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LA SPAGNA DA CERVANTES AD ALMODÓVAR

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PAESAGGI LUNARI

PAESAGGI LUNARI

Una chitarra flamenca, un romanzo picaresco, un film di Almodóvar: non occorre altro per sentire il fuoco dell’anima iberica. Comodamente seduti a casa vostra, attraversate i Pirenei al seguito di questi esuberanti personaggi.

275 DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA (LA MANCHA) Miguel de Cervantes, 1605-15

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w Per imitare le gesta narrate dai romanzi cavallereschi che divorava, Don Chisciotte uscì dalla sua biblioteca per entrare nelle nostre, fino a diventare parte dell’inconscio collettivo. Destino ironico, visto che i veri classici sono quelli che tutti conoscono anche senza averli (necessariamente) letti. Eppure, il Don Chisciotte è un libro assolutamente da rileggere, che non si riduce alla sola figura iconica del vecchio hidalgo allampanato in groppa al suo Ronzinante. La coppia che egli forma con il pingue e bonario Sancho Panza è il prototipo del duo comico, e le avventure che

vivono, malinconica parodia del genere epico, segnano la nascita del romanzo moderno. Perché Don Chisciotte siete voi, siamo tutti noi, che al termine di un libro di avventure o di un film romantico proiettiamo sulle nostre vite banali il sogno di un’epopea grandiosa.

Ì La Mancha, certo, ma poi? Vari villaggi sono stati associati alle avventure di Don Chisciotte, come Villanueva de los Infantes, che da allora si fregia ufficialmente del titolo di ‘El lugar de la Mancha’, in riferimento all’incipit del libro. In realtà tutta la regione sfrutta il fatto di essere stata il teatro delle imprese del bizzarro hidalgo, preservando con cura i famosi mulini a vento scambiati per giganti. Se il vostro giro in Spagna non contempla tappe nella Mancha, sappiate che potete incontrare gli avatar bronzei di Don Chisciotte, Sancho Panza e dei rispettivi cavalli in Plaza de España, a Madrid, sovrastati dal loro autore.

276 VOLVER – TORNARE (MADRID/CASTIGLIALA MANCHA) Pedro Almodóvar, 2006, Spagna

y Nelle parole di ‘Volver’, uno dei più celebri tanghi interpretati da Carlos Gardel, c’è tutto il senso del film. Il ritorno di Raimunda (Penelope Cruz) nel borgo natio, in seno alla famiglia, è anche il ritorno di Pedro Almodóvar alle sue radici, nella regione della Mancha. La pace dei patios e delle viuzze lastricate dall’atmosfera provinciale, evidentemente, è soltanto una facciata. Il più famoso dei cineasti spagnoli contemporanei vi declina infatti tutti i temi che gli sono cari (stupro, incesto, trasgressione e travestimento in senso lato), ma qui tocca, probabilmente, nuove vette in termini di scrittura e di direzione delle attrici, che nell’occasione si sono distinte vincendo un premio collettivo per l’interpretazione femminile al festival di Cannes. VIAGGIARE IN POLTRONA

Ì Madrid è il palcoscenico privilegiato dei film di Almodóvar e Volver non fa eccezione alla regola, focalizzandosi su Vallecas, un vecchio borgo diventato un quartiere operaio della capitale. Questo film, tuttavia, è più interessante per la visita del cineasta ai luoghi della sua infanzia. Egli torna ad Almagro, dove aveva già girato Il fiore del mio segreto, e apre il flim con una scena nel cimitero di Calzada de Calatrava, il suo paese natale. L’ufficio turistico della regione di Castiglia-La Mancha ha creato una ‘Ruta Cinematográfica Almodóvar’, un itinerario turistico che tocca sia i luoghi di ripresa sia quelli dove ha vissuto il regista.

