GOLDeN ATTICO edizione maggio 2019 by GOLDeN ATTICO

LA RUBRICA DI LUCIA POLIDORI

Dott.ssa Lucia Polidori Liolli Consulente Immobiliare e Professional Training Iscr. REA n° RM 1167255 Agenti di Affari in Mediazione Roma Iscr. Ordine degli Psicologi del Lazio n. 22345

Parola d’ordine : innovazione. La crisi del 2008, la sua lunga e controversa evoluzione, ha fatto rivedere a molte imprese i propri modelli di business. Anche il settore immobiliare, il primo a sentire l’inizio della crisi, ha dovuto affrontare le grandi sfide contemporanee: dalla globalizzazione alla trasformazione digitale. L’agente immobiliare ha ripensato i propri modelli di business, accettato la sfida tecnologica, rinnovato l’organizzazione, ripensato le strategie. Oggi più che mai è essenziale conoscere il consumatore, le sue abitudini, i suoi bisogni, le sue aspirazioni per rispondere in modo ottimale ai bisogni dei nostri clienti, e dare un servizio quanto più rispondente. Per fare ciò è importante essere attrezzati con gli strumenti e le conoscenze adeguate. Non è semplice definire il concetto di innovazione. Con la parola innovazione, ci rivolgiamo generalmente a molte attività: nuovi servizi, nuovi metodi di produzione dei servizi, nuovi mercati, nuovi fonti di offerta, nuovi modi di organizzare. Talvolta basta rinnovarsi in una o due attività per avere una innovazione nel servizio che offriamo. Possiamo dire che l’innovazione non è altro che la generazione di una nuova conoscenza – tecnologica o di mercato – che produce idee utilizzate per offrire nuovi servizi e/o prodotti, destinati ai clienti ed immessi nel mercato. Innovazione, dunque, non è da intendersi come un singolo atto ma come un processo, che parte dalla generazione di una nuova conoscenza e che termina con l’immissione nel mercato di una manifestazione tangibile di quell’idea. Quest’ultima prende corpo quando l’idea è tradotta in un nuovo servizio o prodotto destinato alla clientela, a condizione che il nuovo servizio o prodotto sia immesso effettivamente nel mercato. Non è detto che l’innovazione abbia successo. Ogni innovazione può avere un diverso grado di accettazione da

parte dell’utente finale, e sarà proprio l’utente finale a determinarne la riuscita. Perchè l’innovazione abbia successo, a mio avviso, è bene rispondere ad una serie di domande: che tipo di prodotto o servizio desidera il nostro cliente? Come possiamo essere di aiuto con il servizio che offriamo al nostro cliente? Cosa migliorare rispetto ad altre attività già esistenti? cosa eliminare? Cosa aggiungere? Generalmente siamo quasi sempre concentrati sul nostro prodotto o servizio da perdere di vista la vera esigenza dell’utente finale. Se nel passato questa soluzione era ottimale, oggi, nel periodo economico che stiamo vivendo, questa non risulta essere la strategia migliore. Oggi per accapararsi una fetta di mercato, per essere competitivi, bisogna diversificarsi e offrire ciò che gli altri non danno. Questo nel caso di una nuova attività. E’ altrettanto vero che se siamo sul mercato da diversi anni, un cambiamento è necessario non possiamo pensare di offrire lo stesso servizio senza tenerci aggiornati sui cambiamenti che lo sviluppo comporta. Da sempre l’uomo ha dovuto cercare la risposta ai suoi bisogni fondamentali e risolvere i problemi legati alla vita quotidiana, attraverso un’applicazione pratica delle conoscenze sviluppate. Questo processo di espansione delle conoscenze e delle applicazioni da esse derivanti è ciò che chiamiamo innovazione. Possiamo sostenere che la nuova retorica nel linguaggio economico non è più la guerra, la concorrenza, ma l’innovazione, che ha la capacità di cambiare la vita delle imprese e dell’intera società. La provocazione, è che non ne potremo farne a meno. L’evoluzione della società è permeata dallo sviluppo scientifico e tecnologico, non solo per l’impatto che questo ha sulla vita delle singole persone ma anche per gli effetti sulle relazioni tra gli individui e tra le organizzazioni. Sono la scienza e la tecnologia che determinano il livello dello sviluppo economico e influiscono sulle condizioni sociali e politiche di un paese. Non ci resta che migliorarci.

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una nuova veste per lâ&#x20AC;&#x2122;agente immobiliare una nuova metodologia comune a tutti gli agenti immobiliari un nuovo modo di vivere la professione 15 Maggio 2019 Unindustria via Noale, 206 ore 9:00 - 18:00 GOLDeN ATTICO

AUTOBIANCHI BIANCHINA

AUTOBIANCHI BIANCHINA SCHEDA TECNICA Motore Posizione: posteriore verticale (Berlina, Cabriolet e Trasformabile); posteriore orizzontale (Panoramica e Furgoncino) •Architettura: 2 cilindri verticali in linea (Berlina, Cabriolet e Trasformabile); 2 cilindri orizzontali in linea (Panoramica e Furgoncino) •Cilindrata totale: 479 cm³ (1957-60); 499,5 cm³ (1960-69)

La Panoramica

di Luigi Liolli Sulla foto di lancio in bianco e nero appaiono l’avvocato Gianni Agnelli posizionato al volante, con a fianco, seduti sulla pedana, gli illustri colleghi Pirelli, Valletta e Bianchi (a lato). Alla fine saranno ben 17 le versioni , con la Trasformabile e la Cabriolet tra le più ambite, di questa simpatica utilitaria. Cilindrata variabile da 479 a 499.5 cm³, motore bicilindrico raffreddato ad aria, potenza da 15 a 21,5 CV, cambio a quattro marce più la retro, freni a tamburo sulle quattro ruote e velocità dichiarata da 90 a 105 Km/h. A rendere ancor più popolare ed amata dal grande pubblico la Bianchina, ci pensò anche l’attore Paolo Villaggio, coinvolgendola nei suoi film, con protagonista l’eterno sfigato ragionier Fantozzi e facendole fare sempre una brutta fine. Si calcola che, per le riprese di queste pellicole di successo, siano state distrutte più di una ventina di esemplari, schiacciati da lavatrici e cucine a gas buttate dalla finestra la sera di Capodanno, da pali stradali e da bulli di paese in vena di bravate. Pensata come versione lussuosa della Fiat 500, della quale utilizzava l’autotelaio e la meccanica, la “Bianchina” fu presentata al pubblico il 16 settembre 1957 al Museo La foto della Presentazione

