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L’ITALIA SUL GRANDE SCHERMO
Film neorealisti, commedie all’italiana, affreschi epici: nei suoi anni migliori, il cinema italiano ha conquistato il mondo intero. Scoprire le opere dei suoi maestri è anche un modo per viaggiare in tutta la penisola.
375 VIAGGIO IN ITALIA (GOLFO DI NAPOLI) Roberto Rossellini, 1954, Italia
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y Alla sua uscita questo film fu percepito dai critici dei Cahiers du cinéma come un manifesto della modernità cinematografica. Moderno lo era decisamente: sceneggiatura aleatoria, inquadrature da documentario, mezzi tecnici leggeri. Una coppia d’inglesi sull’orlo della rottura va a Napoli per ricevere un’eredità, si separa, si ricongiunge. Alla fine di questo periplo, un miracolo li attende tra le rovine di Pompei. Attrice musa del regista, Ingrid Bergman aveva lasciato cinque anni prima i fasti di Hollywood per sposarlo e incarnare sullo schermo i suoi sogni di cineasta.
202 Ì Napoli, il suo porto e i suoi vicoli popolosi vivono in tutta la loro naturalezza davanti alla cinepresa di Rossellini, nascosta nel retro di un camion. Lo stesso approccio fu usato nel sito archeologico di Pompei, dove la troupe assistette in diretta all’estrazione dei calchi della coppia di Romani uniti per l’eternità dalla nube ardente eruttata dal Vesuvio nel 79 d.C. La scena finale del film, in parte improvvisata, si svolse a Maiori, vicino ad Amalfi, nel corso di una processione in onore di San Gennaro. Contrario a ogni artificio e a un’estetica dal facile impatto, Rossellini girò sull’isola di Capri, ma fece in modo di non mostrarne nulla! Durante le riprese, l’attore americano George Sanders, sconcertato dai metodi artigianali del regista, teneva spesso il broncio, chiuso nella sua camera dell’Hotel Excelsior. Un capriccio da bimbo viziato, se si pensa che aveva il privilegio di soggiornare in questo palazzo sul mare nel centro storico di Napoli, vicino a Castel dell’Ovo.
376 IL SORPASSO (ROMA E LA COSTA TOSCANA) Dino Risi, 1962, Italia
y Un road movie farsesco che corre con il clacson a tutto spiano prima di precipitare nel burrone. Vittorio Gassman incarna nel film
l’archetipo del latin lover indolente, fanfarone e cafone, la cui essenza sta tutta nella sua automobile. A fargli da spalla, un giovane timido e galante interpretato da Jean-Louis Trintignant, che gli fa da copilota in questo rally della mediocrità. Un film in cui Dino Risi firma il manifesto della commedia all’italiana. Ì Per imboccare la strada del Sorpasso è d’obbligo una Lancia Aurelia B24 Spider decappottabile, con le mani alle 10.10 sul volante. Partite dal quartiere della Balduina, nella parte nord-occidentale di Roma, edificato negli anni del miracolo economico, dove nel 1960 viveva il gotha del cinema italiano. Prendete via Luigi Rizzo, fate una sosta in via Petrona per dissetarvi, poi partite a tutta birra verso il litorale toscano e le spiagge di Castiglioncello, in provincia di Livorno. Bevete un amaro o un espresso e immaginate le ragazze passare fischiettando il SaintTropez twist di Peppino di Capri. Vi mancherà soltanto il sorriso seducente di Vittorio Gassman.
Scena di ballo nel Gattopardo
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IL GATTOPARDO (SICILIA)
Luchino Visconti, 1963, Francia/Italia
y Adattato dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, questo film rievoca con la dovuta magnificenza la fine di un mondo, quello dei grandi feudatari siciliani e del regno dei Borboni. Nel 1860 Garibaldi e le sue camicie rosse si apprestano a sbarcare sull’isola per annetterla all’Italia. Il principe di Salina decide allora di far sposare l’amatissimo nipote Tancredi con la figlia di un parvenu, un cattivo matrimonio destinato a preservare la ricchezza e il potere di questa famiglia aristocratica nella nuova società che si prospetta. Burt Lancaster, il principe, molto aristocratico con i suoi favoriti rossi, e i fidanzati, Alain Delon e Claudia Cardinale, sono entrati grazie a Visconti nella leggenda della settima arte. Ì La scena del ballo, 45 abbaglianti minuti da antologia, fu girata a Palazzo Gangi a Palermo (ma Visconti avrebbe preferito quello di Mazarino). Il tragitto che porta alla tenuta estiva, luogo fittizio creato componendo immagini di siti e feudi diversi della famiglia di Tomasi di Lampedusa, permette di percorrere la provincia di Agrigento nel sud-ovest della Sicilia. A Palma di Montechiaro si ritrova l’atmosfera del racconto, ma la culla della famiglia si trova a Santa Margherita di Belice, dove le case patrizie sono state in parte distrutte dal terremoto. Davanti a questi fantasmi, ripetetevi le famose parole dette da Tancredi al principe: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi“.
