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fashion moda

20 Cronache di una maratona

L’istrionico Marc Jacobs ha disegnato una collezione di borse per la spring- summer 2010 dal gusto revival, mixando la rivisitazione dell’iconico motivo della casa, con nuances, forme e tessuti in grado di sorprendere e stupire. The histrionic Marc Jacobs has designed a 2010 spring-summer bag collection with a revival flavour combining a new version of the iconic home pattern with nuances, shapes and materials able to surprise and strike.

milanese di sei giorni. Chronicle of a six-daysmarathon of Milan.

26 IL LUSSO SI FA VERDE LUXURY BECOMES SUSTAINABLE 29 LOUIS VUITTON RAINDROP BAG LA CAPACITÀ DI SPINGERSI OLTRE LOUIS VUITTON RAINDROP BAG THE ABITLITY TO GO BEYOND 32 Il rilancio della storica maison Emilio Schuberth The reintroduction of the historical maison Emilio Schuberth 40 OLYMPIA LE-TAN: TUTTO IL FASCINO DI UN LIBRO RACCHIUSO IN UNA BORSA THE CHARM OF A BOOK IN A BAG


from all over the world

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MODERNI SUPEREROI Dalla NASA arriva un nuovissimo velivolo monoposto MODERN SUPER HEROES The latest single-seat aircraft from NASA

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VOLARE VIA DAL TRAFFICO? UN’IDEA POSSIBILE! FLYING AWAY FROM TRAFFIC? A POSSIBLE IDEA! interview

56 S.t. DUPONT l’eleganza e la forza del family business S.T. DUPONT the stylishness and the power of the family business

Il marchio è stato fondato da Simon Tissot Dupont nel 1872 a Parigi. Ha iniziato creando dei prestigiosi set da scrivania fatti a mano, delle pochette per donne e valigie per uomini. I suoi clienti erano diplomatici importanti, avvocati e aristocratici provenienti da tutto il mondo

The brand has been founded by Simon Tissot Dupont in 1872 in Paris. He started by manufacturing prestigious tailor-made desk blotters, minaudières for women and travel cases for men. His clients were important diplomats, lawyers and aristocrats all over the world.

economy & management

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I TRE VISITATORI DELLA CITTÀ DEGLI SMERALDI The three visitors of Emerald City

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IL SUO NOME È BOND. JAMES BOND. His name is Bond. JAMES BOND.

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Fari ed Eco-sistemi del XXI secolo Lighthouses and eco-systems in the XXI century


WWW.JACOBCOHEN.NET - +39.02.76318496 - SHOW ROOM MILANO GALLERIA DEL CORSO 2

PH GIOVANNI GASTEL


wonderful world

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ARound the World Alla scoperta delle meraviglie DEL MONDO ARound the World discovering the wonders of the world fashion food

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il salumiere di Praga the Prague delicatessen seller

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MADE IN ITALY AD ALTA QUOTA MADE IN ITALY AT HIGH ALTITUDE

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SALENTO NEGROAMARO: QUALIS MATER, TALIS FILIUS

design

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Nuova vita alla vera macchina per riposare New life to the true relax machine Auditorium Oscar Niemeyer una nuova perla per Ravello Oscar Niemeyer uditorium a new gem for Ravello art

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UMBERTO LEONETTI LA PITTURA COME ARTE, IL DIPINTO COME EMOZIONE, DAL SUBLIMINALE UN VIAGGIO VERSO L’ALCHIMIA PAINTING AS ART, A PAINTING AS AN EMOTION, FROM THE SUBLIMINAL, A JOURNEY TOWARDS ALCHEMY Paola Dell’Ungaro. Natura, incanto e mistero. Paola Dell’Ungaro. Nature, charm and mystery.

high tech

112 NOVITÀ TECNOLOGICHE DAL FUTURO TECHNOLOGICAL NEWS FROM THE FUTURE 115 SAKSHAT, IL NON-LAPTOP CHE CAMBIERÀ IL MONDO SAKSHAT, THE NON-LAPTOP THAT WILL CHANGE THE WORLD charity

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Sosteniamo il vero amore adottiamo batuffoli di felicità In support of true love: let’s adopt flocks of happinESS

123 In prima linea per i bambini! In the front line for children!



colophon

EM/ME Economia Moda Marketing Entertainment rivista bimestrale numero 4 aprile / maggio 2010 Direttore Responsabile Chiara Nespoli chiara.nespoli@gruppoichnos.it Capo sezione - Meraviglie dal mondo Assia Gilardi Capo sezione - Moda Maria Teresa D’Agostino Redazione Agnese Amoruso Mariano Bonavolontà Maria Teresa D’Agostino Massimiliano Della Paolera Paola Del Prete Giovanna Iannone Filippo Laezza Teresa Petrellese Gilda Ruzzi Maria Rita Tucci Valeria Vittozzi Segreteria di redazione Valeria Vittozzi telefono +39 081 5788297 emme@emmemag.it Contributi speciali Carlo Carmelingo Vincenzo D’Antonio Nicola Farronato Cristiana Favretto Michelangelo Iossa Professional translator Viviana Padovano vpadovano@hotmail.com Ufficio spedizioni Ivan Picari Progetto grafico iknstudio www.iknstudio.com

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Direzione Creativa Igor Grassi emme@iknstudio.com Ufficio grafico Nico Vece Mino Sebastiano Camillo Lo Sasso Stampatore Grafiche Lucarelli Via XXV Aprile, 4 83031 Ariano Irpino /Av grafichelucarelli.it

Proprietario ed editore Ichnos srl Via Salvator Rosa, 345 80135 Napoli Tel./fax +39 081 5788297 gruppoichnos.it ROC n. 18844 Amministratore Unico Manlio Del Giudice manlio.delgiudice@unina2.it Direttore Generale Gianluca Tucci gianluca.tucci@gruppoichnos.it Direttore Marketing Veronica Scuotto veronica.scuotto@gruppoichnos.it Advertising Marketing Planet Media - Lux Advertising Benedetta Formentini - Aldo Federico Nobile Via Vittorio Emanuele, 15 - 20052 Monza (MB) tel +39 039 2308 568 tel +39 039 9796 304 www.mktplanetmedia.it www.luxadvertising.it Top Media Via Bazzini, 18 20131 Milano fogagnolo.t@topmedia.it tel +39 02 2668 0547

International editorial board Dr Mohamed Al-Sawan (Ali Sons Co., Emirati Arabi Uniti) Prof. Thomas Andersson (Jönköping University, Sweden) Prof. Elias Carayannis (George Washington University, USA) Prof. Martin Curley (Intel Corporation, National University of Ireland, Eire) Prof. Marcello Curzio (Scuola di Giornalismo, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”) Prof. Luigi Del Giudice (IGB-ABT, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Napoli) Prof. Davide Dell’Anno (Facoltà Studi Politici e per l’Alta Formazione “Jean Monnet”, Seconda Università di Napoli) Mr John Edmondson (Ip Publishing, London, UK) Dr Nicola Farronato (YEAM Group Berlin, Young European Avantgarde Minds, Germany) Prof. Piero Formica (International Entrepreneurship Academy, Jönköping University, Sweden) Prof. Jan Grundling (Centre for Entrepreneurship, Tshwane University of Technology, South Africa) Dr Michelangelo Iossa (Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”) Prof. Paul Magelli (Kauffmann Foundation, USA) Prof. Vincenzo Maggioni (Facoltà di Economia, Seconda Università degli Studi di Napoli) Prof. Mathew Manimala (Indian Institute of Management, Bangalore, India) Prof. Pauric Mc Gowan (Northern Ireland Centre for Entrepreneurship, UK) Prof. Jens Mueller (Waikato Management School, Hamilton, New Zealand) Prof. Michel Polski (Graduate School of Business Grenoble, Group ESC, France) Prof. Ludovico Solima (Facoltà di Economia, Seconda Università degli Studi di Napoli)

Dr Lizl Steynberg (Tshwane University of Technology, South Africa) Prof. Robert Valli (Cambridge University, UK) Prof. Peter Van der Sijde (VU University, Amsterdam, The Netherlands) Prof. Urmas Varblane (Tartu University, Estonia) Prof. Ortensio Zecchino (Biogem) Crediti fotografici. L’editore dichiara di aver ricercato con ogni mezzo, ma invano, i titolari dei diritti fotografici delle immagini sprovviste di crediti e figuranti nella presente edizione, senza riuscire a reperirli. Si dichiara naturalmente disponibile all’assolvimento, nei termini previsti dalla legge, dei suddetti diritti qualora i destinatari e legittimi proprietari dovessero farne esplicita richiesta alla redazione. ISSN 2037-0237 Registro Periodici Tribunale di Ariano Irpino N° 4/09


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chiara nespoli

illustrazione di Camillo Lo Sasso

I primi tiepidi bagliori di sole, quel profumo di fiori che colora l’aria, un mite venticello che accarezza la pelle sono segnali dell’attesissima primavera e della stagione che la seguirà. Bastano questi timidi segni per rischiarare il cuore di molti e la mente di alcuni, catapultati con un balzo temporale alle primarie idee di vacanza. È questo uno dei vocaboli, più sospirati, amati, ambiti e sognati, non solo perché vacanza significa niente lavoro, ma anche perché fa rima (non in senso letterale!) con viaggio. L’interpretazione data al viaggio non è per tutti la stessa: c’è chi lo concepisce come relax e si figura solo disteso su assolate, infinite spiagge, chi come avventura e si immagina pronto ad affrontare la fitta vegetazione amazzonica o il bene abitato safari, qualcuno sogna invece di visitare la tanto amata Parigi ed arricchire così il proprio bagaglio culturale e linguistico. Per altri invece il viaggio è scoperta, ma non intesa come scoperta di luoghi, di tempi e di spazi, ma scoperta o riscoperta di sé, perché in fondo nella routine, in questo logorio della vita moderna, si cerca un idoneo ambito lavorativo, si rincorre una giusta dimensione familiare, ma si perde, talvolta, la visione del sé. Presi ed un po’ dispersi nelle quotidiane affannose faccende si fa tutto ciò che si deve, dimenticando, tuttavia, ciò che si vuole o meglio si vorrebbe realmente. Lo spazio proprio tende ad assottigliarsi sempre più: da ritagliare in arbori solo nei week end, sino a quando anche quelli risultano tediati da altro ed allora non vi è altra risposta

a questa situazione se non omologarsi, piegarsi agli impegni, abbassare il capo alla routine e standardizzarsi, mettendo sempre più a tacere quella vocina che pulsa dentro. Per viaggio è bene che talvolta si intende un viaggio per se stessi, tendente alla rinascita dell’io, al risveglio dell’anima, che pur se messa da parte talvolta vuol sorridere e si accompagna questo viaggio con un vero sorriso, quello dei cinque sensi, che possono ricomporsi davvero per esprimere una nuova luce. E viaggio sia dunque, ma non uno qualunque: “Punta sempre a conquistare la luna, se non riuscirai avrai comunque vagabondato tra le stelle” L.Brown

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he first tepid sun rays, the smell of flowers colouring the air, a mild wind caressing the skin, all signs of a long-awaited Spring and the season that will follow. These shy signs are enough to enlighten the hearts of many and the mind of others, projecting themselves in a temporal shift to initial ideas of vacations. This is one of most loved, dreamed about, desired and aimed word, not only because vacation means not o work but also because it rhymes (in a literal way) with trip. Travel is not interpreted by all in the same way: someone conceives it as relax and thinks of being laid down on sunny beaches somebody else lives it as an adventure ready to face the dense Amazonian vegetation or doing a safari. Someone else, instead, dreams of visiting the well loved Paris

thus enriching his/her own cultural and linguistic knowledge. For others, travelling means discovery but not of new places, times and spaces but rediscovery of one self, because in our routine, in the stress and train of modern life, everybody is looking for a good job, the right family life but sometimes loses the focus on Lost in the daily routine, you do what you have to, forgetting, however, what you really want or what you would like to have. Spaces tend to become thinner and thinner: at the beginning, you manage to reserve week-ends, until they are threatened by other and so there is no other reply to this situation that of bending to commitments, lowering the head to the routine and getting standardized thus shutting the little voice pulsing inside. A trip sometimes should mean a trip for one self, aiming at the recovery of the ego, of the soul’s reawakening that even if put aside, wants to smile and accompany this trip with a true smile, that of the five senses that can truly express this new light. And so be this a unique trip “Always aim at the moon, at worst, you will always have wandered among the stars”. L. Brown

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Cronache di una maratona milanese di sei giorni. La nuova donna A/I 2010–2011 (con un po’ di fiatone). Mariano BonavolontĂ

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Nella pagina precedente e di seguito: la Dark Lady Manga di Dsquared

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On the previous page and here: the dark Lady Manga by Dsquared

l gotha della moda ha deciso come la Donna affronterà il prossimo autunno/inverno a cavallo tra il 2010 ed il 2011, durante l’ultima settimana della moda, una settimana “corta” (sei giorni di cui quattro “forti”) che si è conclusa con un grande sospiro di sollievo tra gli addetti ai lavori un po’ più profondo rispetto a quello solito. Tra uno scombussolamento completo dei calendari, cambiati continuamente urlando all’Errata Corrige, con tutte le risonanze d’immagine a ciò connesse, ed istanze ambientali che rischiavano di bloccare in una Milano particolarmente nervosa la circolazione delle auto della moda – fortunatamente poi escluse dal divieto grazie ad una deroga concessa proprio per la settimana nella giornata di domenica 28 febbraio voluta alla CNMI – l’ultima fashion week, quella femminile del PàP, la più attesa, ha viaggia-

to sulla continua suspense, divenendo una prova tangibile anche di come la successione delle passerelle abbia un peso enorme, proprio come su di una scacchiera in una partita: non a caso interviene Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana: «Quanto avvenuto in questa edizione di Milano Moda Donna ha confermato ciò che la Camera Nazionale della Moda Italiana sostiene da anni circa il meccanismo di causa ed effetto fra il posizionamento degli stilisti più rappresentativi lungo tutta la settimana della Moda milanese e la permanenza della stampa internazionale in città». Difatti, in periodi di crisi, anche la gestione del timing delle sfilate per aumentare l’appeal dell’intera settimana è divenuta un elemento cruciale, e grazie a nomi quali Laura Biagiotti, Carlo Tivoli e Mila Schön, il perdurare dell’allure della settimana sino all’ultimo giorno ha fatto irretire la “fuga”

precoce di buyers e stampa. Andando ad evidenziare le proposte presentate, nel Teatro Armani ha sfilato una donna nobile e mobile, accentuata nel suo dinamismo sia dalla linea A, sottolineata da mantelle sugli abiti e caban lunghi sino al fianco, sia dalla palette di colori, caldi, estremamente caldi, quali il rosso corallo ed l’arancione del Tibet. Da non poter non notare una toque tagliata a minuscole strisce, che ravviva e dinamicizza la purezza della linea. Dsquared invece riprende anche per la donna quel filone horror and splatter chic già proposto per l’uomo, ma questo truce tocco creativo è addolcito da eco letterarie à la Stevenson: colei che sfila è una “Madame Jekyll e Mistress Hyde”, in una commistione del tutto inattesa ed inusitata tra film noir, letteratura horror e manga giapponesi. >

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fashion

L’accessorio must: le lunettes geometriche Dsquared

The Must accessory: the geometrical lunettes by Dsquared

Lingerie latex coprono le pelli, e sottostanno a tubini couture arricchiti da tulle, mentre l’accostamento so chic è quello di cappotti in pelliccia di coyote su gonne avvitate in nappa e quello di abiti sartoriali con piume, senza dimenticare una donna business horror chic, una power woman, infilata in tailleurs asciutti e concreti. Nel laboratorio di anatomia Dsquared vigono anche bende colorate di sangue, top e leggins ove scorre il sistema venoso. La palette è nero, rosso, grigio e caramello. Accessori must proposti, occhiali massicci dalle perfette linee squadrate. Passando invece dal letterario all’onirico, Jo No Fui propone sulla passerella il concetto melanconico del rimpianto del non fatto. La donna che sfila è dunque intellettuale e sensuale, e nelle proposte si colgono colte ed anche un po’ cerebrotiche allusioni a parallelismi, come quello del susseguirsi dei tessuti diversi e cangianti con quello della metropoli. La donna ammaliatrice di taglio asiatico, perfetta nella sua longilinea figura leggermente incerta e sugli alti tacchi e per questo ancora più amabile, è avvolta in stampe animalier, che vengono ingigantite, nonché strutturate su ardite sperimentazioni di georgette di seta che fasciano la donna dall’appeal leggermente bohemien. Sete di jacquard rivestono piccoli accessori più gioiello che borse. La pensierosa donna Jo No Fui è resa palpabile da un pizzo di seta quasi consunto in una nuova eleganza, dove l’appeal orientale si fonde con un’identità decadente, tanto che gli abiti total black EM/

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La Easy Luxury Woman di Ferré

The Easy Luxury Woman by Ferré

divengono letterari con il contributo di perle incastonate e medaglie che fungono da vere onomatopee quasi oniriche. Si cambia invece completamente registro con la donna Gianfranco Ferrè proposta da Aquilano e Rimondi, che si sveltisce giungendo ad un easy luxury, e che decide di affrontare il prossimo inverno con un senso di pulizia estetica ben percepibile dalle proposte, ove si legge una sartorialità usata non come strumento per auto-elogiarsi bensì come strumento tecnico per seguire ancora di più le forme ed i pensieri delle donne. La donna Ferrè sembra aver ben chiara la distinzione tra giorno e sera, tra la praticità delle giornate invernali e l’ovattata cerimonia serale: con il sole è una donna molto pratica, veloce, al contrario della sera, in cui si trasforma ineccepibilmente in una sognatrice. Ed il filo che cuce questa collezione non si stanca di curare i dettagli: dalle grisaglie maschili di trama double ai panni di cachemire, al maroquin, tutti i

tessuti sono sempre elaborati per colpire non solo l’occhio, ma anche il tatto. E, all’interno di questa collezione, grande cura alla scelta della palette, che riprende alcuni dei colori must per l’autunno, quali il cammello ed i grigi presi in prestito all’abbigliamento di lui, con toni innovativi quali il ritorno del b&w e del rosso lacca. Inusitate anche le textures, camoscio e vernice e lacche che rendono le superfici lisce miscelando diversi livelli cromatici dell’oro. L’accessorio must è l’Atena, caratterizzata dalla doppia catena sulla tracolla, come ricorda il nome della dea che, per chi non lo sa, era anche molto abile nella lavorazione del metallo. Tanti stili, alcuni più originali di altri, altri più portabili, altri entrambe le cose, si sono avvicendati all’interno della sei giorni della moda milanese dedicata alla Donna che, come sempre, nonostante gli impedimenti, i problemi organizzativi, le tempistiche e tutte le altre addizioni logistiche, rimane sempre la musa ispiratrice dei designers e degli artisti in generale. Infatti, come inizia l’Iliade?

Chronicle of a six-days-marathon of Milan. The new woman F/W 2010 – 2011 (a bit out of breath).

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he fashion Gotha decided how woman will face next fall/winter between 2010/2011 during the last fashion week, a “short” week (four heavy days on six), which was concluded with a great sight of relief deeper than usual

by fashion workers. An upset of calendars, changed screaming the Errata Corrige with all the image resounds, and environmental issues which risked to block in a particularly nervous Milan the traffic circulation – with an exclusion given to the National Chamber of Italian Fashion – the last fashion week, the female PàP, travelled on the suspense, and it gave the tangible output that the catwalk calendar has got a great importance, as in a chess match: Mario Boselli, the President of the National Chamber of Italian Fashion, says: «What happened to this edition of fashion week confirmed that the NCIF sustains by years: the cause-effect mechanism between the designers’ positioning during the Fashion week >

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fashion

L’intellettuale Jo No Fui

and the permanence of international press inthe city». Indeed, during crisis times, also the timing management of fashion shows could increase the appeal of the whole week, and so it has be crucial the presence of names such as Laura Biagiotti, Carlo Tivoli and Mila Schön, that persisted the allure of the week and avoided the escape of buyers and press. Highlighting the presented proposals, in the Armani Theatre paraded a noble and mobile woman, with a dynamism thanks to the A line, underlined both by mantles on dresses and hip-long cabans, and by colours, very warm colours, such as the red coral and Tibet orange. To focus a strip-cut toque which gives more movement to the line. Dsquared, instead, retakes also for her the horror-splatter-chic movement which was already proposed by the man, but in this case the creative grim touch is sweeter thanks to literary echo à la Stevenson: the woman who parades is a “Madame Jekyll and Mistress Hyde”, in an unattended melt’in pot of noir movies, horror literature and Nippon mangas. Latex lingerie covers skins, and undresses couture sheath-dresses enriched by tulle, while the so chic outfits are coyote fur coats on screwed tassel skits, and also tailor minidresses with feathers; but do not forget a business horror chic woman, a power woman, threaded into concrete and abrupt suits. In the Dsquared anatomy lab there are also bloody bends, top and leggings with venous system. The colours’ palette is composed by black, red, grey and camel. Must accessories, massive squared-lines sun glasses. Passing from the literary to the dreamlike, Jo No Fui proposes on the catwalk the concept of melancholy’s regret of the EM/

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The intellectual by Jo No Fui


undone. The woman is intellectual and sensual, and the proposals are educated and a bit cerebrotic, with allusions and parallelisms, such as those between the diverse textures and the metropolis. Asian enchantress, Jo No Fui’s woman is perfect in the long silhouette, which is a bit uncertain and for that reason more lovable, and she is always bound by animalier textures, made giant and structured on daring experimentations of georgette, which wear an a bit bohemian woman. Jacquard covers small accessories, more jewels than bags. The wistful Jo No Fui lady has got a silk lace, which is worn in a new elegance, where oriental appeals goes with a decadent identity, and total black dresses become literary thanks to an inset of pearls and medals, which became real oneiric onomathopoeia. Drastically changed register with the woman of Gianfranco Ferrè by Aquilano

and Rimondi; she speeds up achieving an easy luxury, and decides to face next winter with an esthetical sense of purity, which is very perceptible by proposals, where tailoring is not used as tool for a self-celebration, but it is a technical instrument to follow even more the shapes and the thoughts of women. Ferrè’s woman has got a clear distinction between day and night, between the practicality of the cold winter days and the muffled atmosphere of nights: with the sun, she’s a very fast lady, instead of night, when she becomes dreamlike. And there is a constant care of details: male grisaille of double texture, cachemire, maroquin, everything is designed to touch not only the eye but also the touch. Within this collection, a great care is also given to the palette: must colours are camel, male greys, innovative b&w and red lake. Also the textures are pioneering: suede and lakes to

mix several gold levels. The must accessory is the Atena bag, characterized by the double chain on the shoulder, as suggests the name of this accessory of the Greek divinity who, for those who do not know, was very able to work iron. So many styles, several more original, other more wearable, other both, alternated during this six-days-marathon in Milan dedicated to the Woman who, as usual, in spite of impediments, organizational problems, timings and logistic adds, remains as the inspirational Muse of designers and artists in general. Indeed, how does the Iliad start? //

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IL LUSSO SI FA VERDE Cristiana Favretto

Promette di essere la meta irrinunciabile di designer, di artisti, di curatori e di luxury lifestyle addicted. Dal 6 al 10 maggio 2010 a Parigi prende il via la seconda edizione del “1.618 Sustainable Luxury Fair”, grande esposizione dedicata al lusso e allo sviluppo sostenibile. Riuscito mix tra fiera e mostra d’arte, ha come sede il Palais de Tokyo, spazio espositivo e laboratorio creativo tra i più giovani e all’avanguardia, situato nel 16° arrondissement, proprio di fronte alla Torre Eiffel. Gli espositori scelti hanno superato una selezione rigorosa da parte di un pool di affermati esperti nei temi: abbigliamento, tecnologia, benessere, design, gioielli, automobili, arredamento ed eco-ospitalità. Chi partecipa deve utilizzare materiali eco-friendly, garantire processi di realizzazione a scarso consumo energetico, sostenere l’origine etica dei materiali o anche solamente proporre un concept di chiara inspirazione ambientale. Nasce così il “virtuous product”, nuova frontiera del consumo etico che vede tra i suoi sostenitori icone di stile come Bernard Arnault a capo del EM/

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marchio Luis Vuitton, Michelle Obama e George Clooney. Ma “lusso” e “sostenibile” sono due termini di segno opposto che si elidono? La sostenibilità pone l’accento sulle relazioni e sul rispetto per le future generazioni, per l’ambiente e per le diverse culture. Invece, fino a poco tempo fa, le parole chiave del lusso si limitavano alla nozione di privilegio e unicità. Questa fiera rende esplicito che il concept, studiato dalle aziende mainstream del settore, si arricchisce di nuovi significati: il lusso oggi è ciò che è in grado di creare armonia. Di inserirsi fluidamente in ciò che lo circonda. Non per niente uno dei prodotti più ammirati della passata edizione del fiera del lusso sostenibile è stata la seduta per esterni “Banc Miroir” di Cécile Planchais, completamente specchiante e quindi in grado di “scomparire” nel parco.