della Scienza e della Tecnica di Milano. Inizialmente fu proposta nell’unica carrozzeria a 3 volumi, definita “Trasformabile”, dotata di pinne posteriori, abbondanti cromature e tetto apribile in tela. Nei primi mesi di vendita, le consegne furono addirittura superiori a quelle della più economica, ma anche più spartana “500”, nonostante il consistente divario del prezzo di listino pari a 565.000 lire, ovvero oltre il 15% di aumento rispetto al prezzo della “500”. Il motivo va cercato nell’appeal del veicolo verso gli acquirenti milanesi (complici le origini meneghine) ma anche l’aura di auto lussuosa discendente dal marchio Bianchi con migliori finiture rispetto alla “cugina” Fiat 500. Non ultima la possibilità di lunga rateizzazione in 30 mensilità proposta dalla SAVA. Visto il discreto successo fu deciso di ampliarne la gamma e migliorarne le caratteristiche. Nel 1959 la potenza del motore crebbe a 17 CV. Nel nel 1960 vennero lanciate le versioni Cabriolet e Panoramica. La prima era una vera e propria vettura scoperta con capote in tela e motore maggiorato nella cilindrata, ora portata a 499 cm³, e nella potenza (21 CV i 17 CV). Viene previsto anche un diverso incernieramento delle portiere rispetto alla Trasformabile che dalla cabriolet in poi si troverà nell’anteriore. La Panoramica, invece presenta un motore così detto a “sogliola” con cilindrata di 499 cm³ (22 CV) e passo allungato ed è derivata direttamente dalla 500 Giardiniera della Fiat. Dallo stesso anno la Trasformabile, che adottava il motore di cilindrata incrementata a 499 cm³ (18 CV) venne resa disponibile anche in versione Special con verniciatura bicolore e motore potenziato a 21 CV. Nel 1962 la Trasformabile venne sostituita dalla Berlina 4 posti, vale a dire una versione berlina con tetto chiuso e 4 posti. Il motore ed il telaio (a passo corto) erano i medesimi della Trasformabile. A differen-

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Potenza: •15 CV (Trasformabile 1957-59) •16,5 CV (Trasformabile 1959-60) •17,5 CV (Berlina e Trasformabile 1960-62) •18 CV (Berlina 1962-65) •21 CV (Cabriolet, Trasformabile Special, Berlina Special e, dal 1965, Berlina standard) •22 CV (Panoramica, Furgoncino). Distribuzione: 1 albero a camme laterale, valvole in testa con aste e bilancieri. Alimentazione: 1 carburatore monocorpo. Raffreddamento: ad aria con ventilatore centrifugo. Trasmissione •Trazione: posteriore. •Frizione: monodisco a secco •cambio: manuale a 4 marce con innesti ad imbocco rapido e retromarcia. Corpo vettura •Tipo: monoscocca in lamiera d’acciaio •Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti, balestra trasversale, molloni elicoidali; posteriori a ruote indipendenti, balestra trasversale. •Pneumatici: 125x12 •Ammortizzatori: idraulici telescopici. •Freni: a tamburo sulle 4 ruote. •Sterzo: vite e settore elicoidale Dimensioni e masse Peso: •530 kg (Berlina) •535 kg (Cabriolet) •510 kg (Trasformabile) •585 kg (Panoramica) Passo: •1.840 mm •1.940 mm (Panoramica e Furgoncino) Carreggiate: anteriore, 1.121 mm; posteriore, 1.135 mm Altezza: 1.320 mm Lunghezza massima: •3.020 mm (Berlina e Cabriolet) •2.985 mm (Trasformabile) •3.225 mm (Panoramica) •Larghezza massima: 1.340 mm Prestazioni •Velocità massima: •90 km/h (versioni con motore da 15 o 16,5 CV) •95 km/h (Panoramica e versioni con motore da 17,5 o 18 CV) •oltre 105 km/h (versioni con motore da 21 CV) •Consumo medio (litri/100 km): da 4,5 a 4,9 (secondo la potenza massima).

