamo il caschetto e prestiamo attenzione al capocantiere che ci accompagna. Osserviamo i dispositivi di sicurezza adottati dai lavoratori e le informazioni che si trovano sulle macchine. Guardiamo la dotazione di primo soccorso presente in cantiere e chiediamo informazioni sugli incidenti che si possono verificare.

1 Organizziamo il lavoro dei gruppi

La classe si divide in tre gruppi e a ciascuno è assegnato un compito. • Il primo gruppo si occupa dell’organizzazione della visita: – individua il percorso più breve per raggiungere il cantiere; – contatta, attraverso la segreteria della scuola, la Polizia Municipale per organizzare l’accompagnamento, il Comune e l’impresa edile per ottenere i permessi necessari per l’accesso al cantiere. • Il secondo gruppo si occupa delle norme di sicurezza in cantiere: – analizza i documenti disponibili in rete relativi alle norme di sicurezza nei cantieri; – individua quali comportamenti devono osservare gli studenti della classe durante la visita. • Il terzo gruppo ricerca informazioni: – individua quali macchine sono impiegate in cantiere (gru, argani, carriole, betoniere, elevatori) e ne descrive funzioni e caratteristiche; – mette in evidenza, anche attraverso fotografie e disegni, gli elementi delle macchine semplici da cui derivano.

5 Documentiamo la visita in cantiere

I gruppi si confrontano e scelgono le fotografie, i video e i disegni da usare per documentare l’esperienza in cantiere: si può realizzare una presentazione multimediale oppure una mostra fotografica.

■ OLTRE IL COMPITO • Perché è molto complessa l’organizzazione di un’uscita in un ambiente di lavoro? Perché in questo ambito è assolutamente indispensabile rispettare le regole? • Chi è responsabile della sicurezza nel cantiere? Sai se esistono degli appositi piani di sicurezza? • In che modo le macchine usate nell’edilizia facilitano il lavoro umano?

2 Ricerchiamo informazioni

Ogni gruppo ricerca in rete, o su testi specializzati, le informazioni necessarie: il significato dei cartelli di cantiere, le norme di sicurezza da rispettare, le caratteristiche delle macchine. 3 Realizziamo i cartelloni

Ogni gruppo realizza un cartellone relativo all’argomento del compito: il significato dei cartelli posti all’ingresso del cantiere, le norme di sicurezza da rispettare in prossimità delle macchine, gli elementi delle macchine semplici da cui derivano le macchine usate in cantiere e le condizioni di vantaggio o svantaggio nel loro uso. 4 Osserviamo le norme di sicurezza

Durante l’uscita osserviamo scrupolosamente le norme di sicurezza: rispettiamo le indicazio104

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LE FORZE

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COMPITO DI REALTÀ

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UNA VISITA AL PARCO

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SCHEDA

In Italia il numero delle aree protette cresce ogni anno: oltre ai parchi naturali storici, in ogni regione sono state create oasi, riserve e aree umide con lo scopo di conservare e tutelare ecosistemi rari o minacciati dall’attività umana. Certamente ce ne sono anche non lontano dalla vostra scuola: perché non organizzare una visita guidata per conoscere da vicino le caratteristiche ambientali di queste zone protette e le specie animali e vegetali che vi vivono?

■ COMPETENZE Individuare i parametri geografici, ambientali ed ecologici utili per la scelta di un’area dove compiere osservazioni e svolgere ricerche naturalistiche. Utilizzare diversi tipi di strumenti per ricercare informazioni. Saper organizzare un’attività di ricerca sul campo. Saper utilizzare strategie per fare stime di tempi di realizzazione e fattibilità. Risolvere problemi: analizzare le ipotesi, formulare possibili procedimenti di risoluzione, applicarli e verificare la correttezza delle soluzioni. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati usando mezzi e supporti diversi. Ricercare sul web strumenti alternativi per la risoluzione di alcuni problemi.

■ COMPITO • Lavorare in gruppo per scegliere la meta della visita guidata, decidere i tempi di realizzazione e i mezzi di trasporto, stabilire il programma della visita. • Preparare la visita ricercando informazioni sulle caratteristiche dell’area e sugli organismi che la popolano. • Documentare le osservazioni compiute utilizzando fotografie, video, disegni, mappe. • Utilizzare applicazioni gratuite disponibili in rete per riconoscere e classificare i vegetali. VOLUME

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• Realizzare un incontro, una mostra fotografica o una presentazione multimediale per condividere l’esperienza con i compagni.

■ STRUMENTI – computer connessi a Internet – videoproiettore – riviste naturalistiche, dépliant turistici – manuale che descrive la natura e gli organismi dell’area protetta – dispositivi portatili: smartphone, tablet – applicazione gratuita disponibile in rete per il riconoscimento delle specie vegetali – materiale di cancelleria

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO Dividere la classe in gruppi e stabilire quali compiti svolgono. L’esecuzione del compito è divisa in cinque fasi: • organizzazione della visita (tempo previsto 2-3 ore); • ricerca delle informazioni sulle caratteristiche naturali dell’area prescelta (tempo previsto 2-4 ore); • realizzazione delle schede informative che descrivono gli organismi che popolano l’area prescelta (tempo previsto 2-4 ore); • esecuzione della visita (tempo previsto 1 giornata); • preparazione della presentazione dell’uscita (tempo di realizzazione variabile a seconda che si tratti di una semplice comunicazione o di una vera e propria mostra multimediale).

L’ECOLOGIA

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA

4 Documentiamo la visita naturalistica

Durante la visita, ogni gruppo raccoglie informazioni sulla propria categoria di organismi: scatta fotografie, realizza video, registra suoni, disegna piante, fiori o animali. In particolare, il gruppo che si occupa dei vegetali può usare un’applicazione scaricata gratuitamente dalla rete per riconoscere le specie di piante fotografate.

1 Organizziamo la visita

La classe, sotto la guida dell’insegnante, sceglie l’area protetta che visiterà in base a dei criteri condivisi. Ad esempio: interesse naturalistico dell’area, facilità di accesso, aree di sosta presenti nel territorio. 2 Ricerchiamo informazioni

La classe è divisa in gruppi. Ogni gruppo sceglie di occuparsi di una categoria di organismi (produttori, consumatori di primo ordine, consumatori di secondo ordine e consumatori di terzo ordine) e di ricercare informazioni (in rete, su riviste scientifiche specializzate, su testi scientifici, su dépliant turistici).

5 Comunichiamo i nostri risultati

Ogni gruppo sceglie in che modo comunicare all’insegnante e agli altri gruppi le osservazioni raccolte durante la visita (video, gallerie fotografiche, cartelloni, rappresentazioni teatrali). Infine, la classe può decidere di organizzare una mostra multimediale da allestire in uno spazio comune della scuola.

3 Realizziamo le schede informative sugli or-

ganismi Ciascun gruppo realizza delle schede sugli organismi che popolano l’area protetta prescelta, simili a quelle che seguono. Al termine del lavoro sarà possibile costruire la rete alimentare dell’ambiente che visiteremo.

■ RIFLETTIAMO INSIEME Quali caratteristiche ambientali hanno fatto in modo che quel territorio fosse dichiarato area protetta?

FENICOTTERO MAGGIORE

TINCA

SALICORNIA

Phoenicopterus roseus

Tinca tinca

Salicornia europaea

■ AMBIENTE PREFERITO

■ AMBIENTE PREFERITO

■ AMBIENTE PREFERITO

■ ALIMENTAZIONE

■ ALIMENTAZIONE

■ LIVELLO ECOLOGICO

zone umide

acque dolci stagnanti

piccoli invertebrati, alghe, frammenti di piante acquatiche

■ LIVELLO ECOLOGICO

acque salmastre

vegetali acquatici

produttore

■ LIVELLO ECOLOGICO

consumatore di primo ordine

consumatore di secondo ordine

■ OLTRE IL COMPITO • Quanti tipi di aree protette esistono? Quante ce ne sono nella tua regione? • Perché l’Italia è così ricca di ecosistemi diversi? • Fai una ricerca sui principali climi presenti nella penisola italiana.

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L’ECOLOGIA

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COMPITO DI REALTÀ

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CONOSCI I TUOI ANIMALI DOMESTICI?

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SCHEDA

Nelle nostre case vivono cani, gatti e spesso anche conigli: condividono i nostri spazi e ci rendono felici con il loro affetto, ma quanto sappiamo del significato dei loro comportamenti? Progettiamo un’attività di ricerca sull’origine dei nostri animali domestici e un’indagine sul loro comportamento per conoscerne le caratteristiche e relazionarci sempre meglio con loro.

■ COMPETENZE Applicare le conoscenze base di etologia per interpretare correttamente i comportamenti degli animali domestici più comuni. Ricercare e selezionare (in rete, su riviste o testi scientifici) le informazioni utili per approfondire la conoscenza degli organismi e del loro ambiente di vita originario. Saper utilizzare strategie diverse per raccogliere dati da analizzare. Mettere a confronto i risultati di ricerche diverse e discuterli insieme. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati usando mezzi e supporti diversi.

■ COMPITO • Lavorare in gruppo per individuare gli animali da osservare. VOLUME

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PERCORSO

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UNITÀ

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• Decidere il metodo da utilizzare per raccogliere i dati, analizzarli e trarre le conclusioni. • Documentare le osservazioni compiute utilizzando fotografie, video, disegni. • Analizzare e interpretare foto e video per identificare il tipo di comunicazione animale. • Approfondire la conoscenza degli animali ricercando informazioni sulla loro origine e sul processo di addomesticamento. • Organizzare un incontro, una mostra fotografica, realizzare una presentazione multimediale per condividere l’esperienza con i compagni.

■ STRUMENTI – computer connessi a Internet – videoproiettore – riviste naturalistiche – dispositivi portatili: smartphone, tablet, fotocamera – altri strumenti: quaderni, matite e penne

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO

4 Comunichiamo i nostri risultati

Ogni gruppo sceglie in che modo comunicare all’insegnante e agli altri gruppi le considerazioni a cui è pervenuto attraverso l’analisi dei dati raccolti durante le osservazioni degli animali. Infine, la classe può decidere di organizzare una mostra multimediale da allestire in uno spazio comune della scuola.

Il compito può essere eseguito singolarmente oppure dividendo la classe in gruppi. L’esecuzione del compito prevede quattro fasi: • una prima fase di organizzazione del lavoro che coinvolge tutta la classe (tempo previsto 1 ora circa); • una seconda fase di studio del comportamento degli animali prescelti (tempo variabile nell’ordine di qualche giorno); • una terza fase di ricerca di informazioni e di approfondimento (tempo previsto 2-4 ore circa); • una quarta fase di condivisione e discussione dei risultati ottenuti (tempo previsto 1 ora circa).

■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA 1 Organizziamo l’attività di osservazione

Sotto la guida dell’insegnante, eseguiamo le seguenti operazioni: • realizziamo il censimento degli animali domestici che possediamo o che sono facilmente accessibili; • scegliamo gli animali, in modo che possano essere osservate specie e razze diverse; • compiliamo delle schede di identificazione degli animali prescelti: nome, specie/razza, proprietario, luogo dove vive, tipo di alimentazione, abitudini di vita, eventuale coabitazione con altri animali. 2 Osserviamo e documentiamo i comporta-

■ RIFLETTIAMO INSIEME • Quali sono le differenze maggiori tra cani e gatti? • Che vita conducevano i loro antenati selvatici? • Cani e gatti hanno dovuto modificare alcuni dei loro comportamenti passando dalla vita nel loro ambiente naturale a quella nelle nostre abitazioni? • Avete osservato comportamenti comuni a cani, gatti e conigli?

■ OLTRE IL COMPITO • L’addomesticamento dei cani ha permesso di sfruttare alcuni comportamenti innati di questi animali e di selezionare delle razze che svolgono compiti di grande importanza per gli esseri umani. Ricercate informazioni sui cani pastore, sui cani guida e sui “cani molecolari” utilizzati per ritrovare le persone disperse o seppellite dalle macerie di un terremoto.

menti degli animali La classe è divisa in gruppi; ogni gruppo sceglie di occuparsi solo di alcuni animali (quelli che appartengono agli studenti del gruppo). Durante il periodo di osservazione scattiamo fotografie, realizziamo video, registriamo suoni in modo da documentare i comportamenti degli animali nelle diverse situazioni. 3 Approfondiamo ed espandiamo le nostre

conoscenze Ricerchiamo in rete, su riviste naturalistiche o su testi specializzati informazioni sull’origine dei nostri animali e sui processi che li hanno fatti diventare animali domestici. 108

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LA SPESA CONSAPEVOLE

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SCHEDA

Un’alimentazione sana ed equilibrata si realizza anche prestando un po’ più di attenzione alla qualità del cibo che acquistiamo. Meglio uno sguardo più attento alle informazioni riportate sulle etichette dei cibi piuttosto che ai messaggi pubblicitari che ci vengono continuamente proposti! Vogliamo capire il significato delle indicazioni riportate sulle etichette degli alimenti per imparare a scegliere bene i prodotti che acquistiamo.

■ COMPETENZE Osservare, descrivere e analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale. Attuare scelte consapevoli per prevenire i rischi connessi a un’alimentazione scorretta. Utilizzare materiali di uso comune. Riconoscere analogie e differenze. Saper utilizzare diverse strategie per ricavare la maggior quantità di dati. Analizzare tutti gli elementi a disposizione, scegliendo tra quelli fondamentali e quelli accessori. Operare scelte significative per la salvaguardia della propria salute. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati.

■ COMPITO • Raccogliere etichette o confezioni di prodotti alimentari di vario tipo. • Spiegare il significato dei termini riportati sulle confezioni. VOLUME

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PERCORSO

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UNITÀ

2

• Mettere a confronto le informazioni riportate sulle etichette di alimenti dello stesso tipo per individuare somiglianze e differenze. • Scegliere consapevolmente quali prodotti alimentari acquistare interpretando correttamente le informazioni riportate sulle etichette.

■ STRUMENTI – etichette e/o confezioni di prodotti alimentari – blocco per appunti – penne, evidenziatori o pennarelli – cartelloni

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO • Dividere la classe in gruppi e stabilire quali compiti svolge ognuno. • La prima parte del compito, cioè la raccolta delle etichette, viene svolta a casa. • L’esecuzione del compito è prevista in 2 ore per la divisione in gruppi e per la scelta degli alimenti di cui analizzare l’etichetta, in 3 ore per la realizzazione dei cartelloni in classe e in 2 ore per il confronto dei risultati.

L’ALIMENTAZIONE

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA

3 Comunichiamo e confrontiamo i nostri ri-

1 Organizziamo i gruppi per la raccolta delle

etichette Per prima cosa ci dividiamo in piccoli gruppi e stabiliamo di quali tipi di prodotti alimentari ogni gruppo dovrà ricercare le etichette, ad esempio latticini e derivati, prodotti da forno, insaccati, pasta, cibi surgelati. Per alimenti freschi confezionati o nel caso di contenitori particolari (Tetra Pak, lattine, barattoli) che possono creare qualche problema igienico, si possono scattare delle fotografie delle etichette. 2 Leggiamo le etichette e spieghiamo il signi-

ficato dei termini più ricorrenti Una volta eseguita la raccolta, ogni gruppo si occupa della lettura delle etichette per individuare le voci che vi compaiono. Per ogni termine diamo la nostra spiegazione. Possiamo ricercare in rete il significato dei termini più difficili.

ingredienti

indicazioni di preparazione

indicazioni nutrizionali

provenienza modalità di conservazione quantitativo netto

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sultati Riportiamo le definizioni elaborate dal nostro gruppo su un cartellone. Appendiamo affiancati tutti i cartelloni realizzati dai gruppi e confrontiamo le definizioni dei termini. Realizziamo un unico cartellone riportando le definizioni condivise da tutta la classe. 4 Stabiliamo insieme i criteri di scelta degli

alimenti Discutiamo insieme su quali siano le informazioni da tenere in maggiore considerazione per fare scelte corrette al momento dell’acquisto dei cibi. Confrontiamo le etichette di due alimenti dello stesso tipo, ad esempio delle merendine, e stabiliamo quale sia la più completa, la più chiara e quella che fornisce le informazioni più importanti per la tutela della nostra salute.

■ OLTRE IL COMPITO • Tutte le etichette che avete esaminato contengono le stesse informazioni? Per prodotti dello stesso tipo le informazioni riportate sono le stesse? Quali modifiche si potrebbero apportare alle etichette per una migliore informazione a garanzia dei consumatori? • I prodotti consumati da te e dai tuoi compagni sono spesso legati alla tradizione alimentare del paese di origine della famiglia. Raccogliete le ricette dei piatti tradizionali dei vari paesi di origine e confrontatele sia dal punto di vista nutrizionale sia da quello degli ingredienti. • Il codice a barre (più precisamente codice EAN, da European Article Numbering) compare su tutti i prodotti in vendita nei negozi e nei supermercati. Eseguite una ricerca in rete per spiegare il significato delle barre e dei numeri che formano il codice EAN.

L’ALIMENTAZIONE

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COMPITO DI REALTÀ

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SIETE ALLERGICI?

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SCHEDA

Ogni anno, all’arrivo della primavera, moltissime persone sono colpite dal raffreddore da fieno, che si manifesta con bruciori agli occhi, starnuti continui e persino attacchi d’asma. Questi sintomi sono il risultato di una risposta immunitaria eccessiva che scatena una reazione chiamata allergia. Essa può essere provocata da un gran numero di fattori, indicati con il termine allergeni: il polline delle graminacee, il pelo dei gatti, le spore di funghi, acari, polveri, sostanze inquinanti ma anche alcuni tipi di farmaci e sostanze alimentari. Realizziamo insieme una ricerca per saperne di più su questo problema così diffuso.

■ COMPETENZE Applicare le conoscenze base di anatomia e fisiologia per spiegare correttamente il fenomeno della reazione allergica. Ricercare e selezionare (in rete, su riviste o testi scientifici) le informazioni utili per approfondire la conoscenza dei principali fattori responsabili delle più comuni allergie. Saper utilizzare strategie diverse per raccogliere dati da analizzare. Mettere a confronto i risultati di ricerche diverse e discuterli insieme. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati.

■ COMPITO • Lavorare in gruppo per ricercare informazioni su un tipo di allergene, sugli effetti che provoca e sui rimedi per ridurre il fenomeno allergico. • Decidere il metodo da utilizzare per raccogliere i dati, analizzarli e trarre le conclusioni. • Documentare i dati raccolti utilizzando fotografie, video e disegni. • Analizzare e interpretare foto e video per comprendere meglio il fenomeno allergico. VOLUME

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PERCORSO

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• Conoscere le più elementari strategie di intervento per soccorrere una persona con una crisi allergica.

■ STRUMENTI – computer connessi a Internet – cartelloni – materiale di cancelleria

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO • Dividere la classe in gruppi e stabilire quali compiti svolge ognuno. • L’esecuzione del compito è prevista in 2-3 ore.

■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA 1 Facciamo il punto sulle nostre conoscenze

Prima di iniziare le attività di ricerca in gruppo, mettiamo in comune le nostre conoscenze sul

IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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sistema immunitario e sulla reazione allergica, provando a rispondere alle seguenti domande. • Che cosa sono gli allergeni? • In che modo il sistema immunitario risponde al contatto con gli allergeni? • Che cos’è l’istamina? • Quali sono i principali sintomi delle allergie? • Che cosa sono i pollini? 2 Esaminiamo il calendario dei pollini

In ogni mese dell’anno, nelle diverse zone d’Italia, fioriscono piante differenti che disperdono nell’aria i loro pollini: il calendario dei pollini permette di visualizzare rapidamente queste informazioni e di sapere in quale periodo i pollini raggiungono la concentrazione più elevata Tab. 1 . In base al numero delle piante riportate nel calendario dividiamo la classe in gruppi, in modo che ciascuno si occupi di cercare informazioni su 1 o 2 piante. 3 Cerchiamo in rete informazioni, foto e video

Ogni gruppo cerca in rete informazioni sulle specie vegetali assegnate: le classifica, cerca immagini delle piante e delle loro parti, e inGen NOCCIOLO

BETULLA

GRAMINACEE

ARTEMISIA

AMBROSIA

CIPRESSO

OLIVO

PARIETARIA

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Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

formazioni sugli effetti provocati dalla risposta allergica al contatto con i loro pollini. 4 Facciamo un’indagine

Facciamo una rapida indagine tra i compagni per conoscere quanti tra noi soffrono di allergie e di che tipo. Possiamo estendere l’indagine anche ai membri della nostra famiglia e ai nostri amici. In questo modo possiamo stabilire quale tipo di allergia è più diffuso nel nostro ambiente. 5 Comunichiamo i nostri risultati

Ogni gruppo realizza un cartellone che sintetizza le informazioni raccolte. Successivamente un membro di ciascun gruppo illustra all’intera classe i risultati del lavoro.

■ OLTRE IL COMPITO • Continuate il lavoro di ricerca sugli altri allergeni che, oltre ai pollini, scatenano reazioni allergiche. • Come bisogna intervenire quando una persona è nel pieno di una crisi allergica? Quali sono i sintomi che ci devono allarmare e spingere a chiamare immediatamente soccorso? Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Tab. 1

NORD CENTRO SUD NORD CENTRO SUD NORD CENTRO SUD NORD CENTRO SUD NORD CENTRO SUD NORD CENTRO SUD NORD CENTRO SUD NORD CENTRO SUD

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PERCORSO

Il calendario dei pollini.

Concentrazione pollinica Medio/Bassa Elevata

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IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

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UN LABORATORIO INTERATTIVO SULLA LUCE

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SCHEDA

Per la fine dell’anno scolastico la vostra scuola ha deciso di organizzare un laboratorio interattivo dedicato alla luce. L’obiettivo è quello di permettere a ciascuno di provare a realizzare esperimenti con i materiali messi a disposizione e di usare strumenti ottici costruiti dagli studenti stessi, per capire meglio i fenomeni luminosi. La vostra classe è coinvolta nella realizzazione di alcune esperienze di questo percorso interattivo.