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foto (cc) di Marciej Zgadzaj /flickr

LUXURY BECOMES SUSTAINABLE It aims at becoming the irresistible destination of designers, artists, art curators and luxury lifestyle addicted. From May 6 to 10, 2010, in Paris, the second edition of “1.618 Sustainable Luxury Fair” takes place. A big exhibit dedicated to luxury and sustainable development. Between a fair and an art exhibit, its headquarters is in the Palais de Tokyo, one of the most recent and avant-garde creative laboratory and space for exhibitions located in the 16th arrondissement right in front of the Eiffel Tower. A pool of well-known experts in the fields of clothing, technology, well-being, design, jewellery, automobile, interior design and eco-hospitality have rigorously selected the brands on exhibit. The participants have to use ecofriendly materials, grant low-energy consumption processes, support the ethic origins of the materials or propose a clear environmental idea. This is how the “virtuous product” comes to life, a new

frontier of the ethic consumption supported by style champions like Bernard Arnault, Luis Vuitton’s head, Michelle Obama and George Clooney. But are “luxury” and “sustainable” two opposites cancelling each other out? Sustainability emphasises relations and respect for future generations, the environment and different cultures. Instead, until recently, luxury key words were limited to privilege and rarity. This fair clarifies that the concept, studied by the mainstream field companies, acquires new meanings: today, luxury is what generates harmony and is in everything around it. In fact, one of the most appreciated products of last edition of this fair was the “Banc Miroir” by Cécile Planchais, a bench entirely made of reflective stainless steel and so able to “disappear” in the park..

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LOUIS VUITTON RAINDROP BAG THE ABITLITY TO GO BEYOND

LOUIS VUITTON RAINDROP BAG LA CAPACITÀ DI SPINGERSI OLTRE Valeria Vittozzi

Con il termine della stagione invernale e l’arrivo dei tiepidi pomeriggi primaverili, i colori acquistano nuova luce. Ingombranti cappotti e voluminose sciarpe vengono sostituite da freschi trench e foulard di seta, impreziositi da accessori vivaci dalle più svariate sfumature cromatiche. Il fashion world, ancora una volta, ha incamerato e sottolineato tutta l’importanza degli accessori, dedicando loro una parte cospicua delle sfilate: design sempre più all’avanguardia, tessuti pregiati e forme più disparate hanno dominato le sfilate in passerella, favorendo la transizione dall’eleganza classica verso l’ innovazione più eccentrica. Ed ecco che anche Louis Vuitton, una delle maison che ha fatto dell’eleganza stilosa e del lusso alcuni tra i suoi principali imperat, non resta impassibile all’irresistibile fascino della novità. L’istrionico Marc Jacobs ha disegnato una collezione di borse per la spring- summer 2010 dal gusto revival, mixando la rivisitazione dell’iconico motivo della casa, con nuances, forme e tessuti in grado di sorprendere e stupire. Oltre i nuovi modelli che riprendono la tradizionale tela Monogram, il direttore artistico della Louis Vuitton ha donato alla collezione di borse una declinazione di colori brillanti assieme ad effetti che generano movimento, come ciondoli colorati in pelliccia di volpe e pelle di vitello. In perfetto urban style è la nuovissima “Raindrop Bag”in pelle d’agnello verniciata, che coniuga materiali esclusivi a forme quotidiane. In due varianti di colori, emeraude e moka, la Raindrop Bag si connota per la praticità e la funzionalità, essenziali per la donna metropolitana, e per le particolari caratteristiche estetiche che la rendono simile ad una borsa impermeabile (che richiama la denominazione), arricchite da una grafica vintage ritrovata negli antichi Archivi Louis Vuitton. >

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Il look sorprendente e sicuramente sui generis studiato per la Riandrop prevede la presenza di una cinghia regolabile e una coulisse color arancione intenso atta a modificare, secondo le necessità, la forma della borsa: una vera e propria borsa “idrorepellente” il cui prezzo di vendita è di 1.650 euro. Un’innovazione sicuramente estrema per la Louis Vuitton, ma non nuova per Mark Jacobs che, tra consensi e dissensi generali ,scandisce un ulteriore passo oltre i confini dell’inusuale e della sperimentazione.

LOUIS VUITTON RAINDROP BAG THE ABITLITY TO GO BEYOND With the end of winter and the beginning of spring afternoons, colours acquire a new light. Clumsy coats and large scarves are replaced by fresh trench coats and silk foulards enriched with colourful accessories and many chromatic nuances. Once again, the fashion world has encompassed and underlined the importance of accessories by dedicating to them a large part of its parades: avant-garde designs, precious textiles and bizarre shapes have dominated fashion parades favouring the transition from classical elegance towards eccentric innovation. So, even Louis Vuitton, one of the brands that has made elegance and luxury one of its main imperatives, does not remain unmoved before the charm of novelty. The histrionic Marc Jacobs has designed a 2010 springsummer bag collection with a revival flavour combining a new version of the iconic home pattern with nuances, shapes and materials able to surprise and strike. Besides the new models following again the traditional Monogram canvas, the Louis Vuitton’s artistic director, has given to the bag collection a range of bright colours with effects generating movements like coloured pendants made of fox fur and veal leather. In perfect urban style, the very new varnished lamb leather “Raindrop Bag” that conjugates exclusive materials with daily shapes. In two colours, emearude and mocha, the main characteristics of the Raidrop Bag are practicalness and EM/

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functionality essential for a city woman. The unique aesthetic characteristics that make it very similar to a rainproof bag (origin of its denomination) are enriched with a vintage graphics found in the Louis Vuitton’s archives. The surprising and sui-generis look studied for the Raindrop includes an adjustable belt and an intense orange coulisse used to modify, according to one’s needs, the bag’s shape. A true “waterproof” bag at the price of 1.650 euro. A very extreme innovation for Louis Vuitton but not something new for Mark Jacobs who, between consensus and general disagreements, marks another step forward unusual and experimental boundaries. //


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Il rilancio della storica maison Emilio Schuberth: per un’aristocrazia del gusto. Mariano Bonavolontà

The reintroduction of the historical maison Emilio Schuberth: for an aristocracy of taste.

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o, non è il musicista. Franz Schubert non ha l’acca finale. Qui si parla di un altro artista, un grande maestro couturier che ha ingentilito un’epoca, quella postbellica italiana. Emilio Federico Schuberth, dalle origini avvolte in un velo di aristocratico mistero, forse di reminescenze asburgiche, nasce a Napoli e si trasferisce subito a Roma, quella dell’Hollywood sul Tevere dive-

nendo immediatamente il Couturier delle dive, un istrionico personaggio che ha anticipato le odierne modalità di comunicazione della moda. Sì, perché Schuberth era una personalità dal grande carisma, un regista di sfilate surreali, un artista che dipingeva e ricamava con estro e brio, i tessuti con i quali avvolgeva donne dai nomi celeberrimi, quali Soraya, la Loren, la Lollobrigida, la Pampanini, la Magnani. Giorgini, colui che


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Nuova collezione, completo spezzato: top seta nero, gonna ratzmir rosa New collection mixed outfit: black silk top, ratzmir powder skirt

con la storica sfilata di Palazzo Pitti del 1951 ha conclamato la nascita del Made in Italy e la scissione della moda itala dalla schiavitù estetica francese, lo volle come carta vincente per controbattere in maniera trionfante la creatività di Dior. Schuberth, con il suo logo, l’aquila asburgica, che alcune volte diventa una rondine, è stato colui che ha lanciato una moda tutta incentrata sul corpo della donna, a volte esasperato con il

vitino di vespa, altre volte invece nascosto da uno stile imperiale. Eppure, nonostante la sua importanza, dopo la sua morte, il nome altisonante di Schuberth è stato ingoiato da una nube nera di dimenticanza: le nuove istanze di produttività, l’allontanamento della moda dall’asse romano a favore del territorio milanese, l’abbandono della cultura dell’Alta Moda per il più democratico Prét-à-porter, si sono imposte. E, si sa, l’econo-

mia ha sempre l’ultima parola, anche sull’arte e sulla creatività. Non tutto è andato perduto. Nel 2004, l’eclettica imprenditrice partenopea, Elena Perrella, allora Commissario Straordinario del Polo Regionale della Moda Femminile di Napoli, decise di organizzare una mostra retrospettiva sul couturier. «Il mio fu un amore a prima vista» racconta la Perrella, oggi direttrice creativa della maison Emilio Schuberth, «ero incredu-

la che una tale genialità artistica e culturale fosse stata dispersa nell’attuale panorama della moda». Nello stesso anno la direttrice creativa acquistò i diritti ed iniziò l’avventura, tanto entusiasmante quanto difficile, del rilancio del brand storico, inserendosi nelle dinamiche dell’ultimo decennio che hanno rivalutato, quasi come una reazione chimica alla mancanza di creatività ex novo, i brand >

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storici, come Gucci, Ferragamo, Pucci. «Confesso che all’inizio neanche io conoscevo l’operato di Schuberth ma, andando a scavare negli archivi storici, rimanevo sempre più sbalordita della sua inventiva e questo mi dava sempre più linfa vitale e creativa». Difatti il lavoro di continua ricerca d’archivio è la base del lavoro dei creativi coordinati dalla Perrella, che hanno il compito di far rivivere il passato, riprendendo gli stilemi del Maestro aggiornandoli agli attuali paradigmi estetici: le rondini, i fiori, il grigio ed il rosa, i giochi dei fiocchi, sono onnipresenti nelle collezioni. «La mia è una prèt-à-couture», ovvero un ibrido tra il PAP

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Nuova collezione, cocktail dress verde acido con gioco a nido d’ape

Acid green cocktail dress with hive texture, new collection

Pagina seguente: Vestito-fiocco: magnifica reinterpretazione contemporanea di un abito antico Schuberth, ratzmir pesco. Declinato anche in versione sposa.

Next page: Bow dress: magnificent contemporary interpretation of an antique Schuberth dress, peach ratzmir. Designed also as wedding dress.

e l’Haute Couture. L’odierna maison è una lean organization, tutta focalizzata sui core business creativi; ciò permette di attuare una destrutturazione organizzativa che garantisce una maggiore flessibilità nell’accomodarsi ai continui cambiamenti. La comunicazione gioca sull’intangibile, soprattutto attraverso accorte campagne di RP, che riescono ad intercettare il target: una ragazza vivace ed attenta alla qualità ed all’estetica. I mercati di riferimento sono soprattutto esteri e garantiscono un’alta capacità di spesa. «Nell’attuale panorama della moda, così impregnato di finanza, dove l’atelier è ormai demodé, per mantenere la

propria identità, è necessario basarsi sul prodotto. Ma da soli non ce la si può fare. Dovrebbero intervenire le istituzioni. La moda è troppo bella ed importante per la nostra economia per essere lasciata sola, senza un sostegno istituzionale che si focalizzi sulla cultura. Inoltre qui in Italia non ci fidiamo dei giovani. La fuga dei cervelli non è solo una piaga scientifica, ma anche della moda. I giovani portano con sé una linfa vitale e creativa, ma qui si scontrano con colossi e con delle cariatidi che non li valorizzano. Al di là delle Alpi, invece, non si teme di affidare a giovani la direzione creativa di monumenti della moda,

con esiti del tutto positivi». Alle collezioni di Prét-à-couture presentate si affiancano anche altri prodotti sotto il logo asburgico: è previsto il rilancio del profumo di Schuberth, Schu. «Schu, la fragranza più nota di Schuberth, è anche uno di quei prodotti più familiari del Maestro. Addirittura in una scena de La dolce vita si intravede nel bagno la mitica boccetta. Questo profumo, che fu pubblicizzato addirittura da René Gruau, uno dei più grandi illustratori di moda mai esistito, era troppo importante per non essere inserito nell’operazione di rilancio». La preziosa boccetta sarà lanciata al prossimo Cosmoprof bolognese


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Completo spezzato Flower: camicia plissettata collo barocco e gonna bloom

foto (cc) di Rance Costa /flickr

Pagina precedente: Easy Cocktail Dress in mussola di seta-cotone blu Schuberth.

nella piena allure che un accessorio del genere merita. Ed a completare il tutto, la raffinatezza di Schuberth è stata anche declinata all’ambito sposa: «Le spose di Schuberth sono sempre state delle dee e non ho potuto resistere alla tentazione di far rivivere il sogno di quegli abiti candidi», corredati, tra l’altro, dalla linea di bomboniere, sempre Schuberth. Infine, l’infinita morbidezza del cachemire più prezioso riscalda la nuova collezione, declinata nelle diverse forme che connotano lo stile senza tempo, dove qualità fa rima con eleganza. Ed è con questa ricetta che l’aquila asburgica o la rondine primaverile, toccheran-

no nuove vette, forse inattese, ma sempre entusiasmanti, mantenendo quell’aura di aristocraticità e di bon ton che, nell’era attuale, sarebbe vitale.

The reintroduction of the historical maison Emilio Schuberth: for an aristocracy of taste.

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o, he is not the musician. Franz Schubert has not the final “h”. Here it’s about another artist, a great

Flower outfit: plissé shirt with baroque neck and bloom skirt Previous page: Easy Cocktail Dress in laine et cotton mousseline

couture master who gentled an époque, the Italian post-war one. Emilio Federico Schuberth, with origins dipped in an aristocratic veil of mystery, maybe with absburgic resounding, was born in Naples, and he moved to Rome, the new Hollywood on the Tevere river, becoming immediately the divas’ couturier, a histrionic persona who foreran the today’s fashion communication modalities. Yes, because Schuberth was a very charismatic person, a director of surreal fashion shows, an artist who painted and embroidered with insight and brio, the fabrics which wrapped celebs, such as Soraya, Loren, Lollobrigida, Pampanini,

Magnani. Giorgini, who claimed the birth of Made in Italy and its independence from the esthetical slavery from France with the historic fashion show in Palazzo Pitti in 1951, wanted Schuberth as winning card against the Dior’s creativeness. Schuberth, with his logo, the absburgic eagle, which several times becomes a swallow, launched a female designed fashion, whose body sometimes was exasperated with the wasp waist, and other times it was hidden by the imperial style. Nevertheless his importance, after his death, the grandiloquent name of Schuberth has been swallowed by the black cloud of forgetfulness: >

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new issues of productivity, the departure of fashion from the Rome gravitation to Milan, the leaving of the High Couture culture for the more democratic Prét-à-porter imposed themselves. And, as usual, economy has got always the last word, also on art and creativity. But not all got lost. In 2004, the eclectic Neapolitan entrepreneur, Elena Perrella, at those times also Extraordinary Commissar of the Regional Female Fashion Pole of Naples, decided to organize a retrospective on the couturier. «Mine was a love at first sight» tells the entrepreneur, the today’s creative director of the maison Emilio Schuberth, «I couldn’t believe that a such artistic genius got dispersed in the today’s fashion panorama». In the same year, Perrella bought the rights and started the adventure, so exciting as difficult, of the reintroduction of the historical brand, getting in the latest dynamics of the fashion in the last ten years, with a chemistry reaction of the lack of creativity with a revaluation of historical brands as Gucci, Ferragamo, Pucci. «I’ve got to confess that at the beginning, me neither new the operas of Schuberth but, digging within the historic archives, I remained astonished by his inventions and that gave me even more energy and creativity». Indeed, the action of continuous research in archive is the basis of the young creative people managed Perrella; the creative group has the task to make live again the past, taking the signs of the Master, updating

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them to the today’s esthetical paradigms: swallows, flowers, the grey and pink, the bows, are in each collection. «Mine is a Prét-à-couture» a hybrid between the PAP and the Haute Couture. Today’s maison is a lean organization, focused on the creative core businesses; that gives the possibility to carry out an organizational dismantling with a bigger possibility to adapt to the continuous change. The communication lays on the intangible, moreover on specific Public Relations activities, which intercept the target: a girl so lively and who pays attention to quality and esthetical details. The referring markets are the foreign ones because they guarantee a high expenditure capacity. «In the today’s fashion world, so impressed by finance, where the atelier is so démodé, to maintain the own identity, is important to base on the product. But it is hard to do it lonely. Institutions might intervene. Fashion is too beautiful and important to be left alone by our economy, without an institutional sustain focused on culture. Moreover, here in Italy, we do not trust in young people. The leave of brains is not only a scientific curse, but also of fashion. Young people bring a vital and creative lymph, but here there are colossuses which do not valorise them. Beyond the Alps, instead, there is not this fear, and young creative designers direct monuments of fashion, with a very positive results». Other products under the absburgic logo go with the new

Collezione P/E 2008: Charleston e georgette di seta e tulle, declinato anche come abito da sposa easy. S/S Collection 2008: Charleston and silk and tulle dress, designed also as easy wedding dress.

Lettera autografata dalla Loren al suo amico couturier Emilio Federico Schuberth Letter by Loren to his friend couturier Emilio Federico Schuberth.

collections: there is the launch of the Schuberth’s perfume, Schu. «Schu, the most known fragrance of Schuberth, is also one of the most familiar products of the Master. Indeed, in a scene of La Dolce Vita, in the bathroom is visible the mythical bottle. This perfume, which has been advertised by René Gruau, one of the greatest illustrators of the fashion ever, was too much important and so it was included in the launching operation». The precious bottle will be launched at the Cosmoprof in Bologna with all the allure that this accessory deserves. And to complete the whole collection, the Schuberth refined elegance goes also within the ambit

of wedding dresses: «Schuberth’s brides have always been divas, and I couldn’t resist the temptation to make live again the dream of those candid dresses», supplied with bonbonnières, always Schuberth. Moreover, the infinite softness of the most precious cachemire warms the collection, and it is declined in several shapes of a timeless style, where quality rhymes with elegance. And it is with this recipe that the absurgic eagle, or the spring swallow, will touch new summits, maybe unexpected, but always thrilling, keeping the aura of aristocracy and bon ton which, at the day of today, it might be vital. //


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OLYMPIA LE-TAN: TUTTO IL FASCINO DI UN LIBRO RACCHIUSO IN UNA BORSA Valeria Vittozzi

Se la digitalizzazione dei romanzi d’autore ha lasciato nei vostri animi un velo di malinconia a causa della perdita di tangibilità del prodotto letterario, allora le originali e fantasiose creazioni della stilista Olympia Le-Tan sono cucite su misura per voi! Il progetto “You can’t judge a book by its cover” parte dal desiderio di conservare nella memoria fotografica delle “bookholic” le copertine dei libri che hanno valorizzato la storia dello scorso secolo, e Olympia Le-Tan , realizza questa volontà con una serie limitata di fashion pochette che, ad un primo sguardo, sembrano veri e propri volumi. Il minuzioso ed unico lavoro della stilista consiste nella realizzazione di un prodotto hand-made che prevede la cucitura a mano del motivo delle cover prescelte. Le bookbags possiedono il fascino vintage dei libri vissuti , donato loro dai colori e dalle immagini rappresentate e lo stile liberty dei tessuti floreali, utilizzati per il rivestimento interno. L’artista ha tentato di alterare il meno possibile le caratteristiche cromatiche ed estetiche degli originali utilizzando colori che rispondessero quanto più possibile alle prime edizioni di ventuno tra i romanzi più belli che hanno accompagnato la sua vita sin dall’infanzia. La collezione, in edizione limitata, comprende la produzione e realizzazione di soli sedici pezzi per ognuno dei libri tra i quali le appassionate potranno scegliere: ”Lord Jim” di Joseph Conrad, “Histories” di Jacques Prever, “Moby Dick” di Herman Melville e, il fiore all’occhiello dell’ intera collezione secondo il parere di Olympia Le-Tan, “The Heart Is a Lonely Hunter” di Carson McCullers, tutti in vendita a circa 1000 euro nella boutique parigina Colette di rue Saint Honerè. Un buon catalogo di libri tra i quali le entusiaste acquirenti selezioneranno , come se fossero in una biblioteca in miniatura, il loro romanzo preferito combinando, al di là di ogni aspettativa, l’amore per la letteratura classica e la passione per il glam style.

