16 minute read

Fitoterapia & Nutrizione

Next Article
Cultura

Cultura

Fraxinus spp.

Proprietà ed uso in /itoterapia

Advertisement

Carmen Naccarato*

Con oltre 60 specie, il genere Fraxinus è considerato uno dei principali generi della famiglia delle Oleaceae [1]. I frassini sono alberi a foglie pennato-composte e con frutti a sàmara [2]. La sàmara, o achenio alato, è un frutto secco indeiscente, cioè non si apre a maturità, e monosperma, ossia con un solo seme all’interno [3]. Le sàmare si disperdono trasportate dal vento (dispersione anemocora) [4]. I Miori sono attinomorMi, in genere tetrameri ed ermafroditi, riuniti in inMiorescenze [5] a racemo terminale [6] La corolla è dialipetala nel

F. ornus, mentre è assente negli altri frassini [7]. L’androceo è costituito da due stami epicorollini e il gineceo è bicarpellare, sincarpico con ovario supero [8]. L’impollinazione è anemoMila [9]. Molte specie di Fraxinus sono apprezzate commercialmente per il legname [10]. Questi alberi possono raggiungere dimensioni considerevoli, superiori ai 10 metri [11]. I frassini sono diffusi in Asia, Europa, e America settentrionale [12]. In Italia è comunissimo in tutta la penisola, dalla fascia prealpina del Carso, Mino ai laghi lombardi; penetra nelle valli principali Mino al cuore delle Alpi. Nella pianura padana è quasi assente. Cresce principalmente in boschi e foreste in associazione a varie latifoglie, come quercia, carpino ecc... ed è formidabile nel ricolonizzare le zone forestali in cui è avvenuto un incendio o un precedente vecchio rimboschimento, mostrando elevata rusticità e messa a seme.

F. ornus e F. angustifolia (nelle varie cultivar) sono coltivate in Sicilia, nelle Madonie, per la produzione della manna, nota alla medicina tradizionale come blando lassativo e iscritta in Farmacopea UfMiciale [13]. La manna, prodotta soltanto dalle specie ornus e angustifolia, è un succo reso solido dall’aria, di colore biancastro che fuoriesce dal tronco in seguito a punture d’insetto (Cicada orni) o ad incisioni della corteccia [14].

Figura 1. Frassineto del territorio delle Madonie, Sicilia. Stalattiti di manna, detta manna in “cannolo”, o “manna eletta”. La manna solidificata sul tronco, dopo la raccolta, è chiamata “manna in rottame”. Come nota Schicchi: «Le più antiche notizie sulla produzione di manna in Sicilia risalgono alla seconda metà del 1500, ma la coltura nell’Isola si sviluppò intensivamente soltanto nel XVIII secolo, soprattutto lungo la fascia sublitoranea e collinare della parte nord-occidentale compresa tra Tusa (ME) e San Vito Lo Capo (TP). La zona di maggiore produzione ricadeva nelle Madonie e, in particolare, nei territori dei comuni di Castelbuono, Cefalù, Geraci Siculo, Pollina e San Mauro Castelverde; minore incidenza aveva ad ovest di Palermo tra Capaci, Carini e Cinisi e nel trapanese. La specie coltivata era soprattutto l’orniello (Fraxinus ornus). Durante gli ultimi decenni del 1800 la frassinicoltura siciliana registrò una notevole Mlessione (FLORIDIA, 1936) ma, tra la Mine del secolo e i primi decenni del ‘900, ebbe nuovamente un forte incremento per la consistente richiesta di prodotto da parte dell’industria e dei mercati esteri. Le aree frassinicole, pertanto, aumentarono in modo considerevole tanto che nel 1929 il Catasto agrario riportava una superMicie investita a frassini di 6.699 ettari per la provincia di Palermo e di 542 ettari per quella di Trapani, per buona parte in coltura specializzata.

*Farmacista

Figura 2. Frassineto del territorio delle Madonie, Sicilia. Stalattiti di manna, detta manna in “cannolo”, o “manna eletta”. La manna che sgocciola fino al suolo e solidifica nella concavità della “pala” di fico d’India, prende il nome di “manna di pala”.

Dall’ultimo dopoguerra in poi la coltura ha subito un rapido declino, rimanendo relegata in ristrette superMici del comprensorio Madonita e, in particolare, nei territori di Castelbuono e Pollina. Qui gli ultimi frassinicoltori ⏤ poco più di cento anziani contadini ⏤ contribuiscono ancora oggi a mantenere viva la coltura e a scongiurare la temuta scomparsa di un tale patrimonio vegetale, che ha rappresentato per secoli una risorsa portante dell’economia locale» [15].

