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ATMOSFERE COLONIALI

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PAESAGGI LUNARI

PAESAGGI LUNARI

Ai quattro angoli del pianeta, le città coloniali evocano l’atmosfera un po’ d’antan di un mondo ormai scomparso. Potrete viaggiare in un’epoca romanzesca e tragica guardando questi film.

401 IL BANDITO DELLA CASBAH (ALGERIA/FRANCIA) Julien Duvivier, 1937, Francia

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y Un boss della mala parigina trova rifugio nella casbah di Algeri, dove si muove come il re dei delinquenti. Ma l’amore per una donna lo porterà alla rovina. Duvivier firma un film noir nello stile del realismo poetico tipico del cinema francese d’anteguerra. Una manciata di attori mitici di quegli anni –Jean Gabin in testa, ma anche Mireille Balin, Fernand Charpin e la cantante Fréhel– si scambiano motteggi in una città bianca mostrata senza facili esotismi. Duvivier non ha mai nascosto il suo debito nei confronti di Scarface di Howard Hawks, girato nel 1932, ma le atmosfere che ha saputo creare influenzeranno a loro volta Casablanca di Michael Curtiz. Ì Fatta eccezione per qualche ripresa dal vero all’inizio del film, la casbah, dove si intrufolano le ombre della notte, è stata ricreata negli studi Pathé di rue Francœur, a Parigi, oggi sede della scuola di cinema Fémis. Anche Marsiglia e Sète compaiono nel film. Quanto alla vera casbah, il nucleo primitivo dell’al-Djazaïr arabo-berbera, rimane ancora, malgrado il

402 COLPO DI SPUGNA (SENEGAL)

Bertrand Tavernier, 1981, Francia

y Adattamento di un giallo di Jim Thompson ambientato nel Sud degli Stati Uniti, il film trasferisce l’azione nell’Africa coloniale degli anni ’30. Un poliziotto, preso in giro dai concittadini per la sua indolenza e disprezzato dai suoi superiori, si ribella trasformandosi in un machiavellico assassino. Tutti coloro che l’hanno umiliato passeranno a miglior vita! Il regista ha fatto in modo di rendere euforico questo gioco al massacro, assistito da attori –da Philippe Noiret a Eddy Mitchell, da Guy Marchand a Isabelle Huppert – in stato di grazia. Ì I luoghi del dramma sono stati ricostruiti nel nord-ovest del Senegal, a Saint-Louis e nella regione di Louga. Saint-Louis, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, ha conservato interi quartieri ed edifici emblematici del periodo coloniale, come la posta, la caserma o il palazzo del governatore. Meno nota, Louga non è da meno con la sua stazione ferroviaria. Fuori città, la savana boscosa, il soffio dell’harmattan e il vento secco del deserto vi immergeranno nell’atmosfera del film. Attenzione a quando sarete sfiniti: qui ci si disseta con l’acqua purificata, non con il whisky!

degrado, un gioiello urbanistico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo quartiere scosceso, con il suo labirinto di vicoli, continua a ospitare sacche di povertà. Ma vi si trovano anche antichi palazzi spesso decrepiti, cortili, hammam e moschee, e le terrazze si affacciano tutte sul mare. Oggi come allora, non è consigliabile avventurarsi da soli in questo dedalo, specialmente di notte.

403 CHOCOLAT (CAMERUN) Claire Denis, 1988, Francia

217 y Claire Denis realizzò questo suo primo film in parte autobiografico, bene accolto dalla critica, su incoraggiamento di Wim Wenders e Jim Jarmusch, di cui era stata assistente. Una donna torna in Africa occidentale e ricorda la sua infanzia in Camerun, in una località della savana dove il padre era impiegato come amministratore coloniale. La bambina era affascinata dalla presenza di un ‘boy’ istruito e sensibile con cui aveva stretto amicizia. Claire Denis è una regista che fa parlare le immagini, gli ambienti, i corpi, e quello di Isaac de Bankolé, in uno dei suoi ruoli più riusciti, esprime le tensioni e i desideri che si agitano alla vigilia dell’indipendenza degli stati africani. Ì La regista rigetta ogni nostalgia per il passato coloniale, ma i paesaggi che riprende nel nord del Camerun, nella regione di Mindif, infondono una strana malinconia laconica e sensuale. È il paese della savana, al confine tra l’Africa secca, quella del Sahara, e l’Africa umida delle foreste equatoriali. Il turismo è poco sviluppato e la popolazione è ospitale: approfittatene!

404 INDOCINA ( VIETNAM, MALESIA) Régis Wargnier, 1992, Francia

218 y Un soffio hollywoodiano anima questa storia romanzesca che si svolge nell’Indocina coloniale dagli anni ’20 agli anni ’50. Éliane, ricca ereditiera di una famiglia di proprietari di piantagioni, s’innamora di un ufficiale di marina. Ma se ne invaghisce anche la figlia adottiva, una giovane annamita. Tutti e tre vivono il dramma sentimentale tra gli intrighi politici e i primi attentati commessi dai nazionalisti vietnamiti. Per il suo ruolo di donna d’onore alle prese con la tragedia della Storia, Catherine Deneuve otterrà il premio César (l’Oscar francese) come migliore attrice (il secondo della sua carriera, dopo quello per L’ultimo metrò), mentre Régis Wargnier vincerà l’Oscar per il miglior film straniero.

