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issue n° 15
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F L O R E N C E
PROSPETTIVE (PARTE SECONDA)
foto: Dario Garofalo
Simone, 24 anni, nuovo Socio ChiantiBanca grazie alle quote donate da Mario, suo nonno.
generazioni unite scopri di più in filiale o su chiantibanca.it
Grazie alla cooperazione tra generazioni è possibile diventare Soci ChiantiBanca a soli 18 anni senza alcun esborso economico. Beneficiando subito di tanti vantaggi esclusivi. Come? ‘Generazioni Unite’ incentiva la donazione di azioni da Soci a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni. E chi effettua la donazione può restare Socio anche conservando una sola azione.
SOCI la banca dei
Messaggio promozionale dell’ 1-01-2021
IN CHIANTIBANCA NASCE LA COOPERAZIONE TRA GENERAZIONI
Welcome Qui in redazione stiamo pensando a come riprendere le fila dell’editoriale dopo tutto. Dopo tutto questo tempo intendo. Tutto questo tempo di tutto quello che è successo. Perdonatemi le ripetizioni, non leggerete un editoriale catastrofico ma troverete un pensiero che speriamo possa essere condiviso e di aiuto. Il nostro ago della bilancia continua ad essere sulla freccia del +, del voler fare, del voler andare in stampa e distribuire, del voler raccontare e continuare a chiacchierare (in italiano con qr code per l’inglese, ecco la prima novità della rivista) e voler continuare a farvi vedere tutta la bellezza che ci circonda. Vi racconteremo dei territori del Chianti e del Mugello, troverete nuove rubriche come “we stand up for” ovvero tutto quello per il quale ci battiamo e in cui crediamo, l’arte nelle gallerie toscane, e anche qualche suggerimento per assaporare il caffè più buono. Non è un caso che la frase che amiamo di più continui ad essere “There’s beauty alla around us”. Perché noi di Elitism Florence&Tuscany siamo sempre con gli occhi spalancati e con la bocca pronta a sorridere. Col cuore aperto e i brividi sulla pelle. Pronte sulla linea della motivazione, dell’impegno, della dinamicità di menti che POSSONO costruire orientandosi alla crescita e al cambiamento. Come tutti. E allora, utilizziamo la memoria per sapere quello che possiamo tenere e quello che non vogliamo più e concentriamoci sull’adesso, per cambiare e raggiungere quello che fa stare bene noi e il nostro intorno.
ELITISM FLORENCE There’s beauty all around you Issue n° 15 Quarterly ~ Florence ~ Italy EDITOR Francesca Querci VICE - EDITOR Francesca Cellini DESIGN + COVER Sally Studio CONTRIBUTORS Cinzia Azzerboni, Cristina Tedde, Serena Becagli, Marta Matteini, Liliana Antoniucci PHOTO CREDITS Giulia Vezzosi TRANSLATIONS NTL traduzioni PRINTING IGV s.r.l. - Piazza Nasoni, 4 San Giovanni Valdarno (AR)
“Twenty years from now you will be more disappointed by the things you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines, sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails” - Mark Twain –
PUBLISHER F Society SAS Via del Leone 37, Firenze p.iva 06722440481 Aut.Trib. Firenze N. 6048 del 14 Aprile 2017 WRITE US AT General: info@readelitism.com Advertising: adv@readelitism.com
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JR LA FERITA A PALAZZO STROZZI
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CHIANTI, LIVE THE STORY YOU WANT TO TELL
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LE VIE DI DANTE 700 ANNI DEL SOMMO POETA
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AMATO MUGELLO TUTTO DA SCOPRIRE
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HENRY MOORE TORNA A FIRENZE
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ABF ANDREA BOCELLI FOUNDATION NEL COMPLESSO DI SAN FIRENZE
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PER LA SERIE “LE VILLE MEDICEE” VI RACCONTIAMO DELLA VILLA DI POGGIO A CAIANO
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AMORE LIBERA TUTTI ALLA VANNUCCI ARTE CONTEMPORANEA DI PISTOIA
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LA CRUMB GALLERY PRIMA GALLERIA IN EUROPA DEDICATA A DONNE ARTISTE
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DUE PAROLE CON.. LAURA ADDIS DI OTTICA SARTORIALE
I NOSTRI UFFIZI E L A CA R I TÀ D E L S A LV I AT I
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A PROPOSITO DI DONNE A CURA DI CRISTINA TEDDE E ALESSIA DULBECCO
WE STAND UP FOR: ANTISPECISMO
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COSTANZA CIATTINI CHE ILLUSTRATRICE!