■ COMPETENZE Osservare, descrivere, analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e riconoscere nelle loro varie forme i concetti di sistema e complessità. Affrontare concetti fisici effettuando esperimenti e comparazioni, raccogliendo e analizzando dati e costruendo modelli concettuali e rappresentazioni formali di tipo diverso. Ricercare sul web informazioni per la realizzazione delle attività sperimentali. Organizzare le attività di reperimento dei materiali e la realizzazione pratica delle attività sperimentali. Collaborare con gli altri. Comunicare informazioni usando mezzi e supporti diversi. Usare programmi digitali (videoscrittura, presentazioni).

■ COMPITO Tutta la classe è coinvolta nelle decisioni preliminari per la scelta delle attività da realizzare. VOLUME

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PERCORSO

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2

La classe ha deciso che verranno realizzate tre attività: • un esperimento per mostrare i colori che possono assumere le ombre; • la costruzione di una camera oscura usando materiali facilmente reperibili; • una rappresentazione con le ombre cinesi che racconta le principali tappe della scoperta della natura della luce.

■ STRUMENTI Per la realizzazione dell’esperimento delle ombre colorate: – 3 lampadine colorate – 3 portalampada – uno schermo bianco su cui proiettare (va bene anche un muro bianco) – oggetti di tipo diverso opachi, trasparenti e semitrasparenti Per la realizzazione della camera oscura: – una scatola di cartone per le scarpe – nastro adesivo nero – carta da lucido – righello, matita, forbici, punteruolo

IL SUONO E LA LUCE

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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Per la realizzazione dello spettacolo con le ombre cinesi: – un telo bianco – spago – una lampada da tavolo orientabile – cartoncino – matite, forbici, spiedini di legno

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO • Dividere la classe in tre gruppi e stabilire l’attività che ciascuno dovrà svolgere. • L’esecuzione del compito è prevista in 4 ore di lavoro per la realizzazione dell’esperimento delle ombre colorate e per la costruzione della camera oscura, in almeno il doppio del tempo per la sceneggiatura dello spettacolo con le ombre cinesi.

■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA 1 Realizziamo l’esperimento delle ombre co-

lorate Per prima cosa reperiamo tutti i materiali che ci servono per l’esperimento. Poi avvitiamo le lampadine nei portalampada e disponiamole tutte alla stessa distanza dallo schermo o dalla parete su cui proiettano la loro luce. Accendiamole e regoliamo la loro posizione in modo che sullo schermo si ottenga un colore il più bianco possibile. Oscuriamo perfettamente la stanza e interponiamo tra le lampadine e lo schermo un corpo opaco: osserviamo i colori dell’ombra che viene proiettata. Ripetiamo l’esperimento in modi diversi, spegnendo alternativamente una delle tre lampade e interponendo oggetti trasparenti e semitrasparenti.

la matita. Rivestiamo il fondo della scatola con la carta da lucido, fissandola con il nastro adesivo. La camera oscura è pronta per l’uso: disponiamo un oggetto davanti alla finestra da cui entra la luce e osserviamolo tenendo la camera con il fondo rivolto verso di noi. 3 Realizziamo lo spettacolo con le ombre ci-

nesi Per prima cosa reperiamo tutti i materiali che ci servono per fare la rappresentazione. Decidiamo la sceneggiatura della nostra breve rappresentazione: stabiliamo chi di noi recita il testo e chi muove le sagome di cartone. Disegniamo sul cartoncino le sagome dei personaggi della nostra storia, ritagliamole e incolliamole in cima agli spiedini di legno, usando il nastro adesivo. Prepariamo il teatro per la rappresentazione: stendiamo il telo bianco sullo spago ben teso da una parete all’altra della stanza e disponiamo la lampada alla distanza giusta per ottenere ombre ben definite.

■ OLTRE IL COMPITO • Perché sia un vero laboratorio interattivo, occorre che i risultati delle attività siano illustrati anche dal punto di vista scientifico. Con l’aiuto dell’insegnante cercate una spiegazione corretta dei risultati dei vostri esperimenti. • In ogni gruppo individuate due animatori che avranno il compito di facilitare la realizzazione delle esperienze e di rispondere alle domande dei visitatori durante il periodo di apertura del laboratorio interattivo.

2 Costruiamo la camera oscura

Per prima cosa reperiamo tutti i materiali che ci servono per costruire la camera oscura. Con il nastro adesivo nero fissiamo il coperchio della scatola di cartone, poi tagliamo il fondo della scatola usando le forbici. Tracciamo con il righello le diagonali di uno dei lati maggiori della scatola e pratichiamo con il punteruolo un piccolo foro nel punto dove queste si incontrano. Allarghiamo il foro inserendoci 114

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UN CORSO DI EDUCAZIONE SISMICA

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SCHEDA

La nostra scuola si trova in un territorio interessato dai terremoti: non è una cosa insolita, visto che l’Italia è un Paese in gran parte ad alto rischio sismico e vulcanico. Per ridurre i danni e, soprattutto, il numero delle vittime e delle persone che potrebbero essere ferite durante un sisma, è molto importante che i cittadini siano coinvolti e informati sui comportamenti da tenere durante questi eventi. Alla nostra classe è stato affidato il compito di realizzare un breve corso per informare tutti i compagni della scuola e gli adulti a noi vicini sul fenomeno dei terremoti e spiegare anche ai genitori che cosa fare in casa e all’aperto quando avviene un sisma.

■ COMPETENZE Osservare, descrivere e analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale. Acquisire la consapevolezza del rischio sismico partendo dall’apprendimento delle conoscenze scientifiche sui terremoti. Sviluppare comportamenti corretti da mettere in atto durante le emergenze per la salvaguardia dell’incolumità propria e altrui. Ricercare in rete o su testi specializzati le informazioni necessarie. Analizzare tutti gli elementi a disposizione, scegliendo tra quelli fondamentali e quelli accessori. Saper utilizzare diverse strategie per ricavare la maggior quantità di dati. Collaborare con gli altri. Comunicare in maniera efficace le informazioni usando canali comunicativi diversi: presentazioni digitali, rappresentazioni grafiche, video.

■ COMPITO • Lavorare in gruppo per realizzare il corso e decidere i contenuti degli incontri. VOLUME

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PERCORSO

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• Raccogliere informazioni sulla sismicità locale e verificare le normative antisismiche nel comune di appartenenza. • Preparare dei cartelloni, una presentazione in formato digitale e un video. • Realizzare la locandina pubblicitaria per il corso.

■ STRUMENTI – computer connessi a Internet – videoproiettore – dispositivi portatili: smartphone, tablet, fotocamera – cartelloni – materiale di cancelleria

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO • Dividere la classe in gruppi e attribuire a ciascuno l’organizzazione di una fase. • L’esecuzione del compito è prevista in 2-3 ore per la scelta degli argomenti e la ricerca di informazioni, in 4 ore per la realizzazione dei cartelloni, della presentazione digitale e della locandina pubblicitaria, e in altre 4 ore per la sceneggiatura e la realizzazione del video.

LA DINAMICA DELLA TERRA

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA 1 Organizziamo il lavoro dei gruppi

La classe si divide in cinque gruppi e a ciascuno è assegnato un compito. 2 Scegliamo gli argomenti da trattare durante

gli incontri Il primo gruppo sceglie gli argomenti da affrontare tra i seguenti: • grado di pericolosità sismica della nostra regione o della provincia di residenza; • caratteristiche geologiche della nostra regione o della provincia di residenza; • criteri utilizzati per la costruzione delle abitazioni, della scuola e dei luoghi di lavoro dei nostri familiari; • esistenza di eventuali piani di protezione civile predisposti per soccorrere la popolazione; • esistenza di piani di evacuazione da attuare a scuola e nei luoghi di lavoro in caso di eventi sismici. 3 Ricerchiamo le informazioni

Il secondo gruppo ricerca in rete le informazioni utili per sviluppare gli argomenti scelti consultando alcuni siti, tra i quali: • il sito del comune dove si trova la nostra scuola (ed eventualmente anche dei nostri comuni di residenza); • il sito della regione; • il sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, INGV, www.ingv.it; • il sito della Protezione Civile, www.protezionecivile.gov.it; • il sito di Edurisk, dedicato alle scuole, www.edurisk.it. 4 Realizziamo i cartelloni e le presentazioni

digitali Il terzo gruppo si occupa della presentazione dei contenuti per i diversi incontri. Decidiamo di produrre dei cartelloni da appendere in classe e delle presentazioni in formato digitale per illustrare i diversi argomenti. 116

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PERCORSO

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UNITÀ

1

5 Realizziamo il video di simulazione dei com-

portamenti corretti in caso di terremoto Il quarto gruppo scrive la sceneggiatura di un video dedicato all’educazione sismica. Gli attori sono alcuni dei nostri compagni, che mostrano come comportarsi durante un terremoto quando ci si trova in classe, in casa o all’aperto. 6 Prepariamo una locandina pubblicitaria per

il corso Il quinto gruppo ha il compito di organizzare il corso e di pubblicizzarlo. Stabiliamo il titolo del corso e dove si terrà, in quanti incontri sarà suddiviso, le date e quali argomenti saranno presentati. Realizziamo una locandina da appendere nell’atrio della scuola e dei cartoncini di invito da distribuire agli adulti che vogliamo far intervenire.

■ OLTRE IL COMPITO • Che cosa potete fare per aumentare la sicurezza nella vostra abitazione e a scuola? • Quali comportamenti sono obbligatoriamente da imparare, per metterli in atto durante un evento sismico che potrebbe colpire il territorio?

LA DINAMICA DELLA TERRA

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COMPITO DI REALTÀ

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QUANDO FESTEGGI IL CAPODANNO?

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SCHEDA

Sembra una domanda inutile perché conosciamo benissimo la riposta: «Il primo gennaio di ogni anno». Non per tutti è così: anche nella nostra classe, probabilmente, alcuni compagni festeggiano il capodanno in altri giorni dell’anno, in base al calendario in uso nel loro Paese d’origine. Scopriamo quali sono i calendari più usati nel mondo, su quali fenomeni astronomici si basano e quali sono le ricorrenze più importanti che vengono festeggiate.

■ COMPETENZE Osservare, descrivere e analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale. Osservare, modellizzare e interpretare i fenomeni celesti. Riconoscere analogie e differenze. Saper utilizzare diverse strategie per ricavare la maggior quantità di dati. Analizzare tutti gli elementi a disposizione, scegliendo tra quelli fondamentali e quelli accessori. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati.

■ COMPITO • Raccogliere calendari diversi: gregoriano, ebraico, islamico, cinese. • Spiegare i criteri astronomici sui quali si basano. • Mettere a confronto i diversi calendari per individuare analogie e differenze. • Realizzare un calendario di classe con le date di tutte le ricorrenze ritenute festive nei diversi calendari. VOLUME

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■ STRUMENTI – computer connessi a Internet – cartoncino da stampante – penne, evidenziatori o pennarelli – cartelloni

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO • Dividere la classe in quattro gruppi e stabilire per ciascuno il calendario di cui si deve occupare. È importante che in ogni gruppo ci sia il compagno “esperto” che possa dare informazioni sul calendario usato nel suo Paese. • La prima parte del compito, cioè la raccolta dei diversi calendari, viene svolta a casa. Si possono anche ricercare in rete le riproduzioni dei diversi calendari e stamparle a scuola su cartoncino. • L’esecuzione del compito da svolgere in classe è prevista in 2-3 ore.

IL NOSTRO PIANETA, LA TERRA

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA

3 Comunichiamo e confrontiamo i nostri ri-

1 Approfondiamo la conoscenza del calenda-

rio gregoriano Il calendario gregoriano prende il nome da papa Gregorio XIII, che lo introdusse alla fine del Cinquecento in sostituzione del calendario giuliano. Ricerchiamo in rete, ma anche su enciclopedie, riviste e testi di astronomia, le informazioni che ci servono per rispondere a qualche domanda. • È un calendario solare o lunare? • Perché si è dovuto sostituire il calendario giuliano con quello gregoriano? • Che cos’è l’anno bisestile? • Come si stabilisce se un anno è bisestile? 2 Approfondiamo la conoscenza dei calendari

cinese, islamico ed ebraico Anche per questi calendari, ricerchiamo informazioni in rete per rispondere, ad esempio, a queste domande: • quali di questi sono calendari solari e quali calendari lunari? • come sono suddivisi gli anni? • come si stabilisce la data del capodanno nei tre calendari? • qual è stato il primo anno del calendario islamico? • quale fenomeno astronomico dà inizio a ogni mese nel calendario cinese?

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PERCORSO

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sultati Riportiamo su un cartellone le informazioni raccolte dal nostro gruppo. Appendiamo affiancati tutti i cartelloni realizzati dai gruppi, esaminiamoli e poniamo delle domande, in particolare ai compagni “esperti” dei diversi Paesi. 4 Realizziamo un calendario di classe

Discutiamo insieme su quali siano le informazioni da tenere in maggiore considerazione per realizzare un calendario che riporti tutte le festività più importanti celebrate nei Paesi dei nostri compagni “esperti”. Utilizziamo un cartellone di grandi dimensioni per costruire il calendario e decoriamolo con immagini o simboli usati nei diversi calendari per segnalare eventi e festività.

■ OLTRE IL COMPITO • In tutti i Paesi del mondo le ricorrenze più importanti sono celebrate con riti particolari, festeggiamenti e piatti speciali, diversi da quelli di ogni giorno. Realizzate dei cartelloni con le fotografie fornite dai compagni “esperti”, per documentare come vengono vissute le feste nei diversi Paesi. • Il calendario gregoriano è quello usato nella maggior parte del mondo ed è quello a cui fa riferimento anche l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ricercate in rete informazioni sulle giornate, gli anni e i decenni internazionali proclamati dall’ONU per sensibilizzare i popoli su argomenti di interesse internazionale.

IL NOSTRO PIANETA, LA TERRA

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COMPITO DI REALTÀ

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FACCIAMO UN’INDAGINE SU ALCUNE MALATTIE GENETICHE

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SCHEDA

Oggi si conoscono più di mille malattie ereditarie umane che si manifestano come caratteri dominanti o recessivi controllati da un solo gene. Questo tipo di malattie è trasmesso dai genitori ai figli secondo le leggi formulate da Gregor Mendel. La fibrosi cistica e l’anemia mediterranea sono malattie genetiche piuttosto diffuse in Italia, entrambe causate da un carattere recessivo. Realizziamo un’attività di ricerca per saperne di più su queste malattie. 0-2% 2-5% 5-8% 8-10% 10-20%

drato di Punnett per stabilire la probabilità che si manifesti una malattia genetica. Collaborare con gli altri. Comunicare i risultati.

■ COMPITO • Lavorare in gruppo per ricercare informazioni sulla fibrosi cistica e sull’anemia mediterranea. • Applicare le conoscenze di genetica per calcolare le probabilità di trasmissione delle due malattie genetiche. • Documentare le informazioni raccolte utilizzando fotografie, video, disegni e mappe.

Diffusione dell’anemia mediterranea sul territorio italiano.

■ STRUMENTI

■ COMPETENZE Individuare le modalità di trasmissione di alcune malattie ereditarie umane. Approfondire la conoscenza dei sintomi delle malattie e delle strategie per la prevenzione e la cura. Utilizzare diversi tipi di strumenti per ricercare informazioni. Saper organizzare un’attività di ricerca utilizzando il web e altri strumenti. Risolvere problemi di genetica: utilizzare il quaVOLUME

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– computer connessi a Internet – fogli di cartoncino di diverse dimensioni – materiale di cancelleria

■ ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO • Dividere la classe in due gruppi, ciascuno dei quali si occuperà di ricercare informazioni su una delle due malattie ereditarie. • L’esecuzione del compito è prevista in 2-3 ore. • Al termine della ricerca ogni gruppo esporrà i risultati alla classe.

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

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COMPITO DI REALTÀ SEGUE SCHEDA

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■ PERCORSO DELL’ESPERIENZA 1 Leggiamo i testi che descrivono le malattie e

osserviamo i due quadrati di Punnett GRUPPO A

La fibrosi cistica è una malattia che danneggia soprattutto le cellule dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente a causa di un’abbondante produzione di muco che ostruisce i polmoni, aumentando la probabilità di infezioni respiratorie. Perché la malattia si manifesti, occorre che l’individuo possieda entrambi gli alleli recessivi ( ff ) ereditati da ognuno dei genitori. Gli individui eterozigoti (Ff ) sono portatori sani e possono trasmettere la malattia ai figli; non si distinguono facilmente dalle persone sane (FF) perché godono di buona salute. Negli individui malati ( ff ) la malattia insorge lentamente e non è evidente fin dalla nascita. Questo aspetto è particolarmente negativo perché, per prolungare la vita di chi è malato, è necessario curare la malattia fin dalle fasi iniziali, quando ancora non ci sono danni irreversibili. Vediamo i quadrati di Punnett che descrivono la trasmissione della malattia: essa segue le leggi di Mendel. a

b

Madre portatrice

F

f

F

FF

Ff

F

FF

Ff

Padre sano

Madre portatrice

F

f

F

FF

Ff

f

Ff

ff

Padre portatore

RISPONDIAMO ALLE DOMANDE

1. Qual è lo stato di salute degli individui Ff e FF? 2. Qual è la percentuale di figli sani nel quadrato di Punnett a ? E nel quadrato di Punnett b ? 3. Da quale incrocio nascono figli malati? GRUPPO B

L’anemia mediterranea, o talassemia, è una grave malattia ereditaria causata dalla presenza di emoglobina difettosa nei globuli rossi del sangue. È piuttosto diffusa, come potete vedere nella cartina a pagina precedente: in Italia vivono più di due milioni di persone portatori di talassemia. 120

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Gli individui affetti da anemia mediterranea sono portatori di una coppia di alleli recessivi (tt). Negli eterozigoti, portatori di un allele recessivo che può essere trasmesso alla discendenza, si manifestano a volte alcuni disturbi non gravi, tanto che in questi casi si parla di talassemia minor. Gli alleli sono definiti codominanti, in quanto nessuno dei due è prevalente sull’altro. RISPONDIAMO ALLE DOMANDE

Rappresentiamo con Madre portatrice un diagramma l’incroT cio tra due genitori en- Padre trambi portatori sani e, portatore in base ai dati che conTT tiene, stabiliamo quale tt può essere lo stato di salute dei loro figli e le relative probabilità espresse in percentuale. 1. Qual è lo stato di salute degli individui TT e Tt? 2. Qual è la percentuale di figli sani? Il gene dell’anemia mediterranea conferisce a chi lo possiede una particolare resistenza alla malaria. Tenendo conto del fatto che in passato la malaria provocava le morte di chi ne era colpito, sapete spiegare perché nelle zone d’Italia dove una volta era diffusa la malaria la popolazione è costituita in gran parte da individui portatori di anemia mediterranea? Osservate la carta in apertura del compito: in quali regioni italiane si registrano le maggiori concentrazioni di persone affette da anemia mediterranea? Quali caratteristiche hanno in comune questi territori? 2 Comunichiamo alla classe i risultati delle

nostre ricerche

■ OLTRE IL COMPITO • Per conoscere meglio i risultati della ricerca sulle malattie genetiche e le iniziative messe in atto per sostenere la sperimentazione potete visitare alcuni siti specializzati, ad esempio: http://www.fibrosicistica.it/ http://www.anemiamediterranea.it/ http://www.telethon.it/

IL LINGUAGGIO DELLA VITA

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DEBATE

CHE COSA È IL DEBATE Il DEBATE è una metodologia che prevede il confronto tra due squadre di studenti che sostengono e controbattono un’affermazione ponendosi a difesa di un punto di vista o contro di esso.

■ ORGANIZZIAMO IL DIBATTITO Tutta la classe è coinvolta nel debate, ma con ruoli diversi. Al termine della sfida non vince chi ha ragione, ma il gruppo che ha saputo argomentare meglio le proprie opinioni.

■ I GRUPPI SFIDANTI I due gruppi sono costituiti dallo stesso numero di studenti. I relatori espongono a turno le opinioni del loro gruppo davanti a tutta la classe. I ricercatori hanno il compito di raccogliere le informazioni utili per rispondere al gruppo avversario.

■ GLI ARBITRI Il moderatore, scelto al di fuori dei gruppi, legge l’argomento del debate e ricorda le regole del confronto. Il cronometrista controlla la durata dell’esposizione di relatori e delle domande del pubblico: • esposizione – 6 minuti; • replica – 3 minuti; • domande – 5 minuti.

■ LA VALUTAZIONE FINALE

■ IL PUBBLICO

Il pubblico valuta gli interventi sulla base del contenuto, dello stile e della strategia. • Il contenuto riguarda le argomentazioni e le informazioni impiegate dai relatori di ogni gruppo. • Lo stile è il modo in cui i relatori espongono il proprio discorso. • La strategia comprende la struttura dei discorsi e la corretta relazione tra tempo impiegato e importanza dell’aspetto trattato per il dibattito.

Il resto della classe costituisce il pubblico che ascolta gli interventi e decide chi ha saputo sostenere meglio le proprie opinioni.

Gli interventi sono valutati su un punteggio totale di 30 punti: 12 per il contenuto, 12 per lo stile e 6 per la strategia.

Contenuto (12)

Stile (12)

Strategia (6)

Totale (30)

Eccellente

12

12

6

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Ottimo

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10

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Superiore alla media

8

8

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Nella media

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6

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Inferiore alla media

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Carente

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CHE COSA È IL DEBATE

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DEBATE ■ APPUNTI

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L’INDUSTRIA DELLA MODA INQUINA

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SCHEDA

Indagini commissionate dalle Nazioni Unite hanno messo in luce l’impatto ambientale dell’industria della moda. A questo settore vanno attribuiti il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidride carbonica, nonché una produzione di gas serra superiore rispetto a quelle di tutti gli spostamenti navali e aerei del mondo. Le coltivazioni di cotone utilizzano inoltre il 24% degli insetticidi e l’11% dei pesticidi di tutte le coltivazioni mondiali. Il settore tessile è il più inquinante dopo quello dei combustibili fossili. Tema del DEBATE

Per ridurre l’inquinamento provocato dall’industria della moda dobbiamo cambiare anche le nostre abitudini. Comprare capi di abbigliamento tutte le volte che vogliamo, anche quando non ci servono, è un comportamento dannoso per l’ambiente, che va modificato.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

Spesso compriamo un numero di capi d’abbigliamento che non riusciremo mai a utilizzare. Molti capi alla moda, come i jeans strappati, hanno un impatto ambientale particolarmente elevato: per produrli sono utilizzate sostanze tossiche sia per la salute dei lavoratori sia per gli ecosistemi. La maggior parte dei tessuti contiene poliestere, una fibra artificiale che non può essere riciclata ma che si trasforma in frammenti indistruttibili che finiscono nei mari e nelle catene alimentari.

