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UMORI PORTOGHESI
Paese della saudade, il Portogallo è terra d’ispirazione di grandi artisti. Vagate per i meandri delle sue città e nelle profondità dell’animo dei suoi abitanti ispirati da una melodia di fado, da un libro o da un film.
479 IL LIBRO DELL’INQUIETUDINE (LISBONA) Fernando Pessoa, 1982
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256 w Bernardo Soares è un impiegato riservato, quasi invisibile, nella Lisbona degli anni ’20 e ’30, ma lo sguardo poetico e riflessivo con cui guarda alla vita, alla città, trasfigura questa vita, questa città, e l’uomo stesso; d’altronde Bernardo Soares altri non è che Fernando Pessoa, che impiegò più di vent’anni per scrivere questo testo, lavorandoci fino alla morte, avvenuta nel 1935; il testo fu pubblicato quasi mezzo secolo dopo entrando subito nel firmamento della letteratura lusitana. Ì A Lisbona non è difficile seguire le orme di Pessoa. La città, che non si accorse dello scrittore finché era in vita, ha aperto gli occhi su di lui parecchi decenni dopo la sua morte. Nei luoghi che frequentava sono spuntati dipinti, fotografie e sculture che rendono omaggio al più illustre scrittore portoghese: una statua in bronzo si erge davanti alla casa natale, di fronte al teatro Sao Carlos, un’altra, che lo raffigura seduto a un tavolo mentre beve una bica (caffè nero), è nel dehors del caffè A Brasileira, di cui era
cliente abituale. Si può visitare il piccolo museo che gli è stato dedicato nella casa in cui visse gli ultimi anni della sua vita, in Rua Coelho da Rocha, oppure cenare al suo ristorante preferito, il Martinho da Arcada, in Praça do Comércio. Un altro modo per visitare Lisbona secondo Pessoa: partire con la guida che ha scritto sulla città, Lisbona: quello che il turista deve vedere.
480 REQUIEM (LISBONA) Antonio Tabucchi, 1992
w Si è soli per le vie di Lisbona, deserte per due ragioni: è domenica e siamo a luglio. Il caldo è torrido, ma non è un buon motivo per non girare per la città, dall’entroterra rurale dell’Alentejo alle spiagge dell’ovest, dalle rive del Tago ai vecchi quartieri. I pensieri, come i passi, vagano meditando su quella grande malattia nazionale che è il calcio, sulla letteratura. Si fanno incontri, una zingara, un barista, un pittore e per finire uno scrittore allo scoccare di mezzanotte –forse è un fantasma.
Ì Un giorno, a Parigi, Tabucchi lesse Tabaccheria, una poesia di Pessoa. Si innamorò dell’autore, imparò la sua lingua per leggerlo in originale, adottò il suo paese, dove si trasferì, e si sposò con una donna di Lisbona. Un’adozione reciproca e feconda: Requiem è la fantasticheria di un viandante solitario, scritta in portoghese, che può facilmente essere utilizzata dal lettore come guida onirica a una città ammaliante e ammaliata. Ci si fermerà sul molo sotto la protezione della Torre di Belem, si gusteranno insieme allo scrittore i piatti dell’Alentejo, si prenderà un cocktail al bar del Museu de Arte Antiga e in una sala del museo si contemplerà, come fece lui, il Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio di Hieronymus Bosch.