Ì Wargnier non ha lesinato sui mezzi per ricostruire il clima, i costumi e l’ambiente dell’Indocina coloniale. Gli esterni sono stati girati in loco e il governo vietnamita ha permesso alla troupe di accedere a siti imperiali come il palazzo imperiale di Bao Dai, l’ultimo imperatore del Vietnam, a Hué, restaurato per l’occasione. Le scene più belle hanno come cornice la provincia di Ninh Binh, a sud-ovest di Hanoi, e gli isolotti rocciosi della Baia di Along, la meraviglia naturale del paese. Ma la piantagione di alberi della gomma si trova in Malesia, nello stato di Penang. Anche se il nord del Vietnam conserva tracce del passato coloniale e imperiale, l’Indocina di Wargnier risveglia i fantasmi di un passato ormai scomparso.

405 LE BAL DU GOUVERNEUR (NUOVA CALEDONIA) Marie-France Pisier, 1990, Francia

y Non tutti hanno avuto la fortuna (o la sfortuna) di avere genitori espatriati. Théa vive in Nuova Caledonia, con un padre vicegovernatore dell’isola che si appresta ad accogliere il ministro francese dei Territori d’Oltremare. In mezzo alla mondanità ufficiale, la ragazza attraversa le acque agitate dell’adolescenza con il suo carico di

passioni e trasgressioni. Ispirandosi al suo omonimo romanzo, MarieFrance Pisier mette in scena un episodio della sua giovinezza e filma i suoi ‘Quattrocento colpi’ sotto i tropici, nell’antiquato mondo degli anni ’50.

Ì Nel film Théa cerca di spegnere le luci di un faro per impedire che la sua amica si imbarchi per tornare in Francia. Si tratta del faro Amédée, che si staglia su un isolotto corallino al largo di Nouméa (la capitale), dove ci si può dedicare allo snorkelling o alle immersioni. Arcipelago remoto, nell’Oceano Pacifico sudoccidentale, la Nuova Caledonia è una meta naturalistica apprezzata per le sue spiagge lambite da acque turchesi, la barriera corallina e i paesaggi selvaggi. Se il viaggio vi sembra troppo lungo (circa 26 ore dall’Italia), ritrovate l’atmosfera del Bal du gouverneur a Nizza o ad Antibes: i loro palmeti compaiono nel film.

406 CRONACA DEGLI ANNI DI BRACE (ALGERIA) Mohammed Lakhdar-Hamina, 1975, Algeria

y Nessuna nostalgia coloniale in questo lungometraggio premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes, che evoca attraverso una saga famigliare le sofferenze inflitte alla popolazione algerina dal regime coloniale e il risveglio del sentimento nazionale. Personalità di spicco del cinema algerino, Mohammed Lakhdar-Hamina, autore anche de LeVent des Aurès, illustra in questo affresco storico il contesto e gli avvenimenti che, dal 1939 all’11 novembre 1954 (data dell’inizio dell’insurrezione), hanno portato gli algerini a imbracciare le armi contro i francesi. È un Guerra e pace senza cariche di cavalleria, ma che restituisce al popolo algerino la sua storia.

Ì Questo film dagli accenti lirici si svolge nel nord del Sahara algerino, nell’oasi di Laghouat e nella Valle dello M’zab. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, lo M’zab è una regione organizzata intorno a cinque borghi fortificati, gli ksour, che si stagliano da un millennio in mezzo alla sabbia. Le loro medine, formate da un intrico di vicoli e passaggi coperti, nascondono case in mattoni crudi basse e quadrate tipiche dell’architettura mozabita, che ha molto ispirato gli urbanisti occidentali. Il suo capoluogo amministrativo è Ghardaia. Si possono visitare anche le ‘cittadelle d’estate’, immerse nei palmeti, dove gli abitanti vengono a cercare ombra e refrigerio. Questa regione di cultura berbera è stata segnata dalla sua comunità ibadita, una corrente minoritaria e intransigente dell’islam, isolatasi in queste terre desertiche per vivere la sua fede ed edificare sorprendenti moschee.

407 TABÙ (MOZAMBICO) Miguel Gomes, 2012, Portogallo/Francia/Germania/Brasile

y La saudade, come la nostalgia, si afferma in tutta la sua potenza soltanto al presente, su sollecitazione della memoria e in seguito alla trasfigurazione che l’immaginario fa subire ai ricordi. In Tabù questo iato si esprime con la distinzione formale tra la prima parte, che racconta in 35 mm, giorno per giorno, la scomparsa di una donna anziana nella Lisbona di oggi, e la seconda, che è il ricordo, narrato da una voce fuori campo e accompagnato da un affascinante rosario di immagini in 16 mm, di un idillio vissuto cinquant’anni prima nella colonia VIAGGIARE IN POLTRONA

portoghese del Mozambico, che nei languidi pomeriggi, sotto le zanzariere, vede sbocciare l’erotismo tropicale. Il ‘paradiso perduto’ annunciato dalla prima parte di questo dittico non è tanto la terra © Sean Caffrey / Getty Images

africana, dolciastra, pericolosa e sensuale che il Portogallo ha perso con l’indipendenza del Mozambico, quanto il rimpianto e la ricomposizione del tempo dell’amore, lontano nel tempo e nello spazio –cinquant’anni prima e all’estremo del continente africano.

Ì Paese estremamente povero, il Mozambico comincia a riscoprire una vocazione turistica soprattutto grazie alle sue spiagge da cartolina, talvolta orlate da lagune paradisiache. Le stazioni balneari che si succedono lungo la costa emanano un fascino malinconico, con le loro ville coloniali decadenti. Anche nella capitale Maputo si possono vedere magnifiche case ereditate dal periodo portoghese, ma è sull’isola di Mozambico, al largo della costa settentrionale del paese, che si scopre il suo gioiello architettonico (tutelato dall’UNESCO), coacervo di diverse influenze. Per andare in Mozambico è più economico prendere un aereo per Johannesburg in Sudafrica e poi raggiungere Maputo via terra.

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