za delle altre versioni in listino (Panoramica e Cabriolet), disponibili in allestimento unico, la Berlina poteva essere scelta in versione base (con motore da 18 CV) oppure Special. Quest’ultima, meglio rifinita ed equipaggiata, era riconoscibile per la verniciatura bicolore (col tetto in tinta contrastante), le cornici cromate dei finestrini delle portiere ed il motore da 21 CV. Lo stesso anno tutte le versioni adottarono un pianale scavato in corrispondenza della zona piedi dei passeggeri, per migliorare l’abitabilità. Nel 1965, oltre ad un lievissimo restyling (fregio anteriore, plancia ridisegnata con inserto in finto legno e qualche altro dettaglio degli interni rivisto), che interessò tutte le versioni, le varianti Berlina 4 posti e Cabriolet adottarono il motore tipo F, ottimizzato in varie componenti. Nel 1969 le Bianchina uscirono di produzione, rimpiazzate dalla “Giardiniera”. Le varianti della Bianchina prodotte sono state: •Trasformabile: fu la prima versione a esordire nel 1957 e l’unica ad esser prodotta nei primi anni (cioè fino all’arrivo, nel 1960, delle Panoramica e Cabriolet). Caratterizzata dalle porte incernierate dietro, la Trasformabile era una piccola tre volumi 2 posti dotata di un ampio tetto apribile in tela che inglobava anche il lunotto (in plexiglas). A livello estetico questa versione era riconoscibile per il montante posteriore arrotondato e i tre listelli cromati dietro alla portiera. Venne prodotta fino al 1962. •Berlina 4 posti: fu l’ultima versione ad esser introdotta nella gamma nel 1962. La logica della 4 posti va vista nel contesto del pensiero dell’automobilista italiano degli anni sessanta, che considerava le familiari (oggi station wagon) come vetture “da lavoro”. Sull’onda di queste considerazioni l’Autobianchi, accanto alla Panoramica (avvantaggiata dal passo lungo), inserì nella gamma la Berlina 4 posti. Realizzata come versione chiusa della Cabriolet (quindi a passo corto), alla quale venne aggiunto un tetto metallico dalle forme piuttosto squadrate (per garantire una certa abitabilità posteriore), questa versione fu la più apprezzata dal pubblico grazie anche alla caratteristica forma del lunotto posteriore, praticamente verticale, e inserito in un “pagodina” protettiva, che garantiva una abitabilità maggiore a quella della contemporanea “500”). Venne prodotta fino al 1969. •Panoramica: basata sulla meccanica della Fiat 500 Giardiniera, era senz’altro la versione che richiese il maggior sforzo tecnico: passo allungato di 10 cm, motore a sogliola ruotato di 90°. Pratica (grazie al portellone posteriore e al buon vano bagagli), abitabile e non priva di una certa eleganza, la Panoramica venne prodotta fino al 1969, anche nella versione Decappottabile (dotata di ampio tetto apribile in tela). •Cabriolet: era senz’altro la versione più “frivola” della piccola Autobianchi e, come tale, era arricchita da un maggior numero di cromature e profili lucidi. Attualmente è la versione più rara (circa 3150 esemplari prodotti) e più ricercata dagli appassionati. La meccanica era identica a quella della Trasformabile e della Berlina. Dal 1960 oltre alla capote in tela poteva essere montato, in inverno, un più protettivo hard top. La produzione cessò nel 1969. •Furgoncino: sulla base della Panoramica

IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI Questo recita un vecchio adagio. Nel mio caso, per quanto riguarda le automobili, il primo amore si chiama Bianchina Panoramica. Arrivò in casa mia nel 1968. Avevo 2 anni e quindi non posso ricordare il momento in cui mio padre tornò a casa con la “piccola”. Però la visione di quella graziosa mini “station wagon”, fa tornare alla mente i tanti momenti di gioia legati a Lei nel periodo in cui ha prestato il suo onorato servizio presso la mia famiglia (circa 19 anni). Ancora oggi ne ricordo a memoria la targa di prima immatricolazione: BO351356. Mio padre diceva di averla scelta perché cercava una utilitaria che si distinguesse dalla ultra popolare Fiat 500. Ed in questo aveva colto lo spirito della intera avventura “Bianchina”, sintetizzato nella storica foto che ritrae gli industriali Pirelli e Bianchi in compagnia del Direttore Generale della Fiat Valletta e di un giovanissimo Giovanni Agnelli nel giorno del lancio. L’elite dell’imprenditoria italiana attorno ad una utilitaria di classe. Ricordo i mitici viaggi verso le vacanze. Portapacchi sul tetto stracarico, mio padre alla guida e sedile posteriore abbassato da mia madre nella speranza (vana) che io e mio fratello ci addormentassimo durante il viaggio. Oppure gli incitamenti a mia madre affinché, a dispetto della piccola cilindrata, non si lasciasse superare in immaginari testa a testa per le vie della città. Ma è stato anche il primo mio approccio alla tecnica motoristica. Già raggiunti i 12 anni mio padre mi consentiva di fare i “controlli” di routine (olio, candele, pneumatici). E con lei, per le strade sterrate della Marcigliana, ho imparato a guidare. Mi sembrava di essere al volante di una Ferrari. La strada poderale di fronte a me sembrava la pista di Digione ed io sognavo di essere Gilles Villeneuve nel mitico duello con Arnoux. Correva l’anno 1979, avevo 13 anni e tutto avveniva di nascosto dai miei genitori. Poi arrivò la maggiore età. Il mitico foglio rosa…. ed il periodo (in apparenza interminabile) che intercorreva tra lo svolgimento dell’esame di guida e l’effettivo rilascio della patente. Esame svolto ad ottobre. Patente arrivata nel gennaio successivo. E nel frattempo? Le autoscuole, anche per attirare giovani clienti, avevano l’usanza di apporre un timbro sul foglio rosa che certificava l’avvenuto esame di guida con esito positivo. Valore legale? Nessuno. Però almeno eravamo tutti un po’ a posto con la coscienza. Erano altri tempi. E diverso era anche il modo di concepire l’automobile e (purtroppo) anche la guida. Ed in una delle scorribande con la Bianchina, prima dell’arrivo della patente, mi ritrovo a tagliare la strada ad una auto. Non ad una automobile qualsiasi, ma ad una gazzella dei Carabinieri con a bordo l’Istituzione e Terrore del quartiere: il Comandante della Stazione “Talenti”, Maresciallo Salvatore Veltri. Da buon padre di famiglia mi accompagnò a casa prendendomi letteralmente per un orecchio. Non ero spaventato del possibile verbale…. ma delle inevitabili conseguenze che avrei patito se mio padre fosse venuto a conoscenza dell’accaduto: divieto di guida e quindi separazione dal Lei, la Bianchina. Probabilmente la mia maturità è arrivata anche grazie a quella indimenticabile tirata di orecchie del Cav. Veltri (oggi uno dei miei migliori amici) Ma i diciotto anni sono anche gli anni dell’amore. Pure in questo la Bianchina svolgeva il suo ruolo. La tranquilla Via Olindo Guerrini oggi è una elegante strada ornata da moderni edifici. All’epoca era una viuzza di periferia lontana da palazzi e da occhi indiscreti. Tutte auto parcheggiate (ognuna a debita distanza) per amoreggiamenti e momenti di intimità varia. La mia piccola Station Wagon risultava molto più comoda di altre vetture. Certo il riscaldamento interno non esisteva. Però gli ardori giovanili ebbero la meglio anche sul rigido inverno di inizio anno nel 1985 ….con la nevicata del 6 gennaio e le temperature polari dei giorni successivi. Con la mia fidanzata dell’epoca (che da 30 anni è anche mia moglie) ricordiamo spesso quei momenti di intimità e di passione. Io, lei e l’altra….ovvero…. la Bianchina. La fine della sua carriera fu decretata da un incidente. Mentre percorrevo la strada di Forte Antenne, all’uscita del tornante, si ruppe la piastra di ancoraggio della ruota anteriore sinistra. Piroetta, sbandata, contatto con il muro di recinzione di Villa Ada. Nessuna conseguenza per me, almeno fino a che mio padre non venne a recuperarci. Ma la Bianchina ne aveva viste davvero troppe. E probabilmente la rottura meccanica era il chiaro segnale che, a 200.000 km suonati, non ne poteva più delle intemperanze di un giovanotto scapestrato. La regalammo ad un mio cugino che la utilizzò ancora per qualche tempo come mezzo da lavoro. Oggi quando ne vedo qualcuna in giro o alle fiere, ho sempre un sobbalzo al cuore. Per quelle modeste accelerazioni, per le scalate di marcia con “doppietta”, per tutte le emozioni che comunque ho provato grazie a quella piccola, grande Bianchina. venne realizzata una versione furgonata, disponibile in 2 varianti: tetto basso e tetto alto. Queste due versioni erano sostanzialmente differenti fra loro: la prima conservava la carrozzeria della Panoramica (con le opportune modifiche, come l’eliminazione dei finestrini posteriori e dei sedili dietro), la seconda condivideva con il modello d’origine solo la parte anteriore della carrozzeria, mentre la parte posteriore, “furgonata”, aveva un disegno specifico (soluzione che la Fiat avrebbe riproposto negli anni settanta con il Fiorino). Aba Cercato celebra la targa Roma 600000 destinata ad una Bianchina