Durante il periodo di produzione, che va da giugno a settembre, l’estrazione della manna si giova di elevate temperature, scarsa umidità (40-60%) e modeste escursioni termiche (25-30 °C) [16]. Tali condizioni si riscontrano soprattutto nella zona di Castelbuono e Pollina [17]. La fascia altimetrica nella quale si trovano i frassineti ricade tra i 100 e i 700 metri sul livello del mare [18]. I venti secchi favoriscono la fuoriuscita di manna, mentre i venti umidi la rallentano o addirittura la bloccano. La manna consolidata ha proprietà igroscopiche, dunque in presenza di umidità tenderà a rigonMiarsi e a fermentare dando luogo alla formazione di gas maleodoranti [19]. Tuttavia, se l’umidità va sotto il 40% e la temperatura supera i 30°C, si ha il disseccamento troppo rapido delle gocce di manna lungo la linea di incisione, e la conseguente inibizione della fuoriuscita di altro prodotto (fenomeno detto ammarratura) [20]. La pioggia causa la dissoluzione della manna, che viene cosı̀ irrimediabilmente perduta [21]. Continua Schicchi, riportando i termini adoperati dai frassinicoltori siciliani:

«Per accertare lo stato di maturazione delle piante, e quindi l’inizio della stagione produttiva, il frassinicoltore pratica un saggio alla base del tronco asportando un pezzetto di corteccia. Se dalla ferita stilla una “lagrima” la pianta è matura e viene quindi praticata la prima incisione della stagione. Le incisioni, dette volgarmente “ntacche”, devono essere eseguite con energia, in modo da interessare l’intero spessore della corteccia Mino all’alburno, per una lunghezza variabile da 5 a 10 cm, a partire da 5 cm di altezza dal suolo. Esse vengono effettuate sia sul tronco che sui rami principali ad una distanza di circa 2 cm dalle precedenti e leggermente inclinate per favorire lo scolo della manna. Per non danneggiare la pianta e salvaguardare la copiosità del raccolto, l’incisione deve essere afMidata a mani esperte in grado di utilizzare, con precisione quasi chirurgica, l’apposito attrezzo (mannaluoru o cutièddu â manna), una specie di roncola afMilatissima ed appuntita» [22].

Se grazie alla naturale inclinazione del tronco la manna, gocciolando, forma una stalattite prima di arrivare a terra, questa viene detta “manna in cannolo”, “cannolo” o “manna eletta”. Questa forma rappresenta il prodotto più pregiato. Se invece la secrezione è abbondante e il processo di solidiMicazione è troppo lento, l’essudato arriva al suolo e viene raccolto sulle pale (cladodi) di Mico d’India, opportunamente collocate in corrispondenza dello scolo. Avvenuta la cristallizzazione, questo tipo di manna viene detta “manna in sorte” o “manna di pala”. InMine, la parte di linfa rappresa lungo il tronco viene chiamata “manna in rottami”, e rappresenta la parte di minor pregio [23]. Dopo la raccolta, il prodotto viene separato per qualità e posto in ripiani chiamati asciucaturi o stinnituri, per la fase di essiccazione [24]. La manna contiene D-mannitolo (50-60%) [25], Dglucosio, D-fruttosio [26], mannotriosio, mannotetrosio, minerali, acidi organici, acqua e costituenti minori non ancora ben caratterizzati [27]. La manna è un blando lassativo che agisce per richiamo di acqua nel lume intestinale (effetto zavorra). Ha un sapore dolce e gradevole, per tale motivo è utilizzato in pediatria [28]. Dalla manna in rottami si estrae il mannitolo, utilizzato, fra l’altro, per ridurre gli edemi cerebrali [29].