277 MANOSCRITTO TROVATO A SARAGOZZA (SIERRA MORENA) Jan Potocki, 1804 e 1810

w Jan Potocki è forse il primo romanziere autenticamente europeo:

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L’APPARTAMENTO SPAGNOLO (BARCELLONA)

Cédric Klapisch, 2002, Francia/Spagna

y Non è un segreto per nessuno, il miglior modo di scoprire un paese è viverci. Cédric Klapisch fece una pubblicità senza precedenti al programma europeo per la mobilità degli studenti universitari Erasmus mandando il suo protagonista, uno studente interpretato da Romain Duris, a Barcellona. Girato in pochi mesi con una rasserenante libertà di forma e tono, L’appartamento spagnolo fa della capitale catalana la cornice amorosa e solare di un bel racconto d’iniziazione. C’è un po’ del rapporto Truffaut/Léaud nella relazione Klapisch/Duris: dopo aver dato all’attore il suo primo ruolo importante (in Le Péril jeune), il regista ne ha fatto il proprio alter ego sullo schermo nei tre sequel in cui ha raccontato le varie tappe della vita di Xavier da adulto, L’appartamento spagnolo, Bambole russe e Casse-tête chinois. Ì Difficile non acquistare un biglietto per Barcellona dopo aver visto il film: Klapisch non solo compie un giro turistico in piena regola delle principali attrattive della città, Sagrada Familia – l’ardita cattedrale progettata da Gaudí – in testa, con tanto di passeggiata sulla Rambla e aperitivo in Plaza Real, ma soprattutto rende giustizia allo spirito festoso e dinamico della città, peraltro polo economico e industriale del paese.

Nello splendido Tristana, girato a Toledo, Catherine Deneuve interpreta il ruolo di una donna dal tragico destino

150 il Manoscritto trovato a Saragozza è l’avventura di un fiammingo scritta da un polacco, in francese, che si presume fosse stata tradotta dallo spagnolo! La fonte d’ispirazione è ancora più universale in quanto, ambientando le vicende eroticofantastiche del giovane ufficiale Alfonso van Worden nella Sierra Morena, l’inquietante e selvaggia catena montuosa tra l’Andalusia e La Mancha, Potocki contrappone leggende e fantasmi delle tradizioni ebraiche, gitane e islamiche che segnarono la Penisola Iberica prima della Reconquista. In questa sierra desertica, su cui soffia un vento gelido, fetidi cadaveri sembrano sostituirsi per qualche sortilegio alle forme sensuali – virginali o diaboliche? – di ninfe orientali. Ma questo non è che la porta di un labirinto narrativo dove la Cabala danza con Le mille e una notte.

Ì Saragozza, il capoluogo dell’Aragona dove il manoscritto viene trovato dopo quasi mezzo secolo dalla sua stesura, è soltanto il preambolo al magico paesaggio della Sierra Morena. Questa catena montuosa, che si distende per 450 km fin quasi in Portogallo, deve il nome al colore scuro delle rocce e al fatto di essere stata in passato un rifugio di briganti. Il Guadalquivir, che nasce tra questi monti, è navigabile fino a Siviglia, forse la più bella espressione della tolleranza architettonica e religiosa della Spagna araba.

279 CONCERTO D’ARANJUEZ (ARANJUEZ) Joaquín Rodrigo, 1939

x L’immensa notorietà del secondo Concerto d’Aranjuez, e in particolare del secondo movimento, subito divenuto il più riconoscibile biglietto da visita musicale della Spagna (trasmesso a ciclo continuo sugli aerei dell’Iberia!), è dovuta all’audace incontro tra flamenco e musica classica che Joaquín Rodrigo favorì ponendo al posto d’onore la chitarra. Consapevole del carattere folkloristico dello strumento, Rodrigo diede una dolcezza tutta meridionale alla ricchezza melodica della composizione. Il concerto celebra il villaggio e il palazzo reale di Aranjuez, evocando la calda pace dei suoi giardini e la frescura delle rive del Tago in variazioni ritmiche che suonano come altrettante variazioni di luce.

