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RACCONTI DI VIAGGIO: I GRANDI CLASSICI
Da Albert Londres a Ella Maillart, da Bruce Chatwin a Henry de Monfreid, gli scrittori-viaggiatori hanno ispirato con le loro pagine numerosi aspiranti avventurieri avidi di parole e di nuove terre da esplorare.
022 IN PATAGONIA (ARGENTINA) Bruce Chatwin, 1977
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22 w Patagonia: la fine del mondo, quello vero. Terra di oltranzisti, depositaria dei sogni di appassionati giramondo infrantisi a Capo Horn, e di libertà perdute nella pampa. Lo scrittore britannico Bruce Chatwin la visitò alla metà degli anni ’70, sull’esempio di figure leggendarie come Butch Cassidy e Antoine de Saint-Exupéry. Si fece eco, in capitoli brevi come tante leggende auree, delle esistenze inverosimili di illustri sconosciuti esiliati nella Terra del Fuoco… iscrivendosi a sua volta nella leggenda fuegina. Ì Esistono tre modi per raggiungere la Patagonia: prendere un aereo da Buenos Aires a Ushuaia, l’autoproclamata ‘fin del mundo’. Percorrere la frastagliata costa del Cile, anche se prima o poi dovrete abbandonare la terraferma e imbarcarvi su un battello per navigare tra i ghiacci dei canali cileni. Oppure imboccare la via dell’Est argentino dove potrete avvistare pinguini di Magellano e balene (Penisola Valdès) e quindi raggiungere la Terra del Fuoco attraversando lo Stretto di Magellano in traghetto.
023 SETTE ANNI NELLA VITA DI UNA DONNA. LETTERE E DIARI (SAHARA ALGERINO) Isabelle Eberhardt, 1987
w Il deserto e la cultura araba hanno radicalmente trasformato la vita, sia esteriore sia interiore, di molti uomini – e donne. Fu così anche per Isabelle Eberhardt (1877-1904), esploratrice e scrittrice svizzera di origini russe, la quale indossando abiti di foggia maschile, convertendosi all’islam e imparando numerosi dialetti, visse da nomade tra i nomadi e si avventurò in territori lontanissimi, senza perdersi mai. Questo libro testimonia le sue audaci esperienze nel Sahara algerino, attraverso estratti di lettere e diari nei quali appare inalterata la serena potenza dello suo stile. Ì Isabelle Eberhardt visse in Algeria a Bône (l’odierna Annaba, una città costiera situata a breve distanza dal confine tunisino), a El-Oued, detta ‘la città dalle mille cupole’, e a Batna, la capitale dell’Aurès, a circa 100 km da Constantina. La casa nella quale compose molti degli scritti di questa raccolta era in stato di abbandono secondo le ultime notizie, ma dal 2012 si sta trattando per restaurarla e trasformarla in un museo.
024 AVVENTURA BRASILIANA (MATO GROSSO) Peter Fleming, 1933
w 1932. Peter Fleming, fratello maggiore di Ian, futuro creatore di James Bond, ha solo 24 anni quando, dopo aver risposto a un annuncio sul Times, si aggrega a una spedizione nel Mato Grosso alla ricerca di un esploratore britannico sparito nella foresta alcuni anni prima. Il piccolo gruppo trascorre mesi in Amazzonia senza ottenere ovviamente alcun risultato e al ritorno in patria Fleming pubblica l’irresistibile resoconto di quella esperienza in uno stile caratterizzato da un’ironia di stampo decisamente anglosassone. Dominano infatti l’amore per l’understatement, l’avversione per la retorica dell’esotismo di stampo ottocentesco e il fine gioco della parodia. In realtà gli esploratori lottano contro ostacoli di ogni tipo, ma Peter ama descriversi sempre imperturbabile anche quando deve affrontare la fame, la fatica e i rischi imposti da una ‘passeggiata’ in mezzo alla giungla. Ì Benché sia meno impenetrabile rispetto ai tempi di Peter Fleming, il Mato Grosso, una delle regioni meno popolate del Sud America, rimane
una destinazione riservata a chi ama l’avventura: le strade e le abitazioni sono rare, ma i fiumi, la giungla e gli spazi sconfinati ripagano la fatica del viaggio.