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OLYMPIA LE-TAN: THE CHARM OF A BOOK IN A BAG If the digitalization of authors’ novels made you melancholic because of the loss of contact with the literary product, then the original and extravagant creations by the designer Olympia Le-Tan are tailored for you! The project “You can’t judge a book by its cover” stems from the desire of preserving – in the memory of bookaholics – book covers that have characterized last century. Olympia Le-Tan makes this will true by producing a


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limited series of fashion pochettes that look alike real volumes at a first glance. The designer’s very detailed and unique work consists in the realization of a hand-made product that foresees the hand sewing of the chosen book cover’s pattern. These bookbags have the vintage charm of old books with their colours and images and the liberty style of the floral materials used for the lining. The artist has tried to alter as little as possible the chromatic and aesthetic characteristics of the originals by using colours very close of the first editions of the best twenty-one novels that have accompanied us since our childhood. The limited edition limited collection includes the production and realization of only sixteen pieces for each book among which the fans will be able to choose “Lord Jim” by Joseph Conrad, “Histories” by Jacques Preer, “Moby Dick” by Herman Melville and, pride of the entire collection for Olympia Le-Tan, “The Heart is a lonely Hunter” by Carson McCullers. They are all sold at about 1000 euro in the Paris boutique Colette in Rue Saint Honorè. A good catalogue of books among which the enthusiastic buyers will select, as if they were in miniature library, their preferred novel combining – beyond any expectations, their love for classic literature and passion for their glam style.

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emozioni di lusso

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a cura di Mariateresa D’Agostino

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Malìparmi 1 // Cappello ampio in lino. Large linen hat. 53 € 2 // Bracciale con ricami in metallo color oro, collezione Sauvage. Coloured golden steel bracelet with embroideries, Sauvage collection. 56 € 3 // Sandali stiletto con ricami di pietre e perline oro, collezione Sauvage. Stiletto sandals with embroderies of stones and golden seed pearls, Sauvage collection. 259 €

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Blumarine 4 // Collana gioiello collezione P/E 2010. Necklace in textile with stones. 335 €

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Laura Biagiotti 5 // Borsa maxi - kelly in pelle intarsiata oro con pendente LB di swarosky. Borsa maxi - Kelly – in engraved golden leather with swarosky pendant LB. Prezzo su richiesta Price upon request LBD (Designers Alessia Caliendo e Francesca Migliacco) 6 // Abito bambolina mood anni ‘50, stretto in vita e scampanato, in pura seta di San Leucio, collezione Tapestry Collection . ’50s mood doll style dress, tight on waist and flared, made of original San Leucio silk, Tapestry Collection. 95€ Shop on line www.littleblackdress.it

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Jacob Cohen 1 // Giacca in felpa tagliata a vivo con abbottonatura all’inglese, linea Premium. Brushed fabric jacket cut to live with English buttoning, Premium line 347 €

Cesare Paciotti 3 // Occhiali montatura in metallo aviator con ponte e aste con inserto in pelle. Glasses aviator steel frame with bridge and temples with leather insert. 227€

Bliss 2 // Orologio Diver con cassa in acciaio inossidabile, water resistant 10 atmosfere e cinturino giallo in poliuretano con texture triangolare. Diver Watch with stainless steel case, water resistant up to 10 atm and yellow strap in polyurethane with triangular texture. 165 €

Cit Luxury 4 // Camicia classica puro cotone con collo aperto alla francese. Classic pure cotton shirt with French open neck. 89 € Borsalino 5 // Cappello di paglia con cinta gialla e spilla a serratura. Straw hat with yellow belt and brooch safety 140 € Ermanno Scervino 7 // Scarpa stringata in crosta da uomo. Shoe string men in crust. 490 € 8 // Borsa uomo in rafia. Raffia bag for man. 975 € Guess 9 // Cintura di pelle nera, collezione Handbags. Black leather belt, Handbags collection. 69 €

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Diesel 10 // Denim Safado. Denim Safado. 220 €

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MODERNI SUPEREROI Dalla NASA arriva un nuovissimo velivolo monoposto Paola Del Prete

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MODERN SUPER HEROES The latest single-seat aircraft from NASAv


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a sempre si fantastica sulla possibilità che l’uomo riesca a volare, sfrecciando silenzioso tra le nuvole come un moderno supereroe. Ma fino ad ora si è trattato solo di idee piene di immaginazione che riempivano le menti più fantasiose. Adesso sembra che il sogno di molti possa diventare realtà: la Nasa infatti, sta lavorando ad un velivolo monoposto che potrebbe rivoluzionare il modo di volare. Puffin, questo il nome del nuovo gioiellino che è stato presentato durante il meeting dell’American Helicopter Society a San Francisco dall’ingegnere aerospaziale Mark D. Moore, coordinatore del progetto presso il Langlay Research Center della Nasa. Simile ad una tuta da volo o ad un jet pack con una cabina di guida, Puffin è in fibra di carbonio e può volare alla velocità di quattrocentottanta kilometri all’ora. È un velivolo ecologico perché dotato di motori elettrici efficienti al 95%, che se pur piccoli, generano una spinta sufficiente a sollevare una persona e garantiscono l’assenza di emissioni nocive. Compatto nella forma (3,7 metri di lunghezza per 4,1 di apertura alare) e leggerissimo (centotrentacinque chili più quarantacinque di batteria al fosfato di litio ricaricabili che forniscono un’autonomia di ottanta chilometri da triplicare nei prossimi cinque - sette anni), Puffin quando è a riposo, si regge su quattro arti meccanici estraibili che si aprono come il carrello di un aereo in fase di atterraggio per attutire l’impatto al suolo. Nel momento in cui il pilota ha intenzione di decollare, i flap posizionati sulle ali deviano l’aria dai rotori ad elica (ampi 2,3 metri) verso l’alto, mantenendo così il velivolo a terra finché non è pronto a volare, evitando il rischio che le raffiche di aria generate possano farlo ribaltare. Una volta alzato in volo, il pilota dovrebbe manovrarlo in posizione orizzontale come se stesse volando su un aliante. A marzo è stato presentato il primo prototipo in scala uno a tre, con l’obiettivo di continuarne la progettazione, e c’è già

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chi fantastica su una possibile commercializzazione di massa. Nel caso la sua realizzazione si dimostrasse possibile, a parere degli ideatori sarebbe un ottimo strumento da utilizzare nelle operazioni militari segrete, così come in quelle di soccorso in condizioni di difficoltà.

MODERN SUPER HEROES The latest single-seat aircraft from NASA There have always been dreams about the possibility that man could fly silently streaking among clouds like a super hero. Yet, until now, these have only been fantastic thoughts filling very imaginative minds. Now, it seems that this dream might come true: NASA, is, in fact, working at a singleseat aircraft that could revolutionize flying. Puffin, this is the name of the new gem presented at the meeting of the American Helicopter Society in San Francisco by Mark D. Moore, a special engineer and project coordinator at the NASA Langley Research Centre. Similar to a flying suit or a jet pack with a control room, Puffin is made of carbon fibres and can fly at four hundreds – and –eighty km/hr speed. It’s and ecological

aircraft because equipped with electric engines with an efficiency of 95% that, even if small, generate enough propelling force to lift a person and grant the absence of toxic emissions. With a compact shape (3,7 meters long by 4,1 wingspan) and very light (135 kg plus 45 of rechargeable lithium phosphate batteries with an autonomy of 80 km to triplicate in the next five-seven years), Puffin, at rest, is supported by four extractable mechanic arms that open themselves as a plane’s undercarriage when landing in order to soften the impact with the ground. When the pilot decides to take off, the flaps located on the wings deviate air upwards from the propeller rotors (2,3 meters large), thus keeping the vehicle on the ground until it is ready to fly thus avoiding the risk that the generated air gusts would make it overturn. Once in the air, the pilot should put it in a horizontal position as if riding on a glider. In March, the first prototype, on a map of one to three, has been presented with the goal of continuing the planning. And there are already those who dream about a potential mass commercialization. If its realization is proved possible, the inventors think that it would be an excellent tool to use in secret military operations as well as in emergency rescue situations.



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www.copengroup.com


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VOLARE VIA DAL TRAFFICO? UN’IDEA POSSIBILE!

FLYING AWAY FROM TRAFFIC? A POSSIBLE IDEA!

Paola Del Prete

A chiunque sarà capitato almeno una volta di trovarsi imbottigliato nel traffico e sperare intensamente di potersi liberare da un’estenuante coda. Fino ad oggi si trattava solo di una lontana speranza, ma adesso tutto ciò potrebbe essere possibile. Gli ingegneri della Samson Motorworks (azienda americana nata per venire incontro alle esigenze di nuovi mezzi di trasporto polifunzionali) infatti, ispirandosi alle tecnologie della formula uno e in particolare a quelle della Ferrari, hanno progettato una motocicletta rosso fuoco a tre ruote che in caso di necessità sarebbe in grado di spiccare il volo. L’azienda americana introducendo la nuova linea di veicoli Multi Mode (MMV), ha presentato come modello di punta, il rivoluzionario Switchblade: un affusolato mezzo, dotato di ali retrattili e motore a rotore alimentato da normalissima benzina, che promette di coniugare perfettamente la semplicità del motociclo con l’eccitazione di poter volare. Switchblade si compone di un abitacolo a due posti affiancati ricavato in una scocca ultraresistente e, di un motore ecologico che può raggiungere i centoquarantacinque >

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chilometri all’ora su strada e i duecentoventicinque kilometri in volo. I guidatori avranno a disposizione un cambio CVT a variazione continua, retromarcia con telecamera di parcheggio, freni a disco, interni in pelle con aria condizionata, navigatore, impianto stereo e, naturalmente, un altimetro. Il motociclo inoltre, eccelle anche in sicurezza: velocità e paracadute automatico offrono infatti, una comoda via di salvezza in caso di problemi. Switchblade potrà essere parcheggiato in garage e usato per qualunque esigenza, con la possibilità, in caso di traffico e strade intasate, di azionare, tramite un semplice pulsante, la funzione Scissoir Wings: due ali sottilissime che uscendo dalla carrozzeria consentiranno di volare. Unica condizione necessaria, è quella di essere vicini ad un aeroporto per avere una piccola pista per il decollo. Ovviamente al momento dell’acquisto l’apposita chiave di volo sarà consegnata solo nel caso in cui si abbia un regolare brevetto di pilota; in caso contrario si potrà utilizzare il mezzo solo per strada. Il modernissimo motociclo è già ordinabile sul sito della Samson Motorworks, previo deposito caparra, ma le prime consegne sono previste per la fine del 2011. Il prezzo finale al cambio attuale è di circa di sessantamila euro.

FLYING AWAY FROM TRAFFIC? A POSSIBLE IDEA! Everybody will have experienced – at least once - a traffic jam and strongly hoped to get rid of a never-ending queue. Until today, this was only a remote hope but now all this could be possible. In fact, Samson Motorworks engineers (an American company established to meet the needs of the new multifunctional transportation means) getting inspired by formula 1 technologies and in particular – those of Ferrari – have designed a three wheels bright red motorcycle able to fly if required. By introducing the new production of Multi Mode (MMV) vehicles, the American company has presented as its leading model, the revolutionary Switchblade: a streamlined mean, equipped with retractable wings and a rotor engine fuelled with normal oil and that promises to perfectly combine the simple design of a motorcycle with the exciting emotion of flying. Switchblade is made of a two seats cabin in a ultra resistant body and of an ecologic engine able to

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www.samsonmotorworks.com

reach 145 km. per hour on the road and 225 km when flying. Drivers will be able to operate a continuously variable transmission (CVT), a rear gear with parking camera, brakes, leather interns, air conditioning, GPS, hi-fi and an altimeter, of course. The motorcycle has excellent security measures: speed and automatic parachute are a good rescue ways in case of emergency. Switchblade could be parked in garage box and used when necessary with the possibility, in the case of a traffic jam, to activate – through a simple button – the Scissoir Wings function: two very subtle wings that exiting from the body will make the vehicle fly. The only necessary condition is that of being close to an airport so to use a small take-off strip. Of course, when buying it, the flying key will be given only to buyers with a pilot license; otherwise, one could only use it on the road. The very modern motorcycle can already be ordered on the Samson Motorworks’ web site with an advance deposit. The first deliveries are foreseen at the end of 2011. The final price, with the current exchange rate, is of approximately 60.000 euro. //


FOR MORE INFORMATION, PLEASE CONTACT:

0445 427411

WWW.MARLBOROCLASSICS.COM


S.T. DUPONT l’eleganza e la forza del family business Manlio Del Giudice

the stylishness and the power of the family business

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exclusive interview

euro, un patrimonio netto di quasi 18 milioni di euro e più di 700 dipendenti impegnati in tutto il mondo a cesellare uno stile unico ed inconfondibile, fatto di fuoco, scrittura, seduzione. Scopriamo con Alain Crevet presidente di S.T. Dupont, intervistato in esclusiva per Em/me, come nascono pezzi unici e modelli da collezione ispirati da grandi artisti, facendo di Dupont un’icona del lusso.

Motus village: sala gym sopra e benessere in acqua a sinistra

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amily business fondato nel 1872, nel laboratorio parigino di Simon Tissot Dupont, da cui le iniziali “S.T.”, Dupont è da sempre arbiter elegantiarum nella creazione e nella fabbricazione di oggetti personali di lusso. Un processo di evoluzione imprenditoriale singolarmente dinamico: dalla prima idea imprenditoriale del suo patròn, un’azienda di carrozze distrutta in seguito a un incendio, alla crescita nel 1919 con l’acquisto di un laboratorio per la fabbricazione di porta documenti di qualità ed alla riconversione fino allo sviluppo nel 1929, con l’orientamento dell’azienda verso la produzione di prodotti di lusso destinati al «Gotha» internazionale. Dupont presenta oggi un capitale investito consolidato di più di 80 milioni di

Quali sono le origini del marchio e quale la sua evoluzione. Possiamo parlare di “family business” considerando le sue radici? «Il marchio è stato fondato da Simon Tissot Dupont nel 1872 a Parigi. Ha iniziato creando dei prestigiosi set da scrivania fatti a mano, delle pochette per donne e valigie per uomini. I suoi clienti erano diplomatici importanti, avvocati e aristocratici provenienti da tutto il mondo. A proposito, il marchio coltiva ancora la tradizione di servire personalità famose, uomini di affari e politici che sono particolarmente appassionati dei nostri prodotti. Nel 1941, S.T. Dupont ha lanciato il primo accendino di lusso seguito dalla prima penna a sfera di lusso nel 1973. Gli articoli in pelle, che sono stati trascurati per molto tempo, furono rilanciati negli anni settanta e nel 1987 divennero accessori e anche capi pronti da indossare. Il significato del marchio è espresso in modo chiaro nel nostro logo “S.T. Dupont, maestro orafo, laccatore e valigiaio dal 1872”. Da più di 3 anni ci siamo concentrati sul DNA del marchio e sviluppiamo in maniera costante i nostri prodotti intorno a 4 pilastri: l’arte della scrittura, fuoco, viaggio e seduzione. Per rispondere alla sua seconda domanda, siamo ancora un’ azienda a conduzione familiare non solo per tradizione ma anche perchè rappresentiamo un piccolo marchio


di lusso fatto solo da noi. Ciò che è importante per noi è che anche se la famiglia Dupont non è più a capo dell’azienda, siamo ancora in contatto con il nipote di Simon Tissot Dupont, André Tissot Dupont, membro del nostro direttivo di supervisione che io incontro abbastanza regolarmente. Da lui abbiamo imparato molti segreti sulla storia del marchio e della manodopera specifica, per esempio, il processo esclusivo di conciatura con polvere di diamanti che ci ha permesso di lanciare la nostra meravigliosa collezione Diamond leather». Come sta andando il mercato di settore in questo momento? E cosa ci può dire del fatturato di questi primi mesi del 2010? «Non è un mistero che gli affari nel settore stiano risentendo della crisi così come molti altri. Tuttavia, sono abbastanza contento di dire che nonostante i tempi non siano facili, i nostri risultati sono migliori di alcuni nostri diretti concorrenti. In tempi di crisi, bisogna concentrarsi sull’essenziale, essere più flessibili e creativi. È ciò che cerchiamo

di fare… L’obiettivo per il 2010 è almeno di raggiungere lo stesso fatturato del 2009 o di fare ancora meglio. Io credo che ce la faremo». Qual è il vostro fatturato al momento. «circa 60M di euro». Quante sedi ha S.T. Dupont nel mondo? E qual è l’importanza dei mercati internazionali sul fatturato totale? «La sede principale è a Parigi, la fabbrica a Faverges (Francia-Savoia) ed abbiamo filiali in Germania, Italia, Giappone, Cina, Hong Kong, Singapore e Malesia. Lavoriamo L’Europa rappresenta circa il 30% del nostro

fatturato, l’Asia il 40%, e la Russia e Medio Oriente circa il 30». La prima boutique è stata aperta a Roma, dopo tanta attesa. Come hanno risposto gli Italiani? «Siamo molto contenti di avere la nostra prima boutique in Italia e soprattutto a Roma. Roma è una città meravigliosa con tanta cultura, posti stupendi, molti turisti ed un gran saper vivere. La nuova boutique completa la nostra strategia nelle maggiori città europee. Al momento, S.T. Dupont è abbastanza apprezzata dagli Italiani». >

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exclusive interview

Brushed Palladium, Piccolo rettangolo simbolo di equilibrio e rigore, geometria e purezza

Il valore aggiunto della S.T. Dupont è sempre stato quello del know-how esclusivo nell’arte della lacca cinese e accessori gioiello . Che vantaggio avete al momento sui vostri concorrenti? «È proprio il nostro know-how e l’alta qualità dei prodotti che fanno la differenza. Allo stesso tempo, ci impegnamo per essere i più creativi e proporre prodotti nuovi eleganti e funzionali. Perciò abbiamo lanciato l’innovativa collezione Defi di penne e borse. Io personalmente non viaggio mai senza di loro. La borsa – ispirata alla tecnologia spaziale – è la più leggera sul mercato, meno di un chilo e include un perfetto sistema di protezione per computer portatile. Quanto alla penna Defi – probabilmente la più fine al mondo – è davvero una chicca! Oggi, le nostre collezioni sono molto complete e consentono a tutti di trovare il giusto accessorio - come l’anima gemella nella vita - o dei pezzi esclusivi come quelli delle nostre collezioni limitate». Quali sono le prospettive future e quali progetti avete per le vostre strategie? «Per il 2010, abbiamo progetti nuovi e interessanti! Al momento, non posso dire molto ma molto presto vedrete i nuovi accendini, ed un’impressionante prima collezione limitata di penne per donne d’affari. Lasciatevi sorprendere!».

the stylishness and the power of the family business Family business founded in 1872 in Simon Tissot Dupont’s laboratory in Paris. This is the origins of the initials “S.T.”, Dupont has always been very elegant in the creation and

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Brushed Palladium, small rectangle symbol of balance and rigour, geometry and purity

manufacturing of luxury personal objects. A very peculiar business evolution process: from the first business idea of his patron, a coach making company destroyed in a fire, to its growth in 1919 with the acquisition of a laboratory for the manufacturing of quality document holders and its reconversion until the development in 1929, with the business oriented towards the production of luxury items destined to international “leading figures”. Today, Dupont has a consolidated capital in investments of more than 80 million euro, a net estate of approximately 18 million euro and more than 700 employees busy – all of over the world – in engraving in a unique style made of fire,

writing and seduction. Let’s find out with Alain Crevet , in an exclusive interview for Em/me, how unique items and collection objects inspired by great artists are created thus making Dupont a luxury icon. What is the origin and which is the evolution of the brand? Can we speak of family business considering its roots? «The brand has been founded by Simon Tissot Dupont in 1872 in Paris. He started by manufacturing prestigious tailor-made desk blotters, minaudières for women and travel cases for men. His clients were important diplomats, lawyers and aristocrats all over the world. By the way, the brand still


Messenger Bag dalla nuova collezione Défi Limited Edition, concilia estetica e performance.

Messenger Bag from the new Défi Limited collection, a combination of aesthetics and performance.

cultivates this tradition to equip famous personalities, business people and politics who are always very fond of our products. In 1941 S.T.Dupont launched the first luxury lighter followed by the first luxury ball point pen in 1973. Leather goods, which have been abandoned for a long time, were relaunched in the 70s and in 1987 came accessories and also ready-to-wear. The brands definition is clearly expressed in our logo: “S.T.Dupont, master goldsmith, lacquerer and trunk maker since 1872.” Since more than 3 years we really focus on the brand’s DNA and are constantly developing products around our 4 pillars: Art of Writing, Fire, Travel and Seduction.

Regarding your second question. We are still like family business not only by considering the brands roots but also by the fact that, as you know, we are a small luxury brand all by ourselves. What is great for us is that even if the Dupont family is no more in the head of the company, we still have contact with the grandson of Simon Tissot Dupont, called André Tissot Dupont. He is a member of our supervisory board and I meet him quite regularly. From him we learned a of lot of secrets about the brands history and very specific manufacturing, for ex. the exclusive procedure of tanning with diamond powder which allowed us the launch of the beautiful Diamond leather collection».

