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CAMERA CAFÉ
Dal diner americano al bistrot francese, certi luoghi conservano un legame molto speciale con il cinema. Primo piano su questi mitici caffè della settima arte.
355 CASABLANCA (MAROCCO) Michael Curtiz, 1942, Stati Uniti
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192 y Melodramma ritrasmesso infinite volte in TV, vincitore di tre Oscar e della medaglia di bronzo nella classifica dei cento migliori film americani (dopo Quarto potere e Il padrino) secondo l’American FilmInstitute. Durante la seconda guerra mondiale, l’americano Rick Blaine gestisce a Casablanca un bar di alto livello dove si incrociano collaborazionisti, trafficanti e membri della resistenza. Rick non s’interessa ai loro affari, ma le cose cambiano quando compare una coppia che cerca un salvacondotto per fuggire dal paese. La moglie è il suo antico amore… Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, sublime, sono una delle coppie più belle del cinema. Poco importa se nel film si susseguono i cliché: questo teatro d’ombre messo in luce da un mago del chiaroscuro, Arthur Edeson, ha ossessionato generazioni di cinefili.
vennero realizzate negli studios hollywoodiani della Warner, in California. Ma la leggenda è diventata realtà: un’americana ha ricostruito il nightclub, il Rick’s Café, e la sua atmosfera musicale in un riad degli anni ’30 nel cuore della medina di Casablanca. Non manca nulla all’atmosfera esotica dei luoghi. Il film di Curtiz viene proiettato non-stop al primo piano. Non si finisce mai di rivederlo e di mormorare all’orecchio del piantista: “Play it Sam. Play As Time Goes By”… Un solo difetto: il prezzo delle consumazioni proibitivo per la clientela marocchina.
356 LOLA, DONNA DI VITA (NANTES) Jacques Demy, 1961, Francia
y Jacques Demy aveva già girato le scene di Lola quando incontrò Michel Legrand e gli chiese di scrivere la musica del film, di cui in origine si doveva occupare Quincy Jones. Doppia sfida: Legrand aveva pochi giorni per comporla e registrarla, ma soprattutto doveva creare la canzone da cabaret che Anouk Aimée interpreta facendola corrispondere ai movimenti delle labbra dell’attrice che aveva recitato la scena (girata come il resto del film in muto) senza conoscere né la musica né le parole! Il risultato è stupefacente e segna l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione tra il regista e il musicista.
Ì Prima di essere l’ambientazione del film, Nantes fu teatro dell’infanzia di Demy, come testimonierà la sua compagna Agnès Varda nel bellissimo Garage Demy. In Lola, suo primo lungometraggio, il regista compone un quadro affettuoso e nostalgico dei luoghi in cui crebbe, tra cui l’emblematico passage Pommeray –costruito nel 1843 con una vetrata che fa filtrare una bella luce naturale– e la Cigale, il cabaret dove si esibisce la sua eroina. Questa brasserie di place Grassin aperta nel 1895 è stata dichiarata nel 1992 monumento storico e ciò ha permesso di tutelarne la decorazione interna, dalla ricchezza tipica dell’epoca dell’art nouveau. È aperta dalle 7.30 a mezzanotte, per un pasto completo o per un semplice caffè.
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Percy Adlon, 1987, Germania
y Scaricata dal marito, una grassa signora tedesca capita in un motel sperduto nel Deserto del Mojave, tra Los Angeles e Las Vegas. Il ‘Bagdad Café’ raccoglie gli emarginati dei dintorni e la sua proprietaria, una mama nera non propriamente accogliente, finisce per adottare la naufraga teutonica, che con i suoi giochi di prestigio trasformerà il misero locale in un allegro music-hall. Un film culto degli anni ’80, dai colori seppiati. Ì Il Bagdad Café esiste ancora, ma non a Bagdad, un villaggio fantasma sulla mitica Route 66. Lo troverete a est di Barstow, a Newberry Springs, ai piedi di una scura montagna che l’arte dell’operatore di ripresa ha quasi cancellato dallo sfondo. Il posto non è così isolato come appare sullo schermo e si trova in una sorta di sobborgo. L’interno ha mantenuto la sua atmosfera, con l’arredamento anni ’50, la similpelle, i colori sbiaditi. La tettoia è scomparsa, il motel ha chiuso, ma i muri del diner sono coperti da ex-voto, vale a dire T-shirt lasciate da fan, per la maggior parte europei. La nostalgia fa lavorare questo piccolo locale che serve bistecche e patatine fritte a 7,95 dollari e birra a 3 dollari.