Figura 3. Infiorescenza di Fraxinus ornus. Fonte: https://universoalpino.com/frassino-minore-orniello/

Il mannitolo è anche un diuretico osmotico utilizzato per via endovenosa nell’insufMicienza renale acuta per ridurre la pressione intracranica e intraoculare [30]; per il trattamento dell’anuria post-chirurgica [31]; e anche per favorire l’allontanamento di sostanze tossiche nei casi di avvelenamento [32]. La manna è consigliata anche per l’eliminazione di parassiti intestinali; in dosi moderate per stimolare le secrezioni biliari; e come dolciMicante alimentare ben tollerato dai diabetici [33]. A livello dell’apparato respiratorio, sembra che agisca come emolliente e bechico nelle bronchiti croniche [34]. La letteratura non evidenzia effetti secondari, collaterali e tossici alle dosi indicate, fatta eccezione per soggetti con una particolare sensibilità soggettiva (Mlatulenza e nausea) [35]. Bisogna evitare l’assunzione in contemporanea con farmaci per una possibile diminuzione del loro assorbimento e l’assunzione in caso di occlusione intestinale (Commissione E del BfArM) [36]. Recentemente, l’attenzione di alcuni studiosi si è rivolta alla caratterizzazione chimica dei componenti secondari presenti nella manna. Nello studio di Schicchi, Camarda e coll., tra i sali minerali, il più abbondante è il potassio, tanto da rendere la manna un utile integratore di tale sostanza [37]. In campioni di manna fresca di alcune cultivar di F. angustifolia è stata riscontrata la presenza di sostanze volatili, che vanno via via perdute durante il periodo di conservazione. In particolare, nel campione di 1 giorno della cultivar Verdello si è osservata la presenza di palmitoleato di metile (54%) e di etile (74%); nel campione di 1 giorno della cultivar Nziriddu palmitoleato di di metile (80,92%) e esaidrofarnesolo (19%); e nel campione di Baciciu di 3 giorni metilestere (44%) ed etilestere (20%) dell’acido palmitoleico, esaidrofarnesolo (31,86%) [38]. Nello stesso studio sono stati isolati da Camarda e coll. 2 nuovi composti cumarinici, un isomero strutturale di un composto già isolato nella manna in rottame da Camarda e coll. nel 1989, e un derivato diossigenato della lomatina [39]. In uno studio del 2019 di Attanzio e coll. [40], sono state valutate in vitro l’attività antiossidante e l’attività antinMiammatoria dell’estratto idro-alcolico

Classe

Composto mg/Kg

Simple Phenols Gallic acid 4.12 ± 0.32

Cumarins Tyrosol

36.66 ± 0.25 Phenylpropanoids Hydroxytyrosol 13,33 ± 0.40 Flavonoids Fraxetin 4.74 ± 1.02 Secoiridoids Verbascoside 4.5 ± 0.21 Secoiridoids derivative Catechin

Luteolin 3,7 glucoside

Procyanidin B1

Quercitin 3-Oglucoside 5.86 ± 0.52

1.45 ± 0.35

3.69 ± 0.34

n.d.

n.d.

Oleuropein 250 ± 4.78

Elenoic acid

Tabella 1. Caratterizzazione chimica dei metaboliti secondari presenti nella manna, da: Attanzio A. et al., Phenolic Composition of Hydrophilic Extract of Manna from Sicilian Fraxinus angustifolia Vahl and its Reducing, Antioxidant and Anti-Inflammatory Activity in Vitro. Antioxidants (Basel). 2019 Oct; 8(10): 494. doi: 10.3390/ antiox8100494