FIRENZE VISTA DA.. UNA BRASILIANA: AMANDA PALMEIRA
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COFFEE PLEASE! I ROASTER PIÙ BRAVI DELLA TOSCANA
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GRAND TOUR DI ARTIGIANATO E PALAZZO
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GOLOSITÀ E RICETTE SUGGERITE
JR La Ferita
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al 19 marzo al 22 Agosto 2021 Palazzo Strozzi cambia volto attraverso l’intervento di JR, artista contemporaneo tra i più celebri al mondo, chiamato a reinterpretare la facciata di un simbolo del Rinascimento a Firenze con una nuova opera site specific intitolata La Ferita, che propone una riflessione sull’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19. Alta 28 metri e larga 33, la monumentale installazione di JR propone una sorta di squarcio visivo sulla facciata di Palazzo Strozzi, che si apre alla visione di un interno reale e immaginato allo stesso tempo. L’opera, realizzata con un collage fotografico in bianco e nero tipico dello stile dell’artista, è costruita come una anamorfosi, un gioco illusionistico in cui, osservando da un preciso punto di vista, si schiudono davanti agli occhi, proprio come all’interno di una ferita, diversi ambienti di Palazzo Strozzi: il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva e una biblioteca. Inserendo opere iconiche del patrimonio artistico fiorentino e citando direttamente un luogo reale come la biblioteca dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, JR propone una diretta e suggestiva riflessione sull’accessibilità non solo a Palazzo Strozzi ma a tutti i luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19. Palazzo Strozzi diviene così il palcoscenico spettacolare per una ferita, simbolica ma dolorosa, che accomuna tutte le
istituzioni culturali italiane e non solo: musei, biblioteche, cinema e teatri, costretti a limitare o a non poter far accedere il pubblico ai propri spazi. Le opere di JR uniscono fotografia e street art creando monumentali interventi di arte pubblica nelle città di tutto il mondo, dalle favelas di Rio de Janeiro alla grande piazza della Piramide del Louvre, da Ellis Island a New York alla prigione di massima sicurezza di Tehachapi in California. A Palazzo Strozzi l’intervento di JR si caratterizza per un’ulteriore sperimentazione nella contaminazione con la storia dell’arte, con riferimenti che spaziano dal Rinascimento all’epoca moderna, come e soprattutto al rovinismo, tendenza diffusa soprattutto nel Settecento in cui le rovine di antichi edifici vengono presentate come testimonianze di un passato glorioso in una drammatica riflessione sul destino dell’Uomo. Guardare “dentro” Palazzo Strozzi appare inoltre come un atto quasi voyeuristico per scoprire ciò che non può essere visto: la rappresentazione di una realtà che va oltre quanto abitualmente sotto gli occhi di tutti. La facciata si trasforma dunque in un inedito trompe l’œil, un riferimento alle prospettive architettoniche, le rappresentazioni pittoriche illusive che dal Cinquecento, applicando sulle pareti gli studi prospettici, hanno consentito la figurazione di una profondità che oltrepassa la struttura muraria.
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Le vie di D nte
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e vie di Dante sono percorsi unici, immersi nella storia, nell’arte, nella natura. Tradizioni secolari, eccellenze, esperienze irripetibili trasmesse attraverso proposte turistiche su misura, costruite per offrire giorni indimenticabili a tutti i protagonisti.
Un’idea di vacanza intensa, immersi in un inestimabile “giacimento” di storia, tra Emilia Romagna e Toscana. Il viaggio di Dante da Firenze a Ravenna attraversando l’Appennino a ritmi slow godendosi le straordinarie tipicità del territorio. Sul trenino Faenza-Firenze (via Marradi) o in sella alla bicicletta lungo l’antica Via Faentina, a piedi fra i tanti percorsi di trekking. Firenze, Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, poi Faenza, Brisighella e Ravenna: sono i luoghi in cui Dante visse esule che oggi si raccontano con antichi palazzi, pievi romaniche, piccoli borghi, musei e biblioteche, botteghe artigiane.
Le Vie di Dante è un progetto di APT Servizi Regione Emilia Romagna e Toscana Promozione Turistica. Per saperne di più www.viedidante.it
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Chianti Live the story YO U
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Radda in Chianti
Greve in Chianti
Castellina in Chianti
Barberino Tavarnelle
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l Chianti unito, fiero della sua identità millenaria, ricco di arte, paesaggio e cultura sostenibile, non è solo un brand, diffuso ormai in ogni angolo del pianeta. E’ la grande vitalità di una terra autentica. Un’area della Toscana, segnata dal passaggio della storia, dove gli aspetti della quotidianità quali abitare, studiare, lavorare, sposarsi, trascorrere una vacanza, diventano esperienze uniche, accolte dalla forza di coesione della comunità. Far sentire come a casa ogni piccolo borgo del Chianti, da qualunque luogo si osservi, è la nostra scommessa con le proposte e i percorsi dell’Ambito Turistico Chianti (Comuni di Barberino Tavarnelle, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Greve in Chianti, Radda in Chianti, San Casciano in Val di Pesa). Un territorio agricolo e artigianale che produce cultura, innova, sperimenta e attrae per l’armonia e la bellezza del paesaggio in un contesto naturalistico di grande pregio. Lavoriamo ogni giorno per tutelare la qualità della vita nel Chianti e valorizzare al meglio quella che è l’essenza internazionale del nostro territorio, un museo a cielo aperto con una memoria forte e longeva la cui immagine scaturisce dalla semplicità delle piccole cose. La filosofia del vivere slow, il patchwork di forme e colori delle nostre colline si intreccia e si fonde alle abilità dei tanti lavoratori, agricoltori, artigiani, commercianti, operatori economici, alla genuinità delle produzioni tipiche locali e alle eccellenze della tradizione gastronomica. La chiamiamo cultura del buon vivere. Vieni a sperimentarla da noi.