481 PORTO DELLA MIA INFANZIA Manoel de Oliveira, Portogallo-Francia, 2001
w In una fantasticheria che ha tanto delle reminescenze proustiane quanto della saudade, Manoel de Oliveira, a 90anni compiuti, giustappone vedute della Porto odierna a immagini d’archivio, infondendo alle ricostruzioni della vita mondana degli anni ’20 quella strana distanza che la vaghezza
Mariza segue le orme della grande cantante di fado Amalia Rodrigues
482 MARIZA x Il Portogallo ha promosso il fado al rango di arte di stato, al punto da accogliere nel suo pantheon nazionale la cantante più illustre, Amalia Rodrigues, di cui attendeva la degna erede. Al volgere del secolo si è imposta la voce di Mariza, che ha portato nuovamente il fado sulla scena internazionale: la sua arte potente coniuga una forte personalità, seducente e radicata nel suo tempo, con il rispetto di una tradizione che ha cominciato a svilupparsi due secoli fa. Questo canto malinconico e allo stesso tempo vibrante, accompagnato in genere da corde pizzicate, non aveva scatenato passioni così accese fuori dal Portogallo dall’epoca di Amalia Rodrigues, che l’aveva reso popolare in tutto il mondo: Mariza si è esibita al Central Park di New York, durante i Mondiali di calcio del 2002 in Corea e alle Olimpiadi di Atene nel 2004. Ì Nata in Mozambico, Mariza è cresciuta a Lisbona nel quartiere della Mouriara (più esattamente in Travessa dos Lagares), che è proprio uno degli epicentri del fado: è in questo antico quartiere musulmano, tutto salite lastricate, che nacque in Rua do Capelão Maria Severa Onofriana, la prima cantante di fado e, un secolo dopo, Fernando Mauricio, considerato il re del fado della Mouriara. Nella capitale portoghese sono molti i locali in cui ascoltare il fado, come il bistrot A Tasca do Chico, nel Bairro Alto (Rua Diário de Noticias 39).
Le fortificazioni del Castello di São Jorge dominano maestose Lisbona
del ricordo consente... Dalla scena di teatro che gli offrì i suoi primi turbamenti amorosi al puro impressionismo, la strana alchimia riesce e fa sfuggire questo film corto (un’ora soltanto) a ogni consueta classificazione, tranne forse quella della poesia.
258 Ì Si passeggia volentieri per Porto guidati dai ricordi raccontati dalla voce di Manoel de Oliveira, che è nato e ancora vive, a più di cent’anni, in questa città costruita sul fianco della collina, collegata a Vila Nova de Gaia dal ponte Dom Luis: girovagando per le vie della città vecchia ci si ritrova immancabilmente davanti al Café Majestic, puro prodotto della Belle Époque. Si apre la porta e sorpresa!, nulla è cambiato in questo luogo aristocratico dove Oliveira ha filmato se stesso da giovane, interpretato dal nipote, seduto a un tavolo solitario davanti ai tormenti dell’adolescenza.
483 I MAIA (LISBONA) Eça de Queirós, 1888
w I Maia sono una nobile stirpe quasi estinta, il cui ultimo rampollo, Carlos, s’innamora perdutamente di una donna dal passato oscuro. Diversamente da ciò che lascia intendere il sottotitolo, Episodi della vita romantica, questo monumento della letteratura portoghese del XIX secolo appartiene alla corrente del naturalismo, al quale José Maria Eça de Queirós si avvicinò durante la permanenza a Parigi, dove frequentò Émile Zola. In compenso, la linfa del romanzo è tutta portoghese: il percorso del protagonista ricorda quello della giovinezza dell’autore e il centro della trama si svolge in seno alla società aristocratica e decadente di Lisbona, contro la quale la critica di Queirós è tagliente e irreprensibile. Ì La Lisbona dei Maia è quella del Chiado e della Rua das Janelas Verdes nella città bassa, non lontano dal porto, dove alberghi, negozi e il Museu Nacional de Arte Antiga hanno mantenuto il loro carattere ottocentesco. Eça de Queirós, come il suo eroe Carlos, veniva dalla Valle del Douro, nel nord del paese, ma, soprattutto hanno entrambi studiato a Coimbra, la più antica città universitaria del paese, che ha conservato un magnifico centro storico costellato di edifici di tutte le epoche.