Possedere molti abiti non è un problema: quando decidiamo di non utilizzarli più possiamo donarli o portarli in un punto di raccolta dove vengono selezionati per essere riciclati. La moda è uno dei settori trainanti dell’economia mondiale, in particolare dell’economia italiana. Infatti i capi degli stilisti italiani vengono esportati in tutto il mondo.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

Possiamo ridurre l’impatto ambientale anche in altri modi: • evitiamo l’acquisto delle pellicce: è un settore importante nei Paesi emergenti, ma porta all’estinzione di molti animali; • preferiamo capi prodotti con plastica riciclata; • chiediamo norme più severe per le industrie tessili che sfruttano i lavoratori; • analizziamo meglio le nostre reali esigenze per evitare di cadere nella trappola della pubblicità che crea un’esigenza d’acquisto che non è reale.

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

Basta documentarsi per capire come questo settore si stia sempre più rivolgendo verso un mercato green ed ecosostenibile: • le pellicce sono state sostituite da indumenti con pelo sintetico; • molti capi d’abbigliamento sono prodotti con plastica riciclata; • quando si sosterrà l’industria della moda sarà possibile investire in produzioni di minor impatto; • i capi d’abbigliamento sono prodotti in tutto il mondo e, soprattutto, in Paesi che non avrebbero molti altri sbocchi produttivi.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Sito del quotidiano «La Repubblica» dove è stato pubblicato un articolo sull’argomento del debate. https://d.repubblica.it/moda/2018/05/03/news/ambiente_quanto_inquina_la_moda_sostenibilita-3961678/

– Articolo pubblicato sul sito della rivista «Focus». https://www.focus.it/ambiente/ecologia/inquinamento-abbigliamento-e-ambiente

– Sito che fornisce tutte le informazioni relative alla moda sostenibile. https://www.vestilanatura.it

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LA TEMPERATURA E IL CALORE

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ACQUA DEL RUBINETTO O ACQUA IN BOTTIGLIA?

SCHEDA

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L’acqua potabile è fondamentale per la nostra vita, eppure ancora oggi nel mondo molte popolazioni soffrono di sete cronica e molte altre non hanno accesso all’acqua potabile. Anche in Italia l’acqua non è sempre disponibile a tutti tramite l’acquedotto, e in alcune regioni i cittadini vengono riforniti con camion cisterna e devono acquistare acqua da bere necessariamente in bottiglia. Nella maggior parte del nostro Paese, tuttavia, l’acquedotto fornisce acqua potabile di buona qualità, monitorata continuamente e venduta a un prezzo calmierato e contenuto. Malgrado ciò, gli italiani sono al primo posto in Europa per il consumo di acqua in bottiglia. L’acqua in bottiglia arriva da fonti che prevedono l’imbottigliamento e il trasporto, nonché lo stoccaggio per lunghi periodi. I controlli sono meno frequenti rispetto a quelli a cui viene sottoposta l’acqua pubblica, ed è subordinata alle leggi di mercato. Tema del DEBATE

È necessario incentivare il consumo dell’acqua pubblica: è più controllata, ha minori costi di gestione e di trasporto, quindi è più ecologica dell’acqua in bottiglia.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

L’acqua dell’acquedotto è gestita da società a partecipazione pubblica che ne garantiscono la qualità, mantenendola entro parametri stabiliti per legge dal Ministero della Sanità. L’acqua pubblica è garantita da analisi quotidiane e il suo prezzo è calmierato. Usare acqua del rubinetto riduce il consumo di bottiglie di plastica e, di conseguenza, l’impatto ambientale.

La vita moderna prevede la possibilità di scelta fra molti prodotti, uno dei quali è l’acqua in bottiglia: avere una pluralità di marche di acqua minerale significa maggior libertà di scelta e la garanzia del prezzo migliore, secondo le regole della concorrenza. L’acqua in bottiglia è controllata alla fonte e arriva da sorgenti speciali, quindi ha proprietà e sapore migliori di quella dell’acquedotto. Per ridurre l’impatto ambientale si può utilizzare il metodo del vuoto a rendere per le bottiglie di vetro.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

L’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto offre altri vantaggi: • è sempre fresca; • non subisce trasporto su ruote; • le società che gestiscono l’acquedotto promuovono azioni di educazione alla salute; • le società che gestiscono l’acquedotto si occupano anche della depurazione delle acque nere; • queste società offrono numerosi posti di lavoro a vari livelli.

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

• Il trasporto dell’acqua in bottiglia ha delle problematiche, ma è un’attività che offre posti di lavoro. • Nulla vieta alle società di acqua potabile di fare anch’esse educazione alla salute. • Le società che imbottigliano e distribuiscono acqua potabile offrono numerosi posti di lavoro, nel settore privato, senza gravare sulla spesa pubblica.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Sito informativo di una società di gestione delle acque. https://www.gruppocap.it/attivita/servizio-idrico-integrato/qualita-dell-acqua/acqua-del-tuo-comune

– Indicazioni del Ministero della Salute. http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_5.jsp?lingua=italiano&area=acque_potabili&menu=controlli

– Sito di CORIPET dove viene illustrato il metodo di raccolta e riciclaggio delle bottiglie in PET “da bottiglia a bottiglia”. https://www.coripet.it

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L’IDROSFERA

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DEBATE

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ALBERI IN CITTÀ

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SCHEDA

Il verde cittadino è spesso il risultato di scelte estetiche compiute nel corso degli anni, a partire dai secoli passati. Il risultato è che nei parchi, nei giardini e nelle piazze le piante originarie del luogo convivono con specie che provengono da Paesi lontani. Nel 2017, ad esempio, hanno fatto notizia le palme e i banani piantati nella piazza del Duomo di Milano. I vecchi alberi vanno mantenuti o sostituiti? È giusto utilizzare piante esotiche che presentano, ad esempio, un maggiore tasso di crescita rispetto alle piante del luogo o una maggiore resistenza alle malattie? Tema del DEBATE

Rinnovare il verde cittadino è un’operazione necessaria. Gli alberi abbattuti possono essere sostituiti da specie esotiche più adatte alla città.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

I vecchi alberi che vivono in città sono spesso sofferenti o malati, si trovano in posizioni non compatibili con i nuovi edifici, non rispondono più ai canoni estetici attuali. Per questo è meglio abbatterli, anche per evitare che rechino danni cadendo a causa di fenomeni meteorologici violenti. Utilizzare piante provenienti da altri Paesi permette ai cittadini di conoscere specie diverse e, costituisce una variante a un paesaggio verde monotono.

I vecchi alberi sono un patrimonio delle città, e spesso hanno anche un’importanza storica perché sono stati testimoni di fatti importanti avvenuti nel passato. In genere hanno grandi dimensioni e offrono riparo a molte specie di uccelli che vivono in città. Inoltre sono veri e propri “polmoni verdi” e rappresentano una valida risposta al problema del riscaldamento climatico.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

• Molte piante che vengono considerate “locali” in realtà provengono da ambienti diversi, come nel caso dei pini e degli abeti che spesso troviamo anche nelle città di pianura. Queste piante si sono rivelate particolarmente sensibili all’inquinamento e inadatte alla città. • Le piante esotiche consentono di studiare il loro adattamento a un ambiente nuovo.

• Introdurre nel nostro ecosistema piante esotiche può essere rischioso: possono contenere uova o larve di insetti o batteri che sono deleteri per le specie autoctone, come nel caso del tarlo asiatico. • Molte piante esotiche si sono rivelate infestanti, come nel caso dell’albero del paradiso (Ailanthus altissima) che è originario della Cina e oggi cresce in qualsiasi ambiente urbano ed è molto difficile da debellare. • Altre piante esotiche, al contrario, possono avere problemi di adattamento al clima e non sopravvivere, con gravi danni economici per le amministrazioni civiche.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Visitiamo il seguente portale, dedicato all’ambiente e in particolare alle piante; contiene interessanti articoli dedicati al verde in città. http://www.aboutplants.eu/portal/cms/content-botanica/1522-piante-native-ed-esotiche-nellevoluzionedel-paesaggio-urbano.html

– Ricerchiamo notizie sui danni provocati alle piante dal tarlo asiatico Anoplophora chinensis malasiaca e dalla Xylella fastidiosa.

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I REGNI DEI FUNGHI E DELLE PIANTE

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LOTTA ALLA PLASTICA!

SCHEDA

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Il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva con la quale mette al bando, a partire dal 2021, piatti, posate, bicchieri, cannucce, contenitori per alimenti e bastoncini per palloncini in plastica. La direttiva stabilisce, inoltre, un obiettivo di raccolta del 90 per cento per le bottiglie di plastica entro il 2025, attraverso l’introduzione di sistemi di cauzione-deposito simili a quelli già previsti per il vetro. Tema del DEBATE

La messa al bando degli oggetti di plastica monouso è un intervento necessario per combattere l’inquinamento e gli sprechi di materie prime ed energia.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

Vietare l’uso di oggetti di plastica monouso è l’unica strada per ridurre l’inquinamento dell’ambiente. È necessario che tutti cambino le proprie abitudini di vita e siano più responsabili degli oggetti che utilizzano, anche di quelli in plastica.

Da quando esistono piatti, bicchieri e posate di plastica ci siamo liberati dalla schiavitù di dover lavare le stoviglie e possiamo organizzare, rapidamente e a basso costo, feste con molti invitati senza fare troppa fatica. Rinunciare a questo e ritornare a lavare i piatti non risolve i problemi ambientali, perché si consuma molta acqua potabile e si usano detersivi. Inoltre, la produzione di contenitori in altri materiali adatti agli alimenti, ad esempio vetro e acciaio inox, comporta un consumo di energia e materie prime che provoca un notevole impatto ambientale.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

• I diversi tipi di plastica hanno tempi di biodegradabilità molto lunghi. • Oggi esistono materiali alternativi che possono svolgere le stesse funzioni della plastica. • Gli oggetti di plastica monouso non sono privi di valore, in quanto la loro produzione comporta l’uso di materie prime, in particolare petrolio, e di energia. • Il livello dell’inquinamento da plastica di oceani e mari è estremamente elevato e dobbiamo impegnarci tutti e da subito per arrestare questo fenomeno.

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

• Tornare all’uso di piatti di ceramica, bicchieri in vetro e posate in metallo rappresenta un passo indietro e rallenta le nostre abitudini quotidiane. • Gli oggetti in plastica monouso sono insostituibili nelle situazioni di emergenza e dove non c’è disponibilità di acqua. • I materiali che possono sostituire la plastica sono più costosi.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Elenco completo degli oggetti in plastica monouso messi al bando dall’Unione Europea. http://europa.eu/rapid/press-release_IP-18-3927_it.htm

– Composizione e costi dei materiali alternativi alla plastica già disponibili sul mercato. https://www.tuttogreen.it/bioplastica-che-cose-e-che-prospettive-offre

– Cerchiamo informazioni sul consumo di acqua potabile per la pulizia delle stoviglie, a mano e in lavastoviglie. – Informiamoci sulle fasi di produzione del vetro.

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I COMPOSTI CHIMICI

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CLIMATIZZATORE SÌ O NO?

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SCHEDA

I cambiamenti climatici stanno creando un nuovo problema: durante l’estate è necessario climatizzare le nostre abitazioni per affrontare i picchi di caldo intenso che si ripetono con sempre maggiore frequenza. Riscaldamento e climatizzazione richiedono un grande consumo di energia elettrica e hanno una pesante ricaduta sull’ambiente, sia per l’incremento delle emissioni di anidride carbonica sia per l’aumento dell’inquinamento dell’aria. Tema del DEBATE

La climatizzazione delle abitazioni è necessaria quanto il riscaldamento perché contribuisce al benessere delle persone, specialmente quelle più vulnerabili come bambini, malati e anziani.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

Il clima sta cambiando e gli eventi meteorologici estremi sono destinati a intensificarsi. Per affrontare le estati più torride, specialmente nelle grandi città, dobbiamo favorire l’installazione degli impianti di climatizzazione ovunque. La climatizzazione migliora la vita: si dorme e si lavora meglio e le relazioni umane migliorano. I nuovi gas refrigeranti dei climatizzatori, come quello indicato dalla sigla R32, sono convenienti, vantaggiosi e sicuri. Per ridurre l’impatto ambientale possiamo scegliere gestori che distribuiscono energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

Esistono modi più ecologici per tenere fresche le nostre case: favorire la ventilazione, abbassare le persiane in modo che le stanze restino in penombra, utilizzare le piante per ombreggiare i balconi, installare ventilatori e pale che consumano molto meno di un condizionatore. La climatizzazione estrema danneggia la nostra salute. Mantenere temperature troppo basse aumenta i consumi di energia elettrica. L’uso massiccio dei climatizzatori fa crescere le temperature negli ambienti delle città, aumentando il senso di disagio.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

Possiamo installare impianti di climatizzazione “inverter” in grado di produrre aria calda o aria fredda a seconda delle condizioni ambientali. Se mettiamo in atto accorgimenti e comportamenti virtuosi nell’uso dei climatizzatori, favoriamo la riduzione dell’inquinamento da CO2 e il raggiungimento dell’Obiettivo n. 12 dell’Agenda 2030.

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

• La maggior parte dell’energia elettrica è prodotta utilizzando combustibili fossili: ogni volta che accendiamo un climatizzatore, anche di ultima generazione, contribuiamo sensibilmente all’aumento del riscaldamento globale. • I giorni estivi di caldo estremo non sono numerosi: per saperlo basta consultare l’archivio meteo della tua città. • Invece di climatizzare gli edifici, si possono isolare termicamente in modo che mantengano una temperatura costante al loro interno.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Sito informativo dell’ONU sulle azioni dell’Obiettivo n.13 dell’Agenda 2030. https://www.unric.org/it/agenda-2030/30796-obiettivo-13-promuovere-azioni-a-tutti-i-livelli-percombattere-il-cambiamento-climatico

– Lo sviluppo del solare in Italia. https://www.italiasolare.eu/

– Che cosa sono e come funzionano i pozzi geotermici. https://www.unionegeotermica.it/cosa-e-energia-geotermica.asp

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L’ECOLOGIA

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DEBATE

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ANIMALI DOMESTICI ESOTICI

SCHEDA

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Con i nostri animali domestici condividiamo momenti di tenerezza e di gioco. Da qualche anno, oltre a cani, gatti, pesci rossi e canarini, la popolazione di animali da compagnia si è arricchita di numerose altre specie: pulcini e merli indiani, tra i più comuni, ma anche animali provenienti da Paesi lontani come tartarughe tropicali d’acqua dolce, pappagallini o addirittura serpenti, ragni e scorpioni, iguane e altri ancora. Gli animali esotici hanno molto successo, ma comportano diversi problemi: che cosa succede, ad esempio, quando crescono e diventano ingestibili in un normale appartamento, o semplicemente scappano e ritornano nell’ambiente naturale o in quello cittadino? Tema del DEBATE

Se vogliamo un animale da compagnia, è meglio scegliere tra quelli domestici abituati da sempre a vivere con l’uomo. Tenere animali esotici in casa è una moda che non va incentivata.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

Cani e gatti vivono con noi da millenni: ne conosciamo bene le abitudini, i comportamenti e le esigenze e quindi li alleviamo correttamente. Cani e gatti ci fanno vivere meglio e sono usati anche nella pet therapy per curare alcune malattie e aiutarci a guarire. Togliere un animale da un canile o da un gattile e portarlo a vivere con noi è un gesto di civiltà e un modo per contrastare i danni dell’abbandono degli animali.

La globalizzazione e la facilità delle comunicazioni ci hanno dato la possibilità di conoscere animali di specie esotiche che possono diventare animali da compagnia. Le specie esotiche sono affascinanti, danno lustro e arricchiscono le abitazioni dei proprietari. L’allevamento di animali esotici aiuta la sopravvivenza di specie che altrimenti sarebbero a rischio di estinzione. È possibile che, insieme a un cane e a un gatto, possano vivere animali esotici da compagnia.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

• Il commercio di specie esotiche, oltre a essere illegale in molti Paesi, provoca una serie di effetti negativi: economici, sociali e ambientali; • il lungo viaggio causa sofferenze agli animali; • l’ecosistema può essere danneggiato dall’introduzione di specie nuove.

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

• Il commercio di specie esotiche è una risorsa economica per i Paesi che hanno un’economia di sussistenza dove le persone spesso soffrono la fame. • Il prelievo di specie a rischio dal loro ambiente naturale può essere controbilanciato dall’allevamento, che ne aumenta il numero di individui.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Sito del WWF per gli animali in via di estinzione. https://www.wwf.it/specie/

– Elenco delle specie esotiche invasive. http://www.isprambiente.gov.it/it/archivio/notizie-e-novita-normative/notizie-ispra/2018/02/pubblicatoil-nuovo-decreto-legislativo-sulle-specie-invasive-divieti-controlli-eradicazione-e-gestione

– La situazione dello scoiattolo grigio in Europa. http://www.today.it/scienze/europa-invasa-dagli-scoiattoli-grigi-rossi-rischio-estinzione-pericolo.html

– L’estinzione dei primati causata dal commercio illegale. http://www.lescienze.it/news/2017/01/19/news/rischio_estinzione_primati_non_umani-3389587/

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L’ETOLOGIA

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DEBATE

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FRUTTA ALL’INTERVALLO

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SCHEDA

Sostituire alle merendine o agli snack, che siamo abituati a consumare a scuola durante l’intervallo, una porzione di frutta fresca non solo è più salutare, ma contribuisce a rendere più completa la nostra alimentazione, fornendoci una riserva di energia sufficiente per il resto della mattina. Tema del DEBATE

Diffondere il consumo della frutta a scuola, a metà mattina e a merenda, è una pratica positiva da incentivare, anche per contrastare sovrappeso e obesità che si manifestano in molti adolescenti.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

La frutta, soprattutto quella di stagione matura al punto giusto, è ricca di fruttosio, uno zucchero semplice e salutare, in grado di fornirci energia immediatamente disponibile. L’apporto calorico di una porzione di frutta è sufficiente a rifornire il nostro cervello dello zucchero necessario per mantenere la dovuta attenzione durante le lezioni della seconda parte della mattinata, senza incidere sul pasto di mezzogiorno. La frutta non contiene zuccheri complessi, grassi polinsaturi, conservanti e coloranti di cui sono ricchi snack e merendine, e quindi è un cibo sano che ci aiuta a mantenere il peso forma.

Le merendine e gli snack, insieme alle bibite zuccherate e ai succhi, sono comodi da trasportare, sono gustosi e saziano di più. L’offerta di merendine e snack è molto ampia e ci permette di sceglierli a seconda dei nostri gusti. Le aziende produttrici, da qualche anno, dimostrano di occuparsi anche della nostra salute: hanno messo in commercio prodotti con minor contenuto di zuccheri e grassi insieme ad altri adatti a chi soffre di intolleranze alimentari.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

La frutta è semplice da preparare: mele, pere, pesche, prugne ben lavate e consumate con la buccia, che è la parte più ricca di vitamine, apportano anche fibre indispensabili per il buon funzionamento del nostro intestino. Inoltre la frutta fornisce molta acqua al nostro organismo. Altri frutti come arance, mandarini e banane vanno semplicemente sbucciati e sono pronti da mangiare. La quantità di rifiuti che dobbiamo smaltire è minima e perfettamente biodegradabile, a differenza degli incarti di snack e merendine.

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

• Ci alziamo tardi e spesso non abbiamo tempo di fare colazione prima della scuola, perciò abbiamo molta fame a metà mattina. Un paio di merendine, un sacchetto di patatine, accompagnati da una bibita gassata e zuccherata ci saziano e ci permettono di arrivare tranquillamente al pomeriggio, non importa se a pranzo non mangiamo perché non abbiamo fame. • I pasti serviti dalla mensa scolastica non sono di nostro gradimento e dobbiamo in qualche modo compensare la fame consumando merendine. • Snack e merendine si trovano al supermercato già confezionati e non comportano alcuno sforzo da parte nostra se non quello di metterli nello zaino.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Sito che illustra la strategia nazionale del progetto Frutta nelle scuole. http://www.fruttanellescuole.gov.it/

– Sito ufficiale dell’Agenda 2030 dove è possibile approfondire il contenuto dell’Obiettivo n. 2 Sconfiggere la fame e conoscerne i traguardi. https://www.unric.org/it/agenda-2030

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L’ALIMENTAZIONE

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RIDURRE L’INQUINAMENTO LUMINOSO

SCHEDA

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Una città ben illuminata dà un senso di sicurezza ma è anche segno di ricchezza e di benessere: in cima alla graduatoria delle città più illuminate del mondo ci sono Singapore, Dubai, Las Vegas, New York, ma anche Londra, Parigi e Milano. Ricerche recenti hanno tuttavia messo in evidenza che gli abitanti delle città molto illuminate non riescono più a vedere il cielo stellato a causa dell’inquinamento luminoso. Non solo: molti comportamenti degli animali, dalla riproduzione alle migrazioni, risentono dell’eccessiva luminosità notturna, così come la salute umana. Tema del DEBATE

È necessario che i comuni e gli enti che si occupano della gestione dei centri abitati mettano in atto delle iniziative per ridurre l’inquinamento luminoso.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

L’inquinamento luminoso causa danni non solo all’ambiente, ma anche alla nostra salute: l’eccessiva luce notturna altera i ritmi di sonno e veglia e può essere causa di malattie. Ridurre l’inquinamento luminoso porta vantaggi economici perché diminuisce i consumi di energia elettrica. Oggi esistono sistemi di illuminazione più efficienti, che non disperdono inutilmente luce verso l’alto ma la indirizzano meglio verso la superficie da illuminare.

