7 minute read
LA THAILANDIA IN PAROLE E IMMAGINI
Incantevoli mezzelune di sabbia, templi dai colori cangianti, foreste tropicali… Regina del turismo, la Thailandia ha fatto da sfondo a numerosi libri e film che ne mostrano anche il lato meno seducente.
w Molti anni prima di scrivere il suo romanzo più famoso, Il pianeta delle scimmie, Pierre Boulle fu ufficiale di collegamento delle forze della Francia Libera nel sud-est asiatico durante la seconda guerra mondiale. Catturato dai militari della Francia di Vichy, fu internato in un campo di prigionia in Indocina. Questa esperienza gli ispirò il primo romanzo, che narra la storia della costruzione di un ponte da parte di militari britannici catturati dai giapponesi sulla linea ferroviaria che l’esercito nipponico realizzò, tra il 1942 e il 1943, per collegare la Thailandia alla Birmania. Una schiavitù militare che fece migliaia di morti tra i britannici. Anche se Boulle non indugia sulle condizioni di detenzione e sullo sfruttamento dei prigionieri, sotto la sua penna la costruzione del ponte diventa il paradigma del dilemma mortale tra disciplina e ribellione. Un dilemma che David Lean VIAGGIARE IN POLTRONA
Advertisement
risolverà in modo spettacolare nel film (girato nello Sri Lanka) tratto dal libro, reso memorabile dalla marcia fischiettata dai prigionieri, composta da Malcolm Arnold.
Ì Il ponte sul Fiume Kwai esiste tuttora: quello originale, di legno, è stato ricostruito in metallo nello stesso sito, a Kanchanaburi, non lontano dal confine con il Myanmar. Il ponte è aperto ai visitatori; alla sua costruzione e alle numerose vittime che provocò, la città ha dedicato un monumento commemorativo e due musei.
© RUE DES ARCHIVES / BCA
065 UNA NOTTE DA LEONI 2 (BANGKOK/KRABI)
Todd Phillips, 2011, Stati Uniti
y Non facciamoci ingannare: Una notte da leoni 2 è la copia quasi conforme del primo episodio – tre amici si svegliano in una camera d’albergo a soqquadro all’indomani di un turbolento addio al celibato di cui non ricordano nulla e partono alla ricerca del quarto compare di cui si sono perse le tracce – ma la scelta di spostare le riprese in Thailandia aggiunge un pizzico di pepe al copione, con scene d’azione demenziali e ancora più politicamente scorrette. Una volgarità consapevole, che sta alla base del successo della serie e che, paradossalmente, non intacca l’immagine della Thailandia, la cui fama di paese dei piaceri proibiti è nota: in fin dei conti è agli americani che dà di volta il cervello, non ai thailandesi, anche se le sedute di meditazione buddhista, i peep show, le prostitute di sesso incerto e le spiagge esotiche sono indubbiamente thailandesi. Ì I quartieri più pittoreschi di Bangkok sono teatro di un inseguimento con mafiosi russi, ma la location più bella è la spiaggia di Krabi, affacciata sul Mare delle Andamane. Considerata una delle mete turistiche più incontaminate del paese, la provincia di Krabi ospita il Parco Nazionale di Koh Lanta, dove di trova l’isola su cui è stato girato un reality show che ha avuto grande successo in Francia. Il miglior periodo per le immersioni, il trekking o la speleologia va da ottobre ad aprile, quando il clima è secco grazie al monsone d’inverno.
066
Guy Hamilton, 1974, Gran Bretagna
y I film di James Bond hanno sempre oscillato tra un eccesso di seriosità (specie in questi ultimi anni) e una certa deriva grottesca, che è divertente quando è consapevole. È il caso di questa pellicola: se volete rilassarvi dalle espressioni da Terminator di Daniel Craig, correte a rivedere L’uomo dalla pistola d’oro, dove James Bond affronta uno spietato killer di nome Scaramanga (interpretato da Christopher Lee) spalleggiato da un nano coriaceo (l’inimitabile Hervé Villechaize) su un’isola paradisiaca, fa acrobazie con l’auto da una riva all’altra di un canale di Bangkok, flirta con una svedese bionda e una svedese bruna e subisce una lezione di arti marziali da due gemelle thailandesi in divisa da collegiali. In questo episodio della serie, l’agente 007 è interpretato da Roger Moore. Tralasciando certe scene un po’ scontate, come Britt Ekland nascosta nell’armadio, è un film assolutamente sublime, al cui confronto Austin Powers sembra un dramma scandinavo. Ì L’ente del turismo thailandese deve ringraziare L’uomo dalla pistola d’oro, che all’epoca fece una pubblicità senza precedenti alla Baia di Phang Nga, nel Mare delle Andamane, dove si trova Ko Phing Kan, l’isola di Scaramanga, ormai nota come ‘isola di James Bond’. Con il volto di Pierce Brosnan, l’agente 007 tornerà nella Baia di Phang Nga per il finale della pellicola Il domani non muore mai, anche se nella finzione filmica l’azione si svolge nella Baia di Halong, in Vietnam.