The Core Business of S.T.Dupont are luxury goods. How is luxury market working in this moment? What about early 2010 turnover? «It’s not a secret that the luxury business is suffering from the crisis as so many others. However, I’m quite happy to say that even if times are not easy our results are better than for some of our competitors. In times of crisis you have to concentrate to the essential and to be still more flexible and inventive. That’s what we try… The aim for 2010 is at least reaching the same TO as in 2009 or doing even better. I think we’ll do it». Which is your turnover at the moment? «Around 60 M€». How many headquarters has S.T.Dupont in the world? What is the importance of international markets on the total turnover? «The brands headquarter is in Paris, >

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exclusive interview

the manufacture in Faverges (France – Savoy) and we have subsidiaries in Germany, Italy, Japan, Chine, Hong Kong, Singapore and Malaysia. We also work with distributors in other countries such as Spain, Russia, Middle East, Korea, Taiwan, USA… Europe represents around 30% of our turnover, Asia 40%, and Russia / Middle East around 30».

by space technology – is the lightest on the market, less then 1kg, and includes a perfect system to protect a laptop. As for the Defi pen – probably the sharpest in the world – this pen is a pure experience! Today our collections are very complete and allow to anyone whether to find the right accessory as an all day live partner or very exclusive and exceptional pieces like our premium or limited editions».

The first boutique was opened in Rome, after long expectation. What is the feed-back from Italian people? «We are very happy to have our first S.T.Dupont boutique in Italy and especially in Rome. Rom is a wonderful city with a lot of culture, nice places, a lot of tourists and great Art de Vivre. The new boutique completes our strategy to be implemented in the most important cities of Europe. Actually, S.T.Dupont is quite appreciated in Italy».

Which are the future perspectives and on what do you plan your strategies? «For 2010 we have lots of nice and interesting projects! For the moment I can’t say that much but very soon you’ll discover new lighters, an impressive limited edition the first S.T.Dupont pen dedicated to business women. Let you surprise!». //

S.T.Dupont’s plus has always consisted in the exclusive know-how in the craftsmanship of Chinese Lacquer and high-end accessories. Which is in this moment your advantage comparing to the competitors? «It’s exactly our unique know-how and the great quality of our products which makes the difference. At the same time we try hardly to be the most inventive, to propose new products which are elegant and functional. Therefore we launched for instance the new and really innovative Defi collection of pens and bags. I personally never travel without them; the bag – inspired EM/

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I TRE VISITATORI DELLA CITTÀ DEGLI SMERALDI (parte 1)

The three visitors of Emerald City (part 1)

Piero Formica

L’imprenditore codardo in visita alla Città degli Smeraldi Un giorno tre stranieri giungono in visita alla Città degli Smeraldi di cui tanto avevano sentito favoleggiare. Il loro intento è di essere accolti dal Grande Mago che vi governa così bene e saggiamente, con la speranza di ricevere in dono da lui ciò che non hanno ma vorrebbero disperatamente possedere: il coraggio per il primo visitatore, il cervello per il secondo e il cuore per il terzo. Lasciamo che il lettore corra con la sua fantasia nel dare un nome ai nostri tre personaggi: l’imprenditore codardo, il burocrate spaventapasseri e il monopolista di stagno. Nel Grande, Terribile Mago Oz gli amministratori del governo locale avranno modo di riconoscersi facilmente. Un dubbio permane. Al Mago che diceva di essere un uomo comune lo Spaventapasseri obiettò che Oz era qualcosa di più di questo: “tu sei un inganno”, gli replicò. Degli amministratori locali si potrebbe pensare la stessa cosa? * L’imprenditore codardo. Grande Mago, vorrei intraprendere nuove attività per cogliere i frutti meravigliosi pendenti dagli alberi nel grande bosco dell’innovazione. Ma, per iniziare il cammino, dovrei diventare così intelligente da riuscire a salvarmi dalla mia stessa passata intelligenza che mi ha fatto ricco e ha reso prospera la mia impresa. Per questo ti supplico di darmi in dono il coraggio. Vorrei avere l’audacia mostrata dal presidente della Canon quando ha detto: “ Dobbiamo fare ciò che agli altri pare una pazzia. Se per la gente quanto stiamo facendo va bene, allora c’è qualche nostro concorrente che lo sta già facendo”. Il Grande, Terribile Mago Oz. Proverò a infonderti coraggio accompagnandoti nella visita al mio regno e alla sua capitale, Oz e la Città degli Smeraldi: una comunità in fermento, le cui imprese crescono, conquistano nuovi mercati, si internazionalizzano e sono perfino oggetto di desiderio da parte delle grandi compagnie mondiali.

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L’imprenditore codardo. Tu hai forse in mente le imprese di punta, quelle che operano come delle navi rompighiaccio. Credi davvero che esse potranno aprire la navigazione a me e al resto del convoglio imprenditoriale, che è poi la parte numericamente più rilevante? E ancora, il successo del tuo regno ha solide radici nel terreno della tradizione. È, perciò, un successo che crea degli obblighi, tra cui quello di conservare ciò che si è conquistato. Non vorrei che visitando il regno di Oz finissi col rinsaldare il mio pregiudizio sulla bontà del pessimismo dei reazionari, i quali -mi pare che lo dicesse John Maynard Keynes- ritengono che l’equilibrio della nostra vita economica e sociale sia troppo precario per permettersi di rischiare nuovi esperimenti. Il Mago Oz. Nel nostro regno, specialmente nella sua città capitale, le nuove generazioni stanno rompendo con il passato. Figli di imprenditori abbandonano le aziende familiari per creare imprese in nuove aree d’affari; imprenditori innovativi emergono da ceti sociali privi di una tradizione imprenditoriale; le nuove professioni dell’economia della conoscenza incuriosiscono e conquistano i giovani istruiti. L’imprenditore codardo. Certamente i giovani sono la linfa vitale della società. Nella città di Oz la popolazione giovanile aumenta o è in calo? E nascono tante nuove imprese da riempire il vuoto lasciato da quelle defunte e forse anche da alzare l’indice di sviluppo imprenditoriale? Quante più imprese nascono, tanto minore sarà lo spazio disponibile per l’affermarsi di mentalità da piccole città balzachiane che vedono nel creatore di’impresa l’avventuriero senza scrupoli che minaccia il portafoglio del “buon padre di famiglia”. Il Mago Oz. La nostra popolazione giovanile è diminuita, ma con un minor numero di giovani possiamo puntare su iniziative pubbliche mirate, come quelle per migliorare la qualità dell’istruzione. Se poi il raccolto di nuove imprese non è tanto abbondante come nel passato, è anche vero che sta nascendo un’imprenditoria ad alta scolarità e con una mentalità aperta alle esperienze internazionali, non solo di tipo commerciale. Ciò renderà il passaggio dall’economia industriale all’economia della conoscenza, con la sua industria dei contenuti, meno traumatico di quello dalla manifattura al sistema di fabbrica della rivoluzione industriale.


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L’imprenditore codardo. In effetti, il business della conoscenza è una leva formidabile che fa cadere l’impalcatura costruita con la legge bronzea dell’economia della scarsità. Mi risulta che in altri regni in competizione col tuo l’innovazione è come un fiume alimentato da tanti affluenti: gemellaggi tra imprenditori di successo e neoimprenditori, fondi di capitale di rischio, fondi di capitale di semina di nuove iniziative imprenditoriali, infrastrutture tecnologicamente all’avanguardia ove ospitare le imprese in incubazione e quelle appena nate, e altri ancora. Per esempio, nel regno di Olanda il Ministero degli Affari Economici ha da tempo varato un programma denominato Twinning che è un’iniziativa volta a stimolare l’imprenditorialità nell’industria delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, fornendo alle imprese start-up spazi di incubazione, risorse finanziarie, tutoraggio e supporto in generale. In tal modo ci si prefigge di stimolare un numero crescente di persone a diventare imprenditori nell’economia digitale, alla guida di società di classe mondiale. Una ventina di capi d’azienda olandesi e americani con esperienze di successo nell’industria delle nuove tecnologie si sono impegnati a sostenere pienamente il programma Twinning svolgendo appunto la funzione di istruttori. Qualcosa di simile sta accadendo anche qui? Il Mago Oz. Non siamo giunti a tanto, ma ci troviamo sulla buona strada. La formazione del consenso è un dato importante che tentiamo di acquisire sradicando quella mala pianta che è il conflitto. Affettivo o cognitivo che sia, il conflitto è sempre sconveniente. Non ci convincono quelli che sostengono la bontà del conflitto cognitivo, vedendo nella collisione delle idee e dei punti di vista contrastanti la vera via al progresso. Forti del consenso che nasce dall’uniformità tra i diversi protagonisti dell’innovazione, potremmo muoverci in fretta, recuperando il tempo eventualmente perso. L’imprenditore codardo. Spero di conoscere nel corso di questa visita tante persone più interessate alle occasioni da cogliere che ai pericoli che corrono inoltrandosi nel bosco dell’innovazione. Questo sì che mi darebbe coraggio. Quando la somma algebrica dei pericoli e delle opportunità è favorevole ai primi, il declino è inarrestabile. In questa sfortunata situazione quelli in grado di produrre novità positive non vogliono, mentre quelli che vogliono non possono.

Il Mago Oz. Ti mostrerò che nel regno di Oz e nella Città degli Smeraldi l’innovazione è ritenuta necessaria. E poiché, rifacendomi alle Memorie del Cardinale di Metz, “tutto quello che è necessario non è mai rischioso”, al termine del tuo viaggio avrai coraggio da vendere.

The three visitors of Emerald City The coward entrepreneur visits Emerald City One day, three foreigners come to visit the so popular Emeralds City. Their goal is to be received by the Great Wizard, a good and wise governor, with the hope he would give them what they don’t have but long for: courage for the first one, brain for the second and heart for the third. Let’s have the reader use his own imagination in giving names to our three characters: the coward entrepreneur, the scarecrow civil servant and the tin monopolist. In the Great, Bad, Wizard of Oz, administrators of the local government will easily identify themselves. There is still a doubt. To the wizard who was telling him to be a common man, the scarecrow objected that Oz was something more than this: “You are a swindler”, he answered. Couldn’t be said the same about local administrators? * The coward entrepreneur. Great Wizard, I would like to start new activities to harvest the wonderful fruits on the trees of the great wood of innovation. But, to start this, I should become so clever to be able to rescue myself from my own previous intelligence that made me a rich man and my company very productive. For this, I implore you to give me the gift of courage. I would like to be as brave as the Canon’s President when he said “We must do what >

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others think is crazy. If common people are satisfied with what we are doing, then there must be some of our competitors who is already doing it”. The Great, Bad Wizard of Oz. I will try to give you courage by accompanying you in a visit to my kingdom and its capital, Oz and Emerald City: a dynamic community, whose companies are growing, conquering new markets, doing international projects and are also desired by the largest world companies. The coward entrepreneur. You have in mind leading companies, those who operate as icebreakers ships. Do you really think that these might open the way to me and the rest of the entrepreneurial group, which is the most relevant part from a numeric point of view? Furthermore, the success of your kingdom has strong roots in tradition. This is a success that generates duties like preserving what has been conquered. I wouldn’t want that by visiting the Land of Oz, I would end up strengthening my prejudice about the goodness of the reactionaries’ pessimism who, if I remember well what John Maynard Keynes says – they think that the balance of our economic and social life is too unstable to risk new experiments. The Wizard Oz. In our land, especially in its capital, new generations are breaking with the past. Business men’s sons leave the family businesses to start businesses in new areas; innovative entrepreneurs arise from social classes with no business tradition; new knowledge economy’s professional profiles are conquering educated young people. The coward entrepreneur. Certainly, young people are the vital lymph of a society. Is the young population increasing or decreasing in the land of Oz? and are there new businesses to fill in the gap left by those that have failed and perhaps also able to increase the index of entrepreneurial development? The more new companies arise, the minor available space there will be for the weird mentality of small cities to eradicate and think that the entrepreneur is an adventurous man without scruples threatening the economy of the “good father of family”. The Wizard Oz. Our young population has decreased but with a minor number of young people we can aim at ad hoc public initiatives like those improving the quality of education. Then, if the harvest of new companies is not that abundant as in the past, it is also true that a new, highly educated entrepreneurship is arising and is keen on international experiences not only from a commercial point of view. This will make the shift from industrial economy to knowledge economy – with its industry of contents – less traumatic than the shift from manufacture to the factory system during the

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industrial revolution. The coward entrepreneur. Well, the knowledge business is a wonderful tool attempting the structure built with the bronze law of scarcity economy. I know that in other kingdoms in competition with yours, innovation is like a river nurtured by many fluxes: twinning projects among successful entrepreneurs and new ones, risk capital funds, start-up funds for new entrepreneurial activities, avant-garde technological infrastructures able to host business incubation or start-up phases and many others. For example, in Holland, the Ministry of Economic Affairs has approved a program called Twinning, an initiative aiming at encouraging entrepreneurship in the industry of new technologies, of information and communication and supplying incubation spaces to start-up businesses, funding, tutoring and general support. By doing so, they aim at motivating an always larger number of people to invest in digital economy or leaders of global class companies. About twenty Dutch and Americans managers with success stories in the field of new technologies have committed to fully support the Twinning program as instructors. Is anything similar taking place here too? The Wizard Oz. We are not up to this point but we’re going in the right direction. Consensus is an important data that we are trying to acquire by cutting off the weed of conflict. Whether affective or cognitive, the conflict is always inconvenient. We do not believe in those who support the goodness of cognitive conflict and see the true way to success in the collision of ideas and controversial opinions. Convinced of the consensus generated by the unanimity of the different protagonists of innovation, we might hurry up and eventually recuperate the time lost. The coward entrepreneur. In the course of this visit, I hope to meet many people more interested in the opportunities to seize rather in the dangers they might meet in the wood of innovation. This would give me some courage. When the algebraic sum of dangers and opportunities is in favour of the former, decline cannot be stopped. In this unlucky situation, those able to produce positive news do not want to do it while those who want, can’t. The Wizard Oz. I will show you that in the Land of Oz and Emerald City, innovation is considered necessary. And quoting Cardinal Metz’s Memoires “everything that is necessary is never risky”, at the end of your trip, you will be extremely brave! //


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IL SUO NOME È BOND. JAMES BOND. Michelangelo Iossa

Icona di stile e implacabile agente segreto: a quasi cinquant’anni dal primo romanzo di Ian Fleming, la spia inglese continua ad affascinare il pubblico di ogni età Dodici romanzi e due raccolte di racconti, milioni di copie vendute in tutto il mondo, ventidue pellicole ufficiali e imprecisate parodie, citazioni e special televisivi per la saga di maggior successo della storia del cinema: la forza di questo personaggio è nei numeri, nei successi raccolti al botteghino e sugli scaffali delle librerie dei cinque continenti. Si calcola che, in tutto il mondo, un abitante ogni quattro abbia visto almeno una volta un film della saga a lui dedicata, lasciandosi affascinare dal magnetismo di Sean Connery, dall’eleganza di Roger Moore, dalla grinta di Pierce Brosnan o dal cinismo di Daniel Craig… Il suo nome? Naturalmente è Bond. James Bond! L’agente 007 – questa la celebre sigla che ne definisce la qualifica di spia dotata di licenza di uccidere – è stato creato nei primissimi anni Cinquanta da Ian Lancaster Fleming, giornalista, reporter, romanziere, uomo d’affari e agente segreto egli stesso. A poco più di cento anni dalla nascita di Fleming e a quasi cinque decenni dal primo film della serie dedicata alle gesta di Bond, Dr. No (1963; in Italia Licenza di Uccidere), il fascino della spia britannica cattura ancora gli spettatori di ogni età, merito soprattutto dell’abilità degli attuali produttori della saga cinematografica, Michael G. Wilson e Barbara Broccoli. Icona di stile, spietato cavaliere al servizio segreto di Sua Maestà britannica, relitto della Guerra Fredda o bon vivant incallito? Forse Bond è questo e anche molto altro: d’altro canto, lo stesso Fleming ha riversato nelle gesta della sua più celebre creatura letteraria una buona dose di esperienze

professionali personali, vissute in tanti angoli del mondo. Sposatosi da pochissimo tempo con la contessa Anne Geraldine Rothermere Charteris, con l’obiettivo di “sconfiggere la noia della vita coniugale” lo scrittore inglese affrontò la stesura del suo primo romanzo, Casino Royale; da allora in poi, ogni anno, Fleming avrebbe prodotto un nuovo libro della serie dedicata a Bond rifugiandosi nella sua residenza giamaicana che affaccia sulla baia di Oracabessa e che lui stesso ribattezzò Goldeneye. Esattamente 50 anni fa, Fleming ottenne un invito a cena dall’allora senatore John Fitzgerald Kennedy, estimatore dei romanzi dedicati alle imprese di Bond; poco dopo la sua elezione a Presidente degli Stati Uniti, Kennedy rilasciò un’intervista al popolare settimanale Life in cui dichiarò che il romanzo Dalla Russia con Amore era nella lista dei suoi dieci romanzi preferiti. Il 2010 è l’anno che segna l’inizio della la-

vorazione del ventitreesimo capitolo cinematografico della serie ‘bondiana’: per la terza volta consecutiva, ad interpretare 007 sarà Daniel Craig, già apprezzato in Casino Royale e Quantum Of Solace. L’attore del Cheshire sarà diretto da Sam Mendes. In attesa che venga rivelato il nome della nuova Bond-girl (la protagonista di The Millionaire Freida Pinto ha smentito le voci sulla sua convocazione ufficiale), i fans dell’agente segreto inglese attendono di ammirare la spia in una nuova avventura, tra luoghi esotici, riti e oggetti degni dell’immaginario bondiano. Un film della saga di 007 è, infatti, anche un piccolo grande manuale di product placement d’autore, pratica nella quale i produttori dei film di Bond sono stati pionieri assoluti: gli orologi Omega e Rolex, la vodka Smirnoff, lo champagne Bollinger, gli smoking Brioni, i gemelli da polsino Dupont… Regina incontrastata di questo >

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piccolo grande impero del Bond-lifestyle è senza dubbio l’Aston Martin, automobile che da oltre quarant’anni accompagna James Bond e fa sognare gli spettatori di tutto il mondo.

HIS NAME IS BOND. JAMES BOND. Icon of style and irresistible secret agent: fifty years after Ian Fleming’s first novel, the English spy continues to fascinate public of all ages Twelve novels and two volumes of stories, millions of copies sold all over the world, twenty-two official movies and an imprecise number of parodies, quotations and TV specials for the most successful saga in the history of cinema. The strength of this character lies in numbers, in successes at the ticket boxes and on bookshops’ shelves in the five continents. It is estimated that one citizen out of four in the whole world has seen at least once one of the movie of the saga devoted to him and been hit by Sean Connery’s sex appeal, Roger Moore’s elegance, Pierce Brosnan’s force or Daniel Craig’s cinism. His name? Bond, of course. James Bond! 007 Agent – this is the famous acronym that defines his spy number with license to kill. It was created in the first ‘50s by Ian Lancaster Fleming, journalist, reporter, novelist, business man and secret agent himself. At about one hundred years since Fleming’s birth and almost fifty from the first movie dedicated to Bond’s adventures – DR. No (1963, in Italy it came out as License to kill) – the English spy’s charm continues to capture spectators of all ages, a merit of the ability of the current movie producers, Michael G. Wilson and Barbara Broccoli. Icon of style, merciless knight serving the British Crown, a cold war wreck or hardened bon vivant? Maybe Bond is this and much more: however, Fleming himself has reversed in his most popular literary creature’s adventures a good dose EM/

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of his personal and professional experiences from all over the world. Married with the countess Anne Geraldine Rothermere Charteris, with the goal of “defeating the boring side of marriage”, the English writer faced his first novel script, Casino Royale; from then on, every year, Fleming produced a new book of the series dedicated to Bond in his Jamaican residence overlooking the bay of Oracabessa that he renamed Goldeneye. Right fifty years ago, Fleming was invited at dinner by the then Senator John Fitzgerald Kennedy, fan of his Bond’s novels. After his election as President of the United States, Kennedy released an interview to the popular magazine Life stating that the novel From Russia with Love was one of his ten favourite novels. 2010 marks the beginning of the twentythird movie chapter of the Bond series: for the third time in a row, Daniel Craig, already appreciated in Casino Royale and Quantum of Solace, will interpret 007. The actor from the Cheshire will be directed by

Sam Mendes. While waiting to find out the name of the new Bond-girl (The Millionaire actress Freida Pinto has denied the rumours about her involvement), the English secret agent’s fans are waiting to see the spy in a new adventure, in exotic places, rituals and objects proper of the Bond imaginary world. A movie of the 007 saga is, in fact, a small but big manual of author’s product placement, a practice launched by the Bond producers: Omega and Rolex watches, the Smirnoff vodka, the champagne Bollinger, the Brioni tuxedos, the Dupont hand-cuffs… The undisputed queen of this Bond-lifestyle empire is – without any doubt – the Aston Martin, the car that has been accompanying James bond for more than forty years and that makes spectators from all over the world dream. //


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Fari ed Eco-sistemi del XXI secolo Lighthouses and eco-systems in the XXI century Nicola Farronato

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he ne è stato dei fari che per secoli hanno costituito il punto di riferimento dei naviganti, ne hanno intrecciato le rotte e facilitato l’entrata in porto? Apparentemente l’avvento della tecnologia li ha messi fuori, o meglio, ne ha cambiato la destinazione d’uso, visto che ce ne sono più di otto mila di nomenclati per lo più con vite nuove, da b&b a museo, da abitazione privata a laboratorio naturalistico. Il passaggio dallo stato di economia industriale a quello di economia della conoscenza ha portato alla riformulazione di criteri e caratteristiche degli ambienti, sia sociali che economici, delle loro regole di funzionamento, e della loro definizione. E così, nel fisico quanto nell’intangibile, un mercato diventa un eco-sistema e un faro un punto di riferimento e guardiano della rotta per i nuovi viandanti del mare, quegli imprenditori della conoscenza abitanti degli ecosistemi del XXI° secolo.