Le città moderne fanno a gara per attirare turisti, imprese commerciali, residenti. Un’intensa illuminazione contribuisce a dare un maggiore senso di sicurezza, incentiva le persone a passeggiare per le strade, a sedere ai tavolini dei bar. Un centro risplendente di luci è il miglior biglietto da visita di una città. Infatti, sono molti gli edifici che possono essere messi in risalto con le luci: ponti, strade, edifici storici. Oggi sono soprattutto i grattacieli che, con le loro luci, disegnano il cielo notturno.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

Con pochi accorgimenti si può ridurre l’inquinamento luminoso: • posizionare le luci delle pubblicità sui palazzi in modo che siano dirette verso il basso; • spegnere le luci pubblicitarie o decorative dalle 24 fino all’alba; • installare dei sensori di movimento o timer che accendano le luci solo quando serve; • vietare i fasci di luce fissi o rotanti diretti verso l’alto.

• Le luci delle città sono indispensabili al traffico aereo perché rendono visibili gli ostacoli. • Le luci, soprattutto decorative, accentuano il senso di festa in occasione di particolari ricorrenze. • I fasci di luce che partono da locali di particolare interesse li rendono facilmente individuabili. • I costi per la sostituzione delle illuminazioni cittadine con versioni più efficienti sono troppo elevati per i bilanci dei comuni.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Sito informativo dedicato a tutte le forme di inquinamento, compreso quello luminoso. https://www.inquinamento-italia.com

– Black marble, il nuovo atlante NASA della Terra di notte. https://www.repubblica.it/scienze/2017/04/13/news/nasa_atlante_notturno-162890562/

– Le immagini notturne della Terra scattate dall’ISS. https://www.tomshw.it/altro/lastrofotografia-aiuta-lambiente-linquinamento-luminoso-spicca-nellefoto-notturne-scattate-dalla-iss/

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ELETTRICITÀ E MAGNETISMO

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BICICLETTA O SEGWAY ?

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SCHEDA

I livelli di inquinamento sempre più elevati delle nostre città hanno spinto le autorità ad adottare misure per diminuire il traffico automobilistico e promuovere la smart mobility, o micromobilità elettrica, cioè gli spostamenti personali realizzati grazie a mezzi di trasporto innovativi, come overboard, segway e monopattini elettrici. Accanto a essi continua a esserci la tradizionale bicicletta che, rispetto a questi nuovi mezzi di trasporto, richiede solo l’energia dei nostri muscoli per funzionare. Tema del DEBATE

La micromobilità elettrica è il modo migliore di ridurre il traffico cittadino e l’inquinamento.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

Segway e monopattini elettrici non inquinano l’aria, permettono di muoversi velocemente in città, anche in spazi ristretti. Sono mezzi di trasporto maneggevoli e non hanno bisogno di grandi spazi per il parcheggio. Le recenti disposizioni legislative hanno regolamentato la circolazione di questi mezzi e quindi utilizzarli è più semplice.

La bicicletta è il mezzo di trasporto personale che sicuramente non inquina l’ambiente, in quanto funziona grazie all’energia prodotta dal lavoro dei nostri muscoli. Overboard, segway e monopattini elettrici non sono a impatto 0 perché l’energia che utilizzano può essere prodotta nelle centrali termoelettriche attraverso la combustione di petrolio e carbone. Contrariamente ai mezzi elettrici, la bicicletta è più salutare perché permette di fare attività fisica ed è anche più sicura. ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

• Il costo dei nuovi mezzi elettrici non è elevato. • Le colonnine per la ricarica di questi mezzi di trasporto elettrici sono aumentate nelle città, e questo facilita il loro uso. • Nelle grandi città si prevede che presto questi mezzi di trasporto saranno disponibili anche in condivisione e a noleggio.

• Proprio perché dotati di motori elettrici, questi mezzi possono raggiungere una certa velocità e costituire un pericolo, soprattutto quando si muovono sui marciapiedi. • Le strade di città, soprattutto quelle dei centri storici, sono spesso selciate, quindi presentano molte irregolarità che possono provocare la caduta dei conducenti dei mezzi elettrici. • La normativa, in via di definizione, impedisce l’uso di questi mezzi in spazi pubblici a chi ha meno di 16 anni. • In molti comuni non è consentito l’utilizzo dei mezzi elettrici.

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Per conoscere i prezzi dei mezzi elettrici e metterli a confronto con quelli delle biciclette si può esplorare il sito, che contiene anche la recente normativa per la micromobilità. https://monopattino-elettrico.com/monopattino-elettrico-normativa

– Informiamoci sulle decisioni in merito prese dalla Polizia Municipale consultando il sito del nostro Comune.

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L’ENERGIA

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CYBERBULLISMO E SOCIAL NETWORK

SCHEDA

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La rapida diffusione di Internet e la disponibilità sul mercato di smartphone sempre più potenti ha reso possibile a tutti l’utilizzo dei social network e delle loro applicazioni. Facebook, Twitter, Instagram sono diventati parte integrante della nostra vita. Non sempre però le persone fanno un uso consapevole di questi strumenti, come dimostra il fenomeno del cyberbullismo, un insieme di azioni aggressive e intenzionali, realizzate mediante strumenti elettronici da parte di una singola persona o di un gruppo, il cui obiettivo è quello di provocare danni a un coetaneo incapace di difendersi. Tema del DEBATE

Il problema del cyberbullismo che si è diffuso tra gli adolescenti va affrontato anche in famiglia. Per prevenire le conseguenze di un uso scorretto dei social network è giusto che i genitori controllino lo smartphone dei figli.

■ ARGOMENTI PRO

■ ARGOMENTI CONTRO

I genitori hanno il dovere di proteggere i figli e quindi devono controllare l’uso che i ragazzi fanno delle tecnologie, limitandone anche i tempi di utilizzo. È importante che gli adulti forniscano spiegazioni chiare sui rischi che si corrono navigando in rete. A scuola lo smartphone va utilizzato solo per la didattica: in questo modo i professori possono mostrare agli studenti le grandi potenzialità degli strumenti elettronici, in particolare del cellulare, che spesso viene usato solo per la comunicazione e il gioco e non come strumento per potenziare l’apprendimento.

I genitori, e gli adulti in generale, si devono limitare a dare spiegazioni tecniche sull’uso degli strumenti informatici, senza controllare i contenuti che i ragazzi condividono. Controllare lo smartphone dei figli è un atto di sfiducia da parte dei genitori e può risultare dannoso, perché spinge i ragazzi ad agire di nascosto invece che a confidarsi con gli adulti. Lo smartphone è lo strumento con il quale i ragazzi comunicano tra loro, si confidano e affrontano le sfide tipiche della loro età: non è giusto che gli adulti entrino in questo spazio riservato.

ALTRI ARGOMENTI A FAVORE

• Il controllo dello smartphone può allontanare i genitori dai figli, invece che aumentare la fiducia e il dialogo. • Lo smartphone è uno strumento di comunicazione indispensabile, che permette di creare relazioni e amicizie anche con persone diverse da quelle che si frequentano ogni giorno. • La navigazione in rete non va controllata né limitata perché è il modo in cui è possibile accedere a contenuti nuovi.

È possibile contrastare il cyberbullismo facendo conoscere ai ragazzi i comportamenti da mettere in atto per difendersi, come quelli proposti da WeWorld, una ONLUS che da anni difende i diritti dei bambini e delle donne.

ALTRI ARGOMENTI CONTRARI

Documentiamoci Per affrontare la sfida del debate ricerchiamo informazioni in rete.

– Sito informativo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) sul fenomeno del cyberbullismo. https://www.miur.gov.it/bullismo-e-cyberbullismo

– Sito della Fondazione UmbertoVeronesi che affronta il problema della dipendenza da smartphone. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/pediatria/smartphone-e-adolescenti-come-evitareche-labitudine-diventi-dipendenza

– Portale dedicato all’educazione digitale di bambini, ragazzi e adulti. https://www.mamamo.it/

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IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO

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CODING

LE BASI PER PROGRAMMARE CON Nei Focus coding del tuo libro ti abbiamo proposto di utilizzare la modalità del coding o pensiero computazionale, cioè un linguaggio alla base della programmazione dei computer. Le ragioni di questa scelta sono dettate dall’importanza di apprendere un tipo di ragionamento analitico, ma anche divertente. Le schede che seguono ti permettono di completare le attività proposte nei Focus coding utilizzando la programmazione con Scratch. Scratch è il linguaggio più adatto allo scopo perché ha una bella interfaccia grafica che prende spunto da giochi come il puzzle e i giochi di costruzione. Inoltre:

• permette la programmazione per il coding e la robotica; • è un ambiente di programmazione visuale grazie ai blocchi di comando che rendono le funzioni intuitive e facili da utilizzare;

• si può usare per scrivere storie, realizzare giochi, animazioni e veri e propri programmi per la didattica, per studiare in modo interattivo e divertente.

■ L’AMBIENTE DI SCRATCH Per prima cosa accedi al sito http://scratch.mit.edu dal quale puoi effettuare la registrazione come nuovo utente cliccando sul link “Unisciti alla comunità di Scratch” in alto a destra nella pagina iniziale. Potrebbe essere utile aprire un account per la classe in modo da raccogliere tutte le attività in un unico luogo e poter interagire facilmente con i compagni.

Una volta attivato l’account puoi cliccare sul link “Crea” per iniziare un nuovo progetto. Puoi anche utilizzare il link “Esplora” per visualizzare le risorse messe in rete da altri utenti o utilizzare i tutorial di apprendimento. Una volta attivato il link “Crea” compare questa schermata:

Se necessario, imposta la lingua corretta cliccando sul menu “Mondo” ( ) vicino al logo “Scratch” e selezionando “Italiano”. LE BASI PER PROGRAMMARE CON SCRATCH

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CODING In alto a sinistra osservi tre etichette: “Codice”, “Costumi” e “Suoni”. In fase iniziale è attiva la scheda “Codice”. A sinistra, in verticale, trovi dei bolli colorati che riassumono le categorie delle varie funzioni: Movimento, Aspetto, Suono ecc. Ogni bollo ha un colore specifico che facilita il ritrovamento e l’utilizzo delle funzioni. Le stesse funzioni sono disegnate sotto forma di blocchi geometrici a incastro, sempre con lo scopo di facilitarne l’uso: rettangoli indentati, esagoni, ovali ecc. Queste geometrie sono visibili nella seconda colonna a sinistra. L’area centrale della schermata, inizialmente vuota, con solo una piccola immagine in alto a destra, è dedicata al posizionamento e al sequenziamento del codice: in pratica devi trascinare e appoggiare in quest’area i blocchi geometrici, posizionandoli in modo efficace grazie agli incastri. Nella parte destra della schermata, in alto, si trova il riquadro con il disegno dello sprite, cioè il personaggio che esegue il codice. È l’area di prova del programma e può essere dimensionata grazie alle tre icone nell’angolo in alto a destra. Appena sotto l’area di prova sono descritte le caratteristiche dello sprite: il nome, la posizione rispetto al centro dell’area, la possibilità di visualizzarlo o meno con il comando “Mostra” e “Nascondi”, la dimensione e la direzione di movimento nell’area. Appena sotto trovi una piccola icona con il simbolo e il nome dello sprite. A destra in basso puoi cliccare sugli Sfondi o Stage. Riprendiamo le tre etichette in alto a sinistra. Clicca su “Costumi” per modificare l’aspetto dello sprite o disegnarne uno da zero.

La terza etichetta, denominata “Suoni”, permette di utilizzare una playlist gratuita, di inserire suoni o musiche codificati e di registrare suoni o voci nuovi.

■ QUALCHE SUGGERIMENTO Prima di riuscire a utilizzare il codice in modo efficace è necessario provare alcune volte, seguire i tutorial e attivare lo sprite per capire come si muove, come parla, come si attiva. Se l’attività iniziale viene svolta in classe i primi momenti saranno di grande concitazione perché tutti vorranno capire come funziona il programma: cercate di limitare le vostre domande al funzionamento del programma, alla comprensione degli incastri fra i blocchi e allo studio dei blocchi stessi, in modo da diventare sempre più esperti e, in breve tempo, riuscire a collaborare a coppie o in piccoli gruppi per realizzare progetti sempre più sofisticati. 134

LE BASI PER PROGRAMMARE CON SCRATCH

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CODING

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PROGETTIAMO CON

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SCHEDA

• Impariamo a utilizzare il linguaggio Scratch.

CALCOLA LA TUA IMPRONTA DI CARBONIO Nell’unità dedicata all’atmosfera hai imparato che cosa si intende con “impronta di carbonio” e hai potuto capire quali sono le conseguenze provocate sull’ambiente dall’immissione di CO2 attraverso le attività produttive e i comportamenti quotidiani. Ti proponiamo di realizzare un progetto con Scratch per calcolare la produzione di CO2 determinata dall’uso giornaliero di diversi mezzi di trasporto.

• Per prima cosa inserisci il codice di benvenuto.

• Poi inserisci la domanda che ti porta alla funzione reale del programma.

• A questo punto devi inserire il primo blocco con domanda e risposta.

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L’ATMOSFERA

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CODING SEGUE SCHEDA

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• Se la risposta è “Sì” devi inserire due variabili, “giorni” (intesa come giorni in cui utilizzi l’automobile) e “chilometri” (intesa come i chilometri che percorri in automobile per andare a scuola). Le variabili vanno inserite nel gruppo “Variabili” indicato dal bollo arancione.

• Ora devi scegliere il mezzo di trasporto. Crea una lista denominata “mezzo di trasporto”. Questa lista verrà completata in seguito.

• La lista è visibile anche nella schermata dello sprite.

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L’ATMOSFERA

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CODING SEGUE SCHEDA

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• Questa è la visione d’insieme.

• Ora devi riempire la lista. Ti proponiamo una serie di mezzi di trasporto di cui conosciamo l’emissione media di CO2 a chilometro, ma puoi adattare la tua lista come meglio credi.

• Aggiungi una nuova lista parallela con i corrispettivi valori di emissione di CO2/km.

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L’ATMOSFERA

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CODING SEGUE SCHEDA

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• Ora puoi utilizzare le liste all’interno del tuo calcolatore.

• Per terminare puoi inserire la frase seguente in “altrimenti”.

• Alla fine il tuo programma dovrebbe risultare così:

Puoi migliorare l’aspetto del tuo programma con sprite e sfondi adeguati. Suggerimento per nuovi sviluppi Potresti calcolare la CO2 prodotta durante un’uscita didattica aggiungendo una nuova scelta (blocco “se, allora, altrimenti”) per ampliare le scelte ad autobus, treno o altri mezzi di trasporto.

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L’ATMOSFERA

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PROGETTIAMO CON

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SCHEDA

• Impariamo a posizionare e inserire nuovi sprite.

I PASSAGGI DI STATO Nell’unità dedicata al calore e alla temperatura hai conosciuto gli stati fisici della materia e come avvengono i passaggi da uno stato all’altro. Il progetto che ti proponiamo ti aiuterà a familiarizzare con la piattaforma Scratch e a realizzare un’animazione per focalizzare meglio i concetti.

• Per prima cosa inserisci il codice per posizionare il tuo sprite, poi inserisci il codice di benvenuto.

• Inserisci la prima riga di spiegazione e, di seguito, il comando di azione che sposta lo sprite nella posizione migliore per la spiegazione.

• Continuando il programma lo sprite spiegherà che cosa sono gli stati fisici.

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LA TEMPERATURA E IL CALORE

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CODING SEGUE SCHEDA

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L’ultima parte del codice serve a descrivere i passaggi di stato.

• Per far funzionare il programma è necessario salvare quattro nuovi sprite che rappresentano le immagini dei tre stati fisici e del passaggio di stato. Per inserire un nuovo sprite esegui queste operazioni: – nella parte inferiore dello schermo, a destra, scegli “Importa sprite”; – poi seleziona l’immagine dalla cartella in cui si trova.

• Per ogni nuovo sprite vanno inseriti dei codici, il primo per nascondere ogni sprite in fase iniziale, gli altri per farli comparire e scomparire al momento opportuno.

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LA TEMPERATURA E IL CALORE

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PROGETTIAMO CON

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SCHEDA

• Impariamo a costruire un calcolatore di punteggio.

LE DIFESE DELL’ORGANISMO L’attività che ti proponiamo ti aiuterà a familiarizzare con la piattaforma Scratch e a costruire un breve programma per riconoscere le difese dell’organismo e imparare a costruire un calcolatore di punteggio per valutare le risposte a un test.

• Per prima cosa inserisci il codice di benvenuto e la dichiarazione di cosa vuoi fare. Fai attenzione a porre il contatore di punteggio uguale a 0, altrimenti sommerà i punti degli utilizzi precedenti. Il contatore che vedi è relativo alle azioni che farai alla fine del programma. • A questo punto introduci la prima affermazione. • Il blocco “Chiedi” necessita di una risposta. Può essere una risposta unica oppure una risposta che apre altre scelte. In questo caso viene attivata una scelta tra due possibilità: specifiche o aspecifiche. Per funzionare in modo adeguato, il computer necessita della funzione “se”. Utilizza il blocco “se, allora, altrimenti”. In questo caso al blocco “altrimenti” descriverai le difese aspecifiche. • Le altre parti del codice sono una serie di “se, allora, altrimenti” annidate una dentro l’altra, cioè inserite una all’interno dell’altra, come le parentesi in un’espressione. Prima di operare ulteriori scelte, descrivi le difese immunitarie in modo sempre più approfondito. Ora puoi cominciare a comporre il test. Introduci un altro blocco “Chiedi” a cui fanno seguito le relative risposte come nel codice qui a fianco.

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IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

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CODING SEGUE SCHEDA

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• Di seguito è trascritto il codice completo.

• Per inserire il punteggio è necessario creare una variabile.

Clicca su “Crea una Variabile”.

Si apre la finestra per inserire la variabile. Assegna “punteggio” come nome variabile.

Seleziona “Solo per questo sprite”. Non è obbligatorio ma consigliato quando più sprite partecipano al punteggio.

Per far funzionare la variabile “punteggio” devi utilizzare il comando “porta punteggio a” e aggiungere l’operatore con il blocco “+” e 1. In caso di risposta sbagliata utilizza il blocco “–” e togli 0,5 punti.

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IL SISTEMA LINFATICO E IL SISTEMA IMMUNITARIO

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PROGETTIAMO CON

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SCHEDA

• Impariamo a disegnare sprite e sfondi.

IL QUADRATO DI PUNNETT Nell’unità dedicata alla genetica hai imparato che cos’è il quadrato di Punnett e hai potuto utilizzarlo per applicare le leggi di Mendel e risolvere problemi di genetica. Ti proponiamo di realizzare un progetto con Scratch per costruire un quadrato di Punnett.

• Per prima cosa inserisci il codice di benvenuto e la descrizione dell’attività.

• A questo punto inserisci il blocco che spiega come disporre le lettere in ogni settore quadrato. Alla fine della descrizione inserisci il blocco “invia a tutti messaggio 1” per attivare lo sprite con le frecce.

• Il codice successivo invia una serie di messaggi per attivare tutti gli sprite in sequenza: in questo caso gli sprite sono le lettere minuscole e maiuscole che identificano gli alleli. Per ottenere l’effetto sequenziale è necessario interrompere le azioni con il codice “attendi 1 secondi”.

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IL LINGUAGGIO DELLA VITA

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CODING SEGUE SCHEDA

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• Ora puoi completare il programma con l’applicazione della seconda legge di Mendel. Di fianco il codice relativo.

• Per far funzionare bene il programma è necessario disegnare sia gli sprite sia gli sfondi. Iniziamo dagli sprite. In basso a destra scegli il menu a comparsa “Disegna un nuovo sprite”.

• Si apre la seguente finestra: scegli il pennello per disegnare le frecce o il testo per scrivere le lettere corrispondenti ai caratteri genetici.

• Per disegnare lo sfondo devi seguire una procedura simile a quella per disegnare lo sprite.

Per disegnare le linee del quadrato.

Per disegnare il quadrato.

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Per scrivere titolo e lettere.

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DARWIN’S VOYAGE

track 1

Charles Darwin’s voyage aboard the Beagle lasts five years. The Beagle returns to England on 2 October 1836. During the voyage, Darwin collects samples of fossils, stones, plants, insects and animal skeletons and also observes natural phenomena. Darwin publishes his log book The Voyage of the Beagle in 1839. In the same year, he marries his cousin Emma Wedgwood and the couple live in London for two years before moving to the countryside, in Downe, Kent. Charles and Emma have ten children. 1

KEY WORDS log book diario di bordo

CHARLES DARWIN

CLIL

2

2 Charles Darwin commemorative stamps issued in 2009 by the Royal Mail. 3 The voyage of the Beagle.

1 Charles Darwin (1809-1882).

3

NORTH AMERICA EUROPE

ASIA

AFRICA ATLANTIC OCEAN OCEANIA

SOUTH AMERICA INDIAN OCEAN

PACIFIC OCEAN

DARWIN’S VOYAGE

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CLIL For twenty years, Darwin and other important scientists of that time collect and study samples. Darwin publishes his research and observations which help him elaborate his Theory of Natural Selection. In 1859 he publishes On the Origin of Species by Means of Natural Selection. The book introduces natural selection to the world. It was a revolutionary theory for its time, but now most scientists accept his theory. 4 Darwin becomes a celebrity but he lives a quiet and reserved life. He is often ill but lives until 1882. He is buried in Westminster Abbey near two other great scientists: Herschel, the astronomer, and Newton, the physicist. 5

4 The title page of the 1859 edition of On the Origin of Species by Means of Natural Selection.

5 The HMS Beagle.

COMPREHENSION EXERCISES 1. Find these places on the map on the previous page and complete the descriptions below. a. The Cape Verde Islands are in the

Ocean.

b. The Galapagos Islands are in the

Ocean.

c. Montevideo is in

.

d. Cape Town is in

.

e. The islands of Mauritius are in the f. Sydney is in

Ocean. .

g. The Cocos Islands are in the h. Hobart is in

Ocean. .