I dolci paesaggi della Val d’Orcia, nella provincia di Siena, sono serviti come ambientazione di alcune scene de La meglio gioventù
378 LA NOTTE DI SAN LORENZO ( TOSCANA) Paolo e Vittorio Taviani, 1982, Italia
204 y Una donna ricorda la notte del 10agosto1944, quando i tedeschi in ritirata distrussero il suo paese. Una parte degli abitanti riuscì a fuggire, gli altri furono massacrati nella chiesa. Questo episodio è realmente accaduto a San Miniato, in Toscana, la città natale dei fratelli Taviani. Da questo trauma della guerra i registi hanno ricavato un’epopea corale, sobria e lirica allo stesso tempo, in cui la memoria dei fatti assume i connotati del mito. Ì I Taviani hanno tenuto presente la lezione dei maestri rinascimentali per comporre i loro paesaggi, ma la Toscana, a loro così familiare, prende talvolta nel film degli accenti meno raffinati. È una Toscana rurale, priva di ricercatezze ed estranea agli stereotipi del Quattrocento fiorentino e delle schiere di cipressi allineati. Il paese martire porta un nome fittizio (San Martino), ma i tragici eventi in realtà hanno avuto luogo a San Miniato, tra Pisa e Firenze. Questo antico borgo dai vicoli scoscesi si abbarbica sulle pendici di una collina che domina il Val d’Arno. Alcune riprese sono state girate anche a Empoli, nella pianura. In questa amabile campagna quasi nulla ricorda l’orrore dei combattimenti e il coraggio dei partigiani, dei quali la popolazione conserva però memoria.
379 NOVECENTO (PIANURA PADANA) Bernardo Bertolucci, 1976, Italia/Francia
y Il trionfo commerciale del suo film più celebre, il trasgressivo Ultimo tango a Parigi, consentì a Bernardo Bertolucci di avere carta bianca per realizzare il progetto di Novecento, monumentale affresco di più di cinque ore che ricostruisce mezzo secolo di storia italiana in una grande tenuta agricola della Pianura Padana. Tra carrellate e movimenti di gru, Bertolucci si sforza di restituire la voce di un mondo contadino che osserva impotente l’ascesa del fascismo, con cui invece si compromettono i padroni. Oltre che per la bellezza visiva, il valore del film è dato anche dal cast esplosivo,
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Marco Tullio Giordana, 2003, Italia
y Concepito in origine come serie televisiva, questo film di sei ore (diviso in due parti) delinea il ritratto di una generazione nata nell’Italia del dopoguerra. Due fratelli animati dagli stessi ideali seguiranno strade diverse, l’uno come psichiatra, l’altro in polizia; le diverse scelte li porteranno a vivere da punti di vista diversi gli eventi che hanno forgiato la recente storia d’Italia: l’alluvione di Firenze, le Brigate Rosse, gli anni di piombo, la mafia… Marco Tullio Giordana racconta poi la successiva disillusione, cui sopravvivono, unici superstiti, la famiglia e il sacrosanto rituale delle partite di calcio… All’autore è stato rimproverato l’happy end del film: gli eroi, ormai stanchi, si ritirano in Toscana. Ì Marco Tullio Giordana percorre tutta l’Italia: la produzione ha censito ben 240 location! Milano, Roma, Napoli, Parma, e poi la Sicilia, le Eolie, la Val d’Orcia… Ci vorrebbero mesi per visitare tutti gli incanti di questo periplo. Ma è sufficiente posare le valigie in uno solo di essi, per esempio nell’industriosa e discreta Torino, ai piedi delle Alpi, per innamorarsene.
con Donald Sutherland nei panni di un fascista brutale, Robert De Niro in quelli di un velleitario proprietario terriero e Gérard Depardieu in quelli di un mezzadro fautore della rivolta sociale.
Ì Originario di Parma, Bernardo Bertolucci si è sempre sentito vicino alla cultura contadina della sua regione, pur appartenendo a una famiglia agiata di intellettuali e artisti. Durante i sopralluoghi per il film ha percorso in lungo e in largo la Pianura Padana, da Parma a Mantova, per trovare i luoghi per le riprese e per immergersi nell’ambiente contadino, storicamente segnato dall’influenza del Partito Comunista. Tra campi, borghi e filari di pioppi, l’Emilia si mostra nella sua veste di laboriosa regione agricola, che se a prima vista non possiede nulla di veramente bucolico, colpisce per la sua luce particolare e il fascino sanguigno dei suoi abitanti. Chi vuole ripercorrere le orme di Bertolucci potrà anche visitare le città che si succedono lungo l’antica Via Emilia –Parma, Modena e soprattutto Bologna–, con il loro patrimonio urbano di grande bellezza.
381 RESPIRO (LAMPEDUSA) Emanuele Crialese, 2002, Italia/Francia
y In una piccola isola di pescatori nel Mediterraneo la vita seguirebbe tranquillamente il suo corso se non ci fosse Grazia, VIAGGIARE IN POLTRONA
madre-bambina, ingenua e lunatica, a ribellarsi, sentendosi soffocare nell’ambiente chiuso dell’isola. Ma guai a chi provoca scandalo… Emanuele Crialese ha soggiornato per diversi mesi sull’isola di Lampedusa e la storia locale gli ha ispirato questa cronaca dagli accenti elegiaci, interpretata da una meravigliosa Valeria Golino. Il film ha ricevuto il premio della critica al festival di Cannes.
Ì Il mare è onnipresente nel film di Crialese: più che un mero sfondo, ha la funzione che il coro riveste nella tragedia antica ed è un crogiolo emozionale e ristoratore per l’eroina dal viso di bambola e dai capelli arruffati. L’isola di Lampedusa appartiene al minuscolo arcipelago delle Pelagie, tra Malta e la Tunisia. Non avendo alcuna risorsa agricola, visto il suo entroterra desertico, i suoi 6000 abitanti vivono di pesca e turismo. L’attrattiva dell’isola risiede nelle sue spiagge bagnate da acque turchesi. La più nota e una delle più belle del Mediterraneo è la Spiaggia dei Conigli, dove le tartarughe caretta caretta vengono a deporre le uova tra luglio e agosto. Essendo il primo punto d’ingresso in Europa dall’Africa, il nome di Lampedusa è oggi tristemente associato ai gommoni carichi di immigrati clandestini che vengono ad arenarsi sulle sue coste.