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SWINGING LONDON
Negli anni ’60 a Londra trionfa la cultura pop. Attraverso canzoni e film rivivete l’epoca in cui si ballava il rock in camicia a rouches e vestiti con le paillettes.
x “I Can’t Get No Satisfaction…” La canzone più famosa degli Stones non ha bisogno di presentazioni. Il ritornello esplosivo di Mick Jagger e il riff implacabile di Keith Richards – che l’interessato sostiene di aver trovato nel sonno! – rappresentano l’essenza del rock. La canzone, suonata a ogni concerto o quasi del ‘più grande gruppo rock del mondo’, si ascolta ovunque, soprattutto in Apocalypse Now di Francis F. Coppola o quasi impercettibilmente nelle riprese live di Bjork. Spesso si dimentica che Satisfaction è un’ineccepibile presa di coscienza della frustrazione generata dal sistema consumistico, anche quando si tratta di “farsi una ragazza” (sic) nel momento sbagliato – la provocazione sessuale fa parte del bagaglio di idee degli Stones. Allora, tutti in coro…
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Ì Dunque all’Hotel Hilton di Londra Keith Richards ha avuto l’illuminazione per il suo brano. Se però volete andare alla fonte, fate rotta su Dartford, nel Kent, città natale dei pilastri della band Mick Jagger e Keith Richards, per vedere sui binari della stazione dove gli amici d’infanzia s’incontravano per scambiarsi i dischi. Era l’inizio di una bella avventura... Il comune ha dato i nomi delle canzoni più note degli Stones a tredici vie, compresa Satisfaction Street! A Londra andate al 102 di Edith Grove Street, nel quartiere di Chelsea: qui i due compagni, insieme a Brian Jones, hanno passato momenti difficili. Insoddisfatti di tutto e consapevoli di nulla. Credevano di morire prima dei 30 anni. Voi no, quindi approfittatene.
437
1967
THE BEATLES, THE FOOL ON THE HILL
x Passeggiando per Londra capitava spesso di fare strani incontri. Prendete Paul Mc Cartney: porta fuori il cane sulla collina di Primrose quando un uomo gli appare all’improvviso; dopo averci scambiato due parole, Paul si gira per un istante verso il cane, ed ecco che nel frattempo lo sconosciuto si è volatilizzato! Bella fonte d’ispirazione, non è vero? Mc Cartney ha composto questa canzone poetica, con il suo celebre assolo di flauto, a Liverpool, a casa del padre. È inserita nell’album più psichedelico dei Fab Four, il Magical Mystery Tour, registrato nei mitici studi di Abbey Road. Ì Alta 78 metri, Primrose Hill, nel quartiere di Camden, offre un vasto panorama su Londra. È un luogo importante per la storia del rock: oltre che per la canzone dei Beatles, questa altura verdeggiante ha fatto da sfondo alla foto di copertina di un album dei Rolling Stones, Between the Buttons (1966), e di un singolo degli Oasis, Wonderwall (1995).
x Due accordi di sol e di fa, chitarra e basso e la balbuzie volontaria di Roger Daltrey hanno mandato in visibilio il pubblico. Un suono percussivo, ostinato, graffiante e un inno geniale scritto da Pete Townshend nel giorno del suo ventesimo compleanno. Un blues forse povero armonicamente, ma potente e folle, che esplode nel caos finale. Il pezzo, che si è imposto solo gradualmente nel mondo del rock, contiene una frase emblematica di quella parte distruttiva della generazione del baby-boom: “I hope I die before I get old”.
Ì Londinesi doc, gli Who suonavano un rock esplosivo prima di avvicinarsi al pop, al sinfonico e all’opera rock. Se volete vedere dove tutto ha avuto inizio andate alla scuola d’arte di Ealing, elegante quartiere residenziale, dove si sono incontrati i membri della band. A Soho, il Marquee Club al 90di Wardour Street era la mitica sala da concerti dove gli Who, i Kinks e molti altri hanno fatto la loro gavetta. Questo tempio della Swinging London è stato purtroppo chiuso nel 1988, ma si può ancora tentare di coglierne gli effluvi gironzolando per Covent Garden, in Upper Saint Martins Lane.
439 THE KINKS, WATERLOO SUNSET 1967
x Pieni di talento, ma messi in ombra dai Beatles e dagli Stones, i Kinks furono relegati a un ruolo secondario nel pop britannico. L’anima della band erano i fratelli Davies, coppia di magnifici perdenti
Al di là del suo aspetto filosofico, Blow-Up può essere visto anche in maniera più frivola come una sfilata di moda sixties
che seppero comunque distinguersi dal beat psichedelico californiano, contrapponendogli il loro dandismo e la loro disperazione. Compositore fuori dal comune, Ray Davies ha firmato con Waterloo Sunset un brano malinconico che ha raggiunto il secondo posto della classifica britannica e resta una delle più belle canzoni dei sixties. Un anno dopo, i Kinks registrarono The Village Green Preservation Society, album che ha fatto fantasticare i liceali europei in soggiorno studio a Brighton e continua a esercitare una grande influenza sulla musica britannica. Ì In origine Waterloo Sunset s’intitolava Liverpool Sunset e descriveva il tramonto sul fiume Mersey. Ma l’uscita del disco Penny Lane/Strawberry Fields dei Beatles, dedicato a Liverpool, spinse Ray Davies a ripiegare prudentemente su Londra. Apparentemente allegra per la sua melodia, Waterloo Sunset si rivela impregnata del temperamento depresso dell’autore. Il Tamigi è sporco, una coppia attraversa il ponte e scende il crepuscolo. Per mettervi in un tale stato d’animo, percorrete il London Bridge in un’ora mattutina di un giorno feriale, preferibilmente controcorrente rispetto agli impiegati della City che si muovono in massa, con i loro abiti grigio antracite e le ventiquattrore in mano. Un disperante esercito di cloni. Oppure, seguendo la vena rurale ugualmente presente nei Kinks, andate a respirare l’aria della campagna inglese.