2. True or false? a. The Beagle’s voyage lasts two years. b. On the Origin of Species is published in 1859. c. Darwin becomes famous after his death. d. Darwin is never ill. e. Darwin only collects fossils during his voyage. f. Darwin is a very sociable person. g. Darwin is buried in Westminster Abbey.

146

T

F

T

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T

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DARWIN’S VOYAGE

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name ..............................................................................................................

CLIL

surname ..............................................................................................................

DARWIN SETS OFF

1

SCHEDA

track 2

DEVONPORT, PLYMOUTH 27 December 1831

BEFORE READING 1. These are five numbers related to Charles Darwin. Can you guess what they refer to? a.

22

1. His age when his mother died.

b.

8

2. The number of guns on the HMS Beagle.

c.

10

3. His age when he got his first job on the HMS Beagle.

d.

1817

4. The year Darwin was born.

e.

1809

5. The year his mother died.

My name is Charles Darwin. I am 22 and I was born in Shrewsbury, in the heart of England, on the 12th of February, 1809. My father, Robert Waring Darwin, is a good doctor and he is very famous. My mother, Susannah Wedgwood, was born into a family of potters but she died in 1817 when I was 8 years old. I started studying Medicine at University but I stopped. I eventually studied Theology, but my real passion is Natural History; that is geology, botany, and zoology. I collect rocks, minerals, plants, insects and beetles in particular. I am going to be the scientific expert on board an important ship called HMS Beagle.

DARWIN SETS OFF

KEY WORDS potter fabbricante di porcellana eventually alla fine beetle scarabeo

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CLIL CONTINUED FROM

SCHEDA

1

Because of a strong south-westerly wind, the ship didn’t set sail until today. His Majesty’s Beagle is a 10-gun brig under the command of Captain FitzRoy. The object of our expedition is to study vast areas of South America and also to draw maps of Patagonia and Tierra del Fuego and then of the shores of Chile, Peru and some Pacific islands. We also have some longitudinal measurements to do all around the world.

KEY WORDS a 10-gun brig un brigantino con dieci cannoni shore costa longitudinal measurements misurazioni di longitudine

Darwin used maps and a compass to find his position during the voyage.

READING COMPREHENSION 1. True or false? Correct the false statements and add a little more information to the true ones. T F a. Charles was born in London. T F b. Charles’s father’s name was also Charles. c. His father was a famous doctor. d. His mother was from a family of potters. e. Darwin’s mother died when he was only 8 years old. f. Darwin studied botany at University. g. The name of the ship is HMS Beetle. h. He is the scientific expert on the ship. i. Part of his work on the ship is to draw maps.

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

2. Complete the missing parts of Darwin’s timeline with these words: Beagle 1809 Darwin was

Medicine

1817 His mother

born

Theology

At University, he studied but he didn’t like it.

148

1831

died

At University, he then studied

He gets a job on HMS

DARWIN SETS OFF

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name ..............................................................................................................

THE PUNA

CLIL

surname ..............................................................................................................

2

SCHEDA

track 3

PEUQUENES RIDGE, ANDES 20 March 1835

BEFORE READING 1. Cross out the words in the list below which do not appear in the text. mountain

mules

road

backpack

clouds

thin air

rock

At midday, we begin climbing towards the Peuquenes ridge in the Central Andes, between Chile and Argentina. It is one of the highest ridges in the Andean Cordillera and we climb up the Chilean side. The road across the mountains goes up to 4,033 metres.

2

PERCORSO

5

UNITÀ

1

L’APPARATO RESPIRATORIO

VOLUME

fossilized shell

KEY WORDS ridge cresta montuosa catch their breath riprendere fiato

Climbing gets harder and harder and our breathing becomes difficult. Our mules also find it hard, so they often stop to catch their breath. After a short rest, these poor animals start climbing again on their own.

VOLUME

C

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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CLIL CONTINUED FROM

SCHEDA

2

Puna is what the Chilean people call breathing with difficulty in these mountains. They think that is because there is something in the water or in the snow. They have a saying, “Where there is snow, there is puna”. It is true, because at high altitudes it really is difficult to breathe. But it does not depend on the snow. It is because the air is thin.

KEY WORDS puna mal di montagna a saying un detto the air is thin l’aria è rarefatta foreigner straniero to get used to abituarsi a onion cipolla

Walking is very difficult and it seems like you have a heavy weight on your head and chest. But after some time, it feels normal. They say that in the city of Potosí, which is 4,000 m above sea level, foreigners need one year to get used to the atmosphere. The Chileans use onions as a remedy to prevent puna. I don’t need any remedies because I am very happy about some beautiful fossil shells I found on the highest ridge: I completely forgot the puna.

From Potosí you can see the Cerro Rico, a 4,782 m mountain which is the largest silver mine in the world.

READING COMPREHENSION 1. Read the diary entry and say if these sentences are true or false. Correct the ones that are not true. a. Darwin starts climbing after breakfast. b. He climbs up the side nearest Chile. c. The altitude is over four thousand metres. d. At the high altitude, there is little oxygen in the air. e. They never stop and rest to regain their energy. f. Puna is the Chilean word for snow. g. People who visit Chile can breathe after 24 months. h. Darwin finds something and he forgets about the puna.

150

VOLUME

2

PERCORSO

5

UNITÀ

1

L’APPARATO RESPIRATORIO

VOLUME

C

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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name ..............................................................................................................

CLIL

surname ..............................................................................................................

HOW DO WE BREATHE?

2

SCHEDA

track 4

TRAVELLING in SCIENCE

We need energy to make an organism work. Energy is contained in chemical bonds which join all the chemical compound atoms in food. This is ‘fuel’. When these chemical compounds combine with oxygen, they release the energy that is contained in their chemical bonds. We can say that oxygen ‘burns’ the ‘fuel’. Air contains 21% oxygen, 78% nitrogen and 1% other gases. When an organism breathes, it only uses oxygen and so expels the other gases. nitrogen (N2)

78%

oxygen (O2)

21%

other

carbon dioxide (CO2)

0.03%

0.03%

argon (Ar)

0.94%

Oxygen enters an organism through the nose and mouth and continues through the airways – pharynx, larynx, trachea and bronchi – into the lungs.

pharynx nasal cavity larynx trachea

left lung

right lung bronchus

terminal bronchiole

VOLUME

2

PERCORSO

5

UNITÀ

1

L’APPARATO RESPIRATORIO

VOLUME

C

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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CLIL CONTINUED FROM

SCHEDA

2

Respiration occurs in two phases: inspiration and expiration. During inspiration, air goes into the lungs. During expiration, air is expelled from the lungs. The lungs can expand with inspired air and deflate with expired air thanks to muscles: the intercostal muscles and the diaphragm. The lungs have no muscle fibres, so they cannot expand or contract alone.

IN

INSPIRATION

EXPIRATION

OUT expired air

inspired air

the chest rises when intercostal muscles contract

the chest lowers when intercostal muscles relax

thoracic cavity

the diaphragm contracts and lowers

the diaphragm relaxes and rises

COMPREHENSION EXERCISES c. Air is a mix of a variety of gases. The percentage is nitrogen.

1. True or false? a. The lungs are filled with muscle fibres to enable breathing.

T

F

T

F

c. The diaphragm is a muscle.

T

F

d. The diaphragm is not needed for breathing.

T

F

e. Intercostal muscles help expand and deflate the lungs.

T

F

b. Air is mostly made of oxygen.

d. Nitrogen is not It is only expelled. e. Only body.

a. Air arrives in the airways through the and b. The airways are made up of: the pharynx, , and .

152

VOLUME

2

PERCORSO

5

UNITÀ

1

is used in the

3. Connect.

2. Complete the following sentences. .

.

a. Expiration

1. Inspiration/ expiration

b. Inspiration

2. Chemical bonds

c. Respiration

3. Air is expired

d. Energy

4. Airways

e. Larynx

5. Air is inspired

L’APPARATO RESPIRATORIO

VOLUME

C

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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name ..............................................................................................................

CLIL

surname ..............................................................................................................

A VOLCANIC ISLAND

3

SCHEDA

track 5

ASCENSION ISLAND 19 July 1836

BEFORE READING 1. Look at the picture below. 1. What can you see? 2. What is Darwin doing? 3. What is the landscape like?

On the 19th of July, we reach Ascension, a volcanic island in the middle of the Atlantic Ocean. There are several volcanoes that look like hills, or like cones without a top. They are bright red. A principal mound in the centre of the island looks like the father of the smaller cones. The black lava surface all around makes the landscape desolate and barren. Near the rocky coast nothing grows; further inland, you can see an occasional tree, and a few grasshoppers, true friends of the desert. The geology is complex because the ancient lava flows are covered with little mounds. The intervening spaces are concealed with layers of pumice, ashes, and volcanic tuff. The landscape is fantastic, with layers of lava of a different colour on some hills.

VOLUME

3

PERCORSO

2

UNITÀ

1

LA DINAMICA DELLA TERRA

VOLUME

KEY WORDS mound montagnola barren brullo inland all’interno grasshopper cavalletta layer strato pumice pomice ash cenere tuff tufo

D

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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CLIL CONTINUED FROM

SCHEDA

3

I can examine the structure of the volcanic bombs – that is masses of lava which have been shot through the air whilst fluid and have consequently assumed a spherical or pear shape. I have seen a lot of volcanoes in South America, especially in Chile, near the Pacific Ocean, but I have never seen an eruption. There are stories of terrible eruptions such as when two volcanoes in the Andes mountain chain, opposite the island of Chiloé, started erupting at exactly the same time, then continued for ten months!

KEY WORDS whilst mentre (erano) shape forma

Chaitén volcano erupting in 2008 (Chile).

READING COMPREHENSION 1. True or false? a. Ascension is an island in the middle of the Pacific Ocean. b. The volcanoes on the island look cylindrical. c. There isn’t any lava. d. There is no plant life near the sea. e. Some of the land is covered with volcanic tuff. f. Some of the hills are covered with different colours of lava. g. Darwin has seen lots of volcanic eruptions.

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

2. Choose the correct word to complete the descriptions below. a. The volcanoes look like 1. tubes

.

2. cones

3. cups

b. The

is black.

1. lava

2. hill

3. sea

c. There are a few 1. flies

living inland.

2. beetles

3. grasshoppers

d. A volcanic

is when the lava flies up into the air.

1. stream

2. pear

3. bomb

e. Once

volcanoes erupted at the same time.

1. three

154

VOLUME

2. two

3

PERCORSO

3. four

2

UNITÀ

1

LA DINAMICA DELLA TERRA

VOLUME

D

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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name ..............................................................................................................

VOLCANOES

CLIL

surname ..............................................................................................................

TRAVELLING in SCIENCE

A volcano is a rupture in the Earth’s crust where incandescent materials such as lava and gases come out, but there are also solid fragments of different sizes and shapes, called pyroclastic particles.

Pumices are fragments of light and porous lava that quickly cooled down.

3

SCHEDA

track 6

Lapilli are tiny little fragments of solid lava.

Volcanic bombs are blocks of solid lava up to 30 cm in size.

This happens because rocks melt together deep down inside the Earth and become fluid because of the high temperature and pressure. The melted rock is called magma. It contains steam and gases. Magma remains inside the Earth or moves along fractures in the lithosphere until it reaches the surface and comes out. In this case, there is a volcanic eruption.

VOLUME

3

PERCORSO

2

UNITÀ

1

LA DINAMICA DELLA TERRA

VOLUME

D

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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CLIL CONTINUED FROM

SCHEDA

3

Volcanoes are not mountains. A volcano is only a fissure from which lava, ash and gas emerge. The resulting mountain is called a mound and it is built up from the lava that comes out during eruptions, cools down and becomes solid. There are also some ‘flat’’ volcanoes. They are simple fissures from which incandescent material comes out. Volcanoes of this type can be found in Iceland. crater

lava vent

mound

magma chamber

COMPREHENSION EXERCISES 1. True or false? a. A volcano is a mountain. b. Lava contains gas and steam. c. There are high volcanoes in Iceland. d. A volcano is a rupture. e. Rocks inside the Earth become fluide because of the low pressure. f. Volcanic bombs can reach up to 30 cm in diameter. g. There are different types of volcanoes. h. Lava comes from the magma chamber.

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

2. Complete the following sentences. a. The

is where the lava, gas, ash and lapilli come out from.

b. Melted rock still inside the Earth is called c.

.

is melted rock that comes out of the volcano.

d. Small, solidified fragments of lava are called

.

e. Lava that comes out of a volcano builds up into a

156

VOLUME

3

PERCORSO

2

UNITÀ

1

LA DINAMICA DELLA TERRA

.

VOLUME

D

PERCORSO

2

UNITÀ

1

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name ..............................................................................................................

CLIL

surname ..............................................................................................................

THE GALAPAGOS: A LITTLE WORLD WITHIN ITSELF

4

SCHEDA

track 7

GALAPAGOS ARCHIPELAGO, ECUADOR September-October 1835

BEFORE READING 1. Cover the diary entry and listen to Darwin. Look at the list of words below and tick any words you hear. 500 miles

island

algae

natural history

food

earth

species

environment

Check your ideas in pairs. Then write down five more words that you heard. Listen again if necessary. What is Darwin describing – the landscape or the life on the islands?

On 15th September we landed on these extraordinary volcanic islands. The archipelago is a little world within itself. It is 500 to 600 miles from the American coast. I am very excited by all the things I am going to see. The natural history of these islands is eminently curious, and well deserves attention. Most of the organic life is ‘autochthonous’, this means it belongs to a unique species which is not found anywhere else in the world. The species are similar to life in South America, but some characteristics are different. And there are also differences between species on each island.

VOLUME

3

PERCORSO

5

UNITÀ

1

L’EVOLUZIONE DELLA VITA

VOLUME

B

KEY WORDS within itself a sé eminently assolutamente well deserves attention merita particolare attenzione

[The words in italics = corsivo are originally from Darwin’s diary]

PERCORSO

4

UNITÀ

1

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CLIL CONTINUED FROM

SCHEDA

4 KEY WORDS

The mouse is the only indigenous mammal here. The other animals are reptiles and birds. I am now observing the chaffinch. I notice that its bill changes from island to island depending on the type of food it eats. I imagine that each group of birds evolved in a different way to suit the environment. Also, the giant tortoises and iguanas are different. Some iguanas live on the dry land, while others live in the sea and eat algae! Hence, both in space and time, we seem to be brought somewhat near to that great fact – that mystery of mysteries – the first appearance of new beings on this earth.

chaffinch fringuello bill becco (di un uccello) from island to island da isola a isola dry land terraferma both in space and time tanto nello spazio come nel tempo somewhat in un certo modo

The cactus finch feeds on cactus nectar thanks to its long pointed bill. Other species of finches with a similar bill feed on insects.

READING COMPREHENSION 1. Read the diary entry and say if these sentences are true or false. Correct the ones that are not true. T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

T

F

g. One bird’s feet change on each island in the archipelago.

T

F

h. Darwin believes that the birds evolved a different way to eat because they live in different environments.

T

F

i. Only the chaffinches have evolved differently.

T

F

l. According to his words – in italics – Darwin believes that his discoveries help to understand the origins of life on Earth.

T

F

a. Darwin thinks the islands are special. b. The archipelago is similar to all other islands. c. He really wants to visit the islands. d. Most of the plants and animals are exactly the same as in other places. e. Some species are different between the islands. f. There are two indigenous mammals on the islands.

2. Write the words below next to the corresponding pictures in the drawing on the previous page. beach

rock

sea

iguana

tortoise

3. Write what you think Darwin said when he first noticed that there were small differences between some animals from island to island.

158

VOLUME

3

PERCORSO

5

UNITÀ

1

L’EVOLUZIONE DELLA VITA

VOLUME

B

PERCORSO

4

UNITÀ

1

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name ..............................................................................................................

CLIL

surname ..............................................................................................................

DARWIN’S THEORY OF EVOLUTION

4

SCHEDA

TRAVELLING in SCIENCE

track 8

Evolution is a powerful combination of big and small events resulting in the infinite forms of life on our planet. It is a process of change and adaptation which causes the appearance of new species of living creatures. It is the history of life on Earth, which began over 3.5 billion years ago. The first forms of life were tiny unicellular organisms, then more complex life forms slowly appeared, until the ones that populate the Earth today. Many forms of life have become extinct in the course of the centuries. Every species is born from previous ones which in turn descended from other older species. All living species have common ancestors. Over millions of years, the species accumulated so many differences that we now have a huge variety of life forms. Charles Darwin’s theory could convincingly explain the mechanism of evolution. Most of his theory is still accepted by many scientists today. The progress of science helps us to have more and more detailed explanations about this extraordinary phenomenon.

COMPREHENSION EXERCISES 3. These are now extinct:

1. Tick the correct answer. 1. Life on Earth started:

a. over three and a half years ago. b. over three billion and a half years ago. c. around 14 million years ago. d. around 14 billion years ago. 2. The first forms of life were:

a. animals.

b. many animal species but not plants. c. all the unicellular organisms. d. a lot of different life forms of different groups. 4. Multicellular organisms:

a. appeared before unicellular organisms. b. appeared after unicellular organisms.

b. plants.

c. appeared together with unicellular organisms.

c. unicellular organisms. d. animals and plants.

VOLUME

a. only some species of reptiles and dinosaurs.

3

PERCORSO

5

d. did not appear at all.

UNITÀ

1

L’EVOLUZIONE DELLA VITA

VOLUME

B

PERCORSO

4

UNITÀ

1

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CLIL CONTINUED FROM

SCHEDA

4 HISTORY OF PLANET EARTH

We live in the Quaternary period. It began about 2 million years ago. In this period, different species of Homo appear, including ours: Homo sapiens. sapiens

CENOZOIC ERA Birds and mammals expand. Larger reptiles disappear. Forests cover the land.

MESOZOIC ERA Mesozoic Era started about 250 million years ago. The sea is full of marine molluscs and ammonites.

Conifers and larger reptiles dominate the land.

Flowering plants and the first mammals make their appearance.

PALEOZOIC ERA All of the phyla of every organism existing on Earth appear at the beginning of the Paleozoic.

500 million years ago the sea is filled with armoured fish. Vegetables cover the land around 400 million years ago. Huge forests of palms and giant ferns are home to insects and amphibians.

PRECAMBRIAN ERA Around 700 million years ago, seas fill up with the first multicellular organisms, similar to jellyfish and sponges.

Unicellular organisms made of one eukaryotic cell appear about a billion years ago. Photosynthesizing bacteria appear around 2.7 billion years ago. The atmosphere and hydrosphere become filled with oxygen and a primordial layer of ozone forms to protect the Earth from ultraviolet rays.

The first life forms that appeared on our planet 3.5 billion years ago were made up of only one cell. They were similar to today’s bacteria.

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VOLUME

3

PERCORSO

5

UNITÀ

1

L’EVOLUZIONE DELLA VITA

VOLUME

B

PERCORSO

4

UNITÀ

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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

L’ENERGIA DAL NUCLEO ATOMICO TECNOLOGIA

EDUCAZIONE CIVICA I DISASTRI DI CHERNOBYL E FUKUSHIMA

AGENDA 2030

LE CENTRALI A FISSIONE NUCLEARE

SCHEDA

1

COSTRUZIONI ANTISISMICHE SCHEDA

LE FORME DI ENERGIA

I TERREMOTI

I VULCANI

IL SOLE

LA BOMBA ATOMICA

LA SECONDA GUERRA MONDIALE L’ENTRATA IN GUERRA DEL GIAPPONE

SCHEDA

CLIL

GEOGRAFIA GIAPPONE

MUSICA GIAPPONESE

MUSICA

PEARL HARBOUR IL GRAN SOLE DI HIROSHIMA

INGLESE

THE EARTHQUAKES

FUSIONE E FISSIONE NUCLEARE

LA STRUTTURA DELL’ATOMO

SCIENZE

3

MANGA

ARTE E IMMAGINE 2

ITALIANO E STORIA

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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

nome ........................................................

cognome .........................................................

EDUCAZIONE CIVICA

SCHEDA

I DISASTRI DI CHERNOBYL E FUKUSHIMA

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Tratto da www.focus.it primi disperati interventi 26 APRILE 1986 Alcune manovre azzardadi contenimento della fuga Contaminatore: centrale nucleare di Chernobyl, Ucraina. te durante un’esercitazione radioattiva. Per fare in fretta Contaminanti: polveri di sostanze radioattive notturna agli impianti di lavorano in prossimità del inclusi uranio, plutonio, cesio-137, stronzio e altri metalli. sicurezza della centrale nunucleo dell’esplosione, anContaminati: 5 500 000 persone, ufficialmente. cleare provocano la fusione che senza protezioni, pur del nocciolo, l’esplosione sapendo che così avranno del “reattore 4” e il collasso della struttura che lo i giorni contati a causa dell’esposizione alle raproteggeva. diazioni migliaia di volte oltre la norma. Grazie Si sprigiona una nube carica di particelle radioa loro, il reattore viene chiuso in un sarcofago di attive cinquecento volte più micidiale di quella cemento armato che imprigiona i materiali radioprodotta dalle bombe di Hiroshima e Nagasaki. I attivi. L’11 luglio 2019 è stato inaugurato il nuovo venti spargono le particelle nell’atmosfera e presarcofago, formato da un enorme arco di cemento sto vengono contaminate intere regioni di Ucraie acciaio lungo 275 metri e largo 108, costato un na, Bielorussia e Russia. miliardo e mezzo di euro e finanziato dalla BERS È l’evento più grave mai avvenuto in una cen(Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluptrale nucleare. Viene mobilitato l’esercito, gli abipo) e da 45 Paesi. La grande sfida è smantellare la tanti della città sono evacuati, mentre squadre di vecchia copertura e affrontare il materiale radiomigliaia di operai e tecnici vengono inviate per i attivo che contiene. Un terremoto di magnitudo 9 colidrogeno. La conseguente esplo11 MARZO 2011 pisce il Giappone e scatena un sione di questo gas distrugge quatenorme tsunami che allaga anche tro degli edifici in cui erano situati la centrale nucleare di Fukushima, lasciandola i reattori e libera nell’ambiente grandi quantità di senza energia per raffreddare i reattori nucleari. In materiale radioattivo. mancanza di un adeguato circolo di acqua di rafA oggi rimangono i problemi della rimozione delfreddamento, i noccioli raggiungono temperature le barre di combustibile dai reattori, ma sopratdi migliaia di gradi e si fondono, liberando gas di tutto quello della gestione delle acque contaminate. Lo spazio di stoccaggio si sta esaurendo e le operazioni di bonifica finora effettuate non hanno dato i risultati sperati.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Che cos’è il nocciolo di una centrale nucleare? • A che cosa serve il sarcofago che imprigiona il reattore esploso? Perché è stato necessario costruirne uno nuovo? • Che cosa ha causato il disastro di Fukushima? • Quali materiali contaminati devono essere smaltiti in questa centrale?