Castelnuovo Berardenga
San Casciano in Val di Pesa
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Andrea Bocelli Foundation N E L
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a Andrea Bocelli Foundation (ABF) apre ufficialmente le porte della sua nuova sede e dell’annesso laboratorio didattico denominato “ABF GlobaLAB.” Situata nel cuore di Firenze nel famoso palazzo barocco “San Firenze”, gli spazi storici, finemente restaurati, non sono solo il fulcro operativo della Fondazione, ma soprattutto l’espressione concreta della sua missione di “empowering people and communities”: un luogo aperto alla comunità globale della Fondazione, dove giovani potranno riunirsi per essere ispirati e crescere. L’inaugurazione segna anche il primo di una serie di eventi pubblici coinvolgenti e stimolanti, previsti per tutto il 2021 per celebrare il 10° anniversario della Fondazione. Il Maestro Andrea Bocelli, Fondatore di ABF, afferma: “Quando la mia famiglia ed io abbiamo fondato la Fondazione Andrea Bocelli nel 2011, siamo stati ispirati dalla gioia e dall’amore che ci sono stati dati dai fan di tutto il mondo. La nostra passione di sostenere le persone e le comunità e di metterci al servizio degli altri è stata incanalata nell’ultimo decennio in un’organizzazione che è cresciuta oltre i miei sogni più sfrenati. Per me, ABF rappresenta uno dei punti salienti della mia vita; non vedo l’ora di vivere molti momenti speciali con la nostra comunità globale nei suoi nuovi spazi”. Il complesso di San Firenze, con la sua maestosa facciata e i suoi interni, è considerato uno dei più importanti edifici in stile barocco della città. Risalente al XVII secolo, l’edificio fu originariamente commissionato dagli Oratori di San Filippo Neri e ha ospitato, nel corso dei secoli, un oratorio, un seminario, la corte della città e una chiesa, ancora oggi attiva. Oggi l’edificio è anche sede della Fondazione e del Museo Franco Zeffirelli. Con l’arrivo dell’ABF, il complesso di San Firenze, recentemente rivitalizzato, mette in evidenza il suo ruolo di nuovo centro di educazione artistica e culturale, un luogo aperto al mondo. Per ulteriori informazioni, visitare il sito: AndreaBocelliFoundation.org readelitism.com 15
Mugello
da scoprire
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n Toscana, a pochi chilometri da Firenze, tra il rincorrersi delle colline, gli alti cipressi, lo sfondo delle vette e dei passi, si estende il territorio del Mugello. Una terra da vivere in piena libertà nei suoi affascinanti spazi aperti, tra cultura, arte e tradizioni. Destinazione ideale per una vacanza all’insegna del relax, del ritmo lento e della buona cucina. Terra di artisti, disegnata con cura e coltivata con amore, è terra desiderata, il Mugello! Qui son nati o vissuti Toscani illustri: Giotto, Beato Angelico, Andrea del Castagno, Galileo Chini, Dino Campana, Giuliano Vangi.. e da queste terre ha avuto origine la famiglia Medici, le cui testimonianze sono ancora ben visibili sul territorio (Villa di Cafaggiolo, Castello del Trebbio, il Convento di Bosco ai Frati..). La cucina mugellana è ricca di piatti tradizionali come l’immancabile tortello di patate e vanta una serie di prodotti tipici di qualità come il marrone, la carne, il formaggio, il vino e tanti altri. Il viaggiatore potrà allontanarsi dallo stress della città approfittando dell’ospitalità offerta nelle fresche case coloniche, potrà avventurarsi a piedi, in bicicletta o a cavallo nei tanti percorsi escursionistici del territorio e potrà praticare sport come golf, canoa, volo a vela, pesca sportiva, rafting e molte altre attività per godere appieno del proprio tempo libero. U f f i c i o Tu r i s m o • U n i o n e m o n t a n a d e i C o m u n i d e l M u g e l lo turismo@uc-mugello.fi.it w w w. m u g e l lo t o s c a n a . i t readelitism.com 17
Henry Moore I L
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S CULTO RE
A cura di Sergio Risaliti e Sebastiano Barassi in collaborazione con la Henry Moore Foundation fino al 18 luglio 2021 Museo Novecento, Firenze
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enry Moore torna a Firenze. A quasi cinquant’anni (era il 1972) dalla memorabile mostra al Forte di Belvedere che vide protagonista il maestro della scultura inglese, il Museo Novecento decide di rendergli omaggio con “Henry Moore. Il disegno dello scultore”, mostra curata da Sebastiano Barassi, Head of Henry Moore Collections and Exhibitions e Sergio Risaliti, Direttore artistico del Museo Novecento. La mostra, organizzata in collaborazione con la Henry Moore Foundation, con il contributo di Banca Monte dei Paschi di Siena, sino al 18 luglio 2021 vedrà il museo fiorentino ospitare una corposa selezione di disegni, circa settanta, assieme a grafiche e sculture. Le forme naturali – rocce, ciottoli, radici e tronchi –, gli animali, ma anche i teschi e poi la relazione tra il creatore e la materia, esemplificata anche dai disegni che ritraggono le mani dell’artista o l’artista al lavoro nel paesaggio, divengono il fulcro della mostra. Traendo spunto da una rilettura di alcuni temi centrali nella produzione di Moore, l’esposizione intende proporre un approfondimento sul valore del disegno nella sua pratica e sulla sua relazione con la scultura. Secondo Moore infatti: “L’osservazione della natura è decisiva nella vita dell’artista. Grazie a essa anche lo scultore arricchisce la propria conoscenza della forma, trova nutrimento per la propria ispirazione e mantiene la freschezza di visione, evitando di cristallizzarsi nella ripetizione di formule”. Con “Henry Moore. Il disegno dello scultore” si accende quindi un faro sulla produzione grafica di questo protagonista della scultura contemporanea, che nel corso della sua intensa attività ha avuto modo di confrontarsi non solo con la scultura primitivista ed extraeuropea e con le sperimentazioni formali e linguistiche delle avanguardie storiche – su tutte, le esperienze di Brancusi e Picasso –, ma anche con la tradizione della grande arte italiana dei secoli precedenti, in particolare con quella dei maestri attivi a Firenze e in Toscana, i grandi artefici dell’umanesimo in arte.
Henry Moore Il disegno dello scultore
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Museo del Novecento P. z a d i S a n t a M a r i a N o v e l l a , 1 0 - 5 0 1 2 3 F i r e n z e w w w. m u s e o n o v e c e n t o . i t
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LeVille Medicee L A
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e ville Medicee sono dei complessi architettonici rurali, venuti in possesso in vari modi dalla Famiglia dei Medici fra il XV ed il XVII secolo nei dintorni di Firenze e della Toscana.