484 CAPITANI D’APRILE (LISBONA) Maria de Medeiros, 2000, Portogallo
y All’inizio degli anni ’70 il Portogallo è governato da una dittatura ormai logorata dalle sue interminabili guerre coloniali in Africa. I Capitani d’aprile sono quei militari che, il 25 aprile 1974, rovesciarono il regime con un colpo
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José Saramago, 1989
w Per un sì o per un no si cambia il proprio destino, e quello del proprio paese. Per un no in questo caso, più precisamente un não in portoghese: quello che Raimundo Silva, correttore di bozze di una casa editrice, aggiunge in una frase fondamentale di un libro dedicato alla storia del Portogallo. E il saggio artigiano delle riletture letterarie passa così dall’attenta sorveglianza delle leggi grammaticali alla grande avventura della scrittura – per colpa di questo não, che fa sparire i crociati dalla disfatta moresca di Lisbona nel XII secolo, viene ribaltato niente di meno che l’evento fondante della nazione portoghese – e dell’amore per la sua nuova caposervizio. La più dolce delle eversioni: dire no alla storia, dire sì all’amore. Ì Potreste ricostruire senza difficoltà le vicende dell’assedio di Lisbona: la fortezza moresca è sempre in piedi e domina la città dall’alto della collina più alta del centro storico. Convertita nel frattempo in palazzo reale con il nome di Castello di San Giorgio (São Jorge), la fortezza è stata teatro di molti altri eventi importanti della storia del Portogallo. La visita al castello, che grazie a restauri condotti nel XX secolo ha ritrovato il suo aspetto medievale, è una delle tappe imprescindibili di un soggiorno a Lisbona, non fosse altro che per la salita fino al monumento, attraverso alcuni dei vicoli più belli della città vecchia, e per il panorama che si gode di lassù.
di stato rapido e pacifico, e che Maria de Medeiros filma qui con un’ammirazione venata di tenerezza. Attrice nota soprattutto per il suo ruolo in Pulp Fiction di Quentin Tarantino, interpreta nel film il ruolo della ragazza di uno dei due capitani sui quali è incentrato il racconto.
Ì Un tempo in Praça Dom Pedro VI si teneva il mercato dei fiori di Lisbona: in questa piazza, nel giorno del colpo di stato i soldati e la popolazione cominciarono ad adornarsi con dei garofani (era la stagione!). Una delle scene più importanti del film, quella in cui l’eroe avanza da solo, con un fazzoletto in mano, davanti a un muro di soldati pronti a sparargli contro prima che li raggiunga, è stata girata in Rua Arsenal, quasi irriconoscibile con le cortine di ferro tirate e i carri armati che occupano tutta la carreggiata.
486 LISBON STORY Wim Wenders, 1995, Germania/Portogallo
y L’arte dell’illusione: immagini di Lisbona in bianco e nero, ma seppiate e tremolanti. Del suo tram che si fa largo nei vicoli scoscesi e lastricati, del suo mercato coperto attraversato da bambini, anziani e cani, dell’antico meccanismo di una campana. Non sono tracce del passato: sono pezzi di pellicola impressionata con una macchina da presa ‘cinématographe Lumière’ quasi un secolo dopo la sua invenzione. Una Lisbona malridotta, certo –come la casa dai muri ricoperti da vecchi azulejos occupata dal regista e dal tecnico del suono che sono i protagonisti di questo film–, ma anche una Lisbona idealizzata, ossessionata dal dolce vivere, dalla poesia di Pessoa, e dove in un memorabile cameo Manoel de Oliveira adotta un’andatura alla Chaplin.
Ì Uno dei motori del film è il tram di Lisbona, che offre una carrellata ideale per le vie e salite della città. Entrato in servizio nel 1873, presenta un grande interesse turistico anche perché utilizza delle carrozze storiche restaurate. Queste vetture, che procedono sballottando e sono riconoscibili per il colore giallo, sono un vero patrimonio viaggiante e il mezzo di trasporto più incantevole per visitare il centro di Lisbona, ovviamente quando non sono pieni.