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Cultura
Il cesello, la freschezza di un’arte antica
Irene Luzio*
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Figura 1. Laboratorio Benedetto Gelardi Argenti, cortile di Palazzo Pantelleria-Varvaro, piazza Meli, Palermo.
Il Quadrilatero di Sant’Eligio è uno dei luoghi più signiAicativi del centro storico di Palermo. EG un nodo di viuzze che s’intrecciano su via Meli ⏤ che da Piazza S. Domenico scende Aino al porticciolo della Cala ⏤ ed è l’antico quartiere di argentieri ed oraAi: il vanto di Palermo, che brillava tra le capitali europee in questo settore dell’artigianato artistico. Il quartiere ha ormai perso quasi tutte le sue botteghe, soppiantate dai locali notturni. Tuttavia, dalla soglia di Palazzo PantelleriaVarvaro ⏤ in piazza Meli, nel cuore stesso del Quadrilatero ⏤ si può ancora avvertire l’inconfondibile battere dei martelli sul metallo prezioso, cadenzato, vibrante e ancora cosı̀ vivo. Il suono attrae turisti e curiosi all’interno del cortile, dominato da un maestoso Ficus macrophylla, alla cui sinistra si affaccia il laboratorio Benedetto Gelardi Argenti. Benedetto Gelardi è mastro argentiere. Dopo lunghi anni di apprendistato, si è specializzato nell’arte del cesello e dello sbalzo, due delle tecniche fondamentali per la realizzazione di un’opera di pregio. Lo sbalzo prevede che la lastra di metallo prezioso ⏤ di 6 o 7 decimi di mm di spessore ⏤ sia lavorata dal retro, o dall’interno verso l’esterno, per far emergere i volu-
*Università degli Studi di Palermo.
Figura 2. Laboratorio Benedetto Gelardi Argenti, restauro della galea d’argento.
mi attraverso sapienti colpi di martello. Il cesello, invece, permette di deAinire sulla superAicie i soggetti e le decorazioni: il retro della lastra viene cosparso di piombo fuso, o di una particolare mistura di pece, gesso e grasso, che attutisce i colpi di parecchi ceselli ⏤ strumenti prodotti dallo stesso artigiano, simili a scalpelli ⏤ utilizzati per la lavorazione. La tecnica permette di riAinire l’opera Aino al dettaglio più minuto. Gelardi è attualmente tra i più virtuosi cesellatori d’Italia. Nel 1978, Gelardi avvia il suo laboratorio. Nel tempo riunisce una vera e propria squadra di lavoro, altamente qualiAicata nel progettare, realizzare e restaurare opere d’argenteria ⏤ ma anche d’oreAiceria e statuaria ⏤ con una particolare inclinazione verso produzioni di carattere sacro, specialmente suppellettili liturgiche. Ogni opera d’argenteria è un pezzo unico, realizzato interamente a mano, con tecniche tradizionali come la fusione a cera persa, la saldatura a fuoco, lo sbalzo, il cesello, il traforo e tecniche di Ainitura, quali i bagni galvanici in argento o in oro. Anche i modelli e le opere scultoree vengono realizzati con tecniche tradizionali di lavorazione della terracotta e intaglio del marmo. I manufatti realizzati ex novo ⏤ come da tradizione ⏤ recano il marchio e il bollo dell’argento, che ne testimoniano l’autore e il “titolo” della lega.
RESTAURI
La padronanza delle tecniche tradizionali viene applicata anche per interventi di restauro conservativo di opere antiche, spesso liturgiche, ripristinate nella loro integrità e restituite alla loro originaria funzione. Tra i lavori di restauro condotti dal laboratorio Gelardi, il più signiAicativo è quello di un singolare manufatto seicentesco: una galea d'argento, donata a Santa Rosalia come ex voto per uno scampato naufragio. Attraverso la documentazione fotograAica, si è potuto constatare in quali disastrose condizioni l'opera verteva, ma è stato anche possibile programmare gli interventi di cui necessitava. Il vascello è stato smontato nelle sue singole, inAinite componenti e sottoposto all'indispensabile processo di pulitura; le componenti danneggiate sono state ripristinate, mentre alcuni elementi mancanti sono stati realizzati ex novo e integrati. L'operazione di restauro si è trasformata in un'avventura a metà tra l'ingegneristica navale e il modellismo più sfrenato! L’opera è attualmente custodita all'interno del Museo del Tesoro di Santa Rosalia, presso il Santuario di Monte Pellegrino. Il pregio dell’attività di Gelardi non risiede solo nel mantenere viva un’arte antica, quasi dimenticata, e nel restaurare o realizzare opere di elevata qualità materiale e tecnica, curate Aino al più minuzioso dettaglio. Al di là del “saper fare”, c’è un “saper
Figura 3. A sinistra: reliquiario in argento contenente il “contapreghiere” di S. Rosalia. A destra: lanterna argentea di S. Rosalia. ascoltare”. Ciò che rende umanamente signiAicativa la sua arte è che sia un servizio: un convogliare l’esperienza, l’ingegno e la passione in un’opera che trascende chi l’ha creata, per incarnare le esigenze e i gusti di colui che l’ha commissionata, che l’impiegherà e la custodirà nel tempo. I committenti sono spesso privati ⏤ non solo palermitani o siciliani, ma italiani, europei, internazionali ⏤ e devoti: preti, ordinandi, congregazioni, semplici fedeli, intere comunità cattoliche, che necessitano di arredi sacri per una chiesa, celebrare una ricorrenza, sostituire opere trafugate, ottenere o ripagare una grazia. Non è raro che acquistino manufatti esposti in vetrina o presenti in catalogo, ma è più frequente che ne richiedano la realizzazione ex novo. Ha inizio cosı̀ un’attività creativa corale, un processo collettivo e partecipato: si prende spunto da opere già realizzate da grandi maestri del passato o dallo stesso laboratorio, si tiene conto di eventuali richieste in termini di simbologia ed estetica, si buttano giù gli schizzi, poi si passa a una progettazione più dettagliata, si crea un modello, si plasma la materia e inAine la si riAinisce. EG cosı̀ che un’opera profonda e ricca di signiAicato viene alla luce, coniugando funzionalità, preziosità e sacra bellezza: un’opera destinata alla gloria di Dio e all’elevazione delle anime, che sopravvivrà a chi l’ha voluta e a chi l’ha realizzata.