Fra queste, la Villa medicea di Poggio a Caiano è una delle più famose e si trova appunto nel Comune di Poggio a Caiano, in provincia di Prato. La villa è quasi certamente il miglior esempio di architettura commissionata da Lorenzo il Magnifico a Giuliano da Sangallo nel 1480 ed e' situata al centro di un poggio del Montalbano, in posizione strategica. Era infatti inizialmente un fortilizio costruito dalla Famiglia Cancellieri di Pistoia. Lorenzo dei Medici, tramite il suo architetto, fu tra i primi a concepire uno spazio agreste, in cui il territorio venisse plasmato secondo esigenze più armoniche e fece trasformare la Villa che divenne il prototipo della dimora signorile di campagna, per i secoli a venire. Stava infatti tramontando l'idea della Villa fortezza sia per ragioni politiche, grazie al periodo di pace e stabilità, sia filosofiche che vedevano l'uomo come plasmatore del paesaggio in suo favore. Tra le più iconiche delle residenze campestri medicee, è perfettamente inserita nel paesaggio. Si distingue per l‘armoniosa facciata abbellita da colonne, logge, una scalinata a
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due bracci ed un frontone classicheggiante. All‘epoca di Leone X ebbero inizio gli affreschi del salone, realizzati da grandi artisti come il Pontormo e Andrea del Sarto. La Villa rimase sempre la residenza estiva dei Medici che oltre ad ospitare importanti personalità del momento, fu' anche teatro di matrimoni celebri come quello di Alessando Medici con Margherita d'Austria e tra Cosimo ed Eleonora da Toledo. Fra il '600 ed il '700 la Villa fu la residenza preferita di Cosimo III, principe Ferdinando, grande amante dell'arte ed ultimo discendente della famiglia Medici che contribuì ad effettuare ulteriori lavori di abbellimento alla struttura, passata ai granduchi Asburgo-Lorena fino alla conquista napoleonica dove la Toscana passo' sotto l'influenza francese. Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, la scelse come sua residenza e nel 1811 su commissione della stessa, iniziarono nuovamente lavori di restauro e rinnovamento soprattutto dei giardini con la creazione di un grande parco all'inglese. Soltanto nel 1919, dopo che Firenze era diventata Capitale,Emanuele II dono' allo Stato Italiano la Villa Medicea, nuovamente restaurata ed ampliata. Durante la seconda guerra mondiale, fu usata come “rifugio” per le opere importanti di tutta la Toscana e più tardi nel 1984 venne riconosciuta Museo Nazionale. Da allora è iniziato un'importante ciclo di restauri durato fino al 2007, infine nel 2013, la Villa è diventata Patrimonio dell'Umanità UNESCO. di Marta Matteini
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Coffee please Le migliori torrefazioni di Firenze e dintorni L A
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Nel 2016 Simone Guidi, tornando a Firenze dopo un’importante esperienza professionale presso la torrefazione Australiana della famiglia Genovese, fonda il proprio brand “LA SOSTA SPECIALTY COFFEE”. Lo scopo è quello di offrire qualcosa di unico a Firenze e in Italia: accompagnare le persone alla scoperta dell’incredibile varietà di aromi e sapori che si nascondono nella torrefazione del caffè. Etico, Sostenibile, Sano = SPECIALTY COFFEE Da provare: BOM DIA dal Brasile www.lasosta.coffee
G E A R B O X
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Gearbox Coffee Roasters nasce da un’idea di Tommaso Bongini, responsabile del controllo qualità per Caffè Mokarico, azienda di famiglia. Il suo intento è quello di associare le sue due più grandi passioni, il caffè e il mondo delle auto: due mondi così diversi, spesso con numerosi punti in comune. Un brand basato sulla artigianalità, sulla qualità del prodotto e delle tecniche di lavorazione, dove il fattore umano, quello del roaster, è fondamentale per ottenere un risultato eccezionale. Da provare: Costa Rica Finca El Mirador www.gearboxcoffeeroasters.coffee
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CAFFÈ
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Spazio Caffè Firenze, propone una selezione di caffè di alta qualità con la ricerca costante di materia prima che esprima un’identità unica. L’azienda nasce 20 anni fa dall’esperienza della famiglia Giovanchelli che oggi Francesco, porta avanti con grande passione ed energia. “La mia filosofia è incentrata sullo studio del caffè, su una continua ricerca di materia prima di alta qualità e su moderne tecniche di produzione che ne mantengano inalterate le caratteristiche organolettiche.” Da provare: COLOMBIA Women’s Coffee Project www.spaziocaffefirenze.it
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Crumb Gallery
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rumb Gallery #womeninart, la prima galleria d’arte in Europa dedicata esclusivamente alle donne artiste, perché le personali dedicate a donne sono ancora soltanto il 25 per cento del totale. Crumb Gallery #womeninart perché l’opera di una donna, nel 2016, in Italia, è stata quotata 179mila euro, ed è già tanto, mentre quella di un uomo 4 milioni e 685mila euro. Crumb Gallery #womeninart perché su 15 artisti rappresentati nelle gallerie il 90 per cento sono uomini. Crumb Gallery #womeninart perché le gallerie che espongono solo donne, nel mondo, si contano sulle dita di
una mano. Crumb Gallery #womeninart per ridurre il gap tra uomini e donne nel mondo dell’arte contemporanea, con uno spazio che promuove, divulga, sostiene ed espone pittura, sculture, fotografie, installazioni e performance di artiste. Negli anni Ottanta per una donna artista era impossibile anche solo sopravvivere. Sono passati quattro decenni, ma il binomio artistemercato resta ancora molto complicato: ecco perché uno spazio esclusivo per artiste donne. Crumb Gallery è stata fondata da Rory Cappelli, Lea Codognato, Adriana Luperto e Emanuela Mollica.