Nino Quincampoix (Matthieu Kassovitz) al Café des 2 Moulins dove lavora Amélie Poulain (Audrey Tautou)
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IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE (PARIGI)
Jean-Pierre Jeunet, 2001, Francia
y Alzi la mano chi non ha visto questa commedia romantica ambientata a Montmartre! È stato un record mondiale al box-office per un film francese (23 milioni di biglietti venduti), prima dello tsunami di Quasi amici. Il regista, che aveva firmato Alien - la clonazione, ha avuto carta bianca per mettere a frutto il suo talento di inventore di immagini e innovare il genere del realismo poetico. Amélie è una cameriera di un bar di Montmartre che ha deciso di impegnarsi per rendere felici le persone. Aiutata da un’innata capacità di osservazione, ha una vocazione che la porta a incontrare una folla di personaggi, compreso un principe azzurro la cui vita oscilla fra il lavoro in un sexy shop e un hobby un po’ bizzarro che riguarda le foto delle macchinette per le fototessere. Questa gioiosa baraonda ha lanciato la carriera di Audrey Tautou. Ì C’è chi ha criticato Jeunet per aver mostrato una Montmartre da cartolina e dai colori retrò, vicina ai cliché di Doisneau e lontana dalla realtà del quartiere. Ma il regista ha voluto disegnare una mappa del paese d’Amore, e l’incanto della storia non mirava al documentario sociologico. Passeggiando per il quartiere si possono comunque ritrovare alcuni ambienti, anche se la tabaccheria ha chiuso nel 2002. Tappa obbligata al Café des 2 Moulins al 15 di rue Lepic, diventato un’attrazione turistica. Poi bisogna fare la spesa alla drogheria di Collignon, rue des Trois-Frères, o al Marché de la Butte, con il suo banco di primizie. Sullo sfondo il Sacré-Cœur e i suoi negozi di souvenir. Americani, coreani, finlandesi, tutti l’adorano. Sorridete, siete ripresi.
© RUE DES ARCHIVES / BCA
cinquantesimo anniversario del soggiorno della troupe che ha filmato l’adattamento del romanzo di Antoine Blondin: le vie sono state tappezzate di immagini del film e il comune, non pago di rievocare le scene più memorabili nei luoghi in cui furono riprese, ha affisso il cartello ‘Tigreville’ all’entrata del paese! La facciata del ‘Cabaret normand’ è rimasta assolutamente identica, e ballare il flamenco sui tavoli del caffè (una delle scene madri del film) ancora oggi non è visto di buon occhio…
359 QUANDO TORNA L’INVERNO (NORMANDIA) Henri Verneuil, 1962, Francia
y Le chiacchiere da bar prendono un sapore piuttosto deciso quando è Michel Audiard a firmare i dialoghi e gli interpreti sono due divi del cinema francese come Gabin e Belmondo. Riuniti da Henri Verneuil in un paesino sulla costa normanna, il mostro sacro del cinema francese e la stella nascente della Nouvelle Vague –siamo nel 1961 – condividono le sbornie e accordano i loro talenti gridando per le vie del paesino di Tigreville e nei timpani del gestore del ‘Cabaret normand’. I muri del piccolo caffè di paese risuonano ancora di alcune delle battute più brillanti della stora del cinema francese.
360 MULBERRY STREET BAR (NEW YORK) y Si trova al numero 176 della via da cui prende il nome e i bad boys del cinema hollywoodiano ne hanno più volte varcato la soglia: il Mulberry Street Bar, nel quartiere di Little Italy a New York, ha un’atmosfera propizia agli incontri per affari loschi e/o sentimentali. Qui vengono Al Pacino e Johnny Depp in Donnie Brasco, Andy Garcia e Sofia Coppola ne Il Padrino - Parte III, Kim Basinger e Mickey Rourke in 9 settimane e 1/2; recentemente sono stati i mafiosi della serie de I Soprano a sceglierlo come luogo privilegiato per le loro riunioni –i proprietari se ne fanno vanto mostrando un video della serie nella vetrina del bar...
Ì Prima di essere utilizzato come set per le riprese, il bar accoglieva regolarmente una (futura) star del cinema come Frank Sinatra e all’epoca si chiamava Mare Chiaro. La patina sulle boiseries, l’aspetto frusto dello specchio e un juke-box che resiste al tempo mantengono lo stile antiquato del locale, anche se l’ormai inevitabile schermo piatto dei caffè del XXI secolo si è imposto, beffardo, in un angolo del soffitto, sotto lo sguardo di Sinatra. VIAGGIARE IN POLTRONA
361 QUALITY CAFÉ (LOS ANGELES) y Dove andare a Los Angeles a bere un bicchiere in un ambiente discreto oppure mangiare al volo delle uova al bacon, preferibilmente in compagnia di qualcuno con cui scambiare qualche battuta degna di un film? Verrebbe da credere che, dagli anni ’90, ci sia un solo posto a Los Angeles con queste caratteristiche: il Quality Café, la cui piccola sala ha forse passato più tempo ad accogliere le riprese di film che clienti veri… Gli arredi sono quelli del tipico diner americano, del genere diventato popolare negli anni ’50: due panche di pelle da una parte e dall’altra di un tavolino, cucina aperta dietro il bancone. Spielberg lo usa come luogo in cui Tom Hanks si ritira per studiare il suo caso complicato in Prova a prendermi; Morgan Freeman vi riceve le confessioni di Gwyneth Paltrow in Seven e ci ritorna in compagnia di Hilary Swank in Million Dollar Baby di Clint Eastwood. Anche Scarlett Johannson, Laurence Fishburne, Brad Pitt, Joseph Gordon-Lewitt e Nicolas Cage figurano tra i suoi clienti fittizi, ma l’elenco è troppo lungo per riportarlo tutto! Ì Il Quality Café ha scelto di dare la precedenza alla propria vocazione cinematografica: ll locale esiste tuttora, al 1238 di West 7th Street, nel centro di Los Angeles, ma dal 2006 apre soltanto in occasione delle riprese di un film…