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Appartamento semiarredato composto da ingresso soggiorno 2 ampie camere cucina cameretta disimpegno bagno APE G/175 € 1.400,00

in palazzo d’epoca signorile appartamento al piano nobile con soffitti h. mt4,20 luminoso composto da ingresso 2 camere cucina bagno APE G/175 € 1.350,00

GOLDeN ATTICO - LE NOSTRE AGENZIE DI ROMA CENTRO

ADIACENTE PIAZZA NAVONA, In Via di Parione vendiamo un caratteristico appartamento composto da: ingresso, salone con camino, cucina abitabile, ampia camera letto,bagno e corridoio con armadi a muro. Tranquillo luminoso e completamente arredato. Il palazzo è servito da ascensore.€ 620.000

DISPONIAMO DI VARI APPARTAMENTI I 16

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Casalotti

€ 820.000 € 250.000

Via della Cellulosa in complesso residenziale riservato con piscina e campo da tennis secondo piano con ascensore composto da soggiorno all’americana, 2 camere, cucina/tinello arredata, bagno, e un terrazzo di 30 mq.

Ardeatina

€ 420.000

Grottaferrata

€ 420.000

Viale I° Maggio in complesso residenziale di prestigio, II piano con ascensore, composto da grande salone - cucina abitabile - due camere - due bagni - grande terrazzo e box compreso nel prezzo.

Vigna Stelluti

€ 468.000

Via di S. Sebastiano adiacente Appia Antica delizioso appartamento re- Via della Camilluccia in palazzina signorile con portiere, luminoso e transtaurato, rifinito composto da ingresso -soggiorno - due camere da letto quillo, grande ingresso - salone di 40 mq, due camere da letto, due bagni, con cabina armadio - cucina/sala pranzo - due grandi bagni e un bellissimo cucina abitabile, terrazzo di 25 mq e due ampi balconi - cantina terrazzo di circa 40 mq. Vigna Clara

€ 145.000

Via Courmayeur in elegante complesso immobiliare - I piano luminoso, composto da soggiorno - angolo cottura a scomparsa – camera da letto e bagno. Ottimo investimento da reddito.

Piazza di Spagna

€ 1.190.000

Via Francesco Crispi attico ristrutturato, tranquillo. Composto da ingresso, salone doppio con caminetto e attraverso una comoda scala si accede ad una “suite” con bagno, camera da letto - ampio bagno - cucina arredata con sala pranzo e terrazzo. Panoramicissimo

IN LOCAZIONE IN VARIE ZONE DI ROMA GOLDeN ATTICO - LE NOSTRE AGENZIE DI ROMA CENTRO

OSTIA PONENTE – VIA DELL’APPAGLIATORE Terzo piano parzialmente arredato ristrutturato composto di ampio salone, cucina, camera, servizio e balcone. Classe G/epi 175 € 720,00

OSTIA LEVANTE VIALE DEI PROMONTORI Adiacente Via Mar di Bering -box mq 25 asciutto , comodo spazio di manovra € 29.000,00

OSTIA LEVANTE – VIA MAR ARABICO Ad Stadio stella Polare Box mq. 25 altezza 3 mt asciutto comodo spazio di manovra. Adatto anche a Suv € 35.000,00

OSTIA CENTRO - Lepidio NUDA PROPRIETA’ USUFRUTTUARI 83 ANNI, primo piano ottimo stato bilocale mq. 60 + balcone Classe G/epi 135 € 92.000,00

GIARDINI DI ROMA – VIA PAOLO STOPPA Panoramico terzo piano, ottimo stato, ingresso, soggiorno, cucina a vista, camera, servizio, ampio terrazzo mq. 15 e posto auto coperto. Classe G/epi 175 € 159.000,00

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OSTIA LEVANTE – CAPO PALINURO Signorile secondo luminoso, ingresso, sala, ampia camera, cucina, servizio, terrazzo mq. 15. Classe G/epi € 169.000,00

OSTIA STELLA POLARE – VIA DELLE TARTANE secondo piano ampio ingresso soggiorno con angolo cottura camera servizio ripostiglio e balcone Classe G/epi 175 € 175.000,00

DRAGONA - VIA DI DRAGONE OTTIMO STATO ASSOLATO secondo piano composto da ingresso salone con cucina a vista camera matrimoniale cameretta servizio ampio ripostiglio due balconi. Classe G /epi 175 € 189.000,00

OSTIA STELLA POLARE – VIA DELLE TARTANE A 200 mt dal mare appartamento ristrutturato ingresso soggiorno cucina a vista due camere servizio e balcone abitabile. Posto auto condominiale. Classe G/epi 175 € 215.000,00

OSTIA STELLA POLARE – VIALE CAPITAN CASELLA Signorile appartamento finemente ristrutturato e MAI ABITATO composto da ingresso salone con angolo studio cucina abitabile arredata camera servizio e balcone. Classe G/epi 175 € 235.000,00

OSTIA STELLA POLARE – VIALE CAPITAN CASELLA

ROMA EUR MONTAGNOLA – VIA FONTE BUONO Sesto piano esterno mq. 90 buono stato di mantenimento composto di: ingresso, sala, due camere, cucina abitabile, servizio e tre balconi. Classe G/epi 175 € 269.000,00

INFERNETTO – VALLE DELL’EDEN

A 300 mt dal mare e vicino a tutti i servizi proponiamo attico rifinitissimo in palazzina signorile ristrutturata, composto da: ingresso, sala, cucina abitabile, camera matrimoniale, servizio, soppalco, terrazzo di 35 mq e cantina finestrata. Riscaldamento autonomo. Spese condominiali contenute. Classe G/epi 175

€ 239.000,00

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RIFINITISSIMA VILLA QUADRIFAMILIARE di 160 mq su tre livelli composto di: 1° livello (piano terra): salone doppio, angolo cottura, servizio, ripostiglio, soppalco, terrazzo di mq. 50 e giardino di mq. 150; 2° livello (piano primo): camera matrimoniale e servizio; 3° livello (seminterrato): salone doppio, angolo cottura, due camerette, servizio, ripostiglio, cantina e posto auto singolo scoperto. Classe G/epi 175 € 329.000,00

QUESTO MESE IN EVIDENZA DRAGONA - VIA DI DRAGONE NUOVA COSTRUZIONE Consegna prevista Marzo 2020 disponiamo di varie tipologie di porzioni di quadrifamiliari di due livelli fuori terra (no mansarda) con giardino di 150 mq. terrazzo e posto auto Classe A a partire da € 230.000,00

ultima disponibilità

EUR TORRINO NORD - VIA CATERINA TROIANI SIGNORILE PIANO ALTO IN OTTIMO STATO composto da ingresso, cucina, soggiorno, camera, bagno, balcone e terrazzo di mq 10. Completa la proprietà una cantina di mq 5. Classe G /epi 175 € 285.000,00

EUR TORRINO – VIA MONTE DEI NOVE DRAGHI Ultimo piano panoramico composto da ingresso, soggiorno, cucina, due camere, servizio, terrazzo, cantina e posto auto. Classe G/epi 175 € 289.000,00

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I VIAGGI DI SONJA

Casa Elvè è un complesso turistico di graziosi appartamenti situati nei comuni di Agropoli e Paestum. Sono a disposizione degli ospiti diverse soluzioni totalmente indipendenti, ispirate ai colori del mare del Cilento, con atmosfere eleganti e spazi moderni e funzionali. Gli appartamenti sono dotati di tutti i comfort, adatti a week-end ed a settimane vacanze da trascorrere sia in coppia che in famiglia. La cura dell’accoglienza l’ambiente tranquillo e silenzioso, gli spettacolari e selvaggi paesaggi del Cilento offriranno agli ospiti l’opportunità di trascorrere un’indimenticabile vacanza. I proprietari Elide e Luca di Casa Elvè sono sempre a disposizione dei propri

ospiti nel consigliare luoghi da visitare, suggerendo escursioni, itinerari e percorsi enogastronomici. Gli appartamenti Posidonia, Anemone e Corallo di Paestum distano appena 350 metri dal mare e sono dotati di ogni comfort: posto auto interno, aria condizionata, lavatrice, TV led, phon, biancheria, set di cortesia, connessione wi-fi, zanzariere. Gli appartamenti Ippocampo e Stella marina di Agropoli si trovano a 700 metri dal mare, 5 minuti a piedi dal centro di Agropoli e dal suo rinomato Borgo medievale. Situati al primo piano di un grazioso ed elegante palazzo, sono dotati di balconi con vista sul giardino. L’incantevole Baia di Trentova è raggiungibile in appena 5 minuti di auto.

Il Cilento, oltre al mare cristallino e alle spiagge incontaminate, vanta un territorio ricco di storia e cultura. Rappresenta, infatti, la meta turistica della provincia di Salerno più ammirata e conosciuta dai turisti italiani e stranieri, un luogo ideale dove trascorrere vacanze all’insegna del mare, dell’arte e della gastronomia. Oltre al Parco archeologico di Paestum e il Borgo medievale di Agropoli, da qui sono facilmente raggiungibili le meravigliose Grotte di Pertosa e di Castelcivita, la storica Certosa di San Lorenzo a Padula, i suggestivi scavi di Velia e le Gole del Calore, massima espressione della natura selvaggia di questi luoghi. A pochi km di distanza è altresì possibile visitare la Costiera Amalfitana, nonché gli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano.

CASA ELVè - Appartamenti per vacanze Via Poseidonia, 75 - Paestum https://www.casaelve.it

Telefono: +39 328 1495794 E-mail: info@casaelve.it GOLDeN ATTICO - LIVING

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Immobilart Frimm Largo Genova, 4, 00040 Ardea RM

0691491419 francescaantinucci@hotmail.it f.antinucci@pec.archrm.it

immobilart@immobilart.com www.immobilart.com

Questa villa è una porzione di quadrifamiliare di 130 mq disposta su tre livelli e composta da: - un soggiorno, una cucina a vista, un bagno al piano terra - una camera matrimoniale, una cameretta, un bagno e un balcone al piano primo - una sala hobby e un bagno al piano seminterrato Con il progetto di oggi voglio mostrarvi come poter arredare al meglio spazi non propriamente grandi ma che, con la disposizione giusta, possono acquistare un valore aggiunto. E’ stato scelto un look total white che ci darà una percezione di ampiezza delle stanze e con il quale abbiamo creato contrasti cromatici interessanti. L’ambiente sarà molto luminoso perché le pareti riflettono la luce naturale. Questa scelta è stata affiancata ad uno stile di arredo moderno, semplice e lineare. Al piano terra è stata posizionata una cucina a vista con la zona giorno. Il piano superiore vede la collocazione della zona notte mentre nel piano inferiore abbiamo la zona giorno e la zona studio.

I CONSIGLI DI FRANCESCA In fatto di interior design uno degli elementi più classici in assoluto è un colore: il bianco. Neutro, luminoso ed elegante come nessun altro, da tempo è la prima scelta di moltissimi sia per vestire le pareti che per arredare gli ambienti. Il bianco, in tutte le sue declinazioni, si sposa bene con tutto, lascia aperte moltissime possibilità in fatto di accostamenti e dona luce e ampiezza a ogni spazio. Eppure, scegliere per la propria casa un look total white è meno facile di quel che sembra! Innanzitutto di bianco non ce n’è uno solo: il bianco gesso sarà perfetto per le case sul mare o per chi vuole inserire fantasiosi tocchi di colore mentre il bianco sporco ci regalerà tonalità più calde e decisamente più classiche. Bisognerà fare molta attenzione a non rendere l’ambiente troppo freddo e impersonale. Il trucco sarà quello di mixare con i colori, per creare uno spazio confortevole e di carattere. Se vuoi dare un look total white a casa tua un elemento su cui lavorare sarà sicuramente il pavimento: meglio scuro ovviamente o sbiancato per un effetto più luminoso. Non dimenticare complementi e tessili, scegli colori naturali e non sbaglierai di sicuro!

Agente Immobiliare e Architetto…

Insieme lavorano per far vedere ai loro clienti che, ristrutturando la loro casa, possono farla diventare come desiderano.

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RISTRUTTURARE

VIVACI SOLUZIONI PER UN ELE Archifacturing Sara Cimarelli & Giorgio Opolka Architetti info@archifacturing.com www.archifacturing.com Photo: Giulio d’Adamo

Questo splendido appartamento a Roma è una realizzazione degli architetti Sara Cimarelli e Giorgio Opolka titolari dello studio Archifacturing. Dal punto di vista distributivo segue i criteri contemporanei, organizzando la

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zona giorno in un un unico open space ed eliminando il più possibile gli spazi di collegamento, in modo da sfruttare al meglio ogni singolo metro quadrato. La zona giorno è caratterizzata da un ampio spazio invaso dalla luce naturale che ruota intorno ad un totem che assolve a molteplici funzioni: guardaroba, mobile TV, libreria e angolo bar. Il pavimento è uno splendido parquet in rovere decapato, molto caldo e accogliente. La cucina è integrata nella zona giorno e divisa da quest’ultima dal bancone operativo. Alla zona notte si accede attraverso una porta a tutta altezza in vetro opalino che si apre su un disimpegno in cui è stato realizzato su progetto sia un capiente armadio contenitivo che una libreria in car-

tongesso. Trait d’union fra la zona giorno e la zona notte è il pavimento in parquet di rovere decapato posato a correre. La zona notte comprende tre camere da letto e due bagni. Anche in bagno troviamo lo splendido parquet presente negli altri ambienti. L’illuminazione dell’intera abitazione è stata studiata accuratamente e nei dettagli, scegliendo ove possibile elementi tecnici e integrati, come nel bagno principale, nell’ingresso e nelle zone living. La luce diventa protagonista grazie anche a prodotti che fanno parte della storia del design, come la Falkland di Bruno Munari accanto al divano, o le nuovissime sospensioni Terho Lamp della Mater disegnate da Maija Puoskari..

EGANTE APPARTAMENTO ROMANO

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RICERCATEZZE

TORNIAMO AD ACQUISTA Di Stefano Saccoccio Ricercatore Enogastronomico

Abbiamo più volte affrontato l’argomento Etichette e quanto siano importanti nella scelta degli acquisti che facciamo quotidianamente. Così come abbiamo analizzato il cambiamento delle nostre abitudini nel corso degli anni, dovute alla mancanza di tempo, all’ampiezza

dei parcheggi e, diciamola tutta, anche alla nostra marcata pigrizia. La grande distribuzione ha effettivamente risolto gran parte di queste esigenze, ma parallelamente ne ha create altre, secondo me peggiori e molto dannose.

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La standardizzazione dei prodotti, della loro esposizione, delle referenze e dei prezzi, che possono essere dei riferimenti per il cliente, ad esempio, hanno portato, di contro, a un livellamento delle procedure e soprattutto delle logistiche aziendali. Ci ritroviamo così, per assurdo, a vedere come

TARE NELLE BOTTEGHE gli asparagi della Tuscia, spediti dal produttore alla logistica di Milano, vengano spediti nuovamente nei punti vendita di Viterbo o Roma. Gli stessi asparagi, anziché percorrere distanze pressoché irrilevanti, fanno invece quasi 1500 chilometri con un ingente aggravio di spese, con tutto l’inquinamento che ne deriva e con l’inevitabile uso e produzione di materiale di imballaggio superfluo. Per non parlare delle arance di Sicilia, spedite alla stessa logistica di Milano, destinate allo stesso tipo di trattamento. Ma è quello che, purtroppo, prevede la

procedura.

Questa omologazione del sistema ha portato dunque anche all’omologazione dei prodotti che noi consumatori troviamo a disposizione. Gli stessi per tutto l’anno: fragole, uva, more (importate da Africa e Nord America); pomodori Pachino provenienti da tutti i paesi del mondo tranne che da Pachino (perché altrove costano meno); e poi arance, mandarini, limoni, ecc. Riprendiamoci l’abitudine ad acquistare nelle botteghe di frutta e ver-

dura, dove possiamo trovare prodotti di stagione o addirittura locali, dove possiamo trovare ortaggi pronti per essere cucinati e soprattutto una persona che ci sappia consigliare e spiegare i prodotti. Andiamo dal macellaio che lavora le carni locali, che le conosce, che ce le spiega e, magari, ci dà anche qualche consiglio e qualche ricetta. Fermiamoci dal fornaio che si alza a notte fonda per sfornare pane caldo pronto per la mattinata imminente; evitiamo quello che propina il pane congelato dei discount! Concediamoci il piacere di assaporare i prodotti dei pastifici che preparano la pasta fresca con farine non troppo raffinate, uova intere e soprattutto con materie prime stagionali. Compriamo l’olio nei frantoi se possibile o, almeno, prendiamolo di qualità. Immergiamoci nell’olio Extra Vergine di Oliva, quello meritevole non può costare meno di 10 euro al litro. Se lo trovate a € 2,89 nella grande distribuzione, rispetterà sicuramente i parametri imposti dalla Comunità Economica Europea, ma, organoletticamente è un’altra cosa. Riprendiamoci il gusto di fare questo tipo di spesa, ne beneficerà il palato e tuteleremo le piccole e medie imprese che sono le colonne portanti della nostra economia. Queste imprese sono composte da persone che lavorano con grande passione e che in questi ultimi anni stanno crescendo molto investendo in qualità, tradizione e rispetto della materia prima. Il mestiere che svolgo mi porta a girare l’Italia dei piccoli produttori e sto assistendo a una netta inversione di tendenza. La Sicilia e la Puglia, da due anni, stanno riprendendo le coltivazioni di grani antichi, di vino e di oli di grande qualità. Anche altre regioni come il Lazio e le Marche stanno crescendo molto nel comparto vinifero; in molte altre regioni d’Italia assistiamo alla nascita di gruppi imprenditoriali che trasformano grani in farine e pasta di alto livello. Sono ottimista di natura e lo sono anche nel settore enogastronomico, ma lo sono a condizione che ci sia una nuova fase di crescita del consumatore che deve passare dalla quantità alla qualità concentrandosi sui prodotti stagionali, su quelli del territorio e soprattutto su quelli sani.

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RICERCATEZZE

Nicola DI NOIA Agronomo, Sommelier del vino e dell’olio. Assaggiatore professionista di olio EVO e di olive da tavola, iscritto come Capo Panel COI (Consiglio Oleicolo Internazionale) nell’elenco nazionale dei tecnici ed esperti degli oli di oliva. Dirigente della Confederazione Nazionale Coldiretti e docente presso la Fonazione Italiana Sommelier e Vice Presidente dell’Associazione Italiana Sommelier dell’olio. nicola.dinoia@coldiretti.it #ndinoia L’olio EVO è un prodotto straordinario, è un “succo di frutta” salutare ricco di sostanze nutritive e benefiche che arricchisce i nostri piatti, è universamente riconosciuto come uno dei pilastri della dieta mediterranea. Il consumatore deve imparare a scegliere con maggiore consapevolezza, deve imparare a comprare solo dopo aver assaggiato l’olio, nel bicchiere e non sul pane! Dobbiamo affidarci ai nostri sensi: all’esame olfattivo l’olio EVO di qualità profuma di sentori vegetali (erba tagliata, pomodoro, carciofo, etc) ed all’esame gustativo è un po’

amaro e piccante. I sentori di amaro e piccante sono sempre positivi e dimostrano la presenza di sostanze polifenoliche positive per la nostra salute. Dobbiamo solo imparare ad abbinare l’olio giusto al cibo giusto esaltando i sentori e le proprietà salutistiche. Non dobbiamo scegliere l’olio dal colore non è un parametro di qualità, dovremmo evitare di comprare gli oli in bottiglie trasparenti perché l’olio teme 3 nemici: ossigeno, luce e calore. Al ristorante l’oliera è vietata, pretendiamo che ci venga offerto in bottiglia scusa, etichettato e con il tappo

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“antirabbocco”. Da anni cerchiamo di diffondere la cultura della qualità, attraverso corsi e degustazioni dedicati all’olio EVO di qualità, la conoscenza e la cultura, associate a momenti di piacevolezza è l’unica strada per imparare ad alimentarsi correttamente per la nostra salute e quella dei nostri figli. Vi aspettiamo alle prossime attività.

“La Cantina perfetta – Grandi vini da collezione” Autore Chiara Giannotti

strano, vini in primis, un aumento certo e costante in un arco di tempo di circa 10 anni. Lo sa bene Chiara Giannotti, storica donna del vino e sommelier, collaboratrice di importanti testate di settore, protagonista di programmi televisivi e radiofonici, e ideatrice del blog Vino.tv., nonché una delle rarissime figure femminili di Wine & Spirit expert and Auctioneer al mondo e l’unica italiana ad aver scritto un volume di questo genere e portata. Per questa severissima selezione, che tiene conto di diversi parametri, incroci di dati e di valore, l’autrice si è avvalsa anche di consigli e confronti di tanti amici esperti italiani e internazionali. Con i loro preziosi contributi hanno

reso ancora più completo ed emozionale questo racconto sui vini più amati e ricercati del mondo. Alcuni di loro intervengono con una personale riflessione su quelle che sono indiscutibilmente riconosciute come le zone vinicole più apprezzate al mondo. Il libro poi si chiude poi con una postfazione fornisce dei preziosi suggerimenti sui corretti metodi di conservazione, ed eventualmente di stappatura di queste straordinarie bottiglie.

Rizzoli Illustrati 256 pp. 120 € Arriva un libro da Collezione edito da Rizzoli che ripercorre le più importanti zone vitivinicole mondiali, selezionando le 70 etichette che ne hanno in qualche modo segnato la storia e che rappresentano per tutti gli appassionati di vino, dall’esperto al più sprovveduto, etichette iconiche, veri e propri oggetti di culto e beni da investimento. In questo libro, chiamato giustamente “La Cantina Perfetta – Grandi Vini da Collezione”, l’autrice, Chiara Giannotti, evidenzia per ogni etichetta la storia che l’ha portata al successo, i principali tratti identificativi del vino e dei metodi di produzione che lo contraddistinguono, le migliori annate prodotte o quelle che maggiormente mantengono il valore nel tempo, così come gli eventuali record di vendita da loro registrati nelle più importanti aste di tutto il mondo. Un libro dunque che ricorda un sogno, un’ambiziosa wish list di vini racchiuse in un ‘museo’ di carta al pari di opere d’arte, auto d’epoca e gioielli. Tutti beni che rappresentano dei pleasure asset, beni da investimento in forte crescita negli ultimi anni poiché regi-

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Fimaa

“Paese che vai, Agente che trovi” Analogie e differenze nel modus operandi dell’Agente Immobiliare tra Italia e America.

“Tu vuò fa l’Americano, ma si nato in Italy”. Chi non conosce questo orecchiabile ritornello dell’omonima canzone di Renato Carosone? Una vera e propria parodia umoristica, raccolta in una efficace sintesi di uno dei brani musicali italiani più famosi al mondo. Canzone che fa il verso al periodo dell’immediato dopoguerra, in cui i soldati dell’esercito USA mostravano ai nostri padri i propri usi e costumi e molti adolescenti italiani ne rimanevano affascinati, tanto da cercare di imitarli, scimmiottandone alcuni, come giocare a “baseball” bere “whisky and soda” e ballare il “rock and roll”. Secondo alcuni eminenti sociologi e antropologi, l’egemonia che ha portato gli Stati Uniti d’America ad essere per quasi cinquant’anni la nazione che ha avuto più influenza nel Mondo, affonda le sue radici nella estrema semplicità degli americani di mostrarsi in modo diretto ed essenziale e contemporaneamente di regolare il più possibile i processi sociali ed economici. Cosa c’entra tutto ciò con l’attività dell’Agente Immobiliare tra Italia e America? Forse poco o nulla o – forse – moltissimo, se si osservano alcuni elementi in retrospettiva; partiamo dall’Italia: la menzione del Mediatore nella storica e ancora attualmente vigente formulazione del Codice Civile nostrano, pone lo stesso quale figura unica, interposta tra due o più parti, per la conclusione di un affare. Ciò comporta una serie di obblighi, tra cui imparzialità, indipendenza e assenza di collaborazione o di legami con una delle parti ma anche un diritto fondamentale: la corresponsione del compenso da ambo le parti intermediate. Da questa formulazione trae origine e tuttora ne è inclusa, la figura dell’Agente

di Stefano Filastò, Consigliere Direttivo FIMAA ROMA Immobiliare quale anello di collegamento tra chi deve scambiare denaro con la proprietà o la locazione di un immobile e viceversa. Questo assetto normativo ha da sempre portato a configurare la professione di Agente Immobiliare come unico soggetto a cui è affidato il compito di ricercare un equilibrio tra interessi fortemente contrapposti, con non poca difficoltà. Ci si può allora domandare se nell’attività degli attori dell’intermediazione nel mercato immobiliare, vi sia o meno una certa “patologia congenita” nel dover assumere una posizione così delicata, quasi da equilibrista. La sostanziale differenza tra il modo di lavorare dell’Agente Immobiliare Italiano e quello Americano risiede in questa fattispecie: in Italia l’utente si rivolge ad un soggetto unico che – inevitabilmente – si trova nella condizione di dover creare un incontro tra domanda e offerta agendo all’interno di un dettato normativo che gli impedisce di stabilire una relazione univoca con una sola delle parti; ciò ha portato ad una serie di sfumate varianti, tra cui la mediazione atipica, che spesso sono oggetto di confusione e di scarsa, seppure involontaria, possibilità di restare veramente imparziali e indipendenti. Si può davvero essere imparziali e indipendenti e offrire una posizione di terzietà se si è ricevuto un incarico da una sola delle parti, incarico il cui oggetto è la vendita di un bene di proprietà di una sola parte? In America, l’Agente Immobiliare è di fatto un mandatario: in primo luogo conclude con il proprietario di un immobile un contratto di agenzia (e non un incarico di mediazione) che prevede un compenso per la vendita pari in genere al 6% del prezzo che sarà ottenuto, mentre l’acquirente non sarà tenuto al pagamento di alcuna provvigione. In virtù di ciò, l’Agente Immobiliare Americano, pur proponendo il prodotto che

GOLDeN ATTICO - LA PAROLA ALLE ASSOCIAZIONI

si è procacciato direttamente sul mercato, si rivolge in primis ai propri colleghi Agenti Immobiliari, mediante il sistema di condivisione degli immobili in vendita, meglio conosciuto come MLS e, per effetto di tale offerta, la maggior parte delle transazioni immobiliari in Nord America prevede l’intervento di due Agenti, uno che rappresenta gli interessi del cliente venditore ed un altro che rappresenta quelli del cliente acquirente: se si conclude la vendita, l’Agente che ha procacciato l’acquirente ha diritto alla metà della provvigione che sarà corrisposta, mentre l’altra metà spetta all’Agente che ha rappresentato il venditore . Uno degli elementi che deve far riflettere è che in America gli Agenti Immobiliari sono coinvolti in oltre il 90% delle transazioni immobiliari. Certamente la presenza del consolidato sistema MLS facilita non poco tale assetto, ma non è forse legittimo pensare che forse sia arrivato il momento per gli operatori italiani di collocare la mediazione atipica nel campo più regolato e concreto del mandato a titolo oneroso, presente anch’esso – ma forse un po’ dimenticato - nel dettato normativo che regolamenta la nostra attività e che viene conferito da una sola parte? Potrebbe tale indirizzo fornire maggiore tutela ai clienti degli Agenti italiani, favorendo la collaborazione e puntando ad ampliare la penetrazione sul mercato delle compravendite? FIMAA Roma, oltre che nella sua primaria funzione di Associazione di Categoria intenta alla tutela della Professione, è da sempre attenta alle tendenze ed alle novità che afferiscono la professione di Agente Immobiliare. A riprova di ciò, la recentissima realizzazione del primo sistema di condivisione di immobili FIMAA MLS, raggiungibile all’indirizzo Internet fimaaromamls.it, consente agli associati di offrire ai propri colleghi immobili in collaborazione e di salvare richieste di acquisto dei propri clienti. Non è dato sapere se l’evoluzione della mediazione nel Belpaese potrà in futuro assomigliare a quella dei colleghi di oltreoceano, ma lo sforzo dell’Associazione resta quello di analizzare fenomeni, anche lontani, per individuare gli elementi che possono contribuire alla crescita ed all’evoluzione della nostra amata Professione.

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