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TUTTI
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more libera tutti è la mostra del duo artistico Antonello Ghezzi che ci ha accompagnato tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 negli spazi della galleria ME Vannucci di Pistoia. Un continuo confrontarsi con l’altro per una celebrazione dei rapporti di affetto in un periodo in cui siamo costretti alla distanza. Il titolo scelto da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, e dalla curatrice della mostra Manuela Valentini, ricorda il gioco del nascondino: “Bomba libera tutti” grida l’ultimo bambino, quello che nel gioco ha la possibilità di liberare tutti gli altri compagni. L’amore diventa quella formula magica che ci fa sognare, che riduce le distanze, che ci porta a riflettere su noi stessi, negli specchi che fanno parte di molte delle opere installate nell’edificio post industriale di Pistoia. La sala principale della galleria accoglie sei opere. Un grande specchio, appoggiato sulla parete di fronte all’entrata, riflette le figure intere degli spettatori e una piccola scritta luminosa al centro declama il titolo: Attesa dell’amore. L’opera racconta la storia di ciascuno di noi ma anche la storia di una città - Pistoia - essendo il grande specchio che decorava la sala di attesa della prima classe della stazione ferroviaria; la sua superficie ha visto abbracci, saluti, attese di amori e partenze. Gli artisti con il loro intervento hanno riportato l’oggetto alla sua funzione, tirandolo fuori da un magazzino e riattivando, attraverso un processo narrativo, la sua funzione poetica di custode di storie d’amore. Di nuovo una specchio nell’installazione Scrivimi, uno scrittorio ricostruito dagli artisti, uno specchio-finestra aperto su di noi, che ci invita a sederci, guardarci negli occhi e mettersi a scrivere con carta e penna una lettera d’amore. Lo spettatore diventa protagonista dell’opera nel momento in cui si sedie e compie l’azione, un’azione che attiva un processo che si conclude nel momento in cui la lettera arriva al destinatario. Antonello Ghezzi si rivelano così attivatori di sogni, come per l’opera site specific Stringere lo spazio (di me e te) composta da una serie di piccole sculture di argilla, cotte e colorate, e appese sulla parete più grande della galleria. A guardarle da vicino, e leggendo la loro storia, si scopre essere le impronte ricavate dalle strette di mano di persone che nei mesi precedenti alla mostra sono state invitate a stringersi la mano e a creare questa sorta di sigillo al loro rapporto. Continuano i giochi di specchi nelle tre coppie di altalene appese sempre nella sala principale. Altalene realizzate con specchi e pensate per dondolare insieme a due a due, come la voglia di condividere un momento che ferma il tempo per concedersi una tregua dalla realtà. Ciascuna coppia porta con sé delle scritte pensate proprio per viaggiare insieme, Spingersi oltre, Tienimi forte e Sempre insieme. C’è sempre il coinvolgimento di un elemento come l’aria in questi lavori di Antonello Ghezzi. L’aria che ti scorre sulla faccia se ti immagini di oscillare su un’altalena, l’aria che si riempie di presenze in uno specchio, l’aria che trasporta una lettera, l’aria compressa in una stretta di mano che diventa solida impronta d’amore. L’aria che ci trasporta in cielo nelle nuvolette disegnate in altre opere in mostra, e come in quel Via libera per volare suggerito dal semaforo blu, omaggio alla favola di Gianni Rodari.
scritto da Serena Becagli
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Uffizi treasures F RA NCES C O
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R O SS I, DE T TO CAR ITÀ
La giovane inginocchiata in primo piano, stagliata contro il tendaggio di fondo, è avvolta da una veste leggera che esalta le forme prosperose e scultoree, lasciando scoperto un seno. La circondano tre bambini, uno intento a giocare con la sua veste, gli altri due abbracciati alla spalla e alla coscia, intrattenendo con lei uno scambio affettuoso di sguardi. Salviati ha costruito le quattro figure come fossero un unico corpo, collegando armonicamente ogni movimento entro un sofisticatissimo equilibrio di corrispondenze che costituisce uno degli approdi più felici di quella che Vasari definì la ‘Bella Maniera’. La composizione si ispira al caposaldo indiscusso della pittura fiorentina di inizio secolo: il Tondo Doni di Michelangelo, sul quale è studiata
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sia la posa della figura femminile che quella dei tre fanciulli. Ma la scioltezza sinuosa, le espressioni languide e la preziosità dei dettagli d’ambiente richiamano più specificamente il nodo di cultura che si era determinato a partire dalla metà degli anni Venti a Roma, alla corte di Clemente VII, dalla convergenza di artisti di provenienza diversa quali Parmigianino, Perin del Vaga, Giulio Romano, Rosso, Sansovino e altri, e che avrebbe segnato le sorti della pittura fino agli ultimi decenni del secolo. Il dipinto fu eseguito a Firenze in occasione del soggiorno di Salviati in città, quando fu impegnato in imprese pubbliche, come gli affreschi della Sala dell’Udienza a Palazzo Vecchio e commissioni religiose.
FLORENCE Galleria degli Uffizi, 6 www.uffizi.it > Carità 1545 ca. Olio su tavola cm 156 x 122 www.uffizi.it/opere/carita
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THE
MONTH
ostanza, set designer fiorentina, crea illustrazioni usando la tecnica del collage tridimensionale. Ritaglia parti di una storia per crearne nuove. Il suo lavoro è un viaggio alla riscoperta della natura: Costanza ama coglierne gli aspetti più nascosti e particolari e combinarli con figure umane, creando nuovi miscugli ed ecosistemi in cui tutti gli elementi, seppur diversi tra loro, convivono perfettamente nel modo in cui lei li ha sistemati con cura, su uno stesso piano.
@costanzaciattini
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Amanda Bittante Palmeira, arriva dallo Stato di San Paolo in Brasile. Vive stabilmente a Firenze dal Gennaio 2019. Architetto e Restauratrice, ci racconta in poche parole chiave, la città. Punti di vista diversi e interessanti, di chi arriva dall’altra parte del mondo.