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È proprio da una visione del ruolo immaginario dei fari rispetto alle rotte internazionali dell’innovazione, che nel 2007 nasce YEAM – Young European Avantgarde Minds, e il suo progetto “Lighthouse of minds”, il faro dei talenti. Da Berlino, epicentro del progetto e città simbolo del cambiamento nel XX° secolo, i fondatori di YEAM hanno iniziato ad allargare la rete, andando a cercare i più promettenti approcci all’imprenditoria innovativa tra le file di giovani emergenti che percorrono ogni giorno le rotte internazionali dell’innovazione, siano esse reali o virtuali.

Più recentemente diventa Associazione culturale proprio in Italia, in quel nord-est culla di imprenditori industriali che sta cercando di attrarre i nuovi imprenditori internazionali della conoscenza.

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hat happened to lighthouses that, for centuries, have represented the main point of reference for sailors facilitating their routes and entrance into docks? It seems that with the advent of technology, they are no longer needed, or to better say, their use has changed. There are more than 8.000 lighthouses with new lives, from B&B to museums, private houses to naturalistic laboratory. The shift from industrial economy to knowledge economy has generated a new interpretation of the criteria and characteristics of environments, both social and economic, of their rules and definition. So, in reality as well as in theory, a market becomes an eco-system and a lighthouse, a point of reference and guardian of routes for the new sailors, the knowledge entrepreneurs, citizens of the XXI° century’s eco-systems. And right from the vision of the

www.yeam.eu A.A.A. Talenti cercasi nel porto sono ammesse solo nuove imprese innovative, con alte aspettative attuali e alti impatti futuri. Per entrare basta seguire la luce del faro... in the dock only new innovative companies with high current expectations and future impacts are accepted. To enter, just follow the lighthouse’s light…

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imaginary role of lighthouses towards international routes of innovation, in 2007 YEAM comes to life – Young European Avant-garde Minds and its project “Lighthouse of minds”, the lighthouse of talents. From Berlin, epicentre of the project and city symbol of the XX century change, YEAM’s founders have started to expand the network by looking for the most promising approaches of innovative entrepreneurship among up-and-coming young people experiencing the international routes of innovation, be they real or virtual. YEAM is an open network made of social entrepreneurs, managers, artists and researchers with the aim of becoming a gateway for skilled European new entrepreneurs. More recently, it has become a cultural Association in the Italian NorthEast, cradle of industrial entrepreneurs that is trying to attract the new international knowledge entrepreneurs.

foto (cc) di Clarity /flickr

YEAM nasce come open-network dall’incontro di imprenditori sociali, manager, artisti e ricercatori, con l’obiettivo di diventare un centro di passaggio dei talenti della nuova imprenditoria Europea.

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Nuova vita alla vera macchina per riposare New life to the true relax machine Filippo Laezza

In alto la seduta di Le Corbusier Above, the chair by Le Corbusier

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ra gli elementi di arredo e di design ha probabilmente un fascino trasversale, tale da poter arricchire con gusto ed eleganza svariati ambienti: la chaise longue dona relax allo spazio giorno, impreziosisce la zona notte ed è indicata con qualsiasi tipo di arredo. È il simbolo più rappresentativo della rivoluzione messa in atto dal design moderno, nonché l’arredo più famoso di Le Corbusier: una seduta che porta il suo nome e che ha dato vita ad una categoria nuova di mobili. Progettata da Le Corbusier con Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, la “chaise longue à réglage continu” fu presentata al “Salone d’Automne” di Parigi nel 1929, come parte dell’”Equipement interieur d’une habitation”. È costituita da due elementi liberi fra loro: la base e la culla (o seduta o piano-sdraio), concepita per il relax diurno, piuttosto veloce, ma anche molto confortevole, questa seduta si adatta, infatti, alla posizione che il corpo vuole assumere durante i minuti di riposo,


design

senza dover essere spostata o soggetta a particolari meccanismi. Dall’ormai famoso modello di Le Corbusier, le reinterpretazioni sono state svariate, design di fama internazionale propongono esempi inediti. L’architetto brasiliano Oscar Niemeyer propone la sdraio “Rio Chaise”: rivisitazione vintage del classico modello, che più che un complemento d’arredo pare essere un’opera d’arte, affermazione confermata anche dal prezzo non troppo accessibile: circa quarantacinque mila dollari. Interpretazione eccentrica è quella data dall’estroverso designer Karim Rashid, per il quale la chaise longue somiglia ad una tavola da surf. Dai colori freschi e vivaci, rappresenta un oggetto dal forte carico emozionale, un perfetto connubio di estetica e benessere, in cui la sedia riproduce il movimento dell’onda. Eleganza e stile raffinato, sono le parole chiavi per definire il modello della serie Borromini firmato Armani Casa, rivestito in lino beige e dotato di importanti braccioli, che compone i sei pezzi gioiello ad edizione limitata.

New life to the true relax machine

1929 as part of the “Interior furniture of a house”. It is made of two separated elements: the base and the cradle (or seat or chaise-longue), conceived for a short and very comfortable daytime relax. This chair adapts itself to the position that the body wants to take during the relax without being moved or undergo particular mechanisms. After the popular design by Le Corbusier, there have been many re-interpretations and international known designers propose original samples. The Brazilian architect Oscar Niemeyer proposes the “Rio Chaise”, a vintage re-interpretation of the classic model that looks like an art work rather than an interior element also confirmed by the non-affordable price of 45 thousands dollars. The designer Karim Rashid, instead, has given an extravagant version comparing the chaise-longue with a windsurf table. Very colourful, it represents a very emotional product, a perfect combination of aesthetics and well-being where the chair reproduces the waves movement. Class and elegant style are the keywords to define the model proposed by Borromini and Armani casa, clothed with beige linen with large arm rests, and one of the six gem pieces of a limited edition collection.

In basso un modello di Oscar Niemeyer Below, Oscar Niemeyer’s model

Among design and interior elements, it probably has a transversal charm such to enrich with taste and elegance many rooms: the chaise longue gives relax to the daytime area, makes precious the night zone and can appropriately fit any furniture. It is the most representative symbol of the revolution generated by the modern design and is also the most famous piece by Le Corbusier: a seat named after him and that has created a new category of furniture. Designed by Le Corbusier with Pierre Jeanneret and Charlotte Perriand, the “chaise longue à réglage continu” was presented at the “Autumn Fair” in Paris in

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Oscar Niemeyer il “Grande vecchio” “The Great Old” Oscar Niemeyer

Filippo Laezza

Auditorium Oscar Niemeyer una nuova perla per Ravello La splendida cornice di Ravello, caratteristico e fascinoso paesino della costiera amalfitana, ospita un raffinato Auditorium, esempio di estetica e design realizzato dal famoso architetto brasiliano, Oscar Niemeyer, a cui è titolata l’opera. In un piccolo lembo di terra, a ridosso della scogliera, sorge la nuova costruzione dalla caratteristica forma a conchiglia, che può ospitare oltre quattrocento persone, ed è dotata di sale di registrazione, sala prove per orchestra, sale macchina e due piani atti a garage per ospitare oltre cento auto. I colori delle poltrone sono diversi l’uno dall’altro: ognuno riporta una diversa sfumatura di blu, tali da sembrare, insieme, un’onda del mare. >

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L’ingresso dell’Auditorium è costituito da un grande salone aperto al passaggio, un muro curvo e basso che crea il palcoscenico, il parterre, il mezzanino e la cabina di proiezione. È considerato come la nuova perla per una delle città più belle al mondo, difatti l’Auditorium catturerà turisti in ogni periodo dell’anno, interessati non solo a manifestazioni musicali, ma anche convegni, mostre, proiezioni cinematografiche e spettacoli di danza. Il colore dominante dell’opera è il bianco, particolarmente idoneo a rappresentare una conchiglia, anche se adagiata su di una scogliera e colore simbolo anche della città di Ravello. Dopo un investimento di circa diciotto milioni di euro e intense polemiche la città può godersi la nuova popolarità generata dal “grande vecchio”, a cui i 102 anni, recentemente compiuti, non hanno di certo alterato il genio creativo.

In a small piece of land, behind the coast, the new shell shaped building arises. It can host more than four hundred persons and is equipped with recording rooms, a rehearsal room for the orchestra, an engine room and two floors of garage for more than one hundred vehicles. Armchairs are of different colours: each of them has a different nuance of blue, so to represent, altogether, sea waves. The entrance of the Auditorium is made of a large hall open to passage, a curved and short wall creating the stage, the parterre, the mezzanine and the control room. it is considered as the new gem for one of the most beautiful cities

in the world. In fact, the Auditorium will attract tourists in every period of the year, interested not only in music events but also in conferences, exhibits, films and dance shows. White is the main colour of the building, appropriate to represent a shell even if laid down on cliffs and symbol of the city of Ravello. After an investment of about 18 millions of euro and strong polemics, the city can now enjoy the new popularity generated by the “great old man”, whose recently turned 102 years, have not altered his creativity. //

Oscar Niemeyer Auditorium a new gem for Ravello The beautiful frame of Ravello, a typical charming little village of the Amalfi Coast, hosts an elegant Auditorium, an example of aesthetics and design carried out by the popular Brazilian architect, Oscar Niemeyer to whom the structure is named after.

Esterno dell’auditorium dal basso. Interno, Particolare Auditorium Outside from below. Inside, particular

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L’acqua ed il fuoco, gli opposti si attraggono...continuando a dare nuove forme all’acqua, antoniolupi ha voluto modellare anche il fuoco: nasce così la nuova collezione sartoriale di caminetti a bioetanolo e legna: il bagno diventa soggiorno. Water and fire, opposites attract; continuing to give new shapes to water, antoniolupi has wanted to mold fire: The first collection of custom-made bio-ethanol and wood-burning fireplaces is born. The bathroom becomes a living space.

www.antoniolupi.it_talamo tub_il canto del fuoco, design domenico de palo_a.d. riccardo fattori_ph. zerotremedia

il Canto del Fuoco®_ Marchio registrato e modelli depositati_Registered trademark and patented models

Salone del Mobile Milano 14/04/10 - 19/04/10 Pad.22 Stand A29 B20 Showroom MILANO_ Porta Tenaglia CHICAGO_ 516 North Wells IL 60610 PERTH_ Scarborough Beach Road MT Hawthorn WA 6016 WIEN_ Lehargasse 10, 1060

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Umberto leonetti 1989 “Archetipi nei quattro elementi” tecnica mista su tela cm 139x182 “Archetypes in the four elements” Mixed technique on canvas cm 139x182

PAINTING AS ART, A PAINTING AS AN EMOTION, FROM THE SUBLIMINAL, A JOURNEY TOWARDS ALCHEMY

UMBERTO LEONETTI LA PITTURA COME ARTE, IL DIPINTO COME EMOZIONE, DAL SUBLIMINALE UN VIAGGIO VERSO L’ALCHIMIA Teresa Petrellese

«La mia più grande felicità È nell’Amare la mia Sposa Perché solo Lei può sviluppare I germi di tutte le mie creazioni» My greatest happiness Is to love my Bride Because she only can develop The germs of my creations (Umberto Leonetti)

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Da un ragazzino timido e sensibile, nasce e cresce l’artista Umberto Leonetti. Nella città natale di Napoli, realtà estrosa e ricca di fermenti culturali insegue la strada maestra della sua vita. Viaggia per anni senza sosta nelle capitali più importanti del mondo per presentare le sue opere, si stima siano più di diecimila. Le esperienze, gli incontri, la forte dedizione allo studio, lo rendono interprete autentico ed originale di una visione del mondo tutt’altro che scontata. Una filosofia pittorica ispirata ai classici è stato il punto di partenza: Freud, Platone, Aristotele, Ermete Trismegisto, il sottofondo di Mozarth curano la sua formazione intellettuale; la vita, gli stati d’animo, i sentimenti sono i protagonisti delle sue creazioni. La tela come specchio dell’anima porta ogni opera ad essere espressione di un particolare momento, la proiezione dell’inconscio, il fotogramma di una tensione emotiva. Una pittura subliminale che ‘parla’ a ciò che di più nascosto c’è nell’uomo, l’io e la sua continua ricerca. Una tematica antica quanto il fuoco, eppure, più attuale della pubblicità ingannevole, che fortemente utilizza la comunicazione subliminale per suscitare desideri latenti. “L’artista crea se stesso nella propria opera”(Rudolf Steiner, L’essenza dei colori, 1977), ed è per questo motivo che nelle opere del maestro Leonetti, nulla è casuale, niente è dipinto senza una specifica ragione. La morbida fusione di intensi e contrastanti colori su ampie tele, danno forma a soggetti che solo >


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Umberto Leonetti 1993 “Codici trasformativi” tecnica mista su tela cm104x179 “transformational codes” Mixed technique on canvas cm 104x179

PAINTING AS ART, A PAINTING AS AN EMOTION, FROM THE SUBLIMINAL, A JOURNEY TOWARDS ALCHEMY

Umberto Leonetti 1990 “Archetipi in fusuine” olio su tela cm 160x420 oil on canvas cm160x420

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in apparenza sembrano astratti. In realtà, è il linguaggio della parola ad essere impreciso e insufficiente a tradurre i messaggi di un percorso interiore, che ben si sposa con la pittura alchemica presente nelle opere recenti. I simboli che da essa derivano, gli archetipi del bambino e della bambina, i principi opposti del bene e del male, completano il ‘quadro’ di una trasformazione spirituale (intesa come accettazione dei propri limiti) avviata precedentemente. Da grande pittore ad Hermeneus di un chiaro messaggio: “L’amore costruisce ed il male distrugge.” Tutto si mescola, ed il pennello trasforma il piombo in oro, ovvero, la materia vile in opera immortale. (Gabriele Mazzotta, 1997) Ecco l’intento di ogni vero artista.

A shy and sensitive child grows and becomes the artist Umberto Leonetti. Naples, his hometown, an extravagant reality rich of cultural events shows him the way to success. He has been travelling in the most important capitals in the world to exhibit his woks which seems to be more than ten thousands. Experiences, meetings, his strong dedication to studying make him an authentic interpreter able to express in a unique way his vision of the world all but granted. Classics have inspired his art at the very beginning: Freud, Plato, Aristotle, Ermete, Trismegisto with Mozart nurture his intellectual development, life, moods, feelings are at the centre of his creations. The canvas as a soul’s mirror makes each work an expression of a particular moment, the projection of the subconscious, the photogram of an emotion. A subliminal painting “speaking” to the most hidden part of the man, the ego and its continuous quest. A theme as old as fire, however, more current that the illusory commercial using subliminal communication to exciting latent desires. “The artist creates himself in its own work” (Rudolf Steiner, The essence of colours, 1977), and for this reason, in Leonetti’s works, nothing is casual, nothing is painted without a specific reason. The soft combination of intense and contradictory colours on large canvas give shape to subjects that appear abstract but are not. In reality, words are imprecise and insuffi-


Umberto Leonetti 1994 “stato archetipo 394” tecnica mista su tela cm 155x155 “State archetype 394” Mixed technique on canvas cm155x155

cient in translating messages deriving from an interior path that is well mixed with the alchemic painting present in the recent works. Its symbols, the archetypes of the little boy and the little girl, the opposed principles of good and evil complete the “painting” of a spiritual transformation (meant as acceptance of one’s limits) previously started. A great painter and Hermeneus of a clear message: “Love builds and evil destroys”.

All gets mixed and the brush transforms lead in gold, that is ,the base subject in eternal work.(Gabriele Mazzotta, 1997) Here is the intention of a true artist. //

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design by Fernando Tucunduva

A glance in the creative world, because "design is to share" DESIGN /// ARCHITECTURE /// FASHION /// ART www.yatzer.com


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Paola Dell’Ungaro. Natura, incanto e mistero. Paola Dell’Ungaro. Nature, charm and mystery. Agnese Amoruso

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n tratto che accompagna, come per mano, ogni filo d’erba e ogni spostamento d’aria. Una pennellata che non si lascia sfuggire alcun movimento dell’acqua e dei soggetti che vi si riflettono. Paola Dell’Ungaro, pittrice sorrentina, ha il dono di accendere con una luminosità più che naturale le sue tele. EMME è entrata nel suo studio per

immergersi nei cromatismi della Dell’Ungaro, e per far immergere anche voi lettori. Con preferenze di soggetti che ritraggono paesaggi naturali, inviolati e avulsi da elementi contaminatori; sulle sue tele sono spesso raffigurati luoghi di meditazione che infondono quiete e serenità nell’animo di chi le ammira. >

Macchia mediterranea

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A sinistra Macchia mediterranea A destra La gadresana, I gabbiani

Paola Dell’Ungaro impara l’importanza dello studio naturalistico ed acquisisce le sensazioni dell’arte. Nonostante i suoi colori e i motivi pittorici siano molto vari, il suo interesse principale rimane il paesaggio naturalistico italiano. Dalla costiera alle isole siciliane, dal Veneto alla Puglia fino ai paesaggi sul lago di Garda. “La mia mano mi porta nella natura perché mi permette di avvicinare chi guarda l’opera ai diversi luoghi. E’ come una foto, anche se non sei sul posto, ti puoi sentire immerso in ciò che il pittore ha dipinto. E poi ci sono mille e mille scorci nuovi, mille e mille attimi da poter fermare”. C’è una vena di classicismo nei dipinti di Paola Dell’Ungaro, una vena crepuscolare, densa di significati. Ci sono stradine di campagna, alberi su sfondi autunnali, casolari, e il mare. Un mare che, cosa inconsueta e molto rara per una pittrice nata a Sorrento, viene raffigurato sempre a margine, o in scorci stretti. Un mare non

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protagonista. Ma perché? “Il mare è sempre in piccolo, sempre sovrastato da altro perché per me rappresenta l’ignoto, - ci racconta la pittrice - gli ambienti boschivi, invece, sono una sorta di rifugio, una scappatoia, un luogo che accoglie e permette di esplorare e studiare le mille ombre, le mille viuzze e tutti gli angoli della terraferma. E per me nulla è paragonabile alla forza che emanano gli alberi.” Nelle sue tele infatti scene di campagna aperta, fili d’erba ondeggiante, foglie autunnali, il campo arato, il sole che brilla sulle barche ormeggiate. Con un calore umano che abbraccia tutte le tonalità che utilizza. Pennellata e colori sono andati perfezionandosi nel tempo, attraversando un periodo in cui prevalevano i colori forti e l’utilizzo della spatola che dava tocchi pesanti e pastosità, ed un altro successivo, che lei chiama ‘di colori chiaristi’ in cui utilizza piccoli pennelli e dipinge come se stesse ricamando. “Progetti per il futuro?”.

“Un quadro di enormi dimensioni che ritragga il presepe che ogni anno viene esposto qui in Costiera. Da esporre poi in un noto shop di intarsi di Sorrento. Una sfida con me stessa, mi è stato chiesto di ultimarlo per il prossimo Natale ma, ovviamente, è tutto in fieri”. Un’opera michelangelesca, date dimensioni e tematica. Ma per ora ci ritroviamo davanti a dei lavori e ad un impegno selettivo, esclusivo, dettagliato, minuzioso, di una pittrice che ci racconta che fin da piccola rubava i centesimi destinati alla spesa di casa per comprare carboncini, pennelli, colori e tele. Tant’è che: “Assolutamente non partecipo a mostre estemporanee, sono puro diletto per chi guarda, ma ingannevoli perché un quadro ricco, vivo, ha bisogno di mesi per pulsare di sensazioni e di vita”. Asserisce. E perché, aggiungo io, non definirla una pittrice poetessa? Cos’altro infondo l’artista ama esprimere con i pennelli, al contrario


di ciò che i poeti esprimono con la penna, se non la poesia di un mondo che ci circonda?

Paola Dell’Ungaro. Nature, charm and mystery. A trait that accompanies, like holding a hand, every blade of grass and every draft. A brush stroke that does not neglect any movement of the water and of mirrored subjects. Paola Dell’Ungaro, a painter from Sorrento, has the gift of lighten her canvas in a very natural way. EMME has entered her studio to dive into the her chromatics and to give the readers the same opportunity. With a preference for natural landscapes with no polluting elements, in her canvas, meditation places – communicating quietness and serenity to the souls of the admirers are often re-

presented. Paola Dell’Ungaro learns the importance of the naturalistic study and acquires art sensations. Despite the variety of her pictorial colours and decorations, her main interest is the Italian naturalistic landscape. From the Amalfi coast to Sicilian islands, from Veneto to Puglia up to the Garda Lake. “My hands take me in the nature thus giving me the opportunity to get those who will see the work closer to the different places. It’s like a photo, even if you are not there, you can feel yourself immerged in what the painter has painted. And then, there are thousands and thousands of new views and moments to stop”. There is a vein of classicism in Paola Dell’Ungaro’s paintings, a crepuscular one full of meanings. There are little country paths, trees on autumn backgrounds, cottages and the sea. The sea that – in an unusual way for a painter born in Sorrento, is always represented at the margins or

in narrow views. The sea is not one of her main elements but why? “the sea is always small or overcome by other elements because for me it represents the uncertain, - the painter says – the woods, instead, are a sort of shelter, a refuge, a place that allows to explore and study many shades, streets and all the corners of the earth. For me, nothing can be compared to the force given out by trees”.In her canvas, in fact, there are scenes of open countryside, waving blades of grass, autumn leaves, ploughed land, the sun shining on the boats in the dock. With a human force embracing all the colours she uses. Brush strokes and colours have improved in the years, passing through a phase where bright colours were dominant and the spatula was used for heavy and warm touches and then through a phase of – light colours – where small brushes >

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were used as if the painter was embroidering. “Plans for the future?”. “A painting of huge dimensions portraying the presepe that every year is exhibited here on the Amalfi Coast to be later exhibited in a famous shop of inlaid works in Sorrento. A personal challenge. I have been asked to complete it by next Christmas but I can’t predict it, of course”. A sort of Michelangelo work given the dimensions and themes. However, right now, we are witnessing the selected, exclusive and detailed work of a painter who – since she was a child – stole the little money of the daily groceries shopping to buy brushes, colours, canvas and charcoal. In fact, “I do not participate in extemporaneous exhibits – that are delightful but illusory at the same time – since a rich, alive painting needs time to become alive”. She nods her head. And – I add - why not defining yourself as a poet painter? What else does the artist love to express with brushes, as well as what poets do with their pens, but the poetry of the world around us? //

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Chiodo fisso dei veri amanti dell’avventura, ma anche di tutti coloro che sono alla perenne ricerca di nuove occasioni d’evasione o che hanno voglia di mettere un freno alla solita routine. Tutto ciò oggi non è più una semplice illusione, ma pura realtà, di cui EM/ME propone qualche itinerario innovativo. >

foto (cc) di mikebaird /flickr

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iaggiare per lunghi mesi, visitare paesi lontani, conoscere culture, usi e costumi differenti, godere di nuovi paesaggi e di inconsuete atmosfere, sono certamente i sogni più ricorrenti di tutti i veri viaggiatori. Tuttavia, ognuno di noi almeno una volta nella vita, si è fermato a fantasticare immaginando di poter intraprendere un meraviglioso giro intorno al mondo.