Reattore danneggiato a Fukushima.

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ITALIANO E STORIA

IL GRAN SOLE DI HIROSHIMA Il brano che segue è tratto dal romanzo dello scrittore austriaco Karl Bruckner, pubblicato nel 1961. L’autore intreccia fatti realmente accaduti con personaggi di fantasia, coprendo un periodo di temIl colonnello Tibbets, comandante del B-29 «Enola Gay», guidò l’apparecchio a 8000 metri d’altezza, verso il centro della città di Hiroshima. Nello spazio riservato al carico, l’armiere, maggiore Farabee, mise in funzione il meccanismo di sganciamento della bomba. Poi mirò il bersaglio. La bomba cadde. Con un miagolio infernale il mostro precipitò giù. Gli uomini dell’equipaggio dell’«Enola Gay» inforcarono subito, secondo gli ordini ricevuti, neri occhiali protettivi davanti ai vetri della maschera per l’ossigeno. Nessuno di loro sapeva a quale scopo dovevano servire questi occhiali. Nessuno di loro sapeva che cosa sarebbe accaduto il minuto successivo. Essi eseguivano soltanto un ordine preciso. Ed aspettarono, con le membra così irrigidite da parere insensibili. Tendevano l’orecchio, e credevano di sentire l’urlo della bomba che precipitava. Ma era soltanto il pulsare del loro stesso sangue. E tutti guardavano fissi nel vuoto, senza vedere, con i volti impietriti dal presentimento di una catastrofe mai vista ancora sulla faccia della Terra. Per quanto forte battesse il polso del colonnello Tibbets, il suo orologio seguitava indisturbato a scandire il tempo con le sue rotelline; un secondo dietro l’altro si trasformavano in passato. Le lancette segnavano le otto, quattordici minuti e trentacinque secondi. Alla bomba era attaccato un paracadute che, per mezzo di un apparecchio appositamente studiato, si aprì com’era previsto.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Che cosa sapevano i membri dell’equipaggio dell’Enola Gay di quello che stavano per fare? • Quali sono i sentimenti dell’equipaggio messi in evidenza dal brano? • Descrivi il processo di fissione nucleare avvenuto all’interno della bomba. • Esiste un fenomeno naturale nel quale vengono raggiunte temperature di milioni di gradi? VOLUME

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SCHEDA

po abbastanza lungo, da dieci giorni prima dell’esplosione della bomba atomica fino alla morte del protagonista, avvenuta molti anni dopo, a causa delle radiazioni assorbite durante l’esplosione. La bomba oscillò, sempre scendendo verso terra, appesa al paracadute. Le lancette dell’orologio segnarono le otto, quattordici minuti e cinquanta secondi. La bomba sì trovava a 600 metri dal suolo. Alle otto e quindici minuti era scesa di altri cento metri, quando altri apparecchi inventati dagli scienziati fecero scattare l’accensione all’interno della bomba: dei neutroni provocarono la disintegrazione di alcuni atomi di un metallo pesante, l’uranio 235. E questa disintegrazione si ripeté in una reazione a catena di sbalorditiva velocità. In un milionesimo di secondo, un nuovo sole si accese nel cielo, in un bagliore bianco, abbagliante. Fu cento volte più incandescente del sole nel firmamento. E questa palla di fuoco irradiò milioni di gradi di calore contro la città di Hiroshima. In questo secondo, 86 000 persone arsero vive. In questo secondo, 72 000 persone subirono gravi ferite. In questo secondo, 6820 case furono sbriciolate e scagliate in aria dal risucchio di un vuoto d’aria, per chilometri d’altezza nel cielo, sotto forma di una colossale nube di polvere. In questo secondo, crollarono 3750 edifici, le cui macerie s’incendiarono. In questo solo secondo, raggi mortali di neutroni e raggi gamma, bombardarono il luogo dell’esplosione per un raggio di un chilometro e mezzo.

• I numeri di Hiroshima sono impressionanti: quale tipo di emozioni suscitano in te?

■ APPROFONDIMENTI • Perché i raggi gamma sono pericolosi per gli organismi? • Come viene ricordata ogni anno la tragedia di Hiroshima? Ricerca in rete le informazioni che ti servono per rispondere a queste domande.

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TECNOLOGIA

COSTRUZIONI ANTISISMICHE Se era necessaria una conferma l’abbiamo avuta negli ultimi anni. L’Italia, come molti altri Paesi al mondo, è a forte rischio sismico. È perciò necessario adottare tutte le misure preventive possibili. Le costruzioni, in particolare, devono consentire di salvare sempre e comunque le vite delle persone che si trovano al loro interno: anche se soggetta a crolli parziali, ogni opera dovrà consentire la fuga di chi si trova al suo interno prima di un eventuale collasso totale. È un compromesso, naturalmente, poiché è quasi impossibile realizzare un edificio che resista senza danni a terremoti molto violenti. In particolare si deve porre attenzione: – ai materiali, che devono essere di ottima qualità, affidabili e certificati; – alla forma dell’edificio, che deve essere il più regolare possibile, sia in pianta che in altezza; – agli elementi portanti: travi, pilastri, solai e fondazioni; – agli elementi sismico-resistenti, come pareti di controventamento opportunamente posizionate, in grado di contrastare i carichi del vento e dei sismi. Gli edifici dovrebbero essere come delle “scatole” appoggiate su strutture e dispositivi in grado di assorbire l’energia cinetica del terremoto. A questo scopo, gli ingegneri stanno sperimentando soluzioni più o meno futuribili. Nel 2011 in Giappone è stato messo a punto un sistema che permette di sollevare le case quando un sensore registra un terremoto. In particolare gli edifici vengono sollevati di 3 cm rispetto al suolo per mezzo di aria compressa. Questo sistema è un’evoluzione dei precedenti sistemi antisismici, come i cuscinetti composti di strati alternati di gomma e di acciaio, o gli ammortizzatori che attutiscono le vibrazioni dando maggiore elasticità e resistenza agli edifici in caso di terremoto. Un’altra soluzione è quella adottata nel Taipei 101, uno dei grattacieli più alti al mondo. Tra l’87° e il 92° piano è sospesa una sfera di 5,5 metri di 164

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SCHEDA

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diametro del peso di 660 tonnellate. Con le sue oscillazioni la sfera controbilancia le vibrazioni dei terremoti. Una tecnica simile è stata utilizzata sul Millennium Bridge di Londra.

La sfera posizionata nel Taipei 101 è il più grande ammortizzatore statico del mondo.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Quali caratteristiche devono avere gli edifici per essere considerati antisismici? • Quali criteri si devono seguire nella costruzione degli edifici antisismici? • Quali sono le più recenti soluzioni proposte dagli ingegneri?

■ APPROFONDIMENTI Inoltra una richiesta ai tecnici del tuo Comune per ottenere informazioni sul coefficiente di rischio sismico della zona in cui abiti.

COSTRUZIONI ANTISISMICHE

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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

ENERGIA PER UN’ECONOMIA SOSTENIBILE

AGENDA 2030

INGLESE THE GREAT SMOG OF LONDON SCHEDA

ITALIANO

2 IL FUTURISMO

LAB TINKERING COSTRUISCI UN TRENO A INDUZIONE MAGNETICA

FUTURISMO E VELOCITÀ

ELETTRICITÀ DA FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI

SCIENZE

ELETTRICITÀ E MAGNETISMO

LA MOBILITÀ SOSTENIBILE

SCHEDA

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ARTE E IMMAGINE

CITTÀ DEL NORD E DEL SUD DEL MONDO

AUTO ELETTRICHE

TRENI MAGLEV NEW YORK

TECNOLOGIA

STORIA

CALCUTTA

GEOGRAFIA GLI ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE

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ARTE E IMMAGINE

SCHEDA

FUTURISMO E VELOCITÀ Il 5 febbraio 1909 lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti pubblica il Manifesto del Futurismo, che dà origine a uno dei movimenti di avanguardia dei primi del Novecento. Il Futurismo è un inno alla modernità: esalta il progresso, la potenza della macchina, i rumori, l’attività febbrile, le industrie e gli aeroplani, inneggia al patriottismo e al militarismo della guerra, senza rendersi conto dei risvolti negativi che presenta.

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I soggetti prediletti dagli artisti futuristi sono tutti i simboli di una società in rapida evoluzione: ad esempio, per rendere l’idea del dinamismo e della velocità del progresso, deformano le immagini come se fuggissero via. Nel punto 4 del Manifesto del Futurismo, in particolare si legge: “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa, col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia” .

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Che cos’è il Futurismo? • Quali erano i propositi dei futuristi? • Come interpretavano e rappresentavano la velocità? • Analizza e metti a confronto il quadro di Marinetti e la statua della Vittoria di Samotracia.

■ APPROFONDIMENTI Dinamismo di un’automobile (1913), opera di Luigi Russolo.

Vittoria di Samotricia, II secolo circa.

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Ricerca come i futuristi dipingevano la città del futuro e confronta i loro quadri con le immagini delle nostre città.

La città che sale (1910-1911) di Umberto Boccioni. VOLUME

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FUTURISMO E VELOCITÀ

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INGLESE

THE GREAT SMOG OF LONDON Clear skies dawned over London on December 5, 1952. A wintry cold snap had gripped the British capital for weeks, and as Londoners awoke, coal fireplaces were stoked in homes and businesses across the city to take the chill from the early morning air. As the day progressed, a veil of fog began to cover the city. Within a few hours, however, the fog began to turn a sickly shade of yellowish brown as it mixed with thousands of tons of soot pumped into the air by London’s factory smokestacks, chimneys and automobiles. Smoky, diesel-fueled buses had recently replaced the city’s electric tram system, adding to the toxic brew. The smog was so dense that residents in some sections of the city were unable to see their feet as they walked. For five days, the Great Smog paralyzed London and crippled all transportation, except for the London Underground train system. Authorities advised parents to keep their children home from school, partly from fear they would get lost in the blinding smog. Looting, burglaries and purse snatchings increased as emboldened criminals easily vanished into the darkness. The Great Smog of 1952 was much more than a nuisance. It was lethal, particularly for the elderly, young children and those with respiratory problems. Heavy smokers were especially vulnerable because of their already-impaired lungs, and smoking was common at the time, especially among men. Many experts now estimate the Great Smog claimed at least 8,000 lives, and perhaps as many as 12,000. The effects of the Big Smoke weren’t limited to people: birds lost in the fog crashed into buildings. After five days of living in a sulfurous hell, the Great Smog finally lifted on December 9, when a brisk wind from the west swept the toxic cloud away from London and out to the North Sea. Following a government investigation, Parliament passed the Clean Air Act of 1956, which restricted the burning of coal in urban areas and authorized local councils to set up smoke-free zones. HomeVOLUME

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SCHEDA

owners received grants to convert from coal to alternative heating systems. The transition away from coal as the city’s primary heating source toward gas, oil and electricity took years, and during that time deadly fogs periodically occurred, such as one that killed about 750 people in 1962. None of them, however, approached the scale of the 1952 Great Smog. Tratto da https://www.history.com/news/the-killerfog-that-blanketed-london-60-years-ago

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • What were the main causes of the Great Smog? • What were the consequences? • What decisions were made by Parliament following this disaster?

■ APPROFONDIMENTI Lo smog, e in generale l’inquinamento dell’aria delle nostre città, è stato fronteggiato nel corso degli anni con vari provvedimenti. Traccia una breve storia degli interventi messi in atto nella tua città, nella tua regione o, più in generale, in Italia.

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STORIA

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GLI ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE FILM

TRAMA

WORLD TRADE CENTER

Il sergente John McLoughlin del Dipartimento di Polizia Portuale della città di New York e l’agente Will Jimeno con la loro squadra si recano al World Trade Center appena ricevuta la notizia dello schianto degli aerei, per fornire assistenza e soccorso alle persone bloccate all’interno delle Torri Gemelle. Durante le operazioni di salvataggio la squadra viene coinvolta nel crollo della Torre Nord e la maggior parte degli agenti rimane uccisa. John e Will sono due delle sole 20 persone estratte vive dalla torre.

Anno di uscita: 2006 Nazione: USA Durata: 129 minuti Genere: drammatico, storico Regia: Oliver Stone

PERCHÉ QUESTO FILM La pellicola è uscita nel quinto anniversario della strage ed è il primo film incentrato sull’avvenimento, a parte alcuni documentari che lo hanno preceduto, ed è il primo visto con gli occhi dei soccorritori. Il film, infatti, racconta in modo parallelo le vicissitudini dei due agenti sopravvissuti al

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crollo, ma intrappolati tra le macerie, e quelle delle rispettive famiglie durante la drammatica attesa di notizie sulla sorte dei propri familiari dispersi.

IL TEMA

Il regista accantona le sue idee politiche per concentrarsi sulla tragedia umana, dipingendo un quadro che vuole rendere omaggio al coraggio e all’eroismo di chi ha rischiato, e anche perso la vita, per soccorrere le vittime di questo dramma. Il film, raccontando la forza di uomini che si occupano di altri uomini solamente perché è la cosa giusta da fare, diventa uno strumento di unione di un popolo e di una nazione. Viene mostrato come, a certi atti di follia umana, si contrappone una solidarietà smisurata e si dimostra che, anche in un Paese pieno di contraddizioni e di attriti sociali come sono gli Stati Uniti, un momento così terrificante può dare luogo a uno sforzo collettivo di solidarietà e di rilancio. L’11 settembre si è trasformato in uno spartiacque storico non solo per gli Stati Uniti, ma per il mondo intero.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • I vigili del fuoco di New York hanno pagato un tributo altissimo di vite umane in occasione degli attentati alle Torri Gemelle. Quante sono state le vittime complessive del crollo delle Torri? • Perché al luogo dove sorgevano è stato dato il nome di Ground Zero? • Che cosa è stato costruito al posto delle Torri Gemelle? • Quali sono state le conseguenze dell’11 settembre per la politica mondiale?

Le Torri Gemelle prima degli attentati.

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LE BIOTECNOLOGIE NEL NOSTRO FUTURO ITALIANO IL RAGAZZO CHE CATTURÒ IL VENTO

AGENDA 2030

INGLESE SCHEDA

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THE HUMAN GENOMA

STORIA IL PERICOLO DELL’UNIFORMITÀ GENETICA

LE BIOTECNOLOGIE

OGM

NOBEL PER LA PACE 2019

DNA RICOMBINANTE

ALIMENTI OGM PER COMBATTERE LA FAME

L’ETIOPIA CONTRO LA DESERTIFICAZIONE

SCIENZE

SCHEDA

CAMBIAMENTI CLIMATICI E DESERTIFICAZIONE

GRETA THUNBERG ALLA COP24 SCHEDA

L’ISTITUZIONE DEL PREMIO NOBEL

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AFRICA ORIENTALE

AFRICA SUBSAHARIANA

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EDUCAZIONE CIVICA

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GEOGRAFIA

SCHEDA

L’ETIOPIA CONTRO LA DESERTIFICAZIONE Tratto da https://www.lifegate.it/

40 alberi per ogni abitante del Paese, che con i suoi oltre 100 milioni di abitanti è la nazione più popolosa dell’Africa, dopo la Nigeria. L’Etiopia è una delle nazioni che sta crescendo più velocemente dal punto di vista economico e nell’ultimo decennio la crescita media del PIL è stata superiore al 10% annuo. Questa crescita ha però avuto un notevole impatto sull’ambiente e, di conseguenza, sugli abitanti. La crescente richiesta di materiale da costruzione e legna da ardere ha infatti incrementato la deforestazione, rendendo il suolo arido e sempre meno fertile. Nel 2016 l’Etiopia è stata vittima di una grave siccità che ha messo a rischio la sopravvivenza di oltre 10 milioni di persone, mentre nel 2017 due milioni di animali da allevamento sono morti a causa della siccità.

Fino a pochi secoli fa quasi metà dell’Etiopia era ricoperta di foreste; poi, in seguito al grande incremento della popolazione e all’espansione delle aree urbane e dei campi coltivati, il Paese ha subito una massiccia deforestazione e il numero di alberi si è drasticamente ridotto. La copertura forestale dell’Etiopia nel ventesimo secolo è passata dal 40 al 4,6%, rendendo il suolo vulnerabile a siccità, desertificazione e alluvioni. Per invertire questa tendenza da anni l’Etiopia ha avviato un processo di riforestazione e restauro degli ecosistemi degradati, ricorrendo con ottimi risultati all’agroecologia, e oggi le foreste coprono circa il 14,7% della superficie del Paese. Per incrementare ulteriormente la propria copertura forestale, rendendosi così più resiliente ai cambiamenti climatici e garantendo una maggiore sicurezza alimentare, l’Etiopia ha annunciato che pianterà quattro miliardi di alberi. 40 ALBERI PER ABITANTE Lo ha dichiarato il primo ministro etiope, Abiy Ahmed Ali, spiegando che i nuovi alberi aiuteranno a «trasformare i nostri ambienti degradati in ecosistemi funzionali». Verranno piantati circa 170

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■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Perché si dice che l’Etiopia ha subito una deforestazione massiccia nel ventesimo secolo? Quali dati supportano questa affermazione? • Quali sono state le conseguenze ambientali della deforestazione? • Perché la riforestazione permetterebbe al territorio di reagire meglio alle variazioni climatiche in atto? • Nel testo si parla di carestia: quando è stata l’ultima e quanta popolazione ne è stata interessata?

■ APPROFONDIMENTI In varie parti del mondo sono allo studio progetti per contrastare la desertificazione o comunque l’alterazione e il degrado del suolo. Il problema non investe solo l’Etiopia e i Paesi subsahariani, ma è diffuso anche nei Paesi occidentali a causa dello sfruttamento eccessivo da coltivazione intensiva. In Etiopia si sta diffondendo un metodo particolare. Prepara una relazione descrittiva aiutandoti con il sito https://www.green.it/roots-up-serra -nel-deserto-in-etiopia/.

L’ETIOPIA CONTRO LA DESERTIFICAZIONE

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SCHEDA

GRETA THUNBERG ALLA COP24 Il discorso che ha reso famosa Greta Thunberg a livello internazionale è stato quello di Katowice, in Polonia, in occasione della ventiquattresima Conferenza delle Parti sul Clima (COP24). Era il 4 dicembre 2018 quando Greta prese la parola per conto della coalizione globale di associazioni che si battono per la cosiddetta giustizia climatica, Global Justice Now. «Il mio nome è Greta Thunberg, ho quindici anni e vengo dalla Svezia. Parlo per conto di Climate Justice Now. Molte persone dicono che la Svezia è solo un piccolo Paese e non importa quel che facciamo. Ma ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. E se alcuni ragazzi ottengono attenzione mediatica internazionale solo perché non vanno a scuola per protesta, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente.» Inizia così il suo discorso la giovane attivista, che poi ammonisce: «Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente passeranno quel giorno con me e forse mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa ma gli state rubando il futuro proprio davanti ai loro occhi. Finché non vi concentrerete su cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza. Non possiamo risolvere una crisi se non la trattiamo come tale: dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra e dobbiamo focalizzarci sull’uguaglianza. Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no».

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■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Che cos’è la COP24? • Quali sono le preoccupazioni di Greta sul suo futuro? • A chi si riferisce Greta quando dice: «Finché non vi concentrerete…» oppure «Siete rimasti senza scuse...»?

■ APPROFONDIMENTI Fai il punto sulla situazione italiana e mondiale relativamente alle emissioni di CO2 in atmosfera e predisponi una presentazione nel formato da te preferito. Per aiutarti puoi visualizzare i seguenti siti: • per la situazione italiana puoi riferirti al sito dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/cambiamenti -climatici/landamento-delle-emissioni;

• per la situazione mondiale puoi visitare il sito della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Alcuni dati sono in inglese, i grafici sono numerosi e molto dettagliati: http://www.comitatoscientifico.org/temi%20CG/clima /datiglobali.htm;

• anche il Parlamento Europeo ha una pagina dedicata alla tematica ambientale più urgente del momento: https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/ society/20180301STO98928/emissioni-di-gas-serra -per-paese-e-settore-infografica.

GRETA THUNBERG ALLA COP24

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ITALIANO

SCHEDA

IL RAGAZZO CHE CATTURÒ IL VENTO FILM

TRAMA

THE BOY WHO HARNESSED THE WIND

Il film racconta la storia di William Kamkwamba, un tredicenne di un piccolo villaggio a nord del Malawi, nato da una famiglia di agricoltori. Grazie all’istruzione ricevuta alle scuole medie e alla propensione per l’elettrotecnica William tenta di costruire una pala eolica per ricavare un raccolto provvidenziale durante un periodo di grave carestia nel suo vilaggio. Le difficoltà sono più complesse di quelle attese, ma grazie all’aiuto dei suoi amici, di suo padre e dei membri del villaggio, il giovane riesce a costruire un mulino a vento che alimenterà un sistema di irrigazione dei campi, permettendo ai contadini di seminare anche in condizioni di siccità.

Anno di uscita: 2019 Nazione: Gran Bretagna Durata: 113 minuti Genere: drammatico Regia: Chiwetel Ejiofor

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PERCHÉ QUESTO FILM Si tratta di una storia vera, ambientata in un Paese basato su un’economia di sussistenza e interessato dai problemi legati alle variazioni climatiche attuali. I contadini sono messi di fronte alla scelta di un guadagno maggiore coltivando tabacco, una monocoltura intensiva che prevede il taglio degli alberi per avere maggior terreno a disposizione, o mantenere la coltivazione tradizionale, meno redditizia da un punto di vista economico. Significativa è la forza di volontà del ragazzo e la sua capacità di collaborazione all’interno della famiglia e del villaggio, sebbene le sue qualità siano messe duramente alla prova e non manchino momenti di forte tensione.