“Per me, Firenze è la città più bella del mondo”. La mia relazione con l’Italia e più precisamente con Firenze, è lunga. Nel 1997, quando venni in vacanza per la prima volta, avevo solo cinque anni. DESTINO , è forse la parola che ricorre spesso nel mio rapporto con questo Paese. Negli anni ‘90, alcuni membri della mia famiglia, vi hanno vissuto, e da sempre c’è un legame molto stretto tra il Brasile e L’Italia. Come penso che la maggioranza di voi sappia, dopo L’Italia, il Brasile è il maggior paese col numero di italiani, complice l’immigrazione fortissima, avvenuta dal 1880 a 1930, ma vabbè questa è un’altra storia… E sì, un’altra parole è ORIGINE. La verità è, che fino a quando non mi è stato chiesto il contributo per questo articolo, non avevo mai fatto caso a come vivessi la città. Questo, non significa che io non abbia mai visto e vissuto Firenze con gli occhi curiosi da “straniera”. Anzi, all’inizio è stato davvero difficile, avevo un certo timore di non ambientarmi al clima, alla lingua e principalmente alla cultura ed alle persone. Nonostante, vi siano somiglianze tra il Brasile e L’Italia, si hanno abitudini completamente diverse - magari le cose che per me sono normali, qui suonano in modo assurdo e vice-versa.
Comunque, una delle cose più belle di vivere qua, è la possibilità di scoprire sempre una particolarità, che chi purtroppo la visita come un mero turista, non coglie a pieno. Io da architetto, osservo questa città in una maniera diversa. Provo a darle sempre il valore e l’importanza che si merita. Cammino sempre per strade diverse, per arrivare magari in un posto che frequento, poiché la bellezza di Firenze è anche trovare in ogni angolo, qualcosa di nuovo da scoprire ed ammirare. Un’altra cosa che arrivando qui precepii subito, ho percepito subito è stata la TRANQUILLITÀ. Non mi sono mai sentita in pericolo camminando la notte e questo per me è una cosa che ha un valore immenso, venendo da un Paese con l’indice di criminalità altissimo. E per ultima, però non meno importante, è il piacere che provo costantemente, parlando con un italiano. RISATA credo sia il comune denominatore di ogni mia conversazione con voi. C’è chi solo a guardarmi, sa che non sono italiana; c’è chi mi chiede da quale regione italiana vengo; c’è chi mi dice che il suo idolo è l’Ayrton Senna, vi sono quelli che mi dicono che sono coraggiosa e ci sono anche quelli che nemmeno mi salutano. Ma tanti, sono quelli che mi aprono un sorriso quando mi ascoltano parlare e capiscono subito che sono brasiliana e dicono che il mio accento è bellissimo. C’è chi ama il mio paese per il calcio e affermano che non esiste nessuno come Pelé, e quelli che dicono che la Bossa Nova è come poesia. Ovviamente mentirei se dicessi che non vi sono anche lati negativi, ma come dico sempre, la vita è fatta solamente di scelte ed io ho scelto affrontare tutto sempre con gli occhi e cuore pieni di speranza aspettandomi sempre il meglio da ogni situazione che mi capita vivendo qua.
Firenze vista da... U N A
B R A S I L I A N A
Di donne, tra donne D I ALO G H I S U L FE MMINISMO C R I S TINA T EDD E E AL ESS IA DU L B E C C O
Di cosa parlano le donne davanti ad un caffè? Spesso, delle donne stesse. Dialogo oggi, con una che stimo particolarmente ed a cui voglio un gran bene: Alessia Dulbecco. Pedagogista e counselor, specializzata sulla violenza di genere, sviluppa percorsi formativi per associazioni ed aziende che vogliano lavorare concretamente sulle pari opportunità (alessiadulbecco.com). Entrambe, fermamente convinte, di quanto ancora ci sia da lavorare, di come si sia avvolti ancora da clichés e stereotipi. Le donne, ancor prima degli uomini,non riconoscono il loro valore, lottano per farsi spazio in un mondo in cui risultano nemiche tra loro e di loro stesse. Alessia: Sono nemiche, perché è così che lo sguardo maschile ha insegnato loro a considerarsi. Nemiche delle altre - possibili avversarie da temere - nemiche di se stesse: mai “abbastanza”, sempre a rischio di subire quella ormai celebre “sindorme dell’impostore”, con cui guardano con sospetto i loro successi come se fossero stati ottenuti con raggiri e inganni. Oggi, la sfida delle donne è recuperare un concetto antico, quello di “sorellanza”; disimparare il modello acquisito e liberarsi di un limite che non fa altro che relegarle ancora di più nelle retrovie. Le donne sono fermamente convinte che gli uomini le accettino solo se si dimostrano forti e aggressive. Non c’è spazio per debolezza e fragilità. Devono mascolinizzarsi, mostrarsi come uomini forti, o così come ce li hanno dipinti. Alessia: Per secoli le donne sono state relegate esclusivamente nell’ambito della vita familiare. In Italia, l’accesso a determinate carriere è stato possibile dopo lotte. Fino agli anni ‘60 la professione del giudice era ad appannaggio maschile. Si riteneva che questo ruolo fosse inconciliabile con la natura “volitiva” delle donne, sempre in balia delle loro emozioni, così instabili durante le mestruazioni. È facile capire perché, una volta ottenuto l’accesso a determinate cariche, abbiano contribuito a rappresentarsi con attributi maschili: era l’unico modo per risultare credibili agli occhi degli altri. Di nuovo torna il concetto di “male gaze”, di sguardo maschile: è questo sguardo che ci ha concesso di esistere… ed è quello da cui ora dobbiamo emanciparsi. Parallelamente, però, credo che anche gli uomini debbano fare il processo inverso. L“uomo forte che non deve chiedere mai” è finalmente stato messo in discussione. partendo proprio dagli uomini stessi che hanno mostrato quanto questo modello sia deleterio. Le emozioni non sono appannaggio esclusivo delle donne e educare anche gli uomini a comprendere le loro stesse emozioni, gestire meglio la frustrazione derivante per esempio da un “no”, dalla fine di una relazione, è alla base di tutte le campagne contro la violenza di genere. Ci sono tante donne che ancora si autocensurano, si vergognano della loro femminilità. Ostentarla, è “peccato”. Le altre donne la giudicano e condannano.