di manna. I metaboliti secondari responsabili di tale attività sono riportati in Tabella 1. E nel 2020, lo stesso gruppo di ricerca, nello studio di Restivo e coll. [41], ha esposto tre linee di cellule umane di tumore del colon (HCT-116, Caco-2 e HT-29) ad un estratto acquoso di manna, dimostrando che questo presenta una signiMicativa attività antiproliferativa. In letteratura sono presenti molti studi relativi all’attività biologica non soltanto della manna, ma degli estratti delle diverse parti della pianta, di molte specie di frassino non mannifero. Nella medicina tradizionale cinese, ad esempio, è da tempo nota l’attività dell’estratto di Fraxini cortex, cioè della corteccia delle specie Fraxinus rhynchop hylla Hance, F. chinensis Roxb., F. aboana Lingelsh. e F. stylosa Lingelsh. L’ampia gamma di proprietà farmaco-terapeutiche documentata include azioni anticancro, antinMiammatorie, vasoprotettive, anticoagulanti, epatoprotettive, ipoglicemizzanti, antiossidanti, antiallergiche, antimicrobiche, neuroprotettive, soppressive dell’adipogenesi. Esculetina, esculina, frassina e frassetina sono le cumarine maggiormente responsabili di tali attività [42]. L’azione antidiarroica di Fraxini cortex sarebbe dovuta ad una alterazione del trasporto di ioni Na+ e Cl-, come dimostrato nei ratti [43]. L’estratto metanolico della corteccia di F. micrantha ha mostrato di essere in grado di indurre in vitro la frammentazione del DNA e la produzione di NO, causando l’apoptosi nelle cellule del carcinoma mammario (MCF-7) [44]. Gli estratti ottenuti dagli alberi di Fraxinus hanno mostrato citotossicità verso diverse cellule cancerose quali quelle di leucemia mieloide cronica, mieloma multiplo, leucemia murina, inibizione di protein chinasi B [45]. Un estratto di F. excelsior ha presentato in silico proprietà antiproliferative contro cellule cancerose come quelle epatiche e colonrettali, contro l’adenocarcinoma caucasico gastrico e il carcinoma mammario duttale [46]. 14 nuovi abietani e 7 C20-Norabietani sono stati isolati da estratti dalla corteccia di F. sieboldiana. Due degli abietani isolati hanno mostrato attività citotossica contro le cellule cancerose ovariche (A2780) [47]. Estratti di Fraxinus e i suoi composti isolati hanno un potenziale nel modulare l’attività di diversi enzimi chiave associati alla risposta inMiammatoria. Oleuropeina, un composto fenolico isolato dalla specie Fraxinus rhynchophylla, ha mostrato effetti antinMiammatori, estratti metanolici infatti downregolano la produzione di mediatori di leucociti in studi in vitro e in vivo. L’inibizione della mieloperossidasi, della diidrofolato reduttasi dall’estratto acquoso etanolico è uno dei possibili meccanismi che gli conferisce proprietà antinMiammatorie [48]. L’estratto metanolico della polvere delle foglie di F. xanthoxyloides ha mostrato un’attività epatoprotetti-

Figura 4. Esemplare di Fraxinus chinensis. Fonte: https:// it.m.wikipedia.org/wiki/File:Fraxinus_chinensis.JPG

Figura 5. Sàmare di Fraxinus excelsior. Fonte: https:// it.m.wikipedia.org/wiki/File:Fraxinus_excelsior_4560.jpg

va nei ratti (Rattus novergicus) paragonabile alla silimarina, in quanto riduce il livello di perossido d’idrogeno e di conseguenza lo stress ossidativo indotto da CCl4. Aumenta inoltre la capacità rigenerativa degli enzimi epatici antiossidanti (CAT, POD, SOD, GST e GSR) [49]. La fraxetina, isolata dalla corteccia di F. rhynchophylla Dence, inibisce l’ossidazione delle LDL indotta da Cu2+ più efMicacemente dell’esculetina. La fraxetina ha due funzioni antiossidanti: a basse concentrazioni ha effetto diretto di rimozione dei ROS, mentre ad alte concentrazioni attiva i fattori Nfr-2/ARE che sono collegati con un aumento dell’attività della glutatione-S-transferasi-alpha e OH-1 [50]. La fraxetina, utilizzata in vitro alle concentrazioni di 0,01-0,05 mg/ml, inibisce la proliferazione dello StaSilococcus aureus. Il meccanismo è associato alla inibizione della topoisomerasi 1 e topoisomerasi 2 e ad un notevole aumento della permeabilità di membrana. Inoltre, macromolecole quali RNA, DNA e altre proteine risultano diminuite Mino al 55.74% [51]. Oleuropeina isolata da F. rhynchophylla può essere usata come agente neuroprotettivo [52]. Essa ha evidente attività inibitoria contro cellule neuronali danneggiate. Inoltre, l’esculina isolata da F. sieboldiana mostra attività neuroprotettive sulla citotossicità stimolata dalla dopamina in cellule di neuroblastoma umano [53]. L’estratto da F. pennsylanicca mostra spiccata attività antifungina [54]. Sono stati valutati gli effetti ipotensivi dall’estratto acquoso di F. excelsior in ratti ipertesi e normotesi, con una somministrazione orale per circa 3 settimane, con il risultato di un decremento della pressione sanguigna sistolica [55]. Sono state condotte valutazioni di attività antitoxoplasma di oleuropeina e suoi metaboliti isolati dal F. rhynchophylla [56]. I risultati, sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti, dimostrano effetti antitoxoplasma. L’esculetina dall’estratto di F. chinensis ha mostrato avere effetto protettivo nei confronti del fotoinvecchiamento cutaneo [57]. I suoi bioattivi Mitochimici e metaboliti secondari possono essere utilizzati in industria cosmetica e come agenti antietà anche per le proprietà rigenerative della pelle. Sono stati inoltre condotti studi per dimostrare un decremento dell’obesità mediante downregulation dell’attività della lipasi pancreatica, utilizzando l’estratto in etilacetato della corteccia di F. rhynchophylla [58].

