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FUMETTI DI VIAGGIO
Con i loro tratti sottili e le nuvolette che talvolta dicono molto più di un racconto, gli autori di fumetti aprono finestre su paesi poco conosciuti. Trasformandosi in guide loro malgrado, riescono a farci conoscere nuovi luoghi prima di tutti gli altri.
368 TINTIN IN TIBET (HIMALAYA) Hergé, 1960
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200 w Nel corso delle loro avventure, Tintin e Milou ne vedono di tutti i colori, ma il bianco che domina il Tibet occupa un posto speciale nell’opera. Le nevi eterne dell’Himalaya rappresentarono uno sfogo per Hergé, che attraversava una grave crisi esistenziale e i cui sogni erano allora abitati da un angosciante alone bianco. Il grande disegnatore si aggrappò al suo personaggio mettendolo in scena mentre si aggrappava a sua volta alla speranza di ritrovare vivo il suo amico Tchang, dato per disperso sulle montagne del Tibet. Impregnato della bellezza dell’Himalaya e della pace che emanano le lamasserie buddhiste, questo album si distingue anche per un altro motivo: è l’unico in cui non ci sia un cattivo. Anche lo yeti rivela un’anima straziante dietro la sua ‘abominevole’ leggenda. Ì Il Tibet si è ufficialmente aperto al turismo nel 1979 solo per i viaggi organizzati, ma l’apertura resta condizionata dalle tensioni che continuano a pesare su questa ‘regione autonoma’ dall’epoca della sua annessione alla Cina. L’accesso dei turisti stranieri è soggetto a restrizioni sulla base della nazionalità, delle zone visitate e del momento: consultate il sito del Ministero degli Esteri per informazioni aggiornate.
369 CORTE SCONTA DETTA ARCANA (HONG KONG/ MANCIURIA/MONGOLIA/SIBERIA) Hugo Pratt, 1979
w A forza di frequentare personaggi reali e di trovarsi impelagato nelle situazioni più calde, verrebbe da credere che il maggior inganno di Corto Maltese sia quello di far credere, come il diavolo, che non esiste. Corte Sconta detta Arcana è probabilmente l’episodio in cui finzione e realtà sono maggiormente intrecciate. Lungo il viaggio transiberiano di un treno carico d’oro della Russia zarista; tra le grinfie della Triade che da Hong Kong estende la sua rete di potere; sulle tracce del sanguinario Von Ungern-Sternberg che diventa principe della Mongolia: alla fine la figura flemmatica di Corto Maltese sembra la più reale di tutte. Ì I binari della Transiberiana non sono più percorsi da treni carichi d’oro e cannoni, ma attraversano tuttora paesaggi grandiosi. Da Mosca a Vladivostok, la ferrovia è lunga più
di 9000km e tocca un migliaio di stazioni.
370 PERSEPOLIS (IRAN) Marjane Satrapi, 2000-3
w Non sempre si viaggia per motivi piacevoli. Soprattutto quando si va in esilio e si fugge dalla dittatura islamica che si abbatte sull’Iran nel 1979 e dalla conseguente guerra contro l’Iraq. I quattro volumi di Persepolis raccontano, in un bianco e nero stilizzato, l’infanzia e l’adolescenza di Marjane Satrapi durante questo sanguinoso decennio. Scene terrificanti convivono con personaggi avvincenti, pagine che illuminano la storia moderna dell’Iran si alternano ad altre che rivelano lo shock culturale vissuto dall’autrice, adolescente, esiliata a Vienna prima di arrivare in Francia: la piccola e la grande storia sono mirabilmente unite dal tratto apparentemente naïf della Satrapi. Ì Persepoli fu la capitale dell’impero achemenide dal VIsecolo a.C. fino a quando venne devastata da Alessandro Magno nel corso della sua conquista dell’Asia Minore. La sua menzione nel titolo è simbolica. Si può visitare il magnifico sito
antico, nei dintorni di Shiraz, celebre per i suoi bassorilievi. A dispetto della severità del regime, gli iraniani hanno un grande senso dell’ospitalità e vi proporranno di farvi da guida, contenti di vedere degli stranieri visitare il proprio paese.
371 IL MISTERO DELLA GRANDE PIRAMIDE (IL CAIRO/GIZA, EGITTO) E.P. Jacobs, 1954-5
w Edgar P. Jacobs è stato un cantante d’opera e ciò si riflette ne Il mistero della grande piramide, tutto trappole, posticci e travisamenti. Il meccanismo da opera lirica è ben oliato, con i capitomboli, gli sviluppi e gli altri colpi di scena che vivono i due protagonisti, gli inglesi Blake e Mortimer. L’episodio è reso particolarmente interessante dallo scrupolo documentario di Jacobs. Appassionato di egittologia, l’autore riunisce alcuni dei simboli più emblematici dell’Egitto faraonico –la Sfinge, le piramidi di Giza, il controverso regno di Akhenaton– e una delle leggende più persistenti che li accompagna: la presenza di una camera segreta nella grande piramide, per tenervi nascosto un favoloso, pericoloso ma plausibile tesoro.