Luchadora (@luchadora_visualartist)
Alessia: Si, sono perfettamente d’accordo con te. A lungo, le donne sono state suddivise in due categorie: “le sante” e le “puttane”. Solo la prima - “l’angelo del focolare” - è stata eletta ad ideale femminile vincente. Piacersi diventa un reato, perché una donna “per bene” non considera la bellezza o l’avvenenza un valore… quello lo fanno le donne “per male”. È il famoso “comportati come una signorina”, parte integrante di un’ educazione vetusta. Cosa voleva dire questa frase, se non “stai attenta a difendere la tua virtù, non fare come le “altre”? Dovremmo lavorare per toglierci di dosso tutti gli stereotipi che ci hanno cucito addosso, a partire da questa distinzione binaria. Esistono le donne, semplicemente. In Italia i femminicidi e le violenze verso il sesso femminile e non solo, sono ormai quotidiani. Le donne sono le prime a mostrarsi inorridita, ma spesso condannano le vittime stesse. Mietono il dubbio, accusano le altre di essersi cercate il reato stesso con comportamenti sconvenienti o provocanti. E questo forse fa più paura della violenza stessa, perché è pur sempre violenza. Che fine ha fatto la “sorellanza”? Alessia: Colpevolizzare la vittima, è una pratica vecchia quanto il mondo. L’approccio al racconto delle persone che subiscono violenza è sovraccaricato da un insieme di stereotipi che fanno pensare che sia sempre un gesto “cercato”. “E tu cosa hai fatto per meritati lo schiaffo”? Un pensiero che non sono gli uomini, ma anche le donne si pongono. D’altronde le donne sono descritte come tentatrici da almeno duemila anni ed è difficile scuotersi di dosso quest’immaginario. Personalmente, reputo fondamentali quelle campagne di comunicazione, che pongono al primo posto la credibilità di queste donne. Sfogliando le pagine di cronaca, capiamo quanto siamo ancora lontani da tutto questo. Non so se la “sorellanza” sia del tutto svanita, certo è che oggi si fa fatica a vederla nei canali mainstream e permangono bolle in cui essa si può ritrovare. Tante pagine social ora, lavorano per portare in emersione questi fatti (dal collettivo Moleste, all’attivismo di Benedetta Lo Zito, che ha creato un gruppo di auto aiuto per le survivors). Ecco, è da qui che si deve ripartire.
We stand up for A
N
T
I
S
P
E
C
I
S
M
O
L’Antispecismo (anti deriva dal greco antì, “contro” e da “specismo”, ovvero quel pensiero atto alla discriminazione degli esseri viventi in base alla specie di appartenenza) è il movimento culturale nato per contrastare lo specismo. Le idee di superiorità di specie limitano ed impediscono la possibilità dell’essere umano di vivere in armonia con la natura, gli altri animali, i propri simili e perfino con sé stesso. E’ necessario porre fine ad ogni forma di violenza istituzionalizzata nei confronti della vita animale (allevamenti intensivi, sperimentazione, moda, spettacolo, caccia “sportiva”) e cancellare l’idea di poter disporre degli animali come COSE. Le capacità di sentire dolore e piacere, di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, d’intrattenere rapporti sociali, SONO PREROGATIVE di TUTTI GLI ANIMALI, caratterizzati come esseri senzienti con propri interessi da perseguire che devono essere rispettati. «Il razzista viola il principio di eguaglianza attribuendo maggior peso agli interessi dei membri della sua razza qualora si verifichi un conflitto tra gli interessi di questi ultimi e quelli dei membri di un’altra razza. Il sessista viola il principio di eguaglianza favorendo gli interessi del proprio sesso. Analogamente, lo specista permette che gli interessi della sua specie prevalgano su interessi superiori dei membri di altre specie. Lo schema è lo stesso in ciascun caso» Peter Singer
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“A R TI G I A N ATO
E
PA L A Z Z O ”
PR E S E N TA
“Grand Tour”
U N V I AGGIO EMO ZIO N A N AT E A L L A SCO P ER TA D E LLA C E R A M I CA C LA SS I CA A C U R A D E L L’A S S O C I A Z I O N E I T A L I A N A C I T T À D E L L A C E R A M I C A - A I C C
F I R E N Z E G I A R D I N O C O R S I N I 2 9 M A G G I O - 6 G I U G N O 2 0 2 1 i n g r e s s o
l i b e r o
“ARTIGIANATO E PALAZZO” porta a Firenze la mostra itinerante “GRAND TOUR”, un viaggio tra storia, passione e bellezza attraverso le collezione di rappresentanza dell’Associazione Italiana Città della Ceramica – AiCC: un omaggio alla migliore produzione ceramica di foggia classica, secondo forme e decori che vanno dall’antichità all’età moderna. Allestita nella grande Limonaia restaurata del Giardino Corsini, si potrà visitare dal 24 aprile al 2 maggio (ingresso gratuito) in occasione di MIDA – Mostra Internazionale dell’Artigianato alla Fortezza da Basso per permettere ad appassionati e curiosi di approfondire la conoscenza del grande universo della ceramica italiana. L’esposizione, a cura di Jean Blanchaert, Viola Emaldi e Anty Pansera, è composta da oltre 170 opere uniche realizzate a mano, secondo i principi stilistici e formali legati all’artigianato artistico di 15 regioni per 46 comuni italiani di antica tradizione ceramica. Le opere esposte sono riedizioni di pezzi storici o produzioni ispirate al gusto tradizionale, da oggetti di uso comune ad altri puramente decorativi: dall’Arcaico al tardo Medioevo, dal Rinascimento al Settecento, dal Neoclassico al Liberty, fino all’influsso del Design.