Figura 6. Esemplare di Fraxinus excelsior. Fonte: https:// it.wikipedia.org/wiki/Fraxinus_excelsior#/media/ File:Fraxinus_excelsior_tree.jpg

Uno studio ha rivelato che, estratti da F. excelsior promuovono la diuresi e potrebbero essere potenzialmente utilizzati come agenti ipotensivi [59]. Come nota Sarfraz, è ampiamente dimostrato, da studi in vitro ed in vivo, che gli estratti delle piante del genere Fraxinus hanno molteplici proprietà farmacologiche. Eu tuttavia necessario identiMicare i limiti tossicologici per certi organi quali il fegato ed il rene, studiare ulteriormente i meccanismi d’azione, e i bersagli proteici delle molecole bioattive [60].

Bibliografia

1. Judd W. S. et al., Botanica sistematica. Un approccio Silogenetico. Terza ed. italiana sulla quarta in lingua inglese a cura di Conte L., Galloni M., Piccin, 2019, p. 510. 2. Pasqua G. et al., Botanica generale e diversità vegetale.

Quarta ed., Piccin, 2019, p. 461. 3. Ivi, p. 317. 4. Cfr. Judd W.S., op. cit., p. 512. 5. Pasqua G., op. cit., p. 461. 6. Maugini E. et al., Botanica farmaceutica. IX ed., Piccin, 2014, p. 555. 7. Pasqua G., op. cit., p. 461. 8. Ibid. 9. Ibid. 10. Judd W.S., op. cit., p. 511. 11. Cfr. Maugini E., op. cit., p. 555. 12. Cfr. Judd W.S., op. cit., p. 510; Cfr. Maugini E., op. cit., p. 554. 13. GU Serie Generale, n. 224 del 26-9-2018, p. 14. https:// www.gazzettaufMiciale.it/eli/gu/2018/09/26/224/sg/ pdf 14. Fassina G., Ragazzi E., Lezioni di farmacognosia. Droghe vegetali. Cedam, 2004, p. 43. 15. Schicchi R. et al., Caratterizzazione chimica della manna estratta nelle Madonie (Sicilia) da cultivar di Fraxinus angustifolia e di Fraxinus ornus (Oleaceae). Quad. Bot.

Amb. Appl., 17/2 (2006): 151-174, p. 151. 16. Ivi, p. 152. 17. Ibid. 18. Ibid. 19. Ivi, p. 153. 20. Ibid. 21. Ibid. 22. Ibid. 23. Ivi, p. 154. 24. Ivi, p. 155. 25. Fassina G., op. cit., p. 43. 26. Maugini E., op. cit., p. 556. 27. Schicchi R., op. cit., p. 155. 28. Maugini E., op. cit., p. 556. 29. Ibid. 30. Campanini E., Dizionario di Sitoterapia e piante medicinali.

Terza ed., Tecniche nuove, 2017, p. 302. 31. Fassina G., op. cit., pp. 43-44. 32. Schicchi R., op. cit., p. 155. 33. Ibid. 34. Campanini E., op. cit., p. 303. 35. Ibid. 36. Ibid. 37. Schicchi R., op. cit., p. 173. 38. Ibid. 39. Ivi, p. 160. 40. Attanzio A. et al., Phenolic Composition of Hydrophilic

Extract of Manna from Sicilian Fraxinus angustifolia Vahl and its Reducing, Antioxidant and Anti-InSlammatory

Activity in Vitro. Antioxidants (Basel). 2019 Oct; 8(10): 494. doi: 10.3390/antiox8100494 41. Restivo I. et al., Anti-Proliferative Activity of A Hydrophilic