Ì Dalla Mena House, dove Philip Mortimer soggiorna godendo di una vista regale sulle piramidi, al Museo Egizio del Cairo, in cui sono ambientate vere scene da giallo, passando per il sito di Giza, il fumetto di Jacobs è un sorprendente ritratto del Cairo degli anni ’50.
372 IL FOTOGRAFO (AFGHANISTAN) Emmanuel Guibert, Didier Lefèvre e Frédéric Lemercier, 2003-6
w Il fotografo con il suo occhio e il disegnatore con il suo pennello raccontano insieme i mesi passati in Afghanistan nel 1986 da Didier Lefèvre, il quale, accompagnando una missione di Medici senza Frontiere nel paese allora devastato da sette anni di guerra contro l’occupazione sovietica, scattò ben 4000fotografie. Ne Il fotografo i disegni di Guibert e gli scatti di Lefèvre interagiscono dando vita a una forma di racconto fuori dal comune. Le fotografie in bianco e nero oltrepassano la loro iniziale funzione di reportage per testimoniare in modo avvincente il vissuto del fotografo, mentre il tratto realista del disegnatore ricrea il loro contesto. L’obiettivo dà libero sfogo alla carica soggettiva del fotografo, la matita offre invece il necessario distacco per inquadrare gli avvenimenti. Un viaggio che non lascia indenni.
Ì Recarsi in Afghanistan per turismo resta sconsigliato dall’ONU, dal Ministero degli Esteri e dagli stessi talebani. Ci sono però delle alternative per scoprire la ricca cultura del paese: a Parigi si può ammirare la collezione ‘AfghanistanPakistan’ del Musée Guimet e gustare la cucina tradizionale nei ristoranti L’Afghanistan, nell’XIarrondissement, e L’Afghani, nel XVIII.
373 IN UNA LONTANA CITTÀ (GIAPPONE) Jirõ Taniguchi, 1998
w L’avventura è dietro l’angolo. Basta sbagliare treno alla stazione di Kyoto. E aver bevuto un po’ troppo sakè. È quello che succede a Hiroshi Nakahara, che invece che a Tokyo arriva a Kurayashi, la lontana città della sua infanzia. Svenuto sulla tomba della madre, si risveglia nel corpo che aveva a 14anni, conservando però la coscienza dei suoi 48 anni. È il ritorno al passato di una famiglia e di un paese segnati dalla guerra, con un padre soldato in VIAGGIARE IN POLTRONA
India e in Birmania. I disegni stessi di Taniguchi sono un viaggio tra l’ispirazione europea e la tradizione giapponese.
Ì Kurayoshi non è certo una delle principali mete turistiche del Giappone. Eppure la precisione documentaria del disegno di Taniguchi fa venir voglia di andare laggiù a respirare profumo di nostalgia. Nel 2010 la storia è stata adattata per il cinema da Sam Garbarski, che l’ha spostata a Nantua, nell’Ain, in Francia.
374 LARGO WINCH, LA FORTEZZA DI MAKILING / L’ORA DELLA TIGRE (MYANMAR) Jean Van Hamme e Philippe Francq, 1996-7
w Protagonista di un romanzo, Largo Winch ha conosciuto il piccolo schermo prima di bucare il grande, ma è diventato una celebrità grazie ai fumetti. Con la matita di Philippe Francq, l’eroe del fumettista belga Jean Van Hamme ha trovato un universo visivo realista, segnato da esotismo, violenza e donne scultoree. Il giovane Largo Winczlav non ha atteso di essere a capo del GruppoW per fare il giro del mondo, ma l’essere diventato miliardario ha reso i suoi viaggi più facili e pericolosi. È così che, in seguito a macchinazioni a Rangoon, il miglior amico di Winch, Simon Ovronnaz, è condannato a morte e imprigionato nella fortezza di Makiling, nel cuore della giungla birmana. L’alleanza di Largo Winch con una triade per salvare l’amico gli farà contrarre un debito che ricomparirà dieci anni dopo ne I tre occhi dei guardiani del Tao; è quel che si dice dare seguito alle proprie idee. Ì All’inizio del primo album, Simon Ovronnaz e la sua ragazza visitano la pagoda di Shwedagon, a Rangoon, il più grande complesso di pagode buddhiste del mondo.