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Alla scoperta delle meraviglie DEL MONDO discovering the wonders of the world Assia Gilardi

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Safari air il viaggio di lusso intorno al mondo Se l’idea del viaggio intorno al modo vi alletta, un’occasione veramente unica nel suo genere, ideale per chi vuole conciliare l’avventura con le tanto amate comodità, senza dover necessariamente rinunciare al lusso e ai più svariati comfort, il Safari Air potrebbe essere la soluzione ideale. Compagnia famosa e specializzata nell’organizzazione di vacanze di lusso e che di recente ha pensato bene di arricchire il proprio ventaglio d’offerte con un nuovo e avvincente itinerario intorno al mondo. Ventuno giorni a bordo di un elegante jet privato concepito esclusivamente per otto passeggeri che, su di una lussuosa Elite Aviation Gulfstream IV, avranno l’opportunità di visitare alcuni tra i posti più belli e mai conosciuti e senza doversi adattare a situazioni poco confortevoli. Difatti, oltre agli innumerevoli agi offerti durante il volo, sono previsti dei soggiorni esclusivi in hotel a cinque stelle in ognuno dei luoghi inclusi nell’itinerario, nonché pernottamenti in tende super accoglienti per chi non vuole rinunciare all’esperienza del safari africano. Nove le tappe in totale che fanno di questo tour un’esperienza incomparabile, attraverso una serie di scali notturni in altrettante encomiabili località. Un percorso che inizia e si conclude negli Stati Uniti nella città di Orange County e che prosegue alla volta di Québec

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City, l’unico insediamento americano a nord del Canada, contraddistinto da un fascino quasi europeo che la rende unica nel panorama delle grandi città nordamericane. Terza tappa Edimburgo, città scozzese e da molti denominata l’Atene del Nord, per poi passare al Cairo, capoluogo d’Egitto adagiato sulle rive del Nilo, dove sono situate le piramidi egiziane più famose, tra cui la piramide di Cheope, l’unica sopravvissuta tra le antiche meraviglie del mondo. Ancora: il Kenya e la Tanzania, luoghi ricchi di storia e di cultura dove per i più temerari non mancherà di certo la possibilità di vivere l’avvincente esperienza del safari. Hong Kong, regione speciale della Repubblica Popolare Cinese e Guam, isola dell’Oceano Pacifico occidentale, nonché la più grande dell’arcipelago delle Marianne. Ed infine Honolulu, capitale dello stato delle Hawaii. Un viaggio decisamente particolare per il quale la tariffa si aggira intorno ai 144.500 dollari a persona. A questo punto non vi resta che allacciare le cinture e partire verso un mondo tutto da scoprire! www.safariairchartes.com

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ravelling for many months, visiting far away countries, getting in touch with different cultures and habits, enjoying new landscapes and unusual atmospheres are certainly the most recurrent dreams of all travellers. However, everybody in his life has once imagined a wonderful trip around the world. An obsession for the fans of adventures but also of those who are always looking for new opportunities of evasion or that want to take a break from the usual routine. All this is no longer a mere illusion, but a true reality and EM/ME offers some innovative itinerary.

Safari air the luxury trip around the world If you like the idea of a trip around the world, a unique opportunity in its genre and ideal for those who would like to combine adventure with comfort without having to renounce to luxury, Safari Air could be the ideal solution. A famous company specialized in the organization of luxurious vacations and that has recently decided to enrich its proposal with a new and exciting itinerary around the world. Twenty-one days aboard an elegant private jet conceived exclusively for eight passengers who, on a luxury Elite Aviation Gulfstream IV, will have the opportunity to visit some of the most beautiful and unknown places without missing comfortable situations.

In fact, besides the many comforts offered during the flight, the passengers will stay in five-star hotels in each destination included in the itinerary and overnights in super equipped tents for those who do not want to renounce to the experience of the African safari. A tour of nine stops through a series of night layovers and beautiful destinations for an incomparable experience. A tour that starts and ends in the United States in the city of Orange County and that continues towards Qébèc City, the only north-American settling in Canada characterized by a semi European charm, unique with its view among the great North American cities. Third stop is Edinburgh, Scottish city called by many the Athens of the North, to then stop in Cairo, capital of Egypt on the Nile riverbanks where there are the most famous Egyptian pyramids like the Cheop’s one, the only one survived to the ancient marvel of the world. Furthermore: Kenya and Tanzania, places full of history and culture where the more adventurous ones could experience the safari. Hong Kong, special region of the Public Republic of China and Guam, an island of the western Pacific Ocean, the largest of the Mariana’s Islands. Finally, Honolulu, Hawaii capital. A trip particularly unique for its cost is about 144.500 dollars per person. So, fasten your seat belts and leave towards a world to discover!

foto (cc) di Daveness_98 /flickr

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foto (cc) di Corey Leopold /flickr

IL giro del mondo per I SETTE mari Per chi invece è un aereofobico allo stato puro, ma sogna comunque un viaggio diverso, niente paura: il giro intorno al mondo lo si può fare anche in nave. Crystal Cruises, compagnia crocieristica di lusso statunitense, propone nel ventaglio delle sue offerte un nuovo itinerario in giro per il globo: Grand Exotic Expedition. Centodieci giorni a bordo di una lussuosa nave da crociera, dove gli elementi dominanti saranno divertimento, comfort e tanto relax. Un itinerario da favola che, attraverso i sette mari, approderà nelle località più belle e caratteristiche del pianeta. Una crociera decisamente inconsueta che vi condurrà alla scoperta delle meraviglie più belle e più nascoste del pianeta, con partenza prevista il 17 gennaio 2011 da Los Angeles, città statunitense contraddistinta da un mix di naturalezza e di creatività e che terminerà l’8 maggio a Londra, capitale della Gran Bretagna, nonché metropoli multietnica di rilevanza globale. Un viaggio che dagli Stati Uniti vi porterà alla scoperta di fantastici luoghi, tra cui Papeete sull’isola di Tahiti, capitale della Polinesia francese, dove si può godere di un’atmosfera coinvolgente e una vibrante vivacità; Rarotonga, isola principale delle isole Cook, caratterizzata da metri di sabbia bianca, magiche lagune d’acquamarina e lussureggianti fiori tropicali; Lautoka, nelle isole Fiji, località gioiosa grazie ai sorridenti

abitanti del luogo, ricca di tradizionali villaggi e dove si respira l’inebriante profumo delle orchidee. Auckland, città della Nuova Zelanda, meglio nota come Città delle Vele, piena di spiagge incontaminate, bellezze naturali, montagne rocciose e una rigogliosa foresta pluviale. Ancora: Melbourne e Sydney, città dell’Australia sud-orientale, la prima cosmopolita e sofisticata, nonché capitale dello stato di Victoria, la seconda energetica ed emozionante e contraddistinta da una dinamica vita notturna. Dall’Australia si prosegue verso l’Indonesia, alla scoperta di Bali, principale meta turistica indonesiana, ricca di misteriosi laghi vulcanici e templi antichi; oppure Mumbai in India, luogo in cui è possibile trovare una moltitudine di popoli, culture, religioni e lingue differenti, fino alla volta del Sud Africa, a Città del Capo, dove si potrà ammirare un mix eclettico di stili architettonici. Queste e molte altre ancora le mete toccate da questa prolungata crociera che in totale attraccherà in ben quarantaquattro porti, al costo di $53,240 a salire. Ebbene si… le aspirazioni dei viaggiatori più curiosi e dei veri amanti del mare possono finalmente concretizzarsi in quella che sarà sicuramente la crociera più lunga di tutta una vita. www.crystalcruises.com

THE tour of the world for the SEVEN seas For those who are aero phobic but dream of doing a different trip, they can make the tour of the world by boat. Crystal Cruises, a luxury United States cruise company, proposes among its offers a new itinerary around the globe: Grand Exotic Expedition. One hundred and ten days aboard a luxurious cruise ship where the dominant elements will be fun, comfort and relax. A fabulous itinerary through the seven seas that will land in the most beautiful and characteristic destinations of the earth. Certainly, an unusual cruise that will lead you to the discovery of the most beautiful and hidden marvels of the world departing on January 17th , 2011 from Los Angeles, a United States city known for its combination of nature and creativity and will end in London on May 8th, Great Britain capital and multiethnic city. A trip, that from the United States, will take you to fantastic places like Papeete, on the island of Tahiti, capital of the French Polynesia with an exciting atmosphere and liveliness; Rarotonga, principal island of the Cook’s islands, characterized by meters of white sand, magic aquamarine lagoons and tropical luxuriant flowers; Lautoka, in the Fiji islands, joyful place thanks to its smiling citizens, full of traditional villages where you can smell the heady scent of orchids. Auckland, in New Zealand, better known as the City of

Sails, full of uncontaminated beaches, natural beauties, rocky mountains and a luxuriant pluvial forest. Then: Melbourne and Sydney, in South-East Australia, the first cosmopolitan and sophisticated city and capital of the State of Victoria, the second, lively and exciting with a typical dynamic night life. From Australia, the trip goes on towards Indonesia, to Bali, main Indonesian tourist destination with its mysterious volcanic lakes and ancient temples; or Mumbai in India, a place where it is possible to find many cultures, religions and different languages. Then, Cape Town, in South Africa where you can admire a mix of architectonic styles. These and many others are the destinations touched by this prolonged cruise that in total will land in forty-four ports at the cost of $53,240 and above. Well, the ambitions of the most curious and fond sea travellers can finally become true in what might be the longest cruise of their life.

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Oz-bus il giro del mondo in autobus Se viaggiare in aereo o in nave non vi soddisfa abbastanza, se pensate di non rientrare a far parte della categoria dei più fraccomodi dei viaggiatori, ma siete tra tutti coloro i quali mostrano una spiccata curiosità e un’implacabile senso d’avventura, Oz-bus, azienda londinese specializzata nell’organizzazione dei viaggi intorno al mondo, potrebbe essere ciò che fa al vostro caso. Un viaggio che può durare dalle sette alle diciotto settimane, attraversando dai cinque ai venti paesi. Si tratta del viaggio in autobus più particolare al mondo, ideale per tutti coloro amano viaggiare in compagnia, ma rimanendo sempre con i piedi per terra e contemplando i paesaggi al di là del finestrino. Un itinerario, pensato per un massimo di trentacinque persone, che vi condurrà alla scoperta di culture lontane e paesaggi sconosciuti, nato dall’idea di Mark Creasey, imprenditore londinese che ha ideato il pullman di linea più insolito al mondo. Tre sono le tratte principali. Londra–Sydney: la rotta prevede un itinerario di viaggio che si snoda lungo tre continenti (Europa, Asia e Stati Uniti), attraversando venti paesi in tredici settimane. Tra la capitale londinese e quella australiana una serie di tappe che daranno modo di assaporare il fascino delle magnifiche capitali europee come Vienna, Praga, Budapest, per poi passare alla bellezza incontaminata di

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luoghi come Bali e Himalayas, fino alla volta delle magnifiche città australiane come Adelaide e Melbourne. Il costo del biglietto è di circa 3850 sterline. Londra–New York: ventiquattromila chilometri in tutto, lungo i quali si potranno ammirare città suggestive come Amsterdam e Berlino, visitando alcuni dei più importanti monumenti al mondo, come la Grande Muraglia Cinese, al costo di 4950 sterline circa. Londra–Kathmandu/Nepal: opzione di viaggio della durata di sette settimane, pensata per chi non può abbandonare per troppo tempo i propri impegni quotidiani e che attraversa cinque paesi in tutto. Non mancano le tappe nelle principali capitali europee, verso la Turchia, l’Iran, il Pakistan e l’India. Luoghi ricchi di storia e diversità culturale, fanno di questo percorso un’occasione unica per godere di un’esperienza magica e mutevole. In tal caso il costo del biglietto è di circa 2450 sterline. Le tariffe includono pasti e pernottamenti, la maggior parte dei quali si intendono rigorosamente in tenda. Dunque, che sia in aereo, in nave o addirittura in pullman, ciò che è certo è che questa rappresenta un’esperienza unica nel suo genere, un viaggio intorno al mondo che fino a pochi anni fa nessuno mai avrebbe sperato di poter compiere e che oggi si tramuta in concreta realtà. Che dire di più, se non che in tal caso “il fine giustifica certamente i mezzi”! www.oz-bus.com

Oz-bus the tour of the world by bus If you are not enough satisfied by travelling by plane or by boat and you do not consider yourself as a lazy traveller but you are curious and love adventure, Oz-bus, a London company specialized in the organization of trips around the world might serve your purpose. A trip, that depending on the itinerary you are going to choose, can last from seven to eighteen weeks passing through five or twenty countries rigorously by bus. It is the most unique trip by bus in the world, ideal for those who love to travel in company but always having their feet on the ground and admiring landscapes from a window. An itinerary conceived for a maximum of thirty-five persons that will take you to know far away cultures and unknown places. Founded by the original idea of Mark Creasey, a London entrepreneur who has invented the more unusual bus in the world. There are three principal itineraries London-Sydney: this itinerary touches three continents (Europe, Asia and United States), passing through twenty countries in thirteen weeks. Between the British and the Australian capital, a series of stops that will give the opportunity to taste the charm of wonderful European capitals like Vienna, Paris, Budapest to then continue with Bali and Himalayas before reaching the Australian cities of Adelaide and Melbourne.

The ticket cost is about 3850 pounds. London-New York: twenty-four thousand kilometres along which you can admire cities like Amsterdam and Berlin and visit some of the most important monuments in the world like the Great Wall of China, at the cost of 4950 pounds. London-Kathmandu/Nepal: travel option of seven weeks, conceived for those who cannot leave their daily routine for a long time. This itinerary passes through five countries in all. Even in this case, the main European capital cities are visited to continue towards Turkey, Iran, Pakistan and India. Places full of history and cultural diversity that make this trip unique, magic and variable. In this case, the cost of the ticket is about 2450 pounds. The fees include meals and overnights, the majority of which are in tents. So, be it by plane, by boat or by bus, it is certain that this will be a unique experience in its genre. A trip around the world that nobody would have never hoped to make – until a few years ago – and that today comes true. What else to say if not that in this case “the end justifies the means”!


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Un angolo di Gusto nel cuore di Milano: il salumiere di Praga A tasty corner in the heart of Milan: the Prague delicatessen seller Simona Di Carlo Anche il cibo può essere un lusso! Un prodotto alimentare, infatti, lo diventa quando rappresenta l’unicità e la qualità assoluta. In questo caso si eleva a vero e proprio oggetto del desiderio da assaggiare. Al Koi Restaurant di New York servono uno dei piatti più celebri della cucina giapponese, ma in versione luxury: il rotolo di sushi più caro del mondo. Il

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costo? Mille dollari! Ma senza voler andare così lontano, basta sostare da Peck, a Milano, per rifarsi gli occhi e… la bocca! In centro, tra via Spadari, via Cantù e via Hugo, in quella che oggi è una bottega del gusto di oltre tremila metri quadrati distribuiti su tre piani, inaugurata nel 1883 da un salumiere di Praga, Francesco Peck. Quasi ci si perde tra prodotti di

alta gastronomia, in grado di soddisfare i palati più esigenti e raffinati, e una ricchissima cantina con oltre cinquemila etichette di vini provenienti da ogni angolo del mondo. Fra le circa quattordicimila bottiglie (con prezzi variabili, alcune di particolare pregio e rarità) spiccano le partite di Mouton Rothschild, con etichette disegnate da pittori

famosi. Quella del ‘73 era stata realizzata da Picasso. Peck inventa la tavola calda, andando incontro alle nuove esigenze dei pendolari e delle pause pranzo. Si accompagnano i milanesi anche nel fine settimana: prima di partire si passa da via Spadari per comprare il pollo allo spiedo (cotto su legna speciale fatta venire da Siena). Per assicurare la bontà e la salubrità dei cibi,


foto (cc) di Yisris /flickr - foto (cc) di Bruce Turner /flickr

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Peck mette in bella vista anche le cucine dove si preparano piatti pronti, come i famosi ravioli. Fra i suoi primati, vanta quello di essere il primo negozio al mondo per la quantita’ di salmone selvaggio acquistato e lavorato. Il ristoratore coccola la sua clientela, esigente e raffinata, dal caffè del primo mattino fino ad una rapida cena prima di gettarsi nella movida milanese. La cura dei particolari, la passione, la competenza, il rispetto della tradizione e la costante attenzione nel ricercare i prodotti migliori fanno di Peck un’istituzione che da più di un secolo accompagna l’evoluzione del gusto italiano. Ai palati raffinati si consiglia una visita al sito: www.peck.it.

A tasty corner in the heart of Milan: the Prague delicatessen seller Even food can be luxury! A food product, in fact, is considered as such when it represents rarity and absolute quality. In this case, it becomes a true “desirable” object to be “tasted”. At the Koi Restaurant in New York, one of the most famous Japanese kitchen dishes is served in a luxury version: the most expensive sushi roll in the world. Its cost? One thousand dollars! However, without going so far away….you can go to Peck in Milan to feast one’s eyes and mouth! In the centre, between Via Spadari, Via Cantù and Via

Hugo, there is a delicatessen shop of more than 3.000 square meters on three floors, inaugurated in 1883 by a Prague delicatessen seller, Francesco Peck. You can get lost among products of high gastronomy, able to satisfy the most demanding palates and a wine cellar with more than 5.000 wines from all over the world. Among the 14.000 bottles (with variable prices, some are really unique and prestigious) there are the Mouton Rothschild with labels designed by famous painters. Picasso realized the ’73 one. Peck invented the lunch bar meeting the needs of commuters and “lunch breaks”. Even at the week-end, Milan citizens, before leaving, go to Via Spadari to buy the roasted chicken (cooked on special timber wood from Siena). To grant goodness and quality of its food, Peck has in evidence

the kitchens where famous dishes, like ravioli, are cooked. Among its records, it is the first shop in the world for the quantity of wild salmon bought and treated. The restaurant takes care of its demanding and elegant clients from the coffee in the morning to a quick dinner before joining the Milan night life. The care for details, passion, competence and respect of tradition and the constant research of the best products make Peck an institution that has been accompanying the evolution of the Italian taste for more than a century. To the finest palate we recommend to visit the website www.peck.it

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MADE IN ITALY AD ALTA QUOTA L’ITALIAN FOOD PRENDE IL VOLO! MADE IN ITALY AT HIGH ALTITUDE: THE ITALIAN FOOD TAKES OFF! Teresa Petrellese

L’eccellenza della cucina italiana mette le ali! A bordo dei voli Alitalia e nelle sale del club Freccia Alata, i passeggeri nazionali ed internazionali potranno soddisfare i loro palati, con i gusti e sapori dell’arte culinaria interpretati da chef di grandissima “portata”, quali Agata Parisella Caraccio e Nicola Portinari. E’ dall’unione Alitalia ed Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), che nasce il progetto “Buonitalia- Prendi il volo con i sapori originali italiani”, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Un’importante iniziativa per promuovere nel mondo i prodotti italiani DOP (Denominazione Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta). Al di sopra delle nuvole infatti, ogni due mesi circa, a rotazione vengono offerti i menu di una singola regione d’Italia, con piatti tipici e vini selezionati tra le migliori cantine dall’Associazione Italiana Sommelier. Si è partiti dall’Abruzzo come testimonianza di forte solidarietà per i terremotati e si proseguirà con il Veneto. Ma l’esperienza di viaggio tricolore, diventa sensoriale con il nuovo servizio Magnifica, la prima classe dei voli intercontinentali. E’ proprio qui che Alitalia porta in auge il meglio della produzione italiana: dalle porcellane, >

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bicchieri e posate di Richard Ginori, alle tovaglie, coperte e cuscini firmati Frette. Dedito alla cura e confort della persona è la griffe milanese Culti. Centocinquanta prodotti più uno, con cui il passeggero entrerà in contatto, se si considera la prossima new entry dell’aereo-design, la poltrona ergonomica full flatt, reclinabile fino a trasformarsi in comodo letto. Classe Magnifica, la vera “classe” italiana è disponibile per ora sulle direttrici Nord-Americane di New York, Chicago, Toronto e Miami, ma entro la metà del 2010, il servizio sarà esteso a tutte le altre rotti intercontinentali. Ricordando un caro slogan della compagnia aerea, ammiraglia italiana: “Voliamo bene … il Made in Italy”. Bonne Voyage!

