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IL PRIMO CANE

I lupi non si avvicinavano mai alla caverna della tribù di Silka, perché avevano paura del fuoco. Ma ce n’era uno più coraggioso degli altri: era un lupo grigio con due piccole macchie scure sulla fronte. Era stato cacciato più volte dagli uomini ma era sempre ritornato. Silka aveva solo sette anni e come tutti i bambini aveva paura dei lupi. Un giorno che era uscita con gli altri a raccogliere bacche e frutta, si era ritrovata sola fra gli alberi del bosco. Mentre cercava la strada giusta, da dietro un cespuglio uscì il lupo che aprì la bocca ma, invece di azzannarla, le leccò una mano. Silka allora accarezzò l’animale e tornarono insieme verso la caverna. Quando gli altri componenti della tribù li videro arrivare urlarono spaventati. Ma incredibilmente, sotto gli occhi di tutti, il lupo si scagliò contro una iena che si preparava ad assalire la bambina. I due animali lottarono ferocemente, poi la iena si ritirò e il lupo, ferito a una zampa, si accucciò al fianco della bambina. Il capo tribù ordinò che il lupo venisse portato nella caverna e curato. Gli uomini lo nutrirono e quando fu guarito l’animale non volle più lasciare la tribù. Silka lo chiamò Hata, che nella sua lingua voleva dire “Amico degli uomini”. Fu il primo lupo che diventò cane.

1. I lupi non si avvicinavano alle caverne perché avevano paura (riga 3):

A. degli uomini.

B. delle iene.

C. del fuoco.

D. del buio.

2. Chi era Silka?

A. Un ragazzo.

B. Un uomo.

C. Una bambina.

D. Non si riesce a capire.

3. Silka era uscita per (riga 12):

A. raccogliere bacche e frutta.

B. raccogliere fiori.

C. giocare.

D. andare a prendere l’acqua.

4. Il lupo salvò Silka da (riga 20):

A. un altro lupo.

B. un cacciatore.

C. una iena.

D. un cane.

5. Si scagliò (riga 20) significa:

A. si avvicinò.

B. si accucciò.

C. si lanciò.

D. si tuffò.

6. Hata, nella lingua della tribù, significava:

A. bestia.

B. amico dei lupi.

C. amico degli uomini.

D. cacciatore.

7. Per ogni nome indica se è di animale o di persona.

Nome di animale Nome di persona

Il Giardiniere Dei Sogni

Legge l’insegnante

In una terra con un nome che nessuno conosce, c’era una casetta dove abitava un omino, talmente vecchio che non ricordava più quanti anni avesse. Portava un buffo cappello, un cespuglio bianco come barba e sul nasone un bel paio di occhiali che ballavano mentre l’omino scriveva a macchina una pagina di un racconto. Quando finì di scrivere, l’omino prese la pagina e iniziò a camminare in cerca di un posto adatto. Quando lo trovò, scavò una piccola buca e sotterrò la pagina.

Ogni giorno tornava lì per prendersene cura e dopo giorni e giorni dalla terra spuntò “qualcosa”.

Passarono altri giorni e quel qualcosa diventò un albero bellissimo. Le sue foglie erano pagine e pagine di racconti.

L’omino, felice, iniziò a raccogliere tutte le pagine e le portò a casa. La mattina seguente si mise a cucire le pagine e quando erano abbastanza le foderava con una bella copertina. Quando ebbe finito, l’omino liberò i suoi libri. Le pagine sembravano ali e i libri volarono su oceani e deserti, poi, giunti in città, si fermarono. Arrivarono in una vecchia biblioteca, dove un bimbo curiosava tra gli scaffali. Il bimbo vide uno dei libri cuciti dall’omino e lo portò a casa. Nessuno sa che storia raccontava quel libro, ma il bimbo lesse fino a sera e quando si addormentò la storia continuò nel sonno, proprio come accade quando le storie provengono dalla terra con un nome che nessuno conosce.

ASCOLTO E… COMPRENDO

• Dove abitava l’omino?

In una terra con un nome che nessuno conosce.

In una terra lontana.

In una terra del Nord.

• Chi tra questi è l’omino?

• Che cosa faceva l’omino?

Coltivava alberi.

Scriveva a macchina.

Dormiva e sognava.

ASCOLTO E… ORGANIZZO

Ordina le sequenze della storia: numera da 1 a 5.

Un bimbo prende un libro dell’omino e lo legge.

L’omino sotterra la pagina.

L’omino cuce le pagine e crea dei libri.

I libri volano e si fermano in una biblioteca.

Spunta un albero che al posto delle foglie ha le pagine.

ASCOLTO E… RACCONTO

Ti è mai capitato di sognare un’avventura fantastica?

Racconta.

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