IL TEMA Oltre la vicenda personale, particolarmente intensa e ricca di spunti umani, la tematica principale tratta delle coltivazioni moderne, non sempre in sintonia con l’ambiente e il clima: le biotecnologie possono dare una mano o rappresentano un ostacolo?

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Che cosa racconta il film? • In che modo il protagonista affronta le problematiche da superare per completare il progetto? • Dove si trova il Malawi e su che tipo di economia si basa? • Svolgi una ricerca sui Paesi produttori di uranio, sulla loro economia e sulla loro politica interna ed estera. 172

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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

UNA STORIA IN EVOLUZIONE INGLESE

AGENDA 2030

TECNOLOGIA

CLIL LE GRANDI SCOPERTE TECNOLOGICHE

DARWIN’S THEORY OF EVOLUTION

ARTE E IMMAGINE

LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE

L’ARTE ABORIGENA LA STORIA DELLA TERRA

L’EVOLUZIONE DELL’UOMO

SCIENZE

LA COMPARSA DELL’Homo Sapiens SCHEDA

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LA CRISI DEL SAHEL SCHEDA

AUSTRALIA

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EDUCAZIONE CIVICA

LE GRANDI NAVIGAZIONI DEL CINQUECENTO SCHEDA

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STORIA

OCEANIA

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STORIA

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LA COMPARSA DELL’Homo sapiens La comparsa della specie umana, e in particolare quella dell’uomo moderno, ha da sempre acceso dibattiti fra i paleontologi. Non si hanno mai dati sufficientemente certi sull’origine e la datazione dei fossili: le nuove scoperte portano a infittire e modificare il quadro complessivo, e la possibilità di indagare con metodologie diverse da quelle archeologiche classiche non sempre chiarisce le questioni in sospeso. Al momento sembra essere certa la nascita dell’Homo sapiens in Africa. Da poco in Marocco sono stati scoperti reperti fossili che risalgono a 350 000 anni fa: si tratta dei più antichi fossili di sapiens finora rinvenuti e datati con la massima accuratezza. La conseguenza di questo ritrovamento è che l’Homo sapiens non è comparso necessariamente in Africa orientale, come si credeva negli anni scorsi. Secondo alcuni scienziati la nostra specie sarebbe comparsa in Africa subendo numerose contaminazioni intraspecifiche, cioè fra gruppi di sapiens comparsi in territori differenti, e anche fra specie

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diverse, come forme moderne di Homo erectus o altre specie scomparse che vissero contemporaneamente nella stessa area. Insomma, si tratta di una situazione molto complessa e difficile da districare. Studi genetici e di biologia molecolare eseguiti sul DNA antico (tratto dai reperti) e su quello contenuto nei mitocondri non sempre riescono a mettere ordine fra le opinioni degli studiosi. Sembra comunque assodato che difficilmente discendiamo da una singola coppia di esseri umani, i primi della specie, e che non vi è una reale linearità nell’albero genealogico tradizionalmente proposto nei libri: Homo habilis, Homo erectus, Homo s. neanderthalensis, Homo s. sapiens.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Perché la questione relativa all’origine della nostra specie è così complessa? • Qual è stata la conseguenza più importante della recente scoperta di resti di Homo sapiens in Marocco? • In base ai risultati di quali studi i ricercatori si confrontano in accesi dibattiti sull’origine della specie umana?

■ APPROFONDIMENTI

Fossile di Homo sapiens ritrovato in Marocco (a sinistra); fossile di Homo sapiens ritrovato in Francia (a destra).

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• Nel testo si parla del DNA contenuto nei mitocondri: ricerca in rete informazioni su questa caratteristica della cellula eucariote scoperta nella seconda metà del secolo scorso. • La timeline della nostra specie continua a suscitare interesse e ogni scoperta sembra portare confusione, anziché fare chiarezza. Cerca online notizie relative all’Homo heidelbergensis e all’Homo floresiensis. • Visita il sito https://www.focus.it/scienza/scienze/ la-timeline-dellevoluzione-delluomo e realizza una mappa e un albero genealogico della nostra specie simile a quelli proposti.

LA COMPARSA DELL’Homo sapiens

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STORIA

LE GRANDI NAVIGAZIONI DEL CINQUECENTO La scoperta dell’America ha aperto un capitolo straordinario nella storia dell’umanità: ha messo in contatto popoli che mai si sarebbero incontrati per via terrestre a causa delle avverse condizioni climatiche delle zone polari, ha permesso la circolazione e lo scambio di specie animali, e soprattutto vegetali, che hanno cambiato il modo di alimentarsi delle popolazioni in tutto il mondo. Ad esempio, la diffusione del mais in Europa, soprattutto nell’Italia settentrionale, ha migliorato le aspettative di vita di popolazioni che soffrivano spesso la carestia nei mesi invernali e si ammalavano di gravi malattie legate al consumo della segale, il cereale allora maggiormente diffuso fra i poveri. L’allargamento dei confini mondiali ha dato la spinta anche alla tecnologia navale. Con le grandi navigazioni oceaniche è sorta tutta una serie di problematiche da risolvere. Vivere senza toccare la terraferma per lungo tempo e in un ambiente ristretto, come quello di una nave, comporta una nuova idea di razione alimentare, la quantità di cibo necessaria non solo per sopravvivere ma anche per mantenersi in salute, soprattutto in relazione al manifestarsi dello scorbuto, una malattia mortale dovuta alla mancanza di vitamina C contenuta nella frutta e nella verdura. È questo uno dei motivi per cui vengono progettate navi sempre più grandi per compiere viaggi oceanici, in grado di portare molti uomini e molti cannoni, ma anche animali vivi e vegetali freschi. Migliorano le prestazioni e la capacità di navigare di bolina, cioè controvento, in modo sempre più efficiente. Tutte queste tecnologie hanno contribuito al successo dei grandi viaggi oceanici. I primi navigatori del XVI secolo sono diventati eroi nella storia umaVOLUME

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SCHEDA

na. Fra i più importanti, oltre a Cristoforo Colombo, ricordiamo Amerigo Vespucci, Vasco da Gama, Sebastiano Caboto e, nel XVIII secolo, James Cook.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Quali grandi innovazioni ha portato la scoperta dell’America dal punto di vista alimentare? • In che modo l’allargamento dei confini geografici ha contribuito allo sviluppo di nuove tecnologie nella navigazione? • Descrivi il viaggio di almeno uno dei navigatori citati oltre a Cristoforo Colombo.

■ APPROFONDIMENTI La bussola è uno strumento necessario alla navigazione oceanica, ma anche all’esplorazione delle grandi pianure o dei deserti, cioè di tutte quelle regioni dove mancano segni di riferimento visibili. Prima della bussola l’uomo si orientava individuando la posizione degli astri e del Sole. Approfondisci l’argomento della nascita e dello sviluppo della bussola e del suo utilizzo nelle varie popolazioni. Puoi utilizzare anche questo documento del Ministero della Difesa italiano: https://www.difesa. it/InformazioniDella-Difesa/periodico/IlPeriodico_AnniPrecedenti/Documents/Le_origini_della_bussola.pdf.

LE GRANDI NAVIGAZIONI DEL CINQUECENTO

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EDUCAZIONE CIVICA

SCHEDA

LA CRISI DEL SAHEL “Un nuovo allarme carestia è stato lanciato dalle agenzie dell’ONU, da esponenti delle Chiese locali e dalla rete internazionale della Caritas per la regione del Sahel colpita da una perdurante siccità unita, in alcune zone, a instabilità politica e conflitti. Oltre 6 milioni di persone affrontano una lotta quotidiana per nutrirsi in una vasta area che va dal Senegal al Ciad passando per Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Camerun. La grave malnutrizione minaccia la vita di 1,6 milioni di bambini. Secondo gli esperti si tratta della peggiore crisi osservata nella regione dal 2012 e si teme un peggioramento nei prossimi mesi […].” (Tratto dal quotidiano «Avvenire” del 27 luglio 2018).

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La situazione di quest’area dell’Africa viene considerata uno dei casi più emblematici di “ingiustizia climatica”. Non sorprende quindi se molti dei flussi migratori che arrivano in Italia attraverso il mar Mediterraneo hanno origine in queste regioni. Ancora una volta il principale colpevole è indicato nei cambiamenti climatici innescati dall’industrializzazione “selvaggia” nei Paesi industrializzati o di nuova industrializzazione, che ha prodotto un progressivo aumento delle immissioni di CO2 nell’atmosfera. La soluzione ai problemi del Sahel deve essere trovata a breve, perché le tendenze climatiche sono troppo lunghe rispetto alla durata della vita umana. Le soluzioni possono essere cercate in un nuovo modo di intendere la società e i rapporti internazionali, da impostare su un livello di collaborazione e non più di competizione per lo sfruttamento delle risorse.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • La carestia nel Sahel risale, con varie recrudescenze, agli anni ‘70 del secolo scorso. Prepara una linea del tempo relativa a questo problema. • Quali sono le principali fonti di sostentamento delle regioni subsahariane? • Proponi alcune possibilità di modifica dei rapporti internazionali e alcune azioni che noi stessi possiamo mettere in atto per favorirle. Il Sahel è una regione che si trova ai margini meridionali del deserto del Sahara, è popolata fin dai tempi preistorici ed è sempre stata periodicamente colpita da gravi carestie. La popolazione del Sahel vive di un’economia di sussistenza legata all’agricoltura e alla pastorizia tradizionali, fortemente soggetta alle variazioni climatiche e, spesso, ai conflitti interni. 176

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■ APPROFONDIMENTI Il lago Ciad era uno dei più vasti al mondo. Caratterizzato da acque basse, è tuttora molto pescoso e rappresenta una delle risorse principali della regione subsahariana. Il lago è in accentuata fase di ritiro a causa della variazione climatica in atto. Ricerca online le immagini relative al ritiro del lago e prepara una presentazione che illustri la situazione. Visita il sito http://www.blueplanetheart.it/2017/04/il-lago-ciadormai-non-esiste-quasi-piu-rimangono-guerra-e-famefao-crisi-ecologica-e-umanitaria/.

LA CRISI DEL SAHEL

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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

LE DIPENDENZE

AGENDA 2030

COME FUNZIONA IL NOSTRO CERVELLO?

SCIENZE

SCHEDA

SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

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INGLESE

SISTEMA NERVOSO CENTRALE

THE CODE OF MOVING IMAGES SCHEDA

IL NEURONE

LA TRASMISSIONE DELL’IMPULSO NERVOSO

PROVE DI COMPETENZA

IL SISTEMA NERVOSO

NEURO TRASMETTITORI

EDUCAZIONE CIVICA

LE DIPENDENZE

LE NUOVE NORME DEL CODICE DELLA STRADA

LE SOSTANZE STUPEFACENTI

LA SINDROME DI HIKIKOMORI

LA COLOMBIA

GEOGRAFIA

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STORIA DEL COMPUTER

SCHEDA

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ITALIANO E STORIA I SOCIAL NETWORK

PROBLEMI LEGATI ALLA DIPENDENZA DA INTERNET

MUSICA RAP

DISAGIO GIOVANILE

I GRAFFITI

ARTE E IMMAGINE

MUSICA

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SCIENZE

SCHEDA

COME FUNZIONA IL NOSTRO CERVELLO? La corteccia che riveste i due emisferi cerebrali è suddivisa in quattro lobi (frontale, parietale, occipitale e temporale), sui quali sono state identificate le aree specializzate a compiere le diverse funzioni del cervello. Studi recenti hanno dimostrato che

le diverse aree del cervello intervengono sia nei movimenti involontari sia in quelli volontari, e regolano altri aspetti della vita dell’organismo, come il sonno, la fame, la sete, oltre alle emozioni, l’apprendimento, la memoria e il pensiero. Area della sensibilità generale Si trova nella zona posteriore alla scissura di Rolando: reagisce agli stimoli meccanici che provengono dalla pelle e identifica la loro sede e la forza. Area associativa corporea Interpreta le complesse interazioni esistenti tra gli stimoli meccanici ricevuti da tutto il corpo.

SCISSURA DI ROLANDO

Area prefrontale È sede dei centri che compiono le funzioni più complesse del cervello, come il pensiero e la capacità di astrazione.

Area associativa parietale Riceve informazioni visive e definisce posizione e identità dell’oggetto, collegando la sensibilità corporea alla vista e all’udito.

Area del linguaggio Quest’area, detta anche area di Broca, controlla la pronuncia delle parole e la costruzione del linguaggio.

Area uditiva Riceve i suoni e ne distingue l’intensità e la frequenza. Nello stesso lobo si trova l’area associativa temporale superiore, che memorizza i suoni.

LOBO TEMPORALE

LOBO OCCIPITALE

Area visiva In questo lobo si trovano l’area visiva primaria, che scompone le informazioni provenienti dalla retina in relazione a posizione, inclinazione e colore degli oggetti, e l’area visiva secondaria, che definisce la profondità della visione.

LOBO PARIETALE

LOBO FRONTALE

Area motoria Si trova nella zona anteriore alla scissura di Rolando: presiede al movimento dei muscoli volontari, si attiva in risposta a uno stimolo di movimento e predispone l’ordine dei movimenti che devono essere eseguiti in sequenza. L’area oculo-motoria si attiva per indirizzare lo sguardo in una particolare zona del campo visivo.

Area olfattiva Riceve, elabora e integra le informazioni che viaggiano nel nervo olfattivo trasformandole nella percezione di odori.

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■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ

■ APPROFONDIMENTI

• Come è divisa la corteccia cerebrale? • Quali aree appartengono rispettivamente a ciascun lobo? • Che cos’è la scissura di Rolando?

• Osservando il disegno, sapresti indicare quali aree vengono influenzate in modo negativo dalle sostanze che provocano dipendenza? • Perché non è assolutamente possibile guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe? Quali aree in particolare rispondono in modo errato?

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COME FUNZIONA IL NOSTRO CERVELLO?

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SCIENZE

LA SINDROME DI HIKIKOMORI

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SCHEDA

Tratto dal sito https://www.hikikomoriitalia.it Il termine giapponese hikikomori significa letteralmente “stare in disparte, isolarsi”, ed è riferito a persone che hanno scelto la condizione di autoreclusione permanente con ritiro dalla vita sociale, in stato di stabile dipendenza economica dalla famiglia. Sono adolescenti tra i 14 e i 30 anni che rifiutano di uscire dalla casa dei genitori, si isolano nella propria stanza, al buio, pranzano e cenano con un vassoio passato attraverso la porta socchiusa, si recano in bagno con percorsi lasciati il più possibile non frequentati per tacita intesa familiare. Ragazzi e ragazze interrompono ogni rapporto con la scuola, l’università o il lavoro. Solitamente invertono il ritmo giorno-notte, trascorrono il tempo a chattare, giocare al computer, guardare la televisione. Le cause di tale comportamento possono essere diverse: − caratteriali: gli hikikomori sono ragazzi intelligenti, ma particolarmente introversi e sensibili. Hanno difficoltà a instaurare relazioni soddisfacenti e durature e non sono in grado di superare le inevitabili difficoltà e delusioni che la vita quotidiana presenta. Molti si sono trovati a confrontarsi con idee grandiose rispetto a se stessi, con aspettative enormi, con l’idea di essere bambini speciali, e hanno avuto difficoltà ad accettare la loro “umanità” con tutti i limiti che essa comporta; − familiari: l’assenza emotiva del padre e l’eccessivo attaccamento alla madre, le difficoltà di relazione dei genitori con il figlio, il rifiuto da parte del figlio di qualunque tipo di aiuto; − scolastiche: la scuola viene vissuta come ambiente negativo e quindi rifiutata. Spesso nell’isolamento si nasconde una storia di bullismo; − sociali: l’apparenza e il successo sono i valori di riferimento sempre più diffusi nella nostra società. Di fronte agli ideali di perfezione presentati dai mass-media i giovani con scarsa autostima si sentono terribilmente inadeguati. Insorge una specie di ansia sociale e un senso di vergogna che si traduce nel ritiro sociale. VOLUME

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La strada migliore per evitare il confronto con la “perfezione” e per nascondere il proprio corpo agli sguardi degli altri, quelli che criticano, è quello di rinchiudersi in uno spazio piccolissimo. L’interazione con “il mondo” attraverso le piattaforme virtuali crea un senso di appartenenza e accettazione immediato, contrariamente a quanto accade nella realtà. Nella rete non c’è nessuna pressione, nessuna identità biologica − si usano i nickname –, spazio e tempo hanno scansioni personali e si è lontani dalla vergogna, dagli sguardi dell’altro sesso, dai coetanei. Sviluppatosi in Giappone, dove si registrano 500 000 casi, il fenomeno si sta rapidamente diffondendo anche in Italia, dove si registrano 100 000 casi.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Che cosa significa il termine giapponese hikikomori? • Che cos’è la sindrome di Hikikomori? • Quali sono le cause scatenanti di questo comportamento?

■ APPROFONDIMENTI

• Quali sono i tuoi comportamenti nei confronti dei social network? Ti senti in qualche modo dipendente? • Fai un’indagine tra i tuoi compagni e organizza i dati che hai raccolto. Discuti del problema con i tuoi insegnanti e registra i loro pareri.

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INGLESE

THE CODE OF MOVING IMAGES How should movie characters be dressed and made up to reveal something about who they are? Dark and light clothing colours are often used to make it clear who the good guys and bad guys are. Strong or weak colours can be used to say something about a character’s personality: strong, bright colours often indicate an outgoing, loud or eccentric character, while pastel shades might

SCHEDA

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make a character seem quieter and appear more conventional. Tailored clothes can indicate that a character is rich or powerful, whereas an unshaven, untidy appearance can indicate that a character is poor and powerless.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ Look at the pictures. • What kind of movies are these pictures taken from? • What information do you get about the characters from their clothes, hair style and make up? • Can you say which signs tell you, more than the others, about each character?

■ APPROFONDIMENTI

In molti altri ambiti esistono dei codici di abbigliamento. Gli stessi giovani hanno spesso un abbigliamento comune. Ricerca in rete informazioni sui gruppi che si distinguono per il loro particolare dress code.

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THE CODE OF MOVING IMAGES

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I DIRITTI DEI BAMBINI ITALIANO

EDUCAZIONE CIVICA I DIRITTI DEI BAMBINI

SCHEDA

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CIÀULA SCOPRE LA LUNA SCHEDA

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AGENDA 2030

STORIA IN ITALIA

IL LAVORO MINORILE

TECNOLOGIA GRAVIDANZA E PARTO

NEL MONDO

L’INQUINAMENTO DA PETROLIO

L’APPARATO RIPRODUTTORE

FECONDAZIONE

METODI DI CONTROLLO DELLE NASCITE

SCIENZE

L’ESTRAZIONE DEL PETROLIO

I COMPOSTI DEL CARBONIO

L’ESTRAZIONE DEL CARBONE

I DIAMANTI SCHEDA

2 THE INDUSTRIAL REVOLUTION

IL SUD AFRICA

GEOGRAFIA

LE MINIERE

IL RUGBY

SCIENZE MOTORIE

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EDUCAZIONE CIVICA

SCHEDA

I DIRITTI DEI BAMBINI Tratto dal sito https://www.unicef.it La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child – CRC) è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. Dal 1989, la Convenzione è divenuta il trattato in materia di diritti umani con il più alto numero di ratifiche: oggi sono 196 gli Stati che si sono impegnati nel rispetto dei diritti in essa riconosciuti. Il documento è stato costruito armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, dopo quasi un decennio di lavori preparatori. La Convenzione rappresenta un testo giuridico di eccezionale importanza poiché riconosce, in forma coerente, tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. È composta da 54 articoli e da tre Protocolli opzionali, concernenti i bambini in guerra, lo sfruttamento sessuale e le procedure di reclamo (che consentono anche ai minorenni – individualmente o in gruppo – di sollevare reclami relativi a specifiche violazioni dei propri diritti). Il Comitato ONU ha individuato quattro principi

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generali e fondamentali per offrire garanzie minime a tutela dell’infanzia e in grado di fornire ai governi un orientamento per l’attuazione della Convenzione. Principi fondamentali dei diritti dell’infanzia I quattro principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: • non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori; • superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità; • diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino e dell’adolescente (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati; • ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Oltre alla Convenzione sono stati stilati tre Protocolli speciali: che cosa riguardano? • Perché queste situazioni richiedono una particolare attenzione? • Secondo te esistono situazioni di diritti negati anche nella nostra società?