067 LO ZIO BOONMEE CHE SI RICORDA LE VITE PRECEDENTI (ISAN) Apichatpong Weerasethakul, 2010, Thailandia
44 y Prendete il soprannaturale senza isteria, la magia senza effetto fumo, la reincarnazione e aggiungetevi la meditazione inconscia, dilatata, su un ricordo in parte vissuto e in parte sognato: avrete davanti a voi lo zio Boonmee, che certo si ricorda le vite precedenti, ma soprattutto sfugge a tutti i codici, doma tutti i generi e sembra restituire al cinema il suo fine primario, saper meravigliare, districandosi tra ritmi e luci con la stessa disinvoltura di un serpente d’acqua. Qui siamo alle soglie di tutto: della vita e della morte, con il protagonista agonizzante; della natura e della civiltà, nel più selvaggio dei paesaggi thailandesi; del cinema e della video art, con
l’uso elastico del 16 mm. A forza di giocare con i limiti, Weerasethakul ha ottenuto il premio più ambito, la Palma d’Oro.
Ì L’Isan, la parte nord-orientale della Thailandia, è una regione con una peculiare identità locale in cui le influenze thailandesi si mescolano con quelle laotiane, dato che parte cospicua della popolazione discende dal vicino Laos. È proprio al confine con il Laos, sulla riva ovest del Mekong, nella provincia di Nakhon Phanom, che Weerasethakul ha trovato questa zona cuscinetto frapposta tra epoche ed elementi diversi – grotte, fiumi, giungla.
068 SOLO DIO PERDONA (BANGKOK) Nicolas Winding Refn, 2013, Francia/Danimarca/Thailandia
y Bangkok, rosso. È il colore dei neon che illuminano la città di notte; il colore delle labbra dipinte delle giovani prostitute in mostra nelle vetrine dei postriboli di lusso della capitale; il colore del sangue che scorre nelle camere appiccicose dei bordelli, sui ring della boxe thailandese e dai peni mozzati a colpi di sciabola. Una sciabola piccola, stereotipata quasi come Vithaya Pansringarm, dietro il cui fisico da tranquillo poliziotto prossimo alla pensione si cela un giustiziere crudele e implacabile, al cui confronto l’ispettore Callaghan è il Mahatma Gandhi. La violenza nel film di Nicolas Winding Refn ha fatto scorrere fiumi d’inchiostro sin dalla sua presentazione al festival di Cannes: un gioco al massacro gratuito e neofascistoide o una saga moderna e simbolista? La risposta va ricercata nel regista al quale è dedicata la pellicola, Alejandro Jodorowsky, il quale nelle sue opere porta il sangue e l’incesto a tali estremi che prenderne le distanze è pura questione di sopravvivenza.
In Thailandia, come ovunque, James Bond (qui interpretato da Roger Moore) è immancabilmente oggetto di attenzioni da parte delle donne
Ì Primo omicidio e prima esecuzione del film: la camera di un albergo malfamato che è bene resti tale. Ultimo omicidio del film: la camera di un hotel di lusso, con vetrate e vista su Bangkok. Avatar alberghiero di uno dei più grandi centri commerciali di Bangkok, l’Emporium, con le sue suite a cinque stelle, permette di guardare dall’alto lo squallore dei bassifondi della città, ma non di sottrarvisi.
069 PIATTAFORMA (BANGKOK/ PHUKET/KO PHI PHI) Michel Houellebecq, 2001
w Houellebecq in Thailandia, è un po’ come vedere Droopy a uno spogliarello. Tiene il broncio per tutto il libro, ma ha qualche istante fugace di felicità in cui si dice contento. Sempre tenendo il broncio. Houellebecq posa il suo sguardo disincantato e caustico sul turismo sessuale in Thailandia con originalità: da semplice consumatore depresso, il protagonista – di nome Michel, guarda caso – ne diventa una delle menti. ‘Visto che questi misteri ci oltrepassano, fingiamo di esserne gli organizzatori’, diceva giustamente Cocteau. Houellebecq lo prende in parola, si immerge nelle bassezze di una civiltà occidentale venuta a esorcizzare le proprie frustrazioni nei bordelli thailandesi e trascina con sé il lettore, assestandogli una serie di crudezze che non lasciano dubbio circa il tenore dei suoi propositi.
Ì Prima di infilarsi nei centri di body massage e nei bar di prostitute di Bangkok, Michel parte per un breve giro sulle spiagge da sogno della Thailandia – Patong Beach a Phuket e le spiagge delle isole Phi Phi, devastate dallo tsunami nel 2004. Ricostruite a tempo di record (in meno di dodici mesi), le strutture turistiche sono oggi tornate ad accogliere i tanti visitatori che giungono ogni anno.