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“GRAND TOUR” è una mostra intelligente ed itinerante, che è stata presentata in alcune città italiane ma soprattutto all’estero, da Bruxelles a Aubagne, da Argentona a Boleslawiec, da Lugano a Cracovia a Rijeka. Città che Grand Tour le
fanno parte di
AiCC
e che aderiscono al progetto
Albisola Superiore, Albissola Marina, Appignano, Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Assemini, Bassano del Grappa, Borgo San Lorenzo, Burgio, Calitri, Caltagirone, Castellamonte, Castelli, Cava de’ Tirreni, Celle Ligure, Cerreto Sannita, Città di Castello, Civita Castellana, Cutrofiano, Deruta, Este, Faenza, Grottaglie, Gualdo Tadino, Gubbio, Impruneta, Laterza, Laveno Mombello, Lodi, Monreale, Montelupo Fiorentino, NapoliCapodimonte, Nove, Oristano, Orvieto, Pesaro, San Lorenzello, Santo Stefano di Camastra, Savona, Sciacca, Sesto Fiorentino, Squillace, Urbania, Vietri sul Mare, Viterbo.
DICHIARAZIONI Sabina Corsini, Presidente dell’Associazione Giardino Corsini e Neri Torrigiani, ideatore ed organizzatore di ARTIGIANATO E PALAZZO “Nello spirito che ci ha accompagnato in questi anni, promuoviamo la mostra “GRAND TOUR” al Giardino Corsini con l’obiettivo di continuare a valorizzare, promuovere e tutelare, un patrimonio artistico culturale come quello del manufatto dal quale partono le nostre radici perché è un valore che appartiene a tutti.” Massimo Isola – Sindaco di Faenza, Presidente dell’Associazione Italiana Città della Ceramica – AiCC “Nel nostro progetto espositivo il materiale e l’immaginario si incontrano in questi lavori, opere uniche che rappresentano capolavori in ceramica, storie di singole botteghe e di decine di comunità, diffuse in ogni angolo della penisola.”
Jean Blanchaert e Viola Emaldi - Curatori “GRAND TOUR” è il titolo di questa mostra, che porterà il visitatore attraverso l’Italia della ceramica classica, partendo dalla certezza che il territorio sia parte fondante dell’identità culturale, civile e religiosa dell’individuo. L’Italia è un luogo caratterizzato da un impressionante numero di città-museo o paesi-museo, e ben 40 di questi ultimi sono anche centri di antica tradizione ceramica.”
“GRAND TOUR” 20 maggio - 6 giugno 2021 2021 Ingresso libero Orario: sabato e domenica 10,00/19,00 da lunedì a venerdì 15,00/19,00 Giardino Corsini Via della Scala, 115 Firenze
Anty Pansera - Curatore “Modellare la terra e consolidarla nell’arte con processi di cottura: un fare che ci immerge nella storia del costume e nella storia etica. Produzione e valori estetici ci permettono di comprendere un nostro passato che si coniuga però con l’attualità del presente”.
www.buongiornoceramica.it #grandtourfirenze
Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla XXVII edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO botteghe artigiane e loro committenze che si terrà da giovedì 16 a domenica 19 settembre 2021 al Giardino Corsini.
www.artgianatoepalazzo.it #artigianatoepalazzo readelitism.com 37
BICCHIERINI DI YOGURT GRECO, SCIROPPO D’ACERO E CIOCCOLATO CON SFOGLIE CROCCANTI
SERVES
4
METHOD
OVEN
INGREDIENTI PER 4 PERSONE • 200 ml di panna fresca Origine Coop • 170 g di yogurt greco fior fiore Coop • 60 g di zucchero a velo • 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare Coop • sciroppo d’acero bio d’Osa Coop q.b. • cioccolato fondente Solidal Coop q.b.
MINUTES
35
DIFFICULTY
5/10
PREPARAZIONE 1. Stendete la pasta sfoglia su una teglia con carta da forno e distribuitevi sopra una spolverata di zucchero a velo (circa 30 g). Ricavate con un coltello dei triangoli e infornate a 180 °C per 15 minuti o fino a doratura. 2. In una ciotola montate la panna fresca fredda con uno sbattitore elettrico. Aggiungete man mano lo zucchero a velo. Aggiungete ora lo yogurt amalgamando il tutto con una spatola: mescolate dal basso verso l’alto con movimenti delicati per evitare di smontare la crema. 3. Versate alla base dei bicchierini un po’ di sciroppo d’acero, coprite con lo yogurt e completate con altro sciroppo e con qualche scaglia di cioccolato fondente. Terminate con i triangoli di sfoglia dolce e servite.
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sbaglia* *e trasforma l’errore in esperienza
Arrivederci!
Seguiteci sui socia l @e li t i sm f lo re n ce
See you next time in Florence. We can’t wait to welcome you again. www.readelitism.com
Jean-Michel Basquiat, Untitled, 1984, acrilico, pastelli a olio e serigrafia su tela, 223,5 x 198 cm
FROM THE 1960s TO THE DAWN OF THE 21st CENTURY www.collezionerobertocasamonti.com info@collezionerobertocasamonti.com tel. +39 055 602030 PALAZZO BARTOLINI SALIMBENI Via Tornabuoni (Piazza Santa Trinita, 1) FIRENZE