■ APPROFONDIMENTI Alcune organizzazioni da tempo si sono messe a disposizione dei bambini per aiutarli ad affermare i loro diritti. Ne conosci qualcuna? Ricerca in rete le informazioni che ti servono per rispondere. 182

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I DIRITTI DEI BAMBINI

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TECNOLOGIA

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SCHEDA

I DIAMANTI Il diamante è l’unico minerale costituito da un solo elemento, il carbonio, che lo rende la materia più dura esistente in natura. La sua durezza viene misurata dalla scala di Mohs, che pone il diamante al suo massimo livello, pari a 10. Un diamante può incidere qualsiasi pietra, ma nessun’altra lo può scalfire. Si forma a una profondità di circa 200 kilometri in presenza di pressioni e temperature elevatissime in un processo lungo centinaia di milioni di anni. Sono le eruzioni vulcaniche a portare in superficie le rocce, chiamate kimberlite e lamproite, dalle quali successivamente viene estratto il diamante. Questo processo può avvenire anche in maniera naturale attraverso l’erosione dei fiumi. In questo caso la ricerca dei cosiddetti “diamanti alluvionali” viene effettuata setacciando il limo estratto dal fondo dei fiumi o la sabbia dragata dalle spiagge. La kimberlite può fermarsi nei camini vulcanici che l’hanno condotta in superficie e, in questo caso, i diamanti vengono estratti ricorrendo a diversi sistemi di separazione dalla “roccia blu”. Nel prossimo futuro è prevedibile uno sfruttamento dei fondali marini, in particolare nella zona artica, dove attualmente sono più concentrati gli investimenti per locali prospezioni a grandissime profondità. L’estrazione del diamante è un’attività particolarmente

L’Hope blu “La maledizione ti accompagnerà. Per i secoli dei secoli.” Le parole del poeta inglese Southey sono le più adatte a descrivere questo magnifico diamante dall’eccezionale colore blu e dalla straordinaria purezza. Si narra, infatti, di morte e sventure per tutti i possessori di questa gemma dal peso di 45,52 carati. Attualmente è custodito presso lo Smithsonian Museum di Washington.

difficile e dispendiosa, che necessita di cospicui investimenti. Per ottenere un carato di diamanti occorre lavorare in media tre tonnellate di materiale. La quantità di diamanti non è l’unico fattore da considerare per giudicare se sia vantaggioso economicamente lo sfruttamento di una miniera: la qualità delle gemme estratte è un fattore altrettanto importante. Vanno distinti i diamanti estratti di qualità “gemma”, usati per l’incastonatura in gioielli, i diamanti di qualità “quasi gemma”, che richiedono maggiore lavorazione, e i diamanti di qualità industriale usati per strumenti di perforazione e abrasivi.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • In quali rocce è contenuto il diamante? • Perché l’estrazione dei diamanti è un’attività molto dispendiosa? • In base alla qualità i diamanti vengono utilizzati in modi diversi: quali?

■ APPROFONDIMENTI

Il Sancy Il nome di questo diamante deriva da uno dei suoi ultimi proprietari: Seigneur de Sancy, ambasciatore francese in Turchia alla fine del XVI secolo. Scomparso durante la Rivoluzione francese e ritrovato nel 1906, è conservato al Museo del Louvre di Parigi.

• Quali sono i Paesi maggiori produttori di diamanti? • Che cosa rappresenta Anversa nel mercato dei diamanti? • Ricerca in rete notizie sui diamanti più famosi e realizza una presentazione digitale con testi e immagini.

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I DIAMANTI

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ITALIANO

SCHEDA

CIÀULA SCOPRE LA LUNA

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(da Novelle per un anno di Luigi Pirandello) La novella, pubblicata nel 1907, ha come protagonista Ciàula, un uomo ormai, ma con problemi psichici che lo fanno comportare come un bambino. In seguito a un incidente in miniera accaduto tempo prima, Ciàula è terrorizzato dal buio della notte. Nella parte finale della novella viene riportata la sua “scoperta”. Curvo, quasi toccando con la fronte lo scalino che gli stava sopra, e su la cui lubricità la lumierina vacillante rifletteva appena un fioco lume sanguigno, egli veniva su, su, su, dal ventre della montagna, senza piacere, anzi pauroso della prossima liberazione. E non vedeva ancora la buca, che lassù lassù si apriva come un occhio chiaro, d’una deliziosa chiarità d’argento. Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini. Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiaría cresceva, cresceva sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato. Possibile? Restò − appena sbucato all’aperto − sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d’argento.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ

■ APPROFONDIMENTI

• Che cosa pensa Ciàula quando si trova vicino all’uscita della galleria? • Quali sono i sentimenti che prova alla vista della Luna? • La Luna è “ignara”, ma in realtà sembra abbracciarlo. Quali frasi del testo giustificano questa affermazione? 184

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Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna. Sì, egli sapeva, sapeva che cos’era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è data mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna? Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva. Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola, eccola là, la Luna... C’era la Luna! La Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore.

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Luigi Pirandello è stato un poeta, uno scrittore di novelle e uno dei drammaturghi più importanti del XX secolo, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934. Approfondisci la conoscenza di uno di questi aspetti della sua carriera ricercando informazioni sul tuo testo di italiano e in rete.

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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI

I FONDALI OCEANICI SCIENZE

LA STRUTTURA DEGLI OCEANI

SCHEDA

I VULCANI

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AGENDA 2030

POMPEI, UNA CITTÀ PASSATA ALLA STORIA ERUZIONI

SCHEDA

2

ERUZIONE DEL VESUVIO DEL 79 D.C.

STORIA

SUOLI D’ORIGINE VULCANICA

LA NASCITA DEL VULCANO PARÍCUTIN ERUZIONE DEL MONTE ST. HELENS (1980)

STATI UNITI OCCIDENTALI AMERICA MERIDIONALE

INSEDIAMENTI UMANI AI PIEDI DEI VULCANI LA CONQUISTA DEL WEST

LO SFRUTTAMENTO DELLA FORESTA AMAZZONICA

GEOGRAFIA

PROBLEMATICHE AMBIENTALI

TECNOLOGIA

LA CONDIZIONE DEI MIGRANTI

I NATIVI AMERICANI

SCHEDA

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SCIENZE

LA STRUTTURA DEGLI OCEANI Gli oceani occupano la maggior parte della superficie terrestre: su un’area di 510 milioni di kilometri quadrati, 361 sono occupati dagli oceani e 149 dai continenti e dalle altre terre emerse. Grazie alle osservazioni compiute durante l’esplorazione dei fondali oceanici con i batiscafi e alle misurazioni delle profondità oceaniche eseguite dai satelliti, si è scoperto che i fondali marini non sono monotone pianure coperte di sedimenti, ma presentano strutture molto diverse. La prima struttura che incontriamo partendo dalla costa è la piattaforma continentale, il margine dei continenti che si prolunga al di sotto delle acque. Per morfologia e composizione delle rocce la piattaforma appartiene alle terre emerse, anche se può estendersi per molti kilometri quadrati al di sotto delle acque oceaniche. La piattaforma, debolmente inclinata verso il largo, arriva a una profondità media di 200 metri ed è coperta da uno spesso strato di sedimenti di origine continentale. La scarpata continentale è un pendio che interrompe bruscamente la piattaforma continentale. È qui che i sedimenti della piattaforma franano in profondità, dando origine a correnti di torbida che incidono la scarpata formando gole strette e profonde, i canyon sottomarini. Le pianure abissali sono pianure vaste e uniformi che coprono la maggior parte dei fondali oceanici, interrotte in vari punti dalla presenza di avvallamenti e rilievi. Dalle pianure si elevano monti marini, prevalentemente di origine vulcanica, che possono emergere dalle acque formando delle isole. Le dorsali oceaniche sono lunghe catene di vulcani sottomarini che attraversano gli oceani. La sommità dei vulcani è formata da due creste che corrono parallelamente, separate da valli profonde, le rift valley, da cui fuoriesce lava basaltica. Lunghe faglie suddividono le dorsali in numerosi tronconi; i vulcani più alti spesso emergono dalle acque formando isole vulcaniche, come l’Islanda, 186

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SCHEDA

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le Isole Azzorre e l’Isola di Sant’Elena nell’oceano Atlantico. Le pianure abissali sono attraversate in più punti dalle fosse oceaniche, aree strette e allungate dove il fondale raggiunge migliaia di metri di profondità. Le fosse oceaniche sono spesso bordate da arcipelaghi di isole vulcaniche, gli archi insulari, come l’arcipelago del Giappone e delle Filippine. La fossa più profonda si trova nel Pacifico occidentale: è la fossa delle Marianne, che raggiunge la profondità di 11,04 km.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Quali sono le differenze tra piattaforma e scarpata continentale? • Esistono differenze tra i vulcani che formano le dorsali oceaniche e quelli delle aree continentali? • Che tipo di isole sono l’Islanda e le Azzorre?

■ APPROFONDIMENTI • Piattaforma continentale e risorse: ricerca in rete informazioni sulle risorse economiche offerte dalla piattaforma continentale. • Ricerca informazioni sull’esplorazione della fossa delle Marianne, in particolare sull’immersione del batiscafo Trieste.

LA STRUTTURA DEGLI OCEANI

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STORIA

POMPEI, UNA CITTÀ PASSATA ALLA STORIA

Nel 79 d.C., mentre Tito governava l’Impero romano, avvenne una gravissima catastrofe naturale: una violenta eruzione del Vesuvio, preceduta da una serie di scosse di terremoto, seppellì di ceneri, fango e lapilli le città di Pompei, Ercolano e Stabia. La coltre di depositi vulcanici ha conservato intatti per secoli non solo gran parte degli edifici, ma anche delle suppellettili e delle decorazioni, che costituiscono un’eccezionale testimonianza della civiltà romana. Oggi Pompei è uno dei siti archeologici più importanti del mondo, visitato da milioni di turisti ogni anno.

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SCHEDA

allo storico Tacito. Collegati al sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia http://www.ov.ingv.it/ov/it/fonti-storiche-eruzionevesuvio-pompei.html

e leggi la lettera di Plinio il giovane, nella quale descrive le fasi dell’eruzione. • Questo affresco si trova nella Villa dei Misteri a Pompei.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Qual era l’estensione dell’Impero romano durante il governo di Tito? • Quali furono gli avvenimenti militari e politici più importanti?

■ APPROFONDIMENTI • L’eruzione del Vesuvio, avvenuta nel 79 d. C., che causò la morte di gran parte degli abitanti di Ercolano e Pompei, è stata descritta dallo scrittore latino Plinio il giovane in una lettera destinata VOLUME

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Ricerca informazioni nel tuo testo di Arte e Immagine, oppure in rete, sulle tecniche usate dai romani per la realizzazione degli affreschi.

POMPEI, UNA CITTÀ PASSATA ALLA STORIA

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EDUCAZIONE CIVICA

SCHEDA

I NATIVI AMERICANI Tratto dal sito https://focusjunior.it/scuola/storia/chisono-gli-indiani-damerica-i-nativi-americani/

Tantissimi secoli fa, in un’altra era geologica, il continente americano e quello asiatico non erano separati dal mare, come lo sono oggi, tra l’Alaska e la Siberia, ma erano uniti da una striscia di terra chiamata Beringia. Oggi la Beringia non esiste più, è una terra sommersa, e il tratto di mare che separa America e Asia si chiama stretto di Bering. Lungo quella terra gli antenati degli indiani, partiti dalla Mongolia 20 000 anni fa, hanno raggiunto l’America dando origine alle popolazioni pellerossa. Chiamare questi popoli “indiani d’America” non è corretto, e l’errore fu di Cristoforo Colombo: quando, nel 1492, toccò le coste del continente americano, Colombo era convinto di aver raggiunto le Indie, vera meta del suo viaggio. Di conseguenza chiamò le popolazioni di quei luoghi “indiani”. Quando fu chiaro che, invece delle Indie, aveva scoperto un nuovo continente, l’America, ormai l’errore era stato fatto. Il nome corretto delle popolazioni che abitavano il continente prima dell’arrivo di Colombo e dei conquistatori europei è nativi americani.“Pellerossa”fa invece riferimento al colore della loro carnagione ed è un termine sbagliato tanto quanto “indiani”. Quando capirono che era stato scoperto un continente sconosciuto e nuovo, gli europei si mossero alla sua conquista. Inglesi e francesi fecero di tutto per impossessarsi dei territori rubandoli ai nativi e, dopo anni di aspre lotte, massacri e guerre sanguinose ci riuscirono, costringendo i nativi americani a vivere in territori pensati apposta per loro e chiamati “riserve indiane”. Nonostante i film western abbiano nel tempo dipinto 188

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un quadro idealizzato e romantico delle imprese di cowboy e coloni contro i «selvaggi» delle praterie, quello che gli europei riservarono ai nativi americani fu un vero e proprio massacro, tanto che molti studiosi parlano (non a torto) di “genocidio dei nativi d’America”. Le popolazioni native, fiere e coraggiose, combatterono a lungo contro l’invasore bianco, ma si stima che nel corso di poco più di due secoli oltre l’80% della popolazione nativa venne spazzata via, con una perdita di vite umane che si calcola intorno ai 100 milioni di individui. I territori che ai bianchi non interessavano, perché non presentavano ricchezze minerarie da sfruttare o perché erano troppo aridi e freddi per consentire l’agricoltura o l’allevamento, diventarono le riserve, cioè zone destinate ad accogliere le tribù native che l’avanzata dei bianchi scacciava, mano a mano, dai territori d’origine.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • I nativi americani furono inizialmente chiamati indiani. Da dove è derivato questo errore? • Quando inizia e quando si chiude l’epopea di queste popolazioni?

I NATIVI AMERICANI

■ APPROFONDIMENTI • Ricerca in rete informazioni sulle condizioni attuali dei nativi americani.

Toro Seduto è il nativo americano più conosciuto. Condottiero e capo della tribù dei Sioux, è ricordato nella storia per aver vinto in modo schiacciante la battaglia contro il colonnello statunitense George Armstrong Custer nel 1876, con un esercito di 3500 guerrieri appartenenti alle tribù dei Sioux e degli Cheyenne.

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LE STELLE STORIA ITALIANO

LE GUERRE DI INDIPENDENZA

MOVIMENTO ROMANTICO

ARTE E IMMAGINE LA POESIA ROMANTICA

LAB TINKERING UN CIELO STELLATO

UN CIELO STELLATO

PITTURA MODERNA: VINCENT VAN GOGH E L’ASTRONOMIA SCHEDA

LEOPARDI: CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA

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LE COSTELLAZIONI

LE STELLE

IL SOLE

DAL CANNOCCHIALE DI GALILEO AI TELESCOPI SPAZIALI SCHEDA

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LA VIA LATTEA CHE COS’È UN PLANETARIO? LE GALASSIE

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TECNOLOGIA

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ARTE E IMMAGINE

PITTURA MODERNA: VINCENT VAN GOGH E L’ASTRONOMIA

L’uomo ha da sempre nutrito un legame particolare con la volta celeste e ha cercato di rappresentarla e descriverla in modo scientifico o artistico in base alle emozioni e agli interessi del momento. Il pittore olandese Vincent Van Gogh nei suoi quadri ha raffigurato la volta celeste da ogni angolatura e prospettiva. Van Gogh amava così tanto dipingere il cielo e le stelle che si avvicinò all’astronomia, trasformando i suoi quadri in oggetto artistico e scientifico allo stesso tempo. Le stelle, che Van Gogh definisce «puntini luminosi», hanno un significato profondo perché rappresentano il legame tra il concreto e il sogno, tra la scienza e l’arte. Scrisse Van Gogh: “…guardare il cielo mi fa sempre sognare… Perché, mi chiedo, i punti scintillanti del cielo non sono accessibili come i puntini neri sulla cartina della Francia? Proprio come prendiamo il treno per andare a Tarascon o a Rouen, così prendiamo la morte per raggiungere una stella”. E ancora: “Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e non c’era che la stella del mattino, che sembrava molto grande. Daubigny e Rousseau hanno già dipinto questo, esprimendo tutta l’intimità, tutta la pace e la maestà e in più aggiungendovi un sentimento così accorato, così personale. Non mi dispiacciono queste emozioni”. 190

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SCHEDA

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In questo quadro a olio su tela, intitolato Notte stellata, il pittore usa colori puri, violenti, contrastanti tra loro, privi di gradazioni sfumate e passaggi tonali. Il cielo notturno è ricco di scie vorticose che dilatano astri giganteschi e si inseguono entro cieli dal blu intenso. I bagliori argentei sembrano tratteggiare le geometrie dell’universo. I colori chiari sono rafforzati dall’accostamento di pennellate che vanno dall’azzurro al violetto, al blu più intenso. Le pennellate intense sembrano rappresentare le stelle come unici punti fermi in un cielo vorticoso e terribile. Alcuni hanno accostato queste stelle, i “punti luminosi” dell’artista, a boe di salvezza nel cielo tempestoso.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • Descrivi come vengono utilizzati i colori nel dipinto e quali emozioni sembrano trasmettere. • Secondo te i dipinti e i quadri possono essere un veicolo per congiungere la terra e il cielo, anche in senso spirituale, come si chiedeva Van Gogh?

■ APPROFONDIMENTI Van Gogh nelle sue lettere dichiara di voler dipingere il cielo stellato ispirandosi a due grandi pittori: Daubigny e Rousseau. In questa immagine è rappresentato proprio un quadro di Henri Rousseau, intitolato Sera di carnevale. Prova a fare un confronto con la Notte stellata. Grazie alle notizie che puoi trovare in rete o nei testi della biblioteca, approfondisci lo stile e il pensiero di questo autore.

PITTURA MODERNA: VINCENT VAN GOGH E L’ASTRONOMIA

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SCIENZE

DAL CANNOCCHIALE DI GALILEO AI TELESCOPI SPAZIALI La tecnologia spaziale è migliorata notevolmente dai tempi di Galileo: il cannocchiale ideato dal grande studioso, infatti, è molto meno potente di un binocolo attuale di fascia bassa! In astronomia, come in molte altre discipline scientifiche, è normale il “pensionamento” degli strumenti obsoleti, che vengono continuamente sostituiti da versioni più moderne ed efficienti. Molti Paesi hanno affrontato spese importanti per la costruzione di telescopi sempre più potenti in luoghi della Terra dove l’atmosfera è particolarmente pulita, ma non è possibile superare il limite della visibilità: l’atmosfera terrestre, infatti, devia la luce delle stelle e non permette di osservare i corpi celesti oltre un certo grado di nitidezza. Grazie a ingenti investimenti internazionali è stato costruito il telescopio Hubble, che è stato inviato fuori dall’atmosfera terrestre. Il telescopio spaziale è stato lanciato in orbita nel 1990 e, grazie alle missioni dello Shuttle Endeavour, è stato sottoposto ad aggiornamenti regolari in orbita (la prima volta nel 1993 e l’ultima nel 2009) per migliorare la definizione delle immagini. Gli astronauti hanno dovuto compiere ben 5 passeggiate a 569 kilometri dalla Terra per poter mettere a fuoco il telescopio. I moltissimi dati ricevuti da Hubble hanno permesso agli astronomi di datare la nascita dell’Universo con più precisione, facendola risalire a quasi 14 miliardi di anni fa, e di individuare galassie antiche e lontane. Hubble è ormai un pensionato e verrà sostituito entro il 2021 dal suo successore, il telescopio spaziale James Webb. Lo specchio riflettente è sette volte più grande di quello di Hubble e verrà posto in orbita a 1,5 milioni di kilometri dalla Terra, molto più distante dall’orbita del primo telescopio spaziale terrestre. Grazie alla sensibilità accentuata dei suoi strumenti sarà in grado di scandagliare lo spazio alla ricerca di nuovi indizi sulla nascita dell’Universo e sulla vita aliena. Per poter funzionare al meglio il nuovo telescopio spaziale sarà protetto da ben cinque strati di mateVOLUME

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SCHEDA

riale isolante costituiti da Kapton, lo stesso materiale delle tute degli astronauti, rivestito a sua volta da alluminio e silicio. Gli strati di Kapton sono così sottili che verranno dispiegati solo all’ultimo momento, per evitarne la rottura.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ

• Nel testo si parla di uno specchio riflettente. Prova a spiegare che cos’è e come funziona. • I nomi dei telescopi spaziali sono quelli di scienziati o di personaggi illustri. Ricerca in rete informazioni su Hubble e Webb. • Perché i telescopi spaziali vengono posti oltre l’atmosfera terrestre? • Quali caratteristiche innovative avrà del telescopio Webb che verrà mandato in orbita nel 2021?

■ APPROFONDIMENTI

La ricerca delle origini dell’Universo e della vita extraterrestre è stata presa in seria considerazione da molti scienziati e da tutti i governi del mondo. Questi studi sono però estremamente costosi e impossibili da affrontare da una singola nazione. Cerca sul sito dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) http://www.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy quali nazioni vi appartengono e in che modo collaborano gli scienziati. Cerca anche informazioni sulla cooperazione internazionale relativa alla Stazione Spaziale Internazionale.

Telescopio James Webb in costruzione.

DAL CANNOCCHIALE DI GALILEO AI TELESCOPI SPAZIALI

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TECNOLOGIA

CHE COS’È UN PLANETARIO?

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Il planetario Calouste Gulbenkian di Lisbona.

Il planetario è uno strumento ottico utilizzato per riprodurre in modo realistico la volta celeste su uno schermo di proiezione. In particolare, il planetario meccanico è uno speciale tipo di proiettore che utilizza come schermo una cupola semisferica, il cui diametro può andare da 3 a 25 metri. Spesso si chiama “planetario” anche l’edificio che ospita l’apparecchiatura di proiezione; oggi il termine viene usato per indicare alcuni software informatici che permettono di riprodurre ed esplorare la volta celeste sul monitor di un computer. Tratto dal sito https://www.focus.it/ Il principio di funzionamento del “planetario” è quello di un proiettore di diapositive. È costituito da due sfere che hanno all’interno potenti lampade: la luce passa attraverso delle “finestrine” e proietta sul soffitto punti luminosi che, con un’opportuna messa a fuoco, rappresentano le stelle visibili a occhio nudo. Un congegno, una sorta di “copertura”, impedisce che gli astri siano proiettati sotto l’orizzonte, sul pavimento. Ci sono altri proiettori per riprodurre il moto degli astri: Sole, Luna e pianeti. Le stelle sono fisse l’una rispetto all’altra, ma si può ricreare il moto apparente della volta celeste dovuto alla rotazione della Terra. Le 192

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sfere del planetario (per gli emisferi Nord e Sud) riproducono tutta la volta celeste, quindi basta regolarle per riprodurre questa rotazione delle stelle, oppure per proiettare la porzione di cielo con le costellazioni caratteristiche della stagione. Si può anche stabilire la latitudine da cui osservare il cielo.

■ PROPOSTE DI ATTIVITÀ • In che modo avviene la proiezione della volta celeste? • Esistono planetari o luoghi di osservazione astronomica nelle vicinanze della tua scuola o della tua abitazione?

■ APPROFONDIMENTI L’uomo ha cercato di rappresentare la volta celeste in moltissimi modi, dalle incisioni rupestri a coppella degli uomini preistorici alle rappresentazioni astratte dei pittori contemporanei. Sono stati fatti numerosi tentativi di capire il funzionamento degli astri, anche con modelli meccanici complicati. Cerca in rete informazioni sulla rappresentazione della volta celeste e sulla modellizzazione degli astri.

CHE COS’È UN PLANETARIO?

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