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SOGGIORNARE NEL LUSSO GUARDANDO UN FILM
Entrare in un hotel a cinque stelle è una di quelle piccole soddisfazioni che ci si vorrebbe poter concedere più spesso. Per fortuna c'è il cinema che ci apre le porte di questi alberghi. Non perdete l'occasione!
295 OCEAN’S ELEVEN (BELLAGIO TOWERS, LAS VEGAS) Steven Soderbergh, 2001, USA
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y Un cast e un’ambientazione a cinque stelle. Dovendo fare il remake del film di Lewis Milestone, che contava tra gli interpreti crooner del calibro di Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr., tanto valeva mettercela tutta: e allora Steven Soderbergh si concede il lusso di coinvolgere George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Julia Roberts, e di scegliere come sfondo lo sfarzoso Bellagio di Las Vegas. Gli uomini di Danny Ocean assaliranno simultaneamente il Mirage e l’MGM Las Vegas, ma è il Bellagio che avrà la parte del leone, dato che nel film il suo proprietario è il rivale in amore di Ocean, interpretato da Andy Garcia –un bersaglio privilegiato.
158 Ì Appena nato è subito diventato una star del grande schermo: il Bellagio, nella migliore tradizione di Las Vegas, è spuntato come un fungo nel 1998 e si è imposto come una tappa obbligata della capitale mondiale dei casinò, e meno di tre anni dopo è stato scelto da Steven Soderbergh come location per le riprese del suo film: il regista ci regala una visita completa del casinò e dell’hotel, dal portone al parcheggio, passando per le camere e gli uffici della direzione. Questi ultimi sono l’unica zona non visitabile del complesso, che da allora si è arricchito di una nuova spa e di una galleria d’arte.
296 L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO (LA MAMOUNIA, MARRAKECH) Alfred Hitchcock, 1956, USA
y Il colpo di piatti più celebre della storia del cinema dà l’avvio a un intrigo spionistico che si infittisce al La Mamounia, l’albergo più celebre di Marrakech. Per questo remake dell’omonimo film da lui stesso diretto venti anni prima, Alfred Hitchcock sposta l’azione dalla Svizzera al Marocco: da luogo da sogno stile Mille e una notte le vie di Marrakech si trasformano per una famiglia di americani in un inquietante covo di spie, quando l’avventura viene letteralmente a bussare alla porta della loro camera al La Mamounia. Anche il quadro idilliaco del ristorante dell’albergo, dai cangianti arabeschi orientali, si rivela a sua volta teatro di finzioni…
Ì Nel cuore del centro storico di Marrakech, La Mamounia è circondato dalla frescura di un giardino bicentenario e, dal 2009, di uno stile che coniuga cultura ispanomoresca e modernità, firmato Jacques Garcia. Classificato come cinque stelle, l’hotel è da tempo un approdo obbligato per ogni visitatore illustre; oggi gli alberghi di lusso a Marrakech si sono moltiplicati, ma nessun altro può vantare tra i propri ospiti del passato personaggi del calibro di Winston Churchill, Charles de Gaulle, Charlie Chaplin, Joséphine Baker, Jacques Brel e Orson Welles!
297 IL CODICE DA VINCI (RITZ, PARIGI) Ron Howard, 2006, USA
y A quanto pare i professori dell’università di Harvard percepiscono un trattamento tale da permetter loro di soggiornare al Ritz quando vanno a Parigi a sventare complotti mondiali; l’ha affermato Dan Brown nel suo best-seller internazionale
In Lost in translation, Bill Murray si concede un po’ troppo alla bottiglia. Per fortuna c’è Scarlett Johansson che lo riaccompagna all’hotel.
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LOST IN TRANSLATION (HYATT PARK TOWER, TOKYO)
Sofia Coppola, 2002, USA/Giappone
y Anima persa a Tokyo cerca compagna di malinconia. Non c’è bisogno di pubblicare un annuncio: le anime smarrite nella lingua giapponese e nella moltitudine ronzante di Tokyo s’incontrano al bar dell’albergo, così alto che domina la città, così alto (e a un’ora così tarda) che sembra esso stesso isolato nella megalopoli. “La poesia è ciò che si perde nella traduzione”, aveva scritto il poeta americano Robert Frost. Bill Murray, nel ruolo di un Buster Keaton scombussolato dal jetlag, e Scarlett Johansson, la cui carriera fu lanciata proprio da questo ruolo di primo piano, costruiscono sullo schermo la loro complicità con il non detto, fino a un mormorio finale che solo loro due conoscono. Ì L’Hotel Hyatt di Tokyo occupa gli ultimi quattordici piani dei 52 di cui è composta la Shinjuku Park Tower, nel quartiere degli affari della città. L’albergo di lusso ha naturalmente un ristorante di alta gastronomia, una piscina, una palestra –e tutti si vedono nel film. Ma la sua carta vincente resta la vista su Tokyo, che nelle giornate di cielo limpido si estende fino al Monte Fuji. Se anche non passate la notte in hotel, potete sempre andare al bar e ordinare un ‘L.I.T.’ (sta per Lost in Translation)…
Il personale dell’Hotel Le Palais in Ho servito il re d’Inghilterra
299 HO SERVITO IL RE D’INGHILTERRA (HOTEL LE PALAIS, PRAGA)
Jiří Menzel, 2006, Repubblica Ceca
y Meno noto in Italia di Milan Kundera, ma più popolare di quest’ultimo nel suo paese d’origine, Bohumil Hrabal è una figura imprescindibile della letteratura ceca, erede di una tradizione che unisce una corrosiva critica politica a un umorismo pungente. Il cineasta Jiří Menzel, che aveva già adattato testi di Hrabal –ha persino ricevuto l’Oscar per il miglior film straniero nel 1967 per Treni strettamente sorvegliati– ha portato sullo schermo il deliziosamente picaresco Ho servito il re d’Inghilterra ambientando le avventure del suo aspirante albergatore nello splendido Hotel Le Palais di Praga, ribattezzato Hôtel Pariz come vuole il romanzo. Cornice ideale della grandeur e della decadenza della Praga politica prima della seconda guerra mondiale, è tutto belle ragazze che danzano sui tavoli e dromedari che stazionano all’ingresso… Ì Ricavato da un edificio della fine del XIX secolo dichiarato monumento storico e trasformato in albergo soltanto nel 2002, Le Palais è una delle gemme della Belle Époque di Praga. È situato nel tranquillo quartiere residenziale di Vinohrady, molto apprezzato dagli stranieri residenti in città, e ha anche un ristorante, Le Papillon. Da notare che altre scene del film sono ambientate nel caffè della Casa Civica, dalla ricca decorazione art nouveau splendidamente conservata.
Il codice da Vinci facendo alloggiare il suo eroe Robert Langdon nella camera 512 del citato albergo, e Ron Howard lo ha confermato nel suo adattamento cinematografico. Tuttavia la troupe hollywoodiana era troppo numerosa per entrare nella 512 o anche in una suite più grande: il Ritz ha allora autorizzato la produzione a prelevare dalla camera un centinaio di oggetti per ricostruirla negli studios di Londra! Dalle tende ai rubinetti, tutto è stato smontato, spedito, filmato e rimontato in meno di due mesi. Ì L’albergo creato da César Ritz nel 1898 in place Vendôme è diventato ben presto un’icona del lusso à la parisienne, scintillante e raffinato al tempo stesso. Nel 2012 ha suscitato scalpore l’annuncio che l’hotel avrebbe chiuso per una completa ristrutturazione, provocando tra l’altro il licenziamento dei suoi 470 impiegati. Ventisette mesi di lavori con l’obbiettivo dichiarato di passare dalla categoria cinque stelle alla denominazione, recentemente istituita, di ‘palace’. La riapertura è prevista nell’estate del 2014.
300 SCARFACE (FONTAINEBLEAU MIAMI BEACH, MIAMI) Brian de Palma, 1983, USA
y È il sogno americano in versione trash, la cui logica è riassunta da Al Pacino a bordo della piscina del Fontainebleau Miami Beach: “In questo paese, devi fare la grana prima. E quando hai fatto la grana, c’hai il potere. E quando hai il potere, c’hai pure le donne”. Ispirato all’omonimo film del 1932, che raccontava l’ascesa di un delinquente italo-americano –ispirato alla figura di Al Capone, a suo tempo soprannominato appunto Scarface– al vertice della malavita di Chicago in pieno Proibizionismo, lo Scarface degli anni ’80 affonda nella polvere di Miami, vale a dire la cocaina, e sanguina abbondantemente dal naso. Da un massacro iniziale con una sega elettrica alla sinfonia finale per mitra, il percorso di Tony Montana, sceneggiato da Oliver Stone, è una success story scritta nel sangue. Ì Il Fontainebleau è l’edificio più noto di Miami Beach, riconoscibile per la sua facciata concava, che compare anche all’inizio di Goldfinger, in Bodyguard o, più recentemente, in un episodio dei Soprano. La città di Miami rifiutò a De Palma l’autorizzazione a girare il film nelle vie della città, nel timore che la pellicola potesse nuocere alla sua reputazione; non è stato invece il caso dell’hotel, che simboleggia l’ambizione al lusso e alle donne di Scarface.
301 LA PANTERA ROSA COLPISCE ANCORA (GSTAAD PALACE) Blake Edwards, 1975, Gran Bretagna/USA
y Più di dieci anni dopo la sua ultima interpretazione del ruolo che lo rese celebre, Peter Sellers vestì di nuovo il soprabito dell’ispettore Clouseau, riprese il suo bell’accento francese e ripartì alla ricerca del favoloso diamante rosa, pretesto per una serie di gag spassose. L’hotel Palace, di cui erano affezionati clienti Blake Edwards e Julie Andrews durante le loro vacanze a Gstaad, non si fece pregare per accogliere le nuove avventure di Jacques Clouseau, che in cambio lo gratificò con alcune delle scene più cult della serie, da “avete una stonza?” alla reception (il genio d’attore di Peter Sellers si apprezza meglio in versione originale), VIAGGIARE IN POLTRONA
fino alla caccia al pappagallo con l’aspirapolvere, momento di pura comicità degno del miglior cinema muto.
Ì Gstaad, nel cantone di Berna, in Svizzera, è frequentata da visitatori illustri, da Madonna a Roman Polanski; il Palace, il suo albergo più prestigioso, è all’altezza della suddetta clientela, su una collina che domina la città. L’hotel ha conservato il fascino vintage che ha nel film, unito alla versione di lusso di uno chalet svizzero con vista sulle Alpi. A quanto afferma il receptionist, molti clienti continuano a chiedere se c’è una ‘stonza’ libera…