025 LA VIA CRUDELE (IRAN/AFGHANISTAN) Ella Maillart, 1947
w Non è più la scoperta dell’ignoto. Le terre che Ella Maillart attraversa, dalla natia Svizzera fino all’Afghanistan, non sono nuove alla scrittrice. Ma nuovo, questa volta, è il contesto. Il viaggio come terapia: lasciare, nel giugno del 1939, un’Europa sull’orlo della guerra per tentare di aiutare un’amica a uscire dalla dipendenza dalla droga. La stessa Maillart sembra aver perso la leggerezza curiosa delle prime esplorazioni e tenta di dare a questa nuova spedizione una giustificazione etnografica. Assai diverso dai resoconti di viaggio intesi come autocelebrazione della fatica e della distanza percorsa, La via crudele racconta con umiltà quali siano i limiti dei viaggi in mondi lontani.
Ì È impossibile seguire oggi il percorso del libro senza cogliere l’ironia della Storia: i Buddha giganti di Bamiyan, in Afghanistan, sono descritti da Ella Maillart come espressione della pace e spiritualità che è venuta a cercare nella regione, lontano dai fanatismi di un’Europa sull’orlo della guerra. Ebbene, gli stessi Buddha sono stati distrutti nel 2011 dai talebani con la dinamite.
026 TERRA D’EBANO (AFRICA) Albert Londres, 1929
w Per Albert Londres fare giornalismo significa ‘mettere la penna nella piaga’. Il reporter utilizzò questa espressione per rispondere alle feroci polemiche seguite all’uscita delle cronache raccolte in Terra d’ebano. Il loro contenuto è frutto di un viaggio di quattro mesi compiuto nelle colonie francesi africane, durante il quale Londres descrisse con occhio spietato e stile incisivo le sconvolgenti condizioni di vita della popolazione nera: perdurare della schiavitù, indifferenza delle autorità coloniali, stragi di lavoratori impiegati nella costruzione della ferrovia tra il Congo e l’Oceano… Un grande giornalista, che resta attuale ancora oggi, a 85 anni di distanza dai suoi reportage. Ì Londres utilizzò tutti i mezzi di trasporto terrestri per spostarsi da Dakar a Brazzaville, nelle colonie allora chiamate AOF (Africa Occidentale Francese) e AEF (Africa Equatoriale Francese). La linea Congo-Oceano esiste ancora. Collega Brazzaville con Pointe-Noire e Mbinda, ma è oggetto di attacchi da quando infuria la guerra civile.
027 VIAGGIO A TIMBUCTÙ (MALI) René Caillié, 1830
w René Caillié sognava di scoprire terre sconosciute sin dalla più tenera età; la promessa di un premio offerto dalla Società Geografica Francese al primo europeo che avesse descritto Timbuctù, allora vietata ai cristiani, diede un nome a questo sogno. Caillié lo realizzò dopo aver vissuto per anni con un gruppo di mauri e aver studiato l’arabo e il Corano, ma soprattutto dopo un lungo viaggio fatto di privazioni e malattie. Il resoconto delle sue peripezie, redatto sulla base delle annotazioni prese tra i versetti del Corano che si portava appresso, farà di lui il più grande esploratore francese del XIX secolo. Ì Caduta nelle mani dei ribelli tuareg nel 2012, Timbuctù, la ‘città dei 333 santi’, si è trovata VIAGGIARE IN POLTRONA
ad affrontare una situazione mai verificatasi in secoli di conflitti precedenti. Gli integralisti islamici, dopo aver promulgato la sharia in città all’inizio del 2013, hanno distrutto diversi mausolei, cancellando così vestigia archeologiche uniche al mondo.
028 I SEGRETI DEL MAR ROSSO (CORNO D’AFRICA) Henry de Monfreid, 1932
w Nessuna nobile missione – religiosa, scientifica o anche solo sportiva – guida Henry de Monfreid quando, a 32 anni, lascia la vita parigina per Gibuti. Per lui l’avventura non è un’impresa fine a se stessa: è un modo di vivere, senza Dio né legge. L’unica fede che egli abbracciò fu quella dell’islam, ma solo per comodità – perché lo scrittore non era affatto un santo. Contrabbandiere di armi e morfina, giocò a nascondino con le autorità e si tirò fuori da situazioni impossibili. Leggendo oggi le sue avventure si viene catturati da un’energia e un linguaggio che non potevano avere altro autore se non lui. Ì A fare da sfondo alle avventure di Monfreid sono sostanzialmente il Mar Rosso e il Golfo di Aden. Il Mar Rosso è meta di numerosi amanti dei bagni in mare (si galleggia facilmente grazie alla salinità delle sue acque) e delle immersioni subacquee. Il Golfo di Aden, più che da contrabbandieri, oggi è battuto da pirati, provenienti soprattutto dalla Somalia, perciò la navigazione da diporto è sconsigliata.