OPERE ORIGINALI
Tra i lavori originali più signiAicativi possiamo citare un reliquiario argenteo in stile barocco, sbalzato e cesellato, commissionato per custodire una preziosa reliquia: il "contapreghiere" di Santa Rosalia, i cui grani sono realizzati con la pietra della grotta in cui la Santuzza trascorse il suo eremitaggio. Possiamo ricordare le lanterne argentee, cesellate e sbalzate a mano, con motivi decorativi che rimandano stilisticamente all'Urna argentea di Santa Rosalia, custodita in Cattedrale. Ma il protagonista indiscusso della produzione Gelardi è il paliotto d’altare in argento dorato, realizzato per il Duomo di Santa Maria Nuova, a Monreale ⏤ per conto del quale, nell'anno 2000, il laboratorio aveva già curato il restauro dell'altare maggiore, del Valadier: una rafAinata opera barocca, datata 1771 e realizzata su commissione dell'arcivescovo Francesco Testa. La mensa d’altare è ornata da cinque medaglioni, rafAiguranti episodi della vita della Vergine, a cui si aggiunge ⏤ al centro del paliotto ⏤ quello della Natività di Maria: il più maestoso, sorretto da angeli e afAiancato dalle scene della Pentecoste e dell'Assunzione. A coronamento dell’altare, alternate fra preziosi candelieri, si collocano sei corpose statue di santi, oggetto di fervente devozione nel monrealese: S. Pietro, S. Paolo, S. Benedetto, S. Castrenze, S. Rosa-
Figura 4. In alto: Paliotto in argento dorato del nuovo altare del Duomo di Monreale. Sotto: Laboratorio Benedetto Gelardi Argenti, fasi di lavorazione delle formelle.
lia, S. Luigi IX. Il paliotto in argento dorato per il nuovo altare coram populo, è costituito da un pannello ligneo progettato digitalmente, ai Aini di predisporre gli alloggiamenti per settantanove formelle argentee dorate, distribuite in tre ordini sovrapposti. Le formelle sono tutte sagomate a mano, trattate a sbalzo e/o cesello, e sottoposte a doratura galvanica. Presentano dimensioni diverse: le formelle maggiori ospitano una varietà di soggetti, tutti rigorosamente ispirati alle scene musive del Duomo, relative all’Antico e Nuovo Testamento; le formelle minori sono caratterizzate da elementi
Figura 5. Laboratorio Benedetto Gelardi Argenti, lavorazione del paliotto del nuovo altare del Duomo di Monreale.
decorativi, in Ailo d'argento intrecciato, che fanno da sfondo a un'ampia varietà di gemme, alloggiate in castoni d’argento dorato. Richiama alla mente uno dei capolavori dell’oreAiceria medievale, qual è l’altare maggiore della chiesa di S. Ambrogio a Milano, realizzata dal magister phaber Vuolvinio, intorno alla metà del IX secolo. Dispiace solo che risulti difAicilmente leggibile, in relazione al più ampio contesto architettonico: la distanza, che lo separa dalla navata, non favorisce la fruizione delle piccole decorazioni,
Figura 6. Laboratorio Benedetto Gelardi Argenti, formelle del paliotto del nuovo altare del Duomo di Monreale. mentre l’elegante doratura che lo impreziosisce pare quasi dissolversi nella straordinaria luminosità dei pannelli musivi del Duomo. Ad ogni modo, con quest’opera, Benedetto Gelardi e il suo staff hanno fornito un contributo artistico d’indubbio valore, ponendo un’eccelsa virtù tecnica a servizio delle necessità e del gusto di un’eminente committenza.
VALE UN VIAGGIO
Ci sarebbe molto altro da raccontare ancora. Per esempio la fornitura periodica di manufatti preziosi per la tavola ad un gioielliere di New York. Oppure i lavori per altri clienti provenienti da varie parti del mondo, che approdano alla Bottega Gelardi attratti dall’estrema qualità del suo lavoro. Il mastro artigiano è un vero palermitano e, come tale, sa essere squisitamente ospitale. Provare per credere. La visita al suo laboratorio è sempre un arricchimento. Chiunque vi arrivi viene accolto da una persona estremamente colta e disponibile a spiegare con amabilità le differenti fasi della lavorazione di ciascun oggetto. EG come fare un viaggio nel tempo. Tecniche impiegate dagli artigiani migliaia e migliaia di anni or sono vengono coniugate con strumenti all’avanguardia, come il pantografo computerizzato. EG un’arte, quella dell’argenteria palermitana, che affascina per la capacità degli artigiani di far dialogare sapientemente intelligenza, occhi, cuore e mani senza perdere mai la curiosità per quanto offre il progresso delle tecnologie e la trasformazione dei simboli in forme. Passeggiare per le strade di S. Eligio (dal nome della chiesa dedicata al loro patrono) diviene in tal modo un’occasione unica per immergersi in una tradizione di eccellenza ⏤ l’oreAiceria e l’argenteria di Palermo ⏤ inserita nel Registro delle Eredità Immateriali dell’UNESCO.