MADE IN ITALY AT HIGH ALTITUDE THE ITALIAN FOOD TAKES OFF! The excellent Italian food takes off! Aboard Alitalia flights and in the Freccia Alata’s club lounges, national and international passengers will satisfy their palates

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with flavours and tastes of the culinary art interpreted by very popular chef like Agata Parisella Caraccio and Nicola Portinari. Supported by the Ministry of Agricultural Policies, the project “GoodItaly-take off with original Italian flavours” comes to life thanks to the union of Alitalia and Aicig (Italian Association Geographical Indications Consortia). A relevant initiative to promote Protected Designation of Origin (PDO) and Protected Geographical Indication (PGI) Italian products in the world. About every two months, above clouds and with a rotation system, menus from the different Italian regions including typical dishes and wines selected among the best wine cellars by the Italian Sommelier Association are offered. But the Italian experience becomes even more relevant with the new service Magnifica, the first class on intercontinental flights. Here, Alitalia proposes the best of Italian production: from porcelains, glassware and cutlery by Richard Ginori to tablecloths, covers and pillows by Frette. The Milan griffe Culti, instead, proposes products for the individual well-being. One hundred and fifty products plus one,

with which the passenger will establish contact considering the new entry of the plane-design, the ergonomic full flat armchair that can be lowered till becoming a comfortable bed. Classe Magnifica, the true Italian “class” is now available on North-American itineraries like New York, Chicago, Toronto and Miami but within June 2010, the service will be extended to other intercontinental itineraries. Remembering an old dear motto of the Italian airline: “Let’s fly well…Made in Italy”. Bon Voyage!! //


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SALENTO NEGROAMARO: QUALIS MATER, TALIS FILIUS Vincenzo D’Antonio

Un garbato ancorché piacevole intreccio di simpatia relazionale e di obbligo lavorativo, mi ha comportato, e di ciò ringrazio la buona sorte ed alcune persone, di trascorrere alcuni giorni in un posto che se non esistesse, meno bello il nostro pianeta sarebbe, meno piena e radiosa la nostra vita si condurrebbe: il magico Salento. La collega statunitense soggiornava nel nostro Bel Paese da circa due mesi. Era stata inviata dal suo direttore per scoprire gli small hidden treasures of Italy. Con specifico taglio sulla nostra cultura materiale, quella del buon cibo, della cucina, della buona tavola, qui sedimentatasi in oltre duemila anni di storia. Le ero stato di aiuto e di compagnia nelle Langhe, sull’Altopiano di Asiago, nel Montefeltro, sulle placide sponde del Trasimeno, in Ciociaria, nella mia amatissima Penisola Sorrentina e nel Cilento. «Se lasci l’Italia senza aver visitato il Salento» le dissi «ritieni di aver visto quasi tutto ed invece, cara mia, non hai visto quasi nulla».

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Adoperammo il treno. L’attraversamento dell’Appennino, sin da subito dopo Benevento comincia ad essere una sorta di anelata preview di quello che sa offrire la Puglia. I contrafforti dauni, severi, poi si dissolvono verso il granaio d’Italia: il Tavoliere delle Puglie. A Foggia il treno inverte di 90° la sua corsa: da ovest – est a nord – sud. Aumenta la velocità, per come la pianura glielo consente e per come gioiosa diviene la voglia

di giungere presto a destinazione. A sinistra, lontano ma a tratti ben visibile, l’Adriatico. A destra un ulivo; no, più d’uno. Un milione di ulivi; no, ancor più che un milione. La Puglia ha un ulivo per ogni abitante del nostro Bel Paese: siamo tutti un po’ pugliesi, allora. E chi è pugliese veramente è proprio fortunato. Scorre via un castello poggiato su un colle. È la corona ottagonale sveva. L’imperatore svevo Federico II amava la Puglia; ne aveva ben donde! Siamo in Terra di Bari. A Bari, il treno quasi si svuota. Siamo rimasti in pochi e cominciamo a sentirci rari nantes. . . Vorrà il Salento accoglierci ? Il treno attraversa la Messapia. Sulla destra ci cattura l’ipnotico fascino della città bianca: Ostuni. Il treno ferma a Brindisi: città portuale, punto termine della Via Appia. Prima dei voli low cost, Brindisi costituiva porta d’Oriente per come dal suo porto ci si imbarcava per andare in Grecia e da lì i più ardimentosi si avventuravano fino alla Turchia. Ma era lo scorso secolo, e i decenni passano. Siamo rimasti proprio in pochi nel treno. Il treno ferma a Lecce. La voce metallica dell’altoparlante si esprime in goffo burocratese e dice che «il treno termina la sua corsa». Vorrei vedere. Qui non s’ha da correre, qui si cammina, si passeggia, si contempla. Il treno non prosegue. Non potrebbe proseguire.


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Qui ci si viene, qui non si transita casualmente. Ci si fa violenza nel non voler visitare adesso Lecce, avendo stabilito che costituirà il momento (melanconico) di commiato dal Salento e allora, disbrigate le formalità del noleggio, in comoda auto puntiamo ad Est, fino ad arrivare alla città più orientale d’Italia, la bella e ventosa Otranto. Vivai di barbatelle tutto d’intorno, che qui la viticoltura è fiorente. Ed uno è il vitigno sovrano, efficienti e nobili cortigiani gli altri. Il sovrano è il negroamaro. Giunzione della parola latina nigrum, ovvero nero, e della parola greca mavros, ovvero . . . nero. E sì che . . reperita iuvat! Ma a noi piace flettere la componente amaro della parola anche in speculativa quanto immediata accezione, perchè vero è che un negroamaro in purezza si marca per evidenti note amaricanti. Otranto è intrisa di storia e di leggende. È stata messapica, magnogreca, romana, bizantina, normanna, sveva, angioina, aragonese. I Turchi l’assediarono nell’anno tragico 1480, era il 28 luglio: 18.000 ottomani su flotta di 150 navi. 800 otrantini coraggiosi, dopo aver rifiutato di convertirsi all’Islam, furono decapitati sul colle della Minerva. I loro ossei resti riposano nella Cattedrale. Splendido il mosaico pavimentale della Cattedrale: l’albero della vita sui cui rami si alternano personaggi biblici, mitologici, storici, e animali, angeli, diavoli. Ben evidenti re Artù, Caino e Abele, i mesi e lo zodiaco, la Torre di Babele, Diana e il cervo ferito, lo Scacchiere dell’Essere, Alessandro Magno su due grifoni alati, e i due grandi elefanti che sorreggono l’albero. Da solo, questo mosaico pavimentale già varrebbe la visita ad Otranto. Ma Otranto sa offrire ben altro alle persone non frettolose. All’alba del giorno dopo, sfidando freddo e vento andammo a Punta Palascìa, proprio nei pressi del faro. Là, dove l’Adriatico cambia nome e diventa Ionio. La Punta Palascìa, altrimenti denominata Capo d’Otranto, è il punto più orientale d’Italia: 18º 31’ di longitudine est. Il Canale d’Otranto è cerniera virtuosa tra un Occidente che trasmuta ed un Oriente che trasmuta anch’esso. Qui il pendolo della storia torna periodicamente a scoccare. Lo fu fortemente nel XV secolo, lo è anche adesso. Solo che a volte si è sordi e non si odono i rintocchi. Nelle terse mattinate, quando è una tramontana tesa e secca a fuoriuscire dall’otre di Eolo, l’aurora tinge di rosso i monti dell’Albania ed il regalo per gli occhi e per il cuore è l’affascinante fenomeno dell’alba rossa. Cosimo Palamà, detto Ninì, ardimentoso e laborioso winemaker della sua azienda vitivinicola, seconda generazione, papà Arcangelo la prima e svelto, loquace, simpatico e valente figlio Michele la terza, indivia i giorni delle albe rosse come i migliori per la maturazione delle uve ed Albarossa diviene il nome di un subset di suoi quattro pregevoli vini. Tra questi l’Albarossa Salice Salentino Doc Rosso.

Ninì nei suoi vigneti il sesto d’impianto lo ha, secondo millenaria tradizione salentina, ancora ad alberello: bene così. Siamo nell’aureo share dell’ottanta/venti. L’ottanta è di Sua Maestà il Negroamaro e quindi potenza tannica, nerbo, colore, il venti è di Malvasia Nera: il papillon a pois su abito severo. Breve il passaggio in botti di rovere. Degustammo la vendemmia 2006 e molto ci piacque, trama tannica e nerbo sapido; la mia collega statunitense seppe subito cogliere la diversità rispetto a gusti omologati. Il colore è di un bel rubino intenso, tipicamente asciutto il sapore. Vuole gli arrosti di carne e robusti formaggi stagionati. Di Ninì Palami molto ci piacque anche il suo Metiusco, un rosato salentino da negroamaro in purezza, non facile al primo sorso; non è vino ruffiano. La mia collega statunitense volle definire cerasuolo il colore del Metiusco e probabilmente ha visto giusto. Al naso, mai stucchevoli bensì intriganti, i profumi di fragola, di lamponi. Piacevoli note sapide nel finale in bocca. Molto versatile nel prestarsi ad abbinamenti tra mare ed aia. Metiusco, nella lingua della grecìa salentina significa . . . esco a bere un sorso che poi più allegro il sonno arriva. E poi Lecce. Fare il turista a Lecce è cosa non pregevole. Lecce bisogna viverla divenendone temporary citizen. Ne convenimmo e lo facemmo. Lecce conquista a poco a poco; imparammo a suggerne avidamente le correnti di energia che la inondano, che inondano tutto il Salento. A Lecce, in un giorno dal cielo nuvoloso, splende il sole. Il centro storico di Lecce ha sua insita eleganza, quella vera dell’understatement. Qui il barocco, sontuoso di suo, acquisisce quell’added value, come disse la mia collega statunitense, ovvero valore aggiunto, anche in virtù dell’abile uso della pietra leccese con sua spiccata sensualità. Molto indugiammo in Piazza del Duomo, dai leccesi snobbata come piazza da vivere, come agorà, eppure a nostro giudizio, una delle più belle piazze d’Italia. Ci leggemmo tutta la facciata della Basilica di Santa Croce, qualcosa comprendendo, altro intuendo, di certo qualcosa smarrendo. L’adiacente Palazzo dei Celestini fece esclamare alla mia collega: «c’era già tutto questo ancora prima che scopriste l’America?». La storia, sempre saggia, sorniona a volte, rispose: «sì, è cosi». In una panetteria del centro, uscio aperto, voluttuosi profumi in libertà da narici captati, comprammo le squisite pucce, pane alle olive cotto nel forno a legna. Le olive non sono denocciolate, e va bene così: però, saperlo! E poi, al dolce ambendo, ci deliziammo con fruttoni e pasticciotti, pasta di mandorle ricoperti di cioccolato i primi, pasta frolla farcita di crema i secondi. Dopo uno short nap, che mai dovrebbe mancare, per come abilita la rinascita del giorno, >

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un elegante wine bar, nel pieno centro della città, ci attrasse e la mia collega lo elesse come location di un suo particolare wine tasting che l’avrebbe portata a scrivere un pezzo sui rosati del Salento. Mi disse che questi giorni intensamente e gioiosamente vissuti nel Salento le avevano fatto già decidere il titolo da sottoporre al suo direttore: “Drink Pink, Think Pink!” Convenni pienamente sulla bontà del titolo e sull’autore. Ho detto autore, non autrice. E sì, fu il Salento, il magico Salento a dettare il titolo. E allora, meditati sorsi del capostipite dei rosati salentini. Tutti i winemaker salentini dovrebbero essere grati, e lo sono, alla Leone De Castris che nel 1943 crea, contingente ed avveduta complicità di un generale statunitense (e qui la mia collega inorgoglisce) il primo rosato imbottigliato in Italia: il Five Roses. Apprendemmo che qui a Lecce la manifestazione “Calici di Stelle” si svolge tra l’incanto delle stradine del centro storico e sono posti all’assaggio i migliori vini pugliesi. Tutto ciò, nel mese di Agosto. Vorrò esserci, da solo però. Alla stazione di Lecce c’è un treno che parte. Perché c’è sempre un treno che parte e c’è sempre la voglia struggente di non partire soprattutto quando armonica voce corale dice «rimani!». Un aereo sorvola l’Atlantico e sopra l’oceano stille di Salento permeano cuore e cervello, perenni emozioni regalando, di una persona così lontana e così vicina.

SALENTO NEGROAMARO: QUALIS MATER, TALIS FILIUS A funny as well as pleasant combination of personal feeling and professional task have lead me – and for this I thank the good fate and some persons – to spend some days in a place that if it did not exist, our planet would be less beautiful and our life would be less rich and joyful: the magic Salento. The American colleague has been staying in our country for about two months. She has been sent by her director to discover the small hidden treasures of Italy with a specific interest on our substantial culture – the culinary one – settled here more than two thousand years ago. I had already helped and accompanied her in the Langhe, on the Asiago hill, in Montefeltro, on the Trasimeno riverbanks, in Ciociaria and in my loved Sorrento Peninsula and in Cilento. “If you leave Italy without visiting the Salento area” I told her “you think to have visited most of it , but, instead, my dear, you have not seen anything at all”. We travelled by train. Passed Benevento, the Appenine begins to reveal the preview

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of what Puglia offers. The severe Dauni mountains become flat towards the barn of Italy: the Puglia Tavolerie. In Foggia the train inverts its race by 90°: from west – east towards north – south. The plain favours the increase of its speed as well as the joyful emotion of reaching our destination soon. On the left, far away but well at sight, the Adriatic Sea. On the right an olive tree; no, more than one. A million of olive trees; no, more than a million. Puglia has an olive tree per citizen of our country: we are all a little pugliesi after all. The pugliesi are lucky people indeed. A castle passes by on a hill. It’s the rectangular Swabian crown. Fredrick II, the Swabian emperor, loved Puglia; and he was very right! We arrived in Bari. Here the train gets empty. Only a few of us are on the train and we start feeling rari nantes… Would the Salento welcome us? The trains arrives in Messapia. On the right, the hypnotic charm of the white city, Ostuni, captures us. The trains stops in Brindisi, a port city and end point of the Appia street. Before low cost flights existed, Brindisi represented the way to the East for from its port you could go to Greece and – from there – the more adventurous ones to Turkey. This happened last century though but time goes by. There are really a few of us on the train. The train stops in Lecce. The speaker metallic voice in a funny bureaucratic form announces “the train ends its trip”. I am not surprised. Here there is no need to run, you walk, you contemplate. The train does not continue its trip. It couldn’t. Here, you come and you are not casually in transit. Not visiting Lecce, it’s like committing violence against ourselves since it has been established that this will be the leave taking (melancholic) moment from Salento. So, after filling out the paperwork to rent a car, we head towards East to reach the beautiful and windy Otranto, the city at the far east in our country. We are surrounded by nursery of barbatelle, here wine-growing is very flourish. Only one is the sovereign vine, the others are noble and efficient subordinates. The king is the negroamaro. It represents the union of the Latin word “nigrum”, that is black and the Greek “mavros”…black. Oh yes…reperita iuvat! However, we like to emphasise the “bitter” component of the word even speculating on this acceptation because it is true that a real negroamaro distinguishes itself for its bitter tastes. Otranto is full of history and legends. It has been Messapian, Magna Grecia, Roman, Bizantine, Norman, Swabian, Angevin and Aragonese. The Turks surrounded it on July 28th 1840: 18.000 Ottomans on 150 ships. 800 brave citizens from Otranto refused


foto (cc) di Roblisameehan /flickr

to convert to Islam and were behaved on the Minerva hill. Their remains are buried in the Cathedral. The mosaic floor of the Cathedral is wonderful: it represents the life tree with biblical, mythological, historic characters and animals, angels and demons are represented on its branches. You can clearly see King Arthur, Cain and Abel, the months of the year, the zodiac, the Babel tower, Diane and the wounded deer, Alexander the Great on two winged griffons and the two elephants holding the tree. This mosaic floor by itself is worth the visit to the city of Otranto. Yet, the city can offer more to visitors who are not in a hurry. Despite the cold and windy weather, at dawn of the following day, we went to Punta Palascìa near the lighthouse. There, the Adriatic sea changes name and becomes Ionic. Punta Palascìa, or better known as Capo d’Otranto, is the far eastern point of Italy: 18° 31’ of longitude towards east. The Otranto channel is a virtuous hinge between the West and the East. Here the pendulum of History periodically rings again. It strongly did it in the XVth century and it does it now.

But sometimes you are deaf and don’t hear the tolls. In clear mornings, when a dry and straight north wind comes out form Aeolus’ windbag, the Albanian mountains are painted red by the dawn thus making the gift to the eyes and the heart of the fascinating phenomenon of the red dawn. Cosimo Palamà, alias Ninì, dedicated winemaker of second generation of its wine factory, his father Arcangelo is the first, his nice and brilliant son, Michele, the third. Cosimo identifies the days of the red dawn as the best ones for the grapes maturing process and Albarossa becomes the name of a subset of his four prestigious wines. Among these Albarossa Salice Salentino Doc Red Wine. In his vignards, Ninì, has the sixth installation, according to the ancient Salento tradition, still as a sapling: it’s a good thing. We are in the eighty/twenty share. The eighty is represented by His Majesty Negroamaro so, this means tannin power, whip, colour; the twenty is represented by Malvasia Nera: a spotted bow tie on a dark suit. The stay in oak barrels is short. >

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All the Salento wine producers should be grateful, and they are, to the Leone De Castris that in 1943 created with the complicity of an American general (that makes my colleague proud) the first bottled rosé in Italy: the Five Roses. We learned that here in Lecce the event “Calici di Stelle” takes place in the streets of the historic centre when the best wines from Puglia can be tasted. This happens in the month of August. I will be here yet alone. At the Lecce station a train is leaving. There is always a train leaving and there is always the strong desire of not leaving especially when there is a unanimous voice saying “stay!”. A plane is flying over the Atlantic and, over the ocean, Salento drops penetrate the heart and the brain donating eternal emotions of a person so far but so close. // foto (cc) di Byrdiegyrl /flickr

We tasted the 2006 grape harvest and we liked it, tannic weave and sapid whip; my American colleague quickly recognized the diverse taste with respect to standard tastes. The colour is a dark ruby-red, the taste typically dried. It matches well with roasted meat and seasoned strong cheeses. We particularly enjoyed Ninì Palami’s Metiusco, a Salento rosé from a pure negroamaro not easy to understand at first. It is not a toady wine. My American colleague defined as cherry the colour of Metiusco and she was probably right. Its smells of strawberry and raspberry were not sickly-sweet but appealing. Very pleasant notes at the end in the mouth. A very versatile wine to be matched with sea food and white meat. Metiusco, in the Salento Greek language means …I go out for a drink so to easily fall asleep. Then Lecce. Be a tourist in Lecce is not a nice thing. You need to become a temporary citizen to live the city. We agreed and we did it. Lecce gets to your heart little by little; we learned to enjoy its energies that inundate the whole Salento area. In a cloudy day, the sun shines in Lecce. Its historic centre has an implicit elegance, the true one of the understatement. Here, the baroque style becomes the added value, as my American colleague said, also given the use of the Lecce stone and its sensuality. We spent a lot of time in Piazza del Duomo, ignored by its citizens as a place to be lived, as agorà, yet, in our opinion, it is one of the most beautiful squares of Italy. We read the entire facade of Santa Croce basil. We understood a little, we guessed some more and we certainly missed some other. The adjacent Building of Celestini made my colleague say “there was already all this before America was discovered?”. History, always wise, sometimes deep, answered “yes, it’s like this”. In a bakery shop in the centre with its door open, voluptuous smells coming out were captured by nostrils, we bought the delicious “pucce”, bread with olives baked in the wooden oven. Olives still have their pits, and it is ok: it would be good to know, though!Then longing for dessert, we enjoyed fruttoni and pasticciotti, almond paste covered with chocolate the former, pasta frolla stuffed with cream the latter. After a short nap, necessary to revive the whole day, we were attracted by an elegant wine bar right in the city centre. My colleague decided it was the place where she would have tasted wines and that lead her to write an article about the Salento rosé wines later.She told me that in these days deeply and joyfully spent in Salento made her decide the title to propose to her director “Drink Pink, Think Pink!”. I strongly agreed on the goodness of the title and its author. And I referred to the source of inspiration and not to the author. And yes, it was the Salento, the magic Salento to dictate the title. So we tasted the founder of the Salento rosé wines.



TECHNOLOGICAL NEWS FROM THE FUTURE

NOVITÀ TECNOLOGICHE DAL FUTURO Gilda Ruzzi

A dispetto delle più fosche previsioni, che danno l’essere umano per spacciato alla fine dell’anno 2012, l’orizzonte hi-tech si proietta molto più avanti, spostando i suoi confini ben oltre i prossimi due anni attraverso la ricerca e la sperimentazione di nuove tecnologie o verso utilizzi innovativi ed inaspettati di quelle “vecchie”. In una miscela di informatica, di intrattenimento, di mondo digitale e di mobilità, le fiere internazionali dell’elettronica di consumo e dell’information technology (la più recente, il CeBit di Hannover) si rincorrono offrendo ai visitatori curiosi souvenirs dal futuro. Protagonista indiscusso in ognuna delle rassegne internazionali dell’ultimo anno, la tecnologia OLED, nuova frontiera della fruizione video e

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non solo. L’acronimo, che sta per Organic Light Emitting Diode ovvero diodo organico ad emissione di luce, non offre ai profani molti indizi per comprendere l’immensa portata dell’invenzione. Al di là degli indiscussi vantaggi legati alla definizione dell’immagine e dei colori, oltre al bassissimo consumo energetico, caratteristiche già sfruttate da alcuni nuovi modelli di cellulari e schermi, ciò che lascia sorpresi è l’enorme gamma di utilizzi innovativi che i dispositivi OLED potrebbero avere, grazie alle dimensioni ridottissime e alla natura flessibile di quest’ultime. Anche la realtà 3D sembra essere stata argomento centrale nelle fiere di tutto il mondo, dal Ceatec di Chipa, in Giappone, al Ces 2010 di Las Vegas, passando per il già citato CeBit. Ognuno

dei più grandi produttori di elettronica mondiali ha offerto la propria dimostrazione di filmati tridimensionali che “balzano fuori” dallo schermo, anche se l’idea che una fruizione del genere possa diventare routine nei nostri salotti è ancora lontana dal divenire realtà. Non sono mancate però proposte di gadget hi-tech, che per la loro utilità potrebbero diventare già da domani indispensabili nelle nostre vite. È il caso di un dispositivo per cellulari inventato dalla Fujitsu, in grado di misurare l’efficacia di uno swing nel gioco del golf, o di un lettore Mp3 in grado di eseguire comandi impartiti a distanza con il solo movimento di occhi, testa e mani, o di Wood Cone, una linea di coni altoparlante interamente realizzati in legno da Jvc, che offrono

una qualità del suono senza pari. E ancora, riconoscimento vocale, touch screens, cellulari da polso e capaci di mimetizzarsi su qualsiasi superficie, computer alimentati ad energia solare, serrature per abitazioni attivabili da cellulare e software traduttori in grado di rilevare il contesto nel quale avviene la conversazione…a quanto pare il futuro (tecnologico) dell’umanità sembra tutt’altro che buio.