Ì È a una quarantina di chilometri da Madrid che Filippo II, nella seconda metà del XVI secolo, iniziò la costruzione del palazzo reale di Aranjuez per farne la sua residenza

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Luis Buñuel, 1970, Francia/Italia/Spagna

y Dei 35 film che realizzò, Luis Buñuel, il più grande cineasta spagnolo, ne girò soltanto tre nel suo paese d’origine. Las Hurdes (1933) era l’impietosa denuncia della miseria in una regione – Las Hurdes, in Estremadura – abbandonata dallo stato; la presa del potere da parte Franco, di lì a poco, non permetterà il ritorno in Spagna di questo cineasta tenacemente antimilitarista e anticlericale. Tristana ebbe un destino meno travagliato di Viridiana, girato 10 anni prima e censurato dal regime franchista nonostante la grande similitudine d’intenti tra i due: entrambi raccontano le vicende amorose di una giovane donna schiacciata da costrizioni sociali e familiari inaccettabili, ed entrambi hanno Fernando Rey nel ruolo di viscido protettore… Uno dei punti di forza di Tristana fu la scelta di Catherine Deneuve nel ruolo di protagonista: abbandonati gli abituali panni di seduttrice, l’attrice, con la sua giovinezza e la sua bellezza, sembra avvizzire senza rimedio nella società borghese di Toledo. Ì Nell’autobiografia intitolata Dei miei sospiri estremi Luis Buñuel racconta le gite che lui, Salvador Dalí e Federico García Lorca erano soliti fare a Toledo all’inizio degli anni ’20. La scelta di girare Tristana a Toledo era un modo per ritrovare la città della sua gioventù e del suo periodo surrealista. Il centro storico, appollaiato in collina, è stato reso magistralmente nel film. La cattedrale gotica dove la Deneuve si china sul viso di una figura sdraiata è la stessa in cui giovane Buñuel ebbe una visione in seguito alla quale fondò la goliardica confraternita ‘Ordine di Toledo’.

primaverile. La costruzione, che proseguì fino al regno di Carlo III, reca sostanzialmente l’impronta di Juan de Herrera, l’architetto che progettò anche l’Escorial. I giardini del palazzo, affacciati sulla riva settentrionale del Tago, sono di epoca più recente e si devono al paesaggista francese Esteban Boutelou. Come l’Escorial in precedenza, nel 2001 sono stati inseriti dall’UNESCO nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità.

281 THE LIMITS OF CONTROL (MADRID, ANDALUSIA) Jim Jarmusch, 2009, Stati Uniti

y Estetica del killer. Un abito in tinta unita stirato in modo impeccabile. Due espressi in tazze separate. Visite metodiche al Museo Reina Sofía. Il laconico percorso di Isaac de Bankolé in Spagna, da Madrid al Desierto de Tabernas, socchiude una porta su una vertigine di accordi (e raccordi cinematografici) concepiti come associazioni di idee: ‘la nuda’, interpretata da Paz de la Huerta, richiama un nudo del pittore Roberto Fernández Balbuena, una veduta di Madrid si confonde con la rappresentazione iper-realistica datane da Antonio López (Madrid desde Capitán Haya) e l’arrivo in una stazione deserta ricorda, inevitabilmente, Sergio Leone. Il filo dell’intreccio è sottile e lineare come le corde della chitarra che il killer solitario porta con sé e di cui farà un uso singolare, mentre la Spagna di Jarmusch è la cornice di un ‘neonoir’ luminoso e postmoderno.

Ì Il Reina Sofía, visitato regolarmente dal lupo solitario di Jarmusch, è il più grande museo d’arte moderna e contemporanea della Spagna. Esso costituisce il vertice avanguardista del ‘Triangolo d’Oro’ dell’arte madrilena, completato dal Prado e dal Thyssen-Bornemisza. Ospita, tra i vari capolavori, Guernica di Picasso. Situato in un ex ospedale del XVIII secolo, il museo ha più che raddoppiato la propria superficie espositiva nel 2005, con un ampliamento di Jean Nouvel.

151 LA SPAGNA DA CERVANTES AD ALMODÓVAR

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