440 THE JAM, CARNABY STREET 1977
x Pur avendo intrapreso la loro carriera in pieno periodo punk, i membri dei Jam non hanno mai rinnegato il loro gusto per la tradizione ‘mod’ dei sixties. Bruce Foxton, il bassista del gruppo, ha composto una canzone beffarda sul folklore della Swinging London: all’epoca bisognava produrre dei singoli uno dietro l’altro e questo lato B del disco All Around the World segna il cambio d’epoca tra un decennio e l’altro. C’è la crisi e il buon vecchio rock and roll ritrova nuova vita per scacciare i dolci vapori dell’era hippie e il luccichio della disco.
441
Michelangelo Antonioni, 1966, Italia
y In Blow-Up è tutta una questione di messa a fuoco. Thomas, fotografo di moda, ritrae sulla pellicola una coppia che si bacia in un parco. Sviluppando le fotografie scopre, passando d’ingrandimento in ingrandimento, di aver catturato la scena di un omicidio. La storia in forma di thriller, ispirata a un racconto di Julio Cortázar, ha per cornice una Londra decisamente psichedelica. Il cerebrale Antonioni, che aveva allora la fama di cantore della disperazione della borghesia italiana, riesce mirabilmente a calarsi negli ambienti frivoli della capitale britannica. Blow-Up, allo stesso tempo racconto poliziesco irrisolto, riflessione sul nostro rapporto con le immagini e la realtà e documentario sull’effervescente cultura pop, vinse la Palma d’Oro al festival di Cannes. Brian de Palma gli renderà omaggio con Blow Out, una sorta di remake girato nel 1981. Ì A Maryon Park, nel quartiere di Charlton Village, a sud-est di Londra, è ambientata la scena chiave del film. Il prato, dipinto di verde per le riprese, vi sembrerà pallido… Nel film compaiono anche Soho e Carnaby Street, ma lo spirito della Swinging London va ormai ricercato nei negozi di modernariato. Non esiste più il club di Windsor, The Ricky Tick Club, dove si esibivano gli Yardbirds, con Jimmy Page alla chitarra. Antonioni li scelse preferendoli agli Who e ai Velvet. Ci sono ancora alcuni ‘mod’ superstiti che trascinano i loro scarponcini lungo le rive del Tamigi.
Ì Situata nel quartiere di Soho, Carnaby Street è descritta dai Jam come il riflesso dello splendore e della decadenza del regno britannico. Tra il 1965 e il 1969 questa via è stata la vetrina della Londra psichedelica, sfoggio allucinato e laboratorio di moda. Oggi non è altro che un’infilata di negozi di abbigliamento di note marche. Potete percorrere questa via pedonale con lo stesso spirito con cui si passeggia sul parigino boulevard Montparnasse pensando agli années folles o lungo la romana Via Veneto cercando di evocare gli spiriti della Dolce Vita.
442 AUSTIN POWERS Jay Roach, 1997, USA
y Che cosa rimane, trent’anni dopo, dell’onda d’urto della Swinging London? Risposta: Austin Powers. Porta gli occhiali di Michael Caine in Ipcress e la camicia a volant di George Lazenby in Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà, su un petto villoso alla Sean Connery: è la spia britannica dei sixties per eccellenza. Affiancato da una top model tutta di cuoio vestita, alla Emma Peel, si fa passare per il fotografo di Blow-up e balla come un dio sulla musica di Quincy Jones per le vie di Londra. L’idea geniale di Mike Myers, che interpreta contemporaneamente la spia libidinosa e il suo acerrimo nemico Dottor Male, è stata quella di sradicare dal suo ambiente questo puro prodotto della Swinging London per proiettarlo trent’anni dopo in un’America depressa, arrivando persino a far cantare di persona Burt Bacharach, l’autore di The Look of Love. Mike Myers rende omaggio alla musica e allo spirito psichedelico (e shagedelic) di tutta un’epoca. Due anni dopo Austin Powers farà il tragitto inverso e tornerà, grazie a una macchina del tempo, nel pieno dei suoi sixties. Ì La scena iniziale di Austin Powers - Il controspione è una citazione del film Tutti per uno, in cui i Beatles vengono inseguiti da un’orda di fan per le vie di Londra. La sequenza della loro fuga, un po’ documentario, un po’ commedia, li porta fino alla stazione di Paddington, nella parte ovest della città. Inaugurata a metà del XIX secolo, è il capolinea del servizio per l’aeroporto di Heathrow – vi sarà utile nel caso in cui atterriate là.