TECHNOLOGICAL NEWS FROM THE FUTURE Despite the darkest predictions announcing the end of the world by 2012, the hi-tech horizon is moving its boundaries - beyond the next two year - through research and new technolo-


high tech

gies to experiment or towards innovative or unexpected usages of the “old” ones. In a combination of informatics, entertainment, digital world and mobility, international fairs of electronics consumption and information technology (the most recent one is the CeBit in Hannover) are taking place one after the other offering to visitors weird futuristic souvenirs. Undisputed star of the latest international meetings, the OLED technology, the new frontier of the video usage and more. The acronym stands for Organic Light Emitting Diode and does not offer many clues to profanes to understand the importance of the invention. Besides the undisputed advantages related to image and colours definition and the very low energetic consumption, which are characte-

ristics already used by some of the new mobiles and monitors models, the surprising element is the huge range of innovative usages that OLED devices might have thanks to the very small dimensions and its elasticity. Even the 3D reality seems to have been at the centre of global fairs, form Ceatec in Chipa, Japan, to Ces 2010 in Las Vegas, passing through the already mentioned CeBit. All the greatest world producers of electronics offered their demo of three dimensional videos “jumping out” of the monitor, however, the idea that this genre might invade our living rooms is still remote. There were also gadget hi-tech proposals that for their utility might become indispensable in our daily life very soon. This is the case of a device for mobiles invented by Fujitsu

and able to measure effectiveness of a swing in the game of golf, or of an Mp3 reader able to execute distant commands given with the movement of the eyes, head or hands. Wood cone is a collection of shaped cones speakers made of wood by Jvc. They offer a very high sound quality. Also, vocal recognition, touch screens, wrist mobiles able to hide on every surface, solar energy powered computers, houses

locks activates by mobiles and translation software able to understand the context of the conversation…it seems that the (technological) future of mankind is all but dark.

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high tech

SAKSHAT IL NON-LAPTOP CHE CAMBIERÀ IL MONDO

SAKSHAT, THE NON-LAPTOP THAT WILL CHANGE THE WORLD

foto (cc) di Thomas Claveirole /flickr

Gilda Ruzzi

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uando le agenzie d’informazione di tutto il mondo hanno diramato a fine gennaio la notizia di un laptop di produ- zione indiana, che sarebbe stato commercializzato al prezzo di soli dieci dollari (circa 500 Rupie), riviste di settore, blogs di esperti e siti per geek non credevano ai loro occhi. La missione di questo prodigio tecnologico chiamato Sakshat sarebbe stata, secondo quanto illustrato

dal segretario all’Istruzione Secondaria Argawal, quella di educare la popolazione attraverso l’ICT. Un progetto molto ambizioso, se si considera che da anni Nicholas Negroponte con la fondazione One Laptop per Child cerca di colmare il cosiddetto digital divide che separa nord e sud del mondo, senza ottenere risultati tanto stupefacenti. Tra l’esaltazione degli impazienti e le obiezioni dei più cauti, convinti che il prezzo non sarebbe bastato a coprire

nemmeno il costo del solo monitor e della memoria RAM da due gigabyte, agli inizi di febbraio il mistero Sakshat è stato svelato. Nessun monitor, nessuna tastiera, in definitiva, nessun laptop, ma soltanto una “scatoletta” di circa 25x12 centimetri dotata di una memoria interna da due Gb e della possibilità di connettersi alla grande rete in modalità ethernet o wireless. >

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high tech

Si prevede che il costo, di venti dollari per i primi sei mesi, diminuirà del 50% a sperimentazione ultimata. Una delusione? Forse, per gli occidentali che già miravano ad accalappiarsi il nuovo miracolo tecnologico sotto costo, ma lo scopo di Sakshat è totalmente diverso: offrire materiale didattico agli studenti in forma di libri di testo digitali, aggiornati automaticamente attraverso l’accesso del dispositivo al portale www.sakshat.ac.in. Superata la frustrazione iniziale, causata dall’errore di comunicazione in cui ha indugiato il governo indiano, è innegabile la portata innovativa del dispositivo e sono solo immaginabili i risvolti applicativi nel futuro prossimo.

SAKSHAT, THE NON-LAPTOP THAT WILL CHANGE THE WORLD

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hen last January information agencies spread the news that an Indian produced laptop would have been commercialized at the price of only ten dollars (approximately 500 Rupees), specialized magazines, expert blogs and geek sites could not believe it. The mission of this technological wonder called Sakshat would have been, according

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One Laptop per Child by Nicholas Negroponte

to what the Secretary for Education Argawal said, to educate people through ICT. A very ambitious project considering that, for years, Nicholas Negroponte with the foundation One Laptop per Child is trying to fill in the so called digital divide that separates the North from the South in the world with no particular results. At the beginning of February, the Sakshat mystery got to an end between the exaltation of those who were impatient and the objections of those who were more cautious and convinced that the price would not even suffice to cover the cost of the monitor and the 2 gigabytes RAM. No monitor, no keyboard, in short, no laptop but only a small box of about 25x12 centimetres with an internal memory of two Gigabytes and the possibility of internet connection using

Ethernet or wireless modes. The price of twenty dollars in the first six months is expected to decrease by 50% at the end of the experiment. Disappointed? Maybe, western people were already aiming at getting the new underpriced technological wonder but Sakshat’s goal is completely different: offering educational material to students as digital text books automatically updated by accessing the portal www.sakshat.ac.in Overcome the initial frustration, caused by the wrong information spread out by the Indian government, the innovative elements of the device cannot be denied as well as the applicative results in the near future. //


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Sosteniamo il vero amore adottiamo batuffoli di felicità Chiara Nespoli

slogan dell’associazione hanno avuto come obiettivo quello di smuovere le coscienze e sensibilizzare gli animi, per evitare violenze ed abusi su indifesi amici pelosi: Un cane fa bene alla salute (ideato nel 2006, alla nascita dell’associazione), Abbandonare gli animali non è di moda (sostenuto da Giorgio Armani nel 2007) e Se lo adotti è per sempre (2008),testimoniano l’impegno di Alberoni e soci. Oltre agli illustri soci fondatori Amo gli Animali conta

Alberoni, Paola Barale, Martina Colombari, Mario Lavezzi, Giulio Golia, prestatisi ben volentieri a campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono e con cui vengono organizzati eventi a scopo benefico per raccogliere fondi utili a sostenere canili e cliniche veterinarie, dando la possibilità a persone in difficoltà di usufruire gratuitamente delle strutture. L’ultimo evento, tenutosi al Grand Hotel et de Milan, in concomitanza della festa della donna ha riscosso un grande

moltissimi amici ed attivi sostenitori, tra cui Afef, Elisabetta Canalis, Rany Ingherman, Luca Laurenti, Teo Teocoli, Raoul Bova, Raffaello Tonon, Paolo Limiti, Francesco

successo, vantando un’attiva partecipazione: nella sala preziosamente allestita si potevano scorgere tra gli altri, >

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siste un mondo dove valori quali fedeltà e amore valgono più di ogni altra cosa, esiste un mondo laddove il “per sempre” preserva ancora il suo originario significato, c’è un mondo dove l’affetto è quotidianamente garantito, spontaneo e concesso senza doppi fini. Questo paradisiaco stralcio di universo (ben lontano da quello degli uomini) è alla portata di tutti e per viverlo basta accogliere nella propria casa un cucciolo, un quattro zampe portatore di allegria e di serenità. L’invito alla cura ed alla difesa degli amici animali viene perseguito da numerose associazioni, su tutte Amo gli Animali (www.amoglianimali.com) nata nel 2006 ad opera dei soci: Silvana Armani, Marilena Bassi, il Dottor Fabio Borganti, il Dottor Mauro Cervia, Giulio Alberoni. Tramite un approccio scientifico dato dagli specialisti in medicina veterinaria ed un approccio emozionale, garantito dalle molte campagne pubblicitarie, l’associazione propone il sostegno, la tutela e la cura di cani e gatti, tramite svariate iniziative, tra cui pronto soccorso veterinario gratuito e pet therapy. Famosi e ben strutturati gli

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la famiglia Moratti, i Missoni, Pierre Casiraghi, Leonardo Bongiorno, Vittorio Feltri e moltissimi volti illustri. I proventi della serata sono destinati a finanziare progetti di significativa importanza, tra i quali la creazione del reparto sanitario del canile di Vigevano, la costruzione del sistema idrico del canile di Benevento, la creazione ed operatività della sala operatoria del canile di Pantelleria. Non resta che aprire il cuore all’immensa gioia che un compagno a quattro zampe può portare, perché come sostenne Schopenhauer: «Chi non ha mai avuto un cane, non sa cosa significhi essere amati davvero».

It exists a world where values like loyalty and love are worth it more than anything EM/

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Luca Laurenti, Teo Teocoli, Raoul Bova, Raffaello Tonon, Palo Limiti, Francesco Alberoni, Paola Barale, Martina Colombari, Mario Lvezzi, Giulio Golia who have all contributed in awareness campaigns against abandon and charity events organized to raise funds to support dog pounds and veterinary clinics so to allow people in economic difficulty to use the services free. The last event that took place at the Grand Hotel in Milan, on Women’s Day, was very successful and made a large audience: important families like Moratti, Missoni, Casiraghi, Leonardo Bongiorno, Vittorio Feltri and many other VIPs attended the event. The money raised is destined in favour of important projects like that of the building of a sanitary ward in Vigevano’s pound, of the water system in the Benevento’s one and a surgery room in the Pantelleria’s one. You can only open your heart to the great joy that a four-legged animal can bring since as Schopenhauer says “those who have never had a dog don’t know the meaning of being truly loved”. // foto (cc) di Kirainet /flickr

In support of true love: let’s adopt flocks of happiness

else, where “forever” preserves its original meaning and where love is daily granted, spontaneous and with no double ends. Everybody can experience this small piece of paradise (well away from mankind) by adopting a happy and serene puppy. The invitation in favour of care and defence of animals is pursued by many associations. On top, Amo gli Animali (www.amoglianimali.com) founded in 2006 by Silvana Armani, Marilena Bassi, Dr. Fabio Borganti, Dr. Mauro Cervia and Giulio Alberoni. Through a scientific approach given by experts in veterinary science and an emotional one – granted by commercials – the association’s mission is to support, protect and take care of dogs and cats through various initiatives like free veterinary first aid and pet therapy. Popular and well structured the association’s slogans goals succeeded in increasing people awareness against violence and abuses on hairy friends “a dog is good for your health” (created in 2006 when the association was founded), “to abandon animals is not trendy” (supported by Giorgio Armani in 2007) and “if you adopt one is forever” (2008). They all witness Albertoni and company’s commitment. Besides its popular founders, Amo gli Animali counts many friends and active supporters like Afef, Elisabetta Canalis, Randy Ingherman,


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Milano, Varese, Bergamo, Mantova, Cremona, Piacenza, Torino, Treviso, Padova, Verona, Bologna, Parma, Reggio Emilia, Firenze, Forte dei Marmi, Roma, Latina, Pescara, Napoli, Sorrento, Foggia, Palermo, Catania, Capo d’Orlando, Portorotondo. Giuseppe Bellora SpA Via XXV Luglio 11 - 21054 Fagnano Olona (VA) - tel. +39 0331 616111 - bellora@bellora.it www.bellora.it EM/ 122


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In prima linea per i bambini! Simona Di Carlo

Nel mondo cinquanta milioni di bambini è come se non esistessero perché la loro nascita non è registrata da nessuna parte. Ogni anno oltre un milione di bambini sotto i cinque anni continuano a morire a causa dell’acqua contaminata e dell’assenza di impianti sanitari. Ogni giorno conflitti, eventi naturali ed epidemie mietono vittime fra i bambini. L’UNICEF, la principale organizzazione mondiale per la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dell’infanzia e dell’adolescenza, da anni si batte per garantire il soddisfacimento dei bisogni e dei diritti dei più piccoli, al fine di assicurare protezione a quelli maggiormente colpiti: vittime di guerra, di disastri naturali, di estrema povertà e di ogni forma di violenza e sfruttamento. Realizza in centocinquantasei Paesi in via di sviluppo programmi a lungo termine, intervenendo nei settori più importanti: la salute materno-infantile, la nutrizione, l’istruzione, la protezione da abusi e sfruttamento, la prevenzione dell’HIV/AIDS. Presente ad Haiti da molti anni, in quello che è uno dei Paesi più poveri del pianeta dove il 50% della popolazione vive sotto la soglia della povertà con meno di un dollaro al giorno, l’organizzazione era sul campo sin dalle primissime ore di quel tragico 12 gennaio scorso con oltre sessanta operatori fra staff nazionale ed internazionale. Ha inviato e messo in distribuzione aiuti per quattrocento mila

bambini, dieci mila dei quali hanno finora beneficiato di programmi di supporto nutrizionale. In Cile, dove è presente stabilmente, è all’opera da quel terribile 27 febbraio scorso: senza indugio, senza sosta. In coordinamento con le altre agenzie ONU ed il supporto delle Organizzazioni non governative (ONG) partner, partecipa sempre, in vario modo, alle operazioni delle fasi postemergenza delle crisi umanitarie, adoperandosi per garantire condizioni sanitarie e igieniche accettabili, fornire acqua potabile, ricostruire le scuole. Perché l’Unicef è dalla parte dei più piccoli! Perché il suo impegno è finalizzato a garantire loro una protezione adeguata con programmi di assistenza e di reinserimento sociale. Perché, una volta calata l’attenzione dei media, non si dimentichi e si continui ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica. Per conoscere tutte le iniziative: www.unicef.it .

In the front line for children! Fifty million children in the world are not existent because their birth is not registered anywhere. >

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foto (cc) di hdptcar Pierre Holtz - UNICEF /flickr

Every year, one million children under the age of five continues to die because of contaminated water and absence of sanitary facilities. Every day, wars natural disasters and epidemics cause casualties among children. UNICEF, the main organization in the world for children and adolescents’ rights and life conditions, for years has been fighting to grant the needs and the rights of the younger ones and to ensure protection to those mainly hit: victims of wars, natural disasters, extreme poverty and every form of violence or disabled. In one-hundred and fifty six developing countries it carries out long-term programs intervening in the most important sectors: maternal-child health, nutrition, education, protection from abuses and exploitation, HIV-AIDS prevention. Present in Haiti for many years, one of the poorest country on earth where the 50% of its population lives under the threshold of poverty with less than a dollar a day, the organization was on the ground since the very first

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hours of last dramatic 12 January with more than sixty operators between national and international staff. It has sent and distributed aids for four hundred thousand children, ten thousand of whom have benefited until now of nutritional support programs. In Chile, where the organization has a stable office, it is already operating since last 27 February: with no rest and hesitation. In collaboration with other agencies like ONU and the support of Non-Governmental Agencies (NGO), it participates to post-emergency phases of humanitarian crisis to grant acceptable health and sanitary conditions, provide potable water and build schools. All this because UNICEF stands up for the younger ones! Its commitment aims at granting them an adequate protection with support and social rehabilitation programs. Once diminished the media attention, the public opinion needs to continue to be informed and sensitized. To know more about all UNICEF initiatives: www.unicef.it //



distribution points

Abano Terme Grand Hotel Terme Trieste & Victoria Abano Grand Hotel Hotel Terme due Torri Hotel Villa Las Tronas Grand Hotel il Saraceno Dal Moro Gallery Hotel Grand Hotel Assisi

Four seasons hotel Luisaviaroma

Amalfi Grand Hotel il Saraceno

Gubbio Park Hotel ai Cappuccini- Tourist S.p.a Castello di Petroia Relais (Loc. Petraia)

Assisi Dal Moro Gallery Hotel Grand Hotel Assisi Bagno di Romagna Hotel Miramonti Barberino del Mugello Villa Le Maschere Bari Borgobianco Resort & Spa Bologna Specialità in Vetrina Biagetti Brindisi Masseria Torre Coccaro Masseria Torre Maizza Masseria San Domenico San Domenico Cagliari Atahotel Tanka Village Resort Tanka Golf Club Is Morus Relais Forte Village Resort Aquadulci Hotel Is Molas Is arenas golf club Hotel Laguna/ Chia laguna T hotel Capri A Piazzella Capri Palace Yc capri Casciana Terme (PI) Terme Villa Borri Spa Caserta Crowne Plaza Caserta Grand Hotel Vanvitelli Castel di Tusa (ME) Atelier sul mare Castelvolturno Holiday Inn Catania Excelsior Grand Hotel Una Hotel Palace Cenerente (PG) Castello dell’Oscano Cervia Hotel Universal Hotel Diplomatic Hotel Orchidea

Fiumicino Courtyard By Marriott Rome Airport Foggia Baia dei Faraglioni

Ischia Negombo Giardini di poseidon L’ Albergo della Regina isabella Reginella Manzi terme Hotel San Montano Isola Bella Taormina La Plage Resort Leccio Regello (FI) The Mall Outlet center Lipari (ME) Therasia Resort Madonna di Campiglio Golf Hotel

Pari (GR) Petrolio SPA& Resort

Messina Capofaro Malvasia & Resort Atahotel Capotaormina Atahotel Naxos Beach Resort

Parma Hotel Palace Maria Luigia- Sina hotels

Milano Air Hotel Linate Ata benessere Conservatorio Atahotel contessa jolanda executive center Atahotel de angeli residence Atahotel executive Atahotel expo fiera Atahotel linea uno residence Atahotel quark Atahotel quark due residence Atahotel the big residence Bulgari Hotels & Resorts Carlton Hotel Baglioni Four season hotel Hotel Astor- Sina hotels Hotel de La Ville - Sina Hotels Hotel Grand Visconti Hotel Principe di Savoia Le Méridien Gallia Meliá Milano Hotel & Convention Center Moresko Hamman (MI) The Gray Westin Palace Tennis Club Lombardo Tennis Club Milano Alberto Bonacossa

Monsummano terme Grotta Giusti Natural Spa Resort

Fiano Club Torino La Mandria Royal Park Golf

Montaldo Torinese Soul Farm Hotel &Spa

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Padova Boscolo Hotel Godenda Donna Irene

Melezzole Marc Mességué Health Center

Ellera Umbra (PG) Golf Club Perugia

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Olbia HotelSporting/Petra Bianca di Cala di Volpe Hotel Pellicano d’oro Aldiola Country Resort Hotel Balocco

Palermo Hotel Ucciardhome Hilton Villa Igiea

Cortina d’Ampezzo Hotel Cristallo

Firenze Grand Hotel Villa dei Medici

Norcia Palazzo Seneca

Mazzarò (Taormina) Atlantis Bay

Milano Marittima Hotel Waldorf Hotel Premier & Suites Hotel le Palme Palace Hotel Mare e Pineta Hotel Grand Hotel Gallia Hotel Aurelia Hotel Doge Hotel Brasil

Como Villa d’Este

Hotel H2C Royal Continental Circolo Canottieri Napoli Circolo del remo e della vela Italia Circolo Posillipo Terme Agnano Renaissance Hotel Mediterraneo Albergo palazzo Decumani Caravaggio Hotel Le Stanze del vicerè Caffè letterario Intra Moenia Nh Ambassador Residenza Echia Reale Yacht Club Canottieri Savoia Hotel le cheminee Boellis

Napoli Palazzo Alabardieri Hotel Micalò

San Quirico d’Orcia Spa & Wellness Resort Hotel Adler Thermae Sassari ITI (Istituto Turistico Italiano) El Faro Hotel La coluccia Siena Borgo La Bagnaia Siracusa One-Sport&beauty Sorrento La Residenza Relais Regina Giovanna Parco dei Principi Hotel Albatros Crowne plaza stabie sorrent Hotel parco dei principi Grand hotel Cocumella Hotel Tramontano Grand hotel President/Spa Hotel Plaza Stresa (VB) Villa e Palazzo Aminta Taormina Mazzarò Mazzaro sea palace di taormina Taranto Grand Hotel Kalidria & Thalasso Spa Relais Villa San Martino

Pisa H2C

Torino Hotel Golden Palace Hotel Le Meridien Art Tech Hotel Victoria Townhouse 70 Platti GAM Mood Libri Mercure Torino Crystal Palace Art Hotel Boston Star Hotels Majestics Art Hotel Olympic

Pomella Terme Hotel Helvetia Spa & Beauty

Trapani Kempinski

Positano San Pietro di Positano

Varese Atahotels Varese Business & Resort Crowneplaza Malpensa Hotel Holiday Inn Express Malpensa Airport

Perugia Alla Posta dei Donini Hotel Brufani Palace (sina hotel) Caffè di Perugia

Rimini Duomo Hotel Grand Hotel Roma Ambasciatori palace Rome Marriott Grand Hotel Flora Hotel Gladiatori Hotel Gladiatori Palazzo Manfredi Hotel St.George Hotel La Griffe Hotel Lord Byron La Castelluccia Raphael Hotel Sofitel Hotel Hotel d’Inghilterra Hotel Mario dè Fiori 37 Aldrovandi Palace Hotel Mellini Hotel dei Borgognoni ATA Hotel Villa Pamphili Salvatore Naldi Group Royal Group Grand Hotel Palatino Boscolo Exedra Hotel Bernini Bristol- Sina hotels Rovereto (TN) Gemma Chic Boutique Rovolon (PD) Golf Club Frassanelle San Casciano dei bagni Fonteverde Spa resort

Venezia Molino Stucky Hilton Hotel Cà Sagredo Hotel Palazzo Hotel Metropole Boutique Cà Valeri Cà Gottardi Boutique Hotel Bauer Palladio Hotel & Spa Cà Nigra Lagoon Resort Palace Bonvecchiati La Coupole Verbania Suna Grand Hotel des Iles Borromees Residenza Dolce Vita Wellness resort Verona Villa Quaranta Verona Antico Caffè Dante Verona - Senato Della Repubblica, Parlamento Italiano - Invii Ad Personam (Vip Internazionali) - Consolato Usa Sedi Di Napoli, Firenze, Milano - Ambasciata Usa - Sedi Consolari Gran Bretagna, Francia, Spagna - Ali Sons Co. (Dubai) (350 Copie) - Istututo Culturale Italiano Di Washington


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