Extract of Manna from Fraxinus angustifolia Vahl through

Mitochondrial Pathway-Mediated Apoptosis and Cell Cycle

Arrest in Human Colon Cancer Cells. Molecules. 2020 Nov; 25(21): 5055. doi: 10.3390/molecules25215055 42. Liang C. et al., Pharmacological activities and synthesis of esculetin and its derivatives: a mini-review. Molecules. 2017;22(3, article 387) doi: 10.3390/molecules22030387. - DOI - PMC - PubMed 43. Tsai J.-C. et al., Effect of ethanol extracts of three Chinese medicinal plants with anti-diarrheal properties on ion transport of the rat intestinal epithelia. Journal of Pharmacological Sciences. 2004;94(1):60–66. doi: 10.1254/ jphs.94.60. - DOI - PubMed 44. Kumar S., Kashyap P., Antiproliferative activity and nitric oxide production of a methanolic extract of Fraxinus micrantha on Michigan Cancer Foundation-7 mammalian breast carcinoma cell line. Journal of Intercultural Ethnopharmacology. 2015;4(2):109–113. doi: 10.5455/ jice.20150129102013. - DOI - PMC - PubMed 45. Sarfraz I. et al., Fraxinus: A Plant with Versatile Pharmacological and Biological Activities. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, vol. 2017, Article

ID 4269868, 12 pages, 2017. https://doi.org/ 10.1155/2017/4269868 46. Sardari S. et al., Cheminformatics based selection and cytotoxic effects of herbal extracts. Toxicology in Vitro. 2009;23(7):1412–1421. doi: 10.1016/j.tiv.2009.07.011. DOI - PubMed 47. Lin S. et al., Abietane and C20-norabietane diterpenes from the stem bark of Fraxinus sieboldiana and their biological activities . Journal of Natural Products. 2010;73(11):1914–1921. doi: 10.1021/np100583u. DOI - PubMed 48. Sarfraz I., op. cit. 49. Younis T. et al., Protective effects of Fraxinus xanthoxyloides (Wall.) leaves against CCl4 induced hepatic toxicity in rat. BMC Complementary and Alternative Medicine. 2016;16(1, article 407) doi: 10.1186/s12906-016-13980. - DOI - PMC - PubMed 50. Thuong P.T. et al., Dual anti-oxidative effects of fraxetin isolated from Fraxinus rhinchophylla. Biological & Pharmaceutical Bulletin. 2009;32(9):1527–1532. doi: 10.1248/bpb.32.1527. - DOI - PubMed 51. Wang H. et al., Antibacterial mechanism of fraxetin against

Staphylococcus aureus. Molecular Medicine Reports. 2014;10(5):2341–2345. doi: 10.3892/mmr.2014.2529. DOI - PMC - PubMed 52. Pourkhodadad S. et al., Neuroprotective effects of oleuropein against cognitive dysfunction induced by colchicine in hippocampal CA1 area in rats. The Journal of Physiological Sciences. 2016;66(5):397–405. doi: 10.1007/s12576016-0437-4. - DOI - PubMed 53. Zhao D.L. et al., Anti-apoptotic effect of esculin on dopamine-induced cytotoxicity in the human neuroblastoma SH-

SY5Y cell line. Neuropharmacology. 2007;53(6):724–732. doi: 10.1016/j.neuropharm.2007.07.017. - DOI - PubMed 54. Vandal J. et al., Antimicrobial activity of natural products from the Slora of Northern Ontario, Canada. Pharmaceutical Biology. 2015;53(6):800–806. doi: 10.3109/13880209.2014.942867. - DOI - PubMed 55. Eddouks M. et al., Fraxinus excelsior L. evokes a hypotensive action in normal and spontaneously hypertensive rats.

Journal of Ethnopharmacology. 2005;99(1):49–54. doi: 10.1016/j.jep.2005.01.050. - DOI - PubMed 56. Jiang J.-H. et al., Anti-toxoplasmosis effects of oleuropein isolated from Fraxinus rhychophylla. Biological & Pharmaceutical Bulletin. 2008;31(12):2273–2276. doi: 10.1248/ bpb.31.2273. - DOI - PubMed 57. Lee B.-C. et al., Anti-oxidative and photo-protective effects of coumarins isolated from Fraxinus chinensis. Archives of

Pharmacal Research. 2007;30(10):1293–1301. doi: 10.1007/bf02980270. - DOI - PubMed 58. Ahn J. H. et al., Secoiridoids from the stem barks of Fraxinus rhynchophylla with pancreatic lipase inhibitory activity. Natural Product Research. 2013;27(12):1132–1135. doi: 10.1080/14786419.2012.711328. - DOI - PubMed 59. Wright C. I. et al., Herbal medicines as diuretics: a review of the scientiSic evidence. Journal of Ethnopharmacology. 2007;114(1):1–31. doi: 10.1016/j.jep.2007.07.023. DOI - PubMed 60. Sarfraz I., op. cit.

This article is from: