7 minute read
I GRANDI ROMANZI D’AVVENTURA
Ogni viaggio è un po’ un’avventura. Ma quando è un romanziere a farvi partire, l’avventura si rivela molto più rocambolesca che nella vita reale!
335 MICHELE STROGOFF (SIBERIA) Jules Verne, 1876
Advertisement
w Tutta l’arte di Jules Verne sta nell’aver inserito nel racconto di un’affannosa corsa da Mosca a Irkutsk, a mo’ di matrioshka russa, le tante prove che Michele Strogoff deve superare per compiere la sua missione, che sulla carta è apparentemente semplice: si tratta di andare dal punto A al punto B. Ma è tra le righe (nemiche, vale a dire tartare) che si mette male. Il successo dell’impresa del corriere dello zar ha
implicazioni che riguardano la patria e lui stesso, la salvezza dell’Impero Russo e la difesa della propria madre, e non ultimo la nascita di un amore. Coraggioso fino al sovrumano, l’eroe attraversa una Siberia messa a ferro e fuoco dai barbari e affronta l’umiliazione e la mutilazione come
Ì Michele Strogoff non è uno dei romanzi ‘visionari’ di Jules Verne, eppure il percorso che lo scrittore immagina per il suo eroe anticipa quello che sarà il tracciato della Transiberiana, deciso l’anno dopo l’uscita del romanzo e inaugurato nel 1891! Attraversando gli Urali e passando per Omsk, Tomsk, fino a Irkutsk, non lontano dal Lago Bajkal, il treno ripercorre l’itinerario del corriere dello zar, il cui viaggio sarebbe avventuroso se Jules Verne l’avesse scritto quattro anni dopo…
336 L’OR0 (CALIFORNIA) Blaise Cendrars, 1925
w La corsa all’oro c’è chi la fa e chi la subisce; Johann August Sutter è tra questi ultimi. Il self made man svizzero protagonista di questo romanzo deve la sua fortuna alla trasformazione della California (allora messicana) in un prospera regione agricola, che lui chiama ‘Nuova Elvezia’. Ma la scoperta della prima pepita d’oro sulle proprie terre, nel 1848, scatena l’invasione di prospettori minerari da tutto il mondo che sottrarranno a Sutter i suoi terreni. Lo svizzero Blaise Cendrars racconta con uno stile nervoso, quasi giornalistico –diventerà qualche anno dopo un grande reporter– il destino del suo compatriota di là dell’Atlantico, dal sogno americano all’incubo aurifero. Ì Fu in una segheria appartenente a Johann Sutter che James Marshall scoprì la prima pepita d’oro della California. Sutter’s Mill si trovava a Coloma, sulle rive dell’American River: l’edificio ricostruito può essere visitato all’interno del Marshall Gold
337
LA VIA DEI RE (CAMBOGIA)
André Malraux, 1930
w Prima di diventare ministro nel governo De Gaulle, Malraux giocò a Indiana Jones nella giungla indocinese per sottrarre dei bassorilievi khmer dal tempio di Banteay Srei; il saccheggio non piacque alle autorità, che condannarono Malraux, il quale tornò a Parigi a mani vuote ma con alle spalle un’esperienza esistenziale unica. La via dei re, “la strada che collegava Angkor al bacino del Menam”, è il risultato di questa esperienza, segnato dall’esuberanza dell’anticonformismo in un’avventura tanto rischiosa quanto surreale. Il passaggio dalla prigionia a Phnom Penh alla conquista del premio Interallié dà la misura del talento di romanziere di Malraux. Ì Il tempio di Banteay Srei è a una ventina di chilometri da Angkor ed era ancora invaso dalla giungla quando Malraux e i suoi due compari vennero a testare sulle sue antiche pietre il loro seghetto. Per quanto immorale, l’impresa ebbe tuttavia il merito di attirare l’attenzione su un sito dal futuro molto incerto e ne permise la tutela e il restauro. Oggi è possibile ammirarlo nel corso di una visita al sito di Angkor.
Discovery State Historic Park, che comprende la zona storica della corsa all’oro. La pepita trovata da Marshall è invece custodita allo Smithsonian di Washington.
338 CAVALIERI SELVAGGI (AFGHANISTAN) Joseph Kessel, 1967
w Scritto da un autentico cittadino del mondo, Cavalieri selvaggi non è il romanzo di un europeo in Afghanistan: gli eroi di questa traversata afghana sono afghani e hanno un carattere così forte e complesso –e così ben descritto– che sembrano raccontarsi da sé. Con l’abilità del grande reporter unita alle qualità del vero scrittore, Kessel riesce a restituire a questo lontano paese la vita e la familiarità dei suoi giochi, dei suoi amori, delle sue caste, della sua bontà e della sua crudeltà, per le quali un cavallo è un tesoro da coltivare, una gamba rotta un motivo d’orgoglio e il ritorno a casa una lotta contro la morte.
Ì Il buzkashi, il gioco equestre nel corso del quale il protagonista Ouroz si rompe la gamba all’inizio del libro, è uno sport tradizionale dell’Asia centrale che consiste nell’impadronirsi della carcassa decapitata di una capra; è molto seguito nel nord dell’Afghanistan, da dove provengono i protagonisti della storia immaginata da Kessel. Il viaggio di Ouroz da Kabul verso la sua provincia natale di Meymaneh è una traversata del deserto… nel senso letterale del termine. Meymaneh ospita oggi una base NATO.
339 ROSSO BRASILE (RIO DE JANEIRO) Jean-Christophe Rufin, 2001
340 IL CERCATORE D’ORO (ISOLA RODRIGUES)
Jean-Marie Gustave Le Clézio, 1985
w Il problema della caccia al tesoro è che l’avventura finisce quando si trova il tesoro. Le Clézio fa coesistere gli aspetti prosaici e i drammi della vita di Alexis –la rovina del padre, cicloni e uragani che devastano i luoghi in cui vive, la battaglia della Somme – con la ricerca dell’oro di un pirata: sarebbe una banale ossessione se non avesse prima di tutto una valenza poetica e non riflettesse un bisogno d’avventura nato nel personaggio durante la sua infanzia, a otto anni. Le Clézio conosce Mauritius perché ci è nato, e conosce bene quell’idea fissa della ricerca del tesoro perché ce l’aveva suo nonno, come scriverà nel suo romanzo successivo, Voyage à Rodrigues. Ì Rodrigues è una piccola e remota sorella di Mauritius, cui è amministrativamente legata; in quest’isola il nonno di Le Clézio cercò per anni il suo tesoro ed è qui che lo scrittore fa tornare continuamente l’eroe del libro. Protetta da una barriera corallina in mezzo all’Oceano Indiano, la più piccola delle isole dell’arcipelago delle Mascarene conserva un sorprendente folclore creolo che mescola tamburi e fisarmonica ed è il frutto dell’incontro fra tradizioni africane e bretoni. Rodrigues è raggiungibile da Mauritius.
© JEAN-BERNARD CARILLET / GETTY IMAGES
182 fuori dalla soffitta della storia di Francia questo episodio coloniale fallito consumatosi sulle rive di Rio de Janeiro, Jean-Christophe Rufin ha resuscitato anche il francese del XVI secolo, quello di Montaigne e di Jean de Léry, consegnandoci un’avventura in cui lo scorbuto fa a gara con la crudeltà dei coloni verso gli indios, in nome di una certa idea di Dio. Un esercizio di stile ben documentato che ha valso al suo autore il premio Goncourt e probabilmente anche l’ingresso all’Académie française. Ì In Brasile sono rimaste poche tracce dell’avventura coloniale francese. Se ne vedono di più in
Normandia: nel 1555 le caravelle di Nicolas Durand de Villegagnon partitono da Le Havre verso Rio con a bordo numerosi marinai normanni. E a Rouen Montaigne –sulla cui scrittura Rufin modella la sua– incontrò gli indios del Brasile nel 1562. I legami tra Normandia e Brasile sono attestati a Rouen dall’insegna dell’hôtel ‘l’Île-duBrésil’, raffigurante degli indios che disboscano una foresta. Fu scolpita verso il 1530 in quel legno rosso che ha dato il nome al Brasile ed è oggi visibile al Musée des Antiquités della città. Figure di nativi brasiliani si trovano anche nella cattedrale, in particolare nella Chapelle de la Vierge.
341 LE RADICI DEL CIELO (CIAD) Romain Gary, 1956
w L’era degli ecologisti non era ancora iniziata quando Romain Gary mise al centro del suo romanzo ambientato in Ciad il massacro degli elefanti della savana. Il governo coloniale dell’allora AEF (Afrique équatoriale française) non è che un ingranaggio nella macchina di indifferenza contro cui Morel,
il protagonista, intraprende la sua crociata per porre fine a una carneficina motivata in origine dalla carne dell’animale, ma dovuta in realtà al commercio dell’avorio. Scampato ai campi di concentramento, Morel si batte contro il totalitarismo della specie umana verso le altre specie viventi. Meno di due anni dopo aver ricevuto il premio Goncourt, il romanzo fu adattato per il cinema da John Huston.
Rodrigues ha sempre ispirato l’opera di Jean-Marie Gustave Le Clézio
Ì Romain Gary ha vinto la battaglia ideologica, quella della necessità della salvaguardia delle specie in pericolo, ma gli elefanti continuano a perdere terreno nell’Africa subsahariana. Gli esemplari nel Parco Nazionale di Zakouma in Ciad sono stati decimati dai bracconieri, spesso provenienti dal vicino Sudan, che usano kalashnikov e lanciarazzi per i loro massacri. Il contrabbando foraggia il mercato dell’arte e della medicina
tradizionale in Asia dove le confische d’avorio sono incredibili (più di quaranta tonnellate in vent’anni, soltanto in Cina). Per i viaggiatori l’unico comportamento responsabile è il rifiuto di acquistare prodotti a base d’avorio.